Architettura del Velivolo Superfici aerodinamiche dei velivoli PDF generato attraverso il toolkit opensource ''mwlib''. Per maggiori informazioni, vedi [[http://code.pediapress.com/ http://code.pediapress.com/]]. PDF generated at: Sun, 04 Nov 2012 15:47:55 UTC Indice Voci Ala (aeronautica) 1 Profilo alare 11 Apertura alare 15 Superficie alare 17 Allungamento alare 17 Piano orizzontale (aeronautica) 19 Impennaggio 22 Note Fonti e autori delle voci 26 Fonti, licenze e autori delle immagini 27 Licenze della voce Licenza 28 Ala (aeronautica) Ala (aeronautica) L'ala è la superficie orizzontale di un velivolo che genera portanza tramite le forze aerodinamiche che agiscono su di essa. Nel caso in cui l'ala non sia realizzata in un solo elemento, ma sia divisa in due parti, collegate separatamente alla fusoliera, si parlerà più propriamente di semiala (semiala sinistra e semiala destra). Il termine semiala viene usato anche per riferirsi alla metà destra o sinistra di un'ala. La maggior parte dei velivoli moderni è dotata di una sola ala (una sola Ala di un Airbus A300B4-600 Lufthansa coppia di semiali), ma non mancano esempi di velivoli con più ali: si parla allora di biplani (due ali sovrapposte, eventualmente sfalsate) o di triplani (tre ali sovrapposte e leggermente sfalsate). Quando le due ali di un biplano abbiano dimensioni significativamente diverse, si parla di aereo ad un'ala e mezzo, o sesquiplano. L'ala di un deltaplano è un tipo particolare di ala non rigida detta ala Rogallo. Il parapendio ha invece un'ala mantenuta in forma dalla pressione dell'aria generata dal suo moto. Esistono anche velivoli dotati di ali tozze e grandi piani di coda che volano, di solito sull'acqua, a pochi metri dalla superficie sfruttando l'effetto suolo. Questi aerei, detti ekranoplani, sono caduti praticamente in disuso. Profilo alare Elementi dell'ala 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. semiala apertura alare superficie proiettata corda alare dorso od estradosso ventre od intradosso piano di sezione Un'ala tipica (detta anche ala teorica) è estremamente utile per comprendere tutte le parti rilevanti ed i nomi utilizzati per definirle. Eseguendo una sezione dell'ala con un asse parallelo all'asse della fusoliera, si ottiene il profilo alare; anche se i profili alari teorici possibili sono infiniti, quelli maggiormente studiati ed utilizzati sono caratterizzati da sigle 1 Ala (aeronautica) univoche, che ne definiscono in dettaglio le caratteristiche. Un'ala può essere a profilo costante quando il profilo sia lo stesso in ogni sezione, oppure a profilo variabile quando a sezioni a differente distanza dalla fusoliera corrispondano profili diversi. Generalmente il profilo tende ad assottigliarsi mano a mano che ci si allontana dalla radice dell'ala. In prima istanza, è possibile distinguere i profili in ampie categorie, a seconda della curvatura che hanno il ventre ed il dorso: • concavo convesso: sia l'intradosso che l'estradosso hanno la parte centrale della curvatura più in alto rispetto ai punti di ingresso e di uscita (relativamente alla parte 'piena' dell'ala, quindi, l'estradosso appare convesso mentre l'intradosso appare concavo); • piano convesso: l'estradosso è come nel caso precedente, mentre l'intradosso è piatto. • biconvesso: intradosso ed estradosso hanno curvature opposte. Se i profili, pur curvati in senso opposto, sono differenti, si parla di profili biconvessi asimmetrici, mentre, se hanno identica forma, si parla di profili simmetrici; • laminare: sono i profili, che, indipendentemente dal loro spessore, riescono a mantenere un flusso non turbolento su una parte rilevante della propria corda. Questa caratteristica si ottiene attraverso lo spostamento del massimo spessore del profilo più verso il bordo di uscita, rispetto ai profili più tradizionali. I profili laminari, o a flusso laminare, oppongono una resistenza minore all'avanzamento, ma solo entro un limitato range di angoli di incidenza rispetto al flusso. Bordo d'entrata e bordo di uscita Il punto di entrata del flusso d'aria che investe l'ala è detto anche bordo d'attacco, ed è il punto più avanzato del profilo alare. Il punto di uscita è quello più arretrato. Considerando l'ala nel suo insieme (e non più soltanto il profilo alare), si definisce come bordo d'entrata l'insieme dei punti di entrata, ovvero la linea anteriore dell'ala stessa, e come bordo d'uscita l'insieme dei punti di uscita, ovvero la linea posteriore dell'ala stessa. Il raggio di curvatura del bordo, detto profilo dipende strettamente dal tipo di velivolo. Sui velivoli subsonici e sulle pale della maggior parte dei velivoli ad ala rotante (elicottero) il profilo alare ha una forma smussata ed una curvatura accentuata, mentre sui velivoli supersonici il profilo è molto più sottile per meglio sopportare le onde d'urto e le vibrazioni che si generano nella fase transonica. Questo tipo di profilo è detto anche profilo ipercritico o laminare. In alcuni casi i bordi d'attacco ed uscita sono mobili, e permettono di variare in volo le caratteristiche aerodinamiche dell'ala. Si chiamano di solito slat gli ipersostentatori di bordo d'attacco e flap gli ipersostentatori di bordo d'uscita. Corda alare La corda alare è la distanza tra il bordo di entrata ed il bordo di uscita. La corda alare è utilizzata per calcolare l'angolo di calettamento, definito come l'angolo che tale corda forma con l'asse longitudinale del velivolo. Non bisogna confondere l'angolo di calettamento con l'angolo di attacco o angolo di incidenza, che è invece definito come l'angolo compreso tra la corda alare e la direzione del vento relativo. Nella maggior parte dei velivoli, la corda alare varia (almeno in lunghezza) man mano che ci si allontana dalla fusoliera procedendo verso le estremità alari. Ai fini di calcolo aerodinamico, si considera solitamente la corda alare media, vale a dire la lunghezza media di tutte le corde alari misurate nei diversi punti dell'ala. Vi sono casi nei quali, procedendo dalla fusoliera verso le ali, la corda alare varia non soltanto in lunghezza, ma anche come inclinazione: questo significa che anche l'angolo di incidenza non è costante lungo tutta l'ala e, di conseguenza, differisce anche la quantità di portanza sviluppata lungo l'ala medesima. Tale caratteristica prende il nome di svergolamento ed è tipica, ad esempio, di alianti e deltaplani. 2 Ala (aeronautica) Dorso e ventre I bordi di entrata e di uscita separano la superficie superiore dell'ala, detta dorso (o estradosso), da quella inferiore, detta ventre (o intradosso). La differenza di pressione generata dalla differente lunghezza di intradosso ed estradosso sta alla base del meccanismo che genera la portanza. Sia il dorso che il ventre contribuiscono alla generazione della portanza, e sebbene i valori precisi dipendano dalle esatte caratteristiche del profilo alare, schematicamente si può affermare che il ventre contribuisce per circa 1/3, mentre il dorso per i restanti 2/3. In altri termini, si può dire che il profilo alare sia "succhiato" verso l'alto in maniera maggiore di quando non sia spinto. Scheletro del profilo Con questo termine si indica la linea media luogo dei centri delle circonferenze inscritte nel profilo alare delle diverse sezioni (procedendo dalla fusoliera alle estremità alari). Sempre al fine di quantificare lo 'spessore' dell'ala è stato proposto il termine di "camber": esso rappresenterebbe il rapporto tra altezza massima dell'estradosso sulla corda alare e la corda alare stessa. Apertura alare