Quali fattori impediscono la conciliazione vitalavoro per le donne che lavorano?










1
Rete dei servizi inadeguata (asili nido, scuole materne, case di cura per
anziani, servizi territoriali per la cura degli anziani, ecc.) 18%
Organizzazione del lavoro non adeguata alla conciliazione (orari rigidi,
ecc.) 15%
Politiche per la famiglia poco incisive o inadeguate 14%
Divisione ancora molto rigida dei ruoli all'interno della famiglia 11%
Sovraccarico del lavoro domestico e di cura per le donne 10%
Utilizzo del congedo parentale ostacolato dai datori di lavoro o da altre
cause (bassa remunerazione, scarsi incentivi, ecc) 10%
Bassa diffusione del contratto di lavoro part-time 9%
Bassa spesa sociale 6%
Crisi delle reti di solidarietà parentali e amicali 5%
Mancanza di un congedo di paternità proprio dei padri 3%
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
CONCILIAZIONE TRA VITA
PROFESSIONALE E VITA
FAMILIARE
“L’introduzione di sistemi che prendono in
considerazione le esigenze della famiglia, di congedi
parentali, di soluzioni per la cura di bambini e degli
anziani, e lo sviluppo di un contesto e di
un’organizzazione lavorativi tali da agevolare la
conciliazione delle responsabilità lavorative e di
quelle familiari per le donne e gli uomini.”
Da “100 parole per la parità”, Commissione Europea, Occupazione e Affari
Sociali Parità fra le donne e gli uomini, 1998
2
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Il percorso definitorio del concetto di
conciliazione
Tre tappe fondamentali:
1.
anni 60/70: rilevante ingresso delle donne nel lavoro salariato;
introduzione del termine di conciliazione nel dibattito socio-politico
con specifica caratteristica riferita al genere femminile;
2.
metà anni 70: divulgazione del dibattito sulla parità delle donne, dal
lavoro alla vita privata e affermazione del concetto di genere;
aumento della presenza femminile nel mercato del lavoro; presenza
dei movimenti femminili e femministi che operano attivamente per la
legge di parità, per il diritto al divorzio e all’aborto. Il termine
conciliazione viene sostituito con “condivisione dei diritti e delle
responsabilità”.
3.
anni 90: ritorno al tema della conciliazione come leva su cui agire a
livello legislativo per favorire una maggior presenza delle donne nel
mercato del lavoro.
3
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Origini in ambito comunitario…
La Carta Comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori
(e delle lavoratrici) del 09 dicembre 1989, afferma che “deve essere
garantita la parità di trattamento tra gli uomini e le donne. A tal fine, è
conveniente intensificare, laddove sia necessario, le azioni destinate a
garantire la realizzazione della parità tra uomini e donne, in particolare per
quanto riguarda l’accesso all’ occupazione, la retribuzione, le condizioni di
lavoro, la sicurezza sociale, l’istruzione, la formazione professionale e il
progresso nella carriera professionale. E’ conveniente altresì che
vengano sviluppate misure che permettano agli uomini e alle donne
di conciliare più facilmente i loro impegni professionali e familiari”;
La prima Raccomandazione che consente agli uomini e alle
donne di conciliare le loro responsabilità professionali con le
responsabilità familiari ed educative derivanti dalla custodia di bambini è
la 92/241/CEE sulla custodia dei bambini che punta a stimolare
gradualmente iniziative
4
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Dalla promozione
all’affermazione dei diritti
Direttiva 96/34/CE del Consiglio dell’Unione Europea del 03 giugno
1996:
è frutto del primo accordo quadro sindacale europeo tra la
Confederazione europea dei sindacati (CES), gli imprenditori privati
(UNICE) e gli imprenditori pubblici (CEEP) sul congedo parentale
del 14 dicembre 1995.
Prevede un congedo parentale di almeno tre mesi per i figli fino ad
otto anni e considera il congedo un diritto individuale tanto della
madre quanto del padre.
Questa direttiva e stata recepita in Italia con la Legge 53/2000.
La
5
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Dalla promozione
all’affermazione dei diritti
Direttiva 97/81/CE Lavoro part-time
La direttiva recepisce l’accordo quadro siglato dalle
parti sociali CES – UNICE – CEEP il 6 giugno 1997 e
