QUADERNI DELLA VOCE . ^ RACCOLTI DA D STUPARICH GIANI -^ l SLATAPER SCIPIO PUBBLICAZIONE QUADERNO GIUSEPPE PREZZOLIMI DELLA 56, SERIE SOC. AN. ED. QUARTA-FIRENZE " LA VOCE „ 1922 PQ PROPRIETÀ DI NUMERATE QUESTO LIBRO SU RISERVATA SONO STATE CARTA LIRE A jHifi^ yflNTi STAMPATE CHE'si MANO CIASCUNA 2$ VENDONO COPIE A Elodì ho moglie pensato mia, lavoro quésto presente sempre siccome vicina, avendoti tu ritrovi vi tanta del parte e tuo passato, e è esso amore. cosi perciò mio tuo come e io lo dedico te a con VOCE,, "LA di tradizioni Trieste tentativi Primi coltura senza Due — — novelle prime Le scolaro Slataper Scipio generazioni — — Il alle Caratteri Dai vociano movimento " Delizie " » — — Crisi indigene Impressioni vociane « » — — in margine ». Scipio Egli Slataper di e ha Italia air e Non Perchè forza sradicarsi nativo; in nella Forza da gli istrumenti cui biente l'am- esauriva si la ebbe anzi dolo accettan- vivere farlo e che domare non dovette ribelle la mezzi aveva foggiarsi stante contra- e tradizione ne coltura. Trieste italiana era città si stesso Questa poco vitali lei Venezia, stata italiana. concedeva Per i medesimi motivi materialmente poco venne da formando prima non quel s'era fatta negli ressi inte- di rivale la commercio, a contradizione a efficacemente, più del cosmopolita, città una combattere per per a ELd razze. sciuta cre- storia. per Trieste fondo nel d'italiano seppe ammirevole, più materia, di della e valori. questo, coscienza, corrente tanto sola rinnegare piena significativa nuovi in tore reden- ignorata di rattere ca- timentale, sen- triestino coscienza margine senza con se di e miscela dal e vita fratello realtà regione fresca una torbida una di vivere fu egli da di ricca il è di ma triestino un una sua una nascita, ma Trieste a scoperto fondo è 1888. nel di redento, dato ha quel in soltanto coscienza. irredento che Trieste a triestino è non nacque fronte, nel po tem- signore un fu contrasto niero. stra- sentita, di ma vita 8 che andò Fu intimo patria ed staccati essere le necessità per di Prima base anzi nella opposti il fatto che ora, da stabile concorrenza solo cui mazione la for- impedì può sorgere d'Italia,la vita di Trieste d'ingrandirsi a emporio commerciale, dell'unificazione lo sforzo squilibrò tra il preoccupante tutto con da parte quiete di alcuni dei piccoli valori interessi e la astratti. Dopo, si esaurì fiaccante scienze co- sendosi es- l'ingranaggio tra d'una tensione si l'opposta pratici,e di valori ricercatori delle assorbimento quel contrasto, acuito degli sbocciare a di coltura. vita una di ogni quella più, sino sempre sto Contra- triestina. individuale. qualche coscienza uniti d'aspirazioni con la madre in sentirsi questo storia recente radicandosi dramma in della caratteristico così — politica quasi morbosa. Per farsi un'idea dell'azione bisogna considerare le qualche st'ultima, que- sute vis- sono come nell'atmosfera tempo s'è merso imin compressa comprendere speciale delle loro respiravano, più facilmente la loro psicologia e l'aspetto tutto cui e in genere dell'Austria-Ungheria. Chi popolazioni per di avvelenatrice può esse colture. Nell'intricarsi d'una nazione a viveva più nazione sotto grave l'incubo quanto basta; questa era doppia volte addirittura nella Venezia disponeva e da nazione d'una più minaccia, incuneata, continua, minaccia oscura come e imprecisa. di fianco era battaglia da centrale, si governo a Giulia),e da lontano, secondo di duplice fronte il cioè tanto E (e il più delle caso da degli slavi Vienna fini strategici,((superiori»,delle porzioni nazionali,veniva non complicata, talvolta che gole sinsino da ali esasperazione, nella concresciute e abitudini varie sentimentali giornaliera lotta acuta nate senza e tregue. Nascere eredità Camminare voleva solo, dove sulla da malferma, dire d'un che del cielo avrebbe appressarsi bastone E levato lingua comprimere e a che stregata, di carne, figliuolie e alla lasciato ma dove continua base tuo il e Tutto per un la senza il dovuto e a tivi sen- dentro dei tuoi Un'estenuante esercito difendere avrebbero Uomo, tuo padre. e tua cieca, pungolo un la solo barriera il segnale volta di di tensione il formarsi impedisse una tuo zione soddisfa- d'allarme di posto vivere per versati ri- uomini centrale do; costruen- potevano. non Questa che periferia, vuoto, al scopo abbattevi. il cambio battaglia campale. una tagne, mon- giovane uno il bene per di una da una come guardia memoria dare poter la come vigilia, senza eterna di di in la chi parlare a verso contro conficcato ormai per energia entusiasmo stare delle difendersi per pugnale, un tua risorgeva il dovere, la la il tuo sbattere la serenità alto assiso ti insegnavano maneggia tutta piedi i un ferire. per si come già mo cal- suo subitamente luminose cima uno t'assidevi col in cercavi schiene puntato posto, un Se giungeva Se stessa bambino da così ti sulle momento. per c'era una con confonderti per opporti. sulla trovavi nascere contemplazione. in spiega si Non sponda dovevi cui a dire momento urtare. ruscello, fluire,dall'altra grido puntellare riposare sponda voleva paesi questi in coltura, e per il la militanti disporsi quale è era naturale organicamente necessaria una IO — calma certa in cui Nasca le forme. si dell'Austria. in quanto non bensì si concretino e esisteva non tradizione una di coesione di nei sentimentale, anche questa nebbiosa. e coltura, che paesi di lotta perdurava e ma sentimenti, saltuaria tradizione vera senso le generazioni, dei natura in questo sentimento un gli strati la tradizione. Esisteva attraverso è depongano cioè Ora, tradizione — è come Quindi dizione tra- soprattutto di giudizi. La libertà con giornale, il libro, la d'intendimento di coltura, mezzi La il parola, Mettete erano al posto propaganda di e scuola che, efficaci critica, sono di invece mezzi della coltura. usati propaganda. subdola propaganda, intenzionale ramente povesuperficiale e, a rigor di termini, disgregatrice al posto la della organicamente e capire per coltura, libera franca la miseria del nazioni Nessuna critica,e profondamente delle storie intellettuali delle vecchio è riuscita quell'atmosfera altezze dei due valori universali,arte nazione che dato Ma brani mediocri il fenomeno di dal ne czeca, artisti compatta e e e del pure nep- guardano cui filosofia.La sviluppata, non terreno le sa stes- ha non filosofi. italiana, che omogeneo, fruttificare fuori in innalzare i due lo presentano più caratteristico complesso a più mediocri e nazioni, tedesca loro saputo in la più rie va- danubiano. impero si salva. Nessuna vertice un la chiave trovato avrete ca ric- vivendo hanno cati stac- potuto fertile delle dizioni tra- materne. Vediamo la provincia italiana. Dtie nomi qualche cosa Rosmini, Tommaseo. : i Prati, i Besenghi, i Revere, Segantini, Ma soli che gnifichi si- Sì anche gli Zam- parlerà della più Questa intellettualmente dalla di pur più calma perchè non che presentino rap- della povera di tempo Venezia stessa Giulia, cia; provin- sua qualche paesello di ingegno un col pur della vitale tanto gono val- imperituri. solitaria in tanto ne se perchè solo ma città il flusso accentrando dove geva sor- promessa, se d'affermazione. non Trieste, ai è se la troviamo E di Trieste negativa centri di e rivista, degni una Caratteristico Significativa verso la Prospero conte fatiche vandalico argomento ed incapace il qualche migliore anno, fu i per l'accoglienza nel né per tuttavia che costanza 1835 preparavano l'aiuto della Favilla : che all'amico « Se le piccola La Favilla pochi mie altro liberamente questa più ». rivista, qualunque in di coltura. questa potrei dire « La scriveva od di ogni di « fondare derise la per eccitati per tempi Se ». Ober- giornale, un de compensate, cospicuo della mancò organi il 3 1 agosto esser nere, ge- impotenza, sua Non capodistriano ad modo viva-morta verso il tentativo Antonini avessero simile trarre il 1840 che in naturalmente così chiamati lettera diamo an- martirio. d'esser Madonizza Antonio la e roscafi pi- se Guglielmo di intellettuali. correnti Ma annali bronzei nei suo d'uomini, mancò come il e suoi commerciale fede sua ai caffè. di quella : la impersona volontà sua sola, pagina ricordi che dank; sacchi suoi ai intraprendenza sua una storia, che storia, lo deve nella passata moli, suoi oltre la dimenticanza, Trieste. Vediamo accurate; magari; significhino valori o venne letterarie storie scopriranno si ancora, di fu nelìe Figurano boni? è gente aspirazione )) durò per individui il quarantotto, cittadinanza; la e non quale 12 — dopo il *48, tolto il contatto anche più. immiserì urgeva sul decennio primo del profondamente erano C'era sì il solo che svago coi avesse popolare » ebbe dell'Italia vecchia nuova; ma in fondo in una (( biblioteca,non Ma in La far a far circolare triestini tutta per di prolissa, e volumi, ma Nessuna di questa e molto di sala della un e Una dinata disorlettura. biblioteca, una modello. libreria del ospitale,aperta della germanico tutte a coltura le Schimpff, correnti, fu triestina. Ci si nel centro, posta merita bene- veramente andava a passare delle mezz'ore, sfogliando e rovistando, sempre accetti anche s'usciva quando senza comperar si potevano libri in casa, guardarseli con avere rimandarli conti vacchiav Vi- di stantio. filiazione arcadica. di miserabili. e pigliarono ristretta » ferenzieri, con- so; chiu- l'aria nel zaffate erano di dell'Italia niente e versità uni- « triestini ai parolaia il pure artistiche. Una conoscere mercianti com- alla pari stare e parte poverissima compenso libreria i società locali di e di resto grassi i di fatto un'impresa Minerva infingarda tantino intenzioni servì gran spirituale questi condivideva con purtroppo mentre pura, non cose ricco teatro, del attirato sempre di nome, il torto troppo che le la vita con triestini,poteva delle livello bassissimo aria contatto d'Italia,ma maggiori cittadina,in vita mutate. i banchieri e liane, ita- Scipio Slataper ventesimo, di superfìcie.Un tutto di nella secolo più largo un d'Italia, ma ambiziosa fattore attivo entrare per le altre Provincie con la giovinezza Quando — anche; correnti a per le povere piccolissime rate nulla; cura c'erano saccocce mensili, bene per cui e i più 13 — d'uno studente primo nucleo questa liberalità d'idee del difficoltà fece stampa, conoscere edizioni fecero capolino Antologia Critica. E Voce, anzi larga vidino ebbe La Voce disgustata la quelle angolo un Oltre sì Lettere « sempre stampando da morte Domenico che si né società e de La giorno La sciorinarvisi mente. natural- numeri, ordine tutta dell'alta perchè litica po- fosse non certi rati innamo- vollero, in Libreria. una 1829 non di coltura. rivista VArcheografo Rossetti,ma esso nuova severa bel Sul clienti. (Quello Slataper aveva su ne Si veniva dato triestino, fon- l'inerzia delle con vogiiono far durare; della città comprese dal sin un predette, Trieste alle istituziom tanto Quattrini disposizione quando della nascosto in d'Ancona. Però triestine ))!). a giornale letterario un dei maggioranza sue la ebbero qualche per semplicem.ente più o pochi zioso spa- Formiggini, tanto copertina capitò Dopo sparì, banco sul di l'improntitudine di com'era. triestina con // Marzocco a lunga e la brario li- mondo Lettura, Il Secolo, La staccava eccetera, le della meglio nuovo di Napoli, Puccini delle riviste,fra La tavolino il più e anche editori, come sconosciutissimi di Firenze, Ricciardi vari più e fra queste e permettevano le variate Carahba, Laterza le aristocratiche prima s'allinearono presto padrone superare Trieste a italiano. Ben te sobrie saputo molto e libri dei a larghezza una scelti, che ben aveva confine del E, importante, librario, del campo il accorgersene pratica s'aggiungevano libreria Questa senza biblioteca. l'esposizione ordinata e nuovi. quasi sua degli impiegati e l'arrivo d'una conoscenza e stesso farsi potè — duecentomila cose tanti abi- cinquantacinque abbonati, librerie. Una simile rispondenza non contava 14 — da tuttavia era ascriversi — completamente dei colpa a lettori. 11 della invece torto iniziative nuove da sorte più larghi intendimenti fu di ditta rispondere non fra di loro, con lontani campi più organici del e due a solito. ?** Si coiriinciava Tutto spirituali. consolazioni finito aveva che a lo con nazionale, tutto più e commercio dovevano triestini incontro mente più chiara- formulare di pari va dalle il collegamento isterilire; questo correnti grandi la tradizione con al restare so pas- che il ragionamento del margine si ripeteva spesso. Anche nei ed le mani ciò socialisti di fede istituzione questo che della e pur movendosi generale prima dal dogma svincolato di porre fatti si tentò tristi. E sì per i andati piva ca- più gretto; la stessa avvalorare sofferto; per civiltà. Staccati storia, impedito Si e a il grande la maggiore della cominciò si che la verità con avrebbe politica la e senza gli animi. sarebbe si più fosco ne previsione, questa così sempre commerciale città umiliare e vita una l'interesse per stancare continuando avvenire un sentire il disagio di a chi da della anche s'era in e modo aveva più libere. Alcuni mente italiani,pensarono serenamente partendo dal campo particolarmente, fosse coltura. zioni condi- a qualche militante nazionalità la riparo un Sorse così una socialista di // Circolo e in elevazione di studi sociali. Un'accolta di amici nel 1889, quando si fondò; dopo 15 — 1 1903 un'istituzione DÌblioteca Dpere li (( scelta, con scientifiche,due belle cicli di ;corsetto, lo più per ecipare anche di studi iel Circolo Salvemini che li far Labriola Arturo del dieci merito per fra altri Gaetano parlò undici fran- sulle origini sere della di studi seria, il Circolo opera par- sulla rivoluzione capitalistico.Forte sistema di- un i triestini così occasione, lezioni che tenere (vi potevano sociali, di sentire tenne lodevoli, a coltura soci) ebbero non organizzava e veramente » venivano della amanti i alle riviste, non alle destinate armoniose organici di lezioni. E corsi ma sale e una speciale riguardo intellettuali serate ipassionatamente e esteri Possedeva promesse. riccamente conferenzieri :ese, di piena giornali locali ed lei — coscienza sua sociali nel prese . 1907 l'iniziativa di Ma successo. durò :olturale solo, dominata diffidente dalla Dasso :ol d'ogni novità, della 3gni iniziativa al non 7 Circolo loro loro utile di studi ondatori ed L'altra o particolare morì; ghesia bor- d'un socialisti divenuti diffidenti vantaggio a rale gene- Così immediato. e continuò dei cure a di vivac- pochi solitari utilità. senza architetto, tre uomini servisse cioè dalle su un etterario; che colata osta- conserva- altrettanto iniziativa fu // Palvese. 5Ì univano litri due amici, fu di recedere stesst svolgersi sociali :hiare,disertato,tenuto ferocemente pauroso potenza potesse E ostacolata. dagli ma che argando al- d'elevazione organo direttorio un vero un facile prevedere, dalla era come da un città, fu tattica; sua crescere e la tutta per non ore, divenfando stava e ebbe l'istituzione andava come poco; che popolare teatro un un Verso avvocato, d'ingegno, di raccolta per la fine del un creare alle forze 1906 professore un e giornale intellettuali 16 — migliori della irradiatore s'era regione dal poca e di quello che fosse del (( codesta cosa Il Palvese continuava ed entro — ciecamente di sicura anche fu la dimostrazione di rappresentare più sempre pensiero Nei Lo e numeri conosciamo in « Gianelli vita »! poeta e poesiucola una umile questo disgraziatamente a Col ». sfogliando, va senti rappre- il pensiero — cui in ! chiunque se a di e che si fa trovarvi quel cuore per l'arte e quell'arte. primi compilò intorno i confini lo si stretto, Palvese del all'Austria degli italiani soggetti piere com- si potesse. annata oltre i curare a fare la politica sentimentale a capace raccoglie un 1907. Ebbe produrre Tintelligenza triestina,pur in un'epoca indizi dello svegliarsi delle coscienze. c'erano Misera che Favilla. Visse La II Palvese però canto di quello meno città migliore che la funzione D'altro la di focolare tempo al dicembre giorno, per ne prima commerciali giorno stesso più 1907 solitamente interessi del del gennaio presa; suoi Ne settant'anni proposto anno, nello e di coltura. — Nella Ma delle sua conosciamo Doria che abbiamo speranza che lunghe poesie; cali lo- condizioni dalle Elda le poetesse meglio Cambon Pitteri. lavoratore anche e lui, sollevato per E buon e brevi di Riccardo vi dantemente. figurano abbon- negli /ignoti nei e giovani. Che Al importa ventaglio! Vi qualche rivistina impigliamo ne se mossi appena certamente saranno d'Arcadia. Uerha : Ahimè, intoppiamo cascati che per in versi caso seguitando da ci 18 — tica del Palvese, del smi onorati? O che potesse poetico Lesca del versi Pellizzari, ospitati l'aria d'esserne a lumacosi i — larghezza tanta con che gl'ibridi- e fosse codesto offrire la con e il solo madre trimento nu- nazione Trieste? Certo è risultano La molto né lanterna in che ancora con Zuccoli, degne di nota Bisogna ne saper austriaca Scipioni; in dei che uno vi gli occhi e È u Or che e la notte fatto ha ultima tini, Segan- in dopo con profonda; la ronda l'ultimo giro ». vi Fasini; perchè la si incontra vi la legge pseudonimo tutta comincia : di in fondo, quella meraviglia passioni l'urto respiro che perchè proprio ma tare but- rivistine cosa, lo con fondo tante nel ne Slataper Scipio, che poesia, che di s'addormì, de trascurare dei giovani del dicembre, breve una può Ferdinando disgustato, potete su ciano di Luitaliane opere di Bianca qualche firmarsi a perchè numeri ha si e scolaro costringeva Fublio le che tata but- venga leggera gli altri giornalettie squallide fisonomie dello fra romanzo non Trieste. a fatto Fanzini della non felici. Silvio Benco rubesta cera quello che con pubblicavano le da essere mucchio collaboravano fra Compagnia il Palvese Contuttociò si di Alfredo La estetico precisi dal ne rilevato il sia il criterio e esercitati di Diogene mazzo nel il gusto roba fermare 19 — La ? Certamente riconoscete che qualche virgola Ci bohémien, ci quella giovani, Ciotti, Rinaldi La generazione qualche modo loro, opera dai che vuoti La l'opera » di riempire, ha di Silvio ne deve Benco. Ma altro ha fatto il Benco, d'un occasionale di vivificazione di ingegno uomo NeW poi, per e di gusto Indipendente venticinque che in prima, anni, chiacchierando, commentando, la prima. può compiuta Beozia nel sono letteratura come si ma gliere racco- che, spezzato l'opera più stata una dalle desideri non ma sia inghiottita romanzi, inutile rappresenta che La spezzettata due e romanzo, com'è, parte questi povera in approfittare. Con rimasta che coloro // castello dei sarebbe nell'unità parte Pasini il terreno. in scrivere potuto fredda in cui comprenderebbe preparare a triestina ben Slataper si conclude. tutti sintetizzarsi,è deve fiamma ne, perso- Ferdinando e resto destinati può Benco Silvio (( del occasionali circostanze Saba a e si non Silvio Benco sono non inizio più giovane sacrificati, come i sono né giuliana ha l'antecedente. senza troppo Sette Pasrini e naldi Ri- Rinaldo numero. e Stuparich, l'effettività spirituale della e irredenta letteratura il Benco Da generazioni. solitario troppo Stuparich, allora completato dì Montereale. da di Carlo pensosa con nell'anno figura esile di la mancano sarebbe e due Umberto tro al- è non Palvese, l'autore Virgilio Ciotti, allora manca e che Solo meno. fìrmavasi 1907 grazia in che : del di fuori Porta Osteria questa sfuggito Uin- è non militari fra i Versi dell' osteria termezzo 1911, di letto Poesie ha chi a nel Saba, pubblicate Umberto — ravigliosa me- da un letteraria. Piccolo settimana tuario sal- per conversando della Sera settimana, su arg"v 20 d'occasione menti anche dalla futili,passando più i Russia al Giappone, da una all'America, dall'Inghilterra da donna esposizione a una ghigliottinata una cometa, celebre alla frase un d'un al Parsifal di Riccardo cane libro, Silvio Benco un a chi a qualche buttata ià sprazzo di sapienza. In della che specialmente dimenticare del piano anteriore e che triestini avendo non di gusto scuola vivificatrice Ferdinando Pasini Benco; nato lo che fra il i suoi meglio tempi che un si e peccato ch€ ch'egli ha corrono ! fatto. una per letterario. sini. Pa- di nascita in giovanissimo Capo a come del volume. raccolgono come nella d'Istria, Trieste. a ci abbia non i scernim di- del senso il Benco fu della ghesia bor- gusto colta, così il Pasini fu Si pria pro- quadro. Qui insegnante articoli, raccogliendoli le con passati sono però venne il Benco pure il melenso tutto triestino raddrizzatore pretende di pizzichi di del fine di elevazione, stesso consigliere fi) È è dapprima oasi l'opera di Ferdinando scolaro il Rinaldi, poi ebbe Con fu non Trento a Giulia. Fu Venezia buon di criterio meno Non dove e sono coli arti- quel di giornalista (e affatto il ottuso leggervi, seppero ci con fanno cornice delle dovere condite tempo, qualche da italiana,scritte un ma triestino), col sono intelhgenza che della il è rituale spi- migliaio di (I).E prosa vale carne- di giornalista. stanca ci un opera questo settimana, letteratura al pubblico consenso sua a mondo un illuminata a in da aperto pesante, mezzo poemetti annuali riviste ha sempre di volta a dei veri poesia, ma spesso, scritti volta monumento un Wagner, leggere nella sapeva Opera vera letterato, da salvato Sarebbero invece tante una instanca- quarantina certamente porcherie ai 21 — giovani. Intuiva dei bile educatore - psicologico che diretta li seguiva fattosi in i e fossero ne A lasciava si non la irredenta di Il lavoro V Università italiana decennale costanza una a e italiani dell' Auotria, se a font: di la di Non ^ni è che quindi scuola in fra la vita lotte, è volto e che stesso se forze », di miseria un'azione ad gli correvano deve fermare af- donato abbanle trovar mente perdersi definitiva- spirituale d'allora, organica di coltura, superiore. bisogna dimenticare servita tro dall'al- Pasini, sul- ritaglio di nazione nella di lore va- raccoglie il frutto di pericolo questo continuavano necessità una e del importante e il le proprie tutte se e stesso u spingere per il modo. di studi dimostrare letteratura canto un no, buo- quel la da e Trieste, che a cero fe- il Pasini luce in volte, che terra ogni più completo che renze, articoli,confe- con fermare per della propria in sero esaminas- educativa, mettere alle prodotto, aumentarlo ad siderare con- guida. quest'opera esagerandolo colturale con li portava la perchè sfuggire occasione, aveva loro far importanza; buona sua commemorazioni, magari distoglieva; di questi giovani furono di integramento e, migliorarla. Il Rinaldi, lo Sla- a sotto li affezionava, sapeva vivevano cui spinti prim.i passi i in Stuparich Carlo taper, li ne di maggiore problemi alla realtà di fronte o di penetrazione senso tare eserci- era alle loro inclinaziom li assecondava amico, Se giovani. s'interessava tutto, finissimo un sui rale coltu- il livello più sicura via nimento discer- acuto suo innalzare per degl'italianiiiredenti,la un'influenza col a formare infine anche spirituale giuliana un e che l'opera del efficace quella Pa- collegamento trentina. Compa- 22 — — ed gno di Cesare amico organicità, e delle in causa coltura nella accinse dissimile non dell'ambiente parte Battisti. Con al quella a pensata in continui di Trento Popolo suo e il Trentino per Battisti si tenne Cesare collaborando Giulia diverso dagli stessi un'opera di animato Venezia da potenzialità minore più difficili circostanze, ma ideali, si dal per Battisti,con porti, rap- alla Vita e trentina. E alla Vita Trentino, il Pasini prima come Lo Pure di che seguire il anche scrittore Publio il giovane completamente che via discute gli altri sia per Scipio Sla- nel Palvese. introdotto aveva e intellettuale del tono collaborare tisti Bat- inquadrati per sia seguono biente. dall'amsprezzo per dovere sarebbe che abitudine lo Sci- modo sco- inutìile cambiare. Tutti sono lo la quale Cesare con già si distingue lo scolaro la si non e fece ancora sono elevare di liceo scolaro pioni di tentato aveva taper, trentina, ilivista gli scolari,giunti alla seconda ormai avviati, comunale, da si dice. come cui Codesta terza liceo, sica clas- scuola migliori cittadini usciti i sono o za sen- piegati dubbio, gli avvocati, i professori, i medici, gli imin alto l'italianità » superiori che (( hanno tenuto di Trieste, s'incarica di stampare in tutti i suoi scolari di tradizione un'eguale mentalità : quella di dominio e liberale-nazionale; quella per cui soltanto, si crede, può mantenuta esser Ora alta l'Italia Scipio Slataper mentalità. L'ha subita è a già nelle Trieste. in contrasto prime con classi, come questa mito. 23 — in anche quanto che martiri lui godeva dalle risorgono del comincia gli fece ragione egli le ed Era segnato che » sentire i vuoti Lavoratore, ch'era e potente insegnare Non liberale; socialiste,gli aveva fatto nuovo, articolo aveva messo spinto a (( Sulla tirannia fare quando Ferruccio Popolo (1). (i) È caratteristico nel tirannia i delle martirio un ai 1907 delle » altre giovani, del maestra del della il Calderon, che avvenire nostro comparve recensioni alle studi di Circolo anche austriache che S. firmato teatrali anche !» in Publio la Nel vita, S., la solo non Lavoratore critico su Scipioni, quell'epoca, senza del Deve e aver firmare. non gior magscuola tembre set- 30 Alcade El alla scuola la del « blicato pub- ribella si rendono « e teatrale, il Teatro per lo », sociali il critico recitava articolo suo rie teo- scolastiche norme l'ipocrisia,l'astio, l'astuzia rettitudine » e umana grida : « date fate torniava, at- spirito avvicinato aveva lo uno articolo, firmato primo gennaio 1905 ; lo scolaro 26 ciava comin- germogliano buoni libertà Zalamea cui in che ziniano maz- che anzi uomo, fu non come quel scolastiche norme sentimenti sia del numero luto vo- avessero dell'ambiente delle qualche sera Garavaglia per gli paccione sca- pubblicare nel Lavoratore col contatto a che ma setti- « )). un quale lo e talità, men- qualche quell'epoca egli il solitario un in incrontrato aveva sua leggere il e anche Scipio Slataper, ma della socialiste dare a l'insufficienza sentire a pronto il patriottismo « quella scolarone quei compagni a fu socialista ne il biondo dito professare idee osava il in contrasto. si pose a testa, la ragione, il falso di e in niero, stra- poi, quando ma dalla disgregato esser a velata; lo fanfara e dei e scacciar per al vento dell'Italia rossobiancoverde mito Garibaldi rosso tombe bersaglieri piume dei — de scritte 24 — Vivante Angelo Slataper aiuto suo la d'imparare della borghesia anche del mazzinismo, reprobi, dei senza dei che della via scolaro i tra in lo sforzo e neggianti e imitate dai dei suoi Carducci, Nietzsche ma ciò che pure nep- formità le de- addirittura che sì, ed importa da fondo cui è sedici-diciott'anni, lo distingue è che questo, dall'interno, dal nocciolo sue grandi poeti amalgamate, non dei e Ibsen puerile l'espressione delle e Letture nel il sono Verga, Dostoievski, s'accordano e stomaco avviene carduccia- mettere non d'appendice) insieme torbida lo digeriti con o giovane giovani colleghi. D'Annunzio cozzano ancora il facilerie detriti (per romanzi ma artistiche. visioni la sul- la preparazione per Non i rosoli deamicisiani conto proviene tena ca- triestina anche colleghi artistico. dannunziani ne patrimonio anche tersi met- dall'inesorabile compagni, scrittore si distingue già dai interiore di coltura. lo Come il mondo », passi della gioventù i ingroppava stra sini- a propri occhi. Così coi scolaro, s'era già spastoiato ancora più confrontando, e, casione oc- fra i giovani l'altra metà « di guardar e Slataper ebbe andavano non patria, propri piedi sui che triestina col incoraggiò rarissimo conoscere, a la e Lo amicizia. sua pio giovinezza di Sci- pronta sicura promessa con e nella intuì una - e non vero; milazione l'assi- dalla buccia. E lo distingue radicata sbocciare pollice suo essere giorno un : mio nel così un'ambizione ancora (( è Io in sicuro : un superficiale; gonfio di succhi, che questo nato sono non a colpo grido d'orgoglio dar non forma può messianico auto- all'argilla.Il cancella un altro» 26 — terci iri;una artistica di colui via Ma che è nelle la e che l'autore sarà la priva di colorito, sul- dobbiamo artistica via novelle melensa così prosa — del Mio Carso. cercarla altrove, piuttosto. *** Una delle s'intitola novelle, scritta nel luglio del 1906, prime del Quei di Portole; (( dò Siamo ». quei del dò « Istria nella in » gna campa- gli abitanti di Gri- sono signana. Maruza fidanzata è Una gli distesa ripresenta in visione dì frumento suo po' d'acqua. Egli aveva di gloria. Disse barbagli come colto un offerto un sole di tagliuzzando una degnaressivo pudore contadinesco s'erano amati Una Zamaria « Chi ingioti 'ssai Se lo Era detta E Nella stanco strada. dolce atto' E rispose. cosi chiese stanca ; Maruza Grisignana. di perchè subito Litigarono passava. po' un sete aveva e limone. Chi solo, crepa magna solo. voleva che rispose egli — dei Le grande poi spudar no amaro, se volè me non '1 volè, deme Nardo. di il rifiuto di spettito. indi- mostrarsi garofolo dar dolze. un gavè che rosso E nianca quel limon spigo. sul gaio sen. adesso, notte cavalli colline chiarità el Ma prima. fior meditava donnescamente il frutto Mangiò la ven^ assa}X)"j lentamente, diss'eglibrevemente. — lunare e ella l'acerbità. voluttuosamente — di un ga amaro dono per rando ratore, lavo- Avanti. Ben. — che lui e limon? ga, mietitura dalla sbucciando quel chi esser — contenta se ella, nel mii, i lei. per il buon s'accani. Ella — — Zamaria Portole stava Ma : Se fiore Ella : Ed persona? lavoro. Nardo il falcetto con mia la tornava di carro Bon — — la ella di era de Maruza. a ». sera sul posto ella de pagliuzza Ve — e namoramento dell'in- scena al Il aveva la Nardo vasta aveva Ecco si come « Nardo. a c'era non il rullo delle verdeggianti diffusa. altro ruote di rumore rimbalzanti vigne avevano scalpitar^ che lo sulla breccia strani luccichii delU pe 27 — dormicchiava carrettiere L'altro — redini le con nella allentate floscia. mano Il donatore Coreghe — quel che la messa Non — lo la Ora mano Lasciò brutalità slanciato al occhi mano cavalli il il fiore. al avvezza de nanza vici- La lavoro garofano tentava avere umidi pestre. cam- violenza. a tanare allon- di lo lussuria un'aspra per subito quel vase. in- ardente. la brama con petto. disvincolandosi, suosamente fles- carro. disordinato ancora e cadente. ». di Zamaria e campanilistica rissa del ella Ma stese : vedaremo amorosa Zamaria rosso affondarsi afferrò. la balzò dal serpe, il loro trotto minaccia la sanguinosa il brutalmente egli della vergine il molle fiore ; una ! Se lite lei per luccicavano senti ; Femina La donna ed contatto .continuarono Egli urlò — di paura. il fiore. A come I difendere per una come su gli lasciò Ebbro, : conta n'ebbe e libero la petto difendeva si ; gli capi Ella risata che Spetè, smorfiosa. ella come la temeva. cussi? Egli s'era E fresca storia una ardire. forte eli 'era resto Ah garofolo. sul mano dava le bivio del Del in Savè l'orbo? bramava S'era mio al drio ruppe Maruza aspettava. Nardo finisce in Portole tra una Grisi- e gnana. In novella, senz'equilibrio e prima questa nell'insieme, c'è già, riportate, qualche scelta e natura soggetto le bestie se sue Poi locale soggetto Pruhuu... le buon un due scene Anche di robusto. perchè locale, appunto vicino, dimostra e sano dalle la mo comunissi- criterio d'inizio « dalla )). Di a del di cosa si vede come ciata impac- di » e che che è in velleità un scrisse ne che vezzo bocca cittadine del e si parvenu un'altra ancora piglia nel condurre provinciale, letterate, tradisce che an- sempre origini d'asinaro. si staccò, perdendo di spontaneità e vivezza. : 28 di novelle psicologiche. Ci molte e fortune dei le complicazioni seguire per furono immersioni di prive non in in rie se- una mezzo namorame in- un D'Annunzio due : malefiche, che conseguenze immancabilmente in sentimenti cano toc- giovani sani. ai piccolo, La pietra L'aspirazione, Esseri, Il sogno che è quasi Dimostrano degli sviamenti. nascosta, sono di buon necessùà scrittore dell'epoca moderna un per nella selva degli incantamenti smarrirsi psicologici. Se ci casca ci casca dopo, che prima di farsi scrittore, non Lui e Lei e tutto quell'arruffìo è molto peggio. Insomma di donna quando vogliono bene si « amano Ben di abbozzi soltanto // sopravvivolo, Nell'autore idealità s'era ribellato In arte È interne. confuso del dò. è alla un Non e è più alla la al priper le in lui pretensi onose quell'una forza stessa che donna ed bruta è vivo cui con sensuale. maggior un a senso l'apertura di due sorge e imaginativa; sua evoluto grigio movimento L'azione vane Fra : II freno. e passione nuova finì cui sociali bozzetti parte mollezza un di di delusione le forme per ritorno acquistato ai La faceva cui di rispetto senso Attraverso concreto. di riempirlo. Si è deposta corrisposto aveva dal vuoto un contro borghesia, di novelle, prive queste (frammento) le trine tenta sì « di stile. arriva amoroso. acredine semplicemente non a e uomo comico-tragiche, successo socialiste certa non un è esaltamento della tono novelle poverissimi. Dietro una il e si riprese però presto alcuni m-o » danno », insieme intrecciano di tratti caratteristici inoltre I che fili sentimentali delle dal gio, sag- proporzioni vivaci scene d'insieme, più viva più tirocinio in come dialogo e dal in un Quei par- 29 — ticolare,come Dietro in la ricamate netti assiste chiamati soldati alle le altre tutte di Un novelle, in disoccupato i e prima dall'alto gli guasta il freno automatico; sfracellando precipita gli dà trascina da se con mangiare di voltosi ri- coi questi più sobriamente dell'arte pregi di nile giova- d'innamorati, coppia cucciolo montare in città da e una tran- di gitanti, zeppo tima all'ul- il tranvai e la morte donna presentatarap- spicca signora con bamboccio un con che è fra cui un'elegante per società tranvai questo su da povera sul tutti. L'operaio nella che e di un'allegra brigata forestiera collo. Si perdona da segnati troppo (( bamboccio Il Anche — Uno questo si noia. della in tappò ci la perdono, donna rincantucciata con liberò quanto per incominciò furia gli orecchi, negli occhi la florida a per roscuri chia- con armi. belare. dimostrare dolorante una mammella avido. : il bimbo atti in preghiera vi di si attaccò, ??-- Ma il viso me l'insie- voleva. gran Umilmente, Tutto alle prime artista di soggetto I particolariperò concepito. pennellate decise, spiccati, da codesto zoliani. romanzi alquanto puerilmente è sono all'inespertafantasia nichilista,da sabotaggio la i difetti scendere da un gli operai lotta e per sta vendicarsi, una che alla e raccoglie meglio operaio china non possidente Salvi- ricco Scipio Slataper. che vai messi mente fine- reprimerli. a // Freno Ma del all'incendio spaventata le tendine Dietro le trine. famiglia appiccano — le : Nello di signorine protestarono dai compagni che anche stile piace maniera; pudibonde, guardarono la preoccupazione piuttosto ossa sotto in silenzio, rivolgendo per un istante, avidi d'evitare la ». le legature pelle che rim- 30 polpature; banalità critelle Gli altri offesa renderla a Per lo zufolio le offese. rivestite d*ipo- In fondo Uno, hanno che d'esser si gante più stridulo : l'elegarrula scoppiò ; due lingue. le dell'operaio: cupo lì, del ridicola in poi dal e rissa la questi giovanili tentativi il valore voce l'innainorato gnaulò cagnolo mutuamente sghignazzio garrire quella Lasciatela il volto. bruciava della tacquero. Rimandate, lo le sangue rabbioso : il efficace, storpiavano anche del tono dell'altra sdegno rincalzò Scoppiò — per l'ingiuria dal di zufolare. a l'affluire rivoltò: si capirono infocato mise che sgargianti. sete «L'allegra volto fuori nude messe !» cane si menzionano perchè stessi, ma se rilevati nell'ambiente non tano meri- d'arte povero cui in avvennero. leggere A tutte in bustine messe e poi la rivista si non può triestino che si non del atto, un passione Non a dramma, // Vita Freno, trentina della che ha privo fare la vane gio- lo scrittore sua e zione ambi- era Esseri e smo Spiriti- Lo Battisti apparvero del ma ribelle,dram- vita, versi. origine sempre di contrasti. in la quel- Così pure dei versi. versi; i giovani battezzarli di questo costanza novella, Passato non peccato anni la data e pubblicazione, per per dinate, or- può. il Fiume delusa, molti passano e il Timmancabile nome Nella il titolo chiaro rifiuti;perchè pietra nascosta, Sì, anche e dei gli pubblicò Tasso. La più nato di chi tenacia // Paloese in si sentiva bene manoscritte mandate la scoraggiava e su ammirare non se con furono cui a novelle queste ed anni da loro di sfoghi asinini. E ne prima fanno che tutto solito di arrivino, se rivano, ar- lui subito, col stessi,come con per ciò inframmezzati ile si- — sentimentali poesie rimo abbiamo on E del quando di landava dei sono quali versi il giornalismo. CorrisponGoliardo, giornale studentesco, la critica Trieste da ente ci Palvese. nel trovato manca non dedizione, di momento nel lo colse che la donna per ne qualche articolo di quando in cri- ica. Ma che Sai « terrò — discorso un si forma noi che bel più ma essa interiormente. che finito avremo che esterna di diario nel scrive — condiscepoli ai attività attraverso gli costa, imagino ? Quando cosa Marcello amico anche che che lo sforzo ler ammirevole questa Tuomo è nporta, ) è non non compilava il saranno per (liceo) ginnasio più condi- così. circa E dirò cittadini. un a :epoli ma sicuro il passo che e ampio inceppandoci pastoie Oggi quelle della fuori camminare i costringevano a Oggi vita, sono spezzate. T badate Ma via vita. battere della oi possiamo liberamente l'ampia la soffoca fianchi ;'è ai suoi ancora, una e siepe che la rinserra il convenzionale. 