SGRT notizie Quattro Qcolonne Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. crisi economica – ANNO XXII n° 15 31 dIcembre 2013 – 70% regime libero AUT.dr/cbPA/ceNTrO1 – VALIdA dAL 27/04/07 Gli operai raccontano la loro storia tra incertezze e speranze un altro natale senza lavoro Al quinto anno di recessione anche l’Umbria è stremata. Sangemini e Merloni tra i casi più gravi in umbria la crisi non ha risparmiato alcun settore produttivo ma quello metalmeccanico ha subito il colpo peggiore. nonostante le ore di cassa integrazione siano aumentate, sembra aprirsi uno spiraglio: nel terzo trimestre del 2013, il rapporto unioncamere segnala una leggera ripresa. Aguzzi, BonAnAtA, BorellA, pAg. trA le stelle il trasimeno dei marziani Su Marte il bacino di un lago antichissimo simile a quello umbro 4-5 neologismi cari puristi, non siate “rosiconi” C attive notizie per i puristi della lingua italiana. Anche quest’anno nei dizionari fa irruzione un’ondata di nuove parole. Sono 1500 i lemmi entrati a far parte dello Zingarelli 2014: le parole sono il nostro modo di dare un senso alla realtà, e visto che quella degli ultimi anni è caotica, non ci resta che affidarci al neologismo selvaggio. Siamo i tempi di crisi, quindi non bisogna stupirsi dell’ingresso nel vocabolario dell’adultescente: persona tra i venti e i trent’anni le cui condizioni di vita sono simili a quelle di un adolescente. Colpa dei contratti “cocopro”? Probabilmente sì. E allora al giovane non resta che ribellarsi e trasformarsi in “rottamatore”. E mentre qualche anno fa ci si sarebbe interrogati sull’utilità del diventare sfasciacarrozze, l’ingresso nel vocabolario del significato renziano del termine non lascia più spazio a dubbi. I tempi sono duri: facciamo parte di una “euroregione”, sì, ma rimaniamo sempre esposti al “sovraindebitamento”. Sarà per questo che l’italiano è diventato “rosicone” (altro termine sdoganato), e si consola bevendo un bel po’ di “shortini” o addirittura perdendosi in qualche “ludopatia”? Malgrado tutto, però, pare che un po’ di soldi ci rimangano anche per dedicarci al “cineturismo”, e per vestirci “bling bling”, cioè in modo vistoso e ostentato simile a quello dei rapper americani. Di certo ci diamo da fare su Internet, tra un “hashtag” su Twitter, un “lifecasting” (una sorta di Truman Show digitale) e magari qualche “videointervista”. A questo punto della lettura i puristi si saranno certamente infuriati per l’imbastardimento della lingua, soprattutto per l’ingresso di tanti termini stranieri. Ma per loro è già pronta la risposta: «Dolersi di una specie d’inondazione di cosiddetti neologismi, che parole straniere siano penetrate nella nostra lingua, sarebbe come dolersi che il nostro grande paese partecipi a quel che fa il mondo per viver meglio, conoscer di più e cooperare a un comune benessere». Sono parole della prefazione che Nicola Zingarelli, maestro dei filologi, scrisse per il vocabolario del 1922. Quasi novantadue anni dopo, è evidente che aveva ragione. Antonello pAciollA un’immAgine del lAgo trAsimeno È la ricerca della vita il filo conduttore che lega il cratere Gale, su Marte, al Lago Trasimeno. Le informazioni raccolte da Curiosity, il rover della Nasa sbarcato sul pianeta rosso in corrispondenza dell’equatore nell’agosto del 2012, dimostrano che miliardi di anni fa esisteva un lago in grado di ospitare forme di vita semplici a livello microbico. Nessun E.T. quindi. Forse dei batteri potrebbero aver abitato su Marte. Non troppo a lungo per potersi evolvere in forme di vita più complesse. Ma la scoperta sensazionale non finisce qui, almeno per gli umbri. Perché il geologo planetario Gian Gabriele Ori, intervistato sull’argomento, ha sentenziato: «si trattava di un bacino non profondo, analogo al Trasimeno». Se si pensa poi che una località nei pressi del lago umbro, in cui si dice siano seppelliti – nella cripta di una chiesa sconsacrata - soldati cartaginesi, si chiama Pian di Marte, be’ le coincidenze cominciano ad essere tante… Cartaginesi e romani si scontrarono durAnte lA rievocAzione storicA “il pAlio delle BArche” nel luglio Una storia che, da allora, non ha mai smesso di affasotto, il crAtere del lAgo scinare. Anche qui, come gAle, su mArte, fotogrAfAto dAllA sondA curiosity su Marte, si cercano tracce di vite passate. Non batteri, ma armature, scheletri, zanne di elefanti. Da secoli contadini, pastori e abiqui, sul Tratanti della zona ritrovano, simeno, nei per caso, reperti di epoca ropressi dell’atmana che risalgono alla tuale Tuoro. battaglia di Tuoro. E Nel 217 a.C. adesso, in ballo, c’è anche Annibale annientò, dopo averlo astu- un ambizioso progetto. Il Cnr insieme tamente accerchiato, l’esercito coman- a specialisti del Politecnico di Torino dato dal console Caio Flaminio, in e ad archeologi dell’Università di Peuna delle battaglie più importanti del- rugia, da tempo cercano, nel lago e nei la seconda guerra punica. Non ebbero dintorni, tracce di quella battaglia che scampo i romani, abituati alle batta- provocò circa ventimila morti, la magglie campali in cui i due eserciti si fron- gior parte dei quali tra le fila dei romateggiano, senza sotterfugi. Ma Anni- ni. Non solo scavi archeologici ma anbale scese dalle colline col suo esercito che radar per esplorare i fondali del lae piombò sui romani che marciavano, go che, dall’epoca della battaglia, si soin fila indiana, su un tratto di strada no sollevati di qualche metro. Spade e molto stretto. C’era nebbia quella mat- lance potrebbero quindi trovarsi ancotina di giugno e i romani, imprepara- ra lì, preservati dal tempo sotto strati ti, si ritrovarono stretti dai cartagine- di sabbia. E chissà che, anche noi, non si da una parte, dalle acque del lago potremo dire un giorno che c’è vita (andall’altra. Lo stesso console finì deca- tica) nel Lago Trasimeno. AntonellA spinelli pitato. A sinistrA, e.t. l’extrAterrestre protAgonistA del film A sinistrA, il lAgo trAsimeno visto dAl sAtellite. A destrA, Busto di AnniBAle, il comAndAnte cArtAginese di fAntAscienzA dell’82 spielBerg. Al centro, curiosity, protAgonistA dellA diretto dA secondA guerrA punicA. lA sondA di unA discese lA penisolA, tonnellAtA inviAtA infliggendo sconfitte su mArte dAllA nAsA. stA esplorAndo lA zonA del crAtere gAle, in corrispondenzA dell’equAtore 2013 vAlicAte le Alpi, pesAntissime Ai romAni. All’AlBA del 24 giugno del 217 A.c. devAstò l’esercito romAno sul lAgo trAsimeno gloBAlizzAzione ormai ci stanno facendo “gialli” S e sono arrivati da poco sulla Luna, in Umbria ci erano sbarcati da un pezzo. Quella cinese nella regione è un’invasione pacifica, almeno nei modi, che però porta con sé delle conseguenze pesanti, soprattutto per il mercato del lavoro. I numeri non impressionano più di tanto, con la Cina che occupa solo il diciassettesimo posto tra i Paesi più presenti, con 1.900 immigrati (per la cronaca, sul gradino più alto del podio c’è la Romania con 24.321, subito dietro l’Albania con 17.021). Ma la presenza si sente, eccome. La percezione che si ha è quella di una comunità che rimane al di fuori del tessuto sociale, ma che riesce a fare la voce grossa in quello economico. A dispetto del numero, come detto relativamente basso, i cinesi hanno infatti fatto irruzione in alcuni settori specifici, riuscendo in poco tempo a scalzare la concorrenza locale. Come? Prezzi bassi, lavoro dall’alba al tramonto e tanta voglia di emergere. Gli esercizi commerciali più gettonati sono quelli di parrucchiere, negozi di abbigliamento, sartorie, oggettistica per la casa. Settori nei quali, specie in tempi magri come questi, la qualità viene sacrificata volentieri sull’altare del portafoglio. Ma l’invasione cinese non si ferma al commercio, anche l’imprenditoria è coinvolta nel fenomeno. L’accusa di imprenditori e commercianti italiani nei confronti degli immigrati cinesi è di non osservare le regole, dall’eccessivo numero di ore di lavoro al mancato rispetto delle norme di sicurezza. Il controllo spetta alla polizia annonaria, che ha il compito di verificare se in un determinato negozio o laboratorio il lavoro svolto è conforme alla licenza rilasciata dal Comune. Controlli che spesso permettono di scoprire realtà di sfruttamento e degrado, per fortuna ben lontani da casi come quelli di Prato. Intanto a Fabro sono stati arrestati due imprenditori cinesi, titolari di ditte tessili, con l’accusa di evasione fiscale per oltre due milioni di euro.Vizio molto italiano, a dire il vero, a dimostrazione che i cinesi non sono poi tanto diversi da noi. lorenzo grighi furti Ponte San Giovanni nel mirino dei ladri. I cittadini vogliono la videosorveglianza BAcci, grossi, orfei, sABellA, pAg. 3 2 CRONACA 31 DICEMbRE 2013 L’escalation negli ultimi mesi: non solo negozi ma anche garage e appartamenti. Aperti fino a 15 box in una sola notte Boom di furti a ponte san giovanni «M Cittadini esasperati. Rubata per la seconda volta l’auto al consigliere Granocchia: «Non compro mica macchine per i ladri» i dareste un passaggio a casa?». Si I piani regolatori attuati nel tempo hanno per- ticoli sportivi e alcune biciclette professionali. Ma guito all’escalation dei furti, il numero di cittadiconclude così l’intervista al consi- messo la costruzione di grandi appartamenti e il non solo. Anche i generi alimentari rientrano nel- ni vittime di questi episodi non è diminuito. I ladri infatti agiscono di notte. L’esasperazione ha gliere provinciale Franco Granoc- conseguente arrivo a Ponte San Giovanni di nu- le refurtive. I ladri non risparmiano nulla, sintomo della portato i cittadini, attraverso il comitato per la dichia, nonché presidente del comitato per la dife- merose persone che li hanno riempiti. Molti di losa e l’ordine pubblico di Ponte San Giovanni. An- ro però non sono censiti La vicinanza del quar- crescente crisi economica. La