NEUROSCIENZE SCIENZA DEL CERVELLO ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ Una introduzione per giovani studenti Titolo originale: Capitoli 10-11 Neuroscience - Science of the Brain prodotto dalla British Neuroscience Association Traduzione italiana di Gabriele Garbin, PhD Stampato in proprio e distribuito gratuitamente da: Centro Interdipartimentale per le Neuroscienze dell’Università di Trieste - BRAIN (Basic Research And Integrative Neuroscience) e Comitato per la Promozione delle Neuroscienze per Neuroscience Cafè e International Brain Bee Con il contributo di: Provincia di Trieste Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 1 2 10 - La Plasticità Il nostro cervello cambia continuamente durante la nostra vita. Questa capacità del cervello di cambiare è detta plasticità - si pensi ad un modellino di plastilina le cui componenti interne possano essere costantemente rimodellate. Non è il cervello nella sua totalità a poter essere modificato bensì i singoli neuroni e per diverse ragioni: durante lo sviluppo nella fase giovanile, se sopravviene un trauma, e durante l’apprendimento. Esistono vari meccanismi di plasticità, il più importante dei quali è la plasticità sinaptica – la scienza che studia come i neuroni modifichino le loro capacità di comunicare l’uno con l’altro. Plasmare il nostro avvenire Come abbiamo visto nel capitolo precedente, le connessioni fra i neuroni nei primi anni di vita richiedono una regolazione fine. Quando interagiamo con l’ambiente circostante, queste connessioni sinaptiche cominciano a cambiare – ne vengono create di nuove, vengono rese più forti quelle più utili, mentre le connessioni meno usate si fanno più deboli o vengono persino eliminate. Le sinapsi attive e quelle che cambiano attivamente vengono mantenute, quelle inattive vengono eliminate. Il nostro cervello viene allora modellato attraverso una sorta di criterio di usa o getta. Le trasmissioni sinaptiche coinvolgono il rilascio di un neurotrasmettitore chimico che poi attiva specifiche molecole proteiche dette recettori. La normale risposta elettrica al rilascio del neurotrasmettitore è una misura della forza si- Il glutammato viene liberato dalle terminazioni presinaptiche, attraversa lo spazio sinaptico e si lega ai diversi recettori (AMPA, NMDA e mGLUR) che si trovano sulla membrana della terminazione postsinaptica dell’altro neurone. In alcune sinapsi, oltre ai recettori per il glutammato se ne trovano anche per il kainato. 1 naptica. Essa può variare ed il cambiamento può durare pochi secondi, alcuni minuti o persino una vita intera. I neuroscienziati sono particolarmente interessati dai cambiamenti di lunga durata nella forza sinaptica che possono essere prodotti da brevi periodi di attività neuronale, individuabile in due processi noti come potenziamento a lungo termine I recettori NMDA (in rosso) sono le macchine molecolari per l’apprendimento. Il neurotrasmettitore è rilasciato sia a riposo che durante la induzione della LTP (in alto a sinistra). Il sito dove Mg2+ (piccoli cerchi neri in alto a destra) blocca i canali al Ca2+ si trova all’interno della membrana cellulare e si sposta in seguito a una forte depolarizzazione (schema successivo, sotto). Questo si verifica qando i neuroni modificano le loro connessioni con altri neuroni. La LTP può essere espressa sia con un maggior numero di recettori AMPA (in giallo in basso a sinistra) che con recettori AMPA più efficienti (in basso a destra). (LTP), che causa un aumento della forza, e depressione a lungo termine (LTD), che ne causa una diminuzione. Il sapore della plasticità Il glutammato è un comune amminoacido che viene impiegato in tutto il nostro corpo per costruire le proteine. Potreste essere incappati in questo elemento sotto forma di ingrediente per esaltare i sapori noto come monoglutammato di sodio. È il neurotrasmettitore che funziona nelle sinapsi più plastiche del nostro cervello – quelle che manifestano LTP e LTD. I recettori del glutammato, che sono posizionati soprattutto nella parte ricevente della sinapsi (terminazione post-sinaptica), sono disponibili in quattro varietà: tre di esse sono recettori 2 ionotropici, detti AMPA, NMDA e kainato. Il quarto tipo è un recettore metabolico ed è detto mGluR. Anche se questi quattro tipi di recettori per il glutammato