'itta siepe spinosa : la legge, la morale, Questa occhi i campi ai nostri liberi, i prati verdeggianti : iepe nasconde è che quello jtto )oncittadini più dolce, temiamo. Non ! della che Sappiate si la siepe Questa vita. scossa. giù butta pugno un vien ora via le un bran- spine strappan della siepe. parte l'umanità tutta potrà Certo, non passerà per quell'apertura : ma la forse anche ed due forse assarvi allargherà più ognuno uno, ; sentite il canto 5ssura. dell'usignolo? Coraggio. Qui c'è polvere: non E risponderà la mia molti felici anima : sono perchè oltre la siepe S'insanguina tratto. uon elli di carne perc^" vedono, on Ma E sì la tutta di vedere. pensano in e una alto? Nel cielo vedrebbero riflessa non è la la vita. mia la risponderà mano, cadrà Ma non guardano non trada, d'anima. e anima : Essi in guardano terra : loro elicità. Perchè •erchè non dir ascoltati ssere Apriremo a loro hanno godranno guardare forza di quello avere? che Perchè essi potranno non anche parlare, avere, per non ? la noi valicheranno. rutti di la E ». essa siepe. Gli altri, quando lotta, dunque godranno. Senza più meno non di esisterà, chi lottò, 32 — Voi intuite già chi — il giovane è che lascia Trieste finito il liceo, per recarsi in Toscana, a a stu diare )). Vi Ricordati sfugge una parola : romantico. ci fu bisogno di creare però che dovunque nuovi valori appena sorti sono in rosa E i romantici. s'era cui condannata Soprattutto ricordate l'abbrivio di appena irredenti la vita che polve di Trieste. Scipio Slataper prendevi là, dove la vita L'ultima arrivata. alla grigia via pensate spirituale degl degli altri (CtrcoU di studi sociali,Palvese, V'ita Trentina) fu la sua prima Di era meraviglioso con qua Voce proseguire e Che fu cosa La andatura sempre in giorno In giorno i mezzo, coltivati,e vi di campestri cautamente Intanto mente za e educata vantava Maestro Italia ? in vociano da riteneva non tra ui d giornalismo un e h non se scegliendo stava più polveroso Giosui banale. campi del vivo sapere l'erbacce. Le osservarle e elencarle a ultime andavano glorioso positivismo in rimanevano sotto guardia intornc varie spe giovani rischiavano i del chi politicantismo, chi di finire nella di aspirare cloa a um psicologia empirica, chi infine,più genial all'anno. Sen degli altri,di scrivere un romanzo di contare scoli più Li a nomi. massima cattedra si crescevano un a vari e del arrivare poteva essa. superficiale e retorica, accademismo ca che che ma sforzo il movimento generazione Carducci, eie con tappa i piagnucolosi gli striduli coribanti attaccati del alla vesta D'Annunzio, del i magnac Pa 34 Il quale scegliere ordinare. compito alle spetterà nerazioni ge- seguenti. Lo (( Sturm Drang uncl Iniziato prima della Rapini, dal travolgente il d'Italia fu il movimento de ancora Leonardo. col Voce, La moderna letteratura nostra Giovanni » settimanale che Ma fatto fiorentino Prezzolini, il Giuliano fondava il 20 dicembre 1908 di quello del ch'era vito lie- l'anima di continuo che gli ha e dato e calcolata; e e fare invece egli stata una l'aiuto Ora vari carattere di e inalbera di rivoluzione di sotto creare renderla da più fred- di coltura rassegna liana ita- platonico di collaboratori con dell'arte e del se questi spiritiliberi, insieme divergenti. Una tendenze di tutti i valori le più opposte largo pubblico. Come und Sturm ogni sempre trovati, nature, quell'affiatamento e sopra che sono necessari perchè un più papiniana- italiano. quale cioè la battaglia, giornale di combattimento un il difficile fu tenere di peramento tem- pensato aveva troppo le forze reali degli spiritipiù scapestrati pensiero Diverso di ordinare e bisognava promettere con Voce. La quadri era generosa; straniera e posati Leonardo nel bollente mente i do, Sofista del Leonar- amico, suo di formare tempo che nel è quel nome. Giuseppe a da ciano. vo- tutto doveva diera ban- Drang, serve ma non quella movimento riuscire a dunare ra- basta plina, disciriesca quello vociano. Qui molta praticamente se è azione parte nel gli elementi deve essere in nell'amalgamare cementare, conducendoli qualche modo all'azione,che organica, ebbe 35 — la Giuliano tico battaglia di tenda di l'uomo egli fu dove gli scapigliatiguerrieri zione, pronti suo ed aria volta ogni proprie; in e più e lini che ha la e e annuvolati decisi a che creatura pericolosi guidare la degli amici, lo sfrenato di il gusto far state sono morale fattiva l'affermazione che Voce, dopo nascesse con dal Non a si Giuliano come dall'uomo qualche anno doveva con saputo possono tere, carat- suo convinzione menti altri- più tenacia; uscire potesse stanco e abbandonare che, quasi tosto, ne seppe Giu- d'irritare spiegherebbe vociana, e una di negabile più l'in- in del generosità negatore l'altro uomo e nazioni, osti- più in dappertutto, che sottoposte vita. tini repen- Perchè il compiacimento profonda della più lena di bozza debole, ha un di debolezza il male sempre allora come giando palpeg- indotto vociano? maldicenza, della hanno crederlo a movimenti cercare dubitare Prezzo- fresca ancora, che Prezzolini,le qualità e E attività, dalle facili sua contradizioni sottile propria dagli scoraggiamenti tutta a di consola si tornarvi ri- per inchiostro. quest'uomo mai anche vive far d'accordo. tutti discusso, urlato, pianto, dalle uno più ancora di primo Come la faccia con scorreria, sua odorosa guerrieri nuova e a- conto per ognuno ringagliarditialla uscirne per i escono ne di corrispondesse alle idee è in pericolo di saltare non tenda la ogni volta rischiarata testa stabilito il piano se ta vol- per accordo un d'andarsene minaccia a trovare per quella in volta precipitavano si Voce. negargli la fede, dentro, là Tan- La fede a fede maggior che negare con concordare paia tutto può si dirigesse apostatore .benché Anzi Non Prezzolini. del persona — lito avvi- La la riprendeva oggi, come il 36 — faccoglitore appassionato diventare neto di e di Carlo di Angelo Stuparich dia affermazioni, unilaterali forse, dei La fede redenti Prezzolini, quella e che (che Un molto della via della che più principio, della vita del Ve- alcune chiamato il sue (( nigrator de- personalità di Giuseppe nelle attiva Ma Per per la agitata. Non in e nella nalità razio- e egli cammina, di fare pur bontà via questa domani, interiore esterna) della vita contradizioni sue costanza rara meta. una vissuta. sicurezza senza possa di Scipio Slata con d'esser costanza nella in non » Vittorio di e motivo una con vera Fede vita. guerra Vivante, lo raduna lo fa proseguire è la )). il centro è Tutta « critico di Caporetto l'editore come e per il freddo — ga ven- comunque di veder leggerezza); pur (e in ciò sta la sua davanti chiaro, aggirando qualsiasi barriera si ponga alla chiarezza perficialità) sulogica della vita (e in ciò sta la sua la razionalità sia offuscata Ma dovunque da pigrizia, la vita scambiata l'estasi o degradata con fatto dall'animalità,egli dei la in casi cui Ora sulla così temperamenti non la in e ciò la sta sua sarebbero chiara sua volontà, che come che buona bastati conda se- a forza sua e mezzi in messo spinta iniziale fu in un© vociani. primi stata a far sforzo spinta una tutti moto uniti dell'ordine corrente una spiritualmente i e ne la iniziale glio gli altri. Me- di idee convergere comune. ralmente, natu- di tenerli efficacemente a fosse ci non quasi movimento un com'erano dei visione differenti strada diversi lui, aveva li predispose attitudini se doveva, formato, spirito così uno metter ne cozza; schietto o giustizia. sua Pure rivolta, maligno si la quale le proprie 37 Non c'è d'idee corrente in quale la del fu Filosofia rinforzò che in più Hegel pensato vario dalle spirito nell'aprile del Più meno e Croce del lo E' », che dimostrazione superficializzante a cui terzo considerarsi può della e dalla vociani del che per italiana. parte Francia lo vano ave- sua « losofi fi- Pratica « » Soffici il fu Papini dello valere antipatie l'una tutti su© come serve furono non ciani. cro- dell'Estetica il dentro e diritto,nella tro con- concetto l'altra nel i vociani spirito, combattendo il rito spi- personali di non il Soffici l'Estetica crociana, dello L'anticrocianismo ma il concetto contro tante impor- tutto. reale, e nedetto Be- se poco Filosofia sua il Croce. contro Dialettica far la parlare delle Pratica, chi infine Filosofia aver Perchè di date. lo accompagnò però, chi dentro Pratica, chi contro della la della volume come vociano, E la allo ficandolo tedesco, purigonfio, dandogli in coincidenza inutile oggi qualcuno dei del Papini e era se stes- dopo Croce, cui lo Vico, passando col no il buo- 1908. movimento sorresse al l'idealismo si pratica) : da gli anglo-sassoni, compiva sottoposto dello fare a alla vicino perduto aveva il processo spirito. al positivismo; preparata di nebulose espressa. o poi Benedetto italiana quella stabilità che evitando più e da sempre respirare meglio si misero Sanctis. mente con formulata per meglio ritornò De al Spaventa, largo 'quasi stata, opposizione (i vociani natia campo Giorgio al derivi non filosofiadello la in sorse polmoni i dell'aria armi sia non filosoficamente vocianismo che storia antecedenza, Questa ed nella movimento chio cer- partirono con nuova le sue civiltà 38 — Ora che ciò combina non dire che di Sturm Voce. da cessa und Non La varie di movimento nome l'intera esistenza con esso il sotto va — il Drang, dopo La Voce. Librerìa della altre riviste che La tale, cioè come cessa de di vita sostenuta La de rinforzata allargata da e fianco a Si può movimento come continua, nate son Voce. anno Anzi Voce, le terzo vociano addirittura o dal L* fianco, così L'Energia, La Voce Trentina, L'Unità, è più il moAzione, Lacerha, L'Indomani; ma vimento jnon tato è il rallenvociano, torrenziale,strettamente in muoversi Qualcuna concorrenti. mano, la madre ma salvo che origini, solleva Del resto, ebbe in anni c'era il se estirpare e di tanto da Per fiorente tonare e montuosa ed fuori e ture, irriga le culdelle sue minaccia. dapprincipio sin che intaccare attaccare, alla rinfusa, che seminare e a ricostruttivo,soltanto germe affluenti ricordandosi in tanto, qualche suoi ancora le altre argina con costruire. e coi più regione sanamente, più fiume figlieè delle qualche in tremuotare del pianura E quella fu La Voce nei primi distruggere, e lentamente e primavera una dinatamente or- bolenta tur- degli spiriti! d'allora,abituati ai discorsi melensi ai consigli poveri dei professori universitari o ancora delle scuole medie, fu tutto un quelli dei manuali chio veci giovani che mondo saltava in I libri consigliati da potenti a svecchiare per orizzonti sconosciuti. rindia, l'America più caratteristici mente dei antichi giovani la aria La Voce Non solo furono italiani; moderni e coi a loro per geva. sor- più sia, la Rus- ma scrittori universalizzare le scorrerie a sollevarla e l'Europa, contribuirono e i mezzi italiana coltura che nuovo uno e e i la più vari 39 — filosofia alla dalla di concetto coltura mise l'arido sconfinato, essere Tuttavia moltissimi giovani » « I nel poterono Voce. La da finitezza la e i e consigli )) cariche ventate bene di Fu che furono che continui preparato Libri da tardi il gere leglare rego- da e per investivano critica come pizzicavano di sugo. della vita piene note revisione sossopra appoggiati trafiletti che di polline, da la Voce. compì messi a più e articoli che da rivista sistematica una i cisione pre- coltura. venivano pagina quarta l'aria di montagna come » la loro fecero fiaccarli. mezzo e terreno siderio de- bibliografico ». della corpo filoni sodi Consigli del libraio « Bollettino (( furono Moltissimo liana, ita- col di concetto nel gò irri- morboso di di quel scavare e conoscenza disperderli o i la bene lacune un andarono ci largo. fece vaste giovani finì col che molto se della campo in moltissimi ancne di totalità Per le ca, liri- la visione. fu addirittura. E alla storia estesero Voce La ne onda, la quale riempì ampia beneficamente i politica,ne largo; sconfinato Troppo sua dalla dalla religione alla musica, campi, Il — na, italia- Istituti, giornali, scuole, partiti il meglio. E se questo meglio fu qualche volta, forse più di qualche volta, illusione del meglio, se nel buttar molto andò sossopra spesso confuso il fu sempre fu per e marcio, di di quel mai i vociani in loro quel fondamento serietà maturo tutti non se era morale a valore superiore, di buon e senno nei neppure erano e valore contrapposto maturare Forse col mancanza mancanza di sano non ciò non tutto volere, che umano vecchi distrutto ma per finisce non più esperimentati; giovani. completamente ch'essi chiaro pretendevano e fosse saldo per 40 — la necessaria tutti Ma perdere ciò si di in fece nella ricordare che Giovanni Amendola sotto Si tutto con visto problema di morale. la corrente Anche alla opposta ad che e Anche essa. poteva non in questa considerare preparare sentivi la l'arte,come questo de qui siano il terreno quasi una della di di vita. C'era ad essa. muna acco- di prima pra so- ligenza l'intelin messi e atto un La Voce, rassegnazione in in solo i maggiori spirituale,il e rallela pa- i movimenti tutti vita era za apparen- fu in realtà ricordati di ciano vo- ragione, quella. Non mestiere, sendo es- poteva l'arte ma so, rispetto, quasi religio- il movimento E di vista, punto all'arte; l'arte,come tutto pini, Ra- italiana Ricondurre Come conseguenza se lo fu alla vita moraleggiante, fermarsi mente responsabilità. E però ogni da totalità l'arte per quale elevazione per e Rapini, Soffici,Cecchi. coinvolgono non nel che Voce La de robusta. estetica corrente alla tratto un principi accettati discusso problema Per persino e gorico cate- moraleggiare. dorsale dei specie d'imperativo di dare consapevolezza piena : più di trattava alla serietà sioni. indeci- una presentano nell'azione spina una alimentar il Prezzolini; trovate ettco im.portanza. si vi pur c'era non moraleggiante. vociana e che rigore, certo mini. uo- patirne, a e e kantiana un'aria questi due, nel momento avanti un maggiori, sotto, con Il i e dubbi covar corrente di agire da e accorgersene sentire protestantismo, essere andar bisognava da tempo Da primii ad i che sentendo di premessa erano — si facesse più d'uno di sacrificarsi per dei vociani a un com- 42 — — ?'* In mezzo del 1908 di Studi loro a egli vita à\ E questo vuole lo sollevi in lana, lui che La dai Voce. con Intanto s'è che Con Firenze si hanno egli credeva una aspirazione; sua ita- smosso appena delle una libreria,un franca intestatura E' fondo. il primo impazienza con : mero. nu- per il terzo, per ancora rate gi- sue foglio largo a- sempre restringe; il giardino della d'aver in che bisogna egli guarda io umiliato vibrazione, e stupore suo erbacce che fondo era e di essere, in fondo. e non CH per vilucchi estirpare. stesso. sembrato lui il poeta! in fatto gli in sé poesia dove d'illustri tombe, cresciute sono sommerso doloroso quanto a capo cimiitero in rimpicciolito il E giorno, in un'altra trascuranza tutto molla interessamento. trasformato grande la la : morie, me- giardino della poesia settimana una il secondo, maggior destino nitidi,con legge da Aspetterà verne città, fiorita di suo tende di libreria in caratteri Lo il tumulto sia in anima tisico orticello sfuggirgli un potè aperto, dal sto que- : Slataper. della nel liberi triestina. di scoperta, e dove veniva letteratura Non alto di trovarla presago della cerchi nella ma cosa; esser per sua le vie per che uno brutta una la gnarsi guada- tirare avanti, lontano il romantico girare a di lettere. Deve necessità toglie che non come quasi delle e è all'Istituto Si iscrive poter per carriera accettano lo spinga che Firenze. a di studio famiglia. La capisce e arriva Superiori, nella facoltà la borsa dalla no capitò Scipio Slataper. Nell'autun- tutto to Quancosì no! pie- ciò che è rimasta Vibrazione da che te* 43 dentro, ben ben nersi sfatato il hanno di verità bel bel suo tradizioni ha non lettera di adesione zolini l'intuizione che aveva italiane vuole di lui, Mentre scorrere. un (( due Trieste. sdegno E in orizzonti destino legato. Da E così parla della sua che la tutta che lo ha natio anche tutto visitina 9 de La sente il conforto contrasto alla loro la sincerità noscenza co- l'amore il tragico per nella nascono dello dentro fatto vivere orgogliosamente cui si sente i mente sua di Trieste. inizia, nel Firenze che tempo intellettuale filosofica)e Luigi Ambrosini sua si a particolarissima di sua mette città, a questo valori nuovi luogo ristretti;ma della ha Ma contrapporre sa vi questa il per non varia e ». per abituato loro, con stagno molto quel fiume. piedi vasta paragonarsi nello nato pesce su intanto hanno, meglio, intellettuale di fiume lui, a d'essersi buttato in Là di riviste Persone vociani. i ragionare sanno dire in breve, andatura come fra Scipio Slataper colte più Prez- l'autore. conoscere Ex:co Voce ha l'articolo; Egli pubblicherà mancava. del una con direttori molti a è viene 42. Giuseppe Robbia dei gli de al direttore ammirata, Prezzolini,via Giuseppe quella egli manda articolo, che il primo spontaneo da Così coltura. di diversa Vocel fatto, prima di leggere La Trieste, cos*è allora? Trieste pagine Ben realtà sogno E poche sogno. della le proporzioni l'Italia secondo che custodita, ora aWIstituto Voce, le Intanto è silenzioso nel Prezzolini (Viesseux, Biblioteca descrive di Studi sue Giuseppe Superiori, già Lettere gruppo salacemente nel una ro nume- triestine. dei compagni loquaci; 44 — dai impara stabili tutti i valori si mescola filosofia d -scorsi. L'atmosfera loro in cui la storia travolti sono le civiltà del e sioni di discus- vibrata la poesia, la religione con con — la politica e pittura, la la con mondo hanno non confini, lo elettrizza; alle volte lo esalta, alle volte lo deprime. Ma Afferra la sua sceglie si intelligenza è al varco. è comla soprastruttura impadronisce. In poco piuta; tempo Sa coi obietta, si difende. ragiona compagni, il modo che la migliore per ingranarsi è di mantenere Egli l'acuisce. propria individualità. Ma ze, lo sforzo è grande. Benché gli siano pari le forE allora egli si ribella; lo abbatte. in certi momenti dei sassi La vince. nella qualche tempie, sangue e Ha quindi il suo fonda per mezzo nuova sti del e la stretta e finche tutta città. sua d'affitto camera animale d'un turalità na- terra la Rinascimento, legge, legge e robusta e incolta e egli risiede ora è stata per che ra aspi- feroce tavolino, i pugni gli occhi arrossano a martella. nuca e superficialità; è doppio, in quanto dere gli deve renciò che di tutto egli ha fatto suo che carattere un nuda sua Ma alla foresta. quiete profumata la gabbia minuto dolce doline, che circonda e Darete di città nelle La barbari. ginepri, bora e Ma di alla nostalgicamente pensa lavoro ragione patisce non degli altri,e nel materia perchè tempo possa gli deve curare pro- distinguersi da que-j stesso altri. Complessa di brevi di terra codesta fatica radici, abituata sul in sasso, Fatica, che ha un al di parco terreno lasciato tracce trapiantare succo grasso di di durature una pianta strato uno secolari nel suo viltà! cies 45 Le sere. vinte dell'uomo del e foglia è Ma sul eretta caratteristiche sono me rigoglioso. Il foglia- slancio Non abbacinante. picciolo quasi rami primi i le nello freschezza d'una volontà, le incertezze stile. suo contorto tronco di sforzo uno con Il sintesi, le spaccature, repentine nella ogni ma verdeggiare a anche sanno ricco, mente. eterna- struttura riore, este- fatiche. i Caratteri Osservate Il letterato ! i due vuoto, tipi l'uomo sapiente, l'opera del romanziere d'irredentisti, sti Quemoderno, ii giovanotto della borghesia, il cucciolo. racchiudono piccoli quadretti^ moralistico-descrittivi la gioia tutta le Lettere al l'artista che è ma Se in drammatico, turbinano nel miiti di questi può, da ritrattini possiamo non l'artista che lo cui con parte in mezzo si libera, le si tutto nella che gli i li- che il buono serietà sua è atto un scrupolosamente fiducia aver non in concezioni vaste racchiudervi e che scrittore persino e osservare per capo, è novelle tante mette di riposo oasi fuori. scappa all'umiltà pensiamo cimentato già Non assorbe. zano Inframmez- liberamente. creare triestine, quasi che compito di repressa di artista . E come di questa compenso il pili meschino le novelle tutte disperdono le dei scritte creta e entra, L'irredentista a la visione volta è Fighi supera Via scivola e zihibe più si via si tizza, concre- sulla sicuro d'effetto. distacco un artistica che an- valore per l'atto drammatico! sbavature, quando già la cornice già ritratti, e il pollice questa limitazione, quanto ». Il titolo perfetta del ritratto. C'è è qualche per cosa se di 46 — la pancia tremolante molle, c*è già bibe Bisogna ». — poi che sapere di fichi secchi e di caffè chiusa La strada,c'è in (( fighie di zibibbo ciante commer- considerato era dei zi- di commercianti stocratic ari- di cotone. e effetto che un l'ambiente C'è sieme. è di « Trieste il a categoria inferiore al confronto quel in il gesto si stende familiare il contrasto e Tin- tutto su la con finale : l'irredentistapacione è tutto questi tratti;più in là il quadro sarebbe sciupato. Non si può più neanche Che succede? mangiar in Nella strada urlano: pace? Viva Trieste italiana! Lui visto che il fanale non e finestra, perchè è troppo lontano, sventola alla il asciuga sudore, il sbirri, agguantato tavola a Così lo può illuminare la pezzuola. Poi si scazzottano figlioche vuol Corso. sulla via Fra che cui con » : spicca essa l'uomo meglio riusciti c'è i molti edizioni sapiente maestra. pure tipo d'artista immorale, dei romanzieri e vi accorgete Slataper della loro fa Vopera. Omarino falso artista, in fregola di scrivere Vopera moderni che per cioè za, eccellen- dalle quaranta e la satira pittoresca che persona coglie nel vivo di molto più fa più ogni critica della loro roba. E nel mette si ri- questiCaratteri,di in il cielo nasconda ritrovate in questo che giù, ». l'imagine guadagna, qualche volta la crudezza nuvola una lo gli con scappar si luce ferma, ci fa pensare già allo stile del Mio col suo me grand'ombrellone spiegato co(( Eccolo una Voi giù mentre pure rilievo e in e va il Giooanottino gesto di elegante? Chi salutare,quando afferra può con dimenticarlo garbo il cap-J '.?sa 47 — pello ed eseguisce il bel valga dei meno il fiato addirittura Anche voi fargli vi non arricchito di mezzi, si è vi stanca, voglia. Tuttavia male, del C'è della toglie vi non come tire sen- molto ancora altra a vela di tervi met- per fuori dell'arte,in tutti resta la sobrietà con in fondo della fantasia. delle sono orecchie ferocia, meno con accontenterete sue mari che satira Caratteri; ci vi ma dalle nei navigare a pronti, forse sareste lo spunto prendere di il gusto e Mio dal lontani che deformazioni Carso, binano com- non artista un sti que- mo fatto. Siaancora sempre via. possibile è non dello i quanto per quella scampanellata che vi annunzia dal improvvisamente l'intruso, che vi piomba nel gelo delle convenienze? dell'intima discussione calore E che giustamente di desolazione la su »? pensate di imagini la e voi scrittore rotolante quella valanga sorridente precedenti; Caratteri lo do periferia inclinan- d'ampia cretino forse sfuggire che possa a da Ma Vlntruso? E il saluto (( faccione — criticare nel Slataper Voce. La facilità, la leggerezza che ci allietano ai nostro mancano il ricordo, del sapore Chi Bohème della ricordare Soliloquio di don toscano, questo gusta non al ancora, dorata, di Ribi di Narsete Abbondio, sa stes- fusa l'ironia dif- di tocco, quadretti di triestino. tivi tenta- Soffici sulla di Ardengo nei seri artistico, senza campo Caratteri contemporanei questi primi il buffone, tore scrit- ? E' fa. scrittore Limpidità quando questo Lunga già fatto il Soffici,quando toscana deve è l'atmosfera filtrare esperienza con stento d'artista in lo Slataper si intuitiva di quello, il torbidume mezzo ad stino. trie- artisti dà 48 — al Soffici che sicurezza una giovane, vissuto fino allora nonché va alla dimenticato Lo tutt'altra maggiore; lirica è ed quella ch'egli esprimere; e Una dallo durezza scrittore e tutto sopra da e Soffici del levigato faticose ne confrontato su il ascese. più tardi i vari Boreo; Lemonio col pari, lo Slataper certamente più poeta di pari artf.sta ma Scipio Slataper al arrivato grande e Mio al ancora a che per giovani divino molta siamo potere serietà degli ci vuole Voce, quell'anno dalle intelligentid*Italia. colonne volta in anno de era non però pensava La parlò nel primo sola Egli Carso. arrivarci cui in punto il più all'arte, amore capiva Così Ai ben ci scopriranno confronto meno mente fine- così Soffici. Ma E dal forse si rivelerà che Carso allora cadute senza da interrotto uguale bellezza, sì che ma : dengo incantati; in Ar- piano un intuite leggera, restarne tutto forte con queste pregi di // mio che è snoda- e masse massiccio d'un'aria da soave, volo un flessibile la disposizione delle invece Caratteristiche solo ginalità ori- già lo distingue tutto sovrapporsi e gioca la luce è è improvvisi spazi godimento che un illuminata cui sviluppare sviluppo di è d'articolazione toscano nello Slataper è vuoti nalità perso- imitazione. non certa menfi; di dover sente amico suo tutt'altra sua, quell'imparare però e la è tempra non Soffici. intelligenza dal con ciò lo Slataper dei primi Ardengo Slataper impara al all'arte, artisti. Tutto degli con chiusa città una si confronta Voce La de anni quando completamente manca in raffinata vita — per con umani. e parazione. pre- la prima di fondo, 50 — — ferme vitali proprie del nostro Questa è ia vera tempo. coltura. Intanto questa. Poi verrà l'arte, Dio vuole. se E se tanti brutti versi di meno! no, Perchè anche l'arte na, propriamoralità a al ò\ sopra della morale umala precede ». perchè la supera e Voi capite da questo articoloche ScipioSlataperè vociano. Quello ch'eglidice è già tutto nel movimento Si libera nel medesimo uno sfogo e un possesso tempo. ha una dello sforzo che ha fatto per lettuale raggiungere il livellointelvociani, e contemporaneamente degli amici prende posizione di fronte al di scrittore. avvenire suo Le due concezioni vociane, della coltura preso colorito individuale attraverso dal con irruenza, aumentata un sboccano rimbalzi fango vorticoso, e Vago crociana. Ma o gliuomini; dopo aver è forse tanto comune è il sentimento falchi l'artista: Aquile stile tutto suo ancora attinto alla fonte sicuro spirito, suo epurato. benché dell'arte, il sottinteso concetto è chiaramente non sassi,non e il dell'arte, e occorre essere : parisca ap- tica l'Este- parla con cui per volar tra stritolatele proprie passioni.Qui il vociano che parla,quanto la natura romantica. originariadello Slataper, E romantico universale (( e Essere ch'egliha della è il senso frantumato, caotico moderni! si schifa estrae dalla sua al contatto miseria percosso a sangue, cioè — non cete tor- di donna tipo neutro dell'uomo; un operaio che — un esasperata un'idealità di violenza;un ha moderna, pieno di lampi. comprendere : il bocchino, coetani cari che e vita un nuovo mito roce, fe- prete che la vita nostra di stole e/pianete lui infagottato una d'oro dal passato e dai secoli rosicchiate; un'altra che si levano al sole; corrunazione, un'altra, trapunte 5Ì — di sebi angoscia di e di ferro sprangate dal amata li guarda d'una catafratto avanti, della che ci caccia perchè inorridiamo davanti in umanità agonia al d'ingenuità fanciullesca lampi campagnola il sole che il nostro sta È brano un le forme il novale ha che in di quel totalism.o alle spasmodicamente orribile di ci illuminano, e anche di noi, che case aspettarlo fra e spirito scintilli intaccare per tragedia questa vicenda, a è mota dell'assoluto, alla brutalità purità fuggire per s'oscurano perchè alla ritorno mescolam ri- un rinascita; palpiti irrigiditi, urli,gioie, strazi, e sì, noi, va fatto ci bruciano che ma allietante di voluttuoso vede e la organismo suo spasimo e stirpe sorride; il fatterello dentro forza a serietà una ciprocamente re- una e sicché piante; e ci agguanta e stagnante nuove a vita gioisce, e storia, nuova tentan sogghigna, non e incementate mcrale concime necessario della trono palate di carbone, di civiltà blasoni crepar giù dal e che futuro popoli che due anelito di buttarsi di — roveri i quell'aratrolucido come ». logico volte, la febbre tutta germe e lo intuitivo cui a spirito di tutte e tese, Scipio Sla- taper. Ma quel giovane in discorso triestino dovere senza di parlare dalla di coltura giovani d'Italia. È fatto in coltura, altri italiani la condividano. ricche troppo dietro le spalle, ma pese Ora lui) e per tanto rinforzar da le portare e È è possedere non perchè tradizioni ai l'esperienza ch'egli ha beneficata anche è importante quella forse male parte giova non che che spalle sufficienti spalle (e con se vitale d'Italia male n'era un si sente stata avere altrettanto è di no me- tutti gli tradiz5Ìoni di averne a tarle. soppor- bene leggerezza quel certo ac- peso. 52 — bisogna coltura nella e molta con risputare È da attuale Voce meditato e Allora che c'era Un fondo ed Ma diverse se palesavano Rapini nel urti nello il per cui perchè forse, rude moralità Rapini; libertà due le ai vani gio- e a forme attraverso educarsi : alla sincerità agiva contenuto piena. peto l'im- con gonfiava la e l'ampiezza, trascinandola tutta nell'uno cui si sua con cava compligendo sconvol- e natura, riuscivano uomo vite, sole riflesso opere e a tante poi perchè di poesia ramenti, tempe- col calore attraverso zioni complica- due quasi finito e // per diversi si dà il sentimento nell'altro e due sono vivace e comune era intento stesso uno questo paragonabili pur maturo parlava formarsi, interrompendo di loro. Un tra loro dell'espressione. nasce, di varia ma Voce più tardi, in arte, questi due Anche con più eloquente no me- a più incagliamenti; nello Slataper e stesso moto ben tori let- tanto e triestino nostro forte sentimentale espressiva in senza e Giovanni a e di un'ondata forma in fondo La de alla violenta mentre del soprattutto di schietta educare pochissimi dei giovani Rapini. Scipio Slataper molto e passata. altro vociano, un d'ingoiare smettere e letto sino dalle colonne Giovanni : che discorso vigoroso scrittore oratore, vigore, abbiano questo rinverginirsi, vivere della coltura però supporre volontà con bocconcini i de La rivolto. buona — opere mio Carso. poste op- ste Oppo- ragioni; soprattutto sono di forse e senza quell'epoca vo- ciana. Anche a la smania di universale coltura, benché quasi tutti i vociani, fu spiccatamente del Rapini e dello Slataper. Nel Rapini mune co- ristica carattetrovava 53 — sfogo quella in Tuttavia del facilità di rendersi sua nello Slataper di tutto; sarebbe suo In fondo volta rilcrnanti, ogni legato più lo spunto 33 sullo studio occhio più lo E del in esercitato stato via via 1910 poi quasi implicasse tutta la nelle scruta con stine Trie- Lettere collaborazione dimostra anno, diligentis- città. sua sua blema pro- I numeri ormai che maturo e e allarga nel si sulla e che nuove aìV Irredentismo dedicati critico sempre ripresa, il seconda Slataper, politico della genere secondo rimase storico bibliografia dello sima i problemi intensità. e nella del vendo vi- quelli stessi sempre politico dell'irredentismo. e Voce La si reggono problema, particolaristico di Trieste storico de Trieste Così cleo, nu- va dell'Europa politica. Ave- quanto questioni. problema vita, problema per al pochissimi furono sua forza lui più vicina. maggiore con da Trieste, a vaste e il ritornava culturale 32 la occuparono dalla afferrandosi stesso a bene accentrato disperso uno storia guardiamo se che avuto nella simpatia con Così ristudiando e di parlare e meno e Egli reagiva centrifuga del totalismo. studiando solido meno facilmente stato conto più pericolosa. era spirito uno — maturità Voce La a raggiunta giore mag- e sicurezza. Anche la nella polemica che coi La trovate, pesante ne Gemito, intervistarono soppressa e articoli polemizzanti pi figlidi Segantini, stilettate,contro e nelle polemica col più pronto non nell'urto, ma che farne il credevano È nome. negli attacchi più dei satira quel trafiletto i recensori Voce la sicuro di delle : listi giornane moi- tutto d'aver più felice fianco, proprie cora anar- 54 — del mi; di armato In La egli rimarrà resto lo questa dello artistica di Ardengo Soffici e gode Secchieta c'è comparsi Ma nel e ogni fibra solo Traduce Tasso del collabora vita è dal provata brani piìj dei primi anni. di più avrebbero essere resistente Hebbel, trascrive densa e di a dare infine a cato stronsua. le Lettere queste, a Voce la sua quest'anno gli in Tutto La tellettua 'in- della prefazione ciò la mentre perduto aver intensa Slataper. Lavoro dello Carso. dolore di Fernando men© una // Afro Voce l'anno è di poco collaborazione; dentro matura un Primavera dei è neve La altre riviste, oltre ad ricca più vita volontà compone e ma for- Carso. Federico studia e neve; allo stile,l'anima pieno. Con la su Mio nella dolore la fresca e la cavalla e Il 1910, complessivamente, consumo c'è il posto in II lattaio e Io rileggeremo lettori de i rigida dei Caratteri cornice lascia belli artisticamente e tutto Slataper. libera si Agnoletti, Sul 1910 improvvisa nuova, la stilizzazione spezzata, del marzo Si respira. La siamo. attività cavaliere un meravigliati Sul Secchieta leggono espressiva è Nel stesso. meravigliati di Ci sempre ferro. arte Voce — si sua che la donna amava. Non Voce. rubrica Piero nel scema Col numero delle Delizie Jahier. Delizie 1911 9 la collaboraziore sua egli comincia indigene, del Caffè a dove è alla contribuire dal iniziata La a Soffici inutile e da chiedere perchè fiammifero un li mettono se c'è in avventori più finaimente ti risarcisce giornali perchè i casa a anche : qui i'inchiostro acqua con pcrtafiam- i rubano tiene non tasca; che padrona ìa che barbiere mj!feri; dai gii rubato. Ma dicono ben esserci non delie Col maglione le sopra freddo, dita, legge si mesi all'anno è sesto Un alla dei il freddo del serenità Un caldo brivido di si finisce ma E il letto. « Due mesi della vita pur due così all'anno, olocausto in ». letargo, anche nel riscaldare che poeta fin durare; sesto un polsini di lana qualche da è dentro delle le fa e di padrone c'è camere, gode rabbia nella la rentine fio- casa vigilia anche godere tro con- la e Bel noi. invernale! soie Qui (( i che l'ostinatezza e non a a aranci. ciabatte in il letargo. vita. anche Eppure sino li mangia retorica piedi belle più degli paese scossi rifugio delia le pagine mantellone, nel scrive e nell'unico sempre i ancora e Nel che ma ammattonate camere dettato i fiorentini fiore, dei città neile : indosso, tutti avvolti piumino, in indigene Delizie sue sofferto i'inverno) gli ha stufe senza i'ha chi conosce Firenze, a che (quei freddo fiorentino ii freddo caldo un pini eriche ne Se alito m.ontane, e birnbi pecore, o esposto ripercote casuccia rossa del d'oro le bruno, e querceti spallottano di risata, calda, spersa il scie fragorosa, neile è su di sfavillanti di pe' greppi di Il ecco aperta. fratte fra radure neve. : avvolta secchi com.e sono rincorrersi violentemente pecoraio i bianche un si e Settignano s'inviolano casine come che di collina insanguano allegria irrequieta, la la sinistra a di vetro che L'ode Monte più pia scop- la Mo- relle, So- — riecheggianello spazio. Sui la e dì fuochi mare Non ci colli è fiam- un ». più scorie, finalmente. Equilibrioe ritmo. Felicità piena d'espressione.È poesia. È lo stes-che poeta so sono Accanto più sta scrivendo è il critico, in al poeta esperto e respiro più vivo in note e La su Carso. quest'anno,che l^oce. In articoli di si fa gior mag- In quellicimentandosi bibliografiche. argomenti con // Mio l'arte della Roma come rughiana. la poesia somma- del Gozzano Carducci, Guido e buoni giudizi(I) su vari minori; in queste seminando campi della coltura,dalla politicaalla letteratura, a posito prodella Biblioteca dei popoli,deWUrmeister di Goethe, con delle Poesie di Umberto rarticolc Brand, parla su Saba per e di altri.Nel 1911, la prim.a volta pubblicamente Ibsen. di Enrico Ma alla fine di quest'anno Scipio Slataper diventa 191 f più che collaboratore de La Voce. Il 14 dicembre po' lontani dall'ambiente fiorentino, no vengoPrezzodalle di Giuseppe sorpresi seguenti parole lini: (( Le esigenze dell'organizzazione minata, terancora non della libreria,richiederanno parecchi mesi per i lettoriun la maggior parte della mia attenzione Non continuare potrei pertanto come da solo alla redazione perciò di procurarmi per Segretario di redazione amico ben ccllabcratore e ai nostri noto (i) Tanto recensione di La il prossimo nella persona si del mio lavoro. in passato, Voce. Ho stare ba- a pensato 1912, l'aiuto di del Scipio Slataper,il mio cui un ottimo nome è lettori. capisce la terribile Insaniapoli» del Ruta. meno « de e cantonata presa nella 58 — vite coprire a complicato un dopo provvisoriamente, ebbero gli della di mezzo il redazione, prevedute. Come il numero, di fare La suo gli fosse capitato ciò cui pronto era avrebbe a e noi proprio nel nella s'interessava soprattutto In l'incarico, Voce poco un tale dicembre tempo. E e profonda fu più forse i suoi a e originale; mo avrem- ma ciò sua vita che gli capitò va ave- crisi, si tranquillizzava semplice Si trovò questa. intimo un senza del per due allora, risentono lavoro Ma più abbastanza potè se serio, egli nuova, la cui glio, me- e, colpirlo nel e umano. a La Egli Voce; quindi e il 1911 sembrare questa al ad aver consentimento. marzo del inferiore ragione che per La insieme disagio interiore, egli mise dal Anche doveva viva il quando più possibile,ch'egli sacrificasse individuale futuro accettato del parola una le vie, aveva Carso. mio futuro ormai era non che Voce una in una d'un visione che di continuarla momento sorpassato appena suo cogliere rac- l'uscita in tutte su la fede perduto // certamente non va ave- doveva prima, mesi otto sciagura forse avuto avremmo invece in non rifugio nell'impegno trovato raccolto, con Voce, nello sforzo La momento si trattava mettersi della si sarebbe ne improvvisamente al prfimo le bozze; di Voce. passo da trovò si l'incarico accettato aveva assicurare materiale, distribuirlo, nell'imminenza e dalle quali inevitabili dissapori fra ma segretario di redazione correggere Se quale complicazioni che a discussioni superato redazione, Scipio Slataper segretario disagio, disagio laboriose origine i primi reali amici — 1912; al suo per pito, com- im^maturità. cati lunghi articoli sul Teatro, pubblidi quel disagio. La loro tortuosità 39 — e derivano torbidezza 1912 marzo Rapini. Il Giovanni la annunciare può direzione di è volta, ma La però quale del che credendo non del erano quella che nella regolare ed quale Aspra Giuseppe riprese vita il e potesse Ma i suoi più sigeno d'os- quella che Una curare, Voce seconda che già la prima di continuità. l'esistenza a duro e benché de La Voce. perdesse migliori collaboratori, mantenne in in ad quando sembrò possibile che La Voce si raccogliesse di nuovo tica. proficuamente dividersi in letteraria e poliil turbamento generale provocato nimenti dagli avve- della travolse lasciarla, a irrompente Libreria della tenne vincere con- tardi. troppo e e Voce, di di coltura, per II seminato. lotta intorno giornale. Sino tratto rivista La avere era folata organo : soluzione Rrezzolini due un senza la della tempo frat- riprenderla. Non poteva lato a passasse fu ormai essenza, vecchia riore supe- accortisi nel sentirla finita a si in estendere creato, aveva tutti a spirituale d'Italia; ma vita 8(1 profilava dalla la che stata era Se allora potesse Ma di ciò. il primo stato già intuito aveva della prima. di sopprimerla. Elssi cercarono parere era questa profonda. riformatore altro compito il Rrezzolini Egli che anche crisi alcuni amici compito cessato a ripresa della apparsa era passa 45, dopo aver Bacchelli,Rrez- volta, una Voce dissidio,ora ogni a la e materiale. già meglio, sta Sémplice il seguito La de Voce Riccardo e questa fu che l'esistenza La numero timone. anche non Col Rapini al sotto, di de dalla e corto collaborazione sua nuovo scontento luglio il Prezzolini 7 il novembre. per a la direzione ringraziato Giovanni zolini dallo soprattutto segretario di redazione fretta del Il 28 — anche guerra La alla guerra; europea Voce e che della neutralità dopo esser stata italiana, diretta — per breve un di vivere 60 — periodo da Giuseppe De rimpianto. senza Robertis,cessò Fra del 1912 volevano far quelli che nel dicembre morire La Voce, ci furono Giovanni Amendola Scipio e Slataper.E furono i primi a staccarsi quando Giuseppe Prezzolini decise vicina e di continuarla. Da allora si fece più vanni frequente l'amicizia di Scipio Slataperper Gio- Amendola. L'ultimo articolo dello Slataper su La Voce è // momento attuale dell'Austria del 12 dicembre 1912. Aveva cominciato le Lettere triestine nel febbraio con L'annata del 1912 fu 1909. ricca d'articolisuoi; meno che an- perchè egli,oltre la pubblicazione del Mio Carso ebbe in quest'anno la tesi di laurea da fare. Passata la Papi.ni,egli si sentì liberato dal dalla responsabilità potè collaborare a La Voce e e peso con più calma e maggiore libertà.Vi pubblicò quei due articolisu L' avvenire nazionale e politicodi Trieste che le parole più profonde che siano mai state dette sono direzione a su] dramma Giovanni triestino avanti la guerra; critica del una Partage de midi e un articolo su Ferruccio Garavaglia; del 1912,due recensioni nel bollettino bibliografico del Giuliano l'Apostata di C. Barbagallo e degli Scritti di R. Michelstaetter,e una sione nota, semipolemica,in occadi Federico del centenario Complessivamente La Voce è stato un Hebbel. il contributo di Scipio Slataper a forte contributo. Molto egliha dato Voce, ma non poco eglidei collaboratori più in vista,fu egliricevette La da La a fu forse anche di altrial di sotto di lui per Voce. Non meno letto valore intrinseco. Ma maturo capisce perchè; egli era più gr.ovane, meno confrontato con gli Amendola, Cecchi, Papini,Prezzo natura lini,Soffici;e poi sopra tutto perchè egliera una si - 61 — Certo che è Jahier, segnò così La Ma di natura scrittore anche cisione de- tanta con ha di Senza vociano. lati caratteristici molti e impor- somma uomo. maggiore il fatto resta fosse fin dal principio nel triestino un che per vimento mo- d'Italia all'inizio del la coltura rinnovato ventesimo. Scipio Slataper redimeva di naa e movimento spiegherebbero si Trieste,che del parte d'importanza secolo il nemmeno Scipio Slataper fu di fatto non sua duale indivi- progresso nessuno, e chito. ac- Piero di eccezione velocemente tanto di vita l'aver della sua. primo lui. la Voce ad linea di una la come percorse come tana Voce La ne di rivela si non vociano, nessun estesa Jahier, la Per che complesso scrittore di - contribuire Trieste la con spiritualmente pri- vita sua redimerla a camente. politi- *** Ma nel ìndice di 1909 lesa far italianità professore che La come di allora che Vamha e che "( Qualche che lo volta balza Slataper,per il redattore si mise fu costretto mi Infatti ci fu di studio su riviste rale mo- : un parerà Im- nicate scomu- Voce! di fare che scrivere era d'inferiorità e perder la borsa gli fece studiare, altro che a Fu Trieste per vociano movimento professori universitari. certi per del parte a ad devo giovane tradurre vivere, accettò l'offerta Giornalino menica^ della Do- del e a copiare per Carabba qualche lezione. seppellire qualche piccola gioia andare tra le lettere del Tasso in pensiero ». di cerca e pensiero, per piare co- 62 — Ma Giornalino nel della di sfogare quella parte che ne d'armi campo doveva richiedeva e proprie facoltà. Ai bimbi alle viene e la non che continua è modo rito spi- suo Voce La era sorveglianza sulle egli poteva invece il parlare che cuore c'era me co- controlla non sfruttarla come stata una fanciullezza i bimbi tutti vivendo campagna, bino all'eterno bam- Scipio Slataper. Egli in sua Non che voler bene potevano non La i scuola, quando ne del suo giardino, era ricchezza Ed egli muraglioni delle in in facendo le pur case dimenticato. giovanili, era Alberi, fiori,frutta, erba che recarsi per il cancello il grigio e del prima rale. natu- di vivere libertà cromatica piena invecchia che ribile. inesau- tesoro la fortuna città. la troppo amava ritornava, oltrepassato a fabbricati era hanno in selciate dentro dei del delicata e rattenere. labbra, quando fanciullezza,per strade egli trovò mente. I bimbi sua Domenica fantasiosa Voce La — le tempo anime rimasti sono poi Scipio Slataper; quegli la sensibilità degli occhi educa natura Per E fantasia deve e non ai bambini! tasia nuda Anzi e i bambini più nuda si creda che in e sia è passiva, Ora raccontare. esser per la dita gra- problemi religiosipo-l tieri, più volen- l'ascoltano coraggTosa. cosa facile difficilissima.Appunto coraggiosa ritornare solo non astuzie troppe a di sempre fantasia sua affaccendati invece filosofici; è sentiva gli piaceva però ricorrere quanto Ma si poi c'era la dagli uomini liticie egli via produttiva; ma re gene- solo la fresca che del tatto in e di disinteressatamente. questa bambino. d'azzurro scorci e d'insetti vita e vitali nell'anima elementi sempre come nasce patrimonio 1 fiabe' raccontare perchè che si una perde fan at 63 — le complicatezze tutte traverso si fa di quella che migliori che cose bambini, sono Scipio 5jataper narratore che buon contuttociò le quali sangue rimangono vi p^opolari. Ci popolo verbale, quella rindefinitezza sospettosa che ancora molte cura aleggia fanciulli. Quest'arte ha valore, fetto per- stillat di- è fantasia, sua ni, complicazioQuel gettivismo sog- frase, nell'atteggiamento dei sentimenti, quoltutto, su la frase sentimenti un non annullate. quell'arte che di caratteri suo nella retto; cor- decadenti. dei scorre nella si scopre non ingenuità sua ai mano dall'essere assottigliatenon sono che nel del è la in racconti lontano è bambini; per molto ma i teratura let- i bambini. per dare si possono stra no- peggiore grandi quella distillata, primitivismo non Ora c'è dai oggi l'ingenuità fantastica vuole Non sempre ancora psicologia della la e specie moderna. educazione, Le — non mente certa- sono sentono i veramente vibrazioni, oggettiva senza greggi e soprattutto torni con- recisi. Tuttavia il mai molti scrittori delle senso da più ne la loro Slataper, parlando ne bimbi, purché e si alla Così Ma grandi col anche si tutto Egli come. sono dono cre- ligenti intel- creder del di parlare può si non colonne qui peritò di Giornalino poter cinare avvi- bambini trasformarli : lo Slataper scrivendo Giornalino bambini a problemi che preoccué un semplificarlisino all'idiozia, dei mente bisogna sappia deva per- maturi, benché gli uomini di politica dalle della Domenica. i che meno non succede degli idioti. I bambini intelligenza sia speciale. Di parlare d'arte Dano bambini, a proporzioni, come che rivolgersiai strapazzo rivolgersi a sia ai lo sull'unr't;ersi7à surdo; as- mitizzandoli. i per italiana a piccoli lettori del Trieste, la portò 64 — sulle strade facce — dimostrazione, la colorì di gridi in dii studenti, ne fece sentire bicchiere d'acqua che si beve la necessità Egli pensò poi di continuare drettini della città di Trieste d'Italia,come Lettere grandi i : Voce. La su fiamma anche Vamba che di vari non felice mano non quel di Vamba con grandi, L" intervennero punto contatto a dal Giornalino collaboratore amore per i per figlioli e quindi triestina,qualora suo questo a si mettessero loro i il distacco Ionia Ma vita sua faceva, e di qua i bimb grandi triestim, i quali scottati dalle Lettere intendevano non fatto aveva della e sete. serie una con dui come si ha quando d e di i la fiorente co fatto rimangiare Lo proposito. fece minacciarono tutta avesse ne quelb con nulla Slataper continuò e a pe invece trasceglieredalle letterature popolar a paesi racconti e novelle per il Salottino. d'impressionismo a piccoli ragazzi sembrerì italiani à assunto impossibile. Eppure nei suoi Bimbi M edardo Rosso Scipio Slataper vi si è m.esso e, molt( Parlare felicemente « scultore Il nostro salta, mentre qualche in ed corre urla tutt in questa posizione, e il capo come un fotografo quando mette pretendendo ch'essa, diventata neanche muova il Rosso anche gli «E li sa date le uomini ritrarre il viso esser una posa sbizzarrire e e fa e viso a person poi cheta ! Invece sorridente modo, loro chiuse la ammattire furiosa, stia vivere ragazza drizzi i un pieghi o le gambe si gli sinistra, a pazza faccia un i no e pens ragazzi ! ». perciò, perchè pieni di vita : come della spalle? No, anche quello come corpo in appunto si vrebbe cigliae lasciateli — 'allegro,e farsi capire a fermare si possa che ammette non è riuscito punto, sorella vostra capisce. E che sì non condannato trottola? E dunque vede? a vivere lascia sono suoi anche perchè lo la scultore codesto treccia dovrebbe povero della egj voi gua dietro vede: scultore intorno girare perpetuamente scolpisce quelle parti il Rosso modelli, Quando veramente. vedete Perchè i alle d co persoi I 66 — il più, è pasto raffinato troppo pò* l'effetto di quelle dove sai non l'invenzione davanti parana Con via delle decise che Petalo di così ma del egli di seguire il di sentimento, Un tonalità Un impalpabili, reali. realistica una gica psicolo- e Voce le ali tarpate, un pò* di liberare della la realtà in impalpabile poter per suo da certi come pesantito; ap- fantasia, quel leggero trasvolante lo rattere ca- bolo sim- un passaggi luminose. di pudore senso che ciò parte ti si tratto Slataper s'apre po' femmineo un ste cele- La le strade maschio, tanto a e o i ritratti de e con contano in immagini bisogno aveva estro, suo di tratto novella tentativo sorvolare i paesi più un'atmosfera il giovane rosa un d'Andersen, figurazioni di nubi fatto procedere avevano che in e sembrano ti primo suo rosa l'arte. La verso nuova navighi : di cirri ricamata tutta novelle le sfumature simbolica Fa imponderabile. e stupende siano se — gli riusciva Preferiva pubblicava. C*è