L’itinerario proposto permetterà di conoscere un centro della cui antichissima storia, che talvolta sfuma nella leggenda, sono rimasti i suggestivi reperti che si trovano all’interno del complesso abbaziale, ma anche negli Sommario immediati dintorni. Introduzione L’Abbazia benedettiLa Storia na di Sesto al ReL’Abbazia ghena è oggi una del- La Porta d’entrata a Sesto La Natività le più straordinarie Itinerario Artistico testimonianze altomedievali che si Itinerario Natur. possano trovare in Italia. Informazioni I reperti archeologici all’esterno In Breve: dell’edificio, i preziosi affreschi al Itinerario Citsuo interno e la cripta meritano tadino introduzione A cura di Daniela De Prato Sesto al Reghena www.vivinfvg.it Ass.ne Vivin FVG S.F. 07 Pagina 2 www.vivinfvg.it www.vivinfvg.it senza dubbio di essere ammirati; le chiesette che si trovano nelle vicine frazioni e le ville storiche completano l’escursione. Se poi si sceglie di visitare Sesto nel periodo natalizio, si può anche assistere alla suggestiva rappresentazione della natività, un presepio vivente i cui preparativi coinvolgono l’intero paese. I più antichi ritrovamenti arLa Storia cheologici risalgono all’epoca preromana: tanto indietro, infatti, occorre risalire per giungere alle origini di questo paese. Il toponimo “Sesto”, tuttavia, riconduce chiaramente all’epoca romana, quando questo centro era una “Statio”, ossia un posto miL’Archittettura che meraviglia litare situato in corrispondenza del sesto miliario della strada che collegava Concordia al Norico. Il suo momento di massimo prestigio è da ricercarsi nel Medioevo, all’epoca della dominazione longobarda: già nella prima metà del- fossati. Con il diploma del 967 l’Imperatore Ottone I (Scheda 02) donò l’Abbazia al Patriarcato di Aquileia: i circa quattrocento anni che seguirono furono quelli del suo massimo splendore, durante i quali cinquanta tra ville e castelli sparsi in Veneto, Friuli e Istria dipendevano da lei. Nel XV secolo, e in particolare con la conquista del Friuli da parte della Repubblica di Venezia nel 1420, ha inizio un periodo di decadimento per l’Abbazia di Sesto. A partire dal 1441 Venezia affidò l’Abbazia in commenda (cioè in amministrazione) a dei prelati secolari che non risiedevano neppure a Sesto: questo aggravò notevolmente lo stato di abbandono del luogo. Nel 1790 beni, giurisdizioni e diritti vennero addirittura messi all’asta. Nel 1818 la giurisdizione religiosa passò a Concordia e nel 1921 la Santa Sede le riconobbe Pagina 3 Pagina 4 www.vivinfvg.it l’VIII secolo venne fondata, sulla sponda occidentale del fiume Reghena, l’Abbazia di S. Maria in Sylvis, così chiamata perché allora era immersa in un fitto bosco, dal latino “silva”. Dall’interpretazione di un prezioso documento nonantoliano (Scheda 01), si è poi scoperto che il 3 maggio 762 i fratelli Erfo, Anto e Marco, figli del duca longobardo Pietro, avrebbero Uno scorcio di Sesto fatto alla stessa Abbazia una cospicua donazione, alla quale sarebbero seguite quelle di Carlo Magno, Lotario, Berengario. Nell’899 l’Abbazia venne quasi completamente distrutta a seguito della devastante invasione degli Ungheri, ma tra il 960 e il 965 l’Abate Adalberto II iniziò l’opera di ricostruzione. Si accrebbe così la sua potenza non solo sul piano religioso, ma anche su quello politico, tanto da assumere l’aspetto di castello medioevale con il suo sistema difensivo formato da torri e www.vivinfvg.it Pagina 5 Pagina 6 Pagina 7 www.vivinfvg.it può ammirare un’originalissima raffigurazione medievale della morte, con le così dette “Danze Macabre”, l’”Incontro dei tre vivi con i tre morti”. Secondo una leggenda di origine orientale, tre principi a cavallo incontrarono un giorno un eremita che mostrò loro tre sepolcri aperti, ognuno con un cadavere. Ai tre, terrorizzati, i morti dai sepolcri dissero: “Ciò che voi siete noi eravamo; ciò che noi siamo voi sarete”. All’interno della chiesa si trovano i pezzi più significativi, affreschi di chiara scuola giottiana. Di particolare significato il Lignum Vitae, scena simbolica dell’albero mistico realizzata probabilmente tra il 1324 e il 1336 da un maestro che probabilmente fu tra gli aiutanti di Giotto nella