MINISTERO DELL’AMBIENTE AREA MARINA PROTETTA PROMONTORIO DI PORTOFINO Progetto di studio per la valutazione e valorizzazione delle emergenze naturalistiche dell’Area Naturale Marina Protetta del Promontorio di Portofino PARTE III: Valutazione dell’impatto delle attività subacquee RELAZIONE FINALE GENNAIO 2004 Responsabile: Prof. Riccardo Cattaneo-Vietti URL-CoNISMa - Università degli Studi di Genova – Dipteris Dr. Simone Bava, Università degli Studi di Genova – Dipteris Alessia Agostini, tesista, Università degli Studi di Genova – Dipteris Dr.ssa Giada Franci, Università degli Studi di Genova – Dipteris Dr. Stefano Schiaparelli, Università degli Studi di Genova – Dipteris Indice 3 L’attività subacquea nell’AMP Portofino 3.1 Risultati questionari volontari sull’attività subacquea 3.2 Valutazione dell’impatto dell’attività subacquea 3.2.1 Valutazione dell’impatto delle attività subacquee su Corallium rubrum 3.2.2 Valutazione dell’impatto delle attività subacquee su Leptosammia pruvoti 2 3. Le attività subacquee nell’AMP Portofino L’attività subacquea in un’AMP può avere un impatto ambientale molto forte per cui è necessario monitorare le attività durante l’anno, conoscendo il numero di addetti e di imbarcazioni, il numero di immersioni ed i punti d’immersione più frequentati. Questo anche allo scopo di proporre percorsi subacquei alternativi (ad esempio, favorendo il flusso del turismo subacqueo in zone meno sfruttate o meno delicate, riservando solo a subacquei esperti i siti di pregio, affondando relitti in aree limitrofe o realizzando palestre subacquee per scuole sub la cui attività non dovrebbe svolgersi in aree ad alto interesse naturalistico) per mantenere il richiamo turistico ma, al tempo stesso, diminuire la pressione su siti particolarmente delicati. Se si esclude la pesca subacquea, proibita all’interno dell’AMP di Portofino, è indiscutibile che l’attività subacquea di massa tenda a provocare una serie di danni ambientali che vanno via via rimossi attraverso un’attenta gestione ed un’opera di educazione capillare tra i subacquei stessi. Per quanto riguarda la pesca subacquea bisogna, purtroppo, tener conto del bracconaggio, favorito dalla scarsità di controlli su un territorio abbastanza ampio: negli ultimi anni, con il notevole aumento del pesce bianco e di scoglio, sono anche aumentate le denunce da parte degli operatori del settore subacqueo di un incremento della pesca subacquea abusiva. In effetti, durante lo svolgimento di questo progetto sono state rinvenute due aste tahitiane una di lunghezza 150 cm e l’altra 120, appartenute sicuramente a due potenti fucili ad elastico (del tipo arbalete) e perse nelle asperità del fondo. La prima di queste è stata rinvenuta in 4 metri d’acqua in una fenditura nella roccia di Punta Chiappa, non raggiungibile però dal braccio, e fortemente incastrata. La seconda invece è stata recuperata in località Punta del Faro di Portofino ad una profondità di 28 m. Il turismo subacqueo di massa, in primis, crea un disturbo generalizzato che determina l’allontanamento delle specie più timide dall’area frequentata, ma può anche provocare danni volontari (prelievo di spugne, corallo, gorgonie, briozoi, molluschi, stelle e ricci di mare) che determinano, nel tempo, un cambiamento del paesaggio sottomarino per il prelievo delle specie più appariscenti. Inoltre l’abitudine ad alimentare i pesci (fish feeding) per attrarli, ha determinato, in alcune aree (sopratutto tropicali), alterazione nel loro comportamento, con un possibile aumento dell’aggressività. Questi tipi di comportamenti sono generalmente scoraggiati dai Divings più attenti e nel tempo, grazie ad una corretta attività educativa, potranno diminuire, se non scomparire. Più difficile è limitare il danno accidentale dovuto all’imperizia del subacqueo che spesso non è in grado di controllare il proprio equilibrio idrostatico e quindi, con contatti continui sul fondo, provoca rotture negli organismi più delicati, a scheletro calcareo. Inoltre, nelle immersioni in grotta, il turismo di massa non solo determina un aumento della torbidità dell’ambiente, ma le bolle d’aria prodotte, accumulandosi sulla volta, provocano necrosi nel popolamento sessile Per diminuire la pressione dell’attività subacquea è necessario quantificare la pressione e valutarne gli effetti, utilizzando una serie di indici d’impatto dell’attività subacquea (numero immersioni per sito e per anno, diminuzione della densità delle specie ittiche e di quelle sessili di sovrastrato, diminuzione delle dimensione delle specie sessili di sovrastrato, aumento dell’epibiosi sulle gorgonie, aumento percentuale nel detritico di base di forme sessili). 3 In sintesi, per pianificare uno sviluppo sostenibile delle attività subacquee all’interno dell’AMP, è necessario: 1. quantificare la pressione 2. identificare i siti d’alto interesse naturalistico dove contingentare le immersioni 3. identificare, per ciascun Diving, un responsabile delle attività subacquee nell’AMP (responsabilizzazione diretta) 4. contingentare le barche appoggio: limitarne il numero, limita automaticamente il numero delle immersioni. 