rispondono tutti allo stesso neurotrasmettitore, essi hanno funzioni diverse. I recettori ionotropici per il glutammato usano i loro canali ionici per generare un potenziale eccitatorio post-sinaptico (epsp) mentre i recettori metabolici per il glutammato, come le operazioni neuromodulatorie descritte in precedenza, modulano la dimensione e la natura della risposta. Tutti questi tipi sono importanti per la plasticità sinaptica, ma i recettori AMPA e NMDA sono quelli su cui si hanno più informazioni, e vengono spesso ritenuti essere delle molecole della memoria. La maggior parte di queste conoscenze è derivata dai lavori per sviluppare nuovi farmaci che agiscono su questi recettori per modificare le loro attività. I recettori AMPA sono i più rapidi ad entrare in azione. Quando il glutammato si lega a questi recettori, essi aprono rapidamente i loro canali ionici per produrre un potenziale transiente eccitatorio postsinaptico (gli epsp sono descritti nel Capitolo 3). Il glutammato resta legato ai recettori AMPA solo per una frazione di secondo e, quando si distacca e viene rimosso dalla sinapsi, i canali ionici si chiudono ed il potenziale elettrico ritorna al sui stato di quiete. Questo è ciò che accade quando i neuroni nel cervello si inviano informazioni l’un l’altro velocemente. I recettori NMDA: macchine molecolari che avviano la plasticità Il glutammato si lega anche ai recettori NMDA sul neurone postsinaptico. Questi sono delle importanti macchine molecolari che danno l’avvio alla plasticità neuronale. Se la sinapsi è attivata lentamente, i recettori NMDA non giocano alcun ruolo o quasi. Questo avviene perché appena i recettori NMDA aprono i loro canali ionici essi vengono riempiti da un altro ione presente nella sinapsi, il magnesio (Mg++). Invece, se le sinapsi vengono attivate da un gran numero di impulsi che arrivano molto velocemente ad un insieme di punti d’ingresso sul neurone, i recettori NMDA rilevano immediatamente questa eccitazione. Questa aumentata attività sinaptica causa una notevole depolarizzazione nel neurone postsinaptico e questa causa l’espulsione di Mg++ dai canali ionici dei recettori NMDA con un processo di repulsione elettrica. Apparato sperimentale per registrare i minus.coli voltaggi elettrici che si trovano nelle sinapsi I recettori NMDA sono allora immediatamente in grado di partecipare alla comunicazione sinaptica, e lo fanno in due modi: anzitutto, come i recettori AMPA, portano Na+ e K+ che causano la depolarizzazione; secondo, consentono al calcio (Ca++) di entrare nel neurone. In altre parole, i recettori NMDA percepiscono le attività neuronali intense e inviano un segnale al neurone sotto forma di un’ondata di Ca++. Questa ondata di Ca++ è peraltro breve, dura non più di un secondo, 3 mentre il glutammato è legato ai recettori NMDA. Il Ca++ è un componente cruciale poiché segnala al neurone anche l’istante in cui i recettori NMDA sono stati attivati. Una volta entrato nel neurone, il Ca++ si lega a proteine situate molto vicine alle sinapsi nelle quali i recettori NMDA sono stati attivati. Molte di queste proteine sono fisicamente connesse con i recettori NMDA con cui costituiscono una macchina molecolare. Alcune sono enzimi che sono attivati dal Ca++ e questo causa la modificazione chimica di altre proteine all’interno della sinapsi o nelle sue vicinanze. Queste modificazioni chimiche sono la prima fase della formazione della memoria. I recettori AMPA: le nostre macchine molecolari per immagazzinare i ricordi Se l’attivazione dei recettori NMDA avvia la plasticità sinaptica nella connettività fra i neuroni, che cosa causa la variazione nella forza? Si potrebbe pensare che venga rilasciato un ulteriore trasmettitore chimico. Questo può accadere, ma siamo abbastanza sicuri che vi sia una serie di meccanismi che coinvolgono i recettori AMPA sul lato post-sinaptico della sinapsi. Ci sono molti modi in cui questo può accadere. Un modo potrebbe consistere nel far funzionare i recettori AMPA in maniera più efficiente, ad esempio facendo passare più corrente nel neurone a seguito dell’attivazione. Un secondo modo potrebbe essere quello di consentire che un maggior numero di recettori AMPA siano inseriti nelle sinapsi. In entrambe i casi si ottiene un epsp più grande: è il fenomeno della LTP. La variazione