Allora per non perdersi occorre tornare ai fondamenti
Ma perché tutto questo movimento, qual è il movente primo di tutti questi
scambi?
Il fatto è che il denaro, in sé, senza impiego è per tutti un fardello
insopportabile, non serve a nulla, nessuno lo vuole
Vi sembra paradossale???
Pensate che pochi anni fa una bottiglia di minerale a Istambul costava
1.000.000 di lire turche e non perché i Turchi siano sprovveduti e avevano
usato una unità monetaria particolarmente piccola, ma perché si era alterato
in misura eclatante il rapporto denaro/merce
Già proprio qui sta il punto, quale fenomeno è economicamente più rilevante?
Il denaro o la merce?
Il ciclo da considerare è Merce-Denaro-Merce o Denaro-Merce-Denaro ?
Inizialmente i problema sembra semplice
Il denaro nasce per regolare scambi tra merci che risultano molto scomodi se
fatti direttamente mediante il baratto. E’ UNA MEZZA VERITA’
Anche all’inizio della storia rimane il dubbio: M-D-M
o
D-M-D ?
Si dice ad esempio che se producessimo una sola merce, il denaro non sarebbe
affatto necessario.
Non ne sarei così sicuro
Come dimostra questo esempio:
Una storia (troppo) semplice
Personaggi:
Sig
Sig
Sig
Sig
A = decide di coltivare del grano
B = ha un ettaro di terra
C = ha tempo ed energia per lavorare
D = Ha da parte 100 semi di grano che non ha mangiato
Il Sig A che non ha nulla se non la sua decisione e la convinzione che un ettaro di terra
produrrà 1000 chicchi (@) di grano, contatta B C D.
Dopo lunghe discussioni trova un accordo con ciascuno di loro basato sui 1000 @ che pensa
di ottenere:
B presta la sua terra per 200 @ di raccolto
C arerà la terra, pianterà il grano etc. per 300 @
D cede i suoi semi di grano per 300 @
Naturalmente ad A rimarranno 200 @
Come mai A che non mette nulla si guadagna 200 @?
Perché promette a B C D di pagare i rispettivi @ qualunque sia il raccolto !!!!!
Naturalmente, se il raccolto sarà maggiore il compenso di A sarà maggiore e viceversa. Se
va proprio male è anche possibile che A debba “inventarsi” dei @
Che c’ di interessante nella storia ?
1)
E’ un processo di trasformazione «strano:» crea qualcosa di nuovo, qualcosa che
almeno in linea di principio accresce la ricchezza di tutti. Si parte da 100 chicchi,
se il raccolto supererà i 100@, allora nella tribù ci sarà più grano di quanto ce
n’era prima, si sarà creato “nuovo” grano
2)
C’è bisogno di un accordo, di un contratto, qualcosa che obblighi A ad onorare i
suoi impegni. Infatti B, C e D danno qualcosa subito, per avere grano in futuro
3)
In un certo senso, A contrae un debito nei confronti di B,C, D, il debito deriva
dalla distanza temporale tra la fornitura di terra semi e lavoro e il momento del
raccolto
4)
Questa obbligazione dovrà forzatamente assumere qualche forma (parola,
contratto scritto etc…) che rappresenterà una certa quantità di grano che verrà
prodotta e che ancora non esiste. Rappresenta grano futuro.
5)
A volte B, C, D vorranno decidere cosa A dovrà fare se non potrà pagare il grano
promesso (ad es. lavorare gratis per tutti, privarsi di terra e semi che
eventualmente possiede), oppure fare in modo che in caso di inadempienza, A
siapunito in qualche modo etc..
6)
Quando le cose si complicano (molti signor A, B, C, D) si troverà più comodo
ricorrere a contratti standard, a carte o altri oggetti che testimoniano il patto
sottoscritto e che identificano debitori e creditori.
Le solite complicazioni
Supponiamo che A si specializzi e invece di produrre grano lo trasformi in pane.
Poi arriva un Sig Z che decide di produrre del vino
Poi un altro Sig. W che decide di produrre salame
Se qualcuno è disposto a cedere chicchi, carne, uva, lavoro e terra in cambio di pane,
vino e salame si crea nuovo valore
Le conseguenze sono molte:
•
Sia W che Z hanno bisogno di terra, lavoro capitale, naturalmente si comportano
come A scommettono su prodotto futuro
•
C’è bisogno di più lavoro, terra, capitale
MA SOPRATTUTTO IN COSA CONSISTEREBBE IL NUOVO VALORE CREATO ?
