Corso Di Psicologia Dello Sviluppo e Dell’Educazione Prof.Tonino Cantelmi Dirigente Responsabile Servizio Psichiatria- Istituto Regina Elena, Roma. Professore di Psicopatologia, Università Gregoriana, Roma. Professore di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Lumsa, Roma. Professore di Psicologia, Università Pontificia “Regina Apostolorum”, Roma. Direttore S.C.INT. Scuola di Specializzazione in Psicoterapia CognitivoInterpersonale (MIUR). LO SVILUPPO SOCIALE NELLA PRIMA INFANZIA Lo sviluppo sociale nella prima e media fanciullezza Il processo di socializzazione inizia sin dalla primissima infanzia, praticamente dopo la nascita, e progredisce durante l’infanzia e l’adolescenza. Lo sviluppo sociale concerne “il modo in cui i bambini interagiscono con gli altri, e quindi gli schemi di comportamento, i sentimenti, gli atteggiamenti e i concetti manifestati dai bambini in relazione alle altre persone e al modo in cui questi diversi aspetti variano durante la crescita”. Schaffer (1996) Lo sviluppo sociale Prima fanciullezza (2-6 anni)= il mondo sociale dei bambini si amplia sia grazie ai rapporti più articolati che si sviluppano nella cerchia familiare come fratelli e nonni sia grazie all’ingresso nella scuola dell’infanzia nel rapporto con i coetanei. Media fanciullezza (6-11 anni)= si assiste all’ingresso alla scuola elementare dove è richiesto ai bambini un grado piuttosto elevato di competenza sociale affinché possano inserirsi nell’ambiente scolastico e approfondire i rapporti di amicizia con i coetanei. Prima fanciullezza Ampliamento del microsistema familiare Se è vero che a qualunque età una persona è in qualche modo connessa all’intera rete costituita dai vari livelli dei sistemi ecologici, è anche vero che crescendo, il bambino partecipa in modo diretto ad un numero maggiore di microsistemi. Microsistema familiare: Fratelli Nonni Altri microsistemi: Scuola dell’infanzia = Coetanei Prima fanciullezza microsistema familiare: fratelli Il sistema di relazioni familiari cambia con la nascita di un secondo bambino, nei primi mesi la madre dedica molto tempo e attenzioni al nuovo nato e ciò conduce all’intensificarsi dei rapporti tra il primogenito con il padre. A mano a mano che anche il piccolo inizia ad interagire con questi due il gruppo-famiglia si trasforma dall’iniziale <<triade più uno>> in una tetrade. Nell’arco di anni si delineano due sottosistemi: Microsistema famiglia Sottosistema: Coppia parentale Sottosistema: fraterno Questa transizione non è indolore perché spesso i primogeniti sentono il nuovo nato come un intruso scatenando gelosia e quindi capricci e regressioni. Fattori favorevoli allo stabilirsi di una interazione favorevoli tra i due fratelli: vicinanza di età, affinità temperamentali, rapporti di ciascuno di essi con i genitori e l’opportunità di coinvolgere il maggiore nelle cure del piccolo (per attenuare in esso il senso di essere passato in seconda linea) Prima fanciullezza microsistema familiare: fratelli Le interazioni tra fratelli sono una palestra relazionale ed un’occasione di apprendimento per entrambi. Se spesso si assomigliano è perché tendono a imitarsi l’un l’altro. Tuttavia i fratelli hanno più probabilità di essere diversi, i genitori infatti tendono a comportarsi diversamente con ciuscun figlio. Il diverso trattamento genitoriale dipende: dalla specificità temperamentali di ciascun fratello diversità di età ei bambini Altri fattori che determinano le diversità sono: ordine di genitura omogeneità o disomogeneità di sesso distanza di età numerosità della fratria La relazione fraterna è caratterizzata spesso da un coinvolgimento ambivalente, per cui alla condivisione positiva di giochi ed esperienze si affianca spesso anche il conflitto, discussione e lite. Se l’instabile equilibrio tra fratelli si rompe, può accadere che uno dei due cessi di imitare l’altro assumendo atteggiamenti diversi, deidentificazioni; si stempera la rivalità ma si allenta il legame fraterno. Al crescere dell’età i rapporti tra fratelli si modificano diventando sempre più ugualitari. Prima fanciullezza microsistema familiare: nonni • I nonni, e soprattutto la nonna materna, svolgono nel nostro paese un ruolo importante della vita dei bambini. Molte coppie fanno conto sull’aiuto dei nonni nell’allevare i bambini preferendoli a figure extrafamiliari. • Il coinvolgimento con i nipoti risulta estremamente positivo per gli anziani che svolgono attivamente la funzione di nonni, permettendo loro di mantenere in famiglia un ruolo importante di sostegno materiale ed emotivo. Offrono inoltre notevoli aiuti nella crescita dei bambini garantendo una maggiore continuità nella trasmissione culturale . • L’immagine più diffusa dei nonni è quella di un’isola felice, preferiscono spesso i nonni materni a quelli paterni, in particolare la nonna rispetto