L'apertura alare è, molto intuitivamente, la distanza esistente tra le due estremità alari. Quando raffrontata con la corda alare media, l'apertura alare consente di calcolare l'allungamento alare: oppure: Dove con A (aspect ratio) si è indicato l'allungamento alare, con b l'apertura alare, con c lineato la corda alare media e con S la superficie alare. Solitamente gli aerei con una maggiore apertura alare hanno anche una maggiore efficienza, perché sono soggetti ad una minor resistenza indotta. Allungamento alare Col termine allungamento si intende il rapporto tra apertura alare e corda alare media: un valore elevato (ad esempio 20) indica un'ala molto stretta ed allungata, quale quella degli alianti, mentre un valore basso (anche prossimo all'unità) indica un'ala piuttosto breve (come quella di alcuni caccia supersonici). Un maggiore allungamento alare consente di ridurre la resistenza indotta, quindi maggiore è l'allungamento, minore sarà la resistenza indotta. Il limite è semplicemente strutturale: un'ala molto allungata è più fragile di un'ala più tozza. Visto che la resistenza indotta diminuisce con l'aumentare della velocità, per gli aerei più veloci è possibile trascurare il problema della resistenza indotta ed utilizzare profili a ridotto allungamento, dalle migliori caratteristiche aerodinamiche ad alta velocità. 3 Ala (aeronautica) Geometria dell'ala Con questo termine si indica la forma delle ali, viste in pianta: si possono quindi avere ali rettangolari, trapezoidali, con e senza bordi di estremità arrotondati, ellittiche, falcate, a freccia, a delta e così via. In base alla geometria dell'ala si possono distinguere vari tipi di ali: 1. 2. 3. 4. ala rettilinea: Si parla di ala rettilinea quando tra le due semiali non vi è angolo di freccia ala a freccia positiva: Si parla di ala a freccia positiva quando l'angolo di freccia tra le due semiali è positivo ala a freccia negativa: Si parla di ala a freccia negativa quando l'angolo di freccia tra le due semiali è negativo ala a delta: Deve il suo nome alla particolare forma in pianta, pressoché triangolare, che richiama quella della lettera maiuscola greca delta (Δ) 5. ala a geometria variabile: Un aereo con ali a freccia variabile è in grado di variare l'angolo di freccia durante il volo. 6. ala obliqua: Un aereo ad ala obliqua ha due diversi angoli di freccia fra le due semiali 7. ala ellittica: su un aereo come lo Spitfire 8. ala volante: su un aereo come il B-2 Spirit 9. ala a delta ogivale: variante dell'ala a delta, su un aereo come il Concorde 10. ala a doppio delta: variante dell'ala a delta, su un aereo come il Saab 35 Draken 11. ala trapezoidale: su un aereo come il F-22 Raptor Freccia ed angolo di naso L'angolo di naso è l'angolo formato dai bordi di entrata delle due semiali viste in pianta. L'angolo di freccia è invece l'angolo formato tra la fusoliera ed una delle due semiali. I due valori sono direttamente collegati: ad esempio ad un angolo di naso di 180 gradi corrisponde un angolo di freccia di zero gradi, e ad una freccia di 30º corrisponde un angolo di naso di 120º. In generale: dove usualmente si indica l'angolo di freccia con Λ. L'adozione di una freccia alare è dovuta a vari fattori. Storicamente è stata introdotta principalmente per aumentare il numero di Mach critico, ovvero il numero di Mach minimo al quale il flusso sull'ala comincia a diventare sonico. A queste condizioni la resistenza aerodinamica inizia ad aumentare molto fortemente. Dato che principalmente è la componente normale al bordo d'attacco dell'ala (ovvero la perpendicolare nel piano dove giacciono velocità e bordo d'attacco) quella che contribuisce alla generazione delle forze aerodinamiche, l'angolo di freccia riduce tale componente. Dalla definizione di numero di Mach: 4 Ala (aeronautica) Nei velivoli relativamente lenti, cioè ad una velocità minore di Ma ≈ 0,6 (il valore dipende molto dalle caratteristiche geometriche dell'ala) risulta conveniente l'utilizzo di un'ala trapezoidale senza freccia o con una freccia molto piccola. Nel volo a velocità maggiore, l'ala può accelerare a velocità supersonica piccole zone di flusso sul dorso, e generare onde d'urto che aumentano la resistenza. All'aumentare della velocità di volo, la zona interessata dalle onde d'urto crescerà fino a contenere tutto il profilo alare. L'onda d'urto generata ha un angolo di incidenza sulla fusoliera tanto minore quanto maggiore è la velocità dell'aereo. È importante che le ali dell'aereo rimangano all'interno del cono formato da quest'angolo, quindi quanto maggiore deve essere la velocità raggiungibile dall'aereo, tanto minore deve essere l'angolo di freccia. In regime supersonico, ad esempio, ad una velocità di Mach 3 (3 volte la velocità del suono) l'angolo sarà di circa 60 gradi, quindi la freccia delle ali dovrà essere inferiore ai 30 gradi. Gli alianti invece, per motivi di posizionamento del baricentro, spesso hanno le ali con angolo di freccia leggermente negativo. I vantaggi di un angolo di freccia sono: • aumento del Mach critico; • diminuzione della sensibilità alle perturbazioni (diminuisce la sensibilità della portanza all'angolo d'attacco); • riduzione della resistenza. Gli svantaggi invece sono: • diminuzione del massimo coefficiente di portanza al variare dell'angolo d'attacco; • ispessimento dello strato limite alle estremità alari a causa di una componente della velocità parallela al bordo d'attacco; • peggiori caratteristiche alle alte incidenze: tendono a stallare prima le estremità alari e quindi l'aereo tende ad alzare il muso esaltando il fenomeno invece di contrastarlo. Posizione dell'ala e peculiarità Angolo diedro Osservando un'ala in proiezione frontale, è possibile valutare se entrambe le semiali giacciano sullo stesso piano o se, invece, formino un angolo (rivolto verso il basso o verso l'alto) nel loro punto di incontro lungo la fusoliera. L'angolo eventualmente formato dalle semiali con un piano orizzontale viene detto angolo di diedro e la sua presenza ha una notevole importanza nel rendere un velivolo autostabile. L'autostabilità di un velivolo è la capacità di un velivolo di ritornare autonomamente in una posizione stabile dopo una sollecitazione. Si consideri a titolo d'esempio una perturbazione tale da far rollare il velivolo, partendo quest'ultimo da una condizione di volo rettilineo e uniforme. In base a semplici considerazioni geometriche nascerà una componente della forza peso perpendicolare al piano di simmetria dell'aeromobile tale da generare un moto laterale. Con angolo di diedro positivo la semiala abbassatasi per il movimento di rollio sarà soggetta ad un aumento dell'angolo di incidenza dovuto alla velocità laterale (viceversa per l'altra semiala): ne nascerà un momento di rollio tale da opporsi alla perturbazione iniziale. È intuitivo che se le ali avessero un diedro negativo l'aereo risponderebbe ad una instabilità divenendo ancora più instabile. Questa condizione di instabilità rende l'aereo più difficilmente pilotabile, ma contemporaneamente lo rende 5 Ala (aeronautica) 6 anche più maneggevole. Ali a diedro negativo si possono trovare su aerei quale il MiG-29, il MiG-15 o, ancora più evidente, nell'F-104. Posizione dell'ala A seconda della posizione rispetto alla fusoliera l'ala può essere: • alta: Posta sopra la fusoliera • media o trasversante: Posta in prossimità della mediana della fusoliera • bassa: Sottostante alla fusoliera. ala bassa ala media ala alta ala alta a parasole La posizione dell'ala è un importante fattore di stabilità. Un'ala