SPECIALE PESCO
● PROVE DI FERTILIZZAZIONE SVOLTE NEL BIENNIO 2012-2013
Fertirrigare il pesco:
qualità e alte rese produttive
di Stefano Foschi, Andrea Bresolin
L’
apporto di acqua ed elementi nutritivi rappresenta un
punto focale nel raggiungimento di adeguati standard
produttivi e qualitativi, con particolare
attenzione verso le richieste del mercato e quindi del consumatore finale.
Il miglioramento genetico del pesco,
cercando di soddisfare le esigenze del
consumatore, ha selezionato negli ultimi anni varietà con forma rotonda,
elevata sovraccolorazione rossa e, in
molti casi, sapore subacido-dolce.
La gestione dell’acqua e dei nutrienti
deve accompagnare la cultivar nell’esprimere al massimo le proprie potenzialità, con uno sguardo rivolto alla
qualità finale dei frutti e un’attenzione
particolare alla gestione della pianta,
per conseguire una produzione costante negli anni.
Fertirrigazione:
cosa considerare
L’apporto di fertilizzanti deve tenere conto di tutti i fattori gestionali
dell’impianto frutticolo, con attenzione
38
Grazie a un piano di fertirrigazione calibrato
sulle reali esigenze della pianta e sugli obiettivi
aziendali è possibile ottenere rese produttive
elevate e un’ottimale qualità dei frutti,
infatti circa l’83% del prodotto raccolto
ha un calibro superiore ad A
alle peculiarità di crescita della specie
pesco; forma di allevamento, portinnesto, cultivar e obiettivi produttivi
sono solo alcuni fattori da considerare, mentre la tipica curva di crescita a doppia sigmoide che caratterizza
l’accrescimento dei frutti deve essere attentamente gestita per portare
i frutti a pezzature adeguate e buon
sapore, oltre che elevata sovraccolorazione rossa.
Evitare una vegetazione eccessiva, inoltre, rappresenta un prerequisito di un corretto piano di fertirrigazione.
Ottenere uno sviluppo vegetativo ottimale permette di raggiungere molteplici obiettivi:
● il mantenimento delle strutture pro-
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duttive all’interno di tutta la chioma;
● un’adeguata illuminazione dei frutti;
● un microclima aerato, quindi poco
adatto a sviluppare infezioni di marciume sui frutti.
Gestione dell’azoto
Per non avere un eccesso di vegetazione la gestione dell’azoto è di fondamentale importanza.
Numerose sono le attività di ricerca e sperimentazione volte all’individuazione del giusto apporto dei diversi
elementi nutritivi.
Queste sperimentazioni concorrono
nella stesura dei Disciplinari di produzione integrata di ciascuna regione
(le linee guida da seguire affinché la
SPECIALE PESCO
TABELLA 1 - Dosi consigliate
per il pesco in Emilia-Romagna
(kg/ha)
Azoto
Fosforo
Potassio
100
40-60
100-150
TABELLA 2 - Impianti di pesco oggetto
d’indagine
Cultivar
Portin- Anno di
nesto impianto
Sesto
Piante/ha
(m)
Ishtarà®
2011
4,5 × 1,5 1.481
Big Top®
®
GF677
2008 4,5 × 1,8 1.234
Big Top
Ishtarà®
2011
4,5 × 1,5 1.481
Alitop*
®
Ishtarà
2010
4,5 × 1,5 1.481
Alitop*
Ishtarà®
2011
4,5 × 1,5 1.481
Romagna® Big
®
GF677
2011
4,5 × 1,8 1.234
Romagna Big
2011
4,5 × 1,8 1.234
Romagna® Giant GF677
Sono state prese in considerazione 3 varietà tipiche
dell'Emilia-Romagna.
produzione possa essere certificata a
«basso impatto ambientale»).
Per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, le dosi standard da apportare per raggiungere produzioni di
20-30 t/ha in terreni con buona dotazione di partenza sono riportate nella tabella 1.
Come improntare
un piano fertirriguo
Oltre alle caratteristiche dell’impianto, anche le peculiarità del terreno, dell’acqua e del sistema fertirriguo
vanno considerate quando si approccia un piano di fertirrigazione; sono
necessarie quindi analisi del terreno,
fogliari e della soluzione circolante,
allo scopo di capire quanto e come apportare e soprattutto se la pianta reagisce ai vari interventi.
