3.0 Il Sistema Trasfusionale Toscano: gli attori 3.1 La rete del Sistema Trasfusionale centrale si trovano gli attori che la normativa individua come costituenti il Sistema Trasfusionale o che ne fanno parte in ragione di aspetti funzionali o tecnici. Questi attori appartengono sia al Settore Pubblico che Privato che, infine, alla Società Civile. Intorno a questo nucleo centrale si trovano numerosi altri attori, alcuni dei quali più evidenti o coinvolti nei processi e nei luoghi propri del sistema sanitario e trasfusionale mentre altri lo sono meno: tutti però sono accomunati dal fatto di avere comunque un ruolo nella capacità del sistema di raggiungere l’autosufficienza. Intorno agli attori del Sistema Trasfusionale gravitano numerosi altri soggetti, appartenenti o meno al Sistema Sangue, comunque coinvolti nel raggiungimento dell’autosufficienza. Tutti gli attori sono di fatto stakeholder del sistema. Con il termine stakeholder si intendono tutti i soggetti che possono influenzare oppure che possono essere influenzati dalle attività di un’organizzazione o di un ente. Il rapporto tra lo stakeholder e l’organizzazione/ente non deve necessariamente essere diretto: in molti casi sono considerati stakeholder anche le generazioni future o l’ambiente. Il bilancio sociale evidenzia questi aspetti: l’esistenza di legami, il diverso coinvolgimento, la partecipazione (più o meno immediata) agli esiti dell’azione dei soggetti della rete. Chiaramente, quanto definito rappresenta, pur nella sua importanza, una proposta di riflessione e, per certi aspetti, una sorta di “chiamata”: l’autosufficienza si raggiunge se tutti gli attori sono consapevoli del loro ruolo e si attivano per agirlo in modo pieno e consapevole. È importante considerare il concetto di stakeholder in quanto favorisce una lettura complessa dell’agire di un’organizzazione/ ente e degli effetti di cui tener conto: gli aspetti economici sono infatti una delle dimensioni rilevanti al pari però – come nel caso del Sistema Trasfusionale – della salute della persona, della dignità dell’individuo e delle conseguenze sociali. Il sistema di relazioni cui fanno parte gli stakeholder rappresenta quindi una rete. L’immagine della rete è importante perché sottolinea l’esistenza di legami e la possibilità che il comportamento di un attore possa influenzare quello degli altri attori, anche non direttamente in suo contatto. Elencare gli attori del network favorisce la conoscenza della rete In questo paragrafo la rete descritta cerca di tenere conto sia della “centralità” degli attori rispetto al Sistema Trasfusionale sia del settore di appartenenza. La centralità, raffigurabile attraverso cerchi concentrici, indica il coinvolgimento “specializzato” e riconosciuto del singolo attore: a titolo di esempio nel cerchio -49- Attori del Settore Pubblico - Rappresentanti politici dei vari livelli (nazionale, regionale, locale) - Enti Locali - Società della Salute - Forze dell’Ordine -Scuola -Università - Media (pubblici) Attori del Sistema Trasfusionale (ST) - Assessore regionale al Diritto alla Salute e Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale. - Centro Regionale Sangue - Strutture trasfusionali (Servizi di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale e Sezioni Trasfusionali; Centri di Qualificazione Biologica) - Le associazioni di volontariato della donazione del sangue e delle cellule staminali emopoietiche: - ANPAS - AVIS - FRATRES - ADISCO - ADMO - La Croce Rossa Italiana - Gruppi autonomi di donatori di sangue convenzionati - Comitati Buon Uso del Sangue - Comitati di Coordinamento - Rete nazionale banche per la conservazione del sangue da cordone ombelicale - Sanità militare - Centro Nazionale Sangue - Industria convenzionata - Impresa aggiudicataria trasporti organi, tessuti, emocomponenti e campioni - - - - - - - - - - - - Attori della Società Civile -Volontariato -CESVOT - Associazioni sportive - Altre organizzazione del Terzo settore - Chiesa e parrocchie - Ordini religiosi - Associazioni di Categoria -Sindacati Attori del Settore Privato -Imprese - Media locali e nazionali -Autoscuole -Cittadini Attori del Sistema Sanitario pubblico e privato Azienda USL (AUSL) Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) UUOO Farmaceutica Ospedaliera Consiglio Sanitario Regionale Comitato Etico Locale Commissione Etica Regionale Ordini medici, infermieri, farmacisti Rete Banche del Latte Donato Umano Istituto Toscano Tumori (ITT) Organizzazione Toscana Trapianti (OTT) Istituto Superiore della Sanità Ministero della Salute -50- una rappresentazione della rete del sisteMa trasFusionale sanità pubblica e privata sistema trasfusionale toscano settore privato settore pubblico società civile -51- 3.2 Gli attori del STT Fanno parte del Sistema anche la sanità militare, le società scientifiche, l’industria farmaceutica che si occupa della produzione di emoderivati, l’ impresa aggiudicataria dei trasporti di organi,tessuti, emocomponenti e campioni a fini diagnostici. Come descritto nel paragrafo precedente, il Sistema Trasfusionale Toscano è un sistema complesso costituito da componenti pubblici, privati e del privato sociale. Sono parte integrante del Sistema l’Assessorato regionale al Diritto alla Salute, la Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, Gli attori principali sono sicuramente gli oltre 160.000 donatori donatori che hanno effettuato 245.525 donazioni nel 2011 I nodi principali sono costituiti dalle Strutture Trasfusionali, Associazioni di Volontariato e Aziende Sanitarie; il Centro Regionale Sangue costituisce il fulcro della rete e ne rappresenta lo strumento di governance. 3.2.1 Sangue e plasma: chi fa cosa Componenti Donazione MONITORAGSELEZIONE LAVORAZIO- VALIDAZIOGIO COORDI- PROMOZIOATTIVITÀ NE RACCOLTA NE NE NAMENTO Donatori CRS UTILIZZO PROD. PLASMADE- Trasporto formazione RIVATI • • • • SIMT e ST • • UDR • • SANITÀ MILITARE • • • • ADV e CRI COBUS • COM COORD • • • • • • • • Società scientifiche • INDUSTRIA • Trasporto • -52- il sisteMa trasFusionale della toscana: gli attori puBBlici aSSESSorE DirEttorE GEnEraLE arEa CoorDinaMEnto SanitÀ SEttorE aSSiStEnZa Sanitaria itt ott CSr CrrC GrUppo tECniCo Di LaVoro DirEttorE: Simona Carli aMMiniStratiVi: Barbara Ermini Michela Sodde UffiCio DirEZionE AReA VAStA noRD oVeSt AReA VAStA CentRo AReA VAStA SUD eSt ASL1 ASL 3 mASSA faUSto pECori Carrara aDriana toGnaCCini pontrEMoLi ASL 4 fiViZZano antonio CroCCo * ASL 2 roSaria Bonini* LUCCA CaStELnUoVo G.na BarGa GiUSEppE Di piEtro pioMBino portofErraio ASL 5 paoLo pEtrUCCiani nUoVo S. GioVAnni Di Dio ASL 7 poGGiBonSi MontEpULCiano ASL 9 GRoSSeto GiULiana BarGaGLi fUCECChio AoU SeneSe CaStELfiorEntino Vittorio foSSoMBroni AoU CAReGGi GaBriELE GraZiani VoLtErra AoU meYeR CiSAneLLo franCo BaMBi * S. Chiara (aggiornato Maggio 2011) CAReGGi MaSSa MarittiMa orBEtELLo CaStEL DEL piano empoLi ponteDeRA AoU piSAnA faBriZio SCatEna VaLDarno ASL 11 iSio MaSini Cortona SanSEpoLCro pRAto fiGLinE CECina BiBBiEna piErLUiGi LiUMBrUno oSMa ViAReGGio LiVoRno ARezzo pESCia BorGo S. LorEnZo ASL 6 piEro paLLa piStoiA ASL 10 ASL 12 EUro porta ASL 8 SienA Legenda: SiMt MEYEr St aZiEnDa Sanitaria * facente funzioni Assessorato regionale al Diritto alla Salute che ha competenza riguardo a: - politiche per la promozione della salute, la prevenzione, la cura e la riabilitazione; - organizzazione e programmazione del Sistema Sanitario Regionale; - società della salute; - Integrazione socio-sanitaria. L’Assessore si avvale per la realizzazione delle attività della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Attualmente sono Assessore al Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia e Direttore Generale Edoardo Michele Majno. L’Accordo Stato Regioni del 13/10/2011 ha definito le funzioni e gli ambiti di attività delle strutture regionali di coordinamento. Il CRS viene individuata come struttura tecnico organizzativa della Regione/Provincia Autonoma che garantisce lo svolgimento delle attività di supporto alla programmazione regionale in materia di attività trasfusionale e di coordinamento e controllo tecnico-scientifico della rete trasfusionale, in seinergia con il CNS. Il CRS svolge attività di coordinamento del sistema sangue in tutti gli ambiti definiti dalla normativa vigente in materia di attività trasfusionali, al fine di garantire il costante perseguimento degli obiettivi del sistema, rendere omogenei i livelli di qualità, sicurezza, standardizzazione e contribuire al perseguimento dell’appropriatezza in medicina trasfusionale su tutto il territorio regionale. Il Centro Regionale Sangue Il CRS è stato istituito con delibera n. 658 del 04/08/08, “Sistema Trasfusionale toscano: determinazione”, che ha superato il vecchio modello basato sul Centro Regionale di Coordinamento e Compensazione per l’attività trasfusionale (CRCC) adeguando così l’organizzazione regionale allo schema nazionale. Attualmente direttore del CRS è Simona Carli. La regia del Sistema Trasfusionale spetta alla Direzione del Sistema Trasfusionale Toscano composta da: - Direttore Centro Regionale Sangue; - 6 esperti di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale in misura di due rappresentanti per ognuna delle Aree Vaste, tali da rappresentare sia le Aziende USL che le Aziende Ospedaliero Universitarie; - Direttori Sanitari, su proposta dei Comitati di Area Vasta, tali da rappresentare sia le Aziende USL che le Aziende Ospedaliero Universitarie; - i Presidenti delle Associazioni del Volontariato della donazione del sangue. Le riunioni dell’ufficio di Direzione sono calendarizzate il secondo giovedi di ogni mese. Il CRS assicura in particolare le seguenti funzioni. - Supporto alla programmazione regionale. Ogni anno, con modalità e tempi da condividere con il CNS, il CRS definisce il programma per l’autosufficienza a livello della regione con i rappresentanti delle Associazioni dei donatori e con i rappresentanti dei professionisti e delle direzioni delle aziende/enti presso cui operano i ST - Il programma regionale per l’autosufficienza è formulato secondo il principio di non frazionabilità dell’autosufficienza rispetto al livello nazionale e della conseguente valenza sovra-aziendale e sovra-regionale. Coordinamento della rete trasfusionale regionale per quanto concerne: - raccolta sangue ed emocomponenti - attività di compensazione intra e extra regionale - attività relativa ai rapporti convenzionali con le Associazioni e Federazioni dei Donatori. - Promozione della donazione volontaria, anonima, non remunerata e consapevole del sangue, degli emocomponenti e delle cellule staminali emopoietiche, inclusa la donazione del sangue da cordone ombelicale. -54- - Attività di monitoraggio degli obiettivi definiti nel programma regionale in merito ai consumi, produzione, gestione per la qualità, attività dei comitati per il buon uso del sangue e delle cellule staminali. - Attività di reclutamento donatori di cellule staminali, attività delle banche di sangue da cordone ombelicale. - Sistema informativo regionale delle attività regionali - Attività di emovigilanza - Gestione per la qualità - Attività di monitoraggio e verifica dell’utilizzo appropriato degli emocomponenti e dei farmaci plasma derivati - Attività di gestione del plasma da avviare alla lavorazione industriale per la produzione di plasma derivati. - Gestione del sistema informativo regionale delle attività trasfusionali e dei flussi intraregionali e da/verso il CNS, in raccordo con il sistema informativo nazionale (SISTRA). - Gestione del sistema regionale di emovigilanza - Adeguamento dei sistemi di gestione per la qualità presso i ST e le UdR a gestione associativa conformemente ai requisiti normativi vigenti - La promozione dell’utilizzo appropriato degli emocomponenti e dei farmaci plasmaderivati - La promozione dello sviluppo della medicina trasfusionale sul territorio regionale. - L’attività delle banche di sangue di cordone ombelicale - L’attività di selezione e prelievo di cellule staminali emopoietiche da sangue periferico. -56- Le Strutture Trasfusionali Il modello toscano prevede ben 40 servizi trasfusionali pubblici dislocati sul territorio con una discreta accessibilità garantita per qualunque zona è 62 unità di raccolta gestite dalle Associazioni di volontariato La capillarità e la numerosità delle strutture pubbliche ha limitato l’esigenza di unità di raccolta associative, e per questo tipo di organizzazione la Toscana rappresenta una particolarità nel panorama nazionale infatti, a differenza di molte regioni, oltre il 90% delle donazioni di sangue e plasma avvengono in strutture ospedaliere mentre solo il 10% è effettuata in Unità di Raccolta associative. regione toscana - incidenza percentuale raccolta dirette e indiretta anno 2011 9,46% 90,54% Raccolta diretta Raccolta indiretta IL SISTEMA TRASFUSIONALE TOSCANO: L’ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE -57- I processi fondamentali di un Simt Le attività di tipo produttivo: comprendono le attività di separazione del sangue intero in emocomponenti e la validazione fisica e biologica delle unità trasfusionali e l’ invio alle industrie di produzione di plasma derivati. Le attività cliniche specifiche dei Centri Trasfusionali sono: La selezione dei donatori e la gestione dei donatori non idonei che abbiano donato nel servizio trasfusionale e/o nelle UdR ad esso collegate. La terapia trasfusionale: il ST è deputato all’assegnazione degli emocomponenti al paziente; è garante dell’appropriatezza della richiesta di sangue ed emocomponenti; è responsabile della tracciabilità dell’emocomponente dal donatore al ricevente, della sorveglianza della trasfusione e degli effetti che questa può provocare a breve o a lungo termine. Le indagini immunoematologiche sui pazienti finalizzate alla trasfusione e le indagini prenatali finalizzate alla prevenzione di problemi immunoematologici e prevenzione della malattia emolitica del neonato Nel ST si svolgono attività di medicina trasfusionale e di emaferesi terapeutica e di assistenza ai pazienti, sia in costanza di ricovero sia in regime ambulatoriale; Per l’attività ambulatoriale tutti i Servizi trasfusionali gestiscono completamente il predeposito (valutazione dell’idoneità, effettuazione dei prelievi di sangue autologo, gestione delle unità), ed assicurano il coordinamento e l’organizzazione delle altre eventuali attività autotrasfusionali (recupero intra e postoperatorio, emodiluizione). Con la progressiva tendenza a ridurre le giornate di degenza e i ricoveri impropri, quasi tutti i trasfusionali hanno visto crescere in modo esponenziale molte attività cliniche che possono essere gestite ambulatoriamente: - trasfusione di emocomponenti (in genere emazie e piastrine), infusione di plasmaderivati (in particolare Ig vena, in minor I Servizi Trasfusionali (ST) sono delle strutture pubbliche deputate alla raccolta del sangue umano e dei suoi componenti, alla lavorazione, conservazione, distribuzione e assegnazione a scopo trasfusionale.