si propone di facilitare il part-time su base volontaria,
eliminando gli ostacoli alla sua diffusione,
migliorandone la qualità ed evitando le discriminazioni
per chi lavora a tempo parziale.
Questa direttiva è stata recepita in Italia con il Decreto
Legislativo n. 61 del 25/2/2000.
6
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
La conciliazione nei 5 Programmi comunitari
per la promozione delle P.O. tra il 1982 e il 2006
1982-1995
1982-1985)
Primo programma comunitario per la promozione
della pari opportunità per le donne: afferma che è necessario
adottare misure supplementari e complementari nella forma di
"azioni positive" in vari campi.
(1986-1990) Secondo programma comunitario a medio
termine per le donne amplia la portata della parità di
opportunità a nuove sfere di azione positiva nella formazione,
nelle nuove tecnologie, nella conciliazione della vita
professionale e della vita familiare e nello sviluppo locale. È
in questo programma che emerge l’individuazione della
conciliazione come azione positiva
7
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
La conciliazione nei 5 Programmi comunitari
per la promozione delle P.O. tra il 1982 e il 2006
1982-1995
(1991-1995)
Terzo
programma
di
azione
comunitaria a medio termine per la pari
opportunità tra donne e uomini promuove una
strategia di azione più integrata e più globale. Il 1995 è
un anno importante per le donne perché si è svolta la
Quarta Conferenza mondiale delle donne di Pechino
dove peraltro le politiche di mainstreaming hanno
avuto un impulso molto forte
8
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
La conciliazione nei 5 Programmi comunitari
per la promozione delle P.O. tra il 1982 e il 2006
1982-1995
(1996-2000)
Quarto programma di azione per la parità di
opportunità tra le donne e gli uomini dove viene caldeggiata
una politica di conciliazione di vita familiare e lavorativa
attraverso l’attivazione di misure concrete; si concentra sul
principio del mainstreaming, per sviluppare negli Stati membri
metodi, strategie, modelli e studi mirati ad integrare la dimensione
della parità di opportunità nel complesso delle politiche e delle
azioni.
9
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
La conciliazione nei 5 Programmi comunitari
per la promozione delle P.O. tra il 1982 e il 2006
1982-1995
In
questo periodo la Risoluzione del 29/6/2000
concernente la partecipazione equilibrata delle donne
e degli uomini all’attività professionale e alla vita
familiare trasferisce il concetto di partecipazione
equilibrata di uomini e donne dall’ambito
decisionale a quello familiare.
10
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Consiglio Europeo Straordinario di Lisbona (23-24
marzo 2000)
Il Consiglio europeo Straordinario di Lisbona (23-24 marzo 2000) - e
successivamente il Consiglio Europeo di Barcellona (15-16 marzo
2002) - si pone come priorità l’enunciazione degli obiettivi per l’Europa, da
raggiungere entro il 2010, per promuovere la crescita e lo sviluppo
economico, mantenendo e migliorando il sistema di welfare attuale. In
particolare il vertice ha individuato come obiettivo “ favorire tutti gli
aspetti della parità di opportunità con riduzione della segregazione
occupazionale
e
promozione
della
conciliazione
vita
professionale/vita familiare con il miglioramento dei servizi per
l’assistenza all’infanzia”. In particolare, si punta al raggiungimento di un
tasso di occupazione femminile del 60% (70% quello totale),
all’incremento di servizi per l’infanzia per bambini al di sotto dei tre anni
(33% del totale) e tra i tre e i sei anni (90 % del totale);
11
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Consiglio europeo di Bruxelles (23-24 marzo 2006)
Il Consiglio europeo di Bruxelles del 23-24 marzo 2006 ha tra i
suoi scopi l’impegno ad attuare politiche che “promuovano
l’occupazione delle donne e assicurino un migliore
equilibrio tra vita professionale e familiare”33,
proponendosi di raggiungere gli obiettivi stabiliti nel marzo 2002
al Consiglio europeo di Barcellona. Accanto a questi
orientamenti si dispone la nuova Strategia Quadro per le Pari
Opportunità tra donne e uomini con la definizione della Road
Map per la parità 2006-2010.
12
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
La Road Map






