Totalitarismi
Guerre
1914-1945
Deportazioni
Shoah
Cassino
La guerra
metafora del ‘900
Non posso fare a meno di pensare che questo deve
essere stato il secolo più violento nella storia dell'umanità.
W. Golding, premio Nobel per la letteratura, Gran Bretagna.
Il meccanismo del totalitarismo moderno
nasce probabilmente qui, nelle fosse di fango,
nelle trincee della guerra. Qui si forma il
totalitarismo inteso alla lettera per ottenere una
conformità totale. Si chiede al cittadino, al
soldato, al suddito non soltanto una disciplina
su certe regole stabilite, ma una conformità della
sua persona, una sua integrazione in un
collettivo che è assunto e rappresentato nel
comando.
V. Foa, Questo novecento
Grande guerra
1914-1918
Stalinismo
Fascismo
Anni ’20-’50
Avvento dei Totalitarismi
Nazismo
Lo Stato totalitario. Una definizione.
Per il fascismo la società ha scopi suoi, storici
e immanenti, di conservazione, di espansione, di
perfezionamento, distinti dagli scopi dei singoli
individui […] e che possono anche essere in
contrasto con gli scopi individuali.
Di qui la possibilità […] del sacrificio anche
totale dell’individuo alla società […].
Per il fascismo il problema preminente è quello
del diritto dello Stato e del dovere dell’individuo e
delle classi; i diritti degli individui non sono che
riflesso del diritti dello Stato. […] Per il fascismo la
sovranità è della società in quanto si organizza
giuridicamente, ossia dello Stato.
A. Rocco, La dottrina politica del fascismo.
2. Partito unico guidato
da un uomo solo
1. Ideologia elaborata
3. Sistema del terrore
Totalitarismi
6. Controllo dirigistico
dell’economia
4. Monopolio dei mezzi
di comunicazione
5. Monopolio degli
armamenti
Friedrich e Brzezinskj, Totalitarian Dictatorship and Autocracy, 1965
Il terrore, essenza dello Stato totalitario
Nel regime totalitario il posto del diritto positivo viene
preso dal terrore totale, inteso a tradurre in realtà la legge di
movimento della storia o della natura […]. Esso […] si propone
principalmente di far sì che le forze della natura o della storia
corrano liberamente attraverso l'umanità, senza l'impedimento
dell'azione umana spontanea […].
È il movimento stesso che individua i nemici dell'umanità
contro cui scatenare il terrore; non si permette che alcuna
azione libera, di opposizione o di simpatia, interferisca con
l'eliminazione del «nemico oggettivo» della storia o della natura,
della classe o della razza.
Colpevolezza e innocenza diventano concetti senza senso;
«colpevole» è chi è d'ostacolo al processo naturale o storico, che
condanna le «razze inferiori», gli individui «inadatti a vivere», o le
«classi in via di estinzione» e i «popoli decadenti».
H. Arendt, Le origini del totalitarismo
Totalitarismo e «sistema dei campi»
Quelli che aspirano al dominio totale devono liquidare
ogni spontaneità, quale la mera esistenza dell'individualità
continuerebbe a generare, e colpirla nelle sue manifestazioni
più private, per quanto apolitiche e innocue queste possano
sembrare. […] l'esemplare umano ridotto alle reazioni più
elementari, eliminabile o sostituibile in qualsiasi momento
[…] è il "cittadino" modello di uno stato totalitario, un
cittadino che può essere prodotto solo imperfettamente fuori
dei campi. […]
L'ideologia totalitaria non mira alla trasformazione
delle condizioni esterne dell'esistenza umana né al riassetto
rivoluzionario dell'ordinamento sociale, bensì alla
trasformazione della natura umana che, così com'è, si
oppone al processo totalitario. I Lager sono i laboratori dove
si sperimenta tale trasformazione.
H. Arendt, Le origini del totalitarismo
[…] la società di morenti instaurata nei
campi è l'unica forma di società in cui
sia possibile impadronirsi interamente
dell'uomo.
