38 Venerdì 27 Febbraio 2015 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Sapori Cotture hi tech Quando il forno risponde al telefono & amori I tempi cambiano. E anche i forni. Il team di Cucina.it ha selezionato per voi quelli più interessanti e curiosi. In una gallery che troverete sul nostro sito. Si va da quelli di ultima generazione come Twelix Artisan di KitchenAid ( che nei dettagli ricorda il robot da cucina Artisan): un vassoio per la cottura al vapore permette di conservare le vivande in caldo per 40 minuti senza alterarle. Al microonde Jet Chef Premium Whirlpool, che ha la funzione BreadDefrost per lo scongelamento del pane. Quasi professionali il multifunzione Pizza Fulgor Milano, che cuoce la Margherita in due minuti e mezzo e il Gaggenau l’EB388, 78 litri e sistema di autopulizia. Vano cottura XXL e «PerfectClean» per l’H 6290 B di Miele. I cuochi sempre connessi si appassioneranno poi a MyMenu Franke, attivabile tramite smartphone. Altre novità sono in arrivo da Siemens e Bosch. S.Fr. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Roberto Perrone utte le volte che passo di qua o ascolto a Isoradio notizie che riguardano questo (tribolato) tratto autostradale, inevitabilmente mi metto a canticchiare “Bomba o non bomba” (album Sotto il segno dei Pesci, 1978) di Antonello Venditti: «A Sasso Marconi incontrammo una ragazza / che viveva sdraiata sull’orlo d’una piazza / noi le dicemmo vieni dolce sarà la strada / Lei sfogliò il fiore e poi ci disse no». Invece in questa storia la ragazza non vive sdraiata su una piazza, ma si aggira tra i fornelli di un ristorante e dice sempre sì al viandante, che arriva in questa casa sulla Porrettana. Aurora Mazzucchelli è inconfondibile, con i suoi capelli rossi e la sua cucina. Fino al 1938 Sasso Marconi era conosciuto come Praduro e Sasso, dalla rupe della Glosina che domina la confluenza di Setta e Reno. «Al Sas», dicono i bolognesi. Dal 1938, dopo una breve presenza sulle carte come Sasso Bolognese, si chiama Sasso Marconi in onore dello scienziato che, nella residenza di famiglia, Villa Griffone, compì i suoi primi esperimenti di radiotrasmissione (1895), testimoniati dal Museo. E proprio appena sotto il Museo-Mausoleo dedicato al padre della radio, c’era il ristorante della famiglia Mazzucchelli. Mamma Maria, di origine siciliana, «sfoglina» la signora della sfoglia e papà Mario, bolognese, cuoco. Ristorante di pesce, classico, buono. Valeva la gita fuori porta, con in figli in sala fin da ragazzi («io ho cominciato in quinta elementare»). Aurora però, alla scuola alberghiera punta sulla cucina, mentre suo fratello Massimo si installa in sala, in una divisione fruttuosa che notiamo in tante altre famiglie della grande ristorazione italiana. Nel 2000 Aurora e Massimo mettono i primi mattoni per questo progetto che nel 2008 premiato con la stella Michelin e nel 2015 con l’in- ILLUSTRAZIONE DI MICHELE TRANQUILLINI T Qui vi diranno sempre sì Il pesce dell’Appennino La nuova vita del ristorante di Aurora: «Ma ci sono anche i tortelli» gresso nella prestigiosa associazione delle Soste. «Mi stava stretta la grigliata mista di pesce. Ottima, certamente, ma io volevo fare la mia cucina d’autore, personale». I grandi mutamenti necessitano di appoggio e pazienza. «I nostri genitori sono stati molto sensibili. La loro formula funzionava, eppure hanno accettato e sostenuto La ricetta Maialino con fragole e ravanelli Aurora Mazzucchelli, chef del ristorante «Marconi» di Sasso Marconi, in provincia di Bologna Ingredienti per 6 persone: 500 g cuore di maialino; 1 l acqua; 80 g sale; n.3 fragole mature; n.6 ravanelli; olio Evo q.b.; sale della Tasmania q.b.; 200 g rabarbaro; 5 g colatura di alici Per la meringa: 40 g albume d’uovo; 10 g colatura di alici; 10 g coulis di lampone. Tagliare il cuore di maialino in 4 sezioni, sciacquarlo e riporlo a marinare per un’ora in una salamoia fatta con un litro di acqua e sale. Con un coltello, pulire bene la carne da nervi e pellicine e ricavare 6 tartare da 60 g l’una circa. Condire le tartare con olio evo, pepe della Tasmania, i ravanelli sbollentati e tagliati a cubetti, le fragole anch’esse tagliate a cubetti. Condire con il succo di rabarbaro e colatura di alici, preparato in precedenza frullando il rabarbaro con la colatura e filtrando. Per la meringa ghiacciata, montare gli albumi con la colatura e la coulis di lamponi, riporre in freezer fino a quando il composto non avrà preso le sembianze di una spuma solida. ° Ristorante Marconi Le nostre scelte 1) Ristorante Marconi Via Porrettana, 291 Sasso Marconi (Bo) Tel. 051-846216 la direzione presa dai figli. Ci aiutano