soglia di povertà fesa e l’ordine pubblico di Ponte San Giovanni e che lui, nonostante le numerose battaglie per la tiere perugino all’E45 non aiuta di certo. La su- costringe molte persone, non sempre italiane, a la Pro Ponte, ad organizzarsi in molte iniziative. Fiaccolate e cortei hanperstrada permette rapide spingersi a tanto. «Semlegalità, non è stano riempito le strade incursioni anche a chi, da bra di essere tornati into risparmiato da della zona per far arrivafuori regione, sceglie Pon- dietro nel tempo – spiequella che è stata re alle orecchie delle istite San Giovanni come ber- ga Palmerini - quando in definita una vera e tuzioni la loro voce. saglio.. C’è anche chi la tempo di guerra, con la propria emergenAl momento varie sopensa diversamente, come povertà dilagante, si ruza furti nel quarno le soluzioni propoAntonello Palmerini, presi- bava anche il cibo». A tiere perugino. Il ste. Per Granocchia bidente della Pro Ponte: compiere questi furti giorno prima del sogna «organizzare fe«Quello che succede nel persone in molti casi di nostro incontro, ste nei vari rioni della nostro quartiere rispecchia passaggio, ma che conoinfatti, il consigliecittà, sono convinto che la situazione nazionale e scono bene il quartiere re Granocchia ha così facendo riporterecioè l’aumento della picco- perugino. subito il furto delmo i perugini in città e Ad aggravare la situala delinquenza». la propria auto, Antonello pAlmerini frAnco grAnocchiA allo stesso tempo Dopo un periodo in cui zione il problema della «Mi è successo due volte, la prima circa 10 anni fa, la seconda erano molte frequenti le rapine delle banche, ne- presenza insufficiente delle forze dell’ordine. Il schiacceremo la delinquenza. Se lasciamo la siproprio ieri. Mi hanno rubato le chiavi intorno al- gli ultimi mesi i ladri si sono concentrati sulle abi- numero dei carabinieri non è adeguato alle esi- tuazione così com’è, soprattutto nelle ore notturne, la città sarà morirà». Secondo il presidenle 5 del pomeriggio e la notte la macchina è spa- tazioni: 15 box aperti in una sola notte. Portati via genze del territorio. Nonostante i pattugliamenti aumentati in se- te della Pro Ponte la soluzione è la videosorverita. Ci sono rimasto veramente male e sono stu- trapani, seghe, cassette degli attrezzi, vestiti, arglianza. Un progetto fo: non compro mica le per il quale l’associaziomacchine per i ladri!». ne si sta già muovendo. Lui è solo una delle Ha stanziato infatti del numerose persone che esperienza. Per fortuna comunque molte perfronteggiare questa vera e propria escaladenaro per l’istallazione negli ultimi mesi stanno sone denunciano questi episodi, dimostrantion di furti a Ponte San Giovanni solo una subendo furti di ogni ti- decina di carabinieri, con competenze su un do di avere fiducia nelle istituzioni e aiutano di telecamere che verpo. Nel mirino dei mal- territorio di 50mila abitanti distribuiti tra le lole forze dell’ordine ad avere un quadro chia- ranno posizionati, per viventi ci sono i negozi, calità di Ponte Valleceppi, Ponte Felcino, Caro delle zone colpite e quindi da tenere sotto cominciare, nei pressi degli istituti scolastici. appartamenti, garage e saglia, Pretola, Bosco, Collestrada, Sant’Egicontrollo. Inoltre la Pro Ponte è bar. Niente e nessuno è dio, Collestrada, Balanzano e Villa Pitignano. A favorire i furti, confermano dalla caserma, impegnata nel promuostato risparmiato. Epila posizione geografica di Ponte San GiovanDifficile quindi riuscire a risolvere il problevere gli incontri con la sodi ormai frequenti, ma dei furti. Dalla caserma massimo riserbo, ni. Molte persone infatti arrivano da lontano, una vera e propria esca- ma si conferma l’allarme: da settembre circa compiono il crimine e approfittando della pre- popolazione. Quella contro i furti è lation di furti. Ma per- 70 furti al mese, senza una via rimasta indensenza dell’E45, facile via di fuga, scappano. Per i carabinieri la soluzione potrebbe essere una battaglia difficile, ché proprio a Ponte San ne. Tutti i furti sono stati commessi con mol’istallazione di un circuito di videosorveglian- ma i cittadini di Ponte Giovanni? La risposta, dalità diverse e ciò rende ancora più difficile il za, simile a quello già esistente nel centro sto- San Giovanni sono indopo un’attenta analisi, lavoro degli uomini dell’Arma. rico di Perugia. Al momento il progetto è in via tenzionati a mettercela Si tratta spesso di singoli, probabilmente risulta evidente. Sono lA cAsermA dei cArABinieri di ponte sAn giovAnni di valutazione, ma a rallentarlo la mancanza tutta per vincere. dell’est Europa, che a volte fanno razzia porben due infatti i fenorò sprovveduti, dal loro modus operandi si di fondi. tando via di tutto, anche generi alimentari, a meni, collegati tra loro, mAnlio grossi evince che si tratta di persone che hanno volte invece non rubano nulla. Non sono pem. g. e A. o. AlessAndro orfei che favoriscono i furti. la situazione vista dall’Arma: tanto lavoro ma pochi agenti A C la paura di residenti e commercianti ’è paura a Ponte San finestre principali, e sono Giovanni. In pochi soldi. Come si fa con una mesi i furti sono aumentapensione di 700 euro?». ti colpendo negozi, case, Il malcontento è tanIl quartiere nelle parole di chi ci vive e ci lavora: «zona di guerra», «c’è il coprifuoco» addirittura garage. In poto, ma i cittadini sanno chi parlano, quasi nessuno vuole lasciare il pro- voi che siete ragazze, state attente» dice, nono- non ha più trovato la macchina. «I carabinieri (di che i mezzi, e soprattutto gli uomini, sono pochi. Ponte San Giovanni ndr) mi hanno detto che non Così alcuni decidono di organizzarsi autonomaprio nome. Di fare una foto non se ne parla nem- stante sia pieno giorno. Ma è dall’altra parte della strada, stando a potevano fare niente perché la caserma era chiu- mente. Allarmi, finestre murate, vigilantes. Si può meno. Le zone più colpite sono via della scuola, quanto dicono i commer- sa, era festa, era sabato». Le viale Manzoni e via Luciaspendere anche 100 euro a notte cianti, che avvengono più dicono che per sporgere deno Venanti. «Capita che per avere due uomini che controlfurti. Così entriamo al bar nuncia deve andare in cenentrino anche solo per rilano la propria attività. È il caso di Gambrinus. A gestirlo è una trale oppure tornare lunedì torsione» spiega un tabacLungarotti, negozio di abbigliaragazza cinese, Silvia Sun. mattina. Orlanda decide di caio. «Loro stanno fuori e mento che solo negli ultimi due Per gli abitanti di Ponte San aspettare. noi siamo costretti a chiumesi ha subito tre tentativi di furGiovanni, questo è il posto «Dopo essere passata derci dentro» aggiunge into, di cui due andati a buon fine. dove si ritrovano i nullafa- dai carabinieri, vado all’assidicando la porta blindata. E anche la profumeria Lys, vicenti, quelli che «se non la- curazione. Ritornando a ca«Le dico solo che c’è il cina al centro, non se la passa cervorano, dovranno pur fare sa, vedo la mia macchina alcoprifuoco». Sono le noto bene. Si tratta quasi di un reil BAr gAmBrinus viA luciAno venAnti qualcosa per tirare avanti». l’uscita di Prepo. Torno dai ve di mattina, siamo in via cord: 8 furti in 4 anni. «La penulEppure, o forse proprio per carabinieri di Ponte San Giovanni e gli dico che tima volta mi hanno sfondato la vetrina con un della Scuola. Qui si ruba in garage e appartamenti. Incontriamo una signora davanti alla farmacia: questo, anche il bar di Silvia subisce furti in con- l’ho ritrovata. Loro mi rispondono di non tocca- fuoristrada – racconta la proprietaria – mentre a «Dopo le otto e mezzo di sera non esco più – ci tinuazione. «Negli ultimi mesi mi hanno deruba- re nulla ma io sono sicura, è la mia. Allora mi di- marzo si sono calati dal soffitto. Generalmente racconta – la sera ci sono i ragazzi che bevono. ta almeno cinque volte. Ormai, quando mi rendo cono di chiamare una pattuglia e aspettare accan- rubano profumi, cose di marca, come Dior, ChaOltre a loro, ci sono anche quelli che rubano. Io conto che manca qualcosa, non perdo nemmeno to all’automobile. Arrivati, controllano i docu- nel, Dolce e Gabbana. Mi hanno sfasciato la caspiù tempo a denunciarlo». Silvia è rassegnata. Da menti e confermano che la macchina è la mia». sa due volte, dentro c’era poca roba, solo 50 eunon mi sento più sicura». Fino a dieci anni fa, d’estate, si dormiva con lei prendono tutto quello che possono rivendere: Una storia tutto sommato a lieto fine. «I ladri ro». Questi sono furti minori, ma una volta i lala porta aperta. Ma oggi l’aria è cambiata e se n’è bottiglie d’alcol, pacchetti di sigarette. «L’incas- hanno guidato fino a che c’era benzina, dove è fi- dri sono usciti dalla Lys con un bottino di ben 40 accorto anche chi, a Ponte San Giovanni, ci è ar- so no – spiega – nessuno tiene più i soldi in cas- nita l’hanno lasciata. Fortunatamente non mi mila euro. È difficile recuperare i prodotti: solo hanno rotto niente» aggiunge Orlanda. «Comin- in un caso le forze dell’ordine sono riuscite a ririvato da poco. «Qui è come essere in guerra» sa, mica siamo matti». E anche quando si rientra in casa, c’è poco da ciamo tutti a preoccuparci di mettere l’allarme ma trovare tutta la merce in un furgone fermo in una scherza un passante che troviamo all’incrocio con via Luciano Venanti, un’altra delle strade più col- stare tranquilli. Orlanda Ercoli, un sabato pome- non è semplice – continua Orlanda – io mi so- superstrada vicino a Viterbo. ceciliA AndreA BAcci e giuliA sABellA pite. Però torna subito serio: «Mi raccomando, riggio di qualche settimane fa, è scesa in strada e no informata per metterlo al portone e alle due CRONACA 31 DICEMbRE 2013 3 La piccola regione ancora protagonista di efferati fatti di cronaca. L’ultimo a Castiglione del Lago: un 90enne uccide la moglie quello che ci ha lasciato il 2013 U