* La concezione italiana di “servizio trasfusionale” è quella – unanimemente condivisa e prevista dalle norme vigenti – di “servizio specialistico ospedaliero”, unico gestore e garante della unitarietà del processo trasfusionale, del rispetto degli standard di qualità e sicurezza e delle attività diagnostiche e cliniche proprie della medicina trasfusionale. L’attività più nota dei Servizi Trasfusionali è sicuramente la raccolta, ma questa costituisce solo una parte, seppur fondamentale delle attività. L’Accordo Stato Regioni del 13/10/2011 ha definito le funzioni e gli ambiti di attività delle strutture regionali di coordinamento. I ST sono il ponte nel percorso del sangue dalla vena del donatore alla vena del ricevente e sono l’unico attore che proteggendo l’anonimato del donatore e del ricevente,conosce l’intero percorso ed è responsabile della tracciabilità dell’intero processo. Secondo la Legge n. 219 /2005 che è la legge quadro, le attività trasfusionali, comprendono oltre alle attività di produzione anche attività di tipo assistenziale e di promozione alla donazione Quindi in un Servizio Trasfusionale si svolgono attività cliniche (rivolte sia ai donatori che ai pazienti), attività di laboratorio e attività produttive vere e proprie; si aggiungono, in alcune strutture, attività ad elevata specializzazione quali raccolta e congelamento di cellule staminali e da cordone, manipolazione cellulare e banca dei tessuti. Tutte le attività proprie di un Servizio Trasfusionale sono ritenute dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). *(Decreto Legislativo 20 dicembre 2007, n. 261, articolo 2, comma 1, lettera e) «servizio trasfusionale»: le strutture e le relative articolazioni organizzative, comprese quelle per le attività di raccolta, previste dalla normativa vigente secondo i modelli organizzativi regionali, che sono responsabili sotto qualsiasi aspetto della raccolta e del controllo del sangue umano e dei suoi componenti, quale ne sia la destinazione, nonché della lavorazione, conservazione, distribuzione e assegnazione quando gli stessi sono destinati alla trasfusione). -58- misura concentrati dei fattori della coagulazione), salassoterapia, infusioni di Ferro e.v. - visite specialistiche: in particolare legate ai percorsi anemia, diagnostica delle coagulopatie congentite e acquisite, monitoraggio pazienti in TAO, prevenzione della trombosi ecc... (rivolte sia a pazienti esterni che ricoverati). Il Servizio Trasfusionale è responsabile della promozione, della donazione del sangue e del buon uso del sangue ed ha la funzione di osservatorio epidemiologico per il territorio di competenza, ai fini dell’emovigilanza. -59- Legge 219/2005 Art. 5. (Livelli essenziali di assistenza sanitaria in materia di attività trasfusionale) 1. Fermo restando quanto previsto dal punto 6.4 dell’Accordo tra Governo, regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, sancito il 22 novembre 2001 dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in sede di adeguamento e manutenzione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 novembre 2001, pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2002, i servizi e le prestazioni erogati dalle strutture del Servizio sanitario nazionale in rapporto alle specifiche competenze disciplinari, con esenzione dalla partecipazione alla spesa, in materia di attività trasfusionali comprendono: a) attività di produzione, volte a garantire la costante disponibilità del sangue e dei suoi prodotti, nonché il raggiungimento dell’obiettivo di autosufficienza regionale e nazionale, consistenti in: 1)esecuzione delle procedure relative all’accertamento dell’idoneità alla donazione; 2) raccolta del sangue intero e di emocomponenti; 3) lavorazione del sangue e degli emocomponenti, compreso il plasma per le finalità relative alla produzione di farmaci emoderivati e invio del plasma stesso ai centri e alle aziende produttori di emoderivati, convenzionati secondo le modalità di cui all’articolo 15; 4) esecuzione delle indagini di laboratorio e delle procedure di inattivazione dei patogeni finalizzate alla certificazione dei requisiti di qualità e sicurezza previsti dalla legislazione vigente per le unità di sangue e gli emocomponenti, con particolare riferimento alla prevenzione delle malattie trasmissibili con la trasfusione; 5) conservazione e trasporto del sangue e degli emocomponenti; 6) cessione del sangue a strutture trasfusionali di altre aziende o di altre regioni; 7) collaborazione con le strutture trasfusionali militari per le scorte del sangue e dei suoi prodotti, per le urgenze sanitarie nonché per gli interventi in caso di calamità; 8) trasmissione al centro regionale di coordinamento e compensazione dei dati relativi alle prestazioni effettuate, come previsto dai flussi informativi di cui all’articolo 18; 9) indagini prenatali finalizzate alla prevenzione di problemi immunoematologici e prevenzione della malattia emolitica del neonato e tenuta di un registro dei soggetti da sottoporre alla profilassi; 10)attività immunoematologiche di riferimento per problemi trasfusionali clinici e sierologici; 11) gestione di una banca di sangue congelato per le emergenze; 12)gestione di una banca di cellule staminali congelate, ottenute da sangue periferico, midollare o cordonale; 13) servizio di tipizzazione tissutale; 14) tenuta di un registro di donatori di midollo e di donatori tipizzati per il sistema di istocompatibilità HLA, in attuazione degli articoli 2 e 4 della legge 6 marzo 2001, n. 52; b) prestazioni di diagnosi e cura in medicina trasfusionale, organizzate in relazione alla complessità della rete ospedaliera pubblica e privata dell’ambito territoriale di competenza e comprendenti: 1) esecuzione da parte dei servizi trasfusionali delle indagini immunoematologiche sui pazienti finalizzate alla trasfusione; 2) verifica dell’appropriatezza della richiesta di sangue ed emocomponenti; 3)assegnazione e distribuzione del sangue e degli emocomponenti; -60- 4) supporto trasfusionale nell’ambito del sistema dei servizi di urgenza e di emergenza; 5) pratica del predeposito a scopo autotrasfusionale; 6) coordinamento ed organizzazione delle attività di recupero perioperatorio e della emodiluizione; 7)svolgimento di attività di medicina trasfusionale e di emaferesi terapeutica e di assistenza ai pazienti, sia in costanza di ricovero sia in regime ambulatoriale; 8) raccolta, anche in relazione ai centri regionali già esistenti, di cellule staminali emopoietiche mediante aferesi e loro conservazione; 9) promozione del buon uso del sangue; 10)funzione di osservatorio epidemiologico per il territorio di competenza, ai fini dell’emovigilanza; 11)ulteriori attività di diagnosi e di cura, finalizzate alla trasfusione, individuate dalla programmazione regionale e aziendale; c) promozione della donazione del sangue. -61- riSchio trASfuSionAle oGGi La medicina è una scienza empirica e per sua natura inesatta, quindi nella trasfusione di sangue come in ogni altra pratica medica, il perseguimento della sicurezza rappresenta il tentativo di avvicinarsi il più possibile all’ “assoluto” (100% di sicurezza, 0% di rischio), con la consapevolezza che un tale obiettivo non potrà essere mai raggiunto. La rapida evoluzione della medicina rende disponibili nuove informazioni e nuove tecnologie che ci permettono di accrescere le nostre conoscenze sul rischio ed è quindi corretto mantenere alta la sorveglianza per la sua prevenzione. La sicurezza del sangue, nel comune sentire è percepita quasi esclusivamente come rischio infettivologico, ed attualmente la sicurezza per questo tipo di rischio è pervenuta a livelli pressoché vicini al 100%. Questo risultato è reso possibile per l’ impegno costante del sistema e si fonda su tre punti cardine costantemente oggetto di revisione e controllo da parte del sistema di emovigilanza: - l’indagine anamnestica del donatore sempre più puntuale - l’esecuzione dei test di screening con metodiche sempre più sensibili e specifiche la gestione sempre più accurata del processo di raccolta e produzione degli emocomponenti e il trattamento inattivante di questi ultimi là dove tecnicamente possibile. - Dai dati della SIMTI il rischio residuo di trasmissione delle principali malattie virali (epatite B, epatite C e AIDS) è estremamente basso. - Residual risk (n/106+/-95%C.I.) for HCV, HIV and HBV in Italy calculated per year until 2009 SIMTI – Gruppo Italiano per lo studio di malattie trasmissibili con la trasfusione 2004 2005 2006 2007 2008 2009 hCV 0,3 0,2 0,2 0,2 0,1 0,1 hiV 1,9 1,8 1,4 1,3 0,8 0,7 1,6 1,9 1,6 1,6 hBV Tuttavia tutti i metodi per il rilevamento del rischio infettivo residuo contengono degli errori sistematici che possono risultare in una sottostima di esso. Il rischio di trasmissione di malattie infettive in ambito trasfusionale non è statico: emergono continuamente nuove infezioni e quelle già conosciute possono modificare le loro caratteristiche e il loro quadro epidemiologico. La costante sorveglianza e prevenzione delle patologie infettive trasmissibili, introducendo sempre nuovi fattori di sicurezza capaci di ridurre la percentuale di rischio residuo, ha aumentato modo anche la percentuale di sicurezza e per le patologie infettive emergenti. Permangono i rischi di tipo immunologico anche se con le metodiche sempre più accurate di compatibilizzazione e di prevenzione si sono estremamente ridotte. Il rischio più importante è l’errata somministrazione di emocomponenti: l’emocomponente al paziente sbagliato, emocomponente con caratteristiche non idonee a quello specifico paziente, eccesso di somministrazione di emocomponente (TACO – Sovraccarico cardiocircolatorio associato alla trasfusione) e l’errore di identificazione del paziente. Il rischio trasfusionale di errata identificazione del paziente è una tipologia di incidente, quasi esclusivamente dovuto a errore umano, può determinare l’insorgenza del danno più grave legato alla trasfusione: la reazione emolitica acuta da incompatibilità ABO, potenzialmente fatale (10% di decessi). Il riscontro degli incidenti che determinano danno clinico al paziente è solo la punta dell’iceberg; oltre a questi, infatti, occorre considerare gli incidenti trasfusionali in cui sono state -62- trasfuse unità ABO-compatibili a pazienti sbagliati e tutti quelli che avrebbero potuto causare un danno ma che sono stati intercettati prima dell’accadere dell’evento (near miss). (Raccomandazione n. 5 del marzo 2008 per la prevenzione della reazione trasfusionale da incompatibilità ab0). Dall’analisi della letteratura risulta che la maggior parte degli errori e degli eventi avversi (dal 55 al 75%), avviene nel reparto richiedente il supporto trasfusionale: in particolare, le fasi del processo che rappresentano il punto critico sono: - identificazione del paziente al momento dell’effettuazione del prelievo ematico per le prove di compatibilità pretrasfusionale e per la determinazione del gruppo sanguigno; - identificazione del paziente e dell’unità da trasfondere al momento della trasfusione. -63- La Regione Toscana si contraddistingue nel panorama nazionale per l’attenzione che riserva alla donazione di latte umano, in Toscana è attiva la Rete regionale delle banche del Latte Umano Donato (Re.BLUD) costituita dalla Banca capofila istituita all’AOU Meyer nel 1971, dalle Banche presso l’Ospedale San Donato di Arezzo, l’Ospedale della Misericordia di Grosseto, l’Ospedale Generale Provinciale Campo di Marte di Lucca, il Policlinico Le Scotte di Siena e l’Ospedale Versilia di Viareggio. Obiettivo del sistema è uniformare le procedure delle banche, rendere la loro attività più efficiente, ottimizzare l’uso clinico del latte umano donato (destinato essenzialmente a pazienti critici ricoverati in ospedale) e garantire su tutto il territorio la distribuzione di un prodotto standardizzato con elevati livelli di sicurezza e qualità. Le indispensabili garanzie di sicurezza e di conseguenza qualità possono venir garantite solo dall’accurata applicazione delle procedure di screening delle donatrici, modalità adeguate di raccolta e conservazione del latte, controlli organolettici, fisici e batteriologici, pastorizzazione, tracciabilità di tutte le informazioni. Tale percorso è molto simile al percorso che seguono le donazioni di sangue e plasma, per questo il percorso si è sviluppato in stretta sintonia tra la rete del latte e la rete trasfusionale. Molti infatti sono gli aspetti di raccordo con il Sistema trasfusionale per le attività condivise di selezione delle potenziali donatrici, nonché per la gestione degli esami di screening delle malattie infettive trasmissibili. Il Centro Regionale Sangue assicura le figure professionali operanti presso le Strutture Trasfusionali, che in considerazione dell’attività svolta quotidianamente e delle competenze acquisite in materia di selezione e sicurezza biologica delle donazioni, potranno essere coinvolte direttamente nella selezione delle madri potenziali donatrici, provvedendo direttamente alla selezione ed al prelievo di campioni di sangue su cui eseguire gli esami NAT, laddove non sia presente una delle BLUD. In particolare, si è evidenziata una stretta e fattiva collaborazione con il CRS in quanto gestore di un sistema regionale attualmente già funzionante in rete e concernente l’attività di donazione, che presenta elevate analogie con la Re.BLUD. Le due reti condividono anche un sistema informativo evoluto e affidabile ed interfacciato, con possibilità anche in questo caso di prenotazione. -64- I CQB vengono così ad assumere il ruolo di Osservatorio epidemiologico, relativamente alla diffusione delle