VI. I RINVENIMENTI MONETALI 1. CONSIDERAZIONI GENERALI Gli strati relativi alle fasi altomedievali del Santa Maria della Scala (VI-IX sec.) hanno restituito 26 reperti monetali con una maggiore concentrazione del numerario di III e IV sec. d.C. (16 pezzi). Certamente “fuori fase” risultano un asse unciale del II sec. a.C. e a due monete bassomedievali rinvenute in unità stratigrafiche di VII-VIII sec. (US 4192 e US 3118) per le quali si attestano fasi di rifrequentazione e riutilizzo nel corso del medioevo e che quindi possono considerarsi come elementi infiltrati. Quasi tutte le monete si presentano in cattivo stato di conservazione, per il lungo periodo di circolazione, per la bassa qualità delle leghe metalliche ma soprattutto a causa del terreno di giacitura assai corrosivo, che ne ha precluso la lettura e quindi l’identificazione in almeno sei casi e deteriorato vistosamente i conî in quelle riconoscibili. La presenza di monete tardo antiche in fasi altomedievali è tema assai spinoso nella letteratura archeologica e numismatica 1: la pressoché totale assenza di emissioni monetali “in fase” attestata tra VII e X sec. in numerosi contesti archeologici sia urbani che rurali2, ha talvolta portato a sostenere l’ipotesi di un riuso di numerario romano, spesso presente in grandi quantità in strati altomedievali, per sopperire alla carenza di divisionale necessario per gli scambi quotidiani, in un momento in cui le monete emesse da autorità ufficiali erano in oro e argento. L’interpretazione del significato di queste evidenze archeologiche rappresenta uno dei motivi principali dell’attuale dibattito storiografico in merito alle diverse forme di economia possibili per l’altomedioevo italiano3. 1. Principali esempi di letteratura sul tema: FASOLI 1958; BOGNETTI 1959; ARSLAN 1994; ROVELLI 1994; SACCOCCI 1997. 2. ERCOLANI COCCHI 1978; ROVELLI 1990; ROVELLI 1994, pp. 524 e 526; BARELLO 1999, p. 444; ARSLAN 2001, p. 242. 3. Il tema è affrontato principalmente in A RSLAN 1994; R OVELLI 1994, pp. 521-534 e S ACCOCCI 1997. I primi due studiosi ipotizzano lo sviluppo di forme di pagamento non monetario che si sarebbero imposti a discapito degli impieghi della moneta divisionale, giustificando così il vuoto numismatico che abbiamo tra VIII e X secolo; Saccocci, La presenza costante nelle stratificazioni del Santa Maria della Scala, insieme alle monete, di altre classi di reperti (vedi infra) di epoca romana altoimperiale e tardo antica nei periodi compresi tra VI e IX secolo, ed il fatto che le monete provengono quasi tutte da strati di livellamento e spoliazione e solo in un caso da un livello di frequentazione di un muro, (con un’unica moneta di incerta attribuzione nell’US 4192) 4 non permettono, però, di giungere ad un’interpretazione sicura sulla presenza dei reperti monetali nel sito senese e di escludere che essi possano essere dei “residui” non circolanti5. La natura dei contesti di giacitura e l’esigua quantità delle monete relative alle fasi altomedievali 6 rinvenute al Santa Maria della Scala non consentono, in sostanza, di formulare ipotesi certe in merito alla eventuale circolazione e riuso degli esemplari numismatici prodotti in età romana; tuttavia anche qui come in altri siti è evidente il vuoto di reperti monetali “in fase” tra il VII e il X secolo, laddove invece le stratigrafie sono ricche di materiali ceramici