SGRT
notizie
Quattro
Qcolonne
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P.
crisi economica
– ANNO XXII n° 15 31 dIcembre 2013 –
70% regime libero
AUT.dr/cbPA/ceNTrO1 – VALIdA dAL 27/04/07
Gli operai raccontano la loro storia tra incertezze e speranze
un altro natale senza lavoro
Al quinto anno di recessione anche l’Umbria è stremata. Sangemini e Merloni tra i casi più gravi
in umbria la crisi non ha risparmiato alcun settore produttivo
ma quello metalmeccanico ha
subito il colpo peggiore.
nonostante le ore di cassa integrazione siano aumentate,
sembra aprirsi uno spiraglio:
nel terzo trimestre del 2013, il
rapporto unioncamere segnala
una leggera ripresa.
Aguzzi, BonAnAtA, BorellA,
pAg.
trA le stelle
il trasimeno dei marziani
Su Marte il bacino di un lago antichissimo simile a quello umbro
4-5
neologismi
cari puristi,
non siate “rosiconi”
C
attive notizie per i puristi della lingua
italiana. Anche quest’anno nei dizionari fa irruzione un’ondata di nuove parole. Sono 1500 i lemmi entrati a far parte dello
Zingarelli 2014: le parole sono il nostro modo di
dare un senso alla realtà, e visto che quella degli
ultimi anni è caotica, non ci resta che affidarci
al neologismo selvaggio. Siamo i tempi di crisi,
quindi non bisogna stupirsi dell’ingresso nel vocabolario dell’adultescente: persona tra i venti e
i trent’anni le cui condizioni di vita sono simili
a quelle di un adolescente. Colpa dei contratti
“cocopro”? Probabilmente sì. E allora al giovane non resta che ribellarsi e trasformarsi in “rottamatore”. E mentre qualche anno fa ci si sarebbe interrogati sull’utilità del diventare sfasciacarrozze, l’ingresso nel
vocabolario del significato renziano del
termine non lascia
più spazio a dubbi. I
tempi sono duri: facciamo parte di una
“euroregione”, sì, ma
rimaniamo sempre
esposti al “sovraindebitamento”. Sarà
per questo che l’italiano è diventato “rosicone”
(altro termine sdoganato), e si consola bevendo
un bel po’ di “shortini” o addirittura perdendosi in qualche “ludopatia”? Malgrado tutto, però, pare che un po’ di soldi ci rimangano anche
per dedicarci al “cineturismo”, e per vestirci
“bling bling”, cioè in modo vistoso e ostentato
simile a quello dei rapper americani. Di certo ci
diamo da fare su Internet, tra un “hashtag” su
Twitter, un “lifecasting” (una sorta di Truman
Show digitale) e magari qualche “videointervista”. A questo punto della lettura i puristi si saranno certamente infuriati per l’imbastardimento della lingua, soprattutto per l’ingresso di tanti termini stranieri. Ma per loro è già pronta la
risposta: «Dolersi di una specie d’inondazione di
cosiddetti neologismi, che parole straniere siano
penetrate nella nostra lingua, sarebbe come dolersi che il nostro grande paese partecipi a quel
che fa il mondo per viver meglio, conoscer di più
e cooperare a un comune benessere». Sono parole della prefazione che Nicola Zingarelli, maestro dei filologi, scrisse per il vocabolario del
1922. Quasi novantadue anni dopo, è evidente
che aveva ragione.
Antonello pAciollA
un’immAgine
del
lAgo trAsimeno
È
la ricerca della vita il filo
conduttore che
lega il cratere Gale, su
Marte, al Lago Trasimeno. Le informazioni
raccolte da Curiosity, il
rover della Nasa sbarcato sul pianeta rosso in corrispondenza dell’equatore nell’agosto del 2012,
dimostrano che miliardi di anni fa esisteva un lago in grado di ospitare forme di vita semplici a livello microbico.
Nessun E.T. quindi. Forse dei batteri potrebbero aver abitato su Marte.
Non troppo a lungo per potersi evolvere in forme di vita più complesse.
Ma la scoperta sensazionale non finisce qui, almeno per gli umbri. Perché
il geologo planetario Gian Gabriele
Ori, intervistato sull’argomento, ha
sentenziato: «si trattava di un bacino
non profondo, analogo al Trasimeno».
Se si pensa poi che una località nei
pressi del lago umbro, in cui si dice siano seppelliti – nella cripta di una chiesa sconsacrata - soldati cartaginesi, si
chiama Pian di Marte, be’ le coincidenze cominciano ad essere tante…
Cartaginesi e romani si scontrarono
durAnte lA rievocAzione storicA
“il
pAlio delle BArche” nel luglio
Una storia che, da allora,
non
ha mai smesso di affasotto, il crAtere del lAgo
scinare.
Anche qui, come
gAle, su mArte, fotogrAfAto
dAllA sondA curiosity
su Marte, si cercano tracce
di vite passate. Non batteri, ma armature, scheletri,
zanne di elefanti. Da secoli contadini, pastori e abiqui, sul Tratanti della zona ritrovano,
simeno, nei
per caso, reperti di epoca ropressi dell’atmana che risalgono alla
tuale Tuoro.
battaglia di Tuoro. E
Nel 217 a.C.
adesso, in ballo, c’è anche
Annibale annientò, dopo averlo astu- un ambizioso progetto. Il Cnr insieme
tamente accerchiato, l’esercito coman- a specialisti del Politecnico di Torino
dato dal console Caio Flaminio, in e ad archeologi dell’Università di Peuna delle battaglie più importanti del- rugia, da tempo cercano, nel lago e nei
la seconda guerra punica. Non ebbero dintorni, tracce di quella battaglia che
scampo i romani, abituati alle batta- provocò circa ventimila morti, la magglie campali in cui i due eserciti si fron- gior parte dei quali tra le fila dei romateggiano, senza sotterfugi. Ma Anni- ni. Non solo scavi archeologici ma anbale scese dalle colline col suo esercito che radar per esplorare i fondali del lae piombò sui romani che marciavano, go che, dall’epoca della battaglia, si soin fila indiana, su un tratto di strada no sollevati di qualche metro. Spade e
molto stretto. C’era nebbia quella mat- lance potrebbero quindi trovarsi ancotina di giugno e i romani, imprepara- ra lì, preservati dal tempo sotto strati
ti, si ritrovarono stretti dai cartagine- di sabbia. E chissà che, anche noi, non
si da una parte, dalle acque del lago potremo dire un giorno che c’è vita (andall’altra. Lo stesso console finì deca- tica) nel Lago Trasimeno.
AntonellA spinelli
pitato.
A sinistrA, e.t.
l’extrAterrestre
protAgonistA del film
A
sinistrA, il
lAgo trAsimeno
visto dAl sAtellite.
A destrA, Busto di
AnniBAle, il comAndAnte
cArtAginese
di fAntAscienzA dell’82
spielBerg.
Al centro, curiosity,
protAgonistA dellA
diretto dA
secondA guerrA punicA.
lA sondA di unA
discese lA penisolA,
tonnellAtA inviAtA
infliggendo sconfitte
su mArte dAllA nAsA.
stA esplorAndo lA zonA
del crAtere gAle,
in corrispondenzA
dell’equAtore
2013
vAlicAte
le
Alpi,
pesAntissime Ai romAni.
All’AlBA del 24 giugno
del 217 A.c. devAstò
l’esercito romAno
sul lAgo trAsimeno
gloBAlizzAzione
ormai ci stanno
facendo “gialli”
S
e sono arrivati da poco sulla Luna, in
Umbria ci erano sbarcati da un pezzo.
Quella cinese nella regione è un’invasione pacifica, almeno nei modi, che però porta
con sé delle conseguenze pesanti, soprattutto
per il mercato del lavoro. I numeri non impressionano più di tanto, con la Cina che occupa
solo il diciassettesimo posto tra i Paesi più presenti, con 1.900 immigrati (per la cronaca, sul
gradino più alto del podio c’è la Romania con
24.321, subito dietro l’Albania con 17.021).
Ma la presenza si sente, eccome.
La percezione che si ha è quella di una comunità che rimane al di fuori del tessuto sociale,
ma che riesce a fare la voce grossa in quello economico. A dispetto del numero, come detto
relativamente
basso, i cinesi
hanno infatti
fatto irruzione
in alcuni settori
specifici, riuscendo in poco tempo
a scalzare la
concorrenza locale. Come? Prezzi bassi, lavoro dall’alba al
tramonto e tanta voglia di emergere. Gli esercizi commerciali più gettonati sono quelli di
parrucchiere, negozi di abbigliamento, sartorie, oggettistica per la casa. Settori nei quali,
specie in tempi magri come questi, la qualità
viene sacrificata volentieri sull’altare del portafoglio. Ma l’invasione cinese non si ferma
al commercio, anche l’imprenditoria è coinvolta nel fenomeno.
L’accusa di imprenditori e commercianti italiani nei confronti degli immigrati cinesi è di
non osservare le regole, dall’eccessivo numero
di ore di lavoro al mancato rispetto delle norme di sicurezza. Il controllo spetta alla polizia annonaria, che ha il compito di verificare
se in un determinato negozio o laboratorio il
lavoro svolto è conforme alla licenza rilasciata dal Comune. Controlli che spesso permettono di scoprire realtà di sfruttamento e degrado, per fortuna ben lontani da casi come quelli di Prato.
Intanto a Fabro sono stati arrestati due imprenditori cinesi, titolari di ditte tessili, con
l’accusa di evasione fiscale per oltre due milioni di euro.Vizio molto italiano, a dire il vero, a dimostrazione che i cinesi non sono poi
tanto diversi da noi.
lorenzo grighi
furti
Ponte San Giovanni
nel mirino dei ladri.
I cittadini vogliono
la videosorveglianza
BAcci, grossi, orfei, sABellA,
pAg.
3
2
CRONACA
31 DICEMbRE 2013
L’escalation negli ultimi mesi: non solo negozi ma anche garage e appartamenti. Aperti fino a 15 box in una sola notte
Boom di furti a ponte san giovanni
«M
Cittadini esasperati. Rubata per la seconda volta l’auto al consigliere Granocchia: «Non compro mica macchine per i ladri»
i dareste un passaggio a casa?». Si I piani regolatori attuati nel tempo hanno per- ticoli sportivi e alcune biciclette professionali. Ma guito all’escalation dei furti, il numero di cittadiconclude così l’intervista al consi- messo la costruzione di grandi appartamenti e il non solo. Anche i generi alimentari rientrano nel- ni vittime di questi episodi non è diminuito. I ladri infatti agiscono di notte. L’esasperazione ha
gliere provinciale Franco Granoc- conseguente arrivo a Ponte San Giovanni di nu- le refurtive.