infezioni virali esaminate nella popolazione dei donatori in stretto rapporto con il Sistema regionale di Emovigilanza. Inoltre la delibera della Giunta Regionale n° 160/2004 individua nei CQB i Laboratori dove eseguire i test di biologia molecolare nel percorso della qualificazione biologica delle donazioni di organi e tessuti. I 3 CQB utilizzano la stessa tipologia di strumenti analitici le stesse metodologie e gli stessi protocolli operativi in modo da garantire sempre, tramite un processo di back-up in caso di criticità su uno dei tre centri, la validazione degli emocomponenti e donazioni di organi e tessuti in tutta la regione. I Centri di Qualificazione Biologica (CQB), nell’ambito del Sistema Trasfusionale Toscano, sono Centri Diagnostici dove vengono eseguiti i test di screening e di approfondimento utili alla validazione biologica degli emocomponenti. Da un punto di vista diagnostico si eseguono in ottemperanza alla normativa vigente su ogni donazione test di biologia molecolare (NAT:Nucleic Acid Amplification Testing) per quanto riguarda i tre virus maggiori (HIV, HCV; HBV) e test sierologici che prevedono la ricerca dell’HBsAg, dell’anticorpo anti HCV, il test combo (antigene-anticorpo) per l’HIV e la ricerca di anticorpi verso l’agente patogeno della sifilide. Questi test possono essere svolti, quando sono inerenti al processo trasfusionale, solo da parte di personale dedicato della medicina trasfusionale, ovvero non possono essere svolti, per es nei laboratori per esami chimico-cliniche. diagraMMa dei processi e prelievo di sangue intero preparazione emocomponenti per Separazione Selezione DonAtoRe e Qualificazione Biologica & Validazione ev e Aferesi produttiva ev ev Consegna pAziente ed Assegnazione ev produzione industriale emoderivati ev ev Consegna Distribuzione Consegna e emocomponenti ev emocomponenti Validati ed emoderivati i proCESSi fonDaMEntaLi Di Un SiMt, tratto Da: “raCCoLta, proDUZionE, VaLiDaZionE, aSSEGnaZionE E ConSErVaZionE DEGLi EMoCoMponEnti: anaLiSi DEi MaCro-proCESSi nEi SErViZi Di MEDiCina traSfUSionaLE”, EDiZioni SiMti, 2004 -65- In molti Centri Trasfusionali toscani i medici trasfusionisti effettuano la selezione della mamma/coppia per la donazione delle cellule staminali da cordone ombelicale. In alcuni Centri si svolgono attività di elevata specializzazione quali la raccolta delle cellule staminali da periferico e la loro conservazione e distribuzione. Nel SIMT di Pisa è presente una banca di tessuti e la banca di cellule staminali da cordone ombelicale. Aferesi terapeutica: la maggior parte dei Servizi Trasfusionali effettua prestazioni di aferesi terapeutica (ossia volta a risolvere una patologia), anche se con volumi e tipologie di aferesi molto variabili da struttura a struttura: in alcuni centri oltre al plasmaexchange, si eseguono prestazioni aferetiche terapeutiche quali la plasmafiltrazione, la fotoaferesi, la LDL aferesi, le piastrinoaferesi, linfocitoaferesi, eritroaferesi, eritroexchange. Nella Regione Toscana solo in alcuni Servizi Trasfusionali,è presente un Laboratorio di Immunogenetica che esegue indagini sierologiche e in biologia molecolare a bassa ed alta risoluzione legate alla tipizzazione HLA dei donatori di Midollo Osseo e alla compatibilità tessutale nei trapianti nonché la tipizzazione HLA utile per la diagnosi di alcune malattie. -66- -68- La Trasfusione. Il processo trasfusionale inizia con la valutazione delle condizioni cliniche del paziente e conseguente decisione clinica sulla opportunità o meno di eseguire una trasfusione. Una volta ritenuta opportuna altro punto del processo è la informazione al paziente sulle indicazioni che ci fanno considerare necessaria la trasfusione il paziente dovrà dare il suo consenso. Il consenso deve essere informato, ovvero al paziente deve essere compiutamente spiegato perché vorremmo effettuare una trasfusione, quali sono i benefici che ci attendiamo, quali sono i problemi che potrebbero insorgere a causa della trasfusione, ma anche i rischi causati dal non effettuarla. Il consenso alla trasfusione non è un consenso generico e il consenso (o il dissenso) deve essere scritto e firmato. La richiesta compilata e firmata dal medico, deve riportare la corretta identificazione del paziente, la situazione clinica per la quale si richiede l’emocomponente ed i parametri che si intendono correggere, il tipo di emocomponente e la quantità. La richiesta deve essere accompagnata da un campione di sangue del paziente, la provetta deve riportare oltre ai dati identificativi del paziente, la data del prelievo e la firma dell’operatore che ha eseguito il prelievo stesso. Una volta che la richiesta ed il campione arrivano al trasfusionale il personale sanitario del Centro Trasfusionale deve verificare la congruità dei dati riportati sulla richiesta e sul campione. Il medico trasfusionista deve valutare l’appropriatezza della richiesta. Nel Centro Trasfusionale vengono svolte tutte le procedure pre trasfusionali e viene assegnato l’emocomponente compatibile con il paziente. L’emocomponente una volta arrivato nel reparto di degenza o nell’ambulatorio deve essere subito trasfuso. L’unità deve essere ispezionata prima della trasfusione al fine di assicurarsi che non sia scaduta, non presenti alterazioni di aspetto e colore. L’identificazione al letto del paziente e la corrispondenza tra emocomponente ed i dati del paziente deve essere svolta da due operatori: medico ed infermiere. Se il paziente è cosciente deve essere effettuata l’identificazione positiva, ovvero deve essere richiesto al paziente di dire il suo nome, cognome e data di nascita. La trasfusione deve essere eseguita sotto la responsabilità del medico. I segni vitali del paziente (frequenza cardiaca, pressione arteriosa, temperatura corporea) devono essere rilevati prima e dopo la trasfusione e registrati in cartella. Il processo trasfusionale non si conclude con la fine della trasfusione: gli effetti della trasfusione a breve ed a lungo termine sono i risultati dell’intero processo. degli istituti e delle cliniche universitarie, degli istituti ed enti ecclesiastici che esercitano l’assistenza ospedaliera, dell’ospedale Galliera di Genova, degli ospedali dell’Ordine Mauriziano di Torino, degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e al Servizio Trasfusionale Militare”. L’Ufficio di Direzione e Coordinamento del Servizio Trasfusionale Militare, costituito presso la ex Direzione Generale della Sanità Militare, svolge funzioni di direzione e coordinamento di “tipo dirigenziale”, nei confronti dei Centri Trasfusionali Militari periferici, espressamente previsti dal D.M. 15/07/2009 art. 3 comma 2. Per tali motivi è di fatto equiparabile ai Centri Regionali di coordinamento e compensazione civili e al Centro Nazionale Sangue del Ministero della Salute. Infatti, esso coopera con le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, del Ministero dell’Interno e del Dipartimento della Protezione Civile, al fine di assicurare le necessità trasfusionali per le situazioni di emergenza e il mantenimento di adeguate scorte di prodotti del sangue. Il Ministero della Difesa, dunque, è l’autorità responsabile, relativamente al servizio trasfusionale di cui al presente articolo, del rispetto dei requisiti previsti dal decreto legislativo 20 dicembre 2007, n. 261, in materia di raccolta e controllo del sangue umano e dei suoi componenti. L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato fotografa l’attività, in termini di produzione di unità di globuli rossi, dei Centri Trasfusionali delle diverse Regioni italiane e del Servizio Trasfusionale Militare. Il decreto del Ministro della Difesa 18 giugno 1992 nr. 499, recante “Norme per il Servizio Trasfusionale Militare”, così come integrato/modificato dal decreto 15 luglio 2009, disciplina i compiti e le attività delle FF.AA. in campo trasfusionale. Compito del Servizio Trasfusionale Militare (S.T.M.), infatti, è il “conseguimento di una completa autonomia delle Forze armate in campo trasfusionale mediante un’attività di programmazione, coordinamento ed indirizzo del sistema sangue onde garantire i livelli di autosufficienza di sangue, di emocomponenti disponibili e di emoderivati per le strutture sanitarie militari, nonchè assicurare la disponibilità necessaria di sangue raro, cellule staminali emopoietiche in modo da essere in grado di svolgere tutte le competenze previste dalla normativa vigente e, soddisfatte tali esigenze prioritarie, di apportare un Le Unità di Raccolta secondo il Decreto Legislativo 20 dicembre 2007, n. 261, articolo 2, comma 1, lettera f sono strutture non pubbliche, gestite dalle associazioni dei donatori volontari di sangue convenzionate e costituite ai sensi della normativa vigente; le unità di raccolta, gestite singolarmente o in forma aggregata dalle predette associazioni incaricate della raccolta, previa autorizzazione delle regioni o province autonome competenti, operano sotto la responsabilità tecnica del servizio trasfusionale di riferimento e svolgono le attività di raccolta con la selezione del donatore ed il processo donazionale. www.regione.toscana.it/donareilsangue Il Servizio Trasfusionale Militare Il Servizio Trasfusionale civile e militare è una componente sanitaria particolare, in quanto si occupa di donazione del sangue, organi, tessuti e cellule ed è rigidamente regolato da Leggi Nazionali ed Europee per essere uniformato continuamente ai progressi scientifici e tecnologici. Il Servizio Trasfusionale Militare si caratterizza per il supporto in emocomponenti alle attività medico-chirurgiche degli Ospedali Militari e dei Complessi Sanitari Campali nelle operazioni fuori area, a garanzia della vita dei nostri militari impegnati in attività di servizio sia in Patria che all’Estero. L’art. 205 del Codice dell’ordinamento militare prevede che le Forze Armate organizzino autonomamente il servizio trasfusionale in modo da essere in grado di svolgere tutte le competenze previste dalla legge 21 ottobre 2005, n. 219. L’attività del Servizio Trasfusionale Militare è regolamentata non solo dalla legge n° 219 del 21/10/2005 “Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati” ma anche dal Decreto Ministeriale del 15/07/2009 che aggiorna le norme sul Servizio Trasfusionale Militare contenute nel Decreto Ministeriale n. 499 del 18 giugno 1992 in linea con le intervenute disposizioni Comunitarie e Nazionali in materia di servizi trasfusionali. Della predetta legge si richiama l’attenzione sull’art. 24 comma 1 “Le Forze armate organizzano autonomamente il servizio trasfusionale in modo da essere in grado di svolgere tutte le competenze previste dalla presente legge” e sull’ art. 23 comma 1 “Le disposizioni della presente legge si applicano anche alle strutture trasfusionali -70- della Difesa, Direzione Generale della Sanità militare per l’attuazione di una convenzione di collaborazione ed interscambio tra strutture trasfusionali militari e civili. Ma sono già allo studio nuove convenzioni tra il Ministero della Difesa, Centro Nazionale Sangue e le Regioni in accordo con quanto previsto dalla Legge n. 219 del 2005. Compito del Servizio Trasfusionale militare è, infatti, il conseguimento di una completa autonomia delle Forze Armate in campo trasfusionale e, soddisfatta tale esigenza prioritaria, di apportare un significativo contributo anche nel settore trasfusionale civile. Obiettivo comune anche alle Forze Armate è la promozione della donazione volontaria, periodica, anonima e non remunerata e valorizzare in tal modo la figura del donatore volontario della Difesa. Su queste basi comune esiste una proficua collaborazione tra servizi trasfusionali civili e militari sia per le attività di promozione, comunicazione che per le attività di raccolta e compensazione delle unità di sangue. significativo contributo anche nel settore trasfusionale civile” (art. 2 comma 1). Attualmente i compiti derivanti dall’attuazione del decreto sono disimpegnati da 1 Dipartimento di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale e da 3 Sezioni Trasfusionali (= Centri Raccolta), così dispiegati sul territorio nazionale: - Dipartimento di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale presso il Policlinico Militare “Celio” (Roma) - ST Firenze, presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare - ST La Spezia, presso la Direzione di Sanità della Marina Militare - ST Taranto, presso il Centro Ospedaliero della Marina Militare. L’attività tecnica-operativa è coordinata dall’ Ufficio Generale della Sanità Militare di Roma mediante l’Ufficio di Direzione e Coordinamento del Servizio Trasfusionale Militare mentre il supporto logistico-amministrativo è assicurato dagli Enti militari all’interno dei quali operano le strutture trasfusionali stesse. La regione Toscana ha un protocollo di intesa con il Ministero -71- Le associazioni della donazione: la donazione associata La normativa riconosce, favorisce e disciplina il ruolo dell’associazionismo all’interno del sistema della donazione del sangue e dei tessuti (legge 219/2005). La presenza del volontariato organizzato permette di agire con maggiore efficacia per la soddisfazione del fabbisogno di sangue e tessuti, anche attraverso una corretta informazione e programmazione della raccolta; ha un ruolo attivo nell’educazione alla salute e al senso della consapevolezza sanitaria; educa alla solidarietà sociale e al civismo oltre che alla democrazia partecipativa. Il ruolo dell’associazionismo nel sistema ha un valore fondamentale nel “ridisegnare” una teoria del dono contemporaneo. Se da un lato l’istituzionalizzazione del sistema che porta il sangue o il tessuto in modo anonimo dal donatore a chi ne ha bisogno contribuisce a impedire la creazione del legame alla base del dono, dall’altro acquista rilevanza la socialità dei donatori favorita dalle associazioni in cui sono organizzati. Non potendo conoscere i riceventi, lo “spirito della cosa donata” descritto da Mauss, si trasmette agli altri donatori, e stringe legami, fiducia, condivisione di valori nell’ambito della società civile e nella partecipazione associativa. Le Associazioni del Dono sono presenti capillarmente sul territorio e caratterizzate da spirito di coesione, da un ricco tessuto di gratificazioni simboliche e di reciproco rafforzamento dei valori