indubbiamente altomedievali per morfologie e tipologie decorative (vedi infra). Un fatto, questo, che lascia certamente aperta la possibilità di un reimpiego della monetazione romana in periodo altomedievale. La cautela impone per ora, allo stato delle conoscenze sul sito senese, di evitare estensioni e generalizzazioni non pienamente dimostrabili di un fenomeno i cui limiti cronologici, spaziali, socio-culturali non sono ancora stati del tutto chiariti. CRISTINA CICALI, CRISTIANO VIGLIETTI altresì, illustra le varie funzioni che può aver assunto la moneta tardo antica, sostenendone il possibile reimpiego in periodi di penuria monetaria, pur tenendo presente la possibilità di differenze nell’utilizzo monetale col variare delle circostanze cronologiche, territoriali e sociali. 4. Casi analoghi di residualità della moneta romana e tardo antica sono riportati in ROVELLI 1989, p. 87, CATALLI 1997, p. 105. Di diversa natura è invece il caso di Sebatum, per il quale è stato attestato un riuso di monete di III e IV sec., in buona conservazione, nelle fasi altomedievali e in strati di frequentazione (RIZZI 1985, pp. 157-160). 5. Cfr. CATALLI 1997, p. 104. 6. Non è da sottovalutare, inoltre, il fatto che abbiamo 26 reperti numismatici distribuiti in 24 unità stratigrafiche: poco più, in media, di una moneta per strato. 235 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 2. CATALOGO Aureliano Abbreviazioni e segni convenzionali Æ= bronzo, D/= dritto, d.c.= direzione coni, g= grammi, h= ore, Mi= mistura, mm= millimetri, Per.= periodo, R/= rovescio, US= unità stratigrafica. 7) Antoniniano, M., 270-275 d.C. D/ [- - - AVRELI]ANVS AVG. Testa radiata di Aureliano a d. R/ Illeggibile. Tracce di figure affrontate. g 2,49; mm 18,1; d.c. h 9. Per. III, US 4226 Roma repubblicana Impero romano 1) Asse unciale (una metà), Æ, Roma II sec.-89 a.C. D/ Testa bifronte di Giano. R/ [ROM]A. Prua di nave. Sulla d. segno di valore I. g 10,99; mm 30; d.c. h 6. Per. III, US 3025 8) Follis o Æ3 (due metà), Æ, IV secolo d.C. D/ e R/ Illeggibili g 2,25; mm 18,1. Per. V, US 13342 Costantino Severo Alessandro 2) Sesterzio, Æ, Roma 230 d.C. D/ IM[P] SEV [A]LEXANDER [A]V[G]. Testa laureata di Severo Alessandro a d. R/ [P M TR P VIIII] C[OS III PP]. Tracce del Sol radiato, testa a s., braccio d. levato e globo nella mano s. Ai lati [S] C. RIC IV n. 503, p. 110. g 22,05; mm 29,8; d.c. h 10. Per. III, US 4223 Gordiano III 3) Asse, Æ, Roma 238-239 d.C. D/ IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG. Testa laureata di Gordiano a d. R/ VIC[TO]R[IA A]VG. La Victoria che avanza verso s. con corona nella mano d. e palma nella s. Ai lati S C. RIC IV n. 258b, p. 43. g 9,49; mm 25; d.c. h 11. Per. III, US 4223 4) Sesterzio, Æ, Roma 240 d.C. D/ IMP GORDIANVS PIVS FE[LIX A]VG. Testa laureata di Gordiano III a d. R/ P M [T]R P II[I] COS [I]I [P]P. Gordiano III andante a d. con lancia nella d. e globo nella s. Ai lati S C. RIC IV n.305a, p. 49. g 17,72; mm 32,5; d.c. h 12. Per. IV, US 3059 Impero romano 5) Antoniniano, MI, II metà del III secolo d.C. D/ e R/ Illeggibili g 2,15; mm 20,5. Per. III, US 4231 Claudio il Gotico 6) Antoniniano, MI, Mediolanum dopo il 270 d.C. D/ DIVO CLAVDIO. Testa radiata di Claudio il Gotico a d. R/ CO[NSECRATI]O. Altare. RIC V.1 n. 261, p. 233. g 2,24; mm 18,2; d.c. h 1. Per. III, US 4226 9) Follis, Æ, 330-336 d.C. D/ [CONSTANTI]NVS [MA]X AVG. Busto drappeggiato e diademato di Costantino a d. R/ [GLORIA EXER]CITVS. Due soldati in piedi armati di lancia. Tra loro due stendardi. g 2,37; mm 17,5; d.c. h 5. Per. IV, US 6235 Dinastia costantiniana 10) Æ3, Æ, 336-340 d.C. D/ [- - -] S [- - -]. Tracce di testa a d. R/ [GLORIA EXERCITVS]. Due soldati affrontati. In mezzo uno stendardo. g 1,58; mm 16; d.c. h 12. Per. VI, US 6171 11) Æ3, Æ, 336-361 d.C. D/ Tracce di testa diademata a d. R/ Tracce di figura stante a s. g 1,65; mm 15; d.c. h 6. Per. IV, US 3118 12) Æ3, Æ, 336-361 d.C. D/ Tracce di testa a d. R/ Tracce di figura a s. g 0,70; mm 15; Per. IV, US 13385 Costante 13) Æ3, Æ, Roma 337-340 d.C. D/[DN] FL CON[STANS A]VG. Busto drappeggiato e laureato di Costante a d. R/ [SECVRITAS REI P]. La Securitas in piedi, gambe incrociate, testa a d., con scettro nella d. e gomito s. appoggiato su una colonna. Cfr. RIC VIII, p. 250. g 0,96; mm 14,5; d.c. h 11. Per. IV, US 3118 Costantino II, Costante o Costanzo II 14) Æ3, Æ, 337-350 d.C. D/ CONS[TAN - - -]. Busto drappeggiato e diademato a d. R/ Illeggibile 236 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale g 1,77; mm 17. Per. IV, US 3059 Costanzo II 15) Æ3, Æ, 347-348 d.C. D/ Testa diademata di Costanzo II a d. R/[VICTORIAE DD NN AVGGQ NN]. Due Victoriae affrontate con corona e palma. g 0,41; mm 13,2; d.c. h 1. Per. V, US 13348 16) Æ3, Æ, 355-363 d.C. D/ [D N CO]NSTAN[TIVS P F] AVG. Busto drappeggiato e diademato di Costanzo II a d. R/ SP[ES RE]I [PVBLICE]. L’imperatore elmato verso s., con globo nella mano d. e lancia nella s. g 1,63; mm 15,6; d.c. h 1. Per. V, US 13347 Valentiniano II, Teodosio o Arcadio 17) Æ4, Æ, 383-387 d.C. D/Illeggibile. R/ [VICTORIA AVGGG]. La Victoria che avanza verso s. con corona nella mano d. e palma nella s. g 0,78; mm 13. Per. V, US 13342 18) Æ4 o 20 nummi, Æ, IV sec.-552 d.C. D/ e R/ illeggibili g 1,69; mm 15. Per. V, US 13287 Impero romano o Regno goto 19) Æ3 o 20 nummi, Æ, IV sec.-552 d.C. D/ e R/ Illeggibili g 2,45; mm 16; Per. IV, US 3118 20) Æ4 o 2½ nummi, Æ, V sec.-552 d.C. D/ e R/ illeggibili g 0,96; mm 10. Per. III, US 13335 C. V. Autorità comunale 19) Denaro, Mi, Siena metà XIII sec. D/ […]A VETVS[…] Nel campo S retta fra quattro globetti in corona R/ +A[LF]A[…]W Nel campo croce patente in corona g. 0.54; mm 16.35; d.c. h. 2 Per. IV, US 3118 PROMIS 1968, p. 24, tav. I n. 11 (tipo) CNI, XI, p. 352, n. 29 (tipo), tav. XXII n. 25. AA.VV 1992, p. 291, n. 8. Autorità non identificabile 22) Mi, bassomedievale (?) D/ Illeggibile. Nel campo tracce di croce patente in corona R/ Illeggibile g. 1.09; mm 18.7; d.c non rilevabile. Per. VI, US 4192 Illeggibili 23) Mi D/ Illeggibile R/ Illeggibile g. 0,62; mm 13.35; d.c non rilevabile. Per. IV, US 3118 24) Mi D/ Illeggibile R/ Illeggibile g. 0,30; mm 12.3; d.c non rilevabile. Per. III, US 4211 25) Mi D/ Illeggibile R/ Illeggibile g. 0,28; mm 11; d.c non rilevabile. Per. V, US 6226 26) Mi D/ Illeggibile R/ Illeggibile g. 0,62; mm 16.35; d.c non rilevabile. Per. VII, US 3104 C.C. 237 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale a a b 1 b 2 a b a b 4 3 a b a 5 b 6 a b 7 Tav. 1 – 1. Asse unciale (cat. 1); 2. Sesterzio (cat. 4); 3. Antoniniano (cat. 6); 4. Follis (cat. 9); 5. Æ3 (cat. 15); 6. Æ4 o 2½ Nummi (cat. 20); 7. Denaro senese (cat. 21). 238 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale