Istituto Italiano della Saldatura – Lungobisagno Istria, 15 – 16141 Genova (I) - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Sped. A.P. 70%, DCB Genova” Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP + Supplemento - Bimestrale Marzo - Aprile 2012 ISSN:0035-6794 Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LXIV - N. 2 * 2012 SERIE ORBIMAT CA AVC/OSC SERIE RPG E.H. Wachs Sales, Rentals and Service Centre Europe. E.H. WACHS taglio e smusso: >> www.orbitalum.com Visit us at Hall 16 Booth B07 Saldatrici orbitali a testa aperta di nuova generazione. Lavorazioni con filo freddo e complete di controllo tensione d‘arco (AVC) e pendolamento (OSC). SERIE ORBIWELD TP AVC/OSC SERIE REB & BRB La soluzione più potente per la smussatura e l’intestatura di tubi. 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L’Università di Pisa, in collaborazione con altri autori, ci porta ad analizzare la microstruttura caratteristica della zona fusa e della zona termicamente alterata di giunti eseguiti con processo TIG su tubi di acciaio grado P91, uno dei materiali che più ha caratterizzato le applicazioni operanti in regime di scorrimento viscoso a caldo (creep) negli ultimi anni, con particolare attenzione agli effetti dell’apporto termico ed alla formazione di precipitati. 165 Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti mediante tecnologia ibrida (M. Fersini et al.) Dalla collaborazione tra il Centro Sviluppo Materiali (CSM) ed Eni Gas & Power una valutazione dell’applicazione del processo di saldatura ibrida Laser – GMAW (LB-GMAW) nell’ambito della saldatura di gasdotti, in posizione PG/5G, con sorgenti Nd:YAG. Scopriamo con interesse i risultati ottenuti per l’esecuzione della passata di radice, che soddisfano le specifiche previste dagli standard internazionali (ISO 13847) e presentano prestazioni incoraggianti anche sul piano della produttività. 177 Verifica a fatica di giunti di profilati a bulbo mediante approcci locali (C. M. Rizzo e W. Fricke) L’Università degli Studi di Genova, in collaborazione con la Hamburg University of Technology, affrontano il caso della verifica a fatica di un profilo tipico del settore navale, il cosiddetto piatto a bulbo (Holland Profile), applicando l’approccio locale proposto dall’IIW ed analizzando le difficoltà incontrate nella modellazione di una geometria certamente complessa. 189 Qualificazione di un sistema di controllo ultrasonoro in accordo alle Raccomandazioni del Codice DNV OS-F101 (F. Bragotto et al.) Da una delle Aziende leader a livello mondiale, Saipem, la presentazione delle modalità di qualificazione adottate per un proprio sistema di controllo ultrasonoro automatico (AUT) in accordo al Codice DVN OS-F101 (Submarine Pipeline Systems): un approccio utile a chi operi nello stesso ambito, che offre al lettore anche spunti interessanti per la comprensione di tecniche sempre più diffuse nell’ambito della diagnostica. 197 Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura (F. Lezzi et al.) Franco Lezzi è l’autore di una completa analisi della normativa emessa nell’ambito del CEN TC 121 “Welding”: la sua sintesi fornisce al lettore un utilissimo strumento tanto sul piano dell’aggiornamento tecnico quanto sull’applicazione e l’interpretazione della normativa stessa, sempre più spesso richiamata da disposizioni cogenti, nell’ambito della fabbricazione mediante saldatura. 211 In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011, il 64° Congresso Annuale dell’Istituto Internazionale della Saldatura (G. Costa) Si è rinnovato anche nel 2011 il tradizionale appuntamento con il Congresso annuale dell’International Institute of Welding (IIW), vero e proprio riferimento per gli esperti di tutto il mondo, che si rinnova nel periodo estivo da oltre sessant’anni. Nello specifico, il Congresso è stato ospitato a Chennai, in una delle nazioni – l’India – che più si stanno affermando nello scenario industriale mondiale. International Institute of Welding (IIW) Case study for welding simulation in the automotive industry (W. Perret et al.) W. Perret ed altri illustrano l’applicazione di un modello di simulazione di saldatura alla realizzazione di un insieme nel settore automobilistico, con la sua successiva validazione per confronto con i dati di temperatura e deformazione sperimentali rilevati, con risultati incoraggianti, pur considerando la molteplicità delle variabili interessate. 235 IIS Didattica La saldatura ad ultrasuoni (IIS-FOR) La Divisione Formazione dell’Istituto ci porta questa volta a scoprire un processo di saldatura probabilmente meno noto di altri agli addetti ai lavori, il processo ad ultrasuoni: benché le sue prestazioni non ne facciano, ovviamente, un’alternativa ad alcune delle tecnologie più diffuse, sarà possibile apprezzarne le qualità in alcuni campi d’applicazione, in cui si rivela di fatto insostituibile. 247 2 2012 ANNO LXIV Marzo - Aprile 2012 Periodico Bimestrale DIRETTORE RESPONSABILE: Ing. Mauro Scasso REDATTORE CAPO: Ing. Michele Murgia REDAZIONE: Isabella Gallo PUBBLICITÀ: Maura Rodella Franco Ricciardi Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura Abbonamento annuale 2012 Italia: ……………..……€ 100.00 Estero: ………….……...€ 170.00 Un numero separato:... € 26.00 La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci dell’Istituto Italiano della Saldatura. Rubriche Editoriale Élites 151 Scienza e Tecnica Impiego di acciai termomeccanici per la fabbricazione di strutture saldate (Estratto della Circolare CTA 2-2004) 257 Direzione-Redazione-Pubblicità: Lungobisagno lstria, 15 16141 Genova Telefono: 010 8341475 Telefax: 010 8367780 E-mail: [email protected] web: www.iis.it Rivista associata IIS News & Events Le norme UNI EN 15085:2008 “Saldatura dei veicoli ferroviari e dei relativi componenti”. Costruttori ed utilizzatori a confronto: traguardi acquisiti e criticità del sistema. L’esperienza italiana ed europea. Firenze, 28 Febbraio 2012 (M. Murgia) 265 In memoria Carlo Corsini 271 L’esperto risponde 273 Abbiamo provato per voi Visore SE 28F di SMART NdT 275 Normativa Tecnica Commissione Saldature dell’UNI (S. Giorgi) 281 Salute, Sicurezza e Ambiente Aggiornamento periodico della formazione per gli addetti antincendio / D. Lgs. 231/01... in “flash over” (T. Limardo) 283 Dalle Aziende 287 Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Genova” Fine Stampa Aprile 2012 Aut. Trib. Genova 341 – 20.04.1955 Stampa: ALGRAPHY S.r.l. - Genova - www.algraphy.it Notiziario Letteratura Tecnica / Codici e Norme / Corsi / Mostre e Convegni 291 Ricerche Bibliografiche da IIS-Data La saldatura ad ultrasuoni 300 Elenco degli Inserzionisti 304 L’Istituto non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori. La riproduzione degli articoli pubblicati è permessa purché ne sia citata la fonte, ne sia stata concessa l’autorizzazione da parte della Direzione della Rivista, e sia trascorso un periodo non inferiore a tre mesi dalla data della pubblicazione. La collaborazione è aperta a tutti, Soci e non Soci, in Italia e all’Estero. La Direzione si riserva l’accettazione dei messaggi pubblicitari. Ai sensi del D. Lgs. 196/2003, i dati personali dei destinatari della Rivista saranno oggetto di trattamento nel rispetto della riservatezza, dei diritti della persona e per finalità strettamente connesse e strumentali all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad esse correlate. In copertina Viadotto “Opera 3”, Svincolo B, S.S. 52 “Carnica”, Variante di Socchieve (UD) Costruttore: MBM SpA, Caselle di Sommacampagna VR Cliente: Vidoni SpA, Tavagnacco UD Impalcato a struttura mista di acciaio e calcestruzzo n. 3 campate: 30 + 44 + 30 m larghezza impalcato: 19 m peso totale: 580 t acciaio: S355J2W UNI EN 10025-5 Istituto Italiano della Saldatura – Lungobisagno Istria, 15 – 16141 Genova (I) - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Sped. A.P. 70%, DCB Genova” Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP + Supplemento - Bimestrale Maggio - Giugno 2012 ISSN:0035-6794 Nel prossimo numero parleremo di... Articoli 6DOGDWXUDODVHULQÀEUDDGHOHYDWDIRFDOL]]D]LRQH Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LXIV - N. 3 * 2012 $IÀGDELOLWjGHJOLDVVHPEODJJLHOHWWURQLFL 0DWHULDOLG·DSSRUWRSHUDFFLDL+66 (YROX]LRQHGHOODQRUPDWLYDWHFQLFDLQWHUQD]LRQDOHSHUOD SURJHWWD]LRQHHODIDEEULFD]LRQHGLSLSHOLQH &RQWUROORGHOODTXDOLWjGHOODSODFFDWXUDGLUHDWWRUL International Institute of Welding (IIW) 3 ,VSH]LRQHUDGLRJUDÀFDQHOO·DPELWRGHOSURJHWWR,7(5 Didattica &RQRVFHUHOHOHJKHDPHPRULDGLIRUPD COLLABORA CON NOI 6HYXRLLQYLDUHXQDUWLFRORXQDULÁHVVLRQHXQTXHVLWRRDOWURPDWHULDOHFKHULWLHQL SRVVDHVVHUHGLLQWHUHVVHSHUODFRPXQLWjGLHVSHUWLHGLDSSDVVLRQDWLGLVDOGDWXUD della Rivista, puoi inviare il tuo gradito contributo all’indirizzo [email protected] Istruzioni per la presentazione degli articoli /·DUWLFRORSHUYHQXWRVDUjVRWWRSRVWRDOO·HVDPHGHO&RPLWDWRGL5HGD]LRQHFKHQHYDJOLHUjLFRQWHQXWLSHUO·DFFHWWD]LRQH *OL$XWRULVDUDQQRSURQWDPHQWHLQIRUPDWLGHOOHGHFLVLRQLGHO&RPLWDWRGL5HGD]LRQH /·DUWLFRORDSSURYDWRSHUODSXEEOLFD]LRQHGRYUjSHUYHQLUHDOOD5HGD]LRQHHQWURLWHUPLQLÀVVDWLFRPSOHWRGL WLWRORGHÀQLWLYR EUHYHFXUULFXOXPGHOO·$XWRUHL DEVWUDFWLQLWDOLDQRHGLQLQJOHVH WHVWRLQÀOH:RUGFDUDWWHUH7LPHV/76WGSW WDEHOOHHGLPPDJLQLDGDOWDGHÀQL]LRQHRJQLVLQJRODWDEHOODHRÀJXUDGHYHHVVHUHFRUUHGDWDGDOODUHODWLYDGLGDVFDOLD VHHVLVWHQWHODELEOLRJUDÀDGHYHHVVHUHULSRUWDWDQHOORVWHVVRRUGLQHGLFLWD]LRQHQHOWHVWRFRPHGDHVHPSLR >@ /H]]L ) H 0XUJLD 0 ©5LVFKL FRQQHVVL DOOD VDOGDWXUD H SURFHGXUH GL SURWH]LRQHª 5LYLVWD ,WDOLDQD GHOOD 6DOGDWXUD Q SS Editoriale Élites W ilfredo Pareto (1848-1923), ingegnere, economista e sociologo, appartiene a quella categoria di personaggi che hanno ottenuto un appezzamento maggiore oltre i patri confini che non entro gli stessi. Nella sua qualità di sociologo, ultimo tratto di un brillante percorso professionale a tutto campo, ha lasciato un poderoso “Trattato di sociologia generale”, che resta a riferimento nella disciplina medesima. Una delle parti, in cui è suddiviso il “Trattato di sociologia generale”, riguarda la teoria delle “élites”, intese come gli elementi costituenti la “casta dirigenziale” della comunità, ovvero di coloro che “hanno meritato buoni voti nell’esame della vita o hanno estratto numeri fortunati alla lotteria dei rapporti sociali” (il considerare la fortuna un parametro non insignificante ai fini dell’appartenenza alle “élites” è indice di un realismo intelligente non così frequente nel mondo dei teorici). Le “élites” giustificano la loro posizione coniugando i propri interessi con quelli della comunità ed utilizzano, nella loro azione dirigente, “autorità” e “convincimento”, in particolare (ma non solo) per quanto concerne il “governo politico”. Questa, in estremissima sintesi, la posizione di partenza di Wilfredo Pareto. Che può essere condivisa da molti (se non proprio da tutti), nei termini in cui è stata espressa. Qualche motivo di dissenso, si potrebbe invece porre qualora i termini suddetti fossero alterati e, ad esempio, gli esami di ammissione alle “élites” fossero taroccati, le estrazioni fossero pilotate e la coniugazione dei propri interessi con quelli della comunità fosse soltanto dichiarata ma non attuata. In tal caso le ragioni delle “élites” non sarebbero più in essere, realizzandosi nel contempo le condizioni per il consolidarsi di nuove “élites”, destinate a sostituire le precedenti. La qualità delle “élites”, in un contesto di applicazione corretta dei termini, dipende ovviamente dalla qualità della popolazione dalla quale emergono; essendo migliori o peggiori in funzione diretta della qualità della popolazione medesima. Il che sembrerebbe significare che ognuno ha le “élites” che si merita! Come la maggioranza dei sociologi, che avendo a che fare con la natura umana sono tentati da un pessimismo razionale, anche Wilfredo Pareto non è ottimista. E, pertanto, guarda alla Storia come ad un susseguirsi di “élites” sempre diverse, che prendono il sopravvento sulle precedenti, si degradano e sono sostituite dalle “élites” successive, destinate a loro volta al degrado ed alla sostituzione. Resta una piccola speranza. Wilfredo Pareto non nega un lento miglioramento di “trend”, che se interessa l’umanità nel suo insieme, non coinvolge, purtroppo, il singolo individuo. A fronte di questa “vision” non proprio confortante, ma volendo comunque adottare l’“ottimismo della volontà” (a contrasto del “pessimismo della ragione”), si potrebbe concludere dicendo che tutti i teorici, come l’uso di mondo ha ormai insegnato senza dubbio alcuno, vanno presi a “pillole”. Wilfredo Pareto compreso. E, tuttavia, alcune di queste “pillole” potrebbero essere di una qualche utilità pratica nelle scelte quotidiane di chi fa parte, invece, del “popolo minuto”. Ad esempio, il concetto della sostituzione, in tempi non storici, delle “élites” politiche (ed affini) nostrane potrebbe essere meritevole di una qualche considerazione; nel sospetto che, pur nella modesta e questionabile qualità d’insieme espressa dal bel Paese, i termini di selezione e comportamento delle “élites” medesime non siano sempre rispettati. Nell’ipotesi, ovviamente, che si ritenga ancora realistico perseguire un futuro nazionale, anche economico, non marginale. Dott. Ing. Mauro Scasso Segretario Generale IIS Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 151 È a Thermal Dynamics® che i professionisti guardano quando, dovendo , a r e i Lam l 12 a i facilità d’uso, velocità di taglio e in una parola produttività. Tra i nostri c tate dal 9 a i s i V sistemi al plasma ci sono le soluzioni che servono: na o g o l o i B magg Taglio di alta precisione | Robotica e taglio inclinato a tagliare acciaio dolce e materiali non ferrosi, vogliono qualità di taglio, Sistemi al plasma d’aria | Kit di potenziamento e retrofit Per ogni esigenza di taglio al plasma, la linea di sistemi al plasma di Thermal Dynamics offre straordinarie soluzioni in grado di far migliorare la produttività e risparmiare danaro. E con la nostra tecnologia di taglio al plasma assolutamente d’avanguardia e l’alta qualità dei consumabili, ogni taglio è davvero il taglio giusto. Ogni macchina utilizza la torcia XT™ che offre la comodità e rapidità di montaggio della sua cartuccia, e porta con sé un eccezionale servizio di assistenza. Ultra-Cut Una gamma completa di sistemi per taglio al plasma di alta precisione. http://europe.thermadyne.com [email protected] Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della zona termicamente alterata e della zona fusa nell’acciaio P91 (°) A. Dimatteo * G. F. Lovicu * R. Ishak * R. Valentini * M. DeSanctis * D. Torresi ** A. Balletti ** Sommario / Summary L’acciaio P91 trova sempre maggiore utilizzo nelle applicazioni a temperature al di sopra di 500 °C, come ad esempio nei generatori di vapore o nei reattori nucleari autofertilizzanti grazie alla sua alta resistenza al creep. La saldatura è un importante mezzo di giunzione in questo tipo di applicazioni e perciò le caratteristiche di saldatura dell’acciaio P91 costituiscono un punto chiave per il suo utilizzo. Questo articolo si concentra, in particolare, sulla saldatura di tubi realizzata tramite procedimento ad elettrodo di tungsteno sotto gas inerte (GTAW), esaminando sia la metodologia manuale che quella automatica orbitale. L’analisi ha riguardato i cambiamenti microstrutturali che avvengono nella zona fusa ed in quella termicamente alterata. La microstruttura lungo il giunto saldato è stata investigata tramite tecniche di microscopia ottica ed elettronica (TEM e SEM). Particolare attenzione è stata prestata alla distribuzione dei precipitati. Il presente lavoro ha dimostrato che la saldatura GTAW orbitale, grazie al minore apporto termico, induce trasformazioni microstrutturali di minore entità lungo il giunto. Modified 9Cr-1Mo steel finds increasing application in (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 6 Workshop: “Metallurgia e Saldabilità”, Genova 26-27 Maggio 2011. * Università di Pisa - Pisa ** Comal S.r.l. - Montalto di Castro (VT) steam generators, fast breeder reactors, and other applications involving temperature higher than 500 °C due to high creep strength. Welding is an important process for joining in this kind of applications and so the weldability of P91 is an important factor for its choice. In the present paper, GTAW process, both orbital and manual, has been used to joint P91 steel pipes. The analysis has regarded the microstructural changes happening in the weld metal and in the heat affected zone that have been examined by optical, SEM and TEM microscopies. Particular attention has been paid to carbide distribution. The present work has demonstrated that the orbital GTAW process, decreasing heat input, decrease the microstructural changes happening. IIW Thesaurus Keywords: Creep resisting materials; elevated temperature strength; GTA welding; heat affected zone; high alloy Cr Mo steels; high temperature; influencing factors; mechanical properties; metallography; microstructure; orbital welding; process parameters; weld metal; weldability. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 153 A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 Introduzione L’acciaio P91, che contiene il 9% di cromo e l’1% di molibdeno, è ampiamente impiegato alle alte temperature nelle centrali termoelettriche e nucleari, grazie al suo ottimo comportamento a creep e alla sua combinazione di alta resistenza e adeguata duttilità ed alla buona resistenza all’ossidazione. Fra le sue caratteristiche figurano la bassa espansione termica, l’alta resistenza allo “stress corrosion cracking” indotto dai cloruri e la facilità di controllo della sua microstruttura, grazie alle quali il P91 è molto usato come materiale per la realizzazione di tubi nei generatori di vapore [1, 2]. Per questo tipo di utilizzo è importante ricordare però che il P91 è saldabile solo se sono adottati alcuni accorgimenti, quali il riscaldamento pre e post saldatura. La rottura dei giunti saldati in questo acciaio, infatti, si manifesta di solito nella regione di saldatura. La causa di rottura dei giunti può essere dovuta a varie cause fra le quali la formazione di ferrite delta, la segregazione di impurezze, l’ingrossamento del grano austenitico in prossimità della zona fusa, la formazione di regioni intercritiche, [3]. Le proprietà meccaniche dell’acciaio P91 sono standardizzate dalla norma ASTM A335: carico di rottura superiore a 585 MPa, carico di snervamento a 415MPa e allungamento minimo del 20%. Esso viene prodotto tramite trattamenti di normalizzazione e rinvenimento. Il primo è effettuato a temperature comprese tra 1040-1080 °C, il secondo tra 750 e 780 °C. Lo scopo della normalizzazione è quello di ottenere, alla temperatura di austenitizzazione, un’austenite omogenea in cui i carburi siano disciolti senza che ci sia un significativo ingrossamento del grano. Durante il successivo raffreddamento in aria si forma poi una microstruttura martensitica ad aghi con un’alta densità di dislocazioni che conferisce all’acciaio un’alta resistenza. Il rinvenimento, in seguito, permette ai carburi di precipitare omogeneamente nella martensite migliorandone così il comportamento a creep. I carburi precipitati, principalmente sui bordi di grano e di sub-grano, sono del tipo MX (dove M è il Nb o il V, X il C e N) o del tipo M23C6 (ad alto tenore di Cr e Mo), [4, 5]. I più comuni metodi di saldatura usati per l’acciaio P91 sono quelli per fusione ad arco elettrico con elettrodo di tungsteno in atmosfera inerte (GTAW o TIG), a filo continuo (MAG), ad arco sommerso (SAW), a filo animato (FCA). La scelta del particolare processo di saldatura dipende dalla dimensione e dallo spessore dell’acciaio da saldare, dal luogo di fabbricazione o di riparazione, dalla disponibilità di attrezzature, dall’abilità del saldatore e dalle caratteristiche meccaniche desiderate, [6]. Per diminuire al minimo gli effetti negativi causati dal ciclo termico indotto in saldatura, vengono applicati, come già detto, dei pre e post-trattamenti. La temperatura di preriscaldo consigliata è compresa tra 200 e 350 °C. Dopo la saldatura è necessario raffreddare ad una temperatura inferiore ai 100 °C, per assicurare che la trasformazione martensitica sia completa. Un trattamento post-saldatura viene poi eseguito in modo da ridurre gli stress residui, migliorare la tenacità e la tolleranza ai difetti dei giunti. La temperatura del trattamento di post-saldatura è di solito compresa tra 750 e 760 °C. Nel caso di tubi di larga sezione, viene usata di solito la saldatura a multi-passo che funziona anche da trattamento termico per il giunto. Ogni ciclo di saldatura austenitizza e raffina la microstruttura della pre- 154 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 cedente saldatura ed inoltre rinviene e riduce gli stress residui. Le passate precedenti forniscono anche un certo preriscaldo che abbassa la velocità di raffreddamento delle successive passate. Nell’acciaio P91, la zona termicamente alterata può essere divisa in varie zone. Nella prima si ha la completa riaustenitizzazione della microstruttura seguita da un rapido raffreddamento che porta ad una struttura grossolana. La riaustenizzazione è in grado di disciogliere i carburi con una conseguente diminuzione di resistenza al creep. Nella seconda, dove si raggiungono temperature più basse, vicino alla Ac3, si ha la ricristallizzazione e quindi una microstruttura finale più fine. In questo caso i precipitati non vengono disciolti e si ingrossano. Nella terza zona, dove si raggiungono temperature prossime ad Ac1, la microstruttura risultante è composta da grani ricristallizzati fini e grani ingrossati che sono rimasti inalterati, [7]. In questo articolo verrà esaminata la saldabilità dell’acciaio P91. Tubi in acciaio P91 sono stati sottoposti a due diversi tipi di saldatura GTAW, uno manuale e l’altro automatico (GTAW orbitale). La saldatura GTAW orbitale è dotata di un sistema automatico di avanzamento del filo, che comportando una fatica minore rispetto alla saldatura manuale, permette all’operatore-saldatore di effettuare in media il 30% di saldature giornaliere in più. Inoltre, la saldatura automatica presenta una geometria più liscia e regolare e non necessita né di molatura né di pulizia e permette di raggiungere tassi di scarto e di riparazione bassi rispetto all’analogo manuale. L’apparecchiatura per la saldatura GTAW orbitale comprende anche un programmatore dei parametri di saldatura, che sono fissati per ogni passata ed un generatore di corrente pulsata. Parte sperimentale Per l’esecuzione delle prove si è utilizzato un tubo non saldato di 3’’ di diametro in acciaio P91, la cui composizione chimica è riportata nella A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 TABELLA 1 - Composizione chimica dell’acciaio P91 C Si Mn P S Cr Mo Ni Sn Al N Nb V 0.105 0.310 0.44 0.015 0.003 8.33 0.93 0.19 0.010 0.018 0.0425 0.064 0.214 Tabella 1. Le prove di saldatura sono state eseguite su spezzoni di tubo con processi GTAW manuale e orbitale. Sono stati realizzati 3 giunti per ogni tipo di saldatura. Nella Figura 1 sono riportate le dimensioni e le geometrie del cianfrino per i due processi utilizzati. Come si vede dalla Figura 1, per quello manuale viene usato un cianfrino più ampio e con una distanza tra i lembi di 2.5 mm per consentire al saldatore di chiudere manualmente il giunto. E’ evidente che nel caso manuale è necessaria una maggiore quantità di materiale d’apporto. Il materiale d’apporto utilizzato, sotto forma di filo, ha nome commerciale C9MV-IG ed è prodotto dalla Boehler Thyssen. E’ anch’esso costituito da acciaio P91 e la sua composizione chimica è riportata nella Tabella 2. I pezzi prima di essere saldati sono stati riscaldati fino a 250 °C. I parametri utilizzati per le varie passate della saldatura manuale sono riportati nella Tabella 3. La saldatura GTAW orbitale è stata eseguita con l’apparecchiatura della AMI Arc Machines Inc, con il “power supply” tipo 227 e la testa a salda- TABELLA II - Composizione chimica del materiale d’apporto C Si Mn Cr Mo Ni Nb V 0.1 0.3 0.5 9.0 1.0 0.7 0.06 0.2 Figura 1 - Cianfrini utilizzati per la dimensione dei giunti re tipo 79-6625. L’apparecchiatura è munita di un sistema di raffreddamento che consente di saldare in continuo fino a 200 A. Questa macchina è in grado inoltre di controllare la velocità di rotazione, di mantenere tensione e corrente costanti, utilizzare la modalità pulsata e gestire la quantità di metallo d’apporto. I parametri utilizzati per effettuare le varie passate della saldatura automatica sono riportati nella Tabella 4. Dai valori dei parametri mostrati nelle Tabelle 3 e 4, è bene precisare che la saldatura manuale è effettuata con corrente continua, quella orbitale con corrente pulsata. Inoltre è interessante notare l’apporto termico che per la saldatura GTAW orbitale è di meno della metà di quello della saldatura TABELLA III - Parametri utilizzati per le varie passate nella saldatura GTAW manuale Passata Intensità di Corrente (A) Tensione (V) Polarità Velocità di Saldatura (mm/min) Apporto Termico (kJ/mm) 1 90 - 100 11 - 12 DCEN 50-60 9.9 - 14.4 2 115 - 120 12 - 13 DCEN 40-50 16.5 - 23.4 3 115 - 120 12 - 13 DCEN 40-50 16.5 - 23.4 TABELLA IV - Parametri utilizzati per le varie passate nella saldatura GTAW orbitale Passata Intensità di Corrente (A) Tensione (V) Polarità Velocità di Saldatura (mm/min) Apporto Termico (kJ/mm) 1 66 - 125 9 DCEN - pulsated f = 0.3 80 4.4 - 8.4 2 80 - 130 9 DCEN - pulsated f = 0.3 80 5.4 - 8.7 3 80 - 130 9 DCEN - pulsated f = 0.3 70 6.1 - 10 4 80 - 130 9 DCEN - pulsated f = 0.3 70 6.1 - 10 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 155 A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 Figura 2 - Qualità dei giunti ottenuta con i due diversi trattamenti: a sinistra GTAW manuale, a destra GTAW orbitale Figura 3 - Insellatura riscontrata nei campioni saldati con GTAW orbitale manuale. I giunti sono sottoposti, dopo saldatura, ad un trattamento termico di distensione. Il trattamento consiste in un riscaldamento fino a 850 °C, con una velocità di riscaldo di 80 °C/h, mantenimento a tale temperatura per 120 min, raffreddamento poi fino a 300 °C con una velocità pari a 130 °C/h. Infine, al di sotto di tale temperatura sono stati raffreddati sotto coperta temica. La qualità dei giunti ottenuti con i due diversi trattamenti è riportata nella Figura 2. Come è visibile dalla Figura 2, il giunto saldato con la tecnica GTAW orbitale ha una finitura migliore e le dimensioni del cordone risultano minori. Per escludere la presenza di cricche o di altri difetti dovuti al processo di saldatura o del successivo trattamento di distensione i campioni ottenuti sono stati sottoposti a controlli magnetoscopici, con liquidi penetranti e radiografici. Dalle radiografie sono stati riscontrati difetti di lieve entità sia per le saldature manuali che orbitali. Nel secondo caso essi sono dovuti ad una leggera insellatura, come visibile nella Figura 3. Essa è probabilmente dovuta ad un’ec- ni del provino di trazione sono riportate nella Figura 5. I risultati danno un carico di rottura di 695 MPa per entrambi i tipi di giunti. Alcuni giunti saldati sono stati preparati per l’analisi metallografica, sia tramite microscopio ottico che tramite microscopia elettronica a scansione (SEM) ed a trasmissione (TEM). Per l’osservazione al microscopio ottico ed al SEM i campioni sono stati attaccati con reagente Vilella (1 g di acido picrico, 5 ml di HCl, 100 ml etanolo), [4]. Nella Figura 6 è riportata la microstruttura del metallo base, della zona termicamente alterata (ZTA) e della zona fusa per i giunti saldati manualmente e con metodo GTAW orbitale. In entrambi i casi emergono microstrutture molto simili per tutta la zona della saldatura. Nelle Figure 6a e 6d si può notare la microstruttura base del metallo di martensite rinvenuta. La microstruttura della ZTA, composta parzialmente da grani ingrossati è visibile nelle Figure 6b e 6e; mentre le Figure 6c e 6f mostrano le microstrutture dendritiche della zona fusa rispettivamente per saldature effettuate manualmente e automaticamente. Grazie all’analisi al SEM è stato possibile determinare grossolanamente la distribuzione di carburi nelle tre diver- Figura 4 - Giunto con difetto di porosità interna ed eccessiva incisione ai margini del cordone (GTAW orbitale) cessiva portata del gas di protezione interna che non pregiudica comunque la resistenza del giunto. Nella saldatura automatica essendo, infatti, i lembi perfettamente combacianti, si può creare una eccessiva pressione che spinge fuori il metallo ancora liquido. Per tutti i giunti eseguiti con entrambi i metodi nessuna cricca o microcricca è stata rilevata. Durante la messa a punto del procedimento di saldatura orbitale è emersa la necessità di prestare attenzione alla posizione del filo di tungsteno rispetto al centro della saldatura. Se il tungsteno non è centrato, infatti, si ha la deviazione dell’arco che invece di scoccare nel punto voluto scocca sul fianco del cianfrino. Il difetto che ne consegue è rappresentato dalla porosità interna al giunto e da eccessiva incisione ai margini del cordone che lo rende inutilizzabile, come mostrato nella Figura 4. Le prove di trazione sono state eseguite seguendo la norma UNI EN 10002 su provini che presentano il cordone di saldatura in mezzeria. La macchina di trazione usata è una Galdabini con forza massima pari a 600 kN. La velocità di deformazione utilizzata è stata pari a 0.01 mm/s. Le dimensio- Figura 5 - Dimensioni del provino di trazione 156 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 Figura 6 - Osservazione al microscopio ottico del giunto. In alto, da sinistra, metallo base, ZTA e zona fusa quando saldato manualmente. In basso, da sinistra, metallo base, ZTA e zona fusa quando saldato con GTAW orbitale se zone: metallo base, ZTA e zona fusa, come visibile nella Figura 7. Come è evidente dalla Figura 7, i carburi sono distribuiti in tutte e tre le zone, per entrambi i metodi di salda- tura, sia lungo il bordo dell’ex-grano austenitico sia al suo interno lungo i sub-grani. La distribuzione e la composizione dei precipitati è stata inoltre esaminata con il TEM mediante la tecnica di estrazione con replica. Un film di carbonio è stato deposto sui campioni precedentemente attaccati con il Vilella. Figura 7 - Micrografie SEM. In alto, da sinistra, metallo base, ZTA e zona fusa quando saldato manualmente. In basso, da sinistra, metallo base, ZTA e zona fusa quando saldato con GTAW orbitale Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 157 A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 sono ben visibili i carburi a forma di ago, ad alto contenuto di cromo, che si formano a causa dell’autorinvenimento durante il raffreddamento del giunto, posizionati lungo l’ex-bordo austenitico e all’interno dei sub-grani. L’analisi chimica effettuata tramite EDS dei precipitati presenti è riportata nella Figura 10. Come si evince i precipitati più piccoli sono carbonitruri di niobio e vanadio, quelli grossi a forma d’ago sono ad alto tenore di cromo tipicamente del tipo M23C6. Sono state inoltre effettuate prove di durezza Vickers, con un carico di 20 kg, in modo da misurare il profilo di durezze dal metallo base alla zona fusa. Il profilo ottenuto è riportato nella Figura 11. La durezza diminuisce dalla zona fusa al metallo base, gradualmente per il giunto saldato manualmente, in modo più ripido per il giunto saldato con il metodo automatico. Discussione dei risultati sperimentali Figura 8 - Micrografie TEM. In alto, da sinistra, ZTA e zona fusa quando saldato manualmente. In basso, da sinistra, ZTA e zona fusa quando saldato con TIG orbitale. La matrice metallica è stata poi dissolta per elettrolisi in una soluzione acquosa di HCl lasciando solo una sottilissima pellicola contenente le particelle di precipitato. Le repliche vengono poi estratte in un bagno d’acqua e depositate su appositi retini di rame. Le micrografie ottenute sono riportate nelle Figure 8 e 9. Dalla Figura 8 si nota un ingrossamento maggiore dei precipitati nel giunto saldato manualmente. Nella Figura 9, dove le micrografie sono a maggior ingrandimento, ciò è ancora più evidente. In particolare Tra i giunti saldati manualmente e quelli eseguiti con metodo GTAW orbitale è emersa una difformità dovuta essenzialmente al differente apporto termico e alla diversa quantità di metallo d’apporto che viene utilizzato. La saldatura manuale infatti, fornendo un maggior apporto termico e facendo raggiungere al materiale in prossimità del cordone temperature più elevate, induce mutamenti più profondi nella microstruttura e nelle proprietà dell’acciaio. Figura 9 - Micrografie TEM. a-b: ZTA e zona fusa quando saldato manualmente; c-d: ZTA e zona fusa quando saldato con TIG orbitale 158 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 Due sono i tipi di precipitati presenti in questo tipo di acciai: M23C6 (carburi di cromo e molibdeno) e MX (carbonitruri di niobio e titanio). I carburi del tipo M23C6, bloccando la crescita degli aghi e sub-grani della martensite, stabilizzano la microstruttura nelle prime fasi del creep. Il loro accrescimento dopo lunga esposizione alle alte temperature, diminuisce il loro effetto sulla resistenza a creep. Inoltre, precipitati di grandi dimensioni sull’ex-bordo di grano austenitico possono risultare punti di innesco per la formazione di cavità che inducono rottura per creep. I carburi del tipo MX sono più piccoli dei precedenti ed inoltre hanno una minore tendenza all’accrescimento. Essi migliorano la resistenza a creep dell’acciaio tramite due meccanismi. Il primo è l’impedimento al moto delle dislocazioni costituito dal precipitato stesso, il secondo è dovuto al rallentamento del recovery che permette di Figura 11 - Profilo di durezze lungo il cordone di saldatura per i giunti saldati manualmente e con metodo orbitale mantenere l’indurimento dovuto alle dislocazioni per un periodo più lungo, [8]. Il processo di saldatura, ovviamente, influenza la distribuzione e la dimensione dei precipitati e in questo modo anche la resistenza a creep dell’acciaio P91. In questo tipo di acciai, infatti, le rotture per creep sono Figura 10 - Micrografie TEM con analisi EDS dei precipitati. In alto, ZTA quando saldato orbitale. In basso, zona fusa quando saldato manualmente Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 159 A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 state riscontrate prevalentemente nella zona termicamente alterata e nella zona fusa delle saldature ed esse sono dovute, principalmente, all’ingrossamento dei carburi M23C6, [8]. Dall’analisi effettuata al TEM si evidenzia, nei giunti saldati manualmente, la presenza di precipitati del tipo M23C6 più grossi e più addensati. Da questi risultati ci si aspetta, quindi, per i giunti saldati manualmente una minore resistenza al creep dei giunti saldati con metodo GTAW orbitale. Poche difformità si sono evidenziate, per i due diversi metodi, nell’andamento delle durezze all’interno del giunto. In entrambi i casi, infatti, si raggiunge lo stesso valore di durezza nella zona fusa e l’estensione della zona termicamente alterata è pressoché uguale. Anche le prove meccaniche di trazione non hanno evidenziato differenze sostanziali, in quanto la dif- ferente distribuzione dei carburi non ha influenza sulle proprietà meccaniche del materiale, ma solo sulla sua resistenza a creep. Oltre alla più uniforme distribuzione dei carburi ed al loro minore accrescimento, un altro aspetto nettamente a favore della saldatura orbitale è la drastica diminuzione dei rischi per l’operatore. Nel processo automatico, infatti, l’operatore, una volta settati i parametri, può osservare ed eventualmente intervenire con degli aggiustamenti, ma senza essere sottoposto continuamente ai rischi del processo. E’ da evidenziare, inoltre, anche un notevole incremento di produttività ottenuto con la tecnica orbitale. Nelle prove effettuate si è avuta infatti una riduzione dei tempi di 15 minuti per ogni giunto a favore della saldatura orbitale. Conclusioni In questo lavoro è stata esaminata la saldabilità dell’acciaio P91. A questo scopo, tubi in acciaio P91 sono stati sottoposti a due diversi tipi di saldatura GTAW, uno manuale e l’altro automatico (GTAW orbitale). L’analisi ha riguardato i cambiamenti microstrutturali che avvengono nella zona fusa e nella zona termicamente alterata. L’investigazione microstrutturale (condotta tramite tecniche di microscopia SEM e TEM) ha evidenziato la presenza di precipitati più grossi e più addensati nei giunti saldati manualmente indicando una minore resistenza al creep. Alla presumibile migliore resistenza a creep associata alla minore dimensione dei precipitati nella zona termicamente alterata e nella zona fusa, è da evidenziare, inoltre, per il metodo GTAW orbitale, una maggiore produttività. %LEOLRJUDÀD [1] B. Arivazhagan, R. Prabhu, S. K. Albert, K. Mararaj, S. Sundaresan: “Microstructure and Mechanical Properties of 9Cr-1Mo Steel Weld Fusion Zones as Function of Weld Metal Composition”. Journal of Materials Engineering and Performance, 2009, vol. 18(8), pp. 999-1004. [2] S. Sireesha, S. K. Albert, S. Sundaresan: “Microstructure and Mechanical Properties Weld Fusion Zones in Modified 9Cr-1Mo Steel”. Journal of Materials Engineering and Performance, 2001, vol. 10(3), pp. 320-330. [3] B. Arivazhagan, K. Mararaj, S. Sundaresan: “Effect of TIG Arc Surface Melting Process on Weld Metal Toughness of Modified 9Cr-1Mo (P91) Steel “. Materials Letters, 2008, vol. 62, pp. 2817-2820. [4] D. R. G. Mitchell, S. Sulaiman: “Advanced TEM Specimen Preparation Methods for Replication of P91 Steel”. Materials Characterization, 2006, vol. 56, pp. 49-58. [5] C. G. Panait, W. Bendick, A. Fuchsmann, A. F. Gourgues-Lorenzon, J. Besson: “Study of the Microstructure of the Grade 91 steel after more than 100,000 h of Creep Exposure at 600 °C”. International Journal of Pressure Vessels and Piping, 2007, vol. 87, pp. 326-335. [6] Li Yajiang, Wang Juan, Zhou Bing, Feng Tao: “XRD and TEM Analysis of Microstructure in the Welding Zone 9Cr-1Mo-V-Nb Heat Resisting Steel”. Bull. Mater. Sci., 2002, vol. 25(3), pp. 213-217. [7] P. Mayr, H. Cerjak: “The Impact of Welding on the Creep Properties of Advanced 9-12% Cr Steels”. Transactions of the Indian Institute of Metals, 2010, vol. 63(2-3), pp. 131-136. [8] A. Kostka, K-G. Tak, R. J. Hellmig, Y. Estrin, G. Eggeler: “On the Contribution of Carbides and Micrograin Boundaries to the Creep Strength of Tempered Martensitic Steels”. Acta Materialia, 2007, vol. 55, pp. 539550. 160 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 A. Dimatteo et al. - Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla microstruttura della ZTA e della ZF nell’acciaio P91 Antonella DIMATTEO si è laureata in ingegneria chimica presso l’Università di Pisa nel 2003. Ha conseguito il dottorato in ingegneria metallurgica presso il Politecnico di Torino nel 2008. Attualmente è assegnista di ricerca presso il gruppo TeCIP-PERCRO della Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento Sant’Anna. Collabora con il Dipartimento di Ingegneria Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei Materiali dell’Università di Pisa. Gian Franco LOVICU si è laureato in Fisica, all’Università di Pisa nel 2001 e ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria Chimica e dei Materiali, presso la stessa Università nel 2005. Attualmente svolge la sua attività di ricerca presso il Gruppo di Metallurgia del Dipartimento di Ingegneria Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei Materiali dell’Università di Pisa, occupandosi prevalentemente di problematiche di infragilimento da idrogeno degli acciai. Randa Anis ISHAK NAKHLA, ha conseguito la laurea in Ingegneria Chimica presso l’Università di Alessandria (EG) nel 1990, ha conseguito un master di secondo livello in Scienza e Tecnologia dei Materiali presso l’IGSR (Institute of Graduate Studies and Research) dell’Università di Alessandria (EG) nell’anno 1995. Tra il 1990 e 1997 ha lavorato come ingegnere chimico in varie industrie nel settore metalmeccanico. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il dipartimento di Ingegneria Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei Materiali dell’Università di Pisa. Renzo VALENTINI, Professore Associato di metallurgia presso l’Università di Pisa, si è laureato in Ingegneria Nucleare nella stessa Università nel 1986 ed ha conseguito il Dottorato in Ingegneria metallurgica presso il Politecnico di Torino nel 1990. Ricercatore Universitario dal 1998, è stato in precedenza consulente nell’industria meccanica e siderurgica, è stato anche responsabile metallurgico del progetto VIRGO dell’INFN di Pisa. E’ membro di numerosi progetti in ambito ECSC per la comunità Europea. Autore di più di 100 articoli, incluso 4 libri ed un brevetto, è docente del corso Materiali Strutturali per il corso di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e del corso di Materiali Metallici Strutturali della Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica dell’Università di Pisa. Massimo DESANCTIS si è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università di Pisa nel 1980. Dal 2000 è Professore associato in metallurgia nella stessa Università. E’ responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali BRITE-EURAM, CREEPAL, CEASI, ECSC, PRIN. E’ autore di più di 90 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali nel campo della metallurgia fisica e della corrosione. E’ titolare dei corsi di “Chimica e Scienza dei Materiali” e “Corrosione e Protezione dei Materiali Metallici” presso la Facoltà di Ingegneria di Pisa. Alfredo BALLETTI si è laureato in ingegneria meccanica, indirizzo costruzioni di macchine, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 1984. Dal 2006 è Direttore Generale della COMAL srl, COMAL SPA società operanti nel campo della progettazione, costruzione, montaggio e manutenzione meccanica, elettrica ed elettronica in impianti industriali. Daniele TORRESI ha conseguito la laurea specialistica in Ingegneria Meccanica nel 2010 presso l’Università di Pisa. Dal 2010 è responsabile del reparto acquisti e ricerche di mercato presso la COMAL. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 161 Sistemi orbitali per tubi taglio + smusso + saldatura. > Una unica soluzione completa. saldatura: SERIE ORBIWELD TP AVC/OSC taglio e smusso: Saldatrici orbitali a testa aperta di nuova generazione. Lavorazioni con filo freddo e complete di controllo tensione d‘arco (AVC) e pendolamento (OSC). SERIE GF La nuova Serie GF fissa i punti di riferimento per le taglia tubi orbitali! Numerose funzioni innovative di ultima generazione combinate ad una nuova ergonomia creano significativi vantaggi per l’impiego nella prefabbricazione e montaggio di piping industriale. saldatura: SERIE ORBIMAT CA AVC/OSC Generatore compatto a comando computerizzato per saldatura orbitale, controllo della tensione d‘arco (AVC) e del pendolamento (OSC). saldatura: SERIE ORBIWELD Saldatrici orbitali a camera chiusa ad ingombro ridotto e massimo rendimento. smusso: SERIE REB & BRB La soluzione più potente per la smussatura e l’intestatura di tubi. Consente di realizzare smussi per saldatura di alta precisione su estremità di tubi per mezzo del sistema placchetta-portaplacchette QTC®. 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Il presente articolo riassume le attività svolte da Eni Gas & Power e Centro Sviluppo Materiali con lo scopo di valutare la possibilità di utilizzare un processo di saldatura ibrida laser + GMAW (LB-GMAW) in posizione PG/5G, al fine d’incrementare la produttività del processo di fabbricazione in campo, ed in particolare della velocità di realizzazione della passata di radice circonferenziale di tubi per pipeline di grande diametro, puntando anche a migliorare la qualità del giunto ed ad eliminare la necessità del supporto interno al rovescio (pattino in rame). Gli obiettivi principali dell’attività sono stati: r NPEJàDBFEBEBUUBNFOUPBàOFEJNPTUSBUJWPEJVOJNpianto industriale di saldatura GMAW orbitale meccanizzato allo scopo di eseguire la saldatura LB-GMAW di tubi di grande diametro in posizione orizzontale fissa; studio della robustezza del processo; adattabilità dei correnti sistemi industriali di preparazione lembi alla geometria modificata del cianfrino. r TWJMVQQP EFMMB QSPDFEVSB EJ TBMEBUVSB SBEJDF NFEJBOUF processo LB-GMAW ed effettuazione delle relative prove di qualifica in accordo alla normativa ISO 13847, della passata di radice in posizione 5G su tubi di grado ISO/ API L5 55MB/X80M PSL2 con diametro esterno nominale pari a 48” (1219 mm) e spessore nominale 23 mm, prodotti da lamiera TMCP (processo UOE); r WBMVUB[JPOFTJTUFNBUJDBEFMMBNBTTJNBQSPEVUUJWJUÆPUUFnibile in termini di spessore di deposito saldato e velocità di saldatura della passata di radice; r EFUFSNJOB[JPOF EFMMF DPOEJ[JPOJ PUUJNBMJ EFM áVTTP F della composizione del gas di copertura, delle proprietà meccaniche e metallurgiche del giunto saldato realizzato (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 6 Workshop: “Fabbricazione di strutture e componenti saldati, Genova, 26-27 Maggio 2011. * Centro Sviluppo Materiali SpA - Roma ** Eni Gas & Power - San Donato Milanese (MI) utilizzando la passata di radice mediante tecnologia ibrida; EFUFSNJOB[JPOFEFMNBTTJNPEJTBMMJOFBNFOUPWFSUJDBMFTUFQ e/o distacco (gap) tra i lembi dei tubi tollerabile dal processo di saldatura LB-GMAW effettuato in posizione 5G; r EFàOJ[JPOFEFMMFTQFDJàDIFQFSMPTWJMVQQPEJVOTJTUFNB di saldatura ibrida per applicazioni in campo dedicato alle linee interrate. La sperimentazione è stata effettuata modificando dei sistemi di saldatura GMAW orbitale meccanizzati, disponibili industrialmente, mediante integrazione della sorgente laser Nd:YAG ed il complesso ottico di trasmissione, collimazione e focalizzazione del fascio laser. La produttività ottenuta per la passata di radice è caratterizzata da una velocità di saldatura fino a 3 m/min ed uno spessore di deposito di circa 6.0 mm. Tale produttività è sensibilmente superiore a quella attualmente caratteristica dei processi tradizionali (GMAW). La preparazione dei lembi con la specifica geometria del cianfrino messa a punto, non richiede modifiche ai macchinari ed alle pratiche di comune utilizzo in campo. L’allineamento del giunto preliminare alla saldatura richiede un tempo comparabile alla pratica corrente. Il processo è in grado di fornire giunti integri (dopo completamento mediante procedimento GMAW) anche in presenza concomitante di step e gap fra i lembi. Le proprietà dei giunti realizzati e la loro integrità sono risultate conformi alle richieste (ISO 13847) dopo effettuazione dei CND e prove meccaniche. Le attività svolte indicano pertanto il processo ibrido (laser + arco) come potenzialmente adeguato all’ottenimento di alte produttività per la passata di radice in campo. r IIW Thesaurus Keywords: Backing techniques; circumferential welds; combined processes; efficiency; GMA welding; laser welding; microalloyed steels; microstructure; multirun welding; pipeline steels; pipelines; root runs; thermomechanical treatment; weldability; welding position; YAG lasers. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 165 M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... 1. Introduzione I costi associati alla realizzazione di una pipeline on-shore dipendono da diversi fattori, in primis dai costi di accesso e predisposizione della pista di posa, logistica di cantiere, trasporto di tubi e componenti, preparazione dei materiali, allineamento, saldatura e controllo non distruttivo (CND), collaudo idraulico, “dewatering”, “commissioning”, ed infine attività di ripristino. La fabbricazione mediante saldatura dei giunti circonferenziali di una nuova pipeline ricopre una incidenza non trascurabile sul costo totale chilometrico della linea principale (main-line). Il costo associato all’allineamento dei prodotti tubolari, all’accoppiamento, alla saldatura, ai CND ed al rivestimento anticorrosione effettuati in campo, tipicamente è valutato intorno al 20% del costo totale della linea [1]. Negli anni, riduzioni di costo si sono ottenute in vari settori fra quelli elencati [2]. Per esempio, laddove praticabile l’opzione del trasporto ad alta pressione (>8 MPa), l’utilizzo di tubi d’acciaio TMCP (Thermo Mechanical Controlled Processed) ad alta resistenza di grado X70 e X80 (in futuro X100), permette di ottenere una combinazione favorevole fra spessore e pressione d’esercizio con lo scopo di minimizzare rispettivamente il costo di fabbricazione (minore spessore dei prodotti tubolari) / trasporto (maggiore portata di fluido), a parità d’altre condizioni. Invece, la fabbricazione mediante processo di saldatura di una linea principale on-shore non ha conosciuto miglioramenti “rivoluzionari” dall’introduzione del processo GMAW (Gas Metal Arc Welding) multipass meccanizzato. Nel tempo, nella fabbricazione saldata in campo di pipeline di grande diame- tro per il trasporto del gas naturale, si è consolidata un’affidabile strategia per velocizzare la deposizione della linea. Tipicamente la fabbricazione procede aggiungendo tronchi di tubo con lunghezza 12 m (o maggiore, se disponibili) o giunti doppi (double joint) di 24 m. Ogni nuovo tronco di 12 m viene allineato alla lunghezza già costruita e la saldatura orbitale di radice (root pass) viene realizzata, laddove le condizioni operative lo permettano, mediante un sistema meccanizzato GMAW operante dalla superficie interna / esterna o solo esterna. Appena la passata di radice è completa, un nuovo tubo può essere aggiunto. Le passate di riempimento del giunto precedente sono tipicamente completate da un certo numero di stazioni di saldatura (che solitamente eseguono sempre la stessa sequenza di passate per una qualità adeguata e ripetibile). Quando il giunto è realizzato per l’intero spessore di parete, viene effettuato il CND, l’eventuale riparazione ed applicato il rivestimento anticorrosione. Dallo scenario descritto si possono trarre le seguenti conseguenze: r la velocità di saldatura della passata di radice (ed il relativo tempo di allineamento / accoppiamento) hanno influenza rilevante su quanto celermente può avanzare la posa della linea; r il numero di passate di riempimento determina il tipo e la quantità di stazioni di saldatura e quindi di operatori richiesti per completare il giunto saldato, tenendo il ritmo della passata di radice; r il tasso di riparazione (specialmente alla radice) condiziona fortemente il progresso della fabbricazione. Il costo (e la convenienza) della costruzione della pipeline dipendono in modo non trascurabile dal corretto bilanciamento dei predetti fattori. Naturalmente è importante, per il successo del progetto, anche un’intelligente organizzazione della fabbricazione, inclusa l’attività logistica e di trasporto. In ultimo, il tasso di deposito dei processi di saldatura ha rilevante influen- 166 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 za sui fattori predetti. Una via per diminuire l’impatto delle operazioni di saldatura è l’aumento della produttività nella fabbricazione della linea principale. Questo, in principio, può essere ottenuto in diversi modi: r aumentando la produttività della passata di radice, con l’obiettivo di accorciare il tempo totale di costruzione; r incrementando la produttività delle passate di riempimento; ciò evidentemente per diminuire il numero di stazioni di saldatura e di operatori necessari, con l’obiettivo di risparmiare sui costi d’impianto e del personale; r estendendo (ove la movimentazione sia possibile) la pratica della prefabbricazione utilizzando giunti doppi realizzati in stabilimento con la possibilità di ruotare il tubo (posizione 1G) ed utilizzando processi ad alta produttività (es. saldatura ad arco sommerso). Il presente lavoro riassume le attività svolte da Eni Gas & Power e Centro Sviluppo Materiali con l’obiettivo di valutare la possibilità di utilizzare un processo di saldatura ibrida laser + GMAW (LB-GMAW) in posizione PG/5G, al fine d’incrementare la produttività del processo di fabbricazione in campo, ed in particolare della velocità di realizzazione della passata di radice circonferenziale di tubi per pipeline di grande diametro, puntando anche a migliorare la qualità del giunto ed ad eliminare la necessità del supporto interno al rovescio (pattino in rame). Gli obiettivi principali dell’attività sono stati: r modifica ed adattamento, a fine dimostrativo, di un impianto industriale di saldatura GMAW orbitale meccanizzato allo scopo di eseguire la saldatura LB-GMAW di tubi di grande diametro in posizione orizzontale fissa; studio della robustezza del processo; adattabilità dei correnti sistemi industriali di preparazione lembi alla geometria modificata del cianfrino; r sviluppo della procedura di saldatura di radice mediante processo LB-GMAW ed effettuazione M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... delle relative prove di qualifica in accordo alla normativa ISO 13847 [3], della passata di radice in posizione 5G su tubi di grado ISO/API L5 55MB/X80M PSL2 [4] con diametro esterno nominale pari a 48” (1219 mm) e spessore nominale 23 mm, prodotti da lamiera TMCP (processo UOE); r valutazione sistematica della massima produttività ottenibile in termini di spessore di deposito saldato e velocità di saldatura della passata di radice; r determinazione delle condizioni ottimali del flusso e della composizione del gas di copertura, delle proprietà meccaniche e metallurgiche del giunto saldato realizzato utilizzando la passata di radice mediante tecnologia ibrida; r determinazione del massimo disallineamento verticale (step) e/o distacco (gap) tra i lembi dei tubi tollerabile dal processo di saldatura LB-GMAW effettuato in posizione 5G; r definizione delle specifiche per lo sviluppo di un sistema di saldatura ibrida per applicazioni in campo dedicato alle linee interrate. La saldatura ibrida LB-GMAW, realizzata con trasporto del fascio laser mediate fibra ottica, presenta la possibilità di un abbattimento dei costi di fabbricazione grazie alla maggiore produttività possibile, nonostante il più alto investimento iniziale. La saldatura laser di prodotti spessi oggi è abbastanza sviluppata grazie alla disponibilità di sorgenti laser di alta potenza affidabili [5]. 2. Esperienze precedenti La saldatura circonferenziale basata sulla presenza di un fascio laser (da solo od in combinazione con un arco elettrico) di prodotti tubolari spessi, in particolare in posizione 5G, è attualmente investigata da numerosi soggetti allo scopo di aumentare la produttività [es. 1, 5, 6, 7, 8, 9]. L’utilizzo di sorgenti laser con trasporto del fascio in fibra del tipo Nd:YAG, Yb:YAG o Yb:SiO2 e processo operante dal solo lato esterno è attualmente quello più esplorato. Ad oggi, comunque, nessuna applicazione industriale su larga scala di tale tecnologia nella fabbricazione in campo di pipeline è a conoscenza degli Autori. Gli approcci finora seguiti possono riassumersi come segue: r saldatura LB in singola passata dell’intero spessore di parete del giunto. In questo approccio, quasi esclusivamente percorso in modalità autogena, è necessario il perfetto contatto dei lembi da saldare, stimato molto ostico da realizzare consistentemente in campo; r saldatura LB-GMAW in singola passata dell’intero spessore di parete. In questo approccio, il requisito del perfetto contatto dei lembi da saldare può essere in parte rilasciato; r saldatura LB-GMAW della prima passata per una parte rilevante dello spessore (es. circa ½, fino a 2∕3) e completamento mediante poche (o addirittura una sola) passate GMAW; r saldatura LB-GMAW della prima passata per una parte dello spessore, nell’ordine dei 10 mm (in dipendenza anche della potenza massima della sorgente laser disponibile) e completamento mediante saldatura GMAW multipass (in direzione discendente). La saldatura ibrida LB-GMAW, rispetto al processo laser, presenta numerosi potenziali vantaggi per l’applicazione in oggetto oltre al potenziale miglioramento della produttività [3]: r processo più robusto e regolabile, tolleranza alle imperfezioni geometriche della preparazione/ accoppiamento; r possibilità di variare la composizione chimica della ZF mediante opportuna scelta del filo elettrodo e quindi influenzarne positivamente resistenza, duttilità, durezza e tenacità. Quale che sia l’approccio percorso, le recenti ricerche hanno finora privilegiato la tendenza a realizzare mediante procedimento LB-GMAW la maggior parte dello spessore di parete. In tal modo, la metallurgia e quindi le proprietà meccaniche del giunto saldato sono fortemente influenzate dalla presenza della sorgente laser e dal ciclo termico associato. Conseguentemente, molto sforzo è dedicato allo studio della metallurgia del giunto saldato in questa modalità ed all’effetto dei consumabili sviluppati per la saldatura GMAW di pipeline, in forza del diverso ciclo termico e del maggiore spessore di metallo saldato depositato da ogni singola passata. La saldatura della sola radice, invece, rende più prevedibile il comportamento del giunto saldato che continua ad avere larga parte della sezione resistente con comportamento analogo ad un giunto eseguito con processo GMAW multipass. Inoltre, lo studio sistematico della applicabilità del processo LB-GMAW a condizioni d’accoppiamento dei lembi tipiche del campo è stato comparativamente meno sviluppato. 