P.A.T.
COMUNE DI
CAMPOSAMPIERO
PROVINCIA DI PADOVA
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO
GENNAIO 2007
AGGIORNAMENTO CON LE
OSSERVAZIONI ACCOLTE
NORME TECNICHE
PROGETTAZIONE
Regione Veneto
Direzione Urbanistica
CTS Studi Associati
Arch. Piergiorgio Tombolan
Arch. Antonella Carlotto
Comune di Camposampiero
Responsabile Settore Urbanistica
Arch. Petronilla Olivato
INDICE
TITOLO I° - DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1 - Contenuti del PAT
Art. 2 - Elaborati del PAT
Art. 3 - Disposizioni transitorie
TITOLO II° - ASSETTO DEL TERRITORIO
Art. 4 -
Assetto del territorio e definizione degli obiettivi generali
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
Art. 5 -
Vincoli ed elementi della pianificazione territoriale superiore
Invarianti
Fragilità
Azioni di tutela
Azioni strategiche
Assetto del territorio e definizione degli obiettivi locali
TITOLO III° - DISPOSIZIONI GENERALI PER L’ASSETTO DEL TERRITORIO
Art. 6 -Vincoli, pianificazione territoriale, fasce di rispetto
6.1
6.2
6.3
6.4
6.5
Vincoli
Rete Natura 2000
Pianificazione di livello superiore
Zone sismiche
Fasce di rispetto e zone di tutela
6.6 Disposizioni per il Piano degli interventi (P.I.)
CAPO 1 -
Sistema ambientale e paesaggistico
Art. 7 - Fragilità
7.1
7.2
7.3
7.4
Equilibrio geologico, idrogeologico e idraulico
Idoneità edificatoria dei terreni
Aree esondabili e/o periodico ristagno idrico
Tutela idraulica
Art. 8 - Invarianti di natura ambientale e paesaggistica
8.1 Corsi d’acqua principali e principali arginature
8.2 Aree con presenza di sistemazioni agricole di interesse storico –
“cavini”
8.3 Agro centuriato
8.4 Ambiti agricoli a buona integrità
1
8.5 Aree rilevanti per la rete ecologica territoriale
8.6 Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario IT3260023-Muson
Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga
8.7 Tracciato ex-ferrovia Ostiglia
Art. 9 -
Azioni di tutela del sistema ambientale e paesaggistico
9.1 Ambiti di territorio aperto da valorizzare
9.2 Cave senili
9.3 Alberi di interesse paesaggistico e formazioni vegetali di valore
storico-culturale
Art. 10 - Azioni strategiche del sistema ambientale e paesaggistico
10.1 Ricomposizione e riordino della zona agricola a seguito
dell’inserimento delle infrastrutture viarie
10.2 Dispositivi di filtro
10.3 Direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei
servizi, delle reti di connessione ciclopedonali
10.4 Vegetazione in ambito urbano e nel territorio aperto
10.5 Mantenimento delle discontinuità presenti
10.6 Allevamenti da trasferire
Art. 11 – Territorio agricolo
11.1 Disposizioni per gli edifici e i manufatti esistenti
11.2 Edificabilità
CAPO 2 -
Sistema insediativo
Art. 12 – Invarianti di natura storico-monumentale
12.1
12.2
12.3
12.4
Centro storico di Camposampiero
Sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al
centro storico
Individuazione e classificazione delle Unità edilizie
Ritrovamenti archeologici
Art. 13 – Azioni di tutela del sistema insediativo
13.1 Parchi, giardini storici, spazi scoperti privati di interesse storico
– ambientale
Art. 14 - Azioni strategiche del sistema insediativo
2
14.1 Aree
di
urbanizzazione
consolidata
prevalentemente
residenziali/produttive
14.2 Linee preferenziali di sviluppo insediativo
14.3 Azioni di riqualificazione e riconversione
14.4 Edificazione diffusa
14.5 Medie/grandi strutture di vendita
14.6 Attività produttive/commerciali in zona impropria
14.7 Sportello unico per le attività produttive (D.P.R. n.447/1998 e
successive modificazioni)
14.8 Compatibilità ambientale degli interventi
14.9 Localizzazione di reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso
pubblico
Art. 15 – Invarianti di natura funzionale
15.1 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante esistenti/di
progetto
Art. 16 - Perequazione urbanistica - Disposizioni generali
CAPO 3 – Sistema relazionale
Art. 17 - Sistema stradale
17.1 Criticità
17.2 Azioni strategiche del sistema stradale
Art. 18 - Sistema ferroviario
18.1 Sistema ferroviario - Invarianti
TITOLO IV – DISPOSIZIONI PER GLI AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (A.T.O)
Art. 19 - Generalità
19.1
Dimensionamento
19.2
Utilizzo della zona agricola
Insieme A - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale e
paesaggistico
Art. 20 - Insieme A - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema ambientale
e paesaggistico
Sottoinsieme A1 - Agricolo-ambientale
Art. 21 - A.T.O. A1.1 - MUSON VECCHIO-VANDURA-ORCONE
Art. 22 - A.T.O. A1.2 – CENTRO DI BIOTRATTAMENTO
Art. 23 - A.T.O. A1.3 – MUSON VECCHIO – RUSTEGA - MARZENEGO
3
Sottoinsieme A2 - Agricolo- Residenziale integrato
Art. 24 - A.T.O. A2.1 - STRAELLE
Insieme R - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo
Art. 25 - Insieme R - A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema insediativo
Sottoinsieme R1 - Residenziale di interesse culturale
Art. 26. - A.T.O. R1.1 - CENTRO STORICO DI CAMPOSAMPIERO
Sottoinsieme R2 - Residenziale integrato
Art. 27 - A.T.O. R2.1 – CAMPOSAMPIERO
Art. 28 - A.T.O. R2.2 – AREA OSPEDALIERA
Art. 29 - A.T.O. R2.3 - S.MARCO
Art. 30 - A.T.O. R2.4 - CAMPOSAMPIERO EST
Art. 31 - A.T.O. R2.5- RUSTEGA
Sottoinsieme R3 – Misto a dominante produttiva
Art. 32 - A.T.O. R3.1 - POLO PRODUTTIVO
4
Titolo I - DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1 – Contenuti del PAT
Il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Camposampiero è redatto con
i contenuti di cui all’art. 13 della L.R.11/2004.
La disciplina del PAT:
•
recepisce le disposizioni espresse da leggi e regolamenti di livello
superiore ( nazionale e regionale);
•
definisce le “regole” per la formazione dei successivi strumenti
urbanistici operativi, per centrare:
-
Obiettivi generali : finalità generali condivise che il Comune
intende raggiungere attraverso il PAT nel rispetto dei principi di
sostenibilità ambientale.
-
Obiettivi locali: obiettivi da perseguire nelle singole parti di
territorio, definite come Ambiti Territoriali Omogenei ( A.T.O.)
Rispetto a tali obiettivi il P.A.T. opera scelte progettuali:
-
-
Strutturali, ovvero orientate a conformare una organizzazione e
assetto stabile del territorio nelle sue forme fisiche, materiali e
funzionali prevalenti, nel medio e lungo periodo
Strategiche, ovvero di natura prevalentemente programmatica, per
il raggiungimento, rispetto alla situazione presente, di un particolare
scenario di assetto e sviluppo
La disciplina per l’assetto del territorio comunale si articola in:
a) Disposizioni generali, riferite agli elementi che
compongono il
territorio, e articolate rispetto ai tre sistemi che lo strutturano e lo
rappresentano in tutti i suoi aspetti:
- sistema ambientale e paesaggistico
- sistema insediativo
- sistema relazionale
b) Disposizioni locali, riferite ai contesti territoriali, omogenei per le
specifiche caratteristiche ambientali, insediative e funzionali ( A.T.O. e
insiemi di A.T.O.)
5
Disposizioni generali e disposizioni locali si integrano e completano a vicenda.
Disposizioni per il Piano degli Interventi ( P.I.)
Il P.I. sviluppa e precisa le scelte delineate dal P.A.T., indicando le azioni
da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano, le priorità, le
interrelazioni, i soggetti coinvolti o da interessare e le condizioni per la
fattibilità e l’attuazione delle previsioni.
6
Art. 2 – Elaborati del PAT
Il PAT è formato dai seguenti elaborati:
a) RELAZIONE TECNICA contenente gli esiti delle analisi e della
concertazione, le verifiche territoriali necessarie per la valutazione di
sostenibilità ambientale e territoriale
b) RELAZIONE DI PROGETTO
c) RELAZIONE SINTETICA per l’immediata lettura delle scelte e degli
obiettivi del PAT
d) NORME TECNICHE
e) Elaborati grafici progettuali:
-
tav.1 CARTA DEI VINCOLI E DELLA PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE, in scala 1:10.000
tav.2 CARTA DELLE INVARIANTI, in scala 1:10.000
tav.3 CARTA DELLE FRAGILITA’, in scala 1:10.000
tav.4a CARTA DELLA TRASFORMABILITA’Ambiti Territoriali Omogenei, in scala 1:10.000
tav.4b CARTA DELLA TRASFORMABILITA’- Azioni di tutela,
azioni strategiche, in scala 1:10.000
f) banca dati alfanumerica e vettoriale contente il quadro conoscitivo di
cui all’art.10 e le informazioni contenute negli elaborati di cui alle
lettere a), b), c), d), e)
Qualora vi sia contrasto tra gli elaborati di cui alle lettere a), b), c), d), e) e
quelli di cui alla lettera f), prevalgono quelli di cui alle lettere a), b), c), d), e).
7
Art. 3 – Disposizioni transitorie
Gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica del territorio, in
assenza del “Piano degli Interventi”, devono rispettare le previsioni del
P.R.G. vigente per le parti compatibili con il PAT che, a seguito
dell’approvazione, “acquista il valore e l’efficacia del PI”.
Sono comunque consentiti gli interventi di manutenzione, restauro,
ristrutturazione edilizia ed ampliamento, degli edifici esistenti, nel rispetto
delle norme relative ai beni culturali e ambientali, nonché gli interventi che
si rendono necessari per:
- prevenzione e degrado ambientale (rischio idraulico, idrogeologico,
ecc.)
- razionalizzazione delle infrastrutture e il miglioramento dei servizi
esistenti;
- messa a norma delle preesistenze
8
Titolo II° - ASSETTO DEL TERRITORIO
Art. 4 -
Assetto del territorio e definizione degli obiettivi
generali
Per la definizione degli obiettivi generali e delle conseguenti scelte progettuali
di carattere strutturale e strategico, il PAT identifica i principali sistemi che
strutturano e caratterizzano il territorio nei suoi diversi aspetti:
•
•
•
Il sistema ambientale, storico, paesaggistico
Il sistema insediativo
Il sistema relazionale
Per ciascun sistema il PAT individua i principali elementi costitutivi, e ne
specifica ed articola le scelte progettuali definendo:
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
Vincoli ed elementi della pianificazione territoriale superiore
Invarianti
Fragilità
Azioni di tutela
Azioni strategiche
Ciascuna delle disposizioni riguardanti gli elementi elencati (riportate al Titolo
III – Disposizioni generali per l’assetto del territorio), è classificata, in base al
carattere specifico, come “direttiva” (D), “prescrizione” (P), o “vincolo” (V).
4.1 Vincoli ed elementi della pianificazione territoriale superiore
I vincoli e gli elementi della pianificazione territoriale superiore
sono elementi la cui trasformabilità è definita dagli strumenti della
pianificazione sovraordinati al PAT, ed eventualmente specificata con
maggior dettaglio dal PAT stesso.
I vincoli e gli elementi della pianificazione territoriale superiore sono
rappresentati nella tav.1.
4.2 Invarianti
Le invarianti sono costituite da elementi la cui presenza, in atto o in
prospettiva, è indispensabile al raggiungimento degli obiettivi di
piano:
- permanenze e/o identità storiche non trasformabili almeno nei
tempi considerati dal PAT,
9
-
elementi di rilevante carattere strategico
Alcuni elementi tra le invarianti costituiscono anche delle fragilità.
Le invarianti, indicate nella tav. 2, vengono così specificate:
4.2.1
Invarianti di natura storico/monumentale (art.12):
• centro storico di Camposampiero, con il complesso
monumentale dei Santuari Antoniani;
• sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale
esterna al centro storico;
• all’interno del centro storico e nel sistema dell’edilizia
con valore storico-ambientale esterna al centro storico,
le emergenze architettoniche, le ville venete
(individuate dall’Istituto Regionale per le Ville Venete) e
altri edifici di valore storico-ambientale;
• ritrovamenti archeologici
4.2.2
Invarianti di natura ambientale e paesaggistica (art.8):
• Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario
IT3260023-Muson Vecchio, sorgente e roggia
Acqualonga
• corsi d’acqua principali e principali arginature
• Aree rilevanti per la rete ecologica territoriale
• Ambiti agricoli a buona integrità
• Agro centuriato
• Tracciato ex-ferrovia Ostiglia
• Aree con presenza di sistemazioni agricole di interesse
storico – “cavini”
4.2.3
Invarianti funzionali (art.15):
• Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante
esistenti/di progetto
Invarianti del sistema relazionale (art.18):
4.2.4
•
Ferrovia/stazione
4.3 Fragilità
Le fragilità sono elementi caratterizzati da una certa soglia di rischio,
rispetto agli insediamenti e all’ambiente. Sono trasformabili nei limiti
stabiliti dal P.A.T. e ulteriormente precisati dal P.I.
10
Costituiscono fragilità anche alcuni elementi tra le invarianti e tra le
azioni di tutela.
Le fragilità, indicate nella tav. 3, vengono così specificate:
•
•
•
•
•
•
idoneità edificatoria dei terreni e rischio geologico-idraulico (art.7
– punto7.2)
Aree esondabili e/o periodico ristagno idrico (art.7 – punto7.3)
Invarianti di natura ambientale e paesaggistica (art.8): corsi
d’acqua principali, ambiti agricoli a buona integrità, aree rilevanti
per la rete ecologica territoriale, agro-centuriato, aree con
presenza di sistemazioni agricole di interesse storico – “cavini”,
Invarianti di natura storico/monumentale (art.12): ritrovamenti
archeologici
azioni di tutela del sistema ambientale e paesaggistico (art.9):
ambiti di territorio aperto da valorizzare, cave senili, formazioni
vegetali di valore storico-culturale
criticità del sistema relazionale (art.17 – punto 17.1): intersezioni
sovraccariche, generatori di traffico continuo/non continuo,
relazioni territoriali non organizzate, tratti viari sovraccarichi,
barriere infrastrutturali
4.4 Azioni di tutela
Le azioni di tutela si applicano ad elementi la cui salvaguardia
concorre al raggiungimento degli obiettivi di piano.
Alcuni elementi tra quelli soggetti ad azioni di tutela costituiscono
anche delle fragilità.
Le azioni di tutela, indicate nella tav. 4b, vengono così specificate:
•
•
•
Ambiti di territorio aperto da valorizzare (art.9 – punto 9.1)
Cave senili (art.9 – punto 9.2)
Alberi di interesse paesaggistico e formazioni vegetali di valore
storico-culturale (art.9 – punto 9.3)
4.5 Azioni strategiche
Le azioni strategiche si applicano ad elementi, le cui condizioni di
trasformazione/attuazione sono definite dal P.A.T. e ulteriormente
precisati dal P.I.
Le azioni strategiche, indicate nella tav. 4b, vengono così specificate:
11
•
•
•
Azioni strategiche del sistema ambientale e paesaggistico
(art.10): Ricomposizione e riordino della zona agricola a seguito
dell’inserimento delle infrastrutture viarie, Dispositivi di filtro,
Direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei
servizi, delle reti di connessione ciclopedonali, Mantenimento
delle discontinuità presenti, Allevamenti da trasferire
Azioni strategiche del sistema insediativo (art.14): Aree di
urbanizzazione
consolidata
prevalentemente
residenziali/produttive,
Edificazione
diffusa,
Azioni
di
riqualificazione e riconversione, Linee preferenziali di sviluppo
insediativo, Medie/grandi strutture di vendita
Azioni strategiche del sistema relazionale (art.17): Viabilità di
connessione territoriale in corso di realizzazione, Principale
viabilità di connessione e distribuzione extraurbana esistente/in
corso di realizzazione, Direttrici preferenziali per l’organizzazione
delle connessioni urbane/extraurbane, Viabilità urbana da
riqualificare, Riqualificazione SR 307
12
Art. 5 - Assetto del territorio e definizione degli obiettivi
locali
Per la definizione degli obiettivi locali e la precisazione delle conseguenti
scelte progettuali di carattere strutturale e strategico, il PAT suddivide il
territorio comunale in ambiti geografici definiti sulla base degli specifici
caratteri ambientali, insediativi e funzionali, denominati Ambiti Territoriali
Omogenei ( A.T.O.).
La disciplina di ciascun ATO fa riferimento alle relative risorse culturali,
naturali, paesaggistiche, agricole, insediative e produttive presenti nel
territorio.
Gli A.T.O. sono raggruppati in Insiemi di A.T.O. e Sottoinsiemi di A.T.O.,
omogenei rispetto all’assetto fisico, insediativo e funzionale prevalente:
-
-
L’insieme A - A.T.O. a dominanza dei caratteri
del Sistema ambientale e paesaggistico, è
caratterizzato dalla prevalenza delle risorse
agricole-produttive, naturali e paesaggistiche,
ed è suddiviso in due sottoinsiemi: A1-agricoloambientale e A2-agricolo-residenziale integrato
L’insieme R - A.T.O. a dominanza dei caratteri
del Sistema insediativo, è
caratterizzato
dalla struttura insediativa storica e di recente
formazione ed è suddiviso in tre sottoinsiemi:
residenziale di interesse culturale; residenziale
integrato; misto a dominante produttiva
La suddivisione, indicata nella seguente Tabella 1, è rappresentata nella tav.
4.a CARTA DELLA TRASFORMABILITA’- Ambiti Territoriali Omogenei
13
Tab. 1 – ATO
Insiemi
Sotto-insiemi
ATO
A1 –
AA.T.O. a dominanza AGRICOLO-AMBIENTALE
dei caratteri del
Sistema ambientale
e paesaggistico
A1.1 - MUSON VECCHIO-VANDURA-ORCONE
A1.2 – CENTRO DI BIOTRATTAMENTO
A1.3 –
MUSON VECCHIO – RUSTEGA MARZENEGO
A2.1 - STRAELLE
A2 –
AGRICOLORESIDENZIALE
INTEGRATO
RA.T.O. a dominanza
dei caratteri del
Sistema insediativo
R1–
RESIDENZIALE
DI INTERESSE
CULTURALE
R1.1
CENTRO
CAMPOSAMPIERO
STORICO
R2.1 – CAMPOSAMPIERO
R2.2 – AREA OSPEDALIERA
R2.3 –S.MARCO
R2.4 - CAMPOSAMPIERO EST
R2.5- RUSTEGA
R2 –
RESIDENZIALE
INTEGRATO
R3 –
MISTO
R3.1- POLO PRODUTTIVO
A
DOMINANTE
PRODUTTIVA
14
DI
TITOLO III°- DISPOSIZIONI
GENERALI
L’ASSETTO DEL TERRITORIO
Art. 6 -
Vincoli, pianificazione
rispetto
territoriale,
fasce
PER
di
6.1 VINCOLI (V)
Vincolo paesaggistico D.Lgs. n.42/2004 (art.142)– corsi d’acqua
Aree vincolate ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 di cui vanno rispettate le
prescrizioni.
Particolare cura va osservata nel consentire interventi su manufatti tipici
esistenti, sui gruppi arborei, sui boschi e sulla vegetazione caratteristica.
Vincolo monumentale D.Lgs. n.42/2004 (art.10, art.136)
Immobili vincolati ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 in quanto testimonianze
storico-culturali da salvaguardare e valorizzare.
Vincolo archeologico art.142 D.Lgs. n.42/2004 (art.142) agro-centuriato limite superiore
La porzione di territorio comunale a sud della linea “Vincolo archeologico D.Lgs.
n.42/2004 agro-centuriato - limite superiore”, indicata nella tav.1, è tutelata ai
sensi del D.Lgs. n.42/2004, per la salvaguardia e la valorizzazione delle
testimonianze storico-culturali esistenti.
Centro storico – D.M. 25 febbraio 1974
Tutela ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 del centro storico di Camposampiero,
per il notevole interesse pubblico per la sua singolare conformazione
urbanistica, condizionato dalle circostanze topografiche e storiche, soprattutto
dalla ricca canalizzazione.
Si richiama anche il paragrafo “Centri storici (Atlante dei centri storici)” al
successivo punto 6.3, e la disciplina specifica per il centro storico di
Camposampiero, all’art.12 delle presenti norme.
15
Filare di platani – D.M. 22 novembre 1969
Tutela ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 dei filari di platani esistenti ai margini
della SR 307 e di una fascia ampia 20m ai lati della strada stessa.
Allevamenti zootecnici intensivi – L.R. 11/2004 – Atto di indirizzo “lettera d –
Edificabilità zone agricole”
Il PAT individua gli “allevamenti zootecnici intensivi”. Rispetto a tali
attrezzature vanno applicate le specifiche disposizioni di cui alla L.R.
11/2004 – Atto di indirizzo “lettera d – Edificabilità zone agricole”, circa le
distanze dai confini di proprietà, dai limiti della zona agricola, dalle abitazioni
civili sparse e concentrate, per:
gli ampliamenti dei centri zootecnici esistenti,
per la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali.
L’individuazione degli edifici si riferisce alla situazione rilevata in data 26
maggio 2003 e, preliminarmente agli interventi sopra elencati, può essere
modificata secondo le condizioni rilevabili al momento e certificabili con
parere U.L.S.S., senza che ciò costituisca variante al PAT.
6.2 RETE NATURA 2000 (V)
Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario
IT3260023-Muson Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga
D.P.G.R. n.241/2005
Il PAT, all’art.8, punto 8.6 delle presenti norme, classifica il Sito di Interesse
Comunitario come invariante.
Il SIC è individuato ai sensi della D.P.G.R. n.241/2005, e, ai fini della
salvaguardia e conservazione dell’habitat naturale e della flora e fauna
presenti, è soggetto alla direttiva europea Habitat 92/43/CEE, recepita con
D.P.R.357/1997 e alla D.G.R. n.2803/2002-“Guida metodologica per la
valutazione di incidenza ai sensi della direttiva 92/43CEE”.
I P.I., e in generale gli interventi interni all’ambito del SIC, o esterni agli
stessi, ma in grado, potenzialmente, di comportare incidenze significative su
di esso, sono soggetti a quanto previsto dalla D.G.R. n.2803/2002.
In tali interventi vanno salvaguardate le emergenze floro-faunistiche che
hanno determinato l’individuazione dell’area come zona S.I.C., con la
possibilità di fornire specifiche disposizioni e indirizzi sulla modalità di
attuazione degli interventi, e successiva gestione delle aree attuate.
16
6.3 PIANIFICAZIONE DI LIVELLO SUPERIORE (V)
Centri storici (Atlante dei centri storici)
Aree individuate nell’Atlante dei centri storici della Regione Veneto e soggette
alle disposizioni di cui all’art.24 delle norme del P.T.R.C.
Si richiama, per il centro storico di Camposampiero, anche il paragrafo
“Centro storico – D.M. 25 febbraio 1974” al precedente punto 6.1. e la
disciplina specifica per il centro storico di Camposampiero all’art.12 delle
presenti norme.
Ambiti naturalistici di livello regionale - P.T.R.C.
Aree soggette alle disposizioni per la tutela delle risorse naturalisticoambientali di cui all’art.19 delle Norme di Attuazione del P.T.R.C.
Agro centuriato (P.T.R.C.)
Area soggetta alle disposizioni dell’art.28 del P.T.R.C..
Disciplina specifica dell’agro-centuriato come invariante di natura storicomonumentale all’art.8
Aree a rischio Idraulico e Idrogeologico in riferimento al P.A.I. - P1 area a
moderata pericolosità
Area classificata dal P.A.I. come “P1 area a moderata pericolosità”, e
pertanto soggetta, in particolare, alle disposizioni di cui all’art.9 e 10 delle
Norme di attuazione del PAI.
Il PAT dispone in particolare il rispetto delle disposizioni inerenti la tutela
idraulica di cui all’art.7 delle presenti norme e quelle contenute nella
Valutazione di compatibilità idraulica del PAT stesso.
6.4 ZONE SISMICHE– zona 3 – O.P.C.M.3274/2003 (V)
Area classificata come zona 3 ai sensi dell’O.P.C.M.3274/2003, di cui vanno
rispettate le specifiche prescrizioni.
6.5 FASCE DI RISPETTO E ZONE DI TUTELA (V)
La sussistenza e conformazione dei vincoli di cui al presente paragrafo è
legata al permanere dell’elemento che lo genera, eventuali modifiche
17
nell’elemento generatore del vincolo determinano la conseguente modifica
del vincolo stesso, da recepire nel PI, senza che ciò determini variante al
PAT.
Viabilità/Fasce di rispetto – D.Lgs. n.285/1992
Disposizioni specifiche di cui al D.Lgs. n.285/1992
Non sono consentite nuove edificazioni. Fatte salve le disposizioni per gli
edifici con valore storico-ambientale di cui all’art.12, sono consentiti gli
interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento
conservativo, ristrutturazione edilizia.
Nelle fasce di rispetto delle strade è consentita:
ala realizzazione di nuove strade o corsie di servizio, l'ampliamento di
quelle esistenti, la costruzione dei manufatti di attraversamento, innesti
stradali, percorsi pedonali e ciclabili;
bla costruzione, a titolo precario, di impianti al servizio della circolazione
veicolare (distribuzione carburanti, assistenza automobilistica ecc.)
Ferrovia/Fasce di rispetto – DPR 753/1980
Disposizioni specifiche, in particolare inerenti edificazione, alberi, piante,
siepi, muriccioli di cinta, steccati o recinzioni, di cui al DPR 753/1980.
Cimiteri/Fasce di rispetto– TU leggi sanitarie - R.d. 1265/1934
Disposizioni specifiche di cui al TU leggi sanitarie - R.d. 1265/1934
Non sono consentite nuove edificazioni salvo le opere relative ai cimiteri e i
parcheggi.
Fatte salve le disposizioni per gli edifici con valore storico-ambientale di cui
all’art.12, sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro
e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento nella
percentuale massima del 10 per cento e cambio di destinazione d'uso, ai
sensi dell’art. 338 del TU Leggi Sanitarie RD 1265/1934.
Elettrodotti/Fasce di rispetto – L.R. 27/1993
Disposizioni specifiche di cui alla L.R. 27/1993.
Nelle fasce di rispetto degli elettrodotti non è consentita la costruzione di
edifici o servizi che costituiscano luoghi di permanenza superiore alle quattro
ore giornaliere; le distanze indicate potranno variare in rapporto
all'ottimizzazione delle linee, a piani di risanamento o modifiche legislative
che potranno intervenire, in relazione a quanto espresso dalla D.G.R.V. n.
1526/2000. Eventuali discordanze tra la situazione reale e quella indicata in
grafia di P.A.T., relativamente al tracciato degli elettrodotti, si risolvono a
favore della situazione di fatto documentata.
18
Depuratori/Fasce di rispetto – Del.Min.LL.PP.4 febbraio 1977
Disposizioni specifiche di cui alla Del.Min.LL.PP.4 febbraio 1977
Non sono consentite nuove edificazioni salvo le opere relative agli impianti di
depurazione e ai parcheggi.
Idrografia principale/servitù idraulica di cui al R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904
Disposizioni specifiche di cui al R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904.
Non sono consentite nuove edificazioni. Gli interventi dovranno essere
specificamente autorizzato a titolo precario, fermo restando l'obbligo di tenere
completamente sgombera da impedimenti una fascia di almeno 4 m.
Si richiamano anche le disposizioni inerenti i corsi d’acqua principali di cui
all’art.8 delle presenti norme, indicati nella tav.2, e quelle contenute nella
Valutazione di compatibilità idraulica allegata al PAT.
Idrografia principale/zone di tutela art.41 L.R.11/2004
Fatte salve le disposizioni per i corsi d’acqua pubblici di cui al D.Lgs 42/2004,
il P.A.T. dispone che i corsi d’acqua di pregio ambientale, indicati nelle tavole
di progetto con relative zone di tutela, vengano salvaguardati sulla base delle
seguenti disposizioni:
conservare il carattere ambientale delle vie d’acqua mantenendo i profili
naturali del terreno, le alberate, le siepi con eventuale ripristino dei tratti
mancanti e recupero degli accessi fluviali;
realizzare le opere attinenti al regime idraulico, alle derivazioni d’acqua,
agli impianti, ecc, nonché le opere necessarie per l’attraversamento dei
corsi d’acqua; le opere devono essere realizzate nel rispetto dei caratteri
ambientali del territorio;
Nelle zone di tutela, all’esterno delle aree di urbanizzazione consolidata e
degli ambiti di edificazione diffusa, non sono consentite nuove edificazioni:
nell’insieme di A.T.O. a dominanza dei caratteri del Sistema ambientale e
paesaggistico, per una profondità di m.100 dall’unghia esterna dell’argine
principale, o, in assenza di arginature, dal limite dell’area demaniale
nell’insieme di A.T.O. a dominanza dei caratteri del Sistema insediativo,
per una profondità di m.20 dall’unghia esterna dell’argine principale, o, in
assenza di arginature, dal limite dell’area demaniale
All’interno delle aree di urbanizzazione consolidata e degli ambiti di
edificazione diffusa l’edificabilità è preclusa solo nella parte soggetta a servitù
idraulica (R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904) di cui al paragrafo precedente.
Si richiamano anche le disposizioni inerenti i corsi d’acqua principali di cui
all’art.8 delle presenti norme, indicati nella tav.2, e quelle contenute nella
Valutazione di compatibilità idraulica allegata al PAT.
19
6.6 Disposizioni per il Piano degli interventi (P.I.) (P)
Il P.I. recepisce e aggiorna il quadro dei vincoli, delle disposizioni di
pianificazione territoriale sovraordinata, e delle fasce di rispetto di cui al
presente articolo.
20
Capo 1- Sistema ambientale e paesaggistico
Art. 7 - Fragilità
7.1 Equilibrio geologico, idrogeologico e idraulico (P)
Si richiama la Normativa sulle costruzioni di cui alla legge n.64 02.02.1974
e il D.M. 11.03.1988 con quanto precisato nella Circolare Regionale n°9
del 05.04.2000.
La progettazione degli interventi edificatori e di sistemazione dei terreni
deve sempre attenersi alle norme tecniche emanate con D.M. 11.03.1988
riguardante le “Indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii
naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la
progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle
terre e delle opere di fondazione”.
7.2 Idoneità edificatoria dei terreni
(P)
Il PAT suddivide il territorio comunale in zone contraddistinte da differente
grado di rischio geologico – idraulico e differente idoneità ad essere
urbanizzato, per le caratteristiche geologico-tecniche e idrogeologicheidrauliche (tav. 3):
1) zone non esposte al rischio geologico – idraulico: terreni idonei;
2) zone mediamente esposte al rischio geologico – idraulico: terreni
idonei sotto condizione;
3) zone molto esposte al rischio geologico – idraulico: terreni non idonei
Edificabilità
Il P.I. disciplina l’edificabilità del territorio in coerenza con le seguenti
disposizioni.
In tutti i tipi di terreno sono consentiti, oltre agli interventi di recupero del
patrimonio edilizio esistente, gli interventi in grado di migliorare le attuali
condizioni geologico-idrauliche e/o di mitigare il rischio, quali: regimazione
idraulica, bonifica e consolidamento del sedime di fondazione,
convogliamento di scarichi reflui abitativi ed agro-industriali con relativo
recapito in adeguati dispositivi di depurazione a manutenzione
permanente. Per gli interventi di mitigazione del rischio, il PI valuta anche
le possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli
strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della
compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti.
21
Sui terreni idonei gli interventi sono soggetti alle norme generali di tutela
dal rischio geologico – idraulico.
Sui terreni idonei sotto condizione gli interventi possono essere
autorizzati sulla base di puntuali elaborazioni geologico – tecniche,
analitiche e progettuali, valutate dal Comune, finalizzate a definire la
fattibilità dell’opera, le modalità esecutive per la realizzazione e per la
sicurezza dell’edificato e delle infrastrutture adiacenti.
Sui terreni non idonei non sono consentiti interventi di nuova costruzione,
ricostruzione, ampliamento. Sono comunque consentite le infrastrutture
stradali e impianti tecnologici di interesse pubblico, previo puntuali
elaborazioni geologico-tecniche, finalizzate a definire le modalità di
realizzazione delle opere per garantire le condizioni di sicurezza delle
opere stesse, nonché dell’edificato e delle infrastrutture adiacenti.
Il PI, sulla base di analisi geologico – idrauliche puntuali, può precisare e
ridefinire i limiti di zona, rappresentati nella tav. 3, giustificando le diversità
mediante adeguata documentazione geologico – tecnica allegata al P.I.
Il P.I. potrà prevedere altri interventi rispetto a quelli sopra elencati,
specificandone i limiti e le condizioni, qualora vengano realizzati interventi
conservativi o di ripristino, finalizzati a migliorare le condizioni di rischio.
Devono essere comunque rispettate le disposizioni date per i singoli ATO
e insiemi di ATO di cui al Titolo IV.
7.3 Aree esondabili e/o periodico ristagno idrico
(P)
Il PAT individua tra le “aree esondabili” o con “periodico ristagno idrico” le
aree che in passato sono state interessate da episodi, eccezionali o
ricorrenti, di esondazione dei corsi d’acqua o di fenomeni di allagamento:
E/1 - fianco di sinistra idrografica dell’Orcone: rischio di esondazione del
corso d’acqua principalmente per l’assenza di arginatura e per la
struttura leggermente dossiva ove scorre.
E/2 – area a ridosso del cavalcaferrovia dell’ospedale: difficoltà di deflusso
delle acque per la presenza di infrastrutture stradali in rilevato
E/3 - Canaletta Tentori – tratto in via Puccini: periodico ristagno idrico
legato all’inadeguatezza delle condotte e alle carenze nella
manutenzione.
E/4 - Canaletta Tentori – tratto in via Tentori: periodico ristagno idrico
legato all’inadeguatezza delle condotte e alle carenze nella
manutenzione
22
E/5 – area all’intersezione tra sp22 e ferrovia: difficoltà di deflusso delle
acque per insufficienza della rete di scolo e per depressione
topografica del sito
E/6 - punto di confluenza tra Vandura e scolo Moggia inferiore: problemi di
drenaggio delle acque per la presenza delle arginature
E/7, E/8 - punto di convergenza tra la ex-ferrovia Ostiglia e l’asse
ferroviario Padova Bassano, a nord di Camposampiero:
occasionale ostruzione della rete di scolo
E/9 - via Straelle: periodico ristagno idrico legato alla sezione insufficiente
di alcuni tratti del Fosso di Via Straelle, e a locali restrizioni e/o
ostruzioni (tubazioni danneggiate, disassate, ecc).
E/10 - punto di confluenza tra Muson Vecchio e scolo Pioveghetto:
difficoltà di deflusso delle acque per depressione topografica del
sito e per la presenza delle arginature
E/11 – punto di confluenza tra Muson Vecchio e rio Rustega: problemi di
drenaggio delle acque per la presenza delle arginature
E/12 - area a sud-est di Rustega: periodico ristagno idrico
E/13 - area a nord di Rustega: tracimazione degli scoli che attraversano il
centro abitato a causa della sezione insufficiente di alcuni tratti di
scolo, e di locali restrizioni e gomiti della rete di scolo
Il P.I. disciplina le aree in oggetto in coerenza con le disposizioni di cui al
successivo punto 7.4, e con quelle di seguito elencate:
-
-
-
-
salvaguardia dei caratteri dimensionali e morfologici che
garantiscono la funzionalità idraulica dei corpi idrici
Divieto di tombinamento o di chiusura di fossati esistenti, anche
privati, a meno di evidenti necessità attinenti la pubblica o privata
sicurezza; in caso di tombinamento occorrerà provvedere alla
ricostruzione planoaltimetrica delle sezioni idriche perse secondo
configurazioni che ripristinino la funzione iniziale sia in termini di
volumi che di smaltimento delle portate defluenti
eventuali ponticelli, tombamenti, o tombotti interrati, devono
garantire una luce di passaggio mai inferiore a quella maggiore
fra la sezione immediatamente a monte e quella immediatamente
a valle della parte di fossato a pelo libero;
negli interventi di nuova edificazione il piano di imposta dei
fabbricati dovrà essere fissato ad una quota superiore al piano di
campagna medio circostante, per una quantità da precisarsi
attraverso un’analisi della situazione morfologica circostante, e
comunque non inferiore ai 30cm
negli interventi di nuova edificazione per i volumi interrati, vanno
previsti adeguati sistemi di impermeabilizzazione e drenaggio, e
quanto necessario per impedire allagamenti dei locali, sono vietati
gli scivoli esterni per accesso ai garages, inoltre bocche di lupo,
23
-
sfiati ecc. vanno disposti sempre con apertura superiore a una
quota come definita al punto precedente
per le aree E/3, E/4, E/5, E/7, E/8, E/9, E/13, in particolare,
salvaguardia/ripristino delle condizioni di:
funzionalità della rete idrica, attraverso la ripresa di eventuali
punti critici strutturali (in particolare delle parti intubate)
accessibilità ai corpi idrici, per assolvere alle necessarie
operazioni di pulizia e manutenzione
Il P.I., sulla base di analisi geologico – idrauliche puntuali, può precisare e
ridefinire i limiti delle aree esondabili e/o con periodico ristagno idrico
rappresentati nella tav. 3, giustificando le diversità mediante adeguata
documentazione geologico – tecnica allegata al P.I.
Il PI valuta la possibilità di individuare, con idonea destinazione
urbanistica, appositi invasi, sia locali che diffusi, per il drenaggio, la
raccolta e lo scarico controllato delle piogge più intense, o per la
laminazione delle portate di piena dei corsi d’acqua a rischio di
esondazione. Per gli interventi finalizzati a contenere o risolvere le
situazioni critiche disciplinate dal presente articolo, il PI valuta anche le
possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli
strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della
compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti.
Devono essere comunque rispettate le indicazioni e prescrizioni fornite
dalla Valutazione di Compatibilità idraulica e le disposizioni date per i
singoli ATO e insiemi di ATO di cui al Titolo IV delle presenti norme.
7.4 Tutela idraulica
(D/P)
Il P.I. disciplina gli interventi di trasformazione del territorio in coerenza con le
disposizioni del presente paragrafo, che provvede a recepire ed
eventualmente integrare e dettagliare. Esso è inoltre tenuto a rispettare le
disposizioni date per i singoli ATO e insiemi di ATO di cui al Titolo IV e le
indicazioni e prescrizioni fornite dalla Valutazione di Compatibilità idraulica.
a) Assetto idraulico delle nuove urbanizzazioni/edificazioni
•
(D)
Le nuove urbanizzazioni/edificazioni dovranno essere attuate tenendo
presente la necessità di non aumentare eccessivamente i coefficienti
di deflusso e i coefficienti udometrici, incompatibili con le capacità della
rete scolante. Pertanto l’assetto idraulico dovrà essere adeguatamente
studiato adottando tecniche costruttive atte a migliorare la sicurezza ed
al contempo diminuire i coefficienti di deflusso con accorgimenti validi
sia per le lottizzazioni che per i singoli fabbricati.
24
•
Ad intervento urbanistico o edilizio eseguito, ed a parità di evento di
pioggia, la rete di smaltimento delle acque piovane deve prevedere
valori di portata massima non superiori al quelle stimabili nella
situazione ante intervento. A questo fine, si metteranno in atto le opere
di mitigazione idraulica più adeguate alla specifica situazione.
Queste saranno definite per ciascun progetto con la procedura di
calcolo e le modalità operative descritte nella Valutazione di
compatibilità idraulica allegata al piano.
b) Superfici impermeabili (D)
•
•
Prediligere sempre, nella progettazione delle superfici impermeabili,
basse o trascurabili pendenze di drenaggio superficiale, organizzando
una rete densa di punti di assorbimento (grigliati, chiusini, canalette di
drenaggio)
Utilizzo preferenziale di pavimentazioni destinate a parcheggio
veicolare pubblico/privato di tipo drenante ovvero permeabile, da
realizzare su opportuno sottofondo che garantisca l'efficienza del
drenaggio ed una capacità di invaso (porosità efficace) non inferiore ad
una lama d'acqua di 10 cm; la pendenza delle pavimentazioni
destinate alla sosta veicolare deve essere sempre inferiore a 1 cm/m;
c) Sistema di deflusso dell’acqua (P)
Salvaguardia delle vie di deflusso dell’acqua per garantire lo scolo ed
eliminare possibilità di ristagno, in particolare:
• salvaguardia o ricostituzione dei collegamenti con fossati o scoli
esistenti (di qualsiasi natura e consistenza);
• scoli e fossati non devono subire interclusioni o perdere la funzionalità
idraulica;
• ponticelli, tombamenti, o tombotti interrati, devono garantire una luce di
passaggio mai inferiore a quella maggiore fra la sezione
immediatamente a monte o quella immediatamente a valle della parte
di fossato a pelo libero;
• l'eliminazione di fossati o volumi profondi a cielo libero non può essere
attuata senza la previsione di misure di compensazioni idraulica
adeguate
• nella realizzazione di nuove arterie stradali, ciclabili o pedonali,
contermini a fossati o canali, gli interventi di spostamento sono
preferibili a quelli di tombamento; in casi di motivata necessità il
tombamento dovrà rispettare la capacità di flusso preesistente e il
rispetto del volume preesistente (conteggiato sino al bordo più basso
del fossato/canale per ogni sezione considerata)
25
d) Reti di smaltimento delle acque (D)
•
•
prediligere, nella progettazione dei collettori di drenaggi, basse
pendenze e grandi diametri
valutazione dell’opportunità di impiego di perdenti delle acque piovane
nel primo sottosuolo e tubazioni della rete acque bianche del tipo
drenante
e) Aree a verde pubbliche/private (D)
Negli interventi di nuova urbanizzazione, individuazione di aree a verde,
pubbliche e/o private, configurate, dal punto di vista plano-altimetrico, in
modo da renderle ricettori di parti non trascurabili di precipitazione defluenti
lungo le aree impermeabili limitrofe, e fungere, nel contempo, da bacino di
laminazione del sistema di smaltimento delle acque piovane. Tale bacino
andrà localizzato preferibilmente:
• a valle delle zone urbanizzate o da urbanizzare,
• lungo le sponde di scoli o canali a valenza pubblica (consorziale,
comunale o di competenza del Genio Civile), anche per permettere
futuri interventi di mitigazione e la manutenzione dei corsi d’acqua
26
Art. 8 -
Invarianti di natura ambientale e paesaggistica
8.1 Corsi d’acqua principali e principali arginature (D)
Costituiscono invariante la presenza del corso d’acqua nella sua continuità e
delle relative arginature, con i caratteri che garantiscono la funzionalità di
questi elementi dal punto di vista idraulico e ambientale.
Valgono le prescrizioni inerenti la servitù idraulica di cui al R.D. 368/1904 e
R.D. 523/1904, il vincolo paesaggistico di cui al D.Lgs. n. 42/2004, le zone di
tutela di cui alla L.R.11/2004 (già richiamate all’art.6 delle presenti norme).
Sono sempre consentite le opere di difesa idrogeologica, comprese le opere
attinenti la regimazione e la ricalibratura della sezione degli argini e degli
alvei, quali : difese delle sponde, briglie, traverse, ecc.
E’ inoltre consentita la piantumazione di specie adatte al consolidamento
delle sponde.
Eventuali ponti devono garantire una luce di passaggio mai inferiore a quella
maggiore fra la sezione immediatamente a monte o quella immediatamente a
valle della parte di fossato a pelo libero.
Nei tratti di percorso interni all’insediamento, vanno consolidati o ricostruiti,
dove possibile, le relazioni con gli spazi pubblici contigui (strade, percorsi
pedonali, piazze, aree verdi, ecc.).
Il PI individua i percorsi arginali da riqualificare e attrezzare, per favorire la
fruizione ludica/turistica del territorio aperto.
8.2 Area con presenza di sistemazioni agricole di interesse storico –
“cavini” (D)
Il P.A.T. individua e tutela le parti di territorio nelle quali permangono le
sistemazioni agricole tradizionali a “cavini”.
Costituiscono invariante, le parti di territorio coltivato che conservano tale
struttura tipica, e pertanto vi sono vietati gli interventi che ne alterano gli
elementi caratterizzanti :
la particolare morfologia del suolo coltivato,
la partizione dei campi,
la rete idrica,
gli apparati vegetali (siepi, filari, ecc.) connessi alla rete idrica
Il P.I.:
•
•
disciplina il territorio tutelando gli elementi di interesse indicati dal PAT
contiene l’edificazione diffusa, in coerenza con quanto previsto
27
•
all’art.14, punto 14.4 - ”Edificazione diffusa”
prevede la collocazione preferenziale degli interventi edilizi funzionali
all’attività agricola in adiacenza a fabbricati esistenti
8.3 Agro-centuriato (D)
Il P.A.T. tutela e promuove il recupero delle caratteristiche essenziali degli
elementi testimoniali che connotano l’assetto dell’impianto storico della
centuriazione.
Costituiscono invariante i segni persistenti che rendono riconoscibile tale
assetto storico, per i quali, all’interno degli A.T.O. con prevalenza dei caratteri
del Sistema ambientale, il PAT prevede le seguenti direttive:
•
componenti areali: ripartizione del territorio agricolo
Salvaguardia della struttura tradizionale del territorio agricolo legato
alla rete idrica.
•
componenti lineari: strade, strade poderali e interpoderali, canali di
scolo e di irrigazione, apparati vegetazionali disposti lungo gli assi
principali della centuriazione, ecc.
Vanno mantenute nei relativi aspetti strutturali, quali il tracciato, la
giacitura, e, ove possibile, le caratteristiche dimensionali essenziali.
E’ fatto divieto di interrare o tombare con canalizzazioni artificiali i corsi
d’acqua esistenti, su di essi sono consentiti solo tombamenti puntuali
per soddisfare esigenze di attraversamento viario, in trasversale.
Gli interventi di realizzazione, ampliamento e rifacimento di nuove
infrastrutture viarie e canalizie deve, ove possibile, riprendere gli
analoghi elementi lineari della centuriazione e comunque essere
complessivamente coerente con l’organizzazione territoriale.
•
componenti puntuali: tabernacoli agli incroci o lungo gli assi, edifici
storici, ecc.
Gli interventi di nuova edificazione, devono essere coerenti,
nell’orientamento e nella dislocazione, con l'organizzazione territoriale
e con la direzione degli assi centuriali presenti in loco.
Vanno rispettate le regole di organizzazione, disposizione reciproca e
orientamento dei singoli elementi lineari e puntuali (strade, corsi d’acqua ed
edifici). In particolare va conservata e, laddove possibile, ripristinata, la
“sezione” tradizionale, in senso nord-sud o ovest-est, fosso maggiore-stradafosso minore, con relativi apparati vegetazionali.
Le misure e gli interventi di tutela e valorizzazione, nonché gli interventi
funzionali allo studio, all'osservazione, alla pubblica fruizione dei beni e dei
28
valori tutelati, potranno essere organizzati da piani o progetti pubblici formati
in accordo con gli Enti competenti e con la competente Soprintendenza
archeologica. Tali piani o progetti possono prevedere la realizzazione di
attrezzature culturali e di servizio alle attività di ricerca, studio, osservazione
delle presenze archeologiche e degli eventuali altri beni e valori tutelati,
nonché di posti di ristoro e percorsi e spazi di sosta, ed altresì la
realizzazione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo, nonché di
impianti tecnici di modesta entità.
8.4 Ambiti agricoli a buona integrità
(D)
Costituiscono invariante nelle aree in oggetto i caratteri paesaggisticiambientali della ruralità e le funzioni agricole–produttive.
Il P.I.:
• salvaguarda l’assetto agrario e le relative sistemazioni funzionali alla
produzione agricola
• promuove lo sviluppo e l’integrità delle aziende agricole e dell’attività
agricola, e in particolare le tecniche e modalità di conduzione informate
ai principi della sostenibilità ambientale
• favorisce la fruizione turistica del territorio aperto, attraverso
l’organizzazione
di percorsi ciclopedonali connessi con gli
insediamenti, e la promozione di attività agrituristiche e di servizio
• tutela, recupera e valorizza gli elementi che rivestono particolare
valenza dal punto vista naturalistico-ambientale e quelli caratterizzanti
la struttura agricola tradizionale del territorio ( reticolo dei corsi
d’acqua, manufatti, viabilità vicinale, sistemazioni agricole tradizionali,
ecc.)
• contiene l’edificazione diffusa, in coerenza con quanto previsto
all’art.14, punto 14.4 - ”Edificazione diffusa”
• prevede la collocazione preferenziale degli interventi edilizi funzionali
all’attività agricola in adiacenza a fabbricati esistenti
8.5 Aree rilevanti per la rete ecologica territoriale
(D)
Nelle aree in oggetto, costituiscono invariante da tutelare e valorizzare i
caratteri naturalistici-ambientali che ne fanno bacino di risorse
naturali/ambientali per il mantenimento e sviluppo della biodiversità.
Il P.I.:
• sviluppa le valenze ecologiche del territorio aperto, promuovendo
l’impiego di colture e tecniche di conduzione che potenziano la
biodiversità e creano l’habitat ideale per il passaggio della fauna. In
particolare possono essere individuati interventi di rimboschimento e di
riqualificazione ambientale dei fondi, con riferimento alle tipologie di
intervento individuate dai regolamenti CEE n°2080/92 e 2078/92 e
29
•
•
•
•
secondo quanto previsto dal Piano di Sviluppo Rurale, in particolare la
Misura 8 - Forestazione e la Misura 9 - Altre misura forestali
tutela, recupera e valorizza gli elementi che rivestono particolare
valenza dal punto vista naturalistico-ambientale ( reticolo dei corsi
d’acqua e apparati vegetali ad esso connessi, masse arboree, ecc.)
favorisce la fruizione turistica del territorio aperto, attraverso
l’organizzazione
di percorsi ciclopedonali connessi con gli
insediamenti, e la promozione di attività agrituristiche e di servizio,
impostate e condotte secondo modalità rispettose dell’ambiente
contiene l’edificazione diffusa, in coerenza con quanto previsto
all’art.14, punto 14.4 - ”Edificazione diffusa”
prevede la collocazione preferenziale degli interventi edilizi funzionali
all’attività agricola in adiacenza a fabbricati esistenti
8.6 Rete Natura 2000 – Sito di Interesse Comunitario IT3260023-Muson
Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga (V)
Costituiscono invariante i caratteri naturalistici-ambientali che ne fanno bacino
di risorse naturali/ambientali per il mantenimento e sviluppo della biodiversità.
Il P.A.T. tutela il Sito di Interesse Comunitario, secondo le disposizioni di cui
all’art.6 delle presenti norme.
8.7 Tracciato ex-ferrovia Ostiglia (D)
Costituisce invariante il tracciato della ex-ferrovia Ostiglia in quanto:
direttrice libera per la costruzione di relazioni/connessioni all’interno di
un territorio vasto, tra Ostiglia e Treviso
area verde di importanza rilevante dal punto di vista naturalistico
all’interno della rete ecologica territoriale
Il P.I. definisce l’area di pertinenza del tracciato e assegna la destinazione
d’uso, in coerenza con gli obiettivi di tutela previsti dal P.A.T.
30
Art. 9 -
Azioni di tutela del sistema ambientale e
paesaggistico
9.1 Ambiti di territorio aperto da valorizzare
(D)
Gli Ambiti di territorio aperto da valorizzare sono aree con particolare pregio e
caratterizzazione dal punto di vista naturalistico, ambientale e paesaggistico,
per la vegetazione, la presenza di corsi o specchi d’acqua, ecc..
In virtù di tali caratteristiche va promossa la riqualificazione e manutenzione
di tali ambiti, da inserire nel sistema dei percorsi ciclo-pedonali di visitazione
e fruizione del territorio aperto.
Il PI recepisce le presenti disposizioni e promuove le attività finalizzate alla
fruizione turistica e quelle a scopo ricreativo, didattico e scientifico-culturale,
rispetto alle quali è consentita la creazione di percorsi, luoghi di sosta e
minime attrezzature ricettive, da realizzarsi in coerenza con gli obiettivi di
tutela indicati dal PAT.
9.2 Cave senili (D)
Il PAT individua e tutela le cave senili, e ne prescrive la riqualificazione e
sistemazione dell’assetto ambientale e naturalistico legato alla presenza dello
specchio d’acqua, e la valorizzazione ai fini turistici, ricreativi e/o didattici, con
inserimento nei percorsi di fruizione e visitazione del territorio.
