CORSO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E
DELL’EDUCAZIONE


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


Prof. Tonino Cantelmi
Dirigente Responsabile Servizio Psichiatria- Istituto Regina Elena,
Roma.
Professore di Psicopatologia, Università Gregoriana, Roma.
Professore di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Lumsa,
Roma.
Professore di Psicologia, Università Pontificia “Regina Apostolorum”,
Roma.
Direttore S.C.INT. Scuola di Specializzazione in Psicoterapia
Cognitivo-Interpersonale (MIUR).
LA MEDIA FANCIULLEZZA:
LO SVILUPPO COGNITIVO

Stadio delle operazioni concrete (tra i 6 e gli 11anni)
- coincide con l’ingresso a scuola dove
apprendono abilità e conoscenze basilari.
I bambini sono in grado di ragionare logicamente riguardo a cose e a
eventi percepiti purché si tratti di casi concreti e specifici.
FUNZIONE DEL LINGUAGGIO 
Periodo pre-operatorio = la funzione del linguaggio non aveva come
obiettivo la comunicazione (i bambini più piccoli parlano tra loro, ma
non si ascoltano, e se si riuniscono per svolgere un lavoro insieme non si
aiutano).

Periodo operatorio concreto = reale collaborazione nello svolgere
un’attività comune.
Le conversazioni diventano effettive comunicazioni reciproche, con reali
scambi di informazioni. Ogni partecipante sostiene il proprio punto di
vista ricercando spiegazioni causali, e giustificazioni logiche.
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)



Perché è detto operatorio concreto?
I bambini in età scolare sono in grado di utilizzare le
operazioni mentali solo quando hanno di fronte dei materiali
concreti, cioè visibili e manipolabili. Quando questo
materiale non c’è devono basarsi solo su enunciazioni verbali
per risolvere il problema e ricadono in forme di pensiero più
primitive.
Hanno difficoltà a ragionare su semplici ipotesi, cioè su delle
enunciazioni che vengono fatte come premesse da cui ricavare
delle conclusioni senza che esse debbano corrispondere per
forza alla realtà o a delle nostre convinzioni.
ETÀ
SCOLARE
(MEDIA FANCIULLEZZA)
OPERAZIONI MENTALI
Secondo Piaget durante lo stadio delle operazioni concrete emergono due vasti
insiemi di operazioni mentali:
Operazioni logico-aritmetiche
= sono
quelle di classificazione e seriazione che i bambini
durante lo stadio preoperatorio non riuscivano a
Operazioni spazio temporali =
riguardano invece i rapporti spaziali e temporali.
•Addizione
di relazioni temporali o spaziali quando si ordinano
svolgere con successo . Si caratterizzano per il fatto di
degli eventi in una successione oppure si percepisce la transitività
riguardare somiglianze e differenze tra oggetti
di certe relazioni spaziali ( se il canarino è nella gabbia, la gabbia è
distinti, indipendentemente dalle loro vicinanze
sul tavolo, il canarino è sul tavolo e non sulla finestra).
spazio-temporali.
•Moltiplicazione
(Un platano adulto è più alto di
una margherita anche quando non sono vicini).
quando vengono messe in relazione due di queste
serie (quando un bambino che studia storia si rende conto che,
mentre a Roma succedevano certe cose, in Egitto ne succedevano
altre).
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
OPERAZIONI MENTALI: SPAZIO-TEMPORALI

Lo sviluppo delle nozioni spaziali
Per comprendere come si sviluppa la comprensione dei rapporti spaziali nei bambini, Piaget assieme a Barbel Inhelder ha ideato vari compiti, uno di
questi consisteva nel ricopiare una serie di modelli.
Per riprodurre una forma non basta percepirla, occorre riuscire ad
analizzarla per riconoscerne le proprietà salienti.