realizzazione della Cappella degli Scrovegni. Nella Cripta, oltre ad una Annunciazione di fine Duecento, merita di essere ammirato il Vesperbild (Pietà), scultura di ispirazione nordica,e infine la splendida Urna di Sant’Anastasia, formata con i resti di una cattedra di cui facciata si conservano gli stemmi affrescati di cinque abati commendatari. Ancora visibili, a questo punto, sono i ritrovamenti delle mura perimetrali del primitivo edificio abbaziale dell’VIII secolo. Accanto a questi resti sorge l’attuale Abbazia di S. Maria in Sylvis. ta sopra il portale, copre in parte un altro affresco, S. Benedetto che tiene legato il drago. Altri affreschi si possono ancora vedere nella loggetta di sinistra. L’interno dell’edificio presenta una struttura molto particolare. Varcando il portale si accede ad un vasto atrio, con uno splendido soffitto quattrocentesco a travature scoperte, dalle pareti interamente affrescate: si tratta di un ciclo pittorico dal significato allegorico, che raffigura San Michele arcangelo che pesa le anime consegnando quelle buone agli angeli del paradiso, mentre sulla sinistra si vede l’Inferno con i dannati e Lucifero dalle ali aperte. L’autore di questi dipinti fu, intorno al 1490, Antonio da Firenze con i suoi allievi. Dal vestibolo si accede, sulla destra, alla Sala delle Udienze, un tempo refettorio degli abati, oggi adibita a pinacoteca. Da qui si passa all’atrio romanico, suggestivo ambiente in cui si www.vivinfvg.it La visita a Sesto L’Abbazia Si tratta di una grande e complessa costruzione che probabilmente ha subito delle modifiche nel corso del tempo: ad esempio, la facciata doveva essere originariamente liscia, oggi invece presenta una scala con balaustra che conduce al piano superiore. Prima di entrare, meritano attenzione gli affreschi che si trovano all’esterno: quello dell’Arcangelo Gabriele della metà del XVIII secolo, nella lunet- Pagina 8 www.vivinfvg.it infine nuovamente il titolo di Abbazia. La visita a Sesto: Giunti a Sesto, si accede alla piazza dell’abbazia passando sotto un robusto torrione d’ingresso, detto ”del ponte levatoio”, unico superstite delle sette torri erette a difesa delle mura costruite dopo le distruzioni degli Ungari, quando l’intero complesso fu riedificato. Oggi il torrione è sede della Biblioteca Civica. Ci si trova subito di fronte alla massiccia torre vedetta del 1050 circa, alta più di 33 metri e scandita da lesene (Scheda 03), successivamente trasformata in campanile. A sinistra si può vedere la cancelleria abbaziale, un edificio dall’ampia facciata di sapore romanico che oggi è adibito a Scuola per l’Infanzia. A destra, invece, si trova l’antica residenza degli abati, oggi sede municipale, sulla Il Complesso Abbaziale www.vivinfvg.it figuranti: si tratta di un grande lavoro che unisce la piccola comunità di Sesto, che conta meno di 2000 abitanti. Pagina 11 www.vivinfvg.it Itinerario naturalistico sul territorio E’ possibile effettuare anche un itinerario lungo un percorso che dal centro di Sesto conduce attraverso le frazioni: è percorribile a piedi o in bicicletta, e permette di osservare un paesaggio interessante per la varietà della flora e fauna autoctone e per la presenza di numerosi corsi d’acqua e olle di risorgiva, tipicità questa delle aree umide della bassa pianura friulana. Partendo dal centro storico di Sesto, lasciata l’Abbazia alle spalle, si svolta a destra per via Giotto di Bondone; quindi, arrivati al canale Re- L’acqua è omnipresente ghena, si accede ai Prati Burovich, prati stabili di proprietà della Provincia di Pordenone, testimonianza delle sistemazioni agrarie effettuate tra il Settecento e l’Ottocento. Ritornati in centro, da piazza Aquileia si pro- Pagina 9 Pagina 10 Itinerario artistico sul territoL’Arte rio Sul territorio di Sesto al Reghena si trovano alcune chiesette di un certo interesse dal punto di vista artistico: nella parrocchiale di Bagnarola si può ammirare, ad esempio, una Deposizione realizzata nel 1540 circa da Pomponio Amalteo, uno degli artisti La Chiesa più significativi del Cinquecento friulano. A Mure vi è la bella Chiesetta secentesca di S. Marco;a Ramoscello si trova Villa Freschi Piccolomini, dall’imponente