Totalitarismi Guerre 1914-1945 Deportazioni Shoah Cassino La guerra metafora del ‘900 Non posso fare a meno di pensare che questo deve essere stato il secolo più violento nella storia dell'umanità. W. Golding, premio Nobel per la letteratura, Gran Bretagna. Il meccanismo del totalitarismo moderno nasce probabilmente qui, nelle fosse di fango, nelle trincee della guerra. Qui si forma il totalitarismo inteso alla lettera per ottenere una conformità totale. Si chiede al cittadino, al soldato, al suddito non soltanto una disciplina su certe regole stabilite, ma una conformità della sua persona, una sua integrazione in un collettivo che è assunto e rappresentato nel comando. V. Foa, Questo novecento Grande guerra 1914-1918 Stalinismo Fascismo Anni ’20-’50 Avvento dei Totalitarismi Nazismo Lo Stato totalitario. Una definizione. Per il fascismo la società ha scopi suoi, storici e immanenti, di conservazione, di espansione, di perfezionamento, distinti dagli scopi dei singoli individui […] e che possono anche essere in contrasto con gli scopi individuali. Di qui la possibilità […] del sacrificio anche totale dell’individuo alla società […]. Per il fascismo il problema preminente è quello del diritto dello Stato e del dovere dell’individuo e delle classi; i diritti degli individui non sono che riflesso del diritti dello Stato. […] Per il fascismo la sovranità è della società in quanto si organizza giuridicamente, ossia dello Stato. A. Rocco, La dottrina politica del fascismo. 2. Partito unico guidato da un uomo solo 1. Ideologia elaborata 3. Sistema del terrore Totalitarismi 6. Controllo dirigistico dell’economia 4. Monopolio dei mezzi di comunicazione 5. Monopolio degli armamenti Friedrich e Brzezinskj, Totalitarian Dictatorship and Autocracy, 1965 Il terrore, essenza dello Stato totalitario Nel regime totalitario il posto del diritto positivo viene preso dal terrore totale, inteso a tradurre in realtà la legge di movimento della storia o della natura […]. Esso […] si propone principalmente di far sì che le forze della natura o della storia corrano liberamente attraverso l'umanità, senza l'impedimento dell'azione umana spontanea […]. È il movimento stesso che individua i nemici dell'umanità contro cui scatenare il terrore; non si permette che alcuna azione libera, di opposizione o di simpatia, interferisca con l'eliminazione del «nemico oggettivo» della storia o della natura, della classe o della razza. Colpevolezza e innocenza diventano concetti senza senso; «colpevole» è chi è d'ostacolo al processo naturale o storico, che condanna le «razze inferiori», gli individui «inadatti a vivere», o le «classi in via di estinzione» e i «popoli decadenti». H. Arendt, Le origini del totalitarismo Totalitarismo e «sistema dei campi» Quelli che aspirano al dominio totale devono liquidare ogni spontaneità, quale la mera esistenza dell'individualità continuerebbe a generare, e colpirla nelle sue manifestazioni più private, per quanto apolitiche e innocue queste possano sembrare. […] l'esemplare umano ridotto alle reazioni più elementari, eliminabile o sostituibile in qualsiasi momento […] è il "cittadino" modello di uno stato totalitario, un cittadino che può essere prodotto solo imperfettamente fuori dei campi. […] L'ideologia totalitaria non mira alla trasformazione delle condizioni esterne dell'esistenza umana né al riassetto rivoluzionario dell'ordinamento sociale, bensì alla trasformazione della natura umana che, così com'è, si oppone al processo totalitario. I Lager sono i laboratori dove si sperimenta tale trasformazione. H. Arendt, Le origini del totalitarismo […] la società di morenti instaurata nei campi è l'unica forma di società in cui sia possibile impadronirsi interamente dell'uomo. H. Arendt Totalitarismo e «sistema dei campi» Si riproduceva […] all’interno del Lager, in scala più piccola, ma con caratteristiche amplificate, la struttura gerarchica dello Stato totalitario, in cui tutto il potere viene dall’alto e un controllo dal basso è quasi impossibile. […] Solo entro il Lager [però] il controllo dal basso era nullo e il potere dei piccoli satrapi è assoluto. Primo Levi, I sommersi e i salvati Solo entro il Lager il controllo dal basso