di natura : più volte gli faceva mandarlo questi voli; in espresso da mettere non qualche fioritura di piccole lettera in a quell'epoca tutta una re. leggende, di parabole, di novelline : La veglia del mabianca Il mandorlo nuvola. fiorito.Il granello. Una La storia del fiore sul fiume, I due contadini. L*amore amica. nella del cielo, della nuvola che amore di possesso, per i di fervore fiori,del fiore dolorosa una come la terra calore buon suo seno e perchè la prossima la nuvola che nel notte doveva fiume; dopo giocondo, s'addormì il per un di rinuncia Il mare, di calma. a il per vicenda risvegliata raccoglieva »; dell'albero la terra, per di veglia tempestosa notte sul è mare suo egli e una tre men- il sangue si riscaldasse correre per il 67 — cielo, solo terra, che ecco pianto la con pianto una gioì e l'amore che bianca e gettò tutti i passanti una falce che passava le ferite di tutti, ma quando lui ma li tengo e ma no; del fu da e su vita le creature petali pianta tra la sterco e sanare neficate bedi per e i aveva suoi rifiorisco,i fiori ghiaia dal a mato frantu- dalla pioggia, soffice in terra rinascere me granello mezzo sfatto caduti il solo che piede ogni per suoi se : da glio cespu- fece che dei vola nu- un che è fiorì in un'erba su così una una simboleggiata compagni, seminatore, sterile, le parti via tutte accorse è cacciò di portare è come « sasso là, pensò Ed me. ricoperto di tutti i suoi mani si allora scarpone fu egli un l'estate,ogni tutti per uno in tanto « fattivo. La e da bisogno venne fiume e creare, manomettevano, più avevano del non petali bianchi i suoi buttava di sentì si andare di zato accarez- fiorito;il mandorlo tagliava, su sempre non che voleva stesso, se forte creature, allora che frutti le tutte per stalgia no- ». vivo lo rende fu gli potè tornata senso mandorlo dal simboleggiata amore un che morale ragione lui )), da di si moriva ingrossato, in anche fu e in giù fiume, bagnando aveva pefde si cose soffici ondate e della cose cadde a lui si posò, farfalla la non dominato è le altro fiore lontano parola d'un Ma più che s'aperse tutte di su lontana pioggia essa d'un larghe dalle giorno che che ed il fiore che »; sponda farfalla una un esso fiori alla d'amore la dentro corse le toccando il sole polline dei l'umido ombra sua venne allora e — dalle in spiga varie senti verde. Anche il nocciolo in queste morale parabole che non così manca leggere mai e alla personalità 68 — dello Slataper. L'esempio preludio di Brand, un Un « un bimbo fresca, mandorlo. gli disse e altri le case e le belle tempo se e bimbo Il pace. Ma che frana col avvertire gli abitanti s'arrampicassero sulla gli obbedì : alcuni parono, scap- si il frana rovinò altri Gli è fermamente benché sui la e lauro di nel Col la e le nubi con e perfetto coro nelle composizioni lo del- anche elementi la con vita e la novella e : il e rina, signo- una stessa della e maverili pri- il sole : pietra una sono Monologhi uomini gli incontrarsi per due nei ma sor Profes- ligure. Nel anima, che diverse; monologhi della la con passo tra- i vecchio, aspirazioni siano disce s'inumi- trano rien- primavera. le viottole fondersi vergono, con- nell'arte Carso. La gna. un e uguale. Questo anima sua natura ritratto ritorna Mio lui ed lenta registro, quasi finiranno del anche morire prati, si è congiunta staccati, mutar le frana al ritratto,la libera già ritornata facilmente scorge parlano senza dalla cavarono il trascolora formalmente un i puntelli e villaggio, distrusse sul villaggio vTsse per qualche e non perchè l'ignoto era morto, promettersi l'uomo Ausserleben poeta, scrollò masso, Slataper pubblicate dalla Riviera ancora testina e sotto Così case. che governa lo nascosto la far bimbo rimasti. rapide piante legge che dì minacciasse». fantasia le Il si chiese qui la favola dolce di e per abitazioni La furiosa. frana rispondersi un'altra in casa arrivò quelli che vi erano pietre per le nuove in seppe a dargli collo, gli baciò case prese masso. compaesano la sotto lo vecchie del brandiana. risero. L'ignoto cadde su morale l'Eroe, quasi è ne grave all'ultime tornare loro in più montagna, di Egli di dalle uscissero più aspettava di ramo che lo — novella Da Quei è : del alla parola, Ventiquattro dò per a questa quanto ore c'è di città in la diversità il timbro della canapa- del voce bettio balsia 69 — poi rimasto e ci delle trentina di son sicure Padrone e Caratteri. Vita città di col coi in ore vivace costumi suoi pel bastano della preciso e giudizi borghesi e in d'una tutto v'aspettavate dallo scrittore, candore le calzature della i la lita, sa- piedi dei forestieri, Le la pioggia. sotto trano s'inol- Bella natura. per ne cittadine benzina e profumato fangoso viottolo d'automobili quell'inizialecorsa in fiore. Polvere per non ne, nell'azio- Ma controazioni, non Bella gusto. nel dei che vita. campagna. contrasto il rigido, dei Caratteri. e un nella matura particolari,scene, fra mandorli gioie prime campagna. In questi due La ognuna. sotto a i per primi momenti quasi con per più ventiquattro ammassante in un'arte da e meno ne contrastanti e il Bor- il Contadinista, più combinati e Borghesa Sono ne esercizi la la Padrona? spigliatezza,che della sono cesa e campagna; È dei buoni ora il Delicatino portata fresca Voce.. Cinico, sorprendervi per su Che Caratteri sciolti La appaiono anzi tappe. il ghesone, della de gure li- Riviera novella i Caratteri Palvese del novelle le questa e mezzo ultimi Questi quello. Fra sempre Vita della — le tutte Borghesa voi quella del Borghesone colpo di vento quell'altra scena Ciò un gustosa ve sua bastato noscenza co- gesto un gambuccia più la pelliccia che e a come ». la ficca loro piedi ondulò È persone. già fatto avete campo di fresca la fa aspettare le frasche viene avanti dietro al priva cona ave- varco lungo il fiume. Il Delicatino di pietra dalla su in per la pietra padrona, salita sotto mentre l'ombrellino il Cinico a verde che lando saltel- prestatog im- gli si 70 — al attaccato era gradito niente è gocce d'acqua più Contadinista forza Ora gli di della sappiamo che grati della delle due delle e nel Anche in Insomma riuscite un'ironia fra tutto sino Poche arte. Ma fu volta una e un frivola di lusso centrale, in si merita una sgustosa di- le illusioni. sue costruire villa la bifolco al aranti; d'edera stile sia Slataper drona. Pa- pose sboccate; fanno bella una sto contra- sì che di prova leggono si è poi e il stesso solenne, mato fer- dalla mai non ma a- figura bella sua un piedi a di atti rapidi, di nello dello maginare im- potuto cinicamente bovi fascio na buo- con piacere. di E battuta ab- davanti campagna e forse tanto. e fa suoi perfetta, cose un cose quercia più ci susseguirsi non facilità maggiore con nelle novella, questa coi un della ci vorrebbe allo sdrucciolevole, tutta città solco Rosa mandare a il dalla campi, ma procura perdere il frustino e al mezzo contadini arrivare ai mezzo lucidi gambali coi lui in che avremmo quello che per piantar Chopin, suonerà non gli fa Padrone, invetrato sino sciutti che quella il corridoio di di brellino l'om- ». Il Contadinista cucina il rifiutato impreviste, ma stillare mentre »; compiaceva ingenuità scenette lezione, lo intuiamo; di si fango sua il veder scoperto, capo il Delicatino trote. una che ombrellino un signora, piedi suoi i siamo piacere dall'orlo che convincendo poeta un a andava lo per ultimo, « roseo con braccio, — poi leggerezza sempre quell'epoca, ritornava de concessosi spumante, La all'attività Voce. ria se- "IL Carattere MIO CARSO» Gioietta amicizie Crisi d'uomo d'artista e e — Genesi — dell'opera - libro Il la L'artista critica e e — — Impressionismo stile suo letterario. — Io e che viene dentro a di con "^Lettera, un senso settembre E d'averlo. gioia la che ho il sogna. un dolore quello Non che barbaro sono « mio che terra igio). tutto perchè me, debba è io germogliare buono patisco ». 74 — E tempo. dell' animale i denti aveva aguzzi lucenti e forti mascelle. sopra Quando alla rideva, del sommità le degli uomini. teste mani sabbia Ma chinava Se il soffregamento attraverso quasi che capiva si : gioiva, il poi sempre quando volto suo sarebbe saltato il busto mettendo si risollevava addolorato, di bigio-nero pesava cielo carico l'abbandono la sopra l'opacità di ogni e delle le come palme, schiarito. allora un fronte sua muscolo suo di oltre filtravano accanito profondamente era bisogno aveva ginocchi, le preoccupazioni i tra Se capo. lo slancio riso, dalle piante dei piedi tutto era prender e — e mettevano paura. Tutta la fìsica di Scipio Slataper fu persona del spontanea Chi trovato bello. e tempo, se nel volto Pur che colui : Forte. un va come Lo sentivate che notte freddo, su egli e i compagni in montagna, uscì nella che tronchi e che fece, sorrideva ne di rami con passare cappello largo, col spalle solide Nelle una naturalezza nella decadenti. piantarsi delle a re di- e nodosa; mano una ritornò sembrava un Um gambe. dalla stanchezza dentro con mantello- sua ci si voltava della stretta morivano neve la tutta forte. vento nel primo Scipio Slataper decrepite dei moderni lo si vedesse e del il romanticismo portava con essersi primaverile. romantici i ritratti. Egli epigone. le maschere svolazzante na ingannano negli atteggiamenti e tra nuova alcuni ci di creatura una a furono un dimenticare potrà non Così non però era spirito. suo gioriio davanti un Forte non conobbe, lo velazione ri- una capanna sotto un e dal da stori, pa- peso di gigante; al fuocc l'ingenuità d'un bimbo. 75 — Coraggioso e jioiscono. le reti Ma :ariche. La ecco buttata dura si chi enza la ingoiare per piglia a e )ra simile una lascia lere ca- intuito; si getta fuga in delfini, salvando i niravano anche mescere, come volontà Ma per di nel ed Un più. ogni loro di mancava lo forza il seme; suo per e egli amavano, intorno a molto era lui, si calore recavano di alcuni che sia passata sulla ha che serenità, come terra. di dato per suo luce, e ricordo quello che grappavano ag- ogni nel di am- del oggi per e lo è brutale. parola, che loro che divino silenzioso fecondi lui cata, man- di spirito. E oscuro, un in era o saldezza, benedicevano sua vivere da sentito luce, e sole. Giravano sua sentivano quel dono che che luminosa creatura di a corpo terra gli umili ?^erciò egli può più che di esercitare non più maturi robusta, quasi alla ma amici tormento una sua ;esto poteva non totale salute di Scipio Slataper. la vita turgida naturalità, e salute, nolto natura di giovinezza una ; pescatori a altri oggetti, chi bracciate sugli altri. Gli forza ma ; chi remi, di tali episodi è ricca ascino a i alla pesca. Ma a pesca quattro ^on splendida, disperato. Scipio ha le braccia nare i barca una con pesca- sono sollevarle,tanto tratto tonfo, due tonfi, tre un di rabbia, perchè i delfini stanstraziare le reti; nell'impoe onfì. I pescatori urlano lo esce è fatica un a dai raccontare Scipio sera sardelle. delle )esca Fatevi sano. Una ori di Grado. — Exl anima quello che ila scritto. Si sono \i amino ^ustamente realizzate nella nel vita. corpo le sue Se no parole la : nostra a che Bisogna anima degli indifferenti è altri sepolta pettegoli. Per 76 — questo solo chi è stato forte anche dopo la e Egli intime farsi seppe umanità larga avrebbe egli dava si ». da soprattutto un raccolto sognava in aperto e di solarità. Una lo di bocciolo un della ma ani- sua chia cerquesta di sosta momenti intero, nei di gruppo fiore. Dentro tutto quelli che da forti,è buone e il soffio fecondatore di salita, di dolore ignorata morte amare che nuova da buoni amato in cui persone — ricchezza e di vita, conobbero soltanto le amiche triestine. come scrittore. ^ Di quelle persone furono di Scipio Slataper Le amiche dinaria piace). Ma ne quale ha sofferto nel far valere sensibilità e tende assorbirla,con ad straor- femminile che è vortice quell'originalità fondo, (o labirinto di specchi, come meglic della donna, l'intelligenza avevano appunto coltura senza la né avevano non di aspirazioni,in d: proprio nucleo un col contrasto « tipo formale l'educazione che » che le pone degli ostacoli che le frapla famiglia,speoialmente se borghese. Non è strano, geniale ne infrequente che l'uomo impone trovi la società, nell'amicizia invano e ad onta di siffatte donne nell'amicizia più dedita maschile In Scipio Slataper poi furono a due fedele e special momenti all'amfca. l'avvicinamento determinare be cerchereb- che ciò naturale, l'altro occasionale. maschio cioè dotato Egli era « », chia L'uno merci quelle qualità che poi l'umano dal Dongiovanni scala che va per proprio della che castità in conto e le aveva dell'ambizione qualche modo da natura ingegno sfrutta al bellimbusto. messe nel doppio civile. Ma richiedessero un di èra compenso; Ora tutt" nellii eg torchi naturai nell I 11 della stima donna, E egli però doveva non fu anche c'entrarono interna. Ritornava l'occasione fiorentino. ambizioni rosseggianti di gloria ch'egli far stati erano volontà di che sentì messi Da umile i primi alla opposizione gli schierò concittadini. sulla Ritornando che aspettarsi le e potuto vare co- Una pari tale disprezzo, e farli in audacia Trieste egli tempo doveva inusitata i tutti quasi a fiera una sorse via nuova quindi urti primo suo aveva in e simultaneamente contro sposizio di- sua giovanili sogni i lavoro città. sua dal sacrificio questo passi la raggip della vita triestina, farli rientrare egli dovette prova; rude e nel il dura a strozzarli. o Firenze, A dentro nascere sederla. pos- questo, e Trieste a soggiorno e in ne la donna. poco non desiderarla romantico idealmente considerare Poi, se egli non teva po- migliori nei suoi dei silenzio. casi Egli agio; alcune in egli amiche il aver ottenuto aver ritrovato aiuto. cui Seppe pratica e se triestine; fu troppo umano gli non triestine di realtà un suo tava, l'aspetchè per- riconfermarle spirituale complessità che che a umana un sogni, il mondo veniva è di ma in loro tutta proprio disperate intorno in migliore, cui d'apostolo. e salvatore di solamente Trieste suoi dei guardavano parve una di poeta suo la dedizione con La la fu esse in là dove a visamente improv- trovare meno consenso l'empito Per sentiva si cedesse. non le donne vi perciò appunto consentimento, Un versare E preparato. era Con la lotta, anzi temeva non stesse. in E nel mento mo- di cerca lo ripagarono propria della permetterà mai donna, tempo. non che i 78 fra rapporti in uomo linea una cervello. C'è di di oscuri il mezzo sangue delle te svolgano ininterrottamen- si penetrabile dalla chiara logica del tutta sempre sboccate gnateli donna e puro e cuore sue anche ma rosso, sensibilità sue le con animali, di gran- coi ra- quanto per represse. nella Così Ma relazione noi non il vetriolo essa dello mai oseremo della che particolari;e ogni dubbio nella Lo che fiamma perchè vi può egli esce non mancò E avvicinava che salvo. Lo la poi Ci mani di là dove la coscienza la cosa dalle umanamente turbata, universale cui a individuale, sua Brutale Anche fosse intenzione sua ogni toccare pure. una sincerità momenti in cui che fa restiamo paura plessi per- a questo gusto di di pudore! Eppure no; è za sovrabbondan- di traboccante misura; vanezza, giomorale, poca buttate che Sa di riprendersi anche dopo aver salute le forze cercare parisce scom- gli altri uomini. Mancanza forse sorgere denudarsi, di frugare in mente pieghe più nascoste, quelle che più gelosasogliono agli stessi occhi della propria coscienza nascondere In con salva dei sono di fronte di poteva la sincerità. non spirito fu suo Egli di sottoporre mai far possono pericolose, persino alle volte. nelle tutto. ammettere perchè dispiaciuti. Sono sono purificazione del elevò si più prove si di lati di dell'insieme. comprensione sforzo solo che. ami- sue certi su umana, ci o le con versare malignità abbastanza li penetriamo Slataper fino all'esaurimento. questo prima la bisogno di confessione d'ogni altra ragione confidenza della andava il motivo donna. che scoperte gli fec" 79 — ramico anche L*uomo, che ciò Dargli qualche goccia che la accogliere, /ece :ju alche anche volta Lato liberò saldezza Drecisa fluttuante e acile abbandono oltre :ere La alle L'umanità di pietà sua Ne Duona, «Bella « Tiio Quello buon luce che sangue fantasia im- sentimento, più un e illusoria di po- amicizia è im- le amiche le vite che nelle reale e sue vita mani. concretarsi. e così lettere alle che la cui per intensamente logica, sicuramente così commozione vano mette- sue vicino, approfondirsi umana le la di Scipio Slataper amiche, si prova non siamo pos- solo di- grandi. cose riversare cosa e la con dal questa vaga filosofìa della una sentire alle da posizione op- ombre. sono po' compito generosità non Una generosamente doveva 2he oggi, leggendo rhiarezza con un umana una lanzi un e avere risultò contrastano superbia Ma forze. contatto a sinceramente ìLglisentì alla dapprima 5Ì determinò pure se grande. più nensamente in- sa reale nell'intuizione; irradia invece che don- Scipio Sla- In volte, evaporata interno le proprie luce che carattere. suo abbastanza concentrata lon del la sanità e di individualità. a inclinazioni certe La comprendere. senza d'individualità aper ru- manomettere; quest'ultimo. Mancanza negativo senza umiliare; senza gliere acco- d'amore senza e assolvere di sensibilità la la intelligenza turbare senza sa il sapore. conoscerne per non dell'amico, cuore intelligente,con sia delicato, più dal trabocca — nell'anima che pianse, il suo pianto fatto ». ho ». sofferto per gli altri mi torna nel cuore come 80 — È un tirocinio che nuovo quello di egli deve rendere a furono i suoi due i per della valga la interni che drammatica santità momento riveli alle amiche cui esse temente presen- di vivere. pena distinguere rono, prevalentemente ricor- insegnamenti, motivi egli deve in ogni se; profonda di quella per che lo Slataper, per momento la parola che sentono non Se ragione di sicura aver verità più una incomincia di vita. In ogni maestro pronto esser — si possono della vita bertà della li- e umana. La razionalismo. mistico un universale si potrebbe definire concezione sua Ne^ derivano lore, gli atteggiamenti suoi di fronte al doalla sincerità individuale; la risposta all'attività, a quelle domande, che le occasioni della gli presentavano. tutte Io « ai miei Io potuto avrei né — la voluto calma appagatrice e valorosamente vero « mai felicità amici d'accettare amico ho non veramente benessere. e Chi vita. loro cede cizia ami- sua offrir* — Io offro loro è non più mio ». non né so vorrei comandare. Io vorrei gli portare uomini la loro via. Ciò che impetrovare disce possano Io la terribile schiavitù della interna. è la schiavitù, bugia diventi libero,e da sé si ritrovi ». voglio che ogni uomo libertà alla loro "( le Amo vite che So la vita intorno Amleto che maturità dà scopo trova. come tutta con superando ama i amo godimento un sacro la il è la fede, larici del grandi e dolce bosco, bellezza si protende sua proprio dolore l'opera,il e ». punto opera per e lei fisso: Faust massa s'am- perchè e non ». {(A La chi a il mondo ciò che libere fra essi è muovermi « perchè la la maturità? serve delle mani dà serve a sentirsi autonomi nel mondo. rito l'indipendenzamateriale, quella dello spi- credo che ci sia una soluzione, uno non d deve tutti a patirseloa sé finché lo ; ognuno ricerca c'era la straziante di questa sommità a dir Vuol dir lavoro? vuol il lavoro. Intendi cosa spirituale.Io di vita, comune Una volta religione;oggi é li 62 Fu quella che E vital dell'alba Amò sensi. da giovane ideale in carezze dentro, fosse che che E lui se della scrupolo la prcm.essa, Le novelle suo valore deviazione donna sua Venne e La che gli la lo poteva vita. E lo ce l'amoroso cava ficnon l'unica egli per cie spe- uno rotto aveva salvato aveva suo coscienza intrinseco tutta : psicologiche, il dramma salutare. lei nale, origi- il suo pestato calvenire; av- giusto? era del vita una non fidanzata, dunque uria e diario, del gli sfoghi di questa sono il la ciò, cioè », Soprattutto sensibile ma commossa Crisi sofferse. umano; egoismo era prediche leva vo- degli zerbinotti. conoscono, coscienza dovere « gli altri,sotto abbandonando un fanciulla signorina Maria concepire che tutti come amare, l'oggetto del bcrghesi. Invece potendo si:a sua momentanea anni, lui di vivere in liberò,ma ne Testasi La le dire può si diciassette c'era le signorine nella la prima sorprende banalità non d'ebbrezza amano capiva non giovane un se signorina. ma fuori delle volta, di una l'ansia capiva li dei rile, primave- tristemente! precoci cui con gioiosa, così parentesi prima i fanciulli (o donna) cosi una così la amò tutti suo aprì fu stroncata Scipio come d'amore storia una parte genuamen in- stino, trie- tempo crisi. della realmente trattennero intralciare salvarono superiorità sua o il da addirittura suo ideale. e una sformare tra- La ideale. Firenze fra le amiche e poi l'incontro delle amiche triestine,Gioietta. ne triesti- 83 — che mai quasi che subito la doveva puro A cominciò a di fuori •o Non mio ma ero mi io dovevo che cosa di io allora io vedevo facendomi sopra lavare poteva cose nella vita primavera faceva massa Ma tipo ; passar viduo l'indi- creava tutto l'assoluto. il brutto vita: vedevo cTie la ciò creato diventar per la agiva, e Lasciai aveva atto tutta voleva divino, meretrice vita Ogni che creaTo aveva la con fango puri, il era lavare vìva ogni per... a mi Una notte. un come l'abitudine per tornassi : erano una l'amore fango: che che me lasciata io io avevo le il nato rovi- uomini, dagli con era ero sue mani. più gli altri. una sognavo io colui condannai Ma di dentro e il tutto poco a individuale l'impuro ero pensava ;' gli uomini non M., amore; potei liberarmi. soffersi perchè appena penetrar ; io fango sé, poco me il santo, Solo testa. per fangose. l'amore quel- Gioietta. a il contatto tipo che mi ossesso. rese questa esperienza mescolarsi al fango. Dubitai Ma vivo poi e con più saldo. e lui dopo in il brutto me a me. amicizia avvenne lui stesso, racconta Curvai dietro è allora rosso, più bello è fu non quello che a Lo Maria. da l'amicizia con quando ma e puro sangue accade non amore. Pensiamo (( di nasce c'entri; non cuore donne, le con Gioietta, forse, Con ma il sboccata sua una nell'amicizia che Dissi — Per chi? appariva volta poiché dentro versare seme le forme che Per germogliasse quello che non nelle forme la lontananza di lei carnali tutto sentivo era di aveva il nel in M. La M. permesso mio amore, che Ma si ribellò. l'amore germogliava, fui quasi per tornare. del fango durò la forma Pure il tormento io la sognavo fin che sotto Un di Maria. divina. forma. Era notte una giorno la risognai senza quello Mi alzai l'erba dal letto e andai sul Carso. Mi smarrii. Camminavo per umida... Ma mesi fu più goccia di fango in non non me. che da me più. Temevo dicendo, allontanerei quella che A ardentemente veniva. di Frrenze, dopo la Calabria, desiderai averla. Le letto di gioia nella anima. mia un Raccoglievo preparavo tutti i miei belli di il come suo guanciale. rosa pensieri petali per Mi toccarla. addestravo le mani sul musco l'erba dei prati per e su Succhiavo sole fiori per bocca al la poterle parlare. Aprivo per darle bacio. Gioietta di quello sei un tu qui..; donna più divina Dopo scrivevo molti niente 84 — che io dal mio potessi sognare... desiderio mondo di suo amore. poeta. È la forte che giovinezza il miondo. dalla L'imaginazione premuta castigati inturgida mille braccia per sensi si La fa di coppa bellezza Egli vorrebbe ha non s'è ama Eccolo frammenti in fiorentine bozze da di sembrano e che Ylstituto e a La della rosa che miio forse del vento e abbia sognato. Lettere stine trie- la dal- viene po' un anche in notte e e del le per un'ombra esami sei I ne costruzio- scrive con ciato cruc- possibile; l'imal- volta, una lo Slataper del scioglie nell'aurora. la dal- e nella tutto, ride ai bimbi della stato sfera, pol- come dare conoscete che ». improvviso. il braccio, appare a è il largo cappello, compiere a o poeta ammantellato sotto libri sotto tempo che pensiero umano passa basso o Domenica si e Slataper che o le fantasie dal comporsi cervello Voce capo a i pori della indigene; lo Slataper che prender firme scompare; « lo Scipio Slataper delle far lo fondo suo immensa col l'universo. giovanile una correggere non sforzo in tipografia de vie di sparpagliano delle Delizie e possesso, conquista. turbine conoscete dei la donna : un più meravigliosa Voi parola una anni nel E ora. da luminoso, il tutti sollevato viene si come alla depositato visione, viscolo amato su che ciò spiccia da rapina violenza assorbire per che sfuggire balzato lentamente rifatto racchiuderla. mai lasciata Tutto bocche mille frenesia è che parola sia corrispondeva all'ideale, di quello ch'egli potesse Giosognare. il incarnò Amore il tutto volta questa più divina ietta che Bisogna » L'incarnazione anzi: — lino Giornaper loro petaluccio di 85 — Ma voi molinellanti nella le mani sul ringhiare e letto Perchè No. come vorticosa, sul egli ed carne in era ha che cui era Giorno per giorno in si che anche di bi- di sole universo di donna una raccogliere poteva questo ha non stesso. se ma morato. inna- il poeta sempre lezza di bel- e sussultare trovarla in per di e tutte le ogni fibra la cose E cercava. derio desi- nell'impetuoso la trasformare terra teva po- mezzo per ? suo L'occhio Le ed « Pensa color un Il un che è cosa un cose. del diventato il velo realtà. mitica questa mito caro alle nell'immaginazione in fiorito, valore nuovo eternano l'amore mandorlo diventa di che i per Ogni neve. ci il occhi nostri cosa accompagna a cui tutta per ». lo scrive poema di leggera viene poco il badiamo l'eternità si eternano bianco, noi dà innamorato rinnovate cose poeta e mezzo diffusa. per di avete storcersi il foglio L'uomo tutto gli quand'egli volesse, da non lo non momenti quei dell'universo ossa la strada tavolino. che degli altri, Innamorato perta sco- poi rovesciarsi e mentre Il solitario innamorato. ogno testa seggiola, impazzito un testa attende lo scritto la con dalla balzare camera sua la con solo. Voi cammina cia le brac- con filare lungo in pioppi ai alla quale mezzo visto urla scomposto sgangherato, il passo e al sole, che in Scipio conoscete non — vitalità che nello scomposto violenta e stesso e perfetta in investe tempo. rifatto. di lettere all'amata. come E un'onda l'ordine L'attrazione quella dell'io. Sono boccanti stra- potente dell'universo dell'io-tu è più 86 — Sai « perchè amori, tutta della in che noi Noi l'essenza degli vita nostra Io chissà donna. una In è oggettivamente tentativi non e che siamo i Tu i hai colori : bisogno d'un fiocco ardente d'una capir di lei fluisce di baciare nelle possiamo labbra considerare già rampollano mondo nel in loro tende che potenza come cose con indicibile, diviene puro corpi incoscienti toccarci non per da su nostri che sono noi i liiniti del sorpassa Io miei finito e l'aria nel- sparsa per Ti suolo. tuo rivoluzione fissa guardo il conflitto sangue della il mantello pineta accesa, l'aria se meraviglioso come rosso, mia anima inseguivo quella che mia te ardesse. di : Chissà bocca a posarsi la il vedo e che gioia fuoco solo tu tra aperta d'un il desiderio dubbio, danzatrice lievi sentire per il tutto con tutta più cose o due colori, tutti degli uomini, secoli risolva che di bianca vento, senza fango nelle bianca cosa, l'aria Noi Sette terra. fondi ti tu volta il traverso sulla lieve più seconda una vengo occhi neve sul nel creato d'una la crede noi non di sarà, è della di mandorlo di vita. uomo che arcobaleno nei e il frullo ardente è come quand'io petalo che uomini. ho di altro fuori mondo il : vieni tu vene musicalità. nuovi primi proprie infinite vibrazioni,restando in pura l'umanità. baci l'esaltazione ridi labbra gli momento perfezione ». assoluta Ancora mTfle ì bacio come (( per facciamo polverizza e loro, che momento questo volte AJle si bacio, noi sua la un tutti un nelle richiamar : noi c'è perchè fecondato delle in realtà. nostro perfette. già li comprende perchè la di stanza una realtà Il verso umani mondo nel amare riassorbito bisogno il sangue come in anime abbiamo una il loro Invece da cui realtà Ma amori s'ha dove può nessuno abbiamo cui con vedo dell'uomo. e in il sangue tutto momento questo amiamo? ci — «n sia non i fanali si centra con- dell'Acquedotto.,.. ». volte Altre in uno a se più « fare Voglio il risuscito esaltazione stessa di superbia cosmica, do bastan- non stessa, ancora Nel questa spasimo più essere miracolo. Gesù. voglio, invece M'avvicino mio letto il morto che Sogno, poeta. ìncosciamente insonne che : a Se penso è portato accanto anzi sento invidiare passo a me jjer ». di con la poter simo spa- strada e 87 - Non è ch'egli può il grave Egli vero. leggerezza con dei pensiero è non Ma vero. il pensiero, tutto smuovere secoli, perchè altresì sa egli possiede ne leva. la Senti « il pensieri più profondi, quelli ch-e varcano far chi di tenti impazzire capirli profondamente, possono nel mondo nostro in terra come semplici fili d'erba i come umano potere e nascono umida, essi molto sotto prenda e E Noi possiamo confessioni. critici che Noi vetri di e Molta questo letteratura, tutto se è di se fuori si sente e sembra i contorni non sa (( nel del troppo uguale che poema giovinezza contenersi. come E il sentimento (( m.ondo il primo come si Sai che il nostro è dà, » galla. a di « coi che salute. Antro den- guardare ed guarda ora fiore della prima che amore la tonalità, troppo ghi va- raccolto tere. let- ci che la nutre, è in queste sperde anche. si alle volte illusione. Un'autoillusione : dovuto il fondo. tutto ». noi La ha egli prima che ciò bevuto colora a l'incanto. per venuti che riuscire rotto Slataper seno dei zione colle- una romanticismo fatto fede è coglieva ac- poveri, solamente nello tanto sangue dei finir col per amore, bambino aver per primavera A è che vero — su di chi tutta Quindi smosso vagiti di poeta Non fra mano spargerne l'anima attraverso nulla. prodotto., Elsso ha primi la poter siamo microscopi di consideriamo ha stenda per avere Noi guardano commuoversi non voglio, voglio, dove non queste di ch'io basta ». certo. freddi E sole? buon, quanti il mondo tutto un che sa un pare arriva come mezzo di Perchè assistere perfino a quando ? che io a strugger dive scrinon 88 — vivo lui, ma per avverse? sono Ora che velleità dal le tutte c'è considereremo molto che cose hebbeliano. anche c'è ma mo benissi- derivare può fatto l'illusione è sta quedell'Hebbel il mondo per il mondo prendere di stato uno subito, letteraria, che pantragismo di : confessione questa serio una lui abbranco traverso ». in molto — (1) E reale. Ma L'amore sempre. non malgrado allora e il memento chiara Ho petto? solo qualche cosa di dialogo : Invece Dio Sai, Anch'io compagnia, pomo l'obblighia tu lasciassi far perle — — ha Mi : — — che Come? (i) Vedremo della cara Invece di di attento fiorisce tuo diventassi io che rubarmi sul compagnia. la capirsi e ha creato. la mia compagnia. parlando di te. Dice creo — gente allegra come bimba! Tu avrebbe tanto il poeta, bimbo un E la abbia che l'ominone fai ti metti gusto a far a la lei con ridere te. con filosofia. E se fai il faresti? che e fiori di d'una pelle delicata tanto che potrebbero si mandorlo... poeta? che cose son Come, bene poesia, solo, doveva persona una il collo anche To'! la dolce star verso, l'uni- per me... a dirgliele queste non strade allegro, o Già è lui piccolo neanche fare Gioietta — deve tentava me esser seria. star Omino — le Ah ti basta non sopprime : Gioietta? — vibra suo monologo. molto sono che un di diventar per rubato Ora fuori poteva ma — l'Hebbel, primavera che il giglio rosso si voleva te a oggi. Sai? tanto andiamo allora mia È non stesso bagaglio di lenti. suo pensato cui in sé a espandendosi il critico cui mia. Alborella « e in perdere il non diventa e l'atmosfera È dimenticare fa la letteratura,cresce fine è cose : accadono falle a vicino star a Ma te. senti : sentire. mio? caro Ma che come razza in d'amanti c'è quell'epoca egli ora? fosse Ai pieno miei di t^fmpi... Hebbel. 90 nodo un fondo in alFanima, sciogliere.Mentre lontane correvano Voi che patite sentendo vi questa mette gliela ridona della capirli.Ma proprio umano più che riposare è essa « Tu Rileggo : devi non guardo se e guardare accozzaglia di paradossi lucidi per gli altri Non La lo dei; di questa degli altrui altrui. Quelle si Ma umani. non per frasi spiegar È che Tamore non migliori della ciò pazzo. sembrano namenti ragio- con sì. E altri : forse l'altro». era vedere. sapeva alla nate affi- aveva che aveva famiglia sua borghesissima ella tà la real- era donna, e razza degli casa la sapienza esente le muove meravigliosa che dalla che dire che bisognava spiegare sua ta Gioiet- sembro mi bisogno. Gli hai o loro è cerio può possono poche donne, possedeva come bellezza. Prometeo in interamente Egli esterno accecato, l'intelligenza alla gli uomini, Impazzisce dalla dole guardanegli stesso cui che sa lui. per spiegato. donna ella con di poter occhi non giorno le qualità il fuoco e tu poeta, stesso tutte come Ma un quello che Ma realtà rubato è occorre, senti tu chiarì. spiegherò montagne. che e occhi con rella so- più interamente beatrice. con minare illu- una a umile non occhio con a e fedelmente spera lettere di in poeta suo perchè egli crede sua teva po- trasfigurata dalla è Perchè solo momento un per la è al mondo parla del mano quasi entrare Egli donna. venuta non vita, perchè egli lei? Forse con la sua e io per suo lei. Essa gioia. Le certa Gioietta! una in la comprensione; con essa la tragedia. stende tutta più distrugge il sola la luce e avvicinarsi umanità; tanta da sciogliere invisibili nodi a irraggiungibili. bellezza e la forza sfondi In lui è e che dal della destino 91 — ha Ognuno Ella peso. ne la chi passato, suo aveva fondo in tira il — uno, gioia, più lieve il peccato come più che la tristezza come grave chi e che sulla preme purezza. Non forse sapeva veramente questo maggiore suo Ecco, Per quel farla Ebbe il poeta : Tu E scissa idea capì, si l'aveva Fu scossa altrimenti improvvisamente una doveva suo amore. sulle labbra. Egli le ripeteva in cui bolita inde- ma sa lotta solitaria chiudel pura, della il valore inferiore restar per stessa, se l'inesorabilità sentì diventa al quella terribile per il poeta. la che finora freschezza uscì dalla e spaurì; E il mezzo di fuori il punto una. di cui valore che stino devita della il poeta fatta; si uccise. una Non e in confessione dalle ritorsioni matura chiara per perfetta. forte drammatica e lui, per il passato. la incoraggiò. non sei tu respiro, che un vincerlo; sciogliere momento andar o donna, dentro senza il l'inizio d'una libera; quella solo redimerle necessario non sei il era come sangue sua, necessario appressarsi volte più tutta era soluzione una nel aveva essere sua Era sentiva esserci saperlo non quest'ostacolo. tutta grumo. Ella Ma poteva C'era 1 poeta. Lo desse racchiu- cosa liberarsene. poteva non Il passato. tormento. Non grumo. lei che nemmeno lava terra verde cenere di dolore. e e buttava con fiori smaglianti, fuoco. Così dal suo sureggia luserutta petto 92 — Urla. Non Non uccisa. tanto è e freddo, e E di mia niente. Gioietta Ah la penna, fa male. sangue eri devo e Mi la per mia chiudere prende m'avvolgevano in gli occhi freddo un che mi dici aver a vieni neanche Questo vuol la perchè bambino mi febbre la mi candela da quando come bagnato chiaramente della luce rimasto dire? molto più perchè m'è solo mi odiosa parola questa vedo sopore lenzuolo un solo Non gira. non devo Ma comincio non capisco. Cosa Non testa Perchè star vuoto. morte? tua bella? tanto la poco Ma dormire. Perchè stanca. sparita nel che capisco. Ma di Gioietta, tanto. tanto ti dico. io fìnta notte? quella testa un fai di invece tanto quello che tu e sei Non che te veda tocco tua è non nel tutta il mano che entrata è supplica, perchè s'è gli dica scriverti bene luce la capire. La non morte. stia se attendere fai Dimmi ora? so nella mi la la neanche passata niente, non Presto forte. parlare sia che te con cosa io di ritorni, che che capisce Gioietta, « Urla capisce. grida, impreca — masse.... sce- ». Poeta, sempre ancora La sentirlo a tragedia quel freddo corrispondere a di superbia, di rabbia, L'amata viveva come Non Egli è spirito. L'amore Io scatto solo di dal Gioietta l'universo d'una egli cui sente, vivere colto con Egli stravolto. Lettere l'amata. con vortice lo perchè piccola vede egli dolore, nella liazione. di umi- fantasia, sua aveva di umano formato reso lo potesse dal Dio, reggere quel allucinato, non cidio. sui- stesso suo gli in pistola glielo annienta. come mandarsi do- ragionare, possa percKe il semplicità travolto lo ha non morire. in momento con sollevato di a se fos- prima. di preghiera, di continua prima un di fermato, Gioietta se impietra; lo ha che silenzio scrive, continua l'anima con lo ha non Come poeta. ancora aveva mano; sto Que- capisce. 93 — Si può lo salvò Fu in alla arrivare s'abbattè del che ormai lui egli ebbe grado di aiutarlo. Fu in era il dolore Se d'esser le con quali gratitudine per divideva pur il meno nem- dolore, lui con sofferto,fu la tanto aver sempre d'aiutarlo, grado più profondamente sentì mo pri- aiutato. in stato il dare a egli sentì — della parte e sua salvezza. Ella nello aveva sguardo le parole chiare Egli abbandonò febbre, nella chiarezza semplice mano sua di lei. E vorticoso della ancora lui ch'era ritornarono illuminata terra di dalla scossa travolto, il stato a dre. ma- una poco a poco dal sole, nella mai abbastanza vita. Passaggio delicatamente Così la mano spirito fatto nella soccombono era quella che ^li dimostrò suo suno nes- dividere nel pur la prima superato bisogno amiche invece seconda o prima nessuno le E aiutato. lo Slataper riescono soli grande un ebbe come da strappo ora solo da uotnini ancor solo, senza le amiche. con Quando — trasfor- malinconia d'esser bisogno tanto la invecchiato, guance : occhi sprofondati in una a,ffossate, soccorsi. Lui, creatura primaverile. Mai suno Nes- attutita. dimenticare in avvenne momento s'accasciò, uomo, stata era allora, potrà fisica che mazicne solamente colpo vide lo nel lui, poeta su ritornato uomo, l'acutezza crisi sulla soglia. Ma fu ne ch'egli rimanesse, necessario la sciagura Poi, ma Egli pazzia. l'espressione, lo sfogo. quasi cui — è nato la calma umano, che non si potrà misurare. questo ultimo di vivere e definitivo creare. amore. Così torna ri- 94 — La crisi dell'uomo un'altra limiti del prima figlioliche innanzi ora nella il Non benefico La ancora. del Doeta non lo deve hai esser stanchezza di e che lavoro si ancora morte chiari' in : nata il giorno e ch'egli eterna, si gliore mi- mette ripro- ni gli uomi- ; ma morte i per riposare perchè la Scrive del marzo molti non viene ho in momento l'abbandono. finalmente, 1910. Tuttat^ di questo forzato raccoglie nel allettante stanco, niverso l'u- la parte ciò io la renderò Firenze, nel triestina,da e verità. dire sei fine cui volta prima egli può in tico poe- lei ! gli e la la necessità : di ». una parole sì del stanco posso sensibilità fu la luce il giorno È di parleranno «Sono L'empito sua colori per ora morire stesso. queste vicino la reso di lei è non credeva dimenticarla, dimenticherebbe di sé con risolta, ma dimenticata. risorge essa voluto può come quel dolce ancora. era Creatura, benedico Non dolce può di realtà. Di che non lo un'armonia calma, contorni così coglie. Forse colui che di anzi non è un'arpa. Gicietta come appare Nella crisi dell'uomo lei. Elssa ha a molteplice la lo rilassamento poeta, e : Gioietta È da umile sia di riposare. Di realizzare momento risolta quella {( tura, fu- dovrà cui vita; perchè sua quieti di famiglia. pensiero essere la nei alla madre all'ordine verranno, cK*egli ama raccoglie si per chiara. e grande sarebbe umano vita famiglia. Pensa assoggettare profìcua Un della concetto ai E volta semplicità. Egli, romantico, con e s'è risolta nell'amore La donna. — 1911 quando libro. un lo èi un'amica; : che anni fatto a cui riposo.^ non Il spirito riposo — corpo è 95 — è dall'attività, esaurito venire, sia deve pur è ed giunto il disinteresse anche il riposo. Se poco, per — della vita. è non no, Così riposo, irrequietudine d'impotenza». ma La crisi del si risolse poeta nell'opera // Carso. mio *** In dei uno nel di morte «Io settembre far il dolore benché Gioietta in : di far vivere E lo di mentre ra, gioia allo- depositasse, fu l'opera la portava più che di Gioietta Gioietta, merito e l'era imposta se forse come stesso studiare, a a scrivere per martella che le viste, ri- tradurre. Tristezza e potè non me, co- morale. Continua a si conoscenza morta morta; dopo. pena il torbido della giorno prima. dovere di farla, gato già, sfo- alla convulsione d'artista. Tanto dal ntrc, di troppa : che aspettò coscienza che vita Non ancora. quelle lettere in convulsione Se non anelato avesse era troppa un dalla amica incapace stato sono far l'opera. Ma appena' f" ma critica, auto- mesi quattro alla stessa scritto l'opera, coscienza )". Egli può E di momenti Ì9I0, dopo Gioietta,aveva posso Gioietta lucidi suoi delle ore costringersi a in cui non Ma lavorare! il meglio, lore, il docovarlo dentro ! Anche tutta esteriormente scatti deserto cui può a e di lorze volontà sdraiarsi e egli si misurate e e riduce riposare; e bere secchezza una Sola tese. fatica, il a oasi Carso. suo da una in sto que- Terra viva su fonte. % — La risplende,nella visione qualche può Ma Ogni « come oj"era febbraio al lavoro giorno il Mio il mio primo (Scrive a poeta». Comincia dello Tornerò 1911 del ra chia- una si mette di preparazione Carso sogno lavorare a stesso la con un dell'opera.Sono prima Firenze, il iS febbraio Si amiche il Mio lavoro. nel scrive » gio mag- gio, mag- Non a Carso che », da darò vorrei molti rifare mi, esa- pletamente com- co Firenze,all'ami- sopra. Difatti è nel Carso Egli passa sia. Si quasi è Luogo in e posto un odio proprio ch'egli compie l'agostoe tutto scelto mosche senza nel triestine. quest'estate in Carso di 1). la felicità del nota carico di belle pagine lavoro 191 al Carso persino gli esami, perchè mia prima poco... La attività dev'essere di un mia veramente anno. Firenze, alle Trascura si attua e amico, da un spero da « con « lo più appunti. per (( Egli tremante. ». nel ordine certo bocca appena anima sua risvegliarsibeato, mattina in imagine - nel agli uomini il settembre Carso 191 1 a Oci più caratteristico agli dei e l'opera : barbaro. Mi forestieri ». senza mobiglio un rozz"i sulla paglia : è il letti tavolo su cui scrivere. Dorme ha bisogno di troppe che non cure più comodo, pe all'osteria vicina, dove rifatto. Mangia osserv essere Vive i tipi slavi sindaco oltre una in a del una discorre e nuda, camera paese. È solo qualche questo volta l'unico qualche passeggiata. Lavora lucerna a petrolio,un libro rosso con svago anche per lo zupan, dal lavorc di notte, co riflettore;I 98 — Sopra che tutti Io convinse gli consigliò Ridusse Così (1): 54 di lunghe biente familiare buona di vita 53 quella a presso la fu tutto di un'avventura dovuto (( cose che immediatamente, // mio veramente Forse libro essere come osservare mente per (i) Ho questa avrebbero ne In fine che la be avrebcon Tutte a le si susseguono stampato L'autore voluto è I edizione riuscito essere e la genesi mancano di II Mio « gliendo to- non stesso. delle trasformazioni sia venuta ci lui è più sodo, e dell'opera concretandosi portate ap- stes-i la nel- gio punti d'appog- farlo. 