3. Concezione del giunto saldato Per il tipo di giunto oggetto della ricerca, l’attività di saldatura ha avuto lo scopo di simulare un’attività di saldatura in campo per la fabbricazione di pipeline (main-line) di grande diametro ed elevato spessore. La saldatura è stata quindi realizzata in posizione piana (5G/PG) con il tubo fisso ed il sistema di saldatura orbitante intorno ad esso (nella fabbricazione reale in campo sono in funzione contemporaneamente due teste saldanti che procedono in verso discendente a partire dalla sommità (posizione “ore 12”) verso la parte inferiore (posizione “ore 6”), ove i cordoni depositati dalle varie passate s’incontrano. La sola prima passata (di radice) è realizzata mediante tecnica LB-GMAW robotizzata, lasciando il successivo riempimento (in una preparazione più aperta) alle tecniche convenzionali (GMAW multipass meccanizzato discendente). E’ stato già evidenziato come la passata di radice sia la più critica e quella realizzata con minore produttività nella esecuzione del giunto circonferenziale. Gli obiettivi di produttività prefissati per la passata di radice, per ottenere una convenienza economica in con- Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 167 M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... TABELLA I - Analisi chimica dei tronchi tubo d’acciaio X80M (*% in massa, analisi di prodotto, Fe rimanente) C Mn Si Mo Ni Cu Nb 0,058 ÷ 0,061 1,77 ÷1,86 0,14 0,20 0,26 ÷ 0,29 0,028 0,019 Ti N Al Cr V CeqIIW Pcm 0,010 0,0035 ÷ 0,0048 0,021 ÷ 0,025 0,014 ÷ 0,025 0,002 0,44 ÷ 0,45 0,19 TABELLA II - Proprietà meccaniche (circonferenziali) dei tronchi tubo d’acciaio X80M (*provetta trasversale) Grado Tipo Rt0.5% [MPa] Rm [MPa] A% KVL* [J] X80M misurate 599 ÷ 633 700 ÷ 732 36.0 ÷ 41.0 224 ÷ 274 a 0 °C (media di tre) X80M ISO 3183 555 ÷ 705 625 ÷ 825 n.c. >40 a 0 °C fronto alle tecniche tradizionali sono stati: r velocità di saldatura molto superiore ai sistemi GMAW orbitali con pattino di supporto interno in rame (> 1,2 m/min); r spessore saldato di radice superiore in confronto ad una passata eseguita tramite saldatura GMAW (> 2,5 ÷ 3 mm). Queste prestazioni devono essere raggiunte mantenendo proprietà meccaniche conformi consistenti ed integrità del giunto saldato. Per il tipo di servizio richiesto sono stati fissati i seguenti target iniziali per le proprietà del giunto saldato (servizio con gas naturale secco - no H2S): r temperatura minima di progetto: 0 °C; r VyZF(all weld): min. 655 MPa (18% overmatching); r resilienza Charpy-V: min. 40 J (media, 32 J min.) a 0 °C; r CTOD: min. 0,20 mm a 0 °C. La preparazione dei lembi (cianfrino) è stata effettuata tramite lavorazione meccanica con un sistema autocentrante ad asportazione truciolo di comune utilizzo nella fabbricazione delle pipeline. Nella Figura 1 è schematizzata la forma tipica della preparazione utilizzata nelle prove (che richiama quelle di tipo narrow gap correntemente utilizzate), per realizzare il giunto in 9 o 10 passate. Una parte fondamentale del lavoro ha riguardato lo studio sistematico delle condizioni di accoppiamento fra i lembi al riguardo del distacco orizzontale (gap) e verticale (step). La presenza (quasi sempre concomitante) di entrambe le condizioni all’inizio della saldatura di ciascun giunto è solo parzialmente mitigabile dal sistema d’accoppiamento / espansione di comune utilizzo. Il range di distacchi che dovrebbe essere possibile tollerare all’inizio della saldatura della radice (sulla base dell’esperienza di vari pipeline contractor) è stimato essere il seguente (con i valori nulli come condizione ideale): gap: 0 ÷1,5 mm; step: 0 ÷ 3,0 mm. Per investigare questo aspetto, il gap nominale fra i lembi è stato prefissato in tutte le prove di saldatura al momento della puntatura preliminare (mediante supporti saldati interni). A causa della naturale deviazione dalla perfetta circolarità dei prodotti tubolari utilizzati, il giunto testa a testa viene a presentare spontaneamente una situazione, riguardo lo step, variabile da punto a punto lungo la circonferenza. La mappatura preliminare della situazione permette, dopo saldatura, di stimare la capacità del processo di fondere correttamente la spalla della preparazione oppure, in caso d’insorgenza di un’imperfezione geometrica, di stimare l’entità della condizione gap / step limite. Nessun supporto è utilizzato al rovescio; questa circostanza è favorevolmente valutata di recente dai committenti di pipeline poiché annulla il rischio di inclusioni di rame in ZF, con possibilità di formazione d’imperfezioni e perdita di tenacità nella zona fusa. 168 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 4. Materiale e saldabilità Il materiale usato nella sperimentazione è un tubo saldato longitudinalmente (fabbricazione con processo “UOE”) in acciaio ISO 3183 L555MB [1] (equivalente a API 5L X80M) con diametro esterno nominale 48’’ (1219 mm) e spessore effettivo 22,3 mm. Nella Tabella 1 è riportata l’analisi chimica media di prodotto dei vari tronchi tubolari utilizzati nella sperimentazione, mentre nella Tabella 2 sono riportate le principali proprietà meccaniche. La saldabilità dell’acciaio X80 si presenta favorita dal valore del Ceq molto basso per un acciaio ad alta resistenza, questa circostanza è dovuta al basso contenuto di C ed alle favorevoli caratteristiche del moderno trattamento termomeccanico (TMCP). E’ comunque necessario adottare tutte le precauzioni richieste dall’alto grado utilizzando, fra l’altro, consumabili con basso tenore d’idrogeno diffusibile. Il filo pieno risponde perfettamente a tali esigenze. Può essere necessario utilizzare per la passata di radice un filo d’apporto di grado non elevato (ER70), ove si prevede una rilevante diluizione del materiale base (MB) nella zona fusa (ZF). Naturalmente, per il riempimento è necessario almeno un filo elettrodo di grado equivalente (ER80). In realtà, nella moderna progettazione “Strain Based Design”, è usuale prescrivere per il giunto sal- Figura 1 - Preparazione dei lembi per la saldatura LB-GMAW (root) e riempimento GMAW di tubi X80M diametro 48”, sp. 23 mm M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... TABELLA III - Analisi chimica tipica dei consumabili utilizzati Filo C Si Mn Cr Ni Mo ER70 S6 (radice) 0.10 1.0 1.7 - - - ER100 SG (riempimento) 0.08 0.65 1.4 0.55 0.55 0.20 * % in massa, Fe % rimanente. dato una condizione di “overmatching” (VyZF > 1,15 ÷ 1,18 · VyMB) rispetto alle proprietà nominali che con la saldatura GMAW sarebbe possibile utilizzando elettrodi più legati (es. classe ER100 o ER110). I prevedibili bassi apporti termici sono anche favorevoli all’ottenimento di una buona tenacità e per il contenimento dell’addolcimento in ZTA. Nella Tabella 3 è riportata la composizione chimica tipica dei fili d’apporto utilizzati nella sperimentazione. É sempre stato utilizzato il diametro 1,2 mm. Per la protezione del bagno è stata utilizzata una miscela Ar + 18% CO2 per la passata di radice e Ar + 50% CO2 per quelle di riempimento GMAW. 5. Sperimentazione 5.1 Modifica ed adattamento sistemi commerciali saldatura orbitale GMAW La saldatura dei tubi mediante procedimento LB-GMAW è stata eseguita Figura 2 - Stazione di saldatura orbitale LB-GMAW con laser Nd:YAG allestita presso il Centro Sviluppo Materiali. Sono visibili un tronco di tubo di lunghezza complessiva 1,5 m (il giunto saldato è alla mezzeria), la banda anulare riposizionabile ed il sistema orbitale su carrello integrando gli impianti in dotazione al Laboratorio di Saldatura e CND del Centro Sviluppo Materiali di Castel Romano, Roma, (Fig. 2). L’impianto consiste in una sorgente laser a stato solido Nd:YAG con potenza massima di 4,4 kW. Il fascio laser è trasmesso in una fibra ottica di 600 μm di diametro (rendendo la traiettoria orbitale possibile), focalizzato da una lente con Lf = 120 o 160 mm dopo la ricollimazione del fascio laser con una lente con Lf = 200 mm all’uscita della fibra ottica. La testa di saldatura laser è stata accoppiata ad una torcia GMAW raffreddata a liquido collegata ad un generatore inverter a controllo digitale, con 420 A di corrente massima. Lo spot del laser e la punta del filo sono tenuti pressoché coincidenti. Sono stati messi a disposizione da primari “pipeline contractor” due sistemi commerciali “bug & band” per la saldatura orbitale meccanizzata GMAW con banda anulare. Entrambi sono stati modificati ed adattati alla saldatura LB-GMAW (a cura del CSM) montando a bordo del carrello di saldatura il complesso ottico di ricollimazione e focalizzazione ed integrandolo alla torcia di saldatura GMAW (Fig. 3). In entrambi i casi il CSM ha progettato il sistema di supporto secondo proprie specifiche allo scopo di assicurare rigidezza adeguata alle limitate dimensioni della sorgente termica, facilità di regolazione della posizione del punto focale e della distanza reciproca fra laser spot e punta del filo elettrodo. E’ stata inoltre eseguita l’integrazione fra l’impianto orbitale GMAW e sistema di controllo della sorgente laser per permettere il comando da remoto del processo combinato. Altre modifiche hanno riguardato la trasmissione pignone-cremagliera per permettere velocità di saldatura superiori a 2 m/min (correntemente molto al di sopra delle necessità del processo GMAW) e l’adozione di una fascia anulare molto rigida per limitare l’oscillazione laterale del carrello appesantito dal sistema ottico aggiuntivo (Fig. 4). Coerentemente con lo scopo dimostrativo dell’impianto realizzato, a questo stadio d’integrazione non sono stati previsti dispositivi di schermatura della radiazione laser riflessa che permettano una osservazione del processo da parte dell’operatore, né un sistema di inseguimento automatico della traiettoria del giunto, né di Figura 3 - Carrello di saldatura orbitale (TSA “Passo E”) LB-GMAW con laser Nd:YAG, modificato presso il Centro Sviluppo Materiali. E’ visibile in primo piano il sistema ottico di collimazione / focalizzazione Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 169 M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... correzione della posizione del fuoco real-time (il percorso è programmato preliminarmente). Queste modifiche sono giudicate tecnologicamente fattibili ed il loro sviluppo è riservato ad una parte futura della ricerca. 5.2 Prove di funzionalità impianto modificato e messa a punto processo di saldatura Funzionalità ed affidabilità dell’impianto modificato sono state valutate estensivamente alla luce del maggior carico meccanico (maggior peso, maggiore velocità di saldatura) e termico (sorgente laser) conseguenti alla nuova missione del sistema. Sono state eseguite per la messa a punto del processo numerose saldature durante diverse sessioni di prova, variando opportunamente i parametri di saldatura, la forma della preparazione e la strategia delle passate, per ottenere dei cordoni saldati integri e con produttività accettabile. Durante la sperimentazione, l’integrità dei saggi saldati è stata verificata tramite controllo visivo (VT) e controllo radiografico (RT). Dopo la messa a punto del processo, sono stati prodotti dei prototipi saldati di più grandi dimensioni per testare la stabilità del processo lungo ½ arco di circonferenza. Da questi saggi sono stati prelevati i campioni per la qualifica meccanica della procedura sviluppata. L’esame microstrutturale per il controllo della forma del giunto e della microstruttura della zona saldata è stato eseguito al microscopio ottico ad ingrandimenti fino a 200 x su campioni metallografici lucidati con pasta diamantata (fino a 1 μm) ed attaccati opportunamente. Figura 4 - Stazione di saldatura orbitale LB-GMAW con laser Nd:YAG allestita presso il Centro Sviluppo Materiali. E’ visibile l’assieme del carrello di saldatura orbitale (TSA “Passo E”) modificato e la fascia anulare rigida molto maggiore di qualsiasi variante del processo GMAW correntemente utilizzata nel settore (es. STT®, RMD®, GMAW + Cu backing). La velocità di saldatura, inizialmente fissata in 2,3 m/min, è stata portata mediante successivi affinamenti fino a 3,0 m/min. Lo spessore di metallo saldato depositato è risultato essere tra 4 ÷ 6 mm, in dipendenza del distacco preesistente fra i lembi. Il riempimento non pone difficoltà utilizzando procedure tipiche del processo GMAW multipass discendente (9 o 10 passate in totale sono necessarie in dipendenza del volume del giunto da riempire, dipendente a sua volta dal gap preesistente). 6. Risultati e discussione Le grandezze principali relative alla procedura ottimizzata di saldatura della passata di radice sono riportate nella Tabella 4. La procedura di saldatura GMAW multipass utilizzata per il riempimento (non riportata) utilizza 8 o 9 passate con velocità di saldatura comprese fra 30 e 40 cm/min ed apporto termico intorno a 0,5 ÷ 0,7 kJ/mm. La procedura di saldatura di radice messa a punto permette di ottenere la prima passata con una produttività Figura 5 - Preparazione dei lembi per la saldatura LB-GMAW (root) + GMAW, sp. 23 mm (sx, forma del cianfrino a gap e step nulli; dx, aspetto della preparazione). 170 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... 6.2 Processo di saldatura LB-GMAW Con la procedura LB-GMAW messa a punto il processo si presenta stabile, ripetibile e con produzione di spruzzi verso l’interno molto limitata. La penetrazione è completa per tutta la semicirconferenza. Il processo è in grado di dare luogo ad un giunto integro e con geometria conforme in presenza dei distacchi fra i lembi nel range specificato, senza mancanze di fusione od imperfezioni di sorta. TABELLA IV - Procedura di saldatura LB-GMAW ottimizzata per la passata di radice 6.1 Acciaio X80M (TMCP) Prodotto Tubo saldato UOE Giunto Circonferenziale testa a testa Posizione saldatura PG/5G Spessore effettivo 22,3 mm Supporto - Pulizia Spazzolatura o smerigliatura Processo saldatura Laser – GMA W elding (root) Passate root Laser Nd:YAG Rofin Sinar DY044 Modo operativo CW Diametro fibra ottica [μm] 600 Collimatore [mm] 200 Lunghezza focale [mm] 120 o 160 mm Potenza effettiva laser [W] 4200 Portata gas [l/min] 30 Consumabili Vedi dettaglio Polarità DC+ Velocità saldatura [m/min] 2,3 ÷ 3,0 Posizione fuoco [mm] -20 dalla sup. esterna Corrente [A] 330 ÷ 350 Tensione [V] 25 ÷ 26 Velocità filo [m/min] 10 Preriscaldo [°C] 80 ÷ 90 Apporto termico (K= 1 x laser) [kJ/mm] ~0.25 Affidabilità dei sistemi di saldatura modificati e della preparazione dei lembi La preparazione dei lembi con la geometria del cianfrino messa a punto non richiede modifiche ai macchinari ed alle 6.3 Morfologia dei giunti saldati Nella Figura 6 è riportato l’aspetto del giunto saldato in corrispondenza della passata di radice LB-GMAW. La maglia è molto regolare ed il sovrametallo sufficientemente raccordato al materiale base anche in presenza di uno step rilevante. Le macrografie (Figg. 7-8) mostrano la sezione trasversale del giunto saldato e permettono di valutare il buon raccordo e fusione completa dei lembi ottenuta alla radice. pratiche di comune utilizzo in campo. Nella Figura 5 è riportato l’aspetto tipico dei lembi accoppiati nella condizione ideale. L’allineamento del giunto preliminare alla saldatura richiede un tempo comparabile alla pratica corrente. 6.4 Controlli non distruttivi I giunti si presentano privi d’imperfezioni rilevanti al controllo visivo ed all’esame con liquidi penetranti. La presenza d’imperfezioni volumetriche è stata accertata mediante esame radiografico. I giunti sono risultati esenti da imperfezioni sistematiche lineari o porosità. 6.5 Microstruttura dei giunti saldati La circostanza che spessore, distribuzione delle passate, preriscaldo ed apporti termici siano comparabili alla Figura 6 - Aspetto della radice del giunto saldato: sovrametallo interno tubo (sinistra) e superficie della passata (destra) Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 171 M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... TABELLA V - Risultati prova di durezza Vickers sui giunti saldati LB-GMAW in acciaio X80M (prototipo LH6) Giunto Sito VHN (media) VHN (range) N° impronte MB superficie esterna 237 234 ÷ 240 3 LH6 CGHAZ cap - 270, 263 2 (sx, dx) LH6 ZF cap 266 264 ÷ 268 3 MB superficie interna 244 242 ÷ 245 3 LH6 CGHAZ root - 235, 235 2 (sx, dx) LH6 ZF root 241 237 ÷ 245 3 normale pratica del settore per il genere di prodotti considerato, danno luogo ad una microstruttura prevedibile sia in ZF che in ZTA (che si presenta d’estensione limitata). All’osservazione al microscopio ottico, in effetti, le fasi presenti sia in ZF che in ZTA sono prevalentemente bainitiche, oltre a fer- rite acculare. Sono stati effettuati profili di durezza nella zona saldata con metodo Vickers e carico pari a 10 Kgf (HV10). Nella Tabella 5 sono riportati i valori misurati. I valori misurati garantiscono una buona duttilità del giunto saldato. I valori sono ovunque inferiori a 275 HV e potrebbero al limite ottemperare anche a specifiche di tipo sour-service. Una condizione di leggero “overmatching” è inferibile per tutte le passate successive a quella di radice. 6.6 Proprietà meccaniche dei giunti saldati Per la validazione delle procedure sviluppate e la qualifica meccanica dei giunti saldati sono state previste, a complemento degli esami metallografici e CND, le seguenti prove: r prova di trazione trasversale statica su giunto saldato (secondo ISO 4136:2001); r prova di resilienza trasversale (KVT) Charpy–V a 0 °C in ZF e ZTA (FL+2) (secondo ISO 148-1); r prova di piega laterale del giunto saldato (secondo ISO 5173:2009); r prova CTOD in ZF e ZTA (FL) a 0 °C (secondo BS 7448-2:1997); TABELLA VI - Risultati prova di resilienza Charpy-V sui giunti saldati LB-GMAW in acciaio X80M Giunto Sito intaglio T di prova [°C] Stato KVT (media) [J] KVT (range) [J] numero provette LH6 ZF cap 0 come saldato 91 88 ÷ 97 3 LH6 FL+2 cap 0 come saldato 217 197 ÷ 235 3 LH6 ZF root 0 come saldato 102 95 ÷ 112 3 LH6 FL+2 root 0 come saldato 251 234 ÷ 261 3 Figura 7 - Macrografia del giunto LB-GMAW (radice) + GMAW (prototipo LH9, tubo acciaio X80M sp. 22,3 mm) 172 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Figura 8 - Macrografia del giunto LB-GMAW (radice) + GMAW (prototipo LH8, tubo acciaio X80M sp. 22,3 mm) M. Fersini et al. - Incremento della produttività della passata di radice nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti... Figura 9 - Prova di trazione trasversale statica su giunto saldato LH6 (tubo acciaio X80M sp. 22,3 mm) r r prova di trazione “Wide Plate” su settore tubo saldato, intagliato in radice (ZF); prova “Single Edge Notched Tensile” su provino intagliato in ZF e ZTA (radice) a 0 °C. Al momento sono disponibili solo alcuni risultati parziali ottenuti da prototipi saldati per l’intera circonferenza. Le prove di trazione trasversale statica hanno dato luogo a rottura al di fuori della zona saldata, come poteva essere inferito dai risultati delle prove di durezza (Fig. 9). Le prove di piega (a 180 °C, con diametro mandrino 50 mm) hanno evidenziato duttilità adeguata ed assenza d’imperfezioni. La resilienza Charpy-V si è dimostrata molto soddisfacente in tutte le posizioni (Tabella 6). 7. Conclusioni L’obiettivo del presente lavoro è stato valutare la possibilità di utilizzare un processo di saldatura ibrida laser + GMAW (LB-GMAW) in posizione PG/5G, al fine d’incrementare la produttività del processo di fabbricazione in campo, ed in particolare della velocità di realizzazione della passata di radice circonferenziale, di tubi per pipeline di grande diametro e forte spessore, puntando anche a migliorare la qualità del giunto. La sperimentazione è stata effettuata modificando dei sistemi di saldatura GMAW orbitale meccanizzati, disponibili industrialmente, mediante integrazione della sorgente laser Nd:YAG ed il complesso ottico di trasmissione, collimazione e focalizzazione del fascio laser. La produttività ottenuta per la passata di radice è caratterizzata da una velocità di saldatura fino a 3 m/min, e uno spessore di deposito di circa 6.0 mm. Tale produttività è sensibilmente superiore a quella attualmente caratteristica dei processi tradizionali (GMAW). La preparazione dei lembi con la specifica geometria del cianfrino messa a punto, non richiede modifiche ai macchinari ed alle pratiche di comune utilizzo in campo. L’allineamento del giunto preliminare alla saldatura richiede un tempo comparabile alla pratica corrente. Il processo è in grado di fornire giunti integri (dopo completamento mediante procedimento GMAW) anche in presenza concomitante di step e gap fra i lembi. Le proprietà dei giunti realizzati e la loro integrità sono risultate conformi alle richieste (ISO 13847) dopo effettuazione dei CND e prove meccaniche. Le attività svolte indicano pertanto il processo ibrido (laser + arco) come potenzialmente adeguato all’ottenimento di alte produttività per la passata di radice in campo. %LEOLRJUDÀD [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] Yapp D., Blackman S.A.: “Recent Developments in High Productivity Pipeline Welding”, Journal of the Brazilian Society of Mechanical Sciences and Engineering, Mar 2004, Vol. 26, no. 1, pp. 89-97, ISSN 1678-5878 Blackman S.A.: “An economic assessment of mechanised welding of high strength pipeline for the Australian pipeline industry”, X80 Pipeline Cost Workshop, October 2002. ISO 13847:2000 “Petroleum and natural gas industries - Pipeline transportation systems - Welding of pipelines”. ISO 3183:2007 “Petroleum and natural gas industries - Steel pipe for pipeline transportation systems”. M. Fersini, G. Demofonti, S. Sorrentino, E. Mecozzi: “Saldatura circonferenziale di tubi per gasdotti mediante tecnologia ibrida con trasporto del fascio laser in fibra”. 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An approach to decrease the cost of the field welding fabrication is to achieve better efficiency, also by raising the root pass productivity, with the aim to shorten the construction time. The present work summarizes the efforts done by Eni Gas & Power and Centro Sviluppo Materiali for evaluating an hybrid welding process in which laser and GMA welding (LB-GMA) are combined, to be performed in PG/5G position. It is intended to increase the circumferential root pass welding speed on large diameter pipes, along the improvement of the weldments integrity and the avoidance of the internal copper backing systems, today of common use. Principal objectives were, among others: r the modification and adaptation, for demonstrative scopes, of a off-the-shelf GMAW orbital equipment for performing the LB-GMAW process on large diameter pipes, to be welded in fixed position; r the development of the root WPS and the associated testing, according to the ISO 13847 standard, for welding in 5G position ISO/API L5 55MB/X80M PSL2 pipes, having 48” (1219 mm) outer diameter and 23 mm wall thickness, manufactured by TMCP route (SAWL pipes); r evaluation of the LB-GMA process ultimate performances for both root travel speed and root throat thickness; r definition of the appropriate conditions for the gas shielding flow and composition, evaluation of the mechanical and metallurgical properties by using the LB-GMAW process for the root pass; r evaluation of the acceptable geometric ranges for gapped / stepped bevel preparations; r outline the specification for an industrial system aimed to perform the LB-GMA field welding for onshore large diameters pipelines. The experimental activity was performed after modification of an orbital GMAW system, commercially available, by integrating a 4.4 kW Nd:YAG laser resonator and the optical system for beam transmission, collimation and focalization. Ultimate productivity facts for the root pass were of 3 m/min travel speed and 6.0 mm throat thickness, far beyond the possibilities of the traditional GMA process. Bevel preparation task could be accomplished by using the common field machining equipments / practice. The LB-GMAW process is able to manufacture sound joints (after filling the remaining groove by GMAW) even in presence of gapped / stepped preparations. Joints mechanical properties and integrity, evaluated after performing extensive NDT and mechanical testing, conformed to the applicable standards. Maurizio FERSINI, laureato in Fisica - indirizzo Fisica dello Stato Solido – presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dal 1990 lavora presso il Centro Sviluppo Materiali S.p.A. di Roma con l’incarico di Responsabile della Funzione Tecnologia della Giunzione. International Welding Engineer, nel 1998 ha conseguito, presso il Politecnico di Vienna, il diploma di European Laser Engineer. Nel 2002 ha conseguito un Master presso l’ICSIM - Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano” - sulle problematiche che caratterizzano il settore della siderurgia (2002). Responsabile di numerosi progetti di ricerca sia nazionali che internazionali ha acquisito esperienze nel campo della saldatura, dei controlli non distruttivi, della metallurgia e delle proprietà meccaniche dei giunti saldati. Stefano SORRENTINO, laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Roma “La Sapienza” nel 1999, entra nel 2000 al Centro Sviluppo Materiali di Roma come ricercatore nel campo della Scienza ed Ingegneria della Saldatura. Nel corso della sua carriera si è occupato in particolare dell’applicazione della tecnologia laser in vari settori industriali, su tutti i tipi di materiali metallici, della qualifica e delle proprietà meccaniche dei giunti saldati. IWE dal 2005, è autore di varie memorie per congressi / riviste nel campo della saldatura e tecniche connesse e della meccanica dei materiali e dei giunti saldati. Nicola Ottaviano Giovanni NOVEMBRE, laureato in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano nel 2004, entra subito dopo la laurea in Eni Tecnologie S.p.A., polo della R&S del Gruppo Eni, con cui aveva collaborato per il lavoro di tesi, focalizzato su studi CFD (Computational Fluid Dynamics) relativi al rilascio accidentale di gas naturale da condotte ad alta pressione. Nel 2006 passa in Eni S.p.A. Divisione Gas & Power, occupandosi di gestione di progetti R&S principalmente incentrati sul trasporto del gas naturale ad alta pressione via pipeline di grande diametro, con particolare attenzione ai materiali ed ai processi di saldatura. 174 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 SOLUZIONI INNOVATIVE IL CONTROLLO NON DISTRUTTIVO, PERSONALIZZATO RAGGI-X Cabine radioscopiche Digitali - Tomografiche - Personalizzate Impianti raggi-X portatili ULTRASUONI Spessorimetri, flaw detectors, phased array, sonde speciali, impianti automatici personalizzati SPECIALISTI NEL SETTORE CND Direzione e stabilimenti: Via Arturo Gilardoni, 1 23826 Mandello del Lario (LC) Italy Tel (+39) 0341-705.111 Fax (+39) 0341-735.046 [email protected] www.gilardoni.it &RUVRGL4XDOLÀFD]LRQHDG,QWHUQDWLRQDO:HOGLQJ,QVSHFWRU Genova 2012 L’Istituto Italiano della Saldatura, secondo la programmazione descritta nella propria Attività Didattica 2012 (http://www.formazionesaldatura.it), organizza presso la propria Sede di Genova un&RUVRGL4XDOLÀFD]LRQHDG,QWHUQDWLRQDO:HOGLQJ,QVSHFWRUSHULOOLYHOOR&RPSUHKHQVLYH,:,& cui potranno tuttavia partecipare anche candidati alla TualiÀcazione ai livelli Standard e Basic, non in possesso cioè dei requisiti di cui al punto successivo, con una quota di iscrizione proporzionalmente ridotta. Facendo seguito all’iniziativa partita nel 2011, anche quest’anno la dotazione didattica – oltre alla nuova GLVSHQVDDJJLRUQDWDHGLQWHUDPHQWHDFRORUL, comprenderà il calibro IIS di tipo “Bridge Cam”, e, limitatamente ai partecipanti al corso completo, il CD-Rom edito in collaborazione con l’UNI contenente una raccolta di oltre 300 norme europee relative alla saldatura ed alle materie ad essa correlate. Requisiti di ingresso Per iscriversi al Corso al livello IWI-C non è prevista esperienza speciÀca, quanto il possesso di uno dei titoli di studio: Laurea o Diploma di Laurea in Ingegneria; in alternativa, Laurea in Scienza dei Materiali, Ar chitettura, Fisica o Chimica, supportate da comprovata esperienza industriale in saldatura oppure Diploma di Scuola Media Superiore ad indirizzo tecnico. Come già accennato, potranno partecipare al corso anche persone non in possesso di tali requisiti, al livello Standard o Basic rispettivamente, per i quali si rimanda alle relative condizioni di accesso. Calendario, orario e sede delle lezioni Il Corso ha una struttura modulare, basata su due Moduli successivi denominati Welding Technology e Welding Inspection, di carattere teorico - pratico (chi sia in possesso di un Diploma da Welding Engineer o da Welding Technologist può accedere direttamente al secondo Modulo). Il Corso sarà svolto con orario 9:00 ÷ 18:00, ad eccezione delle giornate di lunedì (orario 14:00 ÷ 18:00) e del venerdì (orario 9:00 ÷ 13:00), per consentire agli allievi di raggiungere la sede del Corso senza spostamenti festivi. 0RGXOR:HOGLQJ7HFKQRORJ\ 7 ÷ 11 maggio 2012 4 ÷ 8 giugno 2012 2 ÷ 6 luglio 2012 0RGXOR:HOGLQJ,QVSHFWLRQ 10 ÷ 14 settembre 2012 1 ÷ 5 ottobre 2012 5 ÷ 7 novembre 2012 Il Corso sarà tenuto presso la Sede IIS di Genova, in Via Lungobisagno Istria 15. Conseguimento del Diploma Chi sia risultato in possesso dei requisiti di ingresso ed abbia completato il percorso formativo può accedere agli esami previsti nelle date indicate in Attività Didattica IIS presso la Sede di Genova (o in qualunque altra sede durante le sessioni programmate). Le domande di iscrizione agli esami dovranno essere indirizzate ad IIS CERT, Area CertiÀcazione Figure Professionali (tel. 010 8341307, E-mail [email protected]), con un costo di iscrizione pari a € 480,00 (+ IVA). Iscrizione al corso Per iscriversi al corso è sufÀciente utilizzare il modulo cartaceo fornito con il presente bando oppure allegato all’Attività Didattica 2012. La quota di iscrizione al corso per il livello Comprehensive (C) è di 5.900,00 € (in esenzione IVA – Art. 10 DPR 633/1972); chi partecipasse al solo Modulo di Welding Inspection dovrà invece versare una quota ridotta a 2.750,00 € (in esenzione IVA – Art. 10 DPR 633/1972). Per le quote di partecipazione al corso ai livelli Standard e Basic si consiglia di prendere contatto con la Segreteria. Le quote sono comprensive della collana delle pubblicazioni speciÀche e del calibro IIS, e per il corso completo, del CD-ROM contenente le normative relative alla saldatura. Il pagamento della quota di iscrizione può essere effettuato tramite boniÀco bancario sul conto corrente, Banca di Legnano - Gruppo Banca Popolare Milano IBAN IT86W0320401400000000064500, intestato all’Istituto Italiano della Saldatura. Informazioni Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Istituto Italiano della Saldatura (Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova), Divisione Formazione, al numero 010 8341371 (Fax 010 8367780), oppure all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. 9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWL GLSURÀODWLDEXOER PHGLDQWHDSSURFFLORFDOL(°) C. M. Rizzo * W. Fricke ** Sommario / Summary Di fatto, la saldatura è il metodo di collegamento di gran lunga più utilizzato nella costruzione navale ma fin dalle prime applicazioni ci si rese conto che proprio dai cordoni di saldatura iniziano a propagarsi le rotture per fatica. Negli ultimi decenni i regolamenti delle società di classificazione navale hanno reso esplicite le verifiche a fatica dei dettagli strutturali e, verso la fine degli anni ‘90, alcuni regolamenti hanno adottato approcci di tipo locale in luogo del cosiddetto approccio ‘nominale’. Gli attuali regolamenti richiamano i documenti pubblicati dall’IIW (International Institute of Welding) ed adottano generalmente l’approccio della ‘tensione strutturale’ (hot spot). In questo articolo si prendono in esame i collegamenti di un tipico profilato di uso navale, il piatto a bulbo (Holland Profile), con lo scopo di determinarne la resistenza a fatica utilizzando gli approcci locali proposti dall’IIW e nella letteratura scientifica. L’applicazione di questi metodi nei casi esaminati non è agevole, né talvolta possibile o efficace. Si evidenziano infatti difficoltà nel seguire le raccomandazioni dell’IIW per la modellazione di una geometria relativamente complessa. Il bulbo è in sé un componente tridimensionale che interagisce con elementi piani che lo circondano: proprio da tale fatto derivano le difficoltà. Poiché non è possibile identificare uno spessore di riferimento del bulbo, l’individuazione dei punti di estrapolazione delle tensioni è incerta e spesso è causa del fatto che i risultati degli approcci siano non concordi fra loro e con i dati sperimentali. Il confronto tra i risultati numerici ottenuti con diversi metodi e con i rilievi sperimentali eseguiti dal Laboratorio Strutture Navali dell’Università di Genova e dall’Institute of Ship Structural Design and Analysis della Hamburg University of Technology cerca di ricostruire un quadro generale per determinare la validità e l’attinenza alla realtà degli approcci utilizzati e inoltre permette un’analisi critica delle modalità di applicazione dei diversi approcci per un caso pratico complesso valutando, qualora i metodi lo permettano, anche l’effetto del cordone di saldatura. (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 6 Workshop: “Affidabilità delle strutture e degli impianti”, Genova 26-27 Maggio 2011. * Università degli Studi di Genova – Genova. ** Hamburg University of Technology – Amburgo. As a matter of facts, welding is the joining method widely applied in shipbuilding and since the first applications it became evident that fatigue failures start exactly at weld seams. In the last decades, classification societies introduced explicit fatigue strength check formulae in their rules for shipbuilding and, in late nineties, some rules adopted local approaches in lieu of the so-called nominal stress approach. Current editions of rules mainly reference documents of the International Institute of Welding (IIW) and recommend the structural (hot-spot) stress approach. This paper is aimed at fatigue strength assessment of attachments of bulb plate stiffeners (Holland Profile), typical of shipbuilding structures, by applying local approaches proposed by IIW and in open literature. The application of these methods in the captioned cases is not always straightforward nor sometimes possible, neither effective. Difficulties in following the IIW suggestions for the FE modeling of relatively complex geometries are shown. Basically, the bulb itself is a 3D component interacting with 2D shells surrounding it: the 3D vs 2D mismatch is the source of complexity. Since a reference thickness of the bulb cannot be identified, even identification of stress points in postprocessing of FE analyses is difficult, being often cause of scatter and/or disagreement among different approaches. Comparisons among approaches and with available experimental data of tests carried out in the Ship Structures Laboratory of the University of Genova and in the Institute of Ship Structural Design and Analysis of the Hamburg University of Technology provide a general view of this topic and offer a critical review of the application of local approaches in rather challenging test cases evaluating, as far as possible, effects of weld geometry on fatigue strength. IIW Thesaurus Keywords: Crack propagation; design; fatigue cracks; fatigue strength; finite element analysis; girders; local effects; mathematical models; notch effect; sections; shipbuilding; simulating; stress analysis; structural members; structural steels; welded joints. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 177 &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL 1. Introduzione In letteratura sono stati presentati numerosissimi approcci atti ad indagare la vita a fatica dei giunti saldati. In generale le principali metodologie possono essere suddivise nelle seguenti categorie, in base al parametro che si assume governare il fenomeno della rottura a fatica, [1], [2]: I approccio della tensione nominale, che assume quale parametro che governa il fenomeno l’ampiezza di tensione nominale, determinata in funzione dei carichi esterni e delle proprietà della struttura in esame applicando teorie di carattere generale quale ad esempio la teoria della trave; II approccio della tensione strutturale (hot spot), in cui si utilizza l’ampiezza di tensione agente al piede della saldatura che comprende anche gli effetti locali dovuti alla discontinuità strutturale, ma non quelli dovuti all’intaglio; III approccio della tensione di intaglio (notch stress) che utilizza il cosiddetto “notch stress range”, o un parametro equivalente, in modo da considerare gli effetti di intaglio al piede o alla radice della saldatura, cioè includendo anche gli effetti di concentrazione dovuti al cordone, tipicamente non lineari; IV approccio della propagazione della frattura in cui si osserva e descrive l’incremento delle dimensioni della cricca in funzione del numero di cicli attraverso i metodi della meccanica della frattura (Legge di Paris Erdogan). L’International Institute of Welding (IIW) ha pubblicato negli ultimi anni vari documenti relativi ai metodi per la valutazione della resistenza a fatica delle strutture saldate (si vedano ad es. [3], [4], [5]), i quali sono stati in parte ripresi ed inglobati nei regolamenti per la costruzione delle navi delle società di classificazione, [6], [7], [8], anche se ad oggi in forma non completamente armonizzata tra i diversi regolamenti delle varie società, [9]. In questo articolo si prendono in esame i collegamenti del tipico profilato utilizzato in ambito navale, il piatto a bulbo (Holland Profile, HP), con lo scopo di determinarne la resistenza a fatica utilizzando gli approcci locali proposti dall’IIW e nella letteratura scientifica. L’applicazione di questi metodi nei casi esaminati non è agevole, né talvolta possibile o efficace. Si evidenziano infatti difficoltà nel seguire le raccomandazioni dell’IIW per la modellazione di geometrie relativamente complesse ma decisamente assai comuni in ambito navale. Il bulbo è in sé un componente tridimensionale che interagisce con gli elementi piani che lo circondano (anima del profilo ed eventuali elementi di collegamento): proprio da tale fatto derivano le difficoltà. Poiché non è possibile identificare uno spessore di riferimento del bulbo, l’individuazione dei punti di estrapolazione delle tensioni nei modelli di calcolo numerico è incerta e spesso è la causa del fatto che i risultati dei vari approcci siano non concordi fra loro e con i dati sperimentali. La disponibilità dei risultati di prove sperimentali su vari collegamenti di profilati a bulbo eseguite in passato presso il Laboratorio Strutture Navali dell’Università di Genova [10] e dall’Institute of Ship Structural Design and Analysis della Hamburg University of Technology [11], permette di valutare i limiti di applicabilità e l’at- 178 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH tendibilità dei risultati ottenuti con differenti metodi di calcolo della resistenza a fatica. Nel seguito sono presentati dapprima i collegamenti tra profilati a bulbo oggetto delle prove sperimentali con i corrispondenti risultati e quindi le analisi numeriche realizzate. Sono poi discusse l’applicabilità e l’efficacia dei vari metodi. 2. Risultati sperimentali 2.1 Prove eseguite nel Laboratorio Strutture Navali Nel 2005 sono state eseguite presso il Laboratorio Strutture Navali dell’Università di Genova prove a fatica su due differenti tipologie di collegamento fra profilati a bulbo in acciaio ad elevata resistenza: nel primo caso il giunto è stato realizzato saldando le sole anime dei profilati a bulbo e sovrapponendo una contropezza sulla testa del profilato come mostrato nella Figura 1, mentre nel secondo caso sia le anime sia i bulbi sono stati completamente saldati riempiendo il cianfrino (Fig. 1). In questo secondo caso ci si può aspettare una difettologia della saldatura di maggior entità. I modelli in prova erano costituiti da pannelli di lamiera (2400x1600 mm) rinforzati da profilati a bulbo HP 120 x 7 con intervallo di ossatura pari a 400 mm e costruiti secondo la usuale pratica di cantiere, [10]. Sono stati provati a fatica 8 pannelli, applicando un carico distribuito trasversalmente mediante una trave rigida per flettere il pannello come indicato nella Figura 1 con un carico pulsante (rapporto di carico R < 0.1). Sono stati provati quindi un totale di 12 dettagli con contropezza e 12 dettagli con saldatura completa dei bulbi. L’ampiezza di sollecitazione è stata definita per ogni prova in modo da ottenere una tensione nominale massima di flessione sulla testa dei bulbi inferiore allo snervamento. Sono stati applicati alcuni estensimetri sui profilati e sulla contropezza come suggerito in [3] al fine di osservare l’inizio della cricca sui giunti e per monitorare che il carico venisse ripartito equamente fra i rinforzi, [10]. &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL E’ opportuno notare che le imperfezioni di saldatura dovute alla produzione ed in particolare i disallineamenti dei rinforzi e della contropezza influenzano notevolmente la resistenza a fatica ma non sono stati eseguiti controlli delle saldature dopo la produzione per meglio caratterizzare i giunti in prova. E’ stato riscontrato che la cricca, dopo la sua nucleazione ed inizio, si propaga in relativamente pochi cicli nei quali raggiunge velocemente l’anima del rinforzo. In alcuni casi è stato possibile notare la cricca nella fase iniziale, in altri casi essa si è propagata repentinamente nell’anima del rinforzo dopo una prima propagazione a fatica nel bulbo, come mostrato nella Figura 2. In ogni caso la cricca si è sempre propagata dal piede dei cordoni di saldatura (Fig. 2). Al fine di continuare la prova sui giunti integri, sono state eseguite riparazioni man mano che avvenivano le rotture, mantenendo inalterate le condizioni di carico dei rinforzi ancora in prova. La contropezza, pur incrementando il modulo di resistenza della sezione e quindi limitando localmente al centro della campata il valore della tensione agente, crea problemi dal punto di vista della concentrazione di tensioni, poiché la sua presenza apporta una forte discontinuità geometrica alle sue estremità, influenzando la resistenza a fatica del dettaglio che è risultata inferiore a quella del dettaglio senza contropezza. I 12 + 12 dettagli per tipo sono stati analizzati statisticamente secondo quanto suggerito in [3]: la resistenza a fatica del dettaglio con contropezza è risultata pari a FAT 45, ovvero il range di tensione nominale che porta a rottura il dettaglio dopo 2 x 106 cicli con una probabilità del 97.7% è pari a 45 MPa, mentre la resistenza a fatica del dettaglio senza contropezza è risultata pari a FAT 84, [12]. A causa delle irrego- larità del cordone di saldatura e dei disallineamenti è stata riscontrata una notevole dispersione dei risultati, specialmente per il dettaglio con contropezza: la deviazione standard dei dati di vita a fatica con contropezza è pari a 0.30 (T N = N A90%: N A10% = 1:5.88) mentre quella dei dati senza contropezza è pari a 0.15 (TN = NA90%: NA10% = 1:2.39). 2.2 Prove eseguite presso l’Institute of Ship Structural Design and Analysis La Figura 3 mostra le tre varianti del collegamento fra profili HP 160 x 7 in acciaio normale da scafo sottoposto a prove di fatica presso il laboratorio tedesco: la prima simile al giunto senza contropezza fra profilati HP Figura 2 - Tipiche rotture a fatica dei dettagli provati presso il Laboratorio Strutture Navali, [12] Figura 1 - Modelli e corrispondenti dettagli provati presso il Laboratorio Strutture Navali, [12] 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH 179 &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL Figura 3 - Dettagli provati presso l’Institute of Ship Structural Design, [11] 120 x 7 descritto in precedenza, la seconda presenta un taglio del profilo del bulbo in modo da evitare il riempimento di saldatura ed i conseguenti difetti, la terza con un piatto di rinforzo posizionato sulla testa del bulbo ma senza saldatura del bulbo stesso, in analogia con il dettaglio con contropezza provato in Italia. I risultati delle prove sono riassunti nella Figura 4, [11]. Sono stati costruiti 7-8 modelli per ogni variante secondo la comune pratica di cantiere. Le prove sono state eseguite applicando un’ampiezza di sollecitazione uniforme di trazione pari a 63 MPa (range pari a 126 MPa) Figura 4 - Risultati delle prove eseguite presso l’Institute of Ship Structural Design, [11] 180 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH alle estremità opportunamente rinforzate come indicato nella Figura 3. Il rapporto di carico in questo caso era pari a R = -1. E’ possibile ricavare la resistenza a fatica a 2 milioni di cicli per le tre varianti che risulta rispettivamente pari a FAT 70 per la Variante 1, pari a FAT 43 per la Variante 2, pari a FAT 72 per la Variante 3. Si riscontra ancora una certa dispersione dei risultati, inferiore a quella delle prove precedenti. Si deve tuttavia segnalare che per la Variante 1 le rotture si sono in realtà verificate sull’anima del profilo a partire dallo scarico di saldatura così come per 2 delle 7 prove della Variante 3. Eliminando queste ultime prove dall’analisi statistica si ottiene per la Variante 3 una resistenza a fatica pari &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL TABELLA I - (t = spessore di riferimento della lamiera, w lato cordone saldatura, mm) Mesh rada Tipi di modello Dimensione elementi Punti di estrapolazione Mesh fine Tipo a Tipo b Tipo a Tipo b Shell t x t, max t x w/2* 10 x 10 mm 0.4 t x t o 0.4 t x w/2* 4 x 4 mm Solidi t x t, max t x w* 10 x 10 mm 0.4 t x t o 0.4 t x w/2* 4 x 4 mm Shell 0.5 t, 1.5 t (metà lato) 5/15 mm (metà lato) 0.4 t / 1.0 t (ai vertici) 4 / 8 / 12 mm (ai vertici) Solidi 0.5 t, 1.5 t (metà lato) 5/15 mm (metà lato) 0.4 t / 1.0 t (ai vertici) 4 / 8 / 12 mm (ai vertici) a FAT 70 (TN = NA90%: NA10% = 1:2.37). Non è possibile confrontare i risultati sperimentali dei giunti di testa provati in Italia con quelli della Variante 1 poiché quest’ultima ha presentato rotture solo sullo scarico di saldatura (Fig. 4). 3. Analisi numeriche con metodi locali Si deve innanzitutto evidenziare come non tutti i metodi locali siano applicabili ai dettagli presentati in precedenza. In particolare i giunti di testa senza contropezza e le Varianti 1 e 2 non presentano una discontinuità geometrica (notch) a meno che non si abbia un cordone di saldatura con dimensioni eccessive che crea al piede un intaglio acuto. In pratica, i metodi locali, ad esclusione di quelli che coinvolgono la meccanica della frattura, non sono adatti a questi casi e ad oggi l’approccio della tensione nominale sembra il più efficace da applicare in ambito industriale quando non siano applicabili gli approcci locali. A tal proposito sono disponibili utili indicazioni in [13] (vedi I-Pt.1, Sec. 20C, Ch. 5, Table 20.4) dove si riporta la resistenza a fatica per alcuni collegamenti di profili a bulbo ma non per gli stessi giunti di cui si sono descritte le prove in precedenza. Nel caso dell’approccio della tensione strutturale, ad esempio, la tensione al piede del cordone per i giunti di testa è per definizione uguale alla tensione nominale, se si escludono gli effetti dovuti ai disallineamenti. Nel seguito saranno quindi esaminati nel dettaglio e confrontati solo il caso di giunto con contropezza e la Variante 3. 3.1 Approccio della tensione strutturale La procedura raccomandata dall’IIW, [3], [4], per la determinazione della tensione strutturale è basata sulla tecnica di estrapolazione della tensione superficiale nel punto di hot spot, dove si prevede l’inizio della cricca. La tensione di hot spot è quindi legata alla geometria del dettaglio strutturale, mentre il picco non lineare di tensione dovuto alla geometria locale e all’irregolarità del profilo del cordone, viene escluso dall’estrapolazione perché l’effetto della presenza dell’intaglio è già considerata nelle curve S-N relative alle tipologie dei giunti (Fig. 5). Gli hot spot sono suddivisi in due tipologie dall’IIW, [3], [4]: di tipo “a” e di tipo “b”, in funzione della posizione Figura 5 - Estrapolazione della tensione strutturale e di intaglio, [3] e tipologie di hot spot, [4] Figura 6 - Mesh da utilizzare per il calcolo ad elementi finiti della tensione strutturale 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH 181 &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL TABELLA II - (rinforzo in flessione, valore massimo tra le linee di nodi) Elemento Dimensione Hot spot Tipo Mesh Estrapolazione SCF Note 20 node solid 20 node solid 10 node solid 20 node solid 20 node solid 8 node solid 10 mm 4 mm 4 mm t = 14.4 mm t = 14.4 mm 1 mm b b b a a Xiao-Yamada Coarse (IIW) Fine (IIW) Fine Fine (IIW) Fine (IIW) 1x1x1 Lineare Parabolica Parabolica Lineare Parabolica - 1.78 1.53 1.86 1.30 1.31 1.79 Linea A Linea B Linea B Linea C Linea C Tens. princip. Figura 7 - Geometria del dettaglio con contropezza e modello con mesh ad elementi tetraedrici, [14] ed orientazione rispetto alla direzione della sollecitazione, come indicato nella Figura 5. La tipologia e la dimensione degli elementi finiti comunemente utilizzati nei calcoli numerici per stimare la concentrazione di tensione sono stati stabiliti in [4] e riportati nella Tabella 1 e nella Figura 6. Poiché non è possibile identificare uno spessore di riferimento e quindi i punti di estrapolazione delle tensioni sulla testa del bulbo, sono stati eseguiti diversi calcoli, [14], [15], al fine di valutare quale fosse la tecnica più efficace da adottare per valutare la resistenza a fatica dei giunti provati presso il Laboratorio Figura 8 - Modelli FEM per la stima della tensione strutturale del dettaglio con contropezza, [14] 182 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH Strutture Navali. Come si può notare nella Figura 7 la geometria del modello è ideale e non riproduce le irregolarità del cordone reale di saldatura né i disallineamenti di tali giunti. La Figura 8 mostra i modelli ad elementi finiti realizzati con elementi solidi a mesh rada e a mesh fine, sia per hot spot di tipo “a” sia per hot spot di tipo “b” in accordo alle prescrizioni dell’IIW, [3]; i risultati delle estrapolazioni sono riportati nella Tabella 2 in termini di fattore di concentrazione (SCF) della componente di tensione longitudinale sulle linee lungo le quali si è riscontrato il massimo valore, in modo da considerare l’asimmetria del profilo che è stato sollecitato in flessione nel calcolo così come nelle prove. L’utilizzo della tensione principale in luogo della componente longitudinale in pratica non modifica la stima del fattore di concentrazione delle tensioni (SCF). Quale spessore di riferimento per gli hot spot di tipo “a” è stato considerato lo spessore della piattabanda di un profilo ad L equivalente avente le medesime caratteristiche geometriche della sezione resistente (area, inerzia), ovvero t = 14.4 mm. Il caso di mesh rada di tipo “a” non è compatibile con la geometria del dettaglio in esame. &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL Figura 9 - Modelli FEM per la stima della tensione strutturale del dettaglio Variante 3 La dimensione dell’elemento da adottare è, infatti, t × w/2 = 14.4 × 11.2 mm (essendo t > w/2, w lato del cordone di saldatura), mentre la larghezza della contropezza in corrispondenza del punto di hot spot è di soli 10 mm. La curva di resistenza raccomandata dall’IIW, [3], per l’approccio della tensione strutturale su giunti completamente caricati è FAT 90 e pertanto si può stimare un SCF target pari a 2 essendo la resistenza a fatica ricavata dai dati sperimentali FAT 45, mentre sarebbe leggermente maggiore considerando la curva FAT 100 suggerita dall’IIW per giunti solo parzialmente caricati (SCF = 2.22). L’approccio sembra non conservativo ma occorre considerare anche le irregolarità del cordone ed i disallineamenti, peraltro indicati anche dalla notevole dispersione dei risultati sperimentali. In [14] sono riportati i dettagli dei calcoli ed inoltre anche i risultati relativi TABELLA III - Rinforzo in trazione, valore massimo tra le linee di nodi Elemento Dimensione Hot spot tipo Mesh Estrapolazione SCF Note 20 node solid 4 mm b Fine (IIW) Parabolic 1.88 20 node solid 10 mm b Coarse (IIW) Linear 1.87 Vedi Figura 9 per linee estrapolazione 8 node solid 1 mm Xiao-Yamada 1x1x1 - 1.80 Tensione principale Figura 10 - Modelli di calcolo in accordo all’approccio suggerito da Xiao e Yamada 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH 183 &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL Figura 11 - Modelli di calcolo per il ‘notch stress approach’ ai modelli realizzati con elementi piani (shell) schematizzando il rinforzo a bulbo con un profilo a L equivalente. I modelli con elementi tetraedrici (Fig. 7), che non sono raccomandati dall’IIW, forniscono risultati leggermente superiori ma consentono una più agevole e veloce costruzione del modello di calcolo mediante algoritmi automatici di meshatura. Si può chiaramente identificare la Variante 3 come dettaglio di tipo “b”: i punti di estrapolazione delle tensioni sono quindi suggeriti in termini assoluti dall’IIW. I modelli di calcolo utilizzati sono illustrati nella Figura 9 mentre i risultati sono riportati nella Tabella 3 utilizzando le componenti longitudinali di tensione. Si avrebbe un limitato incremento utilizzando la tensione principale. In questo caso lo SCF target derivato dai dati sperimentali è pari a 1.42. E’ stata infatti assunta la curva di resistenza FAT 100 per l’approccio della tensione strutturale in considerazione della rastremazione del piatto di collegamento (si veda Table 3 in [4]), dai dati sperimentali si aveva una resistenza a fatica pari a FAT 70. Si deve inoltre considerare che il rapporto di carico delle prove era pari a R = -1, ovvero metà del range di tensione era in compressione, e che si tratta di sollecitazioni di pura trazione a differenza del caso precedente in cui il rinforzo era posto in flessione. D’altra parte, le prove in grande scala includono le tensioni residue di saldatura e pertanto la tensione media risulta modificata e viene generalmente conservativamente assunta tale da riportare il ciclo di tensione agente completamente in trazione. 3.2 r r Approccio della tensione 1 mm nello spessore (Xiao/Yamada) 3.3 La procedura proposta da Xiao e Yamada in [16], cui si rimanda per la descrizione del metodo, utilizza quale parametro che governa la rottura a fatica la tensione 1 mm nello spessore nella direzione in cui si prevede si propaghi la cricca ed utilizza la curva di resistenza FAT 100. Si rende necessaria una mesh relativamente fine, avente elementi di dimensione pari ad 1 mm o inferiore. I modelli di calcolo, costruiti con elementi solidi ad 8 nodi, sono illustrati nella Figura 10 ed il risultato in termini di fattore di concentrazione delle tensioni è riportato nella Tabella 2 e Tabella 3. A differenza di quanto suggerito in [16], è stata utilizzata la prima tensione principale invece della componente longitudinale di tensione che fornisce un valore inferiore di SCF (contropezza, SCF = 1.48; Variante 3, SCF = 1.64) poiché non considera gli effetti del campo di tensione legato all’asimmetria del profilo e alle tensioni di taglio nel caso di profilo in flessione. Applicare questo metodo ai giunti in esame implica due approssimazioni: 184 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH i giunti in esame sono assimilati al giunto cruciforme considerato da Xiao e Yamada in [16]; effettuare un calcolo con carico di flessione e non di sola trazione come nel caso proposto da XiaoYamada per il giunto con contropezza. Approccio della tensione di intaglio (notch stress) L’approccio della tensione di intaglio utilizza la tensione di picco elastico valutata in un intaglio con raggio di raccordo fittizio pari a 1 mm come proposto da Radaj, [3]. L’IIW ha recentemente pubblicato una guida per l’applicazione del metodo mediante l’utilizzo di metodi numerici, [5]. I modelli ad elementi finiti utilizzati in precedenza sono stati raffinati localmente in modo da ottenere al piede del cordone di saldatura un raggio di raccordo pari a 1 mm come mostrato nella Figura 11. Come suggerito in [5], sono stati utilizzati almeno 3 elementi con funzione di forma quadratica lungo il raggio di raccordo, ovvero elementi di dimensione pari o inferiore a 0.25 mm. Per il giunto con contropezza, il fattore di concentrazione della tensione (principale) è pari a 4.61. Utilizzando la curva di resistenza suggerita in [5], ovvero FAT 225, lo SCF target derivato è pari a 5.0 essendo la resistenza a fatica ottenuta dalla prove pari a FAT 45, quindi il calcolo risulterebbe non conservativo. &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL Occorre tuttavia considerare anche in questo caso disallineamenti ed irregolarità del cordone che diminuiscono la resistenza a fatica, rendendo la stima sostanzialmente aderente ai risultati sperimentali. Per la Variante 3, il fattore di concentrazione della tensione (principale) è pari a 4.50. Utilizzando la curva di resistenza suggerita in [5], ovvero FAT 225, lo SCF target è pari a 3.21 essendo la resistenza a fatica ottenuta dalle prove pari a FAT 70, quindi il calcolo risulta conservativo. Si deve notare come il valore della concentrazione di tensione dipenda anche dalla geometria della mesh e dalla dimensione e tipologia di elemento. Per dettagli tridimensionali di geometria relativamente complessa risulta piuttosto oneroso in termini di tempo raffinare la mesh in modo adeguato al piede del cordone di saldatura dove si vuole valutare la tensione di intaglio. 4. Discussione E’ opportuno notare che i dati sperimentali utilizzati come termine di paragone per le analisi numeriche derivano da prove in grande scala di strutture saldate relativamente diverse: i modelli provati in Italia, di maggiori dimensioni, presentano le irregolarità tipiche della costruzione navale sia in relazione ai disallineamenti sia in relazione ai difetti del cordone di saldatura, mentre i modelli provati in Germania sono stati costruiti per le prove di laboratorio e, pur in scala reale, presentano un minor livello di imperfezioni. Considerando quanto prescritto in [3] circa i disallineamenti (§3.8.2, p.99), si può affermare che nel caso di giunto con contropezza si hanno sia disallineamenti angolari sia assiali i cui effetti devono essere sommati e riducono la resistenza a fatica fino al 25%, cui si devono ancora aggiungere gli effetti dei difetti del cordone di saldatura. D’altra parte il numero delle prove è appena sufficiente per l’analisi statistica dei dati sperimentali nel primo caso (12 prove) mentre può dirsi non completamente sufficiente nel secondo caso. Infatti solo 5 delle 7 prove possono essere incluse nell’analisi, TABELLA IV - (* include tutte le 7 prove, a = rispetto a FAT 100, b = rispetto a FAT 90) Analisi statistica prove Dati sperimentali Deviazione standard normalizzata St. Dev. = 0.20 Contropezza Variante 3 N (PS = 50%) 4 1.7 x 10 6.1 x 105 V (PS = 50%) 345 MPa 126 MPa TN (St. Dev.) 1:5.88 (0.30) 1:1.93 (0.11*) N (PS = 97.7%) 2 x 106 2 x 106 V (PS = 97.7%) 52 MPa 63 MPa TN 1:3.25 SCF target 1.74 (1.93 ) b come accennato in precedenza, e fra queste ultime soltanto 3 hanno evidenziato chiaramente la propagazione della cricca iniziale a partire dal piede del cordone di saldatura, [11]. Seguendo quanto riportato in [1] (§2.2, p. 17-29), è possibile rianalizzare statisticamente i dati sperimentali utilizzando una deviazione standard “normalizzata” pari ad esempio a 0.2 sulla vita a fatica (TN = NA90%: NA10% = 1:3.25) in modo da poter confrontare meglio i dati disponibili, mitigando la notevole dispersione di quelli italiani e la ridotta dispersione dovuta alle poche prove disponibili di quelli tedeschi. La Tabella 4 riporta la resistenza a fatica ottenuta nelle prove sperimentali con probabilità di sopravvivenza pari al 50% V (PS = 50%) ed il corrispondente numero di cicli N (PS = 50%), ovvero i valori medi della banda di dispersione delle prove, e la resistenza a fatica a 2 milioni di cicli con probabilità di sopravvivenza PS pari al valor medio meno due volte la deviazione standard, V (PS = 97.7%) o FAT, utilizzando la deviazione standard normalizzata come accennato. E’ inoltre indicato il corrispondente valore target di SCF l’approccio della tensione strutturale. I dati sperimentali analizzati in questo modo appaiono ora in miglior accordo con le stime numeriche. Con riferimento all’approccio della tensione strutturale, è stato evidenziato che è opportuno considerare il dettaglio con contropezza di tipo “b”, come la Variante 3. Considerando i disallineamenti e la difettologia di saldatura si può affermare che i dati 1:3.25 a 1.59a sperimentali sono in linea con quelli calcolati. L’asimmetria del profilo rispetto alla contropezza contribuisce ad aumentare la concentrazione di tensione e probabilmente sarebbe anche opportuno considerare la tensione principale invece della componente longitudinale, come suggerito per l’approccio Xiao-Yamada. Il metodo della tensione strutturale è relativamente conservativo per la Variante 3 rispetto ai dati sperimentali, di cui si è discusso in precedenza. Non è stata notata in questo caso la differenza fra la stima dello SCF con mesh rada e mesh fine citata in [17] e [18] per dettagli simili. Per il metodo della tensione di intaglio si deve evidenziare la difficoltà nella costruzione del modello con raggio di raccordo di 1 mm al piede del cordone di saldatura per geometrie complesse come quelle in esame. 