era nullo e il potere dei piccoli satrapi è assoluto. Primo Levi, I sommersi e i salvati Deportazione nazifascista Campi di lavoro Campi di concentramento Campi di internamento Campi di sterminio Il sistema concentrazionario L’organizzazione dei campi Oppositori politici Ebrei Zingari Omosessuali Criminali comuni Auschwitz-Birkenau La shoah L’antisemitismo nazista Cittadino può essere soltanto chi è Volksgenosse. Può essere Volksgenosse solo chi è di sangue tedesco, senza riguardo alla confessione religiosa. Nessun ebreo può quindi essere Volksgenosse. A. Hitler, Programma del nazionalsocialismo Persecuzione e sterminio degli ebrei La distruzione degli Ebrei d’Europa La distruzione degli Ebrei d’Europa fu un cataclisma enorme […]. Materialmente le dimensioni della popolazione ebraica e la sua ripartizione, e persino i suoi tratti specifici, furono decisamente modificati. Raul Hilberg, La distruzione degli ebrei d’Europa 1933-1939 1. Definizione 1939-1940 2. Concentrazione La distruzione degli Ebrei 1941-1945 3. Annientamento 1.Definizione. Le «leggi di Norimberga» 15 settembre 1935 Legge per la cittadinanza del Reich Art. 2 Cittadino del Reich è soltanto l’appartenente allo stato di sangue tedesco o affine il quale con il suo comportamento dia prova di essere disposto ad adottare e servire fedelmente il popolo e il Reich tedesco. Legge «per la protezione del sangue e dell’onore tedesco» Art. 1. Sono proibiti i matrimoni tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affine […] Art. 2. Sono proibiti rapporti extramatrimoniali tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affine […] Esclusione dai diritti di cittadinanza 1.Definizione della condizione giuridica degli ebrei Legalizzazione dell’antisemitismo e delle violenze (es. “Notte dei cristalli) Arianizzazione dell’enomia Ghettizzazione (campi di internamento e ghetti) 2. Concentrazione e isolamento degli ebrei Campi di concentramento e lavoro Sfruttamento attraverso il lavoro. Morte per esaurimento fisico. Muro del ghetto di Varsavia Malgrado le più rigorose proibizioni si fanno molte cose vietate sotto pena di morte. Del resto tutto è proibito agli ebrei. Eppure, noi viviamo in barba ai nazisti e speriamo di sopravvivere in qualche modo a questo regime di schiavitù. Mary Berg, Il ghetto di Varsavia Le operazioni mobili di massacro 3. L’annientamento La «soluzione finale» I campi di sterminio Le vittime di Stalin e di Hitler […] spesso furono assassinate in modo ottuso e sistematico, non animato da nessuna emozione umana, ivi compreso l’odio. Furono eliminate affinché fosse possibile fondare un mondo umano obiettivamente migliore: più efficiente, più morale più bello. Un mondo comunista. O un mondo ariano, puro dal punto di vista razziale. In entrambi i casi, un mondo armonioso, libero da conflitti, docile nelle mani dei propri governanti, ordinato, controllato. Gli individui macchiati dall’ineliminabile tara del proprio passato o della propria origine non potevano entrare a far parte di un tale mondo immacolato, sano, splendente. Come quella delle erbe infestanti la loro natura non poteva essere modificata. Essi non si prestavano ad essere migliorati o rieducati. Dovevano essere eliminati per ragioni di eredità genetica o ideale, a causa di un meccanismo naturale resistente all’elaborazione culturale e ad essa sottratto. Baumann, Modernità e Olocausto Per quanto sublime possa essere l'arte di dimenticare, noi non possiamo praticarla. Gershom G. Sholem La Resistenza Ci si rassegna troppo facilmente alla fatalità. Troppo facilmente si accetta di credere che dopo tutto solo il sangue fa compiere passi avanti alla storia e che il più forte, in questi casi, avanza a scapito della debolezza dell'altro. Forse questa fatalità esiste. Ma il compito degli uomini non è quello di accettarla, né di sottomettersi alle sue leggi. Se l'avessimo accettata nelle età più remote, saremmo ancora alla preistoria. Il compito degli uomini di cultura e di fede non è, in ogni caso, né disertare le lotte storiche, né mettersi al servizio di quel che c'è in esse di crudele e di disumano. È quello di resistere, di aiutare l'uomo contro quel che lo opprime, di favorirne la libertà contro le