leopinioni IL CAFFÈ 27 luglio 2014 “Un paesaggio culturale che coniuga l’essere umano con la natura esprimendo un lungo ed intimo rapporto tra la popolazione e il suo territorio”. Con questa impegnativa motivazione la regione del Lavaux, tra Losanna e Vevey, è stata inserita tra i patrimoni mondiali dell’umanità.Un paesaggio spettacolare, ma anche un luogo vissuto e testimone di una storia viticola antica di oltre mille anni. Una passeggiata a piedi in questa regione, soprattutto nelle prime settimane dell’ autunno, è un’esperienza indimenticabile. Il Lavaux, che ha saputo resistere alla tentazione dell’urbanizzazione e si estende su una lunghezza di circa 40 chilometri, ha centri storici molto ben conservati e oltre 10 mila terrazzamenti a picco sul lago, costruiti dall’uomo nel corso dei secoli, che si animano in modo particolare durante il periodo della 39 tra virgolette La vera cultura del territorio vive tra i vigneti del Lavaux APPUNTI DI VIAGGIO GIÒ REZZONICO vendemmia. La regione è denominata la Terra dei tre soli, in virtù dei quali la vigna gode di una condizione privilegiata: il sole del cielo, di cui beneficiano i pendii più ripidi; il sole del lago, che funge IL DIARIO da specchio; il sole dei muri, che immagazzinano il calore. Qui tutto ruota attorno alla viticoltura, i cui segreti sono stati tramandati nei secoli, nonostante le difficoltà legate ai ripidi pendii, alla filossera e ai capricci del tempo. I vini bianchi che nascono da questa terra arida e sassosa racchiudono una lunga tradizione. Nonostante l’esiguità del territorio, sono differenti tra loro a seconda delle diverse zone di produzione. A portare la viticoltura - disboscando questi scoscesi pendii lacustri e costruendo i FOGLI IN LIBERTÀ COLPI DI TESTA GIUSEPPE ZOIS primi stretti terrazzamenti - furono dei monaci all’inizio dell’XI secolo. Da allora questo mosaico della natura si è sviluppato e si propone in tutta la sua bellezza agli occhi del viandante moderno, che scopre non solo un paesaggio indimenticabile, ma anche la sua storia, percependo la volontà dei suoi abitanti di continuare a rimanere testimoni di un patrimonio unico al mondo. Passeggiando tra i vigneti del Lavaux si sente un’intensa interazione, rara ai giorni nostri, tra l’uomo e la natura, tra il viticol- RENATO MARTINONI LIDO CONTEMORI Le donne e la politica, un po’veline e massaie Le vergini del califfo nell’antro degli orrori Caro Diario, non c’è fine al peggio che arriva dai neo-regimi del terrore, di stampo islamico, con interpretazione totalitaria, frutto di un oscurantismo che riporta indietro di secoli l’orologio della storia e della ragione. Bin Laden era stato definito lo sceicco del terrore. C’è da chiedersi come considerare Abu Bakr al-Baghdadi, fosco capo dell’autoproclamato Stato islamico dell’Iraq e del Levante, che segna il ritorno al Califfato, con la Sharia e tutti gli orrori connessi. È lui infatti il nuovo Attila: dove passa con le sue truppe di miliziani esaltati e inferociti, è distrutto ogni segnale di apertura o di progresso. La libertà è la prima ghigliottinata. NEI SUOI DELIRI questo tiranno ha imposto la segregazione tra uomini e donne all’università; la lapidazione per le adultere; l’offerta di ragazze vergini ai guerrieri di Allah, perfino una “jihad matrimoniale“. È la “jihad del sesso“, contratti matrimoniali lampo, con fini procreativi per il trionfo della bandiera nera del califfo. Le donne non sposate devono accoppiarsi con i conquistatori. Si è saputo di una tratta di ragazze dalla Tunisia: devono abbandonarsi e soggiacere a ciurme di ribelli, prima di tornare in patria, dai loro padri padroni. Qualcuno ricorderà la cupa profezia del presidente algerino Boumedienne: “Vinceremo con i ventri delle nostre donne“. NELL’IRAQ settentrionale tutti i cristiani sono stati cacciati e i loro beni confiscati. Dovevano convertirsi al Corano oppure fuggire o affrontare la morte. Dopo secoli di convivenza, esodi massicci di tutte le minoranze verso zone protette, come la regione curda. Chissà cosa riserva ancora il futuro. Tutto ma proprio tutto è un’esagerazione sotto questi sanguinari teocrati. Se Al Qaeda terrorizzava, gli eredi conquistano, assoggettano, schiavizzano, uccidono. NELL’ESCALATION dell’efferatezza, ora è stata