Il PI promuove le attività finalizzate alla fruizione turistica e quelle a scopo
ricreativo, didattico e scientifico-culturale rispetto alle quali è consentita la
creazione di percorsi, luoghi di sosta e minime attrezzature ricettive, da
realizzarsi in coerenza con gli obiettivi di tutela indicati dal PAT.
9.3 Alberi di interesse paesaggistico e formazioni vegetali di valore
storico-culturale (D)
Il PAT individua e tutela gli esemplari o gruppi di esemplari arborei di
interesse paesaggistico, per la specie di appartenenza, le dimensioni, il
portamento, le caratteristiche estetiche generali, il ruolo visivo svolto nel
contesto paesaggistico urbano o rurale, le condizioni fitosanitarie, inoltre
individua le principali formazioni vegetali di valore storico-culturale, elementi
caratterizzanti parchi e complessi di interesse storico.
Gli interventi di abbattimento sono consentiti solo in caso di dimostrate ragioni
fitosanitarie, statiche, pubblica utilità ovvero di pericolo per la comunità, in
particolare, nel caso delle formazioni vegetali di valore storico-culturale,
queste, in caso di abbattimento, devono essere sostituite con altre della
stessa specie.
31
Il PI recepisce le presenti disposizioni e può individuare ulteriori elementi
vegetali di interesse paesaggistico o di valore storico-culturale
32
Art. 10 - Azioni strategiche del sistema ambientale e
paesaggistico
10.1 Ricomposizione e riordino della zona agricola a seguito dell’inserimento
delle infrastrutture viarie (D)
Il PI promuove e incentiva l’organizzazione e la sistemazione delle
parti di territorio aperto interessato dall’inserimento delle nuove
infrastrutture viarie ai fini di:
- ridurre il disagio o danno provocato alle aziende agricole operanti,
riorganizzando e ripristinando le condizioni di operatività delle
funzioni agricole (ad esempio garantendo, tra corpi aziendali
separati dalle infrastrutture, i collegamenti minimi funzionali alla
conduzione dell’attività agricola)
- ridisegnare il paesaggio rispetto al nuovo elemento infrastrutturale
inserito, riducendone gli impatti anche attraverso interventi di
rimboschimento dei fondi
- mitigare l’impatto visivo, acustico e da polveri legato alle nuove
infrastrutture, in particolare rispetto agli insediamenti esistenti,
attraverso la creazione di fasce tampone boscate di adeguata
profondità e correttamente strutturate per un’efficace azione di
filtro.
Il PI, rispetto al raggiungimento degli obiettivi descritti, valuta la
possibilità di operare con programmi complessi, o di applicare gli
strumenti della perequazione urbanistica, e della compensazione
urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti.
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
10.2 Dispositivi di filtro (D)
Il PAT individua le principali situazioni di contiguità tra funzioni e
attrezzature che determinano un certo grado di disturbo sull’intorno, in
termini acustici, visivi, olfattivi, o di altra natura, e funzioni per le quali,
in particolare, tale disturbo non è compatibile.
Il PI prevede il superamento o limitazione di tali situazioni di
incompatibilità, prevedendo e incentivando, dove possibile, il
trasferimento delle funzioni incompatibili ovvero disponendo
l’inserimento di dispositivi di filtro e schermatura, a mitigazione delle
azioni di disturbo esercitate da una delle due funzioni sulla contigua. A
questo fine il PI valuta la possibilità di operare con programmi
complessi, o di applicare gli strumenti del credito edilizio, della
perequazione urbanistica e della compensazione urbanistica,
definendone gli ambiti e i contenuti.
33
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
10.3 Direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei
servizi, delle reti di connessione ciclopedonali (D)
Ai fini della fruizione turistica del territorio e della riqualificazione e
potenziamento della rete ecologica, il P.A.T. programma, lungo
direttrici strategiche preferenziali estese al territorio aperto e agli
insediamenti, la messa a sistema delle aree per servizi e a verde in
modo da garantire una maggiore funzionalità delle stesse, una migliore
qualità del tessuto urbano in cui i servizi si integrano, il
consolidamento/sviluppo di una rete di aree a verde connessa con il
territorio aperto esterno agli insediamenti.
Il PI recepisce le direttive del PAT:
nell’organizzazione territoriale delle funzioni e in particolare degli
spazi e attrezzature didattiche, per lo sport e il tempo libero
nella localizzazione dei percorsi e spazi ciclopedonali
nella disciplina del territorio agricolo
nella disciplina degli spazi aperti pubblici/privati interni ed esterni
agli insediamenti
Il PI inoltre recepisce le seguenti direttive specifiche per le due direttrici
individuate:
Direttrice a – Muson Vecchio
L’asse del Muson Vecchio intercetta:
- diversi tra i principali luoghi del territorio aperto meritevoli di
valorizzazione per la qualità naturalistico-ambientale (SIC Muson
Vecchio, sorgente e roggia Acqualonga, punto di confluenza tra
Muson Vecchio e Vandura, innesto dell’Ostiglia, corso del Muson
Vecchio, due cave senili, punto di confluenza tra Muson Vecchio e
Rio Rustega),
- in corrispondenza del capoluogo, il nodo d’acque del “centro
storico” e una catena di aree verdi che interrompono la
compattezza dell’insediamento consolidato (parco dei Santuari
Antoniani, scoperti di pertinenza delle ville Querini, e Campello,
giardini pubblici)
- alcuni tra i principali luoghi di interesse culturale e turistico di
Camposampiero (Santuari Antoniani, Municipio, ville Querini e
Campello)
Il PI sviluppa e valorizza le valenze strategiche, dal punto di vista
ambientale e turistico, della “Direttrice a”, attraverso:
- l’individuazione di percorsi di fruizione turistica del territorio
continui, di raccordo tra gli insediamenti e il territorio aperto
34
-
la promozione delle iniziative pubbliche/private connesse
all’individuazione di attrezzature di servizio e spazi per attività
turistiche, didattiche e per il tempo libero
Direttrice b – Muson dei Sassi
L’asse del Muson dei Sassi occupa una posizione strategica per
diventare interfaccia di qualità, direttrice di ricucitura e corridoio verde,
tra l’insediamento consolidato a ovest e quelli in previsione a est,
all’interno degli ATO R2.4 e R3.1. Con questo obiettivo si definiscono
le seguenti direttive:
1. Nel quadro degli ambiti di sviluppo urbano previsti negli ATO R2.4
e, per quanto possibile, R3.1, creazione di relazioni funzionali tra i
nuovi insediamenti e il torrente:
- organizzando preferenzialmente a ridosso del torrente i luoghi
centrali, gli spazi pubblici e di relazione, le attrezzature
pubbliche/private di servizio per la cultura, l’istruzione, lo sport e
il tempo libero, e in particolare le aree a verde, anche creando
interrelazioni con quelle esistenti al di là del corso d’acqua
(parco, scuole superiori, ecc.)
- orientando il sistema dell’accessibilità ciclopedonale verso il
corso d’acqua
2. individuazione, nelle aree di urbanizzazione consolidata, soprattutto
residenziali, a ovest del Muson dei Sassi (ATO R2.1), di possibili
punti di connessione ciclopedonali con gli argini.
3. organizzazione di una struttura di percorsi ciclopedonali in senso
nord-sud lungo gli argini del Muson, e in senso est-ovest tra le due
sponde, in posizioni strategiche rispetto all’organizzazione
dell’insediamento e alle funzioni localizzate (soprattutto servizi)
4. miglioramento e riqualificazione delle connessioni automobilistiche
a cavallo del torrente, funzionalmente all’organizzazione dei nuovi
insediamenti nell’ATO R2.4
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
10.4 Vegetazione in ambito urbano e nel territorio aperto (D)
Nei diversi contesti urbani e di territorio aperto il PI promuove l’impiego
preferenziale di specie vegetali autoctone, scelte tra quelle le cui
caratteristiche generali meglio rispondono alla specifica situazione.
In particolare il PAT, per la scelta delle specie vegetali, fornisce le
seguenti indicazioni (che non precludono comunque l’utilizzo di specie
differenti da quelle elencate, purchè adatte alla specifica situazione)
che potranno essere precisate e integrate in sede di PI.
35
Piante per siepi o ambiti campestri:
Quercus robur
Quercus petraea
Carpinus betulus
Acer campestre
Ulmus minor
Fraxinus excelsior
Fraxinus angustifolia
Tilia platyphyllos
Viburnum opulus
Cornus sanguinea
Corylus avellana
Euonymus europaeus
Piante da mettere a dimora lungo i corsi d’acqua:
Alnus glutinosa
Salix alba
Salix viminalis
Salix cinerea
Salix caprea
Platanus sp. pl.
Viburnum opulus
Piante adatte ad alberature stradali:
Fraxinus excelsior
Fraxinus angustifolia
Acer platanoides
Platanus sp.pl.
Celtis australis (solo dove ci sia spazio sufficiente per le radici)
Prunus cerasifera pissardi
Pyrus calleryana
Piante adatte alla formazioni di parchi o giardini pubblici:
Possono essere utilizzate tutte le specie generalmente presenti
avendo cura che almeno il 70% delle piante impiegate nell’intervento
appartenga a specie autoctone (Quercus robur, Quercus petraea,
carpinus betulus, Acer campestre, Fraxinus angustifolia, Fraxinus excelsior,
Ulmus minor, Tilia platyphyllos, ecc...)
Piante adatte alla formazioni di giardini privati:
Possono essere utilizzate tutte le specie generalmente presenti
avendo cura che almeno il 50% delle piante impiegate nell’intervento
appartenga a specie autoctone (Quercus robur, Quercus petraea,
carpinus betulus, Acer campestre, Fraxinus angustifolia, Fraxinus excelsior,
Ulmus minor, Tilia platyphyllos, ecc...)
Piante adatte a svolgere funzioni di mascheramento o per formare siepi
in grado di trattenere le polveri:
Carpinus betulus
36
Quercus ilex
Prunus laurocerasus
Photinia serrulata
Cupressocyparis leylandii
Ligustrum ovalifolium
10.5 Mantenimento delle discontinuità presenti (P)
Lungo gli assi viari di connessione territoriale maggiormente interessati
dal fenomeno dell’edificazione diffusa, il PAT prevede il mantenimento
dei punti di discontinuità esistenti, in posizione strategica, nei fronti di
edificazione.
A questo fine, all’interno degli ambiti di Edificazione diffusa
contrassegnati dal simbolo “Mantenimento delle discontinuità presenti”
(tav.4b):
- il PI dispone gli utilizzi e gli interventi in modo da garantire la tutela
dei punti di discontinuità, strategici per le interconnessioni
funzionali e percettive degli spazi aperti e per le integrazioni del
sistema viario
- fino all’approvazione del PI è vietata l’edificazione in
corrispondenza di tutti i punti di discontinuità esistenti
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
10.6 Allevamenti da trasferire (P)
Negli allevamenti contrassegnati con il simbolo “allevamento da
trasferire”, localizzati negli A.T.O. con prevalenza dei caratteri del
sistema insediativo, il PI disciplina i criteri e le modalità del
trasferimento, valutando anche la possibilità di operare con programmi
complessi o di applicare lo strumento del credito edilizio di cui definirà
gli ambiti e i contenuti, e limita gli interventi possibili alla sola manutenzione ordinaria sino al trasferimento dell’allevamento. Ai fini del
trasferimento degli allevamenti è consentito l’insediamento di funzioni
diverse da quelle previste negli ATO con prevalenza dei caratteri del
sistema insediativo, purché tali funzioni siano compatibili con gli
insediamenti contigui.
37
Art. 11 – Territorio agricolo
Il territorio agricolo viene definito dal P.I. e normato ai sensi degli art.43, 44 e
45 della L.R.11/2004.
Il territorio agricolo è parte integrante del sistema del territorio aperto, ed è
individuabile sia all’interno degli ATO con prevalenza dei caratteri del sistema
ambientale e paesaggistico sia all’interno degli ATO con prevalenza dei
caratteri del sistema insediativo.
11.1 - Disposizioni per gli edifici e i manufatti esistenti (P)
a. Disposizioni generali
Fatte salve le disposizioni date per gli immobili di valore culturale, le
disposizioni date per i singoli ATO e insiemi di ATO e/o dal successivo P.I,
sono consentiti, negli edifici esistenti:
-
gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento
conservativo, ristrutturazione edilizia
-
gli interventi di riqualificazione ambientale di cui al successivo punto
11.2-d
b. Edifici con utilizzazioni multiple, non più funzionali alle esigenze del fondo
Il P.I. identifica gli edifici esistenti non più funzionali alle esigenze del
fondo. Per detti edifici possono essere consentite utilizzazioni diverse da
quelle agricole solo se gli immobili interessati:
● dispongono o realizzano, le opere di urbanizzazione adeguate alle
nuove utilizzazioni;
● sono coerenti o vengono resi coerenti con i caratteri tradizionali
dell'edilizia rurale e con l’ambiente, anche mediante modifica dei
manufatti che per dimensione, forma, colore, ecc, contrastano con i
caratteri ambientali dei luoghi.
11.2 Edificabilità (P)
a . Disposizioni generali
● Nel territorio agricolo sono ammessi, in attuazione di quanto previsto
dal PAT e dal P.I., esclusivamente interventi edilizi in funzione
dell’attività agricola, siano essi destinati alla residenza che a strutture
agricolo – produttive così come definite dalla Giunta Regionale con
apposito provvedimento.
● Gli interventi sono consentiti sulla base di un piano aziendale:
- esclusivamente all’imprenditore agricolo di un’azienda agricola con i
requisiti indicati dal comma 2, dell’art.44, della L.R. n°11/04;
38
- redatto da un tecnico abilitato del settore, con i contenuti precisati dal
comma 3 dell’art. 44, della L.R. n° 11/04 e nel rispetto delle
successive disposizioni emanate dalla Regione Veneto.
Gli interventi di cui sopra sono consentiti:
● per l’ampliamento di case di abitazione esistenti, fino al limite di 800
mc comprensivi dell’esistente, ampliabili di 200 mc per ogni familiare
e/o addetto regolarmente occupato come unità lavoro, documentabile
con l’iscrizione agli specifici ruoli previdenziali presso l’INPS e
comunque non oltre 1200 mc;
● per nuove case di abitazione, qualora non esistenti nell’azienda
agricola, fino ad un limite di 600 mc. per ogni azienda agricola,
ampliabili di 100 mc per ogni familiare e/o addetto regolarmente
occupato come unità lavoro, documentabile con l’iscrizione agli
specifici ruoli previdenziali presso l’INPS,e comunque non oltre 1200
mc;
● per le strutture agricolo – produttive nei limiti strettamente necessari
per la loro funzionalità e congruità rispetto all’attività aziendale, qualora
l’intervento non contrasti con i valori ambientali e/o culturale dei luoghi.
Le nuove costruzioni, ricostruzioni ed ampliamenti devono rispettare le
seguenti disposizioni sui caratteri tipologici degli edifici, le disposizioni di
cui all’art.8, punti 8.4 e 8.5 delle presenti norme, quelle date dal P.I.,
compresi i limiti di altezza e di distanza, gli indirizzi per la riqualificazione
ambientale delle aree scoperte, nonché le disposizioni specifiche date per
gli ATO e insiemi di ATO.
b. Caratteri tipologici degli edifici
Gli interventi edilizi devono essere progettati sulla base dei seguenti
indirizzi:
● rispettare l'ambiente agricolo ed in particolare, i caratteri dell'edilizia
tradizionale ricercando la coerenza con la tipologia, i materiali e i colori
tipici delle preesistenze rurali del luogo;
● escludere le tipologie edilizie e le strutture estranee all'ambiente
rurale;
● rispettare la morfologia del piano di campagna esistente evitando le
deformazioni contrastanti con i caratteri del territorio;
● rispettare le visuali di interesse storico e ambientale;
● prevedere:
- coperture con tetto a falde congiunte sul colmo e manto realizzato
con materiali tradizionali;
- murature perimetrali con finiture esterne e tinteggiature del tipo
tradizionale;
- scale disposte solo all'interno dell'edificio;
- l’esclusione di nuovi poggioli sporgenti ai piani superiori degli edifici
con possibilità di costruire logge interne al perimetro del fabbricato;
● possibilità di realizzare annessi rustici purché con pianta di forma
semplice, possibilmente rettangolare.
39
c. Limiti di altezza e distanza degli edifici
Le disposizioni sulla volumetria, sulle distanze e sulle altezze delle nuove
costruzioni, ricostruzioni e ampliamenti vengono date dal P.I. nel rispetto
delle indicazioni di legge.
d. Riqualificazione ambientale delle aree scoperte
Allo scopo di favorire la riqualificazione ambientale, il Comune, può
consentire la demolizione di edifici o parti di edifici in contrasto con
l'ambiente, ovvero, per motivi statici ed igienici; in tal caso potrà essere
autorizzata la ricostruzione del volume demolito, nei limiti stabiliti dal P.I.
I progetti di intervento devono comprendere anche la sistemazione delle
aree scoperte di pertinenza.
e. Vincoli
•
Al rilascio del permesso di costruire delle nuove costruzioni ad
uso abitativo è istituito, a cura del richiedente, sul fondo di
pertinenza un vincolo di non edificazione trascritto presso la
conservatoria dei registri immobiliari.
•
Le abitazioni esistenti mantengono il vincolo di non edificazione
sul fondo di pertinenza.
•
L’ampiezza del fondo di pertinenza di cui al comma 1, è
determinato sulla base dell’apposito provvedimento emanato
dalla Regione del Veneto;
•
Le abitazioni e gli edifici destinati a strutture agricolo –
produttive determinano un vincolo di destinazione d’uso fino alla
eventuale variazione del P.I.
•
La demolizione parziale o totale delle abitazioni o delle strutture
agricolo – produttive, riduce o elimina il vincolo.
•
Il comune si dota di un registro fondiario sul quale trascrivere i
dati catastali degli immobili e dei fondi vincolati ed una planimetria
su cui risultano individuate tali aree vincolate ad edifici costruiti
nel proprio territorio o in quello dei comuni vicini qualora il fondo
interessato alla costruzione ricada in più di un comune.
Le Serre, i Vivai e gli allevamenti vengono disciplinati dal Piano Degli
Interventi P.I.
f. Interventi di trasformazione del territorio agricolo
Gli interventi consentiti devono rispettare i caratteri ambientali definiti dalla
morfologia dei luoghi, dagli insediamenti rurali, dalla tipologia e
dall'allineamento delle alberature e delle piantate, dalla maglia poderale,
dai sentieri, dalle capezzagne, dai corsi d'acqua, ecc.
Il PI valuta le possibilità di operare con programmi complessi, o di
applicare gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e
della compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti, per
la realizzazione di:
- infrastrutture stradali o impianti tecnologici di interesse pubblico,
40
-
-
interventi per la riqualificazione ambientale e paesaggistica (parchi
agrari, boschi di pianura, eliminazione di elementi detrattori di qualità,
fasce tampone e barriere di mitigazione per elementi ad impatto
negativo sul contesto ambientale, ecc.),
interventi per la fruizione turistico-ricreativa del territorio agricolo
g. Tutela ambientale
Il PI promuove le seguenti azioni:
● - cura dei corsi d'acqua, con particolare riferimento all'assetto e alla
sistemazione delle sponde e degli attraversamenti;
● - mantenimento delle alberature di valore ambientale, con possibilità di
sostituire gli esemplari malati con specie analoghe o compatibili;
● - mantenimento delle alberature d'alto fusto e degli elementi
vegetazionali singoli o associati (alberature, piantate, siepi, ecc) di
valore naturalistico e/o storico – ambientale, con possibilità di
integrare la vegetazione esistente con nuovi raggruppamenti arborei,
formati da specie di tipo tradizionale, disposti in coerenza con gli
insediamenti, con la tessitura dei fondi e con la configurazione
orografica del suolo;
● - recupero e riqualificazione dei sentieri e delle strade agrarie, anche
se poco utilizzate, che potranno essere aperte all'uso pubblico, sulla
base di apposita convenzione, ed essere utilizzate, oltre che per gli
usi agricoli, anche per l'uso pedonale, ciclabile e per l'equitazione; in
tale caso i percorsi devono essere sistemati con fondo stradale
naturale;
● - mantenimento della funzionalità dei fossi poderali, della rete
scolante, eventuali interventi devono rispettare le disposizioni di cui
all’art.7, punto 7.4, lettera c);
● - interventi di manutenzione delle sedi stradali esistenti;
● - la vegetazione non produttiva ( siepi, alberature autoctone, zone
boschive, ecc.) deve essere salvaguardata in quanto elemento
caratterizzante il paesaggio.
Sono comunque consentite le opere necessarie per il soddisfacimento
dei fabbisogni idropotabili e le opere di difesa idrogeologica, comprese le
opere attinenti la regimazione e la ricalibratura degli alvei dei corsi
d’acqua.
Non sono consentiti i seguenti interventi:
• l’introduzione di specie vegetali suscettibili di provocare alterazioni
ecologicamente dannose;
• l’uso fuori strada di mezzi motorizzati, con esclusione dei mezzi
necessari ai lavori agricoli e per i servizi di protezione civile, nonché
dei mezzi d’opera necessari per la costruzione e l’esercizio degli
impianti e delle attrezzature;
• tagliare a raso, bruciare, estirpare e sradicare i filari di siepi o le
singole piante autoctone e/o naturalizzate presenti nel territorio, salvo il
caso di inderogabili esigenze attinenti le opere di pubblica utilità o di
esigenze fito - sanitarie; è comunque consentito lo sfoltimento e
41
•
l’utilizzazione turnaria delle piante, previo parere delle autorità
competenti;
Le recinzioni devono essere realizzate con materiali naturali.
h. Il Comune promuove, con la collaborazione delle associazioni di
categoria, la riqualificazione del territorio agricolo e la riqualificazione della
viabilità rurale di interesse paesaggistico ed ambientale. A tal fine valgono
i seguenti indirizzi:
• incentivare metodi di produzione più rispettosi degli ecosistemi agricoli
e compatibili con il carattere del paesaggio;
• orientare l’attività aziendale verso la produzione di servizi ambientali,
anche in relazione alle potenzialità ricreative, sportive e culturali
presenti;
• sostenere le iniziative e le pratiche colturali finalizzate al
rimboschimento e, in generale, alla rinaturalizzazione delle aree
dismesse dall’agricoltura.
42
Capo 2 - Sistema insediativo
Art. 12 - Invarianti di natura storico-monumentale
Il PAT prescrive la tutela, il recupero, la valorizzazione dei tessuti
urbani e dei manufatti di interesse culturale.
A questo fine il PAT individua e disciplina con il presente articolo le
seguenti Invarianti di natura storico-monumentale:
-
-
il centro storico di Camposampiero con il complesso dei Santuari
Antoniani (per i quali si richiamano anche i riferimenti specifici
all’art.6 delle presenti norme, punti 6.1 e 6.3),
il sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al
centro storico, comprensiva degli edifici con valore storicoambientale e relativo scoperto di pertinenza
All’interno del centro storico e nel sistema dell’edilizia con valore
storico-ambientale sono individuati gli edifici con valore storicoambientale, tra i quali le emergenze architettoniche (alcuni delle quali
con vincolo ai sensi del D.Lgs. n.42/2004- art.6 delle presenti norme) e
le ville venete (ville individuate dall’Istituto Regionale per le Ville
Venete, tra le quali alcune con vincolo ai sensi del D.Lgs. n.42/2004art.6 delle presenti norme).
12.1 Centro storico di Camposampiero
12.1.1 Insiemi urbani (D)
Nel centro storico di Camposampiero, si distinguono i seguenti quattro
“insiemi urbani” che il PAT riconosce come luoghi a forte carattere
identitario per la comunità ( Tav. 2), per i quali indica l’“intervento
guida”. Gli “interventi guida” costituiscono orientamento al PI per la
disciplina del centro storico.
a) Insieme n°1 –comprendente la parte di centro storico inclusa nel
nodo d’acque alla confluenza di Fosso Vandura e Muson Vecchio,
vi sono localizzati l’edificio storico con la torre, che oggi ospita il
Municipio, e la torre dell’orologio.
Temi: - Insieme emergente per valore storico, architettonico,
ambientale, con presenza di edifici in contrasto con il
contesto
- Circuito d’acque alla confluenza di Muson Vecchio e
Vandura, come elemento caratteristico e caratterizzante il
nucleo storico
- Utilizzo degli spazi scoperti, a piazza, come area di sosta
43
-
mancanza di continuità delle relazioni tra le piazze del
centro e i contigui Santuari Antoniani, soprattutto per il
passaggio di via S.Antonio, ultimo tratto della
“circonvallazione” intensamente trafficato.
Intervento guida :
- recupero e riqualificazione degli edifici con valore storicoambientale
- riqualificazione e valorizzazione dei corsi d’acqua e dei
fronti edilizi e percorsi prospicienti
- Riorganizzazione del sistema della circolazione e della
sosta automobilistica (nel quadro di un piano
complessivo per l’intero centro urbano), al fine di
alleggerire/eliminare l’accessibilità automobilistica
- Ricucitura delle relazioni con i contigui Santuari
Antoniani, attraverso la riorganizzazione del sistema
della circolazione e l’adeguata riqualificazione della
scena urbana
b) Insieme n° 2 – comprendente il complesso monumentale dei
Santuari Antoniani, con le emergenze dell’Oratorio del Noce e della
cella di S.Antonio.
Temi: - Insieme emergente per valore storico, architettonico,
ambientale
- mancanza di continuità delle relazioni tra il complesso dei
Santuari Antoniani e le contigue piazze del centro,
soprattutto per il passaggio di via S.Antonio, ultimo tratto
della “circonvallazione” intensamente trafficato.
Intervento guida :
- recupero e riqualificazione degli edifici con valore storicoambientale
- Ricucitura delle relazioni con il contiguo centro storico
interno al nodo dei corsi d’acqua, attraverso la
riorganizzazione del sistema della circolazione (nel
quadro di un piano complessivo per l’intero centro
urbano) e la riqualificazione della scena urbana
c) Insieme n° 3 – comprendente la fascia urbana lungo la SR 307
Temi: - emergenze architettoniche: villa Chinaglia, villa Legrenzi
Dal Poz
- Canali Vandura e Tergolino ai lati della SR 307, come
elementi caratteristici e caratterizzanti il nucleo storico
- SR 307, intensamente trafficata, come barriera per le
relazioni tra i due fronti della strada
44
Intervento guida :
- recupero e riqualificazione degli edifici con valore storicoambientale
- riqualificazione e valorizzazione dei corsi d’acqua e dei
fronti edilizi e percorsi prospicienti
- Riqualificazione della SR 307 con assegnazione di un
ruolo di distribuzione urbana (nel quadro di un piano di
riorganizzazione complessiva del sistema della
circolazione per l’intero centro urbano) e ricucitura delle
relazioni tra i due fronti prospicienti la strada
- ridisegno complessivo degli spazi scoperti che distingua
ed evidenzi gli spazi pedonali e quelli per la circolazione
automobilistica, e che ridefinisca il rapporto con i corsi
d’acqua e la strada
d) Insieme n° 4 – comprendente l’area urbana a est del nodo d’acque
formato dal Vandura e dal Muson Vecchio.
