P.A.T. COMUNE DI CAMPOSAMPIERO PROVINCIA DI PADOVA PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO GENNAIO 2007 AGGIORNAMENTO CON LE OSSERVAZIONI ACCOLTE NORME TECNICHE PROGETTAZIONE Regione Veneto Direzione Urbanistica CTS Studi Associati Arch. Piergiorgio Tombolan Arch. Antonella Carlotto Comune di Camposampiero Responsabile Settore Urbanistica Arch. Petronilla Olivato INDICE TITOLO I° - DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 - Contenuti del PAT Art. 2 - Elaborati del PAT Art. 3 - Disposizioni transitorie TITOLO II° - ASSETTO DEL TERRITORIO Art. 4 - Assetto del territorio e definizione degli obiettivi generali 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 Art. 5 - Vincoli ed elementi della pianificazione territoriale superiore Invarianti Fragilità Azioni di tutela Azioni strategiche Assetto del territorio e definizione degli obiettivi locali TITOLO III° - DISPOSIZIONI GENERALI PER L’ASSETTO DEL TERRITORIO Art. 6 -Vincoli, pianificazione territoriale, fasce di rispetto 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 Vincoli Rete Natura 2000 Pianificazione di livello superiore Zone sismiche Fasce di rispetto e zone di tutela 6.6 Disposizioni per il Piano degli interventi (P.I.) CAPO 1 - Sistema ambientale e paesaggistico Art. 7 - Fragilità 7.1 7.2 7.3 7.4 Equilibrio geologico, idrogeologico e idraulico Idoneità edificatoria dei terreni Aree esondabili e/o periodico ristagno idrico Tutela idraulica Art. 8 - Invarianti di natura ambientale e paesaggistica 8.1 Corsi d’acqua principali e principali arginature 8.2 Aree con presenza di sistemazioni agricole di interesse storico – “cavini” 8.3 Agro centuriato 8.4 Ambiti agricoli a buona integrità 1 8.5 Aree rilevanti per la rete ecologica territoriale 8.6 Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario IT3260023-Muson Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga 8.7 Tracciato ex-ferrovia Ostiglia Art. 9 - Azioni di tutela del sistema ambientale e paesaggistico 9.1 Ambiti di territorio aperto da valorizzare 9.2 Cave senili 9.3 Alberi di interesse paesaggistico e formazioni vegetali di valore storico-culturale Art. 10 - Azioni strategiche del sistema ambientale e paesaggistico 10.1 Ricomposizione e riordino della zona agricola a seguito dell’inserimento delle infrastrutture viarie 10.2 Dispositivi di filtro 10.3 Direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di connessione ciclopedonali 10.4 Vegetazione in ambito urbano e nel territorio aperto 10.5 Mantenimento delle discontinuità presenti 10.6 Allevamenti da trasferire Art. 11 – Territorio agricolo 11.1 Disposizioni per gli edifici e i manufatti esistenti 11.2 Edificabilità CAPO 2 - Sistema insediativo Art. 12 – Invarianti di natura storico-monumentale 12.1 12.2 12.3 12.4 Centro storico di Camposampiero Sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al centro storico Individuazione e classificazione delle Unità edilizie Ritrovamenti archeologici Art. 13 – Azioni di tutela del sistema insediativo 13.1 Parchi, giardini storici, spazi scoperti privati di interesse storico – ambientale Art. 14 - Azioni strategiche del sistema insediativo 2 14.1 Aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali/produttive 14.2 Linee preferenziali di sviluppo insediativo 14.3 Azioni di riqualificazione e riconversione 14.4 Edificazione diffusa 14.5 Medie/grandi strutture di vendita 14.6 Attività produttive/commerciali in zona impropria 14.7 Sportello unico per le attività produttive (D.P.R. n.447/1998 e successive modificazioni) 14.8 Compatibilità ambientale degli interventi 14.9 Localizzazione di reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico Art. 15 – Invarianti di natura funzionale 15.1 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante esistenti/di progetto Art. 16 - Perequazione urbanistica - Disposizioni generali CAPO 3 – Sistema relazionale Art. 17 - Sistema stradale 17.1 Criticità 17.2 Azioni strategiche del sistema stradale Art. 18 - Sistema ferroviario 18.1 Sistema ferroviario - Invarianti TITOLO IV – DISPOSIZIONI PER GLI AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (A.T.O) Art. 19 - Generalità 19.1 Dimensionamento 19.2 Utilizzo della zona agricola Insieme A - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale e paesaggistico Art. 20 - Insieme A - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale e paesaggistico Sottoinsieme A1 - Agricolo-ambientale Art. 21 - A.T.O. A1.1 - MUSON VECCHIO-VANDURA-ORCONE Art. 22 - A.T.O. A1.2 – CENTRO DI BIOTRATTAMENTO Art. 23 - A.T.O. A1.3 – MUSON VECCHIO – RUSTEGA - MARZENEGO 3 Sottoinsieme A2 - Agricolo- Residenziale integrato Art. 24 - A.T.O. A2.1 - STRAELLE Insieme R - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo Art. 25 - Insieme R - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo Sottoinsieme R1 - Residenziale di interesse culturale Art. 26. - A.T.O. R1.1 - CENTRO STORICO DI CAMPOSAMPIERO Sottoinsieme R2 - Residenziale integrato Art. 27 - A.T.O. R2.1 – CAMPOSAMPIERO Art. 28 - A.T.O. R2.2 – AREA OSPEDALIERA Art. 29 - A.T.O. R2.3 - S.MARCO Art. 30 - A.T.O. R2.4 - CAMPOSAMPIERO EST Art. 31 - A.T.O. R2.5- RUSTEGA Sottoinsieme R3 – Misto a dominante produttiva Art. 32 - A.T.O. R3.1 - POLO PRODUTTIVO 4 Titolo I - DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 – Contenuti del PAT Il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Camposampiero è redatto con i contenuti di cui all’art. 13 della L.R.11/2004. La disciplina del PAT: • recepisce le disposizioni espresse da leggi e regolamenti di livello superiore ( nazionale e regionale); • definisce le “regole” per la formazione dei successivi strumenti urbanistici operativi, per centrare: - Obiettivi generali : finalità generali condivise che il Comune intende raggiungere attraverso il PAT nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale. - Obiettivi locali: obiettivi da perseguire nelle singole parti di territorio, definite come Ambiti Territoriali Omogenei ( A.T.O.) Rispetto a tali obiettivi il P.A.T. opera scelte progettuali: - - Strutturali, ovvero orientate a conformare una organizzazione e assetto stabile del territorio nelle sue forme fisiche, materiali e funzionali prevalenti, nel medio e lungo periodo Strategiche, ovvero di natura prevalentemente programmatica, per il raggiungimento, rispetto alla situazione presente, di un particolare scenario di assetto e sviluppo La disciplina per l’assetto del territorio comunale si articola in: a) Disposizioni generali, riferite agli elementi che compongono il territorio, e articolate rispetto ai tre sistemi che lo strutturano e lo rappresentano in tutti i suoi aspetti: - sistema ambientale e paesaggistico - sistema insediativo - sistema relazionale b) Disposizioni locali, riferite ai contesti territoriali, omogenei per le specifiche caratteristiche ambientali, insediative e funzionali ( A.T.O. e insiemi di A.T.O.) 5 Disposizioni generali e disposizioni locali si integrano e completano a vicenda. Disposizioni per il Piano degli Interventi ( P.I.) Il P.I. sviluppa e precisa le scelte delineate dal P.A.T., indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano, le priorità, le interrelazioni, i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilità e l’attuazione delle previsioni. 6 Art. 2 – Elaborati del PAT Il PAT è formato dai seguenti elaborati: a) RELAZIONE TECNICA contenente gli esiti delle analisi e della concertazione, le verifiche territoriali necessarie per la valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale b) RELAZIONE DI PROGETTO c) RELAZIONE SINTETICA per l’immediata lettura delle scelte e degli obiettivi del PAT d) NORME TECNICHE e) Elaborati grafici progettuali: - tav.1 CARTA DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, in scala 1:10.000 tav.2 CARTA DELLE INVARIANTI, in scala 1:10.000 tav.3 CARTA DELLE FRAGILITA’, in scala 1:10.000 tav.4a CARTA DELLA TRASFORMABILITA’Ambiti Territoriali Omogenei, in scala 1:10.000 tav.4b CARTA DELLA TRASFORMABILITA’- Azioni di tutela, azioni strategiche, in scala 1:10.000 f) banca dati alfanumerica e vettoriale contente il quadro conoscitivo di cui all’art.10 e le informazioni contenute negli elaborati di cui alle lettere a), b), c), d), e) Qualora vi sia contrasto tra gli elaborati di cui alle lettere a), b), c), d), e) e quelli di cui alla lettera f), prevalgono quelli di cui alle lettere a), b), c), d), e). 7 Art. 3 – Disposizioni transitorie Gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio, in assenza del “Piano degli Interventi”, devono rispettare le previsioni del P.R.G. vigente per le parti compatibili con il PAT che, a seguito dell’approvazione, “acquista il valore e l’efficacia del PI”. Sono comunque consentiti gli interventi di manutenzione, restauro, ristrutturazione edilizia ed ampliamento, degli edifici esistenti, nel rispetto delle norme relative ai beni culturali e ambientali, nonché gli interventi che si rendono necessari per: - prevenzione e degrado ambientale (rischio idraulico, idrogeologico, ecc.) - razionalizzazione delle infrastrutture e il miglioramento dei servizi esistenti; - messa a norma delle preesistenze 8 Titolo II° - ASSETTO DEL TERRITORIO Art. 4 - Assetto del territorio e definizione degli obiettivi generali Per la definizione degli obiettivi generali e delle conseguenti scelte progettuali di carattere strutturale e strategico, il PAT identifica i principali sistemi che strutturano e caratterizzano il territorio nei suoi diversi aspetti: • • • Il sistema ambientale, storico, paesaggistico Il sistema insediativo Il sistema relazionale Per ciascun sistema il PAT individua i principali elementi costitutivi, e ne specifica ed articola le scelte progettuali definendo: 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 Vincoli ed elementi della pianificazione territoriale superiore Invarianti Fragilità Azioni di tutela Azioni strategiche Ciascuna delle disposizioni riguardanti gli elementi elencati (riportate al Titolo III – Disposizioni generali per l’assetto del territorio), è classificata, in base al carattere specifico, come “direttiva” (D), “prescrizione” (P), o “vincolo” (V). 4.1 Vincoli ed elementi della pianificazione territoriale superiore I vincoli e gli elementi della pianificazione territoriale superiore sono elementi la cui trasformabilità è definita dagli strumenti della pianificazione sovraordinati al PAT, ed eventualmente specificata con maggior dettaglio dal PAT stesso. I vincoli e gli elementi della pianificazione territoriale superiore sono rappresentati nella tav.1. 4.2 Invarianti Le invarianti sono costituite da elementi la cui presenza, in atto o in prospettiva, è indispensabile al raggiungimento degli obiettivi di piano: - permanenze e/o identità storiche non trasformabili almeno nei tempi considerati dal PAT, 9 - elementi di rilevante carattere strategico Alcuni elementi tra le invarianti costituiscono anche delle fragilità. Le invarianti, indicate nella tav. 2, vengono così specificate: 4.2.1 Invarianti di natura storico/monumentale (art.12): • centro storico di Camposampiero, con il complesso monumentale dei Santuari Antoniani; • sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al centro storico; • all’interno del centro storico e nel sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al centro storico, le emergenze architettoniche, le ville venete (individuate dall’Istituto Regionale per le Ville Venete) e altri edifici di valore storico-ambientale; • ritrovamenti archeologici 4.2.2 Invarianti di natura ambientale e paesaggistica (art.8): • Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario IT3260023-Muson Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga • corsi d’acqua principali e principali arginature • Aree rilevanti per la rete ecologica territoriale • Ambiti agricoli a buona integrità • Agro centuriato • Tracciato ex-ferrovia Ostiglia • Aree con presenza di sistemazioni agricole di interesse storico – “cavini” 4.2.3 Invarianti funzionali (art.15): • Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante esistenti/di progetto Invarianti del sistema relazionale (art.18): 4.2.4 • Ferrovia/stazione 4.3 Fragilità Le fragilità sono elementi caratterizzati da una certa soglia di rischio, rispetto agli insediamenti e all’ambiente. Sono trasformabili nei limiti stabiliti dal P.A.T. e ulteriormente precisati dal P.I. 10 Costituiscono fragilità anche alcuni elementi tra le invarianti e tra le azioni di tutela. Le fragilità, indicate nella tav. 3, vengono così specificate: • • • • • • idoneità edificatoria dei terreni e rischio geologico-idraulico (art.7 – punto7.2) Aree esondabili e/o periodico ristagno idrico (art.7 – punto7.3) Invarianti di natura ambientale e paesaggistica (art.8): corsi d’acqua principali, ambiti agricoli a buona integrità, aree rilevanti per la rete ecologica territoriale, agro-centuriato, aree con presenza di sistemazioni agricole di interesse storico – “cavini”, Invarianti di natura storico/monumentale (art.12): ritrovamenti archeologici azioni di tutela del sistema ambientale e paesaggistico (art.9): ambiti di territorio aperto da valorizzare, cave senili, formazioni vegetali di valore storico-culturale criticità del sistema relazionale (art.17 – punto 17.1): intersezioni sovraccariche, generatori di traffico continuo/non continuo, relazioni territoriali non organizzate, tratti viari sovraccarichi, barriere infrastrutturali 4.4 Azioni di tutela Le azioni di tutela si applicano ad elementi la cui salvaguardia concorre al raggiungimento degli obiettivi di piano. Alcuni elementi tra quelli soggetti ad azioni di tutela costituiscono anche delle fragilità. Le azioni di tutela, indicate nella tav. 4b, vengono così specificate: • • • Ambiti di territorio aperto da valorizzare (art.9 – punto 9.1) Cave senili (art.9 – punto 9.2) Alberi di interesse paesaggistico e formazioni vegetali di valore storico-culturale (art.9 – punto 9.3) 4.5 Azioni strategiche Le azioni strategiche si applicano ad elementi, le cui condizioni di trasformazione/attuazione sono definite dal P.A.T. e ulteriormente precisati dal P.I. Le azioni strategiche, indicate nella tav. 4b, vengono così specificate: 11 • • • Azioni strategiche del sistema ambientale e paesaggistico (art.10): Ricomposizione e riordino della zona agricola a seguito dell’inserimento delle infrastrutture viarie, Dispositivi di filtro, Direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di connessione ciclopedonali, Mantenimento delle discontinuità presenti, Allevamenti da trasferire Azioni strategiche del sistema insediativo (art.14): Aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali/produttive, Edificazione diffusa, Azioni di riqualificazione e riconversione, Linee preferenziali di sviluppo insediativo, Medie/grandi strutture di vendita Azioni strategiche del sistema relazionale (art.17): Viabilità di connessione territoriale in corso di realizzazione, Principale viabilità di connessione e distribuzione extraurbana esistente/in corso di realizzazione, Direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni urbane/extraurbane, Viabilità urbana da riqualificare, Riqualificazione SR 307 12 Art. 5 - Assetto del territorio e definizione degli obiettivi locali Per la definizione degli obiettivi locali e la precisazione delle conseguenti scelte progettuali di carattere strutturale e strategico, il PAT suddivide il territorio comunale in ambiti geografici definiti sulla base degli specifici caratteri ambientali, insediativi e funzionali, denominati Ambiti Territoriali Omogenei ( A.T.O.). La disciplina di ciascun ATO fa riferimento alle relative risorse culturali, naturali, paesaggistiche, agricole, insediative e produttive presenti nel territorio. Gli A.T.O. sono raggruppati in Insiemi di A.T.O. e Sottoinsiemi di A.T.O., omogenei rispetto all’assetto fisico, insediativo e funzionale prevalente: - - L’insieme A - A.T.O. a dominanza dei caratteri del Sistema ambientale e paesaggistico, è caratterizzato dalla prevalenza delle risorse agricole-produttive, naturali e paesaggistiche, ed è suddiviso in due sottoinsiemi: A1-agricoloambientale e A2-agricolo-residenziale integrato L’insieme R - A.T.O. a dominanza dei caratteri del Sistema insediativo, è caratterizzato dalla struttura insediativa storica e di recente formazione ed è suddiviso in tre sottoinsiemi: residenziale di interesse culturale; residenziale integrato; misto a dominante produttiva La suddivisione, indicata nella seguente Tabella 1, è rappresentata nella tav. 4.a CARTA DELLA TRASFORMABILITA’- Ambiti Territoriali Omogenei 13 Tab. 1 – ATO Insiemi Sotto-insiemi ATO A1 – AA.T.O. a dominanza AGRICOLO-AMBIENTALE dei caratteri del Sistema ambientale e paesaggistico A1.1 - MUSON VECCHIO-VANDURA-ORCONE A1.2 – CENTRO DI BIOTRATTAMENTO A1.3 – MUSON VECCHIO – RUSTEGA MARZENEGO A2.1 - STRAELLE A2 – AGRICOLORESIDENZIALE INTEGRATO RA.T.O. a dominanza dei caratteri del Sistema insediativo R1– RESIDENZIALE DI INTERESSE CULTURALE R1.1 CENTRO CAMPOSAMPIERO STORICO R2.1 – CAMPOSAMPIERO R2.2 – AREA OSPEDALIERA R2.3 –S.MARCO R2.4 - CAMPOSAMPIERO EST R2.5- RUSTEGA R2 – RESIDENZIALE INTEGRATO R3 – MISTO R3.1- POLO PRODUTTIVO A DOMINANTE PRODUTTIVA 14 DI TITOLO III°- DISPOSIZIONI GENERALI L’ASSETTO DEL TERRITORIO Art. 6 - Vincoli, pianificazione rispetto territoriale, fasce PER di 6.1 VINCOLI (V) Vincolo paesaggistico D.Lgs. n.42/2004 (art.142)– corsi d’acqua Aree vincolate ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 di cui vanno rispettate le prescrizioni. Particolare cura va osservata nel consentire interventi su manufatti tipici esistenti, sui gruppi arborei, sui boschi e sulla vegetazione caratteristica. Vincolo monumentale D.Lgs. n.42/2004 (art.10, art.136) Immobili vincolati ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 in quanto testimonianze storico-culturali da salvaguardare e valorizzare. Vincolo archeologico art.142 D.Lgs. n.42/2004 (art.142) agro-centuriato limite superiore La porzione di territorio comunale a sud della linea “Vincolo archeologico D.Lgs. n.42/2004 agro-centuriato - limite superiore”, indicata nella tav.1, è tutelata ai sensi del D.Lgs. n.42/2004, per la salvaguardia e la valorizzazione delle testimonianze storico-culturali esistenti. Centro storico – D.M. 25 febbraio 1974 Tutela ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 del centro storico di Camposampiero, per il notevole interesse pubblico per la sua singolare conformazione urbanistica, condizionato dalle circostanze topografiche e storiche, soprattutto dalla ricca canalizzazione. Si richiama anche il paragrafo “Centri storici (Atlante dei centri storici)” al successivo punto 6.3, e la disciplina specifica per il centro storico di Camposampiero, all’art.12 delle presenti norme. 15 Filare di platani – D.M. 22 novembre 1969 Tutela ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 dei filari di platani esistenti ai margini della SR 307 e di una fascia ampia 20m ai lati della strada stessa. Allevamenti zootecnici intensivi – L.R. 11/2004 – Atto di indirizzo “lettera d – Edificabilità zone agricole” Il PAT individua gli “allevamenti zootecnici intensivi”. Rispetto a tali attrezzature vanno applicate le specifiche disposizioni di cui alla L.R. 11/2004 – Atto di indirizzo “lettera d – Edificabilità zone agricole”, circa le distanze dai confini di proprietà, dai limiti della zona agricola, dalle abitazioni civili sparse e concentrate, per: gli ampliamenti dei centri zootecnici esistenti, per la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali. L’individuazione degli edifici si riferisce alla situazione rilevata in data 26 maggio 2003 e, preliminarmente agli interventi sopra elencati, può essere modificata secondo le condizioni rilevabili al momento e certificabili con parere U.L.S.S., senza che ciò costituisca variante al PAT. 6.2 RETE NATURA 2000 (V) Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario IT3260023-Muson Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga D.P.G.R. n.241/2005 Il PAT, all’art.8, punto 8.6 delle presenti norme, classifica il Sito di Interesse Comunitario come invariante. Il SIC è individuato ai sensi della D.P.G.R. n.241/2005, e, ai fini della salvaguardia e conservazione dell’habitat naturale e della flora e fauna presenti, è soggetto alla direttiva europea Habitat 92/43/CEE, recepita con D.P.R.357/1997 e alla D.G.R. n.2803/2002-“Guida metodologica per la valutazione di incidenza ai sensi della direttiva 92/43CEE”. I P.I., e in generale gli interventi interni all’ambito del SIC, o esterni agli stessi, ma in grado, potenzialmente, di comportare incidenze significative su di esso, sono soggetti a quanto previsto dalla D.G.R. n.2803/2002. In tali interventi vanno salvaguardate le emergenze floro-faunistiche che hanno determinato l’individuazione dell’area come zona S.I.C., con la possibilità di fornire specifiche disposizioni e indirizzi sulla modalità di attuazione degli interventi, e successiva gestione delle aree attuate. 16 6.3 PIANIFICAZIONE DI LIVELLO SUPERIORE (V) Centri storici (Atlante dei centri storici) Aree individuate nell’Atlante dei centri storici della Regione Veneto e soggette alle disposizioni di cui all’art.24 delle norme del P.T.R.C. Si richiama, per il centro storico di Camposampiero, anche il paragrafo “Centro storico – D.M. 25 febbraio 1974” al precedente punto 6.1. e la disciplina specifica per il centro storico di Camposampiero all’art.12 delle presenti norme. Ambiti naturalistici di livello regionale - P.T.R.C. Aree soggette alle disposizioni per la tutela delle risorse naturalisticoambientali di cui all’art.19 delle Norme di Attuazione del P.T.R.C. Agro centuriato (P.T.R.C.) Area soggetta alle disposizioni dell’art.28 del P.T.R.C.. Disciplina specifica dell’agro-centuriato come invariante di natura storicomonumentale all’art.8 Aree a rischio Idraulico e Idrogeologico in riferimento al P.A.I. - P1 area a moderata pericolosità Area classificata dal P.A.I. come “P1 area a moderata pericolosità”, e pertanto soggetta, in particolare, alle disposizioni di cui all’art.9 e 10 delle Norme di attuazione del PAI. Il PAT dispone in particolare il rispetto delle disposizioni inerenti la tutela idraulica di cui all’art.7 delle presenti norme e quelle contenute nella Valutazione di compatibilità idraulica del PAT stesso. 6.4 ZONE SISMICHE– zona 3 – O.P.C.M.3274/2003 (V) Area classificata come zona 3 ai sensi dell’O.P.C.M.3274/2003, di cui vanno rispettate le specifiche prescrizioni. 6.5 FASCE DI RISPETTO E ZONE DI TUTELA (V) La sussistenza e conformazione dei vincoli di cui al presente paragrafo è legata al permanere dell’elemento che lo genera, eventuali modifiche 17 nell’elemento generatore del vincolo determinano la conseguente modifica del vincolo stesso, da recepire nel PI, senza che ciò determini variante al PAT. Viabilità/Fasce di rispetto – D.Lgs. n.285/1992 Disposizioni specifiche di cui al D.Lgs. n.285/1992 Non sono consentite nuove edificazioni. Fatte salve le disposizioni per gli edifici con valore storico-ambientale di cui all’art.12, sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Nelle fasce di rispetto delle strade è consentita: ala realizzazione di nuove strade o corsie di servizio, l'ampliamento di quelle esistenti, la costruzione dei manufatti di attraversamento, innesti stradali, percorsi pedonali e ciclabili; bla costruzione, a titolo precario, di impianti al servizio della circolazione veicolare (distribuzione carburanti, assistenza automobilistica ecc.) Ferrovia/Fasce di rispetto – DPR 753/1980 Disposizioni specifiche, in particolare inerenti edificazione, alberi, piante, siepi, muriccioli di cinta, steccati o recinzioni, di cui al DPR 753/1980. Cimiteri/Fasce di rispetto– TU leggi sanitarie - R.d. 1265/1934 Disposizioni specifiche di cui al TU leggi sanitarie - R.d. 1265/1934 Non sono consentite nuove edificazioni salvo le opere relative ai cimiteri e i parcheggi. Fatte salve le disposizioni per gli edifici con valore storico-ambientale di cui all’art.12, sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento nella percentuale massima del 10 per cento e cambio di destinazione d'uso, ai sensi dell’art. 338 del TU Leggi Sanitarie RD 1265/1934. Elettrodotti/Fasce di rispetto – L.R. 27/1993 Disposizioni specifiche di cui alla L.R. 27/1993. Nelle fasce di rispetto degli elettrodotti non è consentita la costruzione di edifici o servizi che costituiscano luoghi di permanenza superiore alle quattro ore giornaliere; le distanze indicate potranno variare in rapporto all'ottimizzazione delle linee, a piani di risanamento o modifiche legislative che potranno intervenire, in relazione a quanto espresso dalla D.G.R.V. n. 1526/2000. Eventuali discordanze tra la situazione reale e quella indicata in grafia di P.A.T., relativamente al tracciato degli elettrodotti, si risolvono a favore della situazione di fatto documentata. 