5. limitare la stazza delle barche appoggio, vietare l’ancoraggio, mettere in opera ormeggi 6. Vietare l’immersione nella zona B alle scuole (immersioni didattiche o di fine corso) che dovranno essere effettuate nella zona C. 7. monitorare periodicamente l’impatto delle attività, sito per sito Qualsiasi infrazione dovrà provocare il ritiro della licenza d’esercizio o la proibizione d’accesso all’AMP. All’interno dell’AMP di Portofino le immersio ni con ARA sono regolamentate: in zona C sono libere di giorno, in zona B sono permesse solo attraverso l’acquisto di un permesso giornaliero o attraverso l’acquisto di una concessione di validità annuale per i diving center. Sono inoltre consentite solo in determinati punti fissi con ormeggio obbligatorio e regolamentato su appropriate boe disposte dall’Ente Gestore (Fig. 3.1). 4 Scuba Diving regulated sites in the Portofino MPA Fig. 3.1. AMP Portofino. Punti immersione segnalati con gavitelli permanenti. Ampia ed accesa è la discussione sul numero di immersioni che si svolgono a Portofino in un anno: gran parte dei Divings sostiene che non superino le 30,000, altri le 60,000, altri ancora che si sfiorino le 100,000 immersioni/anno. L’immersione con bombole è consentita di notte solo se accompagnati da un diving center e solo in 6 punti fissi di immersione. 5 FLUSSI TEORICI MENSILI DI IMMERSIONI A PORTOFINO g fav/m gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre totale N° sub/g/sito n° siti n° imm/a 0 0 5 5 10 15 20 20 15 5 5 0 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40 0 0 10 15 20 20 20 20 20 15 10 0 0 0 2000 3000 8000 12000 16000 16000 12000 3000 2000 0 100 480 150 74000 Tab. 3.1. Flusso ipotetico di sub per mese e per sito. E’ ipotizzabile un flusso di circa 70.000 subacquei/anno, tenendo conto di una frequenza massima di 40 sub per sito/giorno, dei giorni favorevoli (100 in un anno) e della disponibilità dei siti (max. 20). L’impat to delle attività subacquee è praticamente limitato alle immersioni con bombole, poiché gli apneisti e gli snorkeler (coloro che godono del turismo naturalistico attraverso il solo uso di maschera pinne e boccaglio) sono molto ridotti in numero. L’auspicio è che in futuro aumentino poiché sono attività alla portata di tutti con funzione di sensibilizzazione ambientale e a basso impatto, ed una corretta gestione delle stesse potrebbe costituire fonte di reddito per alcune figure professionali quali guide naturalistiche, divulgatori ambientali e battellieri. I Diving Center autorizzati ad operare nelle acque dell’AMP sono in totale 37, ed i rispettivi dati sono presenti in Tab. 3.2. 6 Tab. 3.2: Nomi ed indicazioni dei Diving Center autorizzati a operare nelle acque dell’AMP. Associazioni Imprese ABYSS DIVING SERVICE S.N.C. di E.Alberto e A.Bione Rappresentante Comunicazioni presso Indirizzo sede legale Citta AR. CO. ‘89 GAETANO TAPPINO Calata dei Mari 5 16126 Genova Porto PORTOFINO DIVE EXPEDITIONS di A. Borelli Impresa B & B DIVING CENTER s.a.s. Impresa C.N.C. di Panza Barbara & C ARIODANTE BORELLI Via Jacopo Ruffini, 45/47 16038 S.Margherita Lig. (GE) ROBERTO BACIGALUPI BARBARA PANZA Via S.Fortunato 11-13 16132 Camogli (GE) 16124 Genova CENTRO IMMERSIONI DIVING CLUB GENOVA GIANFRANCO FRAU Via Mazzini 122 A 16031 Bogliasco (GE) CENTRO SUB DUILIO MARCANTE NERVI GIORGIO ODAGLIA CENTRO SUB S.A.S. di BRUNO MACIS & C BRUNO MACIS Via Geirato 14 16138 Genova 010/8361043 CENTRO SUB TIGULLIO EVA BACCHETTA Via Maragliano, 24/7 010/6014918 CENTRO SUBACQUEO RECCO FURIO TABACCO Via XX Settembre, 34 16038 Santa Margherita Ligure 16036 Recco CIRCOLO NAUTICO GENOVESE MASSIMO LEO P.zza Chiappa 2/2 (SEDE) 16035 Rapallo (GE) CISURAMA - CIRCOLO SUB RAPALLO MARES GUIDO CANALI Via Avenaggi 6 16035 Rapallo (GE) “EUROPEAN SUB SERVICE” DI OLIA DAVIDE OLIA DAVIDE Via del Tritone, 3 D & W.S. S.a.S. LUCA TASSARA Via Jacopo Ruffini 2/A ESIMIO SUB s.n.c. MARCELLO MARRONE GRUPPO SUBACQUEO SORI DELUCCHI M. TERESA ENRICO ALBERTO IL CAPODOGLIO s.a.s. di Andrea Ghisotti & C. ANDREA GHISOTTI LEVIATHAN s.a.s MASSIMILIANO BALDIZZONE Via Sottoripa 101/103r Sede Tel. operativa C.so Colombo, 26/1 0185/65862 – 16035 Rapallo 010/255720 Fax E-mail Internet [email protected] www.abyssdiving.it 010/2758687 [email protected] Via Jacopo Ruffini, 45/47 01857280791 0185/772751 010/2465964 2465929 0185/772751 [email protected] 010/2477547 [email protected] www.corderianaz.it C/O SAURO GENOCCHIO Salita Don Ansaldo, 8 16032 Camogli Via Sauli, 25 010/8361043 339/7810261 0185/75173 0185/720622 0185/74445 [email protected] [email protected] 16147 Genova 010/384264 010/3333426 [email protected] [email protected] 16038 S.Margherita L. (GE) ) 0185/282578 0185/292482 [email protected] 0185/270245 0185/270245 [email protected] 010/ 5573641 7 010/5573588 011/3979377 011/3979377 [email protected] Via Fioria, 8 16035 S.Michele di Pagana 16030 Sori (GE) [email protected] [email protected] Calata Marconi, 31 Portofino Strada del Drosso 128/51 7 10135 Torino Associazioni Imprese MANTA SUB Rappresentante Comunicazioni presso Indirizzo sede legale Citta MAMILIANO SCHIAFFINO S.Fruttuoso di Camogli n.22 16032 S.Fruttuoso di Camogli (GE) MOONLIGHT MUSIC – SUB DIVING CENTER Impresa MARCO MAGLIA Via del Maggiolo n.6 MONDO FONDO Diving Club BERNARDO RALLO Via Ratti, 9r NO STRESS di Sacco Pierluigi Impresa PIERLUIGI SACCO Sal.Montebello 7 PARA SUB GENOVA MICHELE CALABRESE Via Fieschi 3/81 PASTORINO GIOVANNI Impresa GIOVANNI PASTORINO