H. Arendt
Totalitarismo e «sistema dei campi»
Si riproduceva […] all’interno del Lager, in scala più
piccola, ma con caratteristiche amplificate, la struttura
gerarchica dello Stato totalitario, in cui tutto il potere
viene dall’alto e un controllo dal basso è quasi
impossibile. […] Solo entro il Lager [però] il controllo dal
basso era nullo e il potere dei piccoli satrapi è assoluto.
Primo Levi, I sommersi e i salvati
Solo entro il Lager il controllo dal basso era nullo
e il potere dei piccoli satrapi è assoluto.
Primo Levi, I sommersi e i salvati
Deportazione nazifascista
Campi di lavoro
Campi di
concentramento
Campi di
internamento
Campi di sterminio
Il sistema
concentrazionario
L’organizzazione dei campi
Oppositori politici
Ebrei
Zingari
Omosessuali
Criminali comuni
Auschwitz-Birkenau
La shoah
L’antisemitismo nazista
Cittadino può essere soltanto chi è
Volksgenosse. Può essere Volksgenosse solo
chi è di sangue tedesco, senza riguardo alla
confessione religiosa. Nessun ebreo può
quindi essere Volksgenosse.
A. Hitler, Programma del nazionalsocialismo
Persecuzione e sterminio degli ebrei
La distruzione degli Ebrei d’Europa
La distruzione degli Ebrei
d’Europa fu un cataclisma
enorme […]. Materialmente le
dimensioni della popolazione
ebraica e la sua ripartizione,
e persino i suoi tratti
specifici, furono decisamente
modificati.
Raul Hilberg, La distruzione
degli ebrei d’Europa
1933-1939
1. Definizione
1939-1940
2. Concentrazione
La distruzione degli Ebrei
1941-1945
3. Annientamento
1.Definizione. Le «leggi di Norimberga»
15 settembre 1935
Legge per la cittadinanza del Reich
Art. 2 Cittadino del Reich è soltanto l’appartenente allo
stato di sangue tedesco o affine il quale con il suo
comportamento dia prova di essere disposto ad adottare e
servire fedelmente il popolo e il Reich tedesco.
Legge «per la protezione del sangue e dell’onore tedesco»
Art. 1. Sono proibiti i matrimoni tra ebrei e cittadini dello
stato di sangue tedesco o affine […]
Art. 2. Sono proibiti rapporti extramatrimoniali tra ebrei e
cittadini dello stato di sangue tedesco o affine […]
Esclusione dai diritti
di cittadinanza
1.Definizione della condizione
giuridica degli ebrei
Legalizzazione dell’antisemitismo e
delle violenze (es. “Notte dei cristalli)
Arianizzazione dell’enomia
Ghettizzazione (campi di
internamento e ghetti)
2. Concentrazione e
isolamento degli ebrei
Campi di
concentramento e lavoro
Sfruttamento
attraverso il lavoro.
Morte per
esaurimento fisico.
Muro del ghetto di
Varsavia
Malgrado le più rigorose proibizioni si fanno molte cose vietate
sotto pena di morte. Del resto tutto è proibito agli ebrei. Eppure,
noi viviamo in barba ai nazisti e speriamo di sopravvivere in
qualche modo a questo regime di schiavitù.
Mary Berg, Il ghetto di Varsavia
Le operazioni mobili
di massacro
3. L’annientamento
La «soluzione finale»
I campi di sterminio
Le vittime di Stalin e di Hitler […] spesso furono
assassinate in modo ottuso e sistematico, non animato
da nessuna emozione umana, ivi compreso l’odio. Furono
eliminate affinché fosse possibile fondare un mondo
umano obiettivamente migliore: più efficiente, più morale
più bello. Un mondo comunista. O un mondo ariano,
puro dal punto di vista razziale. In entrambi i casi, un
mondo armonioso, libero da conflitti, docile nelle mani dei
propri governanti, ordinato, controllato.
