Titolo = L’amicizia è un’anima sola che vive in due corpi separati (Aristotele) Introduzione = Da sempre un uomo, con dell’inchiostro e della carta, ha saputo scrivere. Si è scritto in campo storico e politico, in campo scientifico, in campo mitologico e religioso, in campo filosofico … ma una delle tematiche sicuramente più adottata è quella dell’amicizia che rispecchia la mentalità e la visione di una certa civiltà in un certo periodo. Documento 8 = L’odierna generazione, ineffetti, vive questo sentimento indirettamente, attraverso strumenti tecnologici e informatici che permettono virtualmente di instaurare dei legami alquanto evanescenti e instabili. I giovani hanno perso il puro senso dell’amicizia, non ne riconoscono i valori e la preziosità. Ciò è stato causato soprattutto con la diffusione dei social – network che conquistarono un esplosivo successo sin da subito. In particolare la creazione dello statunitense Mark Zuckerberg, il celebre Facebook, una rete basata sulle relazioni sociali che coinvolge il mondo intero. Inutile soffermarsi sull’utilità della struttura informatica che offre l’opportunità di comunicare gratuitamente senza limiti di distanza eppure, come la scoperta radioattiva del genio della fisica Albert Einstein innescò l’idea di sfruttarla in ambito militare e nocivo, anche Facebook ha riscosso alcuni inevitabili risultati negativi. Oltre a fenomeni di una sostanziale gravità, come il bullissimo, la pedofilia o lo stalking, come descrive un articolo del Corriere della Sera, citando e commentando una frase di William Deresiewicz, è venuta a mancare la sensibilità, si sono perse le genuine abitudini del passato, le persone si isolano nelle loro “caverne elettroniche” e sconnettendosi dal mondo esterno si dedicano ad una condivisione angosciante con amici finti. Inoltre, come se non bastasse l’indole adolescenziale all’ascesa sul podio della popolarità scolastica, si è sviluppata la tendenza a dimostrarla sui social – network. Come? Facendo aumentare, sul proprio profilo, la cifra simboleggiante gli amici e, se Dario Baldan Bembo nel 1999 scrisse che “l’amico è qualcosa che più ce n’è meglio è”, anche su Facebook si avverte la necessità di amplificare il livello di socievolezza mostrando di avere centinaia di amici che realmente sono pressoché sconosciuti. Documento 5 = Eppure, se i tempi moderni presentano questa concezione molto superficiale dell’amicizia, non bisogna indietreggiare molto sulla linea temporale per saggiare il vero cameratismo. Basti dare uno sguardo alle righe del celebre romanzo “L’amico ritrovato” di Fred Uhlmann scritto nel 1971, per notare come, nonostante tutti gli ostacoli legati all’identità, alle origini e ai preconcetti storici e discriminatori predominanti qualche anno prima, due amici restano tali. Addirittura, è estremamente valorizzato il profondo concetto del sacrificio, poiché spicca la frase “avrei dato volentieri la vita per un amico”, parole non scritte di getto ma ne è garantito il peso proprio dalle riflessioni che le sorreggono. La solidarietà arriva sino alla rinuncia della propria vita. Documento 4 = Forse è proprio questa complicità, questo senso innato di protezione, questa naturalezza con cui si considera una persona parte integrante e fondamentale della propria esistenza tanto da esser pronti a perderla pur di averla senza l’amico, che distingue amici, compagni e conoscenti. Sono categorie ben distinte ma sempre presenti, spesso contemporaneamente; concretamente lo dimostra un dipinto di Renato Gattuso realizzato nello stesso periodo del libro precedentemente citato. Il titolo del quadro è “Caffè Greco”, e mostra un piccolo locale che ospita una grande folla, c’è una coppia di turisti che probabilmente sarà entrata per la prima volta nel medesimo ritrovo a differenza di quelli che sembrano essere clienti fissi, persone che si conoscono di vista ma