Via Maragliano 24/7 POLO SUB LUCA RELLINI Via Molo Vecchio/Magazzini del Cotone POSIDONIA Assoc. FERRUCCIO MALTINTI Via Nasche n.38/C 16133 Genova PRIMASPORTING CLUB MAS SUB S.A.S MASSIMO MASSARI Box 117 – Porto Turistico di Lavagna 16033 Lavagna (GE) 0185/301248 PUFFO SPORT DIVING CENTER s.n.c. MASSIMO ZARAFA 16167 Genova 010/322237 [email protected] 010/3728296 0185/280862 0185/280862 Via Oberdan,126 r Sede operativa Tel. Fax E-mail Internet 16035 Rapallo (GE) 0185/260498 0185/264141 16126 Genova 16038 S.Margherita L. (GE) 16121 Genova 010/661576 [email protected] 0185/280689 0185/280689 010/564335 010/3474000 [email protected] 010/2475252 010/2475252 [email protected] 16038 S.Margherita L. (GE) 16126 Genova [email protected] [email protected] 010/502298 0185/301248 [email protected] FRANCESCO SOLARI Via S.Fruttuoso n.21 16032 Camogli (GE) SCAGNO 10 STEFANO COLOMBO Via Privata Rainusso,10 SISTEMA EUROPA 2000 PIERO PICCINI c/o Sig. Guido Giovanni Via Schiaffino, 10 16038 S.Margherita Ligure (GE) 16032 Camogli. (GE) Ass. PESCA SPORTIVA MARE BLU CLAUDIO VARAGNOLO Via Brigata Liguria 3/1 16121 Genova SUB ONE GIORGIO SIRI Via Cibrario,1 16154 Genova-Sestri 010/8318260 010/6512780 SUBASSAI PANZA GIUSEPPE Piazza Schiaffino, 6/11 16032 Camogli (GE) 010/2465964 929 010/2477547 THE EUROPEAN DIVING CENTER ANTONIO PIZZO Via Ammiraglio Canevaro 2 16038 S.Margherita L. (GE) 0185/293017 [email protected] 0185/292466 TIGULLIO SUB SERVICE s.n.c. ANDREA PREGNOLATO C.so G.Mazzini n.28 16033 Lavagna (GE) 0185/392217 0185/392217 [email protected] S.FRUTTUOSO di SOLARI & C C/O Barbara Panza Via Sottoripa 101/103r 16124 GE 8 Scuola Sub ANIS – Via Gianelli 55R16166 Ge 010/6512780 Associazioni Imprese TRICOLI CHARTER di ROBERTO TRICOLI Rappresentante ZOAGLI DIVERS Centro Immersioni S.n.c. Impresa Cost Comunicazioni presso Indirizzo sede legale Citta TRICOLI ROBERTO Via Amedeo d'Aosta n.9/12 16035 Rapallo (GE) LAMBERTO LORO & C C.so Matteotti, 68F/1 16138 S.Margherita Ligure 9 Sede operativa Piazza S.Martino, 7 – 16030 Zoagli Tel. Fax E-mail Internet 0185/264014 0185/262136 0185/258514 3.1 Risultati questionari volontari sull’attività subacquea Attraverso un questionario (Tab.3.3), si è cercato di raccogliere dati presso tutti operano nell’AMP. Purtroppo l’iniziativa non è stata ben accetta dagli operatori del sono, in maggior parte, rifiutati di compilarla. La causa di questo rifiuto è in collegarsi con i pessimi rapporti che intercorrono tra AMP e Divings legati all’insofferenza con cui i Divings stessi hanno accettato le tariffe. i Divings che settore che si gran parte da in gran parte La stessa operazione è stata, allora, chiesta tramite l’associazione di categoria Assosub a tutti i divings consorziati (i divings iscritti al C.O.S.T., che rappresentano la maggioranza dei centri immersioni con licenza per immergersi nell’AMP, 26 iscritti su 37 licenze), ma anche questa volta si è avuto un’insuccesso, con solo 3 risposte su 26 inoltrate. Dai 3 questionari (Tab. 3.5) che sono stati volontariamente compilati dai responsabili di Divings si evince che mediamente hanno 3 dipendenti fissi, ed un numero d’addetti stagionali molto variabile, fino a 18 per uno di questi. Due utilizzano sia imbarcazioni che gommoni, mentre uno solo imbarcazioni. Nel caso delle motobarche, il propulsore è spesso costituito da uno o due motori diesel, mentre per i gommoni sembra esistano ancora tanti fuoribordo a 2 tempi (altamente inquinanti), per quanto il campione non possa assolutamente essere significativo. Il numero medio di passeggeri per imbarcazione è di 15 persone. Il numero medio di clienti accompagnati nell’anno 2002 è di 2.166: un Diving dichiara 5.000 clienti l’anno. Anche in questo caso il numero medio di frequenze l’a nno non è molto significativo, poiché è reso alto dalle 5000 uscite del probabilmente principale Diving di S. Margherita (DWS). Infatti i Diving Center con sede ed imbarco da Genova non possono sostenere un numero di uscite così alto per motivi di tempo, visto il lungo tratto di mare che divide il capoluogo dall’AMP, e perché in condizione di mare non buone i diving center da Genova non escono, poiché arrivati sul Promontorio, il 90% dei clienti soffrirebbe il mal di mare. Due dei Divings dichiarano che l’1 % ed il 10% dei propri clienti richiedono immersioni naturalistiche, mentre uno si astiene alla risposta. In generale sembrerebbe che i diving center che hanno sede in Genova e fanno vita di club investano di più sulle immersioni naturalistiche dovendo lavorare di più sugli autoctoni che partecipano volentieri alle serate invernali con proiezione di diapositive diventando clienti fissi, ma anche questo non è valido per tutti i casi. La presenza di guide naturalistiche nel proprio organico è ormai consueta, anche se sembra ancora abbastanza legata solo ad alcune tipologie didattiche. I mesi di maggiore afflusso sono quelli tra aprile ed ottobre e i siti di immersione più frequentati all’interno dell’AMP sono l’Isuela, l’Altare, il relitto del Moawk Deer, la Secca Gonzatti (Punta Vessinaro), la Torretta, la Testa del Leone e Punta del Faro. Dal censimento sul campo effettuato dagli studenti di Scienze Ambientali Marine (della durata di otto giorni nella stagione estiva) i siti d’immersione più frequentati so no invece risultati la Colombara, l’Isuela e la Testa del Leone (Tab. 3.4.). 