Gli individui macchiati dall’ineliminabile tara del
proprio passato o della propria origine non potevano
entrare a far parte di un tale mondo immacolato, sano,
splendente. Come quella delle erbe infestanti la loro
natura non poteva essere modificata. Essi non si
prestavano ad essere migliorati o rieducati. Dovevano
essere eliminati per ragioni di eredità genetica o ideale, a
causa di un meccanismo naturale resistente
all’elaborazione culturale e ad essa sottratto.
Baumann, Modernità e Olocausto
Per quanto sublime
possa essere l'arte
di dimenticare, noi
non possiamo
praticarla.
Gershom G. Sholem
La Resistenza
Ci si rassegna troppo facilmente alla fatalità.
Troppo facilmente si accetta di credere che dopo
tutto solo il sangue fa compiere passi avanti alla
storia e che il più forte, in questi casi, avanza a
scapito della debolezza dell'altro. Forse questa
fatalità esiste. Ma il compito degli uomini non è
quello di accettarla, né di sottomettersi alle sue leggi.
Se l'avessimo accettata nelle età più remote,
saremmo ancora alla preistoria.
Il compito degli uomini di cultura e di fede
non è, in ogni caso, né disertare le lotte storiche, né
mettersi al servizio di quel che c'è in esse di crudele
e di disumano. È quello di resistere, di aiutare
l'uomo contro quel che lo opprime, di favorirne la
libertà contro le fatalità che lo accerchiano.
Albert Camus, L’uomo in rivolta
La Resistenza in Valle d’Aosta
Settembre 1943- aprile 1945: un periodo in cui si
sono poste le fondamenta della società in cui oggi viviamo.
[…] Non inutile pare […] sottolineare quanto sia stata
decisiva e cruciale [questa fase] per le sorti della Valle
d’Aosta.
La vicenda della Resistenza si sviluppa anche qui, per
tanti aspetti, lungo linee comuni a quelle di altre zone, ma,
nello stesso tempo, è segnata sin dalla sua nascita da
caratteri specifici che la contraddistinguono fortemente. La
“questione valdostana”, ovvero la definizione dell'assetto della
Valle d'Aosta nel dopoguerra, genera un'aspra lotta politica,
combattuta senza esclusione di colpi, che si sovrappone a
quella, già di per sé assai dura, esistente tra le diverse
componenti della Resistenza.
R. Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta.
Un appello alla Resistenza
Il faut être très bas, pour regarder très haut. […]
Nous avons atteint le fond de notre bassesse. […]
Il fallut qui vint le coup de massue de vingt ans de fascisme
[…]
Il fallut que notre pays perdit tout.
Alors dans l’abîme d’abjection dans lequel s’est trouvé, il a
vu clair, il voit clair.[…]
Voilà ce qui est maintenant l’esprit de victoire: voir clair,
vouloir vivre.
Mais que notre âme s’alimente de la volonté de vivre […]
Et voilà que nous vaincrons. Voilà que la Vallée d’Aoste
nouvelle, régénérée par la souffrance et refondue dans une
nouvelle unité, produira à nouveau des Valdôtains
E. Chanoux, L’esprit de Victoire
« S’ébauchèrent alors les premiers essais
d’organisation clandestine: on devait chercher,
se découvrir, se dévoiler dans une ambiance
de soupçon, de danger continuel.
Rassembler les hommes et chercher les armes!
Voilà la tache des premières semaines
d’invasion nazi et de la réorganisation
néofasciste »
Lin Binel, Présentation, La tempëta dessu
noutre montagne, Aoste 1946
Robino, AISRVdA
La Resistenza non
armata organizzata: i
collegamenti, le
azioni di sabotaggio
nelle strutture
lavorative, le
staffette…
La Resistenza
armata organizzata
anche sul piano
politico
Le forme della
Resistenza
La Resistenza
sotterranea e ideale
nel silenzio che non
è assenso
La Resistenza attiva dei civili
che si esprime in
comportamenti, spesso non
strutturati e organizzati, di
aiuto, soccorso solidarietà ai
partigiani
1) 8 settembre 1943dicembre 1943
5) Febbraio –
aprile 1945
2) gennaio-maggio
1944
Le fasi della
Resistenza valdostana
4) Autunno - inverno
1944-1945
3) Giugno settembre 1944
1) 8 settembre 1943-dicembre 1943
•Aggregazione spontanea di soggetti dalle appartenenze e
motivazioni più diverse (militari che disertano, giovani di leva che
non si presentano alla chiamata, ragazzi e uomini di una valle di
un villaggio che cercano così di sottrarsi all’ordine instaurato da
nazisti e fascisti della RSI).