imposta l’infibulazione per legge. Bambine, ragazze, donne devono subire mutilazioni genitali con metodi sconvolgenti, in condizioni inaudite e pre-barbariche. Naturalmente, come sempre, tutto in nome di Maometto, di cui si riportano gli ordini e gli editti (“hadith“). Siamo fermi a visioni e precetti di 14 secoli fa! Vediamo crescere un’umanità dolorante, sotto una cappa di immobilità, di rassegnata indifferenza (o impotenza). Che civiltà è questa che sfregia ogni diritto delle donne, delle persone, delle minoranze su estesi territori? Si parla di rifondare la convivenza sul rispetto, ma quali sono i principi che i popoli liberi possono immettere, quali i contenuti? Come aiutare le culture a emanciparsi da se stesse? UNA DOMENICA IN MOSTRA L’estate della Pinacoteca Züst ruota attorno a due mostre: l’una sulla pittrice asconese di adozione Rosetta Leins (1905-1966) che viene riproposta dopo quasi 50 anni di silenzio; l’altra sulla “fragile bellezza” della ceramica d’autore. Hanno in comune un punto: testimoniare i mutamenti di linguaggi e di soggetti tra fine Otto e metà Novecento sotto la spinta del moderno. Nel caso di Rosetta Leins si va da temi, forme e motivi ancora improntati ai valori sociali e al naturalismo pittorico di fine Ottocento, chiaramente visibili soprattutto nell’affresco, a una pittura certamente più moderna e ambiziosa, ilcaffè Settimanale di attualità, politica, sport e cultura dai colori più intensi e brillanti dati con rapidi colpi di pennello o a spatola, e che si arresta alle soglie dell’informale e del neocubismo. Interessante perché in meno di 40 anni si confronta con 80 e più anni di storia dell’arte: amplificando il suo raggio d’azione nello spazio e nel tempo. Stesso arco temporale e stessa problematica, per quanto su un versante completamente diverso, riguardano pure l’altra mostra titolata “La fragile bellezza” che è una bella e interessante (perché rara) rassegna sull’evoluzione della ceramica d’arte, nel caso specifico quella italiana, ad opera di artisti, designer, celebri botteghe e manifatture co- Direttore responsabile Lillo Alaimo Vicedirettore Com’è cambiato il mondo dal tempo della discesa in campo del Cavalier B*** che finalmente ha liberato l’Italia dalla cancrena del Comunismo! Per fare un po’ di spazio agli scandali e al populismo. I politici che usavano una lingua prudente, a volte quasi incomprensibile (chi non ha mai sentito parlare delle “convergenze parallele” di Aldo Moro?), hanno lasciato il posto alle sparate volgari e alle pacche sulle spalle. Dai “compagni”, insomma, si è arrivati ai “compagnoni”. Poi è giunto come corollario il passaggio dallo spettacolo televisivo allo show dei giullari di piazza. Il cambiamento, va da sé, ha coinvolto anche le donne. Forse qualcuno ricorderà ancora le “pasionarie” che davano anima e corpo, come le suore novizie, alla causa della fede e dell’ideologia. Avevano cominciato indossando i pantaloni e infilando il fucile in spalla, al tempo della guerra, per combattere contro il Fascismo, e avevano chiuso la carriera, piene di bei ricordi, al fianco di vecchi leader. Poi è venuto il turno delle sessantottine, un po’ ribelli e molto rissose, molto loquaci e un po’ impegnate nel sociale. (Ha detto il Cavalier B*** della “cattocomunista” Rosi Bindi: “È più bella che intelligente”. Stranamente nessuna femminista ha reagito a un’offesa tanto grave e irriverente: nei confronti di una donna, nei confronti di tutte le donne). E quindi, con il trascorrere degli anni, grazie ancora al magistero del Cavalier B***, le donne in politica, almeno in Italia, hanno sempre più preso i connotati delle veline televisive. Basta guardarle mentre parlano davanti alle telecamere. Sono tutte, o quasi, giovani (nel peggiore dei casi fanno le giovinette) e più simpatiche che no. Sono tutte bellocce, più alte che basse, più magre (non fosse per il seno, sempre bene in vista) che tracagnotte. Portano tutte, o quasi, i capelli biondicci lunghi sulle spalle. Vestono tutte, siano di destra o di sinistra, un casual elegante, camminano tutte battendo i tacchi, mentre parlano al cellulare, muovendosi con l’aria un po’ vanitosa e un po’ sbarazzina delle giovani manager in carriera. Parlano tutte allo stesso modo, con le medesime parole e l’identica