10 I più frequentati all’esterno dell’AMP sono i relitti dell’Haven, del Pelagosa ed i relitti di Sestri Levante. Non fanno una differenza sulla frequentazione dei siti da una stagione all’altra. zona N° immersioni su sito 52 % preferenza 5 Relitto Moawk Deer 1 1,9 6 S. Giorgio 3 5,8 8 Punta Vessinaro 3 5,8 9 Cala degli Inglesi 3 5,8 10 Testa del Leone 11 21,2 11 Colombara 17 32,7 13 Punta della Targhetta 2 3,8 14 Isuela - Punta Chiappa 12 23,1 totale 52 100,0 Tab. 3.4. I siti, all’interno dell’AMP, maggiormente frequentati (censimento studenti). Mediamente dichiarano di lavorare dai 30 ai 50 giorni l’anno, a seconda delle condizioni meteo marine più o meno favorevoli. Questo dato è sorprendente in quanto rappresenta solo le uscite di 2 mesi ed è impensabile che i Divings lavorino solo 2 mesi all’anno. Un dato più reale potrebbe aggirarsi sui 100 giorni/anno. Il prezzo medio di un’immersione ac compagnata è di sempre accompagnata, è di " # $&%')( ! Le immersioni notturne, che sono consentite all’interno dell’AMP solo in alcuni siti (6 in totale), e solo ai Diving Center autorizzati a operare nell’AMP, non sono viste molto bene dalla maggior parte degli operatori del settore, principalmente perché sono richieste nei soli periodi estivi, per motivi di temperatura esterna, e perché portano a fare lo straordinario a guide che probabilmente hanno già lavorato intensamente tutto il giorno se le condizioni meteo sono favorevoli. Durante il periodo di maggiore afflusso da parte del turismo subacqueo, i principali diving locali iniziano la giornata lavorativa con la prima uscita alle 7.30 ed in caso di notturna staccherebbero non prima delle 23. I Diving Center non situati nei tre Comuni direttamente coinvolti con la gestione dell’AMP, invece, sono troppo lontani per poter mantenere un’affluenza notturna stabile, causa i sostenuti costi per il carburante, comparato comunque con una richiesta bassa e ristretta solo ai subacquei più esperti ed esigenti, e all’instabilità delle condizioni meteo che con certe distanze di trasferimento da praticare in condizioni di assenza di luce iniziano a farsi sentire. La speranza di trovare libere le boe di ormeggio degli esclusivi siti della Secca dell’Isuela o dell’Altare, dove da regolamento dell’AMP è concesso il solo ormeggio di un’imbarcazione di subacquei alla volta per ridurre l’afflusso subacquei nei due siti ritenuti biologicamente più interessanti, ha sortito l’effetto di aggregare valore a queste due immersioni, che probabilmente non hanno niente da invidiare ad almeno altri quattro punti d’immersione e spinto i clienti più esperti a richiedere uscite in mare in orari sempre più strani o in periodi dell’anno ritenuti poco 11 idonei all’immersione come alle prime luci del giorno in estate, o in giorni una volta evitati come per esempio la vigilia di Natale o il 1 gennaio (osservazioni effettuate personalmente sul campo). Rendere più restrittivo il regolamento nei confronti dei due suddetti siti, non ha ottenuto l’effetto di renderli meno frequentati, perché sono assiduamente frequentati durante l’intero arco dell’anno, però da subacquei più esigenti ed esperti, che probabilmente sono anche più rispettosi dell’ambiente, essendo in grado per esempio di regolare meglio l’assetto, riducendo pertanto l’impatto meccanico da urti. 12 Tab. 3.3 Area Marina Protetta del Promontorio di Portofino Conisma - Università degli Studi di Genova Questionario sull’attività subacquea Diving N° addetti fissi……………………….stagionali………. Guide naturalistiche SI NO N° imbarcazioni……………………………………….… Tipo di imbarcazioni e capienza…………………………. Motori a 2 tempi o a 4 tempi…………………………….. N° clienti/anno…………………………………………… % di clienti/anno che chiedono un’immersione naturalistica…….. Mesi di maggiore afflusso………………………….. Tipologia cliente (principiante, esperto, naturalista, fotografo, ecc.)….. Principali siti frequentati in alta stagione……………. N° medio clienti per uscita in alta stagione………… N° medio uscite al giorno per imbarcazione in alta stagione……… Principali siti frequentati in bassa stagione………… N° medio clienti per uscita in bassa stagione………. N° medio giornate lavorative/anno…………………. Prezzo di un’immersione accompagnata……………. Prezzo di un’immersione notturna accompagnata…… Osservazioni............................................................ 13 Tab. 3.5: Sintesi dei questionari ricevuti CORDERIA NAZIONALE DWS ARCO '89 Addetti fissi 4 3 2 Addetti stagionali 18 3 / n° personale imbarcato 4 2 2 18m – 12m - 2 gommoni 2 Modulo M Pilotina – gommone 20 - 27 - 12 ciascuno 14 ciascuno 12 Diesel 2 tempi 1000 5000 500 % Clienti “naturalistici” 10 1 / Guide naturalistiche SI SI / Mesi maggior afflusso 5-6-7 4-5-6-7-8-9-10 4-5-6-7-8-9-10 Imbarcazioni Capienza mezzi Motori n° clienti/anno 14 CORDERIA NAZIONALE Alta stagione: siti frequentati EXT AMP INT AMP EXT AMP Bassa stagione: siti frequentati INT AMP Bassa stagione Alta stagione DWS Haven - Pelagosa relitti di Sestri L. Altare- Secca Isuela - Moawk Gonzatti- TorrettaDeer Faro- Testa Leone ARCO '89 / Tutti Haven stessi / Isuela stessi Tutti n° medio clienti/uscita 6/7 / 12 n° medio uscite/giorno 1 / 1 n° medio clienti/uscita 50 / 12 n° medio uscite/giorno 2 / 1 50 / Giorni lavorativi/anno Costo immersione Costo immersione notturna *,+&+ .0/1 / / 15 40/50 con mare buono. 