di riferimento. Secondo la normativa, le Associazioni di Volontariato concorrono ai fini istituzionali del Sistema Trasfusionale regionale attraverso: - la donazione volontaria e gratuita del sangue e dei suoi componenti; - la tutela dei propri donatori; - l’attuazione di attività di propaganda, promozione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui valori solidaristici che si esprimono nella donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue e dei suoi componenti; - l’invio mediante chiamata dei donatori iscritti in conformità ai programmi definiti dal Comitato di Coordinamento […], sulla base delle indicazioni relative alla programmazione delle attività trasfusionali predisposta a cura del Centro Regionale Sangue (CRS); - l’attività di raccolta. Le Associazioni di Volontariato presenti nel Sistema Trasfusionale Toscano sono Adisco – Associazioni Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale, Admo – Associazione Donatori Midollo Osseo, Anpas – Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Avis – Associazioni Volontari Italiani Sangue e Fratres Consociazione Nazionale dei Gruppi Donatori di Sangue. Tra gli enti con rappresentanza regionale è presente anche la CRI –Croce Rossa Italiana. Sono presenti inoltre 13 gruppi locali di donatori di sangue che operano in convenzione con il Sistema Sanitario regionale. Alcuni dati complessivi Donatori (attivi)* 129.529 pari al 5,5 % della popolazione di età 18 - 65 residente in Toscana al 31/12/2010 (2.352.084 ab.) Nuovi donatori nel 2011* 11.967 Gruppi/associazioni locali 521 Volontari con ruoli dirigenziali e responsabilità 4.447 Nuove sedi locali degli ultimi 3 anni 27 (*) – Dati delle sole associazioni della donazione del sangue -72- il tavolo delle Associazioni della donazione presso il * Presso il Cesvot è stato istituito un tavolo di lavoro dove siedono i rappresentanti delle associazioni toscane impegnate nell’ambito della donazione del sangue, degli organi e dei tessuti: Avis Toscana, Anpas Comitato Regionale Toscano, Consociazione Nazionale Donatori di Sangue Fratres, Admo Toscana, Adisco Toscana e Aido Toscana. Il tavolo, coordinato dal Cesvot, vede la partecipazione attiva e costante del Centro Regionale Sangue della Regione Toscana. Il Cesvot e l’Assessorato Diritto ala Salute della Regione Toscana hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa proprio per “progettare ed attuare iniziative integrate per la crescita del volontariato toscano impegnato nell’ambito della donazione del sangue, organi e tessuti”. Il tavolo è luogo di progettazione per iniziative comuni di formazione. La modalità di lavoro è la seguente: le associazioni di concerto con il CRS individuano tematiche di interesse comune e con il supporto del Cesvot costruiscono percorsi formativi con le seguenti caratteristiche: trasversalità, alta formazione e rivolti a quadri e dirigenti. La formazione è caratterizzata da metodologie interattive dove viene privilegiato il lavoro in gruppi favorendo lo scambio tra volontari di associazioni diverse. Tutte le attività formative individuate sono complementari ai percorsi formativi che le singole associazioni continuano a programmare e realizzare in autonomia per le proprie reti ed organizzazioni. L’attività di individuazione dei partecipanti e di selezione, se necessaria, viene affidata direttamente alle associazioni partecipanti al tavolo che stabiliscono di comune accordo anche le quote numeriche di partecipanti per ogni organizzazione. Sono state individuate le seguenti tematiche da approfondire: Gli aspetti culturali e religiosi della Donazione; Le nuove tecnologie e il volontariato; Giovani e Volontariato; Il people raising; L’accreditamento del sistema trasfusionale; Certificazione di qualità e volontariato; Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Il clima che si è creato all’interno del tavolo è fortemente collaborativo e tutte le associazioni partecipanti, pur nella propria autonomia, hanno trovato in questa opportunità di scambio, confronto e progettazione condivisa, una leva di sviluppo e di crescita. Le diversità sono state l’occasione per uno scambio proficuo dove ogni realtà, condividendo i propri punti forza ma anche le criticità, ha avuto la possibilità di arricchirsi incentivando l’incontro tra i volontari sul piano della formazione comune. Nel 2011 il tavolo si è riunito 7 volte e ha programmato e realizzato le seguenti iniziative: - Seminario regionale: La Donazione: aspetti culturali e religiosi - Sabato 30 aprile 2011 a Fiesole - Seminario regionale: La normativa europea, nazionale e regionale per l’accreditamento del sistema trasfusionale Sabato 12 marzo 2011 a Fiesole - Lo stesso seminario del 12 marzo 2011 è stato poi ripetuto sui territori (due moduli formativi per ogni area individuata): - Venerdì 16 dicembre 2011 e Venerdì 27 gennaio 2012 a Firenze - Mercoledì 14 dicembre 2011 e mercoledì 25 gennaio 2012 a Siena - Giovedì 15 dicembre 2011 e giovedì 26 gennaio 2012 a Prato Tutti gli incontri svolti, sia quelli a livello regionale che quelli decentrati sui territori, hanno visto la partecipazione di numerosi volontari incontrando il gradimento dei partecipanti e delle associazioni di provenienza. A cura di Riccardo Andreini responsabile Settore Formazione e Progettazione del CESVOT -73- Il Volontariato nel Sistema Trasfusionale Toscano Parallelamente al percorso sviluppato a livello di Area Vasta e che ha coinvolto circa 40 persone, è stato realizzato anche un percorso di coinvolgimento delle sole associazioni di volontariato della donazione appartenenti al Sistema Trasfusionale. I dirigenti delle associazioni sono stati coinvolti sia attraverso incontri sia con la somministrazione di brevi questionari: entrambe le modalità proponevano una riflessione sul significato di sistema, sul ruolo del volontariato nel Sistema Trasfusionale e sull’utilità per le singole associazioni di farne parte. riconducibile al fatto che il sistema crea e diffonde informazione molto più rapidamente, in modo più competente ed economico rispetto a situazioni dove prevale la frammentazione. Il fatto di essere uniti e coinvolgere varie tipologie di attori permette inoltre di poter agire con maggiore forza nelle relazioni con soggetti – anche istituzionali – esterni al sistema stesso raggiungendo risultati che da soli sarebbe molto difficile, se non impossibile, raggiungere. La comune appartenenza ad un sistema condiviso favorisce anche il superamento della contrapposizione potendo perfino offrire occasioni di collaborazione su tematiche comuni. In questo gioca un ruolo fondamentale la presenza di una regia centrale istituzionale che agisce in supporto alle associazioni e garantisce maggiore equità. Percorso volontariato Data Luogo e partecipanti Numero partecipanti 18/2/2012 Intervento al Consiglio Regionale di Avis Toscana 27 3/3/2012 Incontro con dirigenti regionali e locali c/o Fratres 7 12/3/2012 Incontro con rappresentanti gruppo regionale donazione c/o Anpas Toscana 5 15/3/2012 Intervento all’Assemblea di Adisco Toscana 12 Totale partecipanti 51 Il volontariato nel Sistema Trasfusionale: un attore fondamentale. Sembrano esserci alcuni aspetti che, più di altri, distinguono il contributo del Volontariato nel Sistema Trasfusionale. La presenza di volontari favorisce la relazione con il donatore rendendo l’atto della donazione un fatto non solo sanitario e burocratico. Questa presenza – supportata dall’organizzazione associativa – permette anche si seguire con maggiore cura e continuità il donatore diventando una potenziale e potente condizione per favorire la programmazione della raccolta. Il volontariato favorisce anche la circolazione dell’informazione soprattutto laddove funziona bene il canale di comunicazione tra i livelli regionali, intermedi (provinciali/zonali) e locali. L’articolazione dei sistemi associativi, anche se complessa, rappresenta un ulteriore contributo positivo dal momento che favorisce una presenza capillare in tutto il territorio toscano, anche nei luoghi dove il sistema sanitario regionale non arriva con propri presidi. Il radicamento territoriale e la capacità di essere interlocutore anche dei soggetti istituzionali permette al Volontariato di coinvolgere in modo stabile, attraverso convenzioni, numerosi altri soggetti rappresentanti di ampi sistemi sociali ed economici. Benché fortemente inserito in un sistema “istituzionalizzato”, il Volontariato deve rimanere un “partner vigile” ovvero, per produrre veramente un valore aggiunto, agire con attenzione il proprio ruolo di “Advocacy” in termini di tutela dei diritti dei donatori e dei potenziali riceventi. Cosa vuol dire far parte di un sistema? Il punto di vista delle associazioni di volontariato1 A detta dei dirigenti coinvolti, ci sono alcuni aspetti che possono contraddistinguere un sistema e il farne parte. Innanzitutto, far parte di un sistema vuol dire condividerne gli aspetti di fondo e partecipare alla loro definizione: obiettivi, interventi, strumenti, risorse. Il sistema, se da un lato “impone” scelte e azioni per poter continuare a farne parte, dall’altro contribuisce ad evitare le inefficienze e accompagna – con un’adeguata regia – verso il miglioramento. Il sistema deve promuovere tutti gli organismi che ne fanno parte favorendone l’interazione reciproca e la possibilità di affrontare insieme i problemi. Possono essere anche altri i vantaggi di cui godrebbe il Volontariato nel farne parte. Un primo aspetto positivo è Quanto riportato è il frutto degl’incontri con dirigenti Fratres e con dirigenti Anpas oltre alla restituzione di 7 questionari. 1 -74- -75- Le Associazioni di volontariato del sangue Le Associazioni della donazione del sangue con rappresentatività regionale presenti in Toscana sono Avis, Fratres e Anpas. Presenti su tutto il territorio regionale rappresentano circa 130.000 soci donatori attivi. Sono presenti su tutto il territorio regionale con 528 sedi. Un ultimo aspetto, sentito come rilevante da parte dei dirigenti coinvolti, è il potenziale risparmio di risorse che la presenza del Volontariato porta al sistema pubblico: questo aspetto è da approfondire e dovrebbe essere letto più che in termini di un “risparmio assoluto” come la capacità di realizzare azioni, iniziative e progetti aggiuntivi rispetto alle risorse pubbliche grazie alle capacità di found raising e alla presenza di numerosi volontari messe in campo della numerose associazioni. regione toscana - incidenza percentuale raccolta dirette e indiretta anno 2011 9,46% RAPPRESENTATIVITÀ % ANNO 2011 ALTRE ASS. DI VOLONTARI E NON ASSOCIATI 13,24% ANPAS 3,94% 90,54% AVIS 49,44% FRATRES 31,60% CRI 1,77% Raccolta diretta Raccolta indiretta tot raccolta ind Regione Toscana -Andamento raccolta direTTa e indireTTa -anno 2011 tot raccolta dir 25000 numero donazioni 20000 18558 15713 17294 16387 15000 16316 17772 18020 1640 1631 2177 1476 aprile maggio giugno luglio 16047 19428 18516 19115 2519 1957 1864 2224 settembre ottobre novembre dicembre 17594 10000 5000 1683 1742 gennaio febbraio 2349 756 0 marzo -76- agosto campo della donazione. Le prime Pubbliche Assistenze sono nate a partire dal 1860 e nel 1903 e stata costituita l’Unione Regionale della Toscana. Sara dopo altri 70 anni, nel 1976, che avviene a livello toscano la prima Assemblea Regionale del Volontariato che traccia le caratteristiche di grande organizzazione solidaristica, impegnata sia nell’erogazione di servizi che di promozione dei diritti civili e Democratici. Il 1999 e l’anno di costituzione del Comitato Regionale Anpas della Toscana. Sotto l’insegna di Anpas operano realtà dai nomi assai noti, come Fratellanza Popolare, Fratellanza Militare, Humanitas, Croce Azzurra, Croce d’Oro, Croce Bianca, Società di Salvamento ecc. che testimoniano l’origine ideale e la realtà territoriale a cui e legata la nascita di ciascuna di loro. I soci totali nelle associazioni Anpas toscane sono oltre 380.000, 20.000 i volontari e 9.400 i donatori di sangue attivi. Gli scopi di Anpas sono di sviluppare e favorire la diffusione della cultura del volontariato e della solidarietà, anche nella dimensione dell’autogestione attraverso forme di mutualità; di rappresentare e coordinare le proprie associate, tutelandone gli interessi morali e materiali, per la promozione di un volontariato organizzato; di promuovere la nascita e la diffusione sul territorio delle Pubbliche Assistenze. Anpas ritiene fondamentale puntare sulla cultura della donazione, valorizzando e incentivando l’impegno in prima persona dei singoli volontari e donatori, creando un meccanismo virtuoso di emulazione – superando eventuali contrapposizioni – fra le varie associazioni e i singoli enti coinvolti. Gli organi di governo in Toscana sono: l’Assemblea Regionale; il Consiglio Regionale, composto da 25 membri; il Presidente Regionale; la Direzione Regionale; il Collegio Regionale dei Revisori dei Conti; il Collegio Regionale dei Probiviri; le Zone. Il presidente in carica è Attilio Farnesi. All’interno del Consiglio Regionale e costituita una specifica commissione (gruppo di lavoro) per la donazione del sangue composta da circa 16/20 membri alla quale partecipano 2 consiglieri e presieduto da Nilo Carpita. L’assetto operativo conta 9 dipendenti, di cui uno impegnato in modo specifico nell’attività della donazione del sangue. 