Sotto i 2 anni e mezzo eseguono scarabocchi

Tra i 2 e mezzo e i 4 anni cominciano a tener
conto del modello introducendo una serie di
altre proprietà

Rapporti topologici
Dai 4 ai 6-7 anni tengono conto anche degli
aspetti più specifici delle figure come la
presenza di lati e angoli

Proprietà euclidee
Dopo i 7 anni anche figure più complicate sono riprodotte fedelmente
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
OPERAZIONI MENTALI: SPAZIO-TEMPORALI
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
CAMBIAMENTI A LIVELLO COGNITIVO
1. PRINCIPIO DI IDENTITÀ e DI REVERSIBILITA’
Alla fine del periodo senso-motorio, l’oggetto, per il fanciullo è diventato permanente, ossia è concepito come identico a se stesso,
qualunque siano i suoi spostamenti. Successivamente, l’oggetto, è concepito come identico a se stesso, qualunque siano le trasformazioni
superficiali subite.
ESEMPIO
Se mostriamo ad un bambino due sfere di creta uguali e lo invitiamo a palparle e a soppesarle,egli conclude che la
quantità di sostanza in entrambe è uguale.
Se schiacciamo una delle due sfere fino a deformarla, a differenza della fase precedente, egli afferma che la quantità di
materia è rimasta invariata nonostante la sua trasformazione.
La reversibilità del pensiero, propria del periodo operatorio, ha permesso al bambino di ricostruire
l’oggetto. Dunque egli comprende che alcune proprietà della materia, quali il numero, il peso e la
quantità restano invariate, qualsiasi siano i cambiamenti nella forma o nella disposizione spaziale
subiti.
E’ questa una forma più evoluta del concetto di permananza dell’oggetto.
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
ESPERIMENTI DI CONSERVAZIONE
2. IL PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE
Oltre a capire che le differenze di età tra le persone
restano invariate nel corso della vita, nonostante
cambino le differenze di statura, durante lo stadio delle
operazioni concrete i bambini comprendono che molti
aspetti quantitativi sia di singoli oggetti, come la
massa (che Piaget chiama sostanza), il peso, il volume,
la lunghezza, l’area, sia di insiemi di oggetti (cioè il loro
numero) non cambiano anche se questi subiscono delle
vistose trasformazioni.
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
ESPERIMENTI DI CONSERVAZIONE
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
CAMBIAMENTI A LIVELLO COGNITIVO
3. LA CLASSIFICAZIONE
Incomincia, in questo periodo, l’acquisizione della relazione tra classi più complesse e più ampie. Il bambino, comincia a
capire, per esempio, che la classe “rosa” è compresa in quella più ampia di “fiore”, e che le palline di legno, marroni o
bianche, al di là del colore, appartengono ad una classe comune, quella del “legno”.
Tutto ciò è possibile se l’oggetto è percepito direttamente dal bambino, in altre parole, egli è in
grado di compiere una operazione logica complessa, quando l’oggetto è visibile. Il fanciullo, non è
in grado di ricostruire mentalmente un’immagine quando non è più da lui direttamente
percepibile.
L’esperimento della E. Markmann
L’Autrice mostrando ad alcuni bambini quattro lettini e quattro seggioline, che ella chiama “mobili”, alla domanda “se vi siano più lettini o più
mobili?” Ottiene una risposta corretta.
Successivamente nascondendo gli oggetti dietro uno schermo, e togliendone alcuni dietro di esso, ripete loro la medesima domanda.
In questo caso i bambini, fino all’età di 11-12 anni, non rispondono correttamente fintantochè gli oggetti sono loro nascosti e quindi non percepibili.
Questo esperimento dimostra chiaramente che lo sviluppo cognitivo è graduale.
SCHEDA - CLASSIFICAZIONI