I ladri non risparmiano nulla, sintomo della portato i cittadini, attraverso il comitato per la dichia, nonché presidente del comitato per la dife- merose persone che li hanno riempiti. Molti di losa e l’ordine pubblico di Ponte San Giovanni. An- ro però non sono censiti La vicinanza del quar- crescente crisi economica. La soglia di povertà fesa e l’ordine pubblico di Ponte San Giovanni e
che lui, nonostante le numerose battaglie per la tiere perugino all’E45 non aiuta di certo. La su- costringe molte persone, non sempre italiane, a la Pro Ponte, ad organizzarsi in molte iniziative.
Fiaccolate e cortei hanperstrada permette rapide spingersi a tanto. «Semlegalità, non è stano riempito le strade
incursioni anche a chi, da bra di essere tornati into risparmiato da
della zona per far arrivafuori regione, sceglie Pon- dietro nel tempo – spiequella che è stata
re alle orecchie delle istite San Giovanni come ber- ga Palmerini - quando in
definita una vera e
tuzioni la loro voce.
saglio.. C’è anche chi la tempo di guerra, con la
propria emergenAl momento varie sopensa diversamente, come povertà dilagante, si ruza furti nel quarno le soluzioni propoAntonello Palmerini, presi- bava anche il cibo». A
tiere perugino. Il
ste. Per Granocchia bidente della Pro Ponte: compiere questi furti
giorno prima del
sogna «organizzare fe«Quello che succede nel persone in molti casi di
nostro incontro,
ste nei vari rioni della
nostro quartiere rispecchia passaggio, ma che conoinfatti, il consigliecittà, sono convinto che
la situazione nazionale e scono bene il quartiere
re Granocchia ha
così facendo riporterecioè l’aumento della picco- perugino.
subito il furto delmo i perugini in città e
Ad aggravare la situala delinquenza».
la propria auto,
Antonello pAlmerini
frAnco grAnocchiA
allo stesso tempo
Dopo un periodo in cui zione il problema della
«Mi è successo
due volte, la prima circa 10 anni fa, la seconda erano molte frequenti le rapine delle banche, ne- presenza insufficiente delle forze dell’ordine. Il schiacceremo la delinquenza. Se lasciamo la siproprio ieri. Mi hanno rubato le chiavi intorno al- gli ultimi mesi i ladri si sono concentrati sulle abi- numero dei carabinieri non è adeguato alle esi- tuazione così com’è, soprattutto nelle ore notturne, la città sarà morirà». Secondo il presidenle 5 del pomeriggio e la notte la macchina è spa- tazioni: 15 box aperti in una sola notte. Portati via genze del territorio.
Nonostante i pattugliamenti aumentati in se- te della Pro Ponte la soluzione è la videosorverita. Ci sono rimasto veramente male e sono stu- trapani, seghe, cassette degli attrezzi, vestiti, arglianza. Un progetto
fo: non compro mica le
per il quale l’associaziomacchine per i ladri!».
ne si sta già muovendo.
Lui è solo una delle
Ha stanziato infatti del
numerose persone che
esperienza. Per fortuna comunque molte perfronteggiare questa vera e propria escaladenaro per l’istallazione
negli ultimi mesi stanno
sone denunciano questi episodi, dimostrantion di furti a Ponte San Giovanni solo una
subendo furti di ogni ti- decina di carabinieri, con competenze su un
do di avere fiducia nelle istituzioni e aiutano di telecamere che verpo. Nel mirino dei mal- territorio di 50mila abitanti distribuiti tra le lole forze dell’ordine ad avere un quadro chia- ranno posizionati, per
viventi ci sono i negozi, calità di Ponte Valleceppi, Ponte Felcino, Caro delle zone colpite e quindi da tenere sotto cominciare, nei pressi
degli istituti scolastici.
appartamenti, garage e saglia, Pretola, Bosco, Collestrada, Sant’Egicontrollo.
Inoltre
la Pro Ponte è
bar. Niente e nessuno è dio, Collestrada, Balanzano e Villa Pitignano.
A favorire i furti, confermano dalla caserma,
impegnata
nel promuostato risparmiato. Epila posizione geografica di Ponte San GiovanDifficile quindi riuscire a risolvere il problevere
gli
incontri
con la
sodi ormai frequenti, ma dei furti. Dalla caserma massimo riserbo,
ni. Molte persone infatti arrivano da lontano,
una vera e propria esca- ma si conferma l’allarme: da settembre circa
compiono il crimine e approfittando della pre- popolazione.
Quella contro i furti è
lation di furti. Ma per- 70 furti al mese, senza una via rimasta indensenza dell’E45, facile via di fuga, scappano.
Per i carabinieri la soluzione potrebbe essere una battaglia difficile,
ché proprio a Ponte San ne. Tutti i furti sono stati commessi con mol’istallazione di un circuito di videosorveglian- ma i cittadini di Ponte
Giovanni? La risposta, dalità diverse e ciò rende ancora più difficile il
za, simile a quello già esistente nel centro sto- San Giovanni sono indopo un’attenta analisi, lavoro degli uomini dell’Arma.
rico di Perugia. Al momento il progetto è in via tenzionati a mettercela
Si tratta spesso di singoli, probabilmente
risulta evidente. Sono
lA cAsermA dei cArABinieri di ponte sAn giovAnni
di valutazione, ma a rallentarlo la mancanza tutta per vincere.
dell’est
Europa,
che
a
volte
fanno
razzia
porben due infatti i fenorò
sprovveduti,
dal
loro
modus
operandi
si
di fondi.
tando
via
di
tutto,
anche
generi
alimentari,
a
meni, collegati tra loro,
mAnlio grossi
evince
che
si
tratta
di
persone
che
hanno
volte
invece
non
rubano
nulla.
Non
sono
pem. g. e A. o.
AlessAndro orfei
che favoriscono i furti.
la situazione vista dall’Arma: tanto lavoro ma pochi agenti
A
C
la paura di residenti e commercianti
’è paura a Ponte San
finestre principali, e sono
Giovanni. In pochi
soldi. Come si fa con una
mesi i furti sono aumentapensione di 700 euro?».
ti colpendo negozi, case,
Il malcontento è tanIl quartiere nelle parole di chi ci vive e ci lavora: «zona di guerra», «c’è il coprifuoco»
addirittura garage. In poto, ma i cittadini sanno
chi parlano, quasi nessuno vuole lasciare il pro- voi che siete ragazze, state attente» dice, nono- non ha più trovato la macchina. «I carabinieri (di che i mezzi, e soprattutto gli uomini, sono pochi.
Ponte San Giovanni ndr) mi hanno detto che non Così alcuni decidono di organizzarsi autonomaprio nome. Di fare una foto non se ne parla nem- stante sia pieno giorno.
Ma è dall’altra parte della strada, stando a potevano fare niente perché la caserma era chiu- mente. Allarmi, finestre murate, vigilantes. Si può
meno. Le zone più colpite sono via della scuola,
quanto dicono i commer- sa, era festa, era sabato». Le
viale Manzoni e via Luciaspendere anche 100 euro a notte
cianti, che avvengono più dicono che per sporgere deno Venanti. «Capita che
per avere due uomini che controlfurti. Così entriamo al bar nuncia deve andare in cenentrino anche solo per rilano la propria attività. È il caso di
Gambrinus. A gestirlo è una trale oppure tornare lunedì
torsione» spiega un tabacLungarotti, negozio di abbigliaragazza cinese, Silvia Sun. mattina. Orlanda decide di
caio. «Loro stanno fuori e
mento che solo negli ultimi due
Per gli abitanti di Ponte San aspettare.
noi siamo costretti a chiumesi ha subito tre tentativi di furGiovanni, questo è il posto
«Dopo essere passata
derci dentro» aggiunge into, di cui due andati a buon fine.
dove si ritrovano i nullafa- dai carabinieri, vado all’assidicando la porta blindata.
E anche la profumeria Lys, vicenti, quelli che «se non la- curazione. Ritornando a ca«Le dico solo che c’è il
cina al centro, non se la passa cervorano, dovranno pur fare sa, vedo la mia macchina alcoprifuoco». Sono le noto bene. Si tratta quasi di un reil BAr gAmBrinus
viA luciAno venAnti
qualcosa per tirare avanti». l’uscita di Prepo. Torno dai
ve di mattina, siamo in via
cord: 8 furti in 4 anni. «La penulEppure, o forse proprio per carabinieri di Ponte San Giovanni e gli dico che tima volta mi hanno sfondato la vetrina con un
della Scuola. Qui si ruba in garage e appartamenti. Incontriamo una signora davanti alla farmacia: questo, anche il bar di Silvia subisce furti in con- l’ho ritrovata. Loro mi rispondono di non tocca- fuoristrada – racconta la proprietaria – mentre a
«Dopo le otto e mezzo di sera non esco più – ci tinuazione. «Negli ultimi mesi mi hanno deruba- re nulla ma io sono sicura, è la mia. Allora mi di- marzo si sono calati dal soffitto. Generalmente
racconta – la sera ci sono i ragazzi che bevono. ta almeno cinque volte. Ormai, quando mi rendo cono di chiamare una pattuglia e aspettare accan- rubano profumi, cose di marca, come Dior, ChaOltre a loro, ci sono anche quelli che rubano. Io conto che manca qualcosa, non perdo nemmeno to all’automobile. Arrivati, controllano i docu- nel, Dolce e Gabbana. Mi hanno sfasciato la caspiù tempo a denunciarlo». Silvia è rassegnata. Da menti e confermano che la macchina è la mia». sa due volte, dentro c’era poca roba, solo 50 eunon mi sento più sicura».
Fino a dieci anni fa, d’estate, si dormiva con lei prendono tutto quello che possono rivendere: Una storia tutto sommato a lieto fine. «I ladri ro». Questi sono furti minori, ma una volta i lala porta aperta. Ma oggi l’aria è cambiata e se n’è bottiglie d’alcol, pacchetti di sigarette. «L’incas- hanno guidato fino a che c’era benzina, dove è fi- dri sono usciti dalla Lys con un bottino di ben 40
accorto anche chi, a Ponte San Giovanni, ci è ar- so no – spiega – nessuno tiene più i soldi in cas- nita l’hanno lasciata. Fortunatamente non mi mila euro. È difficile recuperare i prodotti: solo
hanno rotto niente» aggiunge Orlanda. «Comin- in un caso le forze dell’ordine sono riuscite a ririvato da poco. «Qui è come essere in guerra» sa, mica siamo matti».
E anche quando si rientra in casa, c’è poco da ciamo tutti a preoccuparci di mettere l’allarme ma trovare tutta la merce in un furgone fermo in una
scherza un passante che troviamo all’incrocio con
via Luciano Venanti, un’altra delle strade più col- stare tranquilli. Orlanda Ercoli, un sabato pome- non è semplice – continua Orlanda – io mi so- superstrada vicino a Viterbo.
ceciliA AndreA BAcci e giuliA sABellA
pite. Però torna subito serio: «Mi raccomando, riggio di qualche settimane fa, è scesa in strada e no informata per metterlo al portone e alle due
CRONACA
31 DICEMbRE 2013
3
La piccola regione ancora protagonista di efferati fatti di cronaca. L’ultimo a Castiglione del Lago: un 90enne uccide la moglie
quello che ci ha lasciato il 2013
U
L’omicidio-suicidio di Zampi, il caso Polizzi, la badante Dunina: ecco i principali fatti di sangue che hanno sconvolto l’Umbria
na vicenda che ha sconvolto l’Umbria.