Particolare dei frutti di Alitop
tramite analisi specifiche e sono completate da un preciso monitoraggio delle disponibilità di nutrienti nel suolo
effettuato attraverso sonde di suzione
posizionate in corrispondenza dell’apparato radicale a tre diverse profondità
(20-40-60 cm).
Tali sonde presentano una capsula porosa grazie alla quale è possibile
estrarre la soluzione circolante presente nel terreno per decifrare lo stato
irriguo e le disponibilità di nutrienti.
I campioni di soluzione circolante
vengono presi periodicamente a intervalli ben definiti, e sono accompagnati da analisi fogliare per capire come queste disponibilità si ripercuotono sullo stato vegetativo delle piante.
Analisi preventive
Le disponibilità chimiche del terreno e dell’acqua vengono preventivamente determinate a inizio anno
La situazione degli impianti monitorati è riportata nella tabella 2, dove
è possibile notare come l’azienda sia
focalizzata verso le nettarine gialle,
a tipologia Big Top, quindi a polpa
croccante e dal sapore dolce. La forma di allevamento è il fusetto, con
sesti leggermente più ampi per il portinnesto vigoroso GF677, mentre su
Ishtarà® le piante sono tenute a 1,5 m
di distanza.
Tutti gli impianti sono dotati di idonea palificazione e impianto microirriguo a goccia, attraverso il quale
vengono apportati gli elementi nutritivi.
TABELLA 3 - Piano di concimazione per il pesco (2012 e 2013)
Anno
Anno
di
di conimpianto cimazione
Prove di fertirrigazione
Nella presente nota si riporta un’esperienza, tutt’ora in esecuzione presso un’azienda peschicola del Ravennate, nella quale vengono seguite linee
di fertirrigazione specifiche. Tali linee
sono modulate a seconda delle peculiarità aziendali (terreno, cultivar, portinnesto, sistema di impianto, ecc.) e
vengono calibrate rispetto ai risultati
colturali che si vogliono perseguire.
Caratteristiche degli impianti
Big Top®
Ishtarà®
Big Top®
GF677
Alitop*
Ishtarà®
Alitop*
Ishtarà®
Romagna® Big
Ishtarà®
Romagna® Big
GF677
2011
2008
2011
2010
2011
2011
2012
2013
2012
2013
2012
2013
2012
2013
2012
2013
2012
2013
2013
N
P
K
Mg
Fe
Interventi
(n.)
41
63
127
72
123
52
143
84
35
54
39
56
64
10
35
63
37
71
40
73
34
10
25
11
27
64
3
36
63
48
88
59
88
55
3
34
3
36
52
0
2
3
3
1
6
5
4
0
2
0
2
3
0
1,5
0,0
3,3
0,0
7,4
0,0
3,2
0,0
1,6
0,0
1,7
0
19
11
19
11
19
11
19
11
19
11
19
11
11
2011
Romagna® Giant GF677
È utile notare come le dosi di fertilizzante e il numero di interventi sono diminuiti
dal 2012 al 2013, grazie a un razionale studio delle esigenze delle piante.
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TABELLA 4 - Risultati produttivi degli impianti di pesco (2013)
Varietà
Portinnesto
Anno
impianto
Produzione
kg/pianta
q/ha
7,8
117
14
173
21
365
9
136
Ishtara
2011
Big Top
GF677
2008
Big Top
Ishtara
2010
Alitop
Ishtara
2011
Romagna Big
Media generale
Solo il 17% del prodotto raccolto rientra nei calibri B e inferiori.
Apporto di nutrienti
Analizzando quanto riportato in tabella 3, è possibile osservare come nella
media si sia notevolmente diminuito
l’apporto di azoto, mantenuto su livelli
di 50-80 unità fertilizzanti (UF), senza
mai eccedere le 100 UF, mentre per il
fosforo ci si è mantenuti su un intervallo di 25-40 UF.
Il potassio viene apportato in ragione di 35-50 UF, tendenzialmente in calo
rispetto al 2012. Si evidenzia come nel
2012, primo anno di prova, i quantitativi di nutrienti sono tendenzialmente
più alti rispetto al 2013, probabilmente perché nel primo anno ci si è basati anche sulle precedenti esperienze
aziendali di concimazione.