L’omicidio-suicidio di Zampi, il caso Polizzi, la badante Dunina: ecco i principali fatti di sangue che hanno sconvolto l’Umbria na vicenda che ha sconvolto l’Umbria. Una strage che ha avuto una risonanza nazionale. Per la città di Perugia, il 2013 inizia con l’omicidio-suicidio nella sede della Regione: il 6 marzo, un uomo entra negli uffici dell’assessorato alla Formazione uccidendo due donne e poi se stesso. S ono circa le 12 quando Andrea Zampi, presidente della scuola di formazione ‘Progetto Moda’, in preda ad un raptus irrompe negli uffici del broletto e urlando “Mi avete rovinato” uccide prima due impiegate, Daniela Crispolti e Margherita Peccati e poi si toglie la vita. Subito ci si incomincia a chiedere il perché di questo gesto, cosa può aver spinto il 43enne a tanto. Secondo i genitori, Andrea era amareggiato per un mancato accreditamento a favore della scuola di formazione da lui diretta. A causa di questo accreditamento che non era arrivato, non aveva potuto ricevere un’importante finanziamento a cui teneva molto. Dalla Regione, però, arriva immediata la smentita, nessuna pendenza nei confronti della scuola di moda diretta da Zampi. Secondo quanto sostenuto da molti, Andrea soffriva di problemi psichici, era depresso, ci sarebbe quindi il suo malessere alla base del folle gesto. A distanza di 9 mesi il papà di Andrea, il signor Giancarlo, ha dichiarato: «Non posso parlare ora, posso dirvi solo che assieme al mio avvocato sto raccogliendo le memorie di Andrea perché ho intenzione di presentarle alandrea zamPi, la stampa ma non so anco- danieLa crisPOLti e ra quando». Forse, per capi- margherita Peccati re meglio quanto accaduto il 6 marzo scorso, bisognerà attendere il giorno in cui il signor Giancarlo renderà pubbliche le memorie di Andrea. fermerebbero l’estraneità di Valerio nell’omicidio, come ribadito da Riccardo durante l’interrogatorio. N D on passa neanche un opo Perugia e Ponte San mese che poco lontano Giovanni è la volta di da Perugia, a Ponte San GioFoligno. La mattina del 14 giuvanni, la notte del 25 marzo un gno Sandita Montenau, romeuomo entra in un appartamenna di 38 anni, viene sgozzata to in via Ricci ed uccide a coldal marito. L’aggressione avpi di pistola Alessandro Polizviene in via Monte Nagni, nei zi, 24 anni. Julia Tosti, la fidanzata della vittima pressi di viale Firenze. A scatenare la lite il rifiuche dormiva con lui nel letto, rimane ferita. Do- to, da parte della donna, di consegnare del depo pochi giorni di indagini i sospetti cadono sul- naro all’uomo. Lui è Virgil Murariu, romeno di l’ex ragazzo della Tosti, Valerio Menenti, e sul 43 anni che lavora a Roma e non vede la moglie padre Riccardo. da diverso tempo. Il primo Le accuse contro i due a dare l’allarme è un passono pesantissime: Valerio sante, che trova la donna sarebbe il mandante delriversa in una pozza di l’omicidio mentre Riccardo, sangue. Vani i tentativi di un ex pugile, l’esecutore marianimarla, le condizioni teriale. Il padre nega il coinsono critiche. L’uomo lavolgimento del figlio. Lui scia Sandita in agonia e stesso dice di non avere fugge con la sua auto. La avuto intenzione di uccidesua corsa termina ad aLessandrO POLizzi cOn JuLia tOsti re ma solo di spaventare il Amelia (Terni) dove, raggiovane. Durante l’interrogatorio afferma di es- giunto dai carabinieri, decide di uccidersi pugnasere entrato nell’appartamento munito solo di un landosi al cuore con lo stesso coltello con cui ha piede di porco per forzare la porta, ma di non ucciso la moglie. avere mai avuto una pistola che, secondo Riccaropo pochi giorni viene do, sarebbe appartenuta a Polizzi. Intanto il douccisa un’altra donna, lore di Julia riempie le pagine di Facebook: anche lei straniera. Si tratta di «Dammela te la forza ti prego» scriveva sul souna badante ucraina, Olga cial network pochi giorni dopo l’omicidio. Dunina. Assassinata il 16 giuIl 18 dicembre si è tenuta davanti al gup di gno, il suo corpo viene ritroPerugia, Lidia brutti, l’udienza preliminare convato due giorni dopo, in uno tro i due imputati, che però non si sono presentati in aula. Sono stati ammessi come parti civili scatolone, lungo la strada che unisce Foligno a Julia e la sua famiglia oltre ai genitori e al fratel- Spello. Ad ucciderla il marito, Giovanni Micelo dello stesso Polizzi. L’udienza è stata quindi li, dopo una lite nella quale la donna lo aveva rimandata al 24 gennaio. Per quella date le dife- definito “impotente”. Miceli così ha iniziato la se presenteranno le loro richieste per le perizie sua fuga, finita il 3 agosto, quando è stato are per l’incidente probatorio. «Chiederemo in par- restato a Roma. Si nascondeva in un appartaticolare le trascrizioni delle intercettazioni am- mento lussuoso a piazza Navona, proprietà di bientali avvenute nella casa circondariale di Ca- una coppia di anziani amici. Giovanni Miceli ha panne tra i due Menenti» ha fatto sapete France- confessato il suo crimine, commesso utilizzansco Mattiangeli, avvocato di Valerio. Queste con- do un tubo di ferro che teneva in camera per D umbria olii, sentenza rivoluzionaria L a sua è una voce fuori dal coro. Fiorella lo è stata anche leggera nell’inquadrare la situaGrasselli è la vedova di Giuseppe Coletti. zione. Il titolare della ditta esterna doveva conoSuo marito, insieme a Vladimi Todhe, Tullio scere le condizioni di lavoro, altrimenti si tratta di Mottini e Maurizio Manili, è morto nell’esplosio- un caso di negligenza». Secondo la vedova di Cone dell’Umbria Olii di Campello sul Clitunno del letti «con più attenzione quello che è successo si 2006. Unico sopravvissuto all’incidente, Klaudio poteva evitare. Mio marito da giorni raccontava Demiri. che quei silos erano stranamente bollenti». Il 2013, per il procesFiorella non ha assistiso che doveva stabilire la to alle udienze del procesresponsabilità dell’esploso d’appello ma non avesione, è stato l’anno della va perso un momento del sentenza della Corte d’apprimo grado. «Del Papa è pello di Perugia. Giorgio stato dipinto come un Del Papa, l’ex amminimostro e, secondo me, il stratore della società, è processo di Spoleto è stastato condannato a cinto troppo frettoloso. que anni e quattro mesi Troppa confusione intori primi soccorsi dopo l’esplosione (in primo grado erano stano alla vicenda, un vero ti sette), ma assolto per l’omissione dolosa di cau- circo mediatico che ha condizionato l’esito». Intele antinfortunistiche, in riferimento allo stoc- tanto la famiglia Manili sta preparando il ricorcaggio dell’olio contenuto del silo che ha causa- so in Cassazione. Ci vorrà ancora del tempo per to l’esplosione. Assegnato inoltre il concorso di mettere la parola fine su una vicenda iniziata il colpa per un terzo alla ditta Manili, l’azienda 25 novembre 2006, proseguita con la condanna esterna che stava lavorando sui silos e il cui tito- in primo grado del 13 dicembre 2011. Poi il selare è morto nell’esplosione. Quasi tutte le isti- condo grado di questi giorni. tuzioni si sono dette scandalizzate per la decisio«Non sono sconvolta dalle lungaggini – dine, ma la sentenza convince la vedova di Colet- ce Fiorella – questi sono i tempi normali della ti. «È normale dare la colpa al titolare della ditta giustizia. L’importante è che si arrivi ad un riesterna – racconta Fiorella – la sentenza d’appel- sultato». spostare i mobili. La sentenza del processo, svolto con rito abbreviato, è stata emessa l’11 dicembre dal gup La badante OLga dunina di Perugia. Per Miceli 30 anni di reclusione. «Per noi è stata fatta giustizia – spiega l’avvocato Antonio Cozza, che insieme al collega Nicodemo Gentile, ha tutelato la famiglia della vittima – 30 anni per un uomo di 67 è come dare l’ergastolo. La condotta di Miceli non è stata delle migliori, nel corso del processo ha inventato di tutto, occultando anche il cadavere. Anche i figli sono soddisfatti della sentenza». La Dunina lascia due figli, uno gravemente malato. L ’ultimo fatto di sangue risale a poco più di un mese fa. Athos Ceccarelli, 90 anni, e Vanda Cagnoni, 82 anni, sposati da sessant’anni, vivevano a Castiglione del lago, a pochi passi dal Trasimeno. Una vita di sofferenza che sia lui, legato alle bombole d’ossigeno, sia lei, inferma, volevano terminare. Così, il 30 novembre, Athos si è alzato, ha imbracciato un fucile e ha sparato alla moglie. «Non è riuscito a finire il "lavoro" perché è rimasto sotto shock – spiega Marcello Sardu, il capitano dei Carabinieri di Città della Pieve che ha coordinato le indagini – si voleva uccidere pure lui ma non ce l’ha fatta». Ricoverato sia per la critica situazione di salute sia per accertamenti psichiatrici, Ceccarelli verrà processato per quello che «rimane un reato, al di là dell’età e delle motivazioni» dice Sardu. Carcere o altri tipi di misura detentiva (come l’ospedale psichiatrico giudiziario) sono da escludersi dato che «l’uomo non rappresenta un pericolo per gli altri, al massimo potrebbe essere pericoloso per se stesso». pAginA A curA di ceciliA AndreA BAcci, mAnlio grossi, AlessAndro orfei, giuliA sABellA caso meredith: il processo infinito A sei anni dall’omicidio di Meredith Kercher Kercher, valuta positivamente la decisione della la vicenda non può ancora dirsi conclusa. Il Cassazione. «Da questo processo i parenti si 2013 è stato l’anno in cui la Cassazione ha deci- aspettano di avere un accertamento definitivo so l’annullamento dell’assoluzione accordata nel sulla responsabilità di tutti gli imputati». Nel pro2011 ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, do- cesso di appello bis infatti dovrebbero essere po che i due erano già stati condannati nel 2009 prese in considerazione nuove prove alle quali, rispettivamente a 26 e a 25 anni di carcere. Il 30 secondo la Cassazione, non era stata data la giusettembre si è aperto alla sta importanza dai giudici Corte di Assise