30 in media *,+.32&2 3.2. Valutazione dell’impatto dell’attività subacqu ea Gli effetti dell’uso ricreativo delle AMP sono stati principalmente studiati in ambienti tropicali, evidenziando come l’ancoraggio, la pesca sportiva nonché le attività di snorkeling possano provocare danni anche consistenti. Pochi sono gli studi direttamente rivolti alla valutazione dei danni in Mediterraneo e le ricerche svolte hanno dimostrato, per lo più, l’effetto positivo della creazione di riserve marine sulla fauna ittica, e gli effetti negativi degli ancoraggi su Posidonia oceanica (Sala et al., 1996). L’attività subacquea, che in alcune zone può essere intensa, determinando danni anche consistenti alle comunità bentoniche, non ha ancora ottenuto una sufficiente considerazione. In Mediterraneo, le comunità potenzialmente più suscettibili al danneggiamento da attività subacquea, sono quelle appartenenti alla biocenosi del coralligeno, data la presenza di organismi eretti, alcuni dei quali dotati di fragili scheletri calcarei (spugne, corallo, gorgonie, briozoi). Tuttavia, l’ampio numero di specie e l’elevata biodiversità, che caratterizzano questa biocenosi, rendono difficile la valutazione dei danni sull’intera comunità. E’ stato comunque dimostrato che le colonie della gorgonia Paramuricea clavata e di briozoi eretti (Pentapora fascialis, Myriapora truncata) del coralligeno sono significativamente più rare e più piccole in aree frequentate dai subacquei e che, come, tali possono essere considerate indicatrici di un’intensa attività subacquea. Al fine di valutare i danni provocati dall’attività sub acquea all’interno dell’AMP di Portofino, si è cercato di individuare organismi che potessero fungere da “indicatore” dell’impatto dei sub. Si è dovuto scartare l’indice d’epibiosi sul gorgonaceo Paramuricea clavata perchè duramente colpito dalla moria del 1999 e quindi non sarebbe stato possibile distinguere gli effetti della moria stessa dai danni dei subacquei. Nemmeno i grandi briozoi (Pentapora fascialis, Myriapora truncata) sono stati presi in considerazione in quanto relativamente rari sul Promontorio e dunque poco significativi. Sono state scelte due specie caratteristiche delle comunità pre-coralligene e coralligene, il corallo rosso (Corallium rubrum), specie bandiera dell’AMP di Portofino ed il madreporario Leptosamnia pruvoti. Entrambe queste specie sono sessili, molto comuni nel loro habitat e facilmente individuabili nel sedimento sottostante la falesia una volta distaccate dalla parete, dato il loro colore molto appariscente. 3.2.1 Valutazione dell’impatto subacqueo su Corallium rubrum Questa rara specie d’antozoo gorgonaceo è presente in Liguria in maniera consistente solo in questo tratto di costa dove, tra i 20 e i 45 metri di profondità, le colonie trovano condizioni ideali per lo sviluppo e raggiungono densità elevatissime (oltre 400-600 colonie/m2) anche se le dimensioni rimangono ridotte. Popolazioni più profonde sono presenti anche sugli scogli isolati intorno ai 70-100 m di profondità. Grazie alla sua alta capacità di reclutamento la popolazione meno profonda non sembra aver mostrato, negli ultimi 30-40 anni, cambiamenti nella struttura, pur essendo spesso parassitata da spugne perforanti (Clionidi), abbondantemente raccolta dai subacquei come souvenir e severamente colpita dalla moria del 1999. Diversa è la situazione per quanto riguarda le colonie presenti sugli affioramenti rocciosi che costellano il Promontorio oltre gli 80-90 m di profondità. Qui le colonie presentavano dimensioni ben maggiori, ma i banchi sono stati pesantemente sfruttati 16 da corallari professionisti fino alla fine degli anni ‘80 ed oggi non ne conosciamo con precisione né la densità né la consistenza. La valutazione degli effetti dovuti al passaggio di un subacqueo si basa sul confronto tra la densità delle colonie di corallo presenti in loco e quella di coralli spezzati ed accumulatisi nei sottostanti sedimenti (la cui caduta può essere legata al passaggio di un subacqueo, pur tenendo conto che il processo di caduta di colonie di corallo dalla parete è favorito anche dall’azione di bioerosione dei clionidi, spugne perforatrici del carbonato di calcio e parassite di questo organismo). Tale studio è stato condotto all’interno di grotte soggette a differente regime di frequentazione da parte dei subacquei. Come stazione impattata si è scelta la grotta del Dragone (in letteratura compare anche come grotta di Marcante), prossima alla parete della Colombara sul versante est della baia di S. Fruttuoso, che costituisce uno dei siti più frequentati dai divings e dai sub individuali, ed è situata alla profondità di 38 m. Come grotta non impattata, per ora, si è identificata solo la Grotta dei Gamberi (situata a 40 m di profondità), a Punta Chiappa, evitata dai gruppi sub, per le sue dimensioni ridotte e per il fondo molto fangoso: essendo in certi punti molto stretta i minimi movimenti di pinneggiata portano ad un immediato intorbidimento dell’acqua circostante provocando seri problemi di orientamento al sub. Materiali e metodi I rilevamenti fotografici sono stati condotti effettuando dieci repliche disposte casualmente, in ogni fascia della volta della grotta dell’ampiezza di 50 cm partendo dal lato del ciglio più esterno ed avanzando sempre più verso l’interno, mediante fotocamera Nikonos V, corredata da obiettivo 28 mm, due flash (di cui uno in servo flash) e sistema close-up Nikon (frame 16 x 23 cm). Le fasce dove sono stati effettuati i campionamenti fotografici erano distanti fra loro 1 m. I prelievi di detrito, al di sotto delle stazioni dove sono state effettuate le stime di densità di corallo vivo, sono stati effettuati in due repliche per fascia, in cornici standard della dimensione di 30 x 30 cm (superficie di 0,09 mq). Non sono state effettuate più repliche di prelievo di detrito poiché abbiamo voluto ridurre al massimo le tecniche distruttive all’interno dell’AMP. O gni campione di sedimento è stato essiccato all’aria, è stato pesato e successivamente è stato analizzato per l’individuazione di frammenti di cormi di Corallium rubrum. I singoli frammenti di corallo, sono quindi stati suddivisi nelle due frazioni di cormo privo di cenenchima e cormo con cenenchima. Il diametro di base di ciascun frammento è stato rilevato con un calibro, ed il peso totale dei cormi costituiti dal solo sclerasse e di quelli con cenenchima è stato stimato in ogni campione con una bilancia di precisione al centesimo di grammo. La Grotta dei Gamberi La stima di densità del corallo vivo è stata effettuata il 6 marzo 2003 nella Grotta dei Gamberi (profondità 35 m), essa evidenzia un gradiente di densità diretto verso l’interno. In totale sono stati effettuati 30 campioni fotografici limitandoci al tetto più prossimo all’ingresso perché la densità si rarefa velocemente addentrandosi troppo. 17 In Tab. 3.6. sono presentate le densità dei cormi di corallo espresse in numero di colonie a metro quadrato. Tab. 3.6. Densità (mq) delle colonie di corallo rosso nella Grotta dei Gamberi. Immagini fascia esterna Fascia intermedia Fascia interna 1 190,2 489,1 244,6 2 543,7 567,8 298,9 3 461,9 326,1 326,1 4 434,8 190,2 543,7 5 597,8 163 298,9 6 326,1 163 489,1 7 163 407,6 217,4 8 298,9 135,9 108,7 9 326,1 163 326,1 10 217,4 326,1 135,9 Media 355,99 293,18 298,94 Inoltre sono stati isolati i singoli cormi di corallo rosso spezzati e sono stati rilevati per ognuno di loro i diametri di base con un calibro. In Fig. 3.1 e 3.2 sono rappresentati gli istogrammi dei diametri di base dei cormi rinvenuti in ciascun campione. I campioni di sedimento sono stati effettuati in due repliche per fascia (2 per la fascia esterna, 2 per quella media e 2 per quella interna). Inoltre in Fig. 3.3 e 3.4 sono rappresentati gli istogrammi degli stessi dati riguardanti il diametro di base dei cormi rinvenuti spezzati nel sedimento, ma raggruppati in classi di taglia. In Fig. 3.5 sono raffigurati gli istogrammi delle classi di taglia dei diametri di base dei cormi rinvenuti dotati di cenenchima. In totale non sono molti numericamente, però sono importanti poiché sono gli unici cormi di cui abbiamo un’indicazione sulla data di recisione per urto meccanico o per bioerosione. Infatti riguardo ai cormi privi di cenenchima non abbiamo nessuna indicazione sul tempo che risiedono nel sedimento, potrebbero esere anche decine d’anni, e perciò risalire a periodi ben precedenti all’istituzione dell’AMP. Soprattutto nel settore più esterno della Grotta, durante le fasi di campionamento, sono stati osservati alcuni cormi di corallo, poggiati spezzati sul sedimento, con i polipi completamente 18 estroflessi, e perciò ancora in vita. Lo stesso comportamento è stato osservato anche per alcuni madreporari, come per esempio Leptosammia pruvoti. La Grotta di Marcante Nella Grotta di Marcante, la stima di densità del corallo vivo è stata effettuata il 1 agosto 2003 (profondità 38 m). Anche qui sono state effettuate 10 repliche fotografiche nella fascia esterna, nella fascia intermedia e nell’interna, entrambe dell’ampiezza di 50 cm. Le tre fasce erano distanziate fra loro un metro l’una dall’altra. Nella Grotta di Marcante, la densità media a metro quadrato è più alta nella fascia intermedia (Tab. 3.7). Tab. 3.7. Densità delle colonie di corallo rosso a m2 nella Grotta di Marcante. Immagini 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Media fascia esterna 353,3 489,1 163 81,52 0 27,2 108,7 353,3 108,7 135,9 182,1 fascia intermedia 190,2 326,1 326,1 326,1 353,3 380,4 298,9 298,9 706,5 298,9 350,5 Fascia interna 326,1 271,7 244,6 244,6 298,9 326,1 54,3 271,7 190,2 298,9 252,7 Da un confronto con i dati di densità del corallo sulla volta della Grotta di Marcante, effettuati nel 1992 (Cattaneo-Vietti et al., 1993), risulta che la situazione non è praticamente cambiata a dieci anni di distanza. La densità dei cormi vivi, aumenta nei primi metri entrando verso l’interno, per poi diminuire ulteriormente addentrandosi oltre i due metri. In questi dieci anni sono decisamente aumentate le attività subacqueee, come sono avvenuti numerosi episodi di mortalità di massa, perciò il fatto di rinvenire dati paragonabili, fa intuire che la demografia della popolazione di corallo delle Grotte parzialmente profonde (intorno ai 40 metri di profondità, e perciò meno suscettibili agli aumenti di temperatura estivi) sia stabile. Inoltre sono stati isolati i singoli cormi di corallo rosso spezzati e sono stati rilevati