Certo sarà un mix di pane, vino e salame, ma in quali proporzioni e come ricade questo
nuovo valore su tutta la tribù ?
Oggetti da consumare e un bene “strano”
Se si producono due beni di CONSUMO le cose si complicano maledettamente:
Praticamente nessuno vorrà solo del pane o solo salame o solo vino, la maggior parte
vorrà quote variabili di tutte e tre le cose.
In più non tutti vorranno decidere quanto di ciascun bene consumeranno al momento
della contrattazione iniziale, molti vorranno decidere DOPO, o di volta in volta
DISASTRO! I contratti cosa devono prevedere come compenso, pane, salame o vino?
La situazione è talmente complicata che qualcuno ha un’idea geniale:
INVENTIAMOCI UN BENE “FINTO” CHE NESSUNO CONSUMA IN SE’ MA CHE,
SICCOME CI METTIAMO D’ACCORDO, PUO’ ESSERE SCAMBIATO CON
QUALSIASI BENE DA CONSUMARE!
QUALE OGGETTO USIAMO? Non importa, conchiglie, sassi, oro, pezzi carta basta
che siamo d’accordo sul fatto che si può scambiare!
DIAMOGLI UN NOME, CHIAMIAMOLO DENARO
Molti vantaggi
1) Non siamo obbligati a decidere prima cosa chiedere in cambio di
lavoro, terra..etc
2) Non siamo obbligati a consumare il pane prima che deperisca, se
il patto vale nel tempo
3) Possiamo immagazzinare beni, semplicemente immagazzinando
denaro
4) Il DENARO è una misura naturale del nuovo valore creato
5) Nei contratti che precedono la produzione il DENARO precisa
quale siano le quote in cui ci si distribuirà il nuovo valore
Tutto bene ? Tutto risolto ???
Si e no,
1.
qualcuno deve occuparsi di produrre materialmente questa merce
«inutile», non solo deve anche preoccuparsi di quanta ne deve mettere a
disposizione
2.
ogni bene ha un suo rapporto di scambio col DENARO, diciamo un suo
PREZZO, e nulla è scritto sul contratto sul fatto che questo rapporto di
scambio sia immutabile nel tempo!
3.
E’ prevedibile che se in un certo momento c’è molta abbondanza di pane
e poco salame la maggior parte della gente avrà più voglia di salame che
di pane, cioè sarà disposta a privarsi di un ammontare più alto di denaro
per il salame che non per il pane
A un certo punto il denaro sembra cominciare ad avere valore in se’, ad avere
una vita propria, addirittura a essere più importante delle merci che
intermedia, come insegna questa altra interessante storiella
Un esempio banale
Al bar un cliente compra abitualmente un caffè doppio e 1 brioche:
prezzo del caffè
prezzo della brioche
da 0,8 a 1,6 € (+100%)
da 2 a 1 € (-50%)
Come possiamo misurare la variazione del prezzo della colazione?
1. Cliente:
2. Barista:
3. Cliente:
4. Barista:
media delle variazioni
1 caffè + 1 brioche
1 caffè doppio + 1 brioche
1 caffè + 2 brioche
(100-50)/2
oggi 2,6 ieri 2,8
oggi 4,2 ieri 3,6
oggi 3,6 ieri 4,8
=
=
=
=
+ 25%
- 7%
+17%
-25%
Chi ha ragione? Difficile da dire, ma la prima domanda è si sta misurando la stessa cosa?
Cos’è che non torna?
La principale misura in economia
Naturalmente… un contratto (anni ’40-’60):
System of National Accounts (SNA) dell’ONU
Adottato in Italia nella forma SEC (Sistema Europeo dei Conti nazinali)
Cosa dice il contratto?
Molte cose ma può essere sintetizzato elencando le
5 W che caratterizzano un buon articolo (secondo gli inglesi) un buon lavoro teatrale
(secondo Aristotele)
WHO
Chi sono i soggetti – attori della commedia?
WHAT Cosa fanno? Qual è la storia?
WHEN Quando si svolge la storia?
WHERE Dove è ambientata la storia?
WHY
Perché succede ciò che succede?, quali sono le cause?
