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UTILITÀ DI UNO SCREENING CARDIOLOGICO GIUDICATO CON ECOSTRESS DA SFORZO NEGATIVO IN
PAZIENTI CON INSUFFICIENZA RENALE CRONICA END-STAGE POSSIBILI CANDIDATI A TRAPIANTO
RENALE
Francesca Mantovani1, Luca Bertelli2, Roberta Lugli2, Francesca Bursi2, Maria Grazia Modena1,
Valentina Chiarini1, Sahar S. Abdelmoneim3, Elisabetta Rubbiani4, Gianni Cappelli4,
Andrea Barbieri2
1
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Modena
2
Unità Operativa di Cardiologia, 4Divisione di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale, Policlinico
Universitario di Modena, Modena
3
Cardiovascular Ultrasound Imaging and Hemodynamic Laboratory, Mayo Clinic, Rochester - USA
Introduzione: La malattia aterosclerotica coronarica costituisce la principale causa di morte dopo trapianto renale (TR). Pertanto, vista la scarsità degli organi disponibili, l’esecuzione di un appropriato
screening cardiologico associato ad una razionale allocazione degli organi costituisce un obiettivo
primario tuttavia ancora molto dibattuto. Essendo la capacità funzionale una delle più potenti variabili prognostiche, abbiamo ipotizzato che i pazienti con sufficiente capacità funzionale predetta (75
WATT utilizzando il DASI-score) sottoposti ad un ecostress da sforzo (ESF) con risultato negativo per
induzione di ischemia reversibile possa essere in grado di identificare un sottogruppo di pazienti potenziali candidati al trapianto TR con prognosi favorevole. Ciò nonostante, non esistono attualmente
dati sufficienti che supportano questa strategia di screening cardiologico.
Materiali e metodi: Analisi retrospettiva di una serie di pazienti potenziali candidati al TR (in assenza
di patologie cardiache attive) sottoposti a ESF come parte di una strategia di screening del rischio
cardiaco pre-operatorio indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio convenzionali per malattia aterosclerotica coronarica.
Risultati: Dei 64 pazienti sottoposti ad ESF, in 59 il test è risultato negativo per ischemia inducibile
(43 uomini, età media 55.9 ± 8.7 anni). Dopo un follow-up medio di 3.8 ± 2.4 anni, un paziente
è morto di morte cardiaca. Tredici pazienti (22%) sono stati ospedalizzati per sindrome coronarica
acuta non fatale (5.7% per persona-anno di follow-up). Sono risultati predittori di successivi eventi
cardiaci fatali e non fatali la durata della dialisi, l’abitudine tabagica, una storia di pregressa rivascolarizzazione miocardica percutanea, la presenza di patologia arteriosa periferica, bassi livelli di
HDL una disfunzione diastolica almeno moderata. Diciotto pazienti (30.5%) sono stati sottoposti a
trapianto renale dopo una mediana di 21.5 mesi (25th-75th percentile 4.7-36.0). Solamente in un
paziente il TR è stato complicato da infarto miocardico peri-operatorio.
Discussione e conclusioni: Nei pazienti con insufficienza renale cronica end-stage potenziali candidati
a TR, un ESF negativo è in grado di identificare un sottogruppo di pazienti a basso rischio di successivi eventi cardiaci fatali. Tuttavia, la maggior incidenza di eventi coronarici acuti non fatali rispetto
alla popolazione generale continua ad essere una delle maggiori complicanze durante il follow-up
nonostante un ESF negativo.
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