Allora per non perdersi occorre tornare ai fondamenti Ma perché tutto questo movimento, qual è il movente primo di tutti questi scambi? Il fatto è che il denaro, in sé, senza impiego è per tutti un fardello insopportabile, non serve a nulla, nessuno lo vuole Vi sembra paradossale??? Pensate che pochi anni fa una bottiglia di minerale a Istambul costava 1.000.000 di lire turche e non perché i Turchi siano sprovveduti e avevano usato una unità monetaria particolarmente piccola, ma perché si era alterato in misura eclatante il rapporto denaro/merce Già proprio qui sta il punto, quale fenomeno è economicamente più rilevante? Il denaro o la merce? Il ciclo da considerare è Merce-Denaro-Merce o Denaro-Merce-Denaro ? Inizialmente i problema sembra semplice Il denaro nasce per regolare scambi tra merci che risultano molto scomodi se fatti direttamente mediante il baratto. E’ UNA MEZZA VERITA’ Anche all’inizio della storia rimane il dubbio: M-D-M o D-M-D ? Si dice ad esempio che se producessimo una sola merce, il denaro non sarebbe affatto necessario. Non ne sarei così sicuro Come dimostra questo esempio: Una storia (troppo) semplice Personaggi: Sig Sig Sig Sig A = decide di coltivare del grano B = ha un ettaro di terra C = ha tempo ed energia per lavorare D = Ha da parte 100 semi di grano che non ha mangiato Il Sig A che non ha nulla se non la sua decisione e la convinzione che un ettaro di terra produrrà 1000 chicchi (@) di grano, contatta B C D. Dopo lunghe discussioni trova un accordo con ciascuno di loro basato sui 1000 @ che pensa di ottenere: B presta la sua terra per 200 @ di raccolto C arerà la terra, pianterà il grano etc. per 300 @ D cede i suoi semi di grano per 300 @ Naturalmente ad A rimarranno 200 @ Come mai A che non mette nulla si guadagna 200 @? Perché promette a B C D di pagare i rispettivi @ qualunque sia il raccolto !!!!! Naturalmente, se il raccolto sarà maggiore il compenso di A sarà maggiore e viceversa. Se va proprio male è anche possibile che A debba “inventarsi” dei @ Che c’ di interessante nella storia ? 1) E’ un processo di trasformazione «strano:» crea qualcosa di nuovo, qualcosa che almeno in linea di principio accresce la ricchezza di tutti. Si parte da 100 chicchi, se il raccolto supererà i 100@, allora nella tribù ci sarà più grano di quanto ce n’era prima, si sarà creato “nuovo” grano 2) C’è bisogno di un accordo, di un contratto, qualcosa che obblighi A ad onorare i suoi impegni. Infatti B, C e D danno qualcosa subito, per avere grano in futuro 3) In un certo senso, A contrae un debito nei confronti di B,C, D, il debito deriva dalla distanza temporale tra la fornitura di terra semi e lavoro e il momento del raccolto 4) Questa obbligazione dovrà forzatamente assumere qualche forma (parola, contratto scritto etc…) che rappresenterà una certa quantità di grano che verrà prodotta e che ancora non esiste. Rappresenta grano futuro. 5) A volte B, C, D vorranno decidere cosa A dovrà fare se non potrà pagare il grano promesso (ad es. lavorare gratis per tutti, privarsi di terra e semi che eventualmente possiede), oppure fare in modo che in caso di inadempienza, A siapunito in qualche modo etc.. 6) Quando le cose si complicano (molti signor A, B, C, D) si troverà più comodo ricorrere a contratti standard, a carte o altri oggetti che testimoniano il patto sottoscritto e che identificano debitori e creditori. Le solite complicazioni Supponiamo che A si specializzi e invece di produrre grano lo trasformi in pane. Poi arriva un Sig Z che decide di produrre del vino Poi un altro Sig. W che decide di produrre salame Se qualcuno