6 sono le unità di raccolta fisse e 1 mobile gestite a livello territoriale. Dati a livello territoriale 2 1 0 0 18 1 0 2 18 1 Dati a livello regionale Numero soci: 380.000 del Comitato Regionale Toscano Numero donatori attivi: 9.400 Numero nuovi donatori 2011: 60 Numero gruppi locali: 43 Numero nuovi gruppi nati negli ultimi 3 anni: 3 nel 2011 / 1 nel 2010 Numero volontari e dirigenti attivi nei gruppi locali: 215 Anpas Toscana e l’organismo che raccoglie le 156 Pubbliche Assistenze della Toscana e – tra queste – le 43 associazioni locali che hanno al loro interno gruppi che si occupano di promozione e donazione del sangue. Delle restanti 113 sono 33 quelle che collaborano con Avis mentre le restanti 80 non sono attive nel -77- 78.000 e poco più di 63.000 sono donatori attivi. Gli scopi statutari dell’associazione sono: sostenere i bisogni di salute dei cittadini favorendo il raggiungimento dell’autosufficienza di sangue e dei suoi derivati e dei massimi livelli di sicurezza trasfusionale possibili e la promozione per il buon utilizzo del sangue; tutelare il diritto alla salute dei donatori e di coloro che hanno necessita di essere sottoposti a terapia trasfusionale; promuovere l’informazione e l’educazione sanitaria dei cittadini; promuovere un’adeguata diffusione delle proprie associate su tutto il territorio regionale, con particolare riferimento alle aree carenti e delle attività associative e sanitarie ad esse riconosciute, come la raccolta del sangue e degli emocomponenti; favorire lo sviluppo della donazione volontaria, periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole a livello regionale; promuovere lo sviluppo del volontariato e dell’associazionismo. Gli organi di governo di Avis Toscana sono: l’Assemblea Regionale degli Associati, il Consiglio Direttivo Regionale (composto da 39 membri), il Comitato Esecutivo, il Presidente e il Vicepresidente Vicario. L’organo di controllo e rappresentato dal Collegio dei Revisori dei Conti, mentre l’organo di giurisdizione interna e il Collegio Regionale dei Probiviri. Il presidente in carica e Luciano Franchi. L’assetto operativo e composto da 10 figure remunerate, tra dipendenti e collaboratori, a cui da ottobre 2011 si sono affiancati 4 giovani in servizio civile. 23 sono le unita di raccolta fisse gestite. Dati a livello territoriale 12 11 6 16 28 17 17 11 16 27 Numero soci: 78.114 Numero donatori attivi: 63.159 Numero nuovi donatori 2011: 7.787 Numero dirigenti: 2.049 Numero associazioni di base: 161 Numero nuove associazioni nate negli ultimi 3 anni: 3 nel 2011 – 4 nel 2010 – 2 nel 2009 Numero dirigenti: 2.049 Avis Regionale Toscana e l’associazione regionale che raccoglie 183 sedi associative territoriali. Avis Toscana nasce nel 1972 a Siena dopo che nel 1970 era stato emanato un nuovo Statuto associativo che prevedeva la possibilità di costituire sedi regionali con il compito di coordinare le realtà locali e raccordarsi con l’associazione nazionale. I soci totali sono oltre -78- Conferenza Episcopale Italiana. In Toscana i gruppi Fratres affiliati sono oltre 300 con 56.970 donatori attivi associati. Gli scopi istituzionali sono la diffusione della cultura della donazione del sangue e dei suoi componenti nonché del sangue midollare e degli organi, promuovendo la figura del “donatore totale”. Fratres e impegnata nella promozione di iniziative funzionali a propagandare l’alto valore sociale della donazione, della solidarietà e delle fraternita, elementi da noi considerati prezioso fondamento di vita. La sua azione si sviluppa a tutti i livelli della vita sociale per diffondere la coscienza della cultura del dono riferita all’ispirazione del Vangelo. Il sangue donato per la salute dei bisognosi richiama l’avvertimento di Cristo: chi tiene tutta per se la propria vita, la perde; chi la offre in dono, la moltiplica per se e per gli altri. Fratres e impegnata anche in una continua formazione e perfezionamento dei propri donatori affinché la loro donazione oltre ad essere periodica, gratuita, anonima e responsabile sia anche acquisizione ed espressione di uno stile di vita portatore di salute e di carità. Gli organi di governo in Toscana sono rappresentanti dal Consiglio Regionale Fratres, composto da 7 consiglieri, e dal Collegio Regionale dei Revisori dei Conti Fratres. Il presidente in carica è Angelo Serafini. L’assetto operativo e composto da 1 collaboratore con incarico professionale e da 2 volontari attivi. Le unità di raccolta mobili gestite sono 3 mentre quelle fisse sono 29. Dati a livello territoriale 113 8 7 10 47 44 24 12 29 7 Numero soci: 63.000 Numero donatori attivi: 56.970 Numero nuovi donatori 2011: 4.120 Numero gruppi locali: 302 Numero nuovi gruppi nati negli ultimi 3 anni: 5 nel 2011 – 5 nel 2010 – 3 2009 Numero dirigenti: 2.100 La Consociazione nazionale dei Gruppi di Donatori di Sangue Fratres si costituisce nel 1971. I primi gruppi donatori di sangue Fratres sono nati negli anni ‘50 in Toscana, e si sono successivamente espansi anche nelle altre regioni, in particolare nel Centro, Sud ed isole. Nel 1994 la Consociazione ha ottenuto il riconoscimento giuridico con decreto del Ministro della Sanita. Nel 2006 lo Statuto nazionale Fratres e stato riconosciuto dalla -79- Gruppi locali convenzionati di donatori di sangue Sono associazioni che non hanno i requisiti della rappresentatività regionale, ma che fanno parte del sistema trasfusionale ed operano in regime di convenzione con il sistema sanitario toscano per l’invio di donatori presso i Centri trasfusionali. GIDS Gruppo Interaziendale Donatori di Sangue (FI) che raccoglie 21 gruppi aziendali DONATORI SANGUE delle CONTRADE Siena Donatori Autonomi S. Leonardo in Treponzio Donatori Autonomi Colle di Compito (LU) Donatori Autonomi Montuolo (LU) Donatori Autonomi Tempagnano (LU) G.D.S. Gugliemo Pollastrini - Fagnano Gruppo Autonomo Donatori Sangue Rosignano (LI) Gruppo Autonomo Forcoli (PI) Gruppo Donatori Quercegrossa (SI) Gruppo Donatori Uopini (SI) Misericordia Firenze Unione S.M.S. San Polo in Chianti indirizzo e coordinamento dell’attività della Croce Rossa nel territorio della regione, oltre che di controllo sull’attività dei rispettivi Comitati Provinciali e, tramite questi, sull’attività dei Comitati Locali. La Croce Rossa Italiana ha iniziato ad occuparsi della donazione del sangue nell’immediato dopoguerra per dare il proprio contributo alla soluzione del grave problema della carenza di sangue nel nostro paese, mediante la creazione di gruppi donatori organizzati. La Componente è nata nel 1997 e, da allora, i soci attivi con la loro azione in tutti i luoghi di aggregazione e con interventi rivolti ai singoli cittadini contribuiscono all’evoluzione del sistema trasfusionale italiano, in stretto contatto con le Istituzioni. Dati a livello territoriale 2 1 5 I Donatori di Sangue della Croce Rossa Italiana: - promuovono la cultura della donazione del sangue e dei suoi derivati all’interno dell’Associazione e fra la popolazione (posti di lavoro, scuole, ecc.); - contribuiscono alla diffusione della coscienza trasfusionale per mezzo di personale qualificato e appositamente formato (Volontari dell'Associazione); - concorrono al raggiungimento dell'autosufficienza mediante donazioni volontarie, periodiche e gratuite; - contribuiscono alla raccolta anche mediante propri centri fissi e mobili; - operano per la tutela della salute dei donatori e dei riceventi; - collaborano, nell'ambito della materia trasfusionale, con le Istituzioni ai vari livelli territoriali; 9 3 2 4 La CRI è oggi un Ente di diritto pubblico con prerogative di carattere internazionale, con lo scopo di assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. È posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, sottoposta alla vigilanza dello Stato e sotto il controllo del Ministero della Sanità e del Ministero della Difesa per quanto di competenza. È costituita come Comitato Regionale nel 1997, a seguito dell’applicazione dello Statuto della Croce Rossa Italiana entrato in vigore con D.P.R. 110/97. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 97 del 6 maggio 2005 è stato approvato il nuovo Statuto dell’Associazione, che alla Sezione III articolo 27 specifica i compiti istituzionali attribuiti al Comitato Regionale. Questi sono essenzialmente compiti di Sono organi del Comitato Regionale: - l’Assemblea regionale - il Consiglio direttivo regionale - il Presidente regionale All’interno della struttura regionale troviamo i vertici delle Componenti volontaristiche, le quali sono rappresentate nel Consiglio direttivo regionale. La componente donatori di sangue è una delle 6 componenti presenti nel Comitato. In Toscana sono attivi 26 gruppi territoriali. -81- Comitati Buon Uso del Sangue Strumento importante di monitoraggio e programmazione nel settore trasfusionale è il Comitato Buon Uso del Sangue, costituito sulla base del DM 1/9/1995 per ciascun ospedale pubblico o per più ospedali appartenenti alla stessa Azienda e previsto dalla legge 219/2005. L’importanza del buon uso del sangue nasce dalla convinzione che questo rappresenta un punto critico per il raggiungimento dell’autosufficienza. Nell’ambito della valutazione dell’uso terapeutico del sangue e dei suoi prodotti, c’è, infatti, una crescente attenzione ad un utilizzo appropriato che da una parte contribuisce a diminuire i rischi per il paziente e dall’altra a determinare un uso etico delle risorse. Il buon uso del sangue riguarda le decisioni cliniche nei confronti della pratica trasfusionale sottolineando l’importanza di riservare l’utilizzo della terapia trasfusionale a quelle situazioni in cui esista documentabile evidenza che la trasfusione offra al paziente un reale beneficio. Il concetto di buon uso del sangue negli ultimi anni ha avuto una evoluzione verso il patient blood management, intendendo con questo termine i metodi per la fornitura e l’uso appropriato del sangue e suoi derivati, comprese le strategie per ridurre o evitare la necessità di una trasfusione. Il principio guida è che il sangue da donatore debba essere prescritto esclusivamente quando il clinico sia perfettamente convinto di offrire al paziente un inconfutabile beneficio e/o che il rischio di non trasfondere sia chiaramente maggiore rispetto a quello di trasfondere. Il comitato per il buon uso del sangue, di norma, è composto: - dal direttore sanitario che lo presiede; - dal direttore della struttura trasfusionale; - da medici appartenenti ai reparti che praticano la trasfusione, in numero variabile in rapporto alle dimensioni dell’ospedale, fino ad un massimo di cinque; - dal direttore della farmacia; - da un rappresentante degli infermieri; - da un rappresentante delle associazioni dei donatori; - da un impiegato amministrativo con funzioni di segretario. Il comitato per il buon uso del sangue ha il compito di: a) determinare gli standard e le procedure per l’utilizzazione del sangue; b) definire la richiesta massima di sangue per tipo di intervento (MSBOS); c) promuovere la pratica della trasfusione di sangue autologo (autotrasfusione); d) coinvolgere organizzativamente le unità operative di diagnosi e cura su programmi di risparmio di sangue, emocomponenti e plasmaderivati; e) contribuire al perseguimento dell’autosufficienza di sangue, emocomponenti e plasmaderivati; f) definire i controlli di sicurezza e verifica; g) effettuare la valutazione della pratica trasfusionale nei singoli reparti (audit-edico); h)favorire l’informatizzazione del sistema di donazione e trasfusione ospedaliero; i) stabilire rapporti di collaborazione con i referenti per le attività trasfusionali delle case di cura private. Il comitato si riunisce di regola ogni tre mesi. Di ogni riunione è redatto il verbale, da conservarsi presso la direzione sanitaria. Il Comitato del Buon Uso del Sangue rappresenta un luogo di confronto costruttivo tra medicina trasfusionale e disciplina medica e chirurgica costituisce il raccordo tra le diverse professionalità, coinvolgendo i trasfusionisti, i rappresentanti delle divisioni o servizi che ricorrono alla trasfusione, i donatori, attraverso i loro rappresentanti, e gli infermieri e per questo assume grande importanza il compito di determinare standard e linee guida e di verificare e migliorare la pratica trasfusionale all’interno delle strutture ospedaliere. Il Centro Regionale Sangue ha prodotto nel 2007 le “Raccomandazioni per il corretto utilizzo di emocomponenti e plasma derivati”, tale documento è alla base del lavoro di un Gruppo congiunto Centro Regionale Sangue e Consiglio Sanitario Regionale per la loro revisione, il loro aggiornamento e soprattutto la loro condivisione tra i professionisti delle varie -82- - verificare se la/e Struttura/e Trasfusionale/i aziendali abbiano disponibilità di - risorse professionali, organizzative e tecnologiche in numero proporzionale - all’attività trasfusionale e proporre agli organi competenti l’eventuale adeguamento; - coordinare la propaganda, l’informazione e la raccolta nel proprio ambito territoriale. discipline e al loro capillare implementazione a livello territoriale. L’importanza del COBUS è riconosciuta a livello regionale infatti la regolare periodicità degli incontri del Comitato del Buon Uso del sangue e la trasmissione al CRS dei verbali delle riunioni costituisce un prerequisito per l’accesso, da parte dei servizi trasfusionali, ai fondi incentivanti del Sistema trasfusionale. L’importanza del COBUS è stata riconosciuta dalla regione Toscana che con la DGR 1014/2011 ha inserito le riunioni del COBUS tra gli eventi accreditabili ECM. Le funzioni sopra indicate sono svolte in stretta collaborazione operativa, ai sensi dell’art. 6 della legge 21 ottobre 2005, n. 219, con il CRS. Comitati di Coordinamento Costituiti presso ogni Azienda Sanitaria sulla base della Legge 219/2005 hanno lo scopo di garantire la partecipazione delle Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue ed emocomponenti alla programmazione e sviluppo dell’attività di raccolta delle Strutture del Sistema Trasfusionale Toscano e garantire contemporaneamente la presenza delle componenti istituzionali, tecniche ed associative. Il Comitato di Coordinamento è composto da: 1)il/i Responsabile/i della/e Struttura/e Trasfusionale/i aziendali; 2)un Componente designato dal rappresentante legale dell’Azienda ed afferente alla Direzione Sanitaria; 3) i rappresentanti delle Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue ed emocomponenti convenzionate. Società Scientifiche Le Società Scientifiche del settore trasfusionale che raccolgono la maggior parte dei trasfusionisti toscani ed operano una proficua opera di aggiornamento e formazione sono SIMTI e SIDEM. Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia (SIMTI). Gli scopi dell’Associazione sono: -promuovere l’organizzazione di servizi trasfusionali efficienti e qualificati, al fine di offrire al malato una terapia trasfusionale adeguata, aggiornata e uniforme per qualità e metodologia in tutto il territorio nazionale; - contribuire al progresso scientifico, tecnico, organizzativo, sociale e morale della immunoematologia e della trasfusione del sangue; - rappresentare e tutelare i propri associati, in campo nazionale e internazionale, sul piano scientifico, professionale, giuridico e morale; - offrire agli organi decisionali e consultivi dello Stato e delle Regioni ed alle istituzioni impegnate in campo trasfusionale e immunoematologico una qualificata collaborazione per la Il Comitato deve essere convocato almeno una volta ogni tre mesi o su richiesta di almeno 2/3 dei componenti ed è presieduto dal Componente designato dal legale rappresentante dell’Azienda o dal Responsabile delle Strutture Trasfusionali aziendali, ove delegato. Il Comitato di Coordinamento ha i seguenti compiti: - discutere, proporre e favorire la soluzione dei problemi relativi all’organizzazione - del servizio, alle attività promozionali e di propaganda, alla tutela del donatore; -83- regionali o nazionali per l’elaborazione e l’esecuzione di protocolli operativi unificati; g)collaborare con le Società Scientifiche nazionali ed internazionali dei settori aferetico, della manipolazione cellulare ed autotrasfusionale e discipline affini; h) collaborare nella programmazione delle attività aferetiche, della manipolazione cellulare ed autotrasfusionale con le strutture statali e regionali competenti; i) provvedere, in collaborazione con le associazioni dei donatori, alla promozione della donazione in aferesi; l) tutte le finalità che possono migliorare la sicurezza della pratica aferetica, della manipolazione cellulare. Presidente in carica è il Prof. Luca Pierelli e il coordinatore regionale è il Dr. Renato Vanacore. programmazione e lo sviluppo del servizio trasfusionale del Paese; - promuovere la formazione e l’addestramento in medicina trasfusionale anche attraverso iniziative di Educazione Continua in Medicina (ECM). Presidente in carica è il Dr. Claudio Velati Delegato regionale Dr.Giuseppe Curciarello Società italiana di emaferesi e manipolazione cellulare (SIdEM) La Società, che non ha fini di lucro, ha i seguenti scopi: a) funzionare quale associazione scientifica interdisciplinare a disposizione di ogni figura professionale od ente operante nel settore dell’Emaferesi, della manipolazione cellulare, dell’autotrasfusione o di altre discipline affini che rientrino nei campi di interesse scientifico della Società stessa; b) fornire a donatori e pazienti, tramite le Strutture Trasfusionali od altre istituzioni, tecniche aferetiche e di manipolazione cellulare sicure ed adeguate sia per la raccolta di plasma o di cellule a scopo trasfusionale, trapiantologico e rigenerativo che per la rimozione terapeutica di componenti ematiche; c) fornire ai pazienti tecniche autotrasfusionali orientate al massimo risparmio dell’uso del sangue; d)incoraggiare, favorire e certificare requisiti minimi di procedure organizzative e tecniche nel campo dell’aferesi, della manipolazione cellulare e dell’autotrasfusione alle unità operanti nelle Strutture Trasfusionali od altre istituzioni; e)stimolare e favorire la ricerca scientifica, l’applicazione clinica, l’aggiornamento e gli scambi di informazioni inerenti l’aferesi, la manipolazione cellulare e l’autotrasfusione ed i settori di ricerca correlati, nella medicina clinica e di laboratorio, anche mediante la gestione di un registro centralizzato dei dati; f) promuovere la costituzione e sostenere organizzativamente Progetti collaborativi e Gruppi di studi interdisciplinari -84- -85- Kedrion è un’azienda biofarmaceutica specializzata nello sviluppo, produzione e distribuzione di farmaci plasmaderivati utilizzati per la cura di pazienti affetti da emofilia, immunodeficienze, malattie infettive e altre forme di patologie gravi. L’azienda ha un patrimonio di competenze che le garantiscono un ruolo di rilievo in Italia, in Europa e nel mondo. La qualità dei prodotti, il continuo impegno nella ricerca e nello sviluppo, la consistente capacità industriale, il modello di business integrato verticalmente e la presenza consolidata sul mercato nazionale ed internazionale sono i suoi principali fattori di competitività. In Italia, Kedrion collabora con il Servizio Sanitario Nazionale per il raggiungimento dell’obiettivo dell’autosufficienza di farmaci plasmaderivati. Inoltre, le sue competenze sono messe al servizio di partnership strategiche con le realtà sanitarie di altri Paesi. Con società operative in Ungheria, Austria, Svizzera, Portogallo, Messico, Stati Uniti e centri di raccolta plasma di proprietà negli Stati Uniti, in Germania e in Ungheria, Kedrion è presente in più di 60 Paesi nel mondo ed è a capo di un Gruppo di oltre 1300 dipendenti, di cui il 46% sono donne e l’età media è 38 anni. Con sede principale a Castelvecchio Pascoli, in provincia di Lucca, l’azienda opera attraverso due stabilimenti produttivi situati in Italia, a Bolognana (Lucca) e a Sant’Antimo (Napoli), e uno in Ungheria, a Gödöll� (Budapest). Nel 2011, Kedrion ha anche acquisito la disponibilità di un impianto di frazionamento negli Stati Uniti (a Melville, Stato di New York). Il Gruppo è inoltre attivo nella commercializzazione di prodotti farmaceutici di sintesi e di vaccini antinfluenzali e opera anche nella raccolta e nella commercializzazione di plasma nei mercati esteri e in altre attività, tra le quali il trasferimento di tecnologia per la produzione di plasmaderivati. Il Gruppo ha un posizionamento distintivo nel settore, grazie all’ampia gamma di prodotti, agli stabilimenti all’avanguardia certificati a livello internazionale secondo le GMPs (Good Manufacturing Practices), al costante impegno nella qualità e nell’innovazione. www.kedrion.com La collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale Attraverso le sue società controllate e le loro specifiche competenze, Kedrion offre ad aziende partner e istituzioni sanitarie un approccio completo e integrato nell’ambito dei plasmaderivati, garantendo la gestione dell’intero ciclo di trasformazione del plasma, dall’approvvigionamento alla distribuzione dei plasmaderivati, compresi i servizi logistici di supporto. Nel nostro Paese, la collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale mira al raggiungimento dell’autosufficienza di farmaci plasmaderivati prodotti con plasma proveniente da donatori italiani. A tal fine, Kedrion riceve il plasma, che rimane di proprietà pubblica, lo trasforma in prodotti finiti e lo distribuisce sul territorio italiano per rispondere alle necessità terapeutiche della popolazione. Oggi è possibile affermare che il servizio di trasformazione del plasma italiano in farmaci plasmaderivati ha raggiunto un livello di eccellenza tale da posizionarsi ai primissimi posti tra i Sistemi di autosufficienza nel mondo. In partnership con il CRS della Toscana Kedrion vuole supportare il CRS toscana nel continuo sforzo tecnico e manageriale per la valorizzazione del dono. In particolare oggi Kedrion è al fianco di CRS Toscana anche nel processo di riorganizzazione ed accreditamento dei centri trasfusionali e di raccolta, continuando a garantire al tempo stesso il massimo impegno nella gestione efficace ed efficiente dei prodotti realizzati in Conto Lavorazione. -86- -87- trasporti L’ATI Croce Italia Marche-SVS Gestione Servizi è l’impresa aggiudicataria del trasporto terrestre organi, tessuti, emocomponenti/campioni a fini clinico-diagnostici per le Aziende sanitarie/ospedaliere del Servizio Sanitario della Regione Toscana. La Regione Toscana ha realizzato, tramite ESTAV Sud-Est, una gara per l’affidamento triennale del servizio di trasporto terrestre organi, tessuti, emocomponenti/campioni a fini clinicodiagnostici per le Aziende sanitarie/ospedaliere del Servizio Sanitario della Regione Toscana. Da parte delle Aziende sanitarie era prevista l’adesione obbligatoria per trasporto di organi e provette destinate alla qualificazione biologica finalizzata ai percorsi di donazione- trapiantoe adesione facoltativa (salvo autogestione) per il trasporto di emocomponenti e per il trasporto di campioni a fini clinico-diagnostici. È risultata aggiudicataria la ATI Croce Italia Marche -SVS Gestione Servizi che ha avviato il servizio il 1 ottobre 2011. Il servizio è assicurato con 55 automezzi dislocati su tutto il territorio regionale e attrezzati con sistema di conservazione campioni, radiolocalizzazione e gestione informatica per la tracciabilità. Il servizio assicura giornalmente anche la validazione del percorso donazione da tutti i presidi trasfusionali della regione per i centri NAT di Firenze, Pisa, Siena È l’unico servizio organizzato con questa modalità in Italia ed altre esperienze minori si trovano in altri paesi europei. -88- -89- 3.2.2 Cellule staminali emopoietiche: chi-fa-cosa ATTORI ATTIVITÀ MONITORAGGIO COORDINAMENTO REPARTI OSTETRICIA CRS PROMOZIONE SELEZIONE RACCOLTA VALIDAZIONE BANCAGGIO UTILIZZO AUTORIZZAZIONE ESPORTAZIONE BANCHE PRIV formazione • • • ADV • • • SIMT • PUNTI NASCITA • • CQB • BANCA REGIONALE • DIREZIONI SAN. AZ RR • • • Registro Italiano Donatori Midollo Osseo L’IBMDR riconosciuto con legge n.52 del 6 marzo 2001 come Registro Italiano Donatori Midollo Osseo e parte del BMDWW Bone Marrow Donor WorldWide, si avvale a livello regionale per il conseguimento dei propri fini istituzionali di una rete di strutture deputate alla donazione di cellule staminali emopoietiche da donatore adulto. Le diverse funzioni di queste strutture sono definite dagli Standard di Funzionamento IBMDR, aggiornati annualmente dalla Consulta Nazionale dei Registri Regionali (ultima edizione: versione XV del 16 Gennaio 2012). Tali strutture si articolano in: Registro regionale (RR), Centri Donatori (CD), Poli di Reclutamento (PR) e Centri Prelievo (CP). Come previsto dalla Legge n.219 dell’ Aprile 2005, queste strutture hanno sede presso i Servizi e Sezioni Trasfusionali o presso i Laboratori di Immunogenetica. Centro regionale sangue La Legge 219/2005 art2. Definisce gli ambiti di competenza del sistema trasfusionale “La presente legge disciplina le attività trasfusionaliovvero le attività riguardanti la promozione del dono, la raccolta del sangue intero, degli emocomponenti e delle cellule staminali emopoietiche autologhe, omologhe e cordonali; il frazionamento con mezzi fisici semplici; la validazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti, nonché le attività di medicina trasfusionale e la produzione di farmaci emoderivati.....” Il sistema trasfusionale, quindi, assicura per le aree di competenza le proprie funzioni, formazione, monitoraggio, e coordinamento, e selezione in questo ultimo anno si è molto rafforzata la sinergia tra sistema trasfusionale e la rete donazioni di cellule staminali per gli ambiti di competenza. Ovviamente la rete di donazione delle cellule staminali afferisce al Sistema trapianti e quindi nell'organizzazione della Regione Toscana all'Organizzzaione Toscana Trapianti (OTT) per tutte le aree di specifica competenza. Registro Regionale (RR) È la struttura di riferimento dell’IBMDR a livello regionale con compiti organizzativi e di supporto di tutta la rete donazione CSE. Partecipa alla annuale Consulta Nazionale dei RR in -90- certificati EFI: SI01 (AOU Siena), FI03 (SIMT, AS Firenze) e GR01 (SIMT Ospedale Grosseto), che fanno riferimento a FI01 per la tipizzazione HLA. cui si definiscono requisiti e obiettivi dell’IBMDR. Come parte integrante dell’IBMDR, deve essere certificato WMDA (World Marrow Donor Association) e di norma EFI (European Federation for Immunogenetics), requisito necessario per la tipizzazione HLA dei donatori. Il RR Toscano ha sede presso il Laboratorio Immunogenetica e Biologia dei Trapianti della AOU Careggi di Firenze. Collabora con il CSE come organo tecnico nel governo della rete donazione CRS e con ADMO Toscana. Organizza semestralmente la consulta regionale con compiti consultivi cui partecipano i CD e ADMO. Centri Donatori Sono le unità funzionali in cui si articola IBMDR. Hanno normalmente sede presso i Srvizi Trasfusionali o i Laboratori di Immunogenetica e sono responsabili dei dati anagrafici, clinici (consenso informato e idoneità) e di laboratorio (tipizzazione HLA e test virologici) dei donatori. Se certificati EFI, effettuano tipizzazione HLA dei donatori. In Toscana sono presenti 4 CD certificati EFI: FI01 (Immunogenetica, AOU Careggi Firenze), PI01 (SIMT, AOU Pisa), LI01 (SIMT, Ospedale Livorno) e LU01 (SIMT, Ospedale Lucca). Sono presenti inoltre 3 CD non reclutamento Consenso informato Valutazione idoneità Prelievo ematico CD Servizio Trasfusionale referente RR/ CD FI01 AOU Careggi Firenze Dr. Rombolà 055 7949519 [email protected] FI03 AS Firenze Dr.a Bertelli 055 6936316 [email protected] PI01 AOU Pisa Dr.a Mariotti 050 995486 [email protected] LU01 AS Lucca Dr. Fabbri 0583 449107 [email protected] LI01 AS Livorno Dr. Luti 0586 223040 [email protected] SI01 AOU Siena GR01 AS Grosseto Gestione donatore Tipizzazione HLA telefono mail Dr. 0577 585070 [email protected] Fossombroni Dr.a Bargagli Test di conferma 0564 485083 [email protected] Work-up Follow-up donazione donazione CSE CSE Consulta IBMDR RR FI01 R CD PI01 R CD LI01 R CD LU01 R CD SI01 R CD FI03 R CD GR01 R PR R -91- poli di reclutAmento (pr) Sono stai istituiti con l’accordo Stato Regioni del 29 aprile 2010 e hanno sede presso tutti i Servizi Trasfusionali. Come previsto anche dalla legge Trasfusionale n. 219/2005, hanno il compito di promozione e reclutamento donatori CSE tramite consenso informato e valutazione di idoneità. I PR fanno riferimento ad un competente CD per la gestione e la eventuale tipizzazione HLA del donatore. Con il recepimento da parte della Regione Toscana dell’Accordo Stato Regioni, sono stati istituiti PR in tutte i Servizi Trasfusionali Toscani. I PR fanno riferimento al CD presente nella propria Azienda Sanitaria o OspedalieroUniversitaria o, se non presente in provincia, al CD competente per Area Vasta. CSE da periferico. In Toscana hanno sede presso il TMO e il SIMT della AOU Careggi di Firenze, cui si è aggiunto dal 2009 il TMO e il SIMT della AOU Pisa. mS pt po SanSEpoLCro MontEVarChi VoLtErra poGGiBonSi AR Cortona MontEpULCiano portoffErraio SiMt -15 01 S.t. -25 01 01 01 01 01 rr CD Efi CD centri prelievo (cp) Sono distinti in Centri Prelievo CSE da Sangue Midollare (CPM), collocati presso i Centri Trapianto Midollo Osseo e Centri Prelievo CSE da Sangue Periferico (CP-P) collocati presso i Servizi Trasfusionali. Collaborano con il CD alla sessione informativa finale e alla valutazione del donatore di CSE e sono responsabili della intera procedura di prelievo di midollo