Progetto di educazione con l’arte
Le scuole protagoniste a Palazzo della Ragione
Settembre-dicembre 2014
LA SCATOLA DEL TEMPO
A cura di Valentina Ferrazzi, Elisa Giovanelli, Nicola Ghirotto, Thomas Marcolongo
Percorso di visita-laboratorio per le scuole secondarie di primo grado.
La visita tematica in Galleria avrà la durata di circa trenta minuti mentre il laboratorio avrà la
durata di un’ora circa.
1. PREMESSA PER GLI INSEGNANTI
“Tieni il tempo, con le gambe e con le mani, tieni il tempo, non fermarti fino a domani…” 883
Un breve ritaglio di una canzone recente ci riporta nel tema dei percorsi progettati per i ragazzi
delle scuole secondarie di I grado. La trama del tempo sviluppata in questo percorso vuole essere
raccontata tramite alcuni casi di opere d’arte che vengono letti attraverso la ricerca di elementi
particolari, di dettagli che chiedono l’uso attento della vista e delle relazioni possibili tra ciò che si
vede e il significato- non sempre immediato- che l’occhio e la mente ci restituiscono.
Come in un volo a bordo di una nuvola, dove presente e passato si contagiano, proveremo a
creare con i ragazzi nuovi “pensieri” che si trasformano in “oggetti d’arte”. Proprio a partire
dalla ricerca non solo storico artistica, quanto dell’uso simbolico che l’artista fa in alcune scelte
dentro l’opera.
2. IL TEMA
Attraverso l’analisi di alcune opere d’arte collegate tra loro dal filo del tempo nella connessione
con i simboli che propongono, si vuole portare ad acuire l’attenzione dei ragazzi su simboli ed
oggetti, costitutivi delle opere stesse, che portano a riconoscersi in ogni epoca. La ricerca del
dettaglio nell’opera d’arte chiede ai ragazzi di investire l’attenzione non solo per comprendere il
senso del contenuto, ma soprattutto per cogliere quegli aspetti che a una prima lettura di solito
non si vedono.
L’itinerario ha per questo motivo selezionato quelle opere che possono così aiutare a sviluppare
quelle attenzioni che sono metafora opposta della velocità e della contemporaneità con cui di
solito i ragazzi scoprono e imparano.
L’elaborato finale nasce dall’idea di utilizzare i simboli scoperti nelle opere, che per ogni epoca
diventano un modo per comprendere le storie di quel tempo, rivisitandoli e utilizzandoli con
nuovi obiettivi, così da riflettere sulle modifiche e sui nuovi significati.
3. LE OPERE
Il percorso in Galleria sarà compiuto a ritroso, partendo dall’ultima sala e quindi dall’opera più
recente a quella più antica, fermandosi ad analizzare le quattro opere che divengono il filo
conduttore della ricerca in Galleria.
Davanti all’opera, prima con domande e poi con alcune riflessioni condotte dal mediatore
didattico, si lavorerà soprattutto sulla simbologia, sulla sua relazione con i contenuti e collegando
le altre opere viste con le esperienze pregresse dei ragazzi.
Sala Orientale
- Arturo Martini, Donna che nuota sott’acqua, 1941-42, marmo di Carrara, Fondazione Domus
per l’arte contemporanea
Quest'opera ben rappresenta il tema della Sala Orientale dentro la quale si colloca come
momento finale del percorso curatoriale: realismo e monumentalità tra le due guerre. Arturo
Martini è lo scultore, che, anche nello studio teorico vicino cronologicamente a questo lavoro“Scultura lingua morta”- incarna il dibattito sulle arti plastiche del XX secolo. L’opera, in un
marmo di Carrara imperfetto nelle venature che però ben rappresentano la fluidità e il gioco dei
riflessi dell’acqua dove la donna nuota, fa emergere il fisico in un movimento sospeso tra
monumentalità e riferimenti classici di una testa mozzata. Le inquietudini creative intorno allo
scoppio della II Guerra Mondiale sono la firma delle novità di questo grande artista.
Il collegamento con le altre opere che si incontreranno è sempre nel concetto di tempo: qui il
rallentamento, la sospensione del momento della donna che nuota (che non può avere la
medesima velocità di chi è fuori dell’acqua) è in contrasto con l’opera di Di Bosso, piena di
velocità futurista, o con quella di Casorati, disegnata in una staticità bloccata.