18 Depuratori/Fasce di rispetto – Del.Min.LL.PP.4 febbraio 1977 Disposizioni specifiche di cui alla Del.Min.LL.PP.4 febbraio 1977 Non sono consentite nuove edificazioni salvo le opere relative agli impianti di depurazione e ai parcheggi. Idrografia principale/servitù idraulica di cui al R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904 Disposizioni specifiche di cui al R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904. Non sono consentite nuove edificazioni. Gli interventi dovranno essere specificamente autorizzato a titolo precario, fermo restando l'obbligo di tenere completamente sgombera da impedimenti una fascia di almeno 4 m. Si richiamano anche le disposizioni inerenti i corsi d’acqua principali di cui all’art.8 delle presenti norme, indicati nella tav.2, e quelle contenute nella Valutazione di compatibilità idraulica allegata al PAT. Idrografia principale/zone di tutela art.41 L.R.11/2004 Fatte salve le disposizioni per i corsi d’acqua pubblici di cui al D.Lgs 42/2004, il P.A.T. dispone che i corsi d’acqua di pregio ambientale, indicati nelle tavole di progetto con relative zone di tutela, vengano salvaguardati sulla base delle seguenti disposizioni: conservare il carattere ambientale delle vie d’acqua mantenendo i profili naturali del terreno, le alberate, le siepi con eventuale ripristino dei tratti mancanti e recupero degli accessi fluviali; realizzare le opere attinenti al regime idraulico, alle derivazioni d’acqua, agli impianti, ecc, nonché le opere necessarie per l’attraversamento dei corsi d’acqua; le opere devono essere realizzate nel rispetto dei caratteri ambientali del territorio; Nelle zone di tutela, all’esterno delle aree di urbanizzazione consolidata e degli ambiti di edificazione diffusa, non sono consentite nuove edificazioni: nell’insieme di A.T.O. a dominanza dei caratteri del Sistema ambientale e paesaggistico, per una profondità di m.100 dall’unghia esterna dell’argine principale, o, in assenza di arginature, dal limite dell’area demaniale nell’insieme di A.T.O. a dominanza dei caratteri del Sistema insediativo, per una profondità di m.20 dall’unghia esterna dell’argine principale, o, in assenza di arginature, dal limite dell’area demaniale All’interno delle aree di urbanizzazione consolidata e degli ambiti di edificazione diffusa l’edificabilità è preclusa solo nella parte soggetta a servitù idraulica (R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904) di cui al paragrafo precedente. Si richiamano anche le disposizioni inerenti i corsi d’acqua principali di cui all’art.8 delle presenti norme, indicati nella tav.2, e quelle contenute nella Valutazione di compatibilità idraulica allegata al PAT. 19 6.6 Disposizioni per il Piano degli interventi (P.I.) (P) Il P.I. recepisce e aggiorna il quadro dei vincoli, delle disposizioni di pianificazione territoriale sovraordinata, e delle fasce di rispetto di cui al presente articolo. 20 Capo 1- Sistema ambientale e paesaggistico Art. 7 - Fragilità 7.1 Equilibrio geologico, idrogeologico e idraulico (P) Si richiama la Normativa sulle costruzioni di cui alla legge n.64 02.02.1974 e il D.M. 11.03.1988 con quanto precisato nella Circolare Regionale n°9 del 05.04.2000. La progettazione degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni deve sempre attenersi alle norme tecniche emanate con D.M. 11.03.1988 riguardante le “Indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”. 7.2 Idoneità edificatoria dei terreni (P) Il PAT suddivide il territorio comunale in zone contraddistinte da differente grado di rischio geologico – idraulico e differente idoneità ad essere urbanizzato, per le caratteristiche geologico-tecniche e idrogeologicheidrauliche (tav. 3): 1) zone non esposte al rischio geologico – idraulico: terreni idonei; 2) zone mediamente esposte al rischio geologico – idraulico: terreni idonei sotto condizione; 3) zone molto esposte al rischio geologico – idraulico: terreni non idonei Edificabilità Il P.I. disciplina l’edificabilità del territorio in coerenza con le seguenti disposizioni. In tutti i tipi di terreno sono consentiti, oltre agli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, gli interventi in grado di migliorare le attuali condizioni geologico-idrauliche e/o di mitigare il rischio, quali: regimazione idraulica, bonifica e consolidamento del sedime di fondazione, convogliamento di scarichi reflui abitativi ed agro-industriali con relativo recapito in adeguati dispositivi di depurazione a manutenzione permanente. Per gli interventi di mitigazione del rischio, il PI valuta anche le possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. 21 Sui terreni idonei gli interventi sono soggetti alle norme generali di tutela dal rischio geologico – idraulico. Sui terreni idonei sotto condizione gli interventi possono essere autorizzati sulla base di puntuali elaborazioni geologico – tecniche, analitiche e progettuali, valutate dal Comune, finalizzate a definire la fattibilità dell’opera, le modalità esecutive per la realizzazione e per la sicurezza dell’edificato e delle infrastrutture adiacenti. Sui terreni non idonei non sono consentiti interventi di nuova costruzione, ricostruzione, ampliamento. Sono comunque consentite le infrastrutture stradali e impianti tecnologici di interesse pubblico, previo puntuali elaborazioni geologico-tecniche, finalizzate a definire le modalità di realizzazione delle opere per garantire le condizioni di sicurezza delle opere stesse, nonché dell’edificato e delle infrastrutture adiacenti. Il PI, sulla base di analisi geologico – idrauliche puntuali, può precisare e ridefinire i limiti di zona, rappresentati nella tav. 3, giustificando le diversità mediante adeguata documentazione geologico – tecnica allegata al P.I. Il P.I. potrà prevedere altri interventi rispetto a quelli sopra elencati, specificandone i limiti e le condizioni, qualora vengano realizzati interventi conservativi o di ripristino, finalizzati a migliorare le condizioni di rischio. Devono essere comunque rispettate le disposizioni date per i singoli ATO e insiemi di ATO di cui al Titolo IV. 7.3 Aree esondabili e/o periodico ristagno idrico (P) Il PAT individua tra le “aree esondabili” o con “periodico ristagno idrico” le aree che in passato sono state interessate da episodi, eccezionali o ricorrenti, di esondazione dei corsi d’acqua o di fenomeni di allagamento: E/1 - fianco di sinistra idrografica dell’Orcone: rischio di esondazione del corso d’acqua principalmente per l’assenza di arginatura e per la struttura leggermente dossiva ove scorre. E/2 – area a ridosso del cavalcaferrovia dell’ospedale: difficoltà di deflusso delle acque per la presenza di infrastrutture stradali in rilevato E/3 - Canaletta Tentori – tratto in via Puccini: periodico ristagno idrico legato all’inadeguatezza delle condotte e alle carenze nella manutenzione. E/4 - Canaletta Tentori – tratto in via Tentori: periodico ristagno idrico legato all’inadeguatezza delle condotte e alle carenze nella manutenzione 22 E/5 – area all’intersezione tra sp22 e ferrovia: difficoltà di deflusso delle acque per insufficienza della rete di scolo e per depressione topografica del sito E/6 - punto di confluenza tra Vandura e scolo Moggia inferiore: problemi di drenaggio delle acque per la presenza delle arginature E/7, E/8 - punto di convergenza tra la ex-ferrovia Ostiglia e l’asse ferroviario Padova Bassano, a nord di Camposampiero: occasionale ostruzione della rete di scolo E/9 - via Straelle: periodico ristagno idrico legato alla sezione insufficiente di alcuni tratti del Fosso di Via Straelle, e a locali restrizioni e/o ostruzioni (tubazioni danneggiate, disassate, ecc). E/10 - punto di confluenza tra Muson Vecchio e scolo Pioveghetto: difficoltà di deflusso delle acque per depressione topografica del sito e per la presenza delle arginature E/11 – punto di confluenza tra Muson Vecchio e rio Rustega: problemi di drenaggio delle acque per la presenza delle arginature E/12 - area a sud-est di Rustega: periodico ristagno idrico E/13 - area a nord di Rustega: tracimazione degli scoli che attraversano il centro abitato a causa della sezione insufficiente di alcuni tratti di scolo, e di locali restrizioni e gomiti della rete di scolo Il P.I. disciplina le aree in oggetto in coerenza con le disposizioni di cui al successivo punto 7.4, e con quelle di seguito elencate: - - - - salvaguardia dei caratteri dimensionali e morfologici che garantiscono la funzionalità idraulica dei corpi idrici Divieto di tombinamento o di chiusura di fossati esistenti, anche privati, a meno di evidenti necessità attinenti la pubblica o privata sicurezza; in caso di tombinamento occorrerà provvedere alla ricostruzione planoaltimetrica delle sezioni idriche perse secondo configurazioni che ripristinino la funzione iniziale sia in termini di volumi che di smaltimento delle portate defluenti eventuali ponticelli, tombamenti, o tombotti interrati, devono garantire una luce di passaggio mai inferiore a quella maggiore fra la sezione immediatamente a monte e quella immediatamente a valle della parte di fossato a pelo libero; negli interventi di nuova edificazione il piano di imposta dei fabbricati dovrà essere fissato ad una quota superiore al piano di campagna medio circostante, per una quantità da precisarsi attraverso un’analisi della situazione morfologica circostante, e comunque non inferiore ai 30cm negli interventi di nuova edificazione per i volumi interrati, vanno previsti adeguati sistemi di impermeabilizzazione e drenaggio, e quanto necessario per impedire allagamenti dei locali, sono vietati gli scivoli esterni per accesso ai garages, inoltre bocche di lupo, 23 - sfiati ecc. vanno disposti sempre con apertura superiore a una quota come definita al punto precedente per le aree E/3, E/4, E/5, E/7, E/8, E/9, E/13, in particolare, salvaguardia/ripristino delle condizioni di: funzionalità della rete idrica, attraverso la ripresa di eventuali punti critici strutturali (in particolare delle parti intubate) accessibilità ai corpi idrici, per assolvere alle necessarie operazioni di pulizia e manutenzione Il P.I., sulla base di analisi geologico – idrauliche puntuali, può precisare e ridefinire i limiti delle aree esondabili e/o con periodico ristagno idrico rappresentati nella tav. 3, giustificando le diversità mediante adeguata documentazione geologico – tecnica allegata al P.I. Il PI valuta la possibilità di individuare, con idonea destinazione urbanistica, appositi invasi, sia locali che diffusi, per il drenaggio, la raccolta e lo scarico controllato delle piogge più intense, o per la laminazione delle portate di piena dei corsi d’acqua a rischio di esondazione. Per gli interventi finalizzati a contenere o risolvere le situazioni critiche disciplinate dal presente articolo, il PI valuta anche le possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. Devono essere comunque rispettate le indicazioni e prescrizioni fornite dalla Valutazione di Compatibilità idraulica e le disposizioni date per i singoli ATO e insiemi di ATO di cui al Titolo IV delle presenti norme. 7.4 Tutela idraulica (D/P) Il P.I. disciplina gli interventi di trasformazione del territorio in coerenza con le disposizioni del presente paragrafo, che provvede a recepire ed eventualmente integrare e dettagliare. Esso è inoltre tenuto a rispettare le disposizioni date per i singoli ATO e insiemi di ATO di cui al Titolo IV e le indicazioni e prescrizioni fornite dalla Valutazione di Compatibilità idraulica. a) Assetto idraulico delle nuove urbanizzazioni/edificazioni • (D) Le nuove urbanizzazioni/edificazioni dovranno essere attuate tenendo presente la necessità di non aumentare eccessivamente i coefficienti di deflusso e i coefficienti udometrici, incompatibili con le capacità della rete scolante. Pertanto l’assetto idraulico dovrà essere adeguatamente studiato adottando tecniche costruttive atte a migliorare la sicurezza ed al contempo diminuire i coefficienti di deflusso con accorgimenti validi sia per le lottizzazioni che per i singoli fabbricati. 24 • Ad intervento urbanistico o edilizio eseguito, ed a parità di evento di pioggia, la rete di smaltimento delle acque piovane deve prevedere valori di portata massima non superiori al quelle stimabili nella situazione ante intervento. A questo fine, si metteranno in atto le opere di mitigazione idraulica più adeguate alla specifica situazione. Queste saranno definite per ciascun progetto con la procedura di calcolo e le modalità operative descritte nella Valutazione di compatibilità idraulica allegata al piano. b) Superfici impermeabili (D) • • Prediligere sempre, nella progettazione delle superfici impermeabili, basse o trascurabili pendenze di drenaggio superficiale, organizzando una rete densa di punti di assorbimento (grigliati, chiusini, canalette di drenaggio) Utilizzo preferenziale di pavimentazioni destinate a parcheggio veicolare pubblico/privato di tipo drenante ovvero permeabile, da realizzare su opportuno sottofondo che garantisca l'efficienza del drenaggio ed una capacità di invaso (porosità efficace) non inferiore ad una lama d'acqua di 10 cm; la pendenza delle pavimentazioni destinate alla sosta veicolare deve essere sempre inferiore a 1 cm/m; c) Sistema di deflusso dell’acqua (P) Salvaguardia delle vie di deflusso dell’acqua per garantire lo scolo ed eliminare possibilità di ristagno, in particolare: • salvaguardia o ricostituzione dei collegamenti con fossati o scoli esistenti (di qualsiasi natura e consistenza); • scoli e fossati non devono subire interclusioni o perdere la funzionalità idraulica; • ponticelli, tombamenti, o tombotti interrati, devono garantire una luce di passaggio mai inferiore a quella maggiore fra la sezione immediatamente a monte o quella immediatamente a valle della parte di fossato a pelo libero; • l'eliminazione di fossati o volumi profondi a cielo libero non può essere attuata senza la previsione di misure di compensazioni idraulica adeguate • nella realizzazione di nuove arterie stradali, ciclabili o pedonali, contermini a fossati o canali, gli interventi di spostamento sono preferibili a quelli di tombamento; in casi di motivata necessità il tombamento dovrà rispettare la capacità di flusso preesistente e il rispetto del volume preesistente (conteggiato sino al bordo più basso del fossato/canale per ogni sezione considerata) 25 d) Reti di smaltimento delle acque (D) • • prediligere, nella progettazione dei collettori di drenaggi, basse pendenze e grandi diametri valutazione dell’opportunità di impiego di perdenti delle acque piovane nel primo sottosuolo e tubazioni della rete acque bianche del tipo drenante e) Aree a verde pubbliche/private (D) Negli interventi di nuova urbanizzazione, individuazione di aree a verde, pubbliche e/o private, configurate, dal punto di vista plano-altimetrico, in modo da renderle ricettori di parti non trascurabili di precipitazione defluenti lungo le aree impermeabili limitrofe, e fungere, nel contempo, da bacino di laminazione del sistema di smaltimento delle acque piovane. Tale bacino andrà localizzato preferibilmente: • a valle delle zone urbanizzate o da urbanizzare, • lungo le sponde di scoli o canali a valenza pubblica (consorziale, comunale o di competenza del Genio Civile), anche per permettere futuri interventi di mitigazione e la manutenzione dei corsi d’acqua 26 Art. 8 - Invarianti di natura ambientale e paesaggistica 8.1 Corsi d’acqua principali e principali arginature (D) Costituiscono invariante la presenza del corso d’acqua nella sua continuità e delle relative arginature, con i caratteri che garantiscono la funzionalità di questi elementi dal punto di vista idraulico e ambientale. Valgono le prescrizioni inerenti la servitù idraulica di cui al R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904, il vincolo paesaggistico di cui al D.Lgs. n. 42/2004, le zone di tutela di cui alla L.R.11/2004 (già richiamate all’art.6 delle presenti norme). Sono sempre consentite le opere di difesa idrogeologica, comprese le opere attinenti la regimazione e la ricalibratura della sezione degli argini e degli alvei, quali : difese delle sponde, briglie, traverse, ecc. E’ inoltre consentita la piantumazione di specie adatte al consolidamento delle sponde. Eventuali ponti devono garantire una luce di passaggio mai inferiore a quella maggiore fra la sezione immediatamente a monte o quella immediatamente a valle della parte di fossato a pelo libero. Nei tratti di percorso interni all’insediamento, vanno consolidati o ricostruiti, dove possibile, le relazioni con gli spazi pubblici contigui (strade, percorsi pedonali, piazze, aree verdi, ecc.). Il PI individua i percorsi arginali da riqualificare e attrezzare, per favorire la fruizione ludica/turistica del territorio aperto. 8.2 Area con presenza di sistemazioni agricole di interesse storico – “cavini” (D) Il P.A.T. individua e tutela le parti di territorio nelle quali permangono le sistemazioni agricole tradizionali a “cavini”. Costituiscono invariante, le parti di territorio coltivato che conservano tale struttura tipica, e pertanto vi sono vietati gli interventi che ne alterano gli elementi caratterizzanti : la particolare morfologia del suolo coltivato, la partizione dei campi, la rete idrica, gli apparati vegetali (siepi, filari, ecc.) connessi alla rete idrica Il P.I.: • • disciplina il territorio tutelando gli elementi di interesse indicati dal PAT contiene l’edificazione diffusa, in coerenza con quanto previsto 27 • all’art.14, punto 14.4 - ”Edificazione diffusa” prevede la collocazione preferenziale degli interventi edilizi funzionali all’attività agricola in adiacenza a fabbricati esistenti 8.3 Agro-centuriato (D) Il P.A.T. tutela e promuove il recupero delle caratteristiche essenziali degli elementi testimoniali che connotano l’assetto dell’impianto storico della centuriazione. Costituiscono invariante i segni persistenti che rendono riconoscibile tale assetto storico, per i quali, all’interno degli A.T.O. con prevalenza dei caratteri del Sistema ambientale, il PAT prevede le seguenti direttive: • componenti areali: ripartizione del territorio agricolo Salvaguardia della struttura tradizionale del territorio agricolo legato alla rete idrica. • componenti lineari: strade, strade poderali e interpoderali, canali di scolo e di irrigazione, apparati vegetazionali disposti lungo gli assi principali della centuriazione, ecc. Vanno mantenute nei relativi aspetti strutturali, quali il tracciato, la giacitura, e, ove possibile, le caratteristiche dimensionali essenziali. E’ fatto divieto di interrare o tombare con canalizzazioni artificiali i corsi d’acqua esistenti, su di essi sono consentiti solo tombamenti puntuali per soddisfare esigenze di attraversamento viario, in trasversale. Gli interventi di realizzazione, ampliamento e rifacimento di nuove infrastrutture viarie e canalizie deve, ove possibile, riprendere gli analoghi elementi lineari della centuriazione e comunque essere complessivamente coerente con l’organizzazione territoriale. • componenti puntuali: tabernacoli agli incroci o lungo gli assi, edifici storici, ecc. Gli interventi di nuova edificazione, devono essere coerenti, nell’orientamento e nella dislocazione, con l'organizzazione territoriale e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco. Vanno rispettate le regole di organizzazione, disposizione reciproca e orientamento dei singoli elementi lineari e puntuali (strade, corsi d’acqua ed edifici). In particolare va conservata e, laddove possibile, ripristinata, la “sezione” tradizionale, in senso nord-sud o ovest-est, fosso maggiore-stradafosso minore, con relativi apparati vegetazionali. Le misure e gli interventi di tutela e valorizzazione, nonché gli interventi funzionali allo studio, all'osservazione, alla pubblica fruizione dei beni e dei 28 valori tutelati, potranno essere organizzati da piani o progetti pubblici formati in accordo con gli Enti competenti e con la competente Soprintendenza archeologica. Tali piani o progetti possono prevedere la realizzazione di attrezzature culturali e di servizio alle attività di ricerca, studio, osservazione delle presenze archeologiche e degli eventuali altri beni e valori tutelati, nonché di posti di ristoro e percorsi e spazi di sosta, ed altresì la realizzazione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo, nonché di impianti tecnici di modesta entità. 8.4 Ambiti agricoli a buona integrità (D) Costituiscono invariante nelle aree in oggetto i caratteri paesaggisticiambientali della ruralità e le funzioni agricole–produttive. Il P.I.: • salvaguarda l’assetto agrario e le relative sistemazioni funzionali alla produzione agricola • promuove lo sviluppo e l’integrità delle aziende agricole e dell’attività agricola, e in particolare le tecniche e modalità di conduzione informate ai principi della sostenibilità ambientale • favorisce la fruizione turistica del territorio aperto, attraverso l’organizzazione di percorsi ciclopedonali connessi con gli insediamenti, e la promozione di attività agrituristiche e di servizio • tutela, recupera e valorizza gli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-ambientale e quelli caratterizzanti la struttura agricola tradizionale del territorio ( reticolo dei corsi d’acqua, manufatti, viabilità vicinale, sistemazioni agricole tradizionali, ecc.) • contiene l’edificazione diffusa, in coerenza con quanto previsto all’art.14, punto 14.4 - ”Edificazione diffusa” • prevede la collocazione preferenziale degli interventi edilizi funzionali all’attività agricola in adiacenza a fabbricati esistenti 8.5 Aree rilevanti per la rete ecologica territoriale (D) Nelle aree in oggetto, costituiscono invariante da tutelare e valorizzare i caratteri naturalistici-ambientali che ne fanno bacino di risorse naturali/ambientali per il mantenimento e sviluppo della biodiversità. Il P.I.: • sviluppa le valenze ecologiche del territorio aperto, promuovendo l’impiego di colture e tecniche di conduzione che potenziano la biodiversità e creano l’habitat ideale per il passaggio della fauna. In particolare possono essere individuati interventi di rimboschimento e di riqualificazione ambientale dei fondi, con riferimento alle tipologie di intervento individuate dai regolamenti CEE n°2080/92 e 2078/92 e 29 • • • • secondo quanto previsto dal Piano di Sviluppo Rurale, in particolare la Misura 8 - Forestazione e la Misura 9 - Altre misura forestali tutela, recupera e valorizza gli elementi che rivestono particolare valenza dal punto vista naturalistico-ambientale ( reticolo dei corsi d’acqua e apparati vegetali ad esso connessi, masse arboree, ecc.) favorisce la fruizione turistica del territorio aperto, attraverso l’organizzazione di percorsi ciclopedonali connessi con gli insediamenti, e la promozione di attività agrituristiche e di servizio, impostate e condotte secondo modalità rispettose dell’ambiente contiene l’edificazione diffusa, in coerenza con quanto previsto all’art.14, punto 14.4 - ”Edificazione diffusa” prevede la collocazione preferenziale degli interventi edilizi funzionali all’attività agricola in adiacenza a fabbricati esistenti 8.6 Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario IT3260023-Muson Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga (V) Costituiscono invariante i caratteri naturalistici-ambientali che ne fanno bacino di risorse naturali/ambientali per il mantenimento e sviluppo della biodiversità. Il P.A.T. tutela il Sito di Interesse Comunitario, secondo le disposizioni di cui all’art.6 delle presenti norme. 8.7 Tracciato ex-ferrovia Ostiglia (D) Costituisce invariante il tracciato della ex-ferrovia Ostiglia in quanto: direttrice libera per la costruzione di relazioni/connessioni all’interno di un territorio vasto, tra Ostiglia e Treviso area verde di importanza rilevante dal punto di vista naturalistico all’interno della rete ecologica territoriale Il P.I. definisce l’area di pertinenza del tracciato e assegna la destinazione d’uso, in coerenza con gli obiettivi di tutela previsti dal P.A.T. 30 Art. 9 - Azioni di tutela del sistema ambientale e paesaggistico 9.1 Ambiti di territorio aperto da valorizzare (D) Gli Ambiti di territorio aperto da valorizzare sono aree con particolare pregio e caratterizzazione dal punto di vista naturalistico, ambientale e paesaggistico, per la vegetazione, la presenza di corsi o specchi d’acqua, ecc.. In virtù di tali caratteristiche va promossa la riqualificazione e manutenzione di tali ambiti, da inserire nel sistema dei percorsi ciclo-pedonali di visitazione e fruizione del territorio aperto. Il PI recepisce le presenti disposizioni e promuove le attività finalizzate alla fruizione turistica e quelle a scopo ricreativo, didattico e scientifico-culturale, rispetto alle quali è consentita la creazione di percorsi, luoghi di sosta e minime attrezzature ricettive, da realizzarsi in coerenza con gli obiettivi di tutela indicati dal PAT. 9.2 Cave senili (D) Il PAT individua e tutela le cave senili, e ne prescrive la riqualificazione e sistemazione dell’assetto ambientale e naturalistico legato alla presenza dello specchio d’acqua, e la valorizzazione ai fini turistici, ricreativi e/o didattici, con inserimento nei percorsi di fruizione e visitazione del territorio. Il PI promuove le attività finalizzate alla fruizione turistica e quelle a scopo ricreativo, didattico e scientifico-culturale rispetto alle quali è consentita la creazione di percorsi, luoghi di sosta e minime attrezzature ricettive, da realizzarsi in coerenza con gli obiettivi di tutela indicati dal PAT. 9.3 Alberi di interesse paesaggistico e formazioni vegetali di valore storico-culturale (D) Il PAT individua e tutela gli esemplari o gruppi di esemplari arborei di interesse paesaggistico, per la specie di appartenenza, le dimensioni, il portamento, le caratteristiche estetiche generali, il ruolo visivo svolto nel contesto paesaggistico urbano o rurale, le condizioni fitosanitarie, inoltre individua le principali formazioni vegetali di valore storico-culturale, elementi caratterizzanti parchi e complessi di interesse storico. Gli interventi di abbattimento sono consentiti solo in caso di dimostrate ragioni fitosanitarie, statiche, pubblica utilità ovvero di pericolo per la comunità, in particolare, nel caso delle formazioni vegetali di valore storico-culturale, queste, in caso di abbattimento, devono essere sostituite con altre della stessa specie. 