Cosa toglieresti tra il Koala, i pinguini ed i
tulipani?
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
CAMBIAMENTI A LIVELLO COGNITIVO
4. L’ORDINAMENTO IN SERIE – principio della transitività
Oltre l’inclusione in classi il bambino in questo periodo acquisisce anche la capacità di
ordinare in serie, per esempio mettere in ordine oggetti dal più piccolo al più grande,
dal più scuro al più chiaro.
L’ordinamento in serie comporta l’acquisizione della transitività, ovverosia della
operazione per cui se A è maggiore di B e B è maggiore di C, A è maggiore di C.
E’ su queste basi che nel periodo operatorio concreto il bambino comincia a
comprendere i fondamenti della matematica ed acquisisce il concetto di numero.
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
CAMBIAMENTI A LIVELLO COGNITIVO
5. IL GIUDIZIO MORALE
Piaget è stato il primo Autore a collegare la nascita del senso morale con lo sviluppo intellettivo del
bambino, distinguendone due stadi: la morale eteronoma e quella autonoma.
La prima, chiamata da Piaget anche realismo morale, inizia intorno ai 5 anni, ed è caratterizzata da un
assolutismo morale (le regole sono assolute ed immutabili) e da una giustizia immanente (ad una
infrazione segue sempre il giusto castigo).
Inoltre, il giudizio “buono-cattivo” è da lui considerato indipendente dalle motivazioni: ciò sembra
collegabile all’incapacità di guardare oltre i fatti contingenti.
Verso i 7 anni, comincia a svilupparsi una moralità diversa chiamata autonoma o della reciprocità.
• Le regole del gioco non sono più immutabili, purché tutti siano d’accordo
nel cambiarle;
• La convinzione che la punizione segua sempre un cattivo comportamento
si attenua fortemente.
• Il bambino comincia a giudicare le azioni in base alle motivazioni, non
solo agli effetti.
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
CAMBIAMENTI A LIVELLO COGNITIVO
6. LE STRATEGIE MNEMONICHE
Dalle ricerche condotte da Piaget emerge un fatto interessante,
ovverosia i bambini fin dall’età di 4-5 anni ripetono mentalmente i dati
che devono ricordare solamente se questa strategia viene loro suggerita.
Intorno ai 6-7 anni, i fanciulli, scoprono da soli questa possibilità
rendendola ancora più efficace,collegando i dati da memorizzare
con le immagini.
Tale modalità di pensiero è possibile solo per un numero di informazioni
limitato: di fronte a situazioni più complesse i bambini organizzano il
materiale da memorizzare in categorie e classi.
UN TEST PER MISURARE L’ INTELLIGENZA: LA
WISC - R
La Weschler Scale for Children Revised (WISC- R) è una
delle scale più utilizzate al mondo per valutare
l’intelligenza dei bambini e ragazzi dai i 6 ai 16 anni.
E’ composta da 10 subtest di cui 5 verbali e 5 di
prestazione, che valutano in generale l’abilità di
risolvere i problemi cognitivi proposti visivamente.
I 5 subtest verbali:
- Informazione (quante gambe hai?)
- Vocabolario (che cos’è una palla?)
- Somiglianze (in cosa si somigliano penna matita)
- Aritmetica (5 mele più 2 quante in tutto?)
- Comprensione (perché dobbiamo indossare le scarpe?)
valutano il QI verbale
I 5 subtest verbali:
- Completamento di figure (cane senza orecchio)
- Storie figurate (storia composta da 3 immagini)
- Disegno con i cubi (figura ricostruita seguendo i
contorni)
- Ricostruzione di oggetti (riassemblaggio)
- Cifrario (abbinamento simboli e cifre)
valutano il QI di performance
Oltre a queste prove esiste la prova dei labirinti,
che serve per valutare la memoria di cifre.
La media fanciullezza:
Bambini a scuola
ETÀ SCOLARE (MEDIA FANCIULLEZZA)
Il periodo della media fanciullezza come abbiamo detto
coincide con l’ingresso nella scuola elementare che
costituisce una delle transizioni fondamentali nella vita dei
bambini incidendo su tutti gli aspetti dello sviluppo.
I BAMBINI
VANNO A SCUOLA
I BAMBINI VANNO A SCUOLA
NELLA SCUOLA

Si apprende:

La lettura

La scrittura

L’ aritmetica/il calcolo

Inoltre:
costituisce anche un contesto essenziale per lo sviluppo sociale:
E’ qui che i bambini incontrano dei coetanei, sperimentano
interazioni via via più complesse e confrontano le proprie
prestazioni con quelle dei compagni convalidando o mettendo in
dubbio le proprie capacità
I BAMBINI VANNO A SCUOLA
DAL DISEGNO ALLA SCRITTURA: LA LINGUA
SCRITTA
Disegnare ordinatamente costituisce un
prerequisito per imparare a scrivere.
 Ferreiro sostiene che i bambini giungono a distinguere tra
segni pittorici e segni notazionali (lettere e
numeri) tramite un processo attivo di scoperta, e non su
base innata, che precede la scolarizzazione e costituisce una base
per il successo scolastico.
I BAMBINI VANNO A SCUOLA
DAL DISEGNO ALLA SCRITTURA: PAROLE E
NUMERI

Rappresentare graficamente una quantità:
In uno studio venne chiesto ai bambini di rappresentare <<quanti
sono>> tre mattoncini.
- minori di 3 anni
- fra i 3 e i 4-5 anni
- da i 6 anni
I BAMBINI VANNO A SCUOLA
IMPARARE A LEGGERE E A SCRIVERE:



Con l’ingresso a scuola il bambino inizia a usare una strategia
alfabetica, che si basa sull’abbinamento tra singole lettere e
suoni; il bambino scompone le parole in lettere e le ricompone
senza riuscire ad ottenere una lettura fluente. Strategia facilitata
dalla consapevolezza fonologica, cioè la capacità di identificare le
componenti sonore di una lingua (fonemi, sillabe) e manipolarle
intenzionalmente.
Con la successiva strategia ortografica la scomposizione
delle parole non è più così analitica come con quella alfabetica, in
quanto la traduzione in suono del testo scritto avviene sillaba per
sillaba, la lettura diviene più fluida.
Infine la padronanza della lettura si verifica con la strategia
lessicale, in cui il processo del leggere è automatizzato ed il
bambino accede al significato delle parole senza faticose
ricodifiche fonemiche.
I BAMBINI VANNO A SCUOLA
IMPARARE A LEGGERE E A SCRIVERE
Scrittura
Le fasi della scrittura sono le stesse di quelle della lettura anche se
Firth
sostiene che scrittura e lettura non vadano di pari passo.:

Nel campo della lettura si giunge alla strategia logografica
più precocemente perché i bambini possono riconoscere parole ad
alta frequenza (come le insegne di esercizi commerciali) o salienti
(come il proprio nome) senza avere ancora le abilità necessarie a
scriverle.

Una volta che questa strategia si è consolidata nel campo della
lettura, essa viene applicata alla scrittura, e sulla base di queste
prime esperienze si passa alla scrittura alfabetica.

Solo a questo punto la strategia alfabetica verrà estesa alla
lettura che svolgerà di nuovo un ruolo trainante nel
conseguimento della strategia ortografica.
I BAMBINI VANNO A SCUOLA: CONDIZIONI CHE
FAVORISCONO L’APPRENDIMENTO

Una condizione che favorisce negli allievi la presa di coscienza
delle proprie concezioni e la disponibilità a modificarle è la:
La discussione in classe=
- durante la quale gli allievi si devono sentir liberi di esprimere
quello che pensano senza timore di venir criticati;
-
in questo modo le loro concezioni possono diventare esplicite ed
essere oggetto di una riflessione che ne metta in luce eventuali
incongruenze.
- Aiuta a indurre i partecipanti a confrontare i diversi punti di
vista esporre le ragioni individuare problemi e sviluppare
capacità di problem solving.
I BAMBINI VANNO A SCUOLA:
LA RELAZIONE CON L’INSEGNANTE
L’insegnante:
 trasmettere contenuti culturali e a favorisce nei bambini lo sviluppo di abilità
generali di ordine cognitivo
 Organizza il lavoro e mantiene la disciplina, valuta i risultati conseguiti da
ciascun nell’apprendimento
 Si propone come figura di riferimento .
E’ il modo in cui l’insegnate affronta questi compiti a forgiare il
clima della classe:
 Kurt lewin attraverso alcuni esperimenti individuò 3 tipi diversi di
organizzazione che influivano sul comportamento =
- Nel gruppo autoritario i bambini lavoravano solo sotto diretta sorveglianza
dell’adulto, verso il quale alternavano passività e ribellione. Lasciati soli si
abbandonavano a dispute tra compagni concludendo poco o nulla.
- Nel gruppo permissivo erano disorganizzati, inefficienti, spesso annoiati e
litigiosi
- Nel gruppo democratico erano più produttivi, migliori nei rapporti con gli altri
e meno aggressivi.
I BAMBINI VANNO A SCUOLA
LA RELAZIONE CON L’INSEGNANTE