alta rende l'aereo più stabile, perché l'aereo si trova "appeso" alle ali: il suo baricentro è più in basso del punto di applicazione della portanza, quindi l'aeromobile tende a ritornare da solo in una posizione stabile. L'ala bassa invece, con il baricentro collocato sopra al punto di applicazione della portanza, rende l'aereo più instabile ma al contempo gli conferisce una maggiore maneggevolezza. L'ala media richiede una struttura leggermente più complessa, ma migliora leggermente le prestazioni del velivolo riducendo la resistenza di forma. Per questo motivo è spesso utilizzata negli aerei di linea moderni e negli alianti. Si può notare che in genere gli aerei con ala bassa richiedono il diedro positivo per avere un minimo di stabilità (come la maggior parte dei Piper), mentre gli aerei con l'ala alta non richiedono il diedro (come la maggior parte dei Cessna). Ala a fessura Se l'ala è interrotta da più fessure parallele all'apertura alare, viene detta ala a persiana. Ala a sbalzo Viene detta ala a sbalzo un'ala che per tutta la propria lunghezza (nel senso dell'apertura alare) non presenti strutture di sostegno esterne, risultando fissata alla fusoliera soltanto nella parte centrale. Quando invece oltre al punto di fissaggio centrale siano presenti uno o più tiranti di sostegno che arrivano a meno di metà semiala di distanza dalla fusoliera, le ali vengono dette a semisbalzo. Strumenti tipici di variazione del profilo alare Se il profilo alare determina le caratteristiche di volo di un'ala e quindi di un aeromobile (prima fra tutte la velocità minima di volo in sicurezza) diviene evidente che, qualora un'ala sia progettata per volare in modo ottimale ad elevate velocità, sarà piuttosto impegnativo effettuare i decolli e gli atterraggi (che iniziano e si concludono con l'aeromobile fermo). Ideale è quindi la possibilità di variare il profilo alare (non la geometria alare) nelle diverse fasi: un profilo in grado di sviluppare elevata portanza alle basse velocità (per le manovre di decollo ed atterraggio) e di produrre invece scarsa resistenza alle alte velocità. A tale fine gli aeromobili utilizzano alcuni strumenti particolari: Ala (aeronautica) LEGENDA: 1. aletta d'estremità (winglet) 2. alettone d'estremità 3. alettone interno 4. carenatura degli attuatori 5. ipersostentatore di bordo d'attacco (slat) 6. ipersostentatore di bordo d'attacco (slat) 7. ipersostentatore di bordo d'uscita (flap) 8. ipersostentatore di bordo d'uscita (flap) 9. diruttore di flusso (spoiler). 10. diruttore di flusso (spoiler). Freni aerodinamici e diruttori di flusso Vi sono casi nei quali è conveniente ridurre anche drasticamente la portanza sviluppata da un'ala per consentire una rapida perdita di quota (è ad esempio il caso degli alianti, dotati solitamente di una elevata efficienza: ridurre la portanza a bassa quota facilita l'atterraggio[1]). Anche gli aerei di linea usano questa tecnica subito dopo l'atterraggio, perché l'efficacia della frenata, dopo il contatto delle ruote con il suolo, dipende grandemente dal peso che grava sulle ruote stesse. Tale riduzione di portanza viene ottenuta dai freni aerodinamici o dai diruttori di flusso, (detti anche spoiler): si tratta di elementi mobili, posti sul dorso dell'ala, che possono alzarsi staccando il flusso d'aria e creando una bolla di ricircolo a pressione ambiente e quindi eliminando quasi completamente la portanza in quel punto dell'ala. Un'altra funzione degli spoiler è la correzione in volo dell'imbardata inversa prodotta dal movimento degli alettoni durante la virata. In questo caso infatti l'ala che si solleva, per effetto della deflessione in basso dell'alettone, produce una resistenza indotta[2] maggiore dell'ala che si è abbassata. Ne consegue un movimento di imbardata che porta il muso dell'aereo in direzione opposta al senso di virata. Nei moderni aerei commerciali questa imbardata si compensa con i flight spoiler, ovvero si solleva il deflettore sull'ala che si abbassa - dove cioè l'alettone è ruotato verso l'alto compensando in questo modo la resistenza indotta dell'ala opposta. 7 Ala (aeronautica) 8 Ipersostentatori Vi sono casi nei quali si desidera incrementare la portanza sviluppata da un'ala, tipicamente alle basse velocità. Di solito ciò avviene nelle fasi decollo e di atterraggio. Meccanismo di azione di uno slat: 1: slat esteso; 2: slat retratto; 3: superficie alare; 4: meccanismo di estrazione. Tale aumento viene ottenuto da strutture mobili che modificano il profilo alare, aumentandone spesso anche la corda: si parla in questo caso di flap (quando le parti mobili modificano il bordo di uscita) oppure di slat (quando le parti mobili modificano il bordo di entrata dell'ala). Durante il volo normale, invece, tali strutture vengono ritirate, perché solitamente queste superfici non incrementano soltanto la portanza, ma anche la resistenza dell'ala (rendendola poco idonea al volo ad alte velocità). Ala (aeronautica) 9 Alettoni Gli alettoni sono sezioni mobili dell'ala, incernierati lungo il bordo di uscita. Un alettone è in grado di variare le caratteristiche aerodinamiche dell'ala in cui si trova aumentandone o diminuendone la portanza. Se vengono utilizzati gli alettoni di una sola semiala, il risultato è una variazione di assetto dell'intero apparecchio, principalmente attorno all'asse di rollio. Altre funzioni Oltre alla funzione aerodinamica, alle ali sono spesso demandati anche altri compiti, che richiedono elementi strutturali specifici: • Dispositivi antighiaccio a riscaldamento o pneumatici: Su molti aerei, soprattutto di linea, il bordo d'attacco può essere dotato di dispositivi antighiaccio: la formazione di ghiaccio sulle ali è infatti pericolosa. I dispositivi antighiaccio si dividono in due categorie: • Dispositivi Anti-icing: che prevengono la formazione del ghiaccio sulle varie superfici • Dispositivi De-icing: che hanno il compito di eliminare il ghiaccio formatosi sulle superfici • Caverie e comandi: nell'ala trovano posto tutti i cavi ed i rimandi necessari per muovere le superfici di cui sopra. • Motori: spesso i motori sono posizionati sulle ali e, in questi casi, le ali hanno opportuni castelli e rinforzi per il contenimento del peso e per il trasferimento all'intero apparecchio della spinta generata dai motori. Atterraggio: si notino gli ipersostentatori (le superfici ruotate verso il basso) alla loro massima estensione ed i deflettori estesi sul dorso. • Serbatoi: il posizionamento dei serbatoi nelle ali ha il vantaggio di mantenere le variazioni di peso legate al consumo di carburante in una posizione vicina al baricentro dell'intero apparecchio, riducendo gli effetti delle variazioni stesse sull'assetto di volo. I serbatoi degli aerei sono realizzati in modo da minimizzare l'effetto del rollio del carburante. • Carrelli retrattili: il posizionamento dei carrelli nelle ali si rende necessario per ottenere una distanza sufficiente tra le ruote medesime, dando stabilità al mezzo quando si muove al suolo (e durante l'atterraggio). Considerazioni legate alla resistenza che le ruote genererebbero ad alte velocità ne suggeriscono la 'scomparsa' durante il volo: esse vengono richiamate in appositi alloggiamenti ricavati nella ali stesse. • Luci di posizione: Servono soprattutto per poter essere visibili da altri aeromobili e dalla torre di controllo. • Armi, munizioni: nel caso di aerei ad uso militare; anche in questo caso valgono le considerazioni di peso svolte per il carburante. Ala (aeronautica) Note [1] L'effetto suolo tende a far galleggiare il velivolo. [2] La resistenza è funzione della portanza: quando quest'ultima aumenta, in generale aumenterà anche la resistenza. La teoria della resistenza indotta è una teoria che permette di tener conto degli effetti delle estremità alari sulla resistenza. Voci correlate • • • • • • Apertura alare Superficie alare Allungamento alare Piano di coda Impennaggio Profilo alare Altri progetti • Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Aircraft wings Collegamenti esterni • Gaetano Carbonaro. Ala (http://dida.fauser.edu/dispro/carbonar/struttu/ala.html) in Progetto e disegno di costruzioni aeronautiche. http://dida.fauser.edu/dispro/carbonar/index.htm. URL consultato in data 6 ott 2009. (FR) Configurations d'avion - Type d'ailes (http:/ / www. avionslegendaires. net/ configurations-d-avion-type-d-ailes. php). avionslegendaires.net. URL consultato in data 18-06-2010. 