facciata, mentre nel paese di Sesto si trova Villa Fabris, mirabilmente affrescata. La Natura www.vivinfvg.it suggestiva cornice del parco dell’Abbazia si mette in scena questa tradizione. Dal 2000 la manifestazione, giunta oggi alla 16ma edizione, ha cadenza annuale. Ogni Madonna con Cristo anno si propone un titolo, che dà l’impronta alla rappresentazione: per il 2006 il titolo scelto è “Gesù, una storia d’amore con l’umanità”. Informazioni Nei giorni precedenti le due rappresentazioni, che hanno luogo tradizionalmente nella notte della Vigilia di Natale, dalle 22 alle 2, e il pomeriggio di Santo Stefano, dalle 16 alle 19, nel Parco vengono installate una “casetta”, un rifugio, un recinto; nella Sala dell’Oratorio si preparano i costumi; si costruiscono gli scenari e si preparano le luci che illumineranno la strada alla Sacra Famiglia, interpretata tradizionalmente da una coppia di sposi del paese e da un bimbo scelto tra i nati nell’anno. Le due serate vedono coinvolti, nel complesso, non meno di 200 Pagina 12 www.vivinfvg.it marmo greco, databile all’VIII secolo. Sesto al Reghena nel periodo Natalizio Nel periodo natalizio l’intero paese di Sesto al Reghena si mobilita per la realizzazione di un imponente presepio vivente nei cui preparativi si uniscono, idealmente, elementi della tradizione pagana e della cultura cristiana. Nell’antica Roma, infatti, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre si usava accendere grandi falò per aiutaLa Rappresentazione re il sole nella lotta contro le tenebre (sono questi, infatti, i giorni più brevi dell’anno). Per questo motivo, il simbolo della luce che sconfigge le tenebre, nel IV secolo la Chiesa scelse questa data per festeggiare la nascita di Gesù. Dalla metà degli anni Ottanta, dunque, nella La Rappresentazione della Natività Scheda 01 Pag. 3 Sentiero famiglia adatto anche alle scuole Pagina 15 www.vivinfvg.it IMPERATORE OTTONE I Ottone I è stato il primo Imperatore del Sacro Romano Impero, dal crollo dell’Impero carolingio. Nato in Sassonia, ne fu re dal 936 al 962, quindi fu incoronato imperatore e regnò fino alla sua morte, avvenuta nel 973. Alla morte di Carlomagno (814), l'Impero si smembrò in varie regioni che si resero indipendenti costituendo ognuna uno stato a sé. Sorse così, nel 888, il Regno di Germania. L'area germanica era divisa in potenti ducati: Sassonia, Franconia, Baviera, Lorena. Fra tanti feudatari Enrico I di Sassonia si era però distinto per aver saputo fronteggiare validamente le minacce degli Slavi e degli Ungari; a fronte del suo valore, perciò, gli altri feudatari accettarono la successione al trono del figlio Ottone I. Egli scese in Italia, forse per invito di Adelaide, defraudata nei suoi diritti da Be- www.vivinfvg.it IL DOCUMENTO NONANTOLIANO re quelli legati alla vita monastica ed alle abbazie italiane. Pagina 13 Pagina 14 Il termine “nonantoliano” si riferisce a Nonantola, paese in provincia di Modena ove sorge un’antica abbazia, fondata dal longobardo Anselmo, cognato di re Astolfo, nell’ottavo secolo. Negli anni successivi la sua imporIl Documento tanza si accresce di pari passo con il numero di monaci che vi risiedono (oltre mille dopo nell’undicesimo secolo). L’abbazia fu un vivissimo centro culturale, in particolare perché i monaci svolgevano un’intensa attività di produzione e trascrizione di codici miniati. Il suo archivio di documenti, bolle, codici e pergamene è dunque un’importante fonte di notizie storiche relative agli avvenimenti storici di quei secoli, in particolaScheda 02 Pag. 4 www.vivinfvg.it ti. Il percorso si conclude nella frazione di Ramoscello, che si raggiunge percorrendo via Monte Santo e via Piramidi, fino a giungere all’incrocio con la Strada Statale, attraversata la quale si imbocca via Freschi che porta alla Villa omonima. Informazioni Per arrivare a Sesto 1. In auto: autostrada A4 Venezia-Trieste, uscita Portogruaro, direzione PN 2. In treno: linea Venezia-Trieste stazione Portogruaro-Caorle Informazioni turistiche Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica Piazza Castello n. 5, 33079 Sesto al Reghena (PN) - Tel. 0434 699701 Orari: da martedì a venerdì 8.30 – 13.00 / 15.00- 19.00 Sabato e domenica 15.00 / 