è disposto a cedere chicchi, carne, uva, lavoro e terra in cambio di pane, vino e salame si crea nuovo valore Le conseguenze sono molte: • Sia W che Z hanno bisogno di terra, lavoro capitale, naturalmente si comportano come A scommettono su prodotto futuro • C’è bisogno di più lavoro, terra, capitale MA SOPRATTUTTO IN COSA CONSISTEREBBE IL NUOVO VALORE CREATO ? Certo sarà un mix di pane, vino e salame, ma in quali proporzioni e come ricade questo nuovo valore su tutta la tribù ? Oggetti da consumare e un bene “strano” Se si producono due beni di CONSUMO le cose si complicano maledettamente: Praticamente nessuno vorrà solo del pane o solo salame o solo vino, la maggior parte vorrà quote variabili di tutte e tre le cose. In più non tutti vorranno decidere quanto di ciascun bene consumeranno al momento della contrattazione iniziale, molti vorranno decidere DOPO, o di volta in volta DISASTRO! I contratti cosa devono prevedere come compenso, pane, salame o vino? La situazione è talmente complicata che qualcuno ha un’idea geniale: INVENTIAMOCI UN BENE “FINTO” CHE NESSUNO CONSUMA IN SE’ MA CHE, SICCOME CI METTIAMO D’ACCORDO, PUO’ ESSERE SCAMBIATO CON QUALSIASI BENE DA CONSUMARE! QUALE OGGETTO USIAMO? Non importa, conchiglie, sassi, oro, pezzi carta basta che siamo d’accordo sul fatto che si può scambiare! DIAMOGLI UN NOME, CHIAMIAMOLO DENARO Molti vantaggi 1) Non siamo obbligati a decidere prima cosa chiedere in cambio di lavoro, terra..etc 2) Non siamo obbligati a consumare il pane prima che deperisca, se il patto vale nel tempo 3) Possiamo immagazzinare beni, semplicemente immagazzinando denaro 4) Il DENARO è una misura naturale del nuovo valore creato 5) Nei contratti che precedono la produzione il DENARO precisa quale siano le quote in cui ci si distribuirà il nuovo valore Tutto bene ? Tutto risolto ??? Si e no, 1. qualcuno deve occuparsi di produrre materialmente questa merce «inutile», non solo deve anche preoccuparsi di quanta ne deve mettere a disposizione 2. ogni bene ha un suo rapporto di scambio col DENARO, diciamo un suo PREZZO, e nulla è scritto sul contratto sul fatto che questo rapporto di scambio sia immutabile nel tempo! 3. E’ prevedibile che se in un certo momento c’è molta abbondanza di pane e poco salame la maggior parte della gente avrà più voglia di salame che di pane, cioè sarà disposta a privarsi di un ammontare più alto di denaro per il salame che non per il pane A un certo punto il denaro sembra cominciare ad avere valore in se’, ad avere una vita propria, addirittura a essere più importante delle merci che intermedia, come insegna questa altra interessante storiella Un esempio banale Al bar un cliente compra abitualmente un caffè doppio e 1 brioche: prezzo del caffè prezzo della brioche da 0,8 a 1,6 € (+100%) da 2 a 1 € (-50%) Come possiamo misurare la variazione del prezzo della colazione? 1. Cliente: 2. Barista: 3. Cliente: 4. Barista: media delle variazioni 1 caffè + 1 brioche 1 caffè doppio + 1 brioche 1 caffè + 2 brioche (100-50)/2 oggi 2,6 ieri 2,8 oggi 4,2 ieri 3,6 oggi 3,6 ieri 4,8 = = = = + 25% - 7% +17% -25% Chi ha ragione? Difficile da dire, ma la prima domanda è si sta misurando la stessa cosa? Cos’è che non torna? La principale misura in economia Naturalmente… un contratto (anni ’40-’60): System of National Accounts (SNA) dell’ONU Adottato in Italia nella forma SEC (Sistema Europeo dei Conti nazinali) Cosa dice il contratto? Molte cose ma può essere sintetizzato elencando le 5 W che caratterizzano un buon articolo (secondo gli inglesi) un buon lavoro teatrale (secondo Aristotele) WHO Chi sono i soggetti – attori della commedia? WHAT Cosa fanno? Qual è la storia? WHEN Quando si svolge la storia? WHERE Dove è ambientata la storia? WHY Perché succede ciò che succede?, quali sono le cause? WHAT: le clausole del contratto La storia descrive per mezzo di numeri (misura) le relazioni di un certo numero di soggetti Quali relazioni? Relazioni economiche, cioè scambi di Merci, servizi, denaro, e obbligazioni correlate Dobbiamo definire cosa intendiamo per “ECONOMICO” Nessuna definizione filosofica, scegliamo una via operativa. Clausola 1 del contratto: Il sistema economico è un insieme che produce, distribuisce, e impiega valore, prima inesistente Clausola 2 del contratto: Il processo con cui si crea valore è denominato PRODUZIONE. Il processo prevede la trasformazione di oggetti (materiali e non) mediante l’impiego di alcuni ingredienti catalizzatori. WHAT: le clausole del contratto Clausola 3 del contratto: Gli ingredienti catalizzatori sono denominati FATTORI PRODUTTIVI e sono (nella versione più semplice): Terra, Lavoro, Capitale, Impresa, Clausola 4 del contratto: Non è prevista la cessione della proprietà dei fattori, solo la loro cessione temporanea che deve essere remunerata, la remunerazione è denominata REDDITO Clausola 5 del contratto: Il processo di PRODUZIONE crea “nuovi” oggetti, (materiali o immateriali) prima inesistenti. In tali oggetti è contenuto il nuovo valore creato. Clausola 6 del contratto: E’ obbligatoria la cessione della proprietà dei “nuovi” oggetti, creati. Tale passaggio mediante la cessione di un oggetto particolare denominato DENARO. Clausola 7 del contratto: Il processo è continuo ed eterno, se cessa finisce l’economia e la sua misura. Un problema di linguaggio Come si misurano (contano) oggetti eterogenei? Concentrandosi su ciò che in base alla nostra convenzione li rende simili: IL NUOVO VALORE CREATO Abbiamo bisogno di una unità di misura del valore! Se producessimo un solo oggetto, il problema sarebbe semplicissimo: Come si rappresentano le misure ? In molti modi, ma poiché si parla SEMPRE di scambi esistono SEMPRE almeno due punti di vista da rappresentare Ad esempio la produzione è una USCITA per le imprese e i beni prodotti sono una entrata per le famiglie, d’altra parte il loro valore complessivo è misurato in denaro e, quindi, è IDENTICO Infatti uno dei modi di presentare lemisure della CONTABILITA’ NAZIONALE e mediante IDENTITA’ Pronti per la rappresentazione teatrale Dobbiamo solo scegliere gli attori e ambientare la commedia nello spazio e nel tempo WHEN E WHERE: coordinate spazio-temporali ENTITÀ GEOGRAFICA -> confini Nazionale e Interno INTERVALLO TEMPORALE -> periodo Flussi e Stock WHO: Gli Attori PROTAGONISTI PRINCIPALI: FAMIGLIE: i proprietari dei fattori produttivi IMPRESE: si occupano della produzione STATO: garantisce le obbligazioni ALTRI PROTAGONISTI: Resto del Mondo: dipende dal WHERE Intermediari finanziari: dipendono dal WHEN ALTRI Il canovaccio della commedia In scena FAMIGLIE e IMPRESE, le transazioni Famiglie Imprese Scena I: Cosa si produce Conto di equilibrio dei beni e servizi Da quali beni è fatta la PRODUZIONE TOTALE (cioè la somma delle singole produzioni) ? Identità: PT = C + I + CI + VS PT = Produzione totale (grano farina pane) C = Beni di consumo- soddisfano bisogni (pane) I = Beni di investimento - servono a produrre altri beni per più di una volta (il mulino che macina il grano, il forno che cuoce il pane) CI = Beni intermedi - servono a produrre altri beni una volta sola (il grano che diventa farina, la farina che diventa pane) VS = Variazione di scorte – tutti i beni