WHAT: le clausole del contratto
La storia descrive per mezzo di numeri (misura) le
relazioni di un certo numero di soggetti
Quali relazioni? Relazioni economiche, cioè scambi di
Merci, servizi, denaro, e obbligazioni correlate
Dobbiamo definire cosa intendiamo per “ECONOMICO”
Nessuna definizione filosofica, scegliamo una via operativa.
Clausola 1 del contratto:
Il sistema economico è un insieme che produce, distribuisce, e impiega valore, prima
inesistente
Clausola 2 del contratto:
Il processo con cui si crea valore è denominato PRODUZIONE. Il processo prevede la
trasformazione di oggetti (materiali e non) mediante l’impiego di alcuni ingredienti
catalizzatori.
WHAT: le clausole del contratto
Clausola 3 del contratto:
Gli ingredienti catalizzatori sono denominati FATTORI PRODUTTIVI e sono (nella
versione più semplice): Terra, Lavoro, Capitale, Impresa,
Clausola 4 del contratto:
Non è prevista la cessione della proprietà dei fattori, solo la loro cessione temporanea
che deve essere remunerata, la remunerazione è denominata REDDITO
Clausola 5 del contratto:
Il processo di PRODUZIONE crea “nuovi” oggetti, (materiali o immateriali) prima
inesistenti. In tali oggetti è contenuto il nuovo valore creato.
Clausola 6 del contratto:
E’ obbligatoria la cessione della proprietà dei “nuovi” oggetti, creati. Tale passaggio
mediante la cessione di un oggetto particolare denominato DENARO.
Clausola 7 del contratto:
Il processo è continuo ed eterno, se cessa finisce l’economia e la sua misura.
Un problema di linguaggio
Come si misurano (contano) oggetti eterogenei?
Concentrandosi su ciò che in base alla nostra
convenzione li rende simili:
IL NUOVO VALORE CREATO
Abbiamo bisogno di una unità di misura del valore!
Se producessimo un solo oggetto, il problema sarebbe semplicissimo:
Come si rappresentano le misure ?
In molti modi, ma poiché si parla SEMPRE di scambi esistono SEMPRE almeno due
punti di vista da rappresentare
Ad esempio la produzione è una USCITA per le imprese e i beni prodotti sono una
entrata per le famiglie, d’altra parte il loro valore complessivo è misurato in
denaro e, quindi, è IDENTICO
Infatti uno dei modi di presentare lemisure della CONTABILITA’ NAZIONALE e
mediante IDENTITA’
Pronti per la rappresentazione teatrale
Dobbiamo solo scegliere gli attori e ambientare la commedia nello spazio
e nel tempo
WHEN E WHERE: coordinate spazio-temporali
ENTITÀ GEOGRAFICA -> confini
Nazionale e Interno
INTERVALLO TEMPORALE -> periodo
Flussi e Stock
WHO: Gli Attori
PROTAGONISTI PRINCIPALI:
FAMIGLIE: i proprietari dei fattori produttivi
IMPRESE: si occupano della produzione
STATO: garantisce le obbligazioni
ALTRI PROTAGONISTI:
Resto del Mondo: dipende dal WHERE
Intermediari finanziari: dipendono dal WHEN
ALTRI
Il canovaccio della commedia
In scena FAMIGLIE e IMPRESE, le transazioni
Famiglie
Imprese
Scena I: Cosa si produce
Conto di equilibrio dei beni e servizi
Da quali beni è fatta la PRODUZIONE TOTALE (cioè la somma delle singole produzioni) ?
Identità:
PT = C + I + CI + VS
PT = Produzione totale (grano farina pane)
C = Beni di consumo- soddisfano bisogni (pane)
I = Beni di investimento - servono a produrre altri beni per più di una volta (il mulino che
macina il grano, il forno che cuoce il pane)
CI = Beni intermedi - servono a produrre altri beni una volta sola (il grano che diventa
farina, la farina che diventa pane)
VS = Variazione di scorte – tutti i beni prodotti che non sono ancora usciti dalle imprese
al termine del periodo di misura
SE INTRODUCIAMO L’ATTORE RESTO DEL MONDO:
M + PT = C + I + CI + VS + E
M = Importazioni - Beni prodotti fuori dal paese
E = Esportazioni - Beni utilizzati fuori dal paese
Scena II: Il valore creato
Conto della Produzione
La PRODUZIONE TOTALE è il nuovo valore creato ?