di Firenze il che hanno deciso la scarceprocesso di appello bis conrazione di Amanda e Raffaetro i due ex fidanzati, accule due anni fa. sati di aver ucciso la studenLa ragazza, tornata a Setessa inglese la notte tra il attle appena uscita dal carceprimo e il 2 novembre 2007. re, ha sempre detto di non Al momento l’unico colpevoler tornare in Italia per asvole è l’ivoriano Rudy Guesistere al processo. «Queste de, condannato nel 2010 a sono decisioni personali del16 anni di reclusione. la Knox e dei suoi difensori meredith Kercher Si è aperto così un nuo– ha commentato l’avvocavo capitolo di questo caso di cronaca nera che to Maresca – Non ho grande interesse alla prepiù di ogni altro ha scosso profondamente Pe- senza dell’una o dell’altro, quello che voglio è che rugia, ponendola al centro di un’attenzione me- la giustizia italiana faccia il suo corso e che si ardiatica mondiale. Un delitto nel quale i protago- rivi in fondo a questa storia processuale». nisti sono dei giovani studenti provenienti da Amanda però ribadisce la sua posizione. tutto il mondo, sullo sfondo di una città univer- «Non sarò in aula perché ho paura» ha scritto la sitaria dallo stile medievale, quasi da cartolina, ragazza in una lettera inviata ai giudici fiorentitravolta da una realtà parallela fatta di sesso e ni e resa nota il 18 dicembre. «Ho paura che la droga. veemenza dell’accusa vi impressionerà, che il loFrancesco Maresca, avvocato della famiglia ro fumo negli occhi vi accecherà». n V el ia la gg c io r is i io si g i g cr ia V lla e n natale 2013, il regalo più atteso è sempre il lavoro Nel quinto anno di crisi le attività che chiudono in Umbria sono più di quelle che aprono. Il bilancio degli ultimi mesi nei numeri delle aziende e nelle parole di chi ogni giorno vive l’emergenza sulla propria pelle Sangemini, vivere nell’incertezza: «Pronti a tutto, tranne ai licenziamenti» merloni, odissea di tre operai: «cosa significa vivere in cassa integrazione» Dopo mesi di attese i lavoratori dell’azienda ternana non sanno ancora cosa sarà del loro futuro Il racconto di chi è stato riassunto dall’azienda umbro-marchigiana: «Ci aggrappiamo alla speranza che riprenda la produzione» Dalla tefano Proietti, classe 1965, lavora in ni torna a rischio. Ci sono perdite per 50 milio- grazione. L’anno scorso abbiamo lavorato quatuna mattina di sole e freddo, dalle due regioni coinvolte con i Ministeri del lavoro e del- scia di non farcela. Il Natale si avvicina ma per Carla e Merloni alla Sangemini, le Sangemini da quando aveva 24 anni. Il ni di euro e una parola terribile corre di bocca tro mesi, quest’anno solo due settimane. Anche quella dell’assemblea sinda- lo sviluppo economico: 35 milioni di investimento e cas- Maurizio non sarà un’occasione di festa. Lei cerca di nacui vertenze sono divenute casi noi siamo col fiato sa integrazione rinnovata scondere dietro sorrisi forzati tutto lo sconforto che si suo reparto è quello delle spedizioni. in bocca: fallimento. «Basterebbe un’istanza di cale che li ha convocati in un nazionali, alle acciaierie di Terni, fisospeso in attesa di altri 6 mesi per i 1600 porta dentro. Lui confessa, gonfio di amarezza: «Non poOggi, dopo quasi 25 anni passati in azienda, è pagamento da parte di un creditore, e non ci saagriturismo di Bosco. Sono i lavoraLa nostra dell’accordo, per lavoratori esclusi dal piano trò fare i regali ai miei nipotini, immagina come mi sendiventato un punto di riferimento per molti rebbe più spazio per la trattativa, l’azienda faltori della ex “Antonio Merloni”, no alle piccole e medie imprese nel Quando capire cosa succedi assunzioni. Alla senten- to». suoi colleghi, entrando anche a far parte della lirebbe» conferma Proietti. «Noi siamo pronti a l’azienda umbro-marchigiana di eletè una commercio e nei servizi, in Umbria nesci hanno derà». La situazione Intanto, ci ha raggiunti Stella Traversini. È insolitamenfare dei sacrifici, alla cassa integrazione se neza di annullamento si è arrappresentanza sindacale. trodomestici ed impianti termoidrausun settore produttivo viene risparmiato vita sospesa: di Fausto tutto te elegante e le chiediamo il motivo. Risponde sorridencessario, ma non accettererivati dopo che le banche «I problemi della lici, fallita nel 2008 ed ora nelle mani assunto dalla crisi economica, ma è quello metalnon è tra mo esuberi e licenziamenti: locali, dando parere favo- do: «Perché quest’assemblea è un’occasione importante e, Sangemini si prodell’imprenditore Giovanni Porcarelse a una pensavamo sommato meccanico il più colpito. Gli ultimi casi rile più dure: «Io per questo no. La continuità ocal passaggio di pro- come in tutte le occasioni importanti, bisogna essere velungano da molto li, che l’ha rilevata due anni fa, conpersona togli revole guardano due grosse aziende umbre: Luigi cupazionale dovrà essere gaprietà, avevano chiesto stiti bene». Stella è di Gubbio ma ha vissuto in Germatempo. Viviamo sentendo la riapertura degli stabidi aver fatto fortuna sono figlio Rossetti, dirigente dell’assessorato regionale alunico. Sono torrantita». che l’ammontare dei debi- nia dal 1990 al 1999. Anche lì era un’operaia. Si lascia nell’incertezza del limenti di Nocera Umbra (Perugia) il lavoro, tredici nato a vivere con I contendenti per l’acquisto ti – oltre 500 milioni di eu- sfuggire un pensiero che le frulla in testa, che forse è più futuro» ci racconta e Fabriano (Ancona) e la riassunlo Sviluppo economico, il 13 novembre ha rispotogli tutto i miei, che mi dell’azienda sono tre: la Norro – venisse saldato dal di una tentazione: «Non è detto che non ritorni lassù, è con fare fermo e alzione di 700 dipendenti - su un sto in commissione consiliare ad un’interrogazioda di Carlo Pessina, la Silva aiutano, e non ho figli. Ma tra i miei nuovo patron Porcarelli. tutto un altro mondo». A lei non è toccata la riassunziolo stesso tempo totale di 2300, indotto escluso. ne di Damiano Stufara (Prc-Fds) sullo stato di crisi dels.r.l. e poi c’è la proposta del- colleghi c’è chi ha tre figli. Non preoccupato. «Fino In una sala attigua al grande Le preoccupazioni si sono allora trasformate in dramma. ne, sarà in cassa integrazione fino a maggio, poi scatterà l’azienda di telecomunicazioni di Massa Martana, la Semil’imprenditore campano si possono lasciare delle vite «Siamo stati accusati da chi è rimasto fuori e adesso stia- la mobilità. Infine, se non cambierà nulla, il licenziamenad oggi ci è stato salone in cui si tiene l’assemtec: dei 115 dipendenti, 28 sono destinati a rimanere nello stato. «Ho cambiato vita, Francesco Agnello. Norda in sospeso così». garantito il lavoro, blea, incontriamo Maurizio mo peggio di loro» bilimento umbro, mentre per 77 dipendenti è previsto il trasferimenVite sospese quelle dei laho riscoperto abitudini sembra il gruppo favorito, non ci sono stati Tempesta e Carla Fioriti, due esordisce Carla: è to a Roma. Il 13 dicembre, invece, si è aperta in Regione la trattativa e valori che avevo dianche perché sostenuto da voratori della Sangemini. esuberi, anche se dei 350 fortunati che in Um- di Gualdo Tadino, per salvare il più importante presidio industriale del Trasimeno, la Tramenticato. Sono coUnicredit. Ma Agnello è Sospese su una trattativa l’azienda deve anbria si sono visti richiamare vive con i due figli stretta a risparmiare su molto agguerrito e non è in- che si prolunga da mesi, avuti dal marito da cora darci l’aumendalla nuova gestione gli alfomec. In sei mesi le situazioni di emergenza sono passate da 100 a 160. tutto, anche sul mantenzionato a farsi da parte con l’incubo ricorrente di cui si è separata 12 to contrattuale e il tri 350 sono marchigiani. Ci sono la Faber, con 100 operai ricollocati nella sede marchigiana e 90 S tefano P roietti , lavoratore S angemini perdere il posto e il pengiare. Così, anziché anpremio di produAnzi, nel loro caso parlare anni fa. Il più in cassa integrazione straordinaria, la Ims Isotta Fraschini di Spoleto con siero costante di non dare a comprare la verzione. I piani indudi “fortuna” è forse ecces- grande lavora e 400 dipendenti in cassa ordinaria, la Solfer e la Proma di Umbertide (rispetpoter continuare ad dura al supermercato o striali che sono stati fatti circolare, però, parla- molto facilsivo: con una sentenza del- porta un po’ di tivamente 100 e 180 lavoratori in cassa ordinaria), le Fonderie 3M di Città di aiutare i propri famila carne di prima scelmente. Le voci no di ristrutturazioni lacrime e sangue». lo scorso settembre, il Tri- soldi a casa. «GraCastello, la Rigel di Gubbio, e poi ancora la Isa di Bastia Umbra, la Sogeco di liari. Simbolo dell’inta in macelleria, coltivo La crisi della Sangemini è complessa e non na- sulle acquisibunale di Ancona ha an- zie a Tomas posso Terni, la Montagna Group di Perugia, la Sphera e la Manifatture di Orvieto. certezza e della stail mio orticello, rinunsce ieri. La proprietà che controlla l’azienda, la zioni continullato il passaggio a Por- dire di essere più gnazione che hanciando ai cibi più coRizzo-Bottiglieri, l’ha acquistata nel 2006 dal nuano a rincarelli, rimettendo in di- fortunata di altri. L’elenco è lungo. no caratterizzato stosi». Ci parla anche e Ma non è giusto: gruppo OPA. Oltre alla fabbrica, c’erano i de- corrersi scussione l’accordo di Un rapido scatto dell’Inps, tra mobilità e CIG, fotografa la crisi, immortalandone anche nel 2013 di un marito assunto mi pesa vederlo biti, tanti. Anche se inizialmente sembrava che smentirsi, anprogramma firmato l’evoluzione: le ore complessive di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e l’economia nell’edilizia, di una fauscire la mattina il piano di ristrutturazione potesse dare buoni che se il prein deroga) utilizzate nel mese di novembre del 2013, sul territorio nazionale, soumbra, la miglia allargata che fetto di Terni presto per andare