Un secondo aspetto in cui l’organizzazione della classe può avere importanti
conseguenze è la tipizzazione sessuale= la pratica di assegnare a maschi e
femmine attività distinte favorisce il consolidarsi di ruoli stereotipati e questo
porta anche l’aspettativa dell’insegnate circa l’irruenza dei maschi e la
tranquillità delle femmine.
Il giudizio dell’insegnante sulle capacità del singolo alunno tende ad agire come
una <<profezia che si autoavvera>> definito effetto Pigmalione= alcune
ricerche hanno mostrato come le aspettative dell’insegnante possano influenzare
sulla valutazione degli alunni e sul rendimento effettivo di questi ultimi ( si
pensa possa avvenire perché l’insegnate dedica più attenzione agli alunni
ritenuti migliori).
Il clima generale della classe e l’atteggiamento dell’insegnante contribuiscono
inoltre a facilitare o inibire le richieste di aiuto = gli alunni a basso
rendimento scolastico tendono a ridurre sempre più la loro fiducia nel supporto
dell’insegnante.
I BAMBINI VANNO A SCUOLA
TEORIE DELLA PERSONALITÀ E DELLA
CONOSCENZA DI SÈ
Insegnanti e genitori:
devono porre attenzione al modo in cui usano le critiche
perché possono favorire reazioni di impotenza anziché
impegno.
Ma anche le lodi come incoraggiamento perché motivano
chi le riceve ad abbattersi e arrendersi facilmente quando
incontra difficoltà in quanto suggeriscono l’idea tipica della
teoria dell’entità, che l’intelligenza possa essere
rapidamente valutata sulla base di una singola
prestazione.
DISTURBI SPECIFICI
DELL’APPRENDIMENTO




DISLESSIA è il disturbo specifico di lettura e si
caratterizza per la difficoltà a effettuare una lettura
accurata e fluente in termini di velocità e correttezza;
tale difficoltà può ripercuotersi sulla comprensione
del testo.
DISORTOGRAFIA riguarda la componente
costruttiva della scrittura, legata quindi ad aspetti
linguistici, e consiste nella difficoltà di scrivere in
modo corretto.
DISGRAFIA riguarda la componente esecutiva,
motoria, di scrittura. Il soggetto non è in grado di
scrivere in modo fluido, veloce ed efficace.
DISCALCULIA riguarda il disturbo nel manipolare i
numeri, nell’eseguire calcoli rapidi a mente, nel
recuperare i risultati delle tabelline e nei diversi
compiti aritmetici.
Lo sviluppo sociale nella
media fanciullezza
MEDIA FANCIULLEZZA
Essere uno “scolaro” :
- cimentarsi con le incongruenze che possono esservi tra scuola e casa (es.
atteggiamenti tollerati a casa e puniti a scuola).
- imparare ad interagire con gli altri in modo appropriato in ciascun
contesto senza ricorrere a comportamenti aggressivi
Questa capacità è la COMPETENZA SOCIALE che aiuta l’inserimento
sociale
Problem- solving sociale = è un insieme di indizi che costituiscono lo
stimolo sociale  elaborazione delle informazioni da parte del bambino 
comportamento concreto del protagonista  elaborazione da parte dei
coetanei (anche alla luce dello stimolo sociale di partenza) 
comportamento
dei pari verso di lui  dal momento che la risposta comportamentale dei
pari agisce come un nuovo stimolo per il bambino, la sequenza
dell’interazione sociale completa il suo circolo.
MEDIA FANCIULLEZZA
COMPETENZA SOCIALE
La palestra in cui si
misura è costituita
principalmente dai
rapporti con i coetanei
Rapport
i di
gruppo
Relazioni
diadiche
(amicizia)
Su di essa influiscono
sia la famiglia sia la società più
ampia
Stile
educativo
Il comportamento aggressivo
Mezzi di
comunicazio
ne di massa:
televisione
MEDIA FANCIULLEZZA
RAPPORTI DI GRUPPO
Il successo dei bambini nell’inserirsi tra i compagni (cruciale non solo per la
costruzione della competenza sociale, rendimento nelle varie materie, ecc).

I gruppi nella scuola elementare sono stati studiati soprattutto con la
sociometria, tecnica creata da Jacob Moreno per ricostruire la struttura
affettiva dei gruppi
MEDIA FANCIULLEZZA
RAPPORTI DI GRUPPO
I dati raccolti consentono di individuare la posizione di ciascun
soggetto nel gruppo, e quindi identificare i bambini popolari,
quelli
rifiutati, e quelli isolati.