Temi: - emergenze architettoniche: villa Querini, villa Campello
- Corsi
d’acqua
come
elementi
caratteristici
e
caratterizzanti il nucleo storico
- ampia area di sosta a ridosso del centro
Intervento guida :
- valorizzazione del ruolo urbano di villa Querini e villa
Campello, sede di funzioni di interesse pubblico
12.1.2 Disposizioni generali (D)
Costituiscono invariante l'organismo urbano storico e gli elementi
storici che concorrono a definirlo (edifici e manufatti, strade, aree verdi,
cortili e spazi aperti, corsi d’acqua, ecc).
Gli interventi consentiti sono prevalentemente orientati a conservare e
valorizzare tali elementi e consentire una lettura integrata dei caratteri
identificativi e della morfologia del centro storico e dei singoli insiemi
urbani che lo compongono, in coerenza con il processo di formazione
urbana. A tal fine essi devono rispettare i seguenti indirizzi di
progettazione urbanistica:
•
Edifici
Nella Scena Urbana i diversi edifici intervengono con ruoli e
funzioni specifiche che gli interventi devono evidenziare e
valorizzare:
Per gli elementi emergenti gli interventi devono favorire la
percezione complessiva del volume edilizio e della sua
45
-
-
copertura.
Per i fronti dominanti la forometria, le opere di finitura, i
materiali, i colori, il trattamento delle superfici, l’attacco a terra
devono accentuare il carattere dominante del fronte.
Gli altri volumi e gli altri fronti svolgono una funzione
complementare, di raccordo e quindi devono essere
caratterizzati in modo coerente con tale ruolo, adottando
linguaggi e soluzioni tali da evitare la “competizione” con gli
elementi caratterizzanti del Centro Storico.
● Piazze, slarghi, passaggi pedonali, portici
Valorizzare gli spazi pedonali con lo scopo di caratterizzare la città
antica, nella quale ogni elemento edificato ed ogni spazio aperto,
assumono una propria individualità in rapporto alla funzione ed ai
caratteri dell’ambiente, edificato o naturale, circostante.
Usare pavimentazioni:
- coerenti con l’esistente,
- adatti al calpestio, non sdrucciolevoli, di facile manutenzione e
sostituzione,
- in grado di favorire i percorsi pedonali, la sosta, gli incontri e gli
scambi tra le persone, e tali da distinguere ed evidenziare le
diverse funzioni delle aree riservate alla circolazione/sosta dei
veicoli ed ai pedoni
- con soluzioni prive di barriere architettoniche.
•
Verde pubblico o di uso pubblico e verde privato
Considerare le aree sistemate a verde come elementi di rilevante
interesse, anche figurativo, per esprimere il carattere e la individualità dell'insediamento.
La sistemazione di dette aree deve rispettare i caratteri urbanistici
ed architettonici dei luoghi, valutando:
a) i rapporti visuali tra gli alberi d'alto fusto, gli arbusti, il prato, le
pavimentazioni, l'architettura degli edifici, gli elementi naturali
del territorio, ecc...
b) le funzione delle alberature per delimitare gli spazi aperti o per
formare schermi visuali e di riparo, zone d'ombra, effetti
prospettici, trasparenze verdi, ecc..
c) i caratteri delle alberature (foglia persistente o caduca, forma
della massa arborea e portamento delle piante, velocità di
accrescimento, colore del fogliame e dei fiori, mutazioni
stagionali, ecc.)e le esigenze di manutenzione (irrigazione,
soleggiamento, potatura, fertilizzanti, ecc.)
Disporre le panche e i sedili in posizioni significative rispetto ai
percorsi, organizzando gruppi di elementi architettonici e vegetali
per favorire gli incontri e la conversazione.
•
Illuminazione artificiale
Considerare l'illuminazione artificiale degli spazi come fattore
46
primario che concorre a definire l'immagine urbana, utilizzando
al meglio le potenzialità espressive della luce per creare un
ambiente confortevole nelle ore serali e notturne.
La progettazione della luce può basarsi sui seguenti criteri:
a) illuminare l'ambiente in modo adeguato alle funzioni e all'uso
degli spazi nelle ore di luce artificiale, considerando l'impianto
distributivo e i diversi componenti dell'ambiente urbano, i rapporti tra la luce, le forme architettoniche e naturali, i materiali, i
colori, ecc..
b) distinguere con linguaggio chiaro e decifrabile la gerarchia dei
percorsi, differenziare le sedi veicolari da quelle pedonali e ciclabili, identificare le diramazioni, gli attraversamenti, i luoghi
particolari, ecc.
c) considerare gli effetti comunicativi, anche psicologici, della
percezione visiva ( orientamento, sicurezza, benessere, continuità, ecc.) dovuti a:
- illuminazione omogenea o per contrasti tra soggetti illuminati
e sfondi,
- illuminazione diretta o riflessa,
- diversità di colore della luce nelle diverse tonalità.
•
Colori e materiali
Le pietre, le terre, gli antichi intonaci, il cotto, i legni, la
vegetazione di Camposampiero costituiscono il “campionario” di
riferimento per la definizione dei materiali e dei colori da adottare
negli interventi edilizi, di sistemazione e pavimentazione degli
spazi scoperti.
•
Corsi d’acqua
Riqualificazione delle sponde e degli spazi prospicienti i corsi
d’acqua, con creazione, dove possibile, di percorsi e luoghi di
sosta pubblici, allo scopo di dare “leggibilità”, risalto e fruibilità agli
stessi, come componente rilevante della scena urbana.
Valorizzazione delle relazioni, visive e funzionali, tra gli edifici
prospicienti i corsi d’acqua e i corsi d’acqua stessi.
12.2 Sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al
centro storico (P)
Costituiscono invariante gli edifici con valore storico-ambientale esterni al
centro storico, con i relativi spazi scoperti di pertinenza, per le parti di
interesse storico.
Gli interventi consentiti sono prevalentemente orientati a conservare e
valorizzare il sistema di questi elementi come identificativi della
dimensione storica della città e del territorio aperto.
47
12.3 Individuazione e classificazione delle Unità edilizie (P)
Il P.I., ai fini della disciplina degli interventi edilizi:
a)
b)
Per il centro storico di Camposampiero di cui al punto 12.1 e per il
“Sistema dell’edilizia con valore storico-ambientale esterna al centro
storico”di cui al punto12.2, identifica le Unità Edilizie (U.E.) di valore
culturale, formate dagli edifici o altri immobili con valore storicoambientale e dalle aree scoperte di pertinenza, e le classifica nelle
categorie di valore definite e normate al punto 12.3.1, sulla base delle
caratteristiche tipologiche e dei valori culturali attribuiti considerando il
valore emergente
Per il centro storico di Camposampiero di cui al punto 12.1, identifica le
Unità Edilizie (U.E.) prive di immobili di valore culturale formate
dagli edifici o altri immobili privi di valore storico-ambientale e dalle
aree scoperte di pertinenza, e/o da aree inedificate, e le disciplina in
coerenza con le disposizioni di cui al punto 12.3.2
Per ogni Unità Edilizia il PI prescrive la redazione di un progetto di massima,
degli interventi edilizi e della sistemazione degli spazi scoperti nonché delle
eventuali opere di urbanizzazione comprese nell’Unità Edilizia.
Il progetto di massima costituisce il documento di base delle eventuali
convenzioni attuative e, comunque, il documento preliminare alla
presentazione dei progetti per l’esecuzione degli interventi. L’attuazione di
detto progetto di massima può avvenire anche per stralci funzionali,
mediante più permessi di costruire.
Nel caso che il progetto di intervento riguardi l’intera Unità Edilizia, tale
progetto sostituisce a tutti gli effetti il progetto di massima di cui al presente
articolo, purchè integrato dai relativi contenuti. In ogni caso, il progetto di
massima può essere ulteriormente precisato in sede di permesso di costruire.
Il progetto di massima degli interventi deve contenere :
1. la configurazione planimetrica, in scala 1:200, delle aree e degli edifici,
nonché degli spazi pubblici contigui, con l’indicazione sia delle quote
orizzontali e verticali, riferite a capisaldi stabiliti dal Comune, atte a
individuare l’andamento planimetrico e altimetrico dello stato attuale e del
progetto, sia delle quote di riferimento per la misurazione delle altezze e il
calcolo dei volumi;
2. gli accessi pedonali e carrabili e l’organizzazione delle autorimesse;
3. lo schema di massima dei prospetti e delle sezioni in scala 1:200, con la
configurazione dei tetti e, eventualmente, la disposizione dei portici,
l’indicazione dei materiali da usare nelle finiture, dei colori, ecc;
4. le destinazioni d’uso e gli utilizzi specifici degli edifici e delle aree scoperte
con le relative sistemazioni di massima;
48
5. il progetto degli spazi scoperti pubblici e privati, comprensivo delle
attrezzature e degli eventuali manufatti e fabbricati accessori di servizio
consentiti e delle eventuali recinzioni; le recinzioni devono essere studiate
in coerenza con il contesto del Centro Storico ed evitando di interrompere il
rapporto tra i fronti con funzioni di interesse pubblico e gli spazi pubblici e
di uso pubblico.
6. la tabella dei dati planimetrici e volumetrici dell’intervento.
12.3.1 Unità Edilizie di valore culturale (P)
L'insieme degli edifici e degli spazi scoperti presenti nelle Unità Edilizie di
valore culturale deve essere tutelato e valorizzato in quanto patrimonio
storico e culturale del Comune.
Il perimetro delle Unità Edilizie potrà essere modificato, rispetto a quello
definito dal PI, sulla base dell'analisi filologica preliminare alla progettazione,
di cui al punto 12.3.1.3 e potrà essere precisato in sede di rilascio del titolo
abilitativo all’intervento.
Le Unità Edilizie di valore culturale, oltre agli edifici di valore culturale,
possono comprendere anche altri edifici o manufatti privi di valore o in
contrasto col centro storico.
Le Unità Edilizie di valore culturale sono classificate nelle classi A1, A2, A3,
A4 di cui al successivo punto 12.3.1.1, in base al valore culturale dominante
rilevato all’interno di ogni singola Unità Edilizia.
Le Unità Edilizie possono comprendere anche immobili o parti di immobili di
valore culturale diverso da quello emergente, che distingue le categorie di
valore attribuito. Il diverso valore può essere accertato dall’analisi filologica,
preliminare alla progettazione, di cui al punto 12.3.1.3, che definisce le
diverse categorie di valore.
Per questi immobili o parti di immobili sono consentiti tipi e modalità di
intervento corrispondenti alle categorie di valore accertato dall’analisi
filologica.
Nelle Unità Edilizie di valore culturale interne al centro storico il PI indica i
principali edifici da demolire e/o da modificare in quanto contrastanti con i
caratteri del Centro Storico e gli eventuali ambiti per la nuova edificazione
finalizzata alla riqualificazione architettonica e ambientale.
Nelle Unità Edilizie di valore culturale interne al centro storico in cui non
risultano individuati dal PI edifici da demolire e/o da modificare, l’analisi
filologica (punto 12.3.1.3) può rilevare l’esistenza di fabbricati o parte di
fabbricati privi di valore o in contrasto col Centro Storico. Di tali fabbricati il PI
può prevedere la demolizione o, compatibilmente con i valori culturali da
tutelare e a condizione che l’intervento sia finalizzato alla riqualificazione
architettonica e ambientale e non alteri i fronti principali del corpo edilizio di
valore, la loro ricomposizione mediante interventi di demolizione e nuova
costruzione di pari volume all’interno dell’Unità Edilizia, anche utilizzando
49
parti di spazi scoperti privati, nel rispetto dei limiti di distanza e in generale
della disciplina fissata dal PI .
Per gli spazi scoperti, interni alle Unità Edilizie e per gli spazi comuni a più
Unità Edilizie, identificati dal P.I., deve essere garantita la salvaguardia e il
recupero degli elementi di valore culturale, artistico, naturalistico o di
particolare interesse per le tecniche costruttive usate.
Per gli edifici o parti di edificio prive di valore culturale individuate dal P.I.,
ovvero, dall'analisi filologica (punto 12.3.1.3), all’interno delle Unità Edilizie,
sono consentiti anche gli interventi di ristrutturazione edilizia, purché
finalizzati alla riqualificazione architettonica e ambientale degli immobili e/o
dell'ambiente urbano circostante.
Per le superfetazioni di epoca recente che contrastano con i valori da tutelare
va migliorato il rapporto di coerenza con i caratteri degli edifici con valore
storico-ambientale.
Il P.I. potrà consentire all’interno delle U.E. anche interventi di restauro e
risanamento conservativo di locali con altezze utili, superfici minime, rapporti
di illuminazione e altezze del pavimento del piano terra dal piano di
campagna, inferiori a quelli stabiliti dal Regolamento Edilizio
Per gli interventi nelle U.E. è consentito l'uso di materiali e tecniche costruttive
anche diverse da quelle originarie purché coerenti con i caratteri architettonici
dell'edificio e con l'ambiente circostante.
Nelle Unità Edilizie di valore culturale, oltre alle disposizioni generali di cui ai
precedenti commi, si applicano le disposizioni specifiche della classe di
appartenenza di seguito riportate.
50
12.3.1.1 Definizione delle categorie di valore
CATEGORIA
A.1
A.2
CLASSE DI VALORE
Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o
architettonico intatti o con modificazioni reversibili, e
assimilabili
Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico e
ambientale intatti o con modificazioni reversibili, e
assimilabili;
emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o
architettonico con modificazioni pesanti, e assimilabili
A.3
Edifici di valore tipologico/documentario, paesaggistico ed
ambientale con modificazioni pesanti, e assimilabili
A.4
Edifici sostanzialmente modificati con tracce dell’impianto
originario, e assimilabili
Il P.I. potrà specificare ed articolare le categorie qui definite e dettagliarne la
disciplina di cui al punto successivo, approfondendo le analisi dei manufatti e
degli spazi aperti di pertinenza.
51
12.3.1.2
Disciplina delle categorie di valore
CATEGORIA A.1 - Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico
o architettonico intatti o con modificazioni reversibili,
e assimilabili
Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, da eseguire nel rispetto delle seguenti
modalità:
1) restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti
interni di documentato valore culturale;
2) conservazione e/o ripristino dei caratteri distributivi dell'edificio
nelle parti di documentato valore culturale, con possibilità di
modificare la distribuzione e dimensione dei locali nelle altre
parti;
3) consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti
non recuperabili, senza modificare la posizione e la quota delle
murature portanti, dei solai, delle volte, delle scale e del tetto,
mantenendo le aperture esistenti verso l’esterno;
4) inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto
dei caratteri architettonici dell'edificio;
5) mantenimento e/o ripristino delle porticature e delle parti aperte
originarie ancora riconoscibili;
6) restauro e/o ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti
esistenti di interesse storico, artistico
52
CATEGORIA
A.2
-
Edifici di valore tipologico/documentario,
paesaggistico e ambientale intatti o con
modificazioni reversibili, e assimilabili;
emergenze architettoniche ed edifici di valore
storico o
architettonico con modificazioni
pesanti, e assimilabili
Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento, da eseguire
nel rispetto delle seguenti modalità:
1) restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti interni
qualora risultino di documentato valore culturale; sono consentiti
anche interventi di ricomposizione dei prospetti modificati nel
tempo, comprese eventuali nuove aperture, purché le modifiche
siano coerenti con i caratteri architettonici dell'edificio;
2) conservazione e/o ripristino dei caratteri distributivi dell'edificio
qualora risultino recuperabili e di documentato valore culturale, con
possibilità di modificare la distribuzione e la dimensione dei locali
nelle parti prive di valore;
3) consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti non
recuperabili senza modificare la posizione e la quota delle
murature portanti, dei solai, delle volte, delle scale e del tetto;
4) inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto
dei caratteri architettonici dell'edificio;
5) mantenimento o ripristino delle porticature e delle parti aperte
originarie ancora riconoscibili mediante l’analisi filologica;
6) restauro e ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti esistenti di
interesse storico, artistico.
53
CATEGORIA A.3 - Edifici di valore tipologico/documentario,
paesaggistico ed ambientale con modificazioni
pesanti, e assimilabili
Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento, da eseguire
nel rispetto delle seguenti modalità:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti interni
qualora risultino di documentato valore culturale; sono consentiti
anche interventi di ricomposizione dei prospetti modificati nel tempo,
comprese eventuali nuove aperture, purché le modifiche siano
coerenti con i caratteri architettonici dell'edificio;
conservazione dei caratteri distributivi dell'edificio qualora risultino
recuperabili e di documentato valore culturale, con possibilità di
modificare la distribuzione e la dimensione dei locali nelle parti prive
di valore;
consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti non
recuperabili con possibilità di adeguare le altezze minime dei locali
privi di valore culturale a quelle stabilite dai regolamenti vigenti,
senza modificare le quote delle finestre, della linea di gronda e del
colmo del tetto;
eventuale sopraelevazione del piano di calpestio al piano terreno
dell'edificio per migliorare le condizioni di abitabilità;
inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto dei
caratteri architettonici dell'edificio;
mantenimento o ripristino delle porticature e delle parti aperte
originarie ancora riconoscibili mediante l’analisi filologica ;
restauro e ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti esistenti di
interesse storico, artistico.
54
CATEGORIA A.4 - Edifici sostanzialmente modificati con tracce
dell’impianto originario, e assimilabili
Sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, nonché interventi di ricostruzione e di ampliamento, da eseguire nel rispetto delle seguenti
modalità:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
12.3.1.3 -
restauro e ripristino dei paramenti esterni e degli ambienti interni
qualora risultino di documentato valore culturale; sono consentiti
anche interventi di ricomposizione dei prospetti modificati nel
tempo, comprese eventuali nuove aperture, purché le modifiche
non alterino i caratteri architettonici dell'edificio;
conservazione dei caratteri distributivi dell'edificio qualora
risultino recuperabili e di documentato valore culturale, con
possibilità di modificare la distribuzione e la dimensione dei
locali nelle parti prive di valore;
consolidamento delle strutture principali e sostituzione di parti
non recuperabili con possibilità di adeguare le altezze minime
dei locali privi di valore culturale a quelle stabilite dai
regolamenti vigenti, senza modificare, nei prospetti di valore
culturale e ambientale, le quote delle finestre, della linea di
gronda e del colmo del tetto;
eventuale sopraelevazione del piano di calpestio al piano
terreno dell'edificio per migliorare le condizioni di abitabilità;
inserimento di impianti tecnologici e igienico-sanitari nel rispetto
dei principali caratteri architettonici dell'edificio;
mantenimento o ripristino delle porticature e delle parti aperte
originarie ancora riconoscibili mediante l’analisi filologica;
restauro e ripristino degli spazi scoperti e dei manufatti esistenti
di interesse storico, artistico
Analisi filologica preliminare agli interventi
Fatti salvi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, i progetti di
intervento nelle unità edilizie di valore culturale, devono basarsi sull'analisi
filologica degli immobili esistenti.
Nel caso di progetti riguardanti parte degli immobili compresi nelle Unità
Edilizie, l'analisi filologica deve comprendere l’intera Unità Edilizia.
L'analisi può dimostrare valori culturali diversi da quelli risultanti dal P.I., in tal
caso sono consentiti tipi di intervento corrispondenti alle classi di valore
risultanti dall'analisi, aumentando o diminuendo il valore assegnato dal P.I. di
una classe al massimo, escludendo le classi A1 e A2 e senza modificare la
classe attribuita all’Unità Edilizia.
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L'analisi filologica contiene:
• l'analisi storica degli immobili, con particolare riferimento alle trasformazioni
subite dagli edifici e dagli spazi scoperti di pertinenza;
• lo stato di fatto degli edifici, ottenuto dal rilievo quotato, con la descrizione
delle destinazioni d'uso, delle condizioni statiche ed igieniche, dei materiali
e delle tecniche usate nella costruzione;
• lo stato di fatto degli spazi scoperti, mediante il rilievo quotato del suolo,
delle alberature (con specificazione delle specie), delle pavimentazioni
esterne, delle recinzioni e di ogni altro elemento fisso che concorre a
caratterizzare l'ambiente.
• Ogni altro documento ritenuto utile per l’identificazione dei caratteri storici
ed architettonici degli immobili interessati
Il Comune si riserva la facoltà di richiedere ulteriori approfondimenti,
elaborati, documenti, campionature, ecc. ritenuti necessari per la
valutazione dell'intervento.
12.3.2 Unità Edilizie prive di immobili di valore culturale (P)
Il P.I., nelle Unità Edilizie prive di immobili di valore culturale, individuate
all’interno del centro storico di Camposampiero, potrà prevedere, oltre agli
interventi sull’edilizia esistente, nuove costruzioni, ricostruzioni ed
ampliamenti, in modalità coerenti con i caratteri del Centro Storico.
Il P.I. può individuare demolizioni e/o modifiche da apportare a edifici o parti
di edificio contrastanti con il centro storico, consentendo, fino all’attuazione
del P.I., solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria senza
modifica delle utilizzazioni in atto.
12.4 Ritrovamenti archeologici (D)
Costituiscono invariante i luoghi di effettiva giacenza dei materiali
archeologici.
Il PAT segnala la localizzazione di massima dei principali ritrovamenti
archeologici.
Si applicano gli obblighi derivanti dal Vincolo archeologico di cui al D.Lgs.
n.42/2004, richiamato all’art.6 delle presenti norme.
Ogni intervento che comporti operazioni di scavo è subordinato all'esecuzione
di sondaggi preliminari, svolti in accordo con la competente Soprintendenza
56
Archeologica, rivolti ad accertare l'esistenza di materiali archeologici e la
compatibilità di progetti di intervento con gli obiettivi di tutela, anche in
considerazione della necessità di individuare aree di rispetto, o di potenziale
valorizzazione e/o fruizione.
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite
al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base
geografica informatizzata.
57
Art. 13 - Azioni di tutela del sistema insediativo
13.1 Parchi, giardini storici, spazi scoperti privati di interesse storico
– ambientale (P)
Il P.I. individua e disciplina i parchi, i giardini storici e gli spazi scoperti privati
di interesse storico – ambientale, in coerenza con il precedente art.12 e con
le seguenti disposizioni:
1. tutela della giacitura, l’estensione e conformazione dei giardini: sono vietati
gli smembramenti e comunque gli elementi di separazione tra aree verdi,
edifici e contesto paesaggistico che possono compromettere l’integrità dei
beni indicati e le relazioni tra i suddetti beni ed il loro intorno;
2. è consentito l’uso agricolo e l’uso per attività ricreative all’aperto purché
non vengano compromessi i caratteri storici e ambientali dell’impianto;
3. tutela e conservazione degli elementi di valore storico-architettonico, dei
beni e risorse presenti, in coerenza con quanto disposto dall’art.9, punto
9.3, le alberature e gli altri elementi vegetazionali di pregio naturalistico o di
valore storico-ambientale, non possono essere abbattuti salvo che per
ragioni fito-sanitarie o di sicurezza; in tale caso gli esemplari abbattuti
devono essere sostituiti con altri della stessa specie.
Gli interventi edilizi sono disciplinati dal precedente articolo 12.
58
Art. 14 - Azioni strategiche del sistema insediativo
14.1
Aree
di
urbanizzazione
residenziali/produttive (P)
consolidata
prevalentemente
Le aree di urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali
comprendono il centro storico di Camposampiero (disciplinati
dall’art.12), le aree urbane contigue al centro storico, il quartiere
S.Marco, l’insediamento sviluppatosi lungo via Straelle e il centro
urbano di Rustega. Le aree di urbanizzazione consolidata
prevalentemente
produttive
comprendono
l’insediamento
prevalentemente produttivo a sud del centro di Camposampiero, tra il
Vandura e il Muson dei Sassi, quello oltre il Muson dei Sassi, a nord
della Via Visentin, e l’area a sud-ovest di Rustega, lungo il Rio
Rustega.
Il PAT prescrive il mantenimento, la manutenzione e la riqualificazione
della struttura insediativa consolidata.
Il P.I.:
1.
precisa il perimetro delle aree di urbanizzazione consolidata e
definisce speciali zone insediative;
2.
disciplina gli interventi ammissibili in assenza di strumento
urbanistico attuativo;
3.
indica, per le parti di territorio da trasformare, gli strumenti
attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica, garantendo il
coordinamento degli interventi urbanistici, disciplinando le
destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità di operare con
programmi complessi, o di applicare gli strumenti della
perequazione urbanistica, del credito edilizio e della
compensazione urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti.