cantilena. Come le educande di un collegio. Non assumono mai il ruolo di leader. Basta quello delle vallette. Recitano tutte a memoria come si faceva a scuola con le poesie. È vera emancipazione questa? No, se l’emancipazione, oltre che responsabilità, è libertà di parlare, diritto di scegliere cosa fare, come pensare, come comportarsi, come vestirsi, dove andare. Meglio, molto meglio, allora, tutto sommato, le nostre consigliere federali. Anche se, più che alle veline, assomigliano alle massaie brave a scopare la cucina e a infornare la crostata di mele. La fragilità della bellezza con la ceramica d’autore CLAUDIO GUARDA Libero D’Agostino Caposervizio grafico Ricky Petrozzi tore e la sua terra. Sul posto è distribuito un prospetto che indica tre itinerari alla scoperta di questo straordinario territorio, ma se non avete molto tempo raggiungete St. Saphorin in treno e iniziate da questo incantevole villaggio, stretto attorno alla sua chiesa cinquecentesca, un percorso a piedi a metà collina. Il tratto più spettacolare e selvaggio è quello iniziale che porta fino a Rivaz, dove c’è un centro di degustazione che vi permetterà di scoprire i vini della regione. La passeggiata prosegue tra vigneti terrazzati , attraverso la zona del celebre Dézaley, quindi i borghi medievali di Epesses e Riex con la graziosa cappella del XV secolo, per giungere Cully in riva al lago e risalire a Grandvaux: dalla piazza potrete ammirare ancora dall’alto le zone attraversate, prima di risalire sul treno nella locale stazione. me quelle di Laveno o Albisola. Si comincia con un bellissimo vaso del 1908 del rinomato ceramista fiorentino Galileo Chini, dove i richiami classici si fondono con motivi floreali e liberty, e si arriva – attraverso un percorso sapientemente scandito e molto ben allestito – a un altrettanto straordinario vaso di Lucio Fontana, entrambi di un metro di altezza, degli anni ’50. Accanto a loro ecco altri celebri nomi e opere di Gio Ponti, Fausto Melotti, Corrado Cagli, Agenore Fabbri e di Arturo Martini: quest’ultimo con quattro pezzi tra cui due monumentali e bellissimi leoni (stilofori) che incantano per il Società editrice 2R Media Presidente consiglio d’amministrazione Marco Blaser Direttore editoriale Giò Rezzonico DIREZIONE, REDAZIONE E IMPAGINAZIONE Centro Editoriale Rezzonico Editore Via B. Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 40 - Fax 091 756 24 39 [email protected] - [email protected] PUBBLICITÀ Via Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 12 Fax 091 756 24 19 [email protected] ROSETTA LEINS - LA FRAGILE BELLEZZA Pinacoteca Züst, Rancate Fino al 17 agosto primitivismo delle forme e la bellezza delle patine. Dentro ci passa non solo la storia dell’arte con i suoi vari movimenti, ma anche quella della tecnologia che avanza e del design che cerca di svincolare l’oggetto d’uso o di decoro dall’ambito artigianale o prettamente funzionale per farne una creazione artistica a tutti gli effetti. Il percorso è fatto a capitoli: muove dalle tendenze liberty di fine Ottocento (linee flessuose, siluette femminili e motivi vegetali, pavoni e farfalle); passa al gusto decò, più asciutto ed essenziale, degli anni Venti dove cominciano a comparire anche le prime serie prodotte industrialmente, semplificate RESPONSABILE MARKETING Maurizio Jolli Tel. 091 756 24 00 – Fax 091 756 24 97 DISTRIBUZIONE Maribel Arranz [email protected] Tel. 091 756 24 08 Fax 091 756 24 97 nelle forme e decorate in modalità differenti; si prosegue negli anni Trenta con ceramiche chiaramente debitrici sia del secondo futurismo che di Novecento; ci si sposta infine negli anni ‘40 e ‘50 quando la scultura in ceramica, inizialmente pensata come puro elemento di arredo, si affranca dallo status di soprammobile per acquisire piena autonomia creativa. E qui, accanto ai grandi artisti che si muovono dalla neofigurazione all’informale, acquista grande slancio anche la produzione industriale sotto la guida di rinomati designer che ne fanno oggetto di raffinata eleganza borghese. STAMPA Ringier Print - Adligenswil AG - Druckzentrum Adligenswil 6043 Adligenswil - Tel. 041 375 11 11 - Fax 041 375 16 55 Tiratura (dati Remp ‘12) 56’545 Lettori (dati Mach ‘12-’13) 106’000 Abbonamento annuo Fr. 59.– (prezzo promozionale)