al nonno (tendenza delle donne di contare sulla loro madre). Tuttavia nell’adolescenza spesso i nonni perdono d’importanza ai loro occhi diventando sempre più marginali nella vita dei nipoti. Prima fanciullezza microsistema scuola dell’infanzia: relazioni con i coetanei Il principale passo fuori casa durante la prima fanciullezza è costituito dall’ingresso nella scuola dell’infanzia. Un microsistema ben diverso da quello familiare si apre di fronte al bambino che avrà la possibilità di intessere con i suoi coetanei: Relazioni di gruppo Relazioni diadiche Nell’ambito della scuola dell’infanzia si assiste al crescere di competenze sociali importantissime rispetto a questi tipi di relazioni ma i bambini sono ancora fortemente dipendenti dal sostegno dell’adulto (cioè dalla possibilità di questi di aiutare i bambini a frequentarsi anche fuori dall’orario scolastico). Prima fanciullezza microsistema scuola dell’infanzia: relazioni di gruppo Entrando in una scuola dell’infanzia si può a volte riportare l’impressione di un agire caotico e disorganizzato, eppure in questo contesto il bambino sperimenta per la prima volta l’appartenenza ad un gruppo strutturato. Se le prime ricerche hanno avvalorato l’idea che lo stare insieme dei bambini piccoli fosse sostanzialmente un aggregarsi epidermico, con gli studi successivi (attraverso l’osservazione della postura dei bambini) si è constatato che non sono semplici aggregazioni, funzionanti in modo casuale, ma in essi sono rintracciabili strutture diverse a seconda del tipo di comportamento considerato: Comportamenti affiliativi = (cioè tendenti a mantenere la prossimità tra i membri del gruppo) sono di solito rivolti selettivamente verso particolari compagni, queste preferenze danno origine a sottogruppi o cricche, focalizzati attorno a una coppia di bambini che si scelgono a vicenda. Prima fanciullezza microsistema scuola dell’infanzia: relazioni di gruppo Comportamenti aggressivi = (cioè dannosi per gli altri e potenzialmente antisociali) danno origine ad una struttura gerarchica di dominanza del tutto indipendente dai sottogruppi affiliativi. Esistono nel gruppo individui dominanti che rivolgono talvolta comportamenti aggressivi verso gli individui dominati che si limitano a subire. Rilevando quante volte un soggetto intraprende o subisce uno scambio aggressivo si può stabilire la sua posizione entro la gerarchia di dominanza. La maggior parte di questi scambi aggressivi avviene tra bambini che non sono tra loro molto distanti nella gerarchia. Questa quindi ha un effetto regolatore dell’aggressività perché la incanala in modo da evitare i conflitti più impari e pericolosi ( il bambino più forte con quello più debole). Comportamenti altruistici = (cioè tali da procurare ad altri un vantaggio) sono legati alla struttura di dominanza e vengono rivolti soprattutto dai bambini gerarchicamente inferiori a quelli superiori per forza e aggressività. Sembrano quindi avere funzione di inibire l’aggressività dei più forti verso i più deboli. Prima fanciullezza microsistema scuola dell’infanzia: relazioni diadiche Nella scuola dell’infanzia, l’osservazione diretta del comportamento può permetterci di individuare delle diadi che si stagliano nel gruppo per il trattamento <<speciale>> riservato l’uno all’altro dai partner: - più interazioni positive(scambi di tipo reciproco in cui ciascuno risponde adeguatamente all’altro) - più cooperazione - giochi più complessi I bambini già a 4-5 anni sono in grado di differenziare i rapporti tra a amici e quelli tra semplici conoscenti, come tra le relazioni amicali e inimicizie: Nello spiegare le proprie preferenze mettono in primo piano le caratteristiche esteriori dell’amico e il possesso di giocattoli apprezzati. Ma ciò non vuol dire che essi non si mostrino capaci, a volte, di tener conto degli stati d’amino dei propri amichetti, consolandoli nei momenti tristi o condividendo la gioia. Semplicemente essi mettono in atto questi comportamenti senza ancora essere in grado di integrarli nel loro concetto di amicizia. Prima fanciullezza: gioco e socializzazione Per interagire efficacemente, bisogna prevedere il significato che le proprie azioni avranno per l’altro e comprendere che cosa l’altro intende con le sue; bisogna quindi essere in un certo senso contemporaneamente se stessi e l’altro = Ciò è reso possibile da un’istanza psicologica: Altro generalizzato (che opera come spettatore interno e controllore delle azioni e riassume in senso astratto i punti di vista e le risposte altrui venendo a rappresentare, all’interno della persona, la società in cui vive) Permette quindi il <<Role Taking>>(assunzione del punto di vista di un altro), capacità appresa attraverso: Gli scambi interpersonali grazie ai quali il bambino sperimenta numerose costellazioni di azioni-reazione Giochi di finzione E