31 Il PI recepisce le presenti disposizioni e può individuare ulteriori elementi vegetali di interesse paesaggistico o di valore storico-culturale 32 Art. 10 - Azioni strategiche del sistema ambientale e paesaggistico 10.1 Ricomposizione e riordino della zona agricola a seguito dell’inserimento delle infrastrutture viarie (D) Il PI promuove e incentiva l’organizzazione e la sistemazione delle parti di territorio aperto interessato dall’inserimento delle nuove infrastrutture viarie ai fini di: - ridurre il disagio o danno provocato alle aziende agricole operanti, riorganizzando e ripristinando le condizioni di operatività delle funzioni agricole (ad esempio garantendo, tra corpi aziendali separati dalle infrastrutture, i collegamenti minimi funzionali alla conduzione dell’attività agricola) - ridisegnare il paesaggio rispetto al nuovo elemento infrastrutturale inserito, riducendone gli impatti anche attraverso interventi di rimboschimento dei fondi - mitigare l’impatto visivo, acustico e da polveri legato alle nuove infrastrutture, in particolare rispetto agli insediamenti esistenti, attraverso la creazione di fasce tampone boscate di adeguata profondità e correttamente strutturate per un’efficace azione di filtro. Il PI, rispetto al raggiungimento degli obiettivi descritti, valuta la possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 10.2 Dispositivi di filtro (D) Il PAT individua le principali situazioni di contiguità tra funzioni e attrezzature che determinano un certo grado di disturbo sull’intorno, in termini acustici, visivi, olfattivi, o di altra natura, e funzioni per le quali, in particolare, tale disturbo non è compatibile. Il PI prevede il superamento o limitazione di tali situazioni di incompatibilità, prevedendo e incentivando, dove possibile, il trasferimento delle funzioni incompatibili ovvero disponendo l’inserimento di dispositivi di filtro e schermatura, a mitigazione delle azioni di disturbo esercitate da una delle due funzioni sulla contigua. A questo fine il PI valuta la possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti del credito edilizio, della perequazione urbanistica e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. 33 La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 10.3 Direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di connessione ciclopedonali (D) Ai fini della fruizione turistica del territorio e della riqualificazione e potenziamento della rete ecologica, il P.A.T. programma, lungo direttrici strategiche preferenziali estese al territorio aperto e agli insediamenti, la messa a sistema delle aree per servizi e a verde in modo da garantire una maggiore funzionalità delle stesse, una migliore qualità del tessuto urbano in cui i servizi si integrano, il consolidamento/sviluppo di una rete di aree a verde connessa con il territorio aperto esterno agli insediamenti. Il PI recepisce le direttive del PAT: nell’organizzazione territoriale delle funzioni e in particolare degli spazi e attrezzature didattiche, per lo sport e il tempo libero nella localizzazione dei percorsi e spazi ciclopedonali nella disciplina del territorio agricolo nella disciplina degli spazi aperti pubblici/privati interni ed esterni agli insediamenti Il PI inoltre recepisce le seguenti direttive specifiche per le due direttrici individuate: Direttrice a – Muson Vecchio L’asse del Muson Vecchio intercetta: - diversi tra i principali luoghi del territorio aperto meritevoli di valorizzazione per la qualità naturalistico-ambientale (SIC Muson Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga, punto di confluenza tra Muson Vecchio e Vandura, innesto dell’Ostiglia, corso del Muson Vecchio, due cave senili, punto di confluenza tra Muson Vecchio e Rio Rustega), - in corrispondenza del capoluogo, il nodo d’acque del “centro storico” e una catena di aree verdi che interrompono la compattezza dell’insediamento consolidato (parco dei Santuari Antoniani, scoperti di pertinenza delle ville Querini, e Campello, giardini pubblici) - alcuni tra i principali luoghi di interesse culturale e turistico di Camposampiero (Santuari Antoniani, Municipio, ville Querini e Campello) Il PI sviluppa e valorizza le valenze strategiche, dal punto di vista ambientale e turistico, della “Direttrice a”, attraverso: - l’individuazione di percorsi di fruizione turistica del territorio continui, di raccordo tra gli insediamenti e il territorio aperto 34 - la promozione delle iniziative pubbliche/private connesse all’individuazione di attrezzature di servizio e spazi per attività turistiche, didattiche e per il tempo libero Direttrice b – Muson dei Sassi L’asse del Muson dei Sassi occupa una posizione strategica per diventare interfaccia di qualità, direttrice di ricucitura e corridoio verde, tra l’insediamento consolidato a ovest e quelli in previsione a est, all’interno degli ATO R2.4 e R3.1. Con questo obiettivo si definiscono le seguenti direttive: 1. Nel quadro degli ambiti di sviluppo urbano previsti negli ATO R2.4 e, per quanto possibile, R3.1, creazione di relazioni funzionali tra i nuovi insediamenti e il torrente: - organizzando preferenzialmente a ridosso del torrente i luoghi centrali, gli spazi pubblici e di relazione, le attrezzature pubbliche/private di servizio per la cultura, l’istruzione, lo sport e il tempo libero, e in particolare le aree a verde, anche creando interrelazioni con quelle esistenti al di là del corso d’acqua (parco, scuole superiori, ecc.) - orientando il sistema dell’accessibilità ciclopedonale verso il corso d’acqua 2. individuazione, nelle aree di urbanizzazione consolidata, soprattutto residenziali, a ovest del Muson dei Sassi (ATO R2.1), di possibili punti di connessione ciclopedonali con gli argini. 3. organizzazione di una struttura di percorsi ciclopedonali in senso nord-sud lungo gli argini del Muson, e in senso est-ovest tra le due sponde, in posizioni strategiche rispetto all’organizzazione dell’insediamento e alle funzioni localizzate (soprattutto servizi) 4. miglioramento e riqualificazione delle connessioni automobilistiche a cavallo del torrente, funzionalmente all’organizzazione dei nuovi insediamenti nell’ATO R2.4 La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 10.4 Vegetazione in ambito urbano e nel territorio aperto (D) Nei diversi contesti urbani e di territorio aperto il PI promuove l’impiego preferenziale di specie vegetali autoctone, scelte tra quelle le cui caratteristiche generali meglio rispondono alla specifica situazione. In particolare il PAT, per la scelta delle specie vegetali, fornisce le seguenti indicazioni (che non precludono comunque l’utilizzo di specie differenti da quelle elencate, purchè adatte alla specifica situazione) che potranno essere precisate e integrate in sede di PI. 35 Piante per siepi o ambiti campestri: Quercus robur Quercus petraea Carpinus betulus Acer campestre Ulmus minor Fraxinus excelsior Fraxinus angustifolia Tilia platyphyllos Viburnum opulus Cornus sanguinea Corylus avellana Euonymus europaeus Piante da mettere a dimora lungo i corsi d’acqua: Alnus glutinosa Salix alba Salix viminalis Salix cinerea Salix caprea Platanus sp. pl. Viburnum opulus Piante adatte ad alberature stradali: Fraxinus excelsior Fraxinus angustifolia Acer platanoides Platanus sp.pl. Celtis australis (solo dove ci sia spazio sufficiente per le radici) Prunus cerasifera pissardi Pyrus calleryana Piante adatte alla formazioni di parchi o giardini pubblici: Possono essere utilizzate tutte le specie generalmente presenti avendo cura che almeno il 70% delle piante impiegate nell’intervento appartenga a specie autoctone (Quercus robur, Quercus petraea, carpinus betulus, Acer campestre, Fraxinus angustifolia, Fraxinus excelsior, Ulmus minor, Tilia platyphyllos, ecc...) Piante adatte alla formazioni di giardini privati: Possono essere utilizzate tutte le specie generalmente presenti avendo cura che almeno il 50% delle piante impiegate nell’intervento appartenga a specie autoctone (Quercus robur, Quercus petraea, carpinus betulus, Acer campestre, Fraxinus angustifolia, Fraxinus excelsior, Ulmus minor, Tilia platyphyllos, ecc...) Piante adatte a svolgere funzioni di mascheramento o per formare siepi in grado di trattenere le polveri: Carpinus betulus 36 Quercus ilex Prunus laurocerasus Photinia serrulata Cupressocyparis leylandii Ligustrum ovalifolium 10.5 Mantenimento delle discontinuità presenti (P) Lungo gli assi viari di connessione territoriale maggiormente interessati dal fenomeno dell’edificazione diffusa, il PAT prevede il mantenimento dei punti di discontinuità esistenti, in posizione strategica, nei fronti di edificazione. A questo fine, all’interno degli ambiti di Edificazione diffusa contrassegnati dal simbolo “Mantenimento delle discontinuità presenti” (tav.4b): - il PI dispone gli utilizzi e gli interventi in modo da garantire la tutela dei punti di discontinuità, strategici per le interconnessioni funzionali e percettive degli spazi aperti e per le integrazioni del sistema viario - fino all’approvazione del PI è vietata l’edificazione in corrispondenza di tutti i punti di discontinuità esistenti La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 10.6 Allevamenti da trasferire (P) Negli allevamenti contrassegnati con il simbolo “allevamento da trasferire”, localizzati negli A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo, il PI disciplina i criteri e le modalità del trasferimento, valutando anche la possibilità di operare con programmi complessi o di applicare lo strumento del credito edilizio di cui definirà gli ambiti e i contenuti, e limita gli interventi possibili alla sola manutenzione ordinaria sino al trasferimento dell’allevamento. Ai fini del trasferimento degli allevamenti è consentito l’insediamento di funzioni diverse da quelle previste negli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo, purché tali funzioni siano compatibili con gli insediamenti contigui. 37 Art. 11 – Territorio agricolo Il territorio agricolo viene definito dal P.I. e normato ai sensi degli art.43, 44 e 45 della L.R.11/2004. Il territorio agricolo è parte integrante del sistema del territorio aperto, ed è individuabile sia all’interno degli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale e paesaggistico sia all’interno degli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo. 11.1 - Disposizioni per gli edifici e i manufatti esistenti (P) a. Disposizioni generali Fatte salve le disposizioni date per gli immobili di valore culturale, le disposizioni date per i singoli ATO e insiemi di ATO e/o dal successivo P.I, sono consentiti, negli edifici esistenti: - gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia - gli interventi di riqualificazione ambientale di cui al successivo punto 11.2-d b. Edifici con utilizzazioni multiple, non più funzionali alle esigenze del fondo Il P.I. identifica gli edifici esistenti non più funzionali alle esigenze del fondo. Per detti edifici possono essere consentite utilizzazioni diverse da quelle agricole solo se gli immobili interessati: ● dispongono o realizzano, le opere di urbanizzazione adeguate alle nuove utilizzazioni; ● sono coerenti o vengono resi coerenti con i caratteri tradizionali dell'edilizia rurale e con l’ambiente, anche mediante modifica dei manufatti che per dimensione, forma, colore, ecc, contrastano con i caratteri ambientali dei luoghi. 11.2 Edificabilità (P) a . Disposizioni generali ● Nel territorio agricolo sono ammessi, in attuazione di quanto previsto dal PAT e dal P.I., esclusivamente interventi edilizi in funzione dell’attività agricola, siano essi destinati alla residenza che a strutture agricolo – produttive così come definite dalla Giunta Regionale con apposito provvedimento. ● Gli interventi sono consentiti sulla base di un piano aziendale: - esclusivamente all’imprenditore agricolo di un’azienda agricola con i requisiti indicati dal comma 2, dell’art.44, della L.R. n°11/04; 38 - redatto da un tecnico abilitato del settore, con i contenuti precisati dal comma 3 dell’art. 44, della L.R. n° 11/04 e nel rispetto delle successive disposizioni emanate dalla Regione Veneto. Gli interventi di cui sopra sono consentiti: ● per l’ampliamento di case di abitazione esistenti, fino al limite di 800 mc comprensivi dell’esistente, ampliabili di 200 mc per ogni familiare e/o addetto regolarmente occupato come unità lavoro, documentabile con l’iscrizione agli specifici ruoli previdenziali presso l’INPS e comunque non oltre 1200 mc; ● per nuove case di abitazione, qualora non esistenti nell’azienda agricola, fino ad un limite di 600 mc. per ogni azienda agricola, ampliabili di 100 mc per ogni familiare e/o addetto regolarmente occupato come unità lavoro, documentabile con l’iscrizione agli specifici ruoli previdenziali presso l’INPS,e comunque non oltre 1200 mc; ● per le strutture agricolo – produttive nei limiti strettamente necessari per la loro funzionalità e congruità rispetto all’attività aziendale, qualora l’intervento non contrasti con i valori ambientali e/o culturale dei luoghi. Le nuove costruzioni, ricostruzioni ed ampliamenti devono rispettare le seguenti disposizioni sui caratteri tipologici degli edifici, le disposizioni di cui all’art.8, punti 8.4 e 8.5 delle presenti norme, quelle date dal P.I., compresi i limiti di altezza e di distanza, gli indirizzi per la riqualificazione ambientale delle aree scoperte, nonché le disposizioni specifiche date per gli ATO e insiemi di ATO. b. Caratteri tipologici degli edifici Gli interventi edilizi devono essere progettati sulla base dei seguenti indirizzi: ● rispettare l'ambiente agricolo ed in particolare, i caratteri dell'edilizia tradizionale ricercando la coerenza con la tipologia, i materiali e i colori tipici delle preesistenze rurali del luogo; ● escludere le tipologie edilizie e le strutture estranee all'ambiente rurale; ● rispettare la morfologia del piano di campagna esistente evitando le deformazioni contrastanti con i caratteri del territorio; ● rispettare le visuali di interesse storico e ambientale; ● prevedere: - coperture con tetto a falde congiunte sul colmo e manto realizzato con materiali tradizionali; - murature perimetrali con finiture esterne e tinteggiature del tipo tradizionale; - scale disposte solo all'interno dell'edificio; - l’esclusione di nuovi poggioli sporgenti ai piani superiori degli edifici con possibilità di costruire logge interne al perimetro del fabbricato; ● possibilità di realizzare annessi rustici purché con pianta di forma semplice, possibilmente rettangolare. 39 c. Limiti di altezza e distanza degli edifici Le disposizioni sulla volumetria, sulle distanze e sulle altezze delle nuove costruzioni, ricostruzioni e ampliamenti vengono date dal P.I. nel rispetto delle indicazioni di legge. d. Riqualificazione ambientale delle aree scoperte Allo scopo di favorire la riqualificazione ambientale, il Comune, può consentire la demolizione di edifici o parti di edifici in contrasto con l'ambiente, ovvero, per motivi statici ed igienici; in tal caso potrà essere autorizzata la ricostruzione del volume demolito, nei limiti stabiliti dal P.I. I progetti di intervento devono comprendere anche la sistemazione delle aree scoperte di pertinenza. e. Vincoli • Al rilascio del permesso di costruire delle nuove costruzioni ad uso abitativo è istituito, a cura del richiedente, sul fondo di pertinenza un vincolo di non edificazione trascritto presso la conservatoria dei registri immobiliari. • Le abitazioni esistenti mantengono il vincolo di non edificazione sul fondo di pertinenza. • L’ampiezza del fondo di pertinenza di cui al comma 1, è determinato sulla base dell’apposito provvedimento emanato dalla Regione del Veneto; • Le abitazioni e gli edifici destinati a strutture agricolo – produttive determinano un vincolo di destinazione d’uso fino alla eventuale variazione del P.I. • La demolizione parziale o totale delle abitazioni o delle strutture agricolo – produttive, riduce o elimina il vincolo. • Il comune si dota di un registro fondiario sul quale trascrivere i dati catastali degli immobili e dei fondi vincolati ed una planimetria su cui risultano individuate tali aree vincolate ad edifici costruiti nel proprio territorio o in quello dei comuni vicini qualora il fondo interessato alla costruzione ricada in più di un comune. Le Serre, i Vivai e gli allevamenti vengono disciplinati dal Piano Degli Interventi P.I. f. Interventi di trasformazione del territorio agricolo Gli interventi consentiti devono rispettare i caratteri ambientali definiti dalla morfologia dei luoghi, dagli insediamenti rurali, dalla tipologia e dall'allineamento delle alberature e delle piantate, dalla maglia poderale, dai sentieri, dalle capezzagne, dai corsi d'acqua, ecc. Il PI valuta le possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti, per la realizzazione di: - infrastrutture stradali o impianti tecnologici di interesse pubblico, 40 - - interventi per la riqualificazione ambientale e paesaggistica (parchi agrari, boschi di pianura, eliminazione di elementi detrattori di qualità, fasce tampone e barriere di mitigazione per elementi ad impatto negativo sul contesto ambientale, ecc.), interventi per la fruizione turistico-ricreativa del territorio agricolo g. Tutela ambientale Il PI promuove le seguenti azioni: ● - cura dei corsi d'acqua, con particolare riferimento all'assetto e alla sistemazione delle sponde e degli attraversamenti; ● - mantenimento delle alberature di valore ambientale, con possibilità di sostituire gli esemplari malati con specie analoghe o compatibili; ● - mantenimento delle alberature d'alto fusto e degli elementi vegetazionali singoli o associati (alberature, piantate, siepi, ecc) di valore naturalistico e/o storico – ambientale, con possibilità di integrare la vegetazione esistente con nuovi raggruppamenti arborei, formati da specie di tipo tradizionale, disposti in coerenza con gli insediamenti, con la tessitura dei fondi e con la configurazione orografica del suolo; ● - recupero e riqualificazione dei sentieri e delle strade agrarie, anche se poco utilizzate, che potranno essere aperte all'uso pubblico, sulla base di apposita convenzione, ed essere utilizzate, oltre che per gli usi agricoli, anche per l'uso pedonale, ciclabile e per l'equitazione; in tale caso i percorsi devono essere sistemati con fondo stradale naturale; ● - mantenimento della funzionalità dei fossi poderali, della rete scolante, eventuali interventi devono rispettare le disposizioni di cui all’art.7, punto 7.4, lettera c); ● - interventi di manutenzione delle sedi stradali esistenti; ● - la vegetazione non produttiva ( siepi, alberature autoctone, zone boschive, ecc.) deve essere salvaguardata in quanto elemento caratterizzante il paesaggio. Sono comunque consentite le opere necessarie per il soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili e le opere di difesa idrogeologica, comprese le opere attinenti la regimazione e la ricalibratura degli alvei dei corsi d’acqua. Non sono consentiti i seguenti interventi: • l’introduzione di specie vegetali suscettibili di provocare alterazioni ecologicamente dannose; • l’uso fuori strada di mezzi motorizzati, con esclusione dei mezzi necessari ai lavori agricoli e per i servizi di protezione civile, nonché dei mezzi d’opera necessari per la costruzione e l’esercizio degli impianti e delle attrezzature; • tagliare a raso, bruciare, estirpare e sradicare i filari di siepi o le singole piante autoctone e/o naturalizzate presenti nel territorio, salvo il caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilità o di esigenze fito - sanitarie; è comunque consentito lo sfoltimento e 41 • l’utilizzazione turnaria delle piante, previo parere delle autorità competenti; Le recinzioni devono essere realizzate con materiali naturali. h. Il Comune promuove, con la collaborazione delle associazioni di categoria, la riqualificazione del territorio agricolo e la riqualificazione della viabilità rurale di interesse paesaggistico ed ambientale. A tal fine valgono i seguenti indirizzi: • incentivare metodi di produzione più rispettosi degli ecosistemi agricoli e compatibili con il carattere del paesaggio; • orientare l’attività aziendale verso la produzione di servizi ambientali, anche in relazione alle potenzialità ricreative, sportive e culturali presenti; • sostenere le iniziative e le pratiche colturali finalizzate al rimboschimento e, in generale, alla rinaturalizzazione delle aree dismesse dall’agricoltura. 42 Capo 2 - Sistema insediativo Art. 12 - Invarianti di natura storico-monumentale Il PAT prescrive la tutela, il recupero, la valorizzazione dei tessuti urbani e dei manufatti di interesse culturale. A questo fine il PAT individua e disciplina con il presente articolo le seguenti Invarianti di natura storico-monumentale: - - il centro storico di Camposampiero con il complesso dei Santuari Antoniani (per i quali si richiamano anche i riferimenti specifici all’art.6 delle presenti norme, punti 6.1 e 6.3), il sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al centro storico, comprensiva degli edifici con valore storicoambientale e relativo scoperto di pertinenza All’interno del centro storico e nel sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale sono individuati gli edifici con valore storicoambientale, tra i quali le emergenze architettoniche (alcuni delle quali con vincolo ai sensi del D.Lgs. n.42/2004- art.6 delle presenti norme) e le ville venete (ville individuate dall’Istituto Regionale per le Ville Venete, tra le quali alcune con vincolo ai sensi del D.Lgs. n.42/2004art.6 delle presenti norme). 12.1 Centro storico di Camposampiero 12.1.1 Insiemi urbani (D) Nel centro storico di Camposampiero, si distinguono i seguenti quattro “insiemi urbani” che il PAT riconosce come luoghi a forte carattere identitario per la comunità ( Tav. 2), per i quali indica l’“intervento guida”. Gli “interventi guida” costituiscono orientamento al PI per la disciplina del centro storico. a) Insieme n°1 –comprendente la parte di centro storico inclusa nel nodo d’acque alla confluenza di Fosso Vandura e Muson Vecchio, vi sono localizzati l’edificio storico con la torre, che oggi ospita il Municipio, e la torre dell’orologio. Temi: - Insieme emergente per valore storico, architettonico, ambientale, con presenza di edifici in contrasto con il contesto - Circuito d’acque alla confluenza di Muson Vecchio e Vandura, come elemento caratteristico e caratterizzante il nucleo storico - Utilizzo degli spazi scoperti, a piazza, come area di sosta 43 - mancanza di continuità delle relazioni tra le piazze del centro e i contigui Santuari Antoniani, soprattutto per il passaggio di via S.Antonio, ultimo tratto della “circonvallazione” intensamente trafficato. Intervento guida : - recupero e riqualificazione degli edifici con valore storicoambientale - riqualificazione e valorizzazione dei corsi d’acqua e dei fronti edilizi e percorsi prospicienti - Riorganizzazione del sistema della circolazione e della sosta automobilistica (nel quadro di un piano complessivo per l’intero centro urbano), al fine di alleggerire/eliminare l’accessibilità automobilistica - Ricucitura delle relazioni con i contigui Santuari Antoniani, attraverso la riorganizzazione del sistema della circolazione e l’adeguata riqualificazione della scena urbana b) Insieme n° 2 – comprendente il complesso monumentale dei Santuari Antoniani, con le emergenze dell’Oratorio del Noce e della cella di S.Antonio. Temi: - Insieme emergente per valore storico, architettonico, ambientale - mancanza di continuità delle relazioni tra il complesso dei Santuari Antoniani e le contigue piazze del centro, soprattutto per il passaggio di via S.Antonio, ultimo tratto della “circonvallazione” intensamente trafficato. Intervento guida : - recupero e riqualificazione degli edifici con valore storicoambientale - Ricucitura delle relazioni con il contiguo centro storico interno al nodo dei corsi d’acqua, attraverso la riorganizzazione del sistema della circolazione (nel quadro di un piano complessivo per l’intero centro urbano) e la riqualificazione della scena urbana c) Insieme n° 3 – comprendente la fascia urbana lungo la SR 307 Temi: - emergenze architettoniche: villa Chinaglia, villa Legrenzi Dal Poz - Canali Vandura e Tergolino ai lati della SR 307, come elementi caratteristici e caratterizzanti il nucleo storico - SR 307, intensamente trafficata, come barriera per le relazioni tra i due fronti della strada 44 Intervento guida : - recupero e riqualificazione degli edifici con valore storicoambientale - riqualificazione e valorizzazione dei corsi d’acqua e dei fronti edilizi e percorsi prospicienti - Riqualificazione della SR 307 con assegnazione di un ruolo di distribuzione urbana (nel quadro di un piano di riorganizzazione complessiva del sistema della circolazione per l’intero centro urbano) e ricucitura delle relazioni tra i due fronti prospicienti la strada - ridisegno complessivo degli spazi scoperti che distingua ed evidenzi gli spazi pedonali e quelli per la circolazione automobilistica, e che ridefinisca il rapporto con i corsi d’acqua e la strada d) Insieme n° 4 – comprendente l’area urbana a est del nodo d’acque formato dal Vandura e dal Muson Vecchio. Temi: - emergenze architettoniche: villa Querini, villa Campello - Corsi d’acqua come elementi caratteristici e caratterizzanti il nucleo storico - ampia area di sosta a ridosso del centro Intervento guida : - valorizzazione del ruolo urbano di villa Querini e villa Campello, sede di funzioni di interesse pubblico 12.1.2 Disposizioni generali (D) Costituiscono invariante l'organismo urbano storico e gli elementi storici che concorrono a definirlo (edifici e manufatti, strade, aree verdi, cortili e spazi aperti, corsi d’acqua, ecc). Gli interventi consentiti sono prevalentemente orientati a conservare e valorizzare tali elementi e consentire una lettura integrata dei caratteri identificativi e della morfologia del centro storico e dei singoli insiemi urbani che lo compongono, in coerenza con il processo di formazione urbana. A tal fine essi devono rispettare i seguenti indirizzi di progettazione urbanistica: • Edifici Nella Scena Urbana i diversi edifici intervengono con ruoli e funzioni specifiche che gli interventi devono evidenziare e valorizzare: Per gli elementi emergenti gli interventi devono favorire la percezione complessiva del volume edilizio e della sua 45 - - copertura. Per