frutti. da SiniStra: Stella traverSini, maUrizio temPeSta e carla fioriti, no state 110 milioni, con un aumento dell’1,7% rispetto allo stesso mese dell’anSangemini come può - l’aiuta, di a lavorare mentre «Poi c’è stato il muro contro muro tra comu- chiede che la gli oPerai che hanno SPiegato le difficoltà di vivere in caSSa integrazione no scorso. Erano 85,2 milioni a settembre, solo due mesi fa. sembra couna quotidianità che io resto a casa, perne e azienda. La commercializzazione dell’ac- trattativa si riI dati dell’Osservatorio economico dell’Umbria relativi al terzo trimestre del 2013, peme una bella ché in fabbrica mi chiamano solo due giorni non riesce a definire “normale”: «La mia è una vita sospequa Fiuggi da opportunità si è trasformata in solva al più nave alla derial mese». Carla aspetta ancora l’assegno di ot- sa, se a una persona togli il lavoro, togli tutto». problematica. Non c’erano più i soldi per paga- presto, così rò, sembrano aprire un varco alla speranza. C’è stata una leggera flessione del calo prova, il motore in Le storie di Stella, Carla e Maurizio sono solo lo spactobre: 800 euro per fare la spesa e pagare le re i canoni di affitto. Lo stabilimento si è ferma- come la situaduttivo (-1,51% secondo l’analisi congiunturale di Unioncamere) e l’export tiene. È aumentato rispetto al faUSto ceccarelli, caSSintegrato frUit panne. Da mesi cato di un durissimo scenario: migliaia di operai appesi bollette, non può permettersi neanche una to, sono partite diverse denunce. A quel punto zione dei lavo2012 di oltre 40 milioni di euro (da 574 a 622), mentre l’import è diminuito da 302 a 299 milioni. Ma il lil’equipaggio si chiede pizza da andare a mangiare ogni tanto con agli ammortizzatori sociali, unico sostegno quando non noi lavoratori abbiamo tirato fuori i bilanci, e ratori. vello di disoccupazione è ancora preoccupante (soprattutto nel settore delle piccole e medie imprese, si ha più lavoro. Sono il 90% dei dipendenti “Merloni”, Oggi i lavoratori della Sangemini sono 102, ai dove si stia dirigendo le amiche. abbiamo capito che la versione che raccontava 5,1% rispetto al secondo trimestre 2013) e la mortalità delle imprese è ancora alta: le cessazioni (1.169 «Adesso arriverà anche la Tares e non so fra ex e riassorbiti. Prossima tappa per l’azienda, il ricorla proprietà era solo parziale: i debiti erano im- quali si devono aggiungere quattro lavoratori al- quel gigante che galsolo nel terzo trimestre 2013, 4.370 da gennaio a settembre) crescono ancora rispetto alle nuocome pagarla» si inserisce Maurizio. Anche lui so contro la sentenza che ha annullato il passaggio di promensi. Da quando lavoro in Sangemini ci sono la Amerino e 23 alla Fruit, dove però i dipen- leggia, ma dalla cabina ve iscrizioni (1.123). Queste diminuiscono nel settore dei servizi (-26%), nel manifatturiero di Gualdo Tadino, è addetto alle lamiere. Ha una prietà a Giovanni Porcarelli: è stato già presentato, a gensempre stati problemi, ma gli ultimi anni sono denti sono in cassa integrazione ormai da quat- di comando non arriva tro anni. Tra questi c’è anche Fausto Ceccarel- nessun messaggio. E di capitamoglie che lavora ad ore come bidella. Non hanno fi- naio si terrà una nuova udienza presso il Tribunale di Anstati molto molto pesanti». e in agricoltura (-20%). Il settore agricolo è quello che registra il maggior numero di gli ma almeno una speranza: quella di riprendere a la- cona. L’assemblea sindacale, intanto, continua. E così la Dopo sei mesi di concordato in liquidità, che li, 36 anni, assunto alla Fruit dieci anni fa: «Pen- ni coraggiosi all’orizzonte non cessazioni, che rispetto allo stesso periodo del 2012 aumentano del 224%. Nuvorare come prima, quando ci si poteva togliere qualche volontà di non arrendersi. ha dato un po’ di respiro all’azienda, bloccando savamo allora di aver fatto tredici, e invece so- sembra esserci nemmeno l’ombra. merose le chiusure anche nel commercio (+20%) e nelle costruzioni sfizio ma, soprattutto, si riusciva a vivere senza l’angoeventuali richieste dei creditori, ora la Sangemi- no quattro anni ormai che siamo in cassa intelaUra agUzzi antonio bonanata (+13%). Il dato che si discosta di più dalla media nazionale riguarda la sofferenza delle partite Iva e la cessazione delle imprese individuali (+47,5% in Umbria rispetto al +11,2% in Italia). el reSto d talia S È “ “ ” ” le operaie: «Per noi non c’è il paradiso» L a crisi economica morde, indisturbata e inesorabile. Come un tarlo laborioso e invisibile che rosicchia e mastica. Nelle sue fauci finiscono le aziende, e tutto il cuore pulsante racchiuso al loro interno. Comprese le vite dei lavoratori, che perdono l’impiego, lo stipendio, la dignità. Restano solo rassegnazione e disperazione, e quelle no, non le si può morsicare. A Orvieto c’è un gruppo di operaie che non mollano. Hanno deciso di condividere la loro battaglia creando un gruppo su Facebook che si chiama “A casa senza stipendio”. La loro storia nel settore tessile in crisi passa attraverso Lebole, Lanerossi, Mabro, Grinta, Sphera e Mmanifatture. Anni tra chiusure, mobilità, riassorbimenti. Carla De Gasperin è prossima alla pensione, ed è in mobilità. Ha fatto gavetta in Una foto delle oPeraie SUl grUPPo facebook: «i tutte queste aziende, fino a divenire responsabile di produzione alla Sphera: «Facevamo giacche da uomo, lavorando anche per Armani, Donna Karan, e griffe ad alti livelli. La Mabro è stata rilevata da Grinta e Sphera e tutte le operaie sono state riassunte. Dopo il fallimento vecchi temPi, qUanto ci mancano» è il commento della Sphera, nel 2009, siamo state assunte in 30 (di 60) alla Mmanifatture (dopo un paio di mesi di mobilità) fino a marzo del 2012. Da lì è iniziata l’odissea. Abbiamo preso un mese fa le mensilità di ottobre e novembre dell’anno scorso. La cassa straordinaria è scaduta il 4 dicem- bre 2013, quindi oltre ad avere gli stipendi arretrati, ora siamo di nuovo in mobilità. Solo una ha trovato lavoro in una pelletteria. Per me non ha più importanza, ma per le altre 29?». Al di là delle eccezioni, come quella di Michele e Luca, due giovani eugubini, ex cassintegrati e ora venditori di tartufo, la classe operaia in Umbria è lontana dall’andare in paradiso, quel paradiso immaginario di Gian Maria Volonté/Lulù nel film di Elio Petri. Per ora, non è ancora uscita dall’inferno. a l . b. aleSSandra borella n ’i ... • 3.154.000 i disoccupati di cui il 55,6% sono uomini • 12,5% il tasso di disoccupazione a ottobre 2013 • 3.755.000 i giovani tra i 15 e 34 senza lavoro e fuori dagli studi (i cosidetti neet) • disoccupazione giovanile (15-24 anni) al 35,3% nel 2013 rispetto al 20,3% nel 2008 ...e in eUroPa • tassi di disoccupazione ottobre 2013: germania 5,2%; francia 10,3%; regno Unito 7,6%; Spagna 26,7%; Ue 28 paesi 10,9% • Pil zona euro 2013 -0,437% • Pil sona euro previsione 2014 +0,961% (fonte fondo monetario internazionale) 6 SPORT 31 DICEMbRE 2013 Atleti umbri e il sogno americano: gli Steelers vanno forte e puntano sul legame di squadra terni, football d’acciaio A Entusiasmo, grinta e passione, aspettando il campionato nazionale di terza categoria ll’ombra delle acciaierie, un gruppo di giovani con tanta passione per il football americano si allena duramente sul campo della “Virtus” di Terni e in quello di Piediluco, la “Steelers Arena”. Tante le fatiche affrontate dai ragazzi, ma tanta è anche la voglia di non mollare mai, e continuare ad allenarsi nella stagione invernale, per essere pronti a giocare nel Campionato nazionale di terza divisione del prossimo anno. Un sogno che può diventare realtà, come in un film della migliore tradizione americana. “È una storia che merita di essere raccontata, la storia degli Steelers” dice Giorgio Fringuelli, da due anni general manager della società. Una storia iniziata nel 2008. A chi venne l’idea di fare football americano in Umbria? «I primi a lavorare al progetto sono stati i fratelli Filippo e Lorenzo Spanò, prima membri dei Lazio Marines di Roma. Dei due, Lorenzo può vantare l’esperienza di un Lanno di liceo negli States. Un primo gruppo di appassionati comincia ad allenarsi al campo della “Terni Est”. Poi, nel 2010 la formazione si presenta finalmente alla città, e nascono gli Steelers.» “Steel” significa “acciaio”: è un omaggio alle tradizioni siderurgiche della vostra terra? «Abbiamo deciso di chiamarci come la squadra di Pittsburgh, la città americana della siderurgia, come riscoprire i giochi di strada D ora Cirulli è cresciuta in un paesino dell’Abruzzo, lì – racconta – i bambini non avevano nulla, i giochi bisognava inventarli. Ripensando alla sua infanzia, Dora ha deciso che sarebbe diventata custode dei giochi antichi, quelli praticati in strada. Prima atleta, poi insegnante di educazione fisica, nel 1998 ha fondato l’associazione sportiva Torre Angela in un quartiere popolare della Capitale. «Ho deciso di dedicare la mia vita al recupero dei vecchi giochi di strada. Parlando con i bambini di oggi, mi sono accorta che queste sono attività che, se riscoperte, possono ancora entusiasmare». La campana, il salto della corda, la trottola, le biglie, gli aquiloni, il gioco dei tappi, i birilli sono attività semplici, che si fanno con poco. Dora, dopo aver vinto un dottorato di ricerca all’università di Tor Vergata, ha capito di avere una sorta di missione: scoprire quali sono i giochi di strada tipici di ogni regione italiana. «Far tornare i bambini all’aria aperta è fondamentale. I fanciulli sono abilissimi coi videogiochi. Eppure già a 7-8 anni hanno spalle bloccate come i loro nonni, spesso hanno i piedi piatti, colonne vertebrali deviate, ancor più spesso sono obesi. Gli esperti parlano di una nuova malattia infantile: la sindrome da appartamento. Rimangono per ore davanti al pc, ma se gli chiedi di inventarsi un gioco, non sanno più