10 Profilo alare 11 Profilo alare Il profilo alare è la sezione di un'ala condotta secondo un piano verticale e parallelo alla mezzeria dell'ala stessa. Anche le sezioni di una pala di turbomacchina o di un'elica propulsiva sono costruite secondo i principi dei profili alari. Teoria Quando si studia un profilo alare, si studia un'ala tridimensionale di lunghezza infinita (nella direzione perpendicolare al piano di sezione che determina il profilo). Secondo il teorema di Kutta-Joukowski, si crea una circolazione attorno al profilo che genera una forza, in direzione perpendicolare alla corrente indisturbata, detta portanza che tende a sostentarlo. Tale teorema vale solamente in condizioni di viscosità trascurabile (flusso euleriano). In generale la portanza non è l'unica forza agente sul profilo: la viscosità del fluido genera anche una resistenza fluidodinamica, una componente della risultante delle forze aerodinamiche diretta parallelamente alla corrente indisturbata. Profilo alare: α: incidenza geometrica c: corda 1: linea di portanza nulla 2: bordo d'attacco 3: cerchio osculatore del bordo d'attacco 4: curvatura 5: spessore 6: dorso 7: bordo d'uscita 8: linea d'inarcamento media 9: ventre. La forma dei profili alari tende a creare una differenza di pressione tra le due facce: una volta che il fluido (aria, acqua od altro) investe il profilo con l'opportuno angolo d'attacco, si genera una sovrappressione sulla pancia ed una depressione sul dorso del profilo stesso. Andamento del coefficiente di pressione su due profili alari per due angoli Questa distribuzione di pressione fa sì che le d'attacco: particelle di fluido generino una forza diretta 1: profilo simmetrico ad incidenza di portanza nulla 2: profilo asimmetrico ad incidenza di portanza nulla grosso modo verticalmente, dal basso verso 3: profilo simmetrico ad incidenza di portanza positiva l'alto, che lo sostenta. La componente 4: profilo asimmetrico ad incidenza di portanza positiva. perpendicolare alla corrente indisturbata, la Sono stati disegnati anche i vettori di portanza (indicati con L, lift). portanza, cresce in maniera pressoché lineare al crescere dell'angolo d'attacco del profilo fino ad un valore critico, chiamato angolo di incidenza critico o angolo d'attacco aerodinamico critico. Aumentando ulteriormente l'angolo d'attacco si raggiunge un massimo della portanza ad un valore chiamato angolo Profilo alare di incidenza di stallo o angolo d'attacco di stallo, oltre il quale si ha lo stallo del profilo, al quale si riscontra una diminuzione della portanza ed un aumento della resistenza aerodinamica. Inoltre, nel caso reale di ala di lunghezza finita, è necessario tenere in considerazione altri effetti, il principale dei quali è che «un generico fluido tende a spostarsi da una zona di alta pressione ad una di bassa pressione». Tale principio è facilmente riscontrabile in molti casi pratici, per esempio quando un pallone si buca e l'aria tende ad uscire verso l'esterno, cioè verso lo stato di (bassa) pressione atmosferica rispetto all'interno. Ai bordi dell'ala si ha una migrazione di fluido verso i punti a pressione minore e quindi un'ulteriore generazione di resistenza, fenomeno che spiega la presenza di alettoni verticali ai bordi delle ali degli aeroplani o negli spoiler delle auto da corsa. In un profilo si riconoscono i seguenti elementi geometrici caratteristici: • • • • • • Bordo d'attacco: il punto geometricamente più avanzato del profilo. Bordo d'uscita: il punto geometricamente più arretrato del profilo. Corda: la linea retta che unisce il bordo d'attacco con il bordo d'uscita. Dorso: la linea che delimita superiormente il profilo. Ventre: la linea che delimita inferiormente il profilo. Spessore: la distanza tra dorso e ventre. • Linea di inarcamento medio: la linea che unisce i punti equidistanti tra dorso e ventre. • Freccia: distanza tra linea media e corda misurata perpendicolarmente alla corda. • Linea di portanza nulla: la linea, passante per il bordo d'uscita, parallela alla direzione della corrente per la quale la portanza del profilo è nulla. • Incidenza geometrica od angolo d'attacco geometrico: angolo formato dalla corda con la corrente indisturbata. Il centro di pressione Il centro di pressione di un profilo alare è il punto in cui possiamo immaginare applicata la risultante delle forze fluidodinamiche agenti sul profilo stesso. La risultante viene generalmente scomposta in portanza, perpendicolare alla velocità del flusso indisturbato e positiva verso l'alto, e resistenza, parallela alla velocità del flusso indisturbato e positiva nel verso della velocità. Il momento fluidodinamico agente rispetto al centro di pressione è nullo, perché è nullo il braccio della risultante delle forze aerodinamiche. Al variare dell'angolo d'attacco del profilo rispetto alla corrente, varierà la posizione del centro di pressione. La variazione dipenderà dalla forma del profilo, per questo motivo non è conveniente prendere in considerazione questo punto per studiare il comportamento di un profilo. Si preferisce perciò considerare applicata la risultante delle forze aerodinamiche in un altro punto, il punto neutro. Il punto neutro Il punto neutro dell'ala, detto anche fuoco o centro aerodinamico, è il punto in cui il coefficiente di momento agente sul profilo (che non si trovi ad incidenze elevate) rimane generalmente costante al variare dell'incidenza. Solitamente si trova in una zona attorno al 25% della corda (quarto di corda). Considerando la risultante delle forze aerodinamiche applicata in questo punto bisognerà tenere in considerazione anche un momento fluidodinamico applicato generalmente non nullo (è un sistema di forze equivalente al sistema di forze effettivamente applicate). 