opposta, una riduzione di efficienza o del numero di recettori AMPA, può causare una LTD. La bellezza di questo meccanismo per causare LTP e LTD sta nella sua semplice eleganza: può avvenire in una singola spina dendritica e in tal modo alterare la forza sinaptica in maniera altamente localizzata. La memoria potrebbe essere organizzata in questo modo: un argomento sul quale ritorneremo nel capitolo successivo. Esercitare il cervello Le variazioni nel funzionamento dei recettori AMPA non sono tutta la storia. Quando le memorie diventano più permanenti, nel cervello avvengono dei cambiamenti strutturali. Le sinapsi contenenti un maggior numero di recettori AMPA in seguito all’induzione di LTP cambiano forma o possono aumentare di dimensioni, oppure nuove sinapsi possono comparire da un dendrite cosicché il lavoro di una sinapsi possa ora essere svolto da due. All’opposto, le sinapsi che hanno perso recettori AMPA in seguito all’induzione di LTD possono rimpicciolirsi e morire. La materia fisica di cui il nostro cervello è composto si modifica in risposta all’attività cerebrale. Ai cervelli piace esercitarsi: esercizi mentali, naturalmente! Come i nostri muscoli si fortificano quando facciamo esercizio fisico, così ora sembra che le nostre connessioni sinaptiche diventano più numerose e meglio organizzate quando le usiamo molto. La mente sulla memoria 4 La possibilità di apprendere bene è grandemente influenzata dal nostro stato emozionale – tendiamo a ricordare eventi associati ad esperienze particolarmente allegre, tristi o dolorose. Inoltre, impariamo meglio quando stiamo attenti! Questi stati della mente coinvolgono il rilascio di neuromodulatori, come l’acetilcolina (durante l’attenzione più elevata), dopamina, noradrenalina ed ormoni steroidei come il cortisolo (durante eventi inattesi, stress e ansia). I modulatori agiscono sui neuroni in diversi modi, molti dei quali riguardano modificazioni del funzionamento dei recettori NMDA. Altre azioni coinvolgono l’attivazione di speciali geni associati specificamente all’apprendimento. Le proteine che vengono così prodotte aiutano a stabilizzare il fenomeno LTP ed a farlo durare più a lungo. Il medico interno La plasticità sinaptica ha un’ulteriore funzione importante nel nostro cervello: può aiutarlo a guarire da un danno. Ad esempio, se i neuroni che controllano particolari movimenti vengono distrutti, come capita in caso di infarto o di un grave colpo alla testa, non tutto è necessariamente perso. Nella maggior parte dei casi, i neuroni stessi non ricrescono. Accade invece che altri neuroni si adattano ed a volte assumono funzioni simili a quelle dei neuroni persi, formando un’altra rete simile alla precedente. Questo è un processo di ri-apprendimento e mette in luce determinate capacità riabilitative del cervello. Jeffery Watkins, un chimico medico che ha dato uno straordinario impulso allo studio della trasmissione sinaptica eccitatoria nel cervello sviluppando molecole come la AP5 (sotto) che agiscono su specifici recettori per il glutammato. 5 11 - Apprendimento e Memoria I ricordi sono al centro della nostra individualità. Quello che ciascuno di noi ricorda è diverso dai ricordi di chiunque altro, anche nel caso di esperienze in comune. Comunque, ciascuno a modo proprio, tutti noi ricordiamo eventi, fatti, sentimenti, emozioni e capacità - alcune per breve tempo, altre per tutta la vita. Il cervello ha molti sistemi per la memoria con diverse caratteristiche e mediati da reti neuronali differenti. Si ritiene ora ampiamente che la formazione di nuovi ricordi dipenda dalla plasticità neuronale, come descritto nel capitolo precedente, ma siamo ancora poco certi dei meccanismi neurali di richiamo delle informazioni. Anche se tutti noi ci lamentiamo sempre della nostra memoria, nella maggior parte dei casi essa è abbastanza buona, tendendo a diminuire solo con l’avanzare degli anni o in caso di certe malattie neurologiche. Potrebbe essere una buona cosa tentare di migliorare la memoria, ma facendo così si potrebbe avere l’inconveniente di ricordare anche cose che forse sarebbe meglio dimenticare. L’organizzazione della memoria Il sistema della memoria di lavoro, a breve termine, del cervello Non esiste una sola area del cervello in cui tutte le informazioni che apprendiamo non passino per essere immagazzinate. La memoria a breve termine (o memoria di lavoro, working memory) mantiene le informazioni nella mente per un breve tempo in uno stato attivo di coscienza. Il magazzino più grande di informazioni, che le immagazzina passivamente, è detto memoria a lungo termine. 