•Non ci sono progetti se non a breve termine in quanto nessuno
poteva immaginare quanto la guerra sarebbe durata.
•Aggregazione ispirata da personalità con forte spinte ideali che
richiama soggetti desiderosi di una identità politica.
•Nasce il CLN di Aosta che ha come figura cardine Émile
Chanoux.
•La collaborazione della popolazione non ha una vocazione
politica in questa fase. Essa consta nell' aiuto dato ai soldati che
escono dall'esercito e devono nascondersi.
2) gennaio-maggio 1944
•Consolidamento e sviluppo delle bande.
•Si sviluppa l’antiguerriglia partigiana.
•Si afferma la consapevolezza del senso della scelta e della
natura della lotta che in alcune bande assume una
connotazione politica. Si chiariscono le diverse anime della
Resistenza.
•La Resistenza perde i suoi pilastri: vengono uccisi Lexert
(23 aprile) e Chanoux (19 maggio) e arrestati Binel e
Chabloz.
•La collaborazione della popolazione non ha una vocazione
politica in questa fase. Essa consta nell' aiuto dato ai
soldati che escono dall'esercito e devono nascondersi.
3) giugno-settembre 1944
•Massima espansione della Resistenza.
•Prende avvio la nuova struttura militare della Resistenza,
diretta dal Comando Generale del Corpo dei Volontari della
Libertà.
•La Resistenza consegue molte vittorie: vengono quasi
completamente liberate le valli laterali e nascono forme di
autogoverno (in alcune zone si procede a elezioni libere per
designare i responsabili della comunità locale). La vicenda
delle “zone libere” si conclude quasi ovunque
drammaticamente in autunno.
•Azioni antipartigiane molto intense: i nazifascisti
intendono “ripulire” la Valle dai banditi
4) Autunno - inverno 1944-1945
•Proclama Alexander: fase di crisi della Resistenza.
•Violente rappresaglie nazifasciste.
•Molti partigiani valdostani ripiegano oltre i confini svizzeri
e francesi.
•Episodi straordinaria solidarietà da parte della
popolazione nei confronti delle poche centinaia di resistenti
rimasti in Valle.
•Il dibattito sulla futuro assetto della Valle d’Aosta occupa i
vertici della Resistenza valdostana, che però deve
affrontarlo anche tenendo conto dei rapporti e degli
equilibri tra le forze Alleate.
Traversata della Val d’Isère
4) Febbraio - aprile 1945
•Si ricostituiscono le formazioni partigiane sulla base della
struttura militare del Corpo Volontari della Libertà.
•Si infervora e si radicalizza il dibattito politico, anche in vista
della ricostruzione istituzionale e politica dello Stato italiano e
della Valle d’Aosta.
•Le azioni preliminari della Liberazione si concentrano sulla difesa
delle centrali, degli impianti industriali, delle stazioni.
•25-28 aprile: ripiegamento dei tedeschi.
•28 aprile: liberazione di Aosta. Le formazioni partigiane occupano
la città che di fatto viene liberata senza combattimenti.
•2 maggio: firmata a Biella la resa di tutte le truppe tedesche
presenti in Valle d’Aosta, nel Canavese e nel Biellese.
28 aprile 1945: liberazione di Aosta.
Sfilata dei partigiani.
La componente
autonomista
Le anime della
La
Resistenza valdostana componente
Gli autonomi
comunista
La componente
giellista
La lotta politica per il controllo delle nascenti
formazioni partigiane è quanto mai viva e lacerante fin
dall’inizio. Tutti cercano in qualche modo di sviluppare
la propria influenza ed egemonia a scapito
dell’organizzazione sul piano militare, mentre i controlli
sono pressoché inesistenti.
R. Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta
1925: nascita della Jeune
Vallée d’Aoste
Anni ’20-’30:
sviluppo dell’antifascismo
La causa valdostana
Anni ’43-’45:
sviluppo della Resistenza
1943: Formazione
del Comité de
Libération
coordinato da
Chanoux
19 dicembre 1943:
Dichiarazione di
Chivasso
18/19 maggio 1944:
Morte di Canoux
La Dichiarazione di Chivasso
La Carta di Chivasso si propose [...] come una
richiesta […] di una nuova Costituzione di cui si enunciano
i principi fondamentali […]. I principi fondamentali solo
legati [...] al personalismo, al federalismo e alla pace
europea, ad una riforma istituzionale di stampo federale che
sottragga definitivamente l'Italia ai rischi di un ritorno della
dittatura. L'antifascismo e l'opzione repubblicana rientrano
nelle scelte fondamentali, con una intensità simile a quella
con cui si rivendica come un diritto fondamentale la libertà
di cultura e quella di religione.
Momigliano Levi, Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni
alpine. Il contesto storico, i protagonisti, i testi.
Testo autografo della
Dichiarazione di Chivasso
Come l’uomo persona ha
diritto a vedere salvaguardata la
propria personalità, così le collettività
umane devono poter sussistere
serbando intatte le caratteristiche
della loro personalità. E’ una legge di
giustizia. E’ l’unica garanzia per la
pace in Europa. Ma questa legge deve
essere affermata dagli italiani in
questo periodo storico
particolarmente tragico, all’interno
dello stato italiano, perché possa
essere affermata anche di fronte agli
altri stati, perché possa essere
invocata contro eventuali abusi ed
ingiustizie di questi e contro il
ritorno dei nazionalismi.
E. Chanoux, Federalismo e autonomia
La morte di Emile Chanoux
Stamane, verso le ore 9, l’agente di PS
ausiliario, B. S., si accorgeva che il notaio
Chanoux, arrestato perché colpevole di gravi
connivenze con le bande di ribelli, e custodito
in camera di sicurezza della dipendente
caserma agenti, si era suicidato impiccandosi
ad una sbarra della cancellata di protezione
della finestra […].
Relazione del questore Mancinelli al Ministro degli
Interni, 19 maggio 1944.
18/19 maggio 1944
Attività di propaganda politica e sociale clandestina in
Francia e in Valle d’Aosta
Anni ’20-’30:
sviluppo dell’opposizione al regime in Francia e in
Svizzera (Manganoni, Chabloz, Lexert)
La componente comunista
Anni ’43-’45:
Attività clandestina, propaganda e lotta
armata organizzata
Lotta operaia nelle
fabbriche con
azioni di
sabotaggio (Cogne)
20 settembre 1943:
Organizzazione delle
prime bande
comuniste a vocazione
internazionalista
23 aprile 1944:
uccisione di
E. Lexert (Milò)
Partigiani della banda Lexert
Sabato 1/1/1944
L’anno nuovo è cominciato. Il gruppo è al completo
con l’arrivo di Milò. Questi precisa la situazione generale e
dà il tono alla nostra azione futura che dovrà essere
tipicamente sabotatrice.
Diario della Banda Lexert
La morte di Emile Lexert
Robino, AISRVdA
Madame,
j’ai le bien triste devoir
de Vous annoncer la mort de
Votre très cher fils Émile. Il est
décédé dimanche dernier en
combattant pour sa Patrie qu’il
adorait […].
Je vous prie, Madame,
de vouloir accepter l’expression
de ma grande douleur pour la
perte de mon ami, Votre fils,
que je considère comme un
exemple pour tous les italiens.
Tous les amis d’Émile qui ont
combattu avec lui, ne
l’oublieront jamais. Il sera pour
eux un exemple de courage,
d’abnégation et vertu éroïque.