5. Conclusioni La presente memoria ha riesaminato i dati di prove sperimentali eseguite in passato presso il Laboratorio Strutture Navali dell’Università di Genova e dall’Institute of Ship Structural Design and Analysis della Hamburg University of Technology con lo scopo di verificare l’applicazione degli approcci locali di verifica della resistenza a fatica delle strutture saldate recentemente codificati da alcuni documenti dell’IIW e nei regolamenti delle società di classificazione. E’ stato evidenziato come per un giunto saldato tipico della costruzione navale non sia possibile per tutte 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH 185 &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL le varie configurazioni applicare gli approcci locali, se si esclude quello dell’analisi della propagazione della frattura, il quale tuttavia comporta un notevole onere computazionale e risultati fortemente legati alla qualità dei dati di input. In pratica è stato possibile applicare gli approcci locali solo per le configurazioni che, oltre ai profilati da collegare, includono anche un elemento di giunzione (contropezza o Variante 3). Un’adeguata analisi statistica dei dati delle prove e la successiva correzione per considerarne la dispersione ha consentito di ottenere una stima relativamente plausibile per i fattori di concentrazione delle tensioni (SCF) da considerare come target per le simulazioni numeriche. I calcoli numerici, eseguiti in accordo ai suggerimenti dei documenti dell’IIW e disponibili in letteratura scientifica, sono in buon accordo con i target ricavati dai dati sperimentali a disposizione, anche se occorre segnalare che in taluni casi si possono avere valutazioni non conservative e che l’esperienza ed il giudizio dell’analista rimangono fondamentali per una corretta impostazione del calcolo ed interpretazione dei risultati. Nell’analisi dei risultati numerici sono state evidenziate alcune discrepanze rispetto a quanto suggerito dall’IIW ed in [16], in particolare relativamente alla componente di tensione da utilizzare nella verifica. In effetti, le geometrie in esame risultano piuttosto complesse anche in relazione all’asimmetria del campo di tensione ed alcuni degli approcci locali esaminati risultano di difficile applicazione. In conclusione, si deve sottolineare come risultino necessarie prove sperimentali, anche in grande scala, non solo per validare ma anche per impostare in modo corretto le analisi numeriche. Ringraziamenti Il presente lavoro è stato eseguito nell’ambito di un progetto di ricerca congiunto finanziato dalla fondazione tedesca Alexander Von Humboldt. I modelli FEM del dettaglio con contropezza per l’approccio della tensione strutturale sono stati preparati dall’Ing. G. Notaro per la tesi di laurea. This work has been carried out in the framework of a cooperation exchange project funded by the Alexander Von Humboldt Stiftung, Germany. %LEOLRJUDÀD [1] Radaj D., Sonsino C.M., Fricke W. (2006). Fatigue assessment of welded joints by local approaches (2nd Edition). Woodhead Publishing Ltd, Abington, Cambridge UK, ISBN-13: 978 1 85573 948 2 [2] Radaj D., Sonsino C.M., Fricke W. (2009). Recent developments in local concepts of fatigue assessment of welded joints. Int. J. Fatigue 31, 2-11 [3] Hobbacher H. (2007). Recommendations for fatigue design of welded joints and components, IIW Document XIII-2151r1-07 / XV-1254r1-07 (Revision of Doc. XIII-1539-96 / XV-845-96 and of Doc. IIW Document XIII1965-03 / XV-1127-03), International Institute of Welding, Paris [4] Niemi E., Fricke W., Maddox S.J., Fatigue Analysis of Welded Components - Designer’s Guide to the Hot-Spot Stress Approach, Woodhead Publ., Cambridge 2006, ISBN-13: 978 1 84569 124 0 [5] Fricke W. (2008). Guideline for the Fatigue Assessment by Notch Stress Analysis for Welded Structures, IIWDoc. 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DINAV Univ. di Genova (Italy) 186 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH &05L]]RH:)ULFNH9HULÀFDDIDWLFDGLJLXQWLGLSURÀODWLDEXOERPHGLDQWHDSSURFFLORFDOL [11] Fricke W. (1986). Untersuchungen zur Schwingfestigkeit von Längsspantsößen aus HP-Profilen, Schiff und Hafen, Kommandobrücke, Heft 2/1986 [12] Fricke W., Feltz O., Paetzold H., Rizzo C., Casuscelli F., (2010). Deliverable D 3.4 for months 37-72 MARSTRUCT EU Network of Excellence on Marine Structures, Project Nº: FP6-PLT-506141, Contract Nº.: TNE3CT-2003-506141, http://www.mar.ist.utl.pt/marstruct/ [13] Germanisher Lloyd, (2010). GL Rules & Guidelines, Hamburg (www.gl-group.com) [14] Notaro G., 2007. Local approaches to estimate the fatigue life of welded structural details, Msc Thesis, Tutors: Rizzo C.M., Garbatov Y., DINAV Univ. of Genova (Italy) [15] Casuscelli F., Notaro G. Rizzo C.M., Codda M. (2007). 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Practical Design of Ships and Other Floating Structures, Rio de Janeiro, RJ, Brazil Cesare Mario RIZZO ha conseguito la Laurea in Ingegneria Navale ed il Dottorato di Ricerca in Discipline Progettuali Navali e Nautiche presso l’Università di Genova; è attualmente ricercatore presso il DINAEL dell’Università di Genova afferendo al settore scientifico disciplinare “Costruzioni ed impianti navali e marini”. Tra l’altro, si occupa delle prove sperimentali in grande scala ed al vero presso il Laboratorio Strutture Navali del DINAEL. Ha partecipato a vari progetti di ricerca sulle strutture navali e recentemente la fondazione Alexander Von Humboldt gli ha finanziato un progetto di ricerca sulla fatica delle strutture navali in cooperazione con la Hamburg University of Technology. E’ membro di varie associazioni e comitati tecnico-scientifici. E’ docente dei corsi di Costruzioni Navali per i corsi di Laurea e Dottorato in Ingegneria Navale ed Ingegneria Nautica dell’Università di Genova e dell’Accademia Navale di Livorno. E’ autore di oltre 70 pubblicazioni scientifiche e di alcune pubblicazioni di carattere didattico utilizzate nei corsi di Laurea. Wolfgang FRICKE è attualmente Direttore dell’Institute of Ship Structural Design and Analysis della Hamburg University of Technology (TUHH). Ha conseguito la Laurea in Ingegneria Navale nel 1974 studiando presso le università di Hannover ed Amburgo (Germania) ed il Dottorato di Ricerca nel 1985, dopo aver lavorato per 5 anni presso il cantiere navale Thyssen Nordseewerke di Emden (Germania). Dal 1986 al 2000 ha lavorato presso la società di classificazione Germanisher Lloyd ad Amburgo, partecipando a numerosi progetti di ricerca e sviluppando, tra l’altro, i regolamenti per le verifiche a fatica delle strutture navali. Successivamente è diventato professore di costruzioni navali presso TUHH, occupandosi oltre che dei corsi curricolari, di numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali. E’ membro di svariate associazioni e comitati tecnici ed attualmente è il Chairman dello Standing Committee dell’International Ship and Offshore Structures Congress 2012. Ha pubblicato più di 150 lavori tra i quali i libri “Fatigue Assessment of Welded Joints by Local Approaches” e “Fatigue Analysis of Welded Components – Designer’s Guide to the Hot-Spot Stress Approach” per Woodhead Publishing. 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH 187 . www.grafocom.it Struttura solida, qualità costante TECNOELETTRA S.p.A. via Naz Nazionale, 50a-70 - 23885 Calco [LC] Italy - tel. +39 039 9910429 - fax +39 039 9910431 - [email protected] - www.tecnosa.it 4XDOLÀFD]LRQHGLXQVLVWHPDGLFRQWUROOR XOWUDVRQRURLQDFFRUGRDOOH 5DFFRPDQGD]LRQLGHO&RGLFH(°) DNV OS-F101 F. Bragotto * G. Cataldo * G. Didonna * Sommario6XPPDU\ Nell’ultimo decennio il controllo con ultrasuoni automatici (AUT) ha gradualmente sostituito la radiografia come metodo d’ispezione standard sulle saldature circonferenziali delle condotte offshore ed onshore. L’utilizzo di criteri di accettabilità basati sulla meccanica della frattura, al posto dei cosiddetti criteri di “good workmanship”, ha comportato non solo la necessità di valutare il difetto in termini di altezza e profondità, ma di misurare anche l’efficacia del sistema AUT nel garantire, con un prestabilito livello di confidenza statistica e di ripetibilità, che indicazioni di altezza critica per l’integrità della condotta siano rilevate e dimensionate. Ad oggi lo standard più completo in materia di controlli AUT è il codice DNV OS-F101 (Det Norske Offshore Standard OS-F101: Submarine Pipeline Systems), il quale attraverso la DNV-RP-F118 (Pipe Girth Weld AUT System Qualification and Project Specification Procedure Validation) fissa le linee guida per qualificare un sistema AUT per l’ispezione di saldature circonferenziali di condotte offshore. Il presente articolo riassume la metodologia di lavoro seguita nell’ultima qualificazione DNV del sistema AUT Saipem (2011) con i principali risultati conseguiti. Fitness for Service), in lieu of “good workmanship” criteria, requires the need to evaluate not only the flaws in terms of vertical height and depth, but to measure the AUT system capability in order to assure that flaws with critical height for the integrity of the pipeline can be detected and sized with a certain statistical confidence and with repeatability. As regards the AUT inspection today the most complete standard is the DNV OS-F101 code (Det Norske Offshore Standard OS-F101: Submarine Pipeline Systems), which states the guidelines to qualify an AUT system for the inspection of submarine pipeline girth welds by the DNV-RP-F118 (Pipe Girth Weld AUT System Qualification and Project Specification Procedure Validation). The Saipem AUT system has been qualified different times in compliance to DNV code by detailed qualification programs aimed to evaluate statistically the system capability in order to detect flaws with small dimensions in line of progressively stricter acceptance criteria. This process and the decennial experience in performing this inspection technique has allowed ambitious pipeline design in terms of loads and installation criticalities with consequent advantages on aggressive markets like the offshore market. In the last decade the AUT (Automated Ultrasonic Inspection) technique has gradually replaced the radiographic inspection as standard inspection method on the girth welds of offshore and onshore pipelines. The use of acceptance criteria based on the fracture mechanics (ECA, Engineering Critical Assessment or FFS, IIW Thesaurus Keywords: (°) Memoria presentata al Convegno “La saldatura nella fabbricazione e nella manutenzione di oleodotti e gasdotti in acciaio: come stanno cambiando processi, materiali, tecnologie e normative”. Milano, 22 Marzo 2012 * Saipem SpA - San Donato Milanese (Mi) Automatic control; circumferential welds; GMA welding; marine environment; nondestructive testing; Norway; offshore structures; pipeline steels; pipelines; process qualification; recommendations; submerged arc welding; ultrasonic testing. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 189 )%UDJRWWRHWDO4XDOLÀFD]LRQHGLXQVLVWHPDGLFRQWUROORXOWUDVRQRURLQDFFRUGRDOOH5DFFRPDQGD]LRQLGHO&RGLFH'1926) La qualificazione è stata condotta in accordo alle richieste della normativa DNV OS-F101 [1] ed alle Raccomandazioni della DNV RP-F118 [2]. 3URJUDPPDGLTXDOLÀFD]LRQH Introduzione Il sistema AUT Saipem (Olympus PipeWizard V4) è stato soggetto ad un processo di qualificazione al fine di stabilire la performance generale del sistema ad ultrasuoni automatici (Automated Ultrasonic Testing - AUT) nell’ispezione di saldature circonferenziali. Il programma è stato indirizzato al controllo delle configurazioni del cianfrino utilizzate tipicamente nell’installazione (Fig. 1, J-bevel) e nella prefabbricazione (Fig. 2, X-bevel) delle condotte offshore ed onshore. La performance del sistema è stata valutata principalmente in termini di: r capacità di rilevare indicazioni di dimensione minima, compatibili con i restrittivi criteri d’accettabilità richiesti sulle condotte soggette a molteplici carichi (installazione, esercizio, fatica); r accuratezza nel dimensionamento in altezza dell’indicazione rilevata. Il sistema AUT è progettato per l’ispezione delle saldature circonferenziali attraverso la tecnica pulse-echo (incluso il metodo tandem) con l’utilizzo di sonde Phased Array (PA), supportata dalla tecnica TOFD (Time of Flight Diffraction). Tale ispezione è basata principalmente sull’approccio “zonal discrimination”, ovvero sulla divisione della saldatura in zone di altezza massima 3 mm ed ispezione delle stesse attraverso fasci ultrasonori focalizzati. Tipicamente si distinguono le zone di superficie (radice - root ed ultima passata di saldatura - cap) e le zone del riempimento della saldatura (fill). Un blocco di calibrazione progettato sul cianfrino da ispezionare e contenente riflettori di dimensione nota in posizioni dove la difettologia è attesa (con copertura 100% dell’intera saldatura) è realizzato per la calibrazione su ogni tipo di materiale, diametro spessore e procedura di saldatura. L’accuratezza di fabbricazione del blocco e dei suoi riflettori richiede lavorazioni ad elettroerosione, onerose e lunghe ma inevitabili, visto che la Figura 1 – Tipica configurazione J-bevel 190 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH qualità del blocco è condizione irrinunciabile per la bontà e l’affidabilità dell’ispezione AUT. Il programma di qualificazione ha previsto tre macroattività: r test di ripetibilità del sistema d’ispezione; r test di temperatura; r test di affidabilità nel dimensionamento delle indicazioni. Test di ripetibilità Per verificare la ripetibilità del sistema d’ispezione nelle condizioni operative 5G e 2G, le seguenti attività sono state eseguite: r 10no. scansioni sul blocco di calibrazione ad ore 12 in posizione 5G; r 10no. scansioni sul blocco di calibrazione ad ore 6 in posizione 5G; r 10no. scansioni sul blocco di calibrazione in posizione 2G; r 3no. scansioni su una saldatura difettosa con la banda AUT sistemata nella posizione nominale; r 3no. scansioni su una saldatura difettosa con la banda AUT sistemata con uno scostamento di -1,0 mm rispetto alla posizione nominale; r 3no. scansioni su una saldatura difettosa con la banda AUT sistemata con uno scostamento di +1,0 mm rispetto alla posizione nominale. Figura 2 – Tipica configurazione X-bevel )%UDJRWWRHWDO4XDOLÀFD]LRQHGLXQVLVWHPDGLFRQWUROORXOWUDVRQRURLQDFFRUGRDOOH5DFFRPDQGD]LRQLGHO&RGLFH'1926) Figura 3 – Test di ripetibilità sul blocco di calibrazione (ore 12) in posizione 5G I test di ripetibilità hanno dimostrato una buona consistenza nella sequenza delle scansioni: le deviazioni rispetto alla calibrazione nominale sono risultate ampiamente all’interno dell’intervallo ± 2 dB (come mostrato dalla Figura 3). I test di ripetibilità eseguiti sulla saldatura difettosa con la banda scostata rispetto alla posizione nominale (±1,0 mm) hanno dimostrato deviazioni sull’ampiezza (A-scan) dei riflettori, imputati alla rilevazione delle indicazioni selezionate, all’interno dell’intervallo ± 2 dB (come mostrato dalla Figura 4). Figura 4 – Test di ripetibilità (band offset) sulle 8no. indicazioni selezionate sulla saldatura difettosa Test di temperatura r Per verificare che la performance dell’ispezione non sia influenzata dalla differenza di temperatura tra il blocco di calibrazione e la saldatura (visto che in offshore la tempistica è estremamente critica e si cerca di ispezionare la saldatura alla massima temperatura a cui il sistema AUT è documentato affidabile, mantenendo il blocco di calibrazione a temperatura ambiente), è stato effettuato un test di temperatura come segue: r scansione del blocco di calibrazione mantenuto a temperatura ambiente; 1no. scansione di una saldatura difettosa; r riscansione del blocco di calibrazione mantenuto a temperatura ambiente; r 15no. scansioni consecutive della stessa saldatura difettosa riscaldata almeno a 90 °C tra una scansione e l’altra. Ogni scansione è preceduta e seguita da una scansione sul blocco di calibrazione mantenuto a temperatura ambiente. Tale sequenza è considerata rappresentativa delle condizioni operative offshore. Le deviazioni delle massime ampiezze (A-scan) rilevate nei riflettori imputati alla rilevazione delle 7no. indicazioni in oggetto sono risultate all’interno dell’intervallo ± 2 dB rispetto alla scansione eseguita a temperatura ambiente (come mostrato nella Figura 5). 7HVWGLDIÀGDELOLWj Figura 5 – Test di temperatura sulle 7no. indicazioni selezionate sulla saldatura difettosa I test di affidabilità hanno previsto: r la produzione di 16 saldature (con preparazioni a J) con difetti tipici del procedimento di saldatura GMAW; r la produzione di 15 saldature (con preparazioni a X) con difetti tipici del procedimento di saldatura SAW; r l’ispezione AUT delle 31 saldature difettose scansionate in senso orario ed anti-orario con relativo dimensionamento eseguito da 2 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH 191 )%UDJRWWRHWDO4XDOLÀFD]LRQHGLXQVLVWHPDGLFRQWUROORXOWUDVRQRURLQDFFRUGRDOOH5DFFRPDQGD]LRQLGHO&RGLFH'1926) Figura 6 – Preparazione J - Curva PoD generale Figura 7 – Preparazione X - Curva PoD generale operatori indipendenti; ispezione delle 31 saldature difettose con metodi CND convenzionali (radiografia, ultrasuoni manuali ed ispezione visiva); r comparazione delle ispezioni AUT - RT - MUT - VT e conseguente selezione di 120 indicazioni per il processo GMAW e 95 per il processo SAW da sezionare attraverso delle macro per misurare la massima altezza e la relativa profondità. Il codice DNV [1] richiede la produzione di saldature che contengano difetti rappresentativi del processo di saldatura adoperato. Nel dettaglio per il processo GMAW (preparazione a J) r sono stati richiesti almeno : r 29 indicazioni nell’area della root (prima passata); r 29 indicazioni nell’area della hot pass (seconda passata); r 29 indicazioni giacenti sui lembi del cianfrino nell’area dei fill (riempimento della saldatura); r 29 indicazioni nel cap; r 2 inclusioni di rame; r 2 nidi di porosità (cluster porosity); r 2 mancate fusioni tra le passate (inter-run LOF). Per il processo SAW (preparazione ad X) sono richiesti: r 29 indicazioni nell’area del cap interno (ID area); r 29 indicazioni nell’area della pe- 192 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH netrazione al vertice (cross penetration); r 29 indicazioni nell’area del cap esterno (OD area); r 2 inclusioni di rame; r 2 nidi di porosità (cluster porosity). In accordo al codice DNV [1], è stata calcolata la curva PoD (Probability of Detection) come principale misura di affidabilità del sistema d’ispezione AUT. Lo scopo della curva in oggetto è valutare la più piccola indicazione (in termini di altezza) che il sistema è capace di rilevare con una rilevanza statistica prestabilita. L’indicazione minima deve ovviamente essere compatibile con le dimensioni del difetto critico stimate da un approccio ECA (Engineering Criticality Assessment) sulla base del procedimento di saldatura utilizzato e dei carichi previsti. Nell’ispezione AUT la PoD si basa sulla totalità delle indicazioni rilevate in quanto generanti una risposta ultrasonora di entità superiore ad una determinata soglia (il cosiddetto threshold) e sulle indicazioni perse (poiché inferiori a tale soglia). Il livello di confidenza dà un’indicazione dell’affidabilità dei risultati: il 95% di confidenza garantisce che 95 volte su 100 il test non dia una curva PoD più bassa di quella calcolata. Un’altezza dell’indicazione rilevata al 90% della PoD con un livello di confidenza del 95% è considerato il target per definire affidabile l’ispezione AUT per quella dimensione di difetto. Riguardo alla tipologia, un approccio di questo tipo considera tutti i difetti come planari (secondo il principio ECA). La Figura 6 mostra la curva PoD generale ottenuta sulle 120 osservazioni indipendenti collezionate sull’ispezione AUT della preparazione a J, saldata attraverso il metodo GMAW. L’altezza dell’indicazione corrispondente al 90% della curva PoD con un livello di confidenza pari al 95% è pari a 0,8 mm. La Figura 7 mostra la curva PoD generale ottenuta sulle 95 osservazioni indipendenti collezionate sull’ispezione della preparazione ad X, saldata attraverso il metodo SAW. L’altezza dell’indicazione corrispondente al 90% della curva PoD con un livello di confidenza pari al 95% è pari )%UDJRWWRHWDO4XDOLÀFD]LRQHGLXQVLVWHPDGLFRQWUROORXOWUDVRQRURLQDFFRUGRDOOH5DFFRPDQGD]LRQLGHO&RGLFH'1926) Figura 9 – Preparazione X - Inaccuratezza nel dimensionamento dell’altezza Figura 8 – Preparazione J - Inaccuratezza nel dimensionamento dell’altezza a 0,6 mm. Come riportato nel paragrafo precedente, il sistema AUT deve dimostrare di rilevare affidabilmente la più piccola indicazione accettabile in relazione allo specifico criterio di accettabilità. In accordo al codice DNV [1] l’accuratezza è data dall’altezza dell’indicazione per la quale ho una probabilità di sottodimensionare (undersizing) la stessa inferiore al 5%. La valutazione dell’accuratezza nel dimensionamento dell’altezza è eseguita comparando il valore rilevato dagli AUT con quello massimo misurato nelle macro (sezioni trasversali della saldatura con lucidatura della superficie e conseguente attacco) eseguite attorno la posizione presunta di massimo rilevata dagli AUT. L’inaccuratezza è misurata come differenza tra il valore rilevato dagli AUT e quello effettivamente misurato dalle macro. L’inaccuratezza è considerata generalmente distribuita normalmente ed il 5% è appunto ricavato dalla coda di tale distribuzione. La Figura 8 mostra i risultati ottenuti plottando il dimensionamento degli AUT contro quello Figura 10 – Esempio di criterio di accettabilità AUT misurato nelle macro in relazione alle 120 osservazioni selezionate sull’ispezione della preparazione a J (GMAW). La media delle singole inaccuratezze è pari circa a 0,1 mm, mentre l’accuratezza pari al 5% di undersizing è -0,27 mm, cioè rispetto a tale valore c’è una probabilità più bassa del 5% di sottodimensionare l’indicazione. La Figura 9 mostra i risultati ottenuti attraverso le 95 osservazioni selezionate sull’ispezione della preparazione ad X (SAW). La media delle inaccuratezze è pari circa a 0,1 mm, mentre l’accuratezza pari al 5% di undersizing è -0,13 mm. Sia la PoD che l’accuratezza nel dimensionamento delle indicazioni sono parametri che devono essere utilizzati in relazione allo specifico criterio di accettabilità da applicare, generalmente ricavato da un’ECA. Come precedentemente affermato la curva PoD rappresenta una descrizione statistica dell’abilità del sistema AUT nella rilevazione di indicazioni di una certa altezza; quindi l’obiettivo della valutazione della PoD è documentare se il sistema in oggetto è capace o meno di valutare in maniera affidabile indicazioni di dimensione critica in relazione alla specifica accettabilità da applicare. Perciò è importante che l’altezza pari al 90% della PoD con un livello di confidenza pari al 95% sia comparabile all’altezza più piccola accettabile 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH 193 )%UDJRWWRHWDO4XDOLÀFD]LRQHGLXQVLVWHPDGLFRQWUROORXOWUDVRQRURLQDFFRUGRDOOH5DFFRPDQGD]LRQLGHO&RGLFH'1926) dall’ECA da applicare. Lo scopo del valore di accuratezza calcolato come undersizing è correggere l’altezza derivata dall’ECA per garantire che tutte le indicazioni che superino il più piccolo valore di altezza accettabile siano rigettate. Esempio: se per una determinata lunghezza la più piccola altezza accettabile per l’ECA è pari ad un’altezza di 1,0 mm e la nostra inaccuratezza nel sottodimensionare le indicazioni è pari a 0,3 mm, la più piccola altezza accettabile per gli AUT diverrà 0,7 mm (pari a 1,0 mm – 0,3 mm). In termini di PoD il sistema risulterà qualificato per tale ispezione se l’altezza relativa al 90% della curva PoD con il 95% di livello di confidenza è pari almeno a 1,0 mm. La Figura 10 mostra la curva dell’ECA corretta dall’accuratezza del metodo d’ispezione AUT ed un esempio di accettabilità conseguente. Conclusioni I dati documentati dalla qualificazione DNV sono considerati validi per l’ispezione AUT di condotte in acciaio al carbonio, le cui saldature circonferenziali sono preparate con cianfrini a J, X o misti (J and X). Variazioni negli angoli del cianfrino, negli spessori o diametri da ispezionare all’interno di un determinato intervallo non sono considerate variabili essenziali e quindi non necessitano di una ri-qualifica della metodologia d’ispezione. In questa specifica qualificazione, l’utilizzo di saldature di diverso diametro (da 20” a 48”) e spessore (da 15,9 mm a 41,0 mm) ha consentito di poter qualificare il sistema ad ampio spettro. In particolare tale programma ci consentirà nel prossimo futuro di validare il sistema AUT sulle richieste dello specifico progetto, al fine di verificare che siano garantiti %LEOLRJUDÀD [1] Det Norske Veritas Offshore Standard OS-F101: Submarine Pipeline Systems (DNV OS-F101). [2] Det Norske Veritas Recommended Practice RP-F118: Guidelines for Pipe Girth Weld Automatic Ultrasonic Testing - Qualification, October 2010. i target documentati durante il processo di qualificazione. L’importanza di avere un sistema di elevata capacità di rilevazione e dimensionamento di piccole discontinuità in maniera ripetibile consente oggi di poter pensare a design ambiziosi e complessi. In ambiti critici, quali scenari di carichi d’installazione, esercizio e fatica con fluidi anche fortemente corrosivi, l’affidabilità del sistema di controllo diventa requisito fondamentale per progettare giunti saldati che garantiscano determinate caratteristiche meccaniche e metallurgiche. Il trend attuale prevede la progettazione di condotte di alto diametro e spessore, nonché l’impiego di materiali esotici la cui risposta ultrasonora è di difficile interpretazione. In questo ambito il goal è ottenere risultati similari a quelli riscontrati in tale qualificazione che consentano di poter installare e mettere in opera infrastrutture sottomarine con notevole livello di affidabilità. Naturalmente tali risultati possono essere garantiti non solo grazie ad un potente sistema d’ispezione, ma anche e soprattutto grazie all’abilità del personale AUT (interpreti, supervisori), consolidata attraverso una decennale esperienza maturata in laboratorio a progettare e qualificare set-up d’ispezione ed in campo di fronte alle reali esigenze operative. Filippo BRAGOTTO, graduated engineer (Materials) at the Università degli Studi di Padova in 2003. From 2004 employee of Saipem in the Welding / Materials / NDT Department as NDT engineer. From 2008 nominated as technical reference for NDT engineering in Saipem Corporate. Provided NDT coordination and engineering services for many Saipem projects (i.e Nord Stream) for conventional NDT methods and advanced UT techniques: AUT on pipelines girth welds, TOFD and Phased Array Techniques. Level 3 according to ISO 9712 / EN 473 in UT, RT, MT and PT and IWI-C. Giuseppina CATALDO, graduated engineer (Università degli Studi di Palermo) on 1995. Since 2001 in Saipem S.p.A. WELD Department, first covering the role of NDT Engineer and Coordinator, then progressively involved in Welding and Material up to the actual role of Corporate Welding, NDT and Material Manager. More than 10 years experience in sealine and pipeline projects performed by Saipem in deep and shallow water, including SCRs and fatigue sensitive sealines and Corporate Reference for Saipem worldwide. Level 3 according to ISO 9712 / EN 473 in UT, RT, MT and PT. Giambattista DIDONNA, graduated mechanical engineer (Politecnico di Bari) in 2005. From 2006 employee of Saipem SpA in the Welding, Material and NDT Dept. as NDT engineer. In 2007 - 2009 NDT coordination and engineering services for conventional NDT methods on onshore projects (pipeline, gas plant, offshore modules) in Nigeria. From 2009 NDT coordination on Saipem flowline and SCR projects (i.e Jack Saint Malo, Big Foot, etc..) for conventional NDT methods and advanced UT techniques (Automated UT and TOFD techniques). Level 3 in RT, MT and PT and Level 2 in UT according to ISO 9712 / EN 473 and IWI-C. 194 5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ0DU]R$SULOH trafimetdistribution.com TPLUS TORCE PROFESSIONALI AD ALTE PRESTAZIONI YOUR WELDING PARTNER ND TRAF IM ET BRA TPLUS è la nuova gamma di torce Trafimet per saldatura MIG/MAG, disponibili sia con raffreddamento ad aria che ad acqua. ALS ED O RIGIN La torce TPLUS sono torce professionali ad alte prestazioni che garantiscono un ottimo raffreddamento, grazie agli speciali corpi torcia in alluminio. I ricambi delle torce TPLUS, compatibili con i maggiori standard europei, sono disponibili anche in confezione blister. Trafimet Distribution | Tel. +39 0444 739800 | Fax +39 0444 739899 | [email protected] Taglio di precisione per dettagli d’alta classe Gas, tecnologie e servizi per il taglio e la saldatura Rivoira offre soluzioni dedicate agli operatori del settore manifatturiero Metal Fabrication, in cui opera con successo dall’inizio del secolo scorso. L’offerta Rivoira comprende le linee di gas e miscele LaserStarTM e STARGAS®, dedicate rispettivamente alle applicazioni di taglio laser ed ai processi di saldatura. La qualità dei prodotti e dei servizi forniti, così come la volontà di soddisfare le esigenze e le aspettative dei propri clienti sono alla base del successo Rivoira. Rivoira S.p.A. - Gruppo Praxair Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 [email protected] * il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato. www.rivoiragas.com Panorama sulla normativa europea per la qualita’ in saldatura (°) F. Lezzi * M. Buono Sommario / Summary Con riferimento ai contenuti della norma UNI EN ISO 9001-2008 “Sistemi di gestione per la qualità – Requisiti” in questo articolo vengono principalmente prese in esame quelle norme europee emesse dal Comitato Tecnico 121 “Welding” che hanno, secondo gli autori, maggiore rilevanza, sia per gli aspetti di trasversalità applicativa, indipendentemente dal prodotto, che per gli indirizzi tecnici in esse evidenziati, ai fini del raggiungimento di un determinato livello di qualità in saldatura. Con analoghe motivazioni, vengono anche illustrate alcune norme di prodotto, di non trascurabile importanza per la saldatura. In reference to the contents of UNI EN ISO 9001-2008 (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 6 Workshop: “Qualità, sicurezza, salute e ambiente nella fabbricazione mediante saldatura”, Genova 26-27 Maggio 2011. * Istituto Italiano della Saldatura – Genova. “Quality management systems – Requirements”, this paper deals mainly with certain European standards, issued by the Welding Technical Committee 121, deemed relevant by the authors, both for their transversal applications and technical requirements, in order to achieve an adequate level of welding quality. Significant product standards are likewise taken into consideration because of their importance for proper welding. IIW Thesaurus Keywords: CEN; Europe; management; personnel qualification; process qualification; quality control; standards; UNI EN ISO; welding; welding inspectors. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 197 F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura 1. Considerazioni preliminari In una panoramica della normativa sulla qualità applicata alla saldatura è doveroso ricordare che il processo di saldatura rientra nel novero dei processi di fabbricazione definiti dalle norme della qualità come “processi speciali”. Sono così definiti tutti quei processi “nei quali la conformità del prodotto risultante non può essere prontamente verificata (ISO 9000:2005 p.to 3.4.1) da attività di monitoraggio o misurazioni” e, di conseguenza, “le carenze possono evidenziarsi solo quando il prodotto è già in uso” (p.to 7.5.2 ISO 9001:2008). L’inconveniente è dovuto al fatto che la tecnica analitica non è, a tutt’oggi, ancora in grado di valutare in modo esaustivo ed oggettivo che il prodotto ottenuto (in questo caso il prodotto saldato) sia effettivamente come lo si desiderava ottenere. L’importanza di tutto ciò è di per sé molto evidente e può più semplicemente significare che il processo di saldatura deve essere in qualche modo tenuto sotto controllo, se si desidera che non dia origine a prodotti non qualitativamente corretti o conformi ai requisiti richiesti. 2. La validazione di un processo “speciale” La ISO 9001 richiede per tutti i processi che rientrano nella suddetta cate- goria l’applicazione della “validazione” definita (ISO 9000:2005 p.to 3.8) come “la conferma, sostenuta/supportata da evidenze oggettive, che i requisiti relativi ad un utilizzo o ad un’applicazione sono stati soddisfatti”. L’insieme sequenziale delle attività che le aziende effettuano per dimostrare il raggiungimento dei requisiti richiesti, sia nel prodotto intermedio (qualora richiesto) che nel prodotto finale, conduce, a questo punto, alla definizione di parametri di processo, con il cui utilizzo il processo stesso può essere tenuto sotto controllo. Il processo è adesso “qualificato” e rimarrà tale fino a che non subirà cambiamenti nei soggetti più importanti che hanno partecipato alla sua qualifica: macchine, personale, materiali base o di apporto, oltre alle varie metodologie di processo e/o di controllo, ecc. Se riferiamo i suddetti dati ad un processo di saldatura e verifichiamo quanto riportato nella UNI EN ISO 3834 “Requisiti di qualità per la saldatura per fusione dei materiali metallici” troviamo che quest’ultima non è altro che la naturale estensione della ISO 9001, espressamente applicata a detto processo, da considerare, nel suo senso più esteso, comprensivo, oltre che del processo che provoca la nascita del cordone di saldatura, anche di quelli che ad esso portano (acquisto di materiali, controllo degli stessi, taratura di equipaggiamenti di controllo ecc.), o da esso si dipartono (trattamenti termici, controlli distruttivi o meno, ecc). Il tutto fino alla consegna del prodotto finale - il “prodotto saldato” - conforme ai requisiti prefissati, siano essi tecnici che funzionali. fusione dei materiali metallici. Parte 2: Requisiti di qualità estesi rivelano, ad un esame approfondito, notevoli corrispondenze. E’ sufficiente verificare gli “Indici” delle due norme per accorgersi che i loro sistemi di gestione, usati per il raggiungimento/ottenimento della qualità (del prodotto) desiderata, sono del tutto equivalenti. E’ doveroso ricordare che mentre la ISO 9001 è relativa ai “requisiti di carattere generale e previsti per essere applicabili a tutte le organizzazioni”, la 3834 - 2 “definisce i requisiti di qualità completi per la saldatura per fusione dei materiali metallici”. La Tabella 1 (Corrispondenza tra gli indici delle due norme) mostra l’equivalenza su menzionata e dimostra (come anticipato nel precedente Paragrafo) che la ISO 3834 è da considerarsi come una specifica applicazione della ISO 9001 per il processo di saldatura (al momento unica esistente in Europa e nel mondo). Non possiamo inoltre non rilevare che anche nelle deroghe e/o esclusioni le due norme, almeno in parte, si equivalgono: la norma specifica per la saldatura propone requisiti più o meno stringenti (3834 Parti 2, 3, 4) in funzione delle esigenze e funzionalità richieste per il prodotto finale e/o per il cliente, così come la ISO 9001/08 accetta esclusioni, se pur limitate, ai requisiti del Punto 7 (Realizzazione del prodotto), “purché esse non abbiano influenza sulla capacità di fornire un prodotto che soddisfi i requisiti del cliente e quelli cogenti applicabili”. 3. Due norme diverse ma molto simili Il Comitato Tecnico 121 “Saldatura” ha iniziato ad operare nella seconda metà degli anni ‘80 ed ha emesso, ad oggi, più di 300 norme, tutte di applicabilità trasversale ai prodotti. Nel corso della sua prima riunione (Copenhagen 2-3 Giugno 1987, dove uno degli autori era presente come Delegato Italiano) furono ratificate 13 Le due norme sopracitate: r la UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di gestione per la qualità - Requisiti; r la UNI EN ISO 3834-2 - Requisiti di qualità per la saldatura per 198 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 4. Il Comitato Tecnico 121 “Welding” del CEN F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura TABELLA I - Corrispondenza tra i paragrafi degli indici delle due norme ISO 3834 - 2 ISO 9001:2008 Paragrafo Testo Riesame dei requisiti e riesame tecnico 6 Subfornitura 7.4 Approvvigionamento 8 Personale addetto ad ispezioni e prove 6.2 Risorse umane 9 Attrezzature 6.3 Infrastrutture 10 Saldatura e attività connesse 7.5.1 7.5.2 Tenuta sotto controllo della produzione Validazione dei processi di produzione 11 Materiali di apporto e di saldatura 7.5.5 Conservazione del prodotto 12 Immagazzinamento dei materiali base 7.5.5 Conservazione del prodotto 13 Trattamento termico dopo saldatura 7.5.1 7.5.2 (vedi sopra) 14 Ispezioni e prove 8.2.3 8.2.4 Monitoraggio e misurazione dei processi Monitoraggio e misurazione del prodotto 15 Non conformità ed Azioni Correttive 8.3 Tenuta sotto controllo del prodotto non conforme 16 Taratura e convalida di attrezzature di misura, ispezione e prova 7.6 Tenuta sotto controllo delle apparecchiature di monitoraggio e di misurazione 17 Identificazione e Rintracciabilità 7.5.3 Identificazione e Rintracciabilità 18 Documenti di attestazione della qualità 4.2.3 4.2.4 Tenuta sotto controllo dei documenti Tenuta sotto controllo delle registrazioni Scopo: il Comitato TC/121 “Welding” ha come scopo la preparazione di norme nel campo della saldatura e delle tecnologie connesse; tali norme includono pertanto la terminologia, le definizioni e la simboleggiatura delle saldature, gli impianti e le attrezzature per la saldatura, i materiali (gas, metalli base e metalli d’apporto), procedimenti di saldatura, regole, metodi di prova e controlli, progettazione dei giunti saldati, qualificazione e/o formazione del personale, salute e sicurezza, escludendo le regole di sicurezza elettrica in saldatura, già considerate da altro ente europeo, il CENELEC/TC 26. r r r r 7.2.1 7.2.2 Testo 5 risoluzioni fra le quali meritano menzione: r Paragrafo Determinazione dei requisiti relativi al prodotto Riesame dei requisiti relativi al prodotto Campo di applicazione: il campo di applicazione dei documenti in preparazione deve essere quanto più generale possibile, indipendentemente dal tipo di costruzione saldata. Costituzione del Gruppo di Lavoro 1, ora SC1, relativamente alla qualifica dei procedimenti di saldatura. Costituzione del Gruppo di Lavoro 2, ora SC2, relativamente alla qualifica dei saldatori, sia dal punto di vista pratico che teorico. Armonizzazione internazionale: i Gruppi di Lavoro 1 e 2 dovranno riferirsi ai documenti ISO già in fase di elaborazione, in particolare a quelli preparati dall’ISO TC 44/SC10, per la qualifica dei procedimenti, ed a quelli elaborati dall’ISO TC 44/SC11, per la qua- lifica dei saldatori; analogamente tutti i successivi progetti di norma dovranno il più possibile essere riferiti a preesistenti documenti (o in fase di elaborazione) dell’ISO. r Il terzo Gruppo di Lavoro, ora SC3, dovrà essere costituito in tempi brevi per la preparazione delle norme sui materiali d’apporto. Da quanto sopra scritto, risultano evidenti alcuni concetti utili per capire le priorità cronologiche dei work-items dei diversi Gruppi di Lavoro: trattandosi di un processo “speciale” (che richiede la disponibilità di personale e procedure qualificati) si è partiti, per rispondere alle esigenze del mercato, con l’elaborazione delle norme di massima applicazione, e cioè quelle per la qualificazione dei saldatori (norme della serie EN 287, ora EN ISO 9606) e dei procedimenti (norme della serie Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 199 F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura EN 288, ora EN ISO 15614) e, poco dopo, quelle sui materiali d’apporto. Solo più tardi, inizio anni ‘90, si elaborarono le norme relative ai “Coordinatori di Saldatura” (EN 719 ora EN ISO 14731) ed ai requisiti di qualità in saldatura, con la costituzione del SC4 “Quality Management in the field of welding”, che elaborò la norma EN 729 ora EN ISO 3834. Nel corso del 2010 il CEN ha provveduto ad una ristrutturazione dei temi di progetti di norma o revisione di norme, attualmente allocati al TC 121, sulla base della Tabella 2 (nella terza colonna da destra è riportato l’Ente Nazionale a cui è affidata la segreteria). Come si può constatare i due originari Gruppi di Lavoro SC1 “Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura” e SC2 “Requisiti di qualificazione per il personale di saldatura e processi affini”, sono confluiti nel SC4 “Quality Management in the field of welding”; tale decisione formalizza uno degli aspetti caratteristici delle costruzioni saldate: la qualità di un prodotto saldato è legata alla disponibilità di procedure preliminarmente validate ed alla disponibilità di personale qualificato; come è stato precedentemente anticipato tali concetti sono presenti nella EN ISO 9001, relativamente ad un generico processo “speciale” e la EN ISO 3834 li evidenzia in modo esplicito per la “saldatura”. scono i requisiti relativi al contenuto delle specifiche di saldatura (WPS), di seguito indicate: - UNI EN ISO 15609-1 - Saldatura ad arco - UNI EN ISO 15609-2 - Saldatura a gas - UNI EN ISO 15609-3 - Saldatura a fascio elettronico - UNI EN ISO 15609-4 - Saldatura a fascio laser - UNI EN ISO 15609-5 - Saldatura a resistenza e le norme che riguardano le modalità per la loro qualificazione: - UNI EN ISO 15607 - Generalità - UNI EN ISO 15610 - Materiali di apporto omologati - UNI EN ISO 15611 - Esperienza precedente - UNI EN ISO 15612 - Procedure unificate - UNI EN ISO 15613 - Pre–produzione qualificazione attraverso saggio di prova: - EN ISO 15614-1 - Acciaio, nichel e sue leghe - EN ISO 15614-2 - Alluminio e le sue leghe - EN ISO 15614-3 - Ghise - EN ISO 15614-4 - Fusioni d’alluminio e sue leghe - EN ISO 15614-5 - Titanio, zirconio e loro leghe - EN ISO 15614-6 - Rame e sue leghe - EN ISO 15614-7 - Riporti di saldatura - EN ISO 15614-8 - Tubi alle piastre tubiere - UNI EN ISO 15614-9 - Iperbarica umida - UNI EN ISO 15614-10 - Iperbarica asciutta - UNI EN ISO 15614-1 Laser e fascio elettronico - UNI EN ISO 15614-12 Resistenza a punti - UNI EN ISO 15614-13 Resistenza di testa Queste norme si riferiscono alla saldatura, ovunque tale processo venga applicato. Si adattano alle diverse caratteristiche di qualità, sicurezza e campo di applicazione dei vari prodotti saldati. L’uso di un metodo particolare di qualificazione è spesso un requisito obbligatorio di una norma di applicazione o, in assenza di tale requisito, il metodo di qualificazione deve essere concordato tra le parti contraenti allo stadio di offerta o ordine. TABELLA II - Nuova struttura del CEN/TC 121 “Welding” 5. Le norme fondamentali per la qualità in saldatura Saranno di seguito prese in esame solo le norme di maggior rilevanza tecnica, per una corretta gestione delle attività di fabbricazione mediante saldatura. 5.1 Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura Sono di grande importanza tecnica, sia le norme relative alla elaborazione delle WPS che quelle relative alla loro qualificazione. In particolare le norme EN ISO 15609, che stabili200 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura TABELLA III - Norme relative alla stesura delle WPS ed alla loro qualificazione Le norme della serie 15614 definiscono le modalità con le quali una specifica di procedura di saldatura è qualificata mediante prove. Definiscono le condizioni per l’esecuzione delle prove ed i limiti di validità di una procedura di saldatura qualificata, per tutte le operazioni pratiche di saldatura, entro il campo di validità delle variabili elencate. Nella Tabella 3 sono riassunte le norme suddette. 5.2 Raggruppamenti dei materiali base Allo scopo di ridurre il numero delle prove di qualificazione, sia per le procedure che per i saldatori (in tal caso i campi di validità sono comunque differenti), i metalli aventi caratteristiche simili di saldatura sono raggruppati secondo il CEN REPORT ISO 15608. Esso suddivide gli acciai in 11 raggruppamenti e relativi sottogruppi, in funzione dell’analisi chimica e delle caratteristiche meccaniche e quindi in base al loro grado di saldabilità. Oltre agli acciai sono forniti i raggruppamenti delle leghe di alluminio, nichel, rame, titanio, zirconio e delle ghise. Recentemente, per semplificare la collocazione dei materiali base acquistati con riferimento a norme di classificazione europea, americana e giapponese, sono stati emessi altri tre documenti: - CR ISO TR 20172 per la classificazione europea (EN 10025, EN 10028 ecc.) - CR ISO TR 20173 per la classificazione americana (ASTM ecc.) - CR ISO TR 20174 per la classificazione giapponese (JIS). 5.3 Qualificazione dei saldatori e degli operatori Le norme di riferimento per la qualificazione dei saldatori/operatori, per la saldatura per fusione, sono: - UNI EN 287-1Acciai - UNI EN ISO 9606-2 Leghe leggere - UNI EN ISO 9606-3 Rame e sue leghe - UNI EN ISO 9606-4 Nichel e sue leghe - UNI EN ISO 9606-5 Titanio e zirconio e loro leghe - UNI EN 1418 Operatori - UNI EN 13133 Saldobrasatori Il principio di queste norme è quello che una prova di qualificazione, qualifichi il saldatore non solo per le condizioni usate nella prova, ma anche per tutti i giunti che sono considerati più facili da saldare. Queste norme europee forniscono una serie di regole tecniche per una prova di qualificazione sistematica del saldatore e permettono che tali qualificazioni siano accettate in modo uniforme, indipendentemente dal tipo di prodotto, dal luogo e dall’esaminatore/organismo d’esame: r l’abilità manuale, viene verificata mediante l’esecuzione di un saggio di prova; r l’attitudine del saldatore a seguire istruzioni verbali o scritte, le conoscenze tecniche adeguate nel campo dei processi di saldatura, dei materiali e dei requisiti di sicurezza per i quali è prevista Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 201 F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura TABELLA IV - Metodo di controllo più appropriato per la rilevazione di discontinuità interne alla saldatura, in funzione del tipo di giunto, materiale e spessore, secondo EN ISO 17635 TABELLA V - EN ISO 17635: Esame radiografico con tecnica a pellicola la certificazione, viene verificata mediante una prova teorica (raccomandata ma non obbligatoria). 5.3.1 Qualificazione degli operatori di saldatura La norma di riferimento è la UNI EN 1418, che specifica i requisiti per la qualificazione di: r operatori di saldatura per la saldatura a fusione per i procedimenti di saldatura completamente meccanizzati ed automatici dei materiali metallici r preparatori di saldatura a resistenza. La qualifica è prevista solo per gli operatori di saldatura responsabili della messa a punto e/o della regolazione durante la saldatura. 202 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 La norma non si applica al personale che programma l’unità di saldatura. Sono considerate quattro modalità di qualificazione, che possono essere integrate da prove teoriche, non obbligatorie, di conoscenza relativa alla tecnologia di saldatura o di conoscenza funzionale specifica dell’unità di saldatura: r Prova di procedura di saldatura F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura r r r Prova di saldatura di pre-produzione o di produzione Prova di campionamento della produzione Prova di funzionamento. 5.4 Qualificazione dei Coordinatori e degli Ispettori di saldatura La norma EN ISO 14731 “Welding Coordination - Tasks and Responsibilities” specifica, sulla base di tre diversi livelli, i compiti e le responsabilità del personale di coordinamento in saldatura, richiamando, in appendice informativa, le Linee Guida dell’International Institute of Welding per l’addestramento e la qualificazione degli International Welding Engineer, Technologist e Specialist, che soddisfano i tre livelli di coordinamento previsti. Analogamente per la qualificazione degli Ispettori è di grande applicazione la Linea Guida Doc.IAB-041-2001/ EWF-450/SV 01, sempre dell’IIW, che prevede tre livelli di qualificazione. 5.5 Qualificazione del personale addetto alle PND delle saldature Viene richiamata, in tutte le norme metodologiche, la qualificazione (al liv. 1-2) del personale addetto all’esecuzione delle PND, secondo EN 473 / ISO 9712. 5.6 Livelli di qualità per la saldatura Di grandissima importanza sono le norme EN ISO 5817 e EN ISO 10042, rispettivamente per la saldatura degli acciai, (nichel, titanio e loro leghe) e delle leghe di alluminio; esse prevedono tre livelli di qualità (B, C, D in ordine decrescente); tali livelli di qualità sono imponibili dal Progetto, dal Committente, da Leggi, Decreti e Direttive. Per i processi ad energia concentrata, a fascio laser ed a fascio di elettroni, che producono difettosità caratteristica molto diversa da quella generata dai processi ad arco, sono state emesse le due norme EN ISO 13919-1 e EN ISO 13919-2, rispettivamente per saldature su acciaio ed alluminio. 5.7 Raccomandazioni per la saldatura La norma EN 1011-2 “Welding Recommendations for welding of metallic materials – Part 2: Arc welding of ferritic steels” rappresenta una guida di oltre 50 pagine, indispensabile per la corretta saldatura di tutti gli acciai strutturali: sono forniti, ad esempio, tutti i riferimenti per evitare difettosità di tipo metallurgico (criccabilità a caldo o da idrogeno, strappi lamellari) con ricca dotazione di diagrammi per il calcolo della severità termica e delle temperature minime di preriscaldo, in funzione del carbonio equivalente (formula CE e CET), dello spessore termicamente equivalente, dell’apporto termico e del tenore di idrogeno diffusibile in zona fusa. Tale norma viene anche richiamata dal Decreto Ministeriale 14 Gennaio 2008 “Revisione delle Norme Tecniche per le costruzioni”, così come la parte 3, relativa agli acciai inossidabili e la parte 4 dedicata alle leghe a base di alluminio. Nell’elenco allegato sono riportate le altre parti relative alla saldatura degli acciai placcati (parte 5), della saldatura con fascio laser (parte 6), della saldatura con fascio di elettroni (parte 7) e della saldatura delle ghise (parte 8). 5.8 Correlazione tra i livelli di qualità della EN ISO 5817 ed i livelli di accettabilità delle varie tecniche non distruttive Generalmente viene indicato dal progetto o dal committente (o da Direttive e Decreti) il livello di qualità delle saldature, per esempio il livello B o C della norma EN ISO 5817; analogamente vengono prescritti, durante la fabbricazione, esami non distruttivi, sia superficiali che volumetrici, con le relative percentuali. Nasce pertanto un problema sulla correlazione fra la metodologia di PND applicata (radiografia, ultrasuoni ecc.), la tecnica da adottare (ad alta o a media sensibilità), il livello di accettabilità riferito a quella particolare PND. La norma EN ISO 17635:2010 (ex EN 12062) fornisce, oltre alle PND raccomandate, in funzione del tipo di materiale e spessore, la norma metodologica da utilizzare e la corrispondente norma con il livello di accettabilità corrispondente al livello della EN ISO 5817. Per maggior chiarezza vengono riportate la Table 3 (della norma) che fornisce, in funzione del tipo di giunto, materiale e spessore, il metodo di controllo più appropriato per la rilevazione di discontinuità interne alla saldatura (Tab. 4) e la Table A.5 (Tab. 5) che fornisce, relativamente all’esame radiografico con tecnica a pellicola, in funzione del livello di qualità previsto dal progetto, la tecnica radiografica (a sensibilità standard od elevata) in accordo alla ISO 17636 (EN 1435) e il livello di accettabilità conformemente alla ISO 10675-1 (EN 12517-1). 5.9 Trattamenti termici dopo saldatura Poiché il trattamento termico dopo saldatura è anch’esso un “processo speciale”, è stato pubblicato nel 2001 il CR ISO/TR 17663 “Guidelines for quality requirements for heat treatment in connection with welding and allied processes”, che prevede la preparazione, da parte del fabbricante, di una procedura scritta contenente i parametri caratteristici di trattamento (temperature, tempo di permanenza, velocità di riscaldamento e di raffreddamento, con i relativi intervalli di variabilità). Nella procedura devono essere definite: r Tipologia di trattamento (in forno, locale, ad aria calda ecc.) r Modalità di riscaldamento e di raffreddamento (gas, a resistenza, ad induzione, ecc.) r Localizzazione e tipo delle termocoppie sul pezzo r Modalità di fissaggio delle termocoppie sul pezzo r Posizione delle termocoppie nel forno r Differenza massima ammessa delle temperature, indicate dalle termocoppie, durante la fase di Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 203 F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura riscaldamento, permanenza a temperatura, raffreddamento r Qualificazione del personale. Vista la necessità di stabilire oggettivamente il livello di qualificazione del personale addetto all’esecuzione dei trattamenti, l’European Welding Federation ha recentemente emesso (nel 2008) la Linea Guida EWF-628-08 “EWF Special Course: Personnel with the responsibility for heat treatment of welded joints”; sono previsti tre livelli di qualificazione (Basic, Standard, Comprehensive) ed i corsi, teoricopratici, durano da un minimo di 34 a un massimo di 63 ore; gli esami sono ovviamente sia teorici che pratici. 5.10 Controlli non distruttivi delle saldature Oltre alla già citata EN ISO 17635, sono da citare: Norme di metodo - Esame Visivo, ex EN 970 (ISO 17637) - Radiografia, EN 1435 (ISO 17636 - Ultrasuoni, ex EN 1714 (ISO 17640) - Particelle Magnetiche, EN ISO 17638 - Liquidi Penetranti EN 571-1 (ISO 3452-1) Livelli di accettabilità - Radiografia, EN 12517 (ISO 10675) - Ultrasuoni, ex EN 1712 (ISO 11666), EN ISO 23279 - Particelle magnetiche, EN ISO 23278 - Liquidi penetranti, EN ISO 23277 - Esame Visivo, EN ISO 5817 6. La norma EN ISO 3834: Quality requirements for fusion welding of metallic materials La norma è suddivisa in 5 Parti più un Technical Report indicato come Parte 6. La Parte 1 “Criteria for the selection of the appropriate level of quality requirements” indica i criteri di utilizzo della norma. Le Parti 2, 3 e 4 afferiscono a tre differenti livelli di controllo della qualità dei prodotti saldati: Parte 2 “Compre- hensive quality requirements”; Parte 3 “Standard quality requirements”; Parte 4 “Elementary quality requirements”. La Parte 5 “Documents with which it is necessary to conform to claim conformity to the quality requirements of ISO 3834-2, ISO 3834-3 or ISO 3834-4” specifica le norme di riferimento da utilizzare per dare evidenza della conformità ai requisiti di cui alle Parti 2, 3 o 4. La Parte 6 “Guidelines on implementing ISO 3834” fornisce una linea guida tecnica per l’applicazione della norma. Nella Tabella 6 sono riportate le attività di controllo, previste per i diversi livelli. 7. Direttive, Decreti e Norme di prodotto che richiamano la EN ISO 3834 La norma è richiamata da numerose famiglie di prodotti: r Attrezzature a pressione r Strutture metalliche di carpenteria r Rotabile ferroviario 7.1 Attrezzature a pressione Il riferimento principale nel settore delle attrezzature a pressione è la Direttiva Europea 97/23/CE “Pressure Equipment Directive” (PED) recepita in Italia con decreto 93 del 2000. La Direttiva 97/23/CE (e quindi il D. Lgs. 93/2000) si applica alla progettazione, fabbricazione, e valutazione di conformità delle attrezzature a pressione e degli insiemi a pressione soggetti ad una pressione massima ammissibile PS superiore a 0,5 bar; tale Direttiva è supportata dalle seguenti norme armonizzate di prodotto: - EN 13445 (H) Unfired Pressure Vessels - EN 13480 (H) Metallic Industrial Piping - EN 12952 (H) Water-Tube Boilers and Auxiliary Installations - EN 12953 (H) Shell Boilers Nella norma EN 13445 viene esplicitamente richiesta la con- 204 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 formità del fabbricante ai requisiti della EN ISO 3834-2 (massimo livello di qualità) e viene richiesta la disponibilità, durante la fabbricazione, di personale di coordinamento per le attività di saldatura conformemente a quanto previsto dalla EN ISO 14731:2007 (Fig. 1). 7.2 Strutture metalliche di carpenteria Il D.M. 14 Gennaio 2008 “Revisione delle norme tecniche per le costruzioni”, oltre alla richiesta di procedure e saldatori/operatori certificati da un Ente Terzo, richiede anche la certificazione dell’azienda con riferimento alla EN ISO 3834 2-4 e dei coordinatori di saldatura conformemente alla EN 719 (attuale EN ISO 14731). Nella Tabella 7 sono individuati i vari livelli di requisiti di qualità e di competenza tecnica del coordinatore, in funzione della più o meno alta criticità della costruzione. 7.2.1 La Direttiva CPD 89/106/CE e la norma EN 1090 Nella Direttiva CPD 89/106/CE si prende in considerazione il concetto di prodotto inteso anche come componente strutturale prefabbricato in una “officina di trasformazione dei prodotti base” e comprende: r materiali base (lamiere e profili) r materiali di apporto di saldatura r componenti strutturali prefabbricati r connettori strutturali (bulloni, dadi, etc.) La norma tecnica di riferimento è la EN 1090 “Execution of steel structures and aluminium structures”: r la Parte 1 “Requirements for conformity assessment of structural components” definisce le modalità per la valutazione di conformità ai requisiti della Direttiva; r la Parte 2 “Technical requirements for the execution of steel structures” descrive i requisiti tecnici per la fabbricazione di strutture di carpenteria di acciaio; F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura TABELLA VI - Attività di controllo, previste per i diversi livelli UNI EN ISO 3834 Requisiti Parte 2 Parte 3 Parte 4 Riesame tecnico e dei requisiti Riesame completo documentato Riesame meno esteso Verifica di idoneità del costruttore e di disponibilità le delle informazioni Subfornitura Attività in subfornitura gestite secondo gli specifici requisiti della norma; la responsabilità finale è comunque del fabbricante Saldatori, operatori Devono essere opportunamente qualificati Coordinamento delle attività di saldatura Personale di coordinamento della saldatura con adeguate conoscenze tecniche in conformità alla ISO 14713 Personale addetto all’ispezione Deve essere disponibile personale sufficiente e competente Attrezzature di produzione e di prova Richieste in modo adeguato alla produzione, unitamente ad attrezzature di sicurezza ed indumenti protettivi Nessun requisito specifico Lista delle attrezzature Necessaria Nessun requisito Manutenzione della attrezzatura Deve essere eseguita; necessario un piano di manutenzione e la relativa registrazione Piano di produzione Necessario un piano documentato e la relativa registrazione Nessun requisito WPS Devono essere disponibili Nessun requisito Qualificazione delle procedure di saldatura Opportunamente qualificate come prescritto dalla norma di applicazione o dal contratto Nessun requisito specifico Documentazione Necessaria Non specificata Nessun requisito Controlli per lotto sui materiali d’apporto Solo se prescritti nel contratto Nessun requisito Materiali d’apporto di saldatura Richiesta una procedura, in conformità almeno alle raccomandazioni del fornitore In conformità almeno alle raccomandazioni del fornitore Immagazzinamento dei materiali base Richiesta la protezione contro l’influsso delle condizioni ambientali; l’identificazione deve essere mantenuta Nessun requisito Trattamento termico dopo saldatura Necessarie una specifica ed una registrazione completa (rintracciabilità sul prodotto) Nessun requisito Ispezione prima, durante e dopo la saldatura Come richiesto dalle diverse operazioni Non conformità Devono essere disponibili le procedure Calibrazione e taratura Necessaria; devono essere disponibili le procedure Identificazione Rintracciabilità Prescritta, nel caso che sia necessaria o richiesta dal contratto Nessun requisito Documenti di registrazione della qualità Devono essere disponibili per soddisfare i regolamenti relativi alla responsabilità da prodotto Come prescritto dal contratto Deve essere eseguita, raccomandata la registrazione Necessarie una specifica ed una registrazione Nessun requisito specifico Nessun requisito Se specificato nel contratto Solo se specificato nel contratto Non specificata Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 205 F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura TABELLA VII - Requisiti di qualità e di competenza tecnica del coordinatore, in funzione della criticità della costruzione r la Parte 3 “Technical requirements for the execution of alluminium structures” descrive i requisiti tecnici per la fabbricazione di strutture di carpenteria di alluminio. Nel Punto 7 della Parte 2, relativa alle costruzioni in acciaio, vengono richiesti la conformità alla EN ISO 3834 ed alle norme EN 1011-1, EN 1011-2 e EN 1011-3 (Fig. 2). 