Servizio Fitosanitario Regionale Cocciniglia di San José Quadraspidiotus perniciosus E’ un insetto diffusissimo e classificato, tra le cocciniglie, come la più pericolosa al mondo. Si è probabilmente diffusa dalla Cina, per poi passare in California (da qui il nome di San Josè); a cavallo tra XIX e XX secolo giunge in Europa. Il suo trasporto è essenzialmente da imputarsi agli scambi di materiale vivaistico. Si tratta di una cocciniglia estremamente polifaga: si sviluppa infatti su centinaia di specie vegetali agrarie, ornamentali e forestali, soprattutto rosacee, e quindi è in grado di attaccare i principali fruttiferi coltivati nel nostro Paese (tra gli altri melo, pero, pesco, susino, ciliegio), ma anche piante boschive ed ornamentali (ad esempio biancospino, salice, tiglio, pioppo, olmo, ed altri). Non sembra invece in grado di attaccare olivo, vite ed agrumi. Adulti e forme giovanili indicate dalle frecce (foto inra.fr) MORFOLOGIA L’insetto adulto possiede uno scudetto protettivo grigiastro, che per sovrapposizione può formare strati spessi che possono rendersi impermeabili ai trattamenti fitosanitari. Gli stadi giovanili, dette neanidi, sono mobili, prima arancione pallido e poi gialle, provviste di zampe e prive di ali; quando si fissano iniziano a produrre lo scudo bianco che poi diverrà grigio ed infine nero. Le ninfe sono solo maschili ed alate. Ramo di rosa infestato (foto inra.fr) CICLO BIOLOGICO La forma svernante è la neanide più giovane; la specie non è partenogenetica, il che significa che è necessario l’accoppiamento degli adulti per dare inizio alla generazione successiva. In Italia le generazioni in un anno sono tre, parzialmente sovrapposte, con possibilità di variazioni dipendenti dall’andamento climatico e dalla zona geografica. La specie è vivipara (non vi sono uova) e le neanidi partorite compaiono in maggio, luglio ed a fine estate. DANNI L’insetto, come tutte le cocciniglie, regredisce sviluppandosi; infatti le forme adulte sono fisse e succhiano linfa dagli organi vegetali. Forma incrostazioni evidenti su rami e tronchi; le punture causano sui tronchi alterazioni di colore rosso (visibili dopo asportazione della corteccia); l’evoluzione dei sintomi porta poi a necrosi, deformazioni e disseccamenti sui rami. Danni su susine (foto eppo.org) Danni su pera (foto inra.fr) Danni su mela (foto eppo.org) Sui frutti si forma un alone rosso al centro del quale si trova l'insetto; compaiono anche piccoli infossamenti e deformazioni, con grave deprezzamento. Inoltre, i frutti attaccati non possono essere esportati. Sulle foglie possono comparire punteggiature necrotiche secche; è possibile la loro caduta. LOTTA AGRONOMICA Il primo modo di difendere le proprie piante è seguire alcuni accorgimenti agronomici quali: • • • • • controllare che l’altezza delle piante non divenga eccessiva; equilibrare gli interventi di irrigazione e concimazione; diradare le chiome e le piante in campo per evitare che all'interno delle chiome abbondino ombra ed umidità; inerbire l’interfila del frutteto controllando l’inerbimento permanente; spazzolare il tronco e le branche nel caso vengano rilevati su di essi scudetti della cocciniglia. LOTTA CHIMICA La lotta chimica deve essere eseguita in inverno o nelle fasi immediatamente precedenti la ripresa vegetativa. Per quanto riguarda i principi attivi utilizzabili, questi variano anche in base alle numerose specie danneggiate: in generale, si possono impiegare i polisolfuri di calcio e gli oli minerali attivati con esteri fosforici in inverno-inizio primavera. Ulteriori possibilità di lotta chimica si presentano in primavera, al momento dell’accoppiamento (indicativamente in aprile) ed alla fuoriuscita delle prime neanidi (indicativamente in maggio), con esteri fosforici ed insetticidi regolatori di crescita. E’ necessario comunque tenere conto dell’epoca di fioritura e della fitotossicità dei principi attivi in relazione alla specie vegetale ospite (melo, pesco, etc). In alcuni casi si può ravvisare l’utilità di un trattamento all'uscita delle neanidi di terza generazione, a fine estate, con la caduta delle foglie. Se si vuole applicare un metodo di difesa biologico si deve tenere presente la compatibilità di prodotti quali oli minerali, oli di paraffina, composti a base di zolfo. Bisogna chiaramente tenere conto del fatto che questo insetto possiede una nutrita schiera di antagonisti, alcuni naturali, altri introdotti dall’uomo: Coccinellidi predatori, quali Chilocorus bipustulatus ed Exochomus quadripustulatus, ed inoltre Cybocephalus rufifrons, Rhyzobius lophantae, ed Imenotteri Afelinidi del genere Aphytis. Parassitoide nell’atto di ovideporre in una ninfa (foto inra.fr) L’introduzione dell'Imenottero parassitoide Encarsia (Prospaltella) perniciosi, definito “il più importante nemico naturale” (Tremblay), ormai ben acclimatato in Italia, rappresenta un classico esempio di lotta biologica condotta su larghissima scala a livello globale. Gli interventi di lotta dovranno tenere conto della presenza di questa entomofauna utile per non danneggiarla. LOTTA OBBLIGATORIA La lotta obbligatoria è iniziata nel 1940 ed attualmente è regolamentata dal D.M. 17/04/1998, che tra le altre cose incarica il Servizio Fitosanitario Regionale della determinazione delle aree contaminate, dell’indicazione dei metodi di controllo e dell’eventuale imposizione della distruzione delle piante colpite. Nel 2006 il Consiglio dell’Unione Europea ha emanato una direttiva riguardante le misure minime che si dovranno adottare negli Stati membri per combattere la cocciniglia di San José (Quadraspidiotus perniciosus Comst.) ed impedirne la propagazione.