osseo o di somministrazione del fattore di crescita G-CSF e aferesi -92- Lo scopo di Admo è quello di informare sulla possibilità di salvare la vita ai malati di malattie del sangue, tipicamente la leucemia, grazie al trapianto di cellule staminali emopoietiche del midollo osseo. Informazione finalizzata a formare i giovani e indirizzarli verso l’iscrizione al Registro italiano donatori midollo osseo. Una volta inseriti nel database possono essere richiamati per accertamenti sanitari di compatibilità con un malato in attesa e procedere poi con la donazione effettiva che oggi principalmente è una procedura estremamente simile alla donazione di plasma del sangue, pur restando aperta la possibilità di donare con la tecnica tradizionale del prelievo dalle creste iliache del bacino. Admo investe quindi la maggior parte delle sue risorse umane ed economiche in promozione di iniziative che possano dare visibilità alle nostre tematiche. Admo Regione Toscana opera prevalentemente nel settore sanitario ed ha il compito di tenere i contatti e collaborare con i Centri di prelievo e di tipizzazione tissutale della propria regione, di avere rapporti con le Istituzioni e gli Enti della Regione Toscana, di essere di supporto e informazione alle Admo Provinciali della Toscana nello svolgimento della loro attività. Admo Regione Toscana è composta dal Consiglio direttivo di 20 membri, dal Collegio dei Sindaci Revisori e dalla Commissione medica. Admo Regione Toscana realizza le proprie attività solo con l’apporto di lavoro volontario. Presidente dell’associazione è Sergio Giuntini. Admo in Toscana è organizzata su 10 sezioni provinciali, una sede regionale a Pistoia ed è in fase di organizzazione di una sede legale a Firenze. Molte delle sezioni mantengono strettissimi rapporti con le altre associazioni del dono, soprattutto con Avis, con cui dividono alcune delle sedi locali. Dati a livello regionale Numero soci: 15.000 Numero donatori iscritti Registro in Toscana: 21.500 Numero dirigenti: 25 Numero volontari attivi: 25 Numero Adb/gruppi: 10 Numero donazioni effettive (storico): 100 Numero nuove Adb/gruppi nati nel 2011: 0 castelnuovo garfagnana carrara viareggio pescia cecina montepulciano Admo (associazione donatori midollo osseo) della Toscana è stata fondata il 14 novembre 1991, solo un anno dopo che Admo Federazione nacque per impulso di Mario Bella e di Renato Picardi. Lo scopo fu ben descritto dallo stesso Picardi: “non cerchiamo iscritti all’associazione, ma persone che vogliano fare parte del Registro italiano donatori midollo osseo”. Nel 1991 erano solo 12 mila i potenziali donatori nel Registro Nazionale, oggi hanno superato le 400 mila unità, mentre il Registro Toscano conta su 21.500 donatori attivi con quasi 100 donazioni effettive finalizzate al trapianto. -93- La banca regionale del Sangue da cordone ombelicale coordina attraverso i suoi bracci operativi (banca sangue cordonale di Pisa e banca sangue cordonale di Firenze) tutte le attività inerenti la donazione volontaria, la raccolta del sangue al momento del parto, la conservazione delle unità e il loro rilascio per trapianto. vigenti. Le unità verranno bancate solo in base a una negatività per gli esami virologici ed infettivologici stabiliti dalla normativa vigente, e se al loro interno è contenuto un numero minimo di cellule staminali tale da rendere utilizzabile il campione a scopo trapiantologico. In caso di richiesta da parte di un centro trapianto, su segnalazione di IBMDR, la banca procede a ulteriori controlli di qualità prima del rilascio dell’unità. Banca regionale sangue da cordone oMBelicale Banca sangue cordonale pisa validazione, criopreservazione, distriBuzione centri trasFusionali colloQuio punti nascita stetricia raccolta Per la donazione autologa non è necessario effettuare una selezione della madre/coppia e la richiesta per l’esportazione viene rilascciata dalle Direzioni Sanitarie. Banca sangue cordonale Firenze validazione, criopreservazione, distriBuzione centri trasFusionali colloQuio Il 29 aprile 2010 è stato approvato dalla Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano l’Accordo n. 62, operativo dal 1 luglio 2010, inerente le nuove disposizioni per l’esportazione del sangue cordonale ad uso autologo. La principale novità introdotte dall’Accordo del 29 aprile 2010, rispetto all’Ordinanza Ministeriale del 26 febbraio 2009, prorogata in data 1 marzo 2010 fino al 31 dicembre 2010, è che l’autorizzazione all’esportazione del sangue cordonale è rilasciata non più dal Ministero della Salute ma dalla Regione o Provincia Autonoma che, secondo le proprie esigenze organizzative e operative, individuerà la struttura deputata al rilascio della stessa autorizzazione. Quindi i futuri genitori che desiderano conservare ad uso autologo il sangue del cordone ombelicale del nascituro devono recarsi presso la Direzione Sanitaria della sede del parto. punti nascita ostetricia raccolta Presso molti centri trasfusionali viene eseguito il colloquio per stabilire l’idoneità delle madri donatrici attraverso un questionario anamnestico che raccoglie la storia clinica della mamma, quella del suo partner e la storia familiare. Dovrà anche essere sottoscritto da parte della madre e del partner (ove possibile) un consenso informato. Presso i punti nascita autorizzati viene effettuata la raccolta del sangue cordonale, che può essere effettuata nei parti spontanei a termine con tempo di gestazione di almeno 37 settimane, e nei parti cesarei. La procedura di raccolta non comporta alcun rischio né per la madre né per il neonato e prevede il recupero del sangue rimasto nel funicolo (già separato dal neonato). in caso di donazione solidaristica Il Centro Trasfusionale è la struttura sanitaria pubblica che effettua la selezione se è presente un punto nascita accreditato tra le strutture di ostetricia che gli afferiscono. Come per la donazione di sangue, esistono condizioni cliniche e comportamenti a rischio che precludono la donazione del sangue placentare. La madre che aderisce al programma accetta di eseguire i test per l’idoneità trasfusionale del cordone al La banca stabilisce l’idoneità alla conservazione e all’uso terapeutico delle unità di sangue cordonale: queste infatti devono rispondere agli standard di qualità e sicurezza stabiliti dalle leggi -95- donatrice sono stabiliti dalla banca, in conformità alle normative vigenti, e condivisi con tutti i punti nascita ad essa afferenti. Per lo svolgimento di questa specifica attività il punto nascita si avvale delle strutture trasfusionali di riferimento ove presenti. Tale attività è svolta sotto la responsabilità tecnica del responsabile medico della Banca di riferimento. Secondo la Legge il Responsabile della Banca del cordone è il responsabile ultimo della donazione e può avvalersi dei centri trasfusionali per la valutazione di idoneità della mamma/coppia. I requisiti di selezione sono i requisiti che si utilizzano per il donatore di sangue, tuttavia è presente una più puntuale ricerca di possibili patologie di tipo genetico, alcune delle quali non prese in considerazione nella selezione del donatore di sangue (La consanguineità dei genitori; la presenza di forme tumorali di uno stesso tipo che si ripresentano nella famiglia: per es: 3 casi di uno stesso tipo di tumore nella famiglia materna o paterna o 2 casi in una famiglia e 2 nell’altra.) momento del parto e sei mesi dopo. In caso contrario il sangue cordonale non potrà essere utilizzato a scopo trapianto. In ogni caso, tutte le informazioni sono garantite da assoluti criteri di riservatezza. Le funzioni del Servizio trasfusionale possono essere schematizzate: 1)Preparazione e distribuzione del materiale informativo, informazione e consulenza a tutte le persone interessate. 2) Contatto, informazione ed assistenza ai medici, e personale dei reparti di maternità. 3)Procedure di accreditamento in collaborazione con i ginecologi ed reparti clinici interessati(attività della banca) 4) Formazione del personale delle sale parto. (attività della banca) 5) Applicazione dei criteri di selezione e di idoneità delle partorienti interessate. 6) Indagini pre-donazione sui genitori interessati. 7) Presa in consegna, al momento del parto, del sangue del cordone, preparazione e spedizione. 8) controlli della madre a distanza dalla donazione. Secondo l’ Accordo Stato-Regioni del 20 Aprile 2011 - “Linee guida per l’accreditamento delle banche di sangue da cordone ombelicale” all’articolo 3.2. “Selezione, valutazione e approvvigionamento” il comma 3.2.1.” La valutazione della donatrice deve essere effettuata applicando le disposizioni normative vigenti (Decreto 3 marzo 2005 - Protocolli per l’accertamento dell’idoneità del donatore di sangue ed emocomponenti - e successive modificazioni e integrazioni, Decreto legislativo 16/2010, allegato I) e deve prevedere la raccolta dell’ anamnesi fisiologica, patologica remota e prossima ed ostetrica della madre e l’anamnesi patologica della famiglia materna. La raccolta di informazioni sullo stato di salute del padre e della famiglia paterna, deve, ove possibile, essere eseguita direttamente attraverso un colloquio riservato con lo stesso padre. In qualunque caso non è possibile procedere alla raccolta dell’unità cordonale in assenza di informazioni relative ad entrambi i genitori e alle rispettive famiglie. Al punto 3.2.2. protocolli e le procedure per la selezione della -96- In particolare Adisco intende divulgare la donazione del sangue del cordone ombelicale in Toscana, in stretta collaborazione con il Centro Regionale Sangue, le associazioni del dono (Avis, Admo, Fratres, Anpas, Aido), l’Organizzazione Toscana Trapianti e il CESVOT attraverso – tra le altre attività – i progetti che riguardano l’informazione nelle scuole del territorio toscano. Le azioni di sensibilizzazione e informazione sono finalizzate a rendere possibile la donazione. Adisco si occupa anche di potenziare la ricerca scientifica al fine di sviluppare completamente le enormi potenzialità dell’impiego di sangue del cordone ombelicale nei trapianti. Collabora con le istituzioni ospedaliere per la nascita e lo sviluppo dei centri di raccolta. L’obiettivo di Adisco con le istituzioni è quello di aumentare le donazioni, attualmente a quota 20.000, per poterle triplicare nei prossimi anni poiché tale numero, circa 75.000,viene ritenuta l’autosufficienza sul territorio nazionale. Numero soci: 314 (in Toscana) Numero donatrici: dato non disponibile Numero dirigenti: 18 Numero volontari attivi: 15 Numero singole sezioni: 6 Numero Adb/gruppi: 5 Numero donazioni (storico fino 2011): 18189 (Unità bancate: 1768) Numero donazioni 2011: 1.400 Numero nuove Adb/gruppi nati nel 2011: 1 APUANE viareggio VERSILIA La sezione toscana di ADISCO si è costituita nel febbraio del 1997 e negli anni successivi sono nate altre 5 sezioni territoriali: Versilia, Apuania, Grosseto, Livorno e – nel 2011 – Pisa. Lo scopo di Adisco è sensibilizzare le donne a donare dopo il parto il sangue del cordone ombelicale che altrimenti verrebbe eliminato disperdendo una potenziale fonte di cellule staminali. Il Consiglio dell’associazione è composto da 6 consiglieri e 1 tesoriere. La presidente in carica è Valeria Marchesini Bono. -97- Caratteristiche della Banca Pubblica e della Banca Privata Banca pubblica Banca privata Donazione Il Sangue del Cordone Ombelicale (SCO) è donato per essere messo a disposizione della collettività. La donazione pubblica entra in un network internazionale e conferisce al donatore una cittadinanza a pieno titolo nel mondo delle cellule staminali. Il progressivo incremento della donazione costituisce garanzia per la stessa donatrice di poter reperire in caso di necessità una fonte sicura di cellule staminali. La donazione pubblica promuove una cultura dell’impegno e della solidarietà. Conservazione autologa Il Sangue del Cordone ombelicale (SCO) è riservato per uso autologo (del neonato a cui appartiene) o intrafamiliare. La conservazione autologa non tiene conto di criteri quantitativi in termini di volume di sangue ombelicale raccolto che può rivelarsi insufficiente ai fini del suo impiego clinico. La conservazione autologa è vissuta come un’ assicurazione sulla vita, ma che rischia di rimanere inutilizzata nella maggioranza assoluta dei casi. Può essere oggetto di speculazione sul piano economico. Banche pubbliche Sono del servizio sanitario nazionale. La conservazione non comporta alcun onere per la donatrice e la famiglia. La donazione è libera e volontaria. In Italia la legge trasfusionale regola la donazione, raccolta, conservazione e rilascio per trapianto delle unità donate (legge 219/2005). Le banche devono rispondere a requisiti di qualità molto rigorosi, ed internazionalmente definiti, per garantirne l’impiego delle cellule per terapia (FACT, JACIE). Banche private Le società che operano in questo settore chiedono un contributo per la raccolta che in genere è intorno a 1000–2000 euro e un costo annuo per la conservazione, di circa 100 Euro. Alcune società offrono incentivi finanziari al personale sanitario capace di reclutare clienti e un bonus basato sul numero di unità raccolte. Le società si rivolgono alle donne in gravidanza per promuovere i loro servizi. Per vendere i servizi offerti alcune società usano approcci pubblicitari eticamente non corretti, che tendono ad insinuare il dubbio di non essere buoni genitori se non si mette da parte il cordone del proprio figlio. La Raccolta per donazione Avviene da parte di personale formato e addestrato presso le Banche di sangue del cordone ombelicale accreditate nella rete delle Banche nazionali. Le procedure di raccolta sono certificate e soggette a verifica ispettiva per garantire la qualità dell’unità raccolta. La Raccolta per conservazione autologa Viene effettuato da personale non specificamente addestrato presente al momento del parto. Le istruzioni per la raccolta sono indicate dalla banca privata mediante un foglio informativo contenuto nel kit di prelievo. La banca privata non effettua il controllo all’atto della donazione, né la verifica ispettiva. Volumi della raccolta e conta delle cellule Il volume della raccolta e la conta cellulare devono essere rispettivamente superiori a 80 ml e 1 miliardo di cellule. Il numero delle cellule è requisito indispensabile ai fini di