13
La Road Map delinea sei ambiti d’azione:
Una pari indipendenza economica per le donne e gli
uomini,
l’equilibrio tra attività professionale e vita privata,
la pari rappresentanza nel processo decisionale,
l’eradicazione di tutte le forme di violenza fondate sul
genere, l’eliminazione di stereotipi sessisti,
la promozione della parità tra i generi nelle politiche
esterne e di sviluppo.
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Si approda così………
Decisione n. 771/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
relativa all'Anno europeo della parità di opportunità per tutti (2007),
verso una società più giusta.
 Decisione n. 1672/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 24 ottobre 2006, che istituisce un programma comunitario per
l'occupazione e la solidarietà sociale Progress
Sezioni del programma :
1.
Occupazione
2.
Protezione sociale e inclusione sociale
3.
Ambiente e condizioni di lavoro
4.
Diversità e lotta contro discriminazione
5.
Parità fra uomini e donne
 Regolamento (CE) n. 1922/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio istituisce un Istituto europeo per l'uguaglianza di genere che
Rosa
M. Amorevole - La Spezia
inizierà la propria attività al massimo il 19 gennaio
2008.

14
9/2/2009
Si approda così………

15
Regolamento (CE) n. 1922/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio istituisce un Istituto europeo per l'uguaglianza di genere che
inizierà la propria attività al massimo il 19 gennaio 2008.
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ‘40-’60
1945 Il diritto di voto è esteso alle donne (d. l. luogotenenziale
n.23)
1947 L’art. 37 della Costituzione: “La donna lavoratrice ha gli
stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che
spettano al lavoratore”.
1950 Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri (l. 860
detta “legge Noce”). Divieto di licenziamento e di svolgimento di
lavori pesanti durante la gravidanza e l’allattamento (l. 986).
1956 Sancito il principio della parità di retribuzione tra uomini e
donne (l. 741), in applicazione della Convenzione Ilo n.100 del
1951.
16
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ‘40-’60
1960 Un accordo interconfederale e non una legge elimina dai
contratti collettivi nazionali di lavoro le tabelle remunerative
differenti per uomini e donne.
1963 Divieto di licenziamento delle lavoratrici (l.7) per causa di
matrimonio e 80 % dello stipendio per il periodo di assenza
obbligatoria per maternità. Riconoscimento del diritto delle
donne all’accesso ai pubblici uffici e alle professioni (l. 66).
1968 Istituzione della scuola materna statale (l. 444).
17
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’70


18
DIVORZIO: L.898 del 1970, approvazione della legge sul
divorzio, 12 maggio 1974: vittoria del No al referendum
popolare per l'abrogazione della legge;
MATERNITA’: L. 1204 del 1971, viene estesa la tutela della
maternità alle lavoratrici dipendenti. Amplia ed estende i
diritti introdotti dalla prima legge (l.860 varata nel 1950) sui
diritti e le tutele delle lavoratrici, che definisce per la prima
volta le assenze per maternità, ore di allattamento e divieto
di licenziamento entro il primo anno di vita del bambino;
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’70

19
ASILI NIDO: l. 1044 del 1971, l'obiettivo di questa legge è
realizzare un servizio a supporto delle famiglie e
soprattutto delle donne, onde favorirne la permanenza nel
mondo del lavoro anche dopo la nascita dei figli. Inoltre si
è voluto affermare il diritto del bambino alla socializzazione
e allo sviluppo armonico della sua personalità. Legge 29
novembre 1977, n. 891, "Norme per il rifinanziamento del
piano degli asili nido e modifica della legge istitutiva 6
dicembre 1971, n. 1044“.
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’70


20
DIRITTO DI FAMIGLIA: con la l.151 del 1975; viene varata la
riforma del diritto di famiglia che introduce la parità tra
uomini e donne nell'ambito familiare: la potestà sui figli,
infatti, spetta a entrambi i coniugi che hanno identici diritti
e doveri e non più solo al padre. In attuazione del principio
di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi;
INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA: l.194
del 1978 La legge ha come scopo principale la prevenzione
delle gravidanze indesiderate, oltre che contrastare
l'aborto clandestino;
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’70