i fronti dominanti la forometria, le opere di finitura, i materiali, i colori, il trattamento delle superfici, l’attacco a terra devono accentuare il carattere dominante del fronte. Gli altri volumi e gli altri fronti svolgono una funzione complementare, di raccordo e quindi devono essere caratterizzati in modo coerente con tale ruolo, adottando linguaggi e soluzioni tali da evitare la “competizione” con gli elementi caratterizzanti del Centro Storico. ● Piazze, slarghi, passaggi pedonali, portici Valorizzare gli spazi pedonali con lo scopo di caratterizzare la città antica, nella quale ogni elemento edificato ed ogni spazio aperto, assumono una propria individualità in rapporto alla funzione ed ai caratteri dell’ambiente, edificato o naturale, circostante. Usare pavimentazioni: - coerenti con l’esistente, - adatti al calpestio, non sdrucciolevoli, di facile manutenzione e sostituzione, - in grado di favorire i percorsi pedonali, la sosta, gli incontri e gli scambi tra le persone, e tali da distinguere ed evidenziare le diverse funzioni delle aree riservate alla circolazione/sosta dei veicoli ed ai pedoni - con soluzioni prive di barriere architettoniche. • Verde pubblico o di uso pubblico e verde privato Considerare le aree sistemate a verde come elementi di rilevante interesse, anche figurativo, per esprimere il carattere e la individualità dell'insediamento. La sistemazione di dette aree deve rispettare i caratteri urbanistici ed architettonici dei luoghi, valutando: a) i rapporti visuali tra gli alberi d'alto fusto, gli arbusti, il prato, le pavimentazioni, l'architettura degli edifici, gli elementi naturali del territorio, ecc... b) le funzione delle alberature per delimitare gli spazi aperti o per formare schermi visuali e di riparo, zone d'ombra, effetti prospettici, trasparenze verdi, ecc.. c) i caratteri delle alberature (foglia persistente o caduca, forma della massa arborea e portamento delle piante, velocità di accrescimento, colore del fogliame e dei fiori, mutazioni stagionali, ecc.)e le esigenze di manutenzione (irrigazione, soleggiamento, potatura, fertilizzanti, ecc.) Disporre le panche e i sedili in posizioni significative rispetto ai percorsi, organizzando gruppi di elementi architettonici e vegetali per favorire gli incontri e la conversazione. • Illuminazione artificiale Considerare l'illuminazione artificiale degli spazi come fattore 46 primario che concorre a definire l'immagine urbana, utilizzando al meglio le potenzialità espressive della luce per creare un ambiente confortevole nelle ore serali e notturne. La progettazione della luce può basarsi sui seguenti criteri: a) illuminare l'ambiente in modo adeguato alle funzioni e all'uso degli spazi nelle ore di luce artificiale, considerando l'impianto distributivo e i diversi componenti dell'ambiente urbano, i rapporti tra la luce, le forme architettoniche e naturali, i materiali, i colori, ecc.. b) distinguere con linguaggio chiaro e decifrabile la gerarchia dei percorsi, differenziare le sedi veicolari da quelle pedonali e ciclabili, identificare le diramazioni, gli attraversamenti, i luoghi particolari, ecc. c) considerare gli effetti comunicativi, anche psicologici, della percezione visiva ( orientamento, sicurezza, benessere, continuità, ecc.) dovuti a: - illuminazione omogenea o per contrasti tra soggetti illuminati e sfondi, - illuminazione diretta o riflessa, - diversità di colore della luce nelle diverse tonalità. • Colori e materiali Le pietre, le terre, gli antichi intonaci, il cotto, i legni, la vegetazione di Camposampiero costituiscono il “campionario” di riferimento per la definizione dei materiali e dei colori da adottare negli interventi edilizi, di sistemazione e pavimentazione degli spazi scoperti. • Corsi d’acqua Riqualificazione delle sponde e degli spazi prospicienti i corsi d’acqua, con creazione, dove possibile, di percorsi e luoghi di sosta pubblici, allo scopo di dare “leggibilità”, risalto e fruibilità agli stessi, come componente rilevante della scena urbana. Valorizzazione delle relazioni, visive e funzionali, tra gli edifici prospicienti i corsi d’acqua e i corsi d’acqua stessi. 12.2 Sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al centro storico (P) Costituiscono invariante gli edifici con valore storico-ambientale esterni al centro storico, con i relativi spazi scoperti di pertinenza, per le parti di interesse storico. Gli interventi consentiti sono prevalentemente orientati a conservare e valorizzare il sistema di questi elementi come identificativi della dimensione storica della città e del territorio aperto. 47 12.3 Individuazione e classificazione delle Unità edilizie (P) Il P.I., ai fini della disciplina degli interventi edilizi: a) b) Per il centro storico di Camposampiero di cui al punto 12.1 e per il “Sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al centro storico”di cui al punto12.2, identifica le Unità Edilizie (U.E.) di valore culturale, formate dagli edifici o altri immobili con valore storicoambientale e dalle aree scoperte di pertinenza, e le classifica nelle categorie di valore definite e normate al punto 12.3.1, sulla base delle caratteristiche tipologiche e dei valori culturali attribuiti considerando il valore emergente Per il centro storico di Camposampiero di cui al punto 12.1, identifica le Unità Edilizie (U.E.) prive di immobili di valore culturale formate dagli edifici o altri immobili privi di valore storico-ambientale e dalle aree scoperte di pertinenza, e/o da aree inedificate, e le disciplina in coerenza con le disposizioni di cui al punto 12.3.2 Per ogni Unità Edilizia il PI prescrive la redazione di un progetto di massima, degli interventi edilizi e della sistemazione degli spazi scoperti nonché delle eventuali opere di urbanizzazione comprese nell’Unità Edilizia. Il progetto di massima costituisce il documento di base delle eventuali convenzioni attuative e, comunque, il documento preliminare alla presentazione dei progetti per l’esecuzione degli interventi. L’attuazione di detto progetto di massima può avvenire anche per stralci funzionali, mediante più permessi di costruire. Nel caso che il progetto di intervento riguardi l’intera Unità Edilizia, tale progetto sostituisce a tutti gli effetti il progetto di massima di cui al presente articolo, purchè integrato dai relativi contenuti. In ogni caso, il progetto di massima può essere ulteriormente precisato in sede di permesso di costruire. Il progetto di massima degli interventi deve contenere : 1. la configurazione planimetrica, in scala 1:200, delle aree e degli edifici, nonché degli spazi pubblici contigui, con l’indicazione sia delle quote orizzontali e verticali, riferite a capisaldi stabiliti dal Comune, atte a individuare l’andamento planimetrico e altimetrico dello stato attuale e del progetto, sia delle quote di riferimento per la misurazione delle altezze e il calcolo dei volumi; 2. gli accessi pedonali e carrabili e l’organizzazione delle autorimesse; 3. lo schema di massima dei prospetti e delle sezioni in scala 1:200, con la configurazione dei tetti e, eventualmente, la disposizione dei portici, l’indicazione dei materiali da usare nelle finiture, dei colori, ecc; 4. le destinazioni d’uso e gli utilizzi specifici degli edifici e delle aree scoperte con le relative sistemazioni di massima; 48 5. il progetto degli spazi scoperti pubblici e privati, comprensivo delle attrezzature e degli eventuali manufatti e fabbricati accessori di servizio consentiti e delle eventuali recinzioni; le recinzioni devono essere studiate in coerenza con il contesto del Centro Storico ed evitando di interrompere il rapporto tra i fronti con funzioni di interesse pubblico e gli spazi pubblici e di uso pubblico. 6. la tabella dei dati planimetrici e volumetrici dell’intervento. 12.3.1 Unità Edilizie di valore culturale (P) L'insieme degli edifici e degli spazi scoperti presenti nelle Unità Edilizie di valore culturale deve essere tutelato e valorizzato in quanto patrimonio storico e culturale del Comune. Il perimetro delle Unità Edilizie potrà essere modificato, rispetto a quello definito dal PI, sulla base dell'analisi filologica preliminare alla progettazione, di cui al punto 12.3.1.3 e potrà essere precisato in sede di rilascio del titolo abilitativo all’intervento. Le Unità Edilizie di valore culturale, oltre agli edifici di valore culturale, possono comprendere anche altri edifici o manufatti privi di valore o in contrasto col centro storico. Le Unità Edilizie di valore culturale sono classificate nelle classi A1, A2, A3, A4 di cui al successivo punto 12.3.1.1, in base al valore culturale dominante rilevato all’interno di ogni singola Unità Edilizia. Le Unità Edilizie possono comprendere anche immobili o parti di immobili di valore culturale diverso da quello emergente, che distingue le categorie di valore attribuito. Il diverso valore può essere accertato dall’analisi filologica, preliminare alla progettazione, di cui al punto 12.3.1.3, che definisce le diverse categorie di valore. Per questi immobili o parti di immobili sono consentiti tipi e modalità di intervento corrispondenti alle categorie di valore accertato dall’analisi filologica. Nelle Unità Edilizie di valore culturale interne al centro storico il PI indica i principali edifici da demolire e/o da modificare in quanto contrastanti con i caratteri del Centro Storico e gli eventuali ambiti per la nuova edificazione finalizzata alla riqualificazione architettonica e ambientale. Nelle Unità Edilizie di valore culturale interne al centro storico in cui non risultano individuati dal PI edifici da demolire e/o da modificare, l’analisi filologica (punto 12.3.1.3) può rilevare l’esistenza di fabbricati o parte di fabbricati privi di valore o in contrasto col Centro Storico. Di tali fabbricati il PI può prevedere la demolizione o, compatibilmente con i valori culturali da tutelare e a condizione che l’intervento sia finalizzato alla riqualificazione architettonica e ambientale e non alteri i fronti principali del corpo edilizio di valore, la loro ricomposizione mediante interventi di demolizione e nuova costruzione di pari volume all’interno dell’Unità Edilizia, anche utilizzando 49 parti di spazi scoperti privati, nel rispetto dei limiti di distanza e in generale della disciplina fissata dal PI . Per gli spazi scoperti, interni alle Unità Edilizie e per gli spazi comuni a più Unità Edilizie, identificati dal P.I., deve essere garantita la salvaguardia e il recupero degli elementi di valore culturale, artistico, naturalistico o di particolare interesse per le tecniche costruttive usate. Per gli edifici o parti di edificio prive di valore culturale individuate dal P.I., ovvero, dall'analisi filologica (punto 12.3.1.3), all’interno delle Unità Edilizie, sono consentiti anche gli interventi di ristrutturazione edilizia, purché finalizzati alla riqualificazione architettonica e ambientale degli immobili e/o dell'ambiente urbano circostante. Per le superfetazioni di epoca recente che contrastano con i valori da tutelare va migliorato il rapporto di coerenza con i caratteri degli edifici con valore storico-ambientale. Il P.I. potrà consentire all’interno delle U.E. anche interventi di restauro e risanamento conservativo di locali con altezze utili, superfici minime, rapporti di illuminazione e altezze del pavimento del piano terra dal piano di campagna, inferiori a quelli stabiliti dal Regolamento Edilizio Per gli interventi nelle U.E. è consentito l'uso di materiali e tecniche costruttive anche diverse da quelle originarie purché coerenti con i caratteri architettonici dell'edificio e con l'ambiente circostante. Nelle Unità Edilizie di valore culturale, oltre alle disposizioni generali di cui ai precedenti commi, si applicano le disposizioni specifiche della classe di appartenenza di seguito riportate. 50 12.3.1.1 Definizione delle categorie di valore CATEGORIA A.1 A.2 CLASSE DI VALORE Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico intatti o con modificazioni reversibili, e assimilabili Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico e ambientale intatti o con modificazioni reversibili, e assimilabili; emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico con modificazioni pesanti, e assimilabili A.3 Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico ed ambientale con modificazioni pesanti, e assimilabili A.4 Edifici sostanzialmente modificati con tracce dell’impianto originario, e assimilabili Il P.I. potrà specificare ed articolare le categorie qui definite e dettagliarne la disciplina di cui al punto successivo, approfondendo le analisi dei manufatti e degli spazi aperti di pertinenza. 51 12.3.1.2 Disciplina delle categorie di valore CATEGORIA A.1 - Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico intatti o con modificazioni reversibili, e assimilabili Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, da eseguire nel rispetto delle seguenti modalità: 1) restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti interni di documentato valore culturale; 2) conservazione e/o ripristino dei caratteri distributivi dell'edificio nelle parti di documentato valore culturale, con possibilità di modificare la distribuzione e dimensione dei locali nelle altre parti; 3) consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti non recuperabili, senza modificare la posizione e la quota delle murature portanti, dei solai, delle volte, delle scale e del tetto, mantenendo le aperture esistenti verso l’esterno; 4) inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto dei caratteri architettonici dell'edificio; 5) mantenimento e/o ripristino delle porticature e delle parti aperte originarie ancora riconoscibili; 6) restauro e/o ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti esistenti di interesse storico, artistico 52 CATEGORIA A.2 - Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico e ambientale intatti o con modificazioni reversibili, e assimilabili; emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico con modificazioni pesanti, e assimilabili Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento, da eseguire nel rispetto delle seguenti modalità: 1) restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti interni qualora risultino di documentato valore culturale; sono consentiti anche interventi di ricomposizione dei prospetti modificati nel tempo, comprese eventuali nuove aperture, purché le modifiche siano coerenti con i caratteri architettonici dell'edificio; 2) conservazione e/o ripristino dei caratteri distributivi dell'edificio qualora risultino recuperabili e di documentato valore culturale, con possibilità di modificare la distribuzione e la dimensione dei locali nelle parti prive di valore; 3) consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti non recuperabili senza modificare la posizione e la quota delle murature portanti, dei solai, delle volte, delle scale e del tetto; 4) inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto dei caratteri architettonici dell'edificio; 5) mantenimento o ripristino delle porticature e delle parti aperte originarie ancora riconoscibili mediante l’analisi filologica; 6) restauro e ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti esistenti di interesse storico, artistico. 53 CATEGORIA A.3 - Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico ed ambientale con modificazioni pesanti, e assimilabili Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento, da eseguire nel rispetto delle seguenti modalità: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti interni qualora risultino di documentato valore culturale; sono consentiti anche interventi di ricomposizione dei prospetti modificati nel tempo, comprese eventuali nuove aperture, purché le modifiche siano coerenti con i caratteri architettonici dell'edificio; conservazione dei caratteri distributivi dell'edificio qualora risultino recuperabili e di documentato valore culturale, con possibilità di modificare la distribuzione e la dimensione dei locali nelle parti prive di valore; consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti non recuperabili con possibilità di adeguare le altezze minime dei locali privi di valore culturale a quelle stabilite dai regolamenti vigenti, senza modificare le quote delle finestre, della linea di gronda e del colmo del tetto; eventuale sopraelevazione del piano di calpestio al piano terreno dell'edificio per migliorare le condizioni di abitabilità; inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto dei caratteri architettonici dell'edificio; mantenimento o ripristino delle porticature e delle parti aperte originarie ancora riconoscibili mediante l’analisi filologica ; restauro e ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti esistenti di interesse storico, artistico. 54 CATEGORIA A.4 - Edifici sostanzialmente modificati con tracce dell’impianto originario, e assimilabili Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, nonché interventi di ricostruzione e di ampliamento, da eseguire nel rispetto delle seguenti modalità: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 12.3.1.3 - restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti interni qualora risultino di documentato valore culturale; sono consentiti anche interventi di ricomposizione dei prospetti modificati nel tempo, comprese eventuali nuove aperture, purché le modifiche non alterino i caratteri architettonici dell'edificio; conservazione dei caratteri distributivi dell'edificio qualora risultino recuperabili e di documentato valore culturale, con possibilità di modificare la distribuzione e la dimensione dei locali nelle parti prive di valore; consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti non recuperabili con possibilità di adeguare le altezze minime dei locali privi di valore culturale a quelle stabilite dai regolamenti vigenti, senza modificare, nei prospetti di valore culturale e ambientale, le quote delle finestre, della linea di gronda e del colmo del tetto; eventuale sopraelevazione del piano di calpestio al piano terreno dell'edificio per migliorare le condizioni di abitabilità; inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto dei principali caratteri architettonici dell'edificio; mantenimento o ripristino delle porticature e delle parti aperte originarie ancora riconoscibili mediante l’analisi filologica; restauro e ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti esistenti di interesse storico, artistico Analisi filologica preliminare agli interventi Fatti salvi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, i progetti di intervento nelle unità edilizie di valore culturale, devono basarsi sull'analisi filologica degli immobili esistenti. Nel caso di progetti riguardanti parte degli immobili compresi nelle Unità Edilizie, l'analisi filologica deve comprendere l’intera Unità Edilizia. L'analisi può dimostrare valori culturali diversi da quelli risultanti dal P.I., in tal caso sono consentiti tipi di intervento corrispondenti alle classi di valore risultanti dall'analisi, aumentando o diminuendo il valore assegnato dal P.I. di una classe al massimo, escludendo le classi A1 e A2 e senza modificare la classe attribuita all’Unità Edilizia. 55 L'analisi filologica contiene: • l'analisi storica degli immobili, con particolare riferimento alle trasformazioni subite dagli edifici e dagli spazi scoperti di pertinenza; • lo stato di fatto degli edifici, ottenuto dal rilievo quotato, con la descrizione delle destinazioni d'uso, delle condizioni statiche ed igieniche, dei materiali e delle tecniche usate nella costruzione; • lo stato di fatto degli spazi scoperti, mediante il rilievo quotato del suolo, delle alberature (con specificazione delle specie), delle pavimentazioni esterne, delle recinzioni e di ogni altro elemento fisso che concorre a caratterizzare l'ambiente. • Ogni altro documento ritenuto utile per l’identificazione dei caratteri storici ed architettonici degli immobili interessati Il Comune si riserva la facoltà di richiedere ulteriori approfondimenti, elaborati, documenti, campionature, ecc. ritenuti necessari per la valutazione dell'intervento. 12.3.2 Unità Edilizie prive di immobili di valore culturale (P) Il P.I., nelle Unità Edilizie prive di immobili di valore culturale, individuate all’interno del centro storico di Camposampiero, potrà prevedere, oltre agli interventi sull’edilizia esistente, nuove costruzioni, ricostruzioni ed ampliamenti, in modalità coerenti con i caratteri del Centro Storico. Il P.I. può individuare demolizioni e/o modifiche da apportare a edifici o parti di edificio contrastanti con il centro storico, consentendo, fino all’attuazione del P.I., solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria senza modifica delle utilizzazioni in atto. 12.4 Ritrovamenti archeologici (D) Costituiscono invariante i luoghi di effettiva giacenza dei materiali archeologici. Il PAT segnala la localizzazione di massima dei principali ritrovamenti archeologici. Si applicano gli obblighi derivanti dal Vincolo archeologico di cui al D.Lgs. n.42/2004, richiamato all’art.6 delle presenti norme. Ogni intervento che comporti operazioni di scavo è subordinato all'esecuzione di sondaggi preliminari, svolti in accordo con la competente Soprintendenza 56 Archeologica, rivolti ad accertare l'esistenza di materiali archeologici e la compatibilità di progetti di intervento con gli obiettivi di tutela, anche in considerazione della necessità di individuare aree di rispetto, o di potenziale valorizzazione e/o fruizione. La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 57 Art. 13 - Azioni di tutela del sistema insediativo 13.1 Parchi, giardini storici, spazi scoperti privati di interesse storico – ambientale (P) Il P.I. individua e disciplina i parchi, i giardini storici e gli spazi scoperti privati di interesse storico – ambientale, in coerenza con il precedente art.12 e con le seguenti disposizioni: 1. tutela della giacitura, l’estensione e conformazione dei giardini: sono vietati gli smembramenti e comunque gli elementi di separazione tra aree verdi, edifici e contesto paesaggistico che possono compromettere l’integrità dei beni indicati e le relazioni tra i suddetti beni ed il loro intorno; 2. è consentito l’uso agricolo e l’uso per attività ricreative all’aperto purché non vengano compromessi i caratteri storici e ambientali dell’impianto; 3. tutela e conservazione degli elementi di valore storico-architettonico, dei beni e risorse presenti, in coerenza con quanto disposto dall’art.9, punto 9.3, le alberature e gli altri elementi vegetazionali di pregio naturalistico o di valore storico-ambientale, non possono essere abbattuti salvo che per ragioni fito-sanitarie o di sicurezza; in tale caso gli esemplari abbattuti devono essere sostituiti con altri della stessa specie. Gli interventi edilizi sono disciplinati dal precedente articolo 12. 