Inoltre il riferimento al materiale scultoreo utilizzato ed alla difficoltà nello scolpire favorisce
una ulteriore riflessione riguardo al gesto del pittore rispetto al gesto dello scultore ed ai diversi
tempi di realizzazione di un’opera d’arte.
- Renato Di Bosso (Renato Righetti), In volo – Il Paracadutista – Dall’elicottero, 1933-1942, olio
su compensato
La costituzione di un secondo gruppo futurista veronese, che nasce nel 1931, imprime un
profondo legame con il movimento storico originale e soprattutto con Boccioni tramite i
pellegrinaggi alla sua tomba di molti artisti. E’ lo stesso Marinetti a chiamare Renato Righetti Di
Bosso, per la passione di scolpire il legno di bosso. In queste tre opere esposte si legge la
passione dell’artista per l’aeropittura, che lo porta a produrre tavole rotanti.
Dall’osservazione dei tre quadri di Di Bosso emerge l’attenzione al tempo, attraverso le modalità
del secondo Futurismo. Vediamo ad esempio la spirale deformante il volto di uno dei soggetti, il
movimento dell’elica, le sfumature e le linee che rielaborano bidimensionalmente il corpo,
riprendendo ed omaggiando, le sculture di Boccioni.
I quadri sono iscritti in nuvole stilizzate, tema che poi verrà rivisto nel quadro di Angelo
Morbelli, secondo logiche completamente diverse.
Sala Picta
- Adolfo Wildt, Madre adottiva, 1916/17, gesso, Galleria internazionale Ca’ Pesaro Venezia
L’opera Madre adottiva dello scultore Adolf Wildt è il modello del monumento funebre in bronzo
a Maria Salsi Crespi, collocato al Cimitero Monumentale di Milano nel settembre 1917 e
distrutto durante l’ultima guerra mondiale. Wildt lavorò alla statua dalla primavera del 1916
all’autunno del 1917. Nella scultura a grandezza naturale viene rappresentata la nobildonna che
consegna il lume del suo amore al bimbo adottato. L’espressione della donna provata dalla
sofferenza dovuta all’essere stata vedova due volte viene compensata dall’estremo atto d’amore.
La forma danzante della statua, la postura del bambino non in braccio bensì in piedi su una stola
bianca per non ricordare una Madonna, ed il colore bianco del gesso uniscono stili artistici che
partono dal classico passando a ricerche gotico tedesche fondendosi con riferimenti al
manierismo italiano al simbolismo ed all’espressionismo.
I riferimenti della ricerca simbolica con le altre opere sono riconducibili alle croci sulla stola
bianca di Wildt che riprendono quelle che vedremo dell’Orgia di Della Torre, come pure quella
nel quadro di Hayez. Il bianco del gesso e la postura del monumento riprendono la nuvola
bianca del quadro di Morbelli, anche se il significato è diametralmente opposto, il primo
riferendosi alla nuvola positiva inneggiante alla vita, mentre la seconda nuvola è evocativa di
eventi luttuosi.
Il tempo della madre di Wildt è fermo, ma il disegno della stola e la posizione delle braccia a
protezione del bambino creano un movimento e quindi un passaggio temporale paragonabile
alla campitura del pavimento dell’opera di Casorati in contrasto con la statica signora Madinelli.
- Felice Casorati, Ritratto di Teresa Madinelli , 1918-1919, tempera su tela, Galleria d’Arte
Moderna Achille Forti
L’opera di Casorati invece ferma il tempo: non c’è movimento ma tutto è bloccato, sospeso, in
posa.
Il contrasto tra le forme vivaci dei quadri di Di Bosso e la composizione atemporale di Casorati
assieme alla dimensione statuaria della figura della signora Madinelli, crea un confronto chiaro
tra due modi di dipingere molto diversi: quello di Di Bosso ricco di velocità e dinamismo, tanto
da non poter cogliere i lineamenti del volto, e quello di Casorati rallentato e nitido della posa di
personaggi e spazi bloccati.
Sala Quadrata
- Angelo Morbelli, S’Avanza, 1896, olio su tela, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
La ripresa dal vero e la sperimentazione scientifica del colore sono elementi chiave del
linguaggio di quest’opera, che si integrano in una rivisitazione simbolica dei temi della realtà.