7.3 Rotabile Ferroviario Figura 1 Figura 2 206 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 L’applicazione del controllo di processo previsto dalla EN ISO 3834, calibrato sulle esigenze del prodotto “rotabile ferroviario”, è richiamato nella norma EN 15085 “Applicazioni ferroviarie – Saldatura di veicoli e componenti ferroviari”: la Parte 1 “Generalità” definisce i criteri generali di utilizzo; la Parte 2 “Richieste di qualità e certificazione del produttore di saldatura” descrive i requisiti di qualità cui il costruttore deve conformarsi per garantire il controllo di processo nella realizzazione di rotabili ferroviari. Tali requisiti vanno intesi come interpretazione (ed eventuale integrazione) dei requisiti fissati dalla F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura UNI EN ISO 3834, per il settore dei rotabili ferroviari. La Parte 3 “Richieste di Progetto” definisce i criteri generali di progettazione e classificazione dei componenti per rotabili ferroviari; la Parte 4 “Richieste di Produzione” e la parte 5 “Ispezione, controlli e documentazione”. Nella parte 2 “Richieste di Qualità e Certi- ficazione del Produttore di Saldatura” vengono specificati quattro livelli di certificazione per il costruttore, in funzione della classe prestazionale del manufatto saldato (si vedano il Paragrafo 4 della norma e l’Annex C riportati rispettivamente nelle Figure 3 e 4). Nella Figura 5 sono riportate le categorie di componenti saldati, sia in funzione del livello di sollecitazione che di rischio per la sicurezza. E’ possibile verificare come si vada ad associare il livello di severità, crescente dal basso verso l’alto, per l’accettazione delle imperfezioni (EN ISO 5817 livello D, C, B) e come aumenti la percentuale dei controlli non distruttivi. Figura 3 Figura 4 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 207 F. Lezzi e M. Buono - Panorama sulla normativa europea per la qualità in saldatura 8. Conclusioni Si è cercato di evidenziare, data la grande quantità di norme per la qualità in saldatura, quelle ritenute essenziali per un approccio efficace alla fabbricazione di prodotti saldati; ripetendo quanto scritto all’inizio di questa relazione: “il processo di fabbricazione mediante saldatura è comprensivo, oltre che del processo che provoca la nascita del cordone di saldatura, anche di quelli che ad esso portano (acquisto di materiali, controllo degli stessi, taratura di equipaggiamenti di controllo ecc.), o da esso si dipartono (trattamenti termici, controlli distruttivi o meno, ecc)”. Il tutto fino alla consegna del prodotto finale, il “prodotto saldato”, conforme ai requisiti prefissati. E’ auspicio degli autori aver fornito una panoramica, seppur non esaustiva, sufficiente a chiarire eventuali dubbi sull’argomento. Per maggiori informazioni si prega di contattare la Redazione all’indirizzo: [email protected]. Figura 5 Franco LEZZI, laureato in Ingegneria Industriale Meccanica presso l’Università di Genova nel Gennaio 1976, opera dal 1977 presso la Motomeccanica Generale Navale/CNR (oggi Wartsila Italia SpA), come Vice Responsabile delle attività manutentive di bordo; dal 1978 fa parte dell’Istituto Italiano della Saldatura; dedicatosi principalmente ad attività di formazione e normazione, nel 1988 diventa Dirigente Responsabile per le attività di qualificazione e certificazione del personale, nel campo della saldatura e delle PND e nel 1990 Direttore della Divisione Formazione e Insegnamento dell’IIS. Attivo come Presidente o Membro di importanti Comitati Tecnici nazionali (UNI, AIM, CICPND, ISPESL) ed internazionali (CEN, ISO), si è particolarmente impegnato nell’ambito dei Comitati Tecnici del CEN TC 121 (Delegato Italiano per oltre 10 anni ai Sottocomitati SC 1, Qualificazione dei Procedimenti, e SC 2 Qualificazione dei Saldatori e dei Coordinatori, nonché dell’European Welding Federation e dell’International Institute of Welding, per l’elaborazione delle linee-guida per l’armonizzazione della Formazione, Qualificazione e Certificazione delle Figure Professionali di saldatura EWF e IIW. Mario BUONO si é laureato in Chimica nel 1960. Esperto nella Garanzia della Qualità ha formato la propria esperienza ricoprendo incarichi di responsabilità dirigenziale nel settore della fabbricazione del combustibile per le centrali elettronucleari italiane. A questo scopo, già fin dalla fine del 1970, ha avuto approfonditi contatti sia in Italia che all’estero con i più qualificati esperti di Garanzia della Qualità della Nuclear Energy Division della General Electric Company (USA). Dopo il 1986, a seguito del referendum nucleare italiano, ha rivolto la sua attenzione verso il settore “convenzionale”dell’industria italiana ricoprendo posizioni importanti nell’area della qualità di organizzazioni nazionali, sia industriali quali l’Ansaldo Componenti, sia di ricerca e sviluppo e di certificazione tra i quali l’Istituto Italiano della Saldatura. Libero professionista dal 1990 ha allargato le proprie attività anche nelle aree gestionali dell’Ambiente e della Sicurezza e Salute dei lavoratori nell’industria ed è stato coinvolto nella progettazione ed applicazione del Modello di Gestione Integrato nell’Istituto Italiano della Saldatura. 208 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Pubblicazioni IIS Ispezione dei giunti saldati Questo nuovo volume, dedicato all’ispezione dei giunti saldati, può essere considerato una guida fondamentale per tutti coloro che si interfacciano con le problematiche di controllo delle costruzioni saldate, sia in fase di fabbricazione che in servizio e, più in generale, con i diversi metodi di prova non distruttiva. La lunga esperienza maturata dall’IIS nel settore della diagnostica industriale, gli ha permesso di acquisire un’oggettiva competenza, riconosciuta anche a livello internazionale, nelle metodologie di controllo; tale competenza è ora riversata in quest’opera, che costituisce pertanto, oltre ad un valido supporto didattico, un efÀcace mezzo di aggiornamento tecnico per progettisti, responsabili e tecnici di produzione e del controllo qualità, responsabili e tecnici addetti al monitoraggio ed all’ispezione d’impianto, ricercatori e studenti universitari di facoltà ad indirizzo tecnico-scientiÀco. Il testo è anche un valido strumento formativo per la qualiÀcazione di importanti Figure Professionali, quali gli International Welding Inspector (IWI). Tali proÀli professionali, richiamati da diverse normative di prodotto, direttive e regolamenti, sono stati deÀniti, a seguito dell’armonizzazione a livello internazionale dei percorsi di qualiÀcazione, dall’European Welding Federation (EWF) e, dal 2001, dall’International Institute of Welding (IIW), grazie anche al contributo attivo dell’IIS, Membro Fondatore di entrambe le organizzazioni. Dopo una breve introduzione sul controllo di qualità ed alcuni cenni sui controlli indiretti, preliminari alla fabbricazione mediante saldatura, sono illustrate le diverse tipologie di controllo mediante PND, le loro peculiarità applicative (sia in fabbricazione che in servizio), i principi fondamentali, le tecniche e le apparecchiature più utilizzate. In particolare vengono illustrati l’esame visivo (VT), il controllo con liquidi penetranti (PT), il controllo con particelle magnetiche (MT), il controllo ultrasonoro (UT) il controllo radiograÀco (RT). Un singolo capitolo fornisce una sintetica esposizione sull’esame con correnti indotte (ET), sul controllo per rivelazione di fughe (LT) e sul controllo per emissione acustica (AT). InÀne, il volume si conclude con una interessante trattazione sulla metallograÀa dei giunti saldati e sui processi di danneggiamento in servizio di strutture e componenti saldati. Si tenga presente che i contenuti del presente testo, per un’efÀcace azione didattica Ànalizzata ad una qualiÀcazione professionale, devono essere vantaggiosamente integrati dalle lezioni, dimostrazioni ed esercitazioni svolte dagli Istruttori dell’Istituto, i soli in grado di trasferire l’insieme delle esperienze teoriche e pratiche dell’IIS, derivanti dalla sua continua attività di ricerca, normazione e assistenza tecnica all’industria. Indice Settore DDC Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) Introduzione ClassiÀcazione dei controlli delle saldature L’esame visivo (VT) Il controllo con liquidi penetranti (PT) Il controllo con particelle magnetiche (MT) Il controllo ultrasonoro (UT) Il controllo radiograÀco (RT) Cenni su altri metodi di controllo non distruttivo MetallograÀa dei giunti saldati Danneggiamento da esercizio 2010, 344 pagine, Codice: 101008, € 75,00 Soci IIS - Membri IIS Club € 60,00 Istituto Italiano della Saldatura In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011, il 64° Congresso Annuale dell’Istituto Internazionale della Saldatura G. Costa * Sommario / Summary Il Sessantaquattresimo Congresso Annuale dell’International Institute of Welding, “un mondo di esperienza sulla giunzione”, si è svolto a Chennai, (l’antica Madras, capitale dello Stato indiano di Tamil Nadu, situata sulla costa meridionale della Baia del Bengala) dal 17 al 22 Luglio 2011; i partecipanti sono stati 869, tra esperti, ricercatori, tecnici e accompagnatori, di 46 Paesi. Nel corso di un centinaio di sedute delle numerose Unità di Lavoro dell’IIW sono stati studiati e discussi circa quattrocento documenti, raccomandazioni, linee guida e progetti di norma, 133 dei quali sono stati raccomandati per pubblicazione o trasmessi all’ISO e al CEN. Importanti anche le riunioni dello IAB (International Authorization Board), l’organismo creato nell’ambito dell’IIW per gestire l’“International IIW Qualification, Certification and Authorization System”, e dei suoi gruppi di lavoro. Buon successo hanno ottenuto anche la Conferenza Internazionale “Global Trends in Joining, Cutting and Surfacing Technology”, alcuni seminari specialistici, nonché vari eventi sociali e visite scientifiche e tecniche in città e nei dintorni. È stato inoltre parzialmente rinnovato il Consiglio di Amministrazione (in particolare l’Ing. Luca Costa dell’IIS è stato eletto Vice Presidente) e due nuovi Paesi, Kazakistan e Perù, sono stati ammessi all’IIW, che annovera così 55 Membri. * The 64th Annual Assembly of International Institute of Welding, “a word of joining experience”, was held in Chennai, (the old Madras, capital of the Indian State Tamil Nadu on the southern coast of Bengala Bay), from 17th to 22nd July 2011. It was attended by 869 experts, researchers, engineers and accompanying persons of 46 countries. IIW Working Units hold around one hundred meetings; some four hundred documents, recommendations, guidelines and draft standards were studied and discussed and 133 of them were recommended for publication or transmitted to lSO and CEN. Relevant also the meetings of IAB (International Authorization Board), the body established in the frame of IIW to manage the “International IIW Qualification, Certification and Authorization System”, and of its working groups. The Assembly included also the International Conference “Global Trends in Joining, Cutting and Surfacing Technology”, a number of seminars, several social events and scientific and technical visits in the city and surroundings. The Board of Directors was partially renewed (notably Dr. Luca Costa of IIS was elected as Vice President) and two new Member Countries, Kazakhstan and Peru, entered IIW, which has now 55 Members. Keywords: IIW; Symposia. Istituto Italiano della Saldatura - Genova Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 211 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW Chennai, un pò di storia 1. Introduzione Ottocentosessantanove persone di 46 Paesi “dei quattro angoli del mondo”, tra cui 439 specialisti di tecniche di giunzione, affini e connesse (IIW Delegates and Experts), 55 accompagnatori, 14 giovani specializzandi (IIW Young Professional), 26 studenti e inoltre 335 presenti alla sola Conferenza Internazionale “Global Trends in Joining, Cutting and Surfacing Technology”, hanno partecipato al 64° Congresso Annuale dell’International Institute of Welding (www.iiwelding.org, nuovo sito web), svoltosi dal 17 al 22 Luglio 2011 in India a Chennai, l’antica Madras, contemporaneamente alla 6a Mostra Internazionale della Saldatura, WELD INDIA 2011. La manifestazione è stata organizzata da “The Indian Institute of Welding” presso gli Hotel “Le Royal Meridien” e “Hilton”, opportunamente posizionati nella città e ben collegati tra di loro. Il 64° Congresso Annuale dell’IIW ha riscosso un notevole successo, non soltanto per l’interesse della localizzazione - in una ricca regione di un Paese in vigoroso sviluppo - l’ottima organizzazione dei lavori (Tab. I) e la buona partecipazione, come detto 869 persone, ma soprattutto per i suoi importanti contenuti scientifici e tecnici. Alla manifestazione erano presenti esperti provenienti dall’industria, dall’università, da centri di formazione e organismi di certificazione, da istituti di ricerca e da varie organizzazioni governative e private di quasi tutti i cinquantatre (55 considerando 212 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Chennai, oggi parte centrale della megalopoli indiana che conta circa 7,5 milioni di abitanti, capitale dello Stato Federato del Tamil Nadu, sulla costa della Baia del Bengala, vanta un ricco patrimonio culturale ed artistico ed è un importante centro commerciale ed industriale. In particolare è la capitale dell’industria automobilistica indiana ed è inoltre un grosso polo di attrazione per l’industria occidentale alla ricerca di bassi costi del lavoro. La zona occupata dall’antica città di Madras è sempre stata fiorente dai tempi dei regni che si sono succeduti nel sud dell’India, soprattutto con riferimento alla vecchia Mylapore oggi quartiere del centro: il sovrano di Mylapore avrebbe accolto l’apostolo Tommaso ed alla periferia di Chennai sorge la collina dove questi fu martirizzato nell’anno 72. Il tempio Kapaleeshwarar a Mylapore, risalente al VII secolo Quando i portoghesi nel 1522 arrivarono a Mylapore, vi costruirono un porto chiamato Sao Tomé de Meliapore, che rimase sotto il controllo portoghese fino al 1749, con una breve interruzione tra il 1662 e il 1687, quando fu occupata dai francesi. Frattanto nel 1639 la Compagnia Inglese delle Indie Orientali (British East India Company) ottenne una concessione temporanea nelle vicinanze di un villaggio di pescatori, Madraspatnam, qualche chilometro a nord di Mylapore. L’anno dopo fu costruito sulla striscia di spiaggia adiacente, in posizione strategicamente favorevole alla foce del fiume Cooum, il forte Saint George, che in seguito divenne il nucleo attorno al quale crebbe la città coloniale di Madras (e specificamente il villaggio di Chennapatnam, da cui il nome attuale della città). Il Forte Saint George in un dipinto del settecento La concessione fu progressivamente ampliata; nel 1687 divenne governatore di Madras Elihu Yale, noto anche come finanziatore, con parte della fortuna accumulata, della famosa università americana che porta il suo nome. Nel 1746 Madras cadde sotto il controllo dei francesi, ma gli inglesi ne riguadagnarono il possesso nel 1749 con il trattato di Aquisgrana, ottenendo anche il controllo di Mylapore, sottratta ai portoghesi, e fortificarono la città per resistere ad altri attacchi. Alla fine del XVIII secolo gli inglesi avevano imposto il loro dominio sulla maggior parte dello stato Tamil Nadu e sull’area degli stati Andhra Pradesh e Karnataka, cosicché Madras divenne la capitale di questa regione sotto il controllo britannico. Durante il periodo coloniale la città si sviluppò come importante centro urbano e base navale. Nel tardo Ottocento fu collegata tramite la rete ferroviaria ad altre importanti città come Bombay (oggi Mumbai) e Calcutta (oggi Kolkata). La stazione centrale di Chennai Con l’indipendenza nel 1947 la città divenne la capitale dello stato di Madras (ridenominato Tamil Nadu dal 1968). Dal 1965 al 1967 Chennai fu una importante base del movimento tamil che lottava contro l’imposizione G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW della lingua hindi. Nel 1991 il primo ministro indiano Rajiv Gandhi fu assassinato a Sriperumburdur, una città in prossimità di Chennai, mentre era in campagna elettorale. Il Ripon Building, sede del governo cittadino di Chennai Al censimento del 2001 la popolazione di Chennai assommava a 4.216.268 persone (Fig. 4); coloro che erano in grado di saper almeno leggere e scrivere erano 3.079.004, ma la stima della popolazione dell’area metropolitana nel 2005 era di circa sette milioni di abitanti. La maggior parte degli abitanti di Chennai sono di etnia tamil e parlano il tamil; l’inglese è ampiamente parlato ed è la lingua degli affari, dell’istruzione, e di molti lavori professionali. Chennai ha anche una crescente popolazione di stranieri che lavorano nelle industrie e nel settore dell’Information Technology. anche Perù e Kazakistan, gli ultimi due entrati) Paesi Membri delI’IIW e dell’IAB e di altri Paesi. La delegazione dell’Istituto Italiano della Saldatura (www.iis.it) che ha come sempre attivamente partecipato ai lavori, comprendeva l’Ing. Luca Costa dell’IIS (Capo Delegazione), esperto di formazione, nonché di salute sicurezza e ambiente, l’Ing. Stefano Morra dell’IIS Cert, esperto di qualificazione e certificazione di aziende e personale, nonché l’Ing. Stefano Botta, l’Ing. Francesco Bresciani e l’Ing. Gian Luigi Cosso dell’IIS Service, esperti rispettivamente di costruzioni di carpenteria, di diagnostica e controlli non distruttivi e di calcoli strutturali. Completava la delegazione italiana il Prof. Giovanni Meneghetti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova, esperto in particolare di problemi di fatica. Consistente è stato l’apporto scientifico, tecnico ed organizzativo della delegazione italiana, che oltre alla partecipazione alle discussioni delle Unità di Lavoro Tecniche più importanti (Tab. VII), come le Commissioni di processo (IV e XII), di sicurezza (VIII), di saldabilità (IX) e di fabbricazione (XI e XV), ha compreso la presentazione di diversi contributi teorici e sperimentali (preparati del tutto o in parte da funzionari e nel laboratorio dell’Istituto), un’attiva partecipazione alle varie strutture di lavoro e di governo dell’International Authorization Board (Tab. XIII) ed alle discussioni sorte nell’ambito della Conferenza Internazionale e dei Poster esposti. 2. Missione e struttura dell’IIW L’IIW è un’associazione internazionale senza scopo di lucro, fondata nel 1948, la cui missione e struttura, continuamente aggiornata nel tempo, è schematizzata nella Tabella II. I Paesi Membri dell’IIW, ovvero quelli che annoverano istituti della saldatura e organizzazioni per la qualificazione e certificazione internazionale autorizzate dall’IIW secondo le regole prefissate da quest’ultimo, sono indicati nella Tabella III. Lo sviluppo dell’IIW nell’ultimo decennio, con riferimento al numero dei Membri Fondatori del 1948 (tra cui l’IIS per il nostro Paese), e la rapida crescita del suo schema di qualificazione e certificazione con l’International Authorization Board (IAB), sono sin- TABELLA I - Schema del Congresso Annuale IIW 2011 Sunday, 17 July 2011 Board of Directors Meeting Monday 18 July 2011 Tuesday 19 July 2011 Wednesday 20 July 2011 Thursday Friday 21 July 2011 22 July 2011 Meetings of IIW Meetings of IIW Meetings of IIW Working Units Working Units Working Units International Conference International Conference Saturday 23 July 2011 General Assembly IAB Group A Meeting IAB Group B Meeting IAB General Meeting WU Chairmen Meeting Technical Directors Meetings Opening Ceremony WG Regional Activities Meeting AA Organizers Meeting WG Comunication & Marketing WG Standardization Board of Directors Meeting Technical Visits Technical Visits Technical Visits Poster Presentation Poster Presentation Welding Exhibition Welding Exhibition Welding Exhibition Local Tours Local Tours Welcome Reception India Night Local Tours Local Tours Gala Banquet Internat. Conf. Cocktail Local Tours Local Tours Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 213 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW TABELLA II – L’IIW nel 2011 Missione La missione dell’IIW è: “To act as the worldwide network for knowledge exchange of joining technologies to improve the global quality of life” ed in effetti l’IIW costituisce la rete mondiale per contatti e scambi di conoscenze su scienza e applicazioni delle tecnologie di giunzione. Il vasto campo tecnico comprende: giunzione, taglio e trattamenti superficiali di materiali metallici e non metallici, mediante processi come saldatura, brasatura, taglio termico, metallizzazione, incollaggio, microsaldatura e abbraccia settori connessi come assicurazione della qualità, prove non distruttive, normazione, ispezione, formazione, addestramento, progettazione, fabbricazione, salute, sicurezza e ambiente. Gli scopi principali sono: sviluppare le migliori pratiche applicative e la normalizzazione su aspetti applicativi e relativi a salute sicurezza ed ambiente; identificare, sviluppare ed applicare su base globale i sistemi IIW di addestramento, formazione, qualificazione e certificazione; promuovere l’IIW e i suoi Paesi Membri in varie regioni del mondo; fornire supporto e servizi ai suoi membri e ad altre organizzazioni internazionali; sviluppare, curare e pubblicare documenti, periodici e testi. L’IIW, come membro dell’International Union of Technical Associations e dell’International Council for Engineering and Technology, è formalmente collegato all’UNESCO. Struttura L’IIW, associazione internazionale senza scopo di lucro di legge francese con sede a Parigi, cui partecipano attualmente cinquantacinque Paesi, fu fondato nel 1948 da 13 Paesi, tra cui il nostro, che lo considerarono cruciale per ottenere rapidi progressi scientifici e tecnici a livello globale. La relativa visione fu quella di creare un veicolo internazionale per promuovere l’innovazione e le migliori pratiche di unione, creando una piattaforma internazionale per lo scambio e la disseminazione di tecnologie e di applicazioni in continua evoluzione. L’IIW è governato da un’Assemblea Generale cui partecipano gli istituti membri, che ne sostengono sostanzialmente il funzionamento con la loro quota di iscrizione e con il supporto scientifico e tecnico dei loro delegati. Il membro italiano è l’Istituto Italiano della Saldatura che, come detto sopra, si fregia del titolo di “Founder Member”. I lavori vengono svolti in quindici Commissioni Tecniche, in una sessantina di Sottocommissioni, Comitati Ristretti e Gruppi di Studio, nonché nello IAB (International Authorisation Board), che ha stabilito l’“International System for Education, Training, Qualification & Certification”, sulla base del quale ha rilasciato dal 1998, tramite quarantatre ANB (Authorized National Body), circa settantamila diplomi. TABELLA III – Membri dell’IIW e Authorized National Body dell’IAB al 31 Giugno 2011 Paese Membro e Authorized National Body Organizzazione AUSTRALIA Membro e ANB Welding Technology Institute of Australia (WTIA) AUSTRIA Membro e ANB Schweisstechnische Zentralanstalt (SZA) BELGIUM Membro e ANB Institut Belge de la Soudure Association Belge du Soudage BRAZIL Membro e ANB Associacao Brasileira de Soldagem BULGARIA Membro e ANB Bulgarian Welding Society BCQW - Bulgarian Center for Qualification in Welding CANADA Membro e ANB Canadian Council of the IIW CWB - Canadian Welding Bureau CROATIA Membro e ANB CWS - Croatian Welding Society CZECH REPUBLIC Membro e ANB Czech Welding Society Czech Welding Society ANB DENMARK Membro e ANB Danish Welding Society FORCE Dantest Cert EGYPT Membro e Applicant ANB Central Metallurgical Research & Development Institute (CMRDI) FINLAND Membro e ANB Suomen Hitsausteknillinen Yhdistys r.y. Suomen Hitsausteknillinen Yhdistys (SHY) FRANCE Membro e ANB Institut de Soudure (IS) AFS - Association Française du Soudage 214 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Bandiera G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW GERMANY Membro e ANB DVS - Deutscher Verband für Schweissen und Verwandte Verfahren e.V. GREECE Membro e Applicant ANB Welding Greek Institute HUNGARY Membro e ANB Gepipari Tudomanyos Egyesület - MHtE-Magyar Hegesztéstechnikai és Anyagvizsgálati Egyesüles INDIA Membro e ANB The Indian Institute of Welding INDONESIA Membro e Applicant ANB Indonesian Welding Society (IWS) IRAN Membro e ANB Iranian Welding Research & Engineering Center (IWREC) ISRAEL Membro Association of Engineers and Architects in Israel ITALY Membro e ANB Istituto Italiano della Saldatura IIS CERT JAPAN Membro e ANB Japan Institute of Welding JWES-Japan Welding Engineering Society KOREA Membro e Applicant ANB The Korean Welding and Joining Society (KWJS) LEBANON Membro Industrial Research Institute (IRI) LIBYA Membro The Higher Welding Technology Center LITHUANIA Membro Lithuanian Welders Association MALAYSIA Membro Welding Institute (MALAYSIA) BHD MEXICO Membro Corporación Mejicana de Investigación en Materiales MOROCCO Membro Association Marocaine du Soudage et des Appareils à Pression (AMS-AP) NEW ZEALAND Membro New Zealand Heavy Engineering Research Association (HERA) NIGERIA Membro e Applicant ANB Nigerian Institute Of Welding NORWAY Membro e ANB Norwegian Welding Association Norsk Sveiseteknisk Forbund (NSF) PAKISTAN Membro The Pakistan Welding Institute P. R. OF CHINA Membro e ANB Chinese Welding Society - CWTQC-Chinese Welding Training & Qualification Committee PERU’ Membro Pontificia Universidad Católica del Perú (PUCP) POLAND Membro e ANB Instytut Spawalnictwa PORTUGAL Membro e ANB Instituto de Soldadura e Qualidade (ISQ) ROMANIA Membro e ANB ISIM Timisoara ASR-Cert Pers RUSSIAN FEDERATION Membro e ANB Russian Welding Society RTC - Research Training Centre “Testing and Diagnostics” Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 215 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW SERBIA Membro e ANB Zavod Za Zavarivanje a.d. DUZS Cer Pers SINGAPORE Membro e ANB Singapore Welding Society SLOVAKIA Membro e ANB Vyskummy Ustav Zvaracsky SLOVENIA Membro e ANB Slovensko Drustvo Za Varlino Tehniko SOUTH AFRICA Membro e ANB SAIW-Southern African Institute of Welding SAIW Certification SPAIN Membro e ANB CESOL SWEDEN Membro e ANB Swedish Welding Commission SWITZERLAND Membro e ANB Association Suisse pour la Technique du Soudage THAILAND Membro e ANB Welding Institute of Thailand (WIT) THE NETHERLANDS Membro e ANB Nederlands Instituut Voor Lastechniek TUNISIA Membro e Applicant ANB Centre Technique des Industries Mécaniques et Electriques (CETIME) TURKEY Membro e ANB Gedik Education and Social Benefits Foundation (GEV) UKRAINE Membro e ANB E.O. Paton Electric Welding Institute The Paton Welding Institute Training and Qualification Center UNITED KINGDOM Membro e ANB UK Section of the IIW TWI Certification Ltd UNITED STATES Membro American Welding Society VIETNAM Membro Vietnam - German Technology Transfer and Training Center (HWC) N. B. Le Applicant ANB sono quelle che hanno richiesto l’accreditamento IAB. TABELLA IV - Sviluppo dell’IIW e dell’IAB nell’ultimo decennio Anno IIW IAB 1948 (fondazione IIW) 13 0 2001 42 14 2006 47 40 2011 55 42 216 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW tetizzati nella Tabella IV; è da notare che questo sviluppo è essenzialmente dovuto all’incremento delle associazioni dei Paesi asiatici, che si stanno prepotentemente affacciando sul mercato globale sia per lo studio e l’applicazione delle tecniche di giunzione che per la certificazione. 3. Cerimonia Inaugurale del Congresso La Cerimonia Inaugurale ed il Ricevimento di Benvenuto del Congresso Annuale sono stati tenuti nella “Madras Ballroom” dell’Hotel “Le Royal Meridien” (Fig. 1). In apertura, dopo alcuni canti e danze rituali indiani (Fig. 2) destinati, secondo la tradizione locale, ad assicurare il successo di ogni importante evento, il Presidente del Comitato Organizzatore e dell’Istituto Indiano della Saldatura, Mr. R. Ravi, (Fig. 3, in Figura 2 - Danza rituale propiziatoria indiana alto) ha porto il benvenuto ai partecipanti e passato la parola al Presidente uscente dell’IIW, Prof. Dr. Ing. Ulrich Dilthey (Fig. 3, in basso) che, salutati i presenti, ha dichiarato ufficialmente aperto il 64° Congresso dell’IIW. Figura 1 - I partecipanti alla Cerimonia Inaugurale Figura 3 - In alto: Mr. R. Ravi porge il benvenuto ai partecipanti. In basso: il Prof. Dr. Ing. Ulrich Dilthey dichiara ufficialmente aperto il 64° Congresso dell’IIW Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 217 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW TABELLA V - Riconoscimenti e vincitori dei premi IIW 2011 Premio Vincitore Arthur Smith Award Dr. Martin Prager (USA) Evgenij Paton Prize Prof. Wolfgang Fricke (Germania) Henry Granjon Prize - Category A Mr. Prabu Manoharan (Francia) Henry Granjon Prize - Category B Dipl. Ing. Arne Kromm (Germania) Henry Granjon Prize - Category C Dr. Xiangcheng Zhang (R. P. Cina) Figura 4 - Il Dr. Krisnamurty (a destra) riceve uno speciale riconoscimento dal Dr. Baldev Raj Heinz Sossenheimer Software Innovation Award Mr. Carl J. Peters (USA) Thomas Medal Dipl. Ing. Reiner Zwaetz (Germania) Ugo Guerrera Medal --- (*) Yoshiaki Arata Award Prof. Masao Toyoda (Giappone) (*) Successivamente il Dr. V. Krisnamurty, Presidente del Consiglio Nazionale Indiano per la Competizione Manifatturiera (NMCC), dopo un breve indirizzo di saluto ha ricevuto uno speciale riconoscimento alla carriera, per il suo impegno e per i traguardi raggiunti nella sua attività (Fig. 4). Infine il Presidente uscente dell’IIW Prof. Dr. Ing. Ulrich Dilthey ha condotto la cerimonia di assegnazione dei premi e riconoscimenti scientifici e tecnici dell’IIW, conferiti ai vincitori a nome delle varie delegazioni nazionali che li hanno proposti e li sponsorizzano (Tab. V e Fig. 5). Quest’anno, in particolare, il premio triennale intitolato all’Ing. Ugo Guerrera - promotore nel 1948 dell’Istituto Italiano della Saldatura - e istituito Premio triennale messo in palio dall’IIS a ricordo del suo Fondatore, Ing. Ugo Guerrera. dalla Delegazione Italiana nel 2000, non è stato assegnato, essendo previsto per il 2013, ma è in corso l’istruttoria per il suo conferimento (Tab. VI). La Cerimonia della premiazione è stata seguita dall’interessante spettacolo di danze “India, Yesterday, Today and Always”, consistente in sette segmenti di danza classica, folcloristica e contemporanea di diverse regioni indiane, presentati dalla coreografa internazionalmente nota Ms Anita Ratman e interpretati da 16 ballerine in un tripudio di colori (Figg. 6-7). Infine gli ospiti sono stati invitati ad una sontuosa “Welcome Reception”, durante la quale hanno potuto prendere i primi contatti ed assaporare tra gli altri i gusti caratteristici della regione. 4. Riunioni delle Unità di Lavoro Tecniche dell’IIW Nel corso dei lavori delle Unità Tecniche, svoltisi dal 18 al 20 Luglio 2011 (precedute tuttavia da un certo numero di riunioni preparatorie di Sottocommissioni e Unità di Lavoro tenute nei giorni immediatamente precedenti), sono stati studiati e discussi circa quattrocento documenti. Tale attività ha compreso un centinaio di riunioni delle sedici Commissioni Tecniche (Tab. VII), dei Comitati Ristretti e dei Gruppi di Studio (Tab. VIII), delle numerose Sottocommissioni e dei molti Gruppi di Lavoro seguiti da specialisti ed esperti nonché degli organi dell’International Authorization Board (IAB), di cui si riferisce TABELLA VI – Il Premio dell’IIW Ugo Guerrera Il premio dell’IIW “Guerrera Medal” è intitolato all’ Ing. Ugo Guerrera (1902-1990), promotore dell’Istituto Italiano della Saldatura nel 1948 e suo Vice Presidente Delegato fino al 1974. Nell’IIW, Ugo Guerrera fu Presidente della Commissione “Design and Fabrication for Welding” dal 1958 al 1968 e Presidente dell’intera organizzazione dal 1960 al 1963. Il premio Guerrera (consistente in una medaglia d’oro di 30 grammi) viene assegnato ogni tre anni ad un Ingegnere o ad un Tecnico (o ad un gruppo di Ingegneri e/o Tecnici) responsabile della fabbricazione di una rilevante opera saldata, di particolare interesse dal punto di vista della progettazione o dei materiali o del metodo di fabbricazione. Nel 2010 è stato conferito al Prof. Weizhi Dai (People’s Republic of China). 218 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW Figura 5 - Assegnazione dei premi e riconoscimenti scientifici e tecnici dell’IIW; da sinistra: Dr. Xiancheng Zhang, Prof. Wolfgang Fricke, Dipl. Ing. Arne Kromm, Mr. Prabu Manoharan, Mr. Carl J. Peters, Prof. Masao Toyoda, Dr. Ing. Klaus Middeldorf (che ha ricevuto il premio per il Dipl. Ing. Rainer Zwätz), Dr. Martin Prager e il Presidente IIW uscente Prof. Dr. Ing. Ulrich Dilthey. Figura 6 - La coreografa Ms Anita Ratman Figura 7 - Spettacolo di danze “India, Yesterday, Today and Always” TABELLA VII - Commissioni Tecniche dell’IIW al 1° Gennaio 2012 N. I II III IV V VI VIII IX X XI XII XIII XIV XV XVI XVII Titolo Thermal cutting and surfacing Arc welding and filler metals Resistance welding, solid state welding and allied joining processes Power beam processes Non destructive testing and quality assurance of welded products Terminology Health, safety and environment Behaviour of metals subjected to welding Structural performances of welded joints - Fracture avoidance Pressure vessels, boilers and pipelines Arc welding processes and production systems Fatigue of welded components and structures Education and training Design, analysis and fabrication of welded structures Polymer joining and adhesive technology Brazing, soldering and diffusion bonding Presidente V. Kujanpää (Finland) V. van der Mee (Netherlands) U. Miro (Slovenia) J. K. Kristensen (Denmark) P. Benoist (France) H. G. Ziegenfuss /United States) L. Costa (Italy) T. Boellinghaus (Germany) M. Koçak (Turkey) T. Melfi (United States) J. Norrish (Australia) G. Marquis (Finland) V. Matthews (United States) R. Shaw (United States) V. Schöppner (Germany) W. Miglietti (United States) Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 219 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW al Paragrafo successivo, così come più avanti sono fornite informazioni sulle attività degli organi gestionali dell’IIW. Durante i sei giorni di lavoro, come già accennato, sono stati studiati dalle Commissioni Tecniche, dai Comitati Ristretti e dai Gruppi di Studio circa quattrocento documenti, raccomandazioni, linee guida e progetti di norme e sono state approvate centotrentatre risoluzioni. Tra queste ultime settantasette sono relative: alla pubblicazione sulla Rivista dell’IIW “Welding in the World” (Tab. IX), di documenti sia d’Autore (Classe A) che approvati da intere Unità di Lavoro (Classe B), riportati nella Tabella X; alla trasmissione di progetti di norme all’ISO ed al CEN (Tab. XI); infine alla realizzazione di volumi IIW stampati da case editrici esterne (Tab. XII). Inoltre è stata decisa la creazione del nuovo Comitato Ristretto “Research developments and applications in micro and nanojoining technologies”, alla cui presidenza è stato eletto il Prof. Norman Zhou (Canada). Non deve poi essere dimenticata la contemporanea manifestazione “Weld India 2011, 6a Mostra Internazionale della Tecnologia della Saldatura”, di cui si riferisce al Paragrafo 10, che molti congressisti hanno avuto l’opportunità di visitare. Per quanto riguarda i Comitati Ristretti ed i Gruppi di Studio è da ricordare l’importante attività del Gruppo di Studio “Standardization” che, a seguito del riconoscimento dell’IIW come International Standardizing Body da parte dell’ISO, gestisce tutta l’attività di normazione dell’IIW, finalizzando per pubblicazione - con il doppio logo IIW e ISO - le norme preparate dalle Commissioni Tecniche IIW. Il suddetto materiale e gli atti della Conferenza Internazionale sono consultabili presso la Biblioteca IIS (www.weldinglibrary.com) e possono inoltre, così come tutte le altre pubblicazioni dell’IIW, essere richiesti direttamente a quest’ultimo (www.iiwelding.org); i documenti più interessanti saranno inoltre pubblicati integralmente dalla Rivista Italiana della Saldatura, nella versione originale inglese. TABELLA VIII - Comitati Ristretti e Gruppi di Studio al 1° Gennaio 2012 Titolo Presidente Permanent joints in new materials and coatings for aircraft engineering I. Harris (United States) Automotive and road transport M. Rethmeier (Germany) The physics of welding Y. Hirata (Japan) Quality management in welding and allied processes K. Middeldorf (Germany) Welding research, strategy and collaboration L. Coutinho (Portugal) Shipbuilding H. Sadler (United States) Standardization Dr. David Shackleton (United Kingdom) Regional Activities Mr. Chris Smallbone (Australia) Communications and marketing Mag. Sylke Kanits (Austria) Micro and nano-joining technologies Prof. Norman Zhou (Canada) TABELLA IX – Welding in the World, la rivista dell’IIW Welding in the World è la pubblicazione periodica dell’IIW, la cui veste editoriale è stata recentemente rinnovata. Essa è “peer reviewed”, come tutte le più autorevoli riviste scientifiche nazionali ed internazionali. A questo scopo il valore del materiale pubblicato è costantemente controllato da un comitato internazionale di esperti indipendenti di chiara fama, costituito caso per caso dalle singole Unità di Lavoro dell’IIW che, in rappresentanza dei suoi 55 Paesi Membri, esaminano i documenti presentati in commissione, raccomandandoli, se adeguati, per pubblicazione. Welding in the World è pertanto considerata nel ben noto e prestigioso “Thomson Reuters Science Citation Index” ed è internazionalmente molto stimata. Dal 1963 la rivista illustra, in sei numeri bimestrali, i più importanti traguardi raggiunti dal mondo professionale e accademico della saldatura, pubblicando gli studi più autorevoli nel campo delle giunzioni e delle discipline connesse e collegate, distinguendo in sezioni separate tra Research Papers, Technical Papers e Guidelines. 5. Missione e struttura dell’IAB Lo IAB (International Authorization Board), come già accennato, è l’organismo creato nell’ambito dell’IIW per gestire l’“International IIW Qualification, Certification 220 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 and Authorization System”, la cui missione, struttura ed attività sono indicate nella Tabella XIII, mentre i membri partecipanti sono già stati indicati nella Tabella III e lo sviluppo è stato sintetizzato nella Tabella IV. G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW TABELLA X – Principali documenti raccomandati per pubblicazione COMMISSIONE I (Thermal cutting and surfacing) I-1185-11 Quality aspects in remote laser cutting, by Anssi Pihlava, Tuomas Purtonen, Antti Salminen, Veli Kujanpää, Timo Savinainen I-1183-11 Several fundamental researches on structural integrity of plasma-sprayed coating-based systems, (Granjon-Prize 2011, Category C), by Xiancheng Zhang COMMISSIONE II (Arc welding and filler metals) II-1765-11 Exploring the interaction of phase transformation and residual stress during welding by Synchrotron diffraction, (Granjon-Prize 2011, Category B, by Arne Kromm II-1766-11 Hot extraction of diffusible hydrogen and its measurement using a hydrogen sensor, by Girish Kumar Padhy, V. Ramasubbu, S. K. Albert, N. Murugesan, C. Ramesh II-1767-11 Diffusible hydrogen content depending on welding and cooling parameters, by Thomas Kannengiesser, Thomas Lausch II-1769-11 Metallurgical investigations on electron beam welded duplex stainless steels, by Daniel Keil, Manuela Zinke, Helge Pries, Sergii Krasnorutskyi II-1770-11 Effect of nitrogen and boron on the development of acicular ferrite in reheated C-Mn-Ti steel weld metals, by M. N. Ilman, R. C. Cochrane, G. M. Evans II-1772-11 Evaluation of hot cracking susceptibility of nickel base alloys by the PVR-test, by Carolin Fink, Manuela Zinke, Daniel Keil II-1773-11 Addition of Cerium oxide in the flux formulations of a basic coated stainless steel electrode, by G. Srinivasan, A. K. Bhaduri, S. K. Albert II-1775-11 Effect of high-strength filler metals on butt joints, by Michael Stoschka, Martin Leitner, Gerhard Posc, W. Eichlseder II-1776-11 Influence of alloying additions on the morphology of non-metallic inclusions, by Wolfgang Vanovsek, C. Bernhard, M. Fiedler, G. Posch II-1777-11 Investigation of the hardness-toughness-relationship of a welded joint after different heattreatment cycles, by Thomas Schlagradl, Reinhold Schneider, Gerhard Posch, Ronald Schnitzer COMMISSIONE III (Resistance welding, solid state welding and allied joining processes) III-1611-11 An examination of electric servo-guns for the resistance spot welding of complex stack-ups, by Jerry Gould, Warren Peterson, James Cruz III-1613-11 Pressure resistance welding in power reactor fuel fabrication - Indian perspective, by D. S. Setty, Rao G. V. S. Hemantha III-1591-11 Optimisation of welding parameters for the continuous drive rotary friction welding process on simple tubular geometries for steel, by V. Madhavan, L. D’Alvise, I. Lepot, A. Vatovec, M. Nunn III-1597-11 Mechanical properties and microstructure characteristics of dissimilar friction stir welded AZ31B Mg alloy and AA6061 Al alloy joints, by S. Malarvizhi, V. Balasubramanian III-1594-11 Relationship between base metal properties and optimized friction stir welding process and tool parameters, by V. Balasubramanian, S. Rajakumar III-1580-11 Combined analytical and numerical process modelling for bobbin tool friction stir welding, by J. Hilgert, L. Hütsch, J. F. Dos Santos, N. Huber III-1618-11 Resolution for Standardization Item(*). New Standard – Revision, Resistance welding - Testing of welds - Peel and chisel testing of resistance spot and projection welds, Justification and aim of the document: to keep the consistency with the new ISO 17677-1. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 221 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW COMMISSIONE IV (Power beam processes) IV-1048-11 Electron beam multi pool welding with thermal fields of metal welds based on cast iron, by K. Rüthrich IV-1049-11 Single mode fiber lasers results of butt welding tests on sheet thicknesses of 3 and 5 mm, by J. Neubert, C. Schwalenberg IV-1065-11 Electron beam structurisation of titanium materials for medical applications: Potential for improved bone in growth behaviour, by U. Reisgen, S. Olschok, C. Otten, C. Panfil, H. Fischer IV-1066-11 The development of a new robotic hybrid laser GMAW technology for industry, by F. Scandella, P. Gressel IV-1064-11 XII-2048-11/SG-212-1206-I - Microstructure and properties of laser deposited and wrought alloy K-500 (UNS N05500), by P. Hochanadel COMMISSIONE V (Quality control and quality assurance of welded products) V-1495-11 Non-destructive characterization of nickel-base hardface deposit on austenitic stainless steel through eddy current and magnetic Barkhausen techniques, by Gopa Chakraborty, A. Viswanath, C.K. Mukhopadhyay, V. Ramasubbu, S. K. Albert, B. P. C. Rao, A. K. Bhaduri, T. Jayakumar V-1502-11 Proposal for a specific tool assessing relevance of replacing a NDT method or technique with another one: the OPC approach, by Daniel Chauveau, Alain Michel, Gilbert Gras, Menouar Houari, Fabrice Scandella, Pascal Dainelli V-1498-11 Process monitoring and development system for toe radius, by Anna Öberg, Peter Hammersberg, Lars-Erik Svensson, Hasse Olsson COMMISSIONE VIII (Health, safety and environment) VIII-2123-11 Health and safety risks in welding activities, by Luca Costa, Wolfgang Zschische VIII-2109R1-11 Focus on international and regional standards, by Luca Costa, Mathias Lundin COMMISSIONE IX (Behaviour of metals subjected to welding) IX-2355-11 Welding duplex stainless steels – A review of current recommendations, by L. Karlsson IX-2356r1-11 Low energy input and high dilution welding of duplex stainless steels, by L. Karlsson IX-2358-11 Modelization of G-ferrite content in austenitic stainless steel weld metals, by María Asunción Valiente Bermejo IX-2359-11 Influence of the alloy level (Creq+Nieq) on the transition between [AF] and [FA] solidification modes in austenitic stainless steel weld metals, by María Asunción Valiente Bermejo IX-2360-11 Key-hole plasma arc welding of 8 mm thick maraging steel – a comparison with multi-pass GTAW, by M. K. Mukherjee, Renu Gupta, Rajesh Reddy IX-2361-11 Mesoscale modeling of hydrogen diffusion in duplex stainless steel, by T. Mente, Th. Boellinghaus IX-2362-11 Study of the influence of tungsten in superduplex stainless steel welds, by S. Wessman, L. Karlsson, R. Pettersson, A. Östberg IX-2370-11 Effect of prior austenite grain size of the base metal in improving type IV cracking resistance of boron containing modified 9Cr-1Mo steel weld joints, by C. R. Das, S. K. Albert, J. Swaminathan, A. K. Bhaduri, B. S. Murty IX-2371-11 Hot cracking behavior of 9 % chromium steels, by S. Manimozhi, S. Suresh, V. Muthupandy IX-2373-11 Influence of Ti and B additions on grain size and weldability of aluminium alloy 6082, by P. Schempp, C. E. Cross, C. Schwenk, M. Rethmeier 222 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW IX-2374-11 Microstructure investigation on a Ti-6Al-4V alloy friction stir welded with a new tool generation materials, by M. V. Renteria, J. F. Dos Santos IX-2376-11 Influences of welding processes and post weld ageing treatment on mechanical and metallurgical properties of AA2219 aluminium alloy joints, by S. Malarvizhi, V. Balasubramani IX-2364-11 Cold cracking susceptibility of austenitic and martensitic weld metals, by T. Kasuya, Y. Hashiba, H. Inoue, T. Nose, K. Ito, M. Enoki IX-2365-11 Characteristics of inclusions in rutile-type FCAW weld metal, by J.-S. Seo, K.-H. Kim, C.-G. Lee, H.-J. Kim IX-2366-11 Efficient estimation of volumetric heat source in fusion welding process simulation, by S. Bag, D. V. Kiran, A. De IX-2367-11 Effect of welding and heat-treatment parameters on mechanical properties of quenched & tempered steel and weld metal, by S. Das, R. Patel, M. Ghosh IX-2368-11 Electron beam welding of a TMCP steel with 700 MPa yield strength, by W. Maurer, W. Ernst, R. Rauch, S. Kapl, A. Pohl, T. Krüssel, R. Vallant, N. Enzinger COMMISSIONE XII (Arc welding processes and production systems) XII-2026-11 Model based self-optimization of GMAW-processes, by U. Reisgen, M. Beckers, G. Buchholz, K. Willms XII-2033-11 Development of seamless flux cored wire for high strength steel, by R. Shimura, H. Nagasaki, Y. Totsuka, S. Nakamura XII-2024-11 Reduction of hexavalent chromium concentration in stainless steel welding fume, by H. Sugahara, T. Ikeda, H. Watanabe XII-2018-11 Solutions to overcome physical phenomena limiting speed in thin sheet welding, by J-P. Planckaert, J-M. Fortain XII-2037-11 SG-212-1193-11 - Simulations of weld pool dynamics in V-groove pipe welding, by D-W. Cho, S-J. Na, M-H. Cho, J-S. Lee XII-2039-11 SG-212-1201-11 - Research on laser-arc hybrid welding of HT780 steel, by T. Suga, Y. Murai, T. Kobashi, T. Ueyama, T. Era, Y. Ueda, M. Sato, N. Hara XII-2036-11 SG-212-1192-11 - Influence of driving forces on weld pool dynamics in GTA and laser welding, by S-W. Han, W-I. Cho, S-J. Na, C-H. Kim XII-2048-11 SG-212-1206-11/IV-1064-11 - Microstructure and properties of laser deposited and wrought alloy K-500 (UNS N05500), by P. Hochanadel XII-2034-11 Development of on-site automatic welding system for large-sized water wheel runner, by T. Kato, K. Aoyama, T. Oodake, T. Aikawa, S. Asai, S. Sato XII-2031-11 A new technology for designation the efficiency of gas shielded arc welding gives new findings, by André Hälsig, Mario Kusch XII-2035-11 Development of all position GTA welding robot system, by Y. Ikezawa, A. Aoki, M. Takeichi, C. Ito COMMISSIONE XIII (Fatigue of welded components and structures) XIII-2394-11 Fatigue behaviour of welded joints treated by high frequency hammering: Experimental study, by G. Le Quilliec, H.-P. Lieurade, M. Bousseau, M. Drissi-Habti, G. Inglebert, P. Macquet, L. Jubin XIII-2362-11 Overview of fatigue data for high frequency peened welded joints, by H. C. Yildirim, G. B. Marquis XIII-2379-11 Fatigue strength of thin-plated block joints with typical shipbuilding imperfections, by L. Eggert, W. Fricke, H. Paetzold XIII-2369-11 An efficient meshing approach for the calculation of notch stresses, by J. Baumgartner, T. Bruder XIII-2368-11 Corrosion fatigue of welded aluminium vehicle structures under constant and variable amplitude loadings, by C. M. Sonsino, C. Morgenstern, M. Streicher, H. Oppermann, A. M. Schmid Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 223 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW XIII-2363-11 A computational approach for fatigue life prediction in shot peened welded joints, by B. Athreya, L. Pan, W. Huang, J. Forck XIII-2376-11 Effect of UIT on fatigue strength of web-gusset welded joints considering service condition of steel structures, by T. Mori, H. Shimanuki, M. Tanaka XIII-2377-11 Effect of preload and stress ratio on fatigue strength of welded joints improved by ultrasonic impact treatment, by T. Okawa, H. Shimanuki, Y. Funatsu, T. Nose, Y. Sumi XIII-2378-11 Improvement effect of fatigue strength by peening treatment under variable amplitude loading, by M. Tai, Ch. Miki COMMISSIONE XVI (Polymer joining and adhesive technology) XVI-911-11 Description of transmitted energy during laser transmission welding of polymers, by P. J. Bates, M. Chen, G. Zak XVI-915-11 Analytical prediction of mechanical properties of adhesive bonded joints under cyclic load regarding production tolerances, by Dominik Teutenberg, Ortwin Hahn XVI-919-11 Current advances in friction-based joining of polymer-metal hybrid structures, by Sergio T. Amancio-Filho, Jorge F. Dos Santos COMITATO RISTRETTO AUTO (Automotive) SC-AUTO-43-11 Comparison between CO2- and Nd:YAG-laser beam welding of high strength CrMnNi-steels for the automotive industry, by V. Quiroz, A. Gumenyuk, M. Rethmeier SC-AUTO-47-11 Performance of tensile tested resistance spot welded joints at various angles, by Nick den Uijl, Fouad Azakane, Samet Kilic, Vincent Docter SC-AUTO-48-11 Structural performance of adhesive and weld bonded joints in AHSS, by S. Smith, J. M. Vrenken, T. Van Der Veldt SC-AUTO-50-11 Resistance projection welding of weld nuts on high-strength steel, by H. Cramer, T. Bschorr GRUPPO DI STUDIO 212 (Physics of Welding) SG-212-1194-11 Analyses of dynamic behavior of metal vapor in gas metal arcs by monochromatic images using high-speed video-camera, by M. Tanaka, Y. Tsujimura, H. Sawato, K. Ito SG-212-1197-11 Spectral diagnostics of a pulsed gas metal arc welding process, by G. Gött, D. Uhrlandt, R. Kozakov, H. Schöpp SG-212-1195-11 Numerical analyses of gas metal arc with metal vapor for heat source of welding, by Y. Tsujimura, M. Tanaka SG-212-1189-11 Electric welding arc modelling and simulation with the three-dimensional solver OpenFOAM, by I. Choquet, H. Nilsson, A. J. Shirvan, N. Stenbacka SG-212-1193-11 XII-2037-11 - Simulations of weld pool dynamics in V-groove pipe welding, by D-W. Cho, S-J. Na, M-H. Cho, J-S. Lee SG-212-1201-11 XII-2039-11 - Research on laser-arc hybrid welding of HT780 steel, by T. Suga, Y. Murai, T. Kobashi, T. Ueyama, T. Era, Y. Ueda, M. Sato, N. Hara SG-212-1192-11 XII-2036-1I - Influence of driving forces on weld pool dynamics in GTA and laser welding, by S-W. Han, W-I. Cho, S-J. Na, C-H. Kim SG-212-1206-11 XII-2048-11/IV-1064-1I - Microstructure and properties of laser deposited and wrought alloy K-500 (UNS N05500), by P. Hochanadel SG-212-1187-11 Simulation of droplet detachment in GMA welding, by U. Reisgen, O. Mokrov, A. Zabirov 224 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW TABELLA XI – Principali azioni e documenti approvati per la normazione COMMISSIONE II (Arc welding and filler metals) II-1784-11(*) II-1787-11(*) II-1786-11(*) Proposed resolution of conflitcts between ISO 17655 and ISO8249. It is recommended that the changes contained in document II-1784-11 (II-E-611-11) be applied to ISO 17655 and, since it is a weld metal testing standard, it is offered to take responsibilty to prepare a revision. Confirmation ISO 8249 - Scope: Determination of ferrite number (FN) in austenitic and duplex ferritic-austenitic Cu-Ni stainless steels. Systematic review comments - Recommendation, Revision ISO 6847 - Scope: Welding consumables - Deposition of a weld metal pad for chemical analysis. COMMISSIONE III (Resistance welding, solid state welding and allied joining processes) III-1621-11(*) III-1622-11(*) III-1618-11(***) III-1619-11(***) III-1620-11(***) III-1621-11(***) III-1622-11(***) Resistance welding - Destructive testing of welds - Specimen dimensions and procedure for impact tensile shear test and cross-tension testing, Justification and aim of the document: to keep the consistency with the new ISO17677-1 Resistance welding - Procedure for spot welding of uncoated and coated low carbon steels Justification and aim of the document: to keep the consistency with the new ISO17677-1 Resistance welding - Testing of welds - Peel and chisel testing of resistance spot and projection welds, ISO Work Item: ISO/CD 10447 Resistance welding - Destructive Testing of welds - Specimen dimension and procedure for cross tension testing resistance spot and embossed projection welds, ISO Work Item: ISO/CD 14272 Resistance welding - Destructive Testing of welds - Specimen dimensions and procedure for tensile shear testing resistance, spot, seam and embossed projection welds, ISO Work Item: ISO/ CD 14273 Resistance welding - Destructive testing of welds - Specimen dimensions and procedure for impact tensile shear test and cross-tension testing, ISO Work Item: ISO/CD 14323 Resistance welding - Procedure for spot welding of uncoated and coated low carbon steels, ISO Work Item: ISO/CD 14373 COMMISSIONE V (Quality control and quality assurance of welded products) V-1508-11(***) Non destructive testing: long range instpection of above ground pipeline and plant piping using guided testing with axial propagation, New Standard. COMITATO RISTRETTO QUAL (Quality Management in welding and allied processes) SC-QUAL-152-11(**) Categorising the requirements for technical knowledge of responsible welding coordinators in ISO 14731, by D. Shackleton, C. Eady GRUPPO DI LAVORO Stand (Standardization) Res.WG STAND(*) IIW Working Group Standardization requests ISO Central Secretariat to publish ISO 25239 Parts 1 through 5 without any Japanese patents unless specific information from those patent holders is provided justifying potential infringement. IIW WG Standardization further requests ISO CS to include the TWI patent release in any or all parts that they request. (*) Res.WG STAND IIW Working Group Standardization requests Commission V to decide by resolution on the outcome of the systematic review of ISO 24497 Parts 1 through 3. (*) (**) (***) Risoluzione su azioni varie di normazione Risoluzione per la trasmissione di proposte di norme all’ISO per l’approvazione finale come Norma ISO Risoluzione per l’approvazione finale (diretta) come Norma IIW-ISO Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 225 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW 6. Riunioni delle Unità di Lavoro ed Amministrative dell’IAB TABELLA XII - Volumi dell’IIW pubblicati da case editrici esterne Dal 18 al 20 Luglio 2011 (ed inoltre in alcune riunioni tecniche preparatorie tenute nei giorni immediatamente precedenti), l’International Authorization Board (IAB) ha proseguito l’attività di gestione e aggiornamento del Sistema Internazionale per la Formazione, la Qualificazione e la Certificazione del Personale di Saldatura, nonché del Sistema per la Certificazione delle Aziende (in accordo a ISO 3834), sistemi entrambi acquisiti a suo tempo dall’European Welding Federation (www.ewf.be), che ha iniziato tali attività all’inizio degli anni novanta. Il Sistema Internazionale per la Formazione e la Qualificazione dell’IAB copre per il momento cinque figure professionali di “fabbricazione” (dall’ingegnere al saldatore), tre figure di “ispezione” (dal Comprehensive al Basic), l’ulteriore figura dell’ “International Welded Structures Designer”, ed infine la figura di “International Welder” (Tab. XIV) ed è in continua espansione. Il sistema IAB è altamente considerato a livello internazionale, è supportato dall’industria e da organismi di forma- Pubblicazione Titolo e Riferimenti Fatigue analysis of welded components - Designer’ s guide to the structural hot-spot stress approach IIW-1430-00 (ex-doc. XIII-1819-00 / XV-1090-01) by E. Niemi, W. Fricke, S. J. Maddox, BOOK-2006-01 (56 pages) Publisher: Woodhead Publishing Limited, ISBN 13: 978 1 84569 124 0 Fatigue design procedure for welded hollow section joints IIW-1055-89 (ex-doc. XIII-1804-99 / XV-1035-99) by X.-L. Zhao, J. A. Packer (editors) BOOK-1999-02 (90 pages) Publisher: Woodhead Publishing Limited, ISBN 13: 978 1 85573 522 4 Fatigue design of welded joints and components IIW-1823-07 (ex-doc. XIII-2151r4-07 / XV-1254r4-07) by A. Hobbacher BOOK-2009-01 (144 pages) Publisher: Welding Research Council, Inc. WRC Bulletin 520, ISBN: 1-58145-527-5 Stress determination for fatigue analysis of welded components IIW-1221-93 (ex-doc. XIII-1458-92 / XV-797-92) by E. Niemi (editor) BOOK-1995-01 (80 pages) Publisher: Woodhead Publishing Limited, ISBN 13: 978 1 85573-213-1 Non-destructive examination of underwater welded structures IIW-1372-97 (ex-doc. V-1097-97) by V. S. Davey, O. Forli, G. A. Raine and R. Whillock BOOK-1999-01 (84 pages) Publisher: Woodhead Publishing Limited, ISBN: 978 1 85573 427 2 Reference radiographs for assessment of weld imperfections according to ISO 5817 - Interpretation of arc-welded butt joints in steel IIW (ex-doc.V-1328-05) BOOK-2005-01 (60 radiographs) Trilingual (English / French / German) Publisher: DVS-Verlag, ISBN 978-3-87155-787-3 TABELLA XIII – Missione, struttura e attività dell’International Authorization Board dell’IIW Missione La missione dell’IAB, creato dall’IIW nel 2002, è quella di sviluppare ed applicare su base globale il sistema IIW di addestramento, formazione, qualificazione e certificazione di personale ed aziende. In particolare l’IAB ha lo scopo di aggiornare e gestire il sistema di garanzia della qualità che controlla il funzionamento del sistema e di pubblicare le linee guida che ne sono alla base in quanto definiscono i requisiti minimi per l’addestramento, la formazione, la qualificazione e la certificazione, così come le regole per gli esami, la qualificazione e la certificazione. Struttura Per assicurare il funzionamento del sistema, l’IAB nomina in ogni Paese un ANB, “Authorized National Body”, ed un ANBCC, “Authorized National Body for Company Certification,” che rispettivamente supervisionano tutte le attività nazionali per il personale e per le aziende. I Paesi che partecipano al Sistema Internazionale dell’IAB con un ANB sono attualmente quarantatre, mentre quelli che partecipano anche con un ANBCC sono diciannove, quattordici europei (tramite degli ANBCC EWF/IIW, tra cui IIS CERT) e cinque extraeuropei (mediante delle ANBCC IIW). IIS CERT dell’Istituto Italiano della Saldatura è l’“Authorized National Body” e l’“Authorized National Body for Company Certification” del nostro Paese. Attività Per quanto riguarda il personale il Sistema Internazionale copre per il momento la qualificazione di cinque figure di “fabbricazione”, tre figure di “ispezione” ed altre, ma è in continua espansione; alcune qualificazioni sono tra l’altro richiamate in appendici di importanti normative nazionali ed internazionali. In particolare sono stati rilasciati, dal 2004 alla fine del 2010, un totale di quasi settantamila diplomi IIW di qualificazione del personale, di cui oltre 10000 in quell’anno. L’attività di certificazione, sia del personale che delle aziende (quest’ultima con riferimento all’ISO 3834), iniziata nel 2008 sulla base degli esistenti sistemi dell’EWF ha già condotto, nel 2009, al rilascio di oltre 250 certificati per il personale e 500 per le aziende, in vari paesi del mondo. Tutte le linee guida per la certificazione vengono elaborate da un importante gruppo di lavoro (IAB/WG6), presieduto dall’Ing. Stefano Morra dell’IIS CERT. L’IAB ha inoltre creato un gruppo permanente per seguire la promozione del sistema di qualificazione e certificazione IIW ed integrare, sempre sulla base dell’esistente sistema EWF, l’attività di qualificazione e certificazione del personale con quella di certificazione delle aziende. 