Il calcio (Ca) di fondamentale importanza per aumentare la qualità del
frutto e ridurre l’incidenza di cracking
(spaccature), scatolato e rotture del
peducolo, è stato apportato per via
fogliare durante il ciclo di crescita del
frutto.
Importanti pure gli apporti di magnesio e ferro, seppur con quantitativi molto bassi; si rimarca anche il
minor numero di interventi del 2013
rispetto al 2012, e inoltre si sottolinea
l’importanza degli apporti in post-raccolta che, seppur limitati nei quantitativi, sono essenziali per preparare la
pianta alla produzione della stagione
successiva.
Qualità e resa
Per brevità e migliore comprensione
si riportano solo alcuni risultati molto
significativi, riportati in tabella 4 e relativi all’anno 2013.
Resa produttiva. La resa degli impianti in piena produzione, anni di impianto 2008 e 2010, è tendenzialmente
bassa per Big Top, probabilmente per
danni da freddo primaverile e scarsa
fioritura, mentre su Romagna Big si
pone su livelli interessanti e compa-
40
II A
0,4
0,4
2,0
4,4
1,8
scarto
6,6
11,3
11,1
6,2
8,8
Classi di calibro e scarto (%)
C
B
A
0,4
5,8
53,7
2,1
11,3
53,7
0,6
3,1
32,5
0,2
2,0
16,5
0,8
5,5
39,1
tibili con elevati standard qualitativi
del prodotto finale.
Gli impianti giovani (2011) sono invece produttivi in relazione alla loro
giovane età.
Calibro. Dalle prove condotte si può
notare che su tutte le cultivar, indipendentemente dal portinnesto e dal
carico produttivo, si è raggiunto un’ottimale distribuzione dei frutti nelle
diverse classi di calibro commerciale.
Infatti, il dato medio generale indica
che circa l’83% del prodotto raccolto
ha un calibro superiore ad A, mentre
il restante 17% presenta calibro B o è
classificato come tipologia di scarto.
Questi risultati sono omogenei tra
le diverse cultivar, anche se emergono
positivamente Alitop e Romagna Big
come i genotipi a maggior potenzialità. Da notare anche il miglioramento di
pezzatura di Big Top quando innestata
su Ishtarà®, rispetto al vigoroso GF677.
Non sono disponibili per questo
campo analisi di laboratorio sulle caratteristiche organolettiche dei frutti,
ma l’elevata pezzatura e l’apporto di
azoto molto calibrato fanno pensare
a un prodotto di buona qualità media.
AA
26,3
17,9
26,4
32,6
25,8
AAA
6,9
3,3
24,3
38,2
18,2
brato su esigenze e obiettivi aziendali
ben definiti, con particolare attenzione verso la razionalizzazione dei costi
di produzione.
In un mercato saturo come quello
del pesco, la qualità delle nostre produzioni sarà in futuro l’unico fattore
in grado di remunerare tutti gli attori
di questa lunga filiera. Queste tecniche sono quindi un valido strumento
per rimanere competitivi in un settore molto inflazionato, a patto che si
possano sfruttare tecnologie innovative e personale tecnico ben preparato nell’accompagnare gli imprenditori agricoli verso una gestione dei nutrienti sostenibile dal punto di vista
ambientale ed economicamente redditizia.
Stefano Foschi
Crpv - Centro ricerche produzioni vegetali
Cesena
Andrea Bresolin
Agq Lab and technological services
Si ringrazia l’azienda agricola Ridolfi Mattia
di Gambellara (Ravenna) per la disponibilità
mostrata durante l’esecuzione della prova
sperimentale.
I vantaggi
della fertirrigazione
In definitiva si è potuto osservare come a un tendenziale decremento delle unità fertilizzanti, dal 2012 al 2013,
sia corrisposta una buona risposta
delle piante sia in ambito vegetativo
sia soprattutto per quanto riguarda la
qualità dei frutti, qui intesa come classi di calibro alte e basse percentuali di
prodotto di scarto.
La calibrazione degli apporti di nutrienti si è potuta osservare anche in
termini di minor numero di interventi
fertirrigui, con conseguente razionalizzazione dei costi.
Questa prima esperienza evidenzia quindi la possibilità di applicare
un piano di fertirrigazione ben cali-
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