6 La memoria a breve termine Come una lavagna sulla quale scrivere nomi e numeri di telefono che ci servono solo per poco tempo, il cervello ha un sistema che contiene ed utilizza una piccola quantità di informazioni molto accuratamente. Utilizziamo questo sistema per ricordare una conversazione sufficientemente a lungo da comprenderne il senso, per fare le operazioni aritmetiche a mente, e per ricordare dove e quando abbiamo messo le chiavi appena un istante fa. Il punto centrale del sistema è la sua affidabilità – una caratteristica che si paga con una limitata capacità di contenimento e persistenza. Si dice spesso che si possono ricordare 7 ± 2 oggetti nella memoria a breve termine; questo è il motivo per il quale la maggior parte dei numeri di telefono ha 7 o 8 cifre, ma ricordarli accuratamente è essenziale. Si può dimostrare la limitata capacità e persistenza della memoria a breve termine con un piccolo esperimento che si può fare con gli amici (vedi casella). Un sistema esecutivo centrale controlla il flusso di informazioni, aiutato da due ulteriori magazzini per la memoria. Uno di essi è un magazzino fonologico, che opera un ciclo silenzioso di prova – la piccola parte del cervello che si usa per dire le cose a se stessi. Anche leggendo parole o numeri, ciò che viene visto è un’informazione che sarà trascritta in un codice fonologico e immagazzinata per un breve periodo in questo sistema a due compartimenti. Esiste anche una lavagna per il sistema visivo, che può contenere le immagini degli oggetti per il tempo necessario affinché i nostri occhi interiori possano manipolarlo. Un esperimento sulla memoria a breve termine Un test molto semplice sulla memoria a breve termine, o memoria di lavoro, è noto come “letter spam”. Servono almeno due persone, anche se funziona meglio con l’intera classe. Senza che gli altri vedano, uno scrive una serie di lettere, cominciando da 2, facendo attenzione che non compongano una parola. La stessa persona scriverà poi altre serie di lettere, ogni volta con una lettera in più (ad esempio, una serie di cinque lettere potrebbe essere QVHKZ e una di dieci potrebbe essere DWCUKQBPSZ). L’esperimento inizia quando tutte le serie sono preparate. L’altra persona (o la classe) ascolta, una alla volta, le serie di lettere e, dopo 5 secondi, prova scrivere le lettere nell’ordine corretto, richiamandole dalla memoria. Cominciando dalla facile serie di due lettere, il test della memoria va avanti con serie sempre più lunghe. Molte persone possono eseguirlo correttamente fino a 7 o 8 lettere, poi gli errori aumentano sempre di più. La capacità della memoria a breve termine è stata descritta come “il magico numero 7 più o meno 2”. La memoria a breve termine è localizzata principalmente nei lobi frontale e parietale. Gli studi di brain-imaging (vedi più avanti) usando la PET e la fMRI indicano che le aree uditive della memoria a breve termine sono generalmente lateralizzate nei lobi frontale e parietale sinistri, dove interagiscono con le reti neuronali coinvolte nella parola, nella pianificazione e nella presa di decisioni. Queste sono attività per le quali una buona memoria a breve termine è essenziale. La lavagna per il sistema visivo è invece lateralizzata nell’emisfero destro (vedi la Casella al termine di questo capitolo). Come si è evoluta la memoria a breve termine? Gli animali, persino la maggior parte dei mammiferi, probabilmente non hanno lo stesso tipo di sistema per la memoria a brave termine che hanno gli esseri umani, e certamente questa non si 7 è evoluta per consentire ai primi ominidi di ricordare i numeri di telefono! Gli studi su bambini molto piccoli individuano un ruolo fondamentale per la memoria a breve termine nell’apprendimento del linguaggio, suggerendo che questo sistema possa essersi evoluto con la capacità di parlare. La precisione richiesta per ricordare le parole pronunciate e il loro ordine in una frase è un fattore critico per ottenere un significato corretto in modo accurato. temporale mediale attraverso una