prodotti che non sono ancora usciti dalle imprese al termine del periodo di misura SE INTRODUCIAMO L’ATTORE RESTO DEL MONDO: M + PT = C + I + CI + VS + E M = Importazioni - Beni prodotti fuori dal paese E = Esportazioni - Beni utilizzati fuori dal paese Scena II: Il valore creato Conto della Produzione La PRODUZIONE TOTALE è il nuovo valore creato ? NO! Perché ci sono duplicazioni. Dobbiamo sottrarre tutti i beni il cui valore viene incorporato in altri beni Cioè i beni intermedi (CI) Y = PT – CI Y = Nuovo valore creato Scena III: A chi va Y ? C. Distribuzione PIL Y = RILD + RLG + IMPIND RILD = Redditi interni Lavoro dipendente RLG = Risultato Lordo di Gestione (tutti gli altri redditi) IMPIND = Imposte sulla produzione (nette) Scena V: Dalla remunerazione dei fattori primari Al Reddito disponibile Perdeterminare quanto reddito è disposizione di ciascun soggetto dobbiamo considerare i TRASFERIMENTI DI REDDITO da un soggetto all’altro: ad esempio da un percettore lavoratore dipendente allo Stato sotto forma di tassee dallo stato alle famiglier sotto forma di sussidi e/o servizi. ATTENZIONE: per l’intero paese (conto aggregato) i trasferimenti interni si annullano e rimangono i trasferimenti DA E PER L’ESTERO Identità: YD = RILD+RLG+IMPIND + (RDE-RPE) YD = Redito lordo disponibile (per Consumi o Risparmio) RILD = Reddito Lavoro dipendente RLG = Risultato Lordo di Gestione (tutti gli altri redditi) IMPIND = Imposte sulla produzione (nette) RDE = Redditi provenienti DALL’estero RPE = Redditi diretti ALL’estero PIL Scena VI – come è impiegato Y ? Conto di utilizzo del reddito Il reddito disponibile è così utilizzato: YD = C + S YD = Reddito disponibile C = Consumi S = Risparmio Scena VII – Il motore del sistema Conto della formazione del capitale S = I + VS +/- B I = Investimenti VS = Varazione scorte B Accreditamento o indebitamento del sistema FINE…………………………………………………….. Fine, ma cosa abbiamo imparato? Una cosa in particolare: Mettiamo insieme nella forma più semplice (cioè senza scambio estero e senza scrte) tutti i conti : PT = CI + C + I PIL = PT – CI PIL = C+I Ma PIL = RLD + RLG e YD = RLD + RLG e YD = C + S Cioè PIL = C + I = C + S cioè S = I Accettate le identità dei conti, cioè vero lo schema di rappresentazione, Il RISPARMIO eguaglia necessariamente l’IINVESTIMENTO Da un lato le famiglie non hanno “abbastanza” beni di consumo da comprare, dall’altro i beni di investimento sono stati prodotti quindi hanno un prezzo e hanno generato reddito. L’accumulazione nel sistema è “inevitabile”, fa parte del processo. Se consideriamo il “tempo” …… Dobbiamo aggiungere ciò che viene prodotto e non venduto e ciò che viene venduto e non prodotto (perché prodotto prima) nell’intervallo di tempo che consideriamo. Cioè la cosiddetta “Variazione delle Scorte” PT = CI + C + I + VS PIL = PT – CI PIL = C + I Ma PIL = RLD + RLG e YD = RLD + RLG e YD = C + S + VS Cioè PIL = C + I + VS = C + S cioè S = I + VS Il RISPARMIO eguaglia l’INVESTIMENTO e la ASINCRONIA TEMPORALE Da un lato le famiglie non hanno “abbastanza” beni di consumo da comprare, o rimandano/anticipano l’acquisto, dall’altro i beni di investimento sono stati prodotti quindi hanno un prezzo che è stato anticipato rispetto al reddito che produrranno. L’accumulazione nel sistema è “inevitabile”, fa parte del processo e della sua dimensione temporale, cioè della sua natura empirica. Se poi consideriamo lo “spazio” cioè l’esistenza di un “Resto del Mondo” PT = CI + C + I + VS + (E-M) PIL = PT – CI PIL = C + I + VS + (E-M) Ma PIL = RLD + RLG e YD = RLD + RLG e YD = C + S + VS + (E-M) Cioè PIL = C + I + VS + (E-M) = C + S cioè S = I + VS + (E-M) Il RISPARMIO eguaglia l’INVESTIMENTO, assorbe la ASINCRONIA TEMPORALE e lo SQUILIBRIO SPAZIALE (saldo estero) Infatti se poniamo B = (E-M) Avremo S = I + VS +/- B Dai consumi e investimenti dei soggetti nazionali dobbiamo sottrarre/sommare i beni che vanno/vengono dall’estero. Quindi se il saldo è positivo avremo più risorse e viceversa. Tuttavia queste risorse interessano il processo di accumulazione non il consumo o la produzione corrente. Un sistema “semplice” Sono tutti in “pareggio” : Famiglie Mugnaio Mugnaio Totale Entrate Tot.entrate 10+40+40+50 140 10+40 50 100 100 Uscite Tot.Uscite 100+40 140 40+10 50 50+40+10 100 290 290 Anche se nel totale del sistema c’è qualcosa di strano… In tutto Si producono 50 € di farina e 100€ di pane….. Da dove vengono i 290€ ?? Una prima risposta è abbastanza semplice: Tutti i flussi sono contati due volte: una volta come entrata e una come uscita Es. le entrate delle famiglie sono uscite per Mugnaio e Fornaio e viceversa Le famiglie incassano denaro in cambio (ad es.) di lavoro e poi usano quel denaro per comprare merci. Ma il “giro” del Denaro è DOPPIO rispetto a quello delle merci! Perché? Perché se non ci fosse la intermediazione del denaro chi lavora al mulino avrebbe solo farina e chi lavora al forno avrebbe solo pane! Il denaro in questo caso DIVIDE la produzione della merce a cui la famiglia collabora dalla merce che la famiglia acquista. NON solo: SEPARA il momento (TEMPO) in cui la famiglia presta la sua opera da quello in cui acquista la merce per soddisfare i suoi bisogni. Altro che “semplice” mezzo di scambio qui il denaro è un mezzo per modificare la natura delle cose e per governare il tempo Va bene, abbiamo trovato una prima risposta: misurato in termini di flussi la somma del denaro che circola è (almeno) il doppio di quella della merce. Ma allora dovremmo avere 300€ non 290, dove sono finiti i 10€ ? Questo è ancora più complicato: se osserviamo lo schema vediamo che tutti gli scambi sono bidirezionali, TRANNE UNO cioè la farina che il fornaio compra dal mugnaio e che, ovviamente utilizza per fare il pane. Dov’è l’altra freccia? Naturalmente è una parte di quella che va dalle famiglie al fornaio per pagare il pane Nel pane è compresa la farina comprata dal fornaio, che non la usa per sé, ma la “ingloba” nel pane che poi vende. Quindi il pane che vende non “vale” 100, ma 90. E’ come se il fornaio incassasse 10€ “per conto” del mugnaio, solo che lo paga prima di incassare. Per ogni soggetto i conti non cambiano, rimane il pareggio, Ma per il sistema no Se sommo il valore di ciò che hanno venduto mugnaio e Fornaio ottengo 40 (farina alle famiglie) + 10 (farina al fornaio) + 100 (pane alle famiglie) =150 Ma 10 di farina sono anche nel pane, CIOE’ li conto 2 Volte! Ecco perché se calcolo 150 (incassi) x 2 (duplicazione del Denaro) ottengo 300 Ho contato 2 volte i 10 perché in realtà l’incasso del pane è 90+10! Quindi il conto giusto è 300 / 2 - 10 = 140 Che è L’insieme del Denaro utilizzato per pagare le merci L’insieme delle entrate delle famiglie In questo caso il denaro ha anche una funzione di DISTRIBUZIONE del valore Questo spiega i tre metodi di calcolo della ricchezza prodotta • Il metodo del valore aggiunto = valore della produzione al netto del valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione (si tolgono dal pane i 10 di farina) • Il metodo del reddito = somma dei redditi = salari + profitti (entrate delle famiglie) • Il metodo della spesa = spesa per beni finali = valore di mercato dei beni finali (entrate dei produttori