Una giovane donna guarda le colline di Rosignano in un’atmosfera apparentemente serena che
si carica però di forme ambigue che tradiscono presagi di morte.
L’immobilità temporale si ripresenta insieme ad alcuni elementi che rendono l’immagine carica
di una drammaticità rappresentata da alcuni particolari, tra i quali la nuvola a forma di scheletro,
presagio di lutto, che si può leggere a contrasto con le allegre nuvole di Di Bosso.
La scena raccontata da Morbelli, dove tutto pare sospeso in un momento di calma, pace e
serenità, confonde l’osservatore con dettagli antitetici come i fiori abbandonati al suolo, il libro
caduto, la mano abbandonata, e la nuvola soffice che abbozza una sagoma sinistra.
La posizione della donna distesa viene ripresa anche nell’opera successiva, “L’Orgia” scultura di
Della Torre, ricca di emblemi che rimandano ciclicamente alle opere viste.
- Medardo Rosso, Ecce Puer, 1906, cera modellata, 45x38x27 cm, Galleria d’Arte Moderna Achille
Forti
In Medardo Rosso, la scultura si presenta come un grumo di cera dal quale emerge lo stupore di
un piccolo volto. La superficie è trattata in delicatissimi pieni e vuoti, cattura la luce e si completa
con l’atmosfera circostante. Il ritratto, compiuto in un solo giorno dallo scultore e definito poco
somigliante dai committenti, riconduce all’indefinito volto del paracadutista di Di Bosso, dove
l’anatomia perde la sua importanza per raccontare l’impressione colta in un istante di vita.
Sala delle Colonne
- Francesco Hayez, Meditazione, 1851, olio su tela, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
Il quadro Meditazione (o Malinconia) di Hayez, ci riconduce bene al tema dei simboli in quanto
denuncia e contesta il fallimento di un popolo che lotta per la libertà, dopo il fallimento dei moti
risorgimentali del 184
Molti elementi del dipinto si ritroveranno successivamente nell’opera di Della Torre, L’Orgia; la
croce, qui impugnata a mo’ di monito e simbolo del martirio, là verrà calpestata e vista sotto
forma blasfemica; qui il libro, con incisi in rosso delle date dei moti risorgimentali (rosso come il
sangue dei giovani periti in nome della Libertà), là sarà visto come la Parola Divina volutamente
non ascoltata; qui il seno scoperto, simboleggiante il “nutrimento” ai propri figli, là verrà
inteso come lascività e libertà della donna.
L’incipit è la forza di quello sguardo intenso, profondo, quasi folle, che cattura l’attenzione dello
spettatore esprimendo rabbia ma anche desiderio di rivincita, in relazione al viso rilassato della
donna dell’Orgia che si abbandona ai piaceri della vita.
Infine un ultimo elemento aiuta a leggere i confronti tra opere usando gli stessi oggetti: la sedia,
che in Hayez è intesa come “pulpito” trova il suo pendant nel trono, dove mollemente si adagia la
figura femminile nella scultura di Della Torre.
La figura femminile di Hayez proprio nella postura rigida e austera si impone con forza e
determinazione allo spettatore, così da trasmettere un messaggio di rivalsa e fierezza, esito della
delusione storica di quelle giovani generazioni.
Sala della Torre
- Torquato Della Torre, L’orgia, 1851-54, marmo, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
L’opera prodotta da un giovane Della Torre, che aveva preso parte nel 1848 alle Cinque giornate
di Milano, viene concepita nel 1851 suscitando subito scandalo sia per il soggetto che per la sua
resa realistica. La scultura è ricca di figure allusive al rinnovamento e alla rinascita.
La scultura di Torquato Della Torre rappresenta una donna abbandonata su un trono, circondata
da simboli che rimandano ad elementi di rottura rispetto alla sacralità, (la Bibbia calpestata e la
danza macabra sul retro) alla società e rispetto all’ideologia del tempo.
La rappresentazione del tempo in quest’opera può avvenire attraverso la ricerca di elementi
come il serpente che si morde la coda (ciclicità degli eventi), il pipistrello (elemento notturno) ed
il teschio (memento mori) che ci riconduce alla nuvola nell’opera S’avanza di Morbelli.