fatalità che lo accerchiano. Albert Camus, L’uomo in rivolta La Resistenza in Valle d’Aosta Settembre 1943- aprile 1945: un periodo in cui si sono poste le fondamenta della società in cui oggi viviamo. […] Non inutile pare […] sottolineare quanto sia stata decisiva e cruciale [questa fase] per le sorti della Valle d’Aosta. La vicenda della Resistenza si sviluppa anche qui, per tanti aspetti, lungo linee comuni a quelle di altre zone, ma, nello stesso tempo, è segnata sin dalla sua nascita da caratteri specifici che la contraddistinguono fortemente. La “questione valdostana”, ovvero la definizione dell'assetto della Valle d'Aosta nel dopoguerra, genera un'aspra lotta politica, combattuta senza esclusione di colpi, che si sovrappone a quella, già di per sé assai dura, esistente tra le diverse componenti della Resistenza. R. Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta. Un appello alla Resistenza Il faut être très bas, pour regarder très haut. […] Nous avons atteint le fond de notre bassesse. […] Il fallut qui vint le coup de massue de vingt ans de fascisme […] Il fallut que notre pays perdit tout. Alors dans l’abîme d’abjection dans lequel s’est trouvé, il a vu clair, il voit clair.[…] Voilà ce qui est maintenant l’esprit de victoire: voir clair, vouloir vivre. Mais que notre âme s’alimente de la volonté de vivre […] Et voilà que nous vaincrons. Voilà que la Vallée d’Aoste nouvelle, régénérée par la souffrance et refondue dans une nouvelle unité, produira à nouveau des Valdôtains E. Chanoux, L’esprit de Victoire « S’ébauchèrent alors les premiers essais d’organisation clandestine: on devait chercher, se découvrir, se dévoiler dans une ambiance de soupçon, de danger continuel. Rassembler les hommes et chercher les armes! Voilà la tache des premières semaines d’invasion nazi et de la réorganisation néofasciste » Lin Binel, Présentation, La tempëta dessu noutre montagne, Aoste 1946 Robino, AISRVdA La Resistenza non armata organizzata: i collegamenti, le azioni di sabotaggio nelle strutture lavorative, le staffette… La Resistenza armata organizzata anche sul piano politico Le forme della Resistenza La Resistenza sotterranea e ideale nel silenzio che non è assenso La Resistenza attiva dei civili che si esprime in comportamenti, spesso non strutturati e organizzati, di aiuto, soccorso solidarietà ai partigiani 1) 8 settembre 1943dicembre 1943 5) Febbraio – aprile 1945 2) gennaio-maggio 1944 Le fasi della Resistenza valdostana 4) Autunno - inverno 1944-1945 3) Giugno settembre 1944 1) 8 settembre 1943-dicembre 1943 •Aggregazione spontanea di soggetti dalle appartenenze e motivazioni più diverse (militari che disertano, giovani di leva che non si presentano alla chiamata, ragazzi e uomini di una valle di un villaggio che cercano così di sottrarsi all’ordine instaurato da nazisti e fascisti della RSI). •Non ci sono progetti se non a breve termine in quanto nessuno poteva immaginare quanto la guerra sarebbe durata. •Aggregazione ispirata da personalità con forte spinte ideali che richiama soggetti desiderosi di una identità politica. •Nasce il CLN di Aosta che ha come figura cardine Émile Chanoux. •La collaborazione della popolazione non ha una vocazione politica in questa fase. Essa consta nell' aiuto dato ai soldati che escono dall'esercito e devono nascondersi. 2) gennaio-maggio 1944 •Consolidamento e sviluppo delle bande. •Si sviluppa l’antiguerriglia partigiana. •Si afferma la consapevolezza del senso della scelta e della natura della lotta che in alcune bande assume una connotazione politica. Si chiariscono le diverse anime della Resistenza. •La Resistenza perde i suoi pilastri: vengono uccisi Lexert (23 aprile) e Chanoux (19 maggio) e arrestati Binel e Chabloz. •La collaborazione della popolazione non ha una vocazione politica in questa fase. Essa consta nell' aiuto dato ai soldati che escono dall'esercito e devono nascondersi. 