Una strage che ha avuto una risonanza
nazionale. Per la città di Perugia, il 2013
inizia con l’omicidio-suicidio nella sede della Regione: il 6 marzo, un uomo entra negli uffici dell’assessorato alla Formazione uccidendo due
donne e poi se stesso.
S
ono circa le 12 quando
Andrea Zampi, presidente
della scuola di formazione
‘Progetto Moda’, in preda ad
un raptus irrompe negli uffici
del broletto e urlando “Mi
avete rovinato” uccide prima
due impiegate, Daniela Crispolti e Margherita
Peccati e poi si toglie la vita. Subito ci si incomincia a chiedere il perché di questo gesto, cosa può
aver spinto il 43enne a tanto. Secondo i genitori, Andrea era amareggiato per un mancato accreditamento a favore della scuola di formazione da lui diretta. A causa di
questo accreditamento che
non era arrivato, non aveva
potuto ricevere un’importante finanziamento a cui
teneva molto. Dalla Regione, però, arriva immediata
la smentita, nessuna pendenza nei confronti della
scuola di moda diretta da
Zampi. Secondo quanto sostenuto da molti, Andrea
soffriva di problemi psichici, era depresso, ci sarebbe
quindi il suo malessere alla
base del folle gesto. A distanza di 9 mesi il papà di
Andrea, il signor Giancarlo,
ha dichiarato: «Non posso
parlare ora, posso dirvi solo che assieme al mio avvocato sto raccogliendo le memorie di Andrea perché ho
intenzione di presentarle alandrea zamPi,
la stampa ma non so anco- danieLa
crisPOLti e
ra quando». Forse, per capi- margherita Peccati
re meglio quanto accaduto il 6 marzo scorso, bisognerà attendere il giorno in cui il signor Giancarlo renderà pubbliche le memorie di Andrea.
fermerebbero l’estraneità di Valerio nell’omicidio, come ribadito da Riccardo durante l’interrogatorio.
N
D
on passa neanche un
opo Perugia e Ponte San
mese che poco lontano
Giovanni è la volta di
da Perugia, a Ponte San GioFoligno. La mattina del 14 giuvanni, la notte del 25 marzo un
gno Sandita Montenau, romeuomo entra in un appartamenna di 38 anni, viene sgozzata
to in via Ricci ed uccide a coldal marito. L’aggressione avpi di pistola Alessandro Polizviene in via Monte Nagni, nei
zi, 24 anni. Julia Tosti, la fidanzata della vittima pressi di viale Firenze. A scatenare la lite il rifiuche dormiva con lui nel letto, rimane ferita. Do- to, da parte della donna, di consegnare del depo pochi giorni di indagini i sospetti cadono sul- naro all’uomo. Lui è Virgil Murariu, romeno di
l’ex ragazzo della Tosti, Valerio Menenti, e sul 43 anni che lavora a Roma e non vede la moglie
padre Riccardo.
da diverso tempo. Il primo
Le accuse contro i due
a dare l’allarme è un passono pesantissime: Valerio
sante, che trova la donna
sarebbe il mandante delriversa in una pozza di
l’omicidio mentre Riccardo,
sangue. Vani i tentativi di
un ex pugile, l’esecutore marianimarla, le condizioni
teriale. Il padre nega il coinsono critiche. L’uomo lavolgimento del figlio. Lui
scia Sandita in agonia e
stesso dice di non avere
fugge con la sua auto. La
avuto intenzione di uccidesua corsa termina ad
aLessandrO POLizzi cOn JuLia tOsti
re ma solo di spaventare il
Amelia (Terni) dove, raggiovane. Durante l’interrogatorio afferma di es- giunto dai carabinieri, decide di uccidersi pugnasere entrato nell’appartamento munito solo di un landosi al cuore con lo stesso coltello con cui ha
piede di porco per forzare la porta, ma di non ucciso la moglie.
avere mai avuto una pistola che, secondo Riccaropo pochi giorni viene
do, sarebbe appartenuta a Polizzi. Intanto il douccisa un’altra donna,
lore di Julia riempie le pagine di Facebook:
anche lei straniera. Si tratta di
«Dammela te la forza ti prego» scriveva sul souna badante ucraina, Olga
cial network pochi giorni dopo l’omicidio.
Dunina. Assassinata il 16 giuIl 18 dicembre si è tenuta davanti al gup di
gno, il suo corpo viene ritroPerugia, Lidia brutti, l’udienza preliminare convato due giorni dopo, in uno
tro i due imputati, che però non si sono presentati in aula. Sono stati ammessi come parti civili scatolone, lungo la strada che unisce Foligno a
Julia e la sua famiglia oltre ai genitori e al fratel- Spello. Ad ucciderla il marito, Giovanni Micelo dello stesso Polizzi. L’udienza è stata quindi li, dopo una lite nella quale la donna lo aveva
rimandata al 24 gennaio. Per quella date le dife- definito “impotente”. Miceli così ha iniziato la
se presenteranno le loro richieste per le perizie sua fuga, finita il 3 agosto, quando è stato are per l’incidente probatorio. «Chiederemo in par- restato a Roma. Si nascondeva in un appartaticolare le trascrizioni delle intercettazioni am- mento lussuoso a piazza Navona, proprietà di
bientali avvenute nella casa circondariale di Ca- una coppia di anziani amici. Giovanni Miceli ha
panne tra i due Menenti» ha fatto sapete France- confessato il suo crimine, commesso utilizzansco Mattiangeli, avvocato di Valerio. Queste con- do un tubo di ferro che teneva in camera per
D
umbria olii, sentenza rivoluzionaria
L
a sua è una voce fuori dal coro. Fiorella lo è stata anche leggera nell’inquadrare la situaGrasselli è la vedova di Giuseppe Coletti. zione. Il titolare della ditta esterna doveva conoSuo marito, insieme a Vladimi Todhe, Tullio scere le condizioni di lavoro, altrimenti si tratta di
Mottini e Maurizio Manili, è morto nell’esplosio- un caso di negligenza». Secondo la vedova di Cone dell’Umbria Olii di Campello sul Clitunno del letti «con più attenzione quello che è successo si
2006. Unico sopravvissuto all’incidente, Klaudio poteva evitare. Mio marito da giorni raccontava
Demiri.
che quei silos erano stranamente bollenti».
Il 2013, per il procesFiorella non ha assistiso che doveva stabilire la
to alle udienze del procesresponsabilità dell’esploso d’appello ma non avesione, è stato l’anno della
va perso un momento del
sentenza della Corte d’apprimo grado. «Del Papa è
pello di Perugia. Giorgio
stato dipinto come un
Del Papa, l’ex amminimostro e, secondo me, il
stratore della società, è
processo di Spoleto è stastato condannato a cinto troppo frettoloso.
que anni e quattro mesi
Troppa confusione intori primi soccorsi dopo l’esplosione
(in primo grado erano stano alla vicenda, un vero
ti sette), ma assolto per l’omissione dolosa di cau- circo mediatico che ha condizionato l’esito». Intele antinfortunistiche, in riferimento allo stoc- tanto la famiglia Manili sta preparando il ricorcaggio dell’olio contenuto del silo che ha causa- so in Cassazione. Ci vorrà ancora del tempo per
to l’esplosione. Assegnato inoltre il concorso di mettere la parola fine su una vicenda iniziata il
colpa per un terzo alla ditta Manili, l’azienda 25 novembre 2006, proseguita con la condanna
esterna che stava lavorando sui silos e il cui tito- in primo grado del 13 dicembre 2011. Poi il selare è morto nell’esplosione. Quasi tutte le isti- condo grado di questi giorni.
tuzioni si sono dette scandalizzate per la decisio«Non sono sconvolta dalle lungaggini – dine, ma la sentenza convince la vedova di Colet- ce Fiorella – questi sono i tempi normali della
ti. «È normale dare la colpa al titolare della ditta giustizia. L’importante è che si arrivi ad un riesterna – racconta Fiorella – la sentenza d’appel- sultato».
spostare i mobili.
La sentenza del
processo, svolto
con rito abbreviato, è stata
emessa l’11 dicembre dal gup
La badante OLga dunina
di Perugia. Per
Miceli 30 anni di reclusione. «Per noi è stata fatta giustizia – spiega l’avvocato Antonio Cozza,
che insieme al collega Nicodemo Gentile, ha tutelato la famiglia della vittima – 30 anni per un
uomo di 67 è come dare l’ergastolo. La condotta di Miceli non è stata delle migliori, nel corso
del processo ha inventato di tutto, occultando
anche il cadavere. Anche i figli sono soddisfatti della sentenza». La Dunina lascia due figli,
uno gravemente malato.
L
’ultimo fatto di sangue risale a poco più di un mese fa. Athos Ceccarelli, 90 anni, e Vanda Cagnoni, 82 anni,
sposati da sessant’anni, vivevano a Castiglione del lago, a
pochi passi dal Trasimeno.
Una vita di sofferenza che sia lui, legato alle
bombole d’ossigeno, sia lei, inferma, volevano
terminare. Così, il 30 novembre, Athos si è alzato, ha imbracciato un fucile e ha sparato alla
moglie. «Non è riuscito a finire il "lavoro" perché è rimasto sotto shock – spiega Marcello Sardu, il capitano dei Carabinieri di Città della Pieve che ha coordinato le indagini – si voleva uccidere pure lui ma non ce l’ha fatta». Ricoverato
sia per la critica situazione di salute sia per accertamenti psichiatrici, Ceccarelli verrà processato
per quello che «rimane un reato, al di là dell’età
e delle motivazioni» dice Sardu. Carcere o altri tipi di misura detentiva (come l’ospedale psichiatrico giudiziario) sono da escludersi dato che
«l’uomo non rappresenta un pericolo per gli altri, al massimo potrebbe essere pericoloso per se
stesso».
pAginA A curA di
ceciliA AndreA BAcci, mAnlio grossi,
AlessAndro orfei, giuliA sABellA
caso meredith: il processo infinito
A
sei anni dall’omicidio di Meredith Kercher Kercher, valuta positivamente la decisione della
la vicenda non può ancora dirsi conclusa. Il Cassazione. «Da questo processo i parenti si
2013 è stato l’anno in cui la Cassazione ha deci- aspettano di avere un accertamento definitivo
so l’annullamento dell’assoluzione accordata nel sulla responsabilità di tutti gli imputati». Nel pro2011 ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, do- cesso di appello bis infatti dovrebbero essere
po che i due erano già stati condannati nel 2009 prese in considerazione nuove prove alle quali,
rispettivamente a 26 e a 25 anni di carcere. Il 30 secondo la Cassazione, non era stata data la giusettembre si è aperto alla
sta importanza dai giudici
Corte di Assise di Firenze il
che hanno deciso la scarceprocesso di appello bis conrazione di Amanda e Raffaetro i due ex fidanzati, accule due anni fa.