58 Art. 14 - Azioni strategiche del sistema insediativo 14.1 Aree di urbanizzazione residenziali/produttive (P) consolidata prevalentemente Le aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali comprendono il centro storico di Camposampiero (disciplinati dall’art.12), le aree urbane contigue al centro storico, il quartiere S.Marco, l’insediamento sviluppatosi lungo via Straelle e il centro urbano di Rustega. Le aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente produttive comprendono l’insediamento prevalentemente produttivo a sud del centro di Camposampiero, tra il Vandura e il Muson dei Sassi, quello oltre il Muson dei Sassi, a nord della Via Visentin, e l’area a sud-ovest di Rustega, lungo il Rio Rustega. Il PAT prescrive il mantenimento, la manutenzione e la riqualificazione della struttura insediativa consolidata. Il P.I.: 1. precisa il perimetro delle aree di urbanizzazione consolidata e definisce speciali zone insediative; 2. disciplina gli interventi ammissibili in assenza di strumento urbanistico attuativo; 3. indica, per le parti di territorio da trasformare, gli strumenti attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica, garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici, disciplinando le destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. Il PI inoltre, in particolare, disciplina gli interventi volti a: a. migliorare la qualità della struttura insediativa: • integrazione delle opere di urbanizzazione eventualmente carenti • riqualificazione e potenziamento dei servizi pubblici e di uso pubblico; • riqualificazione e riordino degli spazi aperti urbani, • miglioramento della rete dei percorsi ciclo-pedonali interni agli insediamenti, anche connettendoli e mettendoli a sistema con i percorsi di fruizione del territorio aperto; 59 • • • • • prevenzione o mitigazione degli inquinamenti di varia natura; miglioramento delle relazioni interne agli insediamenti, qualora carenti o difficoltose per l’interposizione di barriere fisiche (corsi d’acqua, infrastrutture, ecc.) mitigazione delle situazioni di incompatibilità legate alla contiguità di tessuti urbani a funzione differente, ad esempio residenziale e produttiva, anche attraverso l’adozione di adeguati dispositivi con funzione di schermo (ad esempio fascetampone boscate) riqualificazione della Scena Urbana eliminazione delle barriere architettoniche b. promuovere il completamento e rispondere alle esigenze di miglioramento del patrimonio edilizio esistente, soprattutto abitativo, favorendo gli interventi di recupero, riuso, ristrutturazione sia edilizia che urbanistica, con attenzione alle aree con attività dismesse o utilizzazioni incompatibili: • interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, ampliamento degli edifici esistenti ed eliminazione degli elementi incongrui, da definire con il P.I. per migliorare la qualità abitativa e/o funzionale degli immobili, favorire il riordino morfologico dell'edificato e delle aree scoperte. Per gli edifici con valore storico-ambientale valgono le disposizioni di cui all’art.12 • interventi di nuova costruzione per il completamento del tessuto insediativo esistente • recupero e rigenerazione urbanistico - ambientale delle aree con attività dismesse o riusi temporanei degli immobili, applicando criteri di equità tra le proprietà interessate, così da stimolare la trasformazione urbanistica a vantaggio della collettività, promuovere e facilitare l’iniziativa degli operatori, garantendo però nello stesso tempo, la massima qualità urbanistica degli interventi Il PI valuta la compatibilità delle funzioni presenti nelle aree di urbanizzazione consolidata, diverse da quelle prevalenti (produttiva o residenziale) e conseguentemente ne definisce la disciplina: trasferimento/eliminazione per le funzioni incoerenti/incompatibili mantenimento con riqualificazione e mitigazione degli impatti rispetto alle funzioni contigue per le funzioni che possono essere rese compatibili o il cui effetto di disturbo può essere schermato consolidamento e possibilità di ulteriore integrazione e sviluppo per le funzioni compatibili 60 14.2 Linee preferenziali di sviluppo insediativo (P) Il PAT individua (tav. 4.b), rispetto alle aree di urbanizzazione consolidata, le linee preferenziali di sviluppo insediativo, ossia le direzioni di sviluppo degli insediamenti più opportune, da preferire a vantaggio di altre direzioni comunque consentite. Le linee preferenziali di sviluppo insediativo sono classificate in due categorie: - linee preferenziali di sviluppo insediativo (a) – espansione delle aree urbanizzate, corrispondenti all’organizzazione di nuovi insediamenti completi di una propria struttura interna di servizi e luoghi centrali - linee preferenziali di sviluppo insediativo (b) - completamento e ricucitura dei margini delle aree di urbanizzazione consolidata, corrispondenti a interventi urbanistici di completamento delle frange urbane esistenti non adeguatamente strutturate, finalizzati a favorirne la riqualificazione e il riordino, anche attraverso l’inserimento degli adeguati servizi e luoghi centrali Gli interventi urbanistici di sviluppo insediativo, in tutti i casi, devono: • essere funzionalmente coerenti e compatibili con le aree di urbanizzazione consolidata contigue • interfacciarsi, relazionarsi e integrarsi organicamente con gli insediamenti esistenti, per quanto riguarda le funzioni, la scena urbana e le relazioni viarie e ciclopedonali • inserirsi visivamente in maniera armonica nel territorio, ricomponendo adeguatamente il fronte dell’edificato verso il territorio agricolo. Il P.I.: 1. in coerenza con gli indirizzi e i limiti quantitativi fissati nella disciplina degli A.T.O., definisce gli ambiti di sviluppo insediativo individuando specifiche zone insediative 2. indica gli strumenti attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica del territorio, garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici, disciplinando le destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. 61 3. disciplina gli interventi comunque ammissibili in assenza di strumento urbanistico attuativo, sulle parti di territorio incluse negli ambiti di sviluppo insediativo Il PI inoltre, in particolare, disciplina gli interventi volti a: a. garantire il corretto inserimento dei nuovi insediamenti nel territorio: • predisposizione di condizioni di accessibilità (rispetto agli insediamenti contigui e/o alla viabilità di livello territoriale) adeguate al carattere e all’entità delle funzioni introdotte • definizione delle modalità di trasferimento/eliminazione o mitigazione dell’impatto di eventuali attività presenti non compatibili con il carattere dei nuovi insediamenti b. integrare e riorganizzare l’edificazione esistente eventualmente presente all’interno degli ambiti di sviluppo insediativo (edifici o piccoli insediamenti esistenti, in particolare ambiti di “edificazione diffusa”, di cui al punto 14.4) c. ridurre al minimo gli impatti ambientali legati al consumo di territorio aperto: • applicazione delle prescrizioni per la mitigazione idraulica contenute nella Valutazione di Compatibilità Idraulica, oltre alle disposizioni di cui all’art.7 delle presenti norme • Promozione di iniziative pilota per la realizzazione di singoli edifici, piani attuativi o altri interventi informati ai principi della sostenibilità, nei quali sperimentare tecniche di mitigazione idraulica, tecniche costruttive ecocompatibili, modalità di raccolta dei rifiuti differenziata, tecniche di risparmio energetico, sistemi di approvvigionamento di acqua ed energia alternativi ai tradizionali e con minore potere inquinante. • Promozione di interventi sperimentali pilota sul tema della permeabilità e degli equilibri idraulici del suolo • Nel caso di sviluppo insediativo a carattere produttivo, organizzazione di adeguati dispositivi (ad esempio fasce-tampone boscate) per schermare e mitigare gli impatti visivi, acustici e da polveri degli insediamenti Devono comunque essere rispettate le disposizioni date per gli ATO e insiemi di ATO di cui al successivo Titolo IV. La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 62 14.3 Azioni di riqualificazione e riconversione (P) Il PAT individua le principali Azioni di riqualificazione e riconversione, per la rigenerazione di parti dell’insediamento che necessitano o sono di fatto interessate da processi di dismissione, trasformazione o evoluzione dell’assetto fisico e funzionale attuale: - aree coinvolte in progetti che determineranno un’evoluzione e aggiornamento delle strutture (a) - aree con strutture non più adeguate alla funzione svolta (b) - aree con attività dismesse e in situazione di degrado (c, d) - aree occupate da attività in atto non compatibili con il contesto (e, f, g, h, i) Il PI, sulla base di successivi approfondimenti nell’analisi e conoscenza del territorio, può individuare ulteriori Azioni di riqualificazione e riconversione, oltre a quelle segnalate dal PAT e più avanti elencate. Le Azioni di riqualificazione e riconversione sono identificate da una lettera, e per ciascuna il PAT definisce specifiche disposizioni che il PI provvederà a sviluppare e precisare: a - Stazione ferroviaria Riqualificazione e valorizzazione della stazione e spazi limitrofi (scalo autobus, area a parcheggio, aree urbane adiacenti su ambo i lati della linea ferroviaria) e miglioramento dell’integrazione funzionale tra i diversi sistemi di mobilità (treno, autobus, taxi, automobile privata, bicicletta, ecc.), sviluppando la dimensione di snodo intermodale dell’area. A tal fine, in particolare, vanno seguiti i seguenti criteri: organizzare gli spazi di circolazione e sosta/sbarco dei mezzi di trasporto pubblici/privati (treno, autobus, automobile, bicicletta e pedoni) in modo da favorire gli scambi intermodali in condizioni di funzionalità, chiarezza e sicurezza valutare le possibilità di recupero di eventuali aree ferroviarie dismesse, per organizzare gli spazi di servizio ai sistemi di mobilità valorizzare e organizzare il nodo stazione come centro di attrazione di flussi di persone e punto di riferimento urbano, in grado di conferire qualità al tessuto circostante migliorare la qualità delle connessioni ciclopedonali tra i due lati opposti della linea ferroviaria, per sviluppare, per il nodo stazione, la dimensione di elemento connettivo tra le due parti di Camposampiero tagliate dalla ferrovia. 63 b - Scuole elementari e medie – via Filippetto Trasferimento delle attuali funzioni scolastiche, ospitate in strutture in prevalenza antiquate, sottodimensionate e non ampliabili recupero urbanistico delle aree interessate, prevedendo funzioni pubbliche e/o private coerenti con gli obiettivi di riqualificazione dell’intorno urbano della stazione di cui al precedente punto “a” c - Ambito ex-consorzio agrario Recupero urbanistico e riqualificazione dell’area dell’ex-consorzio agrario, con inserimento di funzioni residenziali, funzioni compatibili con la residenza, oppure di supporto e/o connesse con l’attività del polo ospedaliero. d – Area ex-Ital-sintex Recupero ambientale e riqualificazione urbanistica dell’area con inserimento di funzioni compatibili con il contesto, tra quelle consentite per l’ATO R3.1. e - Allevamento ittico dismesso Riqualificazione dell’area con inserimento di funzioni compatibili con il contesto, tra quelle consentite per l’ATO A1.3. f , g, h, i - Attività non compatibile con il contesto Trasferimento dell’attività non compatibile e riqualificazione dell’area, con inserimento di funzioni residenziali e/o funzioni compatibili con la residenza. In particolare gli interventi di riconversione degli impianti produttivi, dovranno prevedere idonea caratterizzazione delle aree ai sensi del D.Lgs 22/97 e DM 471/99 e bonifica dei luoghi, qualora dalla caratterizzazione si riscontri la presenza di siti potenzialmente inquinati. Il P.I.: 1. in coerenza con le indicazioni del P.A.T., precisa l’ambito delle Azioni di riqualificazione e riconversione 2. indica gli strumenti attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica del territorio, garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici, disciplinando le destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. 64 3. disciplina gli interventi comunque ammissibili in assenza di strumento urbanistico attuativo Devono comunque essere rispettate le disposizioni date per gli ATO e insiemi di ATO di cui al successivo Titolo IV. 14.4 Edificazione diffusa (P) Gli ambiti di “edificazione diffusa” comprendono gli insediamenti costituiti da addensamenti edilizi a morfologia lineare lungo gli assi viari e quelli a morfologia nucleare isolati. Il PAT prevede il contenimento e la riqualificazione dell’edificazione diffusa. Il P.I.: 1. precisa i perimetri degli ambiti di edificazione diffusa indicati dal PAT e definisce speciali zone insediative; 2. disciplina gli interventi ammissibili, 3. indica, in presenza di attività dismesse o non compatibili con il contesto, le modalità di trasformazione urbanistica del territorio, garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici, disciplinando le destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità di applicare gli strumenti del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. Il PI inoltre, in particolare, disciplina gli interventi volti a: a. Migliorare la qualità della struttura insediativa mediante: • integrazione delle opere di urbanizzazione eventualmente carenti • eventuale integrazione con aree per servizi pubblici e di uso pubblico; • Individuazione, ove possibile, di soluzioni per migliorare le condizioni di sicurezza della viabilità, in relazione al tema degli accessi carrai con sbocco diretto sulla strada, soprattutto per quanto concerne attività produttive/commerciali; • Integrazione, miglioramento e messa in sicurezza dei percorsi ciclo-pedonali, anche connettendoli e mettendoli a sistema con quelli di fruizione del territorio aperto; • prevenzione o mitigazione degli inquinamenti di varia natura b. Gestire le attività produttive/commerciali in zona impropria, secondo le modalità di cui al punto 14.6 del presente articolo 65 c. Trasferire, o escludere il nuovo insediamento, di allevamenti e in generale di funzioni incompatibili con il carattere prevalentemente abitativo della zona, quelle che possono comportare notevole affluenza di pubblico, aumento del traffico pesante o comunque richiedere tipologie edilizie non coerenti con i caratteri dell’ambiente. d. Disciplinare le attività produttive/commerciali in zona impropria, nelle modalità definite al punto 14.6 del presente articolo. e. Rispondere alle esigenze di miglioramento del patrimonio edilizio esistente, soprattutto abitativo, favorendo gli interventi di recupero, riuso, ristrutturazione sia edilizia che urbanistica, con attenzione alle aree con attività dismesse : • interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione, ricostruzione e ampliamento degli edifici esistenti ed eliminazione degli elementi incongrui, da definire con il P.I. per migliorare la qualità abitativa e/o funzionale degli immobili, favorire il riordino morfologico dell'edificato e delle aree scoperte. Per gli edifici con valore storico-ambientale valgono le disposizioni di cui all’art.12 f. Rispondere alle esigenze abitative di ordine familiare e non speculativo con la previsione, di limitati e puntuali interventi di nuova edificazione ad uso residenziale, nel rispetto del dimensionamento dei singoli ATO g. Integrare e riorganizzare l’“edificazione diffusa” esistente nel quadro degli ambiti di sviluppo insediativo eventualmente programmati rispetto alle “linee preferenziali di sviluppo insediativo” di cui al punto 14.2 Gli interventi di nuova edificazione, ristrutturazione, ricostruzione e ampliamento, sono condizionati al miglioramento del contesto dell’insediamento: • • • • realizzazione/integrazione delle indispensabili opere di urbanizzazione primaria eventualmente carenti, riordino e riqualificazione degli ambiti di pertinenza, sistemazione e messa in sicurezza degli accessi dalla strada collocare preferibilmente i nuovi volumi in modo da non occludere eventuali varchi residui nel fronte edificato lungo la strada. 66 14.5 Medie/grandi strutture di vendita (P) Il PAT individua le medie/grandi strutture di vendita. Il PI può individuare ulteriori strutture di questo tipo, secondo i seguenti criteri: - rispetto del dimensionamento del PAT - compatibilità rispetto al contesto ambientale e agli insediamenti circostanti - posizione strategica rispetto alle infrastrutture, in relazione alle condizioni di accessibilità e visibilità Il PI precisa l’ambito delle medie/grandi strutture di vendita definendo specifiche zone e rispettando le seguenti direttive: • • • I nuovi interventi dovranno rispettare le prescrizioni inerenti la tutela idraulica di cui all’art.7, punto 7.4. Il sistema di accesso dalla viabilità deve essere idoneamente impostato e attrezzato, rispetto alla dislocazione, al dimensionamento e disegno delle carreggiate, alla sistemazione della sede stradale e aree limitrofe, alla segnaletica e illuminazione, al fine di ridurre l’intralcio ai flussi di traffico e di garantire le condizioni di sicurezza nel transito dei mezzi. Deve essere inoltre posta attenzione alle modalità di accesso ciclopedonale alle strutture, in ordine ai temi della sicurezza, gradevolezza e semplicità di orientamento. Fabbricati e spazi scoperti vanno disegnati e organizzati in maniera da limitare gli impatti visivi rispetto all’intorno territoriale, legati alla dimensione e ai caratteri delle strutture, e l’inquinamento atmosferico e acustico, legato all’affluenza di numerosi utenti. 14.6 Attività produttive/commerciali in zona impropria (P) Il PI individua, tanto all’’interno quanto all’esterno delle aree di urbanizzazione consolidata, le attività produttive/commerciali esistenti in zona impropria e ne valuta la compatibilità rispetto: 1. alla tipologia specifica di attività, allo stato degli impianti e agli eventuali effetti di disturbo provocati sugli insediamenti presenti 2. agli eventuali impatti esercitati sul contesto naturalisticoambientale 3. alle condizioni di accessibilità e agli effetti sul traffico 4. alla dotazione di opere di urbanizzazione Rispetto a tale valutazione il PI indica, in particolare, le attività da eliminare/trasferire in quanto incompatibili con il contesto. Per le attività da eliminare/trasferire il PI disciplina i criteri e le modalità dell’eliminazione/trasferimento, anche utilizzando gli strumenti di cui all’art.17, lettera “i” della L.R.11/2004. 67 L’eventuale modifica delle utilizzazioni in atto dovrà risultare compatibile con le funzioni indicate dal PAT, eliminando o riducendo gli impatti sull’ambiente circostante, e in particolare sugli insediamenti residenziali. Per le attività esistenti da confermare, il PI ne definisce la disciplina, con la possibilità di individuare specifiche zone a prescindere e senza incidere sul dimensionamento dei singoli ATO. Il PI inoltre stabilisce le possibilità di adeguamenti tecnologici o di ampliamento, subordinate, dove necessario, alla sistemazione e messa in sicurezza degli accessi, all’integrazione delle opere di urbanizzazione e ai servizi interni previsti per legge, se carenti, alla riqualificazione dell’ambito di pertinenza, alle opere di mitigazione degli impatti visivi, sonori e olfattivi sul contesto circostante. 14.7 Sportello unico per le attività produttive (D.P.R. n.447/1998 e successive modificazioni) (P) L’applicazione della procedura dello sportello unico, di cui al D.P.R. n.447/1998 e successive modificazioni, deve avvenire in coerenza con la disciplina del territorio definita dal PAT. In particolare, la possibilità di variazione degli strumenti urbanistici, prevista ai sensi dell’art.2 del D.P.R. n.447/1998 (Individuazione delle aree da destinare all’insediamento di impianti produttivi), e ai sensi dell’art.5 (Progetto comportante la variazione di strumenti urbanistici), si applica al PI, nel rispetto della disciplina del PAT. 14.8 Compatibilità ambientale degli interventi (D) Il PI, nell’assegnazione degli indici di zona, può riservare, nel rispetto del dimensionamento, parte del volume previsto nelle singole zone come incentivo, sotto forma di incremento dell’indice stesso e fino ad un massimo del 30 %, per gli interventi edilizi ad elevata sostenibilità ambientale. Il PI determina gli indicatori per la valutazione dell’indice di compatibilità ambientale degli interventi ed i criteri per l’assegnazione delle quote volumetriche aggiuntive. 14.9 Localizzazione di reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico (D) La localizzazione delle infrastrutture funzionali alle reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico va operata nel rispetto delle esigenze di tutela dell'ambiente e dei beni storico-culturali, della salute pubblica (soprattutto in relazione ai “siti sensibili”, come attrezzature 68 scolastiche e aree a verde di uso pubblico), della pubblica sicurezza e degli obiettivi di pianificazione urbana, comunque in coerenza con le direttive del Dlgs 259/2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche”, e della L. 36/2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”. 69 Art. 15 – Invarianti di natura funzionale 15.1 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante esistenti/di progetto (P) Sono attrezzature o luoghi destinati a funzioni diverse (civili, sanitarie, dell’istruzione superiore all’obbligo, culturali, religiose, di carattere generale, ecc ), di notevole rilevanza. Il PAT prevede il potenziamento del sistema attuale di servizi e identifica la presenza, in atto o futura, delle funzioni individuate come invariante. Il P.I., in coerenza con le indicazioni del P.A.T.: 1. precisa la localizzazione e l’ambito di pertinenza di tali funzioni 2. disciplina gli interventi ammissibili in assenza di strumento urbanistico attuativo; 3. indica, per la realizzazione di nuove strutture o la ristrutturazione/ampliamento delle esistenti e in generale per gli interventi di trasformazione del territorio, gli strumenti attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica, garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici, disciplinando le destinazioni d’uso e valutando la possibilità di operare con programmi complessi, o di utilizzare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica definendone gli ambiti e i contenuti. 15.1.1 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante esistenti (P) Per le attrezzature esistenti il P.I. prevede interventi di miglioramento qualitativo delle strutture: • Adeguata accessibilità dalla rete viaria di distribuzione extraurbana e dalla rete dei percorsi ciclopedonali; • Adeguata dotazione di opere di urbanizzazione primaria • prevenzione o mitigazione degli inquinamenti di varia natura • eliminazione delle barriere architettoniche 70 15.1.2 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante di progetto (P) a2 - Polo scolastico Il PAT prevede la realizzazione di un nuovo polo scolastico all’interno dell’ATO R2.4, per la rilocalizzazione delle attuali scuole elementari e medie di via Filippetto, da definirsi secondo i seguenti criteri: le nuove strutture scolastiche dovranno costituire il riferimento per l’organizzazione dell’insediamento residenziale previsto ad est del Muson dei Sassi, all’interno dell’ATO R2.4; a questo fine il PI prevede la formazione di un progetto urbanistico unitario precisando anche le relazioni con l’insediamento esistente a ovest del torrente; l’area deputata dovrà essere precisata tenendo conto delle condizioni di natura idraulica e geologica, dell’organizzazione e funzionalità della struttura urbana, esistente e di nuova previsione, e dei problemi di accessibilità, non solo automobilistica, ma anche e soprattutto ciclabile e pedonale; le attrezzature complementari (spazi, coperti o scoperti, per il gioco e lo sport, biblioteca, auditorium, ecc.) saranno studiati in modo da consentire un utilizzo da parte della comunità anche al di fuori dell’attività scolastica e raccordate con il sistema territoriale delle aree e percorsi di interesse turistico-ambientale e in particolare con le “direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di connessione ciclopedonali”. Il P.I., in coerenza con le indicazioni del P.A.T., precisa la localizzazione e l’ambito degli interventi all’interno dell’ATO R2.4. La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. b2 - Centro scientifico-tecnologico di servizio alle imprese Il PAT prevede la realizzazione di un “centro scientifico-tecnologico di servizio alle imprese” all’interno dell’ATO R3.1, per l’organizzazione di strutture per la ricerca, l’istruzione e la formazione di personale e la fornitura di servizi avanzati alle imprese, al fine di favorire il raccordo tra sistema scientifico e sistema delle imprese, e quindi promuovere lo sviluppo tecnologico e l’innovazione nei processi di produzione, gestione e organizzazione delle attività aumentandone la competitività. 71 Il P.I., in coerenza con le indicazioni del P.A.T., precisa la localizzazione e l’ambito degli interventi all’interno dell’ATO R3.1 secondo i seguenti criteri: posizione strategica rispetto alle infrastrutture, in relazione alle condizioni di accessibilità e visibilità, diretta relazione, soprattutto in termini di accessibilità, con l’insediamento produttivo esistente. La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 72 Art. 16 – Perequazione urbanistica - disposizioni generali (P) Il P.I. individua gli ambiti di perequazione urbanistica precisando la tipologia di perequazione: • ambiti di perequazione urbanistica, • ambiti di perequazione urbanistica integrata, • ambiti di perequazione ambientale, o altra forma di perequazione. Il PI definisce le modalità attuative e indica le aree in cui concentrare il volume edilizio, quelle per l’organizzazione dei servizi e quelle per altre eventuali funzioni previste. Disposizioni generali 1. L’urbanizzazione e l’edificazione vengono attuate mediante strumenti urbanistici attuativi di iniziativa pubblica e/o privata e accordi ai sensi dell’art. 6 della L.R. 23/ 04/ 2004, n° 11 e successive modificazioni. Gli accordi potranno prevedere anche cessioni di aree, impegni a realizzare interventi di interesse pubblico o monetizzazione degli stessi. 2. I proprietari degli immobili interessati, partecipano “pro-quota” all’edificazione, agli oneri di urbanizzazione ed alla cessione delle aree, sulla base di apposita convenzione. 3. Qualora non vi sia intesa tra i proprietari, il Comune può procedere alla formazione di strumenti urbanistici attuativi di iniziativa pubblica. 4. Il Comune ha facoltà di anticipare la realizzazione dei servizi o delle opere pubbliche previste nell’ambito di perequazione, nei modi cha saranno definiti dal P.I. Modalità di attuazione A). Negli ambiti di Perequazione urbanistica il Comune utilizza le aree cedute per realizzare servizi pubblici, servizi di uso pubblico, attrezzature di interesse generale. L’uso specifico delle singole aree viene definito dal Piano degli Interventi. B). Negli ambiti di Perequazione urbanistica integrata, negli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo, residenziale e misto a dominante produttiva, il Comune si riserva di utilizzare le aree cedute per: attuare i servizi pubblici, di uso pubblico e/o di interesse generale, attuare l’edilizia residenziale pubblica e/o convenzionata 73 - - C). assegnarle, per la realizzazione di edilizia residenziale, ai soggetti interessati da provvedimenti di esproprio per la realizzazione di opere infrastrutturali o comunque di interesse pubblico all’interno del territorio comunale, a titolo di risarcimento e nelle modalità definite dal PI riservarle alla rilocalizzazione di attività produttive in zona impropria da trasferire Negli ambiti di Perequazione ambientale il Comune utilizza le aree cedute per la formazione di sistemi ecologici ambientali (aree boscate, fasce tampone, bacini di laminazione, ecc.), anche ad integrazione di analoghe sistemazioni in aree private. 74 Capo 3 - Sistema relazionale Art. 17 - Sistema Stradale Il P.A.T. prevede, con la realizzazione della nuova SR 308, la riorganizzazione complessiva dell’assetto gerarchico della rete stradale urbana, anche tramite l’integrazione con nuovi tratti di viabilità. E’ comunque lasciata aperta, rispetto allo scenario delineato, la possibilità di inserire il sistema viario esistente in una rete infrastrutturale più estesa, di scelte sovracomunali, da prevedere in accordo con altri comuni ed enti interessati. 