'occhio cupate oc- finisce comincia: dice come dell'artista. Non sott di soppressa che avventura avrebbe all'opera compiuta, sa; ridotti i ricordi compatto importante meno non mezzo e 79. più », in «No, pagine tre guadagnato. quello che ad riuscito ha ne renderlo a tutto era nel pagina a Carso quello che e prolisso condensato il brano tra Tam- dettagliata descrizione e signora, una soppressione capoverso: diecina. una a te incitan- racconto stato che compagni, e è A Carso si descriveva Il ». descrittivi. carne dalla dal lunghissima » » di 54) furono il posto vere son nel Mio ragazza. della con mia ora in cui Firenze, a poco avere ...creatura brani ragazza, fu così... non parte e nei vantaggiosamente scuola, d'insegnanti del legge si (71),incominciando la mia (51, 52, Una che arriva pagina no, che tadina, la parte cit- parte, larghezza prosaiche pagine e del triestino una (( risultato è )• la seconda con brano ci, Soffi- Ardengo di semplificare il titolo. specialmente il succinto pagina il giudizio di pure sforbiciando — Carso. 99 — L'idea fatta Slataper di scrivere nello rispecchiasse risalire la comunque al ancora quelli che Pasini, un'arte facesse regione, va I giovani, cialmente spe- nando Ferdi- con la mancanza di stimolasse da un spirituale e maggiormente letteratura quella nascere che contatto che posto, vita una a a sentire a dal sua triestino. venuti erano attinta lato i corregionali giulana che là dei suoi esisteva. non Ora Scipio Slataper andò poteva non dalla finora che veder chiaro sorgesse Perciò in (25 è vita tipo triestino: un di sua di limpida deve titolo d'una della fine pare e dell'arte una alcune un'arte convulsa e di ridare sorga triestina affannosa artisticamente si può soggettive. almeno fra segnata non me, acu- ottiene col Trieste ricrei con la nostra». la vita quella di prestissimo Lo Che vita tere Let- : che cosa triestina. 1908, Disgraziatamente note del con originalità d'affanno... sua novella, Carsina, del possibilità di o prospettare tragedia. Qualche volere soggetto.il Carso. come impedito a il problema all'idea regione, dola attingen- aveva volontà nessuna stina trie- approfondire prima che ciò 1909) può marzo gioia dell'espressione questa Accanto un*arte Firenze, preoccupatosi Trieste, già nella quarta delle composta della che essa. il primo, Trieste sacrificio la : morale triestine per Ecco egli, arrivato problema (( bisognava com'era; vita in più dall'esterno, cioè nascere vita; chiarirsela. questa subito intelligenti,intuendo coetanei giovani ha periodo d'arte un'opera della vita cominciavano vicina, dall'altro — della sfruttare arguire dal gli abbozzi c'è che il titolo 100 — Di posteriore può poco limitato dove L'idea però ietta. Nelle essere del gennaio È deve civiltà decrepita sulle colline la con Alboino, come che dell'incendio solo barbaro, (poeta forte ma con nuovo) e Sempre vo e il è carica e barbaro nel non cala robustito ir- potrebbe fresca giù : cola la fiac- con il fare primavera la troppo risangua di promesse (Il Carso), sangue, Alboino; una essersi città sua di stagnante fra il Carso contrasto volta questa ma la concilazione triestina, nel nell'anima trovata: la città,fra lo e sla-j dram della poeta Italia. giovane La fresca lata, Ca- ' l'italiano; natica ed simboleggiato dall'incrocio della civiltà italiana. spesso La ne viene distrugge, come l'impeto di una che Gio- sfondo come lui italiano, dopo più che ma città. di si concreta nasce aspre del energia nuova la mia e triestina. dove E al titolo primitivo di lei, si parla civiltà una telli fra- È chiaro ». conoscenza il Carso prosa, triestino. poeta : la 1910, l'idea con Carso che d'Italia che poeta nuovo // mio dopo sue il Carso per sto que- due tra ricorre dell'anima lirica in una un gira avere rivelazione una Nel il che dramma mente : si precisa lettere tanto un'opera « La il contrasto. sta dell'opera compiuta di di nota, anche l'abbozzo, essere cittadino, l'altro l'uno : qualche a - Calata è il nucleo stata del la fantasia poeta, al intorno la mentre sua vorato la- quale ha Gioietta era in vita. Alla Calata ne che articolo come comparve neve, La è ben contrappone del Voce sceso a 3 presto una Salita. Questa lirico.Sul Secchieta marzo Firenze, nella 1910. « Qui il pianura » poeta c'è la stino trie- più ferace | 101 - - della civiltà italiana, s'accorge l'intatta e cechi barbaro, del Kàl, l'arido Secchiata morale Nell'aprile del molte cose proprio piccolo un Presso a scrive II Calata. la per poema oltre essere forza perativo im- civiltà. «Rimugino : di molto, sarà e )). il dell'opera concetto calata. Naturalmente calata, salita,seconda doveva giù dal chiaro un Gioietta a non una della Crescerà si delinca poco su in la stanchezza 1910 Calata spinto aveva gli con però cui a il natura, più nella lo spinge vincere : la osserva mentre carsico, lo monte sul ora oscura, non raffinato del ma di quello. E la salute manca ch'egli neve, Ritrova sale. e che momento largo ha bisogno d'aria. petto suo la città Egli abbandona monte Jl lo soffoca. la coltura dato un a l'opera loro del un'esaltazione tutto a ma pri- : more. Gioietta Quando la figura della prima concezione, barbarie della e la alla materia Ma non svolta compiuta; alla sposata e Era più chiari turbato amore e si le linee della il mito della vere di far rivi- che pensò non ad della e dopo giunge al punto la vita che e a la essere veva scri- nuova distanza. tutta più soltanto ma il mito vari di possedersi più a questo scorse della dell'intera e E dere ve- giovinezza una il mito turbamenti giungeva Egli potè crisi. maggior soltanto, ma non barbarie, svolge sua stava destinate erano il superamento occhi un centro franto af- poeta libro. venne con oscurò amata al dove del mente nell'opera. E forse le lettere che morta, del donna civiltà; egli donna sua nella morì, vita slanci serena punto civiltà che sce na- siasmo d'entue di quillamente. tran- ma- 102 — turità. Ed si rivolse egli per del — aprirono gli egli sentì quasi il bisogno di fare e di chiuder orizzonti il L'opera il osservarne A passato. suo si vista questa di coscienza esame un Gli corso. passato. suo // mio compiuta, di Carso, è questo esame E.cco che l'autobiografìa si è sovrapposta coscienza. al della Calata, e all'esaltazione mito che formava oggetto di Gioietta che doveva lo sfogo del dolore per essere la l'uno Si morte. sua alla vita in e nuova; creduto c'è la donna la fedele che con in se und di incarnar Morte Realtà di fantasia individuale umana. e Perchè fantasia. e to mi- un compagna, pena dolorante Wahrheit. la vita è composta c'è il poeta mezzo deprimente e alla vita santamente Dichtung anche amata l'oscura attraverso lo redime di realtà, in ispe- e quella dei giovani. cie Così è la vita, il Pennadoro Cresce in lotta e suoi nonni, amore giardino; si batte tuffi coi tedeschi ragazzetto bambino libertà,a in di Pennadoro. romanzo cresce patriarcale dei e contenendo ma nell'empito giovanile ha e in sovrapposta l'altra. e Dall'infanzia che è e accarezzato contatto e la con nella sano coi sassate nel natura : italiano, ama monelli, poi di Trieste. mar l'Italia e prega da viziato gli alberi fruttiferi del con a forte Perchè ogni casa tutti. si rafforza suo vasto a schizzi egli è sera un per lei. L'adolescenza e le estasi intanto e coi è suoi venuta con le sue cherie fantasti- giuochi più calcolati. Egli 103 — lotta in corsa, di luglio al dalla tirar in e è campagna confini suoi si è sveglia anche viene E capirà si mondo. va nuo- Dentro i ciullesca fan- passione una scorrerie. alla legge libertà spensierata. medita, perchè e esauriscono sici. fi- la costrizione S'aggiunga contrasto lo sviluppo con che naturale fosse non negli esercizi tutti volta, di bisogno, spirituale questa come tastico-a fan- il germe famiglia. La la della scuola, in col e precoce e audaci udir a ragazzo. muore e troppo. materiale e hbertà; si anche legge morale agita ragazzo quelli che come si quelli È nuovo un il termine lo spirito. Il Nasce tutto pure nel caldi pomeriggi storia. frattempo la incrociano e Ma nel abitazione nei in compagni gli si radunano sviluppa si dei ma lunga bella una che Cambia sassi, intorno mare, bocca sua il comandante solamente più è non — il ragazzo si ammalasse. Il Carso i la è villeggiatura più vicina genitori lo mandano Eccolo, a la vita contatto È la natura e dolce e aspra alle spalle della la sua di nello stesso città. Nel Gli la salute barbara, terra che è ammalata; lontana E^co che il è la possa portarla anche giovane, portar al di là del malata, andato di troppa in non nella tura na- tipiano dell'al- tempo suo entusiasmo crescersi le forze. ch'egli riacquista da recare, quista, con- essa. di rapinarla. Sente quasi che di e Ma natura. abbandono giovanile egli sente pare sogni pingue una come ricco pensato di beata con cosciente franco possesso offre nuovamente bensì più irriflesso, e si in Carso. mesi solitudine in giovane pensieri, quando sei per costosa; meno e Carso giù mare a tutta nella questa la città patria civiltà. solamente per ri- 104 — salute, si in mettersi l'ampia recare la dalla montagna, stanchi. e dura realtà ama da per il contatto cotidiana, la serie delle disillusioni vita : in politica,dove il suo giovanile entusiasmo la prima doccia la donna dove fredda, nell'amore della riceve ch'egli altre L'entusiasmo che facile credere era giovani più che i risbucano sogni, forma una la radicale dunque rinuncia; di poesia, potrà fare Un mestiere. sta mentre non giorno, a tavolino gli vuol scrivere, a gli sforzi. S'arrabbia da fresca È questa e libera il secondo volta la Firenze dei o India? poter piere com- messo compro- un alla pensare per letteratura. è un secco della civiltà), centro alle cartelle bianche, 1 il titolo eh sotto bianco, rimane infila tracce in per letteratura (nel davanti getta montagna, la come l'impiegato? della tanto po trop- Tanto grave. America, libere ore in venire; tutto in sperato anche a è farà il giornalista: tanto s'accorge che Ma la scelta aveva delle avrà : di trovarsi pensa lontano Troppo il maestro? che nella vita la libertà nell'altra. Farà o andrà il mondo, scacciati, lasciano quanto per il commerciante? Farà Ma impiego. un in Egli rientrato, egli è portare natura. dolori. con compensa di Pennadoro di poter la felicità della tutti i e rivoluzionare può tante come divertimenti,in famiglia ai e sacrifizi poetico non signorina che una ai vestiti richiede la vita capisce è poeta solo pensa dove e scenderà che poeta l'ampia libertà agli uomini in città comincia scende; ma vita Pennadoro con Esaltato poeta. scopre Zaratustra novello quasi — via la penna, si e è Inutili vuoto. maglione un egli su mette ticolo ar- scito riusono zari call'aria verso monti. cosciente natura non contatto lo attrae con per la le natura. sue Ma bellezze. 106 — è Ah « compenetrano la narra la circonda, libro. Sono di si dire parte contraccolpo Trieste per l'impronta anche uomo soprattutto l'uomo di I critici portano che di tutto fronte è alle loro o ben sabbiose al loro poco la non loro natura il Carso e di questo poeta stessa il e dal E ta poe- Ma triestino. E*^ alla nascere libro! loro zioni. presun- umili; spogliarsi1 esser comprensione di umana, Ma^ che interpreta la vita. E però di uomini mai. Ej vita. dell'umanità. delle peso suo buona. leggere questo ad che giovane avuto essere le terre, preoccupazioni disinteressata vita incancellabile. nel imparino smisurato pare fantasia e sangue dura hanno a lo più il se difficileche l'anirna saputo d'un alla parola tanto tati sia il nel fisonomia imparare non realtà importanti il Carso tutte per Dovrebbero la ». attivo, nella messo dolora pochi hanno Quanto lavorare però Trieste oltre che tale è l'uomo come e loro è che sa integrante della vita reso d*una Pennadoro dove E gli ha gli ha il Carso tormento, e parti molto Trieste Pennadoro. amare l'uomo Carso. sono può morale, alla vita, è di Trieste, la lui più vicina, è il suo che che uomo Naturalmente Carso. iniziazione sua il dovere sia, poe- di lavoro. e // mio è sua lavoro, nuova, formano e d'amore Questo a la vita comincerà intessuta vogliamo la con insegnerà sacrifizio e amore, fratelli...Noi Così si ed pena il mondo fra gli uomini, semplice uomo vita l'apostolo che più non ma di rinsanguare bramoso rante, — misurandola sperimen-^ superuomini, j alimenta sione l'espres- orgoglio di imberbi la d'un fiamma giovane che fresco d'anima e di anni. II fatto è che a leggere, dopo esser usciti dall'atmo- 107 — sfera Mio del che noi la ci credevamo nel pochissime ameno, la faticosa a perfetti, che dei gran parte occhi in I le mediocri; quali, che maniera, vere alla prima vista critici, bisogna che dispone non un'opera si perfetta. Ma meglio, che ha prima prima di pare^ giudicato, si non (i) Tanto più scrissero, il solo 1912. Non travolgenti, della lettura saputo rilevato va a Alberto ignoto, umiltà. è darsi poeta; e patisca Spaini, fra che è si è «La Voce in compenso immediata, senza è un calmo piieconoetti. che dopo mi capire. E grande fu allora Carso vibrare lo Questo, di né Anzi eroe, stile del » sot:to che ne 13 tembre set- amore con s'anima si simo giovanis- un Trentina» Certamente, perchè lesse « Il Mio critica di paradossi rifulge la sua ma suo voluto critici fare l'autore giudicato? lui. in l'artista che del con comprensione ne agli per naturale è si non dimostrare una sideriamo Con- che e necessari la vita è o di impigliati sono avvedersi non narrarci riviva libri esposte libro primo suo di L'autore dei po' manchevole. un come Che giudicato? averlo il somma sieno, facilmente di tutti i mezzi ancora possiede? si convenire, è in deste mo- ». qualche difficoltà. Costi-uzione però virtù doti o sono piccole che per le tenzione at- re scopri- condizione false, che an- genere a che modo vi nuo- tanta e bellezze o di di bisogno la del che pongono l'arte intima peggiore essere dei si scorgono vòlte è pienza sa- bocca per Aggiungi degli scritti. EH oggidì viene luminosa libri,massime quanto perfezione, che an- nare chi- fatto dei libri vien muta. rarissime e recondite e si i detti studio, tanto e ragiona giudizio leggere primo fecero; ne più sempre Leopardi, là dove volta, diffìcilmente se scettici, dobbiamo alla (1).a Qualunque una che nneno davanti fronte del Parini critiche le Carso, — di il mosse ricordo e 108 — di tentò non sminuire quale so — del il valore amoralismo libro richiamandosi addirittura o a immoralismo estetico. Fianno Per chiamato eliminare definizione, Pennadcro le oscurità Slataper, di forma il il mio di codesta vago di romanzo ^J^erther diversa. E Il autobiografia lirica. il fondo e come Werther, il Carso lo chiamerei io è come // mio Pennadoro. Goethe; è Carso è nudo, io stione que- anche vale paragone è chè per- di liberazione un'opera interiore. (( Tu vi ti dopo uomini mostri simile un gli scrisse » E' di sarebbe stato Ma Scipio Slataper conoscerlo. esprime fuori anzi bene ne se Ora, lo Egli aveva del la freschezza distanza. freschezza. E terza sona, per- lirico turalmente: na- be sareb- non o egli di fece bene tuto po- del che poeta mutare non a scrivere poteva non Lo E' questo maggiore a da parola cui II mia libro sta proprio nella del poeta meglio oggi, distanza a maggiore acquisterà in più propria. accennavo questa : scritto. capisce a la difficoltà si amici avrebbero dell'autore col personaggio, ancora in parte conoscevano E l'ha come non stesso. se Le mente formal- pochi i per la coscienza tempo. male; ne immedesimazione con quell'amico scritto. mano- bastata battezzato scriveva non che coloro per Carso in prima gli più. occorsa e la di il anche mutare per romanzo, un letto raggio co- con dissi. Sarebbe romanzo; l'osservazione e vivi in più appena forma, chiave, di l'autobiografia e amico il avrei non libro di incontrarmi un questione trasposizione una troppo più immedesimazione sono sopra, non dotte prosempre * 109 — dal sorretta Dronto dirvi controllato, bisogno di vita gli sogni sono », Non è realtà, non tenuta volta chiarezza, c'è qualche Carso è di Il mio del mente fu da di zione preoccupa- turbano un ne e la poco dell'insieme. Non ma la for- ingannino che Dire II mio lirici,denota frammenti concepito // mio sviluppò si e Carso Fu elaborata formare la base costruzione. passò una per adoperato. dettagliata del specialmente si che qual- poetico; perficialità su- Solo nota è per e su In un'idea da nato nella qualche anno trasformata, finche costruire. cui tutto quanto lavorazione che trale. cen- il il ganica orteriale ma- ulteriore, costruttore è E ebbe facile perdere tutto. nelle qualche Lo organicamente. di stanchezza, in cui momento dei motivi date... ba- non L'autore soggetto di costruzione. stato stessa d'esservi la visione Così è poeta. la suoi i giudizio. esistente qualche organico. difetto visse solida prima è il fatto che Questa parve ed Carso dimostra col scorrevolezza susseguirsi un che esterna una riflessi che quei chiara anzi L'insieme ne da distrarre confondersi allora ancora, voi, come No, « : 71. E capire il sente l'accento farci sono certo un l'autore e eguale distanza. sempre non vengono io « a 95. si lascia di dove pagina a », di necessario pagina a notata fu così... di completamente non improvvisamente non pare e è vorrei « specie una seguito. Là contraddizione il dove con forse e del rovesciare la mia quando dico il vi questa punto davvero derivate sono là esempio contradditorio passaggio no, Per diventa dell'inizio » Ne artistico. mezzo manchevolezze. delle — attaccature incertezza. e nella Nell'opera ripresa si for- no — allora mano quegli ingerghi che leggerezza dei lettori la prima con di andar ancora Ora ci penso... Per in A questo la salita sul Secchieta brani due lì stessero relazione della dove il alla passo al grande Ma il E in e libertà,nello la forma punto che li unisce; frammentarietà alla cedere in nulla che saldo tempo, che mano un può ha gna, monta- un ludia pre- che certo ginarlo. scompa- voluto da la materia e esprimerla, ha cui con in tura na- parte. così stesso terno in- dalla morale, i za sen- il motivo è invece l'audacia del poeta solo che del riposo, al mare, dell'amore. Difetti di forma nella è mare, sembrerebbe il dovere terza complesso dopo : la calma riposo voluta, della senso esempio quadretti avvicinati natura specialmente si notano il lettore portati al stacco mentre segna dove natura naturalmente vista due come fra di loro; evolventesi di molto. annoiai mi della città,prima in il filo. Altro prima a io punto siamo golfo di Trieste; sul EJi, ma « l'organi sul- errato legatura la esempio : la incoraggiato giudizio un Carso, perde attento poco parte lassù ». hanno formulare a dell'insieme. seconda — creare esprimere dovuto in po' inesperta del qualche giovane artista. Oggi alla i nostri scuola Ma L'artista dei scrittori ritornano maestri non però ha ha niente lavorato; di tanti a che e in con scrittori fare con forme più creano Scipio Slataper fu anche impressionismo non e saggio consiglio, con questo, che in mantico. dissi,ro- serietà! della sua bertà. li- Il facile zione genera- l'arte di lui. Il lavoro sione Ogni dopo, il sorriso come imagine di giorno mi stupidità con tanto Basta del costa l'opera fatta, terioramento di e torita. par- stanco sono « non un e pena riempire so ». di il materiale del accorgersi per creatura e che dell'espres- di notte all'amica; confrontare resto della bianca carta strazio la gioia e una scrive » di foglio questo che dolore; nasce (( di dell'artista è che d'in- lavoro poderoso cristaìlazione con scavo ha l'autore com- piutoLa lussureggiante le lettere cose sono parte ?jlievi... : Tu sorridi terza parte; più artisticamente Molta ' dimostrare « triestino Qui è ! custode ordine delle brunì e neri arrivati iersera dieci facchini i stata solo arte. in ». nella morta, distillato quanto plice, sem- e in ancora coesione. lavorata vacci cano- su esempio è ciente suffi- Questo nel Mio del quadro completo e punto- che si In Puntofranco alle sei di mattina il veglia, bovi I grandi attrezzi. il magazzino apre ai vicino vuoti piroscafi lentamente vagoni turno, trainano e lavoro. e chiavi ; Un quanta sobrio per cose : i l'infreddito pilota di ' è note. con Gioietta più da secon- 1910 del maggiore Carso di e bellissimo, franco Mio del appunti a Carso riposato; poche voglia di violette le è tutto Ho « gennaio a desidererebbe si parte nel cogliendo qui sciolta di- smontata, la fine della », lettere anche punto di (c delle ma certo... siderarsi con- possono luminoso; e verso scritta Gioietta rimasto è qualche di stata intenso toccate; Quest'ultima di viva, è meglio non « ». Più al rimaste i|campagna ij Gioietta a ridotta e quale preparazione, quando gli i occhi vagoni sparpagliano per opachi sono al saluta dalla loro gli hangars. posto, Hanno alle in sei tasca e 112 - la pipa un e di di pane. pezzo - d'una Il capo lui s'accalcano monta ganga su razzo ter- un uomini più di duecento gridano d'essere ingaggiati. Il capo ganga strappa, scegliendo rapidamente quanti libretti gV. via seguito dagli ingaggiati.Gli altri stanno va zitti, poi occorrono, si sei P ochi minuti il mece e mezzo canico prima delle risparpagliano. carico, intorno i libretti di con lavoro turchina la blusa con sobbalzanti rettifilo grigio dei Sulle rive Trieste e la della gru, e apre i i arrivano e carri, infine, ultimi, lunghi Il sole aranciato sul fracassanti. strabocca pressione dell'acqua; scaloni a levati in alto, e sale sulla scaletta magazzini. Il sole è chiaro si sveglia piena di moto e nel colori deriva (( dai seguenti disordinati appunti Punto franco, mattina 6. Silenzio. Primi mare e nella città. ». : primi vagoni. Pipe facchini,e con schizzi.I buoi dei vagoni. 6 1/2.Facchini, appollaiativicino il via vai. Col sole. La camicia Tipi di facchini. Forti,ma al Linz. Comincia blu sale sulla gru. ti. patiti.Mustacchi cascan- Fumatori. In tasca la pipa. U pane sopra. agli sbocchi idraulici. Alle 6. Il pilota di turno stanco dopo nottata. Guardia, custode chiavi,pilota. Allacciano La le gru precisione. Prima carri. Intorno al i dove la maturità è dalla trasformazione facchini. Poi ganga. capo L'assalto coi librettiper Ma vagoni. Poi ingaggiati». dell'artista risulta pienamente, essere stilisticache ha subito la Calata. Calata, il primo nucleo del Mio Carso, composta lo stile delle nel gennaio del 1910, risente nella forma La lettere a Gioietta,di quell'epoca,gonfio e imagini. In fondo cerebrale, panteismo ancora troppo è lo stesso gettitoirrompente d'ammassate è il medesimo allo scoperto vago. 114 — di considerare mento Mio stile del Vi le chiarezza non riposare; Così sembra mi Le fra periodo e importanza, un ma ansimate lanciarli ch'essi abbiano caldissimo odore al ritorna odore! ha ma più che in (Appena ora è l'uno quel nelle più l'altro zione (l'imaginapotete assorbivo : istrada no marla fer- in un deve e caldissimo. : Invece il termine, raggiunto aver ginazione (ecco! l'ima- fermarsi, di riposare contrasto! tocca Assorbivo (non per cosa tere trasmet- ora il termine. partenza qualche di sensazione di raccattare per tempo uguale frenare) odore punto smarrito rifarla in fretta tutte solo caldissimo di doverla sentite ma riposo asfissiante. Assorbivo liquido)un un a per l'intuizione. ora raggiunto stanza. di- poca Nessun tempo un esercita paiono stesse richiamarne e do quan- sufficiente parole hanno in non luce, smussano. esse sembra ma po' alla prima lettura; vi un per si risalto. Non essere direzioni corre spazio medesimo pronti i sensi un hanno Le periodo. l'intuizione prima non sazione sen- richiamare effetto che Troppa s'urtano, dove da Si Carso. dove Quella intensa il primo essere imagini accostarsi; svariate ne lo stile del Mio di noi lo vicino luce gode, si riposa infatti,se quell'atmosfera? a l'abitudine fatta si è così visiva di ombre? senza l'allucinazione? punto poter Voi illuminate di di più da e un'atmosfera in trovati siano qualche su mai cose in stesso se per Carso. siete tutte — be Sareb- questa plice tri- :) asfissiante, col più importante qualificativoin fine). Altro esempio. luce^ rabbrividenti del vento. Anche Alle nuvole pudiche sotto che le qui accumulamento si trastullano nelldi fredde dita curiose d'imagini, anche 115 — centrale qui il sostantivo rileggere. Troverete a rischio a perchè Vi freddo ciata lan- nuvole il e questo buttavo dove. pancia a la rosicavo si vedeva polso sollevarsi diche pu- e malessere sicché Dappertutto. Co- lezze, all'atmosfera, le bel- Tutto è terra, terrosa la freschezza audaci vi vivo. sradicavo bietola barba- una )). il forte cadere dal gli accostamenti a ancora e il trapasso delle imagini, parole, ogni per Le Le più varie. assuefatti impreviste delle gocciolante (( trappeso con- attenzione vostra rapido, vicino. è siete vi le novità e la che ciò con estetico quando Mi il curioso. godimento (( tevi altro effetto. Prova- un quelle perchè accorgerete chiamano lati; anche equilibrio nuovo, un direzioni nelle rabbrividenti vento, è raccogliere cui su al Pure due dai smussato d'attenzione. qui sforzo — pelle morbida nella del palpito azzurrino come una foglia ». (( Dall'ultime di sole pieni casa, « Codeste piatte I (( » carnume van dritte nella bocca, (( L'anima nel « corrente e Ma queste Flosce del « colpi di fionda e gli Da». nell'orecchie,negli occhi, fresca miei si sale in per fuga dei la bianca come aspri gridi d'aizzamento l'ondata Carrucolandomi nostra ». dai Addentando tedeschi! dei come rompe naso della rossi ». schizzate elastiche e larga fiorita quanda coppi di medusa. aguzza impauriti (( le come i di passeri e sono L'acqua vedevo vette vispa montagna come un ciuffo lombi co- ». d'erba ». gli scogli rimontavo sfinito la ». Notate il senso rinnovato, carnale delle parole. Al- 116 — l'artista basta non del meno che è è piova da l'aria pigliar piova stanche Amo Per la piova corsivo volta sintassi come inusitato C'era ficamente a più Madama di e per linea La lano sfi- vocaboli vocaboli si abete... le salite precipitose alberi molti 1 linguistici, nella confondono lingua acquista un che serviva quando si magni-! giuocava a faceva rosse corsivo che è non di sotto giù da buttavo mio, la mularia tronificante ruffa a fruttiferi,àmoli, rati- ». contemplavo Oppure Il inchino suo novello. di glò, ficaie specialmente (i) I suoi dialettali aspetto anche C'erano bacche liana. ita- (1). » che lingua virgolature di rigore coi dell'insieme. un col d'uso come temente, coscien- entra nella sua casa delle stessa specie una 'sconderse daiola per giù staccando triestino Cruscante. battute e sinfonia e il dialetto paludamento col o sintattici (( giù ». pari pari sulla « triestino più forte. Osservate! e violenta. Vien e si presenta salotto (( il poeta per rariamente. lette- letterario senso s'infiltra la pioggia, pesa ecc. la prima Non tono più piena nuvole vigoroso, nessi role pa- Ma ». le foglie deboli nel con usati meno e nel altri scrittori; anzi pioggia una Dalle (( (( dovete to tan- ne dialettale. Il dialetto gli suggerisce della lingua più fresca non usato del vocabolario, letterario; egli supplisce di tinta o vocaboli Così la tavolozza lessico dialettali — è nel testo. per signore agguantare ». stra- le 117 — affogarlo di Cercava ( — tocciade dieci, venti con secutive con- ». Ma (( un come ficaie ma ciapo di gatta baia Ucio cammina poi sotto le botti buttano si prati nei saccheggiano e le che grandi passi a l'aria impregnava su schianto di indolente annusava giù e sulla ». il piazzale, per giura e panca ». Tonfa schizza l'inonda e Anche quel tonfo, fra le squarciapancia, e pietrone enorme un gracidano che con autunnali stravacca si vendetta « storni di ponti gane l'odor nervosa « quell'ora in ». Una (( i bimbi solo a gno sta- l'acqua putrida ». tonfare è dello crofe transitivo, col di buttare senso E dialettale. suggerimento molto c'è d'altro. Si delle fatte sono linguistico. E particolare, letterario invece la per di cui per ha luce in Noi abbiamo meglio di questo fondamentale semplice nella lingua tere discu- il termine dove mologia l'eti- aiuti non e di E' e sporadicamente giunti al stessa mediato, non artistico ora il il è suo tutto sione, nell'espresdello già scoperto punto gione ra- entra cui per insomma compresa l'atteggiamento Siamo d'artista. La scrittore questo generale; la qui. Perchè è non capriccio è immediato pause, tutto anche potrebbe dialettale,specialmente un ombre. senza che qual- per comprensibile. dialetto,è profonda stile non tale inquinamento un accettare conveniva non questione si tratta non si semplice facilmente la là e di gusto potrebbero di quello ricostruzione Ma si qua l'effetto per se e sul riserve scrittore. questo d'integrare teggiamento at- le 118 - estendendole osservazioni nostre della fece taper _ all'atteggiamento generale letteratura,di cui Scipio Sia- ultima nostra Succintamente. parte. ?** Arte è intuizione, è espressione l'ultimo periodo della per teoria nostra corrisponde espressione - in dal Carducci in Croce ha Benedetto razionalizzato sub derivate le sentono, della Nella la trovato ne impressio- - ultimo nostro di materia letteraria del riodo, pe- quel è che manchevolezze tutti hanno ha rità ve- a parziale. E verità suo lo tempo, suo aeternitatis, assumendolo specie dell'arte. Ma assoluta All'arte poi. nell'atmosfera concetto del valido estetica. l'arte pratica (1) l'impressionismo letterario : è il concetto : sono ne sentito e Estetica. sua letteraria,dal storia nostra Leopardi (e dal distacco, preciso e sensibile. Lo prepara zio, Carducci dispersivamente, lo inizia il D'Annunintegralmente il Pascoli. 1 giovani con compie del Croce alle ultime lo polarizzano e recano Manzoni) il lo l'aiuto c'è un conseguenze. Simbolismo, neoromanticismo, espressionismo, 11 il racchiudere lasciava moto (i) Avverto del nuovo che che adopero la impressionismo. sempre forma; la la dentro alla rigidezza di queste dando e E' pura. imprime contenuto si arte naturalismo, verismo, prese la animava; se, ora parola impressione ma pri- tradizionali, linee a che sostanza il calore tutto nel crea nel senso mo- logico. etimo- 119 — di versarsi, col stesso mento — calore, da suo la se, sua impressione. ha L'impressionismo nazionale, ha ha sostanza nostra Sono entrati alla Heine, Nessuno della rotte forma stessa, se gli spiritimeno noi sentisse la vecchia classica. moderna : Anche tradizione dalle uscire Tanto è dighe che vero tempi, suoi i i orm.ai largato al- oggi, rifare le d'acqua, volendo abbiamo nessun tradizione, non ghe, di- il letto, arricchiti nella ritornare lo per In quésto che riabilitare; dobbiamo da dell'epoca poeta sino meno, è la stata diverse e Si di rendere trattava di sorta, E però la forma, oscillò religione svelta dalla s'involse e in , dando 1 epoca. origine Mai contenuto tanta perciò a epoca intensità essa nell'assioma e che in base unitario. vita filosofia ne termedia in- senza ne scuola. della sicura complicazioni menti atteggia- e dizione tra- ze, incertez- del- rivolta sostanzialmente letteraria, al problemi ebbe nostra, vario dovette della tenuto con- più assillanti uno la come dei i loro abbastanza l'impressione ne dietro, in- il fine moderna, vari quanto seguite, fu le vie del restaurazione letteratura nostra artistico degli scrittori,per ritornare Leopardi. a di ampia movimento e europea. in che dovettero modernizzati a Ibsen, Dostojevski. nostro dentro rimanere meno viva Nietzsche, scrittore più sostanza l'arte, del- Appunto italiana, dell'Europa tradizione Verlaine, poteva della far parte a letteratura. bastava ne tradizio- straniere correnti nostra non arricchire s'era dovuta consoni la europeizzato la comg largo alle fatto della la barriera rotto preoccuparsi E giudizio della forma. trovare arte a un forma sostegno, è e contenuto. un con appunto tormento, 120 — Nei iuckIì più vari i nostri è il maggior classica, la è nella pura più del riprova una meno è la essa D'Annunzio più egli però e della ratura lette- periodo. arte sua il tentativo dell'epoca, il dominatore poeta di questo zare di realiz- tentarono di dubbio quello di Gabriele fu La poeti Fuori l'impressionismo. riuscito — meno na, tradizione letteraria italia- dalla la più sentita e vera detto. La sopra nostra epoca nazionale. I più vaste nella forma di questo impressione del poeta, di vocaboli e renderla a E' contenuto. dell'arte La i molte ma allora aveva non più parola le Ora di dell'arte Le parole dei come strana una durezza, possono domandato nuvola una toccare che il Carso autore suo cui su in se, la è conquista. Che una in aveva tale mente : jweti che sospesa soavità Sensibilità cosa. // mio via dell'epoca, l'ha immediatamente più le nel- grado sommo la parola considerata quanto zi, mez- stanchezza; genera poesia. la tutti i sensibilità come tocca compierla concezione « in la forma, era questa che ciò anche, qualche volta, riesce, è e in lui, come sottometteva su parola, convergono lontani poesia. La è presa che prima non specialmente sentita palpitante,viva nella cui a più i e volte, quando quando riesce Laudi ma subitanea ardui concorrono dannunziana. creazione più più rinsanguarsi della parola nell'imagine, l'imagine sbocciante avvince ricchezze coltura, le di lingua formidabili e di elementi svariati radicate nella Varie, (questa è cos'è: quando bellezza una aggiungono agli occhi, ma non davanti terra, Gioietta, sa che che distrugger che tutti tante la che stia aggiungono i nostri volte sensi m'hai parola-involucro 122 — Italianità vergine; tale. toscana, cariche l'antica padana, queste, soppressata Sola facile di Fu la ragione dovette quasi il solamente esser che quello italiano poeta un che dicemmo : in proprio barbaro frutto nel in camente, artisti- esprime voleva era le ma triestino, triestino,perchè era potè, non un era di rin- vogliamo, se giovane, poeta suo ma il fatto per allora cercava imbarbarendosi spontaneamente porgeva dell'albero stessa, se poeta un negare rin- civile Italia. vecchia momento gustarlo perchè di cui andava essa altrove cercava un in ciò cerca; che aveva casa. Io credo che // Mio quest'opera come vergine letteratura fresca forse segna rientrano nel chiusa una dell'impressionismo che Carso e sarà più sempre di spontanea una sentito nuova e italianità. Esso e si potè comprendere, la letteratura sangue, saporito potè non questo è in questa sono trasfigurare e Forse verginarsi europeizzandosi, e Carso non non che cioè pmovo. sopra bera. li- ma di cui imposta; o conseguenza della sufficientemente; non come non tradizione; che Trieste parte l'Italia capì E del Mio lei che poeta; suo come volta. logica per né secoli; dalla italianità cui per Roma, e scrollata. una la prima laziale vetuste nei quella riflessa barbara e per di la freschezza e vergine la civiltà addirittura tradizione novità le d'incroci ricca alleggerirsi con La come non tutta — periodo piuttosto che sembrano nella tradizione; di conquista, non di sul ma stanchezza. della moderno un inizio; le forme finire,si è una nostra iniziano chiusa altre di forza "IBSEN,. in Hebbel S. Italia traduttore Slataper di critico e. — F. Hebbel Piani drammatici Ibsen Dall' Hebbel laurea e — il La Amburgo dell' Organicità — l'artista — legge -- tesi — — libro l'uomo — si Come Ibsen a ibseniani Studi » — — — r« hebbeliano Slataper S. Pantragismo — di fronte a Ibsen. « Ibsen » Il — critico di Lo in Italia,a di Federico due « quanto tedesconzolo! », preferita del il deplora, com'ella caso, Ma Imbriani Vittorio cui servizio, trasfigurare che Hegel stando ma Berlino, a inventò anche potremmo le cose sugli autori noi Per l'idea centrale quanto un credergli sulla così, preferiamo no il merito, degli italiani di deve ma pri- Friedrich dei un suo vissuto parola farci al essa Wilhelm sua niere stra- italiana, che fosse non muove letterature che grezzo universali le missioni cui sono Georg certo data ingravi- letteratura non Se eterno. popoli, di noi critico; giudizio da stranieri. riguarda Federico giudizio spicciativo di Vittorio o della narla, scan- )). da delle critica cemente atro- l'assassinio l'abbia Olofernuccio sua del creatura cittadini di un letterature rendere e i assiro offrirle il materiale per di lui, altre le tutte la compiuto a lo universale la missione : per la per con dandogli pieno, scongiura e seno conosciamo noi spacciò svergognandogli che, stima, le si agiti nel e in di poeta, Giuditta sua (di Oloferne) colse far menzione a lo ce il primo fu l'altra gli frantumò con fianco suo la lo una con 1870, Naturalmente Hebbel, stoccate; al intorno pare, Imbriani Vittorio di spirito bizzarro combinasse trascurare per per Hebbel, Imbriani, ne lo lungo meno tempo con pare abbia che avuto la volontà questo poeta il 126 — — tedesco. Cosicché quando nel 1893 quel bravo professor dell'Accademia di Milano pubblicò il suo Friedmann studio in volumi tre sul Dramma tedesco del gli italianicolti che nel secondo trovato un drammatica opera di Federico volume colo^ se- bero vi avreb- chiaro serio della critico vasto esame nostro Hebbel, non se ne sono accorti. che per Qualche spirito solitario, conto più per suo il pubblico, innamorato di questo o quel dramma hebbeliano, si provò a tradurne alcuni frammenti. Così il Teza (( ristoro ad inutilie per in versi la prima al silenzio degli Atti faticosi desideri dei Nìhelungi parte Memorie e della R. se tradus- » la consegnò Accademia di e Pasini dette a riviste Padova, nel 1903. Così Ferdinando locali,a\Y Araldo di Riva e alla Vita Trentina, due suoi di traduzione frammenti nel 1906 e Bisognava che della Maria lena, Madda- nel 1907. un movimento nuovo che lo Sturm und scotesse Dtang vociano abbattesse le siepi dell'orticello nazionale,che la Germania fosse calcolata un paese degno di studio manifestazioni, perchè anche Hebbel tellettual gli in- in tutte ritornasse infine le sue lia, in Ita- maggiori onori di quellidimostratigli da Vittorio Imbriani; anzi vi venisse per la prima volta accolto letto e Il con discusso. Borgese che ebbe l'interessamento tedesche, che da {{ per un grande parte nel promuovere del pubblico italiano alle cose una certo tempo addirittura funzionò indicatore generale » degliavvenimenti della nuova richiamare,nel 1908 su La Stampa e poi liani nel suo libro La nuova Germania, l'attenzione degli ita« il grande spirito» di Federico Hebbel. sopra Germania, fu a 127 — il inerito Scipio Slataper ebbe volta dopo Slataper gehiicher e cominciamo è come a passare. qualche con -Abbiamo quasi Ta- dei di : Gli d'animo nel mento tor- qualche volta, nel che di convincerci si sia poeta dono atten- più dentro penetrar a noi cui traverso spiritipiù tormentati sciogliere; anzi di conoscerci paura al lo presenta le quali meritano fra stato suo (1), Scipio di traduzione di riposo, tentiamo assoluto bisogno la prima per Hebbel, suo parole, l'aiuto poterlo conoscere. di studio e saggio un uno Hebbel per 1 Italia con le seguenti Hebbel da col poche con rilevate (( di letture alla luce italiano di farlo 1910, quando marzo mesi otto esce pubblico esser 17 Voce, La Su — da già liberata biamo dob- lui. Eppure in lui. ». nell'ottobre Appena nel segue Poco novembre dopo che dramma Diario, la sua più caratterizzano l'uomo opere tradotte come e si completa Anche nel 1912, già di quale Slataper. Questo del (i) La data del 5 Giuditta, 1912 il il Tagebiicher, che dai Le pensiero. suo i due poli del Diario erano degli studi hebbeliani l'anno della tra cui si due muove lo spirito dell'Hebbel. la traduzione uscite il e cui Giuditta. rivela l'artista; nel di passi tradotti un a sull'artista, e traduzione maggiormente sono pubblica anno particolare sulla uno esce scelta una stesso di critica sull'uomo generale articolo dello e pronte é importanza lo ché Tintroduzione, bennel 1910. stesso 1910 che ci piamo sap- pio di Sci- nella vita fosse accostamento Cosicché nel gioverà guito se- capitolo. prima agosto menzione 1909. dell'Hebbel nel suo taccuino è sotto la 128 rivelata Appena Federico la Giuditta, l'Italia s'impossessò Non Hebbel, ci fu giornale rispettata di coltura, che spuntarono funghi dal come così e Maddalena di uscì drammi i suoi e la ricca e gli il E' (( limpido suo desiderabile più largamente l'anima germanica, ismarrisca, non alto, quella migliori della mano sempre e sua più fu della sempre pensatore, monì am- conoscere a la letteratura altre quante e ce conoscere, suo in sempre tradizione ricca finche è grado più punto lui evocati gli a dove dovette scolari gersi accor- lui; cosicché indietro naturalmente stessi forze sfuggiti di erano intendeva richiamarli i suoi delle una ». dato un a oltre di costretto formia, che dighe allo straripamento; reazionario. scenza cono- generale cui l'Italia impari precisamente e gli spiriti da successo, di cervello che il Croce andati con rale, intellettuale,quell'equilibriomo- senso In generale che ebbrezza la calma con ristabilisca anzi nettezza quel fine ispecie in slava, amiericana, e necessario che, in questo ma sono; bel Heb- 1912. Qui la scienza fondamento, Croce sempre ne Te- Farinelli del di codesta punto Benedetto : ria Ma- Gerolamo bibliografìa,d'ogni ulteriore di scoperta, consente il pose dato un a della Italia. di lui in Solo cero fe- si maturgo Farinelli inquadrò l'opera del dram- accurata e dalle nascosti e dal volume pubblicato nel magistrale di Arturo tedesco innaffiato la traduzione Pasini Ferdinando Il ciclo fu compiuto vini. ben terreno pure sta rivi- o parlasse. I critici ne Slataper. I traduttori pubblicazioni dello coraggio; non dire può si di con e a metter sempre gli dettero nor mi- del vicina al chiarirsi per più di spirito. E suo conto triestino,così a lui del della vivi Non la de gruppo si forse tÒCcava precisamente dì far conoscere alcuni da Hfeapo della fu d^ questa E Germania. di completo meno menti mo- tedesca. prefisse di studiare letteraria storia Voce letteratura ciò per che poi intuì La sforzato di deslàfivere agli altri l'ambiente e suo s'era prima coifte fondo a noscitore co- altri professori tanti . italiani, che senza che fosse, dato nell'erudizione, Ora della che dal va che come sensibile Tutti ci nel fare L'idealismo fare dovevamo a non profondo un italiano quel secolo l'esame di che d'oro coscienza. esame ci della poca l'edi si di derna. mo- mersi im- meno, che se rimanervi, poteva ma valori; quei creò europea chi viltà ci- che vita Coloro staccarcene; studiarli, rivedere occorreva della tedesco. che fatti per brano più pm come E,ssa Germania chi romanticismo capirono Di la civiltà e, E attrarre vicino e quali dipese legati svolgerci per a a dai rito. spi- più xào- compreso. nessun 1850. al che periodo epoca. guerra 1750 sentimmo conto, resero Hegel dal s^o col doveva sua della molla ila il largo romanticisrfro, lo palpitante più valori ancora ciò della prima fu a rale natu- aveva Nietzsche individuo, di il romanticismo, componente dei tedesca singolo la Germania allora che il era non ccnvibrante vita Goethe storica ne nella ma coltura sua Com'è triestini. stati giovane nostra visse la letteratura attrarlo, veva fossero per che far valeva equi- coscienza. ricondusse civiltà attraverso tedesca, ci lo aiutò 13 Saltarono valis i e mistici, Anche Faust. salde fuori gli Schlegel base Germania. Non culla dello Firenze, a alla Biblioteca Doveva saltar spuntato, quello che Non è nel annotato ho dar posso E' il un suo ! da mese quel la parola d'onore del grande Hebbel. Egli ha è — una parie che gli il secondo di resta. nel dare. Ecco considerare Ma prima Quanti anche sia di a Fla bisogno una cui un'opera straniera! sopra. E* in ha cui tu a rico Fede- in Ibsen. gli svelino l'altra comunicare la per tu, di che ci come la — ». trova loro più utile che da mano prendere e molto gioverà critico. critico, fu traduttore e pena ap- la fratelli nel- cerca lo possa Scipio Slataper piii reale E Hebbel « fratello po' traduttori! Se addirittura la critica agosto di stringere loro critici migliorerebbero un butta ciano, vo- l'idealis del- di amici spiriti che constatazione d'esser 5 Egli con loro con si primo essere e » Hebbel. mio Enrico sarà lui stesso fratello, di discutere di Un passato. bisogno Drang und scrive: agosto, Ingenua confessione, preziosa! vita le Ripiglio (ildiario) perchè « : Il 26 ». sul Ro- uomo. taccuino suo Hebbel letto lo Slataper vi ecco passato Sturm Federico anche una significato che senza « offrì lezioni sue filosofica,creazione fuori cerca. le con il soprattutto Farinelli Arturo agli studi italiani in tenesse volta questa mardicismo Goethe Wolfango di e No- Schleiermacher, lo e delFHebbe?. opera, se fossero la traduzione si possa fare noi» dì 32 La Giuditta la