12 Profilo alare Tipi di profili La prima distinzione in ampie categorie viene effettuata analizzando le curvature dell'estradosso e dell'intradosso: • Concavo-convesso: sia l'intradosso che l'estradosso hanno la parte centrale della curvatura più in alto rispetto ai punti di ingresso e di uscita (relativamente alla parte 'piena' dell'ala, quindi, l'estradosso appare convesso mentre l'intradosso appare concavo). Questo profilo era utilizzato negli aerei antichi ed è attualmente utilizzato per alcuni ultraleggeri. • Concavo-convesso moderno: è più simile ad un piano convesso, rispetto a quello precedente, ed ha ottime prestazioni alle basse velocità, pertanto viene quasi universalmente utilizzato negli alianti. In genere è anche un profilo laminare. • Piano-convesso: l'estradosso è come nel caso precedente, mentre l'intradosso è piatto. È un tipo di profilo non ottimale, ma economico. Attualmente è utilizzato in alcuni aerei da turismo. • Biconvessi: intradosso ed estradosso hanno curvature opposte. Se i profili, pur curvati in senso opposto, sono differenti, si parla di profili biconvessi asimmetrici, mentre, se hanno identica forma, si parla di profili simmetrici. I primi sono utilizzati nella maggior parte degli aerei odierni, i secondi per gli aerei acrobatici (cosicché possano avere le stesse caratteristiche in volo rovescio), e sono universalmente utilizzati per i piani di coda. • Laminari: sono i profili, che, indipendentemente dal loro spessore, riescono a mantenere un flusso non turbolento su una parte rilevante della propria corda. Questa caratteristica si ottiene attraverso lo spostamento del massimo spessore del profilo più verso il bordo di uscita, rispetto ai profili più tradizionali; il che consente di avere uno strato limite laminare più lungo. I profili laminari, o a flusso laminare, oppongono una resistenza minore all'avanzamento, ma solo entro un limitato range di angoli di incidenza rispetto al flusso. 13 Profilo alare Profili subcritici Il numero di Mach critico è il numero di Mach del flusso indisturbato (il numero di Mach di volo) per il quale si forma un punto sonico (una zona limitata alla quale la velocità è pari a quella del suono) sul dorso del profilo. Al crescere del Mach di volo l'onda d'urto che si forma si intensifica, aumentando la propria estensione spostandosi verso il bordo d'attacco. A causa dei fenomeni di dissipazione di energia dovuti alla presenza degli urti, la resistenza aerodinamica del profilo crescerà in modo particolarmente intenso. Per evitare questo fenomeno sarà possibile adottare un profilo cosiddetto subcritico, ovvero un profilo che, grazie alle sue caratteristiche geometriche, possiederà un numero di Mach critico più elevato possibile. In generale il profilo subcritico avrà: • piccolo spessore relativo e piccolo raggio di curvatura del bordo d'attacco per diminuire le accelerazioni del flusso; • punto di massimo spessore spostato all'indietro (circa a metà della corda), per avere una curvatura graduale quindi una distribuzione di pressione quanto più uniforme possibile sul dorso. A causa di queste minime differenze geometriche con un profilo normale, è assai difficile per un osservatore distinguere un profilo subcritico. Profili supercritici I profili supercritici sono profili alari che possiedono un numero di Mach critico più basso di un profilo normale. A causa di ciò la formazione di una regione supersonica sul dorso si manifesterà a velocità più basse conferendo forma tale al profilo per garantire che la ricompressione avvenga con minori perdite di energia possibile. Un profilo supercritico avrà: • elevati raggi di curvatura al bordo d'attacco; • punto di massimo spessore più a monte rispetto ad un profilo convenzionale. Profili normati Sono oltre 1.800 i profili definiti in modo univoco ed utilizzati nella produzione dei velivoli di serie. I più comuni sono quelli definiti dall'organizzazione governativa americana NACA (ora NASA) identificati con numeri a 4 o 5 cifre, che tutt'oggi sono uno standard per la produzione in serie di profili alari ad uso civile. • Per i profili a 4 cifre (es. NACA 2415), esse hanno il seguente significato: • 1ª cifra, valore della freccia massima in percentuale della corda (es. 2 → 0,02 c ); • 2ª cifra, distanza dal bordo d’attacco della posizione della freccia massima, in decimi della corda (es. 4 → 0,4 c); • 3ª e 4ª, spessore massimo, in percentuale della corda (es. 15 → 0,15 c). • Talvolta alle quattro cifre, separate da un trattino (es. NACA 2415 – 24), sono aggiunte altre due cifre che indicano: • 5ª cifra, il raggio del bordo d’attacco, in percentuale della corda (es. 2 → 0,02 c); • 6ª cifra, la distanza dal bordo d’attacco del massimo spessore, in decimi della corda (4 → 0,4 c). • Per i profili a 5 cifre - costruiti utilizzando cinque tipi di linea media - (es. NACA 23012), esse hanno il seguente significato: • 1ª cifra, moltiplicata per 3/20, il coefficiente di portanza per il quale il profilo è stato progettato; • 2ª e 3ª cifra, distanza dal bordo d’attacco della posizione della curvatura massima divisa per 2, in percentuale della corda (es. 30 → 0,15 c). • 4ª e 5ª cifra, valore dello spessore massimo, in percentuale della corda (es. 12 → 0,12 c). 14 Profilo alare 15 Altri progetti • Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Airfoils Collegamenti esterni • Programmi [1] per la realizzazione e lo studio dei profili alari. Una scelta ampia, che comprende programmi freeware e shareware. • Sito in inglese [2] che spiega in modo molto intuitivo la particolarità del disegno dei profili alari supersonici. Comprende anche altre sezioni in cui viene dato ragguaglio sui vari principi dell'aerodinamica in generale. • www.ae.uiuc.edu [3] coordinate dei principali profili aerodinamici. Note [1] http:/ / www. baronerosso. eu/ Downloads-index-req-viewsdownload-sid-16. html [2] http:/ / selair. selkirk. bc. ca/ aerodynamics1/ High-Speed/ Page5. html [3] http:/ / www. ae. uiuc. edu/ m-selig/ ads/ coord_database. html Apertura alare L'apertura alare è la distanza che separa, negli aeromobili o negli animali dotati di ali, le estremità di quest'ultime. Apertura alare in natura La maggiore apertura alare per un animale vivente (3,63 m) è stata misurata nel 1965 su un esemplare di albatros urlatore (Diomedea exulans). Tra le specie estinte il record appartiene ad un specie di pterosauro, l'Hatzegopteryx, i cui fossili indicano un'apertura alare di oltre 12 metri. L'apertura alare è la distanza che intercorre tra il punto A ed il punto B Tra gli uccelli le dimensioni minime competono ad una specie di colibrì, il Mellisuga helenae, in cui il maschio ha un'apertura di circa 3 cm.[1] Dimensioni ancora inferiori possono essere raggiunte da alcuni insetti. Apertura alare Apertura alare in aeronautica Gli aerei con una maggiore apertura alare solitamente sono più efficienti perché subiscono una minore resistenza aerodinamica ed i vortici che si creano alle estremità alari influiscono meno sulla portanza generata dall'ala. Gli aerei con le ali lunghe subiscono però una maggiore forza di inerzia lungo l'asse longitudinale, riducendo la velocità di rollio con conseguente perdita di manovrabilità. Per questo gli aerei acrobatici e militari di solito possiedono un'apertura alare ridotta. Inoltre ali molto lunghe sono più pesanti, e vi è un limite La foto riproduce un aliante che per le loro caratteristiche sono dotati di un'ala di grande all'apertura alare imposto dalle dimensioni degli hangar degli aeroporti. apertura ma una ridotta corda alare, hanno quindi Attualmente il limite è fissato ad 80m e l'Airbus A380 è l'aereo un grande allungamento alare. d'aviazione commerciale con maggiore apertura alare (79,8m). Un'apertura alare troppo ridotta, d'altro canto, può essere un problema per la stabilità in manovra, poiché l'aeromobile in questo caso è soggetto a effetti giroscopici importanti che, ad esempio, nel caso di velocità di rollio molto elevate può anche subire un momento cabrante abbastanza intenso. Questo problema negli aerei da combattimento è spesso risolto grazie ai controlli del computer di bordo, che corregge le manovre del pilota. Esempi di apertura alare ridotta si hanno nei biplani. Dato che la portanza generata è proporzionale alla superficie alare, gli aerei con ali corte avranno una maggiore corda alare, quindi maggiore manovrabilità. Una misura importante in ingegneria aeronautica per determinare le caratteristiche di un aereo è il rapporto tra l'apertura alare e la corda alare. Il rapporto tra l'apertura alare e la corda è detto allungamento alare, ed è una caratteristica molto importante di tutti i velivoli. Note [1] Camfield A. Mellisuga helenae (http:/ / animaldiversity. ummz. umich. edu/ accounts/ Mellisuga_helenae/ ) in Animal Diversity Web. 2004. URL consultato in data 1 novembre 2012. 