sati di aver ucciso la studenLa ragazza, tornata a Setessa inglese la notte tra il
attle appena uscita dal carceprimo e il 2 novembre 2007.
re, ha sempre detto di non
Al momento l’unico colpevoler tornare in Italia per asvole è l’ivoriano Rudy Guesistere al processo. «Queste
de, condannato nel 2010 a
sono decisioni personali del16 anni di reclusione.
la Knox e dei suoi difensori
meredith Kercher
Si è aperto così un nuo– ha commentato l’avvocavo capitolo di questo caso di cronaca nera che to Maresca – Non ho grande interesse alla prepiù di ogni altro ha scosso profondamente Pe- senza dell’una o dell’altro, quello che voglio è che
rugia, ponendola al centro di un’attenzione me- la giustizia italiana faccia il suo corso e che si ardiatica mondiale. Un delitto nel quale i protago- rivi in fondo a questa storia processuale».
nisti sono dei giovani studenti provenienti da
Amanda però ribadisce la sua posizione.
tutto il mondo, sullo sfondo di una città univer- «Non sarò in aula perché ho paura» ha scritto la
sitaria dallo stile medievale, quasi da cartolina, ragazza in una lettera inviata ai giudici fiorentitravolta da una realtà parallela fatta di sesso e ni e resa nota il 18 dicembre. «Ho paura che la
droga.
veemenza dell’accusa vi impressionerà, che il loFrancesco Maresca, avvocato della famiglia ro fumo negli occhi vi accecherà».
n V
el ia
la gg
c io
r
is
i
io si
g i
g cr
ia
V lla
e
n
natale 2013, il regalo più atteso è sempre il lavoro
Nel quinto anno di crisi le attività che chiudono in Umbria sono più di quelle che aprono. Il bilancio degli ultimi mesi nei numeri delle aziende e nelle parole di chi ogni giorno vive l’emergenza sulla propria pelle
Sangemini, vivere nell’incertezza:
«Pronti a tutto, tranne ai licenziamenti»
merloni, odissea di tre operai:
«cosa significa vivere in cassa integrazione»
Dopo mesi di attese i lavoratori dell’azienda ternana non sanno ancora cosa sarà del loro futuro
Il racconto di chi è stato riassunto dall’azienda umbro-marchigiana: «Ci aggrappiamo alla speranza che riprenda la produzione»
Dalla
tefano Proietti, classe 1965, lavora in ni torna a rischio. Ci sono perdite per 50 milio- grazione. L’anno scorso abbiamo lavorato quatuna mattina di sole e freddo, dalle due regioni coinvolte con i Ministeri del lavoro e del- scia di non farcela. Il Natale si avvicina ma per Carla e
Merloni alla Sangemini, le
Sangemini da quando aveva 24 anni. Il ni di euro e una parola terribile corre di bocca tro mesi, quest’anno solo due settimane. Anche
quella dell’assemblea sinda- lo sviluppo economico: 35 milioni di investimento e cas- Maurizio non sarà un’occasione di festa. Lei cerca di nacui vertenze sono divenute casi
noi siamo col fiato
sa integrazione rinnovata scondere dietro sorrisi forzati tutto lo sconforto che si
suo reparto è quello delle spedizioni. in bocca: fallimento. «Basterebbe un’istanza di
cale che li ha convocati in un
nazionali,
alle
acciaierie
di
Terni,
fisospeso in attesa
di altri 6 mesi per i 1600 porta dentro. Lui confessa, gonfio di amarezza: «Non poOggi, dopo quasi 25 anni passati in azienda, è pagamento da parte di un creditore, e non ci saagriturismo di Bosco. Sono i lavoraLa nostra
dell’accordo, per
lavoratori esclusi dal piano trò fare i regali ai miei nipotini, immagina come mi sendiventato un punto di riferimento per molti rebbe più spazio per la trattativa, l’azienda faltori della ex “Antonio Merloni”,
no alle piccole e medie imprese nel
Quando
capire cosa succedi assunzioni. Alla senten- to».
suoi colleghi, entrando anche a far parte della lirebbe» conferma Proietti. «Noi siamo pronti a
l’azienda
umbro-marchigiana
di
eletè
una
commercio e nei servizi, in Umbria nesci hanno
derà». La situazione
Intanto, ci ha raggiunti Stella Traversini. È insolitamenfare dei sacrifici, alla cassa integrazione se neza di annullamento si è arrappresentanza sindacale.
trodomestici
ed
impianti
termoidrausun settore produttivo viene risparmiato
vita
sospesa:
di
Fausto
tutto
te
elegante e le chiediamo il motivo. Risponde sorridencessario, ma non accettererivati
dopo
che
le
banche
«I problemi della
lici,
fallita
nel
2008
ed
ora
nelle
mani
assunto
dalla crisi economica, ma è quello metalnon è tra
mo esuberi e licenziamenti:
locali, dando parere favo- do: «Perché quest’assemblea è un’occasione importante e,
Sangemini si prodell’imprenditore Giovanni Porcarelse a una
pensavamo sommato
meccanico il più colpito. Gli ultimi casi rile più dure: «Io per
questo no. La continuità ocal passaggio di pro- come in tutte le occasioni importanti, bisogna essere velungano da molto
li, che l’ha rilevata due anni fa, conpersona togli revole
guardano due grosse aziende umbre: Luigi
cupazionale dovrà essere gaprietà, avevano chiesto stiti bene». Stella è di Gubbio ma ha vissuto in Germatempo. Viviamo
sentendo la riapertura degli stabidi aver fatto fortuna sono figlio
Rossetti, dirigente dell’assessorato regionale alunico. Sono torrantita».
che l’ammontare dei debi- nia dal 1990 al 1999. Anche lì era un’operaia. Si lascia
nell’incertezza del
limenti di Nocera Umbra (Perugia)
il lavoro,
tredici
nato a vivere con
I contendenti per l’acquisto
ti – oltre 500 milioni di eu- sfuggire un pensiero che le frulla in testa, che forse è più
futuro» ci racconta
e Fabriano (Ancona) e la riassunlo Sviluppo economico, il 13 novembre ha rispotogli
tutto
i miei, che mi
dell’azienda sono tre: la Norro – venisse saldato dal di una tentazione: «Non è detto che non ritorni lassù, è
con fare fermo e alzione di 700 dipendenti - su un
sto in commissione consiliare ad un’interrogazioda di Carlo Pessina, la Silva aiutano, e non ho figli. Ma tra i miei
nuovo patron Porcarelli. tutto un altro mondo». A lei non è toccata la riassunziolo stesso tempo
totale
di
2300,
indotto
escluso.
ne di Damiano Stufara (Prc-Fds) sullo stato di crisi dels.r.l. e poi c’è la proposta del- colleghi c’è chi ha tre figli. Non
preoccupato. «Fino
In una sala attigua al grande Le preoccupazioni si sono allora trasformate in dramma. ne, sarà in cassa integrazione fino a maggio, poi scatterà
l’azienda di telecomunicazioni di Massa Martana, la Semil’imprenditore
campano si possono lasciare delle vite
«Siamo stati accusati da chi è rimasto fuori e adesso stia- la mobilità. Infine, se non cambierà nulla, il licenziamenad oggi ci è stato
salone in cui si tiene l’assemtec: dei 115 dipendenti, 28 sono destinati a rimanere nello stato. «Ho cambiato vita,
Francesco Agnello. Norda in sospeso così».
garantito il lavoro,
blea, incontriamo Maurizio mo peggio di loro»
bilimento
umbro,
mentre
per
77
dipendenti
è
previsto
il
trasferimenVite sospese quelle dei laho riscoperto abitudini
sembra il gruppo favorito,
non ci sono stati
Tempesta e Carla Fioriti, due esordisce Carla: è
to a Roma. Il 13 dicembre, invece, si è aperta in Regione la trattativa
e valori che avevo dianche perché sostenuto da voratori della Sangemini.
esuberi, anche se
dei 350 fortunati che in Um- di Gualdo Tadino,
per salvare il più importante presidio industriale del Trasimeno, la Tramenticato. Sono coUnicredit. Ma Agnello è Sospese su una trattativa
l’azienda deve anbria si sono visti richiamare vive con i due figli
stretta a risparmiare su
molto agguerrito e non è in- che si prolunga da mesi,
avuti
dal
marito
da
cora darci l’aumendalla
nuova
gestione
gli
alfomec. In sei mesi le situazioni di emergenza sono passate da 100 a 160.
tutto, anche sul mantenzionato a farsi da parte con l’incubo ricorrente di
cui
si
è
separata
12
to contrattuale e il
tri
350
sono
marchigiani.
Ci sono la Faber, con 100 operai ricollocati nella sede marchigiana e 90
S
tefano
P
roietti
,
lavoratore
S
angemini
perdere il posto e il pengiare. Così, anziché anpremio di produAnzi, nel loro caso parlare anni fa. Il più
in cassa integrazione straordinaria, la Ims Isotta Fraschini di Spoleto con
siero costante di non
dare a comprare la verzione. I piani indudi “fortuna” è forse ecces- grande lavora e
400 dipendenti in cassa ordinaria, la Solfer e la Proma di Umbertide (rispetpoter continuare ad
dura al supermercato o
striali che sono stati fatti circolare, però, parla- molto facilsivo: con una sentenza del- porta un po’ di
tivamente 100 e 180 lavoratori in cassa ordinaria), le Fonderie 3M di Città di
aiutare i propri famila carne di prima scelmente. Le voci
no di ristrutturazioni lacrime e sangue».
lo scorso settembre, il Tri- soldi a casa. «GraCastello, la Rigel di Gubbio, e poi ancora la Isa di Bastia Umbra, la Sogeco di
liari. Simbolo dell’inta in macelleria, coltivo
La crisi della Sangemini è complessa e non na- sulle acquisibunale di Ancona ha an- zie a Tomas posso
Terni, la Montagna Group di Perugia, la Sphera e la Manifatture di Orvieto.
certezza e della stail mio orticello, rinunsce ieri. La proprietà che controlla l’azienda, la zioni continullato il passaggio a Por- dire di essere più
gnazione che hanciando ai cibi più coRizzo-Bottiglieri, l’ha acquistata nel 2006 dal nuano a rincarelli, rimettendo in di- fortunata di altri.