tradusse dei amico suoi ebbe quanto tedesca, questo mano; di lui della è sua ro ca- in lingua la forma nitiva, defi- parlare di traduzione si può senso un con Collaborazione scuola. più esperto di prima aiuto in e di anni dall'amico un in collaborazione sua. Aspra l'Hebbel, fatica mettersi in tre cui tradurre a autore un come dato quarti dell'effetto artistico è dallo dal colore stile,dalla disposizione delle masse, del linguaggio. E' naturale che sulla soglia ci si trovi a che imbarazzo traduzione molto scegliere con fra una oscuri la forma attenui e allo spirito della lingua italiana lingua italiana, ed impressionistica di quel della l'imbarazzo e ricercata Per che poi in sua espressiva, vinto; presto esser incontro tanto quella a clinazio in- dire fosse si può dire si può po' di un che Cultura e fascìcolo Giuditta». di maggio, della della 1. Giuditta G. traduzione A. sia fedele. traduzione una 191 rimase hebbeliano. sangue esame il anzi stile. In questo la traduzione comp"etente contrastante e egli ebbe dell' Hebbel, perciò perfetta (I). E* largo colorito piano la difficile violentare fu non il proprio trasfuso (i) Vedi e Sul sincerità. sempre riuscita violenza veniva lo Slataper quindi dì ammaestrare Non la scelta dovette gli offriva l'arte campo riori. este- esse. per lingua, fu la quella tendenza, anzi a d'effetti la nazione alla particolare incli- e lyerso l'arte hebbeliana che più tempo Slataper violenti alla generale tendenza pensiamo noi se delio che una vicina più esser copiare l'originalericco per Veramente, originale per della Borgese ditta Giu- «Hebbel 133 — dire vuol fedele e nelle toccata i due e passi i agili prima chiari. e di notte Giuditta... fiamme e d'ardere sorrise perchè mi chiara nella Manasse venne verso nera non posso : Mirza : a estraneo, letto, avrei — ; nel e poi braccia ; a con Sentii mi plumbea e vedesse non ; gli con dieci ben a volte, reva pa- me, me invece mi mattina ma uno nuovo ». spacco di nel sentii ; in un mondo ebbi stava peso proruppi minciò co- come ; era sonno, un care, venire, battere Manasse ; sembrava disse mi quasi perdetti dopo come di stessa me infinita compassione potei respirare di lui, cessò mi ; Egli in poco veemenza detestavo. cuore turbinavo poco in gnarmi. vergo- senza guardava disse e terra Provai spaventoso. con di verso Il mio voce. risveglio. La guardava e le piangere odiavo, bassa di estraneo, se e — la basso. sorda, mi che Pareva — giorno gridai, voce viso. sul 1 a mi sangue di strozzato. selvaggio a mio come strano, mi io stesi pregare gelassi di misi contaminata, parole senso : Mi ! come poi ; biancheggiò di dal finestra la verso posso qualcosa Disgraziata — Giuditta d'essere ancora, — dissi, — diritta era orribilmente e — Mi anche luna afferrato — ! afferrare, presto come con Tre lascia io splendeva vieni! rispose egli barcollò Non — vedesse che se posso ripetè — La spense. mi accorgemmo. ed Presto, fermò; si comportava Quando volle ne ce mi avesse vieni, — — mi chiaramente lo e si Lascia, — io. Egli letto, e nel cosi mano spalancati ; poi continuamente care una non ! della angosciata. rabbrividì spegnerla D'improvviso me. Ma — occhi vedo d'inquietudine; senso — Ti — steso avesse un : di ni, pie- ma Giuditta e e stento a freddi. sguizzai ; : lui Egli vo' tremiti camera grido più stata mati, immedesi- vecchia pesante spegnere Noi terza scorrevano una ! disse seconda. la La — voleva fiamma. spense disse: e è benedizione. risentii Pazzerella — una si e — le compenso sono di la come mi le egli ; implorando; cessò che vigorosi, racconto camera; borbottava Manasse, con ardevano baciò il nella Entrammo e sola soltanto non Come si sistono con- matrimonio, stranamente diss'io riusciti sono dire così per In traduttore del non punti quei impacciati. e artistica poeti in sono faticosi reso la sensibilità là dove trovai ma i difetti però e aspra; asprezze, difficoltà hanno cosi qui — in al in un un mio me riso : 134 — L'afflato Giuditta, artistico lo non cKe il poesia, il difetto della forma italiana quindi apparire nella vari dall'originale i brani ma ; tradotti, che della forma nudo più parecchie volte traduzione Molta volte si alla sintattica e chiarezza si trasforma è proviene leggendo sente, forma della e Diari dei nebulosità ginale ori- piccolo spostamento, una minore frase, insomma una alla giovato spunto, lianizza ita- un vocabclaristica avrebbe vandosi tro- non respiro di alla molto qui poche n^n breve adattata oscura. e Diari; della annotazione, pregio. La in piatta punti abbozzo, Giuditta, dove addirittura in là qualche e qua essendo che urtante traduzione in quella dei resto doveva alla gàovò soccorse in questi che — renza (ade- del testo, traduzione alla e facilità di lettura. Un (( » : giorno, tradurre perchè meihe tige, greift in « greift hinein di quel la ha » rendere quest'ultimo scrittore di quello che questa influenzata anche di volumetto sempre però il passo realtà molto che » si stata cercato per ha il tedesco forzEi minor servito accorge heu- der wie Dove »? nel petto... che a rilievo e riormare lo Slataper dell'Hebbel, vuol ma contrastante e fu in realtà. del traduttore sembra dei passi. Certo grossi volumi quattro 100 Tag, più violento ancora la scelta sul lettore è hinein dentro la scelta d'esser producono Ein Brust tendenza scegliere da un « : delV hehhelismo si accontenta Da così italiana. Ci proposizione non in m'agguanta a dentro oggi, m'agguanta come pagine che d'edizione nel complesso non un è la materia vole ageper Non Carabba! è po' mostra ottima, di- regolata sull'effetto generale che i Diari il volta originali;più d'una contrasto esteriore, per la cru- 135 — deirimagine; dezza del Come spiega. il la frase meines Mein « : stridulamente dobbiamo d'averci taper Diari dato dell'Hebbel, ch'egli più tradotto scelta questa leggersi il Diario Dobbiamo Soprattutto di le date di più pagine. appare da certe Perchè la vita narrarci e che degli contrario, far apparir Nello che è con che studio realtà di in tre ed E' che molto avendo precede la Federico valori Hebbel. pagine, tando pun- il della della Con corso di torilie al- un centinaia metodo questo molta costa di fatica lo più vogliono elaborato poco. dei su comparso aggiunta, Scipio Slataper e bliogra bi- quale s'impara traduzione l'articolo samente doloro- è invece dalla imitato vita, del a aggiunse. vi segnato i critici per fondamentalmente qualche è scrittori? mentre poco, d'a^rer notizie biografie prolisse si non dei ». accurate sintetica Sla- Tanto fatta a cose schema, uno pare allo qualcuno biografica,che principali, egli ha biografia una molto troppe quest'ultima, dove dell'Hebbel; vita lenta una traduzione d'averla e tabella è persuadere per conciliare della molto ma manchevole. essergli grati delle e soltanto nell'introduzione Evverte solo zione tradu- torto una e punto completo, dovendo troppo scelta ci nella »). intimo far qualche in capito Hinrichtung vita mia lo esser di rilevare uomo resto una stesso La « pito sca- che (letteralmente, » con del omesse langsame eine capitale del mio esecuzione iNon ist Menschen tradotta può importava a contesto non proposizioni, Leben inneren dal 1246; che al traduttore perchè addirittura ca?o strappato numero le antecedenti senza qualche in essendo senso, — tenta pensiero l'articolo sulla Diari La il e ce Vo- di circoscriverci e l'arte del- Giuditta 136 — pubblicato è tentativo questo di interno delle il metterci anche di fare potrà che l'aiuto che « (( il si organizza dai che E un Faust : Hebbel (( « sto Hebbel Così s'incontrano sempre per a lo fatta, esser aggettivi tre con la del- natura lito stabi- definì la Nell'Hebbel « )". meglio lissimo solo, bel- artista figura sua to turba- storica con col accostamento di contenuto : zione condi- e un un se arre^ sua filosofo non con felice dire, è il dei in caratterizzarcelo Slataper quel nella e nascita avuto è poeta, lo noi contemporanee, vita sua ha esso di vivo più vicino critica. tica cri- inquietante ». Ha filosofico è incompleto chi illuminarci più nire conve- nessuna voglia scolpito chi potrebbe Faust di sono quali dunque ancora, mezzo capisaldi che ha ci quello che abbia fatto aggettivo, quando ))} E dobbiamo tormentata, poeta, come dere ve- stati capaci saremmo allora s'integra nella bisogni delle »; di e sappia quali possiamo comunque pensiero suo vedere, serie di ragionamenti, tre dura, : dei posto Così sintetizzano l'Hebbel di queste, che al critico di dalle di quanto Hebbel, trascurare. , dello Slataper è riuscito. egli ha Federico di mostrar di- a porsi criticamente individuale giuste distanze il tentativo Difatti sta e di domandare noi, meglio senza che tico cri- tentativo? suo modo suo delle a all'esame esteso hebbeliane opere ci accontentiamo attraverso dall'altro, tutte. a noi distanza poca lo Slataper intendeva E' riuscito egli nel Se a particolarmente una come di fronte Lei Voce ne pure — un vo nuo- »? sondaggi (( e tutte non dello spirito onnipresente fatti con vera le attività spirituale intrinsecamente in ogni stria mae- attimo l'armoni neldi se 138 — più il giudicatore ha Cosicché è poeta ne storico; filosofo critici i dell'epoca nostra non benché servano ci perché servirci non a che solamente sopra; Salvo d'azione, ma uomo è completamente, accennate spiritualidiversi dal dicato. giu- più oggettivo è colui che ne critipo colui e perchè interessi lo storico ne — o filosofi neppure distanze poeti. sono o filosofi sono se Ecco accontentano quelle per sono solamente critico. ci non o poeti mancati! Del resto di fronte taper Abbiamo di Lo abbiamo mettersi per La de di sé, fuori cercava da buttare La questo la Friedrich gli si fu a sé stesso mia accostato Fratello, perché dentro di lui, lo intimam.ente, che cosa in tanto e rasse lo libedoveva spiritualedel inclinazione Hebbel, cui con potè é mio Slataper si accostava fare a po, tem- meno pena ap- simo col medea tante di gridare fratello! nell'Hebbel trovava Italia. Lo in osservarlo, forse per costui novatore rin- scienza. rigettarle,non : schiana, nietz- movimento però di tanto cui su dapprincipio animo per fuoco chiamatela moda, nel tastoni, qualche a di generazione. stessa serietà Egli ardeva della cenere sollevò novità Voce. quello le, po' l'orgoglio individua- un molta con nima l'a- con tendenza sua; Sla- . grande, giovani della soffocare visto Scipio Firenze a il più l'epoca per molti di fosse soggettiva grandi sogni; in come la posizione lo Slataper venire valori nuovi creare all'Hebbel visto piena che naturale era quel espresso; torbido che liva bol- quell'orgogliodi 139 — che rivelatore urlato era ai individuale giovanile verginità dei Cosicché quando Federico critico un di nella oggettivo accompagnarla di soprattutto pròpria moderna. la anima sua Ora confondere con per alcuni profondità il suo la ed acume; quale Questa coscienza stessa che poli opposti; uno, della comprensione della visione verso mente necessaria- egli potè intuire studiato, fu di coscienza sua di dioso stu- i benché trascurare però ad si trovò il più a esser forte, quello fraterna oggettiva servì che per così turbare l'effetto attratta da della simpatia, dire, l'altro quello freddamente scorge due come il microscopio. attraverso Da la per deva cre- dell'epoca. soggetto gli permetteva non critica sua anche romantico, e doveva del con l'epoca lo spirito del- tuttavia caratteri di lui appigli di valutazione. minimi della il critico. Se cipio; prin- Hebbel con speciale da gli importava Federico sensibile interesse questo d: che esame dell'arte ma lui giovane strumento la e fondo, a sin il brutto e questa Siccome foga il posto proposto sviluppo; attraverso e sante, squas- e capo tedesca; relazione in mettere la esattamente sarebbe suo nali, passio- e violenta leggerlo da a il bello nel ma ani- sua l'arte di quel poeta; letteratura si lontà vo- ». stabilire di bilanciare ne l'anim.a barbaro si mise Hebbel vibranti forma una nella immediatamente giovane « tragico della così tulta e in avvincere gli importava non e la vita tutta da toni aspirazioni, sue reale, che assunto si liberava quest'arte tale il mondo con delle il contrasto venti; aveva riempiva e il fondo tormentava quattro — ciò le incertezze, l'accettazione le nebulosità; entusiastica e le quegli abbrivi improvvise fer- 140 mate addirittura o decidere po' Giuditta toro il capolavoro? e Nibelungi e il Moloc i testa, senza senz'altro persi sa- insoluto forse in un d'opera capo : la tra poi tagliare la testa, lo scoprire il con chiedersi l'essere non il poeta per o filosofo; quel po' un c'è non o d'indietreggiare; quel il poeta per apostolo c'è sforzi al nei.... Diari. Ciò quello di F. doveva cui nel si sentiva arrivare patire lavorar e l'arte è non sacrifici;e al un'epoca saltimbanco tragizizzato l'arte il giovane della che servono una trama siano tutta popolo giro di : « L'Hebbel aveva conflitto questo sua. lui eterno la viveva gedia tra- Non sua linguaggio di un proporzionate dicono ma mente la calma per la e sone per- parole filare per danno immense; ha Hieram Ejode, dramma, un alla spunto linguaggio Nelle e si stimava non sua. Antonio, per di proporzioni persone un (( nel di musica una il poeta triestino che Mastro parlano non incluse gii sorrideva; piaceva difficile» fosse aspra e in cui vita; più gravi coi poeta che romantico Golo, Kriemhilde fatta città. sua Giuditta, la che pensato aveva dell'anima e sa podero- poderosa), bisognava più del missione la Giuditta; un'opera a conquista spirito robusto in anni L'Hebbel trastullo, ma specialmente attirava era non quello che ma scritto aveva (magari molto. questa suo che anni ventisei a Giuditta la come lui per parlare al pubblico, ventisei a per sicuro sangue. Hebbeì dunque più l'Hebbel avveniva, perchè tutta nota per esaminare viventi; gli basta che se lino par- incitante. divine parole di Giuditta Sì, ho ammazzato che il primo torna e fra il l'ultimo uom" suo 141 — della perchè terra, senz'urli lui in dai denti atte se la trovano Slataper d'un lago Le si Tutta la l'incubo idee coscienza che generazione noi tutti originalmente; tosse che credere come e il proprio spettasse scuola Come derna, mo- voglia Ma di ai vivere originalmente vivere quello di maggiore, di la se credere di torto noi sotto come di stagione. nostra a dell'uomo fu abito un anche torto l'acqua moderna, soltanto se nello che lui. moderna. della logica è la missione e coscienza avevamo dunque sono getti dall'esterno. Arte allora escono come assillanti per stata vivere; stato mezzi fosse alla superamenti, vato solle- cui ma contemporanea moderne, umana si vi moderno. dell'uomo ». dovrebbe con sommuoversi, a dei problemi sono che ciò quella coscienza; fini,i i eredità hanno offesa. Non ogni pietra che e realizzare nostra il sibilo per donna pronta premesse moderno è d'una sollevar a di negare chi le legge spassionatamente, A al più piacere stretti E Giuditta coscienza moderno. tutto possono la di l'urlo quasi sua. tue faccende tue s'è dovuto esser le parole torbida una l'uomo per che sentite può le pace è », più la è non vendetta questa Voi esser che di un'idea favore a che moderno in far le tu t'assomiglino dell'uomo la vendetta e cavoli, che figliar bambocci e pascolar possa i tuoi piantar tu pecore, tu — in mettere riga r umanità. Ma senso specialmente di dover Non ci necessità alla meraviglia antecedenti dell'uomo di vita il mondo; rinnovare giunse e Scipio Slataper in di conoscenza che nel propria e dei come suoi tempo Federico egli scoprisse ideale, vivo era se questo che Hebbel. nell'Hebbel lo cedette pre- figurava contemporanei. gli per 142 — Hebbel (( elementi libertà che inerti che ma Tuomo è deve ora nella dal legge nuova dare deve lo facevano po' un legato nella religione a deve inerti), svuotata più drammatica del far a forze mondo individuali sue che e che nello in aiuto ser d'esmozione Com- destinato sente le che stini i de- regge d'eroismo d'operare che gli fece senza sentire l'Hebbel. se a stabilit in- stessa sua squilibriotra base di sacrificio la più vicino quiete (elementi concezione una quale gli dia una disperarsi! Questo fu il sentimento e si non trovar coscienza la legge storica e chiama umani, può sentirsi libero. del giovane al bene tutto che moderno nella e da contenuto stesso, se a sua il significatoche legge nella nuova (patimento errabondo) solo, appoggiato la ma oscura, non lui di per la crearsi nel passato, errabondo l'uomo : tradizioni,che è più dagli ». parole queste a liberato procombere patimento forma è in s'è dello Slataper risulta chiaro il pensiero si che moderno creare L'espressione — *** Oggi su ai nuovi di posto più bufera una a «nesso siamo noi cardini Né di Anche snebbiata. Leggiamo vi possiamo nelle Operette che non più la Ci se cambia. come Le nudi. testa dopo è socratici nulla in stato invece un po' più ressamento inte- un impedisse mare perale tem- un un con ci cose a che cia la fac- interloquire. Immergiamo morali cipato parte- e sarebbe che nostra dialoghi visto ritroviamo più meno ne come stessi sapienza credevamo l'universo. i spontaneo noi cui Solo, siamo prima. natura. Abbiamo da snebbiate. paiono calmi. di serena 143 — Oggi vissuto abbiamo non soltanto ron ci grandezza sua di poeta Un che i;l'universo reale nella sioni i'I che intorno quegli sprazzi cui noi, molto, o noi oggi ziamo apprez- la quel- come fu in realtà. fucinano si con illuminano non quel cervello, distendersi mentre contor- senza di secoli. fiamma di gli occhi Slataper. Egli credette cui verso; più colossali dell'uni- a a regolare luce abbagliarono cato pa- tutti poco scintille,ma e continua sua Furono i alone piccolo Un in parvenze sprazzi escono ne senso di cervello, quale fumoso le che giusti limiti,non ma uomo, bestemmie e Hebbel, l'epoca un in moderno; nei cervello grande clamori ; di o con ritrovavamo Vuonio più anche guerra, Federico Slataper, ci lo appare la della prima giustizia. E di considerare possiamo noi — Federico che di ingenui ancora scintille quelle e Hebbel Scipio fosse un faro. Ma la 'svolgimento lo Nel 1910 THebbel. egli In amiche lo triestine — Però lavoro per d'un promessa sugli scogli suo so ver- «mostrerò 1911 nel oggetto ampio sua la testa anche scartato della lavoro nella opere aveva alle scriveva — le sul- lavoro ampio un si formino come già del impulso naufragare di fare l'idea di fare dell'Hebbel La l'intimo attirava. pensava questo Hebbel». dal preservò quel fìnto faro cui di salute, stessa sua tesi di laurea. mantenne : ma, Ejirico Ibsen! Non c'è critico per dirnostrazione dello Slataper, di questa istrada altro poeta! migliore del l'Hebbel per dedicarsi : sano mento tempera- aver nato abbando- all'Ibsen. Ben 144 — Non gli fu scritto commiato, del vembre egli facile cambiato 1912, due voler allontanare fare dell' Hebbel dalla E E' valore dell'arte!)la (di d'attingere che ma la vetta dei grandi drammi contorto Ne poteva parte di fatta sua, doveva Gli lasciare fu Slataper da la in tendenza spesse per volte si lasciava espressione reale, dalla tormentoso sovrapporsi di dezza gran- plesso per- bel. l'Hebche una e tracce. Essa del incoraggiò massiccio, dalla semplice, strutture la Per nell'uomo. distrarre linea la dell'Hebbel Soprattutto confermò titanico (si assimilata conoscenza romantica lo sforzo tare elemen- rimasto ormai dannosa. lato deroso, del complesso. mirazione la : umani; consideriamo aveva lui durature in un generale Dice criticamente se egli scrittore che e esserlo, non questo com'è di abbandonare lui nell'atto mente netta- )). perplesso, e ritorce e riconoscendo tentativo nostre diminuirla) a tragica del proprio piegar ri- un particolare,che costretto che è s'accontenta non è altro di volte nuovo si riscatta non Periodo che inteso il il più dunque sua que! hebbeliana! di scusarla) dell'effettivo intenzionalmente tenta risolvere a dell'arte (gli nega inumana cerca e aiuto giudizio altre suo valore sul un'arte pente il avei va considera- cui com'egli raddrizza guardate tempo espresso (( anteriore, da » no Diari ai non mai nostro maestro nuovo nel s'inganna. Già ch'egli abbia posizione poi stesso il gli altri di e Ma indispensabile un tormento. il sospetto « la prefazione stesso se quell'articolod hebbeliano, dopo anni sull'Hebbel. sua l'Hebbel nello il centenario per opinione In staccarsene. di persuadere cerca — umile per fantastiche del sua cui nelle ! pò am eg genuina seguire J che ve 146 — dere ie cose, gli altri basta che bene. va hai un creato proprio per fiore. E un scoprire Ancora nome. pianta nuova una debba arricchisci la vita di che forme nuove sull'incudine non ferro dal Sono ed carne diventi ti butti tu se : soffochi. Perchè sei tua creatore un impotenza, Creatore, impedisce Tu Novalis, Ma Nietzsche. perchè tu lo Slataper andrebbe che benissimo per bocca non ma tu della diventare solo ti poeta, ». il naturalismo come fondo è le usare a cora An- Allora di poter sentirti l'Hebbel. verso in del in gli uomini Cristo? fede vino, branchie, l'individualismo — son neio, consapevolezza sincero, come senti superbia intellettuale adopera è ma materia. in Gesù e veramente poeta ritualme spi- risalire,tu non per non strazio tuo d'esser del magico tua che della loro questa e questa questo ammiri, Dio mancato; : litro di un ti si apre non sei non nuovo martello bisogno nell'acqua il collo pesce, hanno le riempiano ossa. possa cioè uomini, con cantare. di morire e un forme fuoco scrivere che dare nuove protocolli negli uffizi,bere forme tarsi pian- può sposarsi, odiarsi,battere possono rosso modo il botanico molti mando do- mi un fiorire e cui comprendi tu : vera mi fiore che Non che a in nuovo così completo conto, Non Io cose. questo terra gere costrin- io vedo. materialmente. esiste da lo vedi tu fiore. Ma nuovo proprie radici nella con che ciò esse modo in cose spirituale sulle C'è non le in dominio diventa tu vedere a questo : vedere cioè — un parole che discorso un di spasimo uno stesse È del mistico personaggio che hebbe- liano. Quella confessione primi mesi del 1910. la fece, scrivendo Nel pieno a Gioietta, nei interessamento alle o- 147 Non delI'Hebbel. pere che sospettando che estetico quel abbiamo conflitto hebbeliana. che ciò tutto egli chiede terra d'elementi creare per No, rispondergli : la che sarebbe così non tutte queste vuoi sapere! le cose Dolorosamente dello da un sapevi Gioietta per facile troppo le e sai, sia e Ma per se queste che l'individualità della sua dello di positive, di esigenze 11 suo zione voca- il centro la del- tanto meno plicemente sem- Slataper ce ne ! furono ora tive nega- furono che an- trascurabili. non Scipio Slataper quasi e conseguenze hebbeliana; conoscenza l'amore fu considerato Slataper le che le alla dello abbiamo tu non che acconsentimento umano amore; ora distratto stato L'Hebbel, genuinamente portare tuo ma egoistica dell' artista-creatore, che personalità delI'Hebbel. semplice Perchè credere a be verreb- tranquillo, se in pace! Tu, e vivere indotti siamo Slataper falsato Lasciati lo turbassi? sario neces- ci così questo schietto così invece in è noi è grazia! Anche il conflitto? dappertutto A certo in- stato confusione, ». seguenze con- lario dell'episto- quanto Scipio; caro fiore! La del nascita Pensi il è ultime sue punto fiore? un Gi ©ietta, a hebbeliano un e vero moralistico- alle « : dal lettere E A vive. Gioietta a oscillazione alla invece nelle incontrato universalizzato, esasperato di di quindi lontani universalismo vago d'incubazione sia e andiamo ebbe ben una diverse temperamento interiore vita da quelle era della tutta vita fondamentalmente pria, pro- I'Hebbel. del- 148 — altro della sterne Per e quello hebbeliano. da loro vita — E persino ben sono le circostanze e- lungi dall' accordarsi. dir altro, la premessa. Mentre l'infanzia e l'adolescenza di F. Hebbel furono inaridite dalla miseria, non dall'ambiente, scolorate dalla mancanza quelle di Scipio Slataper furono amore; incupite di luce di e da fresca una spensieratezza sana gioia, che valsero della esistenza. sua Questa diversità fratello, ma che in e per cerebralmente potesse cogliere da proprio terreno. Quello che Mentre più della he anima in stile del senti del mondo; Mio in le con dove F. mistica varia alle imagini che della Così negli e sensibile. volte trovi è scritti di quel Così la sotto centro stanza so- latino da imaginare, suo sentirci senza Hebbel. che nel to. frutdito inaci- carattere lo Slataper invece la realtà hebbeliana da cervello suo non se diverso macchinose sue racchiuse Carso; F. Hebbel naturalmente e in quel momento; e piantarli nel semi tedesco quale fratello era di buoni fu da ingenua, dell'imagine che lui certi grigia del Hebbel, chiamar le circostanze abbrancato colorata a gli non nacque sostanza lo Slataper il ebbe realtà l'Hebbel aveva da sì che fece di entusiasmo momento un e una le radici umide tener a da eccitate e legrate ral- prato tem- è lo potenza l'aridità diazione di irra- migliori dello Slataper la qualche volta riesce a attenuare le toglie,cornei della fantasia, tuttavia limpidezza non è caso frequente nell'Hebbel, ogni semplicità; che t vuol essere dalla fantasia, se ciò che noi pretendiamo di arte quest'epoca, e non se artifìcio. Quell'arte dunque che lo Slataper apprese dal tra 149 — gico tedesco, Slataper lo Era Dare al teatro Poter scrivere che giorno un Quell'atto ben una superficiale di Due dopo dramma la gli nell'agosto del andrà re. cuo- a fu il Scipio Slataper. Un lasciati sono Hebbel 1909 si ritrovano. e i confini che un riesce se Commedia Divina del sale. univer- tormento dramma un gionamento. ra- l'essenza lo Slataper concepisce della linea di trasto con- qualche di rivestite profondità ciclopico; sulla posto si di F. Già del la lettura dramma allargano immensurabilmente; si ha che conoscenza gli acquista che più composizione. di paglia drammatica piano sempre di vita misera amanti persone che sato periodo giovanile triestino, Pas- del unico ribelle, era Ma nella trovare. poteva grande un se for- dramma! il primo italiano Hebbel dramma gli mise tramontò non in F. possibilitàdel la hebbeliane opere Ma sua. più di quello che cercò il dramma, delle sogno renderla seppe — e del Faust. La tragedia della parti; tre epilogo, un svolgerà il conflitto prima e la scoperta con dunque dell'antica civiltà adombrato sarà la avverrà Morte la e fuoco. Di La là del Morte, il grande nuovo mito. fra leggiata simbo- terra; ci una ranno sa- il trapiantamento Nella Nell'epilogo riconciliazione Abele di è si Nella sorelle. parte c'è mare vergine. terreno prologo l'uccisione seconda Alba; un Nel civiltà in contrasto, su anzi le due terza parte finalmente sorelle, la la Vita. e Presso riuscito Tramonto. un la civiltà, con : due prologo, la Vita del titolo nel anzi tra sorgerà parte Un vita. a a poco, compiere quello che F. Hebbel aveva nel ideato suo e Moloc. non era 150 — Osservate dramma! Sembrano Caratteri « anche La : : Il figlio che figliola. il buono tutto che sfruttar sa accetta e le doti anche poetiche della accoglie lo straniero, e fonde il che freddo sedile d'inverno, e caldo d'estate. Incùdine della poetessa ; il fuoco. Venerazione cava del fuoco. farà armi. La scena picchiare!)lo straniero per la donna amazzone ne L'amazzone lui. E che lo straniero, ma attrazione sente ama la in nessuno non vuol lasciarsi prendere da Abele rinato : per la profetessa ucciso in sé. E per questo erra, e virgo. Egli Egli lo aveva lo può uccidere...». lei rivive. Questo piano confini gli si dovette per forza Lo ripensò a brani, lo rifece senza squagliarenella mente. nei Precisò il conflitto drammatico. particolari. abbiamo a in sé colposo rettile,l'ebreo errante, Caino. L'amazzone ucciso fratello (Abele).Porta viene dopo aver Dalla dal figliolo meteora scavata più perfetta. (ilpadre : è non ì suoi, e solo essi comprende : vicino alla profetessa.Il pater ama di lui che civiltà altro prima parte del il bello. e Straniero: entusiastica una che figliaamazzone l'interessato : la per hebbeliane. la madre : diversi se familias le annotazioni — visto Mio un come Carso di dramma. in forma l'opposizionetragica a Ma momento un per un Così pensato avesse Qui avrebbe contrasto di tato limi- razze. sorridere l'idea di sviluppareun zo cozpiù formidabile ,piùvasto. Ed allora anche lui,come l'Hebbel, andò alla fonte della Bibbia. L'universale gli tornò a degli universali : le origini,dove le persone di vita violenta. idee concretizzate Caino Abele. e del Mio Carso Ricordate dove in s'imagina d'esser Caino? Caino con e Abele. Caino : Dicevo perchè non di frutti e le biade una "( sembrano te quellapagina rabbrividennotte ...pensavo di dolore Pennadoro chissà perchè, a molto ingiusto Dio ch'egliera chi fumo? i rami cariaccetti il suo a non valgono l'agnellodi Abele? 151 — Che male La perchè? poteva ha ti bibbia essere C'è fatto egli, prima dice non centrale le dello carte Abele? uccidere Pensai niente. il pensiero difatti,tra Caino l'azione, il conflitto è vita; Abele il conflitto lo si che d'una questo tragedia... ». Slataper, il stesso Il dramma la ha di piano svolgersi del seconda « I Personaggi « gioia cui. il conflitto Eva di nuovi. la più ama l'attimo lui per di parte. (il paradiso di è perduto lontane terre in far questo da guerra conquistare. La madre I Il dramma Caino è esteso vivo; fratelli meglio incardinato l'abbozzo che lo segue. Prima più Abele, amava Caino. Abele selva è Babele). La è ». madre. desiderio Il perduto (il paradiso si fonde), Caino torre di Abele; incitarli alla a alta ma pri- parte. II uomini una parti. Nella l'uccisione e torre con ucciso Caino. : Abele in due in da vivere dominare. fra gli uomini la città costruisce guerra, contempla si ha ma creare, sacrifizio Caino cui la del- e cose superbia di più può doveva in Abele, ucciso preparazione nella Nella non e delle eterno la calma conosce. Caino di sé parte il canto, è e dominatore ora di tale tragedia. una con — di che qua e d'una farnetica è Abele». tracciato là scena. sul rinato. in con qualche frase. di C'è l'uccisione Dopo cadavere abbozzi di Abele : ne, sce- però nella 152 fossero ferme stan sui passati mille anni e nella gola e il resp^o mata suolo foglie Le "( radici le : non I rami. del gambi fosse tutto mondo è poppano, filoni Come s'è parola Metto morto. diventano ossi. son La pietra. ingru- l'orecchio fibre di se sul filoni tra di miniera. Dio, in da lui questo questo legge viva. Non nella vita. (Sul piante gli dalla e occhi che dell'aria virtù la da permettere s'inaridisca nella e terra sia eterna, che Dio, il pietà pietà; perchè l'hai dentro, farti brivido come si d'un col ammazzo il mio Caino coltello di viso. Ancora della mano si vede come e sui Abele tagli quando incalzò ritrasse. Ejra Dio, Abele. Dio, ramificano brucerei vita per ne dimenticati // mio il dramma Carso. è l'abbranco Passa qua stronco. d'acqua il mio morto vien stesso io muove, un sanguinosa, tu Dio, sangue. stia (nelle pupille sbarrate vivi sono gli occhi di veramente, nato si perchè nell'astrattezza furono l'acqua il capo. È sassi? morire deve lirico. Il conflitto E puoi fredde. che parole rivolo un le ,quel che negli schemi, che ucciso mia la e piastra d'oro trasfigurano? Terra, una Caino (non può rispecchiarsicom'è possa Come le foglia una Ch'io piante anche Abele, non penetrare fai son m'hai che tuo se Non possono Abele di me, radici d'Abele, sulle eternamente bestemmi. non cui il erano il sacrificio? farti stroncherei mia nella l'erba. tra scorre ti basta è leone di Dio, lingua da la Se te. le mosso? S'anco bocca serpe Chi per labbra le ; si è muove? dalla una pira di corrode li nutre. e piante le Le pietà Egli vivo, io Chi cui tua morto corpo che vivere ti i rami spegne. la vermi parole deve verso bestemmio, (Si leva) gola come si ucciso? Chi — non io i rami troverà uomo fuoco per lodarti... saldi buttar le care stron- la Abele marciume e fresca per questo di crea devi corrompa di eternamente l'acqua non il corpo putridi lode tua Caino di mondo al bestemmia dell'acqua terra della causa schiatta la e diventan come Dio respiro. la bene affinchè Abele) Dio, di ti videro che irrigidito permettere corpo vuoi tu se dito suo devi germogliavano vuoi momento zitto? Abele) di Abele : che mi questo cosi divenire devi non Ecco mi perchè uccidersi) ». fuori è lirica,è lirico. Il dramma tativo tensta re- degli appunti. gli schemi e svanì, F. l'onda Hebbel tica poe- si 154 — un po' troppo della storia Ma fatto estirpato quasi Di della studio di che di anni liberazione ingannare negli carattere creatore, turbato di tutte l'opera e sua ritratto psicologico che voleva proprio debolezza del Compassione rabbia che : (( È dello carattere e rabbia si rivela un ne uomo di della che ritrovarsi un perniare im- errore un in Si sano linfatico i impastano colori e il Ci che se la Tasso del del sco fre- tutta quadro; quelle parole sente fronto conma »; analizzarci per e di suggestivo. carattere un malato seccante. è Il « : Tasso, più biografìa sua Slataper, crudamente stesso elemento « risulta,è molto il dissolvente quello come un della delucidazione di Ne sull'epistolario,pensare che fosse non lui appunto Tasso il giudizio del II a ». Fu ». sava, lo interes- è la sorvivenza delle anime, le epoche del il romantico. lo dice opera dominatore quegli lasciamoci che Tasso colpisce sua più tanto in liceale, non poi guardi ri- la letteratura, per occupato, moderno, ci primo nei scolastica, proprio lettura l'uomo che suo sia la psicologia del sempre la noia di liceo. Se dall'eredità personalità oltre la poeta, che si maggiori di Scipio Sla- non se anni difatti l'epistolario.E scelse così in recava annoiante era : era sua ciò a quindi ch'egli Tasso, la più po, cam- avevano : parlare, forse può si vociani; si stratifica parrà strano quel anche poeti i per non dei nessuno Egli oltre taper. » letteratura nostra di dar guar- a tutto. amoroso (( che aiuole poche e no. letterario,i campo maggiore parte desolazione molta Sanctis, radicali. Tanto e nella cioè passato, c*era spicci scolastica ogni De giardinieri del di molto erano nel Naturalmente letteratura. poi, in vociani di pigliare per rischiava e — renti irrivevivesse 155 — il tutto genio suo bianca, stojevski ebbe il conflitto mondo stessa Ma lo come Slataper la critica • i e anche lettere italiane da dal il critico attraeva Qui ancora è conoscere è subire colto giovane i novecento per e che con della ranea. contempo- del Tasso, delle timo l'ul- neppure della che d'astrarsi la scuola poi quella letteratura il critico Qui non della ha soprattutto Ma comprendere. contemporaneità; principio del sottrarvisi. Sul alla appartenessero o chi, per era vive. l'azione può giovani, scapigliatura, vissero Carducci- : deguato. ina- inveterato campo umanista; vita giacque sog- compito contemporanea il : e il compreso. giudicare, meglio canto nessun paragone esente pericolo questa su presa d'altro c'è non di parere tempo, andava non perciò l'epoca appunto moderna. un il vizio il Carducci cinquantennio, più è ripiegò il letteratismo colpire cui che fece ne e inevitabili erano colpendo Do- un si vociani, considerava Slataper intendeva che che purificazione dell'epoca letteraria Così E : si ogni valore superarlo, indecisione paragoni certi fra la alle volte dire il Tasso mentre sua offrire la palma passività dell'anima sapendo non eroico, alla della coscienza testa povera addirittura al russismo; con mente materna- Naturalmente ». Perde Tasso del l'avvicinamento Una « la comprensione la rabbia, e : volte, vibra si vorrebbe cui po' schiacciata. un suo che perchè riposasse mano compassione fugge parecchie compassione »; tutt'ossi,a cerea, della trova diavolo quell'osservazione finale in lo al lo si manderebbe ora — scuola Carducci-D'Annunzio o alla o con Pascoli . Per aveva Scipio Slataper negli rappresentato la anni di scuola libertà, l'arte e la il Carducci patria. Più 156 — tardi altri vennero che tanti che lui umiliarono esaltati. Egli egli poi : « si tanto Carducci Carducci « poeta), ha tutti per ancora i Gozzano umiltà pura i e Moretti , alla schifato è — fu una sonalità per- storica E ». senza che più ci origine della per italiano un ci e poeti, verso di- in probabilmente tratto, perchè Pascoli anche costringendoci se Lo questo. (( Slataper reale, sano, di piagnistei Crepuscolari. Li nei trovava lui godette, compagnerà ac- aedo e alla più zare risbal- fan ratura lette- nostra ». l'uomo soprattutto epoca, D'Annunzio prima contemporanea per stati fin qui quasi critica li riconosciamo solo Di quella virtù del popolo amico; un avidamente Non di accompagnati vate, maestro, come non d'esserne scrive — compiaceva ci (non interruzione al Carducci, pre sem- uguale intensità, benché con risorgente, dotata cui vendicarsi fede Perchè modo. al Poeta, volle per mantenne gli anni, attraverso lo Slataper ritornò valori, ma al bene umiltà con — ». Ma nella immerso questa salute un prodotto sentiva Tuttavia naturale. dell'epoca, troppo anche Gozzano, ci nel Carduc- amava un sua la non rale natu- Corazzi ni miltà quella pregiudiziale d'utava critica, andavano rispettati.E lo Slataper li rispettica criin fondo, per apparisse dalla sua non quanto riguardo loro, e più dei Saba leggerina e vivace a coi quali li metteMoretti Palazzeschi F. M. Martini va e insieme questi sei fratellini della famigliola poe: tica e un senza « italiana contemporanea Egli li chiamò della Epoca loro di « poesia i ». perplessi povera Capiva )). era s'era ribellata alla tradizione che po' anche un perplessità quella che però in nome e l'epoca. della all'ordine sa cau- crazia demo- vecchio, 57 non ma ordine Quei nuovo. poiché non ne soltanto La Questa esigenza rafforzando. Estetica altri che tanti ripetere, sino a che sentì dalla passare di verità accettata da soltanto ma arte la con fatica il di soprattutto moderna. nel suo « Ma lavoro quasi del e espressori; ma solida, se chiaro venisse Teatro dalla vita, poeta — opera. questa non un membro che vivesse un poeta! zione crea- mancanza nell'arte — invoca di codesti uno della nel suo sua resse inte- della La umano. in problema egli sentiva umano domani acuito seconda mistero tenuto con- della appassionato nel valore suo il s'era rispecchia di sforzo relazione una con personale, che basta non questo su a cercare sul un non artista creare Carso, di critica valore un il germe uno della di mettersi prima articolo ratisti,astratti va bisogna- cui verità vuole ci II mio in interiore, questo artistica in a Il problema essere suo d'artista Estetica, egli crociana spirituale per morale, dopo lui. Egli voleva Tutto deW oscuro che esercizio forma. fondamentale, si limitarono e rea ciano cro- vissuta. l'arte,ma nella più sin intenso un visto ma dapprincipio, più da sia l'espressione comunque sentito che filosofo, vita, abbiamo i concetti maturare una va gli si anda- Croce; dell 'Es^ef da Slataper come del fermento nuovo potuto determinare a chiarezza sarebbe Aveva vita. s'accontentarono svuotarli, a un a partito, era sufficientemente, daW di d'essere di fronte. all'arte,che Egli cercato ne accontentarsi nello proveniva un e dammeno; il dramma può non nuova tuttavia erano piatto della teorica posizione sua poesia fede una intuito specchio uno poeti suoi avevano affermarlo. di ricostruire saputo aveva casta tempo, lette- degli la 158 — cui fosse poesia con veramente — ansie sociali, politiche,che filosofiche, noi c'insegnasse e gioire del a delle lirica vittoria una nostro stre no- spasimasse mento tor- comune ». Lirica vittoria, sul dramma ma quindi dramma Anzi dramma nel solo non dell'arte. La della la ma analisi ultima scissa anche intimo suo il contenuto, lirica in vita Tarte. Ecco i termini 11 nella la è conflitto unifica l'arte,anch'essa molteplici dolore E Ehramma di nella agli altri. Ora l'uomo è non del interezza bilità possi- carsi comuni- marsi chia- il diritto di (passaggio importante l'arte slataperiano).Quindi « sbandire è cosa dice lo Slataper dell'etica regno tagliare un le autonome non ci si è chiara resa erroneamente cui per rapporto una a Cosicché nella vittoria sue un d'un passioni, è atto )). noi non così Se noi lo come buono o è si della questa fatto morale cattivo in è perchè si è e siderata con- ca, precettisti- verità « rendere per se e in non ». è moralistica, ammiriamo individuo metà per ragione coscienza l'arte vita uomo funzioni sue biliante, stra- — — come nunzia, ri- sempre nel pensiero dal è caos, corrisponde morale uomo nel cosmos ha non di eliminativa all'uomo però la stesso, se squilibrioe sul continuo conquista « ordine morale organizzazione organizzazione », è il dramma. è arte e possibilità sentimentali. « ». l'artista,anzi vita conquistati e delle uomo architettonico,è drammatica. vita, cioè affermati legge, sul che struzione, co- sua invertiti. crociani concetto Dramma schema suo ma for- stessa « nel mentata, tor- e morale. E giudichiamo grande sul disordine stimiamo ma violentissimo grande un'arte me co- la delle che sa 159 — domare mondo un arte che arte vera; riesce degli parti sue fiato corto qualche nella scontrarsi Questa dello è 1912 La su far cui per tutti al Mio Carso de nizza orga- ne sentiamo di compagnia in possiamo aver che ma costituzione sua nella ». gli articoli critici al- precedenti e Teatro sul non trovarsi, conoscersi, da traspare del Partage recensione che Arte vuol sinteticamente espressa personalità ci può della negli articoli specie fugaci, la quale (( che pienezza Slataper posteriori Vlbsen, passioni vita, nostro poetica delle indulgente ammirazione, o Vuomo sfumature, che nostra una grande, conflitto. in varie arte della centro della personale soddisfa non il più essere senza stati d'animo manchevole, e minuto simpatia ed nulla per dalle l'espressione. C'è dunque delle l'arte sbattuto e espressione è già semimorte, le basta a ed chiarisce selvaggio Non contradizioni. — sul e prima dramma; della parte Midi, pubblicata nel bre settem- Voce. più decisamente Sempre lo Slataper la dunque per vita di rifluisce nell'arte,l'umanità gonfia il contenuto la personalità dell'artista. Tutto mo, l'uoattraverso questa, non rigida conseguenza cioè I VIbsen dopo la poteva ma solo poetica essere legge va un del tappa scoprendo Mio dimostrata esser realizzata fu non la né morte. ogni atto contro nell'arte sconta lo Slataper in Ibsen. del Carso. dal suo sua. Questa legge però ragionamento cominciata noi né è compiuta, rimasta Per viaggio spirituale del dall'opera dell'uomo-poeta. A nità, uma- uomo. la continuazione è lo Con nell'arte. cercato che morale, l'artista L'artista deve ciò deriva ne non Questa soltanto, va parte una critico, L'opera perchè la traccia non di pravvenne so- quel 160 — critico,sarebbe Ci è prendete in alla gusti. Avete sua il libro sta libro sfogliato le primissime Tutto ciò che ciò con Vivere è Scrivere Ben è Avete in Non pagine. al volume suoi può : relazione stretta intimamente pensiero. severo sé Ibsen tutta su del tenere nei gli spiriti con e è scritto vissuto contro scelto! aperta ho cuore : giudizio ho pugnare del mali che la soddisfazione con accontentato sfuggita l'epigrafe incapo esservi d'arte. opera Ibsen. su esser per nel preparatosi nuova questo mano lettore che del il poeta, quale arrivato soltanto rimasto Voi « il spirituale per viaggio — stessi che ». scolpisce Ibsen. Una finestra l'opera ibseniana. i titoli dei intravisto zione, capitoli: Prepara- primi la costruzione Imaginate facilmente del libro. La linea semplice è la più diritta;quella re. lo sviluppo dell'autoche ci conduce meglio attraverso cile Ehmque : gli anni giovanili di preparazione ,il diffilento affermarsi poi arriverà al culmine, infine e nissimo! la solita e reale parabola. Besi librerà o discenderà; o Afiermazione E vi Ma Vi mettete non stizzite piacere molto arrivate come tutt'altro semplice? leggere. a Perchè colui di che in là che abbia quello che tutte codeste vi sentite imaginato trova. vie e disagio. a il per Dov'è viottole la suo linea traverse, 162 — Ripensate al Brand che allo scaffale dove andate di Ibsen, e È così che letto avete l'impressioneche vi si riconferma qualche anno grige stanno toglieteil volume ne : — Brand : sono dei contorcimenti tutto ciò un e uomo voi vivete ben marcato nordica lora riportato alseconda lettura, a ma molto meno degli aloni,ci pienamente un capite liii, con che ha le norvegese con che sue è idee le applica nell'intento di riformar la patria (piuttosto che l'umanità); muore fitto scon- con ostinatezza terrenamente, pianto aver in cima come con l'acqua genuina il avete un serenità valoroso e di con vostro Continuate ritorno dalla che nella il peccato e le po dote, mortingenze. con- fonte, confrontata critico, l'acqua che vi fece bere il. gativo. giudizio beli'e formato su lui : nela lettura dell'/bsen,ma più per il di cogliere prove vostro giudizio.Vi gusto li distruggetecon primo difetto che guerriero,ma compreso si dissolvono all'ideale, Naturalmente, voi Gynt. delle contraddizioni;ma e : Peer e opere avevate ne questa è che Brand, in fondo, vi lascia molto, turbati della critica slataperiana. Ci sono e le severe fa; le sto ulteriori per rincalzare codedei dubbi, ma i dubbi vengono prove che andate che cercando. E il capitoliPreparazione il capitolo Prosa. Prosa? Affermazione segue e In che relazione intuitiva o logica,diciamo mente semplicei primi due col terzo? di associazione, stanno duta chiarisce! CaMa vediamo, forse il capitolo seguente delVeroe? è oscuro che mai. ai Tentativo di rinascita, c'è nesso. Cahier, Epilogo? Ma dunque : non libro messo insieme i capitolidi un Saltuari,come articoli ! Nel vostro giudizioall'astrusità contraddiEdda da Più osservate 163 — del toria la critica sta arrivate Nora; a gioventù, politiche di Ibsen, bagaglio ben il vostro con sentite, che della Lega sposizi di- Gynt; Peer su perchè digressione sulle idee dalla gravata le pagine sentiate, forse appunto prendervi. Dalla per quanto per sorvolate cui per rinorganicità della aggiungete contenuto Ragione — di fornito negative. prove A che più la vostra sperduti in vi farebbero e lungaggini, tante a frasi interpretativi che i momenti attenzione mezzo tipico. Le il passaggio colpirebbero, vi afferrerebbero sono avviene punto questo gioire, da gravati filologia,da tanta ingenuità di metodo, che, mal disposti com'eravate, voi credete sicuramente il libro perduto, E forza solo per d'inerzia, attraverinutile tanta sendo capitolo. Fa Fantasmi, i ottusamente voi per la pagina Shakespeare! su Sollievo, conforto, riconciliazione l'autore con A-vete ragione Perchè alla fine di voi; vi dà ragione Leggendo, prende Riprendete La E il Mio sincera del accorse d'aver durezza e chiede alla a critica : : aria ! a gue! san- )). è in voi : aria! sangue! Carso. lavorato sollievo tico II cri- rileggere Ibsen a indicibile indicibile la diventa libro. L'autore ibseniana, incontrate della materia smania una quella pagina però e Shakespeare smania stessa riprendiamo critico lo stesso confessione una rileggendo, tornando vi tratto un al che Shakespeare su quel capitolo, sono ribella si (' le parole col libro, ma non : . critico. del fine alla giungete invano si rivolta che ad più la contro Shakespeare, a dato un intorno bella, la più punto alla freddezza si e sua stessa fatica questo poeta solare 164 — che è tutto amore istintiva per del nello e libro proprio V Ibsen. passato è Perchè tempo una danna con- 'autocondanna un di leggere terminato che che avete E pio Sciè vi non potesse puramente non che però VIbsen cato giudi- e conchiuso critico. mente cosa non è non e la per altra considerato stesso grossolanamente artista neppur critici. È i suoi per avete Avete Slataper e leggerezza tutta creeiture, sue Ibsen. su ragionando Così critica. lettori i suoi d'Ibsen le per — esser libro di un leggerlo. saputo *** L7bsen è libro Un E conquistato. esser ciò brillante quanto tanto di leggere, moda il nudo di quelli scrittori che in cui C'è tesi dalla anche occhi di il Avviene là dove moderni fatuità hanno legge si tura, col- letteratura,una : sulla nome un quando scavato, che da d'Ibsen martello da alla luce recano in minatore tomba escono camente simboli- con hanno minatore!); dalle i solchi se no ma- fondità pro- del di pigliar qualche riflesso sprigionan1- caso loro Oggi quelli scrittori piccone un con coincidenza sotto una la pazienza : fondo. con di superfìcie. figurano (guarda scolpito più specialmente ma giorni nostri ai Slataper fu invece si raro! sicura; deve che ma d'intelligenza non dose una con di leggere toccando e vivere un buio. conquista, non alla superfìcie.Abbiamo troppo Lo di fuori virtù una di che per persona per è lume di diamante; lo più il contrario chiaro intenso, : che abituati si creda sono come alle superfìci levigate, altrettanti morale e di civetteria artistica. è ma cos bui I gli specchi Domina la 165 — nella femmina Mentre pubblica vita Per chi abbia dai e libro suo Nell'aprile del Guido che di volontà 1907 gliene chiedevano, Nel Studi Superiori di Firenze la tesi con sino Fantasmi. ai Farinelli,nel intitolato Moderne, Queste sono conduce Quando noi, morti, Così Rubek e risurrezione. Non c'è di sempre Rubek della morte Irene. tutti lo salta, dur;que destati; Irene. per del me volurature Lette- due e Ibsen, che avuto, avremmo dopo Ma morti. nello stesso modo. profondo benché per il rimorso d'esser così assistere libera al tramonto anche se quasi aver alla tendono un E 1907 nel vissuti; ci accorgiamo, Essi si ritrovano due ci il giovane dice — mai vita che Slataper. dello di Enrico esser non mezzo di tistico ar- e ro Artu- collezione ibseniani lettore la loro vita. Sono compiuto del a il filo esteriore destiamo ci irreparabilmente, della avessimo sbagliato via. non il manoscritto questo gli studi di di nell'autunno mandava uscì, nella le tappe; accorgiamo luglio 6 1916. Slataper appassionato ci del noi intellettuale Amburgo Che nel attraverso laureava, 1914, maggio Ibsen. : Da ceo, li- All'Istituto Brand. svduppo suo agli (( di seconda Voce La su si sia significatodi Quando de articolo Ibsen, : il di Ibsen. compagni numero pubblicava un Scipio Slataper come due », 1911 — sono rifarsi dal Scipio Slataper spiegava Marcello e ci destiamo. 