come si fa». Per imparare a divertirsi con poco, basta insomma tornare indietro nel tempo. Il progetto “La strada ed io”, sviluppato nelle scuole italiane dall’associazione Torre Angela, ha come obiettivo proprio questo: far rivivere lo sport senza competizione, far tornare i bambini a giocare per le vie. michelA mAncini in onore della storia operaia di Terni e per sostenere l’americanità di questo sport.» Che cosa vi attrae della palla ovale? Non era meglio il calcio? «Il bello è che pratichiamo uno sport molto spettacolare, e la squadra è sentita. Si instaura un legame d’amicizia che in altri sport non esi- gli steelers di terni sul cAmpo di AllenAmento ste, perché ci si mette a completa disposizione dei compagni. Alcuni di noi neanche toccano il pallone né effettuano giocate pur di accompagnare e facilitare le azioni di chi sta in difesa o in attacco.» Yards, downs, ma il pubblico capisce? «Capisce e apprezza. Tutto comincia con il kick off, il calcio di inizio. Poi il pallone viene lanciato dalla squadra che inizierà in attacco la partita e su questo ritorno già cominciano ad esserci azioni sensazionali. Obiettivo del ritornatore è quello di andare il più avanti possibile e in questo viene aiutato dalla sua formazione, che spesso predispone una specie di muro di bloccatori che deve cercare di scortare in campo aperto la corsa del ritornatore. L’obiettivo principale del gioco è quello di percorrere uno spazio di circa dieci yards, circa 9,1 metri in un ambito di 4 downs, cioè 4 tentativi. Anche questo è il fascino del gioco. Ad esempio se la squadra non riesce in questo obiettivo, perde il pallone nel punto in cui è iniziata l’azione all’ultimo tentativo. In America si gioca undici contro undici, ma nella nostra squadra giochiamo in due gruppi da nove. Il pallone può essere lanciato, consegnato in corsa o attraverso i passaggi. Si può segnare una meta e ottenere sei punti, la difesa però può recuperare la palla persa, e riportarla nell’area di meta avversaria, ottenendo ugualmente sei punti. Anche la difesa quindi può fare giochi altrettanto spettacolari di quelli dell’attacco.» Il vostro cuore è negli States. Per chi batte? «Naturalmente per gli Steelers, poi ognuno ha il suo giocatore “mito”. Per me Rodgers e Manning.» E dopo il match? «Non si contano più le cene fatte dalla squadra e le partitelle in notturna improvvisate in giro per la città, senza dimenticare le feste del sabato sera in qualche locale del centro di Terni.» vAlentinA rossini lA storiA • 1944: si gioca il primo incontro durante • • • • • • • • la seconda guerra mondiale, tra due divisioni di soldati americani a Firenze Nel 1972 nasce la costituzione della Federazione italiana di football americano (FIFA), con presidente Bruno Beneck. Al 6 agosto 1977 risale l’incontro tra Diavoli Gazzetta dello sport Milano e Lupi Corriere dello sport Roma. I Tuttosport Torino, e i Veltri Stadio di Bologna, le altre squadre in campo a Marina di Massa. In finale i Tori diventano primi campioni italiani di football americano. Da notare l’accostamento ai quattro quotidiani sportivi nazionali dell’epoca, voluto per pubblicizzare il torneo di indubbio successo. Nel 1977 nasce anche la Lega italiana di football (LIF) che, grazie all’aiuto dei Green Bay Packers, una delle squadre più popolari negli Usa, ha potuto contare su un vero campo di football americano a Castel Giorgio, in provincia di Terni. 1981: nasce l’Associazione italiana di football americano (AIFA), guidata da Giovanni Colombo. Nel 1986 il football americano in Italia vive il momento più fortunato della stagione, con il Super Bowl disputato allo stadio Dallara di Bologna tra Warriors Bologna e Angels Pesaro che attira oltre 20mila spettatori. È il 1988 quando l’interesse verso questo sport comincia a diminuire. Nel 2003 si arriva al minimo storico di tifosi, con soltanto cinque squadre iscritte alla massima serie. Il 2004 vede la serie A di nuovo a nove squadre. Fonte: www.treccani.it se la tradizione diventa sport Viaggio alla scoperta di ruzzolone e lancio del formaggio, che dal medioevo sono arrivati fino a noi P rendi una fettuccia con un bastoncino e ne risalirebbe al 1400. Altri studiosi ipotizzano avvolgila intorno a un disco di legno di addirittura che fosse praticato dagli Etruschi mequasi 6 kg. Davanti a te c’è un percorso diante il lancio di alcune rotelline di legno, coa ostacoli di circa 600 metri. Lancia. Se arrivi al me è possibile ammirare nello splendido affretraguardo con meno tiri del tuo avversario hai sco della Tomba delle Olimpiadi a Tarquinia che vinto una gara di ruzzolone. Puoi fare lo stesso raffigura una specie di lanciatore di ruzzolone con dischi più piccoli come la ruz“ante litteram” zola o il rulletto, o lanciare una forIn epoca mema di formaggio. Lo spettacolo è dioevale, pare assicurato. E invece di aver compiuche questo gioto una marachella, magari hai parteco fosse docucipato a una competizione sportiva. Quando si parla di sport vengono in mente campi di calcio, gare di ciclismo, o incontri di pugilato. Eppure c’è dell’altro. Si tratta dei cosiddetti “sport tradizionali”, discipline che ricordano i giochi d’altri tempi. In totale sono 18 a livello nazionale, ma quelli che vanno forte in Um- fAusto lupi, presidente dellA figest mBriA e AtletA di vecchio corso bria sono soprattutto 5: ruzzola, uAccAnto , Alcuni degli Attrezzi sportivi rulletto, ruzzolone, tiro al formag- trA i quAli il ruletto e il ruzzolone gio e bocce alla lunga. Forse non diventeranno mai delle discipline olimpiche, ma mentato negli Statuti del 1450 della Comunità certo è che questi giochi sono usciti da tempo del Gallicano, anche se più che di un disco di ledalla clandestinità. Merito della Figest (Federa- gno si trattava di forme di formaggio o “girelle”, zione italiana giochi e sport tradizionali). Nata il che presuppone un’evoluzione di questa discinel 1998 dalla fusione tra Uisp (Unione italiana plina nel tempo. Ma il lancio del formaggio posport per tutti) e Fist (Federazione italiana sport teva anche essere uno sport a sè, e sovente una tradizionali), l’associazione si occupa della pro- sorta di gioco d’azzardo. Per esempio, si racconmozione di queste manifestazioni sportive. Dan- ta che un certo baraccani in un pomeriggio di do un’occhiata ai numeri si fa sul serio: il cam- metà quaresima abbia partecipato a una gara di pionato nazionale (dal 1998 a girone unico) pre- lancio del formaggio (in questo caso una forma vede 300 squadre, 12 province partecipanti e 800 stagionata di cacio pecorino,) ma che gli sia antesserati, cui vanno aggiunti circa 10.000 prati- data piuttosto male, tanto da essersi giocato gran canti e appassionati a livello amatoriale. parte dei beni e dei possedimenti di famiglia. La L’origine di questi giochi si perde nella notte ruzzola è invece documentata per la prima voldei tempi. Secondo alcuni il lancio del ruzzolo- ta a metà ’500. In particolare, a S. Elpidio a Ma- re nel 1571 fu stampata una raccolta di decreti (“Statutorum ecclesiasticae terrae Sancti Elpidii volumen”) che ne vietava la pratica per le strade. Diverso il caso del rulletto, originario del XIX secolo, e della boccia alla lunga, della quale si sa molto poco. Le regole sono molto simili ma differiscono da zona a zona.Corsi e ricorsi storici a parte, certo è che questi giochi resitono ancora oggi nonostante l’invasione degli sport-spettacolo ormai sempre più legati a logiche puramente commerciali. Fausto Lupi, presidente della Figest della Provincia di Perugia, è un atleta di vecchio corso. Pratica il lancio del ruzzolone da oltre 40 anni. Come lui suo padre, suo nonno ed alcuni zii. Una vera e propia dinastia del disco di legno. Nel 2010 ha vinto il torneo di ruzzolone a squadre con il gruppo sportivo “bosco”. Il suo borsone è pieno di cimeli, foto di famiglia e soprattutto degli “arnesi di lavoro” che utilizza. «Da noi questi sport sono molto praticati soprattutto in alcune città come Todi, Perugia, Marsciano, Spoleto e Gubbio. «Il lancio del formaggio è il più divertente, ma solo se è Asiago stagionato di due anni. A volte càpita che il formaggio si rompa durante il lancio - prosegue Lupi visibilmente divertito - ed è allora che viene il meglio. Mangiarlo quando è ancora caldo è fantastico.» E allora, alla fine della gara l’esultanza può anche trasformarsi in un piacevole pranzo tra amici. giuseppe di mAtteo 7 SPORT 31 DICEMbRE 2013 L’allarme della Società Italiana di Pediatria: già ad undici anni si abbandona l’attività fisica sport, questo sconosciuto C Poco movimento e troppe ore davanti al computer, gli adolescenti italiani sono sempre più sedentari ’era una volta una piazza e un bambino che prende a calci un pallone, con la maglietta sporca di sugo e le ginocchia sbucciate. C’era una volta un muro buono a fare due palleggi, che l’intonaco era caduto giù a forza di botte. C’era un volta un balcone da cui ad una certa ora del pomeriggio veniva calato giù un cestino con un filo, dentro il cestino un pezzo di pane, una fetta di torta, una mela. Sembravano mille anni che arrivasse giù, mani affamate afferravano la merenda, la mangiavano correndo, già pronti a inventarsi un gioco nuovo. Un gessetto bianco e un sasso certe volte bastavano per riempire le giornate. Un tempo diverso da quello dei grandi, il tempo dei bambini. Cosa rimane di questa favola antica? Cosa ne fanno del tempo i bambini di oggi? Non esistono studi che dicano che i bambini non giocano più nei cortili, ci sono però altri dati: numeri che fanno riflettere. Gli adolescenti in Italia risultano essere tre volte più sedentari dei loro coetanei europei; abbandonano l’attività sportiva sempre più precocemente; aumentano vertiginosamente le ore trascorse davanti al computer. A raccontarlo è l’indagine fatta dalla Società Italiana di Pediatria. I bambini smettono di fare