Il PI inoltre, in particolare, disciplina gli interventi volti a:
a. migliorare la qualità della struttura insediativa:
•
integrazione delle opere di urbanizzazione eventualmente
carenti
• riqualificazione e potenziamento dei servizi pubblici e di uso
pubblico;
• riqualificazione e riordino degli spazi aperti urbani,
• miglioramento della rete dei percorsi ciclo-pedonali interni agli
insediamenti, anche connettendoli e mettendoli a sistema con i
percorsi di fruizione del territorio aperto;
59
•
•
•
•
•
prevenzione o mitigazione degli inquinamenti di varia natura;
miglioramento delle relazioni interne agli insediamenti, qualora
carenti o difficoltose per l’interposizione di barriere fisiche (corsi
d’acqua, infrastrutture, ecc.)
mitigazione delle situazioni di incompatibilità legate alla
contiguità di tessuti urbani a funzione differente, ad esempio
residenziale e produttiva, anche attraverso l’adozione di
adeguati dispositivi con funzione di schermo (ad esempio fascetampone boscate)
riqualificazione della Scena Urbana
eliminazione delle barriere architettoniche
b. promuovere il completamento e rispondere alle esigenze di
miglioramento del patrimonio edilizio esistente, soprattutto
abitativo, favorendo gli interventi di recupero, riuso, ristrutturazione
sia edilizia che urbanistica, con attenzione alle aree con attività
dismesse o utilizzazioni incompatibili:
•
interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, ristrutturazione, demolizione e
ricostruzione, ampliamento degli edifici esistenti ed
eliminazione degli elementi incongrui, da definire con il P.I. per
migliorare la qualità abitativa e/o funzionale degli immobili,
favorire il riordino morfologico dell'edificato e delle aree
scoperte. Per gli edifici con valore storico-ambientale valgono
le disposizioni di cui all’art.12
•
interventi di nuova costruzione per il completamento del
tessuto insediativo esistente
•
recupero e rigenerazione urbanistico - ambientale delle aree
con attività dismesse o riusi temporanei degli immobili,
applicando criteri di equità tra le proprietà interessate, così da
stimolare la trasformazione urbanistica a vantaggio della
collettività, promuovere e facilitare l’iniziativa degli operatori,
garantendo però nello stesso tempo, la massima qualità
urbanistica degli interventi
Il PI valuta la compatibilità delle funzioni presenti nelle aree di urbanizzazione
consolidata, diverse da quelle prevalenti (produttiva o residenziale) e
conseguentemente ne definisce la disciplina:
trasferimento/eliminazione
per
le
funzioni
incoerenti/incompatibili
mantenimento con riqualificazione e mitigazione degli impatti
rispetto alle funzioni contigue per le funzioni che possono
essere rese compatibili o il cui effetto di disturbo può essere
schermato
consolidamento e possibilità di ulteriore integrazione e
sviluppo per le funzioni compatibili
60
14.2
Linee preferenziali di sviluppo insediativo (P)
Il PAT individua (tav. 4.b), rispetto alle aree di urbanizzazione consolidata, le
linee preferenziali di sviluppo insediativo, ossia le direzioni di sviluppo degli
insediamenti più opportune, da preferire a vantaggio di altre direzioni
comunque consentite.
Le linee preferenziali di sviluppo insediativo sono classificate in due
categorie:
-
linee preferenziali di sviluppo insediativo (a) – espansione delle aree
urbanizzate, corrispondenti all’organizzazione di nuovi insediamenti
completi di una propria struttura interna di servizi e luoghi centrali
-
linee preferenziali di sviluppo insediativo (b) - completamento e
ricucitura dei margini delle aree di urbanizzazione consolidata,
corrispondenti a interventi urbanistici di completamento delle frange
urbane esistenti non adeguatamente strutturate, finalizzati a favorirne
la riqualificazione e il riordino, anche attraverso l’inserimento degli
adeguati servizi e luoghi centrali
Gli interventi urbanistici di sviluppo insediativo, in tutti i casi, devono:
• essere funzionalmente coerenti e compatibili con le aree di
urbanizzazione consolidata contigue
• interfacciarsi, relazionarsi e integrarsi organicamente con gli
insediamenti esistenti, per quanto riguarda le funzioni, la scena
urbana e le relazioni viarie e ciclopedonali
• inserirsi visivamente in maniera armonica nel territorio,
ricomponendo adeguatamente il fronte dell’edificato verso il
territorio agricolo.
Il P.I.:
1.
in coerenza con gli indirizzi e i limiti quantitativi fissati nella disciplina
degli A.T.O., definisce gli ambiti di sviluppo insediativo individuando
specifiche zone insediative
2.
indica gli strumenti attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica
del territorio, garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici,
disciplinando le destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità di
operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della
perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione
urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti.
61
3.
disciplina gli interventi comunque ammissibili in assenza di strumento
urbanistico attuativo, sulle parti di territorio incluse negli ambiti di
sviluppo insediativo
Il PI inoltre, in particolare, disciplina gli interventi volti a:
a. garantire il corretto inserimento dei nuovi insediamenti nel territorio:
• predisposizione di condizioni di accessibilità (rispetto agli
insediamenti contigui e/o alla viabilità di livello territoriale) adeguate
al carattere e all’entità delle funzioni introdotte
• definizione delle modalità di trasferimento/eliminazione o
mitigazione dell’impatto di eventuali attività presenti non compatibili
con il carattere dei nuovi insediamenti
b. integrare e riorganizzare l’edificazione esistente eventualmente presente
all’interno degli ambiti di sviluppo insediativo (edifici o piccoli insediamenti
esistenti, in particolare ambiti di “edificazione diffusa”, di cui al punto 14.4)
c. ridurre al minimo gli impatti ambientali legati al consumo di territorio aperto:
• applicazione delle prescrizioni per la mitigazione idraulica
contenute nella Valutazione di Compatibilità Idraulica, oltre alle
disposizioni di cui all’art.7 delle presenti norme
• Promozione di iniziative pilota per la realizzazione di singoli edifici,
piani attuativi o altri interventi informati ai principi della sostenibilità,
nei quali sperimentare tecniche di mitigazione idraulica, tecniche
costruttive ecocompatibili,
modalità di raccolta dei rifiuti
differenziata, tecniche di risparmio energetico, sistemi di
approvvigionamento di acqua ed energia alternativi ai tradizionali e
con minore potere inquinante.
• Promozione di interventi sperimentali pilota sul tema della
permeabilità e degli equilibri idraulici del suolo
• Nel caso di sviluppo insediativo a carattere produttivo,
organizzazione di adeguati dispositivi (ad esempio fasce-tampone
boscate) per schermare e mitigare gli impatti visivi, acustici e da
polveri degli insediamenti
Devono comunque essere rispettate le disposizioni date per gli ATO e insiemi
di ATO di cui al successivo Titolo IV.
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche riferite
al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla base
geografica informatizzata.
62
14.3 Azioni di riqualificazione e riconversione (P)
Il PAT individua le principali Azioni di riqualificazione e riconversione, per la
rigenerazione di parti dell’insediamento che necessitano o sono di fatto
interessate da processi di dismissione, trasformazione o evoluzione
dell’assetto fisico e funzionale attuale:
- aree coinvolte in progetti che determineranno un’evoluzione e
aggiornamento delle strutture (a)
- aree con strutture non più adeguate alla funzione svolta (b)
- aree con attività dismesse e in situazione di degrado (c, d)
- aree occupate da attività in atto non compatibili con il contesto (e, f, g,
h, i)
Il PI, sulla base di successivi approfondimenti nell’analisi e conoscenza del
territorio, può individuare ulteriori Azioni di riqualificazione e riconversione,
oltre a quelle segnalate dal PAT e più avanti elencate.
Le Azioni di riqualificazione e riconversione sono identificate da una lettera, e
per ciascuna il PAT definisce specifiche disposizioni che il PI provvederà a
sviluppare e precisare:
a - Stazione ferroviaria
Riqualificazione e valorizzazione della stazione e spazi limitrofi (scalo
autobus, area a parcheggio, aree urbane adiacenti su ambo i lati
della linea ferroviaria) e miglioramento dell’integrazione funzionale tra
i diversi sistemi di mobilità (treno, autobus, taxi, automobile privata,
bicicletta, ecc.), sviluppando la dimensione di snodo intermodale
dell’area. A tal fine, in particolare, vanno seguiti i seguenti criteri:
organizzare gli spazi di circolazione e sosta/sbarco dei mezzi di
trasporto pubblici/privati (treno, autobus, automobile, bicicletta e
pedoni) in modo da favorire gli scambi intermodali in condizioni
di funzionalità, chiarezza e sicurezza
valutare le possibilità di recupero di eventuali aree ferroviarie
dismesse, per organizzare gli spazi di servizio ai sistemi di
mobilità
valorizzare e organizzare il nodo stazione come centro di
attrazione di flussi di persone e punto di riferimento urbano, in
grado di conferire qualità al tessuto circostante
migliorare la qualità delle connessioni ciclopedonali tra i due lati
opposti della linea ferroviaria, per sviluppare, per il nodo
stazione, la dimensione di elemento connettivo tra le due parti di
Camposampiero tagliate dalla ferrovia.
63
b - Scuole elementari e medie – via Filippetto
Trasferimento delle attuali funzioni scolastiche, ospitate in
strutture in prevalenza antiquate, sottodimensionate e non
ampliabili
recupero urbanistico delle aree interessate, prevedendo funzioni
pubbliche e/o private coerenti con gli obiettivi di riqualificazione
dell’intorno urbano della stazione di cui al precedente punto “a”
c - Ambito ex-consorzio agrario
Recupero urbanistico e riqualificazione dell’area dell’ex-consorzio
agrario, con inserimento di funzioni residenziali, funzioni compatibili
con la residenza, oppure di supporto e/o connesse con l’attività del
polo ospedaliero.
d – Area ex-Ital-sintex
Recupero ambientale e riqualificazione urbanistica dell’area con
inserimento di funzioni compatibili con il contesto, tra quelle
consentite per l’ATO R3.1.
e - Allevamento ittico dismesso
Riqualificazione dell’area con inserimento di funzioni compatibili con
il contesto, tra quelle consentite per l’ATO A1.3.
f , g, h, i - Attività non compatibile con il contesto
Trasferimento dell’attività non compatibile e riqualificazione dell’area,
con inserimento di funzioni residenziali e/o funzioni compatibili con la
residenza.
In particolare gli interventi di riconversione degli impianti produttivi, dovranno
prevedere idonea caratterizzazione delle aree ai sensi del D.Lgs 22/97 e DM
471/99 e bonifica dei luoghi, qualora dalla caratterizzazione si riscontri la
presenza di siti potenzialmente inquinati.
Il P.I.:
1. in coerenza con le indicazioni del P.A.T., precisa l’ambito delle Azioni
di riqualificazione e riconversione
2. indica gli strumenti attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica
del territorio, garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici,
disciplinando le destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità di
operare con programmi complessi, o di applicare gli strumenti della
perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione
urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti.
64
3. disciplina gli interventi comunque ammissibili in assenza di strumento
urbanistico attuativo
Devono comunque essere rispettate le disposizioni date per gli ATO e insiemi
di ATO di cui al successivo Titolo IV.
14.4 Edificazione diffusa (P)
Gli ambiti di “edificazione diffusa” comprendono gli insediamenti
costituiti da addensamenti edilizi a morfologia lineare lungo gli assi
viari e quelli a morfologia nucleare isolati.
Il PAT prevede il contenimento e la riqualificazione dell’edificazione
diffusa.
Il P.I.:
1. precisa i perimetri degli ambiti di edificazione diffusa indicati dal
PAT e definisce speciali zone insediative;
2. disciplina gli interventi ammissibili,
3. indica, in presenza di attività dismesse o non compatibili con il
contesto, le modalità di trasformazione urbanistica del territorio,
garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici,
disciplinando le destinazioni d’uso e valutando anche le possibilità
di applicare gli strumenti del credito edilizio e della compensazione
urbanistica, definendone gli ambiti e i contenuti.
Il PI inoltre, in particolare, disciplina gli interventi volti a:
a. Migliorare la qualità della struttura insediativa mediante:
• integrazione delle opere di urbanizzazione eventualmente
carenti
• eventuale integrazione con aree per servizi pubblici e di uso
pubblico;
• Individuazione, ove possibile, di soluzioni per migliorare le
condizioni di sicurezza della viabilità, in relazione al tema degli
accessi carrai con sbocco diretto sulla strada, soprattutto per
quanto concerne attività produttive/commerciali;
• Integrazione, miglioramento e messa in sicurezza dei percorsi
ciclo-pedonali, anche connettendoli e mettendoli a sistema con
quelli di fruizione del territorio aperto;
• prevenzione o mitigazione degli inquinamenti di varia natura
b. Gestire le attività produttive/commerciali in zona impropria,
secondo le modalità di cui al punto 14.6 del presente articolo
65
c. Trasferire, o escludere il nuovo insediamento, di allevamenti e in
generale di funzioni incompatibili con il carattere prevalentemente
abitativo della zona, quelle che possono comportare notevole
affluenza di pubblico, aumento del traffico pesante o comunque
richiedere tipologie edilizie non coerenti con i caratteri
dell’ambiente.
d. Disciplinare le attività produttive/commerciali in zona impropria,
nelle modalità definite al punto 14.6 del presente articolo.
e. Rispondere alle esigenze di miglioramento del patrimonio edilizio
esistente, soprattutto abitativo, favorendo gli interventi di recupero,
riuso, ristrutturazione sia edilizia che urbanistica, con attenzione
alle aree con attività dismesse :
•
interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, ristrutturazione, ricostruzione e
ampliamento degli edifici esistenti ed eliminazione degli
elementi incongrui, da definire con il P.I. per migliorare la
qualità abitativa e/o funzionale degli immobili, favorire il
riordino morfologico dell'edificato e delle aree scoperte. Per gli
edifici con valore storico-ambientale valgono le disposizioni di
cui all’art.12
f. Rispondere alle esigenze abitative di ordine familiare e non
speculativo con la previsione, di limitati e puntuali interventi di
nuova edificazione ad uso residenziale, nel rispetto del
dimensionamento dei singoli ATO
g. Integrare e riorganizzare l’“edificazione diffusa” esistente nel
quadro degli ambiti di sviluppo insediativo eventualmente
programmati rispetto alle “linee preferenziali di sviluppo insediativo”
di cui al punto 14.2
Gli interventi di nuova edificazione, ristrutturazione, ricostruzione e
ampliamento, sono condizionati al miglioramento del contesto
dell’insediamento:
•
•
•
•
realizzazione/integrazione
delle
indispensabili
opere
di
urbanizzazione primaria eventualmente carenti,
riordino e riqualificazione degli ambiti di pertinenza,
sistemazione e messa in sicurezza degli accessi dalla strada
collocare preferibilmente i nuovi volumi in modo da non occludere
eventuali varchi residui nel fronte edificato lungo la strada.
66
14.5 Medie/grandi strutture di vendita (P)
Il PAT individua le medie/grandi strutture di vendita.
Il PI può individuare ulteriori strutture di questo tipo, secondo i seguenti
criteri:
- rispetto del dimensionamento del PAT
- compatibilità rispetto al contesto ambientale e agli insediamenti
circostanti
- posizione strategica rispetto alle infrastrutture, in relazione alle
condizioni di accessibilità e visibilità
Il PI precisa l’ambito delle medie/grandi strutture di vendita definendo
specifiche zone e rispettando le seguenti direttive:
•
•
•
I nuovi interventi dovranno rispettare le prescrizioni inerenti la
tutela idraulica di cui all’art.7, punto 7.4.
Il sistema di accesso dalla viabilità deve essere idoneamente
impostato e attrezzato, rispetto alla dislocazione, al
dimensionamento e disegno delle carreggiate, alla sistemazione
della sede stradale e aree limitrofe, alla segnaletica e
illuminazione, al fine di ridurre l’intralcio ai flussi di traffico e di
garantire le condizioni di sicurezza nel transito dei mezzi. Deve
essere inoltre posta attenzione alle modalità di accesso ciclopedonale alle strutture, in ordine ai temi della sicurezza,
gradevolezza e semplicità di orientamento.
Fabbricati e spazi scoperti vanno disegnati e organizzati in
maniera da limitare gli impatti visivi rispetto all’intorno
territoriale, legati alla dimensione e ai caratteri delle strutture, e
l’inquinamento atmosferico e acustico, legato all’affluenza di
numerosi utenti.
14.6 Attività produttive/commerciali in zona impropria (P)
Il PI individua, tanto all’’interno quanto all’esterno delle aree di
urbanizzazione consolidata, le attività produttive/commerciali esistenti
in zona impropria e ne valuta la compatibilità rispetto:
1. alla tipologia specifica di attività, allo stato degli impianti e agli
eventuali effetti di disturbo provocati sugli insediamenti presenti
2. agli eventuali impatti esercitati sul contesto naturalisticoambientale
3. alle condizioni di accessibilità e agli effetti sul traffico
4. alla dotazione di opere di urbanizzazione
Rispetto a tale valutazione il PI indica, in particolare, le attività da
eliminare/trasferire in quanto incompatibili con il contesto.
Per le attività da eliminare/trasferire il PI disciplina i criteri e le modalità
dell’eliminazione/trasferimento, anche utilizzando gli strumenti di cui
all’art.17, lettera “i” della L.R.11/2004.
67
L’eventuale modifica delle utilizzazioni in atto dovrà risultare
compatibile con le funzioni indicate dal PAT, eliminando o riducendo gli
impatti sull’ambiente circostante, e in particolare sugli insediamenti
residenziali.
Per le attività esistenti da confermare, il PI ne definisce la disciplina,
con la possibilità di individuare specifiche zone a prescindere e senza
incidere sul dimensionamento dei singoli ATO. Il PI inoltre stabilisce le
possibilità di adeguamenti tecnologici o di ampliamento, subordinate,
dove necessario, alla sistemazione e messa in sicurezza degli accessi,
all’integrazione delle opere di urbanizzazione e ai servizi interni previsti
per legge, se carenti, alla riqualificazione dell’ambito di pertinenza, alle
opere di mitigazione degli impatti visivi, sonori e olfattivi sul contesto
circostante.
14.7 Sportello unico per le attività produttive (D.P.R. n.447/1998 e
successive modificazioni) (P)
L’applicazione della procedura dello sportello unico, di cui al D.P.R.
n.447/1998 e successive modificazioni, deve avvenire in coerenza con
la disciplina del territorio definita dal PAT.
In particolare, la possibilità di variazione degli strumenti urbanistici,
prevista ai sensi dell’art.2 del D.P.R. n.447/1998 (Individuazione delle
aree da destinare all’insediamento di impianti produttivi), e ai sensi
dell’art.5 (Progetto comportante la variazione di strumenti urbanistici),
si applica al PI, nel rispetto della disciplina del PAT.
14.8 Compatibilità ambientale degli interventi (D)
Il PI, nell’assegnazione degli indici di zona, può riservare, nel rispetto
del dimensionamento, parte del volume previsto nelle singole zone
come incentivo, sotto forma di incremento dell’indice stesso e fino ad
un massimo del 30 %, per gli interventi edilizi ad elevata sostenibilità
ambientale.
Il PI determina gli indicatori per la valutazione dell’indice di
compatibilità ambientale degli interventi ed i criteri per l’assegnazione
delle quote volumetriche aggiuntive.
14.9 Localizzazione di reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso
pubblico (D)
La localizzazione delle infrastrutture funzionali alle reti e servizi di
comunicazione elettronica ad uso pubblico va operata nel rispetto delle
esigenze di tutela dell'ambiente e dei beni storico-culturali, della salute
pubblica (soprattutto in relazione ai “siti sensibili”, come attrezzature
68
scolastiche e aree a verde di uso pubblico), della pubblica sicurezza e
degli obiettivi di pianificazione urbana, comunque in coerenza con le
direttive del Dlgs 259/2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche”, e
della L. 36/2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”.
69
Art. 15 – Invarianti di natura funzionale
15.1 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante esistenti/di
progetto (P)
Sono attrezzature o luoghi destinati a funzioni diverse (civili, sanitarie,
dell’istruzione superiore all’obbligo, culturali, religiose, di carattere
generale, ecc ), di notevole rilevanza.
Il PAT prevede il potenziamento del sistema attuale di servizi e
identifica la presenza, in atto o futura, delle funzioni individuate come
invariante.
Il P.I., in coerenza con le indicazioni del P.A.T.:
1.
precisa la localizzazione e l’ambito di pertinenza di tali funzioni
2.
disciplina gli interventi ammissibili in assenza di strumento
urbanistico attuativo;
3.
indica, per la realizzazione di nuove strutture o la
ristrutturazione/ampliamento delle esistenti e in generale per
gli interventi di trasformazione del territorio, gli strumenti
attuativi e le modalità di trasformazione urbanistica,
garantendo il coordinamento degli interventi urbanistici,
disciplinando le destinazioni d’uso e valutando la possibilità di
operare con programmi complessi, o di utilizzare gli strumenti
della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della
compensazione urbanistica definendone gli ambiti e i
contenuti.
15.1.1 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante esistenti
(P)
Per le attrezzature esistenti il P.I. prevede interventi di miglioramento
qualitativo delle strutture:
• Adeguata accessibilità dalla rete viaria di distribuzione
extraurbana e dalla rete dei percorsi ciclopedonali;
• Adeguata dotazione di opere di urbanizzazione primaria
• prevenzione o mitigazione degli inquinamenti di varia natura
• eliminazione delle barriere architettoniche
70
15.1.2 Servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante di
progetto (P)
a2 - Polo scolastico
Il PAT prevede la realizzazione di un nuovo polo scolastico all’interno
dell’ATO R2.4, per la rilocalizzazione delle attuali scuole elementari e
medie di via Filippetto, da definirsi secondo i seguenti criteri:
le nuove strutture scolastiche dovranno costituire il riferimento
per l’organizzazione dell’insediamento residenziale previsto ad
est del Muson dei Sassi, all’interno dell’ATO R2.4; a questo fine
il PI prevede la formazione di un progetto urbanistico unitario
precisando anche le relazioni con l’insediamento esistente a
ovest del torrente;
l’area deputata dovrà essere precisata tenendo conto delle
condizioni di natura idraulica e geologica, dell’organizzazione e
funzionalità della struttura urbana, esistente e di nuova
previsione, e dei problemi di accessibilità, non solo
automobilistica, ma anche e soprattutto ciclabile e pedonale;
le attrezzature complementari (spazi, coperti o scoperti, per il
gioco e lo sport, biblioteca, auditorium, ecc.) saranno studiati in
modo da consentire un utilizzo da parte della comunità anche al
di fuori dell’attività scolastica e raccordate con il sistema
territoriale delle aree e percorsi di interesse turistico-ambientale
e in particolare con le “direttrici preferenziali per
l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di
connessione ciclopedonali”.
Il P.I., in coerenza con le indicazioni del P.A.T., precisa la localizzazione
e l’ambito degli interventi all’interno dell’ATO R2.4.
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
b2 - Centro scientifico-tecnologico di servizio alle imprese
Il PAT prevede la realizzazione di un “centro scientifico-tecnologico di
servizio alle imprese” all’interno dell’ATO R3.1, per l’organizzazione di
strutture per la ricerca, l’istruzione e la formazione di personale e la
fornitura di servizi avanzati alle imprese, al fine di favorire il raccordo tra
sistema scientifico e sistema delle imprese, e quindi promuovere lo
sviluppo tecnologico e l’innovazione nei processi di produzione, gestione
e organizzazione delle attività aumentandone la competitività.
71
Il P.I., in coerenza con le indicazioni del P.A.T., precisa la localizzazione
e l’ambito degli interventi all’interno dell’ATO R3.1 secondo i seguenti
criteri:
posizione strategica rispetto alle infrastrutture, in relazione alle
condizioni di accessibilità e visibilità,
diretta relazione, soprattutto in termini di accessibilità, con
l’insediamento produttivo esistente.
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
72
Art. 16 – Perequazione urbanistica - disposizioni
generali (P)
Il P.I. individua gli ambiti di perequazione urbanistica precisando la tipologia
di perequazione:
•
ambiti di perequazione urbanistica,
•
ambiti di perequazione urbanistica integrata,
•
ambiti di perequazione ambientale, o altra forma di perequazione.
Il PI definisce le modalità attuative e indica le aree in cui concentrare il
volume edilizio, quelle per l’organizzazione dei servizi e quelle per altre
eventuali funzioni previste.
Disposizioni generali
1. L’urbanizzazione e l’edificazione vengono attuate mediante strumenti
urbanistici attuativi di iniziativa pubblica e/o privata e accordi ai sensi
dell’art. 6 della L.R. 23/ 04/ 2004, n° 11 e successive modificazioni. Gli
accordi potranno prevedere anche cessioni di aree, impegni a realizzare
interventi di interesse pubblico o monetizzazione degli stessi.
2. I proprietari degli immobili interessati, partecipano “pro-quota”
all’edificazione, agli oneri di urbanizzazione ed alla cessione delle aree,
sulla base di apposita convenzione.
3. Qualora non vi sia intesa tra i proprietari, il Comune può procedere alla
formazione di strumenti urbanistici attuativi di iniziativa pubblica.
4. Il Comune ha facoltà di anticipare la realizzazione dei servizi o delle opere
pubbliche previste nell’ambito di perequazione, nei modi cha saranno
definiti dal P.I.
Modalità di attuazione
A).
Negli ambiti di Perequazione urbanistica il Comune utilizza le aree
cedute per realizzare servizi pubblici, servizi di uso pubblico,
attrezzature di interesse generale. L’uso specifico delle singole aree
viene definito dal Piano degli Interventi.
B).
Negli ambiti di Perequazione urbanistica integrata, negli ATO con
prevalenza dei caratteri del sistema insediativo, residenziale e misto a
dominante produttiva, il Comune si riserva di utilizzare le aree cedute
per:
attuare i servizi pubblici, di uso pubblico e/o di interesse
generale,
attuare l’edilizia residenziale pubblica e/o convenzionata
73
-
-
C).
assegnarle, per la realizzazione di edilizia residenziale, ai
soggetti interessati da provvedimenti di esproprio per la
realizzazione di opere infrastrutturali o comunque di interesse
pubblico all’interno del territorio comunale, a titolo di
risarcimento e nelle modalità definite dal PI
riservarle alla rilocalizzazione di attività produttive in zona
impropria da trasferire
Negli ambiti di Perequazione ambientale il Comune utilizza le aree
cedute per la formazione di sistemi ecologici ambientali (aree boscate,
fasce tampone, bacini di laminazione, ecc.), anche ad integrazione di
analoghe sistemazioni in aree private.
74
Capo 3 - Sistema relazionale
Art. 17 - Sistema Stradale
Il P.A.T. prevede, con la realizzazione della nuova SR 308, la
riorganizzazione complessiva dell’assetto gerarchico della rete stradale
urbana, anche tramite l’integrazione con nuovi tratti di viabilità.
E’ comunque lasciata aperta, rispetto allo scenario delineato, la
possibilità di inserire il sistema viario esistente in una rete infrastrutturale
più estesa, di scelte sovracomunali, da prevedere in accordo con altri
comuni ed enti interessati.
17.1 Criticità (D)
Il PAT individua i principali elementi di criticità del sistema stradale e
predispone le condizioni per il relativo superamento.
A tal fine il PAT:
• prevede l’integrazione e la riorganizzazione complessiva dell’assetto
della rete viaria nelle modalità di cui al seguente paragrafo 17.2
• relativamente alle principali, specifiche e puntuali situazioni di criticità
rilevate (principali punti di conflitto, tratti viari urbani sovraccarichi,
connessioni territoriali carenti, barriere infrastrutturali) predispone le
direttive specifiche di cui al presente paragrafo 17.1.
Principali punti di conflitto: intersezioni sovraccariche e generatori
di traffico continuo/non continuo
I principali punti di conflitto sono rappresentati dai punti della rete viaria
soggetti, in maniera continua o discontinua, a sovraccarico di traffico,
per cui vi sono riscontrabili situazioni di disagio e difficoltà per la
circolazione, condizioni di pericolosità sulle strade e di inquinamento per
gli insediamenti.