16 Superficie alare 17 Superficie alare La superficie alare è l'organo aerodinamico che grazie alla sua forma e durante il suo moto nel fluido (generalmente in un velivolo) genera una forza aerodinamica scomponibile in due forze: una diretta in genere verso l'alto, mentre la seconda si oppone al moto nel fluido. Viene calcolata misurando l'area della forma in pianta dell'ala. Le forze che si generano sono la portanza e la resistenza, la prima è responsabile del sostentamento dell'aeromobile, mentre la seconda è la forza che si oppone al moto che viene contrastata dal sistema propulsivo. In pratica la reazione aerodinamica totale si scompone in portanza e resistenza, che sono le due grandezze più importanti per determinare le caratteristiche di una superficie alare. Esiste un grafico chiamato la "polare dell'ala" che dà, per ogni valore del coefficiente di portanza, il relativo valore di coefficiente di resistenza aerodinamica per ogni angolazione o incidenza del profilo rispetto alla sua direzione di moto. Le superfici alari presenti in un aeroplano sono: • ala composta da due semiali (o 4 nel caso dei biplani) • piano di coda, • piano di deriva. Allungamento alare L'allungamento alare è una delle caratteristiche geometriche di un'ala aeronautica, definito come il rapporto tra l'apertura alare e la corda alare media o tra il quadrato dell'apertura alare e la superficie alare ed è indicato con oppure dove A indica l'allungamento alare (aspect ratio in inglese), b indica l'apertura alare (misura della lunghezza da un'estremità all'altra delle ali viste in pianta) e S indica la superficie alare (la somma della superficie di ambedue le semiali). La superficie alare è proporzionale al rapporto tra apertura alare e lunghezza della radice alare (lunghezza della sezione dell'ala al punto più vicino alla fusoliera). Essendo il rapporto tra due misure di lunghezza o di superficie, esso è un numero adimensionale o puro, cioè che non ha unità di misura. L'allungamento alare, che è un parametro che distingue il profilo dall'ala finita (il profilo viene considerato come appartenente ad un'ala di apertura infinita), ha effetto sulla resistenza ed in particolare sul coefficiente di resistenza indotta che, nel caso dell'ala ellittica, è dato dalla relazione: dalla quale si deduce che maggiore è l'allungamento e minore sarà la resistenza indotta. Infatti il primo termine rappresenta il coefficiente di resistenza indotta e CL il coefficiente di portanza. Allungamento alare 18 Effetti e conseguenze Un effetto dell'allungamento influirà anche sul coefficiente di portanza massimo; supponiamo infatti di voler esprimere, sempre nel caso più semplice possibile di ala ellittica, il coefficiente di portanza totale dell'ala in funzione della pendenza della retta di portanza dei profili che costituiscono l'ala. Consideriamo quindi un'ala ellittica e supponiamo che abbia tutta lo stesso tipo di profilo: il CL totale di quest'ala potrà essere espresso mediante la relazione: Il Concorde, supersonico caratterizzato da un allungamento alare molto basso (A=1,8). Un Piper PA-28 caratterizzato da un allungamento alare medio-basso (A=5,6). dove α0 è l'incidenza geometrica, mentre αi è l'incidenza indotta; quindi nessuna sezione lavora ad incidenza geometrica, dato che si deve tener conto delle componenti di velocità indotte dal sistema vorticoso a staffa, le quali producono una riduzione dell'angolo d'attacco, espressa nel caso dell'ala ellittica attraverso una costante al variare dell'apertura e pari a . Mettendo in evidenza il CL, otteniamo: che possiamo riscrivere come dove per definizione il nuovo termine rappresenta la pendenza della retta di portanza dell'ala finita, che in base all'espressione appena descritta ha la forma: che è proprio la relazione che si voleva evidenziare, perché rappresenta il secondo effetto fondamentale dell'allungamento alare sulle caratteristiche aerodinamiche dell'ala: in tale relazione (valida per un'ala ellittica, ma Allungamento alare 19 che contiene comunque i concetti che qui interessa discutere) si nota che per valori molto elevati dell'allungamento alare, il dell'ala finita tenderà al del profilo; inoltre tanto minore è l'allungamento dell'ala e tanto più risulterà diminuita la pendenza della retta di portanza dell'ala stessa. Applicazioni Valori di allungamento alare caratteristici dei velivoli che oggi si incontrano vanno da 2-3 per i supersonici da combattimento, a circa 7 per i commerciali da trasporto, sino ad arrivare a 20-30 per gli alianti, nei quali è di fondamentale importanza tenere al minimo la resistenza complessiva della configurazione. È chiaro che se dobbiamo progettare un velivolo supersonico, nel momento in cui voli ad alta velocità a Mach > 1, il coefficiente di portanza sarà certamente ridotto e l'angolo d'attacco sarà basso, quindi la resistenza indotta in quelle condizioni di volo e di progetto non è Un aliante Glaser-Dirks DG-808 con un certamente un problema: sarà dunque meglio prendersi tutti i vantaggi allungamento alare molto elevato (A=27,4). (per esempio di tipo strutturale) di un'ala con allungamento alare piuttosto basso; se invece dobbiamo progettare un aliante, è importantissimo che la resistenza complessiva sia bassa e quindi realizzeremo ali con allungamenti molto elevati. Piano orizzontale (aeronautica) Il piano orizzontale di coda, spesso semplicemente piano di coda, è una superficie non portante[1] di un aereo. Solitamente è formato da due parti, una fissa chiamata stabilizzatore, ed una mobile chiamata equilibratore. Sono montate lateralmente nella parte posteriore della fusoliera. Su alcuni velivoli il piano orizzontale è formato da un'unica superficie, lo stabilatore[2] (in inglese stabilator, contrazione di stabilizer, stabilizzatore, ed elevator, equilibratore). L'insieme del piano orizzontale e del piano verticale costituisce gli impennaggi. ImpennaggioImpennaggi di coda: orizzontali:Equilibratore In alcuni aeroplani lo stabilizzatore può (aeronautica)equilibratorestabilizzatore (aeronautica)stabilizzatoreverticale:deriva (aeronautica)derivatimone (aeronautica)timone. essere posto a monte dell'ala, in una configurazione detta canard (anatra in francese), oppure sia a monte che a valle, in configurazione mista. Piano orizzontale (aeronautica) Struttura del piano di coda Normalmente un piano di coda è formato dallo stabilizzatore, fisso, e dall'equilibratore, mobile. Esistono anche gli stabilizzatori (chiamati anche elevatori o elevoni) in cui l'intero piano orizzontale di coda è mobile fungendo quindi interamente come equilibratore. Attraverso il movimento dell'equilibratore (o stabilatore) si governa il beccheggio dell'aereo, ovvero la rotazione dell'aereo lungo l'asse orizzontale verso l'alto o verso il basso, spostando il flusso d'aria verso l'alto o il basso, permettendo quindi il decollo, la salita o la discesa. Sugli equilibratori sono spesso montati dei trim, piccole superfici mobili che, regolate opportunamente, aiutano a mantenere l'aereo nell'assetto desiderato. Variando le caratteristiche aerodinamiche dell'ala, permettono di effettuare correzioni di assetto senza