3) giugno-settembre 1944 •Massima espansione della Resistenza. •Prende avvio la nuova struttura militare della Resistenza, diretta dal Comando Generale del Corpo dei Volontari della Libertà. •La Resistenza consegue molte vittorie: vengono quasi completamente liberate le valli laterali e nascono forme di autogoverno (in alcune zone si procede a elezioni libere per designare i responsabili della comunità locale). La vicenda delle “zone libere” si conclude quasi ovunque drammaticamente in autunno. •Azioni antipartigiane molto intense: i nazifascisti intendono “ripulire” la Valle dai banditi 4) Autunno - inverno 1944-1945 •Proclama Alexander: fase di crisi della Resistenza. •Violente rappresaglie nazifasciste. •Molti partigiani valdostani ripiegano oltre i confini svizzeri e francesi. •Episodi straordinaria solidarietà da parte della popolazione nei confronti delle poche centinaia di resistenti rimasti in Valle. •Il dibattito sulla futuro assetto della Valle d’Aosta occupa i vertici della Resistenza valdostana, che però deve affrontarlo anche tenendo conto dei rapporti e degli equilibri tra le forze Alleate. Traversata della Val d’Isère 4) Febbraio - aprile 1945 •Si ricostituiscono le formazioni partigiane sulla base della struttura militare del Corpo Volontari della Libertà. •Si infervora e si radicalizza il dibattito politico, anche in vista della ricostruzione istituzionale e politica dello Stato italiano e della Valle d’Aosta. •Le azioni preliminari della Liberazione si concentrano sulla difesa delle centrali, degli impianti industriali, delle stazioni. •25-28 aprile: ripiegamento dei tedeschi. •28 aprile: liberazione di Aosta. Le formazioni partigiane occupano la città che di fatto viene liberata senza combattimenti. •2 maggio: firmata a Biella la resa di tutte le truppe tedesche presenti in Valle d’Aosta, nel Canavese e nel Biellese. 28 aprile 1945: liberazione di Aosta. Sfilata dei partigiani. La componente autonomista Le anime della La Resistenza valdostana componente Gli autonomi comunista La componente giellista La lotta politica per il controllo delle nascenti formazioni partigiane è quanto mai viva e lacerante fin dall’inizio. Tutti cercano in qualche modo di sviluppare la propria influenza ed egemonia a scapito dell’organizzazione sul piano militare, mentre i controlli sono pressoché inesistenti. R. Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta 1925: nascita della Jeune Vallée d’Aoste Anni ’20-’30: sviluppo dell’antifascismo La causa valdostana Anni ’43-’45: sviluppo della Resistenza 1943: Formazione del Comité de Libération coordinato da Chanoux 19 dicembre 1943: Dichiarazione di Chivasso 18/19 maggio 1944: Morte di Canoux La Dichiarazione di Chivasso La Carta di Chivasso si propose [...] come una richiesta […] di una nuova Costituzione di cui si enunciano i principi fondamentali […]. I principi fondamentali solo legati [...] al personalismo, al federalismo e alla pace europea, ad una riforma istituzionale di stampo federale che sottragga definitivamente l'Italia ai rischi di un ritorno della dittatura. L'antifascismo e l'opzione repubblicana rientrano nelle scelte fondamentali, con una intensità simile a quella con cui si rivendica come un diritto fondamentale la libertà di cultura e quella di religione. Momigliano Levi, Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine. Il contesto storico, i protagonisti, i testi. Testo autografo della Dichiarazione di Chivasso Come l’uomo persona ha diritto a vedere salvaguardata la propria personalità, così le collettività umane devono poter sussistere serbando intatte le caratteristiche della loro personalità. E’ una legge di giustizia. E’ l’unica garanzia per la pace in Europa. Ma questa legge deve essere affermata dagli italiani in questo periodo storico particolarmente tragico, all’interno dello stato italiano, perché possa essere affermata anche di fronte agli altri stati, perché possa essere invocata contro eventuali abusi ed ingiustizie di questi e contro il ritorno dei nazionalismi. E. Chanoux, Federalismo e autonomia La morte di Emile Chanoux Stamane, verso le ore 9, l’agente di PS ausiliario, B. S., si accorgeva che il notaio Chanoux, arrestato perché colpevole di gravi connivenze con le bande di ribelli, e custodito in camera di sicurezza della dipendente caserma agenti, si era suicidato impiccandosi ad una sbarra della cancellata di protezione della finestra […]. Relazione del questore Mancinelli al Ministro degli Interni, 19 maggio 1944. 