1912, rio. lettera- intelligenza sua inutile sarà non Ejirico su la usare particolari,sapere al arrivato morti mondo tipo di Scipio Slataper aWIbsen, intorno paziente amici del gii scrittori nel come maschi. scrittori fuori — Fra loro stretto stato scello. rucausa lei. Si vermiglio, sono non 166 — vedere per heim — lo spuntar del sole. Tuttavia salgono. Contemporaneam loro ascende un'altra coppia, Ulfa il cacciatore Maia d'orsi, primitivo bestiale, e Ulfheim la conduce nella regione della la femmiina, vita che lui ben A superare. viottolo un Rubek fermano si questo avrebbero C'è conosce. bisogno di aiuto,ma un'altra strada, non più e da scosceso Irene; per cerlo vin- preferisconoprendere la felicitàdella vita, verso l'arte,la luce. E s'avviano tenendosi per unendo i loro sforzi.Superano la nebbia. Troppo mano, si ma osarono un masso però. Il sole scintilla... ma verso dalla stacca Maia stesso montagna trasportata liberamente. canta concezione e ci (( E frana da su Ulfheim loro. Nel oltre il sentiero, qui finalmente la divina tutta radiante di luce. Vi appare tempo sono due parti nell'Umanità. La prima del pensiero, del sogno, della ricerca, del progresso, del trionfo che anela alla luce. E per giungere invoca tutte le forze della natura : la potenza del bene e del male. Prima essa deve passare la nebbia : poi sarà baciata dal sole anelato,dalla verità. Si sentirà Dio. Ma naturalmente però e non cubo non si spegnerà : e piterà preci- ascesa; manità l'esaurimento. L'u- l'altra sua parte che vive materiale,sarà finalmente liberata dall'in- sogna, e lo sforzo per sarà troppo dalla servitù del pensiero e potrà vivere balda, spensierata, allegra». bolo II giovane scolaro di liceo interpreta, spiega.Il sim- gli sta sua nel a cuore. « Divina concezione! ». La farà di parlare ai propri condiscepoli di lasciare la scuola. Ricordate? a Apriremo quando penserà momento noi la siepe. Gli la valicheranno. E altri, quando godranno! ». essa più non esisterà, 167 — Ibsen da morto era un — La anno. parti più fresche, più recenti. neìle letto di lui specialmxente sentiva si alla vicino ancora tanto ne dei le relazioni sto que- più era Non giovani. poteva fra di ibseniani visione una avere va ave- da ma siccome drammi di cercare meno dramma; ai e vìveva opera Scipio Slataper attratto, contemporaneità scorgere loro, l'ultimo solo non sua plessiva com- dell'opera. Quattro più tardi invece, anni che hebbeliano sembrò distratto,egli fece d'aver prendersi di lui, qualora Nel riferire cui a lo è tanto i drammi per svolgimento Slataper anzi in trovino Ibsen E libertà maggiore altri drammi Questo e il polavoro, ca- poesia Ejirico tuttavia il rale mo- sia artistica è come mondo non posteriori, afferrato dal Brand. va il Brand però, benché ad vanno questi del poi anche Centro che senso posteriori preparazione, come assai i sua. nel Centro quanto un dell'opera ibse- centro il Brand. anteriori artistico. ibseniano. il trovato dell'opera punti i dunque, riferiti,quelli esso si 1911 luglio del niana tutti alla bastato fosse si non da letto da andava sarebbe ciò neppure bito su- scrittore era E. Ibsen che dio stu- Ibsen, dimostrò Norvegese il lo completamente avesse Enrico a Cioè che e comprensione centro che blocco. in fondo a capo ritorno capito lo ne dopo quando, ticolo dell'ar- senso vociano. L'articolo Quasi che prende le lo Slataper si fosse il passaggio del E. Ibsen. F. Hebbel Slataper però, come da mosse è incerto, non ma sappiamo, sentito ancora solo frasi hebbeliane. in di giustificar F. Hebbel lasciato da parte. esteriormente. egli abbandona dovere da interesse suo è due Ben a Lo presto l'idea di far dello 168 — Hebbel della oggetto a Enrico Ibsen E dei e gli si rivela Perchè artistico di Ibsen gli arrivare si è dell'opera tesi 1912, dopo Ad di affermando all'ultimo Ibsen, artistico dello Vi e in a meno di ambiente era e è più il tro cen- Brand, ma visuale centro nuovo il 27 presentata per sono bre novem- i Fantasmi^ ultimo il centro, e questa il esternamente, dello tratto scrittore alla genere suo sviluppo studio, tuale intellet- norvegese. a quest'ultima preparazione del parte libro Scipio Slataper nel di ricordare del su suo Amburgo. andato Kolonial-Institut; soltanto 7 Perchè Non essi pensando possiamo, fare F epoca limite come tellettua in- capolavoro, dell'opera ibseniana. ha fatto che continuare, Scipio Slataper non estendendolo lavoro svolgimento Fantasmi questo che consideriamo suo ai laurea, se Non che vasto, e il con Amburgo e porsi a analizzato aver combinato volta di ibseniana. Difatti nella conchiude dello spostando. i Fantasmi appunto sono di invece Fantasmi. dei proprio venuto non nello studio ponderoso così trattazione la composizione e minciare co- drammi. suoi nella costretto e storico argomento un letterario, si sprofonda Il compito si vede laurea, che deve ormai dopo qualche esitazione se trattare prettamente uno tesi di preparare. dovuto avesse — i tedeschi di una : quale lettore quelle scuole che 1913 nel un coloniali, intorno centro a cui d'italiano si allargava ideare sanno pratico di studi tutta al ciali commeruna va- 170 — quegli schedari, cataloghi ! a Ma Gross-Flottbeck a Che bel E riose! che sole dalla l'amata, la vita pacificatore d'ordine armonia apportatavi la che l'impressione In queste rivide che fosse Calmo duro e quella già non studiato aver spesso sarebbe ormai di ritardato e lento; niente ma di studi tardi idea ricca Schweizer, sun, terre ricerca Selma la generale le risonanze Gejerstam, verrebbe ne stesso se quali egli a santito appe- pesante di farsi possa e na, lacu- questa pressioni imuna Ibsen Enrico visse cui Bjornson, Lagerlòf, di mettervisi a letterari,persino di fiabe legge raccolte Legge pleta com- ma : Tissot, Consoli, Quillardet, Pas- Bernardini, nordiche. in la preparazione che supplire storici dell'ambiente Bertolini. E sarge, troppo tralascia, per di viaggiatori, dalle Scipio la tesi. Egli si duole capisce e tazione la medi- più recente, il lavoro, già per geografici provare Ibsen. a aggiornare per danese, troppo potè Dante. in sosta fatta il soddisfatto. che storiche,da qualtensa, da qualche in- il travaglio intorno vasta, torno, in- alleggerisce il avveniva letture la bibliografia ibseniana con che Amburgo, più o s'accontenta non a- di comodità dell'uomo da interrotta è stanze imborghesito. breve, quanto per lore. co- e Sentirsela sposa! cera dopo al Tommaseo ritorno due spirituale e Gross-Flottbeck di ore Ibsen, su Slataper lo ritmo quelle in un'atmosfera come cataloghi dei cambiava della sapienza respiro! Scipio prendeva Qualcuno cataloghi dei quei a — atmosfera ibseniane Kirkegaard, Lie, Yonas risentire per artistica in lacobsen. e dai saghe lari popo- Knul Ham- poeti della di quelle Norvegia; Strindberg, Gustav e af 171 — Più là egli ha in Ibsen come del dovere un Giacosa; E Non Immenso o consultate stanchi. Ben al 1913, può infine Vienna, le tutte di dette E di che ch'egli si di Sorrideva C però era rientare per chi prima Non Lo palme e mostrando d'aver preso da volta c'è fosse in si vita può più le mani lui ci che metteva Firenze, da tra un nei dello capelli in scurare. tra- pensare soffred'occhi. gli pareva scienziato. volersi a o- quell'ordine, si trovava; a sue rio semina- schedario; suo in rabili trascu- voluto nell'odioso lui stesso, del bracciars ab- non fra le trovati Tante schede? po' l'abitudine lui. Ma dire a egli ha sua, approssimativamente sua fino svampillare furbesco l'ordine un Ibsen ritagli di giornali infettato diceva uno mettersi soltanto non fosse mai da le parole l'opera fasci. Le A su tanto specie, neppure e scritto era occhi suoi di riviste chieste le tutte dello Schaedel. gam.ento fu Amburgo, a Ibsen su gli appunti? ironia con e testimoniano carte, dai scorso quello che Berlino, lingue tere, let- riguarda le bibliografico, studiato essergli sfuggito; ed a ta egli vol- critica, tedesca, delle il materiale quasi più. Elenchi a e autobiografiche. note poco e Bracco cui con quanto per semplicemente o legge Sudermann o dell'edizione Ibsen; specie è teatro questo poi della meticolosità discorsi, le i rilegge sente europeo, conoscere a sidera con- d' Ibsen. le pagine di Enrico opere Siccome Bataille,Cecof, SKaw, e epigoni parliamo rivolta e però Becque tutti moderno teatro d'imparare sistematicamente. Hauptmann, d'estendersi. bisogno base — cioè era la frutto gli appunti. articolo, precedente a quest'e- 172 — che poca, Scipio Slataper non frasi appunti fìtti, glietticon Ma semplicemente era Di mano. già da baule allora più assiduo In becchino mezzo l'aria e di miniera, desiderasse uscirne. all'amica triestina scrive — voglia una le ultime dalle di matta prefazione una la in Ibsen « da è — È libro vitale. Ha la costruzione, causa della via bozze, e guerra. lo così pure prefazione in cui mancar pre sem- chiudere potè impaccarlo e dirlo spe- più tardi delle parte parte un'organicità che ha Slataper esso l'autore si è è spirituale di fronte a più. II contuttociò quel di chiarito Ibsen, e il della per lavoro fare di stroncato è oltre la sofferto riprometteva avrebbe bozze prime cercata va mancato rimasto praggiunse so- Farinelli. indubbiamente libro con Intanto lo trovò non parecchi difetti,m.a Al vigliarsi mera- ». di Arturo cura quale che revisione ha da Ho — di completarlo Corresse per libro che un il affaraccio un bibliografìa ordinata. una guerra. postumo anche la fretta di sentirselo lontano tanta si riservò e è non Amburgo. scappar d'operazioni; l'altra zona libro uscì un Era che mani, : zato raccapez- qualche giorno parole il manoscritto, Torino! a comune fosse Figurarsi il sospiro di sollievo quando con la fa si letterario. lo Slataper si sentisse se fossa si sarebbe nessuno quel lavoro a nella raccapezzerebbe, si oggi ne chi di stendere, i foglietti a qualche giorno l^o- su interi svolgimenti. mozze, si metteva di carte, in cui preparato avesse prepararsi un fatti quando dormivano un — suo di sulle quella giamento atteg- bibliogra- 173 — avrebbe fìa che quelle anche alla sopraggiunta di fine vederlo Questi due sulle di Gli basi del parte (era presentimento?) smania dal l'altro, tesi; dal- l'analisi particolare esplicativa alla apparato grave quindi poter e di meditazione nella contenuta cial spe- lato un dalla guadagnate schede delle da impedirono lavoro in nocquero completamente staccarsi e è la stanchezza per di debolezza momenti degli appunti la Ma terminato. nuove ulteriore, la sofferto per e all'insieme. modo rifare ha il libro di parte il volume. appesantiscono ora che vero molta assorbito certamente che note - asservire della sintesi zione conce- totale. Il compito ne chiara aveva all'amica dall'altra d*un assai È uomo. C'è lavoro significato,così. ha non poeti il suo pronta o trovato. d'un : non insomma creare se da significatodelV e travagliante : tutta scrivere C'è la Non tutto è cammina. non so se rico. sto- solo uno lavoro un da che le schedine stupenda traccia la vita, improvvisamente ti dice : E soltanto avrei ispirazione, che cosa Ora da senza parola. Manca una opera ma l'edifizio falso. È ve scri- troppo, il scienziati. tutte, perpetua il libro ormai so costruito l'edifizio è ordini puoi si di mese L'unica di parte una od[|oo |t ^oav.-jj. Il '^jono pp Ti ci dai; finito,una schedina ouo; Ma Eppure pre, sem- come di fatti : tutti importanti, posto, Le Da magnifico il controllo con t'accoppano. è faticoso massa una a : stesso, Meravigliosamente coscienza. triestina è difficile. Lui molto era e tutto ci riescirò io? bisogno nito. fi- sarebbe sarà — di densare con- ». riuscito. rifare, come Per condensarlo, bisognava dissi, completamente la prima tesi di 174 laurea ai sviluppo intellettualee Io : — Fantasmi. Invece la tesi venne imperfezioni sul libro. Perchè po' spaventato del qua 1912, ve là dove e credette sono importanti sarà e del Brand, Le non fra le sono Pag. ultime tutto lileo)eccolo confuso Pag. scene il dramma, più grandi pagine quelle delle (In Cesare espresso e ultime Gal- no l'accen- di Brand... tutto il per bene derare consi- Brand è il capoverso) e europea, scene Pag. una più gravi della opwe letteratura e. p. le sue di sono cui... jicco 141. affermato con va, per già Brand sentito necessario,a-'^emomento, un insegnato senza saper ciò che decisione aveva né (manca Il 103. quelle davanti cui.... 142, soltanto IBSEN della letteratura di davanti dio stu- significativi. TESI Pa£-, p/. un tavia lo stile.Tut- ritoccando parcamente i mutamenti i più lo necessario strettamente le e forme nuove l'accolse intero, modificando giudizio e mutato l'autore,stanco in gettare sino tutte con pesare a sue di dover artistico d'Ibsen sé per mettere né per in effetto gli altri tile, Pag. 775 sg. Né sembri inuo magari falso, l'aver svolto lettuale, prima il processo intelil problema prima in del caso : perché concreto Ibsen da-l problema realtà parte sempre, ogni poeta che come non del resto ni s'abbando- pigramente alle più varie sensazioni lo sfiorano, realtà e la fortuitamente che ma entri organizzi. nella 175 — IBSEN TESI L'arte, moralista non E Ibsen dal preso dove il dramma d'Ibsen perfetta. Tutto da ; e Ibsen esso la glierà incertamente di tentare cabile nodo della ma la che il doloroso sua (questo di tutta s'è la di pienezza chiusa noi com'esso n'è nato potrà nuovi nuovo il n'è tale che dosi trovan- finitiva de- ibseniano, sappiarno di difatti il E mondo non sidui re- l'espressione essa del mo L'uo- società, una re. non senza l'artista,e Edipo in o capolavoro. il dramma In statico voglia identificato con nuovo fulcro sono, voglia, il suo e la di tutta un'epoca. di i Fantasmi sarà rassegnato e senso rola pa- non pentimento e per verità; sua infine parola vita la sciolga l'impla- che grande via, riaffermare nuova ' ripi- scoprire uscirme a ricchirsi ar- elementi. elemento E non essendo tutto è si Il dramma capisce, dei larori nissimo, lonta- alla tesi. opposto (I Fantasmi uno questa a storico, e sviluppo 201. rale mo- ralista. immo- cronologicamente, stica arti- e lo fluiva precedente la compiuta è Pag. ; la volontà intellettuale tendenza il ibseniana dell'opera centro meta É ig8. (I fantasmi) è né problema anzi Pag. l'uomo, come non é che an- centiio lavoro capo- sono inferiori) anzi 176 — TESI che sarà il IBSEN contemplazione e la di il pentimento giudizioe spasimante questa realtà,uno il sotto ripiegarsi suo e peso quasi accettarne, virilmente, la colpa.Cosicché esaminando i Fantasmi noi troveremo nella stimare potremo e sua grandezza e nei suoi limiti tutta la personalità d'Ibsen. Pag Le 207. drammatiche vita non Pag. drammi né Pag. Il 210. cotidiana mondo suo realtà. Ne é la è il poeta. E 212. drammi del con non s'abbandona, Non ama ascia la vita compenetrare. non non vi fa sospettare. è mondo Pag. 21J. Il suo in cui la giornaliera società viviamo ; ma egline è ilpoeta, più intima per cui la nostra la sa sua e Pag. ama. non ne Egli alla 216. il suo giusto senso. V unico nella Ibsen s'abbandona vorrebbe e vergogna ha il suo ancora piange, se qualche qualche e paura attesti di noi non che tutto volta E Ibsen matematica vi fa dolore 214, • periodo centrale: volta vita Pag. sto que- in tutt così tale identità di tutto Pag. no han- non implacabilesistema fatale una centrale. stesse parola né gesto fuor di una 2og. E cosi in tutti i ibseniani del periodo drammatiche persone parola di fuor di questo bile implacaorganismo tragico. gesto un persone né hanno le Pag. 209. Perchè stesse poeta che storia. ge, pian- non non ama, potersi vita, la chiama e dare la desi- 78 IBSEN TESI salvarlo futura dell'umanità smersholntjf allora appena rimpianto e la e tutta vita sua confessare la il creare e {John Gabriel morti garsi ripie- e E mente magnanima- sua ci sto destiamo). Quedella vita poeta la confronto nel grazia. che d'Ibsen libro tale 1912, coi rale mo- risulta artistico e del l'opera, Borknian). cui è mancata Dal dubbio disfatta (Quando grande a dicibile in- con capolavoro poi abbandonarsi alla il impotenza sua So Ines) (Costruttore noi (Ro- potrà ripiegarsi poeta su la parabola prevedendo sino quale e Fantasmi Questo dramma il capolavoro perde nella da esser nel voglia era, nel tesi pensiero profondo. non o libro voglia, delle una cronologico, centro artistico che il valore masto è ri- nella spostamento uno quale base di bambole subito diventa completamente al punto ha mantenuto lettuale sviluppo intel- prospettato come tesi ibseniano, inferiori. È opere ma che Casa a invece ulteriore di Scipio Slataper lo mentre di giudizio per zava lo inal- ra l'ope- tutta ibseniana. Era che nella tesi da altezza, lo Slataper sincero questa sua naturale base questa e giudizio riuscire a un logica,dovesse di Ibsen. Perchè quest'altezza era che anche per lui tormentosamente, liberarsi dal suo in molto tormento, non tivo nega- realtà, bassa. potesse da la dal- com'era stretto stessa sentiva cioè e la rale Natutro- 179 — vare in la Ibsen, ormai fuori, cioè condannato, ma la luce, cui entra Shakespeare; quindi lo spacco per d'amore shakespeariano. Pagina pagina appassionata sollievo che è in tale quale nel mantenuta stata esteriori, come motivi del interni, libro nella fa in e tutto infine che V Anatra di comico reale d'impotenza segno risolverà in Borkman, capisce questo stia come dell'arte pio studio validi 244. che epica noi fallita ci E così che nella al mezzo ha ma un Solness poetico destiamo morti stesso. più ra addirittu- » lo slancio invece tesi si briel Ga- anche si non completo fragio nau- l'aria d'essere tutta controllo, senza nella limitata ben zona cerchia drammi. lo Slataper i"er far volgerlo più d'affermazione (i) Pag. sua ulteriore appoggi e in delle una « sfatto // Costruttore un'affermazione e libro la a », capolavoro sospeso degli ultimi quattro Nello sé su ibseniana, desiderio nel troverà Quando di il tesi. dramma libro ibseniana; vittoria una nel .dimostrerà d'Ibsen; la disfatta cioè sintesi in più un'opera sarà non nell'arte gradino nella d'Ibsen opere (I);Rosmershoìm origine, anticipando sempre : diventerà grottesco, nell'insieme in Selvatica, dichiarata più fresche e che per dell'opera ibseniana, sbagliasse tratto i calcoli completamente Difatti effetto tivi mo- per tesi, che considerata caso altro Naturale tesi. belle ogni un libro, più altre parti della tante giudizio sull'ultimo un — d'Ibsen; verso non cambiar un solo non rotta al complessivo solo ha trovato ha perto sco- suo gionamento ra- zio giudial tor- 180 — — natogli da Ibsen sollievo e liberazione in Ibsen è riuscito a raccogliereil filo che spezzanma stesso; dosi gli era caduto davanti ai Fantasmi, e a condurlo mento alla fine. sino In questo formato i e filo suolo l'organicitàdeWIhsen; nel sottoca, fatidal pensiero che svolge con e pena rabile inesosalite e discese,la sua con giri e rigiri,con fra unità logica.Ad onta dunque dello squilibrio primi tre capitoliPreparazione,Affermazione, Prosa, scita, gli altri quattro : Caduta dell'eroe.Tentativo di rinaEdda c'è. Cahier, Epilogo, l'organicità Soltanto lettori superficiali non sene. accorgerpotevano E due potè sta ch'essi si avvenire del libro. Quella che concentrata l'autore meglio che con migliore,la più la parte terzi,perdendo preparazione di quella che di sole cento duecento, doveva E ci pura. la riconciliati a e per lo volte tre meno tato è il risul- che si pensa se giore mag- prima parte e che ha la prima ne pagine mentre più fa rimpiangere che lo Slataper non necessariamente di chiarificare con il tempo avuto e servì alla estensione più matura Shakespeare. di questo la pagina su Difatti la seconda parte, una li avrebbe primi facesse fittizi amente non danno di ai stancassero riuscire lo ha unita e abbia sistema stesso una che an- prima. L'impressioneche delV Anatra selvatica si ritrae e dalla lettura della critica di Casa del Rosmer, capitolof Cahier, della stringente analisi dei quattro ultimi drammi ibseniani, è quella d'un ragionamento su Edda continuato e quasi del dialettico. Le tutto vittoria rotture eliminate. C'è sono rare, passione e le rità oscu- calma quasi completa sulla materia; anche teriore, in- il i 181 — respiro più esser chiaro in Lo affannoso. più è non — con in stesso, se di Slataper dimostra seconda questa parte. Ma lettori deìVIbsen facili i alla insperata Shakespeare, si l'autore abbandonato ricerca, tormentata sua stati lui con Leggete, ! Che in morto essa, la sotto parole nelle s'è più frase non che sostenga del dramma, della finalmente e i coro, nella umanità vera; poesia; e partendo (i) Pag. o da è a d'astrazione. tutte 246. trapposto con- di cui realtà : dezza gran- albero eterna nell'aria negra implicita di grandezza personaggi (1). » h!"Anatra ». I drammi e tica selva- perfetta d'Ibsen; vibrazione naufraga rica, li- strofe quale ma polto se- sussultare più cotidiani è della non vati arri- entrato terra, il tremor grottesco! tutta è canto nella artisticamente, che d'arte verismo natura dei comico prosa Il respiro d'universale l'opera chiusa è prosa « il è siete non melodica, frutti negazione che Altro che la cotidianità ecco affermazione miseria, (( rinascere centrale carnosi : voi costretto ecco ma — quale turgida tensione, sua piena; di alla realtà, s'è tarpato, nella difficile, shakespeariana, quella pagina pagina culmina ? strada mentanea mo- ricompensati. ibseniana, felicità della la lui,dopo la scienza co- ne nan- non quel facile sfogo continuato su la con che invece fidenti,con ma pagina libro facili lettori,quella pagina o della vera nella dal assidui dopo hanno sosta, sono I lettori zione giustifica- ana impazienza allontanati sono riposo. in loro trovata falso verismo ogni che le possibili direzioni di contenuta la non precedono, fanno che 182 — prepararla, avviando cui, ricca si fa e povera anche libero dalla canto, l'uno visi tutti : L'arte ibseniana Di ha dibattuta sprofonda libera drammi pur Peer Gynt, ed del morale del da prima grande con nei un : terza come non rantottesco qua- feroce, alla dell'amore di promesse. dopo e essersi Pretendenti, scatta e forze si e tappa, che tanto, si astruseria e seconda, grande marcato dove e inciampo due i il poeta questo più e, ziare spa- ristretti piccolo borghese, Galileo che ma preciso ormai la qualche con e dà ben in si sazione sen- camminando terra, società, e Da sempre toccherà vuoto, Sostegni della tappa, tutte e realismo chiari. sono il Cesare qualche passo vuoto Brand del la di di cerca spensieratezza con ma. si fer- fuori dei limiti dell'opera d'arte ricchi, piane in dei cerchi larghe volute, per La lega della gioventù dramma ampi vi librar- non e poeta a per alata; per Commedia le tenebre è questa spumeggiano come rena ter- e Vichingi, arriva dei della sovrabbonda essendo non inquieta parte e passione il poeta dove quella a e la luce : ed Va moto. l'opera d'un tappa, norvegesi tutte erompere musicale dal mito, nella nel varsi solle- parlata quella dell'idealismo torbida fra stessa di represso ricadere, questo capricciosa sempre sé tentativi. soltanto la prima di ritmi, e umanamente per Catilina sfrenata qua canto da punto cercano seguono, impulsiva sul principio, e contemperato è la la poesia dei restano del che veramente prosa verso le realizzazioni, da libertà esser l'altro,ma e Torbida d'umanità alto, dal in quel a trovarsi per che più disfrenarsi arriva a semplice e I drammi piena. in l'arte ibseniana viene come — Casa cheggio bec- presto quistando ac- bole di bam- possiede, ma 183 - non dimenticarsi sa perdersi nell'opera^ e dell' autore-giudice. La l'errore .attraverso precisione esser astratta, dove popolo rimettersi è la arte sua non secondo dal alto in e della ritornare Cahier se non in ultimo ideale ma con riuscire di è cui Piccolo nel e corso, da e calmarsi all'alta più calma quando dramma questo consiglia moto cosciente senza punto la morte veramente affannoso di non cima e razione, dispe- serena una da lirica, disperazione capire suo punto ap- è sul finalmente Borl^man serena riepilogare il svanita intensa, e con essere la vecchiaia questa Solness è più luminosa in Edda in terra perfetta dell'/l nafra, Costruttore vicina, esprimersi quindi leggerezza. Eccola cercata Eyolf; il volo mancata; sulla meno /oJ4n Gabriel con malamente opera neroso ge- brio l'equili- però l'epicità interiore, troppo la poesia Rosmer, manca leggerezza meno col è che varsi risolle- per Casa con tentare che sarebbe non rincorsa cui a tezza; compiu- sua i limiti. Elcco la volta Mare la ripesa rompere eccola arte; venisse lirico,quando suo in riprodursi può non lui precipitare; ritentare librarsi ormai essa prende maggior dove il poeta pure nep- statica, del slanciarsi Qui per è dramma questa del però austero le tica aritme- questi limiti egli è pieno. Siccome essa la quale che della seconda con vorrebbe del Nemico selvatica. raggiunto una la Donna con durlo con- riacquista le forze aìV Anatra continuare, grande deve sente ri- la circonferenza terreno passo quale che fondo è in stessa l'aspetto deve ma la sicura Fantasmi, non caduta terra, ha dentro arte; dei però lo sdrucciolamento piedi, nella via ma dopo nella in entrato sua terrena e — il tutto verso averlo raggiungi l'irrag- 184 — giunto Quando in : noi — morti destiamo. ci Questa è l'arte ibseniana. Che (( Ibsen poeta che poeta « è » di noi attesti nella la bella caldamente amare dell'epoca poeta « più da di pretendere può si cosa storia di la Questa è l'organicità dell'/bsen. come Ibsen in sospettato primo Italia,forse che proiettandovi dobbiamo parte, che egli nella si è nostra che libro; critico; un Creare compito che della Non in non bisogna certe credere sue cile diffì- gravi difetti di nei anche parte menti distinguere gli ele- nel è non del puramente crea le e uomo critico gli basta non unisce ma singola ogni che non ma gnifica il si- dall'interno rivela perbo Su- ». rivivere, aspetti come creatore. orgoglio, ci pare se in piccola dell'artista le tutte Il vedremo. analizzare, personalità del solo anche come singole creazioni parte profondamente diffìcile! Orgoglio e di s'accontenta E significato dell'opera d'un il presa com- unità. questa causa il libro che costituiscono il libro di la perspicacia poca di averla singola illuminarci a ed ma e ogni compito assunto, na l'opera ibsenia- Europa. in ricercarne sì del costruzione delle tutto di critico,nel mancanze (( riuscito in sia non il primo merito svolgendosi. Aver luce la ))I Il grande moto, d'illuminare sua possiamo parola dinamica un'unità dell'arte in si fa nel tentato aver e che tutto un l'unico « noi sua considerato dello Slataper. Aver » Scipio Slataper. è critito E calda e Questa convinzione nostra ». poeta? un •- fede. che il Che per pensiero creare possa un gnifica si- far vi- 186 Voi giudizio che fermo une sul bianco Voi dovete con esse del ogni singola le e premesse rigiudicare da Insomma Ond'è Trieste che che holm Ota « : capisco cosa drammi che che Si vede sentiva chiaro il se ed suo in prima giudizio qualche volta dopo che (i) Cfr. esigenza 174 di questo Così libro. nei niente dramma nuovo di ibse- la critica. tutta completamente al cause di di critico, interna contrasta rigidezza logica gli ha delle E alle volte s'ingorga di che qual- me dell'arte le cercarne superate, contradditorio. pag. riuscito mantenere state erano del pensiero e problema Questa in moto. trollo con- (1). » rigidezza logica che certa una da indietro tornar è non si devono fatto sospeso il meravigliosa sua il che abbastanza tocca pensava processo a Rosmers- per accorgermi l'Apostata espresso, là di questa E da organicamente, che da ogni obbligato a rifare il processo così E egli mi e Giuliano a inquiete valutata stata precedenti; meno niana è non ha all'amica scrivere ore bene tanto che critico poteva passando sto equivale ritorno. questo Slataper lo le le precedenti. tutte seguente bile mo- ognuna Il che di tutte. movimento in di che dall'insieme fissa,cercando opera in stesso se si forma il negativo e il pensiero conseguenze doppio positivo brutto. po' costringervi allo sforzo un opera ogni un di col il valore dovete del nero giudizio fluido che suo un ibseniane, e fissi le opere le altre sul e fatto lui, di trasportare a si bello seguire il Voi pretendere dallo Slataper infilzile vi attraverso ciascuna. ha dunque potete non e per per anche posizioni ciò il giudizio esempio la corrente resta è quasi successo 187 — del il Brand, la po' quale è si non fosse quasi chiave una dietro D'altro canto giudizio Cercarvi lo spunto per Non dal valore Insomma E in lo principali per cui di rifare la tesi. tutta Ecco neW l'altra Carso Ibsen effìicacia linee sì. se bene Osservate filologicae mancanza tiva sen- negato, sto que- è lasciare la Nel costruzione. costruzione, della molto perde traccia sua motivi il coraggio i difetti di critico dei uno avuto la : l'esempio tipico le pagine lunghe di storia La nell'economia si sua secondo netta, architettate. convincenti Quanto ha non essenziali sa lore va- rigidezza logica anche cercare Il pensiero non egli averglielo questa Slataper grave sono non l'epicitàè inesplicabilinella dialettica della è da essa di volta di fermate critica. ormai d'una più causa fece, perchè epica»? è Peer-Gynt. nel epico, che fatto re ripiglia- non «l'Anatra : impedito guadagnate esempio, per generalizzare lo compromesso Mio dosi portan- indecisa visione posizioni Anatra suW espresso Ibsen? in sua dietro Ibsen, tutto amento mo- un l'è trascinato certe critico. Perchè, processo stata come rigidezza logica gli ha questa completamente sfruttare il cioè stessa sua lo perchè del Brand. oscura nel la un lasciarlo,dopo a capire per intorbidare a appunto decidere saputo naturalmente di ibseniana; oltrepassato, a considerarlo dell'arte ibseniana, ma se verlo e fine riesce in dell'arte critica Slataper sino — del inutili esterna critica libro. : Nora. sulla noiose del Quanto genesi di Nora, com'è, del interna le pagine dramma! rate, belle, ser- Non è voro! la- di critica c'è fuori penetrazione. com- posto 188 — Nella Casa di critica lo svolgimento unito — Rosmer invece, più quanto le varie versioni,quanto fusa nell'essenziale l'analisi to confronpiù filologica, a della critica dei primi drammi, dove le note gressio le digli stessi piani dello sviluppo si sovrastano, la linea e ingombrano della comil terreno prensione! spezzano Per e dire non laboriosa chiaro, del critico che è a luce, non vede riesce per Brand, che, elaborata del critica non anche ma più chiara molto della com'è, intriseco attraverso solo non completamente architettura. mancata la critica del fetto di- per Peer-Gynt; Invece soprattutto bellissima stessa disposta. La perchè ben pagina su che maldestramente così Shakespeare è incorniciata cui effetto del tutto diverso da quello per produce un è stata condanna nel libro.Sembra accolta capi una tale di Ibsen, ed è invece reazione momentanea una a caduco aspetto un Pure critico ad onta vi non dimenticato o nelle vivo di concetto « dell'arte di tutti questi difetti inerte, improvvisamente mani; ma dramma-epilogo Tre soltanto voi )). libro ve vi se rotto, lo vate ritro- quel felice pare di spesso l'atteggiamento gli atteggiamenti suoi di uomo Ibsen. libro, così denso un E sembra fine,per confondete difatti gli elementi sono questo è a la verso come di fronte artista alle volte mai; trovarlo, è perchè dello Slataper critico con di d'armonia, il filo abbandona non e ibseniana. che e di critica, ma così è concorrono a intricato, che libro di vita : mare fornon rac- 189 — coglie che quello tutto — ebbe vissuto nella passione e nell'arte,nel pensiero e nell'esperienza, negli ideali nella cotidianità, la vita di Scipio Slataper, dopo Mio Mentre « sulle cose nella lanciato E — la libro. A ogni lo Slataper vi da già cima la e chi a poggia cui con potè non E non sì per essere qui Lo (i) Pag. 64. sia che Ibsen volte base Ibsen, scelto « sieme legati in- vedere più esser un quando sogni, voi chi dar proponga sentite che poeta e ho della maestro, scrutato grande sino poeta uomo. povero con per le tutte capito aveva ma grande questo di più, sì che morale. Lo mai come che egli li compagno per poeta, a giudichi lui, voi del fondo sapere lungamente. insieme cantar li scelto ha fine. Da per senza salda una su ch*egli volle alla è ». stare fondo, sogna cotidiani, bi- in sopra Alle uomo. mezzo che sia egli ha morale vita sotto, ragione. Sempre, il critico però Ibsen nel giudizio E sino continuare lato, a mostra al vostro coscienza La (i). » tratto, indecisi condanna quasi doveri nei solitudine. e rimanere. suo vita la che alta simbolizza si esprime e di fuga sentite più vista una alle volte opposti distinguerli, non rimanete Ma dentro potrebbero citazioni torto giudica l'uomo. per si veemente rimane. che vento verità, che incapacità questo sa realizzare al desiderio dal Ibsen debole dell'uomo felicità interna E sogno. di atto Le l'ultima suggeritale è Scappare morale che critico,è l'uomo sua . forma come arte. ! Ho — il parla Osservate sino il Carso. Critica, umanità, in e far che opera sue forze, il poeta di libertà 190 — e di grandezza, questa volontà sua Tepoca avverse, oscillante basi e tra dell'antica tradizione razionale recente fu mondo, dentro di sogni, che coi : La da col chiesa tutto ze forlismo, dua- suo alle contrastanti di quella più e egli visse ragazzo di lui, sul da gotica attorniata verde niente mondo un gli aveva due scossa vista, fuori fabbricati, lui egli vedeva la madre con piani scaldica Sin della gnargli inse- completamente non due suoi prima sua soltanto « lottare universale fantastica la facciata edifìci severi fede protestante. contrasto. questo da individualistica la famiglia accettata; ebbe una e ». la famiglia. L'epoca e morale una svegliare il (suo) popolo (( magnanimamente pensare a Ma per — ma »; floreale di narrandogli le trasmesso fiabe degli avi. Ibsen madre il del Egli è rigido Ibsen la giudica Sino d'aver amare, per severo. E l'amore gli resta ancora, verso gli è canto dersi illucol o egli è zione. di concilia- pretende cioso fidu- un afferrare; Ibsen è dente diffi- non l'uomo, ma abituale, il suo sguardo ama quando la vita. Ormai di terminare la vita lo abbandona. abbandona, solamente d'altro vita La per termini sforzo sua ». tra due i suo La lasciarsi il silenzio alla fine lo mancato nel di Skien profondo e gli sfugge. Egli vita gli uomini; ama riuscire per s'abbandona. non veggente di le fiabe il dissidio calmare all'altro. Ma o abbandono e troppo alFuno rinunciare a (( evangelico coll'identificare calmarlo di giorno per parroco basterà non sogno. troppo giorno il Dio e volontà sua e sconterà il tempo il suo è egli si troppo accorge tardi per di scrivere, di sogno di poeta. gnare so- 191 — Ibsen, le sotto freme; storicamente d'entusiasmo repressi ribellione di atti E stacca, Mancò (( morale » Ibsen. decidersi quando la protestantismo, Ma la che In la fondo è arte nostra hanno di di servire li giudica da a sue compassionarlo e con perchè sacro, Lo Slataper della della sua sua se ne sin alla suo vita lascia letto senta non abbiamo tentamente at- sa sospe- noi sua, più avuto a- gli loro gioire abbastanza che E Quando avvantaggia dalla fine del a la vita guai a amano stra no- re, vive- sia qua chi una non na don- mano la patria si sti- servono con dell'epoca artisti arte. gioie d'uomo a degli estetizzanti; incontrano autocritica epoca. il egli dell'epoca s'imaginano quando le e abbia quale inferiori,quando umiliati, che siamo e posizione. questa cui rinunciare non materia si sentono dolori stati artisti; e per si lui ? estetizzante; paura essere per il giudicarlo, siamo noi lui della poeta con nessuno uomini noi di di da freddezza, sua grande Ibsen, Ma fede più e c'è su : pretendiamo more la questo a dietro, non domanda lui, degli con Griibelei. sua il libro gridi dei quando giudizio conclusivo il è più dargli completamente a constata l'amore : partecipa trattenuti stento a temente apparen- ha Egli soggetto. suo quando può non anche torto il giudizio il e di ch'egli s'appassiona si sente per nell'umanità così parole composte calmo, che penetrando Slataper, Scipio — un si loro 1910 suoi disadatti sentono lui. Il loro la coi uomo è egoismo arte. sentiva ch'egli partecipava nella del cidità lucato pec- 192 ^ Io « soffro abbastanza non D'improvviso la mia le creature con umana come ciò fosse se guarirla, e penetrato personalità,godo e molteplice». Ma in lui c*era di redenzione. uniti insieme; poeta poeta, astrazione la — mi e e di più : cosa varie sue cosi bella, tivo tenta- un santo un sieme, in- desiderio la rendono Sbagliava sognando ma uniti un compiaccio delle differenti che già qualche questo un'opera tra un e tanto s'accontentava d'esser sol- non di ridurre tutto se stesso falsa questa a umana. Quando abbandonò sentito forse che Ibsen Ibsen ha l'Hebbel per lo avrebbe ne Ibsen| egli aveva lo avrebbe quellonon la posizione, anzi mentre scruto dolori fluttuo e il ecco — abbastanza poeta nella vita con M'infiltro possibile. dei suoi si dice: e vedete non lo stimo egoismo. E io non abbastanza, e un'opera artistica, un santo e sogno mio poterle consolare. per s'arresta,e guarda, caratteristico ! ricordalo ! Voi tratto di anima — aiutato rare supe- a radicato di più; si. il merito gli artisti contemporanei sidio di aver patito profondamente il disestetizzanti, fra l'individuo e l'umanità,fra l'esteta e l'apostolo. E in Ibsen Scipio Slataper ha sentito dibattersi il in lui egli ha rafforzato il suo cetto conproprio tormento; morale, che dell'uomo tutti sopra è il solo che cendo vin- non pur quel dissidio,superi la prima posizione, l'unione cui si ricorre (anche assurda del poeta e del santo a Nietzsche) per sfuggireall'estetismo. Ma lo trova scopo non era dell'uomo il concetto pure amore, della sua basta. Un vita in se, tempo carità cristiana in la vita una era moralità immanente, non sappiamo, che la nostra grazia, pure (guardate Dante, E oggi Shakespeare! dice lo Slataper). che che* morale, dell'uomo epoca non ? date guar- Exco può ciò sapere, 194 — la perde eroicità, vive sua ad sino drammi di rinascere; tenta riepiloga la s'accorge che dovrebbe \nta sua negli ultimi quattro sul punto e di morire rifare diversamente alla luce giungere per cotidianamente, prosaicamente V Anatra selvatica all'abisso;con arrivare in Rosmer vi cade; — la via tutta agognata. Preparazione, roe, Edda che resti Cahier Affermazione, Prosa, Caduta Edda c'è che Cahier, Epilogo. Non dalla fuori difatti è spirito ibseniano nesso dei capitoli e E è lo questo si intreccia coscienza, Vlhsen del lo anche così il svolgimenti i due Slataper e in siano, realtà che lo svolgimento con non piena con restano veglia capire, ha che però Slataper volte care. man- morale contenuto Alle di tenerli distinti,benché giustamente svolgimento sembravano vista dello estetica. perciò Il lettore confusi. spiegato prima a svolgimento forma e nello la logicitàdella loro denominazione. in tutto della quiete Eccoci )). logicità che e di Cahier capitoli. Edda dai segnata il punto a dello Nesso linea dell* e- po' un la sità neces- li prospetta come Ibsen, siano stati in tutto soggettivo inscindibili. Ma c'è critico, che Ibsen È va fronte oltre al poeta minuzie con non di chiaro tanto ch'egli di atteggiamento terzo un è all'artista. Lo e all'uomo, sarebbe non composizione, piacere ed trascurato; a non l'artista l'atteggiamento del- Slataper il facitore andato si del a di drammi. certe osservare sarebbe in cercava soffermato particolareggiare il metodo e il 195 — modo di Ch'egli vedesse arrivare una a se alla tecnica conto suo per d'Ibsen, lavorare del dramma nel libro. Dopo europea del partenza ibseniano, teatro non stra dimo- lo ce che tesi è stato la considerato aver per drammatica, ibseniani, periodo della un di d'arte imitatori e interessato ibseniano. il punto forma quella degli epigoni fosse si non Ibsen in nuova chiaramente — presso sop- zione degenera- Slataper lo clude con- : intendendolo «Soltanto via nuova modo in dramma su che che cupo e stillato dal sull'arsita campagna Si capisce ! rinsanguino da ogni acqua anche passo interne, quello che scrivere Trieste il 26 « : febbraio In di Forse l'intitolerò e abbastanza. alla penso a La Disfatta, più preciso. So ancora. Tra e nascere, Noi Eschilo egli e e stanza abba- non sufficienti aveva Ibsen in cercare come essere per come Ibsen volte 1912 ci molto. vedo è bene ma vorrei ma lo c'è da devo Il mio non un scrivere, cantare, una strada? nascere possa ma avrebbe ancora. titolo meno non lo sonante ri- saprei abbiamo ma C'è E ». Vienna: dramma trovare di all'amica al dramma riscrìve di pensato aveva scrive avidamente stessa Tidea smesso aveva più possiamo non più tardi avesse vago Hebbel, non dicembre 1913 cominciare scrivere egli ripensando questi giorni voglia il tutto si riestendano di Shakespeare. Anzi Il 5 Sto « cui tesi sin- l'umore poesia, come ridiscende ogni foglia, puro e in F. Carso dramma. intensamente. una di di individuali,per sue appassionato un in espressione, tutto ragioni. Ma cercato // mio Dopo trovi processo d'Ibsen troppo era : da aveva lettore era suo perchè lo Slataper appoggiato ragioni l'Europa il ». questo soppresso liberata lo su che caso parole liriche la trova e sole il ulteriormente quelle ultime serrato il dramma tutto c'è bene artistica, sviluppando parlato poesia che una 1% — parli? della e Per mia d'ora vita Beethoven. Ma era superbo, né che Non capitai stile del nulla sappiamo che Slataper lo Carso. Certo che in svolta arte che : é dramma mio la prima che sentii più schietti, qui e sarebbe e gnava biso- pressione l'im- provo (Amburgo, » del 15 e d'arte. A Ma Fra la guerra è tormentate Norvegia sulla pagine molte (i) «Amava Pag. 256. (2) « È il nella nuova pregustamento grige di questo e pagina libro ci felici di poesia; Shakespeare, su d'Ibsen sull'amore il mare. che momento e è ara una Mare con nuova vecchiaia alta e Ulisse di il pianta esperta mano uomo è montagna la sua la del remo ». le in re ma- nere ge- Norvegia.,.». decennale di timone... ... non ma il per (2),su la vecchiaia d'Ibsen (3) e degli ultimi capitoli scritti a Amburgo. terra «Non ra ope- vita. sua Ulisse (1),su (3) la maggiormente e e delle pagine indubbiamente la un concesso volta, questa una di stile dell'/bsen. nello parti tante rimasto con tesi sin- il bisogno anche troncò e paratorio, pre- seconda una a avuto avesse Carso, liberato venne opera nuova cui giunto il dopo lui in ultima per liberarsi,si sarebbe forse noi in sia, poe- stadio uno per fosse inutile fare tutto sia comunque seconda creato risolveva si quando allora col Mio come • sentire sempre Firenze a avrebbe vita sua ricapitolare solo tono poesia va triestina, conclude- ch'egli passava è tutto e della sono prosa descrivendone Supposizioni sull'opera,sia dramma della né 1913). maggio Mio il trovare vorrei all'amica sempre rifarsi più semplici dello che Amburgo, quando come «e tutt'uno ». ad impressione, né musicista puro arrivò è stile umile L'unico egli come : il dramma né : Claudel. neanche E scrivere me — Pag. ». rore er- Pag. 258. 