dover esercitare uno sforzo continuo sui comandi. Sugli aerei con prestazioni più elevate, i piani di coda orizzontali possono venir fatti lavorare in opposizione l'uno rispetto all'altro in maniera analoga a quella degli alettoni per generare un moto di rollio. Esistono diverse configurazioni dei piani di coda. La più comune è quella con lo stabilizzatore a livello della fusoliera e la deriva che si alza da esso, ma in molti aerei a turboelica, in alcuni piccoli aviogetti e in molti alianti si utilizza la configurazione a T, con lo stabilizzatore sopra la deriva. Questo tipo di piano di coda presenta svantaggi in caso di stallo: i vortici creati dalle ali potrebbero investire l'equilibratore, rendendolo inefficace e quindi più complessa la manovra di recupero dallo stallo. Stabilità statica in volo Per mantenere il volo livellato, un aeroplano dovrà essere in equilibrio longitudinale: la portanza (che agisce prevalentemente sull'ala) e la forza peso, che agisce sul baricentro dovranno essere in equilibrio. Tralasciamo per semplicità di trattazione il fatto che su alcuni aerei anche la forma della fusoliera è studiata per contribuire alla portanza, e il contributo della componente della spinta dei motori lungo l'asse verticale. Dal momento che i punti di Grafico delle forze di un MiG-21 con stabilità statica convenzionale ed un F-16 con stabilità statica rilassata. applicazione delle due forze non sono in genere coincidenti, ne deriva un momento meccanico lungo l'asse di beccheggio che deve essere bilanciato. Velivoli con stabilità statica convenzionale I velivoli tradizionali sono disegnati in modo da essere intrinsecamente stabili. Ciò significa che un aeromobile in equilibrio soggetto ad una piccola perturbazione deve tornare rapidamente all'equilibrio precedente una volta che la perturbazione sia cessata, senza l'intervento del pilota. In questi velivoli, il baricentro è posto anteriormente al punto di applicazione della portanza mentre il piano di coda orizzontale genera una deportanza (trascurabile in modulo rispetto alla portanza e alla forza peso ma con un braccio notevole) che bilancia il momento picchiante dell'ala. Considerando, per esempio, come perturbazione un piccolo incremento istantaneo dell'angolo di attacco del velivolo (dovuto magari ad una raffica di vento), la portanza aumenta, ma la diminuzione dell'angolo d'attacco del piano di 20 Piano orizzontale (aeronautica) coda riduce il momento a cabrare permettendo al velivolo di riguadagnare rapidamente l'assetto iniziale. Velivoli con stabilità statica rilassata Quando invece il punto di applicazione della portanza si trova a monte del baricentro, si parla di stabilità statica rilassata. L'aereo tenderà ad alzare il muso e la coda dovrà essere portante per tenerlo in volo livellato o comunque stabilizzato. Si tratta di una soluzione migliore della precedente, perché la portanza totale generata è maggiore: la portanza delle due superfici alari infatti si somma. Rende però l'aereo decisamente più instabile, e in genere richiede l'ausilio del pilota automatico per il pilotaggio. Nel grafico sono riportati i valori del coefficiente di portanza (CL) e di coefficiente di resistenza (CD) delle due configurazioni. Note [1] Ovvero una superficie che, pur potendo produrre portanza in particolari condizioni, non contribuisce ad aumentare la portanza dell'aereo nel suo complesso, anzi in molti casi è deportante. [2] Da non confondere con l'elevone (combinazione di elevatore ed alettone, in inglese elevon), una superficie mobile incernierata sul bordo d'uscita dell'ala di velivoli sprovvisti di piani orizzontali (ala volante o velivoli tutt'ala). Voci correlate • • • • • • • • • • Impennaggio Fusoliera Ala Alette canard Trim Carrello d'atterraggio Aeroplano Pilotaggio degli aeroplani Decollo Atterraggio Collegamenti esterni • Analisi del piano coda di un MD80 (http://www.md80.it/staticpages/index.php?page=20040818022226583) 21 Impennaggio 22 Impennaggio L' impennaggio (o coda) è quella parte di aeromobile con funzioni stabilizzatrici e comprende uno o più piani orizzontali ed uno o più piani verticali. I piani orizzontali sono costituiti spesso da una parte fissa, lo stabilizzatore, ed una parte mobile, l'equilibratore, incernierata posteriormente allo stabilizzatore. In alcuni casi il piano orizzontale è formato da una superficie unica, lo stabilatore (contrazione di stabilizzatore ed equilibratore). I piani verticali sono costituiti anch'essi da due superfici, una fissa, la deriva, ed una mobile, il timone, seppure in alcuni casi di aeroplani ad alte prestazioni (militari ed acrobatici) sono presenti impennaggi verticali interamente mobili. Impennaggi di coda: orizzontali:equilibratore (aeronautica)equilibratorestabilizzatore (aeronautica)stabilizzatoreverticale:deriva (aeronautica)derivatimone (aeronautica)timone. Spesso sulla deriva sono montate le antenne dei sistemi di radionavigazione. In alcuni velivoli, il piano verticale incorpora una gondola del motore, come ad esempio nei Lockheed L-1011 TriStar, McDonnell Douglas DC-10 ed MD-11, Boeing 727, Tupolev Tu-154 e Yakovlev Yak-40. Funzioni dell'impennaggio Facendo riferimento ad un sistema di tre assi ortogonali aventi origine nel baricentro dell'aereo e coincidenti con i tre assi In alcuni aerei, come questo DC-10, il piano verticale di coda ospita una gondola principali d'inerzia del velivolo, per tali assi del motore. è solito usare i simboli X per l'asse longitudinale (movimento di rollio), Y per l'asse perpendicolare al piano di simmetria (movimento di beccheggio), Z per l'asse normale agli altri due (movimento di imbardata). Lo stabilizzatore orizzontale e quello verticale, unitamente agli alettoni, hanno lo scopo di: • assicurare l'equilibrio dei momenti attorno ai tre assi baricentrici X, Y e Z delle forze che si esercitano sul velivolo nei vari assetti di volo; • rendere stabile l'aereo; • permettere le manovre. Impennaggio 23 Tipi di impennaggi La tipologia degli impennaggi dipende dalla configurazione assunta a fronte del posizionamento, numero e forma, dello stabilizzatore verticale. È da rilevare che l'impennaggio orizzontale è sempre e comunque posto ad una conveniente distanza dall'ala con giacitura all'incirca parallela a quella dell'ala stessa: esso ha una sezione a profilo simmetrico o quasi. Impennaggio classico Impennaggio bideriva Impennaggio cruciforme Impennaggio trideriva Impennaggio a farfalla Impennaggio a T Impennaggio classico Lo stabilizzatore verticale è disposto nel piano di simmetria del velivolo, se unico, e lo stabilizzatore orizzontale si trova collocato alla base della deriva. Questa è la configurazione usata nella maggior parte degli aeroplani, in particolare nei monomotori ad elica e nei grandi aerei commerciali con più motori jet sotto le ali. Impennaggio bideriva L'impennaggio a bideriva presenta due stabilizzatori verticali, anziché un singolo stabilizzatore. Sono disposti sempre simmetricamente rispetto al piano di simmetria del velivolo. Impennaggio a farfalla o a V Gli impennaggi a farfalla non presentano stabilizzatori verticali ed orizzontali distinti. Le funzioni dei due stabilizzatori vengono riunite in una coppia di superfici portanti disposte in modo da formare un certo angolo (≈ 45°), rispetto al piano di simmetria longitudinale del velivolo. Questa configurazione è utilizzata nell'aereo da turismo Beechcraft Bonanza Model 35 e nel famoso caccia stealth F-117 Nighthawk. Impennaggio a T Lo stabilizzatore orizzontale è montato sulla cima dello