I principali punti di conflitto sono identificati:
in corrispondenza delle intersezioni sovraccariche, ovvero dei
punti di convergenza degli assi di comunicazione viaria di
livello territoriale
in corrispondenza dei generatori di traffico continuo/non
continuo, ovvero delle attrezzature (soprattutto servizi e attività
75
produttive/commerciali) che richiamano considerevoli flussi di
utenti, in maniera costante nell’arco della giornata, oppure in
maniera concentrata in alcuni momenti.
Per eliminare/ridurre le situazioni di criticità individuate, vanno valutate le
possibilità di:
revisione del sistema di circolazione afferente ai punti di
conflitto,
adeguata localizzazione, organizzazione, e attrezzatura del
sistema degli accessi, per i generatori di traffico continuo/non
continuo,
riqualificazione/riprogettazione
delle
parti
di
viabilità
interessate, con particolare attenzione alla sistemazione della
carreggiata e delle aree limitrofe, ai materiali impiegati, alla
segnaletica, all’illuminazione, al fine di migliorare le condizioni
di sicurezza per i pedoni e le diverse categorie di mezzi in
transito.
Tratti viari urbani sovraccarichi
I tratti viari urbani sovraccarichi sono le principali parti di viabilità interna
agli insediamenti (SR 307 con la circonvallazione e provinciali innestate
su questo sistema) , interessati da una sovrapposizione di traffico locale,
prevalentemente automobilistico e ciclopedonale, legato agli
insediamenti stessi, e di traffico passante di livello territoriale, composto
prevalentemente da automobili e mezzi pesanti. La funzione mista
assolta dalla viabilità, oltre al sovraccarico portato, ingenera situazioni di
disagio e difficoltà per la circolazione, condizioni di pericolosità sulle
strade e di inquinamento per gli insediamenti
Per eliminare/ridurre le situazioni di criticità individuate, vanno valutate le
possibilità di:
revisione complessiva del sistema
di circolazione
automobilistico e ciclopedonale all’interno degli insediamenti,
riqualificazione/riprogettazione della viabilità, con particolare
attenzione alla sistemazione delle carreggiate e delle aree
limitrofe,
ai
materiali
impiegati,
alla
segnaletica,
all’illuminazione, al fine di migliorare le condizioni di sicurezza
per i pedoni e le diverse categorie di mezzi in transito.
76
Relazioni territoriali non organizzate
Le Relazioni territoriali non organizzate indicano le direzioni e i tracciati
indicativi lungo i quali la mobilità di livello territoriale non trova adeguati e
sufficienti canali di spostamento, andando ad interessare percorsi
impropri.
Il PAT prevede la riorganizzazione, integrazione e riqualificazione del
sistema della viabilità extraurbana ed urbana secondo quanto previsto
al successivo punto 17.2.
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
Barriere infrastrutturali
Le barriere infrastrutturali sono le principali infrastrutture che
costituiscono limitazione e ostacolo per le relazioni funzionali e di
mobilità tra insediamenti e in generale parti di territorio. Il PI:
ricuce e ricostituisce le relazioni interrotte dall’interposizione
delle infrastrutture, anche attraverso l’individuazione, in punti
strategici, di vie di passaggio e comunicazione calibrati, nel
tipo e nelle dimensioni, rispetto alle necessità specifiche
(connessioni ciclo-pedonali, per automezzi leggeri o pesanti,
per mezzi agricoli, ecc.).
promuove la riqualificazione delle aree adiacenti alle barriere
all’interno degli insediamenti, affinché non assumano i
connotati di “retro” urbano
La simbologia adottata negli elaborati grafici indica azioni strategiche
riferite al territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di
collegamento alla base geografica informatizzata.
17.2 Azioni strategiche del sistema stradale (D)
Il P.A.T. prevede la riorganizzazione complessiva e gerarchizzazione
della rete esistente, e in particolare:
•
Separazione e distribuzione su circuiti diversi dei flussi di traffico
a scala urbana, comunale e sovracomunale, tenendo conto della
opportunità e compatibilità di quei flussi rispetto alla funzione e al
carattere dei luoghi attraversati.
77
•
•
Miglioramento dell’accessibilità ai centri urbani di Camposampiero
e Rustega e in particolare ai principali generatori di traffico
(servizi, attrezzature, luoghi di interesse rilevante, aree produttive)
Organizzazione delle necessarie connessioni tra gli insediamenti
a est e ovest della ferrovia, tanto più urgente quanto più
l’insediamento a ovest della ferrovia si consolida in termini di
residenza e di servizi che interessano l’intero comune
In coerenza con gli obiettivi enunciati, il PAT delinea le seguenti
previsioni:
a) Mobilità extraurbana di livello territoriale:
- realizzazione di un “arco” di circonvallazione a sud del centro
di Camposampiero, che connetta l’uscita della SR 308, con la
SR 307, e quindi a ovest con la SP 22, verso nord con la SP
44, e di qui con Rustega e la SR 307 in direzione Lo reggia
- realizzazione di un “arco” di circonvallazione per il centro di
Rustega, che alleggerisca l’abitato dai flussi di traffico che
dalla SP 44 convergono all’uscita della SR 308 a Loreggia
- razionalizzazione, con eliminazione delle strettoie, del
percorso che dall’uscita della SR 308 (a est della stessa) porta
a Rustega
- raccordo dell’insediamento produttivo di Rustega con la via
Zingarelle, per drenare il traffico pesante all’esterno del centro
urbano
b) Mobilità urbana di livello locale:
- A seguito della razionalizzazione dell’assetto viario di livello
territoriale (precedente lettera a)), riordino e riqualificazione
della rete interna agli insediamenti (in parte alleggerita dal
traffico non compatibile), con valorizzazione della funzione di
distribuzione urbana locale, anche mediante revisione del
sistema della circolazione, interventi di moderazione del
traffico, istituzione di “zone 30”, zone a traffico limitato, ecc.
- in funzione delle espansioni urbane a ovest di
Camposampiero, integrazione della rete di accesso e di
distribuzione urbana, con adeguata connessione agli
insediamenti consolidati e alla rete viaria extraurbana
Il P.A.T. individua le componenti del nuovo sistema stradale (evidenziate
nelle tav.B), le classifica e attribuisce specifici ruoli, in coerenza con i
quali va sviluppato il Piano degli Interventi:
78
a) Viabilità di connessione territoriale in corso di realizzazione: SR
308
b) Principale viabilità di connessione e distribuzione extraurbana
esistente/in corso di realizzazione: viabilità di livello extraurbano
esistente, o non esistente ma con iter progettuale in stato
avanzato. I tracciati indicati dal PAT, sono recepiti, e precisati
(senza che ciò comporti variante al PAT), dal PI.
c) Direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni
extraurbane: tracciati indicativi preferenziali per la definizione di
tratti di viabilità extraurbana che integrano e completano
l’assetto della mobilità di livello territoriale. I tracciati indicati dal
PAT, vanno precisati in sede di PI garantendo la funzione ad
essi attribuita.
d) Direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni
urbane: tracciati indicativi preferenziali per la definizione di tratti
di viabilità urbana a supporto dei nuovi ambiti di sviluppo
insediativo. I tracciati indicati dal PAT, vanno precisati in sede di
PI (senza che ciò comporti variante al PAT) garantendo la
funzione ad essi attribuita.
e) viabilità di distribuzione urbana da riqualificare: parti di rete
viaria interna agli insediamenti, che a seguito della
riorganizzazione del sistema viario di scala territoriale, possono
recuperare una funzione di distribuzione urbana e locale, da
valorizzare
Le componenti individuate vanno raccordate e integrate attraverso gli
opportuni sistemi di svincolo e distribuzione ai fini della funzionalità della
rete complessiva.
Il P.I., per quanto di competenza, sviluppa e precisa le scelte strategiche
delineate dal P.A.T., indicando le azioni da svolgere per conseguire gli
obiettivi di piano, le priorità, le interrelazioni, i soggetti coinvolti o da
interessare e le modalità e condizioni per la fattibilità e l’attuazione delle
previsioni, valutando anche la possibilità di operare con programmi
complessi, o di applicare gli strumenti della perequazione urbanistica,
del credito edilizio e della compensazione urbanistica, definendone gli
ambiti e i contenuti.
La simbologia, adottata negli elaborati grafici, per le “direttrici
preferenziali per l’organizzazione delle connessioni extraurbane”, per le
“Direttrici preferenziali per l’organizzazione delle connessioni urbane” e
per la “Riqualificazione SR307” indica azioni strategiche riferite al
territorio e non è da intendersi riferita ai soli punti di collegamento alla
base geografica informatizzata.
79
Disposizioni generali
Per le componenti del sistema stradale sopra elencate, e in generale per
l’intero sistema della viabilità, valgono le disposizioni a seguire, che
costituiscono la base di riferimento per la formazione del P.I. e del Piano
Urbano del Traffico, nonché per la realizzazione degli interventi, anche
di breve termine, volti a razionalizzare la circolazione urbana.
a) I singoli
elementi del sistema viario andranno
progettati/riqualificati con gli accorgimenti necessari al fine di
rendere effettive e percettibili le funzioni attribuite, rispetto ai
temi della circolazione, del disegno della strada, dell’arredo e
dei materiali.
b) Vanno garantite le condizioni di funzionalità, facilità di
orientamento, sicurezza della circolazione, prevedendo
l'attuazione coordinata dei provvedimenti riguardanti la segnaletica, la semaforizzazione, ove necessario, l'illuminazione, la
sistemazione delle aree di servizio, ecc.
c) Si dovranno posizionare le soste e i parcheggi sulla base di un
apposito “piano dei parcheggi” attento ai problemi di
accessibilità e di scambio intermodale.
d) con particolare riferimento alla viabilità di distribuzione urbana,
vanno valutate le necessità del traffico non automobilistico
(pedonale, ciclabile, rurale) e, se necessario, organizzate le
relative corsie di circolazione protette
e) con particolare riferimento alla viabilità di distribuzione
extraurbana di progetto, si deve tenere conto dei problemi di
corretto inserimento delle infrastrutture nell'ambiente, edificato o
meno, sulla base dei seguenti criteri:
vanno considerati i problemi di inquinamento rispetto agli
insediamenti esistenti e previsti, agendo sui criteri di
gestione del traffico, organizzando la distribuzione e la
tipologia degli edifici, adottando soluzioni particolari per
ottenere diffrazione ed effetti assorbenti anche mediante
schermature vegetali arboree ed arbustive disposte a
sufficiente distanza.
i manufatti devono essere modellati sull'andamento dei
terreni riducendo per quanto possibile i rilevati, gli
sbancamenti, i riporti e quant'altro possa degradare
l'aspetto dei luoghi;
al fine di controllare i rapporti con l'ambiente circostante, i
progetti riguarderanno anche le aree limitrofe, per
conferire loro una sistemazione adeguata e coerente
anche mediante alberature, spazi di arredo, ecc.
80
si deve tener conto delle visuali di interesse storico,
naturalistico o paesaggistico predisponendo soluzioni
adeguate per valorizzare la percezione
I tracciati vanno progettati in modo da evitare o ridurre al
minimo la necessità di barriere antirumore o, qualora
necessarie, in modo da consentire, ove possibile, la
realizzazione di barriere formate da rilevati di terra coperti
da vegetazione o di barriere vegetali.
f) le intersezioni stradali e dei sistemi di accesso (soprattutto ai
servizi e alle attività produttive/commerciali) andranno dislocate,
progettate e attrezzate, in termini di segnaletica, illuminazione e
sistemazione della sede stradale e aree limitrofe, al fine di
ridurre l’intralcio ai flussi di traffico e di garantire le condizioni di
sicurezza nel transito dei mezzi.
g) Riqualificazione della SR 307: l’asse della strada, la cui
funzione, nella struttura viaria complessiva, muta a seguito della
realizzazione della nuova SR 308, va riorganizzato e
riqualificato in rapporto alle parti di insediamento attraversato
(area produttiva, area ospedaliera, centro storico, ecc.), rispetto
alle relative caratteristiche dimensionali, ai materiali impiegati,
agli spazi riservati per i diversi tipi di mobilità, all’arredo urbano
e alla sistemazioni degli spazi contigui. Vanno valutate le
possibilià e modalità di ricomposizione, anche con altre specie
arboree,
dei
filari
di
platani
che
originariamente
accompagnavano l’asse stradale e ne caratterizzavano
visivamente la presenza nel paesaggio.
-
Razionalizzazione e potenziamento del trasporto pubblico
Adottare una politica del trasporto pubblico che, pur considerando le
esigenze del trasporto privato, attribuisca priorità ai mezzi pubblici:
a) riqualificando la rete e migliorando i servizi ( corsie
riservate, interscambi tra percorsi e tra modalità di
trasporto, ecc.)
b) adottare mezzi di trasporto adeguati per dimensione,
manovrabilità, emissioni, alle caratteristiche dei luoghi
attraversati ed in particolare, del centro storico.
c) rispondere alle esigenze del pendolarismo attraverso
offerte di trasporto pubblico effettivamente competitive.
d) favorire gli scambi intermodali mezzo privato-mezzo
pubblico e tra mezzi pubblici su gomma e su rotaia
81
Riqualificazione e sviluppo della rete pedonale e ciclabile
La rete pedonale e ciclabile dovrà integrare la rete autoveicolare
offrendo condizioni ottimali di mobilità alle persone (sicurezza,
autonomia, eliminazione delle barriere architettoniche).
82
Art. 18 - Sistema ferroviario
18.1 Sistema ferroviario
- Invarianti
(D)
Ferrovia e stazione
Il P.A.T., non interviene nel sistema ferroviario che attualmente interessa
Camposampiero con due linee che raggiungono la stazione ferroviaria,
posta in adiacenza al centro storico.
Prendendo atto che le attuali condizioni della rete ferroviaria richiedono
interventi di generale riqualificazione, il P.A.T. attribuisce al sistema
ferroviario una forte valenza strutturale e strategica per l’intero territorio
camposampierese (in quanto può offrire valide alternative ai trasporti su
gomma) e classifica come invariante il tracciato della ferrovia e la
stazione baricentrica all’insediamento di Camposampiero. Un elemento
di innovazione particolarmente rilevante in questo quadro è costituito dal
Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale per la linea PadovaCastelfranco, che in previsione farà scalo alla stazione di
Camposampiero.
Il PAT promuove lo sviluppo dei trasporti pubblici su rotaia, anche
attraverso la riqualificazione della stazione e spazi limitrofi e il
potenziamento dell’integrazione funzionale con gli altri sistemi di
mobilità, sviluppando la dimensione di snodo intermodale dell’area,
secondo le disposizioni di cui all’art. 14, punto 14.3.
83
TITOLO
IV
-
DISCIPLINA DEGLI AMBITI
TERRITORIALI
OMOGENEI
(A.T.O.)
Art. 19 - Generalità
Gli Ambiti Territoriali Omogenei – ATO sono parti di territorio individuate in
base a specifici caratteri geografici, fisico – ambientali e insediativi.
La disciplina degli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) integra le disposizioni
generali per l’assetto del territorio, di cui al Titolo III.
Tale disciplina è organizzata, negli articoli che seguono, in forma di schede,
che si riferiscono alla disciplina dei singoli ATO e insiemi di ATO, essa
pertanto è articolata in:
a) disposizioni generali, formulate per ciascun insieme di ATO;
b) disposizioni specifiche, formulate per ciascun
ATO, con un
dimensionamento teorico dell’edilizia residenziale, calcolato sulla base
dei seguenti criteri:
19.1 Dimensionamento
Il PAT è dimensionato, per il decennio 2005 – 2015, considerando le
esigenze, in termini di nuova edificabilità, rispetto a:
a. residenza
b. commercio / direzionale
c. produttivo
Le nuove potenzialità edificatorie (carico insediativo aggiuntivo) e gli standard
urbanistici da soddisfare vengono indicate per ogni singolo ATO.
Il P.A.T. viene dimensionato:
• considerando le esigenze abitative ipotizzate per il decennio 2005
– 2015, facendo riferimento ai dati demografici forniti dal comune.
• tenendo conto della capacità insediativa residua del P.R.G.
vigente
Il fabbisogno complessivo, che si traduce in un carico insediativo aggiuntivo,
è valutato secondo la seguente ipotesi:
a. per la residenza una volumetria di mc 538.910
b. per le attività commerciali / direzionali una superficie lorda di
pavimento di mq 114500
c. per le attività produttive una superficie di zona di mq 130000
84
Tale carico insediativo aggiuntivo è comprensivo dell’edificabilità residua
prevista dal PRG vigente, escludendo quella legata a strumenti urbanistici
attuativi o progetti in fase di realizzazione, ovvero approvati o in fase di
approvazione. Sono inoltre escluse dal carico insediativo aggiuntivo, per le
attività produttive, le zone già destinate a tale funzione all’interno delle aree di
urbanizzazione consolidata prevalentemente residenziali/produttive, e
l’individuazione di zone per la gestione di strutture produttive esistenti in zona
impropria.
Per la residenza, in particolare:
- il P.I. potrà aumentare o diminuire il volume specifico assegnato
ai singoli ATO di una quantità non maggiore del 10%, nel
rispetto del dimensionamento massimo complessivo indicato dal
PAT.
- In aggiunta al fabbisogno abitativo calcolato, sono comunque
consentiti (ad eccezione del centro storico e del territorio aperto,
per le parti classificate Ambiti agricoli a buona integrità, Aree
rilevanti per la rete ecologica territoriale e Aree con presenza di
sistemazioni agricole di interesse storico-“cavini”, di cui all’art.8)
gli ampliamenti funzionali agli alloggi esistenti (fino ad un
massimo di 50mc per unità edilizia), senza incrementi del
numero di unità immobiliari, che vengono definiti dal PI per
migliorare la qualità abitativa e funzionale degli immobili
Per le attività produttive, commerciali e direzionali esistenti, in aggiunta al
carico insediativo aggiuntivo calcolato, il PI può individuare specifiche zone
(nel caso di attività produttive/commerciali in zona impropria di cui all’art.14,
punto 14.6) e definire le possibilità di eventuali, limitati, adeguamenti
tecnologici o di ampliamento, di integrazione delle opere di urbanizzazione e
dei servizi interni previsti per legge, se carenti, di realizzazione di opere di
mitigazione degli impatti visivi, sonori e olfattivi sul contesto circostante, per
migliorare la qualità degli immobili.
19.2 Utilizzo della zona agricola
Il P.A.T. determina il limite quantitativo massimo della zona agricola
trasformabile in zone con destinazione diversa quella agricola.
Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) comunale rilevata al 2005: 13,01kmq
Superficie Territoriale Comunale (S.T.C.): 21,07kmq
Rapporto S.A.U. / S.T.C.= 61,7% > 61,3%
Zona agricola massima trasformabile = S.T.C. x 1,3% = 273.910 mq
In sede di PI tale quantità potrà subire un incremento massimo del 10%.
85
Non si considera trasformazione di zona agricola l’individuazione di zone per
la disciplina dell’esistente negli ambiti di Edificazione diffusa, di cui all’art.14,
punto 14.4.
Eventuali modifiche alle modalità di determinazione della SAU e della zona
agricola massima trasformabile in attuazione di nuove eventuali disposizioni
regionali, non costituisce variante al PAT.
86
Art. 20 – Insieme A - A.T.O. con prevalenza dei caratteri
del sistema ambientale e paesaggistico
L’insieme A – “A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema
ambientale e paesaggistico” è considerata dal P.A.T. come una parte
di territorio di interesse strategico principalmente per le funzioni
agricolo-produttive e per gli aspetti naturalistico – ambientali del
territorio.
L’insieme A è articolato nei seguenti sottoinsiemi:
● A1 – agricolo-ambientale
● A2 - agricolo-residenziale integrato
ognuno articolato in Ambiti Territoriali Omogenei ( ATO ), di cui alla
tav. 4.a, caratterizzati da singole specificità.
Gli spazi aperti appartenenti all’insieme A possono essere interessati
da interventi di salvaguardia, recupero e valorizzazione in ragione dei
caratteri propri delle singole località, salvo interventi diversi specificati
negli strumenti urbanistici territoriali di area vasta, e/o nella disciplina
degli Ambiti Territoriali Omogenei - A.T.O.
Devono essere rispettate le seguenti disposizioni generali, nonché le
disposizioni date per i singoli Ambiti Territoriali Omogenei di
appartenenza:
a)
Ambiente
•
•
mantenimento e sviluppo delle funzioni agricole produttive,
soprattutto se condotte secondo i principi della sostenibilità
ambientale, comprese le attività di preparazione e
commercializzazione dei prodotti e le attività agrituristiche
e di servizio che incentivano la fruizione turistica del
territorio e lo sviluppo socio – economico;
vanno salvaguardate le aree agricole integre e deve
essere garantito il mantenimento, il ripristino, la
valorizzazione degli elementi caratterizzanti il territorio (
reticolo dei corsi d’acqua e delle strade poderali, manufatti
e insediamenti rurali, tipologia e allineamento delle alberature e delle piantate, sistemazioni agricole tradizionali,
87
•
•
•
•
•
b)
ecc.), come componenti
di un sistema integrato e
continuo;
Mantenimento delle alberature d'alto fusto, da integrare
con nuovi raggruppamenti arborei, composti da specie
tradizionali e disposti in rapporto agli insediamenti, alla
tessitura dei fondi ed alle visuali
deve essere garantito il recupero dei luoghi degradati o in
contrasto con il carattere paesaggistico, geologico,
idraulico dell’ambiente;
la trasformazione del suolo deve garantire la
riqualificazione e tutela degli ecosistemi naturali, con
l’obiettivo di mantenere e valorizzare le risorse locali.
progettazione di "sistemi" di fruizione turistica dei luoghi:
attrezzature e sistemazioni per la ricezione e visita in
connessione con i "sistemi ambientali" territoriali
Promozione dello sviluppo di attività economiche che si
svolgano in modo compatibile e coerente con l’ambiente e
la conservazione della natura (agricoltura biologica,
agriturismo, attività connesse con la fruizione turisticoricreativa del territorio aperto, ecc.), nel rispetto del
dimensionamento del PAT.
Insediamenti
•
•
•
tutela e valorizzazione degli edifici con valore storicoambientale, che favorisca tuttavia efficacemente
la
possibilità di recuperarli e mantenerli in vita, per quanto
possibile in funzione delle attività agricole locali o per altre
utilizzazioni compatibili. Valgono le disposizioni di cui al
precedente art.12
riqualificazione
e
disciplina
degli
edifici
produttivi/commerciali esistenti anche in zona impropria,
secondo le modalità definite all’art.14, punto 14.6
Contenimento dell’edificazione diffusa e riordino e
riqualificazione degli insediamenti diffusi esistenti , in
particolare:
Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel
territorio agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11
riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti,
secondo le modalità e i criteri di cui all’art.14, punto
14.4
88
c)
Accessibilità
•
Riqualificazione e riorganizzazione degli assi viari, lungo i
quali si sono sviluppati insediamenti lineari in ambito
improprio, con adeguamento della sezione della
carreggiata, individuazione di spazi per il parcheggio e
inserimento di corsie protette per pedoni e ciclisti, ai fini
eliminare le pericolosità e adattare la strada al duplice
ruolo di via di passaggio e di accesso diretto agli
insediamenti.
Disposizioni per il Piano degli Interventi ( P.I.)
Il P.I. sviluppa e precisa le scelte strategiche delineate dal P.A.T.,
indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano, le
priorità, le interrelazioni, i soggetti coinvolti o da interessare e le
condizioni per la fattibilità e l’attuazione delle previsioni.
Devono essere comunque rispettate le disposizioni date per i singoli
ATO di cui ai successivi articoli.
89
Art. 21 - ATO A1.1
Insieme
A–
TERRITORIO
APERTO
1.
Sottoinsieme
ATO A1.1
A1AGRICOLO-AMBIENTALE
MUSON VECCHIOVANDURA-ORCONE
Identificazione
Superficie territoriale: 4,80 kmq
L’ATO A1.1 comprende l’ampia porzione di territorio aperto localizzata a
est dell’area urbana del capoluogo, tra l’Orcone a sud,il Muson vecchio a
nord e il quartiere S.Marco a est, è inoltre attraversato dalla linea
ferroviaria Padova-Bassano.
L’area, prevalentemente agricola, è caratterizzata dalla presenza di
edificazione sparsa prevalentemente residenziale, connessa e non
all’attività agricola, e produttiva. Tale edificazione si addensa
prevalentemente a ridosso delle vie di comunicazione che si innestano nel
quartiere S.Marco.
Accessibilità
L’ATO A1.1, separato dal capoluogo dalla barriera costituita dalla linea
ferroviaria Padova Calalzo, è attraversato da due vie di comunicazione
principali:
- la SP 39 conduce a est a S. Giustina in colle, a ovest, tramite il
cavalcaferrovia tangente il quartiere S.Marco e l’area ospedaliera, alla
SR 307 e al capoluogo;
- la SP 22 conduce a est alla frazione di Fratte, a ovest, tramite
sottopasso, direttamente al centro storico di Camposampiero
Nel quadrante compreso tra il Muson Vecchio e la linea ferroviaria
Padova-Bassano, altre due strade minori, convergenti a nord di S.Marco,
connettono con la SP 78, tangente l’estremità nord-ovest del comune.
A sud l’ATO A1.1 è infine raggiunto dalla sede in rilevato della ex-linea
ferroviaria Ostiglia.
90
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
•
tutela e sviluppo dell’assetto agrario e delle relative sistemazioni
funzionali alla produzione agricola, all’interno degli ambiti agricoli
a buona integrità di cui all’art.8, punto 8.4
Cura della rete idrografica, finalizzata al superamento/riduzione
delle situazioni di vulnerabilità al rischio idraulico, con:
- Sistemazione dei corsi d’acqua principali (rio Orcone, fosso
Vandura, Muson Vecchio e rio Storte) e relative sponde,
nonché dei manufatti che regolano l’equilibrio idrico
generale, sino, nei punti critici, alla ridefinizione delle sezioni
fluviali/arginali, e a rettifiche del percorso
- individuazione di provvedimenti speciali atti a prevenire
oppure a contenere gli effetti di eventuali fenomeni di
esondazione in punti critici (vasche di laminazione, ecc.)