18/19 maggio 1944 Attività di propaganda politica e sociale clandestina in Francia e in Valle d’Aosta Anni ’20-’30: sviluppo dell’opposizione al regime in Francia e in Svizzera (Manganoni, Chabloz, Lexert) La componente comunista Anni ’43-’45: Attività clandestina, propaganda e lotta armata organizzata Lotta operaia nelle fabbriche con azioni di sabotaggio (Cogne) 20 settembre 1943: Organizzazione delle prime bande comuniste a vocazione internazionalista 23 aprile 1944: uccisione di E. Lexert (Milò) Partigiani della banda Lexert Sabato 1/1/1944 L’anno nuovo è cominciato. Il gruppo è al completo con l’arrivo di Milò. Questi precisa la situazione generale e dà il tono alla nostra azione futura che dovrà essere tipicamente sabotatrice. Diario della Banda Lexert La morte di Emile Lexert Robino, AISRVdA Madame, j’ai le bien triste devoir de Vous annoncer la mort de Votre très cher fils Émile. Il est décédé dimanche dernier en combattant pour sa Patrie qu’il adorait […]. Je vous prie, Madame, de vouloir accepter l’expression de ma grande douleur pour la perte de mon ami, Votre fils, que je considère comme un exemple pour tous les italiens. Tous les amis d’Émile qui ont combattu avec lui, ne l’oublieront jamais. Il sera pour eux un exemple de courage, d’abnégation et vertu éroïque. Luciano Rodini Autunno 1943: presenza di un gruppo ad Amay-Frumy di cui fanno parte Primo Levi, Luciana Nissim, Wanda Maestro L’organizzazione delle bande è promossa dall’esterno della Valle (Piemonte) La componente giellista Anni ’44-’45: Il Partito d’Azione si presenta come l’erede politico di E. Chanoux Il Partito d’Azione, che ha al centro del suo programma il principio dell’autonomia e che vede nel movimento valdostano una forza viva nella lotta comune contro il vecchio Stato centralizzato e totalitario, si inchina reverente di fronte a questo martire [Chanoux] dell’Italia che risorge dal più profondo delle forze popolari. (volantino del PdA) Volantino diffuso dal P.d.A. dopo la morte di E. Chanoux L’arresto di Primo Levi, Luciana Nissim e Wanda Maestro Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre […] ad Amay vengono arrestati Piacenza, Levi, Nissim, Maestro e Bachi. […] Vani sono i tentativi di intervento da parte di alcuni gruppi partigiani della Bassa Valle d’Aosta. […] Il 7 marzo 1944, con la sua relazione conclusiva al Tribunale Speciale di Torino, il prefetto Carnazzi denuncia 45 persone, di cui 35 detenute, 2 a piede libero e 8 latitanti. Levi, Nissim e Maestro sono già stati inviati al campo di Fossoli, da cui saranno trasferiti ad Auschwitz, ove Wanda Maestro morirà. R. Nicco, La Resistenza in Valle d’Aosta. “Mancavano i contatti, le armi, i quattrini e l’esperienza per procurarseli; mancavano gli uomini capaci, ed eravamo invece sommersi da un diluvio di gente squalificata, in buona e in mala fede. […] A quel tempo non mi era ancora stata insegnata la dottrina che dovevo più tardi rapidamente imparare in Lager, e secondo la quale primo ufficio dell’uomo è perseguire i propri scopi con mezzi idonei e chi sbaglia paga; per cui non posso che considerare conforme a giustizia il successivo svolgersi dei fatti.” P. Levi, Se questo è un uomo “Eravamo i partigiani più disarmati del Piemonte e probabilmente anche i più sprovveduti”. P. Levi, Il sistema periodico Monarchici Cattolici Autonomisti Nazionalisti Autunno 1943: nascono con l’obiettivo prioritario della liberazione nazionale Le bande autonome Anni ’44-’45: I giovani aderiscono sempre più numerosi, spinti da esigenze sia di autodifesa sia di azione, più che da una precisa vocazione politica Il carisma del capo è un forte elemento catalizzatore all’interno delle formazioni partigiane: l’identità del gruppo si forma sulla figura del capo. Alla fine del '43 per qualcuno era difficile scegliere di andare in montagna perché non si sapeva chi avrebbe vinto, poi, con l'avanzata degli Alleati, è stato più facile [...]. Così i richiamati alle armi e i nuovi chiamati hanno sempre più deciso di disobbedire e di venire con noi in montagna. Soprattutto quelli di Perloz e di Pont si sono ritrovati su, oltre Marine. Questo era comunque pericoloso perché prendevano i genitori come ostaggi [...] Mio padre ha dovuto nascondersi per mesi. [...]