4. TRA L’OPERA E IL LABORATORIO
Davanti all’opera d’arte vengono mosse alcune attenzioni tramite domande per poi
approfondire qualche aspetto dell’opera dal punto di vista storico-artistico che consenta di
inquadrare alcuni significati della ricerca simbolica utile a svolgere il percorso.
DAVANTI ALLE OPERE:
Descrivetemi cosa vedete in questo quadro
Che colori ha usato l’artista?
Come vengono stesi i colori?
L’opera rappresenta un interno o un esterno?
Come sono raffigurati i volti e/o gli oggetti o natura…?
Cosa vuole rappresentare e comunicare l’artista?
E’ ferma o c’è del movimento?
Che sensazioni vi da osservare l’opera?
Che titolo potrebbe avere?
Ci sono dei simboli nell’opera e se si quali?
Cosa vi dicono o cosa vi ricordano questi simboli?
Che percezione del tempo trasmettono i simboli?
Facendo confronti con artisti non presenti presentare fotocopie delle opere prese ad esempio.
DAVANTI ALLE SCULTURE:
Con che materiale è stata fatta?
Sembra realistica o fantastica?
Vengono rispettate le proporzioni o c’è qualcosa che non va?
Osservate come ha rappresentato il corpo della donna, sembra sia stato fatto un calco sulla
donna viva, infatti… (racconto aneddoto di Della Torre e dei professori dell’Accademia)
Cosa accomuna le diverse opere che abbiamo analizzato?
Ci sono dei simboli nell’opera e se si quali?
Cosa vi dicono o cosa vi ricordano questi simboli?
Che percezione del tempo trasmettono i simboli?
5. IN LABORATORIO, ESPERIENZA COME FASE DI APPRENDIMENTO
L’obiettivo del laboratorio, dopo aver discusso e riflettuto sui significati possibili dei particolari
visti nelle opere, è la creazione di loghi di varie forme e colori spendibili dai ragazzi come mezzo
divulgativo dell’esperienza. L’idea è di comunicare Palazzo della Ragione con gli occhi dei
ragazzi, facendoli lavorare tramite un particolare logo, che traduca ciò che ogni gruppo di
ragazzi ha sperimentato, per attrarre i propri amici o altri ragazzi.
Materiali messi a disposizione:
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Forbici
Colla vinilica
Pennelli
Cartoncini bianchi formato A3 Fabriano
Rotoli di carta plastificata per ricoprire i quaderni e libri
Brillantini
Stoffe o magliette bianche
Spugne da cucina piatte
Colori a tempera
Piatti di plastica
Vaschette di plastica
Telo di plastica per ricoprire pavimento
Scotch di carta di grosso spessore
Scotch da pacchi
Cordoncini di cuoio o altro
alcuni esempi di matrici preparate precedentemente dagli operatori
Stendere del nylon su tutta la superficie del pavimento e dei tavoli che utilizzeranno i ragazzi e
fissarlo con lo scotch (per non sporcare), dividere i ragazzi in gruppi di 3/4, far poi scegliere il
supporto che andranno ad utilizzare per lo stencil.
Munirsi di piattini, spugne, carta assorbente, bacinelle e bottiglie di acqua per la pulizia delle
spugne.
Lo stencil verrà ideato e realizzato dai ragazzi come conseguenza dell’esperienza
precedentemente fatta di fronte alle varie opere.
Ai ragazzi viene dato modo di realizzare degli loghi/simboli rappresentanti il loro tempo come:
magliette, disegni per screen cellulare, tablet ecc, toppe, tatuaggi, monili, gadget di ogni genere
da inserire nella scatola del tempo relativa al concorso.
TRA LABORATORIO E CONCORSO
Per il concorso la classe porterà a termine il lavoro del laboratorio, completando o creando nuovi
loghi secondo le tecniche apprese nel laboratorio.
Il materiale cartaceo riguardante il concorso verrà inserito nella scatola come pure i gadget
come toppe, stoffe, magliette.
Prova eseguita da Nicola Ghirotto
Prova eseguita da Thomas Marcolungo
Per informazioni sulle attività del progetto
045 8001903
[email protected]
Per prenotare la visita e il laboratorio con la classe:
Aster: dal lunedì al venerdì
9.00-13.00 e 14.00-16.15
045 8036353
045 597140
[email protected]
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Scuola Secondaria di 1° grado: LA SCATOLA DEL TEMPO