che non ricordano i nomi a vicenda, da una parte ci sono comitive che sembrano frequentarsi da tanto tempo ma senza confidenza, dall’altra dei personaggi che sorseggiano solitari qualche bevanda e poi ci sono le coppie, e di innamorati e di amici, uniche figure di cui si percepisce un’intesa. Documento 7 = L’intesa è la coordinazione delle idee, l’andare d’accordo anche con opinioni discordanti, nonostante sembri un controsenso, è il riuscire a trovare un compromesso e il saper comprendere i pensieri e i desideri dell’altro. Questa sintonia cresce insieme alla coppia, è quindi soggetta al tempo. Il correre dei giorni, il susseguirsi delle esperienze trascorse insieme, lo svelare i segreti e il condividere i sogni, alimentano l’armonia e rendono l’amicizia sempre più vigorosa. Questa visione degli amici non è recente ma si intravede sin dagli anni ’40 in una delle canzoni dell’album Stanze di vita quotidiana di Francesco Guccini che si concentra sul fattore del tempo, il tempo che gli amici trascorrono “inseguendo la vita” cogliendo ogni occasione per sperimentare novità, compiendo qualche trasgressione e convincendosi che quello stile di vita possa essere eterno. Documento 3 = A proposito del tempo, si può intendere questo magico rapporto tra gli amici anche in un dipinto del Raffaello risalente al 1500, e nonostante ci si immerga sempre più nel passato, si intravede ugualmente l’intesa tra i due personaggi ritratti. È un’opera simbolica per la sua capacità di testimoniare la concezione dell’amicizia basata sull’aiuto reciproco e sul sostegno; mentre l’espressivo sguardo di uno suggerisce la trasmissione dei suoi pensieri all’amico, l’altro gli pone la mano metaforicamente pesante sulla spalla, come se lo rassicurasse con un gentile gesto che acquista una tale importanza da far apparire la complicità come padrona della scena. Documento 2 = Duecento anni prima continua ad emergere questa compattezza e affinità tra gli amici ma, se si è trattato di legami che comportavano contatti fisici amichevoli, ora si discute di una concezione dell’amicizia che si concentra quasi esclusivamente sul “ragionar”, e lo testimoniano artisti e scrittori che nelle loro opere non si limitano ad immaginare ma a riportare verità o addirittura a narrare delle proprie esperienze. Ad esempio Dante Alighieri, autore e politico che conquistò il primato poetico del 1300, non esita a stilare un sonetto dedicato ai suoi migliori amici evidenziando il loro essere sulla stessa lunghezza d’onda, avere desideri comuni e quindi viaggiare presso lo stesso percorso verso la stessa meta. Documento 1 = Ma l’amicizia ha radici profonde quanto le radici della storia, e attraverso preziosissime opere antiche, si è potuto studiarla anche nella visione del I secolo a.C. ai tempi di Cicerone che le dedica un trattato intero ma è soprattutto da alcune sue lettere, come quella mandata all’amico Attico, che si può notare la sincerità assoluta dei concetti confidati che sembrano essere suggeriti direttamente dalla parte più sensibile del cuore. L’amicizia diventa libertà, perché con l’amico non c’è bisogno di fingere di essere qualcun altro dato che sarà disposto a sopportare anche i difetti; diventa sincerità, perché con l’amico non c’è bisogno di nascondere qualcosa, ma si ci può fidare con la consapevolezza che custodirà i segreti con cura; diventa punto di riferimento, perché l’amico sarà sempre pronto a dare consigli; infine diventa dipendenza, perché all’assenza dell’amico si ci accorge ancor maggiormente quanto sia rilevante la sua presenza e quanto, al momento in cui si ci sente soli e “abbandonati”, si avverta la nostalgia. Conclusione = In conclusione, qualunque sia l’epoca di riferimento, nonostante si possano avvertire diverse sfumature nell’interpretazione dell’amicizia, appare sempre come un sentimento pregiato, esclusivo e in grado di cambiare la vita.