CALZATURE DI SICUREZZA
SALUTE
➲ Nicola Perrino*
La scarpa antinfortunistica
e il suo impatto sulla salute
In alcuni ambiti lavorativi l’utilizzo della scarpa di sicurezza è obbligatorio per il lavoratore e
il mancato uso può costituire una condizione di inidoneità alla mansione specifica. Per questo motivo
è strategicamente importante mettere al primo piano le esigenze dell’utilizzatore, curando le condizioni
di comfort del dispositivo di protezione in modo da garantirne il massimo comfort di utilizzo
P
Prima di entrare nel merito del tema di questo articolo, è necessario fare una breve premessa. La tutela della salute e sicurezza
dei lavoratori ha subito negli ultimi anni un’importante evoluzione con l’emanazione del D.Lgs 626/94 che recepisce diverse
direttive comunitarie relative all’igiene e sicurezza nei luoghi di
lavoro. Uno degli aspetti fondamentali e innovativi riguarda le
misure generali di tutela mirate a:
• ridurre i rischi alla fonte,
• sostituire ciò che è pericoloso con ciò che lo è meno,
• privilegiare le misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale.
Le norme a contenuto generico relative all’utilizzo di tali dispositivi
risalgono agli anni Cinquanta e a queste sono state aggiunte norme
e provvedimenti specifici che ne hanno regolato l’utilizzo solo negli
anni Novanta. Tali provvedimenti, più dettagliati rispetto al passato,
sono mirati a definire i criteri tecnologici e costruttivi ai quali i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) devono rispondere per essere
considerati sicuri come la conformità attestabile dall’apposizione del
marchio CE e dalla nota informativa di accompagnamento (475/92).
Il D.Lgs 626/94 impone al datore di lavoro di identificare i DPI idonei
e adeguati per la protezione dei lavoratori. Inoltre il datore di lavo-
30
Tecnica Calzaturiera
novembre 2008
ro deve assicurarsi che il DPI abbia i requisiti essenziali di salute e
sicurezza e che sia adeguato ai rischi da prevenire, alla loro entità,
allo specifico ambiente di lavoro e che sia rispondente alle esigenze
ergonomiche e/o di salute del lavoratore. Da non sottovalutare anche
in occasione di certificati medici che “esentano” il lavoratore stesso
dall’indossare le scarpe antinfortunistiche: in caso di infortunio le
responsabilità del datore di lavoro non sono annullate.
Comfort e personalizzazioni
Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) s’intende qualsiasi
attrezzatura destinata a essere indossata o tenuta dal lavoratore allo
scopo di proteggerlo da uno o più rischi che possono minacciarne
la salute e la sicurezza durante il lavoro, nonché ogni complemento
o accessorio destinato a tale scopo. L’utilizzo dei DPI è obbligatorio
per il lavoratore e il mancato uso può costituire una condizione di
inidoneità alla mansione specifica; per tale motivo è strategicamente
importante curare anche le condizioni di comfort del dispositivo di
protezione in modo da aumentare la disponibilità riducendo i casi
di impossibilità d’uso. È quindi opportuno mettere in primo piano
*direttore del Centro Ortopedico Rinascita – Cinisello Balsamo (MI)
Alcuni disturbi provocati dall’utilizzo della calzatura
antinfortunistica non adeguata si possono ricondurre alla
loro manifattura e ad alcuni elementi
che costituiscono tali presidi
la figura e le esigenze del lavoratore fornendo le calzature
antinfortunistiche che possano
donare una sensazione di comodità
per una migliore prestazione lavorativa.
Naturalmente bisognerà sempre tenere in
considerazione alcune condizioni morbose
che possono rappresentare una controindicazione all’utilizzo di tali dispositivi.A dimostrazione
di quanto appena esposto, numerose aziende che forniscono DPI ai propri dipendenti inoltrano ai centri ortopedici
richieste per la realizzazione calzature antinfortunistiche su misura.
Questo succede o perché i prodotti standard in dotazione spesso non
soddisfano i requisiti di buona calzabilità oppure semplicemente perché è risultato necessario introdurre alcune caratteristiche correttive.
Vi sono infatti anche dipendenti affetti da patologie ortopediche del
piede per i quali è necessario confezionare plantari su misura da inserire nella calzatura antinfortunistica standard. Con una valutazione
preventiva, attraverso un semplice check-up del piede effettuato in
centri specializzati, tutti i problemi che riguardano la scarsa comodità ed efficacia di alcune scarpe antinfortunistiche potrebbero essere
risolti alla fonte con indubbi vantaggi per l’utilizzatore.