L’elenco è lungo.
no caratterizzato
stosi». Ci parla anche
e
Ma
non
è
giusto:
gruppo OPA. Oltre alla fabbrica, c’erano i de- corrersi
scussione
l’accordo
di
Un rapido scatto dell’Inps, tra mobilità e CIG, fotografa la crisi, immortalandone
anche nel 2013
di un marito assunto
mi
pesa
vederlo
biti, tanti. Anche se inizialmente sembrava che smentirsi, anprogramma
firmato
l’evoluzione: le ore complessive di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e
l’economia
nell’edilizia, di una fauscire la mattina
il piano di ristrutturazione potesse dare buoni che se il prein
deroga)
utilizzate
nel
mese
di
novembre
del
2013,
sul
territorio
nazionale,
soumbra, la
miglia allargata che fetto di Terni
presto per andare
frutti.
da SiniStra: Stella traverSini, maUrizio temPeSta e carla fioriti,
no state 110 milioni, con un aumento dell’1,7% rispetto allo stesso mese dell’anSangemini
come può - l’aiuta, di
a lavorare mentre
«Poi c’è stato il muro contro muro tra comu- chiede che la
gli oPerai che hanno SPiegato le difficoltà di vivere in caSSa integrazione
no scorso. Erano 85,2 milioni a settembre, solo due mesi fa.
sembra couna quotidianità che
io resto a casa, perne e azienda. La commercializzazione dell’ac- trattativa si riI dati dell’Osservatorio economico dell’Umbria relativi al terzo trimestre del 2013, peme una bella
ché in fabbrica mi chiamano solo due giorni non riesce a definire “normale”: «La mia è una vita sospequa Fiuggi da opportunità si è trasformata in solva al più
nave alla derial mese». Carla aspetta ancora l’assegno di ot- sa, se a una persona togli il lavoro, togli tutto».
problematica. Non c’erano più i soldi per paga- presto, così
rò, sembrano aprire un varco alla speranza. C’è stata una leggera flessione del calo prova, il motore in
Le storie di Stella, Carla e Maurizio sono solo lo spactobre: 800 euro per fare la spesa e pagare le
re i canoni di affitto. Lo stabilimento si è ferma- come la situaduttivo (-1,51% secondo l’analisi congiunturale di Unioncamere) e l’export tiene. È aumentato rispetto al
faUSto ceccarelli, caSSintegrato frUit
panne. Da mesi
cato
di un durissimo scenario: migliaia di operai appesi
bollette,
non
può
permettersi
neanche
una
to, sono partite diverse denunce. A quel punto zione dei lavo2012 di oltre 40 milioni di euro (da 574 a 622), mentre l’import è diminuito da 302 a 299 milioni. Ma il lil’equipaggio si chiede
pizza da andare a mangiare ogni tanto con agli ammortizzatori sociali, unico sostegno quando non
noi lavoratori abbiamo tirato fuori i bilanci, e ratori.
vello di disoccupazione è ancora preoccupante (soprattutto nel settore delle piccole e medie imprese, si ha più lavoro. Sono il 90% dei dipendenti “Merloni”,
Oggi i lavoratori della Sangemini sono 102, ai dove si stia dirigendo
le amiche.
abbiamo capito che la versione che raccontava
5,1% rispetto al secondo trimestre 2013) e la mortalità delle imprese è ancora alta: le cessazioni (1.169
«Adesso arriverà anche la Tares e non so fra ex e riassorbiti. Prossima tappa per l’azienda, il ricorla proprietà era solo parziale: i debiti erano im- quali si devono aggiungere quattro lavoratori al- quel gigante che galsolo nel terzo trimestre 2013, 4.370 da gennaio a settembre) crescono ancora rispetto alle nuocome pagarla» si inserisce Maurizio. Anche lui so contro la sentenza che ha annullato il passaggio di promensi. Da quando lavoro in Sangemini ci sono la Amerino e 23 alla Fruit, dove però i dipen- leggia, ma dalla cabina
ve iscrizioni (1.123). Queste diminuiscono nel settore dei servizi (-26%), nel manifatturiero
di Gualdo Tadino, è addetto alle lamiere. Ha una prietà a Giovanni Porcarelli: è stato già presentato, a gensempre stati problemi, ma gli ultimi anni sono denti sono in cassa integrazione ormai da quat- di comando non arriva
tro anni. Tra questi c’è anche Fausto Ceccarel- nessun messaggio. E di capitamoglie che lavora ad ore come bidella. Non hanno fi- naio si terrà una nuova udienza presso il Tribunale di Anstati molto molto pesanti».
e in agricoltura (-20%). Il settore agricolo è quello che registra il maggior numero di
gli
ma almeno una speranza: quella di riprendere a la- cona. L’assemblea sindacale, intanto, continua. E così la
Dopo sei mesi di concordato in liquidità, che li, 36 anni, assunto alla Fruit dieci anni fa: «Pen- ni coraggiosi all’orizzonte non
cessazioni, che rispetto allo stesso periodo del 2012 aumentano del 224%. Nuvorare
come prima, quando ci si poteva togliere qualche volontà di non arrendersi.
ha dato un po’ di respiro all’azienda, bloccando savamo allora di aver fatto tredici, e invece so- sembra esserci nemmeno l’ombra.
merose le chiusure anche nel commercio (+20%) e nelle costruzioni
sfizio ma, soprattutto, si riusciva a vivere senza l’angoeventuali richieste dei creditori, ora la Sangemi- no quattro anni ormai che siamo in cassa intelaUra agUzzi
antonio bonanata
(+13%). Il dato che si discosta di più dalla media nazionale
riguarda la sofferenza delle partite Iva e la cessazione
delle imprese individuali (+47,5% in Umbria rispetto al +11,2% in Italia).
el reSto d talia
S
È
“
“
”
”
le operaie: «Per noi non c’è il paradiso»
L
a crisi economica morde, indisturbata e inesorabile. Come un tarlo laborioso e invisibile che rosicchia e mastica. Nelle sue fauci finiscono le aziende, e tutto il cuore pulsante racchiuso al loro interno. Comprese le vite dei
lavoratori, che perdono l’impiego, lo stipendio,
la dignità. Restano solo rassegnazione e disperazione, e quelle no, non le si può morsicare.
A Orvieto c’è un gruppo di operaie che non
mollano. Hanno deciso di condividere la loro
battaglia creando un gruppo su Facebook che si
chiama “A casa senza stipendio”. La loro storia
nel settore tessile in crisi passa attraverso
Lebole, Lanerossi, Mabro, Grinta, Sphera e
Mmanifatture. Anni tra chiusure, mobilità, riassorbimenti. Carla De Gasperin è prossima alla
pensione, ed è in mobilità. Ha fatto gavetta in
Una
foto delle oPeraie SUl grUPPo
facebook: «i
tutte queste aziende, fino a divenire responsabile di produzione alla Sphera: «Facevamo giacche da uomo, lavorando anche per Armani,
Donna Karan, e griffe ad alti livelli. La Mabro è
stata rilevata da Grinta e Sphera e tutte le operaie sono state riassunte. Dopo il fallimento
vecchi temPi, qUanto ci mancano» è il commento
della Sphera, nel 2009, siamo state assunte in 30
(di 60) alla Mmanifatture (dopo un paio di mesi
di mobilità) fino a marzo del 2012. Da lì è iniziata l’odissea. Abbiamo preso un mese fa le
mensilità di ottobre e novembre dell’anno scorso. La cassa straordinaria è scaduta il 4 dicem-
bre
2013,
quindi oltre ad
avere gli stipendi arretrati, ora
siamo di nuovo in mobilità. Solo una ha trovato lavoro
in una pelletteria. Per me non
ha più importanza, ma per le
altre 29?».
Al di là delle eccezioni, come
quella di Michele e Luca, due giovani eugubini, ex cassintegrati e ora venditori di tartufo, la classe operaia in Umbria è lontana dall’andare in paradiso, quel paradiso immaginario di
Gian Maria Volonté/Lulù nel film di Elio Petri.
Per ora, non è ancora uscita dall’inferno.
a l . b.
aleSSandra borella
n
’i
...
• 3.154.000 i disoccupati di cui il 55,6% sono uomini
• 12,5% il tasso di disoccupazione a ottobre 2013
• 3.755.000 i giovani tra i 15 e 34 senza lavoro e fuori dagli studi (i cosidetti neet)
• disoccupazione giovanile (15-24 anni) al 35,3% nel 2013 rispetto al 20,3% nel 2008
...e
in
eUroPa
• tassi di disoccupazione ottobre 2013:
germania 5,2%; francia 10,3%; regno Unito 7,6%; Spagna 26,7%; Ue 28 paesi 10,9%
• Pil zona euro 2013 -0,437%
• Pil sona euro previsione 2014 +0,961% (fonte fondo monetario internazionale)
6
SPORT
31 DICEMbRE 2013
Atleti umbri e il sogno americano: gli Steelers vanno forte e puntano sul legame di squadra
terni, football d’acciaio
A
Entusiasmo, grinta e passione, aspettando il campionato nazionale di terza categoria
ll’ombra delle acciaierie, un gruppo di
giovani con tanta passione per il football americano si allena duramente sul
campo della “Virtus” di Terni e in quello di
Piediluco, la “Steelers Arena”. Tante le fatiche
affrontate dai ragazzi, ma tanta è anche la voglia
di non mollare mai, e continuare ad allenarsi
nella stagione invernale, per essere pronti
a giocare nel Campionato nazionale di
terza divisione del prossimo anno. Un
sogno che può diventare realtà, come in
un film della migliore tradizione americana. “È una storia che merita di essere raccontata, la storia degli Steelers” dice
Giorgio Fringuelli, da due anni general
manager della società. Una storia iniziata
nel 2008.
A chi venne l’idea di fare football americano in Umbria?
«I primi a lavorare al progetto sono stati i
fratelli Filippo e Lorenzo Spanò, prima
membri dei Lazio Marines di Roma. Dei
due, Lorenzo può vantare l’esperienza di un
Lanno di liceo negli States. Un primo gruppo di
appassionati comincia ad allenarsi al campo
della “Terni Est”. Poi, nel 2010 la formazione si
presenta finalmente alla città, e nascono gli
Steelers.»
“Steel” significa “acciaio”: è un omaggio
alle tradizioni siderurgiche della vostra
terra?
«Abbiamo deciso di chiamarci come la squadra
di Pittsburgh, la città americana della siderurgia,
come riscoprire
i giochi di strada
D
ora Cirulli è cresciuta in un paesino dell’Abruzzo, lì – racconta – i bambini non
avevano nulla, i giochi bisognava inventarli. Ripensando alla sua infanzia, Dora ha deciso che sarebbe diventata custode dei giochi antichi, quelli praticati in strada. Prima
atleta, poi insegnante di educazione fisica,
nel 1998 ha fondato l’associazione sportiva
Torre Angela in un quartiere popolare della
Capitale.
«Ho deciso di dedicare la mia vita al recupero dei vecchi giochi di strada. Parlando
con i bambini di oggi, mi sono accorta che
queste sono attività che, se riscoperte, possono ancora entusiasmare». La campana,
il salto della corda, la trottola, le biglie, gli
aquiloni, il gioco dei tappi, i birilli sono attività semplici, che si fanno con poco. Dora,
dopo aver vinto un dottorato di ricerca all’università di Tor Vergata, ha capito di avere una sorta di missione: scoprire quali sono i giochi di strada tipici di ogni regione italiana.