296. 197 — Lo Mio stile di queste Carso più robusto, dà è anche ma di è suo ima- ne ragio- sua una peso, Carso, quello del terno equilibrioin- soltanto più Non sola. Mio con senso non un se per lo stile del come un la parola parola, ha d'essere intima confrontato pagine più profondo; gine — è soltanto sità lumino- è luce ombra e dittatoriale ma ed : chiaroscuro. [La montagna] fertilitàdella supina impassibile terrestre, distruttore. hai mio stai e e correre a la valle si : varia ordina e Carso che affannoso meta; e allo e linea una le montagne ma rinchiude, il duro sei verso caos cano man- ghiaccio al rola pa- il che ((massa», nudo una ella sopporta sparisce torrente suolo. Si capisce un'idea Leopardi; vigorosa che è più genere per triestina leggere me la lingua mi VIbsen opera « : hai Non te po' di Dan- un più schietta subito vien che non può si di stile riuscito la prima è volta anche deve si al Mio paragonare Nell'/bsen chiusa. artisticamente di stile; che forse per aìVIbsen, lavorava ». Naturalmente Carso che tempo all'amica scrivere voglia dire cosa di e nel come potuto avesse e Carso retto per frantumano, nel la passione Mio ed : della il vortice e riposo, carso, di montagne si cozzo sparte rie e stile del Non agosto, il atmosfere Qui c'è la profondità, la nello buono! dissidenti sulla lorosa sola, la fronte do- madre, natura dalle battuta violenta ossatura : parlare di parazione pre- di stile, preoccupazione pienamente in riflessa, in Scipio Slataper. Difatti mai problema come ora, formale, di durante triestino di di questo il tormento fronte a Dante e a 198 — Leopardi, egli Tommaseo; il senza traduttore, Tu, sognatore di d'amore di e amori. possibilità del ingegno. tuo forte, bile, stile. padre, nostro Nostra orgoglio, nostro sorte. irredento. Nostro, Non troppo e stile. senza Tu, Ti : ; dalle corrotto bestia come Smaniante popoli ambizioso sperduto Sedotto e opere ansioso, Voglioso, Senza quest'epoca sento! ti come Tu, Pigro egli patria, Tu, Tu, di frammento «Tommaseo, Perchè rabbia. con Nicolò sangue Tommaseo. che più Leggete e amore nel scorrersi sentito aveva con essere — riconosco ti voglio a ; stretti. denti ma ti amo. nostro genio : leva vo- TRIESTE Il Le Podgora dell' — « Triestine Lettere Slataper, irredentismo Polemica »• Fauro Vivante, Parole — — nuove sentita Dalla — da Amburgo libica guerra alla storia e — balcanica guerra Trieste — Volontà. — « trentadue Per anni pronunziare è un impegno il tacerne come : Trieste la i sia nostri Il , Resto Meglio nell'anima iracondo negarlo l'azione. fu Oberdan Nient'altro. ove sia non canteremo Caserma nella ». Carlino, (// mentalità, senti- una lo entreranno del occorra. più Oberdan impiccato vevamo do- non Oberdan, averlo soldati dov'egli anniversario di guerra. ricordo suo forzosa pace meglio il che ma quando è di nome Meglio nome. rimorso; un Aspettare di il valore 2i dicembre d'un 202 — Così Scipio Slataper, quando del Podgora nella che coscienza sua reticolato dei gli vite ma se patria c'era il suo, egli che versarlo comuni dei coscienza, con pigliavano perchè. E che andasse uno venire av- sangue poteva non anzi nel o questi che tutti per sufficie in- per quel vare preser- gesti d'eroe, col sapendo, fermo passo ubbidivano petto, sapere sario neces- era la con si e senza sapevano, non pronto esser fece. Senza palla in fronte una di italiani che contadini umili tanti o la storia ufficiali, ma giovani troppi a si perdessero generali italiani fossero i come il sotto che anche ignobili carnefici; egli doveva tanti morire a cementare bisogno scusa di tutti quei preveggenza per to trat- vita, rappresentava approvava versato, la con non mancata per dolorojsamente così quell'ultimo mandati Egli di mezzi, della la costò venivano nemici. tante saliva il sacrificio necessario figlioliitaliani che a — loro stessa u- miltà. Scipio Slataper sacrificava la umanità sua 1915 allora nel nell '/bsen ubbidiente italiano gli si risolvevano Essere altra all'ora mi di È della per cosa morte, Né basterebbe. sangue uomo, un qualunque — i due terra, queste mi mi non desse sarei basterebbe riarmonizzato parole, è la sua morte, la vita, della vita. leggi della sante di uomo agire. nelle per noi mie tutto non quale fu vene il termine patria del » Non guerra tutto tento con- Arte manchevole. sapere. dice », della prima sarei non quieto, sarei Perchè di poeta. e tempo la vita, io Né nel cui vava sal- ma 1914 in molto scriveva — sua anno: momento termini di Scipio Slataper, che discutere santo alle « la poesia il nostro giunto il era — di u (( — la e così non schemi : ma ». carattere abbiamo armonioso e la tura na- il diritto di atto della 203 — vita. Ne sua avremmo C'è il senza quale Non : prima Bisogna che equilìbri su vita sarebbe E nel io tutto Trieste utile vita, meno mia della Poi tura na- triestino. sono che Bisogna perchè se cose. io mi la mia patria, alla mia no Trieste. dopo alla terra, ». ciclo ogni c'era mia Trieste Da triestino: amico un a completi uomini Trieste dove per poeta. tre nessuna a mia alla ritornava così Slataper. essenziali sono questj 1912 del terra. sua triestino, guasta». e esser compreso era dello morte cose rinunziare febbraio Voglio esser umanità. Bisogna La uomo. manchevole « la Poi fondere senza esse, termine capirebbe la vita, queste sono sappia un : dimenticare posso di sì non 191 1 gionare ra- decisione sua alla patria, quello del capirebbe si nel Scriverà altro un come volessimo se di forza. non ubbidiente perfettamente « e la sembrasse più. AncKe di nell'italiano a che di debolezza atto lui, compreso modo in — della sua fu l'ultimo suo compiuto madre, sua cominciato, aveva pensiero. Il Podgora di fronte sia morto che del espressa con queste E Carso. suo poeta noi E' dimostrarlo. se noi sempre sono sapessimo non zione realizza- anche atterriti dalla resteremmo parole, cinque sue ch'egli simbolico anni visione prima di : In « i sassi slavo futuro, a al del le parole morire lì è e un i mi E giorno, fiori mi scaglierà io cadrò ancora diranno addosso giù, sul giovane, camminando le un Carso. cose sasso Non che nel Carso, quando già dette, allora uno forte e pieno di spigoli. e letto, con lagrime e puzza io corroso nel ho 204 — e bisbigli e Non 1915 cauti passi vita, non della mia nella giù. portavano Voglio stanza. l'ultima Sarà che occorreva — i soldati, i linea, la con era gola squarciata tiratagliaddosso, quasi di spigoli,da bastava caduto nel Ma noi era dovere che quel loro l'ultimo lungo E strada sua maggior e anche furono e c'è più zionante emo- di atto un come strada si iniziata va e vita trobilanciare con- per crificio, sa- che pio Sci- consolazione, senza ferenza. dif- alla loro con suo gli artisti dispersa, altri morale il Ma guerra. si presentasse andò fermezza con già da percorsa dei parte sparare altro che loro del il volontari giovinezza. e pur in e furono austriaco, incominciato a penso com- percorse irredenti, i quali italiano soldato sogno aspra di quella che il nemico contro realizzare prima fu più lunga più dominante la divisa vestirono dalla taper Scipio Sla- tempo. questa a tario volon- guarirvi quello scetticismo per d'una tratto andato all'avventura come che vi invece più alta la alla sbattuti d'ognintorno aveva Slataper su Tanti vacuità infine alcuni li uomo. annoiata punto la tro die- quell'italiano, che compiere andarono vi che seppe entusiasmo più intensa e a di e con Molti davere ca- tenente quel sottouna pallottola esplosiva, jorte e pieno corroso, stanza; pochi metri di dia dimenticare che cittadino di il Podgora dovere, fosse suo dicembre serenamente. poeta un da croato possiamo non andarono fino il compiere spalle». a poeta la loro coscienza per compierlo a un sasso nemico un il 3 quali sommità al piccolo cimiterino che sapessero alla portato spalle dal fortino del a di Scipio Slataper sino la morire «Calata» come in non sognare cea trin- fecero fin 205 — Scipio Slataper, da Anche aspettasse far garibaldine squadre nuove se non di sua rabbia la tonare fratelli languenti che bastava non E al loro in faccia del che bisognava tutti suoi si del del sviluppare del educazione fu in In vedere e fredda pire. ca- coetanei, pur stretti guardare non per la intelligenza sua cola alla fiac- di questa quando impreparato in i triestini pochi l'ambiente mesi, la cui per pochi e sua mesi più riconoscessero non entrò universalistica,anti- Ragione carattere. compiuta subito trovò questo lui la tendenza suo perchè bastarono accorto mantennero gli occhi tutto vociano. provinciale s'era i sogno. fu non per liberare e presto i discernimento, preferì la fiamma e mondo a ben la realtà, egli sottomise fumosa Così Ma quasi chiudendo sogno, alia realtà atto sognare, non momento l'Austria contro catene. l'Italia che buon un sognato aveva imaginato e scegliere quando però alFetà giunti nel in giovinetto sto que- triestino. Traditore! voler Facile da capire Voler atteggiamento. s'accontentarono L'abisso dai suoi dissero che che Difatti prima una di fu capire voler non il capire, Neppure versato era in e suo e approvare; per Scipio Slataper aperto, sangue capire era il derivasse profonde cause concittadini. non re. disapprovafu fine. Per espiazione e so compre- spiegare non pero sep- fu suggello. politico di Scipio Slataper dalla il pensiero Lettera sola quali diffìcile dargli del traditore, ma fu triestina diritta linea del febbraio di sviluppo sino 1909 ha seguito agli articoli inter- 206 — pubblicati ventisti finì pensiero alla fu non ultima di di voi e sul Resto in questa partito. Questi li applicano soprattutto chiarirla un dominarla e politico di ebbe La nel se f^ smentirsi vita era per il lato mente, pensarla politicadi fede uomo questa Il di deviare. ne demmo, ve- trascurare stesso, conseguenza chiarendosi : che non pensiero suo rafforzandosi, aumentando la realtà politica. sé e per se Seguiamolo. Parte da Trieste, anzi da Trieste considerata politico andò in sua bisogno di che restare poteva verità. realtà. E come egli della conto poteva non d'evento siccome ma si rende ,così della storico e non e che uomo nella d'inconseguenza, taccerete artista; gli de- un'idea a un Slataper stregua quell'idea oscillerà, si muterà ogni mutar sarà poco chiara. Scipio Slataper invece fu, centralmente il e giungere seppe giudicato alla va giustamente Carlino; politica.Lo attività ne del stesso. se è di partito uomo pratica; o e politico non uomini se nell'azione conseguenza Pensiero 1915 nel — in di tentato che di E se. s'incammina il sgombrarsi misera terreno prima senza non nebbie dalle da città tutti coloro aver lanti, ostaco- veli pietosi accumulati i molti erano questa e sul che po cor- vano anda- ne parlando. Bisogna sottintesi, senza anche, paura serio ed tre città sia si se il pensa — vuol utile sul destino Lettere irredenta la realtà Con triestine senza un chiaro, senza giovane Slataper cominciare certo un di Trieste. egli analizza alcun Ed ordine, dopo e e — si aver e senza ragionamento ecco nelle prime le condizioni riguardo ad lui la intende come illusioni vederci di cercar altro sforza della che di non derla. inten- considerato i 207 — precedenti in della storici mezzi i rassegna Risultato è profonde nessuna, di vita sua coltura, egli le istituzioni di povertà e quadro un — esistenti. spirituale;tradizioni inadatti mezzi colturali passa prive di istituzioni e solidità. I triestini sbarbatello gridarono senno in ammettere diverse. Lo che ragione la chiesa in loro per Poteva il vedere male dicare giu- a di va bisogna- sporchi vano si la- vociano dove dov'era altre in bastato troppo mettersi raggiunta. Invece sulla i in peccare politica. avrebbe linea qualche Ma di visto lui sui con tracciata. triestini di bene, mancanza condizioni base d'esperienza, ancora soltanto per questa un lari, particodel far ciò da ragionamento proprio stino, trie- base suo era lui non negavano. Oggi, rileggendo triestine, non tacere vano pretende- invece la discutere facilmente necessario non mutare a facesse nell'analisi il giovane errare convincerlo e c'era più poteva non lasciavano e » due di ormai sentimentale d'intelligenza ma sarebbe per capivano Parlar barba, vero, questione Slataper la verità sopra il peggio e Era credo « benissimo ricco quadro di I panni logica. I triestini nazionali la ragione oene; l'abisso. s'apriva educazioni un ciolarne snoc- casa. Qui e di Mettersi anche d'italianità. amor per si permetteva tanto con stato uno impudica.^! e mangiato?! Fosse mai le pecche, tutte Caio e Come paterna casa empia aveva di perrucca?! tacerne e vi Tizio patroni e casa; che pane i piazza descrizione una del in scandalo. dalla uscito appena di raccontarne male allo troviamo dopo il undici quadro anni le prime esagerato; certe Lettere pen- 208 — le faremmo nellate anzi invece è più cariche. Ciò che lo sfondo come sottinteso sul risaltare la miseria dovuto non spiritualed'Italia, vita — triestina fosse be quale avreb- e che nulla per mo osservia- la era in realtà sbiadito del quadro. C'era un di errore ben visto avendo ancora prospettiva; lo Slataper non condioltre il mondo le zioni spiritualevociano, misurava misero meno della e città alla stregua sua che allo l'Italia; non modo di questo, do dimentican- giudicare di tutta era quindi un torto storico particolaredi Trieste di trovarsi su per giù nelle condizioni spirituali di stesso si poteva le altre città italiane. tutte lui stesso, dopo, quando nella quarta in un inciso : francamente triestina confessò Ciò riconobbe Lettera « Certo la nostra che da quella del regno più da vicino, mi pare troppo disprezzabile:quasi per lo inveisco tanto da la poliziaaustriaca contro quando [coltura]non conosco che non quando seppi la italiana». motivo stesso Ma la realtà resta quella vogliariferirla, E fu giustissimo che lo Slataper ne tirasse le si comunque che è. come conseguenze, fece in quellaquarta la più importante di tutte. Trieste dice lo Slataper — — salde tradizioni di coltura,ha però non ,a questa dei vecchi. a d'altro Domenico una abbia non tradizione merciale com- Rossetti,ci hanno additato che i giovani sono c'è da sperare, migliori mettersi Ma bisogna vincere certi pregiudizi, più vivo contatto canto sebbene è stini disprezzabile.Attacchiamoci, noi trieintegriamola;in fondo i nostri migliori e antenati, come la strada. E Lettera che non accettarla (!)con a la coltura occhi chiusi come italiana, si va 210 — della grave, In posto nessun vita limpida Questo pensiero La che cosa il dal germe è dell'opinione pubblica le Lettere e di svolgere il tenendosi era da uomo a composta di si ». svilupperà il tutto degli organi più che e parlare di Trieste pensiero. Avrebbe altro che egli ma non parsi svilup- per cozzando di farsi valere bisogno Voce svolgerlo potuto il pensiero, assunto La su dall'urto delle opinioni, cendo vin- e dentro la delle qualità essenziali del opposizioni. Si mise le a dominante. farlo; capiva solido, ha lotte triestine Scipio Slataper s'era suo lontano crudeli Piccolo, quotidiano del partito di continuare l'impegno e sacrificio della d'allora triestina liberale nazionale, allora Con bile terri- caratteristica una del la critica e è col ottiene quale politico dello Slataper. è quinta Lettera la storia Essa liana. l'ita- e così strazio uno originalità d'affanno sua una Trieste. a tragedia. Qualche è aneliti fiaccantisi e come » la commerciale la vita « opposte abbandoni e doppia anima, sua di forze — fierezza con polemica. Egli polemista. Per la lotta grande degnamente, subdola quanto di come senso ma astuta e nessuna aveva non pesce aperta non e umano; d'individuale in mare che », offre impetuoso, dimenticava egli la vita Egli ne un combatterla e era non maligno. e parola la con l'individuo « accettare sapeva duellare sapeva dell'avversario. riscaldabile,ne lotta gli desse sentirsi nella ciò nelle parole dell'avversario, per ne mente facil- Era che accettare neroso geera 211 — le soltanto ragioni sue E proprie. le ragioni delie in sue che arte e che e giabili,in modo la perchè giuoco, ma Non la di poter quella non della che di dubbi, e in avversari : « Volta d'una che più si ottiene volta per può e dovuto pre- sembrar constatare invece con posizione a e dell'ambizione dommatica, E di coscienza. in faccia di vincere con- Codesta ». debolezza, stessi di cercar teriore in- però ai suoi stesso me di ma di fatica prezzo prima convincere egli cui con della non verità di vigilanza gli altri devo confessione un fatto. verità riguardo di confessare aveva avrebbe l'avversario,e lo ripagasse questo non verità vera riorità; d'infe- la considerava non di lui gli aveva Scipio Slataper. E satireg- e condizione l'ingenuità ammirare cavaliere un prire sco- per più forte. come la generosità Caratteri, nei deboli in cui contraria, valendosi moneta Fu in agone convincere meraviglia che egli degne nia, dell'iro- giovava possedere subito polemica che si può credeva senza ridurlo il ragionamento ^'alere si lati dell'avversario serio un di aver il metodo di solito al polemista serve da dopo dunque brillante. Né sero fos- come renderle per Usava dimostrò pur quella che cogliere i è dell'avversario polemista dentro oggettivamente, contraddittorio. del inverso dibattersele e rispondeva rafforzato — di indice è forza. Ma se forte, non era spalle larghe, di {( della nemico profondamente dai suoi Questi dai ma, insensibile. era dai e patria addolorato » e « Si può dai, la continua finisce per seccare d'esser mal così avere accusa ». Ed compreso concittadini. ormai non riuscirono più a capire neppure era 212 — l'importanza esteriore che per la interesse dell'entità del volume un dedicò di più silenzio; due di 200 Austria Oltre in pagine) fu seguito allo Slataper altri triestini a alla diffusa quei una mascherata, ché allor- La de Voce^ sull'irredentismo. numeri collaborato avevano carlo soffo- nascondere potuta ad taper lo Sla- bisognava proibì la diffusione a questi meri nu- Timeus, Vivante, Ruggero Angelo : s'era armi, benché del (l'ampiezza leggerli;visto che le non e dicembre interamente Trieste a per la polizia austriaca in spirituale doppi numeri maligna compiacenza certa movimento un dello Slataper, nel merito s'arrendeva nel il vociano. questione dell '/rreJenfìsmo, di non la parola d'ordine arte non dentismo, l'irre- battuto di*60, venisse di tale quale problema capi- l'Italia in per Quando per Voce 1911, La di dopo incluso e il fatto che assumeva volta prima seriamente — Ferruccio Alberto ni; SpaiSuppan, Giuseppe Vidossich e e poi Salvemini, Mussolini, Prezzolini e Borgese. Ma la parte formata articoli dt dai due principale era fondo dello Slataper. Da più di quarant'anni, cioè dopo le pubblicazioni Sigismondo Bonfiglio e del degli istriani Carlo Combi e Pacifico stata Valussi, dal 60 al 70, niente era pubblicato sulla questione dell'irredentismo giuliano che si potesse questi scritti dello Slataper. con paragonare Egli difatti si riallaccia direttamente a questi padri seri friulano e studiosi Anch' dell'irredentismo egli studia; facile sentimento faceva allora irredentistiche. a la non giuliano. si lascia condurre scrivere frasi campate maggior Durante parte le vacanze degli la dal mano in aria, scrittori di universitarie come cose che 213 - passa Trieste, egli a Sezione della — molti consulta patria della biblioteca opuscoli civica; giornali e quello che e Firenze blioteca dalla BiTrieste, si fa mandare a dei Deputati di Roma, della Camera che è ricca adriatico. di pubblicazioni sul problema sull 7rredenf/smo, prima numeri nei Così di venire alla critica del presente ,egli può fare, come dice, un smo po' di storia ». È principalmente storia dell'irredentitrova non a a triestino, tredici colonne svolgimento Chi linee trascurare da qua ulteriori politicadi Trieste guerra del è questa e* è per anche sul della storia vuoto; ci fosse viva del l'anatomia Trieste,dice Testo il Trentino Risorgimento cosa non meno data, come il Friuli si glia so- è il modo Storia volta sua a dagli è uomini. ta alla Lot- si ritorna stile di codesti rici sto- di logicamente mato; sfor- dei ponti buttano che da al se molti posto storici, pseudo- cadavere. lo Slataper in questo e creato essi importa rivela passato, Nello qualche ma si vociana; di costruzione amore storia alla sino la storia. è stato Oriani. dubbio senza senteranno rappre- logica della pensare educazione politica di Alfredo ritoccate, esser complesso storico che di ciò le tracciate 1914. articolo Slataper di umana seriamente, il Risorgimento, logico-intuitiva del vivificazione Anche nel ma scheletratura europea dello ":reazione volume. sono là potranno e durante primo questo sintetico lo studio. Vi studi, la sempre In l'essenziale,c*è intero un per questo fondamentali; della In ne tutto gli spunti fantasia. cronaca fare la storia dell'irredentismo vorrà spostate non condensato è con potrà non storia, ma muove e articolo,come nei primi tempi l'Istria, : sono province a cui del del nes- 214 — suno Anche pensa. — nel 48 Trieste si comporta frigidamente; Venezia invece, a piuttosta distanza,nelle poca condizioni fa scoppiare la rivoluzione. stesse passare la seconda tentativi pure senza E lascia occasione, il 59. Ma ne dopo il 61 il fatto che l'Italiasi affermava nazioche le province irredente vi contribuissero, senza le obbliga per la prima volta a considerare la convenienza di occuparsi del legata a Venezia anche futuro. L'Istria specialmente, nuovo oltre che da vincoli spirituali da interessi commerciali,comincia all'eventualità di rimanervi si preoccupa a pensare riamente se- Trieste staccata. d'esser tagliatafuori dalla coltura soprattutto nazionale; rivale di Venezia, sa che i suoi interessi commerciali anche sono opposti a quelli di lei;ma l'Austria allora dava poco nel passato. i primi Sorgono affidamento di curarli come seri,conseguenti; agitatori, attingono dalla storia e dai fatti la loro convinzione e la appoggiano con solide argomentazioni rivolte all'avvenire; rinunciano slava alla Dalmazia d'interessi anche simpatia per nelle province da se considerandola italiana di coltura; e glislavi la rivendicare cui esistenza loro non strano dimonegano all'Italia. monarchici. Questi primi agitatori irredentisti sono A terra gli irredentisti repubblicani, ispiratisi seguono all'azione di Garibaldi e alle idee di Mazzini. L'opera di questi agitatorifa sì che la guerra del 66 non trova parato questa volta impreparate le province irredente;più preil Trentino Ma Trieste il 66 segna mette cresce. che una Trieste. sconfitta,è il lutto questa volta L'Italia però pensa e Anche arresto. un il a suo Roma moto e dentistic irre- lascia 215 — sconfìggere sconfìtta Francia. la intanto della che via disfatta alleanza nuova Bosnia risolleva vera epoca dell'affermazione triestini che Tutta di del c'è prudenza, il dò la sveglia ci la patria per egli voglia di venir il mio Oberdank si fa Ma martire Disse anno perchè mi tu di Trieste realtà in mosse della storica voleva italiana, s'incarna il rimorso : uno Non « la Pro e e come che ha fosse altro l'Italia s'era di deciso getterò ricata già inca- al sacrifìcio Trieste di Lui 1882). Triplice (20 maggio così. uno Vltalia,e la gioventù patria, la prima dimostrava non ». precedenza il trattato dopo E esempio un si non ste Trie- scosso lia] d'Ita[l'unificazione come fra Vimperatore almeno avrà firmare La triestino. Trieste. L'equilibrio, vuole agisce difatti e ma ammazzato. di rispondere col stina trie- », ammazzare, cadavere italiana Egli causa martire hanno non la rimorde. quasi e Guglielmo che Oberdank. su pesa antiutopica. L'utopia realizzata Ed baldi Gari- voglio è lo spirito triestino. Cinquant'anni quanto sacrifìci individuali in l'Austria dal- seguito. dei più la quanto Trieste; di l'invito di d'un sangue la è giornale Vinài' il Guglielmo sangue senza Il 78 fatti militari venga alla fiacchezza contro storia una la dia non profughi del 78 ha, bisogno « monti pacitarsi ca- L'occupazione irredentistica parla di rivolta, benché si che sente è segue e l'irredentismo. vogliono esser Regno; nasce nel di ritirarsi sui i dì colpo non fuggono Fra 71 a la Germania con le addita, l'Oriente. questa pendente; del rimettendosi, incomincia va della molti francese deirirredentismo. pure L'Austria la La — che qual- fondando di società sottomettersi a stenza resi- quella 216 — realtà. E pericolo nuovo L'Austria difatti preso questi l'Italia era nel a la per comincia Bosnia, la l'alleato soffocante. se Il problema anzi mai, dell'irredentismo ad la storia, sino lo Slataper s'accingeva articolo : Ma buttarsi dalla ma si for- in cui tempo portante più im- momento suo della premesse esaminare nel che attuale situazione suo secondo Oggi. lo Slataper dentismo da che. già col rilevare importa sollevato aveva marginale ponderabile era, vista in primo articolo la questione rico sto- delFirre- superfìcializzatopretesto problema centrico a e e politiche quale mosse a il dilemma davanti o troppo francofìla,imperialista. nel alle cialment Spedella vicino un risorge più essere l'Austria del- annessione Germania nazionalista, si trova Questa che di diventar Inghilterra.E' il corrente una possibilità preoccupazioni. definitiva e di curarsi, non a il contegno ventesimo l'Italia si ritrova e nare argi- all'Adriatico. delle Austria di Francia parte secolo minaccia con ad gli italiani. E le apriva rinunciato seconda Allora continuare che mettere a contro politicamente aveva sull'inizio del con gli slavi alleanza nuova altro intento librato equi- politica d* inorìentamento sua costretta Mediterraneo, Ma la per nazionale la slavizzazione. : favorire aveva perchè più che temporeggiatore; e il il partito liberale quindi sorse — di riamente se- dell'intera dell'avvenire nazione. La da base a a E chi cui parte lui contemporanee ragionamento non seppe : porsi non su forme criticare le varie a è dunque più irrazionale base, ma questa redentism d'ir- vata storica, elene utilitaria. continuò a 218 — prire le mene giovane, è nient* altro che C*è è vuole indubbiamente fare necessario Come più suo difetto è quello di mantenersi teoria, realtà da derivata non già nella forma chiama V irredentismo Non è riuscito di pensava abbattuti. colturale forse Il sia così, della conoscenza di conseguenze. la patria contengono coltura articolo suo e lo degli irredentismi stesso in ogni colturale « Noi non colturale spiegabile è di coltura concetto così caso neghiamo fermamente da vasto due tuttavia sono sentiamo ch*€gli ciò punti chiari e za l'importanche non ». di irredentismo particolare cotesto di educare che tenta crificio, gl'italianial piccolo satano è la più efficace preparazione qualunque lona (( Nel evento è caso ». Idealismo nazione chiarire completamente a parecchi ordini di possibilità.Ma dei confini politici;ma : Voce. rigoroso. Ed che incerto è Slataper è ch'egli sua, irredentismo suo concetto irredentismo questo ricchi era del lo che La de Slataper del si pensa se dei vociani valore nella assorto morale sostituzione in contenuto i limiti d'un abbracciare lo parte proporre ha E II territoriale. troppo d*irredentismo nella seconda di si preoccupa esso conquista la critica deìV irredentismo entrato che di completa una sto que- pratica. Con non della con quello imperialista» differenza la guerra, ma del fatto etico che Virreden- pure, il più serio, e i conti. a imperialista^ letteratura. irredentismo, giovane E* morale. tismo U irredentismo interessate. quarto un — un nazionale e politico, dunque. realismo valore superiore a dei confini politici.Nessun cui può sottomettersi La il sacrificio ideale, anzi 219 — ad più intesi sempre disposti rinuncia, alla il proprio educazione diventa ma chiaroveggenza Quest'è alla e fondo in è non diceva modo, forza. l'atteggiamento che indebolire di di la forza avesse Inr altre dell'Austria nazione una spingendoli di dover in fossero la politica che su la sincerità. conosciamo ma possiamo E con farla la i a parole verso ma in che senso nella tici, poli- tensione essere, per italiani. di cotesti smi, irredenti- liberali o rialisti, impe- lo Slataper. Egli mioralmente, e zione. na- stria l'Au- confini premessa far la l'Austria la con il suoi monarchici, anche pretendevano scoraggiavano, esaurirsi a Vogliamo qui lo Slataper, freddezza dentro si opponeva educa noi non o guati ade- mezzi guerra loro dar col antieducativa repubblicani tal in coltà gli italiani sulle diffi- cioè erano, E politica dell'Italia essi raggiungere realtà la realtà tal modo principalmente per della soltanto l'essenza Contro la priorità politicamente moralmente; per appena quelli che anche irredenti esiste chi gli de- la doppia senza scopo illuminare senza gli italiani fondo, quella evitavano volevano essi conto prepararveli e a nazione. nazionalmente parole, e di non uno a realizzare rendersi senza e Slataper, essi di tendere contradizione e dentismo l'irre- metteva opposta l'idea politici su lo ne calma, alla criticati,i quali tutti sostenevano confini dei ma alla rassegnazione interiore dello Slataper sulla riva irredentismi ideali; di fronte sentimento che politica. Sacrificio realtà le esigenze aumentare sacrificare a — guerra conosciamo a con che era si fonda l'Austria! noi stessi " fatti? la fine dell'articolo, esamina oggettiva le condizioni politiche dell'Au- 220 — fltria le condizioni e Non del Egli dell'Italia dimenticare bisogna 1910. viene considerandola d'allora ~- cKe oggi, dal ma possibilità immediata d'uno approfitterebbe annettersi l'Austria unico essendo la Germania; con Inghilterra Russia; necessariamente quindi la Trentino e Il da delle e In zioni aspirazioni condi- queste esplicitamente lo Slataper ragionamento suo l'Italia deve logica con preferire di il sarebbe rimanere sulta ri- ma guenza conseancora Triplice. La che dice il tutto — nella lo porterebbe guerra all'Isonzo. sino Francia alla implicherebbe dell'Istria della lia l'Ita- che dunque la cui blocco un unisse si compenso il Friuli non — Trieste di balcaniche. formando e sulla irredente, province che politica questa favorire gli slavi e a rinunzia le Triplice storico dell'Austria,di sfacelo bisognerebbe dalla si staccasse na stra- calcolare può e st'ultima. que- dicembre di vista punto salda troppo di abbastanza plausibilissima: l'Italia non per nel siamo conclusione una a i reali interessi e dello sincerità rifuggiva da perto di lui che Slataper, furono in ispecie dai tirredentista,come ardente Ma se della l'unione la sua trice, voleva ch'egli fosse cagione testa che suoi sua Trieste cioè con la giuoco antitriplicisti a namente, grossola- ritenuto desiderasse non si discutesse e concittadini, egli fredda, triplicismo a- il doppio fatti degli altri irredentisti triplicisti a parole, il e di fare si sentiva politico realismo suo sentinnentalità ogni non il per un an- cuore con all'Italia. sua ragiona- mente argomenti e che pri- 221 — di agire ma vedesse e chiaro, ben Questo l'azione Slataper dallo voluta fosse problema fu lungo suo ta da- scossa e della Libreria dalla Angelo studio ponderato Voce tare trat- e Giulia» politico della Venezia economico pubblicato il titolo sotto alla discussione adriatico,contributo teggiamen austro-italiani. Com'è innegabile che l'atdi Ruggero Fauro (Timeus) fu direttamente rapporti da provocato al quello dello Slataper, col quale deW Irredentismo, ma unico numero seguito in all'estremo s'era questo, a in ragionamento nei il sto pre- Irredentismo : suo la di pensare modo vo- ben produssero dell'irredentismo, incoraggiò concludere a azione sua infatti che al tradizionale la questione Vivante la e dell'irredentismo campo frutti. E' fuori di dubbio dei che risoluto atteggiamento nel ciana sui che di modo altro, si un per subita. non sul piuttosto che verso un per — opposizione articoli suWIdea dal quello con Nazionale il vociano del nel e le, qua- condurre per del ragionamento contrapposto suoi staccato laborato col- aveva e Vivante; libro suo Trieste, Lo Slataper di d'animo il calcolo, e appoggiata L'irredentismo contradizioni, era da argomenti giuliano da oscillante diventato derava desi- tra finalmente e stato il fatalismo coscienza dibattuta. Angelo Vivante quello che della di quello che ottenuto aveva aperta chiarezza. pieno e ricca fondo discussione : sforzo in storica era e studio suo il lato attuale socialista marxista, analizzato col aveva positivo, sociale realtà aveva deterministicamente della rilevato ro in chia- messo Venezia il fattore e economico Giulia. Da economico, il conflitto delle due raz- 222 — r italiana ze, la slava; e l'importanza della nazionalità necessità di e invece li subisce. Così uni dal della senza al opposte. Il primo Venezia Giulia la quale che questo Giulia Venezia all'epoca sino alla confederazione uniti anche due che e se col non cadute europea praticamente, furono convinzioni ad statale tiche pra- affermarsi danubiano sradicabili non sempre ressi; inte- più verso popoli, gli italiani consolidato anzi di progresso funzione portati l'italianità parziale dei unione avrebbero in cui a evolvendosi un'alta compiuto il Fauro continuato profondi la libera della slavi nella e cessato mostrar di- di cercato nell'assetto assetto e e avrebbe legavano la democrazia posto e credeva rimanendo guerre, ressi inte- degli altri. o loro ragionamenti dei corso nella i propri aveva ritta di- giustamente volontaristico sarebbe non ideale forza determina pure il Vivante Naturalmente chiarire l'altro conflitto fra italiani Giulia, il quale prevalere degli a come fattore quale la fatalità del Venezia preso inteso del la nazione, non e dava an- essenziali, motivi nazionalista,aveva sull'importanza d'una vita Da conseguente. calcato di vista punto suo due per aveva lato, quello del sentimento e il reale umanità. Fauro Ruggero l'esistenza quindi e bilateralmente, risolto s'era lasciato sfuggire non conflitto,che secondo di questo di ma — il loro civile; politichee giunti le barriere essi si sarebbero socialista, com'erano idealmente, coi fratelli al di là del Judrio. Il secondo sotto dalla che invece l'Austria marea era erano destinati slava; ch'era l'Italia provocasse che convinto la guerra quindi per a gli italiani scomparire necessità intervenirvi stando re- volti tra- assoluta e an- 223 — la Venezia Giulia; — più che lo italiano, bisogno d'espandersi, d'impadronirsi giovane, aveva dell'Adriatico di penetrasvolgere la sua per zione opera dai suoi destini nell'Oriente, che gli era assegnato nettersi stato tanto stato politici. Lo Slataper si trovò Egli dibattè Non altrettanto Fauro. nel denze. ten- l'altra profondamente spirito. suo com'era sone per- il Vivante fra gli esponenti, fra riuscito equilibrarsifra le due egli potè erano ne due queste che oggettivamente concezioni, che di mezzo l'una tanto angosciosamente e le due nel il e Temperamento quello, calmo posato, di studioso di logico, uomo Era nad'esperienza e di maturità. turale e che lo Slataper sentisse maggiore simpatia e più lui che giustificato rispetto per il Fauro, giovane non per alle volte logica. Non il Fauro dimenticato va documentato che aveva Non del stesso un nazionale velo Fauro, tempo drammatico niente di più che Slataper che tutta aveva e del davanti e ste, Trierante intolle- suWIdea due suoi zionale, Na- articoli politico di Trieste. giustificabileche turbamento al valore vibrante dello intrinseco di più oggettivo in allora Trieste dello la situazione già chiarito le al relazione articoli vociani interiore i alla su volte idee sue mentre né libro suo spesse le fu scritto attraversava 1912),di questi due Rimane affrettata abbozzato conto chiarezza più tardi col lo Slataper scrisse tenendo gli mise già uscito, alla di lo studio, chiaro che era giunto polemica appena L' avvenire Vivante raggiunse quando su inoltre ancora era in ma del serio non profondità che irruento, fatto più di sensibilità sue e rito spinello momento (siamo nel Slataper. drammatica. idee, dimostra Lo co- 224 — me basti non convinzione una di fronte il grande ch'esso pare del addotte Ma la lotta nazionale di in « due i a perchè che lotta di è La lo Slataper nel dire nazione riesce non dice — lo Slataper. il difetto del e nel appunto scurarla tra- tro D'al- semplice problema un vedere di Trieste, di vista punti fu chiamata l'ansia di chi vuol tutta alla situazione fondo Tutti fanno gioni ra- economiche intellettualisticamente. ne sta le più gravi di quella socialisti sta troppo è. Qui non confutate importantissima puri risolverla forza, e sino è i nazionalisti canto di dei vista o nazionalisti giovani i gli ma quella che molto sono nosce Rico- Vivante, ragioni avvalorare separatista, credono del Le plicistico sem- complessa. sufficentemente per che punto libro irredentismo. Vivante atteggiamento un situazione del abbia nuovo la tesi ne questa a valore non dal — sono falsi me per secondo articolo. » Il comincia incialista so- spiegarsi la lotta nazionale a civiltà. è di integra tradizione civiltà cioè non di bisogni, istinti, ecc., solo di letteratura, ma è impossiforma dello di vita che una non spirito in astratto, ma bile Non che il fenomeno è vero patria discioglierienei suoi elementi. della dimostrare caducità la sia effimero, e se ne con l'esempio possa forme cioè il moto d'allargamento delle famiglia, il clan, il comune, politiche: perchè la realtà patria è già nella famiglia, nel clan, nel nell'umanità... La domani, e patria è spirito comune, puta caso, la secondo in si trasforma, che modifica, ma s 'accresce, si atto, del suo legge passato ». « una complessa, compatta, — « civiltà — Stando così si combattano con fondamento tutti ci sia una cose, con i civile. E Il conflitto che le mezzi sia è naturale, tutti i mezzi ch'esse pure fra nazioni la che forme queste le possono necessari veramente riconoscono guerra è che buono, di crescere, ac- per il loro È giusto ». naturale e gerarchia fra civiltà. Non buono. tutte hanno gli 226 — lo stesso tempo arricchirsi Noi la base negare Titalianità difendere delle nostre terre, dobbiamo forti dà ci E aver come modo si deve difende nel male. migliore coltura bene che concetto la di difesa è di a (i) Già suoi amici un invece anno tradivano i è di d'una : sei di intelligentedifesa prima accolto capì che voglia causa lo e bero avrebquesto : sare pas- a mantenere più esplicitie termini la necessità ticamente pra- la separazione? per o ». troppo tenda che il pensiero seguito intimamente avesse la coltura, nella decisiva l'annessione per dersi difen- i nazionalisti difesa difesa una occuparci pre- la migliore difesa di una capziosa risposta che carattere da solvente ri- la- ch'egli e i Slataper, all'obbiezione nità dell'italiaitaliana la difesa negando mai abbiamo non risposto : « Noi gli slavi, aveva più legittimi atteggiamenti di abbiamo stessa essa fa che non questione, più grossolana e Ma Scipio Slataper non era contro combattuto Chi questione Scipio Slataper, sentiva codesta « lo Slataper posizione? In che fetti, di- cui dobbiamo volontà punto, una chiari Nessuno (1) « Noi », virtù, non anche compresa imporgli sua intolleranti. civiltà,i nostra i socialisti quanto all'offesa, o soltanto — paurosi