I problemi più frequenti
Certamente si lavora su patologie conclamate; molte invece sono le
patologie esistenti non ancora sintomatiche. Diversi sono poi i problemi podologici e le conseguenze che emergono dall’utilizzo delle
calzature antinfortunistiche se queste non sono adeguate al piede
dell’utilizzatore: il lavoratore non riesce a indossare le calzature fino
ad astenersi dal lavoro per impossibilità a compiere le sue mansioni.
Le cause si possono ricondurre proprio alla manifattura e ad alcuni
elementi che costituiscono tali presidi, quali il puntale in acciaio che
spesso provoca micosi alle dita dei piedi, oppure la suola rigida che
è causa di fascite plantare, la non traspirabilità, l’altezza del tacco,
la calzata non adeguata alle dimensioni del piede e per ultimo, ma
non di secondaria importanza, il mancato rispetto della biomeccanica
del piede. A volte, vi sono persone affette da patologie non ancora
conclamate e una calzatura inadeguata per il loro piede potrebbe
certamente essere la causa scatenante di una sintomatologia che può
portare a un aumento delle assenze dal lavoro per malattia. Diventa
quindi indispensabile una valutazione della calzatura eseguita da
un esperto come il tecnico ortopedico che, con i dati acquisiti e con
gli strumenti utilizzati nella sua professione, è in grado di consigliare una scarpa
più consona alle esigenze della persona. L’uso di queste calzature è rivolto a
persone che stanno prevalentemente in
posizione eretta e, pertanto, sarebbe opportuno attenuare l’impatto al
suolo con conseguente beneficio dell’azione defaticante. La scarpa antinfortunistica non è quindi una calzatura come
le altre, perché può creare problemi osteoarticolari e dermatologici ai piedi se non ci
si orienta su una scelta di qualità e non le si adattano alle
caratteristiche del piede del lavoratore.
Alcuni suggerimenti di base
La scarsa conoscenza dell’anatomia umana e della tecnica di realizzazione di una calzatura “sana” a volte può nuocere alla salute. Spesso
ci si confronta con pazienti che alla domanda: «ma non vede che
l’alluce tocca contro il puntale?» rispondono che quella è la scarpa a
loro fornita e quindi, ingenuamente, credono sia la migliore. Un altro
aspetto da non sottovalutare è che le valutazioni e gli studi di una
calzatura sono sviluppati sulla base di un piede fisiologico. Invece
sarebbe opportuno fare molta più attenzione alla scelta della scarpa.
Ecco alcuni semplici consigli da tenere in considerazione prima di una
scelta definitiva. L’assenza del tacco, per esempio, è causa di malessere
per chi ha piccoli problemi alla colonna ed è fonte dell’insorgenza
di speroni plantari. Altri problemi si rilevano nel puntale perché le
misure standard dei puntali non arrivano a una larghezza adeguata
al piede; il problema però non si risolve indossando, come spesso
accade, una calzatura con 2 o 3 numeri in più, perché così facendo
si annulla completamente la protezione delle dita e si aggiunge una
flessione dell’articolazione metatarsofalangeo, imposta dalla scarpa
nella parte più arretrata tra l’avampiede e il mesopiede, non fisiologicamente corretta, costringendo il piede a compressioni nella parte
superiore della tomaia contro le dita. A mio parere si dovrebbero
produrre solo calzature che vadano ad aumentare la qualità della vita
lavorativa, ma anche la gamma di prodotti attraverso una migliore
personalizzazione. In questo modo si risponderebbe in modo concreto alle esigenze dell’utilizzatore. Infine c’è da sottolineare un altro
aspetto non trascurabile: nella scelta delle scarpe antinfortunistiche
da parte delle aziende-clienti si pone un’eccessiva attenzione alla
componente prezzo piuttosto che ai contenuti qualitativi. Bisogna
invece tenere presente che solo in rarissimi casi a un costo ridotto
corrisponde maggiore adattabilità o, peggio ancora, all’affidabilità
della scarpa corrisponde anche una rispondenza totale alle normative.
In Italia si consumano 38milioni di paia di scarpe antinfortunistiche
anno. Malgrado questi importanti numeri c’è ancora molto da fare
per accrescere la cultura dei produttori, degli acquirenti e degli
utilizzatori su questa tipologia di scarpe che, oltre a garantire sicurezza, hanno a che fare con il comfort
e la salute del piede dell’utilizzatore.
Per alcuni utilizzatori può
essere utile l’inserimento di plantari
per ottenere una personalizzazione anche
sulla scarpa antinfortunistica
Tecnica Calzaturiera
novembre 2008
31
Scarica

La scarpa antinfortunistica e il suo impatto sulla salute