Tutela delle sistemazioni agricole di interesse storico-ambientale
– “cavini”
2.2 – Insediamenti
•
riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali
si addensa l’edificazione diffusa (in particolare le strade provinciali
22 e 39 e lungo la via Fabris-via Pila)
2.3 - Accessibilità
•
riqualificazione dell’asse della provinciale tra il quartiere S.Marco
e S. Giustina in Colle, attraverso interventi che ne valorizzino la
funzione di elemento connettivo urbano tra insediamenti vicini
(miglioramento della qualità degli spazi di percorrenza
ciclopedonali, del sistema di illuminazione, dell’arredo urbano,
ecc)
• predisposizione di un sistema di circonvallazione esterno al
quartiere S.Marco, connesso con la SR 307 e la SP 22; il
tracciato va definito in sede di PI, in un ambito che può
interessare gli ATO A1.1 e R2.3
• Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità, con
definizione di appropriati provvedimenti:
per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di
diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto
verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali
adeguatamente strutturati
91
-
per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende agricole
operanti, garantendo, per quanto possibile, l’integrità dei corpi
aziendali, o quantomeno i collegamenti minimi funzionali alla
conduzione dell’attività agricola, tra corpi aziendali separati dalle
infrastrutture
3. Funzioni attribuite
•
•
•
utilizzazioni esistenti
funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo
l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento
all’attività agricola
attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero,
ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione del territorio
aperto
4. Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
15000
Abitante teorico
Residenti
Ab. teorici aggiunti
Totale
ab. teorici
1123
100
1223
92
10
Secondari
23
mc. 150
Standard urbanistici richiesti
aree per servizi
mq
3300
aggiuntive
aree per servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
40359
Art. 22 - ATO A1.2
Insieme
A–
TERRITORIO
APERTO
1.
Sottoinsieme
ATO A1.2
A1AGRICOLO-AMBIENTALE
CENTRO DI
BIOTRATTAMENTO
Identificazione
Superficie territoriale: 0,88kmq
L’ATO A1.2 comprende la porzione sud-est del territorio comunale, tra la
SR 308 e il confine comunale, delimitata a nord dall’ATO A2.1.
All’interno dell’ATO è localizzato un centro con impianti per il trattamento
rifiuti.
L’area, prevalentemente agricola, è caratterizzata da limitata presenza di
edificazione sparsa prevalentemente residenziale, connessa e non
all’attività agricola.
Accessibilità
L’ATO A1.2 è in diretta connessione con la zona produttiva a est del
Muson dei Sassi, e di qui con la SR 307, attraverso la via Visentin, strada
della centuriazione che nella direzione opposta conduce alla frazione di
Zeminiana (comune di Massanzago).
Il collegamento tra gli impianti per il trattamento rifiuti e la SP 31 è
garantito da una bretella viaria, che in previsione andrà ad agganciarsi
anche con l’uscita della SR 308
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
limitazione delle penalizzazioni apportate alle aziende agricole
operanti a seguito dalla realizzazione della nuova SR 308
Mitigazione, tramite schermi vegetali o altri dispositivi, degli impatti
visivi, acustici e delle emissioni in atmosfera, legati alla presenza
degli impianti per il trattamento rifiuti.
93
2.2 – Insediamenti
•
riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali
si addensa l’edificazione diffusa (in particolare via Visentin)
2.3 - Accessibilità
•
•
riprogettazione del territorio coinvolto nella nuova viabilità secondo
quanto previsto all’art.10, punto 10.1
Adeguamento e integrazione della rete viaria esistente, al fine di
garantire idonee connessioni della SP 31 con le uscite della SR
308
3. Funzioni attribuite
•
•
•
utilizzazioni esistenti,
funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo
l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento all’attività
agricola
attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero,
ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente
aperto.
94
4.
Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
4000
Abitante teorico
Ab. teorici aggiunti
27
Totale
121
ab. teorici
95
10
23
mc. 150
94
Residenti
Secondari
Standard urbanistici richiesti
aree per servizi
aggiuntive
aree per servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
880
mq
3982
Art. 23 - ATO A1.3
Insieme
A–
TERRITORIO
APERTO
1.
Sottoinsieme
A1AGRICOLO-AMBIENTALE
ATO A1.3
MUSON VECCHIO –
RUSTEGA - MARZENEGO
Identificazione
Superficie territoriale: 6,49kmq
L’ATO A1.3 comprende la porzione di territorio comunale a est della
nuova SR 308, che si estende dal fiume Muson Vecchio al Marzenego.
L’area, prevalentemente agricola, circonda il nucleo urbano di Rustega ed
è caratterizzata dalla presenza di edificazione sparsa prevalentemente
residenziale, connessa e non all’attività agricola, e produttiva, sviluppata a
ridosso degli assi di comunicazione.
A sud di Rustega confluiscono i corsi del Muson Vecchio, del Rio Rustega
e del Fosso Marzenego, in un’area di particolare valenza ambientale e
naturalistica, in cui peraltro è localizzata una ex-cava.
Accessibilità
L’area è attraversata dalla SP 44, che da un lato va ad intercettare la SR
307, all’interno dell’area urbana del capoluogo, dall’altro penetra nel
centro di Rustega, per proseguire poi in direzione sud-est verso la SP 31
e Massanzago. Il collegamento con la SR 308 è in prospettiva possibile, a
partire dalla SP 44, attraverso l’uscita di Lo reggia e attraverso l’uscita di
Camposampiero, utilizzando un sistema viario non sempre adeguato per
caratteri dimensionali e tortuosità del percorso
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
limitazione, per quanto possibile, delle penalizzazioni apportate
alle aziende agricole operanti a seguito dalla realizzazione della
nuova SR 308
tutela e sviluppo delle attività agricolo-produttive in particolare del
territorio a nord di Rustega, promozione di attività connesse alla
fruizione turistica dei luoghi, ricezione e visita, in particolare lungo
il Muson
96
•
Riqualificazione e valorizzazione dei percorsi lungo gli argini del
Muson Vecchio come connessioni ciclopedonali, alternative alla
rete automobilistica, tra Rustega e Camposampiero, e tra gli
insediamenti e il territorio aperto
Mitigazione, tramite schermi vegetali o altri dispositivi, degli
impatti visivi sul paesaggio legati alla presenza dell’ insediamento
commerciale a sud di Rustega
•
2.2 – Insediamenti
riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali
si addensa l’edificazione diffusa (in particolare la sp44, la via
Zingarelle-via Fossalta-via Soligo, la via Pitoche-via Quirini e la
via Molino Nuovo)
•
2.3 - Accessibilità
•
Adeguamento, riqualificazione e integrazione della rete viaria
esistente, al fine di garantire idonee connessioni di Rustega con le
uscite della SR 308
• Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità (anche
secondo quanto previsto all’art.10, punto 10.1), con definizione di
appropriati provvedimenti:
per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di
diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto
verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali
adeguatamente strutturati
per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende
agricole operanti, garantendo, per quanto possibile, l’integrità
dei corpi aziendali, o quantomeno i collegamenti minimi
funzionali alla conduzione dell’attività agricola, tra corpi
aziendali separati dalle infrastrutture
• Riqualificazione, riordino e integrazione della via Molino Nuovo
rispetto all’utilizzo della stessa come connessione tra la SP 44 a
nord, e la SP 31 e l’uscita della SR 308 a sud.
3. Funzioni attribuite
•
•
utilizzazioni esistenti,
funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo
l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento
all’attività agricola
97
•
4.
attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero,
ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente
aperto.
Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
15000
Abitante teorico
Residenti
ab. teorici
10
23
mc. 150
1315
Standard urbanistici richiesti
100
aree per servizi
1415
aggiuntive
aree per servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
ab. teorici aggiunti
Totale
Secondari
98
mq
3300
mq
46695
Art. 24 - ATO A2.1
Insieme
A–
TERRITORIO
APERTO
1.
Sottoinsieme
A2AGRICOLO-RESIDENZIALE
INTEGRATO
ATO A2.1
STRAELLE
Identificazione
Superficie territoriale: 0,70kmq
L’ATO A2.1 comprende la fascia di territorio a ridosso della SP 31,
delimitata ad ovest dalla SR 308.
L’area, prevalentemente agricola, è caratterizzata da consistente
presenza di edificazione sparsa, prevalentemente residenziale connessa
e non all’attività agricola, e produttiva, sviluppatasi spontaneamente e in
modo disorganico a ridosso della provinciale. E’ presente, in particolare,
una grossa struttura commerciale.
Accessibilità
L’area fa perno sulla SP 31, che collega Camposampiero e Massanzago,
e si connette:
- con Rustega, tramite la via Zingarelle e tramite la via Molino Nuovo
- in prospettiva, con l’uscita della SR 308 tramite una nuova bretella
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
limitazione, per quanto possibile, delle penalizzazioni apportate
alle aziende agricole operanti a seguito dalla realizzazione della
nuova SR 308
Mitigazione, tramite schermi vegetali o altri dispositivi, degli
impatti visivi sul paesaggio legati alla presenza dell’ insediamento
commerciale a sud di Rustega
2.2 – Insediamenti
•
riqualificazione degli assi stradali, o loro tratti parziali, lungo i quali si
addensa l’edificazione diffusa (in particolare la strada provinciale 31)
99
2.3 - Accessibilità
•
•
•
•
Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità, con
definizione di appropriati provvedimenti:
per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di
diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto
verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali
adeguatamente strutturati
per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende
agricole operanti
Adeguamento e integrazione della rete viaria esistente, al fine di
garantire idonee connessioni della SP 31 con le uscite della SR 308
Predisposizione di adeguato sistema di accessibilità dalla SP 31
all’insediamento commerciale a sud di Rustega, ai fini di ridurre le
condizioni di pericolosità
Riqualificazione, riordino e integrazione della via Molino Nuovo rispetto
all’utilizzo della stessa come connessione tra la SP 44 a nord, e la SP 31 e
l’uscita della SR 308 a sud.
3. Funzioni attribuite
•
•
•
•
utilizzazioni esistenti
attività commerciali esistenti e consolidate
funzioni agricole da mantenere e potenziare favorendo
l’integrazione di attività agrituristiche e di complemento
all’attività agricola
attività ricreative su spazi verdi, attrezzature per il tempo libero,
ecc. finalizzate alla salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente
aperto.
100
4. Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
10000
Abitante teorico
304
Residenti
67
ab. teorici aggiunti
Secondari
10
mc. 150
Standard urbanistici richiesti
aree per
servizi
Totale
371
ab. Teorici
23
aggiuntive
aree per
servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
2200
mq
12232
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
S.l.p.
Standard
Commerciale/direzionale mq
2000
101
aree per
servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
2000
Art. 25 – Insieme R - A.T.O. con prevalenza dei caratteri
del sistema insediativo
L’insieme R – “A.T.O. con prevalenza dei caratteri del sistema
insediativo” è considerata dal P.A.T. come una parte di territorio di
interesse strategico principalmente per le funzioni residenziale,
produttiva e di servizio, oltre che per gli aspetti storico-culturali legati
agli insediamenti.
L’insieme R è articolato nei seguenti sottoinsiemi:
•
•
•
R1 – residenziale di interesse culturale
R2 - residenziale integrato
R3 – misto a dominante produttiva
ognuno articolato in Ambiti Territoriali Omogenei ( ATO ), di cui alla
tav. 4.a, caratterizzata da singole specificità.
Devono essere rispettate le seguenti disposizioni generali, nonché le
disposizioni date per i singoli Ambiti Territoriali Omogenei di
appartenenza:
a) Ambiente
•
•
•
•
all’esterno delle aree di urbanizzazione consolidata, possibilità
di mantenimento delle funzioni agricole compatibili con la
residenza, comprese le attività di preparazione e
commercializzazione dei prodotti e le attività agrituristiche e di
servizio volte al miglioramento della qualità abitativa ed allo
sviluppo socio – economico.
integrazione del sistema della viabilità pedonale/ciclabile con
quello dei percorsi turistici esterni alle aree urbane
valorizzazione e potenziamento della rete continua di aree verdi
interna all’insediamento e connessa con quella del territorio
aperto, utile alla conservazione della biodiversità e a soddisfare
le esigenze, anche ecologiche, di rigenerazione complessiva
dell’ambiente. Tale rete comprende:
- i corsi d’acqua
- il verde pubblico
- il verde sportivo e ricreativo
- il verde privato individuale o condominiale
Trasferimento degli allevamenti zootecnici intensivi in condizioni di
non compatibilità con gli insediamenti residenziali, con riferimento alle
disposizioni di cui alla L.R.11/2004 – Atto di indirizzo “lettera d –
102
edificabilità zone agricole” e nelle modalità previste dall’art.6 delle
presenti norme.
b) Insediamenti
•
•
•
•
•
Salvaguardia, recupero e valorizzazione, con riferimento anche
alle disposizioni di cui all’art.12:
del centro storico e delle attività in esso esercitate, degli
spazi aperti, della morfologia urbana e degli immobili di
interesse culturale, anche mediante interventi di
eliminazione o mitigazione dei contrasti con i valori culturali
esistenti;
del complesso monumentale dei Santuari Antoniani
delle ville venete e in generale degli edifici di interesse
storico-culturale, con annessi scoperti e formazioni vegetali
di interesse storico- culturale;
dei manufatti, dei segni e delle tracce che caratterizzano il
territorio
recupero, consolidamento e riqualificazione in senso urbano
delle parti centrali di Camposampiero e Rustega, le cui strutture
vanno potenziate ed integrate con i servizi, per migliorare la
qualità abitativa degli insediamenti.
riqualificazione e riordino delle frange urbane marginali
sviluppatesi a est e a ovest del capoluogo non adeguatamente
strutturate, inserimento degli adeguati servizi e luoghi centrali e
potenziamento delle connessioni/relazioni con il nucleo urbano
principale, contenuto tra Muson dei Sassi e ferrovia
Rafforzamento e incremento dei servizi di interesse
sovracomunale, volti ad aumentare la dotazione di attrezzature
per attività culturali, amministrative, direzionali, sanitarie, ecc,
nonché di spazi da destinare ai parchi ed al tempo libero
migliorando, anche in termini qualitativi, l’attuale offerta di
servizi nel territorio.
Adeguamento della dotazione di standard dimensionando le
previsioni alle effettive necessità, utilizzando anche le risorse
ambientali presenti e disponibili, nel rispetto del DM 1444/68 e
dell’art. 31 della LR 11/2004. La dotazione di standard dovrà
essere utilizzata per migliorare la struttura del sistema
insediativo:
- favorendo la costituizione di punti di riferimento urbani nei
tessuti che ne sono privi
- puntando a creare un sistema organico e continuo di
spazi pubblici e di uso pubblico
Sarà così possibile associare alla quantità di standard un livello
soddisfacente di qualità del servizio attraverso progetti organici
103
•
•
•
•
•
•
di riqualificazione urbana.
Integrazione del sistema dei servizi nel tessuto urbano,
soprattutto attraverso l’organizzazione di un adeguato e
specifico sistema di accessibilità/sosta per i servizi di interesse
comunale/sovracomunale.
Riserva di aree per
future attrezzature ed insediamenti
qualificati.
Offerta adeguata di aree artigianali e industriali, da utilizzare
soprattutto per favorire il trasferimento di attività improprie
localizzate all’interno dei centri urbani.
Trasformazione urbanistico – edilizia degli immobili interessati
da attività produttive dismesse e/o trasferite,
riqualificazione e disciplina degli edifici produttivi/commerciali
esistenti anche in zona impropria, secondo le modalità definite
all’art.14, punto 14.6
Contenimento dell’edificazione diffusa, riordino e riqualificazione
degli insediamenti diffusi esistenti, anche nel quadro delle
nuove espansioni urbane programmate, secondo le modalità
descritte all’art.14, punto 14.4
c) Accessibilità
•
Gerarchizzazione della rete viaria esistente rispetto alle
esigenze della mobilità e al carattere dei luoghi attraversati,
attraverso l’integrazione del sistema della mobilità, il riassetto
del sistema della circolazione e gli interventi di riqualificazione
delle strade
Disposizioni per il Piano degli Interventi ( P.I.)
Il P.I. sviluppa e precisa le scelte strategiche delineate dal P.A.T.,
indicando le azioni da svolgere per conseguire gli obiettivi di piano, le
priorità, le interrelazioni, i soggetti coinvolti o da interessare e le
condizioni per la fattibilità e l’attuazione delle previsioni.
Devono essere comunque rispettate le disposizioni date per i singoli
ATO di cui ai successivi articoli.
104
Art. 26 - ATO R1.1
Insieme
Sottoinsieme
R - INSEDIATIVO
R1 – RESIDENZIALE DI
INTERESSE CULTURALE
1.
ATO R1.1
CENTRO STORICO
DI
CAMPOSAMPIERO
Identificazione
Superficie territoriale: 0,62kmq
L’ATO R1.1 copre il nucleo storico di Camposampiero, che comprende il
centro storico (la parte inclusa nel nodo d’acque e le aree adiacenti alla
SR307) e i Santuari Antoniani.
Accessibilità
Il centro storico si sviluppa longitudinalmente a cavallo della SR 307, da
questa, le connessioni est-ovest sono garantite dalla SP 31 e 44, verso
est, e dalle SP 39 e 22, che superano la linea ferroviaria, verso ovest,
tramite rispettivamente un cavalcaferrovia e un sottopasso.
In prossimità del centro storico è inoltre localizzata la stazione ferroviaria
per le linee Padova-Bassano e Padova-Calalzo
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
Recupero e ricomposizione ambientale, con la valorizzazione, in
particolare, del sistema delle acque
2.2 – Insediamenti
•
•
Formazione di un “polo” unico di interesse ambientale,
paesaggistico, culturale, artistico e ricreativo, comprendente centro
storico e contigui Santuari Antoniani
Riqualificazione/valorizzazione del centro storico come luogo
dell’abitare, dello studio e del tempo libero, in grado di costituireil
centro di riferimento del tessuto urbano del capoluogo, attraverso
interventi che interessano l’organizzazione urbana, la struttura
funzionale, le relazioni con il territorio, la viabilità, in coerenza con
gli indirizzi specifici di cui all’art.12, punti 12.1.1 e 12.1.2
105
•
•
•
•
•
rivitalizzazione del tessuto commerciale compatibile e insediamento
di nuove attività compatibili, funzionali alla valorizzazione
commerciale e turistica, conversione o rilocalizzazione di quelle
incompatibili
ripristino degli utilizzi pubblici su spazi aperti e percorsi storici
sottratti nel tempo all'uso collettivo, e integrazione del sistema dei
percorsi storici
riqualificazione della Scena Urbana
eliminazione/mitigazione dell'impatto delle fonti di degrado e di
inquinamento visivo.
recupero, riqualificazione e riordino morfologico dell'edificato
esistente, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1
2.3 - Accessibilità
•
riorganizzazione della viabilità e della sosta, all’interno di un nuovo
quadro complessivo esteso all’intero comune, per l’individuazione
di possibili ed efficaci soluzioni per:
- ridurre significativamente il carico di traffico che interessa il centro
storico, soprattutto per quanto riguarda la SR307 e il tratto di
strada che separa il centro storico dall’ambito dei Santuari
Antoniani
- privilegiare le condizioni di sicurezza/continuità della mobilità
pedonale/ciclabile
3. Funzioni attribuite
•
•
•
utilizzazioni esistenti
Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare
favorendo l’integrazione di attività economiche e di servizio volte al
miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo
socio – economico e turistico
Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in
relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va
valutata in sede di PI
106
4. Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
30000
Abitante teorico
1710
Residenti
ab. teorici aggiunti
200
Totale
1910
ab. teorici
10
23
mc. 150
Standard urbanistici richiesti
aree per
servizi
aggiuntive
aree per
servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
6600
mq
63030
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
S.l.p.
Commerciale/direzionale
Secondari
Standard
2000
mq
107
aree per servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
2000
Art. 27 - ATO R2.1
Insieme
R - INSEDIATIVO
1.
Sottoinsieme
R2 – RESIDENZIALE
INTEGRATO
ATO R2.1
CAMPOSAMPIERO
Identificazione
Superficie territoriale: 0,83kmq
L’ATO R2.1 comprende l’area urbana di Camposampiero, che avvolge il
centro storico ed è delimitato a ovest dalla linea ferroviaria, a est dal
Muson dei Sassi e a sud dalla zona produttiva e dall’area che ospita le
strutture ospedaliere.
All’interno dell’area sono localizzate la casa di riposo e le scuole superiori.
Accessibilità
L’area urbana di Camposampiero si sviluppa longitudinalmente a cavallo
della SR 307, da questa, le connessioni est-ovest sono garantite dalla SP
31 e 44, verso est, e dalle SP 39 e 22., che superano la linea ferroviaria,
verso ovest, tramite rispettivamente un cavalcaferrovia e un sottopasso.
L’attuale cavalcaferrovia è tuttavia destinato a demolizione e sostituzione
con una nuova infrastruttura, collegata alla SR 307 circa all’altezza della
fonderia Anselmi.
In posizione centrale è inoltre localizzata la stazione ferroviaria per le linee
Padova-Bassano e Padova-Calalzo
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
Recupero e ricomposizione ambientale, con la valorizzazione, in
particolare, del sistema delle acque
ai fini del mantenimento/ripristino degli equilibri idrogeologici:
- individuazione di interventi mirati per la soluzione delle situazioni
puntuali critiche dal punto di vista dell’equilibrio idrogeologico
(come la canaletta Tentori)
- nei nuovi interventi edificatori, applicazione delle disposizioni di
cui all’art.7 delle presenti norme e delle prescrizioni di cui alla
Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT
108
2.2 – Insediamenti
•
•
•
recupero, riqualificazione e riordino morfologico dell'edificato
esistente, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.1
Riqualificazione e valorizzazione del contesto urbanistico della
stazione ferroviaria, che con l’attuazione del SFMR acquisterà una
nuova “centralità”, secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto
14.3.
Trasferimento e riorganizzazione delle attuali funzioni scolastiche
(elementari e medie) di via Filippetto, all’interno dell’ATO R2.4, e
riqualificazione e recupero urbanistico delle aree, secondo le
disposizioni di cui all’art.14, punto 14.3.
2.3 - Accessibilità
•
•
riorganizzazione della viabilità e della sosta, all’interno di un nuovo
quadro complessivo esteso all’intero comune per l’individuazione di
possibili, efficaci soluzioni per:
- ridurre significativamente il carico di traffico che interessa, in
corrispondenza del passaggio della SR 307, l’area urbana del
capoluogo e crea di fatto una spaccatura all’interno del tessuto
urbano,
- privilegiare viceversa le condizioni di sicurezza/continuità della
mobilità pedonale/ciclabile
organizzazione delle necessarie connessioni automobilistiche e
ciclopedonali con l’insediamento del quartiere S.Marco oltre la linea
ferroviaria (ATO R2.3), e con quello di via Straelle oltre il Muson dei
Sassi (ATO R2.4)
3. Funzioni attribuite
•
•
•
utilizzazioni esistenti
Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare,
favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e
di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli
insediamenti ed allo sviluppo socio – economico.
Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e
con priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio
– economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi,
alberghiere, ecc. Queste funzioni vanno definite ed organizzate
considerando prioritariamente le “direttrici preferenziali per
l’organizzazione degli spazi a verde, dei servizi, delle reti di
connessione ciclopedonale”
109
•
Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in
relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo,
va valutata in sede di PI
Funzioni tecniche e di servizio connesse con la mobilità e
intermodalità
•
4.
Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
90000
Abitante teorico
2965
Residenti
ab. teorici aggiunti
600
Totale
3565
ab. teorici
S.l.p.
mq
10
23
mc. 150
Standard urbanistici richiesti
aree per
servizi
aggiuntive
aree per
servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
19800
mq 117645
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
Commerciale/direzionale
Secondari
Standard
21000
110
aree per
servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
21000
Art. 28 - ATO R2.2
Insieme
R - INSEDIATIVO
1.
Sottoinsieme
R2 – RESIDENZIALE
INTEGRATO
ATO R2.2
AREA
OSPEDALIERA
Identificazione
Superficie territoriale: 0,30kmq
L’ATO R2.2 comprende la fascia di territorio compresa tra il canale
Vandura e la linea ferroviaria, dall’area ospedaliera sino al confine
comunale a sud.
Accessibilità
L’ATO R2.2 si sviluppa lungo la SR 307, ed è attraversata dalla
“circonvallazione” di Camposampiero (SP 39), che supera le linee
ferroviarie con un cavalcaferrovia. L’attuale cavalcaferrovia è tuttavia
destinato a demolizione, e il raccordo con la SP 39 sarà garantito da una
nuova infrastruttura, agganciata alla SR 307 circa all’altezza della fonderia
Anselmi.
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
Organizzazione, all’interno della fascia di territorio aperto compresa
tra la nuova viabilità e gli insediamenti, di adeguati dispositivi per la
mitigazione dell’impatto acustico, visivo e da polveri legato alle
nuove infrastrutture
Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono le
seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto disposto
nella Scheda di mitigazione n.2 della Valutazione stessa:
-
-
qualunque
sia
il
tipo
di
intervento
urbanistico,
indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi
successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le
prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità
Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti
norme
Le aste di scolo principali non possono essere tombinate; gli
interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare sempre libera
una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per permettere future
manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga alla presente
111
-
-
-
-
-
prescrizione deve essere concordata fra privati, Comune di
Camposampiero e Consorzio di Bonifica.
in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di
calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri
più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare
conformazioni concave dei nuovi assi stradali interni all’area; le
strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio,
devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a
ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per
definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la
progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni
idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da
interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi
aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli
edifici di progetto
le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15
cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere
idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in
modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di
precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è
consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio
veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile (vedi
prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità
Idraulica);
é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a
rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni
a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del
progetto definitivo dell'intervento edilizio.
In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante
quest’area, andrà studiata nel dettaglio la situazione in cui versa
tutto il percorso del Vandura, mentre per il Fosso Orcone andrà
analizzato principalmente il tratto a sud della ex ferrovia
Ostiglia. Oltre alle situazioni critiche sopra descritte non
dovranno essere trascurati gli altri fossi e canali interessati dai
futuri interventi sino la rete idrografica di ultimo ordine (scoli dei
campi, fognature bianche, ecc.).
Le espansioni devono prevedere misure di mitigazione idraulica
come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica
allegata al PAT e il relativo progetto definitivo deve essere
approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio.
2.2 – Insediamenti
•
•
recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento
delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di
cui all’art.14, punto 14.1.
Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a
funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la
112
•
•
residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee
preferenziali di sviluppo insediativo”. Data la particolare
localizzazione dei possibili nuovi insediamenti, andranno
adeguatamente studiate le modalità di connessione con la rete
esistente per limitare gli impatti negativi sulla funzionalità di
quest’ultima, legati al carico di traffico supplementare apportato
all’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti
di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione
diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi
esistenti, in particolare:
Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio
agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11
riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti, secondo le
modalità e i criteri di cui all’art.14, punto 14.4
Riorganizzazione dell’intera area ospedaliera, che a seguito della
demolizione del cavalcaferrovia, assumerà un assetto unitario.
Costruzione di relazioni con gli insediamenti circostanti, in modo
che l’ospedale acquisti una valenza urbana perdendo il carattere di
recinto esclusivo, impermeabile e specialistico, diventando una
struttura aperta capace, con la sua riorganizzazione, di divenire
occasione di riqualificazione delle aree urbane in cui si innesta.
(D.M. Sanità 12/12/2000)
2.3 - Accessibilità
•
•
predisposizione di adeguato sistema di accessibilità alle strutture
ospedaliere dal circuito della viabilità extraurbana
valutazione delle possibilità di individuazione di uno spazio per la sosta
e sistema di accessibilità ciclo-pedonale funzionale anche alle strutture
ospedaliere, dall’ATO R2.3, a ovest della ferrovia
3. Funzioni attribuite
•
•
•
•
utilizzazioni esistenti
funzioni sociali, assistenziali e sanitarie legate al polo ospedaliero
Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere, favorendo
l’integrazione delle residenze con attività economiche e di servizio
volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti ed allo
sviluppo socio – economico.
Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e con
priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio –
economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere,
ecc.
113
•
4.
Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in
relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va
valutata in sede di PI
Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
10000
Abitante teorico
290
Residenti
ab. teorici aggiunti
67
Totale
357
ab. teorici
10
23
mc. 150
Standard urbanistici richiesti
aree per
servizi
aggiuntive
aree per
servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
2200
mq
11770
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
S.l.p.
Commerciale/direzionale
Secondari
Standard
1000
mq
114
aree per
servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
1000
Art. 29 - ATO R2.3
Insieme
R - INSEDIATIVO
1.
Sottoinsieme
R2 – RESIDENZIALE
INTEGRATO
ATO R2.3
S.MARCO
Identificazione
Superficie territoriale: 1.04 kmq
L’ATO R2.3 comprende il quartiere di Camposampiero denominato
“S.Marco”, e territorio aperto limitrofo, sino al fosso Vandura, verso nord.
L’insediamento è separato dal resto del capoluogo dalle linee ferroviarie.
Accessibilità
Il quartiere S.Marco si sviluppa a cavallo della cosiddetta
“circonvallazione” di Camposampiero (SP 39), connessa alla SR 307 a
sud tramite cavalcaferrovia tangente al complesso ospedaliero, a nord
tramite sottopasso che sbocca in prossimità dei Santuari Antoniani. Sulla
circonvallazione si innestano le SP 22, verso Fratte, e SP 39, verso
S.Giustina in colle.
In posizione baricentrica è inoltre localizzato il parcheggio e l’accesso
pedonale alla stazione ferroviaria per le linee Padova-Bassano e PadovaCalalzo.
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono
le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto
disposto nella Scheda di mitigazione n.1 della Valutazione stessa:
- qualunque
sia
il
tipo
di
intervento
urbanistico,
indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi
successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le
prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità
Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti
norme
- Il Canale San Marco oltre ai Canali Martellazzo e Mazzon non
possono essere tombinati; gli interventi edilizi e/o urbanistici
devono lasciare sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo
le rogge per permettere future manutenzioni e pulizie. Una
eventuale deroga alla presente prescrizione deve essere
concordata fra privati, Comune di Camposampiero e Consorzio
115
-
-
-
-
di Bonifica
in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di
calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri
più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare
conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le
strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio,
devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a
ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per
definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la
progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni
idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da
interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi
aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli
edifici di progetto;
le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15
cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere
idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in
modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di
precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è
consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio
veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile
é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a
rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni
a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, dell
progetto definitivo dell'intervento edilizio
In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante
quest’area, andrà studiato nel dettaglio la situazione in cui versa
tutto il percorso del Canale San Marco, mentre per il Fosso
Orcone andrà analizzato principalmente il tratto a sud della ex
ferrovia Ostiglia. Oltre alle situazioni critiche sopra descritte non
dovranno essere trascurati gli altri fossi e canali interessati dai
futuri interventi sino la rete idrografica di ultimo ordine (scoli dei
campi, fognature bianche, ecc.). L’espansione deve prevedere
misure di mitigazione idraulica, come specificato nella
Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al PAT, e il
relativo progetto definitivo deve essere approvato dal Consorzio
di Bonifica Competente per territorio.
2.2 – Insediamenti
•
•
recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento
delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di
cui all’art.14, punto 14.1.
Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a
funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la
residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee
preferenziali di sviluppo insediativo”. La realizzazione di dette
espansioni va connessa, in sede di PI, all’attuazione del sistema
116
•
•
viario di progetto, di circonvallazione dell’insediamento di S.Marco
All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti
di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione
diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi
esistenti. Si prevede in particolare il recupero e riqualificazione
degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di
cui all’art.11
Riqualificazione dell’area del parcheggio della stazione ferroviaria,
del sistema di accesso alla stazione e in generale del contesto
urbanistico, con l’obiettivo di valorizzare la stazione stessa, che,
con l’attuazione dell’SFMR, acquisterà una nuova “centralità”,
secondo le disposizioni di cui all’art.14, punto 14.3.
2.3 - Accessibilità
•
•
•
•
•
predisposizione di un sistema di circonvallazione esterno al quartiere
S.Marco, connesso con la SR 307 e la SP 22; il tracciato va definito in
sede di PI, in un ambito che può interessare gli ATO A1.1 e R2.3
Organizzazione, all’interno della fascia di territorio aperto compresa tra
la nuova viabilità e gli insediamenti, di adeguati dispositivi per la
mitigazione dell’impatto acustico, visivo e da polveri legato alle nuove
infrastrutture
riqualificazione
della
rete
viaria
imperniata
sull’attuale
“circonvallazione”, che dovrà configurarsi come sistema di
distribuzione interna al quartiere
organizzazione delle necessarie connessioni automobilistiche e
ciclopedonali con il capoluogo oltre la linea ferroviaria (ATO R2.1)
valutazione delle possibilità di individuazione di uno spazio per la sosta
e sistema di accessibilità (ciclo-pedonale) funzionale anche alle
strutture ospedaliere, a est della ferrovia (ATO R2.2)
3. Funzioni attribuite
•
•
•
utilizzazioni esistenti
Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare,
favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e di
servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli insediamenti
ed allo sviluppo socio – economico.
Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani e con
priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie, socio –
economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere,
ecc.
117
•
•
4.
Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in
relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va
valutata in sede di PI
Funzioni tecniche e di servizio connesse con la mobilità e intermodalità
Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
60000
Abitante teorico
1123
Residenti
ab. teorici aggiunti
400
Totale
1523
ab. teorici
S.l.p.
mq
10
23
mc. 150
Standard urbanistici richiesti
aree per servizi
aggiuntive
aree per servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
13200
mq
50259
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
Commerciale/direzionale
Secondari
Standard
4500
118
aree per
servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
4500
Art. 30 - ATO R2.4
Insieme
R - INSEDIATIVO
1.
Sottoinsieme
R2 – RESIDENZIALE
INTEGRATO
ATO R2.4
CAMPOSAMPIERO EST
Identificazione
Superficie territoriale: 2,47kmq
L’ATO R2.4 si estende alla porzione di territorio compresa tra il Muson dei
Sassi e la SR 308, spingendosi, a sud, fino ai margini superiori della zona
produttiva.
Lungo i due assi viari principali, la SP 31 e la SP 44, e in misura minore
lungo la strada che costeggia il Muson Vecchio, si sviluppano in maniera
disordinata e disorganica insediamenti lineari. Tali insediamenti si fanno
più consistenti e “organizzati” lungo la SP 31, a ridosso del ponte sul
Muson dei Sassi che conduce in centro a Camposampiero, configurandosi
come una vera e propria espansione del capoluogo oltre il limite del
torrente.
Lungo la SP 31 è situato il cimitero.
Accessibilità
L’ATO è connesso con il capoluogo tramite la SP 31, la SP 44 e la strada
che costeggia il Muson Vecchio, le quali consentono, tramite ponti, di
superare la barriera rappresentata dal Muson dei Sassi.
Verso est la SP 31 e la SP 44 conducono rispettivamente a Massanzago
e a Rustega.
L’uscita della SR 308 sarà raggiungibile direttamente tramite una bretella
innestata sulla SP 31.
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
Mantenimento di un’area “cuscinetto”, tra gli sviluppi insediativi
residenziali a sud di via Straelle e l’area produttiva, adeguatamente
progettata per la mitigazione dell’impatto delle attività produttive
Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono
le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto
disposto nella Scheda di mitigazione n.3 della Valutazione stessa:
- qualunque
sia
il
tipo
di
intervento
urbanistico,
119
-
-
-
-
-
-
indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi
successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le
prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità
Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti
norme
Per il Fosso di Via Straelle ed il Fosso Camposampiero1 andrà
posto rimedio alle precarie condizioni in cui versano le parti
tombinate evitando ulteriori intubamenti; gli interventi edilizi e/o
urbanistici devono lasciare sempre libera una fascia di almeno
4 m lungo le rogge per permettere future manutenzioni e pulizie.
Una eventuale deroga alla presente prescrizione deve essere
concordata fra privati, Comune di Camposampiero e Consorzio
di Bonifica
nella progettazione del futuro insediamento scolastico
prevedere un progetto di mitigazione idraulica (nel senso
precisato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica allegata al
PAT) con i seguenti parametri:
- limite di portata 10 l/s/ha su Tr=50 anni;
- sistema di detenzione consigliato: sovradimensionamento
condotte di fognatura bianca (vedi esempi applicativi nel
paragrafo 5.3) e/o costruzione di scoline di gronda attorno
all’area di intervento;
in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di
calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri
più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare
conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le
strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio,
devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a
ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per
definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la
progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni
idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da
interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi
aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli
edifici di progetto;
le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15
cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere
idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in
modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di
precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è
consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio
veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile
é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a
rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni
a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del
progetto definitivo dell'intervento edilizio
In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante
quest’area, andrà studiato nel dettaglio la situazione in cui versa
il Fosso di Via Straelle con particolare riguardo ai tratti
combinati sotto la pista ciclabile e negli attraversamenti di Via
120
Straelle. Oltre alle situazioni critiche sopra descritte non
dovranno essere trascurati gli altri fossi e canali interessati dai
futuri interventi sino alla rete idrografica di ultimo ordine (scoli
dei campi, fognature bianche, ecc.). Per gli interventi a monte
del Muson Vecchio sarà necessario analizzare nel dettaglio le
problematiche di ristagno idrico presenti in particolare nelle
campagne a ridosso del Muson Vecchio ed eventualmente
verificare la possibilità di porre rimedio al problema.
L'espansione deve prevedere misure di mitigazione idraulica,
come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica
allegata al PAT, e il relativo progetto definitivo deve essere
approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio
2.2 – Insediamenti
•
•
•
recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento
delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di
cui all’art.14, punto 14.1.
Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a
funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la
residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee
preferenziali di sviluppo insediativo”. La realizzazione di dette
espansioni va connessa, in sede di PI, all’attuazione di un idoneo
sistema di accessibilità
All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti
di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione
diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi
esistenti , in particolare:
Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio
agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11
riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti, secondo le
modalità e i criteri di cui all’art.14, punto 14.4.
Contestualmente al trasferimento e riorganizzazione delle attuali
funzioni scolastiche (elementari e medie) di via Filippetto, (ATO
R2.2), organizzazione di un nuovo “polo scolastico”, secondo le
disposizioni di cui all’art.15, punto 15.1.2.
2.3 - Accessibilità
•
Riprogettazione del territorio coinvolto dalla nuova viabilità, con
definizione di appropriati provvedimenti:
per la mitigazione dell’impatto visivo/acustico e della capacità di
diffusione di polveri inquinanti dei nuovi assi stradali, soprattutto
verso gli insediamenti, ad esempio attraverso schermi vegetali
adeguatamente strutturati
121
per la riduzione del disagio o danno provocato alle aziende
agricole operanti
organizzazione delle necessarie connessioni automobilistiche e
ciclopedonali con il capoluogo, oltre il Muson dei Sassi (ATO R2.1)
organizzazione di un adeguato sistema di accessibilità al “polo
scolastico” di nuova previsione
-
•
•
3. Funzioni attribuite
•
•
•
•
•
utilizzazioni esistenti
Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e potenziare,
favorendo l’integrazione delle residenze con attività economiche e
di servizio volte al miglioramento della qualità abitativa degli
insediamenti ed allo sviluppo socio – economico.
Funzioni scolastiche, e in generale funzioni di servizio urbano con
potenziamento dei servizi urbani e con priorità alle attrezzature
culturali, assistenziali, sanitarie, socio – economiche, per il tempo
libero, ricettive, pubblici esercizi, alberghiere, ecc. Queste funzioni
vanno definite ed organizzate considerando prioritariamente le
“direttrici preferenziali per l’organizzazione degli spazi a verde, dei
servizi, delle reti di connessione ciclopedonale”
Funzioni produttive/commerciali esistenti, la cui compatibilità, in
relazione ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo,
va valutata in sede di PI
Esclusivamente ai fini del trasferimento degli allevamenti zootecnici
intensivi segnalati come “Allevamenti da trasferire”, è consentito
l’insediamento di funzioni diverse da quelle sopra elencate, purché
tali funzioni siano compatibili con gli insediamenti contigui.
122
4.
Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
220000
Abitante teorico
1268
Residenti
ab. teorici aggiunti
1467
Totale
2735
ab. teorici
S.l.p.
mq
10
23
mc. 150
Standard urbanistici richiesti
aree per
servizi
aggiuntive
aree per
servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq
48400
mq
90244
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
Commerciale/direzionale
Secondari
Standard
20000
123
aree per
servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
20000
Art. 31 - ATO R2.5
Insieme
R - INSEDIATIVO
1.
Sottoinsieme
R2 – RESIDENZIALE
INTEGRATO
ATO R2.5
RUSTEGA
Identificazione
Superficie territoriale: 0,91kmq
L’ATO R2.5 copre l’insediamento di Rustega e le aree agricole limitrofe.
Il nucleo urbano comprende, oltre alla parte residenziale, un’area
produttiva e attrezzature di servizio alla residenza.
Accessibilità
Rustega si sviluppa a cavallo della SP 44, che porta verso ovest a
Camposampiero e verso est alla SP 31 e quindi a Massanzago.
Il collegamento con la SR 308 è in prospettiva possibile, a partire dalla SP
44, attraverso l’uscita di Lo reggia e attraverso l’uscita di Camposampiero,
utilizzando un sistema viario non sempre adeguato per caratteri
dimensionali e tortuosità del percorso.
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono
le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto
disposto nella Scheda di mitigazione n.4 della Valutazione stessa:
- qualunque
sia
il
tipo
di
intervento
urbanistico,
indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi
successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le
prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità
Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti
norme
- Il Rio Rustega ed il Canale Marzeneghetto non possono essere
tombinati; gli interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare
sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per
permettere future manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga
alla presente prescrizione deve essere concordata fra privati,
Comune di Camposampiero e Consorzio di Bonifica.
- in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di
calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri
più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare
conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le
124
-
-
-
strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio,
devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a
ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per
definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la
progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni
idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da
interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi
aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli
edifici di progetto;
le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15
cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere
idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in
modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di
precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è
consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio
veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile
é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a
rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni
a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del
progetto definitivo dell'intervento edilizio
In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante
quest’area, andrà studiato nel dettaglio e proposte delle
soluzioni alle problematiche sopra descritte, e riguardanti
principalmente gli attraversamenti dell’abitato di Rustega. Oltre
alle situazioni critiche non dovranno essere trascurati gli altri
fossi e canali interessati dai futuri interventi sino la rete
idrografica di ultimo ordine (scoli dei campi, fognature bianche,
ecc.). L'espansione deve prevedere misure di mitigazione
idraulica, come specificato nella Valutazione di Compatibilità
Idraulica allegata al PAT, e il relativo progetto definitivo deve
essere approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per
territorio
2.2 – Insediamenti
•
•
•
recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento
delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di
cui all’art.14, punto 14.1.
Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a
funzione prevalentemente residenziale e/o compatibile con la
residenza, secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee
preferenziali di sviluppo insediativo”.
All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti
di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione
diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi
esistenti. Si prevede in particolare il recupero e riqualificazione
degli edifici esistenti nel territorio agricolo, secondo le modalità di
cui all’art.11
125
2.3 - Accessibilità
•
•
•
predisposizione di un sistema di circonvallazione esterno a Rustega,
connesso con la SR 308 e la SP 44 e riqualificazione in senso urbano
del sistema viario interno all’insediamento: risagomatura delle sedi,
ripavimentazione, alberature stradali, parcheggi pubblici e privati nei
luoghi di maggior interesse, percorsi pedonali e ciclabili, attrezzatura
degli incroci, riordino degli accessi, ecc.
Adeguamento, riqualificazione e integrazione della rete viaria
esistente, al fine di garantire idonee connessioni di Rustega con le
uscite della SR 308
Raccordo diretto dell’area produttiva di Rustega con via Zingarelle, al
fine di alleggerire il centro urbano dal traffico legato alle attività
produttive
3. Funzioni attribuite
•
•
•
•
utilizzazioni esistenti
Funzioni prevalentemente residenziali da mantenere e
potenziare, favorendo l’integrazione delle residenze con attività
economiche e di servizio volte al miglioramento della qualità
abitativa degli insediamenti ed allo sviluppo socio – economico
Funzioni di servizio urbano con potenziamento dei servizi urbani
e con priorità alle attrezzature culturali, assistenziali, sanitarie,
socio – economiche, per il tempo libero, ricettive, pubblici
esercizi, alberghiere, ecc.
Funzioni prevalentemente produttive, direzionali, commerciali
da mantenere
126
4. Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
50000
Abitante teorico
ab. teorici aggiunti
333
Totale
982
ab. teorici
S.l.p.
mq
23
Standard urbanistici richiesti
aree per servizi
aggiuntive
aree per servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
mq 11000
mq
32417
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
Commerciale/direzionale
10
mc. 150
649
Residenti
Secondari
Standard
4000
127
aree per
servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
4000
Art. 32 - ATO R3.1
Insieme
R - INSEDIATIVO
1.
Sottoinsieme
MISTO A DOMINANTE
PRODUTTIVA
ATO R3.1
POLO PRODUTTIVO
Identificazione
Superficie territoriale: 2,03kmq
L’ATO R3.1 comprende l’intero insediamento produttivo a sud di
Camposampiero e una parte di territorio agricolo, estendendosi dal canale
Vandura alla SR 308,
L’area produttiva, in particolare, è articolata in due parti, raccordate da un
ponte sul Muson dei Sassi:
- una parte più “vecchia”, tra il canale Vandura e il Muson dei Sassi,
comprendente alcune strutture di grosso calibro come la cartiera di
Carbonera e la fonderia Anselmi e caratterizzata da una struttura
piuttosto disordinata, con lotti residenziali e appezzamenti liberi inclusi
nel tessuto produttivo
- una parte recente, a est del Muson dei Sassi, meglio organizzata e
strutturata, anche se con la presenza di lotti residenziali interclusi
Accessibilità
L’ATO è tagliato dal corso del Muson dei Sassi in due parti, che
comunicano attraverso un ponte.
La parte ovest si attesta lungo la SR 307, mentre la parte est è collegata
con la via Visentin, verso Zeminiana, e sarà, in prospettiva, direttamente
connessa con la nuova uscita della SR 308 tramite una bretella
2. Obiettivi locali
2.1 – Ambiente
•
•
•
Incentivazione, per le attività produttive, dell’adozione di sistemi
gestione dei processi produttivi rispettosi dell’ambiente,
nell’adesione ai sistemi di qualità ambientale come ISO14001 ed
EMAS.
Predisposizione di dispositivi specifici per la mitigazione degli
impatti visivi, acustici e di eventuale inquinamento da polveri, a
perimetro degli insediamenti produttivi, in particolare in prossimità
degli insediamenti residenziali.
Soprattutto in relazione ai nuovi sviluppi insediativi, si prescrivono
128
le seguenti misure di mitigazione idraulica, in coerenza con quanto
disposto nella Scheda di mitigazione n.5 della Valutazione stessa:
- qualunque
sia
il
tipo
di
intervento
urbanistico,
indipendentemente da frazionamenti o realizzazioni in tempi
successivi, devono essere applicate, nella parte compatibile, le
prescrizioni generali di cui alla Valutazione di Compatibilità
Idraulica allegata al PAT, e quelle di cui all’art.7 delle presenti
norme
- Il Fosso di Via Casere, e il Fosso Lusore non possono essere
tombinati; gli interventi edilizi e/o urbanistici devono lasciare
sempre libera una fascia di almeno 4 m lungo le rogge per
permettere future manutenzioni e pulizie. Una eventuale deroga
alla presente prescrizione deve essere concordata fra privati,
Comune di Camposampiero e Consorzio di Bonifica.
- in sede di progettazione si consiglia di collocare i piani di
calpestio dei piani terra degli edifici qualche decina di centimetri
più in alto rispetto alle quote stradali contermini; evitare
conformazioni concave di nuovi assi stradali interni all’area; le
strade interne, comprese le superfici destinate a parcheggio,
devono prevedere una pendenza residua verso punti più bassi a
ridosso di aree destinate a verde o verso fossati di guardia; per
definire i caratteri planoaltimetrici, ipotizzare, durante la
progettazione dell’intervento di urbanizzazione, situazioni
idrauliche limite (teoriche) che comportano esondazioni tali da
interessare in sequenza: prima le aree a verde pubblico, poi
aree a parcheggio pubblico, poi strade e marciapiedi, infine gli
edifici di progetto;
- le aree a verde devono essere altimetricamente collocate a -15
cm da marciapiedi, strade o pedonali contermini, devono essere
idraulicamente compartimentate e devono essere conformate in
modo da diventare ricettore di parti non trascurabili di
precipitazione defluenti dalle aree impermeabili limitrofe; è
consigliabile eseguire le pavimentazioni destinate a parcheggio
veicolare del tipo drenante, ovvero semi-permeabile
- é fatta salva la possibilità, da parte degli Organi preposti a
rilasciare il Permesso a Costruire, di inserire ulteriori prescrizioni
a seguito dell'analisi, necessariamente più particolareggiata, del
progetto definitivo dell'intervento edilizio
- In fase di redazione del Piano degli Interventi riguardante
quest’area, andrà curata in modo particolare la previsione di
opere di mitigazione idraulica tali da non aggravare la situazione
di attuale criticità presente nei territori dei comuni a valle.
L'espansione deve prevedere misure di mitigazione idraulica,
come specificato nella Valutazione di Compatibilità Idraulica
allegata al PAT, e il relativo progetto definitivo deve essere
approvato dal Consorzio di Bonifica Competente per territorio
129
2.2 – Insediamenti
•
•
•
•
•
•
recupero, riqualificazione, riordino morfologico e completamento
delle aree di urbanizzazione consolidata, secondo le disposizioni di
cui all’art.14, punto 14.1.
Possibilità di individuazione di ambiti di sviluppo insediativo a
funzione
prevalentemente
produttiva/commerciale/direzionale,
secondo le disposizioni dell’art.14, punto 14.2 “linee preferenziali di
sviluppo insediativo”.
Valutazione delle possibilità di utilizzo di parte degli ambiti di
sviluppo insediativo per la rilocalizzazione delle attività produttive in
zona impropria presenti nel territorio comunale
All’esterno delle “aree di urbanizzazione consolidata” e degli ambiti
di sviluppo insediativo individuati, contenimento dell’edificazione
diffusa e riordino e riqualificazione degli insediamenti diffusi
esistenti , in particolare:
Recupero e riqualificazione degli edifici esistenti nel territorio
agricolo, secondo le modalità di cui all’art.11
riordino degli ambiti di edificazione diffusa esistenti, secondo le
modalità e i criteri di cui all’art.14, punto 14.4
Organizzazione di un centro scientifico-tecnologico di servizio alle
imprese, secondo le disposizioni di cui all’art.15, punto 15.1.2.
Riqualificazione urbanistica delle aree produttive e valutazione, in
sede di PI, delle possibilità di progetto dei vuoti residui tra gli
insediamenti esistenti o a ridosso degli stessi, in maniera da
riordinare/riorganizzarne il sistema complessivo rispetto ai temi
dell’accessibilità/dotazione di servizi.
2.3 - Accessibilità
•
•
•
Valutazione, in sede di PI, delle possibilità di riorganizzare e migliorare
le condizioni di accessibilità all’area a ovest del Muson dei Sassi, in cui
gli stabilimenti attualmente hanno, prevalentemente, uscita diretta sulla
SR 307
Consolidamento delle connessioni tra le due parti di ATO separate dal
corso del torrente
Adeguato sistema di accessibilità, dall’area produttiva esistente e
dalla SR 308, al centro scientifico-tecnologico di servizio alle imprese
3. Funzioni attribuite
•
•
utilizzazioni esistenti
Funzioni prevalentemente produttive, direzionali, commerciali
da mantenere e potenziare
130
•
Funzioni di servizio e ricerca specialistiche connesse alle attività
produttive e commerciali
Funzioni residenziali esistenti, la cui compatibilità, in relazione
ad un loro mantenimento o anche integrazione/sviluppo, va
valutata in sede di PI
•
4. Dimensionamento
Carico insediativo aggiuntivo
Standard urbanistici richiesti
mq/abitante
Primari
Residenziale
mc.
34000
Abitante teorico
613
ab. teorici aggiunti
227
Totale
840
ab. teorici
S.l.p.
Industria
e artigianato
Standard urbanistici richiesti
aree per servizi
aggiuntive
aree per servizi
complessive
(compreso
l’esistente)
Standard
60000
Superficie di zona
mq
23
mq
7480
mq
27709
Standard urbanistici richiesti
Carico insediativo aggiuntivo
Commerciale/direzionale
10
mc. 150
Residenti
mq
Secondari
130000
131
aree per
servizi
aggiuntive
Standard
aree per
servizi
aggiuntive
100mq/100mq
S.l.p
mq
60000
10mq/100mq
mq
13000
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Norme Tecniche - Comune di Camposampiero