«Far tornare i bambini all’aria aperta è
fondamentale. I fanciulli sono abilissimi coi
videogiochi. Eppure già a 7-8 anni hanno
spalle bloccate come i loro nonni, spesso
hanno i piedi piatti, colonne vertebrali deviate, ancor più spesso sono obesi. Gli
esperti parlano di una nuova malattia infantile: la sindrome da appartamento. Rimangono per ore davanti al pc, ma se gli chiedi di inventarsi un gioco, non sanno più come si fa». Per imparare a divertirsi con poco, basta insomma tornare indietro nel tempo. Il progetto “La strada ed io”, sviluppato
nelle scuole italiane dall’associazione Torre
Angela, ha come obiettivo proprio questo:
far rivivere lo sport senza competizione, far
tornare i bambini a giocare per le vie.
michelA mAncini
in onore della storia operaia di Terni e per
sostenere l’americanità di questo sport.»
Che cosa vi attrae della palla ovale? Non era
meglio il calcio?
«Il bello è che pratichiamo uno sport molto
spettacolare, e la squadra è sentita. Si instaura
un legame d’amicizia che in altri sport non esi-
gli steelers
di
terni
sul cAmpo di AllenAmento
ste, perché ci si mette a completa disposizione
dei compagni. Alcuni di noi neanche toccano il
pallone né effettuano giocate pur di accompagnare e facilitare le azioni di chi sta in difesa o
in attacco.»
Yards, downs, ma il pubblico capisce?
«Capisce e apprezza. Tutto comincia con il kick
off, il calcio di inizio. Poi il pallone viene lanciato dalla squadra che inizierà in attacco la partita e su questo ritorno già cominciano ad esserci azioni sensazionali. Obiettivo del ritornatore
è quello di andare il più avanti possibile e in
questo viene aiutato dalla sua formazione, che
spesso predispone una specie di muro di bloccatori che deve cercare di scortare in campo
aperto la corsa del ritornatore. L’obiettivo principale del gioco è quello di percorrere uno spazio di circa dieci yards, circa 9,1 metri in un
ambito di 4 downs, cioè 4 tentativi.
Anche questo è il fascino del gioco. Ad
esempio se la squadra non riesce in questo obiettivo, perde il pallone nel punto
in cui è iniziata l’azione all’ultimo tentativo. In America si gioca undici contro
undici, ma nella nostra squadra giochiamo in due gruppi da nove. Il pallone può
essere lanciato, consegnato in corsa o
attraverso i passaggi. Si può segnare una
meta e ottenere sei punti, la difesa però
può recuperare la palla persa, e riportarla nell’area di meta avversaria, ottenendo
ugualmente sei punti. Anche la difesa
quindi può fare giochi altrettanto spettacolari di quelli dell’attacco.»
Il vostro cuore è negli States. Per chi batte?
«Naturalmente per gli Steelers, poi ognuno ha il
suo giocatore “mito”. Per me Rodgers e
Manning.»
E dopo il match?
«Non si contano più le cene fatte dalla squadra
e le partitelle in notturna improvvisate in giro
per la città, senza dimenticare le feste del sabato sera in qualche locale del centro di Terni.»
vAlentinA rossini
lA storiA
• 1944: si gioca il primo incontro durante
•
•
•
•
•
•
•
•
la seconda guerra mondiale, tra due divisioni di soldati americani a Firenze
Nel 1972 nasce la costituzione della Federazione italiana di football americano
(FIFA), con presidente Bruno Beneck.
Al 6 agosto 1977 risale l’incontro tra
Diavoli Gazzetta dello sport Milano e Lupi
Corriere dello sport Roma. I Tuttosport
Torino, e i Veltri Stadio di Bologna, le altre squadre in campo a Marina di Massa.
In finale i Tori diventano primi campioni
italiani di football americano. Da notare
l’accostamento ai quattro quotidiani sportivi nazionali dell’epoca, voluto per pubblicizzare il torneo di indubbio successo.
Nel 1977 nasce anche la Lega italiana di
football (LIF) che, grazie all’aiuto dei Green Bay Packers, una delle squadre più popolari negli Usa, ha potuto contare su un
vero campo di football americano a Castel
Giorgio, in provincia di Terni.
1981: nasce l’Associazione italiana di football americano (AIFA), guidata da Giovanni Colombo.
Nel 1986 il football americano in Italia vive il momento più fortunato della stagione, con il Super Bowl disputato allo stadio
Dallara di Bologna tra Warriors Bologna e
Angels Pesaro che attira oltre 20mila spettatori.
È il 1988 quando l’interesse verso questo
sport comincia a diminuire.
Nel 2003 si arriva al minimo storico di tifosi, con soltanto cinque squadre iscritte
alla massima serie.
Il 2004 vede la serie A di nuovo a nove
squadre.
Fonte: www.treccani.it
se la tradizione diventa sport
Viaggio alla scoperta di ruzzolone e lancio del formaggio, che dal medioevo sono arrivati fino a noi
P
rendi una fettuccia con un bastoncino e ne risalirebbe al 1400. Altri studiosi ipotizzano
avvolgila intorno a un disco di legno di addirittura che fosse praticato dagli Etruschi mequasi 6 kg. Davanti a te c’è un percorso diante il lancio di alcune rotelline di legno, coa ostacoli di circa 600 metri. Lancia. Se arrivi al me è possibile ammirare nello splendido affretraguardo con meno tiri del tuo avversario hai sco della Tomba delle Olimpiadi a Tarquinia che
vinto una gara di ruzzolone. Puoi fare lo stesso raffigura una specie di lanciatore di ruzzolone
con dischi più piccoli come la ruz“ante litteram”
zola o il rulletto, o lanciare una forIn epoca mema di formaggio. Lo spettacolo è
dioevale, pare
assicurato. E invece di aver compiuche questo gioto una marachella, magari hai parteco fosse docucipato a una competizione sportiva.
Quando si parla di sport vengono
in mente campi di calcio, gare di ciclismo, o incontri di pugilato. Eppure c’è dell’altro. Si tratta dei cosiddetti “sport tradizionali”, discipline
che ricordano i giochi d’altri tempi.
In totale sono 18 a livello nazionale, ma quelli che vanno forte in Um- fAusto lupi, presidente dellA figest
mBriA e AtletA di vecchio corso
bria sono soprattutto 5: ruzzola, uAccAnto
, Alcuni degli Attrezzi sportivi
rulletto, ruzzolone, tiro al formag- trA i quAli il ruletto e il ruzzolone
gio e bocce alla lunga. Forse non diventeranno mai delle discipline olimpiche, ma mentato negli Statuti del 1450 della Comunità
certo è che questi giochi sono usciti da tempo del Gallicano, anche se più che di un disco di ledalla clandestinità. Merito della Figest (Federa- gno si trattava di forme di formaggio o “girelle”,
zione italiana giochi e sport tradizionali). Nata il che presuppone un’evoluzione di questa discinel 1998 dalla fusione tra Uisp (Unione italiana plina nel tempo. Ma il lancio del formaggio posport per tutti) e Fist (Federazione italiana sport teva anche essere uno sport a sè, e sovente una
tradizionali), l’associazione si occupa della pro- sorta di gioco d’azzardo. Per esempio, si racconmozione di queste manifestazioni sportive. Dan- ta che un certo baraccani in un pomeriggio di
do un’occhiata ai numeri si fa sul serio: il cam- metà quaresima abbia partecipato a una gara di
pionato nazionale (dal 1998 a girone unico) pre- lancio del formaggio (in questo caso una forma
vede 300 squadre, 12 province partecipanti e 800 stagionata di cacio pecorino,) ma che gli sia antesserati, cui vanno aggiunti circa 10.000 prati- data piuttosto male, tanto da essersi giocato gran
canti e appassionati a livello amatoriale.
parte dei beni e dei possedimenti di famiglia. La
L’origine di questi giochi si perde nella notte ruzzola è invece documentata per la prima voldei tempi. Secondo alcuni il lancio del ruzzolo- ta a metà ’500. In particolare, a S. Elpidio a Ma-
re nel 1571 fu stampata una raccolta di decreti
(“Statutorum ecclesiasticae terrae Sancti Elpidii
volumen”) che ne vietava la pratica per le strade.
Diverso il caso del rulletto, originario del XIX
secolo, e della boccia alla lunga, della quale si sa
molto poco. Le regole sono molto simili ma differiscono da zona a zona.Corsi e ricorsi storici
a parte, certo è che questi giochi resitono ancora oggi nonostante l’invasione degli sport-spettacolo ormai sempre più legati a logiche puramente commerciali.
Fausto Lupi, presidente della Figest
della Provincia di Perugia, è un atleta di
vecchio corso. Pratica il lancio del ruzzolone da oltre 40 anni.
Come lui suo padre,
suo nonno ed alcuni
zii. Una vera e propia
dinastia del disco di
legno. Nel 2010 ha
vinto il torneo di ruzzolone a squadre con il
gruppo sportivo “bosco”. Il suo borsone è pieno di cimeli, foto di famiglia e soprattutto degli
“arnesi di lavoro” che utilizza. «Da noi questi
sport sono molto praticati soprattutto in alcune
città come Todi, Perugia, Marsciano, Spoleto e
Gubbio. «Il lancio del formaggio è il più divertente, ma solo se è Asiago stagionato di due anni. A volte càpita che il formaggio si rompa durante il lancio - prosegue Lupi visibilmente divertito - ed è allora che viene il meglio. Mangiarlo quando è ancora caldo è fantastico.» E allora,
alla fine della gara l’esultanza può anche trasformarsi in un piacevole pranzo tra amici.
giuseppe di mAtteo
7
SPORT
31 DICEMbRE 2013
L’allarme della Società Italiana di Pediatria: già ad undici anni si abbandona l’attività fisica
sport, questo sconosciuto
C
Poco movimento e troppe ore davanti al computer, gli adolescenti italiani sono sempre più sedentari
’era una volta una piazza e un bambino
che prende a calci un pallone, con la maglietta sporca di sugo e le ginocchia
sbucciate. C’era una volta un muro buono a fare due palleggi, che l’intonaco era caduto giù a
forza di botte. C’era un volta un balcone da cui
ad una certa ora del pomeriggio veniva calato giù
un cestino con un filo, dentro il cestino un pezzo di pane, una fetta di torta, una mela. Sembravano mille anni che arrivasse giù, mani affamate afferravano la merenda, la mangiavano correndo, già pronti a inventarsi un gioco nuovo. Un gessetto bianco e un sasso certe volte bastavano
per riempire le giornate. Un tempo
diverso da quello dei grandi, il tempo
dei bambini. Cosa rimane di questa
favola antica? Cosa ne fanno del tempo i bambini di oggi? Non esistono
studi che dicano che i bambini non
giocano più nei cortili, ci sono però
altri dati: numeri che fanno riflettere.