NO! Perché ci sono duplicazioni.
Dobbiamo sottrarre tutti i beni il cui valore viene incorporato in altri beni
Cioè i beni intermedi (CI)
Y = PT – CI
Y = Nuovo valore creato
Scena III: A chi va Y ?
C. Distribuzione PIL
Y = RILD + RLG + IMPIND
RILD = Redditi interni Lavoro dipendente
RLG = Risultato Lordo di Gestione (tutti gli altri redditi)
IMPIND = Imposte sulla produzione (nette)
Scena V: Dalla remunerazione dei fattori primari
Al Reddito disponibile
Perdeterminare quanto reddito è disposizione di ciascun soggetto dobbiamo considerare i
TRASFERIMENTI DI REDDITO da un soggetto all’altro: ad esempio da un percettore
lavoratore dipendente allo Stato sotto forma di tassee dallo stato alle famiglier sotto
forma di sussidi e/o servizi.
ATTENZIONE: per l’intero paese (conto aggregato) i trasferimenti interni si annullano e
rimangono i trasferimenti DA E PER L’ESTERO
Identità:
YD = RILD+RLG+IMPIND + (RDE-RPE)
YD = Redito lordo disponibile (per Consumi o Risparmio)
RILD = Reddito Lavoro dipendente
RLG = Risultato Lordo di Gestione (tutti gli altri redditi)
IMPIND = Imposte sulla produzione (nette)
RDE = Redditi provenienti DALL’estero
RPE = Redditi diretti ALL’estero
PIL
Scena VI – come è impiegato Y ?
Conto di utilizzo del reddito
Il reddito disponibile è così utilizzato:
YD = C + S
YD = Reddito disponibile
C = Consumi
S = Risparmio
Scena VII – Il motore del sistema
Conto della formazione del capitale
S = I + VS +/- B
I = Investimenti
VS = Varazione scorte
B Accreditamento o indebitamento del sistema
FINE……………………………………………………..
Fine, ma cosa abbiamo imparato?
Una cosa in particolare:
Mettiamo insieme nella forma più semplice
(cioè senza scambio estero e senza scrte) tutti i conti :
PT = CI + C + I
PIL = PT – CI

PIL = C+I
Ma PIL = RLD + RLG e YD = RLD + RLG
e
YD = C + S
Cioè
PIL = C + I = C + S
cioè S = I
Accettate le identità dei conti, cioè vero lo schema di rappresentazione,
Il RISPARMIO eguaglia necessariamente l’IINVESTIMENTO
Da un lato le famiglie non hanno “abbastanza” beni di consumo da comprare,
dall’altro i beni di investimento sono stati prodotti quindi hanno un prezzo e hanno
generato reddito.
L’accumulazione nel sistema è “inevitabile”, fa parte del processo.
Se consideriamo il “tempo” ……
Dobbiamo aggiungere ciò che viene prodotto e non venduto e ciò che viene venduto
e non prodotto (perché prodotto prima) nell’intervallo di tempo che consideriamo.
Cioè la cosiddetta “Variazione delle Scorte”
PT = CI + C + I + VS
PIL = PT – CI

PIL = C + I
Ma PIL = RLD + RLG e YD = RLD + RLG
e
YD = C + S + VS
Cioè
PIL = C + I + VS = C + S
cioè S = I + VS
Il RISPARMIO eguaglia l’INVESTIMENTO e la ASINCRONIA TEMPORALE
Da un lato le famiglie non hanno “abbastanza” beni di consumo da comprare, o
rimandano/anticipano l’acquisto, dall’altro i beni di investimento sono stati prodotti
quindi hanno un prezzo che è stato anticipato rispetto al reddito che produrranno.
L’accumulazione nel sistema è “inevitabile”, fa parte del processo e della sua
dimensione temporale, cioè della sua natura empirica.
Se poi consideriamo lo “spazio” cioè l’esistenza di un “Resto del Mondo”
PT = CI + C + I + VS + (E-M)
PIL = PT – CI

PIL = C + I + VS + (E-M)
Ma PIL = RLD + RLG e YD = RLD + RLG
e
YD = C + S + VS + (E-M)
Cioè
PIL = C + I + VS + (E-M) = C + S
cioè S = I + VS + (E-M)
Il RISPARMIO eguaglia l’INVESTIMENTO, assorbe la ASINCRONIA
TEMPORALE e lo SQUILIBRIO SPAZIALE (saldo estero)
Infatti se poniamo B = (E-M)
Avremo
S = I + VS +/- B
Dai consumi e investimenti dei soggetti nazionali dobbiamo sottrarre/sommare i
beni che vanno/vengono dall’estero.