19.00 - Infopoint - Piazza Castello n. 5, 33079 Sesto al Reghena (PN) Tel./fax 0434 699134 (con segreteria)- Pro Loco Sesto Sito web: www.prosesto.org Pagina 16 www.vivinfvg.it segue per via Zanardini, si percorre via Levada per circa 1,2 km e si svolta a sinistra in via Piave, imboccando a destra, dopo circa 300 metri, una strada campestre ciclabile e pedonale, memoria di un’antica strada romana, fino al guado sulla roggia Versiola, oltrepassato il quale appare la chiesetta di S. Pietro Si percorre via S. Pietro, si attraversa la strada e si prosegue in via Stalis superando il ponte sul fiume Lemene che lambisce un isolotto dov’è ubicato l’antico Mulino di Stalis. Si continua percorrendo la strada bianca fino alla Fontana di Venchieredo, area attrezzata per una sosta in mezzo alla natura. Da qui si riparte verso la località Casette, fiancheggiando il lago Paker; all’incrocio si svolta a sinistra, si prosegue per circa 1 km fino a trovare sulla sinistra via Siega. In questo borgo si trova uno dei rari esempi di antica segheria (XVIII sec.) che conserva ancora le originarie attrezzature per la lavorazione del legno. Si prosegue immettendosi in via Borgo di Sotto e svoltando a destra si arriva al centro della frazione Bagnarola, dove si trova la Chiesa di Tutti i San- rengario II; forse la liberò dalla prigionia, o forse la giovane riuscì a fuggire e a raggiungerlo, il fatto non è certo. Certo è che i due si sposarono il giorno di Natale del 951 presso Pavia, che Ottone aveva liberato da Berengario, cingendosi con la corona di Re d'Italia. Dopo un decennio di lotte contro i propri feudatari e contro le incursioni degli Ungari, Ottone I tornò nuovamente in Italia e a Roma ricevette la corona imperiale (962) dalle mani del Papa. L’Imperatore Ottone I Ottone I fu un grande Imperatore e la sua vittoria sugli Ungari gli diede grande prestigio come difensore della CriPopereacco stianità. Egli ridusse l'incontrastato potere dei feudatari o sostituendoli o spezzando i loro feudi e concedendo il governo delle città e di molte terre ai vescovi (vescovi-conti). In questo modo l'Imperatore riusciva a garantire Pagina 17 www.vivinfvg.it Pagina 18 www.vivinfvg.it ——— ——— www.vivinfvg.it l’unità dell’Impero, poiché alla morte dei vescovi, non potendo essi avere figli legittimi, il feudo tornava nelle sue mani, mentre con i feudatari laici, che avevano il diritto di trasmettere alla loro morte il feudo in eredità ai propri figli, l'Imperatore veniva a perdere ogni effettiva autorità sul feudo stesso. In seguito, Ottone I volle regolare i rapporti tra Chiesa e Impero con il famoso Privilegio Ottoniano secondo cui riconosceva al papa la sovranità sulle terre dello Stato Pontificio e tutte le donazioni fatte; però si riservava di controllare e confermare l'elezione del Papa. Quindi, il Sacro Romano Impero Germanico che nasceva con Ottone I e che il Papa Giovanni XII sanzionava con l'incoronazione di Ottone in Roma (febbraio 962), differiva dal Sacro Romano Impero Carolingio non solo per la nazionalità dell'imperatore e per la diversità del territorio, ma anche e soprattutto per i diversi rapporti Scheda 03 tra Chiesa e Impero. La Pag. 5 Chiesa era, infatti, di fatto dipendente dalla volontà dell'Imperatore Ass.ne Vivin FVG ——— ——— ————————— —————————————————–——— ————————————————————— ————————————————————— ————————————————————— ————————————————————— ————————————————————— ————————————————————— ————————————————————— ————————————————————— ————————————————————— Pagina 19 Pagina 20 www.vivinfvg.it LA LESENA La lesena è un elemento architettonico consistente in un pilastro o una colonna tagliati nel senso dell'altezza e appoggiati contro una parete (infatti si parla anche di semipilastri o semicolonne). Di colonne e pilastri segue gli schemi decorativi, con base, capitello, talvolta scanalature, ma la Persereano sua funzione è sempre solo La Leseena decorativa. Si differenzia dalla parasta infatti poiché quest'ultima, sebbene di forma analoga, ha anche una funzione strutturale. Viene spesso impiegata nella decorazione esterna degli edifici, in special modo per le facciate delle chiese oppure come contorno decorativo di una finestra. Note: ——————————————————