Gli adolescenti in Italia risultano
essere tre volte più sedentari dei loro coetanei europei; abbandonano
l’attività sportiva sempre più precocemente; aumentano vertiginosamente le ore trascorse davanti al computer. A raccontarlo è l’indagine fatta dalla Società Italiana di Pediatria.
I bambini smettono di fare sport già a 11 anni. A 15 anni meno di 1 adolescente su 2 pratica attività sportiva continuativa, a 18 la pratica
poco più di 1 su 3. Il fenomeno riguarda soprattutto le ragazze in una percentuale che va da
24% (tra i 15 e 17 anni) al 30% (tra i 18 e i 19
anni).
Quella odierna è una generazione seduta: oltre il 60% degli adolescenti, in periodo scolastico, trascorre 10-11 ore al giorno seduto. In media si trascorrono 4 ore davanti agli schermi, che
siano della televisione o del computer. Ragazzini tecnologici che hanno dimenticato il piacere
di correre in strada, all’aria aperta.
Giovanni Corsello, presidente della Sip, pre-
L
e partite devono ancora cominciare, ma il
risultato è già in cassaforte: ha vinto lo
sport. Decine di bambini sono seduti al
centro del campo. Età media: 10 anni. Tutti pronti a sfidarsi per le finali del torneo di Minibasket
Challenge, l’evento sportivo organizzato dall’associazione basket Accademy. Palcoscenico privilegiato, il Pala Evangelisti di Perugia. Oltre 20 le
squadre partecipanti, provenienti da diverse città umbre, anche se spicca la predominanza di Assisi, Perugia, Spoleto e Gubbio. Obiettivo dell’iniziativa, quello di far avvicinare i bambini allo
sport con sano agonismo, grazie anche alla collaborazione tra gli istruttori delle diverse squadre
in campo.
Iniziano le partite, ma c’è una cosa che colpisce: sui tabelloni non compare nessun punteggio.
È molto difficile capire chi vince e chi perde. In
realtà, gli arbitri sono al corrente dei risultati ma
si limitano a comunicali agli allenatori senza che
i bambini se ne accorgano. Un inganno? Non
proprio. «I bambini non sono mica stupidi. Sanno perfettamente come vanno le cose in campo.
Il nostro è solo un tentativo di insegnare loro a
giocare le partite in modo non esasperato», spiega Paolo Traino, presidente di basket Accademy.
«La nostra associazione – prosegue Traino – cerca di inculcare i valori sani dello sport, tra i quali c’è anche la cultura della sconfitta.» I fondi sono pochi, ma non manca la buona volontà. «Ringrazio il Comune di Perugia per averci fornito
una struttura come il Palaevangelisti», conclude
Traino. Tra un quarto e l’altro delle partite, c’è anche spazio per la solidarietà, grazie alle associa-
cisa: «Un adolescente, in questa fascia d’età, dovrebbe praticare almeno un’ora al giorno di attività fisico-sportiva, che non significa necessariamente attività agonistica. Sport significa movimento, non competizione. Questi dati sono
preoccupanti perché interessano gli adulti di domani. I motivi che hanno determinato questo fenomeno sono diversi. bisogna però concentrarsi su due aspetti. Il primo è l’insufficienza urbanistica: le nostre non sono città a misura di bam-
bino. Proprio in tempi di crisi, molte famiglie
non possono permettersi di pagare corsi specifici di attività sportive strutturate. Gli spazi cittadini sono indispensabili per garantire a tutti la
possibilità di fare movimento senza costi. Un altro aspetto riguarda la confusione tra due concetti: sport e agonismo non sono necessariamente sinonimi. Molti giovani temono gli allenamenti eccessivi, la pressione della competizione». La
risposta a questa paura è il rifiuto dello sport,
con tutti i rischi per la salute che questo comporta. Studi svolti in alcune città italiane hanno evidenziato due principali motivi di abbandono,
uno legato all’eccessivo impegno richiesto dallo
studio (56,5%) e l’altro riconducibile alle modalità di svolgimento dell’attività fisica perché “fare sport è venuto a noia” (65,4%), “costa troppa fatica” (24,4%), e gli “istruttori sono troppo
esigenti” (19,4%). Cosa è successo ai giovani del-
la nostra generazione? Condannati dalla società
alla perenne esibizione di se stessi hanno perso
la voglia di uscire di casa, confinandosi all’isolamento virtuale che garantisce sempre la realizzazione in virtù della sua natura fittizia. Giulia Cenci, psicologa della salute del CONI Umbria, spiega: « Quando la prestazione sportiva, scevra di
valori etici e di autoconsapevolezza, diventa unicamente finalizzata al raggiungimento di un risultato e sovrascritta di scopi sovra ordinati come il primeggiare, la fama, il gusto di misurarsi
con l’estremo, l’auto
conferma, l’adolescente
sperimenta in modo pervasivo la paura del fallimento. L’incapacità di
sopportare un’eventuale
frustrazione genera a sua
volta sfiducia, abbattimento e rinuncia che incidono negativamente
sulla capacità del soggetto di fronteggiare le sfide
in ambito sportivo ed
esistenziale». Le sfide che non sanno più affrontare i nostri adolescenti, le ha invece lanciate il
CONI. Il presidente Domenico Ignozza, insieme al suo staff, sta cercando rimedi e lo fa partendo dalla scuola: «Non è possibile che nella
scuola primaria non sia contemplata l’educazione motoria. Il nostro progetto, che coinvolge 50
scuole elementari in Umbria, cerca di riempire
proprio questo vuoto creato dallo Stato. Riusciamo per adesso a garantire a quelle classi almeno
un’ora di attività motoria. Speriamo di fare sempre meglio. Ma da soli non possiamo risolvere il
problema. Non ci stanchiamo mai di ripeterlo
“Ogni euro investito nello sport, sono 5 tolti alla sanità”». Sullo sfondo quella favola antica, che
fino a pochi anni fa era la vita normale di un
bambino normale in un paese che era ancora,
tutto sommato, normale.
michelA mAncini
A perugia la pallacanestro dei piccoli
Festa al Palaevangelisti: più di 20 squadre al torneo di minibasket
i
BAmBini seduti Al centro del cAmpo del
pAlAevAngelisti
zioni benefiche che hanno partecipato all’iniziativa, tra le quali Emergency. Libri, azalee e stelle
di natale dappertutto, per ricordare che lo sport
può essere anche occasione per aiutare chi è meno fortunato e veicolare messaggi importanti.
Per le 2000 persone accorse al Palazzetto dello sport perugino c’è modo di divertirsi. L’evento sportivo, che si tiene in contemporanea anche
in altre città umbre, è arrivato alla sua nona edizione e vuole essere non solo un modo di far conoscere il basket ai non addetti ai lavori, ma anche di sottrarre i bambini all’apatia generalizzata
che spesso ne caratterizza i pomeriggi, consuma-
di
perugiA
primA delle pArtite del torneo di miniBAsKet
ti tra videogiochi e l’assenza di attività fisica. Un
fatto dannoso per la salute, ma che ha anche pesanti ricadute in ambito sociale. Si parla sempre
meno e ci si rinchiude in mondi spesso virtuali illudendosi di comunicare. Anche in tenera età.
«Iniziative come questa sono una benedizione»,
sottolinea Carlo, ex giocatore della Liomatic – soprattutto per una famiglia di sportivi come la nostra.» Un caso di come il basket possa diventare
una virtù da trasmettere di padre in figlio. Ma lo
sport è una piacevole ossessione anche per Paolo, geometra barese trapiantato in Umbria: «Per
anni ho accompagnato i mei figli, chi in piscina,
umbria, obeso
un bimbo su tre
Grassi già da piccoli. In Umbria il 43% dei bambini tra i cinque e i dodici anni è in sovrappeso
e circa il 12% è obeso. I dati della Usl 1 di
Perugia, presentati lo scorso novembre nel
capoluogo umbro al congresso sul sovrappeso
in età evolutiva, sono
eloquenti. I nostri bambini pesano troppo.
“L’obesità in età pediatrica precede spesso quella
in età matura” dice Carla
bietta, esperta di prevenzione e promozione della
salute nell’Azienda Usl
dell’Umbria, e invita a
cArlA BiettA
fronteggiarne i fattori di
rischio.
Quali sono i pericoli dell’obesità infantile?
“Il bambino obeso può presentare molte complicanze tipiche dell’adulto, ma il trattamento
del sovrappeso durante l’età infantile è in genere più efficace che nelle età successive.»
Cosa si sta facendo per aiutare questi bambini?
«Vengono realizzate in modo sistematico attività di prevenzione, con l’educazione allo sport e
alle corrette abitudini alimentari. La crisi ha
ridotto il consumo di cibi di qualità, ma il vero
problema sono le cattive abitudini alimentari
più che il costo degli alimenti”.
In che modo?
«Supervisioniamo i menu delle mense scolastiche e cerchiamo di proporre snack di metà
mattina a base di frutta e non di pizza e panini.»
Come sensibilizzare le famiglie?
«Tramite i “bilanci di salute”, un’attività che
rileva la massa corporea. Per i genitori prevede
anche la compilazione di questionari attraverso
i quali osserviamo se i bambini fanno colazione, cosa mangiano, se praticano sport, il numero delle ore di sonno.»
E per insegnare ai bambini a mangiare è nato
“Foodyland”, il libro interattivo presentato lo
scorso novembre a Terni dalla fondazione
Giulio Loreto, che stimola l’apprendimento.
vAlentinA rossini
chi in palestra. E continuerò a farlo. Guai se lasciamo i bambini in preda ai social network, sarebbe il caos.» E c’è anche chi è disposto a cambiare i propri orari di lavoro. È il caso di Franco,
che lavora in ospedale come infermiere. «Faccio
i salti mortali per permettere ai miei bambini di
fare sport, anche se non sempre è possibile- sorride adenti stretti - ma non mi pesa lavorare anche di notte. L’attività fisica dei miei figli viene
prima di tutto.»
I genitori sugli spalti incitano senza sosta i propri beniamini in un clima festoso. Non c’è spazio
per insulti e recriminazioni. Del resto, basta osservare i mini atleti sui vari campi di parquet per
trarre utili insegnamenti. Il fair play qui è una cosa seria. Alcuni bambini hanno grande talento,
ma giocano sempre al servizio della squadra. I falli si contano sulle dita di una mano. Per gli arbitri c’è pochissimo lavoro da fare. Alcune squadre dominano la partita, ma tutto finisce sul campo. Al fischio finale dell’ultimo quarto tutti si abbracciano e tornano a sedersi a bordo campo giocando tra di loro. Aalcuni adulti hanno gli occhi
lucidi. Altri si guardano con palese imbarazzo. La
mente torna per un momento ai tristi episodi di
violenza e razzismo che avvengono quotidianamente in ben altri palcoscenici sportivi e vengono amplificati dai media forse con eccessivo risalto. Ma poi la tensione si scioglie. Gli ululati e i
tafferugli sono lontanissimi anni luce da qui. Forse per rendere migliore lo sport, dovremmo cominciare ad andare a lezione dai bambini, i E, magari, cercare di imitarli.
giuseppe di mAtteo
Il lIbro
8
31 DICEMbRE 2013
1. enrico mAttei
inAugurA unA
fABBricA A
il
mAcerAtA.
suo impegno per
lo sviluppo delle
mArche fu costAnte
2. mAttei con suA
mAdre
3. un’immAgine
del
suo funerAle.
lAsciò
un grAnde
vuoto nellA
suA comunità
il petroliere che amava la sua terra
Enrico Mattei, la storia di un imprenditore con una missione sociale. E con una passione particolare per l’Umbria
«S
e vuoi rivolgerti al mondo parla del nager, imprenditore, e il Mattei uomo. «Per far- metanodotti dell’Eni, in realtà significava: “Sotuo Paese». È una frase di Honoré de lo – dice Verdenelli – non si può che partire da no nato a Matelica”».