difenderci Nella questo tanto potuto tuo è a poli. po- correggerli ». soltanto della difesa, Arrivato di Slataper criterio. « Bisogna forti le nostre poi soprattutto si degli altri essere dei e italiana lo con della paura sono di colture ma non intransigenti,ma L'intolleranza è degli incerti coltura prosegue — essere non della delle autonomamente dobbiamo — scritto dell'italianità». articoli nazionale lotta contro la poca ; o noi poco 227 — dubitare sciar della chiarezza — risponde e Noi Trieste italiani di triestini,dobbiamo pronti, L'Italia interesse. tutti i modi in possibile annetterci, vede non in ogni a il per le sia utile che coscienza e si non mio domanda che neanche a falso (c devo due fra Io non irredentisti e — mi fare come vita : superiori non ; volere gente che nosco rico- « dannoso parli non loro idee per al mio noi, volere per trovare siete voi vita una con aziende egoismo, tedesco se me dello farsi un gno so- nuova Stato, stimare buon ». serio sul lecchino non ma bel più dura, una ; posto. a e lavorare a Ma tutti, a io nuo conti- mi non rinunzio nelle per martire, come Regno nel dovete si entrino e alle me, Voi riamente, necessa- successo, più aspramente con che comodo rinunzino se — più di noi, irredentista. dunque impiegati è i fidati,ma continuo eroica, più disinteressata. il oenobismo triestini sacrificassi irredentista amici so«o dovete l'esistenza. ginata lo Slataper all'imma- nessun aver se confessare Trieste amata agire da irredentista,perchè la mia potrebbe non parola, patria costarle potrebbe nazionalisti posso non la loro risponde — dei non pratico della senso condurre che sono pos- non ? conto per che italiani oggi i triestini di voler triestini nazione da : baratro un a come Io che zione na- aiutarci possibili.Ma nel irredentisti, rischio a davanti so rinunziare deve oggi nostra interesse, noi suo a e essere )). essére E può questo È chiaro dunque se occorra, se di la per il per viene pre- domanda prima e u egli però propria. era — italiani politicamente, essere bene suo gli sulla grosse simile una — dice — essere costituita nostro articolo suo più pratica. E la dirittura che con dobbiamo mentalità posizione sua fine del in le neppure — più stra no- perchè i loro giovani Meno 228 — servilità, a sincerità. Non la Che la nostra autonoma sacrificio, e Se questo so siete voi l'unico è sarà cosa vita la sia legge. E irredentisti danno, più onestà e più politica,né il galateo dal autonoma nobiltà per chè pereducati sieno figlioli i nostri devo Io dovete anche possibile modo domani. né tornaconto. serio sul morale, per al non qualche con né essere possa pagarla imparare austriaco. governo al di costo — per che ammettere certi esser la vostra con Io opera. le mie tutte non previsioni giorno ci l'Italia un essere giudizi possano sbagliati. Che Ma liberi. Che certamente gli slavi un giorno ci annientino. so, so, sia il nostro così ci saremo avvenire solo se che qualunque preparati potrà essere esso migliore ». e i miei che me Non si morale grandeza che Allora, Ma se errate, fra da invece parte questo suo di pochi un tal ci. amiseme Slataper fossero all'ultimo discorso dell'Italia non realtà nella avvenne come e nel soltanto momento facendosi quelle parole ficato. non suo e e avesse sacrificando perderebbero ste rima- la liberazione quello avvenuto credono erroneamente soldato e fosse dell'anteguerra, lo Slataper signi role pa- di queste. nell'anima le previsioni dello se di Trieste realtà detto invano. Anche se seo il Tomma- aveva frutto,perchè dar ancora ricco nuovo un stesso, tempo soltanto risonarono devono cade che spiritualinel e Tutto italiano irredento nessun di questo nuooe triestina. Dopo alla vita aprivano il Valussi le parole raccolte. fossero più reali non questo non contenuto e logica,riunite nell'animo brante. discorso, caldo tranquillo vi- sola meraviglia. Che triestino la racume, o la sicurezza e esprimeva Una di più l'onestà ammirare se sa pensiero, quasi per molti suoi compreso la vita niente per del che an- versione conversari av- la ste; Trieloro 229 — E non fine la briciolo un di maestosa È meraviglioso e piccolo angolo di (( della — interezza sua perderebbe quel discorso. quasi vertiginoso pensare in come questo stro no- si combattono le forze i problemi Europa e che forse sono fra i più gravi del mondo occidentale d'oggi: germanesimo slavismo, problema e venire avbalcanico, egemonia commerciale, austriaco italianità. La e grande, piena, ricca, inquieta di là dell'Adriatico. civiltà latina. Che neanche non può morire necessario dato dovrà è Ma muoia se essa sparire, dopo aver il massimo bene tutto : suo non prima, ma magari qualche decennio Allora di smidollata meriteremo dopo un'ignominiosa es e agonia. — ricordati ser imparare Ma pur da così Si capisce gli eventi; a La nel gli E quanto latina Europa in nostro egli intendesse cosa slavi corpo vuto do- avranno in ». preparato a tutti preparati esser per egli poco bisogno avesse di irredentista. realtà andavano sparire. Le doveva non pigliando ispecie fra Austria e diversa. piega una Italia sul punto era mutare. Scipio Slataper gli avvenimenti della essa soprattutto all'erta. Seguiva più sempre passione con la sua sione vi- storia. il punto di stava approfondiva e Così, quando che vivere sentimentalmente relazione che lo Slataper fosse come civiltà in di necessario che proclamarsi La è ora e ciò in ancora noi. gli eventi. tutti cose vivi saremo e ; ci fu la guerra di vista trascuravano dal completamente lato dalle del di Libia, egli Salvemini il lato morale e del per utilitario. Egli, benché esagerazioni e non divise con- Prezzolini, considerarla dissentisse sentimentalità na- 230 — zionaliste,pure la sua di una zione che ammetteva importanza la guerra la nazione, per colonia nuova — nella ma politica d'Italia di fronte Ma che l'avvenimento politico concreta della realtà, fu La e balcanica guerra tagliava al a nord-ovest, escluso a indurre, soltanto un avere cui a dopo Eja la più colpo contrac- grave che strada terza l'Austria perduto aver d'influenza speranza visione una dell'impèro danubiano; escluso fermato veniva sud-ovest, ora a L'inorientamento sud-est. ògiii vitale moto suo balcanica. guerra doveva al materia nuova verso nella politica dell'Austria. sì neUafferma- e alle grandi potenze. apportò la avesse nella conquista non prova indirizzò lo pensiero libica sui s'era influenza ogni occidentali paesi lasciata e tedeschi Gli stati balcanici, la arrestato. italiani,veniva contro specialmente, che usciva forte dalla guerra le avrebbe di passare più permesso Turchia, non L'Austria tentato un soffocava, avrebbe suo corpo. e bia Serla sul po col- disperato? Questo fatto Austria fra l'avrebbe dovuta conto e dal lato riuscita; fosse l'Austria la per conseguenze Il problema europei su Amendola : : « convinto Tu una condotta 1912 sai il mio noi la possibilità lei per farla dunque veder pre- doveva suo minare esa- tirarne e le politica avvenire. menti dagli avveniera posto base. nuova del che dava situazione nuova dell'irredentismo novembre Nel L'Italia la sua a facile era lazioni re- la guerra prima si ora ma costretta opposto. profondamente no, l'Italia ed impostare sarebbe come che Italia. Prima e nelle situazione nuova una creava scrive punto italiani lo Slataper di vista dell'Austria a Giovanni tismo sull'irreden- possiamo 231 — finche ora, per dura — la costituzione austriaca tedesca- in margine del gli slavi slava, difenderci da noi contro da esso, grande conflitto dualistico, aiutati appunto suo , ho sempre affermato che la questione sempre dal punto considerarla dell'Italia. Finche Francia la l'Inghilterrala giro di valzer le è costato dell'irredentismo i di noi, dire serio intervenire, slavi i maltrattamenti con dell'irredentismo che il porti della parte di Balcania. che vano Con serbi nel razionismo. a suo Se possibile dominio, con non riuscì lora qua- tutto sopra- e la futura in tempo molte e gioni) ra- modo trovati preparati. situazione è trialismo a questo mente naturaldi era sità neces- degli aggregazione relativo fettamente per- era civile,e perchè utile difesa, e perchè in politica dell'Austria e una sto istriani,vi- e gli slavi con ci avrebbe Salonicco che intendersi triestini noi avvenimenti La porti piccoli (allora!)stati slavi gli slavi avvenire trasformata. discesa parte sa pre- porti italiani i impossibile (per molte trattar gli ultimi i i con perciò dovuto con il sospetto con d'occupare compromessi quella l'unica qualunque : a e dovevamo così e modo ostili gli stessi e affermavo avrebbe D'altra intenderci era E intenzione Russia la con alcun in e aspiravano, gente. avesse di Vienna governo l'Italia si sarebbe loro essi dell'Adriatico là della più loro l'Italia falsamente) compenso cui a po tem- diffidenti più più renderci ogni scolastici (direttaconseguenza inteso nessun senza i di per e ranea, mediter- quel in render : l'Italia potesse che senza Fare caro. inasprire rapporti italo-austriaci, contro tro con- nella Triplice,e molto voleva assicuréirsi posizione sua risolutamente stare bisogna dell'interesse vista l'Italia doveva dunque e doveva di triestina o io stati confedecredo lo 232 — si debba pinione è comune dell'Austria fu secoli tentò per metterle direzione sottrarsi si sarebbe essa con seppe, (Berchtold o- per cui l'Austria politica contro decisa stato Bismarck il 66 mente probabil- ci fosse non se e glio orgo- di rapa). L'inorientamento testa punti sugli i, neanche i che fu Aerenthal. una una (e provvidenziale) l'unico ministro cui contro finissime,prevalere arti a al bestiale soprattutto magiaro, — dopo la riconoscere a ormai sua possibilità. unica Gli stati balcanici storica Cosicché incertezza. Serbia una La dovrà protratta esser la realtà che è snia-Erz la Bo- ingranditi assorbano preparata gli jugoslavi divisi fra due esser a e che potrà non magari e qualche lustro; ma per finito all'in- continueranno non sua più possibile che par naturalmente questione questa la Croazia-Slavonia magari e viceversa. ora Montenegro un e approfittare di seppero nazionale,. grandi stati, uno Taltro coercitivo. Perchè quello che, slava. Di fronte assicura o albanesi Ma la Serbia a (e qualche interesse Bisogna i serbi di tutto V interesse nello ma nel sicurarle d'as- stria dall'Autempo Per sto que- Sostenendo l'Italia oltre mezzo, ai potenza stesso futuro. prodotti le suoi in al patie sim- serbe. e altra di linea assicurerebbe basta. non grande indipendente. esser questa una indipendente potrà diventare deve energicamente resto, l'Italia ha alla Serbia!); cosa l'Albania di assolutamente (porto anche che più importa all'Italia, nascita essa a vita una prevedere la è momento questo almeno cosa. ammettere che dell'Austria) penseranno Ora chiudere : da una parte definitivamente fra dieci anni seriamente l'Italia ha de gran- l'Adriatico a 234 — flitto l'equilibriodovrebbe parti. Ora è possibile tutto Io credo che dire Questo cose : due il significatodegli ultimi la fine della Turchia, si possa ». di lettera interessantissimo squarcio tre nelle ciò? bene oltre che finis Austriae forza scindersi per intendendo avvenimenti ^ la posizione logico-fattivadello (1) conferma Slataper di fronte il pensiero integrale di lui che all'irredentismo, l'irredentismo considerava zione un non problema d'affermala storia e la politica localizata,ma connesso con coltura storica e la sua dell'Europa, e infine la sua spicacia pernel cogliere l'essenziale i degli avvenimenti e nessi reali della degli avvenimenti quella degli politicinon uomini lo Slataper Molto per pensiero dello la Voce l'ultimo suo 1912: di farlo seguire da promettesse e sul Slataper, benché memento europeo. poco un con dopo, l'Austri attuale del- vociano, serie e benché si d'articoli In questo prospetti gli stessi fatti fronto con- scritto argomento, // momento una un lettera o versione! con- 1912). punto questa articolo che già nel questo stesso come Altro contemporaneamente pubblicato il 12 dicembre Fu a ticolare par- ne valutazio- sua preveggenza, comuni. in espresso Slataper sullo quasi la interventista era significativo riesce del articolo chiamarsi può qualche per calcoli errati di tempo, certi e politica.(EHfattimeno l'Austri sul- articolo relazioni lo del- veder di le lettere d'argomento pubblicate tutte (i) Speriamo ha Scritti l'Amendola dello che politici Slataper politico negli messo proil desiderio di raccogliere. Sono importantissime ; ed è vivo che tutti questi scritti escano completare l'opera prima, a quanto conosciuta del grande triestino. 235 — lettera,è molto la Dice più la fine verso «Sbarrata all'occidente, l'oriente. definitivamente, ancora Bismarck, ch'essa la e stessa in la tutta certo Neanche si oggi L'articolo politica si credono fittizia e di di del andava in più il di le convinzioni, la e essere ficialità super- qualche idee al pubblico sue controllo questa a però e là del gettivo, sog- d'ingenua modo suo le esponeva di apoditticamente ragionamento nazionalista, quando sapeva scrittori sensazionale l'articolo ragionamento reazione per Egli un'atmosfera tutto con opponeva aborriva pensare, volta tal modo e ». degli loro un mania Ger- avvenimenti. Austriae parte larsi rive- posizione, sua nuovi pubblico. il di della prima nell'opinione pubblica. Ora certezza facilità egli si finis diritto d'esporre in per la i tempo di pare Probabilmente l'aiuto salvare della per fatti le conclusioni creando e per anni con non Turchia polmoni. molti molto ancora della morte L'Austria, facilità la maggior quanta come per potuto scritto era la i suoi coveranno abbia fronteggiare può parlare a conseguenze. '912 le si chiude, se il pensiero qui è vissuto con importanza. dell'Italia, pare e riuscirà Ma guerra lor le tirare nel Fin più spazio abbia effetti dell'ultima gli con Austria, nuova non nel cauto : '66 nel — necessario, aveva , il coraggio di frenare di elemento Per loro. che parlare di il (i) La realtà quanto vedevano dura suo fosse dissolversi una più grande della guerra l'Austria e al primo la forza 1912, finis Austriae « desiderio s'è ultima com^ in essere di coesione poteva non » benché (1).Egli incaricata andassero soffio dei più piccolo frainteso. spesso nel il per s'accorgesse tutta l'Austria ancora fosse fu bene conosceva aveva che passione ragione questa Egli che sue cannoni. errati dì non germente legsta quecon- dimostrarci coloro che la 236 — fondeva mai d'essere che desideri i suoi razionalmente la fine fine dell'Austria lettera e all'Amendola; ma tutta intuiva anche coinvolto la nella leggemmo come cienti suffi- ancora va egli la considera- la storia balzante armata bisogno egli le stimava non Perchè quelle ragioni. allora avrebbe lo spiegava Aveva cose. Per sicuro. se un'intuizione le con Turchia della — dal della capo logica. La storia 1912 di se lo di Trieste «Se ti potessi miei quei dell'Italia. in come Gli « Studio più, astuzie e A poco a grandezza che c'è nella mia Capisci che è l'avveramento scrivere « federazione presidente della con- la definitiva morte nascita della è non di potenza mai Bismarck, ramento l'incarce- sud-slava, la cosi stata piena e nuova bella e momento». attuali gli si collegavano lo con dio stu- storia. la storia, lo studio almeno ora, che intelligenze degli poco, o poi, patria? un'altra scopri la ragione vivi nazione? la di creazione la uomini. stabilirono tu quella in dà mi che fatta avranno altrui, intenzione il 3 novembre di facevan la L'Italia questo d'occhio strizzata mi E avvenimenti della spirito suo attuale. guerra ». la ; che sogni dell'Austria, sicura Scrive occupato discutere a migliore del il turbinio la balcanica grandezza preparazione il posto narrare considerando tutto esser gli avvenimenti. occupavano anima dovuto dalla esami, l'anno più. In quella fine del- sempre laurea; invece all'amica di attraeva egli avrebbe dagli ultimi tesi lo Spio quando paese Niente. forma che di di gesto È reale. mano cosa una Cos'è e quella scoprirono trattato. un un cora più godimento, forse andelle poetica. M'innamoro p"er noi Cosi invece tu casa, del vestito a seconda magnifica. ignoranti poco del che a poco passante. 237 — notizia della che commenti tu significante. £ capisce si alle fosse incerto storia Eia. tutt'una poesia. egli : ch'egli degli uomini, egli lo alla grande poesia. Vorrei « qualche dire il come tire sen- compito suo storia, fosse anche sentiva la la storia che mi mi e spaventa che come arriva Sono realizzazioni poesia egli nella piani avrebbe anche Due studiato in Russia, intendeva lì tre o si gendo leg- è la bellezza è la tezza comple- si sente nei a anni a frattanto poi quale poco in rimanere, conoscere nel questo suoi lora, sogni d'alla laurea, ste Trie- su slavi giornalismo ed corrispondente nei il nuovo mondo; il russo, Polonia. possibilità. trialismo, sugli posizione una duta sper- di articoli serie una sue sue Presa l'avvenire. per nelle tutta paurosamente delle ritualm spi- ricca anima raccoglie politica, sul farsi di grandezza, si mescolavano èra nuova Non sia, cosa piango come paura, stessa sconfinata di scrivere mandato Balcani. poesia grandi meridionali, per esser storia storia e progettava nella della nella e sa nessuno inutile. è ; davanti ». grandezza nella nei la montagna sentimenti che E la fremito al due superbia delusa, piccolo e me, tocco negli atti maggiore che pianto di di umana, anche quel ; rivivendo provava provava forse piangere, debolezza Dante, non tutta la storia, di e volte, scrivendo cosa tante. impor- diventa poeta. L'eccitamento di poesia, altre e e fatto ». la poesia tra volte, scrivendo la come lo Slataper potesse come l'abitudine, te s'allarga perchè vita bellissima cosa d'essere volta da una La in sconvolge osservandolo tutto, niente. sfugge ti Si giornale. il istintivamente Non Ora dà ti — Nel per poter andare giornalismo però gli sarebbe servito sol- 238 — di tanto di storia. E perchè Ma di passaggio. mezzo un'opera là realtà che doveva gli riusciva canto scritto giù dieci Non nella primavera d'abilitazione Torino, parole! del aveva accettò nel la negazione di tività. at- i suoi giornalismo; deirarticolo Dio, (( mente disperata- sono ho di inquadrare forma nella come non visto, indagato» organizzato, pensato, so non » al rinunciato tutto di getto, immediatamente letto,studiato,appuntato, buttar ste Trie- a centro nuovo entrare giornalista! finche poco poi tro d'alpossibile superficializzarsi e lui stesso. scritta. Capiva fermato svolgersi secondo era pensiero suo compiuto l'arte di esprimere aveva il suo gli costava gli era non il essere non sforzo di giornale,non Avrebbe si sarebbe quindi qui sentiva piani. Troppo ciò — piano, quando suo del l'esame terminato 1913, appena all'insegnamento della lingua tedesca a del telegraficamente, per intercessione Farinelli, il lettorato d'italiano Kolonial-Institut al di Amburgo. la Qui intralciata e egli la dal lavoro su Ibsen lezioni che dalle continuò Quale fece giornalistica venne preparazione studiare a prolusione la come viluppo nazione delle papale. per Alfredo Più tardi si mise con al veneziana. Capiva storico italiana studiare si la storia letteratura politica fosse sorta barbariche Eira il tempo Orianì e la sua quanto Ma piere, com- resse. inte- aumentato di corso di assunto tenere. sempre invasioni a s'era doveva larga introduzione una che più ancor per dal italiana strare dimoplice molte- sull'unità l'imperi del- patia grande simLotta politica. la storia della Repubblica della sarebbero sua interessati gli 239 — amburghesi, storia della Tanto più discendenti i la approfondiva Studiare sua Da triestina "( di ciò tornar mente per stare alla sé stessa, il fegato a aristocratica e dentata al all'amica poche forze alcuni amici per è ci Tutta E definitive mia in ma persona, Trieste ; non con posto è a le miserie e reggendo cotidiane del ad inutile, per della mi e non posso tradisce non se ranno ter- e una, mangiarmi cola pic- nostra più seria, vita una con è tengono una è non impossibile ginnasio, cui medito ogni ricontrappongo mi ad : mi se che personali la Ma negli anni unisce. volte da m'arrabbio spesso ore, mille lontano tanto ripasso bensì le come sogno. un ne quando patria e l'unica già deciso molto a forze una vita amicale». sogno suo che alcune il mio partecipando ma Ho meno e difficoltà mie Trieste lavoro. lo lavoro Trieste, che dentata a nelle pensare mio rinunziare le gravi, e ragione. mia afferma vita, Il da molto tutte di volta centesima credere scopo modificato. scriveva parlarne. Proprio come insonne ancora lunghe non e fa mi sapessi non se lontano paion vinceva con- rinunciato aveva 1913 impossibile, o per più ragionar pubblicamente, particolare del piano la a del e che pensarci Trieste lo essere avesse fiducia meno è come non lo giugno ho devo mia della doverne me quando Sempre, me, che nel agli occhi. Si non parte con : la massima, ho perchè lo Sla- il confronto doveva Trieste in se Amburgo dinanzi e d'Amburgo. significava per di più. Eja sempre Ecco anche piano, suo della storia cosa più che attività. sua s'informava Venezia e qualche Trieste ch'egli aveva della dell'Adriatico. marinara conoscenza Amburgo sempre città alla anseatici contemporaneamente anche taper antichi degli gloriosissima ch'egli — era molto volontà reali, la buona triestini. Immaginava un tutti : ciascuno avrebbe dovuto farsi avrebbe dovuto sapere Egli concreto. oltre e alla sua una lingua su l'intelligenza di periodo di coltura una contava razione prepa- coltura tecnica per rale, gene- lare, particoconto suo 240 — e render potuto col e sapesse popolo, ma perchè bensì stessa se stare di e se crazia, Aristo- ». contatto a farsi oltre. non doveva non doveva bero dieci avreb- amicale aristocrazia non maggioranza in dell'Europa, conto « In nazione. perchè non della d'una egli chiamava Questa realtà problemi i conoscere — la con preoccuparsi d'ogni centro qui necessariamente sibilità pos- reggere la maggioranza. E in secondo un dedicata aperta Valersi vita. di partito morale unicamente le coscienze anime che onestà con in concetto di note e su avvenimenti per problemi e studi teorici prima di bisognerebbe studiare in sempre rapporto il francese serie di a nei mi — tutto magari un moderno concetto fondamentali anno di serie una della campi trali cen- sioni recen- di tutti notiziario nel le varie filosofie vita di di Mazzini, sulle lavoro, nazionalità Renan, lotte ma giugno del zionale, na- ecc.), civile ; più particolarment rivoluzione (dalla e Bauer, nazionali occupino 1913 idealistiche Gentile, Amendola, nazionale storico momento Herder-Humbold, articoli masse affer- articoli scriveva (Blondel, Bergson, Croce, del cose nazionalità. «Dei contemporanee le storica, quattro o particolari e cose più importanti diviso — tre problemi, studi, individui; su vedesse che particolariil programma in tutti i Mensile; rivista. con la civiltà nazionale. atto anche Egli imaginava di questa in e terreno la lotta sapienza e suna nes- la loro dittatura sotto rivista Però su ma apertamente tenevano giovani. Una più contemporanee gli affrontare oscure triestini. d'ambiente; o mente con la religiosa del- serietà dell'esperienza di miseriuzza le sulla spirito fondato sta, rivi- una a pensava nazionali,considerate alle lotte con e egli momento ecc.). Poi europee, 15-20 che pagine, una stino cocon 242 — — ?** iQìi avvenimenti quello e che calcolasse furia Amburgo, in Kolonial La reale marcia ad promosse non dentro avrebbe mai dell'Austria storiche ad entrare in effìmere una guerra fianco a le necessità e che nean- permesso che saggio poco egli iTtalia che tempo, l'avrebbero italiano governo festazioni mani- austriaco; la Serbia; i precedenti non la suonava neggiava tricolori s'in- governo tanto si Scipio Slataper queste di sé, da tali che un da dal arte potuto contro erano austriaca i s'ciavi. Trieste. fu Nessuno le bandiere sotto e contro guerra certo gli studenti e pensiero militare lasciarsi ingannare poteva ben primo suo banda le vie per alla Schaedel, fretta in piantando nessuno, giorni di confusionismo. erano raccapezzava. era avvertire di prima Slataper. Egli lasciò senza Institut. Il Trieste A lo molto maturati il principale. Professor asso del non s'erano F avesse tentato. Grave il turbamento era anche che aspettando la maggior fantastici un piano suo Si vide in gente e cucine per di questo degli avvenimenti più lo meno E rimaneva in si esaltava o tre men- ca fiac- una ni pia- con formato aveva concreto. coglier raca quei giorni lo Slataper affaccendato di buona volontà, improvvisare dispensari i disoccupati Chi e : come ed favorire conserva di il comportamento dubbio e lo osservò lavoro, si meravigliò per o Slataper pensava operare. probabilità illusorie, egli e genere. che bisognasse dei cittadini parte aspettazione Trieste. Lo a ci così eccitare accalorato forse tuttora lui fosse si poteva in quei azioni in sto que- il pensiero giorni preoccupare 243 — di soldati futuri al fuoco 1914 Per i francobolli. indirizzare facile fame in aver mano polizia poteva non Trieste Ma che permettere non durante fare potuto Trieste. quando nel che movimento, nale. nazio- dava an- stria dall'Au- si sarebbe venne a «Vorrei l'interesse sciarla la- a Roma sentir ora ci come sempre in muoveremo suo utile e rispettato soprattutto, pensate prima alcun voj'lia lettera modo da e di per fra quelli mai qualsiasi nelle all'Amendola metterci non — gioni re- sapremo tri voial- con mente Natural- d'accordo. l'interesse tutto finché noi». fu non di all'Italia. mano stessa che an- andava moto la che l'Italia, l'eventualità un con nella cosa che potuto preparare Egli forzare — e era d'Italia. voluto parlare un po' egli avrebbe mai importava Trieste a irredente creda che l'interesse avrebbero per che ciò rimanere era non tuto po- si decise e la italiana niente di ciò, convinto ganizzandoli or- che guardia neutralità Oramai punto ap- aveva una lenta creati cosa come la e malcontenti, i Scipio Slataper dimentichiamo sentire non che si fu Ma effetti. Sarà stati erano le e la moglie. Non un i suoi creasse Regno. nel da calma di giovani, chi fatto soldato spopolandosi chi profugo la sotto il malcontento scopo si voi esagerate. sono permettere, non l'agosto nel- parola specie di beneficenza, sotto pati disoccu- Vedete « una indirizzare e dal scriveva abbastanza è le cucine e i scrivimi produrrà qualche a I dispensari ». per con mai la disoccupazione poco tacere Amendola: la città ora castagne egli tragiche del Secolo corrispondenze fra Giovanni a che ciò fare qualcosa. Se può si facendo costoro le levar o austriaco leggano del se dell'Austria governo Ma ? — dell'Italia. che cosa Noi lia l'Ita- 244 — Roma Da egli pensò Trieste. Da allora ha giornalistico. Riesce è la tutta Carlino di muoversi In 1914) egli dei primi fa eh 'è quasi fondamentale dire grave fosse nella Russia soltanto contro sua è si (se può Serbia doveva dai a difesa realtà politica che la lottare vezza saldella sloveni gli contro glio vo- : sua nell'umiliamento e ciò torto nazionale credere e zionale, na- tedeschi. chiamare d'elevare giornata, soltanto esistenza sua frenati e lei, per vedeva immediata della più e posizione di Trieste; la in quel pronto dice è del e sua momento : a strada è quasi e sue non egli era può nazionale ripiega, più nel sorte, negare rin- Triestine, del Lettere Avvenire questo triste quella, egli non delle suo in giustificare, che torto sempre di verità Irredentismo anche della settembre quasi alia Trieste non tè po- essa la quello (3 i croati». la base suo là Trieste perchè tragico, la di al sempre della sua distruzione Slataper momento ma necessità vedere l'Istria Lo sorte) fu triste la non slavi; Trieste a cerchino fatale anche la grandezza molti coli arti- colta la Serbia. stati contenuti di dagli di drammaticità e fu i quali minacciavano- sarebbero Il torto di vita Trieste e cedente ante- al Resto sostanza Trieste a contro subito l'articolo, periodo. guerra fra tedeschi gli slavi « nel giorni, quando guerra giornata in di periodo più spigliate e siano pieno guerra breve corrispondenze sue benché la d'animo stato suo di era affaticata preparazione e quadro Un comprendere che in Le sentita sprovvista dalla della scrivere più agilmente Come lo e si differenziano Voce, dovere suo il a nutre. non La su primo principio lenta sua lo che del che l'Italia sulle condizioni informare ma — ma vero e tico poli- continua che : gli ir- 245 — ({ Trieste da lassù nei vivere da merci in le tutte secoli da dove ma sulle prime. e di darsena La né Faceva la Trieste luta asso- città una bensì arrivano tanto meno tita par- della grande Si Trieste. a quieta era pena quasi era può dire) l'ondata ripercoteva debole si Venezia a arrivata è non mai (da l'onda Lissa. a rompeva parti, secoli e Batteva storia. diritto subito, indifferente alla guerra. principio era primi giorni d'agosto. Vi si sentiva ed di Pareva, responsabilità storica. dove e un angolo del mondo, partono mancanza abbandonata confusi rimasero questi mentre vedere egli potè sentimentali, xedentisti — po' un : gnante sta- ». Ma l'ondata prima per che Capì la L'ondata di Venezia, Tacqua nazione la e della storia fuori per netta e crudele : istinto nazionale, desiderare ardentemente che l'augurio che temere vittoria una con nello stesso l'aiuto russo i russi allora continuo, slavo che che appoggiata gano distrug- desiderio figliuolisiano quale tenta la Serbia su i serbi e dell'Austria flotta franco-inglese, tendere salta italiano di giustizia deve stessi tempo e vita in questo ma i suoi dell'elemento temere : della di Trieste, maltrattamento senso per gli eserciti austriaci deve per « la strada è sua soltanto più il dramma della guerra dall'altro. è navigli : tutto profonda contradizione Non mare. E ». lato, e un ma « mente secoli,ribattè final- dieci dopo i carichi sopportante tedeschi e Turchia nuova sull'Istria. Il piena da tedesca la contro slavi fra era non l'egemonia nazionalità delle la Appena entrò guerra contro guerra Trieste. per nell'Adriatico,Trieste sentì lei cominciava i"eriodo storico. un nuovo inglese nave anche che anche venne è tenuto con- distrutti; fatale crescimento ac- d'affogarla vittoriosa potentemente oltre la Dalmazia e sa, pos- dalla all'I- 246 — stria,sino né lei. Sono a sinistra a ne cotidiana una rodimento tagliato da essere al sera, decine vecchia e e una però la « movente com- di cenciosi curiosità una faccia non può cosa bimbi con se ta tut- di rincasare breve una pas- moli, spenti, bui a guardare l'emporio cosmopolita, sciacquoso ». Morto di pece, mare c'è tardi, prima notte, dal caffè seggiatina sulle rive il può nodo L'Italia. E ». guardare a Di c'è triestino che non spada in lì un e speranza. possibilità.Il doppio riva al mare, decine di donne stanno Indi scampo. alla necessariamente stranissima. nuova possibilitàdi tragico; disperata rassegnazione, un'altra crepuscolo, : città alla un'altra essere dilemma suo ansiosa, un'inquietudine ciò scatti. Tutto sfoghi ne senza dritto lati del c'è conducesse non deve Ci se dritto invece destra a incertezza in condurre i due -- Trieste si è sui e nazionale città sentita : più forte e più sola. Ma il intanto all'eventualità si preparava e militare austriaca 1914). Su Istria la a eventuale un valle del friulane verso Lubiana: valico per della nel un ben e Stato razione prepa- maggiore nell'Istria interna che striaco au- far per sbarcato in sull'altipianodi Gorizia nell'alta valle dell'Isonzo (Le informazioni Pontebbana. altro piano: La : e tagliar la strada a chi dalle l'Istria o salire di scendere verso infine concetto che an- per tentasse esatte!).Ma erano Pola; Vippaco basse : pito ca- confini orientali,ì f d'esercito corpo contro movesse lo aveva attaccato articolo nostri punti tre la difesa improvvisava fronte ai austriaco d'esser alleata (nel secondo dall'antica settembre militare governo questa dello difesa Stato la neutralità era dello soltanto maggiore era d'Italia serviva e sul Slata zione; precau- riservata ottima- - 247 al mente doppio finche Bisogna mantenere : neutralità l'Italia toglier di a la Russia, poi dare e tradito l'alleanza. aveva dell'Italia »! vendicarsi servita e chevole ami- aspetto un fosse la Serbia che col pretesto addosso « la facilmente più mezzo giuoco il motto era ficiali degli uf- austriaci. L'esercito Ma doveva sbrigarsi in la flotta? avrebbe inglese? Le austriache autorità giorni dei fatti artistica seti comicissimi che autorità, che nel tenne più che articolo terzo suo Trieste a 13 Trieste, Slataper di quelli,non molti, che preparazione per : pericolosa studiò della Austria non vere e vanno neutralità monografie d'Italia. rità auto- ragioni di le loro parole far interventista Le strade gettati in : essi convincere, per ragioni li quel- centrali,come la guerra le conoscere : i suoi d'invasione fascio storico-geografiche lusion il- opuscoli sui dalVItalia in tuttora sui Un premesse moltissimi coi mantengono e nia; la Germa- con ma e avanguairdia erano con portava im- più decisi, e fatti le loro V Austria per allora nella schiera più chiari avevano contro necessità orientali di i s'affermano soprattutto, Confini periodo di : anche presto Scrisse pochi articoli,ma / diritti nazionali reali ben fu convalidare far sentire che d'azione. 1914; spas- te leggiadramen- sempre come degli scrittori interventisti, fra per settembre e )). l'Italia.Lo fede le del- tezza spiglia- vera Chiasseti « primi timore con contegno « un i sacro : ledetta ma- paura avvennero questo per veramente offenbachiano Ma una lo Slataper descrisse deir autorità )) ebbero Trieste dell'Inghilterra.A potente. era alla terribile flotta opporsi potuto ed terra; del il valore confini rali natu- 248 — Infine la fede sua la forte sua turbamento, Egli aveva scrivevano la la in entrata torbido da diritti, ma in ultima la nazionalità,più che analisi discussione avrebbe potuto bilancia degli e la civiltà Questo Slataper, in le caparre chi discutere accordi illusioni teoriche. sentimentali e prima da erano egli loro perciò la e soltanto il numero vittoriosa. di Scipio perdersi storia, per di fronte agli irredentisti della come era base, la forza con realistico del pensiero E poi dovere; un un'altra si pone conoscitore troppo discutere diritto, quale fosse il suo finita,quando sulla guerra la spada il nerbo era a non anche ma da più giusti diritti;anche dimostrato sapere e precedette doveri, che ormai avere : si bello così diritto diventava un di parole che vane tempo era dei avesse sforzo reale uno Non far valere doveva soltanto guerra; con tempo le retorico, che e folla ostile,emergendo persuadere senza quel periodo in tare por- energica. ma tutte guerra. alla mezzo di rotta si dicevano così in cercava però 6u la parlatore, dal poco comizio un voce odio in anche nostra in persona, con e ricco, ma così immediatamente Pescia, dove ricordo con rifuggì,lui non — stato sereno bollato e calcolato gionatore ra- quale antirredentista del passato amico pacifista;così poi a qualche suo sentì che nazionalista, dacché egli potè sembrare troppo e era giunto il tempo cui azioni contrapporre a ragionamenti necessarie; gnava inutili biso- ragionamenti che an- la pertali da coinvolgere tutta lui, ma sona vita. la metterla repentaglio di pagarli con e a dove che sanno procedere, Egli era di quegli uomini E così il suo hanno bisogno del branco. siero pennon queste e in sapeva per la sua strada, senza paura di gettare via. 250 — Queste quegli a chiare visioni che uomini date sono vivere sanno soltanto ne — coinvolti sentano la debbano non vedendoci chiaro Come la se entrata, del luoghi i per un non s'accontentava può correre soccorrendo di tutti contro stratagemma, in Sicilia e lì pochi. È del Carlino di fatti e morale coi di e fatti 1 battaglia, settimane i ma noi a « non soltanto saliva sui le Messina, quando a deve mentre hanno primi tempi, dobbiamo al Resto nostra materiate tutte si riflette soprattutto l'Europa è per maligna continuare mo Aiutia- la prova. fermarci possiamo deplorare la vi me co- za somiglian- poca vincere tutta uno giovanili forze, sue altri giornalisti; sono che a mandare farsi corrispondenze sue dii, pen- il ricordo muoveva Firenze da non padre; burocratici, ricorrendo d'intelligenticonsigli. E la forza di dove ma di terremoto luoghi devastati dai quelle degli con l'automobile, che così ma Ro- lassù, opera maestra prodigato le aveva gono. avven- primi giornalisti coi di sanitario strada riuscito era sua muratore prima, del gli ostacoli anni sei La interrogando. Lo e sabilità respon- Scipio Slataper da devastati. fermarsi e loro si non l'Italia sarebbe cui egli parte della cui fatti che momento; di il corpo della vita. confortare,sia nei in mente cerebral- alla prova la forza di resistenza del 1915 ci fu nel gennaio mettere paese, fu di giornalista,ma in questa e aiuto d'Avezzano. indugia non avvenire imminente voluto terremoto la passione e compenso tutto con qualche modo portando sia interiore il grave in guerra avesse ma responsabili e in soltanto non brutalmente, il tormento spiritualeattraverso Sembra loro che nulla possa a forse a un campo settimane sorte. volere sati Pase a 25! — — ben a morire che 1895 classe dalla Avezzano pensare fatale giornata trate concen- esser per vati sal- giovani in morire potessero della reclute Quattrocento Sulmona! perchè morte, della vigilia da di distretto nel che europeo quelle ». la patria, nostra Dobbiamo natura! Come proprio allontanate state erano più in ma di modo altro la tutta sconvolgimento colpo vigliacco questo di sorte dallo minacciata più da alla fermamente pensare modo un degno! umile; più guerra, sola una Slataper Scipio la s'avvicinava Come il vedeva : cosa suo si posto ceva fadi gregario. Si arruolò al nel fronte 1915, maggio novembre, nel fu il ferito 3 nel dicembre giugno, morì tornò ri- sul Podgora. Di pronto Lui a niente tutto è perdere. andato perduto, perchè Egli fu DEGLI BIBLIOGRAFIA DI Nel Lavoratore La Nel delle Alcade D'Annunzio Palvese Lo Ne La da Il Nel (novella) La La I rosa 1907. Trieste 6 — ottobre 1908. dicembre 1908. 1909. Medardo di luglio 25 — 1908, (1909) a 31 — maggio 30 — Rosso 12 — dicembre 1909. «Salottino». (1909-1914): triestine A. — del di A. 9, A. — A. — — n. A. — Sansone triestini I, vuoto letteraria claque Caratteri novembre 17 Domenica solidificatore capelli 1907. 1907. — (versi) italiana nel Voce Tasso vita italiani Lettere Il 1907. (1908) delia di agosto (novella) della L'Università Ne 1906. 1907. febbraio i — ottobre 6 del nascosta Giornalino Varia dicembre gennaio i6 — 25 — — trentina fiume Bimbi 1905. 1907. 16 — Trieste (bozzetto) Vita Petalo gennaio (1907) spiritismo Pietra pubblico Testi) C. (a Frenp Esseri il e Corrispondenze Il settembre 30 — 26 — (1906-1907) Replicando Nel scolastiche norme Zalamea de Goliardo G. SLATAPER SCIPIO (i905-1907) tirannia El SCRITTI I, I, I, n. n. n. 21. 11, I, 16, 21. 13, n. 15, 14. 19, 33, 39. 254 — Profili giornali di Caratteri Ai I A. — A. — figlidi Segantini festa Sul Secchieta giornalista da Una risposta Il silenzio Breve risposta La La del I due papi Nathan e di Quando A. III, — di Pensieri E era verità i II, Segantini II, della cipressi di San natura La Del Ili, n. II, Teatro — A. II, n. 16. II, n. 29. 36. n. 43. n. II, 50. n. 53. 52, h 6, 7, n. n. s\\ 12. III, A. — Ili, A. — 16, n. A. Ili, del n. 30. colera Domenica» Guido A. — A. — A. — Ili, Ili, Ili, n. n. Ili, n. A. — 52, A. Ili, IV, n. n. 32. 34. 40. n. 46. A. II, n. 15. 44. n. n. Ili, turlupineide seconda — A. — Perplessità crepuscolare (a proposito di Guido A. A. 27. — giornalino — 33. n. II, A. — proposito a 14. n. II, A. — Bisanzio Fichte 12. 42. A. n. n. 13. sull'irredentismo — Roma n. l'umana A. — n. A. numeri indigene II, A. 16. n. A. A. — 12. il nazionalismo Hebbel Fr. due I nostri «Il II, — — L'Irredentismo La A. e II, A. Hebbel Giuditta Brand 16. Segantini — n. di Bianca n. i modernisti Friedrich Delizie — Touring Gottardo Fra II, nazionalisti Documenti II, 12. n. — II, possibile cambiar è non carta A. 37. n. 15. n. lettera Fiume giovane Siccome II, — A. 2. n. 52. n. II, A. — una a A. — I, II, Segantini Hebbel A. I, A. — II, 52. n. — legislatori — Il futurismo neve Bianca F. A. — A. — A. 34, 27, n. I, Gemito a dei di la c'è II Pensieri A, — matricole delle Il mondo I, 23. n. intelligentid'Italia giovani La I, — 50. 3. Gozzano) — 255 — Garavaglia Ferruccio nazionale L'Avvenire nell'Idea R. Dal Carso» de Pomo e Midi uomo Nei La di Silvio dei biblioteca Poesie (di U. Saba) tedeschi e Pascoli Vincenzo Tendenze L'Urmeister di Hebbel Ne La Carlo (per Riviera Numero (Monte unico Miranda Ne La Trento e Opportunismo — in campagna la febbraio 191 1912» 2. 1912. — La anima 191 d'uva) pigna Fogazzaro giugno 191 1913. (191 1) 1. (1911-1912) — i buono novembre i dicembre — 191 1. 1911. 15 gennaio marzo — 1910. 1911. 1. settembre — luglio — sua ottobre Antonio 8U Trieste L'Università 29 — novembre 28 e margine Trentina Voce città Calvo; Firenze, — 1. 191 settembre 26 — — briola) La- (di A. (1910-1913): di in 1911. 1. (di C. Barbagallo) Ausserleben Impressioni luglio dicembre 28 — primaverili Contrasto 1. 191 contemporanea 191 centenario) ore professor Monologhi Nel il 1. 1. 27 — Michelstaetter Ligure Ventiquattro Il Grazia Goethe l'Apostata e. 1, novembre 30 di Giuliano Scritti 191 50. 1910. 191 191 aprile 6 n. (1910-1912): gennaio luglio IV, gennaio 26 politiche dell'Austria — 23. 22, n. 27. novembre io — 191 la Gerace, Voce — 27 — A. -— — Ruta) luglio 27 — La 26 — IV, 38. n. popoli 26, 24, n. A. — 37. n. Benco Insaniapoli (di E. Slavi IV, bibliograficode «Trieste» 20. 27. n. dell'Austria attuale Bollettino n. IV, IV, IV, A. — Il momento A. A. — A. — — IV, politico di Trieste e Nazionale «Mio Partage A. — — 1912. — luglio 1912. 256 — Ne L'Adula In Primavera La Ne La ottobre 17 — 2. 191 (1912) rosa l'usignolo e dicembre — 1912. degli insegnanti (1912-1914) Voce Gorizia Per Nel {1912) conoscerci Per — altre e Scuola è tradizione Resto del Carlino Com'è sentita 2. 191 19 14. (1914-1915) militare Trieste a austriaca 8 — settembre 19 14. settembre 11 — dell'autorità spasseti» e marzo 15 — giugno 20 — la guerra Preparazione «Chiasseti italiane terre 19 14. Trieste a tembre set- 13 — 19 14. L'Adriatico L'Austria I la e e diritti Triplice r6 — settembre l'impero degli Asburgo nazionali si affermano 19 14. settembre 19 — la con guerra 1914. tobre ot- io — 1914. Perchè ottobre 25 — Un'illusione 21 storia della II valore di (contro l'Austria novembre 19 14. monarchia absburghese ma austriaco) nia) Germa- la con 18 dicembre — (Guglielmo anniversario un il soldato e 1914. pericolosa — La (Il cittadino vincono... non Oberdan) 1914. 21 — cembre di- 19 14. Il terremoto La vita e la rinasce nazione sulle 18 — gennaio 1915. distrutta di Avezzano rovine 19 — naio gen- 1915. Visioni dell'enorme ammonimenti e catastrofe 20 — naio gen- 1915. il Lungo Come margine organizzati sono gennaio Il confine Ciò che Fucino 20 — i soccorsi gennaio nel paese 1915. del Liri 7 aprile — 23 1915. naturale la del Grecia L'insufficenza del d'Italia poteva 3 — avere principio 1915. marzo dall'Intesa nazionale — — 22 aprile 1915. 1915. INDICE Voce 1. La i-a^. Trieste generazioni. Due Scipio scolaro. Slataper novelle. Le prime Il movimento vociano. alle «Caratteri» Dai «Delizie in Impressioni mio margine. Carso Carattere Pag. amicizie. e Gioietta. Crisi d'uomo Genesi Il d'artista. e dell'opera. libro la e L'artista e critica. il suo Impressionismo stile. letterario. III. Ibsen F. S. indigene». vociane. Crisi II cultura. tentativi. Primi IL di tradizioni senza Hebbel Slataper Piani Dall' in Italia hebbeliano. drammatici. Hebbel a Ibsen. 71 260 — — si Come "l'Ibsen». legge ibseniani. Studi Amburgo. La tesi laurea di Il Ibsen. dell' Organicità libro. il e Critico L'uomo di L'artista IV. fronte a Ibsen. Trieste. Il Pag, 199 Podgora. Le « triestine Lettere e Slataper, Vivante, Parole Dalla Trieste dell'irredentismo. storia Polemica ". Fauro. nuove. guerra sentita libica da alla balcanica. Amburgo. Volontà. Bibliografia degli scritti di S. Slataper Pag. . 253