sport già a 11 anni. A 15 anni meno di 1 adolescente su 2 pratica attività sportiva continuativa, a 18 la pratica poco più di 1 su 3. Il fenomeno riguarda soprattutto le ragazze in una percentuale che va da 24% (tra i 15 e 17 anni) al 30% (tra i 18 e i 19 anni). Quella odierna è una generazione seduta: oltre il 60% degli adolescenti, in periodo scolastico, trascorre 10-11 ore al giorno seduto. In media si trascorrono 4 ore davanti agli schermi, che siano della televisione o del computer. Ragazzini tecnologici che hanno dimenticato il piacere di correre in strada, all’aria aperta. Giovanni Corsello, presidente della Sip, pre- L e partite devono ancora cominciare, ma il risultato è già in cassaforte: ha vinto lo sport. Decine di bambini sono seduti al centro del campo. Età media: 10 anni. Tutti pronti a sfidarsi per le finali del torneo di Minibasket Challenge, l’evento sportivo organizzato dall’associazione basket Accademy. Palcoscenico privilegiato, il Pala Evangelisti di Perugia. Oltre 20 le squadre partecipanti, provenienti da diverse città umbre, anche se spicca la predominanza di Assisi, Perugia, Spoleto e Gubbio. Obiettivo dell’iniziativa, quello di far avvicinare i bambini allo sport con sano agonismo, grazie anche alla collaborazione tra gli istruttori delle diverse squadre in campo. Iniziano le partite, ma c’è una cosa che colpisce: sui tabelloni non compare nessun punteggio. È molto difficile capire chi vince e chi perde. In realtà, gli arbitri sono al corrente dei risultati ma si limitano a comunicali agli allenatori senza che i bambini se ne accorgano. Un inganno? Non proprio. «I bambini non sono mica stupidi. Sanno perfettamente come vanno le cose in campo. Il nostro è solo un tentativo di insegnare loro a giocare le partite in modo non esasperato», spiega Paolo Traino, presidente di basket Accademy. «La nostra associazione – prosegue Traino – cerca di inculcare i valori sani dello sport, tra i quali c’è anche la cultura della sconfitta.» I fondi sono pochi, ma non manca la buona volontà. «Ringrazio il Comune di Perugia per averci fornito una struttura come il Palaevangelisti», conclude Traino. Tra un quarto e l’altro delle partite, c’è anche spazio per la solidarietà, grazie alle associa- cisa: «Un adolescente, in questa fascia d’età, dovrebbe praticare almeno un’ora al giorno di attività fisico-sportiva, che non significa necessariamente attività agonistica. Sport significa movimento, non competizione. Questi dati sono preoccupanti perché interessano gli adulti di domani. I motivi che hanno determinato questo fenomeno sono diversi. bisogna però concentrarsi su due aspetti. Il primo è l’insufficienza urbanistica: le nostre non sono città a misura di bam- bino. Proprio in tempi di crisi, molte famiglie non possono permettersi di pagare corsi specifici di attività sportive strutturate. Gli spazi cittadini sono indispensabili per garantire a tutti la possibilità di fare movimento senza costi. Un altro aspetto riguarda la confusione tra due concetti: sport e agonismo non sono necessariamente sinonimi. Molti giovani temono gli allenamenti eccessivi, la pressione della competizione». La risposta a questa paura è il rifiuto dello sport, con tutti i rischi per la salute che questo comporta. Studi svolti in alcune città italiane hanno evidenziato due principali motivi di abbandono, uno legato all’eccessivo impegno richiesto dallo studio (56,5%) e l’altro riconducibile alle modalità di svolgimento dell’attività fisica perché “fare sport è venuto a noia” (65,4%), “costa troppa fatica” (24,4%), e gli “istruttori sono troppo esigenti” (19,4%). Cosa è successo ai giovani del- la nostra generazione? Condannati dalla società alla perenne esibizione di se stessi hanno perso la voglia di uscire di casa, confinandosi all’isolamento virtuale che garantisce sempre la realizzazione in virtù della sua natura fittizia. Giulia Cenci, psicologa della salute del CONI Umbria, spiega: « Quando la prestazione sportiva, scevra di valori etici e di autoconsapevolezza, diventa unicamente finalizzata al raggiungimento di un risultato e sovrascritta di scopi sovra ordinati come il primeggiare, la fama, il gusto di misurarsi con l’estremo, l’auto conferma, l’adolescente sperimenta in modo pervasivo la paura del fallimento. L’incapacità di sopportare un’eventuale frustrazione genera a sua volta sfiducia, abbattimento e rinuncia che incidono negativamente sulla capacità del soggetto di fronteggiare le sfide in ambito sportivo ed esistenziale». Le sfide che non sanno più affrontare i nostri adolescenti, le ha invece lanciate il CONI. Il presidente Domenico Ignozza, insieme al suo staff, sta cercando rimedi e lo fa partendo dalla scuola: «Non è possibile che nella scuola primaria non sia contemplata l’educazione motoria. Il nostro progetto, che coinvolge 50 scuole elementari in Umbria, cerca di riempire proprio questo vuoto creato dallo Stato. Riusciamo per adesso a garantire a quelle classi almeno un’ora di attività motoria. Speriamo di fare sempre meglio. Ma da soli non possiamo risolvere il problema. Non ci stanchiamo mai di ripeterlo “Ogni euro investito nello sport, sono 5 tolti alla sanità”». Sullo sfondo quella favola antica, che fino a pochi anni fa era la vita normale di un bambino normale in un paese che era ancora, tutto sommato, normale. michelA mAncini A perugia la pallacanestro dei piccoli Festa al Palaevangelisti: più di 20 squadre al torneo di minibasket i BAmBini seduti Al centro del cAmpo del pAlAevAngelisti zioni benefiche che hanno partecipato all’iniziativa, tra le quali Emergency. Libri, azalee e stelle di natale dappertutto, per ricordare che lo sport può essere anche occasione per aiutare chi è meno fortunato e veicolare messaggi importanti. Per le 2000 persone accorse al Palazzetto dello sport perugino c’è modo di divertirsi. L’evento sportivo, che si tiene in contemporanea anche in altre città umbre, è arrivato alla sua nona edizione e vuole essere non solo un modo di far conoscere il basket ai non addetti ai lavori, ma anche di sottrarre i bambini all’apatia generalizzata che spesso ne caratterizza i pomeriggi, consuma- di perugiA primA delle pArtite del torneo di miniBAsKet ti tra videogiochi e l’assenza di attività fisica. Un fatto dannoso per la salute, ma che ha anche pesanti ricadute in ambito sociale. Si parla sempre meno e ci si rinchiude in mondi spesso virtuali illudendosi di comunicare. Anche in tenera età. «Iniziative come questa sono una benedizione», sottolinea Carlo, ex giocatore della Liomatic – soprattutto per una famiglia di sportivi come la nostra.» Un caso di come il basket possa diventare una virtù da trasmettere di padre in figlio. Ma lo sport è una piacevole ossessione anche per Paolo, geometra barese trapiantato in Umbria: «Per anni ho accompagnato i mei figli, chi in piscina, umbria, obeso un bimbo su tre Grassi già da piccoli. In Umbria il 43% dei bambini tra i cinque e i dodici anni è in sovrappeso e circa il 12% è obeso. I dati della Usl 1 di Perugia, presentati lo scorso novembre nel capoluogo umbro al congresso sul sovrappeso in età evolutiva, sono eloquenti. I nostri bambini pesano troppo. “L’obesità in età pediatrica precede spesso quella in età matura” dice Carla bietta, esperta di prevenzione e promozione della salute nell’Azienda Usl dell’Umbria, e invita a cArlA BiettA fronteggiarne i fattori di rischio. Quali sono i pericoli dell’obesità infantile? “Il bambino obeso può presentare molte complicanze tipiche dell’adulto, ma il trattamento del sovrappeso durante l’età infantile è in genere più efficace che nelle età successive.» Cosa si sta facendo per aiutare questi bambini? «Vengono realizzate in modo sistematico attività di prevenzione, con l’educazione allo sport e alle corrette abitudini alimentari. La crisi ha ridotto il consumo di cibi di qualità, ma il vero problema sono le cattive abitudini alimentari più che il costo degli alimenti”. In che modo? «Supervisioniamo i menu delle mense scolastiche e cerchiamo di proporre snack di metà mattina a base di frutta e non di pizza e panini.» Come sensibilizzare le famiglie? «Tramite i “bilanci di salute”, un’attività che rileva la massa corporea. Per i genitori prevede anche la compilazione di questionari attraverso i quali osserviamo se i bambini fanno colazione, cosa mangiano, se praticano sport, il numero delle ore di sonno.» E per insegnare ai bambini a mangiare è nato “Foodyland”, il libro interattivo presentato lo scorso novembre a Terni dalla fondazione Giulio Loreto, che stimola l’apprendimento. vAlentinA rossini chi in palestra. E continuerò a farlo. Guai se lasciamo i bambini in preda ai social network, sarebbe il caos.» E c’è anche chi è disposto a cambiare i propri orari di lavoro. È il caso di Franco, che lavora in ospedale come infermiere. «Faccio i salti mortali per permettere ai miei bambini di fare sport, anche se non sempre è possibile- sorride adenti stretti - ma non mi pesa lavorare anche di notte. L’attività fisica dei miei figli viene prima di tutto.» I genitori sugli spalti incitano senza sosta i propri beniamini in un clima festoso. Non c’è spazio per insulti e recriminazioni. Del resto, basta osservare i mini atleti sui vari campi di parquet per trarre utili insegnamenti. Il fair play qui è una cosa seria. Alcuni bambini hanno grande talento, ma giocano sempre al servizio della squadra. I falli si contano sulle dita di una mano. Per gli arbitri c’è pochissimo lavoro da fare. Alcune squadre dominano la partita, ma tutto finisce sul campo. Al fischio finale dell’ultimo quarto tutti si abbracciano e tornano a sedersi a bordo campo giocando tra di loro. Aalcuni adulti hanno gli occhi lucidi. Altri si guardano con palese imbarazzo. La mente torna per un momento ai tristi episodi di violenza e razzismo che avvengono quotidianamente in ben