17.1 Criticità (D) Il PAT individua i principali elementi di criticità del sistema stradale e predispone le condizioni per il relativo superamento. A tal fine il PAT: • prevede l’integrazione e la riorganizzazione complessiva dell’assetto della rete viaria nelle modalità di cui al seguente paragrafo 17.2 • relativamente alle principali, specifiche e puntuali situazioni di criticità rilevate (principali punti di conflitto, tratti viari urbani sovraccarichi, connessioni territoriali carenti, barriere infrastrutturali) predispone le direttive specifiche di cui al presente paragrafo 17.1. Principali punti di conflitto: intersezioni sovraccariche e generatori di traffico continuo/non continuo I principali punti di conflitto sono rappresentati dai punti della rete viaria soggetti, in maniera continua o discontinua, a sovraccarico di traffico, per cui vi sono riscontrabili situazioni di disagio e difficoltà per la circolazione, condizioni di pericolosità sulle strade e di inquinamento per gli insediamenti. I principali punti di conflitto sono identificati: in corrispondenza delle intersezioni sovraccariche, ovvero dei punti di convergenza degli assi di comunicazione viaria di livello territoriale in corrispondenza dei generatori di traffico continuo/non continuo, ovvero delle attrezzature (soprattutto servizi e attività 75 produttive/commerciali) che richiamano considerevoli flussi di utenti, in maniera costante nell’arco della giornata, oppure in maniera concentrata in alcuni momenti. Per eliminare/ridurre le situazioni di criticità individuate, vanno valutate le possibilità di: revisione del sistema di circolazione afferente ai punti di conflitto, adeguata localizzazione, organizzazione, e attrezzatura del sistema degli accessi, per i generatori di traffico continuo/non continuo, riqualificazione/riprogettazione delle parti di viabilità interessate, con particolare attenzione alla sistemazione della carreggiata e delle aree limitrofe, ai materiali impiegati, alla segnaletica, all’illuminazione, al fine di migliorare le condizioni di sicurezza per i pedoni e le diverse categorie di mezzi in transito. Tratti viari urbani sovraccarichi I tratti viari urbani sovraccarichi sono le principali parti di viabilità interna agli insediamenti (SR 307 con la circonvallazione e provinciali innestate su questo sistema) , interessati da una sovrapposizione di traffico locale, prevalentemente automobilistico e ciclopedonale, legato agli insediamenti stessi, e di traffico passante di livello territoriale, composto prevalentemente da automobili e mezzi pesanti. La funzione mista assolta dalla viabilità, oltre al sovraccarico portato, ingenera situazioni di disagio e difficoltà per la circolazione, condizioni di pericolosità sulle strade e di inquinamento per gli insediamenti Per eliminare/ridurre le situazioni di criticità individuate, vanno valutate le possibilità di: revisione complessiva del sistema di circolazione automobilistico e ciclopedonale all’interno degli insediamenti, riqualificazione/riprogettazione della viabilità, con particolare attenzione alla sistemazione delle carreggiate e delle aree limitrofe, ai materiali impiegati, alla segnaletica, all’illuminazione, al fine di migliorare le condizioni di sicurezza per i pedoni e le diverse categorie di mezzi in transito. 76 Relazioni territoriali non organizzate Le Relazioni territoriali non organizzate indicano le direzioni e i tracciati indicativi lungo i quali la mobilità di livello territoriale non trova adeguati e sufficienti canali di spostamento, andando ad interessare percorsi impropri. Il PAT prevede la riorganizzazione, integrazione e riqualificazione del sistema della viabilità extraurbana ed urbana secondo quanto previsto al successivo punto 17.2. La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. Barriere infrastrutturali Le barriere infrastrutturali sono le principali infrastrutture che costituiscono limitazione e ostacolo per le relazioni funzionali e di mobilità tra insediamenti e in generale parti di territorio. Il PI: ricuce e ricostituisce le relazioni interrotte dall’interposizione delle infrastrutture, anche attraverso l’individuazione, in punti strategici, di vie di passaggio e comunicazione calibrati, nel tipo e nelle dimensioni, rispetto alle necessità specifiche (connessioni ciclo-pedonali, per automezzi leggeri o pesanti, per mezzi agricoli, ecc.). promuove la riqualificazione delle aree adiacenti alle barriere all’interno degli insediamenti, affinché non assumano i connotati di “retro” urbano La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 17.2 Azioni strategiche del sistema stradale (D) Il P.A.T. prevede la riorganizzazione complessiva e gerarchizzazione della rete esistente, e in particolare: • Separazione e distribuzione su circuiti diversi dei flussi di traffico a scala urbana, comunale e sovracomunale, tenendo conto della opportunità e compatibilità di quei flussi rispetto alla funzione e al carattere dei luoghi attraversati. 77 • • Miglioramento dell’accessibilità ai centri urbani di Camposampiero e Rustega e in particolare ai principali generatori di traffico (servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante, aree produttive) Organizzazione delle necessarie connessioni tra gli insediamenti a est e ovest della ferrovia, tanto più urgente quanto più l’insediamento a ovest della ferrovia si consolida in termini di residenza e di servizi che interessano l’intero comune In coerenza con gli obiettivi enunciati, il PAT delinea le seguenti previsioni: a) Mobilità extraurbana di livello territoriale: - realizzazione di un “arco” di circonvallazione a sud del centro di Camposampiero, che connetta l’uscita della SR 308, con la SR 307, e quindi a ovest con la SP 22, verso nord con la SP 44, e di qui con Rustega e la SR 307 in direzione Lo reggia - realizzazione di un “arco” di circonvallazione per il centro di Rustega, che alleggerisca l’abitato dai flussi di traffico che dalla SP 44 convergono all’uscita della SR 308 a Loreggia - razionalizzazione, con eliminazione delle strettoie, del percorso che dall’uscita della SR 308 (a est della stessa) porta a Rustega - raccordo dell’insediamento produttivo di Rustega con la via Zingarelle, per drenare il traffico pesante all’esterno del centro urbano b) Mobilità urbana di livello locale: - A seguito della razionalizzazione dell’assetto viario di livello territoriale (precedente lettera a)), riordino e riqualificazione della rete interna agli insediamenti (in parte alleggerita dal traffico non compatibile), con valorizzazione della funzione di distribuzione urbana locale, anche mediante revisione del sistema della circolazione, interventi di moderazione del traffico, istituzione di “zone 30”, zone a traffico limitato, ecc. - in funzione delle espansioni urbane a ovest di Camposampiero, integrazione della rete di accesso e di distribuzione urbana, con adeguata connessione agli insediamenti consolidati e alla rete viaria extraurbana Il P.A.T. individua le componenti del nuovo sistema stradale (evidenziate nelle tav.B), le classifica e attribuisce specifici ruoli, in coerenza con i quali va sviluppato il Piano degli Interventi: 78 a) Viabilità di connessione territoriale in corso di realizzazione: SR 308 b) Principale viabilità di connessione e distribuzione extraurbana esistente/in corso di realizzazione: viabilità di livello extraurbano esistente, o non esistente ma con iter progettuale in stato avanzato. I tracciati indicati dal PAT, sono recepiti, e precisati (senza che ciò comporti variante al PAT), dal PI. c) Direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni extraurbane: tracciati indicativi preferenziali per la definizione di tratti di viabilità extraurbana che integrano e completano l’assetto della mobilità di livello territoriale. I tracciati indicati dal PAT, vanno precisati in sede di PI garantendo la funzione ad essi attribuita. d) Direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni urbane: tracciati indicativi preferenziali per la definizione di tratti di viabilità urbana a supporto dei nuovi ambiti di sviluppo insediativo. I tracciati indicati dal PAT, vanno precisati in sede di PI (senza che ciò comporti variante al PAT) garantendo la funzione ad essi attribuita. e) viabilità di distribuzione urbana da riqualificare: parti di rete viaria interna agli insediamenti, che a seguito della riorganizzazione del sistema viario di scala territoriale, possono recuperare una funzione di distribuzione urbana e locale, da valorizzare Le componenti individuate vanno raccordate e integrate attraverso gli opportuni sistemi di svincolo e distribuzione ai fini della funzionalità della rete complessiva. Il P.I., per quanto di competenza, sviluppa e precisa le scelte strategiche delineate dal P.A.T., indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano, le priorità, le interrelazioni, i soggetti coinvolti o da interessare e le modalità e condizioni per la fattibilità e l’attuazione delle previsioni, valutando anche la possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti. La simbologia, adottata negli elaborati grafici, per le “direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni extraurbane”, per le “Direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni urbane” e per la “Riqualificazione SR307” indica azioni strategiche riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base geografica informatizzata. 79 Disposizioni generali Per le componenti del sistema stradale sopra elencate, e in generale per l’intero sistema della viabilità, valgono le disposizioni a seguire, che costituiscono la base di riferimento per la formazione del P.I. e del Piano Urbano del Traffico, nonché per la realizzazione degli interventi, anche di breve termine, volti a razionalizzare la circolazione urbana. a) I singoli elementi del sistema viario andranno progettati/riqualificati con gli accorgimenti necessari al fine di rendere effettive e percettibili le funzioni attribuite, rispetto ai temi della circolazione, del disegno della strada, dell’arredo e dei materiali. b) Vanno garantite le condizioni di funzionalità, facilità di orientamento, sicurezza della circolazione, prevedendo l'attuazione coordinata dei provvedimenti riguardanti la segnaletica, la semaforizzazione, ove necessario, l'illuminazione, la sistemazione delle aree di servizio, ecc. c) Si dovranno posizionare le soste e i parcheggi sulla base di un apposito “piano dei parcheggi” attento ai problemi di accessibilità e di scambio intermodale. d) con particolare riferimento alla viabilità di distribuzione urbana, vanno valutate le necessità del traffico non automobilistico (pedonale, ciclabile, rurale) e, se necessario, organizzate le relative corsie di circolazione protette e) con particolare riferimento alla viabilità di distribuzione extraurbana di progetto, si deve tenere conto dei problemi di corretto inserimento delle infrastrutture nell'ambiente, edificato o meno, sulla base dei seguenti criteri: vanno considerati i problemi di inquinamento rispetto agli insediamenti esistenti e previsti, agendo sui criteri di gestione del traffico, organizzando la distribuzione e la tipologia degli edifici, adottando soluzioni particolari per ottenere diffrazione ed effetti assorbenti anche mediante schermature vegetali arboree ed arbustive disposte a sufficiente distanza. i manufatti devono essere modellati sull'andamento dei terreni riducendo per quanto possibile i rilevati, gli sbancamenti, i riporti e quant'altro possa degradare l'aspetto dei luoghi; al fine di controllare i rapporti con l'ambiente circostante, i progetti riguarderanno anche le aree limitrofe, per conferire loro una sistemazione adeguata e coerente anche mediante alberature, spazi di arredo, ecc. 80 si deve tener conto delle visuali di interesse storico, naturalistico o paesaggistico predisponendo soluzioni adeguate per valorizzare la percezione I tracciati vanno progettati in modo da evitare o ridurre al minimo la necessità di barriere antirumore o, qualora necessarie, in modo da consentire, ove possibile, la realizzazione di barriere formate da rilevati di terra coperti da vegetazione o di barriere vegetali. f) le intersezioni stradali e dei sistemi di accesso (soprattutto ai servizi e alle attività produttive/commerciali) andranno dislocate, progettate e attrezzate, in termini di segnaletica, illuminazione e sistemazione della sede stradale e aree limitrofe, al fine di ridurre l’intralcio ai flussi di traffico e di garantire le condizioni di sicurezza nel transito dei mezzi. g) Riqualificazione della SR 307: l’asse della strada, la cui funzione, nella struttura viaria complessiva, muta a seguito della realizzazione della nuova SR 308, va riorganizzato e riqualificato in rapporto alle parti di insediamento attraversato (area produttiva, area ospedaliera, centro storico, ecc.), rispetto alle relative caratteristiche dimensionali, ai materiali impiegati, agli spazi riservati per i diversi tipi di mobilità, all’arredo urbano e alla sistemazioni degli spazi contigui. Vanno valutate le possibilià e modalità di ricomposizione, anche con altre specie arboree, dei filari di platani che originariamente accompagnavano l’asse stradale e ne caratterizzavano visivamente la presenza nel paesaggio. - Razionalizzazione e potenziamento del trasporto pubblico Adottare una politica del trasporto pubblico che, pur considerando le esigenze del trasporto privato, attribuisca priorità ai mezzi pubblici: a) riqualificando la rete e migliorando i servizi ( corsie riservate, interscambi tra percorsi e tra modalità di trasporto, ecc.) b) adottare mezzi di trasporto adeguati per dimensione, manovrabilità, emissioni, alle caratteristiche dei luoghi attraversati ed in particolare, del centro storico. c) rispondere alle esigenze del pendolarismo attraverso offerte di trasporto pubblico effettivamente competitive. d) favorire gli scambi intermodali mezzo privato-mezzo pubblico e tra mezzi pubblici su gomma e su rotaia 81 Riqualificazione e sviluppo della rete pedonale e ciclabile La rete pedonale e ciclabile dovrà integrare la rete autoveicolare offrendo condizioni ottimali di mobilità alle persone (sicurezza, autonomia, eliminazione delle barriere architettoniche). 82 Art. 18 - Sistema ferroviario 18.1 Sistema ferroviario - Invarianti (D) Ferrovia e stazione Il P.A.T., non interviene nel sistema ferroviario che attualmente interessa Camposampiero con due linee che raggiungono la stazione ferroviaria, posta in adiacenza al centro storico. Prendendo atto che le attuali condizioni della rete ferroviaria richiedono interventi di generale riqualificazione, il P.A.T. attribuisce al sistema ferroviario una forte valenza strutturale e strategica per l’intero territorio camposampierese (in quanto può offrire valide alternative ai trasporti su gomma) e classifica come invariante il tracciato della ferrovia e la stazione baricentrica all’insediamento di Camposampiero. Un elemento di innovazione particolarmente rilevante in questo quadro è costituito dal Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale per la linea PadovaCastelfranco, che in previsione farà scalo alla stazione di Camposampiero. Il PAT promuove lo sviluppo dei trasporti pubblici su rotaia, anche attraverso la riqualificazione della stazione e spazi limitrofi e il potenziamento dell’integrazione funzionale con gli altri sistemi di mobilità, sviluppando la dimensione di snodo intermodale dell’area, secondo le disposizioni di cui all’art. 14, punto 14.3. 83 TITOLO IV - DISCIPLINA DEGLI AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (A.T.O.) Art. 19 - Generalità Gli Ambiti Territoriali Omogenei – ATO sono parti di territorio individuate in base a specifici caratteri geografici, fisico – ambientali e insediativi. La disciplina degli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) integra le disposizioni generali per l’assetto del territorio, di cui al Titolo III. Tale disciplina è organizzata, negli articoli che seguono, in forma di schede, che si riferiscono alla disciplina dei singoli ATO e insiemi di ATO, essa pertanto è articolata in: a) disposizioni generali, formulate per ciascun insieme di ATO; b) disposizioni specifiche, formulate per ciascun ATO, con un dimensionamento teorico dell’edilizia residenziale, calcolato sulla base dei seguenti criteri: 19.1 Dimensionamento Il PAT è dimensionato, per il decennio 2005 – 2015, considerando le esigenze, in termini di nuova edificabilità, rispetto a: a. residenza b. commercio / direzionale c. produttivo Le nuove potenzialità edificatorie (carico insediativo aggiuntivo) e gli standard urbanistici da soddisfare vengono indicate per ogni singolo ATO. Il P.A.T. viene dimensionato: • considerando le esigenze abitative ipotizzate per il decennio 2005 – 2015, facendo riferimento ai dati demografici forniti dal comune. • tenendo conto della capacità insediativa residua del P.R.G. vigente Il fabbisogno complessivo, che si traduce in un carico insediativo aggiuntivo, è valutato secondo la seguente ipotesi: a. per la residenza una volumetria di mc 538.910 b. per le attività commerciali / direzionali una superficie lorda di pavimento di mq 114500 c. per le attività produttive una superficie di zona di mq 130000 84 Tale carico insediativo aggiuntivo è comprensivo dell’edificabilità residua prevista dal PRG vigente, escludendo quella legata a strumenti urbanistici attuativi o progetti in fase di realizzazione, ovvero approvati o in fase di approvazione. Sono inoltre escluse dal carico insediativo aggiuntivo, per le attività produttive, le zone già destinate a tale funzione all’interno delle aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali/produttive, e l’individuazione di zone per la gestione di strutture produttive esistenti in zona impropria. Per la residenza, in particolare: - il P.I. potrà aumentare o diminuire il volume specifico assegnato ai singoli ATO di una quantità non maggiore del 10%, nel rispetto del dimensionamento massimo complessivo indicato dal PAT. - In aggiunta al fabbisogno abitativo calcolato, sono comunque consentiti (ad eccezione del centro storico e del territorio aperto, per le parti classificate Ambiti agricoli a buona integrità, Aree rilevanti per la rete ecologica territoriale e Aree con presenza di sistemazioni agricole di interesse storico-“cavini”, di cui all’art.8) gli ampliamenti funzionali agli alloggi esistenti (fino ad un massimo di 50mc per unità edilizia), senza incrementi del numero di unità immobiliari, che vengono definiti dal PI per migliorare la qualità abitativa e funzionale degli immobili Per le attività produttive, commerciali e direzionali esistenti, in aggiunta al carico insediativo aggiuntivo calcolato, il PI può individuare specifiche zone (nel caso di attività produttive/commerciali in zona impropria di cui all’art.14, punto 14.6) e definire le possibilità di eventuali, limitati, adeguamenti tecnologici o di ampliamento, di integrazione delle opere di urbanizzazione e dei servizi interni previsti per legge, se carenti, di realizzazione di opere di mitigazione degli impatti visivi, sonori e olfattivi sul contesto circostante, per migliorare la qualità degli immobili. 19.2 Utilizzo della zona agricola Il P.A.T. determina il limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazione diversa quella agricola. Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) comunale rilevata al 2005: 13,01kmq Superficie Territoriale Comunale (S.T.C.): 21,07kmq Rapporto S.A.U. / S.T.C.= 61,7% > 61,3% Zona agricola massima trasformabile = S.T.C. x 1,3% = 273.910 mq In sede di PI tale quantità potrà subire un incremento massimo del 10%. 85 Non si considera trasformazione di zona agricola l’individuazione di zone per la disciplina dell’esistente negli ambiti di Edificazione diffusa, di cui all’art.14, punto 14.4. Eventuali modifiche alle modalità di determinazione della SAU e della zona agricola massima trasformabile in attuazione di nuove eventuali disposizioni regionali, non costituisce variante al PAT. 86 Art. 20 – Insieme A - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale e paesaggistico L’insieme A – “A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale e paesaggistico” è considerata dal P.A.T. come una parte di territorio di interesse strategico principalmente per le funzioni agricolo-produttive e per gli aspetti naturalistico – ambientali del territorio. L’insieme A è articolato nei seguenti sottoinsiemi: ● A1 – agricolo-ambientale ● A2 - agricolo-residenziale integrato ognuno articolato in Ambiti Territoriali Omogenei ( ATO ), di cui alla tav. 4.a, caratterizzati da singole specificità. Gli spazi aperti appartenenti all’insieme A possono essere interessati da interventi di salvaguardia, recupero e valorizzazione in ragione dei caratteri propri delle singole località, salvo interventi diversi specificati negli strumenti urbanistici territoriali di area vasta, e/o nella disciplina degli Ambiti Territoriali Omogenei - A.T.O. Devono essere rispettate le seguenti disposizioni generali, nonché le disposizioni date per i singoli Ambiti Territoriali Omogenei di appartenenza: a) Ambiente • • mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole produttive, soprattutto se condotte secondo i principi della sostenibilità ambientale, comprese le attività di preparazione e commercializzazione dei prodotti e le attività agrituristiche e di servizio che incentivano la fruizione turistica del territorio e lo sviluppo socio – economico; vanno salvaguardate le aree agricole integre e deve essere garantito il mantenimento, il ripristino, la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio ( reticolo dei corsi d’acqua e delle strade poderali, manufatti e insediamenti rurali, tipologia e allineamento delle alberature e delle piantate, sistemazioni agricole tradizionali, 87 • • • • • b) ecc.), come componenti di un sistema integrato e continuo; Mantenimento delle alberature d'alto fusto, da integrare con nuovi raggruppamenti arborei, composti da specie tradizionali e disposti in rapporto agli insediamenti, alla tessitura dei fondi ed alle visuali deve essere garantito il recupero dei luoghi degradati o in contrasto con il carattere paesaggistico, geologico, idraulico dell’ambiente; la trasformazione del suolo deve garantire la riqualificazione e tutela degli ecosistemi naturali, con l’obiettivo di mantenere e valorizzare le risorse locali. progettazione di "sistemi" di fruizione turistica dei luoghi: attrezzature e sistemazioni per la ricezione e visita in connessione con i "sistemi ambientali" territoriali Promozione dello sviluppo di attività economiche che si svolgano in modo compatibile e coerente con l’ambiente e la conservazione della natura (agricoltura biologica, agriturismo, attività connesse con la fruizione turisticoricreativa del territorio aperto, ecc.), nel rispetto del dimensionamento del PAT. Insediamenti • • • tutela e valorizzazione degli edifici con valore storicoambientale, che favorisca tuttavia efficacemente la possibilità di recuperarli e mantenerli in vita, per quanto possibile in funzione delle attività agricole locali o per altre utilizzazioni compatibili. Valgono le disposizioni di cui al precedente art.12 riqualificazione e disciplina degli edifici produttivi/commerciali esistenti anche in zona impropria, secondo le modalità definite all’art.14, punto 14.6 Contenimento dell’edificazione diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti , in particolare: Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11 riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti, secondo le modalità e i criteri di cui all’art.14, punto 14.4 88 c) Accessibilità • Riqualificazione e riorganizzazione degli assi viari, lungo i quali si sono sviluppati insediamenti lineari in ambito improprio, con adeguamento della sezione della carreggiata, individuazione di spazi per il parcheggio e inserimento di corsie protette per pedoni e ciclisti, ai fini eliminare le pericolosità e adattare la strada al duplice ruolo di via di passaggio e di accesso diretto agli insediamenti. Disposizioni per il Piano degli Interventi ( P.I.) Il P.I. sviluppa e precisa le scelte strategiche delineate dal P.A.T., indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano, le priorità, le interrelazioni, i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilità e l’attuazione delle previsioni. Devono essere comunque rispettate le disposizioni date per i singoli ATO di cui ai successivi articoli. 89 Art. 21 - ATO A1.1 Insieme A– TERRITORIO APERTO 1. Sottoinsieme ATO A1.1 A1AGRICOLO-AMBIENTALE MUSON VECCHIOVANDURA-ORCONE Identificazione Superficie territoriale: 4,80 kmq L’ATO A1.1 comprende l’ampia porzione di territorio aperto localizzata a est dell’area urbana del capoluogo, tra l’Orcone a sud,il Muson vecchio a nord e il quartiere S.Marco a est, è inoltre attraversato dalla linea ferroviaria Padova-Bassano. L’area, prevalentemente agricola, è caratterizzata dalla presenza di edificazione sparsa prevalentemente residenziale, connessa e non all’attività agricola, e produttiva. Tale edificazione si addensa prevalentemente a ridosso delle vie di comunicazione che si innestano nel quartiere S.Marco. Accessibilità L’ATO A1.1, separato dal capoluogo dalla barriera costituita dalla linea ferroviaria Padova Calalzo, è attraversato da due vie di comunicazione principali: - la SP 39 conduce a est a S. Giustina in colle, a ovest, tramite il cavalcaferrovia tangente il quartiere S.Marco e l’area ospedaliera, alla SR 307 e al capoluogo; - la SP 22 conduce a est alla frazione di Fratte, a ovest, tramite sottopasso, direttamente al centro storico di Camposampiero Nel quadrante compreso tra il Muson Vecchio e la linea ferroviaria Padova-Bassano, altre due strade minori, convergenti a nord di S.Marco, connettono con la SP 78, tangente l’estremità nord-ovest del comune. A sud l’ATO A1.1 è infine raggiunto dalla sede in rilevato della ex-linea ferroviaria Ostiglia. 