cascata di interconnessioni responsabili del riconoscimento della forma,dedl colore, dell’identità dell’oggetto e se esso sia o meno familiare, fino a quando viene formato un qualche tipo di memoria di quel particolare oggetto e di dove e quando è stato visto. La memoria a lungo termine Anche la memoria a lungo termine è suddivisa in differenti sistemi localizzati in reti che si estendono ampiamente nel Ciò che conosciamo degli animali è organizzato in una struttura ad albero. Non sappiamo, ancora, come la rete di neuroni del cervello lo faccia. Ci sono molti modi di pensare a quest’analisi a cascata. Anzitutto, nella corteccia si trovano aree che estraggono una rappresentazione percettiva di quello che stiamo guardando. Questa è usata per immagazzinare e successivamente riconoscere gli oggetti che ci circondano. La nostra capacità di rico- La cascata di aree cerebrali attraverso le quali le informazioni visive sono prima elaborate percettivamente e poi per la memoria cervello. Le differenti reti eseguono operazioni molto diverse. Sommariamente, possiamo dire che l’informazione entra attraverso il sistema sensoriale e prosegue attraverso percorsi sempre più specializzati per elaborarla. Ad esempio, l’informazione proveniente dal sistema visivo attraversa la cosiddetta “via ventrale” dalla corteccia striata al lobo Gli schimpanzè hanno imparato a raccogliere le termiti usando un ramoscello. I giovani scimpanzè imparano guardando i genitori. noscere personaggi familiari nelle vignette satiriche dei giornali, come i per8 sonaggi politici, è conseguenza di questo sistema. Un sistema strettamente correlato a questo è quello della cosiddetta memoria semantica – il grande supermercato della conoscenza di tutti gli eventi che abbiamo accumulato riguardo al mondo. Sappiamo che Parigi è la capitale della Francia, che il DNA contiene il codice genetico sotto forma di una sequenza di coppie di elementi di base, e così via. La particolarità di questo sistema è che i fatti sono organizzati in categorie. Ciò è vitale per poter ricordare, poiché il processo di ricerca può andare avanti e indietro lungo diagrammi ad albero che percorrono questo supermercato per trovare le cose in modo efficiente. Se la memoria semantica fosse organizzata come molte persone immagazzinano le cose nella soffitta di casa – piuttosto casualmente -, avremmo enormi problemi nel ricordare qualunque cosa. Fortunatamente, il cervello separa in categorie le informazioni che elaboriamo, sebbene sia utile avere anche un insegnante abile per imparare le cose complesse che si insegnano a scuola. In verità, i bravi insegnanti riescono a costruire queste strutture nei loro studenti senza sforzi. Tutti noi impariamo inoltre delle abilità per le cose ed acquisiamo sentimenti emotivi. Sapere che un pianoforte è un pianoforte è una cosa, saper suonare è un’altra. Sapere andare in bicicletta è utile, ma sapere che certe situazioni sulla strada possono esser pericolose non lo è di meno. Le abilità si acquisiscono attraverso una pratica prolungata e volontaria, mentre l’apprendimento emotivo tende ad essere più rapido. Spesso è necessario che sia rapida, ad esempio per imparare le cose dalle quali stare in guardia. Questi due modi di apprendere sono detti condizionamenti. Sono coin- volte aree specializzate del cervello: i gangli della base ed il cervelletto sono molto importanti per l’apprendimento delle abilità, mentre l’amigdala è coinvolta nell’apprendimento emotivo. Molti animali apprendono proprie abilità – ciò è molto utile alla loro sopravvivenza. Gli errori della memoria e la localizzazione della memoria episodica nel cervello L’ultimo tipo di sistema di memoria nel cervello è detto memoria episodica. È il sistema nel quale si mantiene il ricordo delle esperienze personali. Ricordare gli eventi è diverso dall’imparare i fatti del mondo in un senso molto importante: gli eventi accadono una volta sola. S avete I pazienti amnesici (A) possono anche vederci molto bene e copiare accuratamente disegni complessi come questo, ma non possono ricordarli a lungo come i soggetti normali (NC) dimenticato quello che avete mangiato a colazione oggi (forse no) o quello che è successo il Natale scorso (forse sì) o tutto quello che vi è successo il primo giorno di scuola (probabilmente sì), non 9 potete