226 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW TABELLA XIV - Regole e linee guida di riferimento dell’IAB Regole generali per la qualificazione del personale IAB-001-2000/EWF-416 Rules for the Implementation of IIW Guidelines Linee guida per la qualificazione di figure di fabbricazione IAB -341-12 IAB-089-2002 EWF-452-467-480-481 Rules for Implementation of IIW Scheme for Certification of Personnel with Welding Coordination Responsibilities IW – International Welder Linee guida per la qualificazione di figure di ispezione IAB-041-2000/EWF-450 IWIP – International Welding Inspection Personnel - Comprehensive, Standard, Basic Linee guida per la qualificazione di altre figure IAB-201-04 International Welded Structures Designer Linee guida per la certificazione delle aziende in accordo a ISO 3834 IAB -337-10 Interpretation and Implementation of ISO 3834 Requirements IAB -338-12 Supplement for the Implementation of ISO 3834 Oriented to Welded Products IAB -339-12 Rules for ANBCCs Operating the IIW Manufacturer CertiÀcation Scheme IAB -340-12 ANBCC’s Assessment of Manufacturers of Welded Products Operating the IIW Manufacturer CertiÀcation Scheme N. B.: è in corso lo sviluppo di ulteriori linee guida: International Welding Instructor Distance Learning Mechanised Welding Operator Mechanical Destructive Tester TABELLA XV – Composizione del nuovo Board e del Secretariat dell’IAB President Prof. Dr. Ing. Ulrich Dilthey (Germany) Chairman of Group A: Education, Training and Qualification H. J. M. Bodt (The Netherlands) Chairman of Group B: Implementation and Authorization S. Morra (Italy) Europe Representative C. Eady (United Kingdom) Asia / Africa / Australia Representative C. Smallbone (Australia) America Representative C. Martin (Canada) Chief Executive Officer Mrs. Rute Ferraz Secretariat - Officers Mr. Italo Fernandes, Mrs. Olga Texeira zione e certificazione ed apre la strada ad un “sistema globale di formazione, qualificazione e certificazione del personale di saldatura”; le qualificazioni delle prime figure di fabbricazione sono tra l’altro richiamate in appendici di varie importanti normative nazionali ed internazionali. Nella Tabella XV è riportata la composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’IAB (che comprende l’Ing. Stefano Morra dell’IIS Cert, come Presidente del Gruppo B “Implementation and Authorization”) e del Segretariato, tradizionalmente affidato al Portogallo. 7. Conferenza Internazionale e Sessione Poster Nell’ambito del congresso si è svolta, come di consueto, la Conferenza Inter- Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 227 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW Figura 8 - Il Capo della Delegazione Francese Dr. Abdelkrim Chehaibou conferisce al Dr. Baldev Raj, Presidente entrante dell’IIW, la “Targa Portevin” nazionale “Global Trends in Joining, Cutting and Surfacing Technology”, che ha avuto luogo il 21 e 22 Luglio 2011, nell’ambito del “Chennai Trade Center”, non lontano dai due alberghi sede del congresso, in grado di ospitare fino a 2000 esperti. La conferenza è stata aperta dalla interessante Portevin Lecture “Development of science-based technology of welding and hardfacing for Indian fast reactor program”, tenuta dal Dr. Baldev Raj, Presidente entrante dell’IIW, cui il Capo della Delegazione Francese, Dr. Abdelkrim Chehaibou, ha conferito all’oratore la “Targa Portevin” (Fig. 8). Nel suo insieme la conferenza ha compreso la presentazione, in 24 sessioni distinte, di 113 memorie, tra cui 21 ad Figura 10 - La Delegazione Italiana all’Assemblea Generale: a sinistra l’Ing. Stefano Morra, a destra l’Ing. Luca Costa. invito (Tab. XVI), che hanno consentito un ampio ed interessante scambio di conoscenze e di vedute tra i presenti, per la maggior parte ricercatori, progettisti, costruttori ed utilizzatori. Nelle restanti 92 memorie, sono stati in particolare approfonditi argomenti quali: materiali di apporto e saldabilità di materiali base; processi ed apparecchiature di giunzione; gestione nella saldatura e nel taglio; ispezione e controllo; procedimenti speciali di fabbricazione e saldatura; tecniche di saldatura computerizzate; formazione e addestramento; progettazione e fabbricazione di strutture saldate; robotizzazione e automazione della fabbricazione in saldatura; ambiente e sicurezza nel taglio e nella saldatura; Figura 9 - Il Board of Directors alla General Assembly 228 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 tecniche di riporto duro e superficiale; processi ad energia elevata e concentrata; strategie e sviluppo di mercato. La conferenza è stata anche arricchita dalla presentazione di 28 Poster, relativi alla maggior parte dei suddetti argomenti e ad altri ancora. 8. Riunioni amministrative e sviluppi funzionali dell’IIW Per quanto riguarda la gestione e l’ulteriore sviluppo funzionale dell’IIW, di cui è riassunta nella Tabella XVII la struttura generale, sono da segnalare un certo numero di azioni decise in due riunioni del Board of Directors tenute all’inizio ed alla fine del congresso (Tab. I), precisamente nei giorni 17 e 22 Luglio 2011, la prima in particolare preparatoria della successiva General Assembly dei Soci del 17 Luglio e la seconda conclusiva per la chiusura del Congresso e la formalizzazione delle più importanti decisioni assunte nelle precedenti riunioni tecniche, amministrative e gestionali (in particolare quelle dell’IAB General Meeting e del Technical Management Board), svoltesi negli ultimi giorni dei lavori. La General Assembly, cui partecipano fino ad un massimo di tre rappresentanti per ogni Paese Membro dell’IIW, si è riunita appunto nella mattinata della prima giornata del congresso, alla presenza del Board of Directors (Fig. 9); la Delegazione Italiana (Fig. 10) era costituita G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW TABELLA XVI: Memorie ad invito della Conferenza Internazionale Autore Organizzazione Argomento J. C. LIPPOLD The Ohio State University, USA Assessing the weldability of new and advanced materials P. MAYRA C. SCHLACHERB Institute for Manufacturing and Welding, Chemnitz University of Technology, Germany; Institute for Materials Science and Welding, Graz University of Technology, Austria Critical issues with creep-exposed ferriticmartensitic welded joints for thermal power plants P. BENOIST P. CALMON CEA, LIST, Gif-sur-Yvette, F-91191, France Reliability of non destructive techniques based on a statistical simulation approach W. ZSCHIESCHE L. COSTA Institution for Statutory Accident Insurance and Prevention, Germany; Chairman of IIW Commission VIII, Italian Institute of Welding, Genova, Italy Health and safety risks in welding activities G. B. MARQUIS Chairman of IIW Commission XIII, Professor of Mechanics of Materials Aalto University, Department of Applied Mechanics, Finland Global trends in fatigue of welded components and structures V. KUJANPÄÄ Lappeenranta University of Technology, Laser Processing Centre, Finland Challenges in thick-section laser welding of austenitic stainless steels Th. BÖLLINGHAUS E. DABAH T. MENTE BAM Federal Institute for Materials Research and Testing New trends in investigating hydrogen cracking and diffusion in steel welds J. NORRISH Chair in Materials Welding & Joining, Faculty of Engineering University of Wollongong, Australia Trends in welding research in Australia Z. LI T. ZHANG F. YOUNG The College of Materials Science and Engineering, Beijing University of Technology, Beijing, China; The Lincoln Electric Co., Ltd., Shanghai, China Global progress and trends on welding consumables for HSLA steel J. K. HEE Korea Institute of Industrial Technology (KITECH), KOREA Microstructural aspect of cold cracking in high strength weld metals L. KARLSSON H. K. D. H. BHADESHIA ESAB AB, Sweden; Materials Science and Metallurgy, University of Cambridge, UK Novelty in welding consumables G. S. BOOTH H. G. PISARSKI M. F. GITTOS P. J. MUDGE TWI Ltd, Cambridge, UK New approches to assuring the integrity of pipelines and risers A. DE; V. SRIVASTAVA Mechanical Engineering Department, IIT Bombay, India; Aditya Birla Science & Technology Company Ltd, Mumbai, India Present advances in resistance spot welding of coated steel and aluminum alloy A.V. KRISHNAN Bharat Heavy Electricals Limited, Tiruchirappalli, India Five decades of materials joining: The BHEL experience P. CHATTOPADHYAY Larsen & Toubro Limited, Heavy Engineering Division, India Indian Heavy Engineering Industry - Creating Global Benchmarks P. DUTTA; G. PHANIKUMAR Department of Mechanical Engineering Indian Institute of Science, Bangalore; Department of Metallurgical and Materials Engineering Indian Institute of Technology, Madras, INDIA Joining of dissimilar metals: issues and modelling techniques Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 229 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW A.K. BHADURI S.K. ALBERT M. VASUDEVAN Materials Technology Division Indira Gandhi Centre for Atomic Research, Kalpakkam, Tamil Nadu, India Research based development of welding technology for nuclear power plants G. MADHUSUDHAN REDDY Metal Joining Group Defence Metallurgical Research Laboratory, Kachanbagh, Hyderabad, India Challenges in joining of non-ferrous metals S.A. DAVID Z. FENG W. THOMAS Consultant Retd. Corp Fellow; Group Leader Oak Ridge National Laboratory (ORNL); Group Leader, Materials Joining, (ORNL) & Retd. Principal Research Engineer, TWI Cambridge UK Friction technology for processing of advanced materials: opportunities and challenges Y. HIRATA Div. Materials and Manufacturing Science Graduate School of Engineering, Osaka University, Japan Recent progress of GMAW processes in Japan M. TANAKA Joining and Welding Research Institute, Osaka University, Japan Visualizations and predictions of welding arcs TABELLA XVII: Struttura generale dell’IIW dall’Ing. Francesco Bresciani dell’IIS Service, dall’Ing. Luca Costa dell’IIS (Capo Delegazione) e dall’Ing. Stefano Morra dell’IIS Cert. L’assemblea, a seguito della precedente decisione del Board of Directors, ha anzitutto proceduto ad insediare come Presidente il Dr. Baldev Rai (India), come Vicepresidenti il Dr. Luca Costa (Italia) e il Dr. Chris Eady (Regno Unito) e, come Direttori, il Dr. U. Dilthey (Germany) e il Dr. G. Marquis (Finland), cui sono anche state attribuite rispettivamente le presidenze dell’IAB (Tab. XV) e del TMB (Tab. XVIII), rinnovando di conseguenza il Board of Directors. TABELLA XVIII - Membri del nuovo Board of Directors e del Secretariat dell’IIW President Dr. Baldev Raj (India) Vice-Presidents Dr. Luca Costa (Italy), Dr. C. Eady (United Kingdom), Mr. Ray W. Shook (United States) Treasurer Prof. Dr. Damian Kotecki (United States) Past-President Prof. Dr. Ing. Ulrich Dilthey (Germany) President of Technical Management Board (TMB) Dr. G. Marquis (Finland) President of International Authorisation Board (IAB) U. Dilthey (Germany) Directors Mr. Daniel Almeida (Brazil), Prof. L. Coutinho (Portugal), Prof. Dorin Dehelean (Rumania), Mrs. Hulya Gedik Sadiklar (Turkey), Prof. Kazutoshi Nishimoto (Japan) Chief executive Officer Dr. Cécile Mayer (France) Officers Mrs. Lisa Durand (France), Mrs. Mireille Auber (France), Ms. Véronique Souville (France) 230 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW Pertanto anche il Technical Management Board, TMB, è stato parzialmente rinnovato, con la nomina del nuovo Presidente, G. Marquis (Finland) e l’ingresso dei nuovi membri rappresentanti delle commissioni: K. Middeldorf (Germany), V. Schöppner (Germany) e R. Shaw (U.S.A.). Sono poi stati eletti o rieletti i Presidenti di una decina di Unità di Lavoro, essendo scaduti i relativi termini, non più di tre periodi di tre anni, previsti dalle procedure vigenti; anche in questo caso il nuovo incarico decorre dal termine del congresso; la situazione aggiornata è riportata nelle Tabelle VII e VIII. Dal punto di vista amministrativo la General Assembly, confermando il precedente parere favorevole del Board of Directors, ha approvato il Business Plan 2011/2015, nonché il Rapporto sull’Attività 2010 ed il Bilancio 2010, giudicandoli, come peraltro avvenuto negli anni passati, molto soddisfacenti; inoltre ha espresso il proprio particolare compiacimento per i contatti in corso per l’ingresso nell’IIW di ulteriori Paesi africani, americani ed asiatici, che renderanno sempre più ampia e diversificata l’attuale partecipazione internazionale, ormai giunta a cinquantacinque Paesi di quattro continenti. Infine è stato discusso ed aggiornato il calendario dei Congressi Annuali IIW: il prossimo (Fig. 11) si svolgerà a Denver (Colorado - USA, dal 8 al 13 Luglio 2012); i successivi avranno luogo a Essen (Germania, dal 1 al 17 Settembre 2013), a Jeju Island (Corea, dal 13 al 18 Luglio 2014), a Helsinki (Finlandia, dal 28 Giugno al 3 Luglio 2015). E’ stato anche discusso e messo a punto il calendario dei Congressi Regionali IIW: i prossimi si svolgeranno a Saltillo (Messico) e a Johannesburg (Sud Africa, rispettivamente in Settembre e Ottobre 2012), a Singapore (Luglio 2013) ed a Kolkata (India, 2014); è pure stato concesso il patrocinio ad alcune interessanti manifestazioni nazionali organizzate da Membri IIW. 9. Programma sociale del Congresso Per i partecipanti al Congresso sono stati organizzati diversi eventi sociali, Figura 11 - Consegna della bandiera per il Congresso IIW 2012 a Denver. Da sinistra: Mr. R. Ravi (India) e i Co-Presidenti USA Mr. Thomas M. Mustaleski e Dr. Damian Kotecki. numerose visite tecniche e, soprattutto per gli accompagnatori, visite turistiche. Con riferimento ai primi, oltre alla già descritta “Cerimonia di Apertura” con il “Ricevimento di Benvenuto”, sono da citare: la “Notte Indiana”, che ha riflesso il pieno splendore dei colori, della musica, dell’ospitalità e delle tradizioni indiane; il “Banchetto di Gala”, che è stato accompagnato da una rassegna di musica indiana, da quella più antica a quella contemporanea; il “Programma Culturale” della Conferenza Internazionale, che ha presentato “Meera - una saga di amore”, balletto classico tradizionale indiano. Per quanto riguarda le visite tecniche, sono da ricordare quelle al “Centro Indira Gandhi, per la ricerca atomica”, all’“IIT – Chennai, Dipartimento di Ingegneria Metallurgica e dei Materiali (MME)”, all’“ESAB India Ltd.”, alla “Hyundai Motors India Ltd.”, alla “Caterpillar India Private Ltd.”, alla “Ford India Private Ltd.”, alla “Ador Welding Ltd. (AWL)”. Agli accompagnatori è stato offerto anche uno speciale programma comprendente temi dedicati ad illustrare particolari località e tradizioni indiane, come “Esperienze di Yoga”, “Acconciature con il Sari”, “Arte Culinaria Indiana”, “Visita al Centro delle Arti Dakshina Chitra”, “Esperienze di Ballo Classico Indiano Bharathanatyam”. Le visite turistiche hanno compreso nove diversi programmi di mezza o un’intera giornata in Chennai e quattro escursioni pre e post congressuali di tre o quattro giorni nei dintorni della città. 10. Mostra Internazionale della Saldatura, WELD INDIA 2011 WELD INDIA 2011, la 6a Mostra Internazionale di Saldatura dell’India, si è svolta dal 21 al 23 Luglio 2011 al “Chennai Trade Centre”, contemporaneamente all’International Conference 2011 dell’IIW. Alla mostra, relativa alla tecnologia e metallurgia della saldatura, alle prove sui materiali, ai controlli non distruttivi ed agli altri settori con questi affini e connessi, hanno partecipato 166 espositori di elevato profilo, provenienti dall’India e da altri Paesi. Circa 5000 sono stati i visitatori sopraggiunti dall’industria che hanno potuto informarsi ed aggiornarsi sulle ultime proposte di produttori di materiali consumabili, apparecchia- Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 231 G. Costa - In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22 Luglio 2011 il 64° Congresso Annuale dell’IIW TABELLA XIX - Principali impegni della Delegazione Italiana nell’IIW Org. Nome Impegni IIW / IAB Impegni tecnici IIS Ing. Luca Costa Vice Presidente IIW Presidente IIW / Commissione VIII “Health, Safety and Environment Delegato IAB / Group A “Education, Training and Qualification” Presidente IAB / Group A/WG 3 “Welding Inspection Personnel” IIS Cert Ing. Stefano Morra Rappresentante Europeo nell’IAB / Board Presidente IAB / Group B “Implementation and Authorization” IIS Service Ing. Stefano Botta Delegato IIW / Commissione XV Presidente IIW / WG “Ugo Guerrera Prize” Esperto IIW / Commissione XIII Ing. Francesco Bresciani Delegato IIW / Commissione V Presidente IIW / SC5 / WG “US Long Range Guided Waves Standardization” Delegato IIW / Commissione XI Ing. Gian Luigi Cosso Delegato IIW / Commissione X Delegato IIW / Commissione XIII Prof. Giovanni Meneghetti Esperto IIW / Commissione XIII Università di Padova ture, accessori, laboratori di prova, costruttori, fabbricanti di materiali grezzi, organizzazioni legate all’industria, consulenti. Gli espositori hanno sfruttato questa opportunità soprattutto per illustrare nuove tecnologie e nuovi prodotti e per cercare di raggiungere nuovi mercati, riscuotendo un ottimo successo. 11. Conclusione Il 64o Congresso Annuale dell’International Institute of Welding, tornato in Asia, a Chennai, dopo l’edizio- ne di Istanbul, sede formalmente considerata europea, ha riscosso un importante successo. A questo proposito sono da sottolineare non solo l’imponente partecipazione (più di ottocento persone provenienti da 46 Paesi), l’interesse della localizzazione (per la prima volta in India) e l’ottima organizzazione, ma anche e soprattutto gli elevati contenuti scientifici e tecnici, la rilevanza dei documenti esaminati (circa quattrocento) ed approvati (un centinaio), le interessanti discussioni e scambi di esperienze che l’evento ha promosso e favorito tra i presenti e infine l’importanza delle decisioni prese in materia di certificazione internazionale di aziende, prodotti e personale. Restano importanti da ricordare, sul piano nazionale, le nomine a Vice Presidente dell’IIW dell’Ing. Luca Costa, (IIS) ed a Rappresentante Europeo dello IAB dell’Ing. Stefano Morra, (IIS Cert), gli altri prestigiosi incarichi dei componenti della Delegazione Italiana (Tab. XIX) e, sul piano internazionale, il generale apprezzamento per l’attività e l’impegno di tutti i rappresentanti del nostro Paese e del Gruppo IIS in particolare. Giulio COSTA, laureato in Ingegneria Industriale Elettrotecnica presso l’Università di Genova nel 1964, entrato all’Istituto Italiano della Saldatura nel 1965, nel 1977 diventa Dirigente responsabile delle attività di Insegnamento, Certificazione, Ricerca e Normazione. Come responsabile dei Comitati Tecnici dell’IIS, svolge intensa attività in numerose Commissioni di studio e normazione nazionali, europee ed internazionali ricoprendo inoltre il ruolo di Presidente della Commissione “Concezione e fabbricazione delle strutture saldate” dell’Istituto Internazionale della Saldatura (IIW) dal 1986 al 1997 e di Presidente della Commissione “Saldature” dell’UNI dal 1991 al 2009. Nominato Vice-Segretario Generale nel 1985, è Segretario Generale dell’IIS dal 1990 al 1996. Nello stesso periodo viene inoltre nominato Tesoriere dell’IIW e Membro del Board of Directors dell’IIW e dell’European Welding Federation (EWF); dal 1990 al 2002 è Presidente del Comitato “Publication” dell’IIW. Dal 1997 è Membro del Comitato Direttivo e Consulente Generale Onorario dell’IIS. Dal 1999 al 2001 è Presidente dell’EWF e nuovamente Membro del Board of Directors dell’IIW. Dal 2000 al 2009 è Capo del Gruppo Settoriale “Protezione individuale e beni di largo consumo” della Commissione Centrale Tecnica dell’UNI. Nel 2011 è nominato Vice Presidente dell’IIS. 232 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 2 ANNI DI SUCCESSI Gentile lettore, abbiamo deciso di celebrare i primi 20 anni di presenza del marchio Lansec in Italia con il Catalogo Generale Sicurezza riunendo le linee di prodotto storiche della protezione in saldatura con le nuove della linea antinfortunistica allargando l’offerta alle aziende specializzate del settore. Nel 1992 abbiamo iniziato il nostro lavoro con una strategia commerciale chiara, all’interno di un progetto italiano che guardava all’evoluzione europea; l’obbiettivo aziendale comune era fondato sulla competenza e sull’innovazione, sull’informazione costante nelle aziende circa le soluzioni all’avanguardia che potessero migliorare l’attività dei lavoratori con a reciproca soddisfazione di maestranze e imprenditori. A distanza di 20 anni siamo certi di aver contribuito a diffondere il significato di sicurezza negli ambienti di lavoro; ed essere orgogliosi di aver lasciato in mano ai lavoratori gli strumenti di qualità necessari all’ottimizzazione del loro lavoro. La prevenzione degli infortuni è un investimento per l’azienda, non un costo! Scarica i 20 anni di successi su: www.lansec.it LANSEC ITALIA Srl - Via Bizet 36/N Cinisello Balsamo - MI Tel. 02 99785118 - www.lansec.it LA PROTEZIONE DEL SALDATORE COMPETENCE IN FILLER METALS Dai pipelines alle centrali elettriche, dalle strutture saldate agli impianti di estrazione di gas e petrolio, alle raffinerie: ogni progetto impone requisiti specifici e differenti per i materiali di saldatura impiegati. Böhler Welding Group con i suoi 6 importanti marchi di prodotto, ha la soluzione ideale per ogni situazione. Per tutti i casi di richieste particolarmente esigenti, potete affidarvi a noi per QUALITA’, AFFIDABILITA’ E TEMPI DI CONSEGNA. Böhler Welding Group Italia | Tel: 02 39017.1 | mail : [email protected] | www.btw.it www.boehlerweldinggroup.com International Institute of Welding W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry Case study for welding simulation in the automotive industry (°) W. Perret * R. Thater ** U. Alber ** C. Schwenk * M. Rethmeier * Summary 1. Introduction Arc welding processes cause a highly non-uniform heating of the parts being joined, resulting in residual stresses and distortions. These negative heat effects of welding are of major concern in the automotive industry. The experimental procedures to keep the welded assembly within the required tight tolerances are still usually done with an experimental tryand-error optimization process. This approach is in contrast to the continuous demand to decrease development time and costs. A prior simulation could reduce this experimental (°) Doc. IIW- 2214, Recommended for Publication by SC-Auto “Select Committee Automotive and Road Transport” * Federal Institute for Materials Research and Testing (BAM), Berlin (Germany) ** AUDI AG, Neckarsulm, (Germany) Welding is one of the most widely used joining processes in structural applications, like in car body production in the automotive industry. It is well-known that distortions and residual stresses occur during and after the welding process. Many procedures exist to decrease these negative heat effects of welding, but are often coupled with highly cost intensive experiments. For several decades, simulation models have been developed to understand and predict the heat effects of welding and to reduce experimental effort. In the production planning of various Original Equipment Manufacturers (OEM), some simulation tools are already well established, e.g. for crash test, forming or casting simulations. For welding, the demand is high but the implementation of welding simulation software is still not yet establiVKHG :HOGLQJLVDFRPSOH[SURFHVVDQGWKHGHYHORSPHQWRIDÁH[LEOHVLPXODWLRQ tool, which produces good simulation results without expert knowledge in simulation, is not an easy task. In this paper, a welded assembly from the automotive industry has been simulated and compared to experimental data. 7HPSHUDWXUHÀHOGVDQGWUDQVLHQWGLVWRUWLRQGLVWULEXWLRQVKDYHEHHQPHDVXUHGZLWK thermocouples and with an optical 3D deformations analysis tool, respectively. The simulation has been run with a commercially available welding simulation sofWZDUH7KHVLPXODWHGWHPSHUDWXUHÀHOGVPDWFKWKHQXPHULFDORQHVSHUIHFWO\ The simulated distortions are also qualitatively in best agreement with the experimental ones. Quantitatively, a difference of approximately 20% between the simulated and the measured distortions is visible; this is acceptable considering the VLPSOLÀFDWLRQVDQGDVVXPSWLRQVRIWKHVLPXODWLRQPRGHO7KHJOREDOWLPHWRVROXWLRQ to get these results without expert knowledge in welding simulation was between 4 and 6 weeks, which is a reasonable time frame for an industrial application of welding simulation. IIW Thesaurus Keywords: Aluminium Alloys; Al Mg Si Alloys; Automobile Engineering; Automobiles; Distortion; Finite Elements Analysis; Mathematical Models; MIG Welding; Residual Stresses; Simulating; Temperature; Vehicle Bodies; Welding. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 235 W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry effort significantly. The simulation of the welding process is of interest since several decades and three main areas of research are to distinguish: the process simulation which deals with the fluid dynamics in the weld pool, the material simulation, which is concerned with the microstructure evolution and the structural simulation [1]. The latter one is the main aspect in this paper focused on the determination of the distortions and residual stresses by taking local plastic deformation and solid state transformation effects into consideration. In a welding structural simulation approach, also referred to as Computational Welding Mechanics, CWM, the workflow is divided into a thermal and a mechanical simulation, Figure 1. A simplified phenomenological heat source model is normally used to represent the heat of the welding process. Since this model is not a process model, but an abstract parameterized mathematical model, it has to be calibrated in an iterative way so that the resulting temperature field and fusion zone fit the experimental data well [2, 3]. A good agreement with the simulated and the experimental thermal results is a pre-requisite for a high quality of the mechanical simulation of distortions [1]. The implementation of welding simulation in the automotive virtual process chain has been investigated by [4]. However, an observation of the current approach in the production planning of various OEMs regarding welding clearly highlights the fact that welding simulation is not yet established. Only some single automotive welded assemblies like a front-axle carrier [5], rear-axle carriers [6, 7], a gearwheel [8] and some fuel injector components [9, 10] investigated with various techniques, software and accuracy have already been published. The implementation of welding simulation in the virtual process chain is hindered by the welding simulation itself which still demands a high expertise in materials, computing and welding sciences. The major challenge in CWM is to fulfill the industrial requirements for a welding simula- Figure 1 – Common workflow for execution of a structural welding simulation in CWM Figure 2 – Investigated automotive assembly 236 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 tion software [11]. On the one hand, in-house-codes or multi-purpose FEA products, like Ansys, Abaqus or Marc are very flexible and in theory already enable simulating most welding processes with different degrees of complexity. Nevertheless, the pre-requisite expert knowledge and the computational costs increase exponentially with the complexity of the simulation. On the other hand, special simulation software packages, like Sysweld [12], have been designed with a particular focus on welding. In such programs many tools are available, e.g. a tool to consider solid state transformations or a tool for the heat source, etc. These software suites are very powerful and enable to get good results in reasonable calculation time. However, they are mainly implemented in research institutions and a wide industrial application is still not yet established. In most cases, the time to solution hinders an industrial application; in a previous published work [13], this time is divided in three phases, the pre-processing time, the calculation time and the post-processing time. Even with a short calculation time, the pre and post-processing times can take up to several weeks or even months for a single simulation task. A userfriendly and intuitive interface could decrease this time significantly and make an industrial application of welding simulation possible [13]. Recently, this need for a user-friendly interface has been taken into consideration in welding simulation software- W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry this paper for the welding simulation of this automotive welded assembly can be used for further applications. 2.2 Experiment preparation Figure 3 – Weld classification of the welded assembly Figure 4 – Reproduction of the real clamping fixture packages like “Weld Planner” [14] or “Simufact.welding” [15]. In this work, “Simufact.welding” has been used to simulate the distortions of an automotive welded assembly as a case study for automotive applications. Each step of the work-flow in CWM (Figure 1) has been implemented in this study to achieve the simulation of distortions and is presented in this paper. Experiments have been done and temperature fields, metallographic cross-sections of the weld beads and transient distortion distributions have been measured. On the simulation side, a non-linear transient simulation has been implemented with a calibrated phenomenological heat source model. The results of the simulation are discussed and compared with the experimental data. 2. Experimental set-up 2.1 Welded assembly The welded assembly investigated in this study, Figure 2 b, belongs to the rear part of an AUDI-Space-Frame (ASF®) of the AUDI A8. Its position in the car body is illustrated in Figure 2 a. It is composed of five aluminum extrusions, AlMgSi alloy. Four inserts are lap-joined on a crossmember with two MIG welds each, giving a total of eight welds. The entire weld length is approximately 500 mm. The total welding time including robot movements is approximately 1.5 min. A pulsed metal inert gas arc welding process, MIG, is applied using AlSi12 consumables. A weaving motion is used to make the weld bead wider. All the clamping units are simultaneously released after the last weld. This welded assembly is a good example for a welding simulation. Its large size, its complex geometries and clamping conditions are representative of an automotive application and the necessary computational time for the welding simulation is in an acceptable time-frame as shown later on. In this case, the real distortions of this assembly are not critical and the interest here is rather laid on proving the ability of the welding simulation tools to predict the heat effects of welding. The approach described in The declaration of the four inserts, the welds and the welding direction are plotted in Figure 3. The four inserts are named from I1 to I4, the welds are named Wxr and Wxl for the right and the left weld of the insert x, respectively. The entire welding process is done with one robot from W1r to W4l. The welding parameters used in this study are comparable to those in the production line. The welding speed is 0.96 m/min (16.6 mm/s) and the energy input (per unit length) 22.3 kJ/mm. For the experimental part of this study, a clamping fixture has been designed, Figure 4. The position of the clamping units in the production line has been reproduced exactly in the model. CC1 and CC2 are the clamping units of the crossmember; CI1 to CI4 are the clamping units of the inserts. In the production, each clamping unit is released at the end of the welding process. For this study, one clamping unit must stay active to get a fixed reference point on the crossmember, which is required for the measurements of the transient distortion distributions. Here, the clamping CC1 has been fixed. It is to notice that in this clamping configuration, the gravity force of the crossmember has a significant influence on the distortion measurement as explained in more details in Section 3.3.3. Measurements of transient temperature fields and distortions have been done. The measurement set-up is represented in Figure 5. Thus, eight temperature distributions are measured with thermocouples type K (Ni/CrNi) with 0.5 mm diameter, T1 to T4 for the weld W4r and T5 to T8 for the weld W3l, Figure 5c. The distortions are measured between the insert I1 and I2 with an optical 3D deformation analysis system, Aramis. Before the measurement, a stochastic pattern is applied onto the specimen’s measurement field, Figure 5. Photogrammetric procedures then enable capturing the transient evolution of the pattern during the welding Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 237 W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry Figure 5 process and to translate it into a three dimensional displacement. Instantaneous 3D displacement fields or local time based (transient) distribution can be recorded, see Figure 5a. A transient analysis gives important information about the quantitative and the qualitative distortion distribution from the welding time until the end of the cooling time. This information is useful to check the validity of the simulation model. 3. Simulation set-up 3.1 Hardware and welding simulation software The simulation results presented in this paper have been run with a fast desktop PC (Intel Core i7 950@3 GHz and 12 GB RAM) under Windows XP 64 bit. The welding simulation software used is the commercial software “Simufact.welding”. Its target group is the industrial manufacturing, including the automotive industry. “Simufact.welding” is a specialized interface between different existing FEA solvers and the user. The goal is to offer a wide variety of solvers while guaranteeing a consistent handling. Here, the “Weldsimsolver” from the Institute for Energy Technology IFE, Norway [16] has been used. 3.2 Simplifications and assumptions In a welding process, several complex and highly non linear phenomena are occurring simultaneously. There is a lack of knowledge in fully understanding all couplings of these phenomena and their implementation in a single process simulation model is therefore not possible yet [1]. Furthermore, such a simulation model would require an immense computing power with respect to the current technology. Thus, simplifications and assumptions are commonly used in a welding simulation to enable decreasing the complexity of the models and to keep the computational time in a reasonable frame. In this study, the following most important ones are used: r Material isotropic and homogeneous, and material properties from a similar AlMgSi alloy. r Ideal geometries from the CAD drawing without any defects. r Ideal thermal boundary conditions (heat transfer to the environment through convection and radiation). r Ideal mechanical boundary conditions (contact between welded assembly and clamping fixture neglected – clamping considered as fixation). 238 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 r The crossmember, the inserts and the filler metal are merged into one geometry. r The material history, i.e. residual stresses, is neglected. r Phenomenological heat source model. r Non-coupled thermal and the mechanical simulation. r The weaving motion is taken into consideration indirectly. These conditions allow running a simulation in an acceptable effort and computational time. However, since the model is not a process model, it has to be calibrated against experimental data to compensate the lack of physical information [2, 3]. The crossmember, the inserts and the filler material have been implemented as one single merged geometry. Thus, no contact is considered between the welded parts themselves and the filler material; this increases convergence behaviours significantly and the calculation time is approximately 30% faster. This assumption is valid because the clamping fixtures of the inserts are near the weld bead hindering the movement of the parts during the welding process. To indirectly resemble the weaving motion, two heat sources have been implemented as explained in detail in Section 4.1. W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry TABLE 1 – Chemical composition of the aluminium alloy of the crossmember, the inserts and the AlMgSi alloy from the literature [14] 3URÀOH Chemical Composition [Mass %] Si Fe Cu Mn Mg Cr Zn Al Crossmember 0.56 0.16 0.13 0.11 0.41 0 0.01 Balance Insert 0.56 0.24 0 0.05 0.48 0 0 Balance AlMgSi [14] 0.48 0.14 0.111 0.13 0.43 0.01 0.01 Balance For the thermal boundary conditions, a single ambient temperature, convection and radiation are considered, see Section 3.3. of all weld beads has been reproduced from measured cross-sections. 3.3 Simulation preparation In reality, material parameters are changing with rising temperatures. This phenomenon has a particular influence during the welding process, where the welded assembly is heated inhomogeneously up to more than its fusion temperature. Therefore, temperature dependent material properties are preferable within a welding simulation. They are nevertheless not always available up to the fusion temperature and their determination is very expensive. For the AlMgSi alloy of the welded assembly investigated here, these temperature-dependent material properties are not available in the literature. Therefore, data from a similar aluminum alloy have been used. A comparison of the chemical composition of its AlMgSi alloy with those of the crossmember and the inserts has been made and is presented in Table 1. The composition of the 3.3.1 Meshing The meshed parts and filler materials must be imported from an external meshing program. The mesh used in this study is presented in Figure 6. A very fine meshing around the weld bead is compulsory to record the high temperature gradients occurring in this field. However, the higher the heat conductivity of the welded material, the lower the temperature gradients. Therefore, the mesh density of an aluminum part having a high heat conductivity, does not have to be as fine as for a steel part. Thus, the element size is roughly 2 mm around the weld bead, between 2 mm and 4 mm in the HAZ and 6 mm in the base metal. The model contains approximately 150 000 nodes. The shape of the filler material 3.3.2 Material properties three aluminum alloys is quite similar. If the thermal and the mechanical material properties of the AlMgSi alloy are also similar to those of the crossmember and inserts, this AlMgSi alloy can be used for this study [17]. It is worth to notice that the AlMgSi alloy has been thermally treated with a temper T6 like the aluminum alloy of the crossmember and the inserts. This criterion is important to guarantee similar mechanical material properties. The thermal and the mechanical material properties of the AlMgSi alloy have been determined experimentally in [18] for the base metal, BM, and for the heat-affected zone, HAZ, Figure 7. The BM and HAZ value are only different for the yield stress values (softening effect during welding). The thermal and the mechanical material properties for the aluminum alloy of the crossmember and of the inserts are only available at ambient temperature in [19] and the heat conductivity, the density and the Young’s modulus are 160 W/mK, 2700 kg/m3 and 69 GPa, respectively. These values correspond well with those in Figure 7 at 20 °C. Therefore AlMgSi alloy in [18] has been implemented in this study. 3.3.3 Thermal and mechanical boundary conditions The following thermal and mechanical boundary conditions have been implemented in the simulation model. The major part of the heat produced from the heat source diffuses in the solid through conduction. Nevertheless, a percentage of heat is always lost in the atmosphere in form of convection and radiation with the following equation (1): Figure 6 – Mesh of the crossmember, the inserts and of the weld bead q = KT (T − T0) with KT = Kc + Kr (1) Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 239 W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry Figure 7 – Thermal and mechanical material properties (BM and HAZ) implemented in the simulation model, AlMgSi alloy [14] where q is the heat flux density in W × m−2 K−1, T the temperature in °C, T0 the temperature in °C (20 °C in this study) and K T the heat transfer coefficient in W × m-2 K-1 Kc and Kr are the convective and the radiative term as described in Equation (2): Kc = D Kr = HV(T2 + T02) (T + T0) Figure 8 – Phenomenological double ellipsoid heat source (2) where D is the convective heat transfer coefficient in W × m−2K−1, H the emissivity coefficient (0 < H < 1) and V the Stefan-Boltzmann-constant. The value of D and H are dependent of the material taken into consideration and are taken from the literature [20]. For this study, D = 20 W × m −2K −1, H = 0.25 (average value for aluminium). For the mechanical boundary conditions, the nodes at the contact surfaces between the crossmember or the inserts and the clamping fixtures have been fixed. At these contact surfaces, the heat conduction between the crossmember or the inserts and the clamping fixtures is defined with the heat contact heat transfer coefficient. The standard value D = 100 W × m −2 K−1 of “Simufact.welding” has been used in this study. In the real production line, all the clamping fixtures are released after the welding process and the welded assembly deforms freely and moves arbitrarily to keep its equilibrium. For the transient measurement of the 240 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 distortions, a fixed reference point on the welded assembly has to be chosen. Therefore, the clamping unit CC1 (see Figure 4) stays fixed until the end of the measurement. 3.3.4 Phenomenological heat source model A double ellipsoid heat source formulation according to [21] has been used in the simulation model. The configuration of this source is represented in Figure 8. It contains two ellipsoids qr and qf which enable W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry 8, and the process efficiency K have been varied. The calibrated heat input model has been reached with a process efficiency of 57 %, which corresponds well with the efficiency of a MIG process. 4. Results and discussion 4.1 Temperature field validation Figure 9 – Indirect consideration of the weaving motion with two Goldak heat sources considering an asymmetric amount of heat in front of and behind the centre of the source. These ellipsoids are described as follows (3): where Q0 is the heat flux density in W × m−3 at the centre of the double ellipsoid. a, b, cf and cr describe the depth, the width, the frontal and rear length of the ellipsoid respectively; x’, y’ and z’ are the coordinates of an arbitrary point P in the moving coordinate system (O’, x’, y’, z’). U, I, K and Xare the voltage in Volt (V), the current in Ampere (A), the process efficiency and the welding speed in m/ min, respectively. The experimental values of U, I and X have been implemented in the simulation model. Nevertheless, the heat source model must be calibrated against experimental data to correspond with the real ones, as shown in the following section. For this calibration, the geometrical parameters of the double ellipsoid heat source, Figure The phenomenological double ellipsoid model described in Section 3.3.3 has to be calibrated against experimental data until the resulting simulated temperature distributions and weld pool shapes fit the real measured ones well. As explained in Section 2.2, the temperature distributions are measured with thermocouples. Their positions on the welded assembly are measured and used in the numerical model in order to have comparable experimental and numerical temperature fields. The thermocouples are spot welded onto the measured part with a circular joint the dimension of which depends on the diameter of the thermocouple wires and on the spot welding tool. A reference point must be chosen in this circular area for the simulation. The diameter of the thermocouples used in this study is 0.5 mm and the spot welded joints have a diameter of approximately 1.0 mm. Figure 10 – Results of temperature field calibration Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 241 W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry Figure 11 – Influence of the gravity force on the simulation results Thus, a tolerance of ± 0.5 mm for the thermocouple position has been considered in the simulation model to calibrate the temperature fields. The mechanical simulation results, here distortions and residual stresses, depend on the quality of the calibrated temperature field. Three criteria define a calibrated temperature field: the peak temperature, the width of the peak and the temperature distribution during the cooling time. The peak temperature gives information of the position of the point chosen for the simulation. The width of the peak is used to indirectly check the quantity of energy in the model, i.e. the length and the width of the weld pool. The temperature distribution during the cooling time enables checking the boundary conditions, e.g. if the convective heat transfer coefficient is too high, the numerical model cools faster than the real one, etc.. Theoretically, a complete measurement of the three dimensional shape of the weld pool should be used to calibrate the temperature field but this is only possible with a high experimental effort. Therefore, metallurgical cross-sections perpendicular to the weld bead are used to get information about the weld pool geometry in the thickness, in addition to the temperature cycle measurements stated above. These cross-sections can be compared to the numerical model. Since the weld pool geometry is not constant all along the weld bead, an average of sev- eral metallurgical cross-sections at the middle of the weld bead has been used for the comparison with the simulation model. For this comparison, up to 10% difference between the simulated and the real cross-sections is a good result [22]. As described in Section 2.1, the weaving motion is responsible for a wider weld pool geometry than with a normal linear welding trajectory. In order to reproduce such a fusion zone, two Goldak heat sources have been implemented in the simulation model, Figure 9. The results of the calibrated heat source model are plotted for the weld bead W1l and W2r in Figure 10a. The temperature distributions of six thermocouples, T1 to T6 have been compared with the simulation model. The peak temperature, the width of the peak and the cooling time are perfectly reproduced with a difference of 3 % between the simulation and the experimental results. The fusion zones of the weld bead W1l and W2r have been qualitatively well reproduced with the simulation model as illustrated in Figure 10b. Quantitatively, the average difference between the simulated and the measured fusion zones of each weld bead W1l and W2r are less than 8 %, which Figure 12 – Experimental and simulated transient distortion distribution – BM and HAZ material properties 242 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry Figure 13 – Repartition of the time to solution of the welding simulation of the automotive welded part investigated in this study is a good pre-requisite for the mechanical simulation of the distortions. 4.2 Distortion validation The calibration of the phenomenological heat source model was made within the thermal simulation. This approach is commonly used in CWM to decrease the calibration time, but requires the thermal and the mechanical simulation to be noncoupled (see Section 3.2). This means that the mechanical results do not have any influence on the thermal simulation. In “Simufact.welding” with the “Weldsim-solver”, the user can choose between a thermal and a thermo-mechanical simulation. It is important to notice that this thermo-mechanical simulation is noncoupled. A thermal and a mechanical simulation are running successively for each time increment. The heat input model has been calibrated against experimental data and should not be modified anymore in the thermo-mechanical simulation part so that the simulated distortions match the measured ones. If the distortions are not well reproduced, an investigation of the mechanical boundary conditions and the mechanical material properties should be done. In the following, the transient distortion distributions have always been analysed at the reference point A, Figure 11a. The welding sequences of the two simulations in Figure 11a and of the real welding process correspond well after the release of the clamping units (except CC1, see Section 2.2) is done simultaneously. Qualitatively, the simulated distortion distribution for point A is well reproduced for both simulations. This means that the definition of the contact between the clamping unit CC1 and the crossmember (see Section 3.3.3) resembles the reality in a good way. The crossmember is approximately 1600 mm-long and after the release of the clamping units, a lever arm force acts against the occurring bending forces and influences the measurement results. In the first simulations, the gravity was not taken into consideration and the simulated distortion at point A was 45 % higher than the measured one, Figure 11a. The influence of the gravity has been investigated in Figure 11b. At the maximum lever arm, the distortion only due to the gravity force reaches 2 mm. Therefore, the gravity has been implemented in the simulation model. The new simulated distortion at point A is 17 % higher than the measured one, which is an acceptable value regarding the simplifications and assumptions listed in Section 3.2. It is well-known that the local tempering occurring around the weld bead during the welding process leads to the softening of the BM in the HAZ, resulting in a diminution of the yield stress in the HAZ, see Figure 7. Some models allow considering this phenomenon but are not implemented in this study. Here, a bandwidth between the BM and the HAZ material properties is considered, Figure 12. In fact, the BM and the HAZ material properties are two extreme values since the plastic deformation zone around the weld pool, which is responsible for distortions, is composed of a mixture between the BM and the HAZ materials. The simulated distortion at point A with the HAZ material properties is 4.5 % higher than with the BM properties. This is due to the fact that the yield stress of the HAZ zone is lower than in the BM, see Figure 7. If two materials are plastically deformed with the same load, the material with the lower yield stress is more deformed than the other and in welding, the local plastic deformations due to the temperature gradients are responsible for distortions. 4.3 Computational time The high computational time in welding simulation hindered its wide industrialization in the last years. Today, the increasing computing power enables to run a 3D thermo-mechanical welding simulation for a large geometry, like in the automobile industry, in one or two days, which is an acceptable time frame. However, the real time to solution is the sum of the pre-processing time, i.e. meshing and simulation set-up, the calculation time and the post-processing time [13]. In most of the welding simulation softwares the pre-processing time still requires up to several months without expert knowledge in this field. This pre-processing time could be significantly reduced with a user-friendly interface designed to fulfill the industrial requirements. “Simufact.welding”, which has been used in this study, is a special welding simulation software for the industry and its ability to fulfill the industrial requirements regarding the user interface has been investigated in [13]. For this study, the pre-processing time, which includes the preparation of the simulation model and the calibration of the thermal model, took between three and six weeks depending on the user expertise with “Simufact.welding” and whether a mesh from a previous simulation in the virtual process chain, i.e forming simulation, is avail- Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 243 W. Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry able and compatible with “Simufact. welding”. This time is really short in comparison with other simulation software. The thermo-mechanical simulation lasted 13 h which is good but not faster than with other welding simulation software. Finally, all the simulation results are directly available for postprocessing after the simulation. The repartition of the computational times is illustrated in Figure 13. 5. Summary and conclusions A three-dimensional non-coupled thermo-mechanical welding simulation of an automotive welded assembly has been run with the welding simulation software “Simufact.welding”. The common workflow in CWM has been followed in this study from setting the simplifications and assumptions of the model through the calibra- tion of the thermal model to the final calculation of the distortions. Thus, the welded parts and the weld beads have been imported as a single merged part in the simulation model and the weld process has been simplified with a phenomenological heat source model. Welding experiments have been carried out and transient temperature fields and distortion distributions have been measured with thermocouples and an optical 3D deformation analysis system, respectively. The experimental temperature field measurements have been used to calibrate the thermal model and the transient distortions to validate the final statement of the simulation model, i.e. the simulated transient distortions. Thus, the calibrated thermal model enables the simulated temperature fields to match the experimental data with 3 % difference. The resulting simulated weld pool geometries differ less than 10 % from the measured ones. Finally, after consideration of the influence of the gravity force on the welded assembly, the simulated distortions are qualitatively in best agreement with the real ones and quantitatively less than 20% higher, which is a good result regarding the simplifications and assumptions of the study. The computational time of one complete thermomechanical simulation with approximately 13 h is good but also reachable with other welding simulation software. The pre-processing time, which takes from one up to three weeks, is short and enables the total time to solution to be in a suitable time frame for a welding simulation in the automotive industry. This case study shows that the workflow of CWM coupled with a welding simulation software for industrial users enables to get good predictions, quantitatively and qualitatively, of the distortions in a reasonable time frame without expert knowledge in welding simulation. %LEOLRJUDÀD [1] [2] Radaj D.: Heat effects of welding, Springer-Verlag, 1993. Pittner A., Weiss D., Schwenk C. and M. Rethmeier: Methodology to improve applicability of welding simulation, Science and Technology of Welding and Joining, 2008, Vol. 13, no. 6, pp. 496-508. 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Perret et al. - Case study for welding simulation in the automotive industry [11] Babu S.S., Sonnenberg G., Schwenk C., Goldak J., Porzner H., Khurana S.P., Zhang W. and Gayler J.L.: How can computational weld mechanics help industry?, Welding Journal, 2010, Vol. 89, no. 1, pp. 40-45. [12] ESI Group, SYSWELD - Engineering simulation solution for heat treatment, welding and welding assembly, Ed. 2011. [13] Perret W., Thater R., Alber U., Schwenk C. and Rethmeier M.: Approach to assess a fast welding simulation in an industrial environment – Application for an automotive welded part, International Journal of Automotive Technology - IJAT - Accepted for publication, 2011. [14] ESI Group, “http://www.esi-group.com,” Ed. 2011. [15] Simufact Engineering GmbH, “http://www.simufact.de,” Ed. 2011. [16] Weldsim and WeldsimS, Reference Manual, 2008. 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Per diversi decenni, i modelli di simulazione sono stati sviluppati per comprendere e prevenire gli effetti termici della saldatura e per ridurre lo sforzo sperimentale. Nella pianificazione della produzione di diversi “Original Equipment Manufacturers” (OEM), alcuni strumenti di simulazione sono già ben consolidati, ad esempio per i crash test o per le simulazioni di processi di formatura e fusione. Per il processo di saldatura la richiesta è alta, ma l’implementazione di un software di simulazione non è stata ancora realizzata. La saldatura è un processo complesso e lo sviluppo di uno strumento flessibile di simulazione, che produca buoni risultati, senza avere un bagaglio di conoscenze specifiche, non è un compito facile. In questo articolo, è stata simulata la giunzione di un insieme e confrontata con dati sperimentali. I range di temperatura e le variazioni nella distribuzione delle tensioni sono stati misurati rispettivamente con termocoppie e con un strumento per l’analisi ottica 3D delle deformazioni. La simulazione è stata effettuata utilizzando un software disponibile in commercio. I campi di temperatura simulati corrispondono perfettamente ai risultati delle elaborazioni numeriche. Anche le distorsioni simulate sono qualitativamente in accordo con i dati sperimentali. Quantitativamente, è visibile una differenza di circa il 20% tra la distorsione simulata e quella misurata; questo è accettabile considerando le semplificazioni del modello di simulazione. Il tempo globale per ottenere questi risultati, senza avere conoscenze specifiche di simulazione in saldatura, è stato 4-6 settimane, che è un arco di tempo ragionevole per un’applicazione industriale del modello di simulazione di saldatura. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 245 Contatti sede di Milano tel.: +39 02 307051 fax: +39 02 30705752 email: [email protected] www.smt.sandvik.com IIS Didattica La saldatura ad ultrasuoni * 1. Introduzione Gli ultrasuoni sono onde meccaniche caratterizzate da valori della frequenza di vibrazione situati per definizione al di là del suono udibile dall’orecchio umano, cioè oltre la soglia di frequenza fissata convenzionalmente intorno a 20 kHz. Lo studio di questa tipologia di onda meccanica risale alla fine del 1700 con il naturalista Lazzaro Spallanzani che conduce uno studio sulla capacità dei pipistrelli di localizzare ostacoli e prede tramite gli ultrasuoni emessi. Verso la fine del XIX secolo, questo fenomeno diventa oggetto di ulteriori studi da parte dei fisici Lord Rayleigh (che pubblica nel 1877 un trattato sulla teoria del suono) e dei fratelli Pierre e Jaques Curie (che nel 1880 giungono alla scoperta dell’effetto piezoelettrico, tutt’ora sfruttato per la generazione di onde ultrasonore). Prime applicazioni pratiche di queste onde si ritrovano a partire dal I conflitto bellico mondiale, dove venivano * Redazione a cura della Divisione Formazione dell’Istituto Italiano della Saldatura, Genova. impiegate come sonar per la rilevazione di sommergibili. Per quanto riguarda, invece, la prima applicazione degli ultrasuoni in campo industriale, è necessario attendere sino al 1946, data in cui viene costruito il primo apparecchio in grado di misurare, in modo non invasivo, tramite onde ultrasonore, lo spessore di lastre stressate termicamente o meccanicamente. Nel 1960, infine, si giunge all’ideazione di un processo di saldatura che sfrutti le onde ultrasonore: il processo di saldatura ad ultrasuoni. Questo processo di saldatura, caratterizzato da elevata qualità estetica del giunto e rapidità di realizzazione, viene impiegato per la produzione di giunzioni a sovrapposizione di spessori sottili sia nel campo delle plastiche che nel campo dei materiali metallici. Un altro settore in cui la saldatura ad ultrasuoni - o più precisamente, in questo caso, la microsaldatura ad ultrasuoni - trova ampio impiego risiede nella realizzazione di giunzioni su componenti di microelettronica. &HQQLDOODÀVLFDGHJOL XOWUDVXRQL Come accennato, gli ultrasuoni sono onde meccaniche, cioè vibrazioni perpendicolari o parallele, rispetto alla direzione di propagazione dell’onda, degli atomi nell’intorno della loro posizione di equilibrio. Queste onde, a differenza delle onde luminose (che avendo natura elettromagnetica sono in grado di propagarsi nel vuoto) hanno bisogno per diffondersi di un mezzo fisico (solido, liquido o gassoso). Tuttavia, le onde ultrasonore rimangono un fenomeno fisico ondulatorio, pertanto sono caratterizzate da parametri fisici quali principalmente: periodo, frequenza, lunghezza d’onda e velocità di propagazione. Con riferimento alla Figura 1, possiamo identificare il periodo “T” come il tempo, espresso in secondi, che intercorre tra due punti corrispettivi di due onde consecutive e la frequenza “f” come il numero di cicli che l’onda compie in un determinato periodo di tempo, definita dall’equazione: f 1 T L’unità di misura della frequenza è l’hertz (Hz), definito come un ciclo al secondo. Va notato che l’hertz è un’unità di misura piccola, nel senso che i valori di frequenza espressi in hertz normalmente utilizzati risultano particolarmente elevati, pertanto le frequenze vengono solitamente espresse in multipli di questa unità di misura, principalmente in kHz (103 cicli al secondo) o MHz (106 cicli al secondo). Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 247 La saldatura ad ultrasuoni La distanza tra due punti corrispettivi di due onde consecutive è definita come lunghezza d’onda “O”, espressa generalmente in mm. Se si rapportano la distanza ed il tempo che intercorrono tra due punti corrispettivi, si ottiene la velocità di propagazione dell’onda, definita mediante l’equazione: v O T pertanto, ricordando che la frequenza è definita come l’inverso del periodo, possiamo definire la lunghezza d’onda tramite la seguente relazione: O v f Questa relazione risulta di particolare interesse, in quanto se ne può dedurre che all’aumentare della frequenza dell’onda ultrasonora diminuisce la lunghezza d’onda e viceversa, ovviamente a parità di velocità di propagazione dell’onda che, comunque, rimane pressoché costante all’interno di uno stesso materiale. Questo spiega il perché - come si vedrà più avanti - nel campo della saldatura di laminati metallici, caratterizzati da spessori che possono variare tra il decimo di millimetro ed il millimetro, si utilizzino frequenze dell’ordine dei 20 ÷ 40 kHz, mentre nel campo della saldatura in microelettronica, dove gli spessori da saldare sono inferiori anche di diversi ordini di grandezza, si impieghino frequenze dell’ordine dei 300 kHz. La generazione degli ultrasuoni avviene per mezzo di elementi chiamati trasduttori, cioè dispositivi in grado di trasformare l’energia da una forma ad un’altra; nel caso specifico, l’energia elettrica fornita da un generatore in energia meccanica (vibrazioni). Tale conversione avviene sfruttando diversi effetti; in questa sede si tratteranno brevemente l’effetto piezoelettrico e quello magnetostrittivo. La radice piezo deriva dal greco e significa pressione: la piezoelettricità è, infatti, la capacità caratteristica di alcuni materiali di generare una carica elettrica se sottoposti ad una pressione e, viceversa, la capacità di comprimersi ed espandersi se sottoposti ad un campo elettrico alternato. Più nel dettaglio, questo effetto, riscontrabile in diversi materiali presenti in natura quali: il quarzo (SiO2), il solfato di litio (LiSO4) o il sale di Rochelle, si manifesta nei cristalli caratterizzati dall’avere uno o più assi polari oppure che mancano di un asse di simmetria. Se su un dischetto o una lamina di tali materiali si applica una pressione perpendicolare alle facce parallele (Fig. 2), si generano sulle facce stesse cariche Figura 1 - Rappresentazione grafica di: ampiezza A, periodo T e lunghezza d’onda O 248 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 elettriche uguali ma di segno opposto che danno luogo ad una differenza di potenziale U, definita dall’equazione: U h 'x dove: h costante di deformazione piezoelettrica; Δx variazione dello spessore della lamina causata dalla forza applicata. Data la reversibilità del fenomeno, se viceversa viene applicata sulle due facce, opportunamente metallizzate, una differenza di potenziale U, la lamina subirà una deformazione Δx nella direzione dello spessore proporzionale all’intensità del campo applicato e di verso dipendente da quello del campo; analogamente a prima, Figura 2 - Monocristallo di quarzo con evidenziazione di taglio lungo un asse polare (X-X) La saldatura ad ultrasuoni possiamo definire la deformazione Δx tramite la relazione: 'x d U dove: d = coefficiente piezoelettrico; U = differenza di potenziale applicata. Per quanto riguarda i trasduttori magnetostrittivi, essi basano il loro principio sull’effetto della magnetostrizione, scoperto dal fisico James Joule nel 1842 durante l’analisi di un campione di nichel. Questo metallo, infatti, come gli altri metalli ferromagnetici, è caratterizzato dalla presenza di domini magnetici i quali, quando il materiale non è sottoposto ad un campo magnetico, sono orientati in direzione casuale nello spazio ma, se il materiale subisce una magnetizzazione, si orientano tutti lungo la stessa direzione con una conseguente variazione dimensionale macroscopica che può essere sia positiva (cioè il metallo si espande, per cui si parla di magnetostrizione positiva), che negativa (cioè il metallo si contrae, per cui si parla di magnetostrizione negativa). Nella Figura 3 è presentato un diagramma che riporta la risposta in termini di variazioni dimensionali ad un campo magnetico applicato su differenti materiali metallici quali ferro, cobalto e nichel. te saldatura ad ultrasuoni anche giunti Il processo di saldatura avviene con funzioni strutturali. sovrapponendo le due superfici da unire ed applicando su di esse un Oltre alla rapidità di esecuzione (i carico normale costante durante tutto tempi di saldatura variano dal decimo il ciclo di saldatura. Una delle due di secondo al secondo) e ad un’ottisuperfici viene posta in contatto con ma qualità estetica del giunto, questo uno strumento, detto sonotrodo, in processo di saldatura presenta diversi grado di trasmettere onde vibrazionali vantaggi quali quello di essere un a frequenza ultrasonora, mentre l’altra processo di saldatura allo stato soliviene vincolata ad un supporto detto do, dove non si riscontrano, pertanto, incudine (anvil). Si genera, pertanto, problemi derivanti dalla fusione locaun moto relativo trasversale tra le due lizzata del materiale base; inoltre, non superfici di contatto che comporta raggiungendo temperature particolarla generazione di calore per attrito mente elevate, è possibile unire fogli con conseguente innalzamento della sottili su substrati di spessore magtemperatura nella zona di saldatura; giore. Un altro dei principali vantaggi questo fenomeno promuove un flusso che caratterizzano questo processo è plastico di materiale permettendo, perla capacità di saldare tra loro metalli tanto, l’unione tra i due materiali. caratterizzati da proprietà chimico – Le applicazioni industriali che vedofisiche molto differenti tra loro, come no coinvolto questo processo di saldatura sono legate alla realizzazione di connessioni elettriche (un esempio delle quali è riportato nella Figura 4), alla produzione di laminati sottili, all’imballaggio ed alla sigillatura di contenitori ermetici; nel settore automobilistico ed aerospaziale vengoFigura 4 - USMW di contatti elettrici (cortesia Branson Ultrasound) no realizzati median- /DVDOGDWXUDDGXOWUDVXRQL JHQHUDOLWj La saldatura ad ultrasuoni dei metalli, identificata anche nella letteratura internazionale ed anglosassone con l’acronimo USMW (UltraSonic Metal Welding), è un processo di saldatura allo stato solido che permette di realizzare giunti a sovrapposizione tra prodotti piani di spessore sottile (gli spessori saldabili variano dal decimo di millimetro ad un massimo di 3 mm) di materiali metallici quali principalmente rame, alluminio, loro leghe e – adottando opportuni accorgimenti, per effetto delle maggiori difficoltà riscontrabili – anche alcune leghe ferrose. Figura 3 - Effetto magnetostrittivo di ferro (Fe), cobalto (Co) e nichel (Ni) Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 249 La saldatura ad ultrasuoni ad esempio la temperatura di fusione. E’ possibile, infine, saldare materiali che presentano una leggera ossidazione o contaminazione superficiale, in quanto queste impurezze vengono asportate all’inizio del ciclo di saldatura dal moto relativo tra le superfici dei pezzi a contatto (va sottolineato che ciò non esonera dall’effettuare un’adeguata pulizia delle superfici da saldare). Come già accennato, questo processo viene impiegato principalmente per saldare alluminio, rame e loro leghe in quanto la zona di saldatura conserva ottime proprietà elettriche e la potenza necessaria alla realizzazione della giunzione su questi materiali (caratterizzati da un’elevata conducibilità termica) è nettamente inferiore rispetto a quella necessaria per saldare gli stessi metalli con altri processi di saldatura. Anche dal punto di vista dei costi e della qualità del giunto la saldatura ad ultrasuoni si rivela vantaggiosa: si consideri, a titolo di esempio, il settore della produzione di cablaggi, nel quale il passaggio da processi più tradizionali al processo di saldatura ad ultrasuoni ha comportato un significativo incremento della qualità del giunto, in quanto viene preservata al meglio la conducibilità elettrica del materiale, con una diminuzione dei costi di produzione del 50%. I limiti che questo processo presenta possono essere classificati in due gruppi: il primo legato alla geometria del giunto realizzabile, il secondo legato al massimo spessore saldabile. Per quanto riguarda il primo limite, con questo processo si possono realizzare unicamente giunzioni a sovrapposizione: non è possibile realizzare giunti testa – testa o ad angolo in quanto la configurazione della macchina di saldatura non lo permette. Circa il massimo spessore saldabile, questo valore varia in funzione di diversi fattori, ma generalmente non supera i 2 ÷ 3 mm (va sottolineato che quanto detto si riferisce soltanto allo spessore del pezzo a contatto con la punta del sonotrodo). $SSDUHFFKLDWXUH Un impianto di saldatura ad ultrasuoni è costituito fondamentalmente da due elementi: il generatore e la testa di saldatura, al cui interno è alloggiato il gruppo vibrante costituito da trasduttore, booster e sonotrodo. Il generatore provvede a modificare i valori in uscita dalla rete elettrica, portandoli a valori adatti al trasduttore. All’interno del generatore è infatti installato un sistema di adattamento d’impedenza, il cui valore deve essere portato dai 50 ohm in uscita dalla rete ai 103 ohm richiesti dal trasduttore. Per quanto riguarda la frequenza di rete, questa viene portata, tramite un sistema alternatore – amplificatore, da 50 Hz a 20 ÷ 40 kHz, valori caratteristici delle vibrazioni ultrasonore. La tensione in uscita dal generatore, caratterizzata dai valori sopradetti di frequenza, alimenta il trasduttore, il quale la converte in vibrazioni meccaniche di uguale frequenza. Queste vibrazioni, caratterizzate da elevati valori della frequenza ma bassi valori di ampiezza, vengono indirizzate attraverso un amplificatore meccanico denominato “booster”, che ha sia lo scopo di incrementare il valore della vibrazione che quello di sostenere il gruppo vibrante. Una volta che le onde sono caratterizzate da valori adeguati di fre- Figura 5 - Sistema di saldatura lateral – drive 250 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 quenza ed ampiezza, giungono al vero e proprio utensile di saldatura: il sonotrodo. Trasduttore, booster e sonotrodo sono i componenti che costituiscono il gruppo vibrante, alloggiato all’interno della testa di saldatura e ad essa vincolato, in modo da trasmettere le vibrazioni unicamente ai componenti da saldare, evitando che esse possano propagarsi all’esterno. In principio, venivano impiegati trasduttori magnetostrittivi soppiantati, poi, da trasduttori piezoelettrici capaci di garantire una maggiore efficienza; tuttavia, va notato che anche questi ultimi sono soggetti a riscaldamento durante l’operazione di saldatura, per tale motivo - quando si opera con elevate potenze - è necessario ricorrere a sistemi di raffreddamento ad aria per evitare eventuali danneggiamenti dei componenti. Il sonotrodo, generalmente realizzato in acciaio rapido, oltre a mettere Figura 6 - Sistema di saldatura wedge – reed La saldatura ad ultrasuoni in vibrazione i pezzi da unire, ha lo scopo di trasmettere la forza normale alla superficie dei pezzi necessaria a garantire il contatto intimo tra i metalli. Particolare cura va posta nella manutenzione del sonotrodo; nella saldatura di alcune leghe, come ad esempio le leghe di alluminio della serie 1000, in cui si può avere un’adesione tra la punta del sonotrodo e il pezzo che si sta saldando. Per evitare questa situazione risulta efficace l’impiego di un getto di acqua nebulizzata indirizzato verso la punta dell’utensile. Altro fenomeno che può verificarsi è lo scivolamento della punta del sonotrodo sulla superficie del pezzo quando l’ancoraggio non avvenga in maniera soddisfacente. Questo viene evitato generalmente conferendo alla punta dell’utensile una superficie zigrinata o comunque caratterizzata da una certa rugosità. Nel caso in cui il sonotrodo cominci a manifestare segni di usura, può comunque essere ravvivato meccanicamente, a patto che l’alterazione non sia eccessiva; in questo caso, è necessario sostituirne la punta. Ultimo elemento tipico di una saldatrice ad ultrasuoni è l’incudine: essa ha lo scopo di sostenere e vincolare i pezzi da saldare ed è caratterizzata da una superficie piatta oppure modellata in funzione della geometria del pezzo che si sta saldando al fine di garantire il miglior contatto. Analogamente a quanto detto per la punta del sonotro- do, anche la superficie dell’incudine può essere caratterizzata da rugosità o zigrinature per favorire l’ancoraggio. Gli impianti di saldatura ad ultrasuoni possono essere suddivisi in due tipologie: lateral – drive (ad azionamento laterale, schematizzata nella Figura 5) e wedge – reed (asta – cuneo, schematizzata nella Figura 6). Nel sistema lateral – drive, il booster è direttamente collegato al sonotrodo che trasmette le vibrazioni ai pezzi, supportati dall’incudine. In questo sistema, l’incudine è fisso e progettato in modo da sostenere direttamente il carico normale applicato tramite un sistema di leve. Nel sistema wedge – reed, invece, il trasduttore è collegato, a mezzo del booster (in questa configurazione denominato wedge, ossia cuneo, data la forma), ad un elemento vincolato perpendicolarmente ad esso che prende il nome di reed (asta). A differenza del sistema lateral – drive dove tutta la vibrazione si propaga lungo l’asse longitudinale del sistema, il reed subisce un modo di vibrazione trasversale rispetto al booster. Altra differenza rilevabile tra le due configurazioni è che nel caso wedge – reed l’incudine può essere sia fissa che messa in vibrazione solidalmente con il sonotrodo. Quest’ultimo elemento si occupa nuovamente di applicare il carico normale alla superficie del pezzo non più però attraverso un sistema di leve, ma tramite un carico applicato all’estremità superiore del reed. Ad ogni modo, nonostante le differenze sopra elencate, un giunto realizzato con un sistema lateral – drive o wedge – reed risulta pressoché identico a parità, ovviamente, di tutte le altre condizioni di saldatura. Altra classificazione delle macchine di saldatura ad ultrasuoni, può essere fatta in base al tipo di giunto realizzabile in quanto, a seconda della geometria del sonotrodo e dell’incudine, si possono realizzare punti di saldatura isolati o sovrapposti, linee continue o giunti circonferenziali. Il sistema di saldatura a punti produce singoli punti di giunzione tramite l’applicazione di un impulso vibrazionale a frequenza ultrasonora. Le caratteristiche geometriche del punto di saldatura (quali dimensione e forma) sono direttamente correlate a quelle della punta del sonotrodo; si possono realizzare punti di forma ellittica, rettangolare (come riportato nella Figura 7) od irregolari, andando ad agire sulla geometria della superficie del sonotrodo a contatto con il pezzo. In linea generale, la geometria e la dimensione dei punti di saldatura, sono funzione della potenza della macchina di saldatura, dello spessore dei pezzi da unire e della natura del materiale oltre che, ovviamente, del campo di applicazione cui è destinato il giunto. Sempre funzione dell’impiego finale del giunto è anche la distanza che può intercorrere tra due punti di saldatura; questa può variare estremamente in quanto si possono realizzare punti Figura 7 - Punto di saldatura a geometria rettangolare (cortesia Sonobond Ultrasonics) Figura 8 - Realizzazione di una linea di saldatura ad ultrasuoni (cortesia Branson Ultrasonics) Figura 9 - Saldatura ad ultrasuoni di fogli metallici (cortesia Sonobond Ultrasonics) Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 251 La saldatura ad ultrasuoni Figura 10 - Sistema di saldatura ad ultrasuoni torsionale Figura 11 - Schematizzazione di contatto tra le asperità superficiali distanziati come sovrapposti per la realizzazione di giunzioni di tenuta. Nel caso invece sia necessario realizzare linee continue di saldatura, si impiega un particolare tipo di sonotrodo caratterizzato da geometria cilindrica (Fig. 8): in questo sistema, il sonotrodo può traslare lungo la linea di saldatura, oppure può restare fisso mentre il pezzo trasla. Un esempio di applicazione di questa tipologia di giunzione si ritrova negli impianti di laminazione dell’alluminio, dove laminati sottili di diversa lunghezza o spezzati vengono saldati insieme (Fig. 9) realizzando rapidamente giunzioni altamente affidabili, praticamente indistinguibili ed in grado di sopportare i successivi trattamenti termici. Va citato, infine, il sistema di saldatura torsionale, atto a produrre giunti di forma circolare tramite l’applicazione di vibrazioni non più di carattere trasversale, ma torsionale. In questo sistema di saldatura, schematizzato nella Figura 10, varia anche la configurazione della macchina di saldatura: si hanno due trasduttori di onde ultrasonore collegati al booster a sua volta collegato al sonotrodo. Questa configurazione porta a trasmettere al sonotrodo una vibrazione di carattere torsionale: in questo caso, infatti, il booster ed il sonotrodo raggiungono la frequenza di risonanza torsionale e non più longitudinale come accade nei sistemi lateral – drive o wedge – reed. Saldature circonferenziali ad ultrasuoni vengono impiegate nella realizzazione di giunzioni di tenuta; questo processo, inoltre, non raggiungendo in fase di saldatura temperature particolarmente elevate, risulta particolarmente adatto per l’incapsulamento di materiali fortemente sensibili al calore quali ad esempio esplosivi particolarmente reattivi, sostanze chimiche instabili o materiale pirotecnico. Figura 12 - Interfaccia di saldatura ad ultrasuoni 252 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 ,OSURFHVVRGLVDOGDWXUD Come già detto nei paragrafi precedenti, la saldatura ad ultrasuoni è un processo di saldatura allo stato solido; la giunzione, pertanto, avviene tramite la formazione di un flusso plastico di materiale che si estende per una certa percentuale dello spessore dei pezzi saldati. Nella fase iniziale della saldatura, i pezzi vengono accostati ed il contatto avviene solo tramite le asperità delle superfici, come mostrato nella Figura 11. La superficie di contatto tra i metalli, pertanto, risulta ridotta e se a questo si aggiunge la presenza di un’eventuale strato di ossido superficiale che impedisce l’intimo contatto tra i metalli, la saldatura non può avere luogo. L’applicazione di una forza perpendicolare ed il moto trasversale tra i pezzi indotto dalle vibrazioni ultrasonore portano ad una deformazione plastica delle asperità superficiali incrementando l’area di contatto ed alla disgregazione e dispersione dell’eventuale strato di ossido superficiale. Il flusso di materiale plasticizzato, limitato inizialmente alla zona limitrofa alle asperità, si estende nello spessore, per una distanza dipendente dai parametri di saldatura utilizzati quali principalmente la potenza e la forza applicata. La saldatura ad ultrasuoni Nella Figura 12 è mostrata una tipica interfaccia di saldatura ad ultrasuoni dove si può notare l’effetto del flusso plastico di materiale. Il calore sviluppato dall’attrito derivante dal moto relativo tra i pezzi porta ad un incremento della temperatura nella zona di saldatura. Se i parametri di saldatura (quali potenza, forze e tempo) sono stati impostati correttamente, comunque, si raggiunge una temperatura pari al 35 ÷ 50% della temperatura di fusione. Ciò non toglie che, durante il processo di saldatura, all’interno del materiale avvengano fenomeni di carattere metallurgico quali ricristallizzazione (rilevabile specialmente al centro della zona di saldatura), precipitazione di fasi secondarie e fenomeni diffusivi, anche se questi ultimi sono generalmente contenuti a causa del tempo di saldatura estremamente limitato. 3DUDPHWULGLVDOGDWXUD I principali parametri che entrano in gioco nel processo di saldatura ad ultrasuoni sono: la potenza, la forza di serraggio, il valore della frequenza ed il tempo di saldatura. La potenza varia in funzione dello spessore dei pezzi da saldare e delle proprietà del materiale, in particolar modo della durezza di quest’ultimo. La potenza, infatti, può essere direttamente correlata all’energia elettrica necessaria alla saldatura la quale, a sua volta, può essere definita dalla relazione: E K H T 3 2 [Joule] dove: K = costante funzione del sistema di saldatura H = durezza espressa in Vickers del materiale base T = spessore del pezzo a contatto con la punta del sonotrodo, espressa in mm Si nota, pertanto, che all’aumentare dello spessore e della durezza del materiale da saldare aumenta l’energia e, di conseguenza, il valore di potenza necessaria. Nel caso della saldatura di fili elettrici di piccolo diametro sono sufficienti pochi watt di potenza; all’aumentare dello spessore del pezzo si può arrivare a dover erogare diverse migliaia di watt. La potenza, inoltre, influisce anche sulla durata del ciclo di saldatura, in quanto all’aumentare della potenza impiegata diminuisce, generalmente, il tempo di saldatura. Il valore della forza normale necessario alla buona riuscita della saldatura, aumenta all’aumentare dell’estensione dell’area di saldatura; generalmente si impiegano bassi valori (inferiori ai 100 g) per la saldatura di fili elettrici, mentre si impiegano valori ben più elevati nella saldatura di laminati. Un valore di forza eccessivo può provocare una deformazione della superficie e richiedere un incremento della potenza necessaria, mentre un valore troppo esiguo può causare uno slittamento della punta del sonotrodo sulla superficie alterandola. Per quanto riguarda i tempi necessari alla realizzazione della giunzione, questi generalmente variano tra alcuni decimi di secondo fino ad alcuni secondi in funzione, principalmente, della potenza erogata. Un valore troppo basso di potenza può causare un ciclo troppo lungo con conseguente surriscaldamento della zona di saldatura ed in certi casi, adesione del materiale alla punta del sonotrodo. Il valore della frequenza di vibrazione, infine (come già detto), è settato in modo da portare in risonanza il sistema di saldatura e viene mantenuto a questo valore per tutto il ciclo di saldatura. Operare a frequenze maggiori causerebbe una diminuzione dell’ampiezza delle onde e, di conseguenza, ad un processo meno efficace. Lo stato superficiale dei pezzi, come già accennato, non riveste un ruolo particolarmente decisivo, a patto che, in fase di impostazione dei parametri, se ne sia tenuto conto. Materiali come alluminio e rame, ad esempio, possono essere saldati diret- tamente all’uscita del laminatoio, a meno che non presentino una contaminazione superficiale eccessiva; in quest’ultimo caso, allora, sarà necessario rimuovere lo strato superficiale mediante abrasione meccanica o decapaggio prima di procedere con l’esecuzione della saldatura. L’ottimizzazione dei parametri di saldatura per un certo tipo di applicazione, è estremamente difficoltosa e lunga; in genere, infatti, si cerca di fare riferimento ad esperienze preesistenti negli svariati settori di interesse. Il vantaggio, d’altro canto, sta nel fatto che una volta impostati tali parametri non si ha più la necessità di variarli garantendo, pertanto, alta produttività e ripetibilità dei risultati; tutto ciò a patto, ovviamente, che non si verifichino danneggiamenti della macchina o variazioni nella geometria o nello spessore dei pezzi da saldare. 0HWDOOLVDOGDELOL Come già detto nei paragrafi precedenti, nel caso della saldatura ad ultrasuoni, la saldabilità di un metallo varia in funzione di alcune delle sue proprietà quali principalmente la duttilità, la durezza del materiale base e quella dell’ossido eventualmente presente in superficie. Per quanto riguarda la duttilità, più questa è elevata più il materiale risulta saldabile, in quanto si richiede un minor costo in termini di potenza per arrivare a promuovere il flusso plastico e realizzare di conseguenza la saldatura. La durezza del materiale base riduce, al suo aumentare, la saldabilità; viceversa all’aumentare del valore di durezza dello strato di ossido superficiale aumenta la saldabilità del materiale. Questo fatto si spiega prendendo in considerazione il caso degli ossidi di alluminio e rame i quali hanno caratteristiche sensibilmente differenti. L’ossido di alluminio è caratterizzato da un valore di durezza molto più elevato rispetto al materiale base, pertanto in seguito alle deformazioni Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 253 La saldatura ad ultrasuoni plastiche subite dal materiale sottostante durante la fase iniziale del ciclo di saldatura, si frantumerà facilmente, disperdendosi e permettendo il contatto tra le superfici metalliche. L’ossido di rame, al contrario, è molto meno duro, quindi anziché frantumarsi tenderà ad adeguarsi alle deformazioni del materiale base impedendo il contatto diretto tra le superfici, indispensabile ai fini della saldatura. Nel caso della saldatura del rame, infatti, si richiede una maggiore cura nella pulizia superficiale rispetto al caso dell’alluminio. Ad ogni modo questi due metalli e le loro leghe presentano ottima saldabilità con questo processo. Va prestata particolare attenzione solo nel caso della saldatura delle leghe di alluminio della serie 1000 (Al puro) e 2000 (Al – Cu), in particolar modo le leghe 1100 e 2036 le quali tendono a restare adese alla punta del sonotrodo. Anche la saldabilità del rame non presenta particolari problematiche, va sottolineato, soprattutto, il fatto che il procedimento di saldatura ad ultrasuoni, a differenza dei processi di saldatura autogena per fusione, non è influenzato dall’elevata conducibilità termica di questo metallo. Facilmente saldabili risultano anche i metalli preziosi, quali ad esempio: oro, argento, palladio e platino; non rare, infatti, sono le saldature di questi metalli su substrati di germanio o silicio. Prendendo infine in considerazione il caso degli acciai, anch’essi risultano saldabili mediante tecnica ad ultrasuoni, ma non si hanno vantaggi tali da giustificare l’impiego di questa tipologia di saldatura rispetto ai metodi tradizionali, se non forse nei casi in cui è necessario apportare una minima quantità di calore alla zona di giunzione. /DVDOGDWXUDDGXOWUDVXRQLGHL PDWHULDOLWHUPRSODVWLFL Dato l’importante ruolo che questo processo svolge nella saldatura di materiali termoplastici, è d’obbligo Figura 13 - Esempi di geometrie di rilievi fare un breve cenno anche a questo campo di applicazione. La saldatura ad ultrasuoni dei termoplastici, a differenza di quanto avviene per i metalli, è un processo di saldatura per fusione. Attraverso un impianto analogo a quello descritto nei paragrafi precedenti si trasmettono, sempre mediante il sonotrodo, delle vibrazioni ultrasonore che generano un moto relativo tra i pezzi non più trasversale, ma normale. L’attrito che si genera nella zona di contatto causa un innalzamento della temperatura che porta alla fusione localizzata dei materiali; in seguito all’applicazione anche in questo caso di un carico normale costante si ha, a raffreddamento avvenuto, la saldatura. Considerazioni analoghe a quelle riguardanti la saldatura dei metalli possono essere fatte per ciò che concerne i parametri che entrano in gioco e loro influenza. Un approfondimento va fatto invece a proposito della progettazione del giunto: occorre, infatti, realizzare sulle due superfici da saldare dei rilievi, generalmente di forma triangolare, in modo tale da ottenere una piccola superficie di contatto che convogli l’energia e porti localmente a fusione il materiale. Un esempio della geometria dei suddetti rilievi è riportato nella Figura 13. Da notare la particolare geometria del perimetro nel caso delle configurazioni B e C; questa ha lo scopo di contenere l’eventuale fuoriuscita di materiale fuso che andrebbe ad influenzare negativamente l’estetica del giunto. La preparazione del giunto A risulta più economica rispetto alle due suc- 254 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 cessive, ma non prevede il contenimento di materiale. Per quanto riguarda i materiali saldabili, questo processo è destinato alla saldatura di materiali termoplastici sia amorfi, come ad esempio ABS (Acrilonitrile-Butadiene-Stirene), policarbonato, polistirene e resine acriliche che cristallini quali il nylon, il poliestere, il polietilene ed il polipropilene. Si possono realizzare giunti eterogenei solo nel caso in cui i due materiali sono compatibili e caratterizzati da circa la stessa temperatura di fusione. Il polipropilene, ad esempio, può essere saldato solo con sé stesso, mentre risulta possibile la saldatura tra ABS e policarbonato e fra ABS e polimetilmetacrilato (Plexiglass). Anche in questo caso i campi di applicazione di questo processo sono i più svariati, citando i principali ritroviamo il settore automobilistico (fanali, elementi di segnalazione, cruscotti, paraurti), casalingo (posateria di plastica, corpi di accendigas, contenitori), medicale (filtri, mascherine usa e getta, reni artificiali), dell’imballaggio (cerniere per sacchetti in PE, chiusura di cartoni per latte e bibite, tappi) e della telefonia (coperture trasparenti per display, mascherine, prese). Ridotto consumo energetico Tecnologicamente innovativa Curata nel design Salda perfettamente Semplice da usare Possibilità di memorizzare i parametri di saldatura COSTRUZIONI ELETTROMECCANICHE ANNETTONI s.p.a. - 23900 LECCO - ITALIA - Tel. 0341 22322 - [email protected] - www.ceaweld.com www.ssintesi.it Impianto di saldatura ad inverter multifunzione con regolazione sinergica s-)'-!' s3ALDATURACONELETTRODORIVESTITO s4)'CONINNESCOh,)&4v Scienza e Tecnica Impiego di acciai termomeccanici per la fabbricazione di strutture saldate * r Lo sviluppo di nuovi gradi di acciaio è stato sempre guidato dalla richiesta degli utilizzatori finali per i materiali che mostravano buone proprietà meccaniche (come resistenza a snervamento e tenacità) come anche di fabbricazione. Tra le altre, due sono le strade più utilizzate per aumentare la resistenza a snervamento dell’acciaio: r alligazione: con elementi in lega come carbonio e manganese, la resistenza dei prodotti in acciaio può essere facilmente incrementata. E’ risaputo tuttavia che l’aggiunta di elementi in lega in molti casi peggiori le proprietà di lavorazione dei prodotti di acciaio, in particolare la saldatura; trattamento termico: il trattamento termico ha un effetto sulla microstruttura e sulla dimensione dei grani. Il vantaggio principale di questo procedimento consiste nel miglioramento della struttura granulare, che porta a resistenza più elevata quanto migliore è la tenacità del materiale in confron- Figura 1 - Evoluzione dei processi di laminazione e trattamento degli acciai da costruzione * Estratto della Circolare CTA 2-2004. Si ringrazia per la cortese concessione l’Ing. Emanuele Maiorana. to ad una struttura caratterizzata da grano più grossolano. Per questi motivi il trattamento termico è l’opzione di maggiore interesse per lo sviluppo di nuovi gradi di acciaio. Lo sviluppo temporale dei processi sopra introdotti è mostrato nella Figura 1. Fino al 1950 l’acciaio oggi conosciuto come S355J2 è stato considerato come un acciaio ad alte prestazioni. Nella fabbricazione di laminati, questo grado è usualmente prodotto con un trattamento termico di normalizzazione seguito da un raffreddamento in aria calma, che porta alla formazione di una struttura a grano affinato ed omogenea (Fig. 2, processo B). Figura 2 – Principali processi di fabbricazione degli acciai da costruzione Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 257 Scienza e Tecnica Figura 3 - Confronto tra la microstruttura di un acciaio normalizzato (sinistra) e TM (con raffreddamento convenzionale, al centro, ed accelerato (destra) Questo procedimento può essere rimpiazzato da una laminazione normalizzata dove - semplificando molto le cose - questo trattamento termico è di fatto incluso nella laminazione, con risultati finali confrontabili al trattamento di normalizzazione vero e proprio. Con la normalizzazione dei gradi di acciaio, la resistenza a snervamento può essere portata fino a 460 MPa sebbene l’alto contenuto in lega possa risultare troppo elevato da permettere una facile lavorazione (in particolare, la saldatura). Durante gli anni ‘60 è iniziata l’applicazione dei processi di tempra e rinvenimento per i vari gradi di acciaio strutturale (processo C). Questo processo consiste nella laminazione seguita da un riscaldamento oltre la temperatura AC3 ed un raffreddamento veloce in aria (o in olio con tempra). Questo processo consente oggi di produrre gradi di acciaio con una resistenza a snervamento fino a 1100 MPa. Tuttavia, per l’alto contenuto di elementi in lega, necessari per avere una sufficiente resistenza, questi gradi di acciaio non hanno trovato fino ad adesso un significativo campo di applicazione nel campo delle costruzioni. Negli anni ‘70 è stato introdotto il processo di laminazione termomeccanica: la laminazione termomeccanica (TM) è definita come un processo Figura 4 – Transizione della tenacità del grado S355ML (per confronto con il grado S355J2) 258 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 nel quale la deformazione finale è portata in un certo campo di temperatura che consente di realizzare proprietà del semilavorato che non possono essere raggiunte dal solo trattamento descritto. L’acciaio così fabbricato presenta elevata resistenza meccanica e tenacità ed allo stesso tempo un minimo contenuto in lega. Oggi esiste una grande varietà di processi TM: un procedimento particolare dipende dalla forma prodotta, dal grado dell’acciaio (specialmente la resistenza a snervamento) e dallo spessore del prodotto. L’analisi chimica è spesso integrata dall’aggiunta di alcuni elementi microleganti come il niobio, il vanadio e/o il titanio in tenori molto limitati, in modo da sviluppare un effetto di resistenza addizionale grazie alla precipitazione di carbonitruri ed un aumento della temperatura di ricristallizzazione. Le prime passate di laminazione sono condotte alle temperature tradizionali. Le successive sono accuratamente condotte a temperature inferiori alla temperatura di ricristallizzazione (processo D), talvolta anche in un campo di temperatura di equilibrio tra austenite e ferrite/perlite (processo E). Per la produzione di lamiere questo trattamento è seguito da un raffreddamento naturale in aria – per lamiere di spessori inferiori e minori gradi di tensione di snervamento – o da un raffreddamento veloce in acqua, con una linea di raffreddamento veloce automatica (processo F). Per lamiere molto sottili e per i gradi più alti di snervamento, al raffreddamento ac- Scienza e Tecnica Figura 5 - Temperatura di preriscaldo calcolata (in accordo con la EN 1011-2 allegato C, metodo B) per il grado S355ML celerato segue generalmente il trattamento di tempra. Per i profilati è usata invece la bonifica o auto-tempra (processo G). In questo processo è applicato un intenso raffreddamento in acqua sull’intera superficie del profilato dopo l’ultima passata di laminazione. Il raffreddamento è fermato prima di arrivare al cuore dell’elemento. Questi processi TM producono (con le ovvie differenze del caso) una microstruttura a grano molto fine come mostrato nella Figura 3; inoltre con queste tecniche possono essere prodotti alti gradi di resistenza a snervamento: lamiere con una resistenza a snervamento minima garantita fino a 500 MPa sono disponibili con spessori fino a 80 mm e sono già state usate nella costruzione di navi e strutture a mare. Oggi, lamiere in acciaio TM sono disponibili nello spessore fino a 120 mm in accordo a differenti standard di tenacità. Per profilati, il procedimento TM-QST è correntemente applicato ai profili IPE - 500, HE 260 - HE 1000 / Figura 6 - Durezza calcolata per i gradi S355M ed S460M in funzione dell’apporto termico specifico HL 1100, HD 260-400 e le dimensioni corrispondenti delle serie di sezioni standardizzate dall’inglese BS 4 e dall’americana ASTM A6. Il campo degli spessori di flangia varia fino a 125 mm. E’ da ricordare che i valori di proprietà dati dagli standard sono i minimi richiesti e i prodotti attuali eccedono di molto tali requisiti minimi. Per esempio, nella Figura 4, dal confronto delle curve di transizione dell’energia di impatto assorbita in funzione della temperatura di prova per l’acciaio TM S355ML e acciaio S355J2, si osserva che l’acciaio TM mostra un valore di tenacità significativamente maggiore a temperatura ambiente, anche superiore a 300 J. Da questo eccellente comportamento può essere garantito un alto grado di sicurezza strutturale e un facile procedimento di fabbricazione, per esempio la saldabilità e la lavorabilità a freddo. Per quanto concerne l’analisi chimica, si può osservare per il grado S355ML che con l’uso del processo TM il contenuto di carbonio può essere significativamente ridotto. Conseguentemente, i valori di carbonio equivalente sono molto minori, permettendo così un facile ed efficiente processo di saldatura, con ridotti rischi di criccabilità a freddo. Anche per l’acciaio S460M i valori di CE normalmente non eccedono quelli di un tipico grado S355J2G3, così che la saldatura non è più difficile che per l’acciaio convenzionale. Alcune applicazioni chiedono proprietà di deformazione migliorate nella direzione dello spessore. In questi casi, l’acciaio TM può essere prodotto per incontrare i criteri di duttilità definiti in EN 10164 per le classi Z con un minimo del 15, 25 o 35% di riduzione dell’area (strizione) nella direzione dello spessore. I processi di laminazione termomeccanica sono stati sviluppati per permettere una riduzione del costo durante la fabbricazione in officina e in cantiere. Speciali processi di saldatura ottimizzati sono stati dedicati a questo scopo: la Figura 5 mostra la temperatura di preriscaldo calcolata (in accordo con la EN Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 259 Scienza e Tecnica Figura 7 – Resistenza meccanica allo stato come saldato dei gradi S355ML ed S460ML in funzione dell’apporto termico specifico 1011-2 allegato C, metodo B) per il grado S355ML, per differenti livelli di apporto termico, in funzione del contenuto di idrogeno nel materiale d’apporto. E’ chiaro che il preriscaldo può essere completamente evitato, in presenza di condizioni adatte al tipo di acciaio, grazie a un valore di carbonio equivalente molto basso. Per confronto, ne conseguono vantaggi considerevoli rispetto al grado S355J2, che deve essere preriscaldato a una temperatura di 130÷150 °C a parità di altre condizioni. Anche per il grado S460ML la temperatura di preriscaldo non è maggiore di quella del grado S355J2: molti casi hanno dimostrato che esso può essere spesso saldato senza preriscaldo anche con spessori fino a 80 mm. Gli acciai TM non sono solo caratterizzati da opportunità vantaggiose nella scelta del procedimento di saldatura ma sono provvisti inoltre di proprietà particolari dopo saldatura. Un confronto tra la saldatura di acciai TM e di acciai normalizzati è riportato nella Figura 6: dal calcolo dei valori di durezza nella zona termicamente alterata, per un intervallo di valori dell’apporto termico specifico, si osservano valori inferiori a 350 HV per i gradi TM e nessun rischio di criccabilità a freddo. Sono stati condotti numerosi test per differenti gradi e parametri di saldatura per verificare le proprietà dei giunti allo stato come saldato: la Figura 7 mostra ad esempio i risultati dei test per l’S355ML e l’S460ML, in termini di resistenza meccanica. Nella Figura 8 sono riportati invece esempi di durezza HV10 in zona fusa, zona termicamente alterata (ZTA) e materiale base, con scostamenti contenuti rispetto a quest’ultimo. La Figura 9 riporta i valori di resilienza misurati allo stato come saldato in ZTA per differenti livelli di apporto termico specifico. Buoni valori di dut- Figura 9 - Resilienza in ZTA allo stato come saldato in funzione dell’apporto termico specifico del grado S460M Figura 8 – Durezza allo stato come saldato dei gradi S355ML ed S460ML in funzione dell’apporto termico specifico 260 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Scienza e Tecnica Figura 10 - Spessore limite per tipiche membrature di ponti in funzione della resistenza a snervamento, per una temperatura di servizio di -30 °C (ENV 1993-2:1997) tilità possono essere raggiunti infine se viene applicato un procedimento di saldatura ad alto apporto termico specifico. L’ossitaglio ha effetti simili alla saldatura su questi acciai: il basso contenuto di CE dell’acciaio TM facilita il processo, evitando un indurimento locale eccessivo sulle superfici di taglio, riducendo i rischi di criccatura superficiale. Il preriscaldo è generalmente non richiesto, eccetto che per materiale di spessore elevato. Sono opportune, tuttavia, alcune restrizioni sull’uso dell’acciaio TM nel caso di formatura a caldo: temperature superiori a 580 °C, se mantenute per periodi prolungati, portano ad un cambiamento della microstruttura granulare e delle sue proprietà che non possono essere recuperate successivamente, in fase di raffreddamento, perché esse sono prodotte specificatamente durante i procedimenti primari di laminazione. Conseguentemente, gli acciai TM potrebbero non essere impiegati in applicazioni che richiedono formatura a caldo, a meno di tenere in conto le modifiche alla resistenza e alla tenacità. Un’applicazione particolarmente severa è la fabbricazione di ponti, caratterizzati da carichi elevati, azioni dinamiche e cicliche, con campate estese ed elevata durabilità. I criteri di sicurezza e di durabilità rendono stringenti i requisiti per la qualità del materiale, per cui le proprietà del materiale base, rese possi- bili dai procedimenti di produzione nuovamente sviluppati, generano benefici sostanziali per la costruzione di ponti. In confronto ai gradi convenzionali, i gradi termomeccanici offrono un incremento di tenacità, il quale - combinato con un’eccellente duttilità - implica un aumento della resistenza del materiale a carichi impulsivi o di tipo dinamico. La Figura 10 (basata sulla ENV 1993-2:1997) mostra lo spessore limite per tipiche membrature di ponti in funzione della resistenza a snervamento, per una temperatura di servizio di -30 °C. La disponibilità di un nuovo materiale influenza il progetto degli elementi strutturali: se per parti soggette a tensioni elevate come le flange in mezzeria o sopra gli appoggi interni sono necessari raddoppi di piattabanda per raggiungere la sezione trasversale richiesta, le operazioni di saldatura o imbullonatura e la maggiore complessità dei dettagli strutturali portano ad un aumento dei costi di fabbricazione. Le sezioni laminate e le lamiere sono meno critiche dei giunti saldati; inoltre, eliminando parti aggiuntive di rinforzo si aumenta la resistenza a fatica. La saldabilità è uno dei criteri più importanti da considerare nella definizione delle caratteristiche dei gradi: da questo punto di vista, i gradi di acciaio TM hanno senza dubbio proprietà peculiari, se confrontate ai gradi classici. Il metodo di produzione dell’acciaio a grano fine con un trattamento termico in linea, senza aggiunta di elementi in lega, è provato essere la scelta migliore: r per molte situazioni il preriscaldo non è necessario, anche per spessori elevati del materiale. I casi studiati hanno mostrato un risparmio del costo da 25 a 60 €/t; r il materiale base permette un apporto termico durante la saldatura in un campo tipicamente da 8 a 60 kJ/cm. Da qui si possono applicare differenti procedimenti di saldatura, consentendo una scelta per ciascuna situazione del processo più efficiente per tempo e costo, sia in officina che in sito; Figura 11 - Confronto tra acciai convenzionali e TM in termini di peso e costo delle membrature per ponti di piccola luce Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 261 Scienza e Tecnica r la tolleranza nei confronti della variabilità dei parametri di saldatura è alta. I rischi di imperfezioni e la necessità di riparazioni sono di conseguenza minimizzati. Grazie ai maggiori valori di resistenza, le dimensioni della sezione e dello spessore sono ridotte, di conseguenza diminuisce il peso dell’acciaio, con un risparmio nel costo del materiale. La Figura 11 mostra la specifica di una trave in acciaio di un progetto di confronto in differenti gradi di acciaio per tipici ponti di piccola luce. La riduzione di peso ottenibile con l’S460 invece che l’S355 arriva sino al 25% ed il costo del materiale risparmiato al 21%. Oltre al vantaggio legato al costo del materiale, la riduzione di peso facilita il trasporto e la messa in opera; allo stesso modo, carichi permanenti di minore entità necessitano di fondazioni di capacità portante minore. Questo fatto è essenziale nel caso di ricostruzioni di ponti in lastra ortotropa su pile preesistenti. Inoltre, il peso proprio dei ponti mobili influenza il progetto delle parti meccaniche e l’impiego di acciai ad alta resistenza consente di compensare, in questo modo, il maggiore costo del materiale stesso. La riduzione dello spessore del materiale è un grande vantaggio nel caso di elementi saldati: specialmente per parti fortemente tensionate, la riduzione del volume di saldatura di elementi saldati di testa è variabile dal 40 al 60% (per preparazioni a V o a doppio V). Per alcune applicazioni, tuttavia, subentrano altri fattori da considerare, prima di valutare l’impiego di acciai a resistenza allo snervamento maggiore di 355 MPa: r per evitare fenomeni di instabilità (locale, flessionale, torsionale) alle membrature soggette a compressione, è necessario non scendere sotto uno spessore minimo: infatti, l’aumento della resistenza a snervamento può essere annullato, per così dire, dalla snellezza dell’elemento strutturale; r la limitazione della freccia sotto Figura 12 - Influenza del criterio di rigidezza sulla scelta del grado di acciaio per ponti ferroviari a campata semplicemente appoggiata agli estremi carico o il controllo delle vibrazioni (lastra ortotropa) per requisiti di comfort e di sicurezza possono influenzare il progetto al punto che la rigidezza, piuttosto che la capacità portante, diventi il criterio principale, dato che non si hanno più vantaggi dall’aumentata resistenza a snervamento dell’acciaio stesso. Generalmente, i ponti stradali non sono critici per questi aspetti ma i ponti ferroviari (particolarmente per il traffico ad alta velocità) e leggere passerelle pedonali lo possono risultare. La scelta di sistemi strutturali rigidi (come travi composte, ad esempio) aiuta ad evitare tali problemi: la Figura 12 illustra l’influenza del criterio di rigidezza sulla scelta del grado di acciaio per ponti ferroviari a campata semplicemente appoggiata agli estremi. Per una luce inferiore a 25 m la flessione e la vibrazione governano il progetto ed il grado ottimale dell’acciaio per gli elementi è il grado S275 o S355. Per luci maggiori i carichi permanenti predominano sui carichi del traffico ed i gradi di resistenza maggiori sono la scelta migliore per una riduzione dei costi complessivi di realizzazione. Durante gli ultimi decenni, i nuovi gradi dell’acciaio di tipo TM sono stati utilizzati con successo nella costruzione di un certo numero di 262 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 ponti nel mondo: alcuni di essi sono ben conosciuti in realizzazioni come il ponte di Normandia in Francia, il ponte Erasmo a Rotterdam e l’Øresund (come parte del collegamento tra Svezia e Danimarca). I ponti sono stati progettati con il grado S355M e, per quelle parti dove un alto grado di resistenza era opportuno, con il grado S460M. Per alcuni progetti sono stati condotti pre-dimensionamenti comparativi tra le soluzioni con l’S355 e l’S460, prima di prendere le decisioni sul progetto definitivo: il ponte Mjösund, Norvegia (trave chiusa composta di acciaio e soletta in calcestruzzo); l’autostrada su viadotti A16, Francia (coppia di travi laminate composte con soletta di calcestruzzo); il ponte Erasmo, Olanda (ponte in lastra ortotropa). La riduzione del peso variabile tra il 18 ed il 30% e la diminuzione del costo tra il 10 ed il 12% indicano la superiorità delle prestazioni dell’acciaio TM sul tradizionale S355. Dott. Ing. Michele Murgia Responsabile Divisione Formazione IIS Redattore Capo Rivista Italiana della Saldatura IL NOSTRO GOAL E’ LA VOSTRA SODDISFAZIONE! Apparecchiature ad Ultrasuoni Apparecchiature Radiografiche Radiografia Digitale Sonotron NDT Apparecchiature a Correnti Indotte Accessori Radiografici Endoscopi e Video Endoscopi Prodotti per PT e MT AZIENDA CERTIFICATA UNI EN ISO 2001:2008 Via Aurelia 884 - 00165 ROMA Tel. +39 06-6628187 r.a. Fax 06-66000568 www.sematequipment.com e-mail: [email protected] Via Mons. Cesare Angelini 1 27010 S. Genesio ed Uniti - PAVIA Tel. +39 0382-471299 - +39 335-8797697 e-mail: [email protected] [email protected] IIS News & Events News & Events Le norme UNI EN 15085:2008 “Saldatura dei veicoli ferroviari e dei relativi componenti”. Costruttori ed utilizzatori a confronto: traguardi acquisiti e criticità del sistema. L’esperienza italiana ed europea. Firenze, 28 Febbraio 2012 E’ entrato ormai nel vivo il programma delle manifestazioni tecniche dell’Istituto per il 2012: tappa importante del percorso programmato è stato certamente il Workshop tenutosi a Firenze il 28 Febbraio, presso la Sede di Confindustria di Via Valfonda sul tema: “Le norme UNI EN 15085:2008, Saldatura dei veicoli ferroviari e dei relativi componenti. Costruttori ed utilizzatori a confronto: traguardi acquisiti e criticità del sistema. L’esperienza italiana ed europea”. Un filo sottile, ma significativo, lega in effetti la storia dell’IIS a Firenze, come i più attenti conoscitori della sua storia certamente sanno: è proprio da quella stessa Via Valfonda, prestigiosa sede dell’evento, che fu redatto il primo “Bollettino d’Informazioni”, vero e proprio antesignano della futura “Rivista Italiana della Saldatura, nella quale trovano spazio queste note (Fig. 1). Lo scopo della giornata, come peraltro espresso chiaramente dal titolo, non era tanto l’analisi dei contenuti della norma, di per sé nota ai player operanti nell’ambito della filiera della fabbricazione di materiale rotabile, nel settore ferroviario, quanto la valutazione delle sue ricadute sull’organizzazione del costruttore tenuto ad implementarne i contenuti, sulla base dell’esperienza maturata dalla sua applicazione. La giornata è stata aperta con il benvenuto ai partecipanti da parte del Dott. Ricci (Fig. 2), in rappresentanza dell’organizzazione ospitante (Vicepresidente e Responsabile di Cosefi), il quale ha sottolineato tra l’altro gli ottimi rapporti consolidatisi nel corso degli anni con l’IIS, auspicando per il futuro ulteriori sviluppi a favore dei propri associati. Successivamente, dopo una breve introduzione da parte dell’Ing. Murgia, la parola è passata al primo relatore della giornata - l’Ing. Stefano Morra, di IIS Cert (Fig. 3) - il quale ha potuto ripercorrere il percorso che portò all’approvazione della EN 15085, puntualizzando il ruolo avuto dagli Enti e dalle Organizzazioni coinvolte: la relazione dell’Ingegnere ha consentito a tutti di valutare il contesto in cui le norme EN 15085 effettivamente nacquero, dalla liberalizzazione del mercato nel 1997, al ruolo svolto dalle note DIN 6700 anche fuori dai confini nazionali tedeschi, per arrivare all’inizio dei lavori nell’ambito del CEN TC 256 nel Giugno del 1999, lavori conclusisi nel successivo 2003. Determinante appare il ruolo avuto da AICQ, la cui Linea Guida costituì un riferimento per i costruttori verso la completa applicazione della normativa europea, in ambito volontario; allo stesso modo, rilevante appare l’iniziativa con cui AICQ promosse un documento tecnico di ANSF, con cui si arrivò ad una sorta di equiparazione tra costruttori nazionali italiani ed altri costruttori europei, prima appunto che l’applicazione della norma vera e propria potesse andare a regime. Fu nel 2009 che nacque la Linea Guida ANSF vera e propria e con essa le attività di certificazione di IIS; che hanno portato nel tempo alla certificazione di 67 unità operative, con una risposta responsabile e pronta da Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 265 IIS News & Events una risposta responsabile e pronta da parte dei principali costruttori nazionali; quasi scontato, in conclusione dell’intervento, il cenno alle attività di certificazione in ambito internazionale, immancabile conseguenza dello spostamento progressivo del mercato della fabbricazione verso i paesi a minore costo della manodopera. La parola è quindi passata a Trenitalia, il cui intervento è quasi inutile dire che era particolarmente atteso e centrale nella struttura della manifestazione. L’Ing. Luca Labbadia (Fig. 4), che ha preso la parola per primo, ha presentato la situazione delle officine di manutenzione ciclica (le cosiddette OMC) e la struttura tecnica ed organizzativa che ha portato alla loro certificazione con IIS, in relazione alle diverse classi previste dalla normativa europea (la cl. 1 in particolare) ed applicabili alla realtà di Trenitalia, ponendo particolare risalto alla completa rintracciabilità garantita ai rotabili mantenuti dalle procedure in essere. Più nel dettaglio, è stata discussa l’importanza della saldatura per alcuni particolari di specifica criticità come ad esempio il telaio cassa e le travi portanti, il telaio carrello, la cassa (fiancata ed imperiale) e gli elementi del trascinamento. Trenitalia, ha proseguito l’Ing. Labbadia, ha creduto fortemente nella qualificazione del personale preposto al Coordinamento tecnico in saldatura, adottando percorsi formativi che hanno portato alla presenza di personale qualificato in tutti i siti di manutenzione del Gruppo; dopo la descrizione della matrice delle responsabilità adottata attualmente ed il dettaglio delle figure preposte allo svolgimento delle prove non distruttive (altro punto cardine dei processi di qualificazione del personale adottati), il focus della relazione è passato all’impatto determinato dall’implementazione della norma, con particolare attenzione verso i miglioramenti resi possibili dalla sua adozione: come ha osservato il relatore, non sono mancate le difficoltà nel percorso di certificazione, ampiamente testimoniate dalle critici- Figura 1 - La prima pagina del Numero 1 del “Bollettino d’Informazioni”, pubblicato nel Marzo 1949 Figura 2 - Un momento dell’apertura dei lavori da parte del Dott. Ricci 266 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 IIS News & Events tà emerse durante gli audit effettuati dall’Ente di Certificazione, ma emerge una reale soddisfazione per i risultati conseguiti a regime. Per la seconda parte dell’intervento è quindi subentrato l’Ing. Vincenzo Esposito, il quale - al termine della propria presentazione - ha cercato di segnalare tra l’altro possibili criticità del sistema nella omogeneità dei certificati emessi e nella reperibilità dei certificati dei consumabili del tipo 2.2 EN 10204, in base alla sua esperienza personale, ed alcune incongruenze emergenti nell’applicazione delle normative europee che riguardano i livelli di qualità dei giunti e relativi metodi di controllo non distruttivo. Dopo la tradizionale pausa di metà mattinata, la parola è passata ai relatori dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF), per conto della quale ha iniziato la relazione il Dott. Rocco Cammarata, il quale ha chiarito, in primo luogo, quale siano i compiti istituzionali dell’Agenzia nel contesto oggetto della giornata e le esclusioni dall’ambito di applicazione (tramvie, metropolitane, metropolitane leggere, reti ferroviarie funzionalmente isolate). E’ stato quindi possibile capire la gerarchia delle responsabilità, per cui l’Agenzia opera sotto l’azione di indirizzo e vigilanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, contribuendo in modo determinante alla definizione di norme tecniche e standard. Passando, successivamente, alla norma EN 15085, il Dott. Cammarata osserva come sino al 2011 ANSF fosse l’unico Organismo Nazionale preposto al riconoscimento degli Organismi di Certificazione, attraverso le proprie Linee Guida, mentre a partire da quell’anno, l’Organismo Nazionale di Accreditamento – Accredia – abbia affiancato ANSF in questa attività, attuando il principio della compatibilità tecnica. Dopo una dettagliata analisi dei contenuti delle Linee Guida e dei Capitoli (A, B e C) in cui sono suddivise, il Dott. Cammarata passa la parola al collega Ing. Daniele Salani, il quale dedica la seconda parte dell’intervento alla valutazione di alcuni casi di criticità riscontrati sui veicoli, indicando le azioni correttive suggerite per la loro risoluzione. E’ di natura tecnica l’intervento dell’Ing. Luigi Tatarelli, che completa infine la presentazione di ANSF con alcune note relative all’argomento infrastrutture, alle difettologie riguardanti la saldatura alluminotermica di rotaie, in particolare, segnalando come si assista ad una progressiva Figura 3 - Un momento dell’apertura dei lavori da parte dell’Ing. Morra riduzione delle criticità, al riguardo, grazie all’adozione di programmi di diagnostica sempre più efficaci a livello europeo e nazionale. Il Workshop ha quindi temporaneamente sospeso i propri lavori per la colazione di lavoro, che ha consentito tra l’altro di apprezzare la magnifica cornice del palazzo che ha ospitato la manifestazione, per riprendere nel primo pomeriggio con gli attesi interventi dei costruttori, per numerosi aspetti i soggetti più toccati dall’implementazione in azienda dei contenuti della norma. Il primo intervento è stato svolto dall’Ing. Marco Vannucchi, per conto di AnsaldoBreda, uno degli storici costruttori nazionali. L’Ingegnere ha sottolineato come, a differenza di altri costruttori, AnsaldoBreda non avesse significative esperienze pregresse di sviluppo di progetti in ambito DIN 6700, essendo gran parte delle attività riferite principalmente alle specifiche di Trenitalia. Nell’esperienza AnsaldoBreda, emergono come aree di impatto particolarmente significative quelle relative a progetto / progettazione, produzione, fornitori. Relativamente al progetto, l’Ing. Vannucchi osserva le implicazioni dei requisiti inerenti la completa ispezionabilità dei giunti ed ai “mockup” di produzione; nello stesso ambito, si rileva una sostanziale assenza di una “cross reference” tra i requisiti previsti per il mercato nordamericano dalle specifiche basate sui criteri ASME / AWS e la normativa europea, che indubbiamente pone difficoltà ai costruttori che operino in quell’area. Significativa appare la decisione del Gruppo di applicare la normativa anche ad alcuni progetti in ambito “Metro”, per quanto si tratti di un’applicazione non esplicitamente prevista dalla normativa stessa. L’Ingegnere ha evidenziato, successivamente, la forte spinta verso la standardizzazione imposta – di fatto – dall’applicazione della norma; nello stesso ambito della produzione, emerge inoltre l’esigenza di affidare ad operatori specificamente addestrati l’effettuazione dell’esame visivo e di aumentare i Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 267 IIS News & Events livelli di qualità dei prodotti in base ad una attività di sensibilizzazione degli operatori. Per l’argomento fornitura, emerge come i principali fornitori di carpenteria saldata risultino certificati a loro volta secondo EN 15085 (il 10% del