90 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • • tutela e sviluppo dell’assetto agrario e delle relative sistemazioni funzionali alla produzione agricola, all’interno degli ambiti agricoli a buona integrità di cui all’art.8, punto 8.4 Cura della rete idrografica, finalizzata al superamento/riduzione delle situazioni di vulnerabilità al rischio idraulico, con: - Sistemazione dei corsi d’acqua principali (rio Orcone, fosso Vandura, Muson Vecchio e rio Storte) e relative sponde, nonché dei manufatti che regolano l’equilibrio idrico generale, sino, nei punti critici, alla ridefinizione delle sezioni fluviali/arginali, e a rettifiche del percorso - individuazione di provvedimenti speciali atti a prevenire oppure a contenere gli effetti di eventuali fenomeni di esondazione in punti critici (vasche di laminazione, ecc.) Tutela delle sistemazioni agricole di interesse storico-ambientale – “cavini” 2.2 – Insediamenti • riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali si addensa l’edificazione diffusa (in particolare le strade provinciali 22 e 39 e lungo la via Fabris-via Pila) 2.3 - Accessibilità • riqualificazione dell’asse della provinciale tra il quartiere S.Marco e S. Giustina in Colle, attraverso interventi che ne valorizzino la funzione di elemento connettivo urbano tra insediamenti vicini (miglioramento della qualità degli spazi di percorrenza ciclopedonali, del sistema di illuminazione, dell’arredo urbano, ecc) • predisposizione di un sistema di circonvallazione esterno al quartiere S.Marco, connesso con la SR 307 e la SP 22; il tracciato va definito in sede di PI, in un ambito che può interessare gli ATO A1.1 e R2.3 • Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità, con definizione di appropriati provvedimenti: per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali adeguatamente strutturati 91 - per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende agricole operanti, garantendo, per quanto possibile, l’integrità dei corpi aziendali, o quantomeno i collegamenti minimi funzionali alla conduzione dell’attività agricola, tra corpi aziendali separati dalle infrastrutture 3. Funzioni attribuite • • • utilizzazioni esistenti funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento all’attività agricola attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero, ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione del territorio aperto 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 15000 Abitante teorico Residenti Ab. teorici aggiunti Totale ab. teorici 1123 100 1223 92 10 Secondari 23 mc. 150 Standard urbanistici richiesti aree per servizi mq 3300 aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 40359 Art. 22 - ATO A1.2 Insieme A– TERRITORIO APERTO 1. Sottoinsieme ATO A1.2 A1AGRICOLO-AMBIENTALE CENTRO DI BIOTRATTAMENTO Identificazione Superficie territoriale: 0,88kmq L’ATO A1.2 comprende la porzione sud-est del territorio comunale, tra la SR 308 e il confine comunale, delimitata a nord dall’ATO A2.1. All’interno dell’ATO è localizzato un centro con impianti per il trattamento rifiuti. L’area, prevalentemente agricola, è caratterizzata da limitata presenza di edificazione sparsa prevalentemente residenziale, connessa e non all’attività agricola. Accessibilità L’ATO A1.2 è in diretta connessione con la zona produttiva a est del Muson dei Sassi, e di qui con la SR 307, attraverso la via Visentin, strada della centuriazione che nella direzione opposta conduce alla frazione di Zeminiana (comune di Massanzago). Il collegamento tra gli impianti per il trattamento rifiuti e la SP 31 è garantito da una bretella viaria, che in previsione andrà ad agganciarsi anche con l’uscita della SR 308 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • limitazione delle penalizzazioni apportate alle aziende agricole operanti a seguito dalla realizzazione della nuova SR 308 Mitigazione, tramite schermi vegetali o altri dispositivi, degli impatti visivi, acustici e delle emissioni in atmosfera, legati alla presenza degli impianti per il trattamento rifiuti. 93 2.2 – Insediamenti • riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali si addensa l’edificazione diffusa (in particolare via Visentin) 2.3 - Accessibilità • • riprogettazione del territorio coinvolto nella nuova viabilità secondo quanto previsto all’art.10, punto 10.1 Adeguamento e integrazione della rete viaria esistente, al fine di garantire idonee connessioni della SP 31 con le uscite della SR 308 3. Funzioni attribuite • • • utilizzazioni esistenti, funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento all’attività agricola attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero, ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente aperto. 94 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 4000 Abitante teorico Ab. teorici aggiunti 27 Totale 121 ab. teorici 95 10 23 mc. 150 94 Residenti Secondari Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 880 mq 3982 Art. 23 - ATO A1.3 Insieme A– TERRITORIO APERTO 1. Sottoinsieme A1AGRICOLO-AMBIENTALE ATO A1.3 MUSON VECCHIO – RUSTEGA - MARZENEGO Identificazione Superficie territoriale: 6,49kmq L’ATO A1.3 comprende la porzione di territorio comunale a est della nuova SR 308, che si estende dal fiume Muson Vecchio al Marzenego. L’area, prevalentemente agricola, circonda il nucleo urbano di Rustega ed è caratterizzata dalla presenza di edificazione sparsa prevalentemente residenziale, connessa e non all’attività agricola, e produttiva, sviluppata a ridosso degli assi di comunicazione. A sud di Rustega confluiscono i corsi del Muson Vecchio, del Rio Rustega e del Fosso Marzenego, in un’area di particolare valenza ambientale e naturalistica, in cui peraltro è localizzata una ex-cava. Accessibilità L’area è attraversata dalla SP 44, che da un lato va ad intercettare la SR 307, all’interno dell’area urbana del capoluogo, dall’altro penetra nel centro di Rustega, per proseguire poi in direzione sud-est verso la SP 31 e Massanzago. Il collegamento con la SR 308 è in prospettiva possibile, a partire dalla SP 44, attraverso l’uscita di Lo reggia e attraverso l’uscita di Camposampiero, utilizzando un sistema viario non sempre adeguato per caratteri dimensionali e tortuosità del percorso 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • limitazione, per quanto possibile, delle penalizzazioni apportate alle aziende agricole operanti a seguito dalla realizzazione della nuova SR 308 tutela e sviluppo delle attività agricolo-produttive in particolare del territorio a nord di Rustega, promozione di attività connesse alla fruizione turistica dei luoghi, ricezione e visita, in particolare lungo il Muson 96 • Riqualificazione e valorizzazione dei percorsi lungo gli argini del Muson Vecchio come connessioni ciclopedonali, alternative alla rete automobilistica, tra Rustega e Camposampiero, e tra gli insediamenti e il territorio aperto Mitigazione, tramite schermi vegetali o altri dispositivi, degli impatti visivi sul paesaggio legati alla presenza dell’ insediamento commerciale a sud di Rustega • 2.2 – Insediamenti riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali si addensa l’edificazione diffusa (in particolare la sp44, la via Zingarelle-via Fossalta-via Soligo, la via Pitoche-via Quirini e la via Molino Nuovo) • 2.3 - Accessibilità • Adeguamento, riqualificazione e integrazione della rete viaria esistente, al fine di garantire idonee connessioni di Rustega con le uscite della SR 308 • Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità (anche secondo quanto previsto all’art.10, punto 10.1), con definizione di appropriati provvedimenti: per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali adeguatamente strutturati per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende agricole operanti, garantendo, per quanto possibile, l’integrità dei corpi aziendali, o quantomeno i collegamenti minimi funzionali alla conduzione dell’attività agricola, tra corpi aziendali separati dalle infrastrutture • Riqualificazione, riordino e integrazione della via Molino Nuovo rispetto all’utilizzo della stessa come connessione tra la SP 44 a nord, e la SP 31 e l’uscita della SR 308 a sud. 3. Funzioni attribuite • • utilizzazioni esistenti, funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento all’attività agricola 97 • 4. attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero, ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente aperto. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 15000 Abitante teorico Residenti ab. teorici 10 23 mc. 150 1315 Standard urbanistici richiesti 100 aree per servizi 1415 aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) ab. teorici aggiunti Totale Secondari 98 mq 3300 mq 46695 Art. 24 - ATO A2.1 Insieme A– TERRITORIO APERTO 1. Sottoinsieme A2AGRICOLO-RESIDENZIALE INTEGRATO ATO A2.1 STRAELLE Identificazione Superficie territoriale: 0,70kmq L’ATO A2.1 comprende la fascia di territorio a ridosso della SP 31, delimitata ad ovest dalla SR 308. L’area, prevalentemente agricola, è caratterizzata da consistente presenza di edificazione sparsa, prevalentemente residenziale connessa e non all’attività agricola, e produttiva, sviluppatasi spontaneamente e in modo disorganico a ridosso della provinciale. E’ presente, in particolare, una grossa struttura commerciale. Accessibilità L’area fa perno sulla SP 31, che collega Camposampiero e Massanzago, e si connette: - con Rustega, tramite la via Zingarelle e tramite la via Molino Nuovo - in prospettiva, con l’uscita della SR 308 tramite una nuova bretella 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • limitazione, per quanto possibile, delle penalizzazioni apportate alle aziende agricole operanti a seguito dalla realizzazione della nuova SR 308 Mitigazione, tramite schermi vegetali o altri dispositivi, degli impatti visivi sul paesaggio legati alla presenza dell’ insediamento commerciale a sud di Rustega 2.2 – Insediamenti • riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali si addensa l’edificazione diffusa (in particolare la strada provinciale 31) 99 2.3 - Accessibilità • • • • Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità, con definizione di appropriati provvedimenti: per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali adeguatamente strutturati per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende agricole operanti Adeguamento e integrazione della rete viaria esistente, al fine di garantire idonee connessioni della SP 31 con le uscite della SR 308 Predisposizione di adeguato sistema di accessibilità dalla SP 31 all’insediamento commerciale a sud di Rustega, ai fini di ridurre le condizioni di pericolosità Riqualificazione, riordino e integrazione della via Molino Nuovo rispetto all’utilizzo della stessa come connessione tra la SP 44 a nord, e la SP 31 e l’uscita della SR 308 a sud. 3. Funzioni attribuite • • • • utilizzazioni esistenti attività commerciali esistenti e consolidate funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento all’attività agricola attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero, ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente aperto. 100 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 10000 Abitante teorico 304 Residenti 67 ab. teorici aggiunti Secondari 10 mc. 150 Standard urbanistici richiesti aree per servizi Totale 371 ab. Teorici 23 aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 2200 mq 12232 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo S.l.p. Standard Commerciale/direzionale mq 2000 101 aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 2000 Art. 25 – Insieme R - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo L’insieme R – “A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo” è considerata dal P.A.T. come una parte di territorio di interesse strategico principalmente per le funzioni residenziale, produttiva e di servizio, oltre che per gli aspetti storico-culturali legati agli insediamenti. L’insieme R è articolato nei seguenti sottoinsiemi: • • • R1 – residenziale di interesse culturale R2 - residenziale integrato R3 – misto a dominante produttiva ognuno articolato in Ambiti Territoriali Omogenei ( ATO ), di cui alla tav. 4.a, caratterizzata da singole specificità. Devono essere rispettate le seguenti disposizioni generali, nonché le disposizioni date per i singoli Ambiti Territoriali Omogenei di appartenenza: a) Ambiente • • • • all’esterno delle aree di urbanizzazione consolidata, possibilità di mantenimento delle funzioni agricole compatibili con la residenza, comprese le attività di preparazione e commercializzazione dei prodotti e le attività agrituristiche e di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa ed allo sviluppo socio – economico. integrazione del sistema della viabilità pedonale/ciclabile con quello dei percorsi turistici esterni alle aree urbane valorizzazione e potenziamento della rete continua di aree verdi interna all’insediamento e connessa con quella del territorio aperto, utile alla conservazione della biodiversità e a soddisfare le esigenze, anche ecologiche, di rigenerazione complessiva dell’ambiente. Tale rete comprende: - i corsi d’acqua - il verde pubblico - il verde sportivo e ricreativo - il verde privato individuale o condominiale Trasferimento degli allevamenti zootecnici intensivi in condizioni di non compatibilità con gli insediamenti residenziali, con riferimento alle disposizioni di cui alla L.R.11/2004 – Atto di indirizzo “lettera d – 102 edificabilità zone agricole” e nelle modalità previste dall’art.6 delle presenti norme. b) Insediamenti • • • • • Salvaguardia, recupero e valorizzazione, con riferimento anche alle disposizioni di cui all’art.12: del centro storico e delle attività in esso esercitate, degli spazi aperti, della morfologia urbana e degli immobili di interesse culturale, anche mediante interventi di eliminazione o mitigazione dei contrasti con i valori culturali esistenti; del complesso monumentale dei Santuari Antoniani delle ville venete e in generale degli edifici di interesse storico-culturale, con annessi scoperti e formazioni vegetali di interesse storico- culturale; dei manufatti, dei segni e delle tracce che caratterizzano il territorio recupero, consolidamento e riqualificazione in senso urbano delle parti centrali di Camposampiero e Rustega, le cui strutture vanno potenziate ed integrate con i servizi, per migliorare la qualità abitativa degli insediamenti. riqualificazione e riordino delle frange urbane marginali sviluppatesi a est e a ovest del capoluogo non adeguatamente strutturate, inserimento degli adeguati servizi e luoghi centrali e potenziamento delle connessioni/relazioni con il nucleo urbano principale, contenuto tra Muson dei Sassi e ferrovia Rafforzamento e incremento dei servizi di interesse sovracomunale, volti ad aumentare la dotazione di attrezzature per attività culturali, amministrative, direzionali, sanitarie, ecc, nonché di spazi da destinare ai parchi ed al tempo libero migliorando, anche in termini qualitativi, l’attuale offerta di servizi nel territorio. Adeguamento della dotazione di standard dimensionando le previsioni alle effettive necessità, utilizzando anche le risorse ambientali presenti e disponibili, nel rispetto del DM 1444/68 e dell’art. 31 della LR 11/2004. La dotazione di standard dovrà essere utilizzata per migliorare la struttura del sistema insediativo: - favorendo la costituizione di punti di riferimento urbani nei tessuti che ne sono privi - puntando a creare un sistema organico e continuo di spazi pubblici e di uso pubblico Sarà così possibile associare alla quantità di standard un livello soddisfacente di qualità del servizio attraverso progetti organici 103 • • • • • • di riqualificazione urbana. Integrazione del sistema dei servizi nel tessuto urbano, soprattutto attraverso l’organizzazione di un adeguato e specifico sistema di accessibilità/sosta per i servizi di interesse comunale/sovracomunale. Riserva di aree per future attrezzature ed insediamenti qualificati. Offerta adeguata di aree artigianali e industriali, da utilizzare soprattutto per favorire il trasferimento di attività improprie localizzate all’interno dei centri urbani. Trasformazione urbanistico – edilizia degli immobili interessati da attività produttive dismesse e/o trasferite, riqualificazione e disciplina degli edifici produttivi/commerciali esistenti anche in zona impropria, secondo le modalità definite all’art.14, punto 14.6 Contenimento dell’edificazione diffusa, riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti, anche nel quadro delle nuove espansioni urbane programmate, secondo le modalità descritte all’art.14, punto 14.4 c) Accessibilità • Gerarchizzazione della rete viaria esistente rispetto alle esigenze della mobilità e al carattere dei luoghi attraversati, attraverso l’integrazione del sistema della mobilità, il riassetto del sistema della circolazione e gli interventi di riqualificazione delle strade Disposizioni per il Piano degli Interventi ( P.I.) Il P.I. sviluppa e precisa le scelte strategiche delineate dal P.A.T., indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano, le priorità, le interrelazioni, i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la fattibilità e l’attuazione delle previsioni. Devono essere comunque rispettate le disposizioni date per i singoli ATO di cui ai successivi articoli. 104 Art. 26 - ATO R1.1 Insieme Sottoinsieme R - INSEDIATIVO R1 – RESIDENZIALE DI INTERESSE CULTURALE 1. ATO R1.1 CENTRO STORICO DI CAMPOSAMPIERO Identificazione Superficie territoriale: 0,62kmq L’ATO R1.1 copre il nucleo storico di Camposampiero, che comprende il centro storico (la parte inclusa nel nodo d’acque e le aree adiacenti alla SR307) e i Santuari Antoniani. Accessibilità Il centro storico si sviluppa longitudinalmente a cavallo della SR 307, da questa, le connessioni est-ovest sono garantite dalla SP 31 e 44, verso est, e dalle SP 39 e 22, che superano la linea ferroviaria, verso ovest, tramite rispettivamente un cavalcaferrovia e un sottopasso. In prossimità del centro storico è inoltre localizzata la stazione ferroviaria per le linee Padova-Bassano e Padova-Calalzo 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • Recupero e ricomposizione ambientale, con la valorizzazione, in particolare, del sistema delle acque 2.2 – Insediamenti • • Formazione di un “polo” unico di interesse ambientale, paesaggistico, culturale, artistico e ricreativo, comprendente centro storico e contigui Santuari Antoniani Riqualificazione/valorizzazione del centro storico come luogo dell’abitare, dello studio e del tempo libero, in grado di costituireil centro di riferimento del tessuto urbano del capoluogo, attraverso interventi che interessano l’organizzazione urbana, la struttura funzionale, le relazioni con il territorio, la viabilità, in coerenza con gli indirizzi specifici di cui all’art.12, punti 12.1.1 e 12.1.2 105 • • • • • rivitalizzazione del tessuto commerciale compatibile e insediamento di nuove attività compatibili, funzionali alla valorizzazione commerciale e turistica, conversione o rilocalizzazione di quelle incompatibili ripristino degli utilizzi pubblici su spazi aperti e percorsi storici sottratti nel tempo all'uso collettivo, e integrazione del sistema dei percorsi storici riqualificazione della Scena Urbana eliminazione/mitigazione dell'impatto delle fonti di degrado e di inquinamento visivo. recupero, riqualificazione e riordino morfologico dell'edificato esistente, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1 2.3 - Accessibilità • riorganizzazione della viabilità e della sosta, all’interno di un nuovo quadro complessivo esteso all’intero comune, per l’individuazione di possibili ed efficaci soluzioni per: - ridurre significativamente il carico di traffico che interessa il centro storico, soprattutto per quanto riguarda la SR307 e il tratto di strada che separa il centro storico dall’ambito dei Santuari Antoniani - privilegiare le condizioni di sicurezza/continuità della mobilità pedonale/ciclabile 3. Funzioni attribuite • • • utilizzazioni esistenti Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare favorendo l’integrazione di attività economiche e di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo socio – economico e turistico Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va valutata in sede di PI 106 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 30000 Abitante teorico 1710 Residenti ab. teorici aggiunti 200 Totale 1910 ab. teorici 10 23 mc. 150 Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 6600 mq 63030 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo S.l.p. Commerciale/direzionale Secondari Standard 2000 mq 107 aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 2000 Art. 27 - ATO R2.1 Insieme R - INSEDIATIVO 1. Sottoinsieme R2 – RESIDENZIALE INTEGRATO ATO R2.1 CAMPOSAMPIERO Identificazione Superficie territoriale: 0,83kmq L’ATO R2.1 comprende l’area urbana di Camposampiero, che avvolge il centro storico ed è delimitato a ovest dalla linea ferroviaria, a est dal Muson dei Sassi e a sud dalla zona produttiva e dall’area che ospita le strutture ospedaliere. All’interno dell’area sono localizzate la casa di riposo e le scuole superiori. Accessibilità L’area urbana di Camposampiero si sviluppa longitudinalmente a cavallo della SR 307, da questa, le connessioni est-ovest sono garantite dalla SP 31 e 44, verso est, e dalle SP 39 e 22., che superano la linea ferroviaria, verso ovest, tramite rispettivamente un cavalcaferrovia e un sottopasso. L’attuale cavalcaferrovia è tuttavia destinato a demolizione e sostituzione con una nuova infrastruttura, collegata alla SR 307 circa all’altezza della fonderia Anselmi. In posizione centrale è inoltre localizzata la stazione ferroviaria per le linee Padova-Bassano e Padova-Calalzo 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • Recupero e ricomposizione ambientale, con la valorizzazione, in particolare, del sistema delle acque ai fini del mantenimento/ripristino degli equilibri idrogeologici: - individuazione di interventi mirati per la soluzione delle situazioni puntuali critiche dal punto di vista dell’equilibrio idrogeologico (come la canaletta Tentori) - nei nuovi interventi edificatori, applicazione delle disposizioni di cui all’art.7 delle presenti norme e delle prescrizioni di cui alla Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT 108 2.2 – Insediamenti • • • recupero, riqualificazione e riordino morfologico dell'edificato esistente, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1 Riqualificazione e valorizzazione del contesto urbanistico della stazione ferroviaria, che con l’attuazione del SFMR acquisterà una nuova “centralità”, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.3. Trasferimento e riorganizzazione delle attuali funzioni scolastiche (elementari e medie) di via Filippetto, all’interno dell’ATO R2.4, e riqualificazione e recupero urbanistico delle aree, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.3. 2.3 - Accessibilità • • riorganizzazione della viabilità e della sosta, all’interno di un nuovo quadro complessivo esteso all’intero comune per l’individuazione di possibili, efficaci soluzioni per: - ridurre significativamente il carico di traffico che interessa, in corrispondenza del passaggio della SR 307, l’area urbana del capoluogo e crea di fatto una spaccatura all’interno del tessuto urbano, - privilegiare viceversa le condizioni di sicurezza/continuità della mobilità pedonale/ciclabile organizzazione delle necessarie connessioni automobilistiche e ciclopedonali con l’insediamento del quartiere S.Marco oltre la linea ferroviaria (ATO R2.3), e con quello di via Straelle oltre il Muson dei Sassi (ATO R2.4) 3. Funzioni attribuite • • • utilizzazioni esistenti Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare, favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo socio – economico. Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e con priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio – economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere, ecc. Queste funzioni vanno definite ed organizzate considerando prioritariamente le “direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di connessione ciclopedonale” 109 • Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va valutata in sede di PI Funzioni tecniche e di servizio connesse con la mobilità e intermodalità • 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 90000 Abitante teorico 2965 Residenti ab. teorici aggiunti 600 Totale 3565 ab. teorici S.l.p. mq 10 23 mc. 150 Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 19800 mq 117645 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo Commerciale/direzionale Secondari Standard 21000 110 aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 21000 Art. 28 - ATO R2.2 Insieme R - INSEDIATIVO 1. Sottoinsieme R2 – RESIDENZIALE INTEGRATO ATO R2.2 AREA OSPEDALIERA Identificazione Superficie territoriale: 0,30kmq L’ATO R2.2 comprende la fascia di territorio compresa tra il canale Vandura e la linea ferroviaria, dall’area ospedaliera sino al confine comunale a sud. Accessibilità L’ATO R2.2 si sviluppa lungo la SR 307, ed è attraversata dalla “circonvallazione” di Camposampiero (SP 39), che supera le linee ferroviarie con un cavalcaferrovia. L’attuale cavalcaferrovia è tuttavia destinato a demolizione, e il raccordo con la SP 39 sarà garantito da una nuova infrastruttura, agganciata alla SR 307 circa all’altezza della fonderia Anselmi. 