altri palcoscenici sportivi e vengono amplificati dai media forse con eccessivo risalto. Ma poi la tensione si scioglie. Gli ululati e i tafferugli sono lontanissimi anni luce da qui. Forse per rendere migliore lo sport, dovremmo cominciare ad andare a lezione dai bambini, i E, magari, cercare di imitarli. giuseppe di mAtteo Il lIbro 8 31 DICEMbRE 2013 1. enrico mAttei inAugurA unA fABBricA A il mAcerAtA. suo impegno per lo sviluppo delle mArche fu costAnte 2. mAttei con suA mAdre 3. un’immAgine del suo funerAle. lAsciò un grAnde vuoto nellA suA comunità il petroliere che amava la sua terra Enrico Mattei, la storia di un imprenditore con una missione sociale. E con una passione particolare per l’Umbria «S e vuoi rivolgerti al mondo parla del nager, imprenditore, e il Mattei uomo. «Per far- metanodotti dell’Eni, in realtà significava: “Sotuo Paese». È una frase di Honoré de lo – dice Verdenelli – non si può che partire da no nato a Matelica”». Mattei era uomo di fede, ed è anche per quebalzac, che descrive meglio di ogni al- due luoghi: Acqualunga, dove Mattei è nato, e tra la missione che Enrico Mattei ha portato Matelica, dove c’è il monumento della sua gene- sto che Verdenelli, nel titolo del suo libro, lo deavanti per una vita. Il Paese non è solo l’Italia, rosità, il monastero della beata Mattia che fece finisce “santo”. «Ma non è l’unico motivo. Mattei fu un benefattore in ogni senso, uno che lache pure l’allora direttore generale dell’Eni ha restaurare». Ma è chiaro che il rapporto con i luoghi di vorava per l’emancipazione dei poveri, degli ulfortemente contribuito a risollevare dalle macerie del dopoguerra, ma anche la sua terra di ori- origine non si esaurisce a isolati gesti di benefi- timi. L’imprenditore in teoria non può mai esgine, quelle Marche che grazie a lui diventarono cenza. È l’impostazione strutturale che Mattei sere definito santo (ride), ma in questo caso si può dire che abbiamo a tra i poli industriali più che fare con un santo sviluppati della naziolaico». Un santo laico a ne. Anche l’Umbria cui qualcuno, forse, ha aveva un posto speciavoluto levare l’aureola. le nel suo cuore: dagli Il 27 ottobre 1962 l’aeanni ’50 diventò un reo su cui stava tornanfrequentatore abituale do a Milano da Catania del lago di Colfiorito, precipitò nelle campadove amava andare a gne di bascapè, un picpesca. Era anche un colo paese in provincia appassionato cacciatodi Pavia, mentre duranre, e trascorreva speste un violento temporaso le giornate vicino le era in avvicinamento Perugia con il fratello all’aeroporto di Linate. e con altri amici danLa commissione d’indosi alla pratica venachiesta istituita dal Mitoria.La caccia animanistero della difesa, alva anche i suoi scherlora guidato da Giulio zi e le sue metafore: in enrico mAttei A cAcciA nel lAgo di colfiorito: l’umBriA è sempre stAtA trA le sue mete predilette Andreotti, a seguito di un’intervista nel ’61 quattro mesi di indagini paragonò il cane dell’Eni ai bestioni delle Sette Sorelle, le grandi diede alla sua attività imprenditoriale ad aver se- escluse l’ipotesi dell’attentato. Ma nel 1997 il cagnato la crescita e l’emancipazione di una gene- so venne riaperto, dopo il ritrovamento di repercompagnie petrolifere. Enrico Mattei rappresenta probabilmente un razione di marchigiani: «A Matelica girava que- ti che potevano essere analizzati con tecnologie raro esempio di imprenditore con un’autentica sto aneddoto: nessuna ragazza avrebbe trovato più moderne. In particolare, l’uso di un isotopo, vocazione sociale. Lui, Adriano Olivetti e forse marito, perché gli uomini erano tutti troppo im- il carbon 12, dimostrò che l’anello della madre, pochi altri hanno nobilitato, nell’Italia di allora, pegnati a lavorare alla Merloni, che proprio Mat- che Mattei teneva al dito, era stato soggetto ad un capitalismo che cominciava in quegli anni la tei contribuì a sviluppare». È una storia emble- un’esplosione. Gli stessi rilievi vennero fatti su sua battaglia col comunismo. Un capitalismo a matica, quella dell’azienda oggi in smobilitazio- altri resti, e la conclusione fu che la deflagraziovolte troppo sospetto, sempre accusato di accor- ne, che tra le Marche e l’Umbria sta lasciando mi- ne era stata causata da 150 chilogrammi di tridi col nemico. Olivetti venne schedato dalla CIA, gliaia di lavoratori in cassa integrazione. Per tan- tolo azionati al momento dell’apertura del carsi cercò in ogni modo di ostacolare il suo sogno to tempo è stato il fiore all’occhiello di una Re- rello. «Si trattò, ormai è certo, di un attentato. di una fabbrica a misura d’operaio, una resa pla- gione. Era partita come piccola fabbrica che co- Qualcuno aveva voluto mettere fine alla storia stica delle idee dei socialisti utopisti dell’Otto- struiva bascule, ovvero bilance spesso utilizzate scomoda di questo benefattore, anche se non si cento. Mattei la vita la perse, forse per dei pro- per il lavoro in campagna. L’aveva fondata Ari- è mai potuto accertare chi». Scomodo Mattei lo getti che, anche nel suo caso, erano troppo avan- stide Merloni, e all’inizio ci lavoravano quattro era di sicuro: aveva rivitalizzato l’Agip nel prizati per i suoi tempi, inattuali. Olivetti ancorava operai. «Fu Mattei che diede ad Aristide la pos- mo dopoguerra, quando gli Stati Uniti volevasogni globali alla sua terra, ad Ivrea. Lo stesso fa- sibilità di lanciarsi nel mondo dell’energia, co- no liquidarla per essere loro i fornitori di energia ceva Mattei con le Marche. Proprio per questo struendo a Matelica uno stabilimento per la pro- all’Italia. Aveva sfidato il cartello delle grandi oggi, nell’epoca del capitalismo globalizzato, par- duzione di bombole a gas, tuttora esistente. Si compagnie petrolifere, le “sette sorelle”, prenlare di Mattei significa soprattutto illuminare trattò di una grande intuizione, che cambiò il dendo accordi autonomi coi Paesi mediorientaquanto ha fatto per la crescita del suo territorio. volto alla zona valorizzandola come mai era suc- li. «Oggi probabilmente un personaggio del geÈ l’obiettivo del libro “La leggenda del Santo Pe- cesso prima. L’obiettivo di Mattei era tenere tan- nere non lo farebbero saltare in aria, si limiterebtroliere”, con cui il giornalista Maurizio Verde- ta manodopera sul territorio, non costringerla ad bero a cambiare gli uomini del suo consiglio di nelli ricostruisce, attraverso materiale fotografi- emigrare. Non tutti sanno che l’acronimo di amministrazione per bloccarne l’azione». co, storico e d’archivio, il nesso tra il Mattei ma- SNAM, una delle società per la costruzione dei lucA serAfini e Antonello pAciollA Quattro Colonne Anno XXII numero 15 – 31 dicembre 2013 Periodico del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Agg.to di Giornalismo Radiotelevisivo Direttore responsabile: Antonio Socci SGRT Notizie Presidente: Nino Rizzo Nervo Direttore: Antonio bagnardi Coordinatori didattici: Luca Garosi – Dario biocca Redazione degli allievi della Scuola a cura di Sandro Petrollini Registrazione al Tribunale di Perugia N. 7/93 del marzo 1993 In redazione Laura Aguzzi – Cecilia Andrea bacci – Carlotta balena – Antonio Maria bonanata – Alessandra borella – Edoardo Cozza – Nicole Di Giulio – Giuseppe Di Matteo – Federico Frigeri – Lorenzo Maria Grighi – Manlio Grossi – Michela Mancini – Alessia Marzi – Nicola Mechelli – Alessandro Orfei – Antonello Paciolla – Meloni Lucina Paternesi – Michele Raviart – Valentina Rossini – Giulia Sabella – Luca Serafini – Antonella Spinelli – Sophie Tavernese – Caterina Villa sempre in prima linea enrico mattei nacque ad Acqualagna, in provincia di pesaro, nel 1906. durante la resistenza diventò un punto di riferimento della democrazia cristiana all’interno del comitato di liberazione nazionale. nel ’45, dopo la liberazione, fu nominato commissario liquidatore dell’Agip. Avrebbe dovuto smantellare l’ente, ma dopo averne compreso le potenzialità per lo sviluppo dell’italia decise di rivitalizzarlo. su indicazione della dc fu nominato deputato alla consulta nazionale il 25 settembre ’45. nel ’47 guidò la federaziona italiana volontari della libertà., che radunava i partigiani di area cattolica. fu sempre i resti dell’Aereo precipitAto vicino all’ala sinistra del partito di Alcide de gasperi. nel ’53 lo stato italiano creò l’eni, e affidò a mattei la presidenza, che egli mantenne fino alla sua morte. sotto la sua guida l’eni intraprese una serie di politiche innovative e coraggiose, sfidando i principali oligopoli petroliferi mondiali ed inserendosi nella disputa tra blocco capitalista e sovietico. l’ente negoziò importanti concessioni in medio oriente e stipulò un accordo con l’unione sovietica che mise in difficoltà il cartello costituito dalle cosiddette “sette sorelle”. dal ’57, nell’ottica di migliorare l’approvigionamento energetico per l’italia, aprì allo sviluppo dell’eni in direzione dell’energia nucleare. gli furono riconosciute molte onoreficenze, tra cui quella di cavaliere del lavoro, oltre a numerose lauree honoris causa. morì il 27 ottobre 1962 in un incidente aereo. solo dopo molto tempo si raccolsero prove che rafforzarono la tesi dell’attentato. su chi lo avesse realizzato molte ipotesi si sono rincorse negli anni: c’è chi sospetta ci fosse la mano della ciA, chi ritende più attendibile la pista dell’oAs, organizzazione clandestina francese ostile alle idee di mattei sullo sviluppo politico dell’Algeria. tra i numerosi libri e film a lui dedicati va ricordato “il caso mattei” di francesco rosi, pellicola del 1972 con gian maria volonté che ricostruisce le principali vicende della sua vita. Segreteria: Villa bonucci 06077 Ponte Felcino (PG) Tel. 075/5911211 Fax. 075/5911232 e-mail: [email protected] http://www.sgrtv.it Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c legge 662/96 Filiale di Perugia Stampa: Graphic Masters - Perugia