. R. Nicco, La Resistenza nella Bassa Valle d’Aosta Dopo il 4 marzo [1944] ci siamo davvero organizzati. Le zone in cui siamo finiti dipendevano molto da dove noi avevamo le case. Ho chiamato il distaccamento che guidavo “Isonzo” per via dei miei ricordi di militare. Ci siamo subito divisi in due gruppi perché, soprattutto con i miei compaesani di Perloz, non andavo molto d'accordo. Io ero rigido, pretendevo la disciplina com'ero stato abituato, essendo sergente maggiore, quando facevo il soldato. Era anche una questione di sicurezza per il gruppo. Se si andava a casa, bisognava rientrare come stabilito, altrimenti gli altri potevano pensare al peggio. [...] Con me si sono soprattutto aggregati quelli di Ponte; quelli di Perloz hanno sovente preferito andare con Natale e Paul al Pessé. [...] R. Nicco, La Resistenza nella Bassa Valle d’Aosta Partigiani della Banda Marmore AISRVdA L’eredità della Resistenza La scoperta più importante fatta in quei mesi di lotta durante la guerra è stata l'importanza della partecipazione: per cambiare il mondo bisognava esserci. Questo è stato il motivo che mi ha fatto abbracciare l'impegno politico: la convinzione che esserci è una parte costitutiva della democrazia, senza partecipazione non c'è democrazia e il paese potrebbe andare nuovamente allo sbando. T. Anselmi, Zia cos’è la Resistenza? La deportazione dalla Valle d’Aosta • 20 deportati razziali • 40 deportati politici • 1700 deportati militari La deportazione politica • È un esito dell’alleanza del neofascismo con l’alleato tedesco (nel quadro della RSI: 1943-1945) • È uno dei “prezzi” dell’opposizione al nazismo e al fascismo. • È il frutto della rapina di risorse umane dei nazisti come occupanti La deportazione politica • Oppositori aperti al regime e ai nazisti) • Partigiani della Resistenza • Collaboratori dei Partigiani • Detentori di armi • Familiari di renitenti alla leva, di partigiani o di collaboratori • Labili collaborazioni • Catture di civili nel corso di rastrellamenti • Militari che dopo l’8 settembre vengono catturati e inviati in campi di prigionia Internamento militare • Militari che dopo l’8 settembre vengono catturati e inviati in campi di prigionia • La truppa verrà utilizzata in campi di lavoro (industrie, ristrutturazione infrastrutture e lavoro agricolo nelle fattorie). • Gli ufficiali vengono tenuti prigionieri in campi di internamento per IMI (Italiani Militari Internati); successivamente anch’essi vengono impiegati in lavoro coatto. Tipologie di deportati e dei luoghi di detenzione: • Deportati razziali • campi di sterminio • Deportati politici • campi di concentramento • Prigionieri militari • campi di internamento • Rastrellati civili • campi di lavoro • Lavoratori coatti • campi di lavoro Lino Binel (1904-1981) 16 giugno1944: consegnato alle SS e deportato in Germania in campi di lavoro Ida Désandré (1922) 21 settembre 1944: deportata in campi di concentramento nazisti: Ravensbrück, Salzgitter, Bergen-Belsen Zita Ghirotti (1923-2002) 21 settembre 1944: deportata in campi di concentramento nazisti: Ravensbrück, Salzgitter Renzi Camillo (1903-1945) e Scaramellino Franca (1909-1991) 21 settembre 1944: deportati a Dachau e Ravensbrück Il concetto di totalitarismo appare forse il più adatto a cogliere il senso di un secolo, il Novecento, dominato dalla violenza, dallo sterminio di massa e dai genocidi, di cui Auschwitz e il gulag sono diventati i simboli. Enzo Traverso, Usi e abusi del concetto di totalitarismo. 17 novembre 1938 Leggi razziali fasciste Art. 9. L'appartenenza alla razza ebraica deve essere denunziata ed annotata nei registri dello stato civile e della popolazione. Art. 10. I cittadini italiani di razza ebraica non possono: a) prestare servizio militare in pace e in guerra; b) esercitare l'ufficio di tutore o curatore di minori o di incapaci non appartenenti alla razza ebraica c) essere proprietari o gestori, a qualsiasi titolo, di aziende dichiarate interessanti la difesa della Nazione d) essere proprietari di terreni che, in complesso, abbiano un estimo superiore a lire cinquemila; e) essere proprietari di fabbricati urbani che, in complesso, abbiano un imponibile superiore a lire ventimila.