per ognuno i diametri di base con un calibro . In Fig. 3.6 e 3.7 sono rappresentati gli istogrammi dei diametri di base dei cormi rinvenuti in ciascun campione. I campioni di sedimento sono stati effettuati in due repliche per fascia (2 per la fascia esterna, 2 per quella media e 2 per quella interna). Inoltre in Fig. 3.8 e 3.9 sono rappresentati gli istogrammi degli stessi dati riguardanti il diametro di base dei cormi rinvenuti spezzati nel sedimento, ma raggruppati in classi di taglia. Nella Grotta di Marcante non sono stati rinvenuti cormi di corallo rosso con cenenchima, il che indica che gli stessi possono risiedere nel sedimento prelevato già da molto tempo, visto che il 19 cenenchima è attaccato dalla popolazione microbica molto lentamente e che in situazioni di anaerobiosi, come al di sotto del sedimento fine, la biodegradazione è ancora più lenta. Confronto fra la Grotta dei Gamberi e la Grotta di Marcante In Fig. 3.10 è rappresentato il diametro medio di base dei cormi rinvenuti nei singoli campioni di sedimento. I valori per le singole repliche e per le due differenti grotte è molto simile e si aggirano intorno ai 2 mm. E’ stato calcolato il rapporto della densità dei cormi di corallo vivi presenti sulla volta della grotta e la densità di cormi di carallo spezzati presenti nel sedimento per ogni replica. Secondo l’ipot esi che i cormi spezzati per urto meccanico cadano perpendicolarmente nel sedimento sottostante dove rimangono intrappolati, si è cercato di vedere se in proporzione alla densità dei coralli vivi presenti sulla volta ci fosse una variazione graduale pian piano che ci si addentrava verso l’interno. In Tabella 3.8. sono raffigurati i risultati, e in figura 3.11. sono raffigurati gli istogrammi del rapporto descritto precedentemente. E’ possibile notare che in proporzione i cormi spezzati presenti nel sedimento diminuiscono addentrandosi sempre più nella grotta, in entrambe le stazioni. Ciò è spiegabile per il fatto che probabilmente gran parte dei subacquei non si addentrano troppo in grotte di ampiezza così ridotta, e perciò urtano principalmente le colonie presnti sull’imboccatura. Successivamente è stata calcolata la percentuale in peso di corallo presente nel campione in rapporto alla quantità totale di sedimento (Tab. 3.8 e Fig. 3.12). Dagli istogrammi delle due stazioni è possibile notare come questa percentuale diminuisca addentrandosi sempre più nella grotta. Tab. 3.8.: confronto dei rapporti tra la densità di corallo vivo nella volta ed i cormi rinvenuti spezzati nel sedimento e della percentuale in peso dei cormi spezzati rinvenuti nel sedimento ed il peso totale del campione nella Grotta dei Gamberi e nella Grotta di Marcante GROTTA dei GAMBERI GROTTA di MARCANTE n.ro colonie vive/n.ro cormi tot detrito n.ro colonie vive/n.ro cormi tot detrito esterno intermedia interno esterno intermedia interno replica 1 0,44 0,21 0,87 replica 1 0,05 0,20 0,23 replica 2 0,24 0,30 0,51 replica 2 0,10 0,43 0,87 % in peso cormi tot rispetto peso campione esterno intermedia interno replica 1 0,565 0,386 0,850 replica 2 1,566 0,907 0,402 % in peso cormi tot rispetto peso campione 20 esterno intermedia interno replica 1 7,075 1,756 0,547 replica 2 6,885 0,973 0,541 3.2.2. Valutazione degli effetti dell’attività subacquea su Leptosammia pruvoti Il madreporario L. pruvoti può essere rinvenuto in forma solitaria, o può dar luogo a piccoli aggregati, su fondi concrezionati e su pareti rocciose tra 10 e 50 m di profondità (Perés & Picard, 1964). É uno dei maggiori organismi costruttori all’interno della biocenosi coralligen a, apportando carbonato di calcio resistente (fino a 1,800 gr/m2), con un tempo di turnover superiore ai 10 anni (Pronzato et al., 1994) ed arrivando ad avere densità dell’ordine di 2000 individui/ m2. L. pruvoti è stato scelto come indicatore dell’impatto da attività subacquea anche perché non ha valore commerciale e non rischia quindi di essere intenzionalmente rimossa. Il primo sito prescelto, alla base della falesia di Paraggi, è decisamente impattato da attività subacquea, mentre Ca’ dell’Oro, che cos tituisce la zona A, di riserva integrale, dell’AMP di Portofino, dovrebbe avere un impatto nullo da attività subacquea. Materiali e metodi Per poter valutare le densità di L. pruvoti nei sedimenti sono stati contati il numero d’individui presenti in 10 quadrati di 30 X 30 cm (area tot 0,9 mq); per il calcolo delle densità in parete sono stati effettuati 3 grattaggi di 20 X 20 cm. La lunghezza del corallite e il diametro sono stati misurati con un calibro. I campionamenti, effettuati due volte l’anno, un a dopo la stagione estiva, in cui la pressione da attività subacquea è intensa ed una alla fine dell’inverno, poco prima dell’inizio di tale attività, permettono di verificare se esistono variazioni non solo tra i due siti, ma anche tra lo stesso sito più o meno impattato. In questi due siti, per poter verificare se esistono differenze tra le due popolazioni di L. pruvoti, sono state valutate: • • • la densità di individui/m2 sulla parete e nei sedimenti sottostanti la presenza, su ogni individuo campionato, di segni di bioerosione la lunghezza totale del corallite e il suo diametro medio I risultati preliminari mostrano significative differenze: a Ca’ dell’Oro, nell’ottobre 