totale dei fornitori qualificati, nel complesso), mentre sono segnalate maggiori difficoltà nell’adeguamento allo standard da parte dei fornitori di impianti e sistemi, con un numero modesto di fornitori certificati nella cl. 4. Nella conclusione dell’intervento, appare significativa l’osservazione relativa all’esiguo numero di IWS ed IWP presenti nell’organico dei fornitori, figure più diffuse invece all’estero e la successiva considerazione relativa a Figure di Coordinamento condivise tra più realtà produttive. Il secondo intervento per conto dei costruttori nazionali è stato quindi svolto dall’Ing. Antonio Pezone, di Alstom, il cui intervento è stato incentrato prevalentemente sui ritorni legati alla qualificazione dei fornitori certificati da parte del Gruppo con audit di seconda parte. Come anche nel caso precedente, l’Ing. Pezone osserva che i principali fornitori di carpenteria saldata appaiono oggi certificati in cl. 1 o 2 secondo EN 15085, dopo un periodo transitorio in cui il Gruppo aveva dato loro tempo per adeguarsi ai requisiti della norma. Interessante l’analisi del processo di auditing messo in atto, con procedura basata su uno scoring in 37 punti di verifica, cui è assegnato un opportuno peso. Sono quindi descritti gli esiti delle attività condotte nel triennio 2009 – 2011, in cui non sono mancati casi di estrema criticità, che hanno suggerito una sua integrale pianificazione o la rinuncia a proseguire da parte del fornitore. Il quadro delle non conformità rilevate appare piuttosto distribuito, interessando molti dei punti principali applicabili (coordinamento di saldatura, qualifica saldatori e processi di saldatura, formazione dei saldatori, gestione dei materiali, strumenti e calibrazione, WPS / WPAR, idoneità del reparto, ad esempio). L’Ingegnere ha quindi esposto le proprie conclusioni, auspicando – tra l’altro – una maggiore interazione con gli Organismi di Certificazione, che potrebbero avere dei ritorni diretti circa l’effettivo operato delle realtà certificate, che hanno mediamente evidenziato un numero di non conformità pari ad 8, dato che potrebbe far dubitare dell’effettiva efficacia dei processi certificativi adottati dagli Organismi preposti. Figura 4 - Un momento dell’apertura dei lavori da parte dell’Ing. Labbadia 268 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 All’Ing. Pezone è quindi succeduto, prima della tavola rotonda finale, l’Ing. Massimo Romairone di Bombardier, il quale ha cercato di evidenziare soprattutto i criteri per l’organizzazione della struttura aziendale nell’ambito del contesto multinazionale del Gruppo, provvisto di vari siti produttivi, ubicati in diverse realtà nazionali. L’obiettivo fondamentale (la standardizzazione delle unità produttive) è stato perseguito attraverso due strumenti fondamentali, la creazione di Linee Guida di Gruppo e la creazione di un Centro di Competenza e di Training. Particolarmente interessante l’organizzazione del Centro di Training per la saldatura (WTC Bombardier), tra gli obiettivi del quale sono stati evidenziati, tra gli altri, l’incremento degli skills dei saldatori, il miglioramento continuo della qualità delle saldature, la veloce implementazione di nuovi processi di saldatura ed il rapido supporto per la qualificazione dei siti e dei fornitori di materiale saldato. In conclusione dell’intervento, l’Ing. Romairone ha poi descritto la struttura organizzativa in essere per il Coordinamento per la saldatura presso lo stabilimento di Vado Ligure, che vede lo stesso Romairone nel ruolo di Responsabile, supportato da ulteriori Welding Engineer aziendali. Terminati gli interventi previsti dal programma, si è quindi svolta la successiva Tavola Rotonda: dopo qualche immancabile esitazione iniziale, cui ha cercato di rimediare il coordinatore, Ing. Morra, stimolando possibili interventi con una propria sintesi dei punti di maggiore criticità del sistema emersi, la discussione non ha tardato a decollare, al punto che gli organizzatori hanno dovuto sollecitare i partecipanti a lasciare libera l’aula, destinata ad ospitare poco dopo una riunione. Dott. Ing. Michele Murgia Responsabile Divisione Formazione IIS Redattore Capo Rivista Italiana della Saldatura Pubblicazioni IIS - Novità 2011 La saldatura in elettronica: rincorsa all’avanguardia Volume degli Atti – Milano 13 Dicembre 2011 Le pressanti richieste dell’evoluzione tecnologica, le politiche di miglioramento continuo della qualità, il soddisfacimento delle tematiche ambientali, le esigenze di prevenire le necessità del cliente e l’obbligo di riduzione dei costi, sono i principali fattori che rendono il mondo dell’elettronica necessariamente attento ai cambiamenti del mondo circostante. In aggiunta, l’inasprirsi della concorrenza oramai di livello globale ed il susseguirsi delle crisi Ànanziarie ha obbligatoriamente portato l’industria elettronica italiana a dover raggiungere l’eccellenza organizzativa, progettuale e tecnologica. Le memorie raccolte in questo volume hanno lo scopo di proporre alcuni degli aspetti tecnologici di maggior rilievo affrontati da diverse società leader nel settore. INDICE: 1. L’afÀdabilità degli assemblaggi elettronici (L. Moliterni – IIS) 2. Il laser nella saldatura in elettronica (M. Ferrari – MTA) 3. Analisi metallograÀca e analisi termomeccanica TMA: correlazione del parametro CTE col fenomeno del “pad lifted” (M.T. Fanti – Somacis) 4. La rintracciabilità nell’assemblaggio elettronico (M. Bacchi – Avicel) 5. Impiego della tecnologia “Pin-in-Paste” negli assemblaggi elettronici (L. Grifagni – Metasystem) 6. Deposizione delle paste saldanti: panoramica sulle diverse tecnologie di realizzazione delle lamine. Focus su lamine elettroformate e lamine speciali (Laser Multistep, High Performance e per alti depositi) (A.Vaiarelli – STV) 7. Pulizia degli assemblaggi elettronici (M. Nebbia – Inventech) 8. Meccanismi di failure sui circuiti stampati (G. Parodi – IIS) 9. Cenni sulla realizzazione di assemblaggi “Package on Package” e relative criticità rilevabili mediante indagine metallograÀche Settore DDC Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it (M. Cagnolari, L. Moliterni, G. Parodi - IIS) 2011, 102 pagine, Codice: 101505, € 45,00 Soci IIS - Membri IIS Club € 36,00 In memoria Carlo Corsini Il 5 Aprile 2012 è mancato a Carrara il Dott. Ing. Carlo Corsini. E’ con grande dolore e rimpianto che l’Istituto ne annuncia la scomparsa avvenuta pochi giorni prima della stampa di questo numero; con l’Ing. Corsini scompare una persona che ha particolarmente contribuito allo sviluppo ed all’affermazione dell’Istituto. L’Ing. Corsini era nato a Carrara il 22 Settembre 1928 e, dopo il conseguimento della laurea in Ingegneria Meccanica all’Università di Pisa, aveva lavorato presso le Società Pensotti e Breda di Milano e presso la Soc. ATB di Brescia. In queste Società aveva acquisito una vasta esperienza nel campo della caldereria pesante arrivando alla carica di Responsabile di officina e di Responsabile di produzione. Nel 1964, l’allora Vicepresidente delegato Ing. Ugo Guerrera, l’aveva assunto con lo scopo principale di migliorare le conoscenze dell’Istituto nel campo delle costruzioni saldate, per poter incrementare e meglio supportare il servizio di assistenza tecnica che ormai si stava delineando come una delle principali branche di attività dell’Istituto. Era stato nominato dirigente nel 1969 e successivamente, con l’avvento alla Segreteria Generale dell’Ing. Ubaldo Girardi, nel 1975 era diventato Direttore della Divisione Tecnica 1 dell’Istituto, Divisione che si occupava sostanzialmente dell’attività di assistenza e consulenza delle costruzioni saldate per conto di vari clienti. Era stato quindi nominato Vicesegretario Generale nel Giugno del 1985, dopo la scomparsa dell’Ing. Mario Bortolini e quindi Segretario Generale il 1° Febbraio del 1986, dopo il ritiro dell’Ing. Girardi. Aveva mantenuto questa carica fino al 30 Settembre 1990, non mettendosi però completamente a “riposo” ma continuando ad occuparsi di problemi di saldatura e della formazione di Ingegneri e Periti. In particolare all’inizio della sua attività all’Istituto era stato Responsabile tecnico per vari anni dei lavori per la Montedison risiedendo quasi stabilmente a Milano ed occupandosi quindi di problematiche vaste e complesse relative agli impianti e alle nuove costruzioni di questa Società, guadagnandosi stima e amicizia del Committente. Con la nomina di Direttore della 1 a Division Tecnica iniziò a coordinare e a dirigere su scala nazionale le attività riguardanti le costruzioni e manutenzioni sia di caldereria che di carpenteria. In tali attività, che proseguì fino al suo pensionamento, eccelse per la sua notevole esperienza teorica e pratica e per le particolari capacità analitiche e sintetiche nell’affrontare i problemi a volte di grande rilevanza e contribuendo quindi alla creazione dei quadri tecnici dell’Istituto, in particolare di numerosi ingegneri, alcuni dei quali destinati poi ad assumere a loro volta le funzioni da Lui ricoperte. Ricordiamo in particolare l’impulso dato al miglioramento del Laboratorio dell’Istituto con l’acquisto di importanti apparecchiature e la sperimentazione anche a livello di problemi molto concreti; infatti egli concepiva il Laboratorio come un aiuto fondamentale nella ricerca di soluzione di questioni poste dalle attività industriali e questo anche per la sua spiccata tendenza a concretizzare, dopo lo studio teorico, ogni problematica di esercizio. Va qui giustamente ricordato che l’Ing. Corsini provvide anche, come Segretario Generale, ad una modernizzazione della Rivista, in particolare per quanto riguarda la grafica e che, durante la sua Segreteria, venne effettuato il trasferimento nella nuova sede di Lungobisagno lstria (Giugno 1988) che egli curò personalmente. La nuova sede, con ampi spazi ed il Laboratorio annesso, ha consentito sicuramente un miglioramento delle condizioni di lavoro e della collaborazione dei vari reparti. Evidenziamo ancora sotto la sua Segreteria l’inizio della cooperazione con grandi società per l’assistenza alle operazioni di saldatura di metanodotti e gasdotti e la consulenza per la costruzione dei grandi stadi per i campionati mondiali di calcio del 1990, in particolare lo stadio di S. Siro a Milano, il Ferraris di Genova, quello delle Alpi di Torino e l’Olimpico di Roma. Di grande impegno fu la costruzione delle lunghe travi che collegano le quattro torri di calcestruzzo a Milano e la tensostruttura di quello di Torino. In tutti questi casi, grazie all’accorta regia dell’Ing. Corsini, l’Istituto riuscì ad imporsi, su varie concorrenti, grazie alla sua superiore affidabilità. Tutti i suoi collaboratori hanno avuto modo di conoscere anche la semplicità e il rigore morale che deve essere, come ha sempre insegnato, l’elemento fondamentale della professione e senza il quale ogni conoscenza tecnica è vana. Il rigore morale, ripeteva sempre, è la roccia su cui l’Istituto deve costruire la sua casa. Anche in età avanzata, nonostante i seri problemi di salute che lo affliggevano, in particolare una grave malattia agli occhi, era sempre disponibile per preziosi consigli. A lui quindi va il nostro ricordo e la nostra gratitudine. L’Istituto si associa al dolore dei famigliari, porgendo le più commosse e sentite condoglianze. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 271 4PUUPTDSJWFSFMBCCPOBNFOUP B6$2VBMJUÉF#FMUFMÐGBDJMF CBTUBDPNQJMBSFFTQFEJSFRVFTUBQBHJOBWJBGBYBMMP PQQVSFWJBFNBJMBBCCPOBNFOUJ!NFEJBWBMVFJU 0''&35""##0/".&/50i%60w S"CCPOBNFOUPBOVNFSJ8 TQFEJ[JPOFJODMVTB SOVNFSJ6$OVNFSJ2VBMJUÉ8 TQFEJ[JPOFJODMVTB S"CCPOBNFOUPBOVNFSJ8 TQFEJ[JPOFJODMVTB S"CCPOBNFOUPBOVNFSJ8 0''&35""##0/".&/50i53*4w S OVNFSJ6$OVNFSJ2VBMJUÉ8 OVNFSJ#FMUFMTQFEJ[JPOFJODMVTB TQFEJ[JPOFJODMVTB 3BHJPOFTPDJBMF"[JFOEB 3JGFSJNFOUP3FTQPOTBCJMF *OEJSJ[[P $BQ $JUUÉ 1SPWJODJB 5FM 'BY 1BSUJUB*7" $PEJDF'JTDBMF &NBJM *MQBHBNFOUPQPUSÉFTTFSFFGGFUUVBUPDPOCPOJGJDPCBODBSJP #BODB1PQPMBSFEJ4POESJP7JNFSDBUF.# *#"/*5/9 1FSJOGPSNB[JPOJ6GGJDJP"CCPOBNFOUJ BUUJWPEBMVOFEÔBWFOFSEÔEBMMFBMMF UFMFNBJMBCCPOBNFOUJ!NFEJBWBMVFJU $PQJBEFMMBWWFOVUPQBHBNFOUPEPWSÉFTTFSFJOPMUSBUBWJBGBY PWJBFNBJMB.FEJBWBMVFTSMDIFQSPWWFEFSÉBMMBUUJWB[JPOF EFMMBCCPOBNFOUPBQBSUJSFEBMQSJNPOVNFSPSBHHJVOHJCJMF .FEJBWBMVFTSMUVUFMBMBSJTFSWBUF[[BEFJEBUJMBTPUUPTDSJ[JPOF EFMMBCCPOBNFOUPEÉEJSJUUPBSJDFWFSFJOGPSNB[JPOJFPGGFSUFSFMBUJWF FTDMVTJWBNFOUFBHMJBSHPNFOUJUSBUUBUJOFMMFSJWJTUF S#BSSBSFMBDBTFMMBTPMPTFOPOTJEFTJEFSBSJDFWFSFUBMJPGGFSUF 7JB%PNFOJDIJOP.JMBOP5' FNBJMNFEJBWBMVF!NFEJBWBMVFJUXXXNFEJBWBMVFJU Quali sono le risposte che si ottengono tramite controllo ultrasonoro di una saldatura di acciaio al carbonio eseguita in semiautomatico con processo FCAW con piattino di sostegno? La saldatura è tra una lamiera di spessore 25 mm cianfrinata a 45° ed una lamiera di spessore 30 mm ad angolo retto; il piattino di sostegno è di 8 mm di spessore. (Danilo Venuto - Fontanafredda PN) Il metodo di controllo ultrasonoro con tecnica pulsed echo si basa sul principio della riflessione degli ultrasuoni da parte di imperfezioni opportunamente orientate, in particolare il più perpendicolare possibile rispetto alla direzione di propagazione. Nel caso del giunto in questione se la penetrazione della saldatura è adeguata (1-2 mm) si ha che il fascio ultrasonoro prosegue il proprio cammino all’interno del piattino di sostegno, di conseguenza non verificandosi riflessioni sullo schermo non compare nessun eco. Utilizzando quindi una sonda angolata con angolo di 70° sullo schermo non si verificheranno indicazioni. Grande attenzione, tuttavia, deve essere posta nei confronti di echi spuri legati a riflessioni all’interno del piattino stesso che possono tornare alla sonda. Utilizzando una sonda angolata da 70° nel caso di riflessioni da parte del piattino di sostegno si otterranno degli echi con un percorso ultrasonoro lungo l’asse dei tempi superiore ai 75 mm (corrispondenti ad una profondità di 25 mm) controllando dal lato della lamiera meno spessa. Nel caso in cui la penetrazione non è adeguata si ha una riflessione in corrispondenza della mancanza di penetrazione; sullo schermo si ottiene un eco definito “liscio”. Sempre utilizzando una sonda angolata da 70° sullo schermo si presenterà un eco con un percorso inferiore o pari ai 75 mm (ossia corrispondente ad una profondità inferiore o pari allo spessore della lamiera. Ing. Sergio Picasso Divisione Formazione IIS Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 273 La tecnologia prende il volo AIRET A I R E X C E L L E N C E T E C H N O L O G I E S Mediaticaweb - BO Rimini, Palacongressi 6 - 7 Settembre 2012 Mostra/congresso internazionale dei processi tecnologici, della subfornitura, dei componenti, dei materiali innovativi e servizi avanzati per l’industria dell’aeronautica e delle tecnologie connesse WWW.AIRE T.IT AVIAZIONE LEGGERA · ELICOTTERISTICA E AERONAUTICA · DIFESA E AEROSPAZIALE · MOTORI · CARBURANTI, LUBRIFICANTI E ADDITIVI · SISTEMI FRENANTI E LORO PARTI · PNEUMATICI RUOTE E ACCESSORI · VEICOLI OPERATIVI, MILITARI E SPECIALI · SIMULATORI PROFESSIONALI · ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI PROFESSIONALI · IMPIANTISTICA, DOMOTICA E SICUREZZA · ELETTRONICA E ELETTROMECCANICA · TELECOMUNICAZIONI AEROPORTUALI · MACCHINE, SISTEMI, TECNOLOGIE E PRODOTTI · PRODUZIONE E/O DISTRIBUZIONE DI LEGHE, SEMILAVORATI E COMPOSITI · PRODUZIONE E/O DISTRIBUZIONE DI ELASTOMERI, POLIMERI, COMPOSITI, MATERIALI INNOVATIVI · MODELLI E STAMPI · IDRAULICA · LAVORAZIONI DI PRECISIONE · SALDATURA E ASSEMBLAGGIO SUPERFINITURE, TRATTAMENTI SUPERFICIALI E NANOTECNOLOGIE · PROGETTAZIONE E SVILUPPO PROTOTIPI · FORMAZIONE E RICERCA APPLICATA ASSOCIAZIONI · QUALITÀ · SERIGRAFIA INDUSTRIALE · HARDWARE E SOFTWARE APPLICATO · EDITORIA, STAMPA TECNICA E DI SETTORE · SERVIZI Per maggiori informazioni contattare la Segreteria Organizzativa AIRET: Via Monte Grappa, 16 - 40121 - Bologna | Tel.: +39 051 29 60 894 - Fax: +39 010 999 86 83 | [email protected] Ufficio Stampa e Comunicazione: Claudia Ceroni [email protected] Abbiamo provato per voi... VISORE SE 28F di SMART NdT 1. Introduzione L’Istituto Italiano della Saldatura si è occupato di verificare le differenze tecniche tra il tradizionale visore a lampada alogena ed i nuovi visori industriali con lampade a LED. In particolare, è stato sottoposto a valutazione da parte dei tecnici IIS il visore SE 28F, prodotto da SMART NdT che sfrutta la tecnologia LED, (acronimo di Light Emitting Diode). Oggi l’utilizzo dei visori industriali è sensibilmente cambiato: le lampade alogene sono state progressivamente sostituite da quelle a LED che sfruttano la capacità posseduta da determinate sostanze, dette semi-conduttori, di emettere fotoni mediante il fenomeno dell’emissione spontanea. Ulteriori vantaggi di tali sorgenti sono il basso consumo ed assorbimento energetico e la stabilità alla fluttuazione del voltaggio della rete elettrica. Dal punto di vista del controllo radiografico, vari riferimenti normativi sono stati presi in considerazione, tra i quali citiamo i più importanti: r ISO 5579 -“Non-destructive testing - Radiographic examination of metallic materials by X and gamma rays - Basic rules” r UNI EN 444 - “Prove non distruttive - Principi generali per l’esame radiografico di materiali metallici mediante raggi X e gamma” r ASTM E94 -“Standard Guide for Radiographic Examination”. Tali standards rimandano a norme tecniche specifiche per quanto riguarda le condizioni di visione, le regole basilari di produzione di un visore industriale e le verifiche periodiche da effettuarsi. Le normative di riferimento sono molto simili tra di loro sia sugli aspetti tecnici sia sui contenuti. L’unica differenza significativa si riscontra nella suddivisione del visore in reticoli, che devono essere massimo 3,5 cm x 3,5 cm secondo la EN 25580 “Prove non distruttive. Visori per radiografie industriali. Requisiti minimi” mentre, secondo ASTM E1390 “Standard Specification for Illuminators Used for Viewing Industrial Radiographs”, il reticolo deve essere costituito da quadrati di lato massimo 2 in. A tal proposito si è deciso di eseguire un’operazione di confronto tra tre visori del formato 10x24, di cui due con sistema classico di illuminamento a lampade alogene. Uno di questi visori è della stessa casa produttrice del visore LED SE 28F ovvero il modello SEMAT SE 28 mentre, il terzo visore con sistema di illuminamento a lampada alogena, è in dotazione presso il Laboratorio dell’Istituto Italiano della Saldatura. La valutazione si è svolta mediante un duplice approccio: r il primo soddisfa i criteri ASTM E1390 - “Standard Specification for Illuminators Used for Viewing Industrial Radiographs”, in conformità alla procedura IIS (*) Redazione a cura della Divisione Formazione IIS, Settore PND, Dott. Giovanni Calcagno e Pasquale MIniello. Prove condotte in collaborazione con il Laboratorio IIS, Andrea Ragni. r relativa alla verifica dei visori industriali; il secondo verifica le condizioni reali di utilizzo del visore, ovvero eseguendo letture film e testando le condizioni del visore e dell’ambiente operativo. 2. Verifiche effettuate 2.1 Verifiche preliminari Una prima indagine, di caratterizzazione elettrica, mostra che, a parità di tipologia di alimentazione e frequenza, il visore SE 28F necessita di una potenza di rete pari a 122 W contro 1000 W necessari per i visori già in dotazione di IIS. Tale valore era prevedibile dal momento che è strettamente correlato alle potenzialità della tecnologia LED. Una riduzione di potenza assorbita offre un notevole vantaggio sia per i costi d’utilizzo (a tal fine si ricorda che la radiografia ha tra i suoi svantaggi il costo d’esecuzione) sia per la versatilità d’impiego che il visore SE 28F può avere nei diversi contesti d’utilizzo. Per prima cosa i visori, come richiesto da norma, devono essere tali da diffondere la luce e da proteggere le pellicole radiografiche dal calore trasmesso dalle lampade. Inoltre può esserci o meno un sistema di ventilazione. In tutti e tre i casi analizzati le strutture si presentano robuste dal punto di vista delle armature metal- Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 275 Abbiamo provato per voi... liche che costituiscono il visore ed in tutte è previsto un sistema di ventilazione. Il visore SE 28F si presenta più leggero (peso pari circa a 4 kg) rispetto agli altri (peso pari circa a 9 kg) e, dal punto di vista ergonomico, si rivela più facilmente trasportabile grazie ad una maniglia rinnovata che va a sostituire la tradizionale fascetta di plastica utilizzata dal modello precedente. La riduzione di peso complessiva dipende anche dalla composizione dello schermo che è costituito da due vetri: uno interno che funge da dissipatore di calore ed uno esterno opalescente. Gli schermi dei tre visori, messi a confronto, sono risultati analoghi per compattezza e resistenza; come richiesto dalla normativa, sono dotati di sistemi anti-riflesso idonei all’utilizzo. I vantaggi del peso ridotto e di una maniglia più ergonomica possono rappresentare un aspetto positivo per chi, come esigenza operativa, necessiti di trasportare il proprio visore nei contesti in cui opera. Un piccolo neo, nei confronti dei due visori già in dotazione di IIS presi in esame, è il volume, anche se siamo nell’ordine di pochi cm3. Infine, ulteriore aspetto importante che si è presentato nel montaggio del visore SE 28F, è il sistema di connessione del pedale di accensione del visore stesso, il quale è provvisto come da opportune regolamentazioni di sicurezza elettrica, di un sistema ad avvitamento. Un particolare utile all’utilizzo da parte dell’operatore è la tabella degli indicatori di qualità d’immagine (con riferimento alla normativa europea ed americana) posta dal costruttore nella parte frontale del visore SE 28F. 2.2 Verifica della luminanza e della densità massima leggibile Una volta eseguite tali verifiche preliminari, si è passati a tracciare la grigliatura degli schermi dei tre visori per effettuare le verifiche di luminanza. Tale operazione è fondamentale in quanto la normativa ASTM E1390 richiede la suddivisione dello schermo in reticoli ed il prelievo del valore di luminanza al centro di ciascun quadrato costituente il reticolo, al fine di verificare il valore massimo di luminanza e la sua distribuzione sulla superficie dello schermo. Eseguita tale operazione preliminare tramite l’utilizzo di cunei a gradino, si è portato lo schermo del visore perfettamente perpendicolare al sensore del luminanziometro. Secondo la procedura in uso presso IIS, per la determinazione della luminanza del visore, la distanza tra la superficie del visore e il sensore del luminanziometro non deve essere inferiore a 500 mm e per eseguire tale prova i tecnici hanno portato tale distanza a 1000 mm. La luminanza, come tutte le grandezze fotometriche, è funzione dell’angolo di incidenza della radiazione elettromagnetica e della distanza. Il luminanziometro è uno strumento che fornisce la misura della luminanza [cd/m2], ovvero la quantità di intensità luminosa espressa in candele, per unità di superficie di riferimento espressa in m2, in direzione normale al piano della superficie emittente. Visore SMART NdT SE 28F Visore con lampada alogena in dotazione presso il Laboratorio IIS 276 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Visore con lampada alogena SEMAT SE 28 in dotazione presso Formazione IIS Abbiamo provato per voi... TABELLA I - Visore SMART NdT SE 28F - Suddivisione dello schermo del visore in un reticolo e valori massimi di luminanza ottenuti all’interno del quadrato 87400 87000 81600 127700 90900 55100 118400 87700 65400 90600 90000 66400 67500 94100 78900 80300 135000 112000 91500 121000 84600 TABELLA II - Visore con lampada alogena in dotazione presso IIS - Suddivisione dello schermo del visore in un reticolo e valori massimi di luminanza ottenuti all’interno del quadrato 42100 41700 30800 43800 44300 33000 46500 48200 39100 45300 46600 33600 46000 46900 33700 42800 42100 29100 40600 39000 25300 2.3 Uniformità di luminanza TABELLA III - Visore con lampada alogena SEMAT SE 28 - Suddivisione dello schermo del visore in un reticolo e valori massimi di luminanza ottenuti all’interno del quadrato 21600 22300 22800 30300 30500 31200 36500 37500 37600 39500 39700 39400 Per maggior chiarezza circa l’argomento, presentiamo di seguito alcuni esempi numerici di valori di luminanza espressi in [cd/m2]: r DJFMPTFSFOPEBB r DBSUBCJBODBJMMVNJOBUBQFSQFOdicolarmente dal sole: 30000 r GJBNNBEJDBOEFMB r TVQFSGJDJFMVOBSFDPOMVOBNPMUP alta e cielo molto limpido): 2500 r QSBUPJMMVNJOBUPEBMTPMF La normativa definisce chiaramente i valori di luminanza che il visore deve avere, i quali sono funzione della densità ottica delle radiografie che devono essere lette. Si ricorda a tal fine che il valore della densità ottica è il logaritmo in base dieci dell’opacità, ovvero del rapporto tra la luminanza entrante in una pellicola e quella uscente dalla stessa. Per i valori minimi di luminanza in funzione delle densità delle radiografie valgono le seguenti prescrizioni: r se la densità è minore o uguale a 2,5 la luminanza minima dello schermo non deve essere inferiore a 30 [cd/m2] r se la densità è maggiore di 2,5 il valore di luminanza non deve scendere al di sotto di 10 [cd/m2]. Dopo le prime misurazioni del visore SE 28F, si è notato che i vari LED, non avendo lo stesso dimensionamento come accade in una lampada alogena tradizionale, creano all’interno del reticolo maggiori fluttuazioni dei 35400 37500 33600 30200 30000 26800 poter interpretare pellicole a densità maggiori col vantaggio di poterne accettare altre maggiormente sovraesposte, ma presenta l’enorme vantaggio, in termini di sensibilità, di poter interpretare film più contrastati, in quanto il contrasto radiografico, sia oggettivo che soggettivo, aumenta con la densità ottica. 20800 19800 20500 valori di luminanza. Si è quindi deciso di eseguire tre prelievi di dati: il primo nel punto centrale dei quadrati costituenti il reticolo, il secondo e il terzo in una zona immediatamente limitrofa. Una seconda prova è stata svolta con metodo richiesto da procedura, ossia tramite l’esecuzione di tre prove condotte nello stesso punto con intervalli di tempo superiori ai 10’. Tra un’analisi e l’altra il luminanziometro è spento. Si può quindi eseguire la media dei tre valori ottenuti. In entrambi i casi si è notato che il visore presentava un valore massimo pari a 135000 [cd/m2] (cui corrisponde una densità ottica di 4.13), valore addirittura superiore a quello fornito dal certificato di conformità del costruttore, il quale indica un valore massimo di 100000 [cd/m2] (cui corrisponde una densità ottica di 4.0). Per quel che concerne i visori a lampada alogena, i valori di luminanza e di densità ottenuti sono: r luminanza pari a 48200 [cd/m2] e densità massima leggibile pari a 3.68 per il visore in dotazione presso il Laboratorio IIS r luminanza pari a 39700 [cd/m2] e densità massima leggibile pari a 3,59 per il visore SEMAT SE 28. Nelle Tabelle I, II e III sono riportati i valori di luminanza rilevati sul reticolo e come questi si distribuiscono sullo schermo secondo la procedura IIS. Il valore di luminanza ottenuto dal visore SE 28F, non solo permette di Una volta valutata la luminanza, quindi la massima densità leggibile per i visori, si è passati a valutare l’uniformità (g) degli stessi. E’ opportuno ricordare che, quando si utilizzano degli schermi diffusori come quelli qui verificati, la luce deve essere uniformemente distribuita sulla superficie dello schermo, in modo tale che la pellicola sia uniformemente investita dalla stessa e che non ci siano forti variazioni tra i valori minimi e massimi di densità leggibile. Ciò porterebbe alla perdita di indicazioni durante l’esecuzione della lettura radiografica. Tale valore d’uniformità deve essere maggiore di 0,5 sia secondo ASTM E1390 e sia secondo UNI EN 25580. Per entrambi i riferimenti normativi sopracitati, l’uniformità è definita come il rapporto della media aritmetica dei quattro valori minimi diviso la media aritmetica dei quattro valori massimi. Nella Tabella seguente sono riportati i valori ottenuti dai tre visori. Il fattore d’uniformità è più marcato sul visore in dotazione presso il Laboratorio IIS, rispetto agli altri 2 visori verificati, Visore SMART NdT SE 28F Visore con lampada alogena, in dotazione presso il Laboratorio IIS Visore SEMAT SE 28 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 277 Abbiamo provato per voi... come d’altronde si poteva intuire dai dati riportati nelle tabelle precedenti. Questo fattore esprime una più regolare distribuzione della luminanza del negativoscopio, quindi una maggior uniformità di lettura del film. TABELLA IV - Valori di luminanza in funzione dell’angolo di orbitazione rilevati sugli schermi dei tre visori Visore SMART NdT SE 28F 2.4 Fattore di diffusione Dopo la verifica di uniformità si è verificato il fattore di diffusione (V’), ovvero il parametro con cui si stabilisce se agli occhi dell’operatore giungono, in maniera uniforme, lo stesso quantitativo di luce da diverse parti dello schermo del visore durante la lettura radiografica. L’emissione luminosa si misura su un semicerchio il cui centro coincide con quello geometrico dello schermo in esame ed il cui diametro sia approssimativamente equivalente alla dimensione massima dello schermo stesso (diagonale). La diffusione è stata valutata mediante fotometro ed orbitatore con due orbitazioni sulle diagonali a 0°, 5°, 20° e 45° in entrambi i versi, sinistrorsa e destrorsa. Il valore del coefficiente di diffusione deve essere maggiore o uguale a 0,7 sia secondo ASTM E1390, sia secondo UNI EN 25580. La relazione che lega i dati rilevati e il coefficiente di diffusione è la seguente: dove r L5 indica il valore preso sulla diagonale con inclinazione del fascio d’incidenza pari a 5° r L20 indica il valore preso sulla diagonale con inclinazione del fascio d’incidenza pari a 20° r L45 indica il valore preso sulla diagonale con inclinazione del fascio d’incidenza pari a 45°. Nella Tabella IV si mostrano i valori rilevati sugli schermi dei tre visori con orbitazione destrorsa e sinistrorsa: r 7JTPSF4&'si ottiene un valore del coefficiente di diffusione pari a 0.95 a sinistra e 0.92 a destra. r Visore in dotazione presso il Laboratorio IIS: i valori di diffusione ottenuti sono 0,97 a sinistra e 0,92 a destra. r Visore SEMAT SE 28: i valori di diffusione ottenuti sono 0,96 a sinistra e 0,96 a destra. Orbitazione sinistrorsa Angolo d’inclinazione Orbitazione destrorsa 7925 7820 7240 5° 20° 45° 7885 7640 6860 Visore in dotazione presso il Laboratorio IIS Orbitazione sinistrorsa Angolo d’inclinazione Orbitazione destrorsa 3945 3910 3740 5° 20° 45° 3990 3830 3510 Visore SEMAT SE 28 Orbitazione sinistrorsa Angolo d’inclinazione Orbitazione destrorsa 2940 2900 2740 5° 20° 45° 2960 2900 2780 In questo caso lo schermo più performante risulta essere il visore SEMAT SE 28 con sistema a lampada alogena il quale fornisce un quantitativo di luce più uniforme verso l’apparato visivo dell’operatore. 2.5 Temperatura L’ultima prova richiesta dai riferimenti normativi europeo ed americano è quella relativa alla temperatura della superficie dello schermo, che deve essere inferiore a 60 °C per entrambe le norme, in modo tale da non deterio- rare l’emulsione della pellicola (molto sensibile alle condizioni di temperatura e umidità). L’iter della prova è formato dalla verifica del valore di temperatura dei visori secondo la procedura IIS. Durante l’esecuzione delle prove precedentemente elencate, si è rilevata la temperatura d’utilizzo con un tempo minimo di prova di un’ora. Successivamente, una volta raffreddati i visori, si è provveduto ad eseguire sugli stessi un rilievo di temperatura, dopo un’ora continuativa di utilizzo in condizioni di massima Schema di misurazione della luminanza secondo UNI EN 25580 278 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Abbiamo provato per voi... 3. Conclusioni Visore SE 28F, prova di misurazione del coefficiente di diffusione con fotometro luminanza e posizionando una pellicola sullo schermo. Tale prova non è prevista dalla normativa. Si è voluto valutare qual’è il massimo valore di temperatura e quali sono gli effetti della stessa sulla pellicola. Sovente accade, per esigenze operative, di dover utilizzare il visore acceso per un tempo maggiore da quello che indicano le normative tecniche. Mentre nelle prove richieste dalla procedura le temperature rilevate sono state intorno ai 25 °C per tutti i visori, nella prova extra-procedurale, il visore SE 28F, a parere dei tecnici, si è mostrato più performante rispetto ai concorrenti avendo una media, nell’arco di un’ora, intorno ai 37 °C contro i 43 °C del visore in dotazione al Laboratorio IIS ed i 48 °C del visore SEMAT SE 28. In nessuno dei visori verificati si è determinato il deterioramento delle pellicole poste sullo schermo del visore durante la prova. Tale temperatura è un parametro fondamentale per evitare il deterioramento dell’emulsione radiografica della pellicola ma anche per scongiurare che le condizioni di lettura dell’operatore diventino critiche dopo ore di lettura continuativa, con il rischio di far decadere la sensibilità radiografica causata dalla stanchezza fisiologica dell’operatore. Tale verifica inoltre è stata supportata, eseguendo la visione di oltre 50 pellicole radiografiche in ambiente chiuso e ristretto. Ciò che si è potuto constatare è il senso di maggior benessere durante la lettura radiografica utilizzando il visore con sistema a LED. Visore SE 28F, misurazione della temperatura dello schermo Mediante le prove effettuate si è testata la potenzialità del LED come sorgente luminosa, a fronte di un suo sempre più diffuso utilizzo a livello civile ed industriale (Tab. V). Il visore offre garanzie di qualità e permette di avere elevata luminanza anche ai suoi bordi, zona solitamente soggetta a significative diminuzioni di valore di luminanza. La riduzione di peso comporta una maggiore potenzialità del prodotto (dato da non sottovalutare), qualora si debbano trasportare più apparecchiature durante l’arco della giornata. La visione delle pellicole radiografiche si è rilevata alquanto vantaggiosa dal punto di vista della sensibilità radiografica, con un incremento del contrasto e della capacità di risoluzione dei dettagli. Inoltre la più elevata densità leggibile permette di salvare un maggior numero di pellicole qualora si operi in ambito normativo europeo, in quanto strettamente correlato alla luminanza massima del visore. Riguardo agli aspetti negativi, si possono citare le dimensioni del visore che non sono state sensibilmente ridotte rispetto a quelle dei modelli precedenti. Altro aspetto da tenere in considerazione è la fluttuazione dei valori interni della luminanza dovuta al posizionamento dei diversi LED distanziati l’uno dall’altro. Probabilmente un incremento del numero dei LED applicati per unità di superficie porterebbe ad una maggiore uniformità di luminanza ma, per contro, si produrrebbe un incremento della temperatura della superficie dello schermo del visore stesso, con problematiche inerenti sia alla condizione di lettura dell’operatore sia a quella del deterioramento dei film. Per risolvere queste problematiche SMART NdT sta sperimentando nuove tipologie di vetri al fine di migliorare l’efficienza luminosa e l’omogeneità della luce emessa. Il giudizio è ampiamente positivo. Possiamo dire che nel campo dei controlli non distruttivi e nella fattispecie della radiografia su pellicola, il sistema d’illuminamento a LED ha trovato un ulteriore campo di applicazione per il futuro prossimo, con ampi margini di miglioramento ma con basi attuali già più che soddisfacenti. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 279 Abbiamo provato per voi... TABELLA V - Scheda riassuntiva di confronto VISORE SMART NdT SE 28F SEMAT SE 28 VISORE IN DOTAZIONE IIS Formato schermo 10x24 10x24 10x24 Tipo di sorgente LED Lampada alogena Lampada alogena Peso dello strumento 4 kg 9 kg 9 kg Caratteristiche strutturali del visore Ottima trasportabilità; maniglia ergonomica Discreta trasportabilità; maniglia a fascetta non ergonomica Discreta trasportabilità; maniglia a fascetta non ergonomica Composizione dello schermo E’ costituito da due vetri: uno diatermico interno che funge da dissipatore ed uno opalescente esterno Struttura multipla costituita da 4 elementi, di cui 3 interni con funzione dissipativa ed uno esterno opalescente Struttura multipla costituita da 4 elementi, di cui 3 interni con funzione dissipativa ed uno esterno opalescente Potenza assorbita 122 W 1000 W 1000 W Caratteristiche elettriche Basso assorbimento energetico, alta stabilità alle fluttuazioni di tensione della rete, cavi di alimentazione dotati di dispositivi di avvitamento di sicurezza Elevato assorbimento energetico, media stabilità alle fluttuazioni di tensione della rete, cavi di alimentazione non dotati di dispositivi di sicurezza Elevato assorbimento energetico, media stabilità alle fluttuazioni di tensione della rete, cavi di alimentazione non dotati di dispositivi di sicurezza Sistema di ventilazione Presente Presente Presente Densità massima leggibile 4.13 3.59 3.68 Uniformità di luminanza 0.5066 0.5294 0.6280 Caratteristiche di luminanza e di densità massima leggibile Elevata sensibilità alla lettura delle lastre ed uniformità di luminanza accettabile Buona sensibilità alla lettura ed uniformità di luminanza accettabile Buona sensibilità alla lettura ed elevata uniformità di luminanza Fattore di diffusione 0.95 sinistra 0.92 destra Ottimo 0.96 sinistra 0.96 destra Ottimo 0.97 sinistra 0.92 destra Ottimo Temperatura rilevata secondo ASTM E1390 UNI EN 25580 21 °C 25 °C 27 °C Temperatura rilevata dopo 1 h di utilizzo continuato 37 °C Nessuna variazione dell’integrità della pellicola è stata riscontrata 48 °C Nessuna variazione dell’integrità della pellicola è stata riscontrata 43 °C Nessuna variazione dell’integrità della pellicola è stata riscontrata Lettura film radiografico Ottime prestazioni in fase di lettura; migliori condizioni di utilizzo da parte dell’operatore dovute al minore riscaldamento dello schermo dopo uso prolungato Buone prestazioni in fase di lettura; condizioni meno favorevoli di utilizzo da parte dell’operatore dovute al maggiore riscaldamento dello schermo dopo uso prolungato Buone prestazioni in fase di lettura; condizioni meno favorevoli di utilizzo da parte dell’operatore dovute al maggiore riscaldamento dello schermo dopo uso prolungato Manutenzione e durata sorgente La durata è nettamente superiore rispetto alle sorgenti tradizionali. La sostituzione richiede conoscenze specifiche relative alla tecnologia LED. La durata è inferiore. La sostituzione della lampada può essere eseguita facilmente dall’operatore La durata è inferiore. La sostituzione della lampada può essere eseguita facilmente dall’operatore Ringraziamenti: Si ringrazia per la collaborazione prestata la Società SMART NdT S.r.l, in particolare il Sig. Luca Marta. 280 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Normativa tecnica Commissione Saldature dell’UNI Si è tenuta a Genova, il 14 Dicembre 2011, presso la sede dell’Istituto, la riunione della Commissione Saldature dell’ UNI, la cui Segreteria e Presidenza sono tenute dall’Istituto Italiano della Saldatura. All’ordine del giorno il resoconto delle attività normative e di studio nazionali ed internazionali. Il Presidente, Dott. Ing. Mauro Scasso, ha aperto la seduta scorrendo il contenuto del verbale della riunione precedente e ribadendo la volontà di divulgare, con la collaborazione della Commissione, argomenti normativi di particolare interesse per gli utilizzatori mediante seminari, convegni od altri sistemi utili allo scopo. L’Ing. Franco Lezzi ha quindi riferito sulle attività normative nazionali svolte nel corso dell’anno dalla Sottocommissione Mista Commissione Saldature dell’UNI – UNIPLAST “SMP - Saldatura delle Materie Plastiche” di cui è Presidente ed ha fornito un dettagliato rapporto sullo stato attuale delle norme nazionali in revisione ed in elaborazione. In particolare ha riferito che nell’ultimo anno sono stati conclusi i lavori di revisione di alcune norme fondamentali tra cui la UNI 10521 “Saldatura di materie plastiche. Saldatura per elettrofusione. Saldatura di tubi e/o raccordi in polietilene per il trasporto di gas combustibili, di acqua e di altri fluidi in pressione” e la UNI 10761 “Coordinamento delle attività di saldatura, posa e collaudo di reti di polietilene per il convogliamento di gas combustibili, acqua e altri fluidi in pressione - Compiti e responsabilità, requisiti per l’addestramento, la qualificazione e la certificazione del personale” che sono andate in inchiesta pubblica prima della loro pubblicazione. Le due proposte hanno ricevuto alcune osservazioni per le quali la SMP, nella sua ultima riunione del 27 Settembre, ha concordato le relative risposte inviate agli interessati ed all’UNI per conoscenza, come prevedono le attuali regole UNI. Passati alle relazioni dei lavori normativi internazionali il Segretario tecnico della Commissione Geom. Sergio Giorgi ha presentato i docu- menti contenenti le relazioni pervenute da alcuni Delegati della Commissione ai lavori del CEN e dell’ISO, l’elenco, per argomenti, delle norme del CEN TC 121 ”Welding” aggiornato al 30 Novembre 2011 e le strutture del CEN TC 121“Welding” e dell’ISO TC 44 “Welding and allied processes”. L’attività svolta dal CEN TC 121 e dall’ISO TC 44 è stata quindi illustrata dall’Ing. Stefano Morra che in qualità di Delegato Italiano ai Comitati plenari e ad altri Sottocomitati riguardanti la qualificazione dei saldatori, delle procedure di saldatura e della qualità in saldatura, ha fornito un’ampia relazione su questi argomenti. In particolare Morra ha riferito, per quanto riguarda il CEN, sulla pubblicazione della nuova edizione della EN 287-1 norma di grande impatto industriale e contrattualistico in quanto richiamata dal Testo Unico sulle Costruzioni (D.M. 14/01/2008) e sulle variazioni più significative rispetto all’edizione precedente. Per quanto riguarda l’attività dell’ISO, Morra ha relazionato su quanto emerso dalle riunioni del TC 44 plenario e dei suoi Sottocomitati SC 10 “Unification of requirements in the field of metal welding” e SC 11 “Qualification requirements for welding and Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 281 Normativa Tecnica tecnica allied processes personnel” svoltesi a Genova, presso l’IIS, dal 24 al 28 Ottobre 2011. In particolare, ha riferito che nell’occasione, è stato evidenziato il sempre più diffuso utilizzo in Europa, della serie di norme EN ISO 3834 “Quality requirements for fusion welding of metallic materials” ed è stato mostrato ampio consenso alla proposta di realizzare, nel sito web dell’ISO, una sezione dedicata alle FAQ (Frequently Asked Questions) per l’interpretazione delle norme. Scasso ha espresso l’opinione che l’iniziativa potrebbe essere molto interessante sempreché le risposte date siano definitive. Mediante relazioni scritte e resoconti verbali sono state quindi fornite dai Delegati Italiani al CEN e all’ISO, puntuali informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori di propria competenza. Sulle recenti attività dell’ISO e del CEN riguardanti le prove non distruttive e la saldatura a resistenza è stato riferito, con un esauriente resoconto, dai rispettivi Delegati: Ing. Andrea Tonti e dal Sig. Luigi Serrantoni, presenti alla riunione. In particolare, Tonti, a completamento della sua relazione distribuita ai Membri della Commissione (contenuta nel documento CS-008-11), ha riferito che nel corso dell’ultima riunione dell’ISO TC 44 SC 5 “Testing and inspection of welds”, tenutasi a Genova presso l’IIS il 26 Ottobre, Segreteria e Presidenza dell’SC 5 sono state affidate ad AFNOR ed è stato deciso di non accogliere commenti alle inchieste senza relative proposte e pertanto sulla base della decisione presa, i commenti francesi sulla lunghezza massima dei difetti, riferiti alla norma sul TOFD, non sono stati accolti in mancanza di una adeguata proposta tecnica. Per un completamento dell’ informazione, Tonti ha rimandato alla sua relazione contenuta nel documento CS-011-11 distribuito ai Membri. Serrantoni, Delegato all’ISO TC 44 SC 6 “Resistance welding and allied mechnical joining” ha riferito che nel Sottocomitato sono in corso alcune revisioni di norme esistenti tra cui quella della ISO 669 “Resistance welding - Resistance welding equipment - Mechanical and electrical requirements” ritenuta lacunosa e quindi poco seguita per cui si rende necessario un aggiornamento tecnico con l’inserimento dei criteri di classificazione delle saldature ad inverter ed un riferimento alle norme IEC e della EN ISO 5826 “Resistance welding equipment - Transformers - General specifications applicable to all transformers” anch’essa per aggiornamenti tecnici. Per un completamento dell’informazione, Serrantoni ha rimandato alla sua relazione contenuta nel documento CS-009-11 distribuito ai Membri. Per quanto riguarda il TC 44 SC 8 “Equipment for gas welding, cutting and allied processes”, Morra ha informato sull’avvio di una attività relativa alla sicurezza delle macchine da taglio termico e ha rimandato alla relazione dell’Ing. Marco Arzenton, Delegato Italiano al Sottocomitato, per l’occasione assente giustificato, per una più completa relazione sull’attività svolta (Doc. CS-007-11). Sono state inoltre distribuite le relazioni sui lavori: del CEN TC 121 SC 3 e dell’ISO TC 44 SC 3 “Welding consumables” preparata dal Delegato Italiano Ing. Mauro Carabelli (CS-012-11) e del CEN TC 121 SC 7 e ISO TC 44 SC 8 “Equipment for gas welding, cutting and allied processes” preparata dal Delegato Italiano Ing. Marco Arzenton (CS-007-11), assenti per l’occasione. L’Ing. Luca Costa, Presidente della Commissione VIII “Health, safety and environment” dell’Istituto Internazionale della Saldatura (IIW), recentemente nominato Vice Presidente dell’IIW, ha fornito un’ampia ed esaustiva relazione sulle varie attività svolte dall’Organismo internazionale ricordando che lo stesso agisce anche, su mandato dell’ISO, come ente normatore in saldatura per alcuni specifici argomenti. 282 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Costa ha quindi relazionato brevemente sulle varie attività normative delle Commissioni Tecniche ed ha anche riferito sulla ristrutturazione tecnica che ha visto la nascita di una nuova Commissione XVII “Brazing, soldering and diffusion bonding e di un nuovo Comitato ristretto “Micro and nano joining technologies”. Al termine l’Ing. Morra, nella sua qualità di membro del Board of Directors dell’European Federation for Welding, Joining and Cutting (EWF) ha riferito sulle attività di formazione, qualificazione, studio e normazione svolte dall’EWF e strettamente collegate con quelle dell’International Authorization Board (IAB) dell’IIW di cui è stato recentemente nominato Chairman del Gruppo B che si occupa della gestione del sistema di implementazione delle regole tecniche relative ai percorsi normativi ed ai criteri interpretativi della norma ISO 3834. Su indicazione del Prof. Valente, per l’occasione assente giustificato, è stato ulteriormente segnalato, per i lavori futuri della Commissione, di rivedere la norma nazionale UNI 10825:2000 “Emissione nell’ambiente esterno di gas e particelle generati dai processi di saldatura e taglio termico degli acciai e delle leghe di alluminio” sulla base delle recenti normative europee. Il Presidente, Ing. Scasso, in chiusura, ha quindi ricordato ai presenti l’importante appuntamento della settima edizione delle Giornate Nazionali di Saldatura che si terranno a Genova il 23 e 24 Maggio 2013 e ha porto ai presenti gli auguri natalizi. Geom. Sergio Giorgi Segretario Commissione Saldature dell’UNI Aggiornamento periodico della formazione per gli addetti antincendio C on il D. Lgs. 81/2008 è stato stabilito un generico obbligo di aggiornamento periodico della formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro, leggasi l’Art. 37 comma 9 del D. Lgs. 81/2008 modificato 106/2009. Tuttavia come molti attenti lettori hanno avuto occasione di notare, non vi è stata una qualsiasi indicazione dispositiva in merito alla periodicità con cui deve essere effettuato l’aggiornamento dei Corsi A.I. (che si riportano al “vecchio” D.M. 10 marzo 1998). Esiste un solo documento di provenienza ufficiale, promanante dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco (Circolare Prot. 12653 del 23 Febbraio 2011, la quale ha così disposto: “Com’è noto il D. Lgs. 81/2008 ha previsto l’obbligatorietà dell’aggiornamento periodico per i Corsi in qualità di addetto antincendio e gestione delle emergenze: poiché sempre più numerose sono le richieste di attivazione dei medesimi corsi, la scrivente Direzione, acquisito il parere della Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica per quanto di competenza, trasmette in allegato il programma, i contenuti e la durata dei predetti Corsi distinti per tipologia di rischio, al fine di un’uniforme applicazione dell’attività formativa sul territorio nazionale”. La tabella dei programmi dei corsi, distingue i loro contenuti e le rispettive durate, secondo la nota ripartizione: a) rischio di incendio BASSO; b) rischio di incendio MEDIO; c) rischio di incendio ELEVATO, indicando sommariamente i contenuti e le rispettive durate. Ora poiché è vero che esiste una disposizione generale nel Testo Unico all’Art. 18, lett. b) e che essa affronta analogicamente sia l’Art. 45 in tema di “primo soccorso” (peraltro ben disciplinato dal D.M. 15 Luglio 2003 n. 388, quanto a contenuti e durata, e “dai successivi Decreti Ministeriali di adeguamento su parere della Conferenza Stato-Regioni”), sia l’antincendio nel seguente Art. 46, il quale ultimo mentre indubbiamente dispone che si provveda alla materia con l’approccio di cui al comma 3 lett. b) in argomento di “requisiti e formazione del personale addetto, genericamente riconducibile al D. Lgs. 8 Marzo 2006 n. 139 ”, per contro espressamente al comma 4 dello stesso Articolo 46 T. U. la norma chiaramente conferma “interinalmente” il riferimento ai principi generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui allo storico Decreto Mininterno 10 marzo 1998. Il che appare un vuoto normativo, poiché non sono stati emanati i “Decreti di cui al Comma 3”, sempre dell’Art. 46 in esame, eppertanto la regola rimane quella stabilita ab origine nel 1998, senza pertanto indicazioni di periodicità di aggiornamento. Le disposizioni dell’ultima circolare (23 Febbraio 2011) cui solitamente si fa riferimento, ad avviso generalizzato degli interpreti giuridici, non hanno valenza di legge in tema di periodicità obbligatoria della formazione degli addetti A.I. talchè fra le articolazioni tecniche del 1998, e l’ambito di previsione generalizzata obbligatoria del Testo Unico 2008, sarebbe mancato – come par esatto il ritenere – proprio lo strumento del “decreti ministeriali applicativi”; in altri termini è previsto il principio dell’ aggiornamento e ne è espressa l’opportunità, ma non è disciplinata la periodicità. Tale essendo la situazione dal punto di vista formale non possiamo tuttavia, come soggetti consapevoli e premurosi di pervenire alla più tranquilla gestione delle aziende con riguardo alle emergenze, “approfittare” di una pur palese omissione del normatore per affrancarci dall’obbligo di adeguamento Rivista Italiana della Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2012 283 Salute, Sicurezza e Ambiente e di aggiornamento. Pare a questo proposito opportuno, prudenziale, corretto e assolutamente accettabile [a prescindere da adeguamenti imposti da nuove esperienze e tecnologie, come da nuovi rischi, con conseguenti adeguamenti da applicarsi senza dilazioni agli addetti già abilitati, nel rispetto dei principi di corrispondenza fra azioni di protezione e stato dei pericoli e delle soluzioni intervenute nella prassi delle aziende] accettare una indicazione che lo stesso Testo Unico ha convalidato, vale a dire gli intervalli previsti per l’aggiornamento alle tecniche e metodologie del primo soccorso sanitario, vale a dire il TRIENNIO, che trae ispirazione dal D. Lgs. 388/03 per il P.S. aziendale. Gli stessi Comandi dei Vigili del Fuoco di varie Province e un serrato scambio di opinioni fra gli addetti privati alla materia, suggeriscono tale indicativa frequenza. Il che se sotto il profilo giuridico è in verità un’interpolazione alquanto “arbitraria”, perché non risalente ad uno specificato precetto di legge, d’altro canto certamente soddisfa le esigenze di tutela e di sicurezza (il che non è certamente vietato, anzi le maggiori precauzioni e le più aggiornate buone pratiche sono incentivate dallo stesso contesto del T.U. 81/2008, segnatamente nell’Art. 43 del T.U.). Si può concludere che - a prescindere da disposizioni normative specifiche, e sempre salva l’introduzione di nuovi metodi e tecnologie sopravvenuti cui il Datore di lavoro ha il dovere di adeguarsi – il triennio ipotizzato, avrà certamente ricaduta benefica sulle competenze degli addetti, e in pari tempo fornirà ai Datori argomento di agevole dimostrazione di diligenza e di sensibilizzazione, certamente commendevole. Avv. TOMMASO LIMARDO Consulente industriale giuridico-tecnico D. Lgs. 231/01… in “ flash over” E ra certamente prevedibile, se non previsto, che gli anni decorsi dalla entrata in vigore della normativa sanzionatoria per le imprese da perseguirsi “in via amministrativa” in accompagnamento alle sanzioni penali ed alle responsabilità civili, irrogabile alle imprese ed agli enti, dovesse ulteriormente sviluppare la ricaduta di tale disciplina pesantemente sulle aziende. E così è stato: si ricorre all’espressione tecnica “flash over” mutuata dal servizio antincendio per analogicamente significare, dopo tempi di cova e di lento progredire dalla ignizione, quel momento di esplosione di luce e calore rappresentato dall’ incendio generalizzato finale. Il regime sanzionatorio, dapprima limitato a poche figure di “reati-presupposto” enunciati nel testo edittale iniziale, applicabile soltanto alle mag- 284 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2012 giori realtà aziendali, si è progressivamente esteso a molte e significative situazioni, nelle quali il plesso normativo di riferimento, limitato dapprima a non molti reati dolosi, si è addirittura portato alla considerazione di reati presupposto di natura colposa, inserendosi prepotentemente nella materia di salvaguardia della salute e sicurezza in azienda e, da ultimo, anche nella tutela ambientale. In pari tempo l’applicabilità del sistema si è rivolto a imprese sempre più modeste dal punto di vista industriale ed economico, per pervenire addirittura alle ultime pronunce giurisdizionali che considerano applicabile il sistema “231” anche alle imprese individuali e ad aziende a partecipazione pubblica. Tuttavia, a prescindere dai pochi casi in cui la dilatazione soggettiva, cioè delle aziende anche di minori dimensioni, è stata frutto di interpretazione giurisprudenziale - si citano le pronunce di coinvolgimento per studi professionali, per Onlus, per società capogruppo per reati di una società controllata, per imprese individuali - è indubbio ed onesto non gettare la col- pa della propagazione della sanzionabilità unicamente sulle spalle togate dei nostri tribunali, in quanto l’estensione a comportamenti ritenuti reati-presupposto è frutto di produzione legislativa, addirittura, come per l’ambiente, di provenienza comunitaria. Se questa diffusione infestante di responsabilità ex D. Lgs. 231/01, o epidemia, come piaccia considerarla, è attuale e reale, quali sono le possibile difese, cioè gli antidoti? Nessuno da costituire al momento dell’accertamento o dell’accusa, quanto piuttosto la preparazione a monte di anticorpi, in funzione di vaccinazione preventiva, cioè la redazione e la adozione di modelli di gestione, utili e conformi, attraverso la loro puntuale corrispondenza, a creare quella barriera “esimente” che valga a neutralizzare le conseguenze. Ecco perché è un ottimo investimento per aziende grandi e piccole dedicare la propria attenzione alla previsione e applicazione di modelli di gestione, con il contorno degli altri previsti accorgimenti e funzioni. Avv. TOMMASO LIMARDO Consulente industriale giuridico-tecnico )LHUD,QWHUQD]LRQDOH7HFQRORJLFDGHOOD/DYRUD]LRQHGHOOD/DPLHUD 3HUX H O L E L Q H W V R V R U X W X I Q LPDWHULDOL WHG 8VRLQWHOOLJHQ H HUJHWLFK 7HFQRORJLHHQ HIILFLHQWL GX]LRQH 3URFHVVLGLSUR LOL HFRFRPSDWLE ăRWWREUHy+DQQRYHU*HUPDQLD /DPLHUDWXELSURILODWLy0RYLPHQWD]LRQHy)RUPDWXUDy3URGRWWLILQLWLFRPSRQHQWLDVVHPEODJJL 6HSDUD]LRQHWDJOLRy/DYRUD]LRQHIOHVVLELOHGHOODODPLHUDy(OHPHQWLPDFFKLQDULy8WHQVLOLVWDPSL /DYRUD]LRQHWXEL6H]LRQLy0DWHULDOLFRPSRVLWLy*LXQ]LRQHVDOGDWXUDILVVDJJLR 7UDWWDPHQWRGLVXSHUILFLHGHOODODPLHUDy6LFXUH]]DVXOODYRURy(ODERUD]LRQHGDWL &RQWUROORUHJROD]LRQHPLVXUD]LRQHSURYHy&RQWUROORTXDOLWjy,PSLDQWLGLIDEEULFDHPDJD]]LQR 6LVWHPL&$'&$0y3URWH]LRQHDPELHQWDOHULFLFODJJLRy5LFHUFDHVYLOXSSR ZZZHXUREOHFKFRP SEATEC E’ MEMBRO DI: QUALITEC DESIGN AWARD components production & furniture QUALITEC TECHNOLOGY AWARD ABITARE LA BARCA 11 seatec Targa Rodolfo Bonetto COMPOTEC 5 06/08 FEBBRAIO 2013 CARRARA seatec compotec 5 RASSEGNA INTERNAZIONALE TECNOLOGIE, SUBFORNITURA E DESIGN PER IMBARCAZIONI, YACHT E NAVI RASSEGNA INTERNAZIONALE COMPOSITI E TECNOLOGIE CORRELATE www.sea-tec.it www.compotec.it SPONSOR UNICO BANCARIO: CON IL PATROCINIO DI: REGIONE TOSCANA 11 ORGANIZZATORE: GRUPPO BANCA CARIGE PR O M OZ I ON E C.C.I.A.A. DI MASSA CARRARA Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. Business on the Move CarraraFiere, Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 Marina di Carrara (MS) - Italy - Tel. +39 0585 787963 Fax +39 0585 787602 - e-mail: [email protected] Saldatura a punti di componenti in alluminio. Georg Fischer impiega con successo l’innovativo processo di saldatura a punti a resistenza Il fornitore automobilistico Georg Fischer Automotive impiega una versione alternativa del processo di saldatura a punti a resistenza. Diversamente dalla saldatura a punti convenzionale, il processo DeltaSpot elimina gli ostacoli che finora hanno intralciato la produttività elevata della saldatura dell’alluminio. Gli esperti di Georg Fischer hanno sviluppato la soluzione per i telai delle porte della nuova Porsche Panamera insieme a Fronius, partner per i sistemi di saldatura. Secondo Wolfgang Hintsteiner, l’ingegnere responsabile del progetto presso Georg Fischer, l’impianto si è dimostrato affidabile ed economicamente conveniente. La caratteristica determinante del processo DeltaSpot consiste nelle guide a ricircolo continue, che impediscono il contatto diretto tra elettrodo e pezzo da lavorare, trasmettendolo invece in modo indiretto. Questo consente di ridurre drasticamente l’usura dell’elettrodo, permettendo di regolare ed ottimizzare l’apporto di calore nel punto di saldatura. Sia i telai di circa 3 mm di spessore sia la lamiera di rinforzo delle porte del veicolo spessa 2 mm, da saldarvi sopra, sono costituiti da alluminio leggero. Gli esperti hanno percorso nuove strade per risolvere questo problema. Innanzitutto hanno esaminato l’idoneità tecnica alla produzione e la redditività di vari processi di giunzione: la saldatura a punti a resistenza convenzionale, la saldatura FSW, la clinciatura, la chiodatura e perfino un processo di incollaggio. “A questi si è aggiunto il processo DeltaSpot, indicato dal team di ricercatori di Fronius come particolarmente adatto alla saldatura dell’alluminio”, racconta Wolfgang Hintsteiner. Al momento di scegliere, DeltaSpot si è dimostrato il processo di giunzione ideale: i componenti saldati costituiti da pressofusione e lamiere di alluminio rivestite hanno superato i test di qualità. A differenza della saldatura a punti a resistenza tradizionale, i giunti saldati a punti tra la porta e il rispet- tivo telaio risultano pressoché privi di spruzzi, il che significa che non viene pregiudicata la tenuta principale di questi punti sensibili. La distorsione del pezzo da lavorare determinata dal calore è estremamente limitata e può essere corretta, se necessario. Il processo DeltaSpot garantisce inoltre l’elevata precisione delle dimensioni richiesta sulla flangia esterna. La clinciatura e la chiodatura non hanno soddisfatto questi requisiti, causando inoltre intollerabili danni alle superfici dovuti alle forze meccaniche che influiscono sulla deformazione. I giunti incollati non sono in grado di sostenere carichi durante l’indurimento e il collante, che produce impurità sulle superfici, intralcerebbe i processi di giunzione eseguiti successivamente o in parallelo. Wolfgang Hintsteiner riassume così: “Grazie alla guida a ricircolo otteniamo punti uniformi esattamente riproducibili. Saldiamo una delle porte in circa 100 secondi e non dobbiamo sottoporre la superficie a successivi lavori di rifinitura. DeltaSpot è la prima scelta per applicazioni come le nostre, che prevedono pezzi fusi saldabili, superfici definite, rivestimento anticorrosione e accessibilità adeguata”. FRONIUS International GmbH Welding Technology Froniusplatz 1 A-4600 Wels Austria E-Mail: [email protected] www.fronius.com Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 287 Dalle Aziende TRAFIMET DISTRIBUTION Trafimet Distribution nasce nel 2012, come divisione di Trafimet Group dedicata al mercato della Distribuzione Industriale. La nuova divisione si presenta con una gamma di prodotti completa, caratterizzata dai migliori marchi presenti nel mercato: Sacit, Ferro e ovviamente Trafimet, accessori per la saldatura e per la protezione individuale specifica per il mondo della saldatura in genere, serie completa di torce e ricambi TIG, MIG e PLASMA, Pinze e Morsetti Massa, il tutto rappresentato all’interno del Nuovo Catalogo TRAFIMET DISTRIBUTION 2012/2013. TRAFIMET DISTRIBUTION nasce con la volontà di mettere a servizio dei Rivenditori, Ferramenta e Utensilerie Specializzate nel settore saldatura, uno staff di oltre 50 collaboratori esperti e dinamici. Grazie alla capienza e all’efficienza del magazzino dell’azienda, dove al proprio interno vengono stoccate mediamente 40.000 referenze, garantisce l’assortimento continuo e la disponibilità a stock di tutti i prodotti: è in grado di evadere più di 200 ordini al giorno spedendo in qualsiasi parte del mondo in tempi rapidissimi. TRAFIMET DISTRIBUTION ha dedicato una serie di prodotti per la saldatura ricambi per le torce Mig/ Mag, TIG e Plasma più comunemente presenti nel mercato, confezionati in comodi e pratici blister provvisti di codice a barre e forniti con apposito espositore per linea di prodotto, ideali per la vendita a libero servizio. Gli espositori verranno forniti con Grafiche attraenti e dotati di vano scorta per il ricambio degli articoli in esaurimento. TRAFIMET DISTRIBUTION Via Del Lavoro, 8 36020 Castegnero (VICENZA) Italy Tel. +39 0444 739900 www.trafimetdistribution.com ESAB taglia i costi della saldatura ad arco sommerso con la nuova tecnologia ICE™ La tecnologia ICE™ (brevetto ESAB) è contemporaneamente semplice e geniale. ICE™ utilizza il calore eccedente generato dal procedimento di saldatura per fondere un filo supplementare non alimentato, denominato Integrated Cold Electrode. Questo fornisce un significativo vantaggio produttivo senza aumentare l’apporto termico. Aumento del tasso di deposito fino al 50% La saldatura ad arco sommerso è già il procedimento più produttivo ma, come ogni altro processo di saldatura, la necessità di contenere l’apporto di calore limita la produttività. Invece di utilizzare più energia, ICE™ utilizza il calore eccedente (e inutilizzato) per fondere una maggiore quantità di filo. Questo incrementa la produttività fino al 50%, in funzione delle applicazioni. High Deposition Root™ La tecnologia ICE™ consente l’utilizzo della saldatura tandem per la passata di fondo, con migliore penetrazione e maggiore produttività, eliminando la necessità delle operazioni di scriccatura dopo la prima passata. High Deposition Root può incrementare la produttività fino al 100% per la passata di fondo, in funzione delle applicazioni. Maggiore velocità di saldatura Il più elevato tasso di deposito può anche essere utilizzato per aumentare la velocità di saldatura. Questo può migliorare in modo significativo la produttività nelle applicazioni dove la velocità di saldatura è maggiormente influente per massimizzare la produttività. 