ripetere nessuno di questi eventi come se fosse la ripetizione di una lezione in classe. Questo sistema apprende velocemente perché è necessario che lo faccia. Per la memoria episodica sono molto importanti due strutture: la corteccia peririnale (PRH) che media il senso della familiarità verso il passato e l’ippocampo (HIPPO) che codifica i fatti e i luoghi Si è capito molto di come funziona la memoria episodica studiando i pazienti neurologici che, in seguito ad infarto cerebrale, tumore cerebrale, infezioni virali come encefalite da herpes, a volte hanno carenze specifiche in questo tipo di memoria. Lo studio attento di questi pazienti e` stato il modo più utilizzato per ricavare l’organizzazione anatomica di questo ed altri sistemi della memoria. Le persone affette da una condizione nota come amnesia non riescono a ricordare di aver incontrato altre persone appena mezz’ora prima. Non possono ricordare se hanno mangiato di recente o se lo hanno solo desiderato, o persino le semplici necessità della vita quotidiana come il posto in cui hanno appoggiato recentemente qualcosa in casa propria. Facendo vedere loro un disegno complicato – come quello nella casella – sono in grado di ricopiarlo accuratamente ma non riescono a riprodurlo bene come altre persone se devono disegnarlo a memoria ap- pena 30 minuti dopo. Spesso non riescono a ricordare le cose avvenute prima che si ammalassero. Questa è chiamata amnesia retrograda. Queste persone mancano delle strutture di tempo e posizione, e la loro vita è stata descritta da un paziente amnesico a lungo studiato come una condizione di continuo “risveglio da un sogno”. Questa stessa persona mantiene comunque le proprietà linguistiche, il significato delle parole, ed una memoria a breve termine sufficientemente estesa da sostenere una conversazione sensata. Il devastante isolamento della sua vita non viene svelato fino a quando qualcuno non ripete esattamente la stessa conversazione con lui qualche minuto dopo. Incredibilmente, i pazienti amnesici possono imparare alcune cose che non riescono ricordare consciamente! Ad essi si possono insegnare abilità motorie o a leggere al contrario molto velocemente. Imparare a leggere al contrario velocemente richiede un po’ di tempo. Questo è vero per gli amnesici tanto quanto per noi ma, mentre noi ricorderemmo di avere imparato questa facoltà, loro non lo ricorderebbero. Questo rappresenta un’affascinante dissociazione nella loro attenzione cosciente. Gli amnesici sono certamente consci mentre stanno imparando, ma poi non si rendono conto di aver imparato. Non riescono a recuperare questa coscienza dal passato. Il danno che causa questa condizione debilitante può avvenire in un certo numero di circuiti cerebrali. Le aree del diencefalo chiamate corpi mammillari (nell’ipotalamo) ed il talamo sembrano essere critiche per la memoria normale, così come una struttura nel lobo temporale mediale detta ippocampo. I danni in queste re10 gioni sembrano influire particolarmente sulla formazione della memoria episodica e di quella semantica. Altri sistemi di memoria Danneggiamenti in altre aree del cervello hanno ripercussioni su altri sistemi della memoria. Le condizioni degenerative, come certi tipi di demenza semantica (una forma di Malattia di Alzheimer), possono provocare curiosi malfunzionamenti della memoria semantica. Inizialmente, i pazienti saranno abbastanza abili nel dire se i disegni che vengono mostrati in un esperimento rappresentino un gatto, un cane, un’automobile o un treno. Con l’avanzare della malattia, potrebbero esitare nel chiamare topo il disegno di un topo, dicendo invece che si tratta di un cane. Ciò conferma che le informazioni sui fatti sono organizzate per categorie, in cui le informazioni sulle entità animate sono immagazzinate assieme in un posto ben lontano dalle informazioni sulle entità inanimate. La neurobiologia della memoria Studiare a fondo i pazienti neurologici ci aiuta a scoprire dove siano situate le funzioni nel cervello, ma scoprire come esse funzionino in termini di neuroni e trasmettitori chimici richiede ricerche condotte attentamente usando animali di laboratorio. I neuroscienziati ritengono ora che molti meccanismi di regolazione fine delle connessioni neuronali durante lo sviluppo cerebrale siano usati anche durante le fasi