ancora, mia mamma fa la sfoglia e mio padre ogni tanto spadella. Il loro è stato un atto d’amore». La cucina di Aurora coniuga il senso del territorio, la personalità, le sensazioni del viaggio, grande passione insieme con il cane Igor. Dal pensiero al piatto che diventa nutrimento non solo fisico ma anche mentale. C’è ancora pesce, retaggio di famiglia, nel Mare del Nord (canocchia, alghe, fasolari e aringa), insieme con la terra del Batticuore (cuore di maiale, rabarbaro, ravanello e fragola); il maccherone ripieno d’anguilla affumicata, ostrica cruda e spinaci si alterna con il tortello ripieno di parmigiano reggiano, lavanda, noce moscata e mandorle. La Ricciola, piselli limone e basilico sta accanto all’agnello, lingua, guance e cervella. Sensazionale la pasticceria, arte imparata dal maestro Gino Fabbri della Caramella. Aurora, appena può gira, assaggia, studia, ama. Poi torna a Sasso Marconi, dove (dieta o non dieta) la raggiungeremo pure noi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 2) Torrefazione Leonardo Lelli, Via del Mobiliere 1, Bologna Tel. 051-531608 3) Il Borgo del Balsamico, Via Chiesa, 27 Botteghe di Albinea (Re) Tel. 0522-598175 4) Vigneto San Vito Società Agricola Via Monte Rodano, 8 Monteveglio (Bo) Tel. 051964521 5) Macelleria Massimo Zivieri Piazza XXIV Maggio, 9A Monzuno (Bo) Tel. 051-18893225 6) Az. Agricola Bio Il Vecchio Pollaio Via Righetti, 660 Montalto di Montese (Mo) Tel. 3395401869 7) Azienda Agricola Ca’ Lumaco Via Mazzoni, 740 Montetortore Zocca (Mo) Tel. 059-987642 8) Salumificio Pasquini & Brusiani Via delle Tofane 38, Bologna Tel. 051-6143697 9) Caseificio F.lli Caretti, Via Zenerigolo, 4\b San Giovanni in Persiceto (Bo) Tel. 051-823198 10) Il Forno di Calzolari Via del Mercato 2, Monghidoro BO Tel. 051-6555292 Tra i masi della valle Aurina per ascoltare la ricotta che canta Agnes è la signora del formaggio grigio: «Quando lo stringi tra le dita senti un suono inconfondibile» I l latte delle tre vacche, razza Simmental, l’ha munto due giorni prima, nella stalla di fianco a casa, il più grande dei suoi tre figli. Lei l’ha scremato (con la panna ci farà il burro) e s’è messa ad aspettare. Quarantott’ore perché diventasse acido, altre quattro per riscaldarlo fino a 45 gradi almeno. Ma è adesso la prova del nove. Agnes schiaccia tra le mani il grumo di formaggio allo stato nascente, tirato su con un panno di lino dalla caldera da cento litri. Si sente una specie di squittio. La faccia s’allarga in un sorriso: «Lo sente? Mia mamma diceva sempre che la ricotta deve “cantare”. Così». Agnes Laner, la signora del A destra, Agnes Laner mentre prepara il formaggio grigio, il graukäse, nel suo maso sopra Selva dei Molini. Sopra, una tipica zuppa (foto Sabrina Pinardi) formaggio grigio, al maso Mittermairhof, sopra Selva dei Molini, la chiama ricotta. Ma n o n f i d a te v i . A n c h e s e i l graukäse, figlio di secoli di miseria, è uno dei formaggi più magri d’Italia (massimo 2% di materia grassa e da 120 a 160 calorie per etto), la Valle Aurina, ultimo lembo d’Alto Adige, è terra di palati forti. Preparate naso a bocca a un’esperienza gagliarda. Soprattutto se avete intenzione di gustare il graukäse nel modo che qui va per la maggiore: olio, aceto, pepe e cipolla cruda tagliata finissima. Se invece vi va qualcosa di meno ardito, alla Jäger Hütte, una malga fuori dal tempo e un po’ anche dallo spazio (ci si ar- riva da Casere solo dopo tre chilometri a piedi, o con gli sci da fondo), potete deliziarvi con i pressknödel al formaggio grigio, serviti sia asciutti che in b ro d o , o co n l a z u p p a d i graukäse. «Per ammorbidire il gusto pungente del formaggio,ci metto un po’ di vaniglia e cannella» spiega Thomas Hofer, il giovane cuoco. Lui preferisce il graukäse più stagionato, di quattro o cinque mesi. «Per ottenerlo bisogna pressare bene le forme, per far uscire tutto il siero: quello non pressato va invece consumato entro un mese al massimo», spiega Agnes, l’unica, con Martha Hofer del maso Hirnerhof di San Giovanni, a poter marchiare il suo formaggio con l’etichetta di Presidio Slow Food, che da una decina d’anni tutela l’Ahrntaler Graukäse più tradizionale, fatto solo con latte crudo, senza uso di fermenti per la coagulazione acida (il graukäse si fa senza caglio) e da produttori con non più di cinque mucche. Che siano entrambe donne non deve stupire: per secoli il formaggio grigio (si chiama così perché, se stagionato a lungo, sviluppa muffe di quel colore) l’hanno fatto loro. «Gli uomini non hanno pazienza scherza Agnes – e col formaggio grigio, tutto fatto a mano, ce ne vuole molta». Luca Angelini © RIPRODUZIONE RISERVATA