21
LEGGE DI PARITA’: L.903 del 1977. Si passa dal
concetto di tutela per la donna lavoratrice al
principio del diritto di parità nel campo del
lavoro. Vengono introdotte norme più avanzate
in materia di maternità e primi elementi di
condivisione fra i genitori nella cura dei figli. Si
parla qui anche di divieto di lavoro notturno per
le lavoratrici madri.
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’90
LEGGE PARI OPPORTUNITA’ (Azioni positive): l.125 del 1991,
questa legge è uno strumento in grado di intervenire e
rimuovere le discriminazioni e far avanzare l’idea di uguali
opportunità uomo-donna nel lavoro. La l.125 ha
rappresentato un importante passo avanti per rendere
visibile e valorizzare la presenza e il lavoro delle donne
nella società, nel lavoro e nella famiglia;
22
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’90
•IMPRENDITORIA FEMMINILE: l. 215 del 1992. Questa legge
(promuove l'uguaglianza sostanziale, pari opportunità
economiche e imprenditoriali) favorisce la nascita di
imprese composte per il 60% da donne, società di capitali
gestiti per almeno 2/3 da donne e imprese individuali,
aumentano ogni anno. Le imprese sono tenute a
mantenere la prevalenza femminile nella società per
almeno cinque anni;
23
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’90
•VIOLENZA SESSUALE: l. 866 del 1996, stabilisce che la
violenza sessuale non è più un delitto contro la morale,
bensì contro la persona. Una legge di civiltà e dignità che
rende giustizia alle donne e premia il lungo e sofferto
cammino per affermare il diritto alla sessualità libera e
condivisa .
24
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni ’90


25
ASSEGNO DI MATERNITA' PER CASALINGHE E
DISOCCUPATE: l. 448 del 1999, prevede un'indennità di
maternità per le donne che non lavorano, o che svolgono il
cosiddetto "lavoro familiare". Con la Finanziaria del 2000
questo diritto viene esteso alle cittadine della UE ed
extracomunitarie con Carta di soggiorno
INFORTUNI DOMESTICI: l.493 del 1999, contiene il
riconoscimento del lavoro in ambito domestico. Le
persone comprese tra i 18 e i 65 anni che svolgono in via
non occasionale, gratuitamente e senza vincolo di
subordinazione, il cosiddetto lavoro domestico, hanno
diritto all'Assicurazione contro gli infortuni.
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni 2000-01

26
CONGEDI PARENTALI: l. 53 dell'8 marzo 2000. Questa
legge armonizza i tempi di cura, di formazione e di
relazione (tempi delle città). La cura dei figli smette di
essere prerogativa delle madri dal punto di vista legislativo
e coinvolge anche i padri garantendogli uguali diritti e
tutele. Si dispone la concessione di contributi, a carico del
Fondo per l’occupazione, a favore di aziende che
applichino accordi contrattuali (ex art. 9, comma 2, della l.
53) con forme di flessibilità favorevoli a lavoratrici e
lavoratori..
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni 2000-01


27
CONSIGLIERA DI PARITÀ D.L.vo. n. 196/2000, “Disciplina
dell'attività delle consigliere e dei consiglieri di parità e
disposizioni in materia di azioni positive, a norma
dell'articolo 47 della legge 17 maggio 1999, n. 144”.
SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI
l. 328/2000, stabilisce l’erogazione di assegni di cura e altri
interventi a sostegno della maternità e della paternità
responsabile, la promozione di politiche di conciliazione
tra il tempo di lavoro e il tempo di cura anche da parte
dagli enti locali, l’istituzione di servizi formativi e
informativi a sostegno della genitorialità
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni 2000-01