Luciano Rodini
Autunno 1943: presenza di un gruppo ad Amay-Frumy di cui
fanno parte Primo Levi, Luciana Nissim, Wanda Maestro
L’organizzazione delle bande è promossa
dall’esterno della Valle (Piemonte)
La componente giellista
Anni ’44-’45:
Il Partito d’Azione si presenta come l’erede politico
di E. Chanoux
Il Partito d’Azione, che ha al centro del suo programma il
principio dell’autonomia e che vede nel movimento
valdostano una forza viva nella lotta comune contro il
vecchio Stato centralizzato e totalitario, si inchina reverente
di fronte a questo martire [Chanoux] dell’Italia che risorge
dal più profondo delle forze popolari.
(volantino del PdA)
Volantino diffuso dal P.d.A.
dopo la morte di E. Chanoux
L’arresto di Primo Levi,
Luciana Nissim e Wanda Maestro
Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre […] ad Amay
vengono arrestati Piacenza, Levi, Nissim, Maestro e Bachi.
[…] Vani sono i tentativi di intervento da parte di alcuni
gruppi partigiani della Bassa Valle d’Aosta. […] Il 7 marzo
1944, con la sua relazione conclusiva al Tribunale Speciale
di Torino, il prefetto Carnazzi denuncia 45 persone, di cui
35 detenute, 2 a piede libero e 8 latitanti. Levi, Nissim e
Maestro sono già stati inviati al campo di Fossoli, da cui
saranno trasferiti ad Auschwitz, ove Wanda Maestro
morirà.
R. Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta.
“Mancavano i contatti, le armi, i quattrini e
l’esperienza per procurarseli; mancavano gli
uomini capaci, ed eravamo invece sommersi
da un diluvio di gente squalificata, in buona
e in mala fede. […] A quel tempo non mi era
ancora stata insegnata la dottrina che
dovevo più tardi rapidamente imparare in
Lager, e secondo la quale primo ufficio
dell’uomo è perseguire i propri scopi con
mezzi idonei e chi sbaglia paga; per cui non
posso che considerare conforme a giustizia
il successivo svolgersi dei fatti.”
P. Levi, Se questo è un uomo
“Eravamo i partigiani più disarmati del Piemonte
e probabilmente anche i più sprovveduti”.
P. Levi, Il sistema periodico
Monarchici
Cattolici
Autonomisti
Nazionalisti
Autunno 1943: nascono con l’obiettivo
prioritario della liberazione nazionale
Le bande autonome
Anni ’44-’45:
I giovani aderiscono sempre più numerosi, spinti
da esigenze sia di autodifesa sia di azione, più che
da una precisa vocazione politica
Il carisma del capo è un forte elemento
catalizzatore all’interno delle
formazioni partigiane: l’identità del
gruppo si forma sulla figura del capo.
Alla fine del '43 per
qualcuno era difficile scegliere di
andare in montagna perché non si
sapeva chi avrebbe vinto, poi, con
l'avanzata degli Alleati, è stato più
facile [...]. Così i richiamati alle
armi e i nuovi chiamati hanno
sempre più deciso di disobbedire e
di venire con noi in montagna.
Soprattutto quelli di Perloz e di
Pont si sono ritrovati su, oltre
Marine.
Questo era comunque
pericoloso perché prendevano i
genitori come ostaggi [...] Mio
padre ha dovuto nascondersi per
mesi. [...].
R. Nicco, La Resistenza nella Bassa
Valle d’Aosta
Dopo il 4 marzo [1944] ci siamo davvero
organizzati. Le zone in cui siamo finiti dipendevano
molto da dove noi avevamo le case.
Ho chiamato il distaccamento che guidavo
“Isonzo” per via dei miei ricordi di militare. Ci siamo
subito divisi in due gruppi perché, soprattutto con i
miei compaesani di Perloz, non andavo molto
d'accordo. Io ero rigido, pretendevo la disciplina
com'ero stato abituato, essendo sergente maggiore,
quando facevo il soldato.
Era anche una questione di sicurezza per il
gruppo. Se si andava a casa, bisognava rientrare
come stabilito, altrimenti gli altri potevano pensare
al peggio. [...] Con me si sono soprattutto aggregati
quelli di Ponte; quelli di Perloz hanno sovente
preferito andare con Natale e Paul al Pessé. [...]