Quindi se il saldo è positivo avremo più risorse e viceversa. Tuttavia queste
risorse interessano il processo di accumulazione non il consumo o la produzione
corrente.
Un sistema “semplice”
Sono tutti in “pareggio” :
Famiglie
Mugnaio
Mugnaio
Totale
Entrate
Tot.entrate
10+40+40+50
140
10+40
50
100
100
Uscite
Tot.Uscite
100+40
140
40+10
50
50+40+10
100
290
290
Anche se nel totale del sistema c’è qualcosa di strano…
In tutto Si producono 50 € di farina e 100€ di pane….. Da dove vengono i 290€ ??
Una prima risposta è abbastanza semplice:
Tutti i flussi sono contati due volte: una volta come entrata e una come uscita
Es. le entrate delle famiglie sono uscite per Mugnaio e Fornaio e viceversa
Le famiglie incassano denaro in cambio (ad es.) di lavoro e poi usano quel denaro per comprare merci. Ma il “giro”
del Denaro è DOPPIO rispetto a quello delle merci!
Perché?
Perché se non ci fosse la intermediazione del denaro chi lavora al mulino avrebbe solo farina e chi lavora al forno
avrebbe solo pane!
Il denaro in questo caso DIVIDE la produzione della merce a cui la famiglia collabora dalla merce che la famiglia
acquista.
NON solo: SEPARA il momento (TEMPO) in cui la famiglia presta la sua opera da quello in cui acquista la merce per
soddisfare i suoi bisogni.
Altro che “semplice” mezzo di scambio qui il denaro è un mezzo per modificare la natura delle cose e per
governare il tempo
Va bene, abbiamo trovato una prima risposta: misurato in termini di flussi la somma del denaro che circola è
(almeno) il doppio di quella della merce.
Ma allora dovremmo avere 300€ non 290, dove sono finiti i 10€ ?
Questo è ancora più complicato: se osserviamo lo schema vediamo che tutti gli scambi sono bidirezionali, TRANNE
UNO cioè la farina che il fornaio compra dal mugnaio e che, ovviamente utilizza per fare il pane.
Dov’è l’altra freccia?
Naturalmente è una parte di quella che va dalle famiglie al fornaio per pagare il pane
Nel pane è compresa la farina comprata dal fornaio, che non la usa per sé, ma la “ingloba” nel pane che poi
vende. Quindi il pane che vende non “vale” 100, ma 90.
E’ come se il fornaio incassasse 10€ “per conto” del mugnaio, solo che lo paga prima di incassare.
Per ogni soggetto i conti non cambiano, rimane il pareggio,
Ma per il sistema no
Se sommo il valore di ciò che hanno venduto mugnaio e Fornaio ottengo
40 (farina alle famiglie) + 10 (farina al fornaio) + 100 (pane alle famiglie) =150
Ma 10 di farina sono anche nel pane, CIOE’ li conto 2 Volte!
Ecco perché se calcolo 150 (incassi) x 2 (duplicazione del Denaro) ottengo 300
Ho contato 2 volte i 10 perché in realtà l’incasso del pane è 90+10!
Quindi il conto giusto è 300 / 2 - 10 = 140
Che è
L’insieme del Denaro utilizzato per pagare le merci
L’insieme delle entrate delle famiglie
In questo caso il denaro ha anche una funzione di DISTRIBUZIONE del valore
Questo spiega i tre metodi di calcolo della ricchezza prodotta
•
Il metodo del valore aggiunto = valore della produzione al netto del valore dei beni
intermedi utilizzati nella produzione (si tolgono dal pane i 10 di farina)
•
Il metodo del reddito = somma dei redditi = salari + profitti (entrate delle famiglie)
•
Il metodo della spesa = spesa per beni finali = valore di mercato dei beni finali
(entrate dei produttori o – meglio- uscite delle famiglie)
Complichiamoci la vita:
Immaginiamo un costruttore che produce macine di mulino e forni per il mugnaio
ed il fornaio
Possiamo trattare i forni e le macine come i 10€ di farina che finivano nel pane???