28
TUTELA E SOSTEGNO DELLA MATERNITÀ E DELLA
PATERNITÀ Decreto Legislativo 26 marzo 2001 n.
151 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di
tutela e sostegno della maternità e della paternità.
Disciplina i congedi, i riposi, i permessi e la tutela delle
lavoratrici e dei lavoratori connessi alla maternità e
paternità di figli naturali, adottivi e in affidamento, nonché
il sostegno economico alla maternità e alla paternità.
Ribadisce il divieto di discriminazione fondata sul sesso
per quanto riguarda l’accesso al lavoro, le iniziative in
materia di orientamento, formazione, perfezionamento e
aggiornamento
professionale,
la
retribuzione,
la
classificazione professionale, l’attribuzione di qualifiche e
mansioni e la progressione nella carriera.
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni 2000-01
MISURE CONTRO LA VIOLENZA NELLE RELAZIONI
FAMILIARI l. 154 del 2001, il parente violento può essere
allontanato dall’abitazione familiare e anche costretto a
pagare gli alimenti.
29
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Legislazione italiana- Anni 2003-08
CODICE
DELLE PARI OPPORTUNITÀ TRA UOMO E DONNA
D.lgs 11 aprile 2006, n. 198:- Libro I, Titolo II, Capo V,artt. 21 e
22 (Comitato per l’imprenditoria femminile)- Libro II, Titolo I, Capo
IV, artt. 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50 (Promozione delle pari
opportunità)- Libro III, Titolo II, Capo I, artt. 52, 53, 54, 55 (Azioni
positive per l’imprenditoria femminile)
DECRETO LEGISLATIVO N. 115 del 2003 Modifiche ed
integrazioni al decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151 testo unico
delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della
maternità e della paternità
30
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
L’Italia è il paese europeo con il più basso indice di
occupazione femminile
Nella classifica del gender gap nel 2008 siamo al 67° posto
(secondo il recente rapporto del World Economic Forum, nel 2007
eravamo addirittura all’ottantaquattresimo! ha migliorato di sette
posizioni rispetto al 2006!
Complessivamente l’occupazione femminile in Italia è inferiore di
11 punti alla media europea mentre, secondo l’Agenda di Lisbona,
dovremmo arrivare al 60% entro il 2010!
31
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Il Tempo….
L'Italia è stata il primo paese a varare una legge sul
coordinamento dei tempi delle città (L. 53/2000), affidando ai
comuni il compito di coordinare i tempi e gli orari delle città ed
incentivando le imprese a realizzare azioni a favore della
conciliazione;
Il tempo...... è la dimensione che consente di riunificare
l’obiettivo di riconciliazione tra lavoro per la famiglia e lavoro
professionale.
32
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Il Tempo….
Marina Piazza nel documento “Conciliazione dei tempi di vita e di
lavoro”, in “Le famiglie interrogano le politiche sociali” Convegno
marzo 1999, Bologna) distingue a questo proposito tra:
a)
interventi (o strumenti) che riducono o articolano
diversamente il tempo di lavoro (part-time, jobsharing, banca
del tempo, ecc.);
b) strumenti che liberano tempo (articolazione differenziata dei
congedi parentali, nidi aziendali, strutture di supporto aggiuntive
per bambini ed anziani,
33
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Rendere flessibile un’occupazione significa
“renderne variabili le caratteristiche”
34

Rendere flessibile un’occupazione significa “renderne variabili le
caratteristiche” (Barbier e Nadel, 2002, 17): i tempi di lavoro in
primis, i luoghi e i modi in cui viene esercitata, le condizioni
giuridiche e le garanzie. Per le aziende ciò si traduce solitamente
in una maggiore libertà rispetto ai licenziamenti, la facoltà di
modificare gli orari di lavoro e i salari in base all’andamento della
produzione, la possibilità di trasferire i dipendenti, la possibilità
di esternalizzare le attività o di far ricorso al cosiddetto ‘lavoro
atipico’ (Gallino 1998). Per i lavoratori in una maggiore precarietà
del posto di lavoro e delle relative condizioni e in un conseguente
indebolimento dell’identità professionale e del potere contrattuale
(Gallino 2001).

da “Pratiche di conciliazione:tra fluidità del lavoro e trappole di genere” di Silvia
Gherardi e Barbara Poggio dal Convegno Nazionale ed europeo “Che “genere” di
conciliazione?Famiglia, Lavoro e Genere: equilibri e squilibri”
Rosa M. Amorevole - La Spezia
9/2/2009
Scarica

formato PPT dimensione 283 KB