R. Nicco, La Resistenza nella Bassa Valle d’Aosta
Partigiani della Banda Marmore
AISRVdA
L’eredità della Resistenza
La scoperta più importante fatta in quei mesi
di lotta durante la guerra è stata l'importanza della
partecipazione: per cambiare il mondo bisognava
esserci. Questo è stato il motivo che mi ha fatto
abbracciare l'impegno politico: la convinzione che
esserci è una parte costitutiva della democrazia,
senza partecipazione non c'è democrazia e il paese
potrebbe andare nuovamente allo sbando.
T. Anselmi, Zia cos’è la Resistenza?
La deportazione dalla Valle d’Aosta
• 20 deportati razziali
• 40 deportati politici
• 1700 deportati militari
La deportazione politica
• È un esito dell’alleanza del neofascismo con
l’alleato tedesco (nel quadro della RSI: 1943-1945)
• È uno dei “prezzi” dell’opposizione al nazismo e al
fascismo.
• È il frutto della rapina di risorse umane dei nazisti
come occupanti
La deportazione politica
• Oppositori aperti al regime e ai nazisti)
• Partigiani della Resistenza
• Collaboratori dei Partigiani
• Detentori di armi
• Familiari di renitenti alla leva, di partigiani o di
collaboratori
• Labili collaborazioni
• Catture di civili nel corso di rastrellamenti
• Militari che dopo l’8 settembre vengono
catturati e inviati in campi di prigionia
Internamento militare
• Militari che dopo l’8 settembre vengono
catturati e inviati in campi di prigionia
• La truppa verrà utilizzata in campi di lavoro
(industrie, ristrutturazione infrastrutture e
lavoro agricolo nelle fattorie).
• Gli ufficiali vengono tenuti prigionieri in
campi di internamento per IMI (Italiani
Militari Internati); successivamente
anch’essi vengono impiegati in lavoro
coatto.
Tipologie di deportati e dei luoghi
di detenzione:
• Deportati razziali
• campi di sterminio
• Deportati politici
• campi di concentramento
• Prigionieri militari
• campi di internamento
• Rastrellati civili
• campi di lavoro
• Lavoratori coatti
• campi di lavoro
Lino Binel
(1904-1981)
16 giugno1944: consegnato alle SS e
deportato in Germania in campi di lavoro
Ida Désandré
(1922)
21 settembre 1944: deportata in campi di
concentramento nazisti:
Ravensbrück, Salzgitter, Bergen-Belsen
Zita Ghirotti
(1923-2002)
21 settembre 1944: deportata in campi di
concentramento nazisti: Ravensbrück,
Salzgitter
Renzi Camillo (1903-1945)
e Scaramellino Franca (1909-1991)
21 settembre 1944: deportati a
Dachau e Ravensbrück
Il concetto di totalitarismo appare
forse il più adatto a cogliere il senso di un
secolo, il Novecento, dominato dalla
violenza, dallo sterminio di massa e dai
genocidi, di cui Auschwitz e il gulag sono
diventati i simboli.
Enzo Traverso, Usi e abusi del concetto di
totalitarismo.
17 novembre 1938
Leggi razziali fasciste
Art. 9. L'appartenenza alla razza ebraica deve essere
denunziata ed annotata nei registri dello stato civile e
della popolazione.
Art. 10. I cittadini italiani di razza ebraica non possono:
a) prestare servizio militare in pace e in guerra;
b) esercitare l'ufficio di tutore o curatore di minori o di
incapaci non appartenenti alla razza ebraica
c) essere proprietari o gestori, a qualsiasi titolo, di
aziende dichiarate interessanti la difesa della Nazione
d) essere proprietari di terreni che, in complesso, abbiano
un estimo superiore a lire cinquemila;
e) essere proprietari di fabbricati urbani che, in
complesso, abbiano un imponibile superiore a lire
ventimila.
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La Resistenza in Valle d`Aosta