288 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Riduzione dei consumi di energia La saldatura è una tecnica ad elevato consumo di energia. Il procedimento ICE™ consente un aumento del tasso di deposito fino al 50% senza un incremento dei consumi. E’ un significativo vantaggio per la salvaguardia dell’ambiente e per la riduzione dei costi. Innovative Flat Cap Control™ Il dosaggio accurato dell’entità di “filo freddo” nell’ultima passata consente di ottenere una perfetta finitura del cordone di saldatura. Oltre a migliorare le caratteristiche meccaniche, questa funzione consente di ridurre le operazioni post-saldatura. Un altro passo avanti per la produttività. Riduzione del consumo di flusso Il significativo incremento di produttività fornito da ICE™ consente in molte applicazioni di completare la saldatura con un minor numero di passate. In questo modo si ottiene un risparmio del consumo di flusso fino al 20%, saldando con un tasso di deposito superiore del 50%. ESAB Saldatura SpA Via Novara 57/59, 20010 Bareggio – MI Tel. 02 97968.1 www.esab.it Thermal Arc 201TS: Sistema per saldatura TIG in corrente continua a inverter, doppia tensione e innesco ad alta frequenza. Thermadyne ha il piacere di annunciare il lancio del nuovo sistema Thermal Arc 201TS, sistema per sal- Dalle Aziende datura TIG a inverter, doppia tensione 110/230 V e innesco ad alta frequenza. Questo sistema compatto e portatile da 200 A (160 A a 110 V) è progettato per saldatura TIG con innesco ad alta frequenza, TIG Lift Arc e Stick, ed è fornito completo in valigetta da trasporto con torcia TIG, portaelettrodo, kit iniziale di consumabili e dotazioni di cavi. Il sistema 201TS è dotato di connettori da 50 mm per carichi elevati, funzione ottimizzata di hot start e arc force regolabile dall’operatore, valvola gas incorporata, controllo 2T/4T del pulsante di attivazione della torcia TIG, temporizzatore della rampa di discesa e una torcia TIG serie 26 completa di controllo corrente a distanza. Il dispositivo incorporato di correzione del fattore di potenza consente una più alta corrente di saldatura con un ridotto assorbimento di potenza e il dispositivo SmartLinkTM riconosce automaticamente l’alimentazione a 230 e 110 V. Questo sistema offre una garanzia di due anni e un prezzo competitivo, ciò che ne fa il sistema monofase ideale per le applicazioni di saldatura Stick e TIG in corrente continua. Thermal Arc 161S: Sistema per saldatura MMA a inverter e doppia tensione Thermadyne ha il piacere di annunciare il lancio del nuovo sistema Thermal Arc 161S, sistema per saldatura MMA a inverter e doppia tensione. Sulla base della popolarità delle saldatrici a inverter 175SE e 175TE, Thermal Arc offre un sistema con caratteristiche di funzionamento avanzate e alimentazione multitensione con la capacità di riconoscimento automatico dell’alimentazione monofase a 110 o 230 V. La saldatrice portatile in corrente continua Thermal Arc 161S è progettata per impieghi base di saldatura MMA e Lift TIG in corrente continua. È in grado di erogare una corrente di saldatura di 160 A se alimentata a 230 V, ed è capace di eccellenti prestazioni anche in cantiere erogando una corrente di 125 A se alimentata a 110 V. Il dispositivo SmartLinkTM mette in grado la saldatrice di ricono- SEMAT EQUIPMENT S.r.l. scere automaticamente la tensione di alimentazione e il dispositivo incorporato di correzione del fattore di potenza consente una più alta corrente di saldatura con un ridotto assorbimento di potenza. Questa saldatrice è dotata delle funzioni ottimizzate di hot start e di arc-force incorporate nel generatore, offrendo così straordinarie caratteristiche di innesco e di controllo dell’arco nella saldatura Stick, ciò che può anche evitare l’incollamento di alcuni tipi di elettrodo. Il sistema 161S è fornito in una comoda valigetta da trasporto con pinza portaelettrodo e morsetto di massa, ed è coperto da garanzia di due anni. THERMADYNE ITALIA Srl Via Bolsena 7 20098 San Giuliano Milanese MI Tel. 02 36546802 www.thermadyne.com La Semat Equipment S.r.l. presenta un nuovo strumento ad ultrasuoni l’ ISONIC UtPod prodotto dalla Sonotron NDT. E’ uno strumento multifunzionale ultra portatile con touch screen per il controllo ad ultrasuoni (UT). Offre prestazioni al top della categoria come Ricerca Difetti, Misuratore di Spessore con visualizzazione A-Scan, Misuratore Corrosione ed è dotato di DataLogger. È completamente controllabile via USB. L’ISONIC UTPOD è caratterizzato dalla sua miniaturizzazione e dal suo peso ridotto (400 gr. con le batterie). Le sue prestazioni nella ricerca difetti sono assicurate da caratteristiche tecniche al top quali: pulsatore onda quadra bipolare con regolazione durata e ampiezza (fino a 300Vpp) dell’impulso migliorando la capacità di penetrazione su materiali con differente struttura, e attenuazione, Gain analogico da 100dB, banda passate da 0.2 a 25 Mhz e frequenza di campionamento a 100 Mhz. Inoltre include 32 livelli di regolazione del filtro digitale con possibilità di impostare le frequenze alte e basse. L’ISONIC UTPOD offre A-Scan senza limiti di campo per la visualizzazione in frequenze radio (RF); fino a 2 kHz nella frequenza di ripetizione dell’impulso (PRF); DAC multi-curva; TCG; due soglie indipendenti; metodo di valutazione con funzioni trigonometriche con correzione spessore e curvatura; display ad alta risoluzione LCD Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 289 Dalle Aziende matrice attiva a colori da 81,3 millimetri (3,2 pollici); con controller integrato Picaso-GFX2; allarme acustico integrato e LEd virtuale sullo schermo; batterie integrate lunga durata agli ioni di litio. SEMAT EQUIPMENT S.r.l. Tel. 06.6628187 – Sede di Roma Tel. 0382.471299 – Sede di Pavia [email protected] www.sematequipment.com Impossibile trovare soluzione più SLFFRODHGHIÀFLHQWH 2UELWDOXP OD testa di saldatura orbitale HX 16 per scambiatori di calore per refrigerazione è modello unico sul mercato. Orbitwin riduce i tempi di attrezzaggio La denominazione HX 16 della nuova testa di saldatura orbitale della Orbitalum Tools GmbH di Singen è già un programma: HX significa Heat Exchanger (scambiatore di calore) ed indica la saldatura di curve a 180° premontate su fasci tubieri di air cooler. Per questa applicazione non esiste attualmente al mondo una soluzione altrettanto efficiente. Tradizionalmente i tubi degli scambiatori di calore per refrigerazione venivano realizzati in rame con brasatura delle curve necessarie. L’alto prezzo del rame ha indotto i costruttori a passare alla produzione con acciaio inox (1.4401, DIN XCrNiMo 17-12-2, norma AISI 316). L’acciaio inox può essere impiegato in modo economico, affidabile e qualitativamente elevato solo con il procedimento di saldatura ad arco con elettrodo di tungsteno sotto protezione di gas inerte (saldatura TIG) abbinato alla saldatura orbitale. Tutte le teste di saldatura orbitale aperte o le pinze di saldatura orbitale chiuse normalmente reperibili sul mercato richiedono molto spazio per il loro posizionamento tra i singoli tubi, questo ridurrebbe il rendimento dello scambiatore di calore aumentandone le dimensioni. Grazie al suo ingombro massimo di soli 60 millimetri, per la HX 16 Orbitalum è sufficiente una distanza tra i tubi di 24 millimetri per il posizionamento e fissaggio. Questa distanza minima nel frattempo è diventata “standard industriale” - i progettisti di tutti i più rinomati costruttori di sistemi di climatizzazione in Germania, Italia, Francia ed India dimensionano gli impianti adottando questo parametro: tubi di acciaio con diametro esterno di 15 - 16 millimetri (spessore della parete 0,5 - 1 millimetri massimo). Solo la lunghezza delle curve varia a seconda del progetto specifico, ragione per cui Orbitalum offre la testa di saldatura in tre lunghezze diverse. La HX 16 è nettamente superiore per economicità ed efficienza rispetto alle altre teste di saldatura in commercio: prima di eseguire la giunzione si possono inserire nella piastra tutti i tubi con estremità aperte ed applicarvi curve che possono essere saldate in un ordine qualsiasi. Per le pinze orbitali convenzionali bisogna invece posizionare e saldare una curva alla volta, iniziando sempre dal centro della base tubiera e procedendo verso l’esterno. Se il controllo della qualità successivo rileva anche una sola saldatura eseguita scorrettamente, nel caso peggiore (difetto al centro del fascio), a causa dell’accessibilità è necessario tagliare tutte le curve e saldarne di nuove. Con la testa HX si può intervenire solo sulla curva interessata. Questo vantaggio, derivante dal tipo di progettazione originario, rende quindi il sistema Orbitalum lo strumento adatto per eseguire 290 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 la riparazione a prezzi competitivi. La testa pesa solo 1,5 chilogrammi: contrariamente alle pinze aperte con il loro pacco di tubi flessibili di difficile maneggevolezza, nella HX tutti gli attacchi per l’alimentazione elettrica, il gas e l’acqua di raffreddamento sono fissi. Tutti i generatori elettrici Orbitalum per la saldatura orbitale riconoscono automaticamente le caratteristiche della testa collegata, per cui all’operatore è sufficiente richiamare solo il programma assegnato ed avviare il processo di giunzione. Per aumentare la produttività, l’operatore può lavorare anche alternando due teste HX su una macchina, riducendo nettamente i tempi di allestimento ed i tempi morti. A tal fine è necessario connettere al generatore l’Orbitwin (l’unità di commutazione): premendo il tasto di attivazione della testa di saldatura utilizzata si richiama automaticamente dalla memoria il programma precedentemente assegnato. La testa di saldatura non utilizzata resta nel frattempo disattivata e può essere già posizionata per la saldatura successiva. ORBITALUM TOOLS GmbH Josef-Schuettler-Str. 17 78224 Singen, Germany www.orbitalum.com Notiziario Letteratura tecnica Il rapporto di lavoro all’estero e la normativa prevenzionistica da applicare Daniele Campo,Versione Web: versione on line (Solo per sistemi Windows), Roma 2011, ISBN: 90073, € 10,00 + IVA 21% La dimensione internazionale dei rapporti di lavoro importa dubbi e perplessità in merito alla normativa prevenzionistica da applicare. I moderni “Business Model”, caratterizzati dalla globalizzazione e dalla sopranazionalità dei mercati, ha esaltato l’interesse imprenditoriale ad operare al di fuori dei confini nazionali. La dimensione internazionale dei rapporti di lavoro importa l’incertezza in merito alla normativa prevenzionistica da applicare, in quanto la situazione determina un conflitto di leggi nello spazio. Il presente lavoro intende dare una risposta alla domanda relativa alla disciplina prevenzionistica applicabile da parte del datore di lavoro italiano che impiega lavoratori all’estero. In particolare, nel corso della trattazione, individuata la possibile casistica (assunzione per l’estero, trasferta, trasferimento e distacco del lavoratore all’estero) ed elencata la normativa applicabile (Legge n. 218/1995 di riforma del diritto internazionale privato italiano e Convenzione di Roma del 1980), si tenterà di individuare la normativa prevenzionistica applicabile, nelle varie ipotesi estremamente sfaccettate e problematicamente dense di questioni ancora aperte. tecnologica specializzate nella realizzazione di grandi infrastrutture, le società multinazionali, i gruppi di imprese che operano all’esterno. EPC Srl. Via dell’Acqua Traversa, 187/18900135 Roma Fax: 063313212 http://www.epc.it Corrosion of magnesium alloys Song G.L., Cambridge (Inghilterra), 2011 234x156 mm, 656 pagine, ISBN-13:978 1 84569 708 2, € 190.00 Unico punto fermo pare essere quello secondo cui, a prescindere dalla normativa applicabile, non possono, comunque, essere pregiudicati i diritti fondamentali dei lavoratori e gli standard minimi di tutela riconosciuti dalle fonti internazionali. Il presente lavoro è dedicato a tutti gli operatori economici, sia della grande che della piccola impresa, che hanno realizzato o intendano realizzare un trasferimento, totale o parziale, all’estero del proprio ciclo produttivo. Prime fra tutte, le imprese del settore energetico, quelle ad elevata capacità L’impiego di leghe di magnesio è in aumento in una vasta gamma di applicazioni industriali, e la loro popolarità cresce dove sono necessari materiali leggeri. Questo libro fornisce un ampio resoconto sulla corrosione delle leghe di magnesio. Il testo riguarda non solo le caratteristiche ed i meccanismi di corrosione delle leghe di magnesio Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 291 Notiziario in ambienti tradizionali, come le soluzioni di cloruro di sodio, ma esamina anche il loro comportamento in particolari condizioni di servizio, quali ad esempio i sistemi di refrigerazione dei motori. La prima parte comprende i principi fondamentali, come la corrosione elettrochimica ed il comportamento alla passivazione del magnesio e delle sue leghe. La seconda parte presenta il comportamento metallurgico in relazione ai fenomeni corrosivi; descrive il ruolo di elementi di lega, quali le terre rare, sulle trasformazioni microstrutturali ed in particolare illustra la corrosione di leghe di magnesio innovative. La terza parte descrive gli effetti delle condizioni ambientali e di servizio, evidenzia il comportamento alla corrosione atmosferica, la criccabilità da tensocorrosione, la corrosione per fatica, la corrosione dovuta al “creep” e la corrosione galvanica. Infine la quarta parte è completamente dedicata ai metodi ed alle tecniche di protezione. Questo volume è una risorsa inestimabile per metallurgisti, progettisti e per tutti coloro che utilizzano il magnesio e le sue leghe, così come i professionisti nel settore aerospaziale e dell’industria automobilistica. Woodhead Publishing Limited, Abington Hall, Abington, Cambridge, CB21 6AH (Inghilterra) Fax: +44 (0)1223 893 694 http://www.woodheadpublishing.com Boiler & Pressure Vessel Code, EN 13445 ecc.) propongono per componenti di geometria elementare (fasciami cilindrici o sferici, fondi emisferici, ellittici o torosferici). È spesso necessario, tuttavia, affrontare problematiche di maggiore complessità: in molti casi, ad esempio, occorre considerare, oltre alla pressione esterna, gli effetti di azioni meccaniche supplementari (come il peso proprio dei componenti e/o il peso del fluido contenuto nell’apparecchio), o esaminare configurazioni geometriche meno comuni. In queste circostanze un’utile opzione è rappresentata dall’analisi strutturale numerica. In questa seconda edizione l’autore segue un filo conduttore analogo: affronta, infatti, una approfondita descrizione analitica del fenomeno dell’instabilità dell’equilibrio per i componenti elementari che costituiscono le attrezzature in pressione, corredando la trattazione con una dettagliata ed interessante esposizione di prove sperimentali. Vengono quindi esaminate, nella seconda parte del testo, le procedure di calcolo numerico rese disponibili dai software più recenti, definendone la formulazione teorica e proponendo applicazioni pratiche, con particolare riferimento all’ambito navale (realizzazione di scafi per sottomarini). Il testo rappresenta di conseguenza un prezioso riferimento per chi si proponga di validare le proprie procedure di Pressure vessels: External pressure technology (Second Edition) Ross C.T.F., Cambridge (Inghilterra), 2011 234x156 mm, 488 pagine, ISBN-13: 978 0 85709 248 9, € 180.00 Nell’ambito della progettazione di attrezzature in pressione i fenomeni di instabilità dell’equilibrio (“buckling”) vengono di norma presi in esame, ove necessario, mediante l’adozione di procedure “by formula”, che i principali standard di riferimento (ASME 292 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 calcolo, in un ambito in cui la verifica analitica dei risultati ottenuti dall’analisi numerica non è sempre agevole, rendendo disponibili risultati teorici e sperimentali ottenuti su un’ampia gamma di configurazioni geometriche e materiali. Woodhead Publishing Limited, Abington Hall, Abington, Cambridge, CB21 6AH (Inghilterra) Fax: +44 (0)1223 893 694 http://www.woodheadpublishing.com Codici e norme Norme nazionali Italia UNI EN 287-1 - Prove di qualificazione dei saldatori - Saldatura per fusione - Parte 1: Acciai (2012). UNI EN 1090-1 - Esecuzione di strutture di acciaio e di alluminio - Parte 1: Requisiti per la valutazione di conformità dei componenti strutturali (2012). UNI EN 1371-1 - Fonderia - Controllo con liquidi penetranti - Parte 1: Getti colati in sabbia, colati in conchiglia per gravità ed a bassa pressione (2012). UNI EN 1563 - Fonderia - Getti di ghisa a grafite sferoidale (2012). UNI EN 1598 - Salute e sicurezza in saldatura e tecniche connesse - Tende, strisce e schermi trasparenti per procedimenti di saldatura ad arco (2012). UNI EN ISO 3581 - Materiali d’apporto per saldatura - Elettrodi rivestiti per la saldatura manuale ad arco di acciai inossidabili e resistenti ad alta temperatura - Classificazione (2012). UNI EN ISO 5173 - Prove distruttive sulle saldature di materiali metallici Prove di piegamento (2012). Notiziario UNI EN ISO 6947 - Saldatura e tecniche affini - Posizioni di saldatura (2012). UNI EN ISO 9223 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Corrosività di atmosfere - Classificazione, determinazione e valutazione (2012). UNI EN 13835 - Fonderia - Ghise austenitiche (2012). UNI EN ISO 14174 - Materiali d’apporto per saldatura - Flussi per saldatura ad arco sommerso e ad elettroscoria - Classificazione (2012). UNI EN ISO 9224 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Corrosività di atmosfere - Valori guida per le classi di corrosività (2012). UNI EN ISO 14271 - Saldatura a resistenza - Prove di durezza Vickers su saldature a resistenza a punti, a rilievi e a rulli (prova a carico ridotto e microdurezza) (2012). UNI EN ISO 9225 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Corrosività di atmosfere - Misurazione dei parametri ambientali che influenzano la corrosività di atmosfere (2012). UNI EN ISO 14372 - Materiali di apporto per saldatura - Determinazione della resistenza all’umidità degli elettrodi rivestiti utilizzati nella saldatura manuale ad arco mediante misurazione dell’idrogeno diffusibile (2012). UNI EN ISO 9226 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Corrosività di atmosfere - Determinazione della velocità di corrosione di provini normalizzati per la valutazione della corrosività (2012). UNI EN ISO 15011-5 - Salute e sicurezza nella saldatura e nelle tecniche affini - Metodo di laboratorio per il campionamento di fumi e gas Parte 5: Identificazione mediante pirolisi, gascromatografia, spettrometria di massa dei prodotti di degradazione termica generati a seguito di saldatura o taglio di prodotti totalmente o parzialmente costituiti da materiali organici (2012). UNI 10521 - Saldatura di materie plastiche - Saldatura per elettrofusione - Saldatura di tubi e/o raccordi in polietilene per il trasporto di gas combustibili, di acqua e di altri fluidi in pressione (2012). UNI EN ISO 10863 - Prove non distruttive delle saldature - Controllo mediante ultrasuoni - Tecnica della diffrazione del tempo di volo (TOFD) (2012). UNI EN ISO 10882-1 - Salute e sicurezza in saldatura e nelle tecniche connesse - Campionamento delle particelle in sospensione e dei gas nella zona respiratoria del saldatore - Parte 1: Campionamento delle particelle aerodisperse (2012). UNI EN 12680-3 - Fonderia Controllo mediante ultrasuoni Parte 3: Getti di ghisa a grafite sferoidale (2012). UNI EN ISO 13706 - Industrie del petrolio, petrolchimiche e del gas naturale - Scambiatori di calore raffreddati ad aria (2012). UNI EN ISO 17654 - Saldatura a resistenza - Prove distruttive sulle saldature - Prova di pressione su saldature a resistenza a rulli (2012). UNI EN ISO 19906 - Industrie del petrolio e del gas naturale - Strutture artiche offshore (2012). UNI EN ISO 25239-1 - Saldatura friction stir - Alluminio - Parte 1: Vocabolario (2012). UNI EN ISO 25239-2 - Saldatura Friction Stir - Alluminio - Parte 2: Progettazione dei giunti saldati (2012). UNI EN ISO 25239-3 - Saldatura friction stir - Alluminio - Parte 3: Qualificazione degli operatori di saldatura (2012). UNI EN ISO 25239-4 - Saldatura friction stir - Alluminio - Parte 4: Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura (2012). UNI EN ISO 25239-5 - Saldatura friction stir - Alluminio - Parte 5: Requisiti di qualità e di ispezione (2012). Norme americane USA UNI EN ISO 15609-5 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici Specificazione della procedura di saldatura - Parte 5: Saldatura a resistenza (2012). UNI EN ISO 15792-1 - Materiali di apporto per saldatura - Metodi di prova - Parte 1: Saggi di prova per la realizzazione di provette di tutto metallo di apporto di saldature di acciaio, nichel e leghe di nichel (2012). UNI EN 16124 - Fonderia - Getti di ghisa ferritica a grafite sferoidale debolmente legata per applicazioni a elevate temperature (2012). UNI EN ISO 15792-3 - Materiali di apporto per saldatura - Metodi di prova - Parte 3: Prova per la classificazione dell’attitudine alla saldatura in posizione e della penetrazione al vertice dei materiali di apporto per le saldature d’angolo (2012). ASTM A510/A510M - Standard specification for general requirements for wire rods and coarse round wire, carbon steel, and alloy steel (2011). ASTM A781/A781M - Standard specification for castings, steel and alloy, common requirements, for general industrial use (2012). ASTM A1003/A1003M - Standard specification for steel sheet, carbon, metallic- and nonmetallic-coated for cold-formed framing members (2012). MSS SP 55 - Quality standard for steel castings for valves, flanges, fittings, and other piping components - Visual method for evaluation of surface irregularities (2012). AWS A5.22/A5.22M - Specification for stainless steel flux cored and metal cored welding electrodes and rods (2012). Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 293 Notiziario AWS A5.23/A5.23M - Specification for low-alloy steel electrodes and fluxes for submerged arc welding (2012). MSS SP-142 - Excess flow valves for fuel gas service, NPS 1½ through 12 (2012). AWS A5.36/A5.36M - Specification for carbon and low-alloy steel flux cored electrodes for flux cored arc welding and metal cored electrodes for gas metal arc welding (2012). NACE TM0284 - Evaluation of pipeline and pressure vessel - Steels for resistance to hydrogen-induced cracking (2012). EN ISO 3581 - Welding consumables - Covered electrodes for manual metal arc welding of stainless and heatresisting steels - Classification (2012). Norme internazionali ISO AWS G2.5/G2.5M - Guide for the fusion welding of zirconium and zirconium alloys (2012). Norme europee EN ISO 15177 - Hot-rolled twin-roll cast carbon steel sheet of commercial quality (2012). MSS SP-140 - Quality Standard practice for preparation of valves and fittings for silicone-free (2012). EN 764-2 - Pressure equipment Part 2: Quantities, symbols and units (2012). ISO 15179 - Hot-rolled twin-roll cast steel sheet of structural quality and high strength steel (2012). . Istituto Italiano della Saldatura Divisione Formazione Lungobisagno Istria 15 16141 Genova www.formazionesaldatura.it [email protected] Corsi IIS . Luogo Data Titolo Messina 04-07/06/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi -- Genova 04-08/06/2012 Corso per International Welding Inspectors (IWI) - Modulo di Tecnologia della Saldatura -- Univesità degli Studi di Genova, DIPTEM 04-08/06/2012 Corso teorico-pratico per operatori - European Adhesive Bonder -- Genova GE 04-08/06/2012 02-06/07/2012 Genova o c/o aziende richiedenti 05-08/06/2012 Genova o c/o aziende richiedenti 07-08/06/2012 Corso sull’esecuzione e l’interpretazione di esami metallografici Livello Comprehensive Corso per la certificazione in accordo alle Specifiche ESA /ECSS Operatore e/o Ispettore (CAT. 2) in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-28 Corso per la ricertificazione in accordo alle Specifiche ESA /ECSS Operatore (CAT. 3) e/o Ispettore (CAT. 2) in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-28 Genova 11-14/06/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi -- Genova 11-15/06/2012 Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte III Metallurgia e saldabilità -- Genova 11-15/06/2012 Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte III Metallurgia e saldabilità -- Legnano 11-15/06/2012 Corso per la certificazione secondo Standard IPC-A-610 Certified IPC Trainer (CIT) 36 294 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Ore 40 32 16 Notiziario Luogo Data Titolo Ore Mogliano Veneto 18-21/06/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi -- Genova 18-22/06/2012 Corso di Specializzazione in saldatura -- Genova 18-22/06/2012 Corso per la certificazione secondo Standard IPC-7711 / 7721 36 Legnano 19-20/06/2012 Corso per la ricertificazione secondo Standard IPC-A-610 Certified IPC Trainer (CIT) 16 Mogliano Veneto 25-27/06/2012 Corso sull’applicazione del D.M. 14 Gennaio 2008 - Corso Base -- Roma 25-28/06/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi -- Genova 25-29/06/2012 Corso per European Laser Welding Expert / European Laser Cutting Expert - Modulo Base 20 Genova 26-27/06/2012 Corso per la ricertificazione secondo Standard IPC-7711 / 7721 16 Mogliano Veneto 27-29/06/2012 Corso sull’applicazione del D.M. 14 Gennaio 2008 - Seminario EWF 652-11 per Coordinatori di Saldatura 20 Mogliano Veneto 27-29/06/2012 Gestione del processo di fabbricazione mediante saldatura (EN ISO 3834) 20 Legnano 02-05/07/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi -- Genova 02-06/07/2012 Corso per International Welding Inspectors (IWI) - Modulo di Tecnologia della Saldatura -- Taranto 02-06/07/2012 Corso Celere in Saldatura 32 Genova o c/o aziende richiedenti 02-13/07/2012 Corso per la certificazione in accordo alle Specifiche ESA /ECSS Istruttore / Esaminatore (CAT. 1) 64 Mogliano Veneto 09-10/07/2012 Corsi per Auditor / Lead Auditor - Modulo Base ISO 19011 16 Genova 09-11/07/2012 Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte III Tecnologia della Saldatura -- Genova 09-12/07/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi -- Genova o c/o aziende richiedenti 09-13/07/2012 Corso per la ricertificazione in accordo alle Specifiche ESA /ECSS Istruttore / Esaminatore (CAT. 1) 36 Genova 11-13/07/2012 Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte III Metallurgia e saldabilità -- Mogliano Veneto 11-13/07/2012 Corso Auditor / Lead Auditor Qualità ISO 9001 24 Mogliano Veneto 16-19/07/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi -- Genova 16-20/07/2012 Corso di Specializzazione in saldatura -- Mogliano Veneto 18-19/07/2012 Gestione ambientale nella fabbricazione mediante saldatura 16 Messina 23-26/07/2012 Corso Saldatura di tubi e raccordi PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi 20 Mogliano Veneto 24-26/07/2012 Corso sull’applicazione del D.M. 14 Gennaio 2008 - Corso per Progettisti e Direttori dei Lavori 20 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 295 Notiziario Corsi IIS di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3 Luogo Data Modulo Base (MB) Ore Priolo 19-20/06/2012 Modulo di Base per livello 2 EN 473, ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A 16 Genova 03-04/07/2012 Modulo di Base per livello 2 EN 473, ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A 16 Luogo Data Esame Visivo (VT) Genova 14-15/06/2012 Modulo Specifico (MS) Saldatura per livello 2 EN 473, ISO 9712 Luogo Data Esame Radiografico (RT) Priolo 17-20/07/2012 Modulo di Metodo (MM) per livello 2 EN 473, ISO 9712 Luogo Data Esame Ultrasonoro (UT) Mogliano Veneto 28/05-01/06/2012 Modulo Specifico (MS) Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 EN 473, ISO 9712 36 Genova 12-15/06/2012 Modulo di Metodo (MM) per livello 2 EN 473, ISO 9712 28 Genova 16-20/07/2012 Modulo Specifico (MS) Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 EN 473, ISO 9712 36 Luogo Data Esame con Particelle Magnetiche (MT) Mogliano Veneto 05-06/06/2012 Modulo di Metodo (MM) per livello 2 EN 473, ISO 9712 16 Priolo 24-25/07/2012 Modulo di Metodo (MM) per livello 2 EN 473, ISO 9712 16 Luogo Data Esame con Liquidi Penetranti (PT) Mogliano Veneto 07-08/06/2012 Modulo di Metodo (MM) per livello 2 EN 473, ISO 9712 16 Priolo 26-27/07/2012 Modulo di Metodo (MM) per livello 2 EN 473, ISO 9712 16 Ore 12 Ore 28 Ore Ore Ore Corsi IIS di specializzazione nelle imperfezioni di saldatura per personale addetto alle PND Genova Corso di specializzazione nelle imperfezioni di saldatura per personale addetto alle PND, EWF-623-01 26-28/06/2012 Corsi di altre Società Luogo Data Titolo Organizzatore Milano 23/05/2012 Gestire l’organizzazione per processi: persone, attività, tempi e costi UNI www.uni.com Milano 28-29/05/2012 Sistemi di gestione per la qualità secondo la UNI EN ISO 9001:2008 UNI www.uni.com Roma 28-29/05/2012 La taratura e la conferma metrologica delle apparecchiature di misura UNI www.uni.com 296 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 24 Notiziario Luogo Data Titolo Organizzatore Milano 30/05/2012 Il risk management come strumento di definizione delle politiche e delle procedure aziendali ANGQ www.angq.com Modena 30-31/05/2012 06-08/06/2012 Auditor / Responsabili Gruppo di Audit di Sistemi di Gestione per la Qualità ANGQ www.angq.com Roma 01/06/2012 Seminario. La linea guida per audit di sistemi di gestione UNI EN ISO 19011:2012: novità e casi studio CERMET www.cermet.it Roma 01/06/2012 I Piani di Controllo della Qualità: predisposizione, gestione ed utilizzo ANGQ www.angq.com Bologna 04/06/2012 Modulo Specialistico per Auditor/Responsabili Gruppo di Audit di Sistema di Gestione Qualità CERMET www.cermet.it Roma 04-05/06/2012 Sistemi di gestione per la qualità secondo la UNI EN ISO 9001:2008 UNI www.uni.com Roma 04-05/06/2012 Governance aziendale e responsabilità amministrativa: integrare operativamente i Sistemi di Gestione AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Roma 04-06/06/2012 Auditor / Responsabili Gruppo di Audit Interni di Sistemi di Gestione per la Qualità ANGQ www.angq.com Roma 04-08/06/2012 Auditor / Responsabili Gruppo di Audit di Sistemi di Gestione per la Qualità ANGQ www.angq.com Milano 06/06/2012 Seminario di aggiornamento sulla nuova UNI EN ISO 19011:2012 ANGQ www.angq.com Roma 06/06/2012 Sistemi di Gestione della Sicurezza delle Informazioni: il quadro normativo e i requisiti della norma ISO/IEC 27001:2005 AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Milano 06-07/06/2012 La taratura e la conferma metrologica delle apparecchiature di misura UNI www.uni.com Roma 07-08/06/2012 Sistemi di Gestione Sicurezza Informazioni: la progettazione di un sistema di gestione per la sicurezza delle informazioni AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Milano 08/06/2012 La Direttiva Macchine 2006/42/CE. L’assemblaggio delle linee - Sistemi di fabbricazione integrati UNI www.uni.com Roma 11/06/2012 Organizzazioni di successo - UNI EN ISO 9004:2009 UNI www.uni.com Roma 11-22/06/2012 Valutatori Sistemi di Gestione Ambientale AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Milano 12/06/2012 Direttiva Atex - Linee guida e norme per la scelta e l’applicazione dei sistemi di protezione contro le esplosioni UNI www.uni.com Roma 13/06/2012 La nuova edizione della UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2011 - Certificazione di sistemi di gestione UNI www.uni.com Roma 18/06/2012 La nuova norma UNI EN ISO 19011:2012 - Linee guida per gli audit dei sistemi di gestione UNI www.uni.com Milano 18/06/2012 Organizzazioni di successo - UNI EN ISO 9004:2009 UNI www.uni.com Roma 18/06/2012 Modulo Specialistico Auditor/Responsabili Gruppo di Audit di Sistema di Gestione Qualità CERMET www.cermet.it Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 297 Notiziario Luogo Data Titolo Organizzatore Roma 18-19/06/2012 La norma UNI EN ISO 9001:2008 (requisiti ed applicazioni) ANGQ www.angq.com Roma 20-21/06/2012 L’approccio per processi e la redazione della documentazione del Sistema di Gestione per la Qualità (Manuale Qualità e Procedure) ANGQ www.angq.com Roma 22/06/2012 Il miglioramento delle prestazioni di una Organizzazione: indicatori e strumenti ANGQ www.angq.com Torino 25/06/2012 La gestione della qualità nei laboratori di prova secondo la ISO 17025 CERMET www.cermet.it Roma 25/06/2012 La misurazione della soddisfazione del cliente: processi e tecniche di supporto ANGQ www.angq.com Roma 25-27/06/2012 La norma UNI EN ISO 9001:2008 e i Sistemi di Gestione per la Qualità AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Roma 26-27/06/2012 La valutazione dei rischi, il fascicolo tecnico e le norme armonizzate: come progettare una macchina “sicura” secondo la Direttiva Macchine 2006/42/CE UNI www.uni.com Roma 02-04/07/2012 Audit interni sui Sistemi di Gestione per la Qualità AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Roma 03-04/07/2012 Audit interni sui Sistemi di Gestione per la Qualità AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Modena 06/07/2012 Seminario di aggiornamento sulla nuova UNI EN ISO 19011:2012 ANGQ www.angq.com Roma 16-18/07/2012 Valutatore Sistemi di Gestione per la Qualità AICQ - Centro Insulare www.aicqci.it Mostre e Convegni Luogo Data Titolo Contatti Houston USA 21-24/05/2012 ITSC 2012 - International Thermal Spray Conference and Exposition www.asminternational.org/itsc www.die-verbindungs-spezialisten.de Convention Center Baltimore, Maryland 21-24/05/2012 SAMPE 2012 - The Leading Advanced Materials and Processes (M&P) Event in the World www.sampe.org [email protected] Düsseldorf, Germany 22-24/05/2012 7th International Congress Aluminium Brazing www.dvs-ev.de [email protected] Monaco di Baviera, Nuovo Centro Fieristico 22-25/05/2012 AUTOMATICA 2012 - Salone Internazionale di Automazione industriale e Meccatronica Messe München GmbH [email protected] www.automatica-munich.com www.monacofiere.com Gazi University, Ankara, Turkey 23-25/05/2012 ICWET’12 - 2nd International Welding Technologies Conference & Exhibition [email protected] www.icwet12.org Siracusa - Centro Congressi Gran Hotel Minareto 24/05/2012 La riduzione dei costi attraverso il miglioramento della manutenzione degli impianti industriali IIS www.iis.it [email protected] 298 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Notiziario Luogo Titolo Contatti 24-26/05/2012 EUROJOIN 8 - The eighth European Conference on Joining Technology www.iiwelding.org [email protected] Burswood Convention Centre, Perth Western Australia 26/05-02/06/2012 ALTA 2012 - Nickel-Cobalt-Copper, Uranium & Gold Conference www.altamet.com.au [email protected] Granta Park, Great Abington, Cambridge, UK 29-30/05/2012 2012 Annual WJS Conference The Importance of Welding Advances, Skills and Quality Management [email protected] www.twi.co.uk/news-events Eurogress, Aachen, Germany 03-07/06/2012 ICRF 2012 - International Conference on Ingot Casting, Rolling and Forging www.icrf2012.com [email protected] Carnegie Mellon University, Pittsburgh, Pennsylvania 03-07/06/2012 ICAA13 - 13th International Conference on Aluminum Alloys www.tms.org [email protected] St. Louis, Mo USA 04-05/06/2012 Nondestructive Evaluation of Aerospace Materials & Structures III www.asnt.org/events/conferences Hilton Chicago/ Indian Lakes Resort, Chicago IL 04-08/06/2012 9th International Trends in Welding Research Conference www.asminternational.org Earls Court Ibis Hotel, London, UK 12-14/06/2012 CM 2012 and MFPT 2012 - The Ninth International Conference on Condition Monitoring and Machinery Failure Prevention Technologies www.bindt.org [email protected] Charlotte Convention Center, Charlotte, NC 18-21/06/2012 AEROMAT 2012 Conference and Exposition Aerospace materials and processes www.asminternational.org 21/06/2012 La saldatura laser da processo avanzato a tecnologia diffusa: una scommessa vinta? IIS www.iis.it [email protected] 24-28/06/2012 ECCM15 – 15th European Conference on Composite Materials www.eccm15.org [email protected] Sede IIS, Genova 28/06/2012 La nuova normativa europea ed internazionale sul controllo radiografico di giunti saldati con tecnologia digitale IIS www.iis.it [email protected] Jakarta Convention Center, Indonesia 11-13/07/2012 INASAL Indonesia International Steel Stainless Steel, Iron and Aluminium Expo & Forum 2012 www.ina-sal.com [email protected] Denver, CO. USA 12-13/07/2012 IIW International Conference 2012 Welding for Repair and Life Extension of Plants and Infrastructure www.iiw2012.com [email protected] Mashantucket, CT, USA 16-18/07/2012 ASNT Digital Imaging XV Conference www.asnt.org/events 17/07/2012 Corrosione e protezione di componenti saldati: tecnologie, controllo della qualità, case study. Lo stato dell’arte. IIS www.iis.it [email protected] Pula, Croatia Centro Congressi dell’Area della Ricerca di Bologna CNR Venezia, Italy Sede IIS, Genova Data Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 299 5LFHUFKH%LEOLRJUDÀFKH Dati IIS-Data La Saldatura ad ultrasuoni (2005-2012) Ultrasonic spot welding: a new tool for aluminum joining di HETRICK E. et al. «Welding Journal» Febbraio 2005, pp. 26-30. Automobili; carrozzeria di autoveicoli; componenti di autoveicoli; industria automobilistica; leghe d’alluminio; saldatura ad ultrasuoni; saldature a puniti. La saldatura ad ultrasuoni di FENUCCI N. et al «Lamiera» Agosto 2005, pp. 98-101. Alluminio; automobili; carrozzeria di autoveicoli; saldatura ad ultrasuoni. Designing joints for ultrasonic welding of plastics di RANI M.R. et al «Welding Journal» Settembre 2005, pp. 50-54. Materie plastiche; materie plastiche termoplastiche; preparazione dei giunti; progettazione, concezione; saldatura ad ultrasuoni; Input electrical impedance as signature for nondestructive evaluation of weld quality during ultrasonic welding of plastics di LING S-F. et al «NDT & E International» N.1/2006, pp. 13-18 . Adesione; apparecchiature; condizioni di processo; controllo non distruttivo; induttanza; intelligenza artificiale; materie plastiche; materie plastiche termoplastiche; neural networks; operazioni in tempo reale; parametri di processo; proprietà elettriche; saldatura ad ultrasuoni. Transient finite element analysis of ultrasonic welding of PEEK di XIAOLIN W. et al «China Welding» Luglio-Dicembre 2006, pp. 55-59. Analisi con elementi finiti; distribuzione della temperatura; materie plastiche; materie plastiche termoplastiche; saldatura ad ultrasuoni; simulazione; temperatura. The effect of conditions of ultrasound welding on the fracture force of non-woven materials di VOLKOV S.S. «Welding International» Giugno 2005, pp. 484-489 . Alluminio; condizioni di processo; ottimizzazione; parametri di processo; saldatura ad ultrasuoni; titanio. Saldatura a ultrasuoni di lamierini: analisi e prestazioni di ANNONI M. e CARBONI M. «Lamiera» Novembre 2007, pp. 118-128. Condizioni superficiali; Cricche di fatica; Fattori di influenza; Lamierini; Leghe Al-Mg-Si; Leghe d’alluminio; Microstruttura; Proprietà meccaniche; Prove di fatica; Resistenza a fatica; Saldatura ad ultrasuoni. Dependence of the breaking force of non-woven fabrics on weld pitch in ultrasound welding di VOLKOV S.S. «Welding International» Agosto 2005, pp. 665-668. Fibre; materie plastiche; materie plastiche termoplastiche; polietilene; resistenza meccanica; saldatura ad ultrasuoni. Examples of metal and resin processing using high power diode lasers di ISOBE Y. «Welding International» Febbraio 2008, pp. 105-109. Acciai; acciai inossidabili austenitici; apparecchiature; confronti; fascio laser; incollaggio; laser a diodo; materiali 300 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 5LFHUFKH%LEOLRJUDÀFKH dissimili; materie plastiche; materie plastiche termoplastiche; poliammide; proprietà meccaniche; prove meccaniche; saldatura ad ultrasuoni; saldatura laser. leghe d’alluminio; misura; parametri di processo; pressione; proprietà meccaniche; saldabilità; saldatura ad ultrasuoni; tempo (durata). Main methods and technological features of welding dissimilar plastics di VOLKOV S.S. «Welding International» Marzo 2008, pp. 193-197. Materiali dissimili; materie plastiche; materie plastiche termoplastiche; pezzi o strati intermedi; proprietà fisiche; proprietà meccaniche; reazioni chimiche; saldabilità; saldatura ad ultrasuoni; saldatura con elementi riscaldanti; scelta; viscosità. Ultrasound welding of synthetic fabric for technical purposes di VOLKOV S.S. «Welding International» Ottobre 2009, pp. 789-795. Industria tessile; materie plastiche; resistenza all’usura; saldabilità; saldatura ad ultrasuoni. Effect of ultrasonic power and bonding force on the bonding strength of copper ball bonds di CHUNJIN H. et al «China Welding» 3 2007, pp. 46-50. Apparecchiature elettroniche; fili; lavorazioni con ultrasuoni; rame; resistenza a taglio; saldatura ad ultrasuoni. A friction-based finite element analysis of ultrasonic consolidation di ZHANG C. e LI L. «Welding Journal» Luglio 2008, pp. 187s-194s. Analisi con elementi finiti; analisi delle tensioni; analisi elasto-plastica; attrito; deformazione plastica; distribuzione della temperatura; lamina; leghe Al-Mn; leghe d’alluminio; modelli di calcolo; proprietà meccaniche; saldatura ad ultrasuoni. Effect of buffer sheets on the shear strength of ultrasonic welded aluminum joints di BABOI M. e GREWELL D. «Welding Journal» Aprile 2009, pp. 86s-91s. Giunti a sovrapposizione; lamierini; leghe Al-Mg; leghe d’alluminio; proprietà meccaniche; resistenza a taglio; saldatura ad attrito; saldatura ad ultrasuoni. Ultrasound contour welding of polymer packages containing food products di VOLKOV S.S. «Welding International» Marzo 2009, pp. 213-218. Imballaggio; industria alimentare; materie plastiche; saldatura ad ultrasuoni. Ultrasonic metal welding process robustness in aluminum automotive body construction applications di HETRICK E.T. et al «Welding Journal» Luglio 2009, pp. 149s-158s. Automobili; carrozzeria di autoveicoli; industria automobilistica; lamierini; laminazione; leghe Al-Mg; leghe AlMg-Si; leghe d’alluminio; proprietà meccaniche; resistenza a taglio; resistenza alla pelatura; saldatura ad ultrasuoni. Ultrasonic welding of heat-treatable aluminium alloy A6061 sheet di WATANABE T. et al «Welding International» Settembre 2009, pp. 633-639. Aspetto; condizioni di processo; durezza; fattori di influenza; frattografia; giunti a sovrapposizione; leghe Al-Mg-Si; Characteristics of the ultrasound building of caprolon di VOLKOV S.S. «Welding International» Febbraio 2010, pp. 154-160. Giunti testa a testa; materie plastiche; penetrazione; poliammide; preparazione dei giunti; proprietà chimiche; proprietà fisiche; proprietà meccaniche; rottura fragile; saldatura ad ultrasuoni; tenacità all’urto. Production and bond strength of similar-titanium ultrasonic welded joints (JIS H4600 Gr. TP340H) di OWA T. et al «Welding International» Marzo 2010, pp. 182-187. Condizioni di processo; condizioni superficiali; distribuzione della temperatura; interfaccia; leghe di titanio; microstruttura; proprietà meccaniche; prove di trazione; prove meccaniche; rugosità; saldabilità; saldatura ad ultrasuoni; saldature a punti; temperatura. Effect of weld tip geometry on ultrasonic welding of A6061 aluminium alloy di WATANABE T. et al «Welding International» Maggio 2010, pp. 336-342. Apparecchiature; aspetto; condizioni superficiali; durezza; fattori di influenza; forma della saldatura; interfaccia; lamierini; laminazione; leghe Al-Mg-Si; leghe d’alluminio; microstruttura; ossidi; parametri di processo; pellicole (strati); pressione; proprietà meccaniche; prove di trazione; saldatura ad ultrasuoni; tempo (durata); tipi di rotture. Effect of fillers and dyes on weldability and service properties of ultrasound-welded joints in plastics di VOLKOV S. S. «Welding International» Settembre 2010, pp. 734-737. Condizioni di servizio; fattori di influenza; giunti saldati; materie plastiche; materie plastiche termoplastiche; polistirene; saldabilità; saldatura ad ultrasuoni. Evaluation of amplitude stepping in ultrasonic welding di BABOI M. e GREWELL D. «Welding Journal» Agosto 2010, pp. 161s-165s. Alta frequenza; controllo della qualità; leghe Al-Mg; leghe d’alluminio; parametri di processo; proprietà meccaniche; saldatura ad ultrasuoni; valutazione; velocità; vibrazione. Microstructure and microtexture evolution of aluminium alloy 3003 under ultrasonic welding process for embedding SiC fibre di ZHENQIANG Z. e GHASSEIMIEH E. Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 301 5LFHUFKH%LEOLRJUDÀFKH «China Welding» Ottobre-Dicembre 2009, pp. 6-9. Carburo di silicio; durata della vita a fatica; fattori di influenza; leghe Al-Mn; leghe d’alluminio; materiali compositi a fibra rinforzata; microstruttura; proprietà meccaniche; resistenza a fatica; saldabilità; saldatura ad ultrasuoni; vibrazione. Improving productivity and quality in plastic and thin metallic plates manufacturing by using ultrasonic welding processes (Melhorando a Produtividade e Qualidade na Fabricação em Plástica e Chapas Finas de Metal por Soldagem por Ultra-Som) di DEHELEAN D. e OANCA O. «Soldagem & Inspecao» Aprile 2009, pp. 344-351. Leghe a memoria di forma; materie plastiche; poliammide; produttività; recipienti in pressione; saldatura ad ultrasuoni. Thermosonic bonding of crossed strip Au bumps di KIM J.H. et al. «Science and Technology of W and J» Settembre-Ottobre 2005, pp. 604-609. Analisi con elementi finiti; apparecchiature elettroniche; circuiti integrati; flip chip bonding; nastro; oro; rugosità; saldatura ad ultrasuoni. Hybrid process for joining - electrical by pressure and with ultrasounds di OANCA O. e SÎRBU N.A. «BID-ISIM» N.3/2007, pp. 27-35. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; apparecchiature; apparecchiature elettroniche; microgiunzione; procedimenti combinati; saldatura a resistenza; saldatura ad ultrasuoni. Joining processes for shape memory alloys - A review di MIRANDA R.M., et al. «BID-ISIM»1 2010, pp. 11-16. Brasatura forte laser; costruzioni civili; industria automobilistica; leghe a memoria di forma; materiali dissimili; proprietà meccaniche; saldabilità; saldatura ad attrito; saldatura ad ultrasuoni; saldatura al plasma; saldatura laser; saldatura TIG. Comparison of control algorithms for ultrasonic welding of aluminum (AA5754-H111) di BABOI M. e GREWELL D. «Welding Journal» Novembre 2010, pp. 243s-248s. Confronti; difetti; leghe Al-Mg; leghe d’alluminio; metallografia; metodi statistici; modelli di calcolo; ottimizzazione; parametri di processo; proprietà meccaniche; resistenza meccanica; saldatura ad ultrasuoni; saldatura in fase solida; tempo (durata); vibrazione. Ultrasonic metal welding of AA 6022-T4 lap joints: Part I - Technological characterisation and static mechanical behaviour di ANNONI M. e CARBONI M. «Science and Technology of W and J» 2 2011, pp. 107-115. 302 Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 5LFHUFKH%LEOLRJUDÀFKH Carico statico; fattori di influenza; giunti a sovrapposizione; lamierini; leghe Al-Mg-Si; leghe d’alluminio; parametri di processo; proprietà meccaniche; resistenza a fatica; saldatura ad ultrasuoni; saldature a punti; sottile. Ultrasonic metal welding of AA 6022-T4 lap joints: Part II - Fatigue behaviour, failure analysis and modelling di CARBONI M. e ANNONI M. «Science and Technology of W and J» 2 2011, pp. 116-125. Analisi con elementi finiti; giunti a sovrapposizione; lamierini; leghe Al-Mg-Si; leghe d’alluminio; meccanica della frattura; resistenza a fatica; rotture di fatica; saldatura ad ultrasuoni; saldature a punti; sottile. Research on adhesive layer depth and frequency in weak interface of bonded structures di ZHAOGUO Q. et al. «Insight» Giugno 2011, pp. 302-306. Acciai; acustica; alluminio; controllo non distruttivo; difetti; incollaggio; materiali dissimili; modelli di calcolo; proprietà meccaniche; rigidità; risonanza; saldatura ad ultrasuoni; titanio. Numerical analysis of deformation and thermal behavior during ultrasonic AI ribbon bonding di SUZUKI S. et al. «Transactions of JWRI» Luglio-Dicembre 2010, pp. 143144. Apparecchiature elettroniche; deformazione; modelli di calcolo; proprietà termiche; saldatura ad ultrasuoni; simulazione. Main welding parameters of ultrasound contour welding of polyethylene vessels di VOLKOV S.S. «Welding International» Novembre 2011, pp. 898-902 Fattori di influenza; materie plastiche; ottimizzazione; parametri di processo; polietilene; proprietà meccaniche; recipienti in pressione; saldatura ad ultrasuoni; tempo (durata); tubi. Ultrasound welding of cylindrical components made of polyamide 610 di VOLKOV S.S. «Welding International» Gennaio 2012, pp. 54-57. Condizioni di processo; involucri cilindrici; materie plastiche; microgiunzione; poliammide; saldabilità; saldatura ad ultrasuoni; scelta. Environmentally friendly low temperature solid state micro-joining di TAKAHASHI Y. e MAEDA M. «Transactions of JWRI» Gennaio-Giugno 2011, pp. 1-7. Apparecchiature elettroniche; bagnabilità; bassa temperatura; brasatura dolce; componenti; flip chip bonding; microgiunzione; modelli di calcolo; montaggio superficiale; saldatura ad ultrasuoni; saldatura in fase solida; semiconduttori; simulazione. 5LFHUFKH%LEOLRJUDÀFKH Rivista Italiana della Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2012 303 Elenco degli Inserzionisti -----------234 -255 --256 147 -2a di copertina --4a di copertina -------274 -------285 ----------286 -----175 -----209 233 --- 264 272 ---Controcopertina+162 ------196 --246 ---263 ----188 --152 -269 195 ACS ACAI AEC TECHNOLOGY AIPND AIR LIQUIDE WELDING ANASTA ANDIT AUTOMAZIONE AQM ASG Superconductors ASSOMOTORACING BERKENHOFF BIT BÖHLER WELDING GROUP ITALIA CAPILLA CEA CEBORA CGM TECHNOLOGY COM-MEDIA COMMERSALD DRAHTZUG STEIN DVC - DELVIGO COMMERCIALE EDIBIT EDIMET ESAB SALDATURA ESARC ETC OERLIKON EUROCONTROL F.B.I. FABTECH CONSULTING ENGINEERS FIERA ACCADUEO FIERA AFFIDABILITA’ & TECNOLOGIE FIERA AIRET FIERA ALUMINIUM/COMPOSITES EUROPE FIERA ALUMOTIVE FIERA BIAS FIERA BIMEC FIERA BI-MU FIERA BIMU-MED FIERA DI ESSEN FIERA EUROBLECH FIERA EXPOLASER FIERA EXPOMECCANICA FIERA LAMIERA FIERA LASER WORLD OF PHOTONICS FIERA MCM FIERA MECSPE FIERA METEF FIERA MOTORSPORT EXPOTECH FIERA QUALITY DAY FIERA SAMUMETAL FIERA SEATEC FIERA TEKNOMOTIVE FIERA VENMEC FIMER FONDAZIONE ALDINI VALERIANI G.E.INSPECTION TECHNOLOGIES GILARDONI HARMS & WENDE HENKEL ITALIA HYPERTHERM Europe B.V. IGUS INE ITW LANSEC ITALIA LINCOLN ELECTRIC ITALIA LINK INDUSTRIES MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS MEDIAVALUE MESSER ITALIA NDT ITALIANA OLYMPUS ITALIA ORBITALUM TOOLS OXYTURBO PUBLITEC REMASALD RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE RIVISTA TECN’È RIVISTA U & C RIVOIRA SAF - FRO SALTECO SANDVIK ITALIA SAPIO SELCO SE.MAT SEMAT EQUIPMENT SIAD SIGMA INTERNATIONAL SIGMATEK SINCOSALD TECNOELETTRA TECNOMECCANICA TELWIN THERMADYNE ITALIA TQM TRAFILERIE DI CITTADELLA TRAFIMET DISTRIBUTION Viale Abruzzi, 66 – 20131 MILANO Via Leonardo Da Vinci, 17 - 26013 CAMPAGNOLA CREMASCA (CR) Via A. Foresti, 5 - 25127 BRESCIA Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA Via G. Tarra, 5 - 20125 MILANO Via Privata Casiraghi, 526 – 20099 SESTO SAN GIOVANNI (MI) Via Edison, 18 - 25050 PROVAGLIO D’ISEO (BS) Corso F.M. Perrone, 73r - 16152 GENOVA Via Tanari, 68/a – 40024 CASTEL S. PIETRO TERME (BO) Berkenhoffstrasse, 14 – 35452 HEUCHELHEIM (Germania) Via Trieste, 33 – 31016 CORDIGNANO (TV) Via Palizzi, 90 - 20157 MILANO Via per Telgate – Loc. Campagna – 24064 GRUMELLO DEL MONTE (BG) Corso E. Filiberto, 27 - 23900 LECCO Via A. Costa, 24 - 40057 CADRIANO DI GRANAROLO (BO) Via Adda, 21 - 20090 OPERA (MI) Via Serio, 16 - 20139 MILANO Via Bottego, 245 - 41126 COGNENTO (MO) Talstraße, 2 - 67317 ALTLEININGEN (Germania) Località Cerri - 19020 CEPARANA DI FOLLO (SP) Via Cà dell’Orbo, 60 - 40055 CASTENASO (BO) Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) Via Novara, 57/59 - 20010 BAREGGIO (MI) Via Cadibona, 15 - 20137 MILANO Via Vo’ di Placca, 56 - 35020 DUE CARRARE (PD) Zona Industriale – 89811 PORTO SALVO (VV) Via Isonzo, 26 – 20050 SAN DAMIANO DI BRUGHERIO (MB) Via Rimembranze, B-1/2 – 33033 CODROIPO (UD) c/o BOLOGNAFIERE – Piazza Costituzione, 6 - 40128 BOLOGNA c/o A & T – Via Palmieri, 63 – 10138 TORINO Via Monte Grappa, 16 - 40121 - Bologna c/o PROMOEVENTS – Via Privata Pomezia, 10/A – 20127 MILANO c/o ADExpo - Viale della Mercanzia, 142 Centergross - 40050 FUNO DI ARGELATO (BO) c/o FIERA MILANO RASSEGNE – Piazzale Carlo Magno, 1 – 20149 MILANO c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Via Vincenzo Monti, 8 – 20123 MILANO Mack Brooks Exhibitions Ltd Romeland House Romeland Hill St Albans Herts AL3 4ET UK c/o PIACENZA EXPO - S.S. 10 Loc. Le Mose - 29122 PIACENZA c/o CENTRO FIERA – Via Brescia, 129 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o MONACOFIERE – Via Bernardo Rucellai, 10 – 20126 MILANO c/o EIOM – Viale Premuda, 2 – 20129 MILANO c/o SENAF - Via Eritrea, 21/A - 20157 MILANO c/o ALFIN EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o MODENA ESPOSIZIONI – Viale Virgilio, 58/B – 41123 MODENA c/o TECNA EDITRICE – Viale Adriatico, 147 – 00141 ROMA c/o PORDENONE FIERE - Viale Treviso, 1 - 33170 PORDENONE c/o CARRARAFIERE - Viale Galileo Galilei, 133 – 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o ALFIN EDIMET – Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o PADOVAFIERE – Via N. Tommaseo, 59 – 35131 PADOVA Via Brigatti, 59 – 20050 RONCO BRIANTINO (MB) Via Bassanelli, 9/11 – 40129 BOLOGNA Via Grosio, 10/4 - 20151 MILANO Via A. Gilardoni, 1 - 23826 MANDELLO DEL LARIO (LC) Grossmoorkehre, 9 – 21079 HAMBURG (Germania) Via Amoretti, 78 – 20157 MILANO Vaartveld, 9 – 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Via delle Rovedine, 4 - 23899 ROBBIATE (LC) Via Facca, 10 - 35013 CITTADELLA (PD) Via Privata Iseo, 6/E - 20098 S. GIULIANO MILANESE (MI) Via Bizet, 36/N - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Via Fratelli Canepa, 8 - 16010 SERRA RICCO’ (GE) Ponte Morosini, 49 – 16126 GENOVA Corso Buenos Aires, 8 - Corte Lambruschini - 16129 GENOVA Via Domenichino, 19 – 20149 MILANO Via Cav. V. Tedeschi, 1 – 10036 SETTIMO TORINESE (TO) Via del Lavoro, 28 - 20863 CONCOREZZO (MB) Via Modigliani, 45 – 20090 SEGRATE (MI) Josef-Schüttler-Strasse, 17 - 78224 SINGEN (Germania) Via Serio, 4/6 – 25015 DESENZANO (BS) Via Passo Pordoi, 10 – 20139 MILANO Via Strada dei Campi, 11 – 20058 VILLASANTA (MB) Via Rosellini, 12 - 20124 MILANO c/o OPEN FACTORY EDIZIONI – Via Bernardo Rucellai, 10 – 20126 MILANO c/o MEDIAVALUE - Via Domenichino, 19 – 20149 MILANO Via C. Massaia, 75/L – 10147 TORINO Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA S.P. Rivoltana, 35/b - 20090 LIMITO DI PIOLTELLO (MI) Via Varesina, 184 - 20156 MILANO Via Silvio Pellico, 48 – 20900 MONZA Via Palladio, 19 - 35010 ONARA DI TOMBOLO (PD) Via Monte Rosa, 81/A - 20862 ARCORE (MB) Via Aurelia, 884 – 00165 ROMA Via S. Bernardino, 92 - 24126 BERGAMO Via Mazzini, 2/A – 24066 PEDRENGO (BG) Via Mario Nantiat, 19/A – 12066 MONTICELLO D’ALBA (CN) Via della Fisica, 26/28 – 20864 AGRATE BRIANZA (MB) Via Nazionale, 50a - 70 – 23885 CALCO (LC) Via della Borsa, 11 – 31033 CASTELFRANCO VENETO (TV) Via della Tecnica, 3 - 36030 VILLAVERLA (VI) Via Bolsena, 7 – 20098 SAN GIULIANO MILANESE (MI) Via M. Macchi, 42 – 20124 MILANO Via Mazzini, 69 – 35013 CITTADELLA (PD) Via del Lavoro, 8 – 36020 CASTEGNERO (VI) Maggiore tasso di deposito? Minore apporto termico? Maggiore velocità di saldatura? Minori consumi? Perché non tutto? Perché non ICE™? Una tecnologia rivoluzionaria per aumentare la produttività e ridurre i costi La tecnologia ICE™ (brevetto ESAB) è contemporaneamente semplice e geniale. ICE™ utilizza il calore eccedente generato dal procedimento di saldatura ad arco sommerso per fondere un filo supplementare non alimentato (Integrated Cold Electrode). 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