iniziali dell’apprendimento. L’attaccamento che si sviluppa fra un neonato e la Sezione di ippocampo colorata con il metodo di Golgi. Sono evidenti, in nero, vari tipi di neuroni madre è stato studiato nei pulcini in un processo detto imprinting. Oggi sappiamo dove questo processo di apprendimento inizia nel cervello dei pulcini e conosciamo i trasmettitori chimici che vengono rilasciati per agire sui recettori coinvolti nell’immagazzinamento di un qualche tipo di “immagine” della madre. Questa immagine è abbastanza precisa, cosicché il pulcino seguirà la propria madre e non quella di un altro. Gli animali giovani hanno inoltre bisogno di scoprire quali cibi siano commestibili, assaggiando un piccola quantità di cibo alla volta e scoprendo quali hanno un cattivo sapore. Questo non può essere lasciato solamente ad una qualche forma di generica predisposizione: i meccanismi di apprendimento modulati dallo sviluppo si mettono al lavoro. A valle dei recettori attivati durante l’imprinting o l’assaggio del cibo, una cascata di secondi messaggeri chimici trasmettono il segnale al nucleo delle cellule cerebrali dove vengono attivati 11 dei geni per la produzione di speciali proteine che possono letteralmente fissare la memoria. Le place cells (cellule di posizione) sono un’altra importante scoperta. Si tratta di neuroni dell’ippocampo che producono potenziali d’azione solo quando un animale sta esplorando un luogo a lui familiare. Registrazioni da quattro elettrodi nell’ippocampo. Due di esse (wire 1 e 2, occasionalmente anche 4) mostrano impulsi nervosi che rappresentano la scarica di neuroni quando l’animale si trova in un punto particolare (spot rosso nel cerchio grande). Espandendo la scal scala del tmpo (cerchio rosso) si vede bene la forma del potenziale d’azione del cervello. Cellule diverse codificano diverse parti dell’ambiente circostante, cosicché una popolazione di cellule riesce a mappare un’intera area. Altre cellule in una zona attigua del cervello elaborano la direzione in cui l’animale si sta muovendo. L’uso combinato di queste due aree – la mappa dello spazio ed il senso della direzione – aiutano l’animale ad imparare a trovare la sua strada in giro per il mondo. Questo è chiaramente molto importante per gli animali, per trovare cibo ed acqua e tornare poi alla loro tana, nido, o qualunque dimora sia utile alla loro sopravvivenza. Questo sistema di apprendimento della navigazione è in relazione sia con il sistema della memoria semantica sia con quello della memoria episodica. Gli animali si fanno una rappresentazione stabile di dove sono le cose nel loro territorio – come gli umani acquisiscono una conoscenza dei fatti nel loro mondo. Questa mappa dello spazio fornisce uno schema di memoria nel quale ricordare gli eventi – ad esempio, ricordare dov’è stato visto per l’ultima volta un predatore. Le place cell potrebbero elaborare forse qualcosa di più della posizione – potrebbero aiutare gli animali a ricordare dove un evento è accaduto. Come si formano queste mappe e gli altri elementi della memoria? Un punto di vista emergente ipotizza il coinvolgimento della plasticità sinaptica basata sui recettori NMDA. Nel capitolo precedente si è visto come l’attivazione della plasticità neuronale cambia la forza delle connessioni in una rete di neuroni e che questo è il modo in cui vengono immagazzinate le informazioni. La funzione di apprendimento delle mappe spaziali è inibita quando un farmaco che blocca i recettori NMDA giunge all’ippocampo. Il ratto ha nuotato nella piscina fino alla piattaforma sommersa su cui si è messo Ad esempio, topi e ratti possono essere allenati a nuotare in una vasca piena d’acqua alla ricerca di una piattaforma sommersa sulla quale trovare riposo. Essi usano le place cells e le cellule che indicano la direzione della testa per riuscire a trovarla, e fissano nella memoria l’esatta posizione della piattaforma usando la plasticità avviata dai recettori NMDA. In questo esperimento sono stati utilizzati anche animali a cui è stata sop12 pressa geneticamente la presenza dei recettori NMDA nell’ippocampo. Questi animali apprendono con difficoltà ed hanno anche place cells poco precise. Nel precedente capitolo, è stato spiegato che le variazioni nell’influenza delle sinapsi sono espresse attraverso alterazioni dei recettori eccitatori AMPA. Ancora non si sa se questo sia vero anche per la memoria – è un argomento molto attuale e di intensa ricerca. Possiamo migliorare la memoria? Tutti noi crediamo che sarebbe una bella cosa poter migliorare la capacità o la persistenza della nostra memoria. Le persone anziane spesso si lamentano della loro memoria. Comunque, migliorare la memoria richiederebbe certamente un prezzo da pagare. Questo perché una buona memoria è in realtà frutto di un equilibrio fra il ricordare ed il dimenticare. Se volessimo migliorarla, avremmo poi difficoltà a dimenticare tutte le cose banali che ci sono accadute durante il giorno e che non ci serve ricordare. La regola dello “yin e yang” di una buona memoria consiste nel ricordare ed organizzare nel cervello le cose che servono, ma nel dimenticare le cose che si ritengono poco importanti. Non sembra che si avrà mai una qualche pillola che magicamente possa aumentare la memoria, almeno nelle persone normali. L’evoluzione si è assicurata di fornirci un sistema ottimamente bilanciato. Detto questo, le forme di dimenticanza grave possono essere alleviate mediante farmaci che migliorano il lavoro dei recettori NMDA e AMPA, o farmaci che stimolano la cascata dei segnali dai se- condi messaggeri chimici che sono stati identificati negli studi sull’apprendimento di giovani animali. Sarebbe utile anche trovare qualche modo di bloccare sul nascere malattie neurodegenerative che colpiscono la memoria come il Morbo di Alzheimer. Una delle avventure più interessanti nelle neuroscienze di oggi, per gli scienziati nelle università, negli isti- Frontiere della ricerca In un guidatore di taxi che sta immaginando un percorso si verifica un aumento di attività cerebrale dentro e vicino l’ippocampo. I tassisti di Londra devono conoscere la città molto bene prima che venga loro permesso di lavorare. Quando ricercatori hanno fatto entrare un guidatore di taxi in una macchina per la risonanza magnetica funzionale e gli hanno chiesto di immaginare il percorso da Marble Arc a Elefant e Castle, hanno osservato un aumento di attività nella corteccia para-ippocampale (aree in rosso). L’analisi strutturale del cervello dei tassisti ha mostrato cambiamenti nelle dimensioni relative di alcune parti dell’ippocampo, possibilmente collegabili a quanta parte della città essi sono in grado di ricordare, anche se l’osservazione potrebbe essere altrettanto dovuta ad altre cause. tuti di ricerca e nelle compagnie farmaceutiche, è lavorare su progetti di questo tipo. Con una popolazione demografica di praticamente tutte le nazioni sviluppate che tende fortemente ad una grande preponderanza di persone anziane, le cure che potrebbero aiutarle a condurre una vita indipendente più a lungo verrebbero molto apprezzate. 13 Nel contempo, alcuni scienziati ritengono che una progettazione cognitiva sarebbe utile accanto alla cura farmacologia. Non si sente molto parlare di progettazione cognitiva nei giornali tanto quanto dei nuovi farmaci, ma non è meno importante. L’idea è di trarre frutti da quanto si è appreso su come le informazioni siano codificate, immagazzinate, consolidate (il processo di “fissaggio”) e poi recuperate. Alcuni esempi su come aiutare il processo di “fissaggio” sono: fare attenzione, incrementare le sessioni di apprendimento, fare frequenti richiami alla memoria . Alcuni pazienti anziani con problemi di memoria stanno usando un sistema di agenda quotidiana noto come “NeuroPage” e lo trovano piuttosto utile. Il sistema ricorda loro la prossima cosa che devono fare e questo consente di strutturare la loro giornata in un modo che altrimenti rischierebbero di dimenticare. Un altro fattore importante è il saper riconoscere i differenti principi operativi della memoria episodica e della memoria legata all’abilità: non si impara mai a fare qualcosa sentendone soltanto parlare, anche se questo agisce sulla memoria episodica. Chiunque voglia imparare a fare qualcosa deve fare spesso pratica, come gli studenti di ogni corso di musica si sentono ripetere in continuazione. Alan Baddeley ha sviluppato l’idea della memoria di lavoro, che consiste in un certo numero di sistemi diversi che interagiscono fra loro. Il magazzino fonologico, la mappa visuospaziale e le regioni decisionali sono situati in parti diverse del cervello 14