o – meglio- uscite delle famiglie) Complichiamoci la vita: Immaginiamo un costruttore che produce macine di mulino e forni per il mugnaio ed il fornaio Possiamo trattare i forni e le macine come i 10€ di farina che finivano nel pane??? NO ! Le macine e il forno producono più volte (ad es per diversi anni) farina e pane quindi il loro costo va diviso per tutta la farina e tutto il pane che produrranno (finchè si romperanno) Cioè solo una parte del loro valore finisce in ogni singola merce prodotta Questo introduce moltissime complicazioni nello schema e soprattutto fa entrare in scena prepotentemente il problema del tempo: Solo come primo esempio: il costruttore vorrà essere pagato subito, ma i suoi prodotti produrranno beni finali e incassi solo in un secondo tempo. La conseguenza più eclatante è che i soggetti non sono più in equilibrio: Le famiglie incassano più reddito di quanta merce ci sia a disposizione per essere comprata. Infatti al reddito distribuito da mugnaio e fornaio si aggiunge quello distribuito dal costruttore, ma ciò che produce il costruttore non interessa le famiglie (i forni non si mangiano) quindi c’è più reddito che merce per il consumo Viceversa, il mugnaio e il fornaio spendono di più di quanto incassano perché pagano il costruttore i cui beni non si trasformano SUBITO in merce per il consumo La famiglie hanno più soldi di quanto ne possano spendere, i produttori hanno meno soldi di quanto ne hanno spesi Il sistema adesso è in equilibrio globalmente ma squilibrato per i singoli soggetti! E’ naturale che le famiglie utilizzeranno il denaro per compare beni in futuro, ma al momento del denaro non se ne fanno niente, i produttori hanno il problema inverso: nasce il meccanismo del DEBITO/CREDITO Qui il denaro diventa addirittura un modo per scambiarsi del TEMPO! Economia aperta. Apriamo adesso l’economia allo scambio con l’estero: - il costruttore importa beni intermedi per 10; - il fornaio esporta pane per 15. Entrate Bilancio imprese 190 Bilancio famiglie 170 Bilancia commerciale 15 Uscite 230 125 10 Saldo - 40 + 45 + 5 I S NX 40 45 5 S=I+NX 45=40+5 € 10 spesa farina Mugnaio € 10 salari € 35 profitti € 5 rendite € 25 investimenti 40 € sp. farina Fornaio 85 € sp. pane € 15 esportazioni Famiglie € 40 salari € 40 profitti € 10 rendite € 30 salari Costruttore € 10 importazioni Estero € 15 investimenti Reddito=[Salari+Profitti+Rendite]=(10+40+30)+(35+40)+(10+5)=170 € Prodotto=Valore Aggiunto=(50)+(85+15-10)+(40-10)=170 € PIL e contabilità nazionale 33 Spesa =[Consumi+Investimenti+Esportazioni Nette]=125+40+(15-10)=170 € Settore pubblico. Infine, per complicare ancora un po’ il grafico, introduciamo il settore pubblico. - la PA incassa 20 di gettito d’imposta dalle famiglie; - la PA spende 40 di spesa pubblica per investimenti (spesa in conto capitale). Entrate Bilancio imprese 230 Bilancio famiglie 200 Bilancia commerciale 15 Bilancio pubblico 20 Mugnaio 40 € spesa € 10 salari € 35 profitti € 5 rendite € 25 investimenti Uscite Saldo 270 - 40 145 + 55 20 - 5 40 - 20 € 10 spesa farina P.A. € 20 imposte Famiglie €40 spesa pubblica Costruttore € 50 salari € 10 profitti € 20 importazioni I S NX D = = = = 40 55 -5 20 S=I+NX+D 55=40-5+20 Fornaio 85 € spesa € 15 esportazioni € 40 salari € 40 profitti € 10 rendite Estero € 15 investimenti Reddito=[Salari+Profitti+Rendite]=(10+40+50)+(35+40+10)+(10+5)=200 € Prodotto=Valore Aggiunto=(50)+(85+15-10)+(40+25+15-20)=200 € 35 PIL e contabilità nazionale Compitino: Compilate i conti di contabilità nazionale secondo gli schemi presentati Per il sistema illustrato nella figura precedente.