Correlando i risultati di test sociometrici con test di personalità o con
la presenza di particolari tratti fisici, gli studiosi dello sviluppo
sociale hanno cercato di individuare quali caratteristiche
determinano:
Rifiuto = alla condizione di rifiutato è stata dedicata notevole
attenzione poiché questa condizione che in moltissimi casi è stabile
costituisce un fattore di rischio. Il rifiuto si è visto che nella prima e
media fanciullezza è abbinato alla presenza di difetti fisici,
all’insuccesso scolastico e a comportamenti aggressivi e distruttivi
MEDIA FANCIULLEZZA
RAPPORTI DI GRUPPO


Isolamento = i bambini isolati sono quelli che rimangono per così
dire <<invisibili>>. Pur non presentando connotazioni negative,
gli isolati perdono l’occasione di sperimentare situazioni
interpersonali e di sviluppare le capacità emotive e cognitive che
da esse derivano. Questi bambini, nonostante sembrino capaci di
capire i bisogni dagli altri, tendono a non manifestare
comportamenti prosociali, come se avessero difficoltà a tradurre i
loro pensieri in azioni positive.
Popolarità = ha come principale ingrediente la competenza
sociale. Sono quei bambini che sanno rispettare le norme,
soprattutto nelle interazioni sociali, e che sono coinvolti
attivamente nel rapporto con gli altri, proponendo attività
piacevoli o intervenendo in aiuto dei compagni. E’ importante
inoltre il successo scolastico e sportivo.
MEDIA FANCIULLEZZA
RAPPORTI DI GRUPPO: IL GIOCO
 Piaget
ha anche indagato in quale modo i
bambini spieghino l’origine e la funzione delle
regole:



I più piccoli non sanno che in certi giochi vi siano delle
regole
Dai 4 ai 6 anni ne conoscono l’esistenza e le
considerano inviolabili
Dopo i 6-10 anni passano ad un’idea di regole
concordate che possono anche essere cambiate dai
partecipanti purchè tutti siano d’accordo, essendo
consapevoli che le servono ad uno scopo preciso =
evitare liti e ingiustizie
MEDIA FANCIULLEZZA
RELAZIONI DIADICHE: AMICIZIA
Per amicizia si intende un
 RAPPORTO DIADICO SELETTIVO (non si diventa
amici per caso, infatti è stata riscontrata
una netta tendenza a stringere amicizia
con individui del proprio sesso, di età non
molto distante dalla propria, di pari livello
socioeconomico ed appartenenti allo stesso
gruppo etnico)

STABILE E RECIPROCO (L’interazione tra amici è causa di
somiglianza. Infatti alcuni studi hanno
rilevato che i comportamenti e atteggiamenti
di ragazzi che avevano mantenuto un rapporto
di amicizia per tutto l’anno scolastico risultavano
più simili di quanto non fossero inizialmente.
MEDIA FANCIULLEZZA
RELAZIONI DIADICHE: AMICIZIA
Sviluppo dell’amicizia:


Durante la media fanciullezza oltre alla condivisione di giochi e risorse
tipica dei più piccoli, diviene importante la lealtà reciproca e il senso di
noi, che prende a volte la forma dell’esclusione degli altri bambini e del
pettegolezzo ai loro danni.
Si inizia a comprendere che essere amici vuol dire condividere
sentimenti e pensieri oltre che risorse materiali = spostamento
verso gli aspetti interiori.
Si assume con maggiore pienezza il carattere della reciprocità che si
contrappone ai rapporti tra bambino e adulto improntati alla
complementarità = con l’adulto deve accettare unilateralmente regole e
decisioni mentre con gli altri che sono a lui più simili può agire su un
piano di parità.
Solo la cooperazione permette di ottenere
ordine in un contesto sociale.
MEDIA FANCIULLEZZA
RELAZIONI DIADICHE: AMICIZIA

Durante gli anni della scuola elementare i bambini sentono sempre più il
bisogno di amicizie durevoli e si impegnano a tal fine.
l’aspetto più importante della stabilità è che essa rende
necessario e al tempo stesso facilita lo sviluppo di strategie di
gestione dei conflitti:
Nell’insieme, quindi, si può dire che l’amicizia nella media fanciullezza
diviene sempre più l’occasione per un confronto sociale equilibrato.
Ogni individuo necessita di questo confronto per orientare le proprie
idee ed il proprio comportamento in modi congruenti con idee e
comportamenti di persone significative ed anche per regolare i propri
scambi interpersonali in modo equo.
MEDIA FANCIULLEZZA
IL PROBLEMA DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO

Lo sviluppo del comportamento aggressivo:
Infanzia:
-Gli antecedenti più precoci dell’aggressione di situano nel primo anno di
vita quando le manifestazioni di rabbia iniziano a distinguersi dalle altre
emozioni negative.
-Verso i dodici mesi iniziano a indirizzare la propria rabbia verso le persone
come quando adirato per un cibo non gradito tira i capelli alla mamma.
 Prima fanciullezza:
-Nel corso del secondo anno di vita appaiono anche comportamenti diretti
contro i coetanei, in parallelo con il tentativo di impossessarsi di giocattoli.
il desiderio di possesso è la ragione più comune di aggressione
strumentale (volta a sopraffare qualcuno che si frappone ad un intento
personale). Questa già in questa età si distingue dall’aggressione ostile
(scopo è di far male all’altra persona).
-tra i due e i quattro anno l’aggressione fisica viene gradualmente
sostituita da forme di aggressione verbale

MEDIA FANCIULLEZZA
IL PROBLEMA DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO


Media fanciullezza:
- Accanto all’aggressione reattiva (nasce in risposta ad azioni o eventi
percepiti come un attacco ed è caratterizzata dalla rabbia) inizia a
comparire l’aggressione proattiva (attivazione emotiva è minore ma
prevale un uso pianificato della forza o dell’azione lesiva in vista del
raggiungimento dello scopo).
L’aggressività costituisce una delle caratteristiche più stabili della
nostra personalità: un bambino aggressivo ha maggiori probabilità di uno
socievole di diventare un adulto aggressivo.
MEDIA FANCIULLEZZA
LA RELAZIONE CON I GENITORI

Il padre e la madre sono i maggiori punti di riferimento.

L’assolvimento dei ruoli di padre e madre, così come l’adeguamento a
quello di figlio o figlia, pur avendo una base biologica, è rinsaldato da
forti sentimenti di obbligo ( genitori devono provvedere ai figli e i
questi devono obbedire).

Uno dei tratti distintivi di questo rapporto è la permanenza nel
tempo, quindi poiché la è destinata a durare l’interazione tra genitori
e figli deve rimodellarsi di continuo adattandosi ai cambiamenti.

Il rapporto asimmetrico di dipendenza con il crescere si fa sempre
più paritario fino ad un vero rovesciamento di ruoli se i genitori ormai
anziani si trovano in condizione di chiedere aiuto i figli.

L’azione dei genitori verso i figli però non è unidirezionale, perché
avviene sempre nel contesto del sistema familiare in cui la presenza
ed il comportamento di ciascun membro ha effetti di rilievo sugli altri.
MEDIA FANCIULLEZZA
LA RELAZIONE CON I GENITORI: LO STILE
EDUCATIVO
La differenziazione dei modi in cui di esercita il controllo ha permesso a
Baumrind di proporre una classificazione dei genitori in tre categorie alla quale
viene ricordato un quarto profilo sintetizzato da Maccoby e Martin
Sono i genitori che bilanciano le
richieste di obbedienza a regole
chiare con il sostegno e l’attenzione ai
bisogni del bambino
Figli responsabili, sensibili e
indipendenti. Frutti positivi
continuano a manifestarsi
nell’adolescenza sul piano sociale e
scolastico
Utilizzano il proprio potere in modo
inflessibile adottando spesso metodi
disciplinari duri
Figli obbedienti, ma poco
indipendenti, poco responsabili verso
gli altri e addirittura collerici e
provocatori. Frutti negativi nel tempo
(scadenti come alunni, nelle relazioni,
privi di iniziativa e di fiducia)
Permissivi
Consiste in un misto di affetto e
incoerenza, con uno spazio di libertà
per i figli superiore alla proprie
capacità di autoregolazione
Figli impulsivi, poco controllati e
irresponsabili.
Trascuratezz
a (madri
In queste famiglie si fa tutto il
necessario per minimizzare i costi in
termini di tempo ed energia spesi per
interagire con il figlio.
Figli con bassa autostima e alto
rischio di delinquenza
Autorevoli
(più efficace nel
promuovere
l’adattamento
sociale)
Autoritari
depresse o
situazioni
MEDIA FANCIULLEZZA
LA RELAZIONE CON I GENITORI: LO STILE
EDUCATIVO
Pratiche disciplinari come l’uso eccessivo
della forza (ordini bruschi e non
motivati, punizioni fisiche o minacce) e
l’incoerenza educativa conducono a
comportamenti aggressivi.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Dott.ssa Marabella Bruno
PSICOLOGA
Cell. 3296959699
Email. [email protected]
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