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • Organizzazione, all’interno della fascia di territorio aperto compresa tra la nuova viabilità e gli insediamenti, di adeguati dispositivi per la mitigazione dell’impatto acustico, visivo e da polveri legato alle nuove infrastrutture Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto disposto nella Scheda di mitigazione n.2 della Valutazione stessa: - - qualunque sia il tipo di intervento urbanistico, indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti norme Le aste di scolo principali non possono essere tombinate; gli interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per permettere future manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga alla presente 111 - - - - - prescrizione deve essere concordata fra privati, Comune di Camposampiero e Consorzio di Bonifica. in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare conformazioni concave dei nuovi assi stradali interni all’area; le strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio, devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli edifici di progetto le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15 cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile (vedi prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità Idraulica); é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del progetto definitivo dell'intervento edilizio. In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante quest’area, andrà studiata nel dettaglio la situazione in cui versa tutto il percorso del Vandura, mentre per il Fosso Orcone andrà analizzato principalmente il tratto a sud della ex ferrovia Ostiglia. Oltre alle situazioni critiche sopra descritte non dovranno essere trascurati gli altri fossi e canali interessati dai futuri interventi sino la rete idrografica di ultimo ordine (scoli dei campi, fognature bianche, ecc.). Le espansioni devono prevedere misure di mitigazione idraulica come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT e il relativo progetto definitivo deve essere approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio. 2.2 – Insediamenti • • recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1. Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la 112 • • residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee preferenziali di sviluppo insediativo”. Data la particolare localizzazione dei possibili nuovi insediamenti, andranno adeguatamente studiate le modalità di connessione con la rete esistente per limitare gli impatti negativi sulla funzionalità di quest’ultima, legati al carico di traffico supplementare apportato all’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti, in particolare: Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11 riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti, secondo le modalità e i criteri di cui all’art.14, punto 14.4 Riorganizzazione dell’intera area ospedaliera, che a seguito della demolizione del cavalcaferrovia, assumerà un assetto unitario. Costruzione di relazioni con gli insediamenti circostanti, in modo che l’ospedale acquisti una valenza urbana perdendo il carattere di recinto esclusivo, impermeabile e specialistico, diventando una struttura aperta capace, con la sua riorganizzazione, di divenire occasione di riqualificazione delle aree urbane in cui si innesta. (D.M. Sanità 12/12/2000) 2.3 - Accessibilità • • predisposizione di adeguato sistema di accessibilità alle strutture ospedaliere dal circuito della viabilità extraurbana valutazione delle possibilità di individuazione di uno spazio per la sosta e sistema di accessibilità ciclo-pedonale funzionale anche alle strutture ospedaliere, dall’ATO R2.3, a ovest della ferrovia 3. Funzioni attribuite • • • • utilizzazioni esistenti funzioni sociali, assistenziali e sanitarie legate al polo ospedaliero Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere, favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo socio – economico. Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e con priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio – economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere, ecc. 113 • 4. Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va valutata in sede di PI Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 10000 Abitante teorico 290 Residenti ab. teorici aggiunti 67 Totale 357 ab. teorici 10 23 mc. 150 Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 2200 mq 11770 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo S.l.p. Commerciale/direzionale Secondari Standard 1000 mq 114 aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 1000 Art. 29 - ATO R2.3 Insieme R - INSEDIATIVO 1. Sottoinsieme R2 – RESIDENZIALE INTEGRATO ATO R2.3 S.MARCO Identificazione Superficie territoriale: 1.04 kmq L’ATO R2.3 comprende il quartiere di Camposampiero denominato “S.Marco”, e territorio aperto limitrofo, sino al fosso Vandura, verso nord. L’insediamento è separato dal resto del capoluogo dalle linee ferroviarie. Accessibilità Il quartiere S.Marco si sviluppa a cavallo della cosiddetta “circonvallazione” di Camposampiero (SP 39), connessa alla SR 307 a sud tramite cavalcaferrovia tangente al complesso ospedaliero, a nord tramite sottopasso che sbocca in prossimità dei Santuari Antoniani. Sulla circonvallazione si innestano le SP 22, verso Fratte, e SP 39, verso S.Giustina in colle. In posizione baricentrica è inoltre localizzato il parcheggio e l’accesso pedonale alla stazione ferroviaria per le linee Padova-Bassano e PadovaCalalzo. 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto disposto nella Scheda di mitigazione n.1 della Valutazione stessa: - qualunque sia il tipo di intervento urbanistico, indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti norme - Il Canale San Marco oltre ai Canali Martellazzo e Mazzon non possono essere tombinati; gli interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per permettere future manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga alla presente prescrizione deve essere concordata fra privati, Comune di Camposampiero e Consorzio 115 - - - - di Bonifica in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio, devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli edifici di progetto; le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15 cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, dell progetto definitivo dell'intervento edilizio In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante quest’area, andrà studiato nel dettaglio la situazione in cui versa tutto il percorso del Canale San Marco, mentre per il Fosso Orcone andrà analizzato principalmente il tratto a sud della ex ferrovia Ostiglia. Oltre alle situazioni critiche sopra descritte non dovranno essere trascurati gli altri fossi e canali interessati dai futuri interventi sino la rete idrografica di ultimo ordine (scoli dei campi, fognature bianche, ecc.). L’espansione deve prevedere misure di mitigazione idraulica, come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e il relativo progetto definitivo deve essere approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio. 2.2 – Insediamenti • • recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1. Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee preferenziali di sviluppo insediativo”. La realizzazione di dette espansioni va connessa, in sede di PI, all’attuazione del sistema 116 • • viario di progetto, di circonvallazione dell’insediamento di S.Marco All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti. Si prevede in particolare il recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11 Riqualificazione dell’area del parcheggio della stazione ferroviaria, del sistema di accesso alla stazione e in generale del contesto urbanistico, con l’obiettivo di valorizzare la stazione stessa, che, con l’attuazione dell’SFMR, acquisterà una nuova “centralità”, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.3. 2.3 - Accessibilità • • • • • predisposizione di un sistema di circonvallazione esterno al quartiere S.Marco, connesso con la SR 307 e la SP 22; il tracciato va definito in sede di PI, in un ambito che può interessare gli ATO A1.1 e R2.3 Organizzazione, all’interno della fascia di territorio aperto compresa tra la nuova viabilità e gli insediamenti, di adeguati dispositivi per la mitigazione dell’impatto acustico, visivo e da polveri legato alle nuove infrastrutture riqualificazione della rete viaria imperniata sull’attuale “circonvallazione”, che dovrà configurarsi come sistema di distribuzione interna al quartiere organizzazione delle necessarie connessioni automobilistiche e ciclopedonali con il capoluogo oltre la linea ferroviaria (ATO R2.1) valutazione delle possibilità di individuazione di uno spazio per la sosta e sistema di accessibilità (ciclo-pedonale) funzionale anche alle strutture ospedaliere, a est della ferrovia (ATO R2.2) 3. Funzioni attribuite • • • utilizzazioni esistenti Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare, favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo socio – economico. Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e con priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio – economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere, ecc. 117 • • 4. Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va valutata in sede di PI Funzioni tecniche e di servizio connesse con la mobilità e intermodalità Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 60000 Abitante teorico 1123 Residenti ab. teorici aggiunti 400 Totale 1523 ab. teorici S.l.p. mq 10 23 mc. 150 Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 13200 mq 50259 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo Commerciale/direzionale Secondari Standard 4500 118 aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 4500 Art. 30 - ATO R2.4 Insieme R - INSEDIATIVO 1. Sottoinsieme R2 – RESIDENZIALE INTEGRATO ATO R2.4 CAMPOSAMPIERO EST Identificazione Superficie territoriale: 2,47kmq L’ATO R2.4 si estende alla porzione di territorio compresa tra il Muson dei Sassi e la SR 308, spingendosi, a sud, fino ai margini superiori della zona produttiva. Lungo i due assi viari principali, la SP 31 e la SP 44, e in misura minore lungo la strada che costeggia il Muson Vecchio, si sviluppano in maniera disordinata e disorganica insediamenti lineari. Tali insediamenti si fanno più consistenti e “organizzati” lungo la SP 31, a ridosso del ponte sul Muson dei Sassi che conduce in centro a Camposampiero, configurandosi come una vera e propria espansione del capoluogo oltre il limite del torrente. Lungo la SP 31 è situato il cimitero. Accessibilità L’ATO è connesso con il capoluogo tramite la SP 31, la SP 44 e la strada che costeggia il Muson Vecchio, le quali consentono, tramite ponti, di superare la barriera rappresentata dal Muson dei Sassi. Verso est la SP 31 e la SP 44 conducono rispettivamente a Massanzago e a Rustega. L’uscita della SR 308 sarà raggiungibile direttamente tramite una bretella innestata sulla SP 31. 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • Mantenimento di un’area “cuscinetto”, tra gli sviluppi insediativi residenziali a sud di via Straelle e l’area produttiva, adeguatamente progettata per la mitigazione dell’impatto delle attività produttive Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto disposto nella Scheda di mitigazione n.3 della Valutazione stessa: - qualunque sia il tipo di intervento urbanistico, 119 - - - - - - indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti norme Per il Fosso di Via Straelle ed il Fosso Camposampiero1 andrà posto rimedio alle precarie condizioni in cui versano le parti tombinate evitando ulteriori intubamenti; gli interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per permettere future manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga alla presente prescrizione deve essere concordata fra privati, Comune di Camposampiero e Consorzio di Bonifica nella progettazione del futuro insediamento scolastico prevedere un progetto di mitigazione idraulica (nel senso precisato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT) con i seguenti parametri: - limite di portata 10 l/s/ha su Tr=50 anni; - sistema di detenzione consigliato: sovradimensionamento condotte di fognatura bianca (vedi esempi applicativi nel paragrafo 5.3) e/o costruzione di scoline di gronda attorno all’area di intervento; in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio, devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli edifici di progetto; le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15 cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del progetto definitivo dell'intervento edilizio In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante quest’area, andrà studiato nel dettaglio la situazione in cui versa il Fosso di Via Straelle con particolare riguardo ai tratti combinati sotto la pista ciclabile e negli attraversamenti di Via 120 Straelle. Oltre alle situazioni critiche sopra descritte non dovranno essere trascurati gli altri fossi e canali interessati dai futuri interventi sino alla rete idrografica di ultimo ordine (scoli dei campi, fognature bianche, ecc.). Per gli interventi a monte del Muson Vecchio sarà necessario analizzare nel dettaglio le problematiche di ristagno idrico presenti in particolare nelle campagne a ridosso del Muson Vecchio ed eventualmente verificare la possibilità di porre rimedio al problema. L'espansione deve prevedere misure di mitigazione idraulica, come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e il relativo progetto definitivo deve essere approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio 2.2 – Insediamenti • • • recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1. Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee preferenziali di sviluppo insediativo”. La realizzazione di dette espansioni va connessa, in sede di PI, all’attuazione di un idoneo sistema di accessibilità All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti , in particolare: Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11 riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti, secondo le modalità e i criteri di cui all’art.14, punto 14.4. Contestualmente al trasferimento e riorganizzazione delle attuali funzioni scolastiche (elementari e medie) di via Filippetto, (ATO R2.2), organizzazione di un nuovo “polo scolastico”, secondo le disposizioni di cui all’art.15, punto 15.1.2. 2.3 - Accessibilità • Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità, con definizione di appropriati provvedimenti: per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali adeguatamente strutturati 121 per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende agricole operanti organizzazione delle necessarie connessioni automobilistiche e ciclopedonali con il capoluogo, oltre il Muson dei Sassi (ATO R2.1) organizzazione di un adeguato sistema di accessibilità al “polo scolastico” di nuova previsione - • • 3. Funzioni attribuite • • • • • utilizzazioni esistenti Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare, favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo socio – economico. Funzioni scolastiche, e in generale funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e con priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio – economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere, ecc. Queste funzioni vanno definite ed organizzate considerando prioritariamente le “direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di connessione ciclopedonale” Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va valutata in sede di PI Esclusivamente ai fini del trasferimento degli allevamenti zootecnici intensivi segnalati come “Allevamenti da trasferire”, è consentito l’insediamento di funzioni diverse da quelle sopra elencate, purché tali funzioni siano compatibili con gli insediamenti contigui. 122 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 220000 Abitante teorico 1268 Residenti ab. teorici aggiunti 1467 Totale 2735 ab. teorici S.l.p. mq 10 23 mc. 150 Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 48400 mq 90244 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo Commerciale/direzionale Secondari Standard 20000 123 aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 20000 Art. 31 - ATO R2.5 Insieme R - INSEDIATIVO 1. Sottoinsieme R2 – RESIDENZIALE INTEGRATO ATO R2.5 RUSTEGA Identificazione Superficie territoriale: 0,91kmq L’ATO R2.5 copre l’insediamento di Rustega e le aree agricole limitrofe. Il nucleo urbano comprende, oltre alla parte residenziale, un’area produttiva e attrezzature di servizio alla residenza. Accessibilità Rustega si sviluppa a cavallo della SP 44, che porta verso ovest a Camposampiero e verso est alla SP 31 e quindi a Massanzago. Il collegamento con la SR 308 è in prospettiva possibile, a partire dalla SP 44, attraverso l’uscita di Lo reggia e attraverso l’uscita di Camposampiero, utilizzando un sistema viario non sempre adeguato per caratteri dimensionali e tortuosità del percorso. 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto disposto nella Scheda di mitigazione n.4 della Valutazione stessa: - qualunque sia il tipo di intervento urbanistico, indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti norme - Il Rio Rustega ed il Canale Marzeneghetto non possono essere tombinati; gli interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per permettere future manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga alla presente prescrizione deve essere concordata fra privati, Comune di Camposampiero e Consorzio di Bonifica. - in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le 124 - - - strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio, devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli edifici di progetto; le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15 cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del progetto definitivo dell'intervento edilizio In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante quest’area, andrà studiato nel dettaglio e proposte delle soluzioni alle problematiche sopra descritte, e riguardanti principalmente gli attraversamenti dell’abitato di Rustega. Oltre alle situazioni critiche non dovranno essere trascurati gli altri fossi e canali interessati dai futuri interventi sino la rete idrografica di ultimo ordine (scoli dei campi, fognature bianche, ecc.). L'espansione deve prevedere misure di mitigazione idraulica, come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e il relativo progetto definitivo deve essere approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio 2.2 – Insediamenti • • • recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1. Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee preferenziali di sviluppo insediativo”. All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti. Si prevede in particolare il recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11 125 2.3 - Accessibilità • • • predisposizione di un sistema di circonvallazione esterno a Rustega, connesso con la SR 308 e la SP 44 e riqualificazione in senso urbano del sistema viario interno all’insediamento: risagomatura delle sedi, ripavimentazione, alberature stradali, parcheggi pubblici e privati nei luoghi di maggior interesse, percorsi pedonali e ciclabili, attrezzatura degli incroci, riordino degli accessi, ecc. Adeguamento, riqualificazione e integrazione della rete viaria esistente, al fine di garantire idonee connessioni di Rustega con le uscite della SR 308 Raccordo diretto dell’area produttiva di Rustega con via Zingarelle, al fine di alleggerire il centro urbano dal traffico legato alle attività produttive 3. Funzioni attribuite • • • • utilizzazioni esistenti Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare, favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo socio – economico Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e con priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio – economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere, ecc. Funzioni prevalentemente produttive, direzionali, commerciali da mantenere 126 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 50000 Abitante teorico ab. teorici aggiunti 333 Totale 982 ab. teorici S.l.p. mq 23 Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) mq 11000 mq 32417 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo Commerciale/direzionale 10 mc. 150 649 Residenti Secondari Standard 4000 127 aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 4000 Art. 32 - ATO R3.1 Insieme R - INSEDIATIVO 1. Sottoinsieme MISTO A DOMINANTE PRODUTTIVA ATO R3.1 POLO PRODUTTIVO Identificazione Superficie territoriale: 2,03kmq L’ATO R3.1 comprende l’intero insediamento produttivo a sud di Camposampiero e una parte di territorio agricolo, estendendosi dal canale Vandura alla SR 308, L’area produttiva, in particolare, è articolata in due parti, raccordate da un ponte sul Muson dei Sassi: - una parte più “vecchia”, tra il canale Vandura e il Muson dei Sassi, comprendente alcune strutture di grosso calibro come la cartiera di Carbonera e la fonderia Anselmi e caratterizzata da una struttura piuttosto disordinata, con lotti residenziali e appezzamenti liberi inclusi nel tessuto produttivo - una parte recente, a est del Muson dei Sassi, meglio organizzata e strutturata, anche se con la presenza di lotti residenziali interclusi Accessibilità L’ATO è tagliato dal corso del Muson dei Sassi in due parti, che comunicano attraverso un ponte. La parte ovest si attesta lungo la SR 307, mentre la parte est è collegata con la via Visentin, verso Zeminiana, e sarà, in prospettiva, direttamente connessa con la nuova uscita della SR 308 tramite una bretella 2. Obiettivi locali 2.1 – Ambiente • • • Incentivazione, per le attività produttive, dell’adozione di sistemi gestione dei processi produttivi rispettosi dell’ambiente, nell’adesione ai sistemi di qualità ambientale come ISO14001 ed EMAS. Predisposizione di dispositivi specifici per la mitigazione degli impatti visivi, acustici e di eventuale inquinamento da polveri, a perimetro degli insediamenti produttivi, in particolare in prossimità degli insediamenti residenziali. Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono 128 le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto disposto nella Scheda di mitigazione n.5 della Valutazione stessa: - qualunque sia il tipo di intervento urbanistico, indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti norme - Il Fosso di Via Casere, e il Fosso Lusore non possono essere tombinati; gli interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per permettere future manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga alla presente prescrizione deve essere concordata fra privati, Comune di Camposampiero e Consorzio di Bonifica. - in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio, devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli edifici di progetto; - le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15 cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile - é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del progetto definitivo dell'intervento edilizio - In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante quest’area, andrà curata in modo particolare la previsione di opere di mitigazione idraulica tali da non aggravare la situazione di attuale criticità presente nei territori dei comuni a valle. L'espansione deve prevedere misure di mitigazione idraulica, come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e il relativo progetto definitivo deve essere approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio 129 2.2 – Insediamenti • • • • • • recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1. Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a funzione prevalentemente produttiva/commerciale/direzionale, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee preferenziali di sviluppo insediativo”. Valutazione delle possibilità di utilizzo di parte degli ambiti di sviluppo insediativo per la rilocalizzazione delle attività produttive in zona impropria presenti nel territorio comunale All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti , in particolare: Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11 riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti, secondo le modalità e i criteri di cui all’art.14, punto 14.4 Organizzazione di un centro scientifico-tecnologico di servizio alle imprese, secondo le disposizioni di cui all’art.15, punto 15.1.2. Riqualificazione urbanistica delle aree produttive e valutazione, in sede di PI, delle possibilità di progetto dei vuoti residui tra gli insediamenti esistenti o a ridosso degli stessi, in maniera da riordinare/riorganizzarne il sistema complessivo rispetto ai temi dell’accessibilità/dotazione di servizi. 2.3 - Accessibilità • • • Valutazione, in sede di PI, delle possibilità di riorganizzare e migliorare le condizioni di accessibilità all’area a ovest del Muson dei Sassi, in cui gli stabilimenti attualmente hanno, prevalentemente, uscita diretta sulla SR 307 Consolidamento delle connessioni tra le due parti di ATO separate dal corso del torrente Adeguato sistema di accessibilità, dall’area produttiva esistente e dalla SR 308, al centro scientifico-tecnologico di servizio alle imprese 3. Funzioni attribuite • • utilizzazioni esistenti Funzioni prevalentemente produttive, direzionali, commerciali da mantenere e potenziare 130 • Funzioni di servizio e ricerca specialistiche connesse alle attività produttive e commerciali Funzioni residenziali esistenti, la cui compatibilità, in relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va valutata in sede di PI • 4. Dimensionamento Carico insediativo aggiuntivo Standard urbanistici richiesti mq/abitante Primari Residenziale mc. 34000 Abitante teorico 613 ab. teorici aggiunti 227 Totale 840 ab. teorici S.l.p. Industria e artigianato Standard urbanistici richiesti aree per servizi aggiuntive aree per servizi complessive (compreso l’esistente) Standard 60000 Superficie di zona mq 23 mq 7480 mq 27709 Standard urbanistici richiesti Carico insediativo aggiuntivo Commerciale/direzionale 10 mc. 150 Residenti mq Secondari 130000 131 aree per servizi aggiuntive Standard aree per servizi aggiuntive 100mq/100mq S.l.p mq 60000 10mq/100mq mq 13000