stabilizzatore verticale. I comandi ed i motori per il beccheggio ed il trimmaggio sono posizionati nell'interno della deriva. Questa disposizione è comunemente presente nei velivoli a motore posteriore, quali il Boeing 727 ed il Douglas DC-9, oltre che nella maggior parte dei turboelica, come gli ATR e in molti alianti. Questa configurazione è la seconda più comune dopo quella classica. Questa configurazione può essere pericolosa in caso di stallo, perché i vortici creati dalle ali potrebbero colpire lo stabilizzatore rendendolo poco efficace nella manovra di rimessa, di fatto rendendo l'aereo quasi ingovernabile. Impennaggio Impennaggio cruciforme Lo stabilizzatore orizzontale interseca a mezza altezza lo stabilizzatore verticale in una configurazione a croce. Il Consolidated PBY Catalina (o il Gloster Meteor riportato in figura) adotta questa configurazione. Impennaggio trideriva È una variante dell'impennaggio bideriva, essendo costituito di tre stabilizzatori verticali. Il migliore esempio di questa configurazione è il Lockheed Constellation. Questa configurazione venne adottata per dotare il velivolo della massima superficie verticale di stabilizzazione, mantenendo contemporaneamente la sua altezza entro limiti accettabili per consentirne l'accesso negli hangar di manutenzione. Sistema canard Alcuni aeroplani utilizzano un sistema detto canard (anatra in francese) in cui lo stabilizzatore si trova sul muso dell'aereo. Alette compensatrici e trim Le alette compensatrici sono delle piccole superfici articolate sul bordo d'uscita di una superficie di comando di un velivolo. L'angolo delle alette relativo alla superficie di comando può essere aggiustato, automaticamente o manualmente, per bilanciare le forze aerodinamiche e stabilizzare il velivolo in un assetto desiderato particolare senza la necessità di azioni di controllo costanti. Poiché il centro di pressione dell'aletta risulta più lontano dal bordo d'attacco della superficie mobile di quanto lo sia il centro di pressione di quest'ultima, il momento meccanico generato dall'aletta di compensazione bilancia il momento meccanico generato dalle superfici di controllo, e si realizza pertanto una esigenza di sforzo di barra ridotta od annullata. Come tali le alette di compensazione sono presenti sia sul timone di direzione sia sul timone di profondità. Le stesse alette possono essere mosse dal pilota durante il volo (in particolare quelle sull'equilibratore) per mantenere l'assetto desiderato e sono dette trim. In molti aerei commerciali recenti, il trimmaggio sul piano del beccheggio si ottiene con il movimento di pochi gradi del piano orizzontale "fisso", lo stabilizzatore, che perciò nei fatti, diventa anch'esso parte mobile. Voci correlate • • • • Piano di coda Trim Aerodinamica Alette canard Altri progetti • Wikizionario contiene la voce di dizionario: http://it.wiktionary.org/wiki/Impennaggio 24 Impennaggio Collegamenti esterni • Gaetano Carbonaro. Gli impennaggi [1] in Progetto e disegno di costruzioni aeronautiche. http://dida.fauser. edu/dispro/carbonar/index.htm. URL consultato in data 6 ott 2009. Note [1] http:/ / dida. fauser. edu/ dispro/ carbonar/ struttu/ struimp. html 25 Fonti e autori delle voci Fonti e autori delle voci Ala (aeronautica) Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=53601670 Autori:: Ary29, Calabash, EH101, Eio, Eumolpo, F l a n k e r, Ficarello, Franco3450, Giulianorock, Giuse93, Harlock81, Hellis, Jalo, MaEr, MapiVanPelt, Marcok, Mark91, Mauro742, Metralla, Nubifer, Patrick Bernasconi, Phantomas, Piero, Pracchia-78, Rojelio, SCDBob, Shivanarayana, Taueres, Threecharlie, Uomo Grigio, 49 Modifiche anonime Profilo alare Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=51625608 Autori:: .snoopy., A7N8X, Adfc, Andreaderosa, Ariannacassani, Arroww, AttoRenato, Defcon, Domenico De Felice, Eio, Emiliano Deghenghi, F l a n k e r, Franco3450, Gacio, Geziod, Guglielmo.monguzzi, Guido 88, Jozan, LucaLuca, Marcok, Melos, Phantomas, Pracchia-78, Qbert88, Retaggio, SCDBob, Simone, Sir marek, Tizio X, Varepsilon, Zorzo Mirco, 26 Modifiche anonime Apertura alare Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=53662352 Autori:: EH101, Eio, Esculapio, F l a n k e r, SCDBob, Simone, Soblue, Threecharlie, Tommaso Ferrara, Ysogo, 7 Modifiche anonime Superficie alare Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=53035669 Autori:: Bella Situazione, Civvì, EH101, Franco3450, Kyklops, Nubifer, Renato Caniatti, Retaggio, SCDBob, Silvio.dellacqua, Simbraga, 3 Modifiche anonime Allungamento alare Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=53098348 Autori:: Cantalamessa, EH101, Eio, F l a n k e r, Franco3450, Madaki, Matteolegna, Murano, Nick84, SCDBob, Threecharlie, 5 Modifiche anonime Piano orizzontale (aeronautica) Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=53563568 Autori:: Aushulz, Biopresto, Claudev8, Cloj, EH101, Eio, F l a n k e r, Gnumarcoo, No2, Nubifer, Rdocb, SCDBob, Threecharlie, Uomo Grigio, 14 Modifiche anonime Impennaggio Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=53256468 Autori:: AnjaManix, Ary29, EH101, Eio, F l a n k e r, Franco3450, Hellis, Limonadis, Marco Bernardini, Rojelio, SCDBob, Sommacal alfonso, Threecharlie, 14 Modifiche anonime 26 Fonti, licenze e autori delle immagini Fonti, licenze e autori delle immagini Immagine:Wing.lufthansa.arp.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wing.lufthansa.arp.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Ariadacapo, Arpingstone, Bapho, Gomera-b, MB-one, Mtaylor848, My name, Stefan-Xp, WhisperToMe, 1 Modifiche anonime Immagine:Ala teorica.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ala_teorica.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Me Immagine:Wing angles.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wing_angles.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Uomo Grigio Immagine:Angolo di diedro.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Angolo_di_diedro.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Uomo Grigio Image:monoplane low.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Monoplane_low.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Steelpillow Image:monoplane mid.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Monoplane_mid.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Steelpillow Image:monoplane high.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Monoplane_high.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Steelpillow Image:monoplane parasol.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Monoplane_parasol.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori:: Steelpillow Immagine:Control surfaces on airfoil.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Control_surfaces_on_airfoil.svg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.5 Autori:: Arne Nordmann immagine:800px-Slat A319 colore.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:800px-Slat_A319_colore.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Me Immagine:Aircraft wing flaps full airbrakes dsc06838.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Aircraft_wing_flaps_full_airbrakes_dsc06838.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0 Autori:: User:David.Monniaux Immagine:Commons-logo.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg Licenza: logo Autori:: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by 3247, based on the earlier PNG version, created by Reidab. 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