NO ! Le macine e il forno producono più volte (ad es per diversi anni) farina e
pane quindi il loro costo va diviso per tutta la farina e tutto il pane che
produrranno (finchè si romperanno)
Cioè solo una parte del loro valore finisce in ogni singola merce prodotta
Questo introduce moltissime complicazioni nello schema e soprattutto fa entrare
in scena prepotentemente il problema del tempo:
Solo come primo esempio: il costruttore vorrà essere pagato subito, ma i suoi
prodotti produrranno beni finali e incassi solo in un secondo tempo.
La conseguenza più eclatante è che i soggetti non sono più in equilibrio:
Le famiglie incassano più reddito di quanta merce ci sia a disposizione per essere
comprata.
Infatti al reddito distribuito da mugnaio e fornaio si aggiunge quello distribuito dal
costruttore, ma ciò che produce il costruttore non interessa le famiglie (i forni non si
mangiano) quindi c’è più reddito che merce per il consumo
Viceversa, il mugnaio e il fornaio spendono di più di quanto incassano perché pagano il
costruttore i cui beni non si trasformano SUBITO in merce per il consumo
La famiglie hanno più soldi di quanto ne possano spendere, i produttori hanno meno
soldi di quanto ne hanno spesi
Il sistema adesso è in equilibrio globalmente ma squilibrato per i singoli soggetti!
E’ naturale che le famiglie utilizzeranno il denaro per compare beni in futuro, ma al
momento del denaro non se ne fanno niente, i produttori hanno il problema inverso:
nasce il meccanismo del DEBITO/CREDITO
Qui il denaro diventa addirittura un modo per scambiarsi del TEMPO!
Economia aperta.
Apriamo adesso l’economia allo scambio con
l’estero:
- il costruttore importa beni intermedi per 10;
- il fornaio esporta pane per 15.
Entrate
Bilancio imprese
190
Bilancio famiglie
170
Bilancia commerciale 15
Uscite
230
125
10
Saldo
- 40
+ 45
+ 5
I
S
NX
40
45
5
S=I+NX
45=40+5
€ 10 spesa farina
Mugnaio
€ 10 salari
€ 35 profitti
€ 5 rendite
€ 25 investimenti
40 € sp. farina
Fornaio
85 € sp. pane
€ 15 esportazioni
Famiglie
€ 40 salari
€ 40 profitti
€ 10 rendite
€ 30 salari
Costruttore
€ 10 importazioni
Estero
€ 15 investimenti
Reddito=[Salari+Profitti+Rendite]=(10+40+30)+(35+40)+(10+5)=170 €
Prodotto=Valore Aggiunto=(50)+(85+15-10)+(40-10)=170
€
PIL e contabilità nazionale
33
Spesa =[Consumi+Investimenti+Esportazioni Nette]=125+40+(15-10)=170 €
Settore pubblico.
Infine, per complicare ancora un po’ il grafico,
introduciamo il settore pubblico.
- la PA incassa 20 di gettito d’imposta dalle famiglie;
- la PA spende 40 di spesa pubblica per investimenti (spesa
in conto capitale).
Entrate
Bilancio imprese
230
Bilancio famiglie
200
Bilancia commerciale 15
Bilancio pubblico
20
Mugnaio
40 € spesa
€ 10 salari
€ 35 profitti
€ 5 rendite
€ 25 investimenti
Uscite
Saldo
270
- 40
145
+ 55
20
- 5
40
- 20
€ 10 spesa farina
P.A.
€ 20 imposte
Famiglie
€40 spesa pubblica
Costruttore
€ 50 salari
€ 10 profitti
€ 20 importazioni
I
S
NX
D
=
=
=
=
40
55
-5
20
S=I+NX+D
55=40-5+20
Fornaio
85 € spesa
€ 15 esportazioni
€ 40 salari
€ 40 profitti
€ 10 rendite
Estero
€ 15 investimenti
Reddito=[Salari+Profitti+Rendite]=(10+40+50)+(35+40+10)+(10+5)=200 €
Prodotto=Valore Aggiunto=(50)+(85+15-10)+(40+25+15-20)=200
€ 35
PIL e contabilità nazionale
Compitino:
Compilate i conti di contabilità nazionale secondo gli schemi presentati
Per il sistema illustrato nella figura precedente.
Scarica

Richiami di contabilità nazionale