Mattei era uomo di fede, ed è anche per quebalzac, che descrive meglio di ogni al- due luoghi: Acqualunga, dove Mattei è nato, e
tra la missione che Enrico Mattei ha portato Matelica, dove c’è il monumento della sua gene- sto che Verdenelli, nel titolo del suo libro, lo deavanti per una vita. Il Paese non è solo l’Italia, rosità, il monastero della beata Mattia che fece finisce “santo”. «Ma non è l’unico motivo. Mattei fu un benefattore in ogni senso, uno che lache pure l’allora direttore generale dell’Eni ha restaurare».
Ma è chiaro che il rapporto con i luoghi di vorava per l’emancipazione dei poveri, degli ulfortemente contribuito a risollevare dalle macerie del dopoguerra, ma anche la sua terra di ori- origine non si esaurisce a isolati gesti di benefi- timi. L’imprenditore in teoria non può mai esgine, quelle Marche che grazie a lui diventarono cenza. È l’impostazione strutturale che Mattei sere definito santo (ride), ma in questo caso si
può dire che abbiamo a
tra i poli industriali più
che fare con un santo
sviluppati della naziolaico». Un santo laico a
ne. Anche l’Umbria
cui qualcuno, forse, ha
aveva un posto speciavoluto levare l’aureola.
le nel suo cuore: dagli
Il 27 ottobre 1962 l’aeanni ’50 diventò un
reo su cui stava tornanfrequentatore abituale
do a Milano da Catania
del lago di Colfiorito,
precipitò nelle campadove amava andare a
gne di bascapè, un picpesca. Era anche un
colo paese in provincia
appassionato cacciatodi Pavia, mentre duranre, e trascorreva speste un violento temporaso le giornate vicino
le era in avvicinamento
Perugia con il fratello
all’aeroporto di Linate.
e con altri amici danLa commissione d’indosi alla pratica venachiesta istituita dal Mitoria.La caccia animanistero della difesa, alva anche i suoi scherlora guidato da Giulio
zi e le sue metafore: in
enrico mAttei A cAcciA nel lAgo di colfiorito: l’umBriA è sempre stAtA trA le sue mete predilette
Andreotti, a seguito di
un’intervista nel ’61
quattro mesi di indagini
paragonò il cane dell’Eni ai bestioni delle Sette Sorelle, le grandi diede alla sua attività imprenditoriale ad aver se- escluse l’ipotesi dell’attentato. Ma nel 1997 il cagnato la crescita e l’emancipazione di una gene- so venne riaperto, dopo il ritrovamento di repercompagnie petrolifere.
Enrico Mattei rappresenta probabilmente un razione di marchigiani: «A Matelica girava que- ti che potevano essere analizzati con tecnologie
raro esempio di imprenditore con un’autentica sto aneddoto: nessuna ragazza avrebbe trovato più moderne. In particolare, l’uso di un isotopo,
vocazione sociale. Lui, Adriano Olivetti e forse marito, perché gli uomini erano tutti troppo im- il carbon 12, dimostrò che l’anello della madre,
pochi altri hanno nobilitato, nell’Italia di allora, pegnati a lavorare alla Merloni, che proprio Mat- che Mattei teneva al dito, era stato soggetto ad
un capitalismo che cominciava in quegli anni la tei contribuì a sviluppare». È una storia emble- un’esplosione. Gli stessi rilievi vennero fatti su
sua battaglia col comunismo. Un capitalismo a matica, quella dell’azienda oggi in smobilitazio- altri resti, e la conclusione fu che la deflagraziovolte troppo sospetto, sempre accusato di accor- ne, che tra le Marche e l’Umbria sta lasciando mi- ne era stata causata da 150 chilogrammi di tridi col nemico. Olivetti venne schedato dalla CIA, gliaia di lavoratori in cassa integrazione. Per tan- tolo azionati al momento dell’apertura del carsi cercò in ogni modo di ostacolare il suo sogno to tempo è stato il fiore all’occhiello di una Re- rello. «Si trattò, ormai è certo, di un attentato.
di una fabbrica a misura d’operaio, una resa pla- gione. Era partita come piccola fabbrica che co- Qualcuno aveva voluto mettere fine alla storia
stica delle idee dei socialisti utopisti dell’Otto- struiva bascule, ovvero bilance spesso utilizzate scomoda di questo benefattore, anche se non si
cento. Mattei la vita la perse, forse per dei pro- per il lavoro in campagna. L’aveva fondata Ari- è mai potuto accertare chi». Scomodo Mattei lo
getti che, anche nel suo caso, erano troppo avan- stide Merloni, e all’inizio ci lavoravano quattro era di sicuro: aveva rivitalizzato l’Agip nel prizati per i suoi tempi, inattuali. Olivetti ancorava operai. «Fu Mattei che diede ad Aristide la pos- mo dopoguerra, quando gli Stati Uniti volevasogni globali alla sua terra, ad Ivrea. Lo stesso fa- sibilità di lanciarsi nel mondo dell’energia, co- no liquidarla per essere loro i fornitori di energia
ceva Mattei con le Marche. Proprio per questo struendo a Matelica uno stabilimento per la pro- all’Italia. Aveva sfidato il cartello delle grandi
oggi, nell’epoca del capitalismo globalizzato, par- duzione di bombole a gas, tuttora esistente. Si compagnie petrolifere, le “sette sorelle”, prenlare di Mattei significa soprattutto illuminare trattò di una grande intuizione, che cambiò il dendo accordi autonomi coi Paesi mediorientaquanto ha fatto per la crescita del suo territorio. volto alla zona valorizzandola come mai era suc- li. «Oggi probabilmente un personaggio del geÈ l’obiettivo del libro “La leggenda del Santo Pe- cesso prima. L’obiettivo di Mattei era tenere tan- nere non lo farebbero saltare in aria, si limiterebtroliere”, con cui il giornalista Maurizio Verde- ta manodopera sul territorio, non costringerla ad bero a cambiare gli uomini del suo consiglio di
nelli ricostruisce, attraverso materiale fotografi- emigrare. Non tutti sanno che l’acronimo di amministrazione per bloccarne l’azione».
co, storico e d’archivio, il nesso tra il Mattei ma- SNAM, una delle società per la costruzione dei
lucA serAfini e Antonello pAciollA
Quattro Colonne
Anno XXII
numero 15 – 31 dicembre 2013
Periodico del Centro Italiano di Studi Superiori
per la Formazione e l’Agg.to di Giornalismo Radiotelevisivo
Direttore responsabile:
Antonio Socci
SGRT Notizie
Presidente: Nino Rizzo Nervo
Direttore: Antonio bagnardi
Coordinatori didattici:
Luca Garosi – Dario biocca
Redazione degli allievi della Scuola
a cura di Sandro Petrollini
Registrazione al Tribunale di Perugia
N. 7/93 del marzo 1993
In redazione
Laura Aguzzi – Cecilia Andrea bacci – Carlotta balena –
Antonio Maria bonanata – Alessandra borella – Edoardo
Cozza – Nicole Di Giulio – Giuseppe Di Matteo –
Federico Frigeri – Lorenzo Maria Grighi – Manlio
Grossi – Michela Mancini – Alessia Marzi – Nicola
Mechelli – Alessandro Orfei – Antonello Paciolla – Meloni
Lucina Paternesi – Michele Raviart – Valentina Rossini –
Giulia Sabella – Luca Serafini – Antonella Spinelli –
Sophie Tavernese – Caterina Villa
sempre in prima linea
enrico mattei nacque ad Acqualagna, in
provincia di pesaro, nel 1906. durante la
resistenza diventò un punto di riferimento
della democrazia cristiana all’interno del
comitato di liberazione nazionale. nel ’45,
dopo la liberazione, fu nominato commissario liquidatore dell’Agip. Avrebbe dovuto smantellare l’ente, ma dopo averne compreso le potenzialità per lo sviluppo dell’italia decise di rivitalizzarlo.
su indicazione
della dc fu nominato deputato alla consulta nazionale il 25 settembre ’45.
nel ’47 guidò la
federaziona italiana
volontari
della libertà., che
radunava i partigiani di area cattolica. fu sempre
i resti dell’Aereo precipitAto
vicino all’ala sinistra del partito di Alcide de gasperi. nel ’53
lo stato italiano creò l’eni, e affidò a mattei
la presidenza, che egli mantenne fino alla
sua morte.
sotto la sua guida l’eni intraprese una serie di politiche innovative e coraggiose, sfidando i principali oligopoli petroliferi mondiali ed inserendosi nella disputa tra blocco capitalista e sovietico.
l’ente negoziò importanti concessioni in
medio oriente e stipulò un accordo con
l’unione sovietica che mise in difficoltà il
cartello costituito dalle cosiddette “sette
sorelle”.
dal ’57, nell’ottica di migliorare l’approvigionamento energetico per l’italia, aprì
allo sviluppo dell’eni in direzione dell’energia nucleare.
gli furono riconosciute molte onoreficenze, tra cui quella di cavaliere del lavoro, oltre a numerose lauree honoris causa.
morì il 27 ottobre 1962 in un incidente
aereo. solo dopo molto tempo si raccolsero prove che rafforzarono la tesi dell’attentato. su chi lo avesse realizzato molte ipotesi si sono rincorse negli anni: c’è chi sospetta ci fosse la mano della ciA, chi ritende più attendibile la pista dell’oAs, organizzazione clandestina francese ostile alle idee
di mattei sullo sviluppo politico dell’Algeria.
tra i numerosi libri e film a lui dedicati va
ricordato “il caso mattei” di francesco rosi, pellicola del 1972 con gian maria volonté che ricostruisce le principali vicende della sua vita.
Segreteria: Villa bonucci
06077 Ponte Felcino (PG)
Tel. 075/5911211
Fax. 075/5911232
e-mail: [email protected]
http://www.sgrtv.it
Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c
legge 662/96 Filiale di Perugia
Stampa: Graphic Masters - Perugia
Scarica

Un altro Natale senza lavoro Cattive notizie per i