2002, la densità media di individui presenti nel detrito (18 metri) è di 9,44±0,88 individui per m2, mentre a Paraggi (22 metri) è tre volte tanto (34,44 ±2,42 individui per m2). I vari individui di L. pruvoti rinvenuti nel sedimento sono stati suddivisi in due categorie principali, “intatte” ed “alterate”, in base al loro stato di conservazione-salute; a seconda del danno subito, la seconda categoria è stata ulteriormente differenziata in due tipologie: “bioerose” e “spezzate” (Fig. 3.13). Nell’ottobre del 2002, poco dopo la fine del periodo durante il quale il turismo subacqueo è più intenso, è stato raccolto un primo set di dati; sono state annotate tutte le caratteristiche citate ma le densità medie di L. pruvoti sono state calcolate solo nei sedimenti dei due siti. Gli stessi dati sono stati raccolti nel febbraio 2003, sia per i sedimenti sia per le pareti soprastanti; dalla parete di Ca’ dell’Oro, inoltre, sono stati campionati 20 individui di L. pruvoti, marcati con fascette e depositati alla base della falesia, per poter valutare la loro vita media nel sedimento, una volta distaccati. 21 Un ultimo set di dati è stato raccolto nell’Ottobre del 2003. I campionamenti, effettuati così due volte l’anno, uno prima e uno alla fine del periodo di maggiore pressione da attività subacquea, hanno permesso di verificare se esistano variazioni, non solo tra i due siti, ma anche tra lo stesso sito diversamente impattato nel corso dell’anno. La densità di popolazione sulla falesia di Ca’dell’Oro è circa doppia rispetto a quella di Paraggi (Fig. 3.14); anche la densità di individui nel sedimento di Ca’ dell’Oro sembra essere superiore, anche se di poco, a quella di Paraggi. Tuttavia se si rapportano percentualmente le densità nel sedimento alle loro corrispondenti densità in parete, si nota che la proporzione di individui presenti nel sedimento di Paraggi è superiore rispetto Ca’ dell’Oro (4,5 % contro 3,0 %). Inoltre si può notare (Fig. 3.15) che la popolazione di L. pruvoti di Ca’ dell’Oro oltre ad avere densità maggiori rispetto a Paraggi, è costituita anche da individui di dimensioni maggiori rispetto a quella di Paraggi; gli individui che si rinvengono nei sedimenti dei due siti rispecchiano questa situazione. Si può ipotizzare quindi che non vi sia una taglia “critica” dei coralliti che ne determina il distacco, ma che gli individui si stacchino in modo casuale, riflettendo nel sedimento la struttura di popolazione partenza. Dopo quattro mesi, i venti individui di L. pruvoti marcati e lasciati nel sedimento a Ca’ dell’Oro sono ancora tutti vivi, suggerendo come la sopravvivenza della specie nel sedimento sia elevata grazie anche alla possibilità di espansione dei tentacoli del polipo che può aumentare il proprio diametro di 400% rispetto al diametro del corallite che lo contiene (Fig. 3.16). In questo modo può probabilmente evitare di venire ricoperta totalmente dal sedimento. Le popolazioni di L. pruvoti nei due siti presentano, sia in parete, sia nel sedimento, percentuali marcatamente diverse di individui intatti ed alterati. La percentuale di individui con segni di bioerosione sulla parete di Ca’ dell’Oro è visibilmente superiore rispetto a Paraggi (Fig. 3.17) dove solo un 7 % di individui riporta segni di bioerosione. Nel sedimento di Paraggi, al contrario, il 57% di individui è sano, mentre a Ca’ dell’Oro solo un 9% non riporta alcun segno di alterazione (Fig. 3.18). Le densità di L. pruvoti nel sedimento sono state valutate e confrontate per i mesi di maggio e luglio 2003 (Fig. 3.19). Verso la fine di maggio, in tutto il Mar Ligure, si è verificato un anomalo sviluppo di mucillagini che ha ricoperto, tra gli altri, il sito di studio di Ca’ dell’Oro, con uno strato denso e spesso fino a 20 cm. Successivamente, durante la prima settimana di luglio 2003, in seguito ad una fortissima mareggiata di Libeccio, tutto lo strato di mucillagini è stato trasportato a maggiori profondità lasciando nuovamente esposto il substrato e lasciando le zone di accumulo sgombre. Nel grafico vengono riportati il numero di individui presenti nel sedimento prima e dopo la presenza di mucillagini e della mareggiata. É interessante notare come, nel mese di maggio, non fossero presenti nel sedimento individui morti di recente, caratterizzati da un colore del calice bianco latte e quindi facilmente riconoscibili. A luglio la densità media di individui morti di recente a causa delle mucillagini è risultata quasi pari alla densità di maggio. La mareggiata dei primi di luglio, inoltre, ha causato il distacco di un ingente numero di nuovi individui di L. pruvoti; la densità di individui vivi nel sedimento, infatti, è risultata quasi doppia rispetto a quella di maggio. 22 Si può quindi dedurre che i due eventi episodici hanno sortito un duplice effetto: nel periodo maggio-giugno la morte di circa l’85% degli individui presenti nel sedimento, mentre nella prima settimana di luglio il distacco di un ingente numero di nuovi individui. Tali fenomeni imprevedibili e casuali determinano un forte cambiamento nella struttura della popolazione per cui è necessario riconsiderare l’effettiva utilità dell’impiego di L. pruvoti come possibile indicatore dell’impatto dell’attività subacquea sulle comunità bentoniche di substrato duro. 23