un impiego utile per trapianto. Le unità non idonee al trapianto (per scarso numero di cellule o altre cause) possono essere dedicate a scopi di ricerca, previo consenso informato della mamma prima della donazione. Volumi della raccolta e conta delle cellule Il volume di raccolta è variabile come pure la conta cellulare. Un numero di cellule ridotto pur consentendo la conservazione, potrebbe rivelarsi non sufficiente ai fini dell’impiego per trapianto. Sulle unità autologhe non è previsto l’impiego a fini di ricerca, poiché le cellule sono conservate solo per il soggetto a cui sono destinate. Controlli sul sangue donato Sul sangue donato sono obbligatori tutti gli esami previsti dalla legge per la donazione di organi e tessuti, per garantire la sicurezza e la qualità del prodotto a chi dovrà riceverlo. I controlli vengono effettuati al momento del parto e sulla donatrice dopo sei mesi dal parto. I costi sono a carico del sistema sanitario nazionale. Controlli sul sangue autologo Nella banca privata il pannello di test eseguiti è variabile. In alcune banche private vengono eseguiti test completi, in altre solo quelli indispensabili per la conservazione. I controlli vengono effettuati al momento della conservazione in banca. Dal numero e qualità dei controlli dipende la variabilità nei costi richiesti dalla banca per la conservazione autologa. Rilascio delle unità per trapianto Le banche pubbliche in Italia rilasciano unità di cordone ombelicale in tutto il mondo secondo la normativa e gli standard di accreditamento internazionali JACIE (Joint Accreditation Committee ISCT- EBMT). I centri trapianto selezionano di preferenza le unità compatibili per trapianto provenienti da banche che offrono elevati standard di certificazione e accreditamento (FACT). Rilascio delle cellule per uso clinico Le banche private scelgono il sistema di accreditamento sulla base di criteri aziendali e l’adesione agli standard JACIE è una scelta non obbligatoria. Le unità rilasciate dalla banca privata necessitano di requisiti di qualità conformi alla norma per potere essere impiegate a fini di trapianto. Il livello di certificazione della banca dipende dalla politica della singola banca. Il trapianto allogenico Il trapianto allogenico (da donatore) di cellule staminali del SCO ha un ruolo importante nella cura di gravi malattie del sangue, in particolare per leucemie e linfomi, malattie congenite e malattie metaboliche. Il trapianto allogenico (da donatore) di cellule staminali emopoietiche nelle malattie ematologiche non è una terapia che sostituisce semplicemente il midollo osseo malato con uno di un donatore sano. E’ anche una forma di immunoterapia in cui il sistema immunitario del donatore agisce contro le cellule maligne residue del paziente: è l’effetto graft-versus leucemia. Questo tipo di reazione, molto utile per eradicare la malattia, non avviene nel trapianto autologo. Il trapianto autologo o intrafamiliare Vi è un generale accordo che la probabilità di usare SCO autologo (per lo stesso donatore) sia estremamente bassa. Allo stesso modo, è remota la possibilità che un altro membro della famiglia dovrà far ricorso all’unità di SCO conservata per un trapianto di cellule staminali durante una malattia che gli potrebbe capitare nel futuro. Numerosi studi hanno mostrato che le cellule preleucemiche e leucemiche possono essere presenti già nel sangue cordonale di bambini che più tardi svilupperanno una leucemia durante l’infanzia. Di conseguenza, il trapianto di sangue cordonale autologo nelle leucemie del bambino è controindicato, proprio perché le cellule preleucemiche già presenti nel SCO potrebbero causare una nuova manifestazione della malattia che viene trattata. Terapie innovative nel trapianto Terapie in fase di applicazione clinica - Impiego di più unità cordonali per uno stesso paziente in modo da aumentare il contenuto di cellule staminali trapiantate ed estendere le possibilità terapeutiche del trapianto anche a pazienti adulti. - Impianto diretto delle cellule staminali cordonali nel midollo osseo del paziente per favorire il loro attecchimento. Indicazione delle cellule staminali autologhe adulte nella terapia rigenerativa: Probabile: in ortopedia, in cardiologia (con cellule prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente in età adulta) In fase di sperimentazione: Diabete, M. di Alzheimer, Parkinson, Traumi del midollo spinale Terapie in fase di sperimentazione - Espansione delle cellule staminali cordonali in vivo. Fonte Adisco sito -98- 4.0 I risultati 2011 del Sistema Trasfusionale Toscano 4.1 Sangue e Plasma 1. Piano di produzione emocomponenti Il raggiungimento e mantenimento dell’autosufficienza vede impegnate le Aziende sanitarie, le Strutture Trasfusionali, le Associazioni di Volontariato e costituisce per esse un momento di valutazione specifico in considerazione dell’esigenza di garantire il livello complessivo di produzione regionale al fine di: - soddisfare il fabbisogno clinico stimato per tutti gli emocomponenti; - garantire che la raccolta di emocomponenti non subisca eccessive variabilità infraannuali; - assicurare un margine sicuro e costante di disponibilità di emocomponenti labili per uso clinico; - incrementare la produzione di plasma da avviare alla trasformazione industriale al fine di conseguire l’autosufficienza regionale anche per i farmaci plasma derivati; - contribuire all’autosufficienza nazionale. 4.1.1 Gli obiettivi della programmazione 2011 Anche nel 2011, in continuità con gli anni precedenti, la programmazione del Sistema Trasfusionale si è mossa su obiettivi concordati con Aziende sanitarie, profesisonisti della Medicina Trasfusionale, Centro Regionale Sangue (CRS), Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione sociale ed Associazioni di Volontariato, modificando ed aggiornando obiettivi ed indicatori. Vengono confermati gli obiettivi del sistema sangue inteso come rete di servizi: - autosufficienza regionale e contributo all'autosufficienza nazionale; - qualità e sicurezza della risorsa sangue; - omogeneità dei livelli di assistenza; - sviluppo di settori innovativi; - adozione di sistemi di qualità applicati e verificabili; - definizione standard di prodotto e di servizio su scala regionale; -appropriatezza; -emovigilanza; 2. Governo Clinico L’autosufficienza in sangue e plasma deve essere conseguita, oltre che attraverso gli sforzi che si stanno compiendo sul fronte dell’adeguamento della produzione, anche con il governo sistematico dei consumi. Si ritiene pertanto fondamentale perseguire le finalità ed i contenuti delle Linee Guida regionali per l’utilizzo appropriato degli emocomponenti e dei farmaci plasma derivati e la loro implementazione a livello territoriale. Al fine di rafforzare il grado di sicurezza delle attività trasfusionali, sempre nell’ambito delle iniziative di Governo Clinico, è fondamentale l’attività di emovigilanza svolta in modo I macroobiettivi per le Strutture Trasfusionali e le Associazioni di Volontariato ad esse afferenti, per l’anno 2011, sono articolati come di seguito descritto: 1. Piano di produzione emocomponenti; 2. Governo clinico; 3. Sistema Informativo; -103- Ripartizione piano di produzione emocomponenti Il piano di produzione di emocomponenti è stato definito correlando i volumi di produzione al fabbisogno clinico e ripartendolo tra le Aziende Sanitarie. coerente alla normativa comunitaria e nazionale in materia. Parimenti devono essere implementati sistemi di qualità specifici del settore trasfusionale in integrazione con il Centro Regionale Gestione Rischio Clinico (CRGRC). Si evidenzia la necessità di dare completa attuazione al percorso disegnato dalla D.G.R. n.483/2008 riguardante l’implementazione del Servizio Regionale di Qualificazione Biologica finalizzato ai percorsi di donazione al fine di consentire l’esecuzione dei test di biologia molecolare e sierologici presso Centri di Qualificazione Biologica. Tale percorso è volto a garantire elevati ed uniformi standard qualitativi sia nell’esecuzione dei test che nella gestione delle informazioni correlate, mantenendo un ottimale rapporto costo-benefici nell’ottica di garantire sia i donatori che i riceventi. Nella definizione del piano di produzione sono stati presi in esame in via prioritaria i seguenti parametri: - dati relativi alla raccolta ed al consumo riferiti all’anno 2010; - dati relativi al numero di donazioni x 1.000 abitanti per Azienda Sanitaria calcolati nella fascia di età 18 – 65 anni (popolazione regionale, anno 2009); - dati relativi alle risorse umane e tecnologiche Nel corso dell’anno 2011 il CRS provvederà a definire le modalità con le quali il Sistema Trasfusionale Toscano opererà a supporto di altre reti regionali di donazione. 3. Sistema Informativo In considerazione dell’attività svolta nello specifico settore nonché: - delle disposizioni normative comunitarie e nazionali in tema di tracciabilità e rintracciabilità delle informazioni; - degli interventi di manutenzione evolutiva degli applicativi software in uso presso le Strutture Trasfusionali toscane ed il CRS; - dell’attivazione del Sistema Informativo Trasfusionale Nazionale (SISTRA); -della realizzazione della Agenda informatizzata di prenotazione delle donazioni (AgenDona). L’obiettivo è da ritenersi strategico in quanto una efficace ed efficiente gestione globale del Sistema Trasfusionale regionale non può prescindere dal miglioramento continuo nello sviluppo ed effettivo utilizzo delle funzionalità messe a disposizione. -104- Piano di produzione emocomponenti anno 2011 AZIENDA SANITARIA RISULTATI EMAZIE 2010 (unità) OBIETTIVO EMAZIE 2011 (unità) RISULTATI PLASMA DA AFERESI 2010 (unità) OBIETTIVO PLASMA DA AFERESI 2011 (unità) Azienda USL 1 – Massa Carrara 11.148 11.482 3.918 4.035 Azienda USL 2 - Lucca 12.082 12.444 5.353 5.513 Azienda USL 3 - Pistoia 10.953 11.391 4.477 4.656 Azienda USL 4 - Prato 8.903 9.259 2.672 2.778 Azienda USL 5 - Pisa 8.026 8.266 3.898 4.014 Azienda USL 6 - Livorno 15.480 16.099 8.360 8.610 Azienda USL 7 - Siena 8.152 8.396 1.166 1.212 Azienda USL 8 - Arezzo 17.114 17.627 6.177 6.424 Azienda USL 9 - Grosseto 10.130 10.484 4.024 4.144 Azienda USL 10 - Firenze 23.123 24.047 5.695 5.865 Azienda USL 11 - Empoli 10.576 10.893 5.987 6.166 Azienda USL 12 - Viareggio 8.710 8.971 4.515 4.650 Azienda Osp.- Univ. Careggi 10.733 11.054 2.416 2.488 Azienda Osp.- Univ.Senese 6.841 7.080 1.028 1.058 Azienda Osp.- Univ. Pisana 10.044 10.345 4.669 4.809 Azienda Osp.- Univ. Meyer 3.681 3.809 681 701 TOTALE REGIONE TOSCANA 175.696 181.647 65.036 + 3,38% -105- 67.123 + 3,20% Il sistema di valutazione dei risultati A partire dal 2009 due indicatori relativi alle donazioni di sangue – l’“Indice di non conformità del plasma conferito all’industria” e il “Tasso di donazione di sangue, plasma e piastrine” - sono stati inseriti nel Sistema di valutazione delle performance della sanità toscana. Il sistema di valutazione fornisce un quadro di sintesi dell’andamento della gestione delle Aziende Sanitarie, utile non solo alla valutazione della performance conseguita, ma anche per la valorizzazione delle best practices delle Aziende Sanitarie. Il sistema rappresenta uno strumento fondamentale per supportare la funzione di governo soprattutto a livello regionale. La presentazione in benchmarking dei dati tra le realtà aziendali della Toscana facilita, infatti, il superamento dell’autoreferenzialità a favore del confronto, inteso come strumento fondamentale per verificare i risultati conseguiti e gli eventuali spazi di miglioramento. Il “Tasso di donazione di sangue, plasma e piastrine”, a partire dal 2010, è un indicatore su cui le Aziende sanitarie vengono valutate e in tal modo legate al sistema di incentivazione. Lo strumento della valutazione è oggi utilizzato, infatti, per supportare i processi di pianificazione e programmazione a livello aziendale e regionale, ed è collegato al sistema incentivante per la direzione aziendale. Le Aziende del sistema a loro volta hanno collegato lo strumento al loro sistema di budget interno. In quasi tutte le Aziende, infatti, è stato completato il processo di integrazione del Sistema di Valutazione con il meccanismo di budget, in modo da permettere una partecipazione al processo di miglioramento dei servizi erogati più esteso possibile tra tutti gli operatori. Il grafico che segue mostra i dati per l’anno 2011 del tasso di donazione per Asl ogni 1.000 residenti di età compresa fra i 18 e i 65 anni. Si evidenzia ancora una notevole variazione fra le aziende, con valori minimi per l’Asl 4 di Prato (72 donazioni per 1.000 residenti) e valori massimi a Lucca (130 donazioni per 1.000 residenti). Ben sei Aziende sono in fascia buona e ottima, solo due hanno una performance scarsa. Si conferma la tendenza degli ultimi anni di un costante, se pur lieve, aumento delle donazioni a livello regionale, si passa infatti da 102 del 2009, a 103 nel 2010, fino a 104 donazioni ogni 1.000 residenti del anno 2011. Tuttavia ci sono aziende che nel corso degli ultimi tre anni presentano un costante calo nelle donazioni, come nel caso dell’Asl 5 di Pisa, o una situazione piuttosto stabile (Firenze, Prato), ma allo stesso tempo alcune aziende mostrano un netto trend in crescita come nel caso di Pistoia e Massa-Carrara, anche l’Asl 2 di Lucca, che ha la migliore performance a livello regionale presenta un buon miglioramento fra 2010 e 2011 passando da 125 a 130 donazioni ogni 1.000 residenti. Per quanto riguarda l’indicatore “Indice di non conformità del plasma” il valore medio regionale aumenta, se pur di poco, rispetto allo scorso anno, mantenendosi tuttavia ampiamente al di sotto dello standard regionale dell’1,41‰. Le aziende toscane presentano valori omogenei, fatta eccezione per la Asl 10 di Firenze e l’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Careggi che presentano indici elevati (2,66 e 2,81‰.) che superano il valore standard fissato. I dati del Sistema di Valutazione sono consultabili on-line, tramite registrazione, al seguente link: http://performance.sssup.it A cura di Barbara Lupi Laboratorio Management e Sanità Scuola Superiore Sant’Anna -106- tasso di donazione di sangue, plasma e piastrine per mille residenti (anno 2011) -107- -108au as sa m sa Pi 2 a cc lu Vi er eg gi o sl 2 1 sl 5 o o ar ez z po li em se to a si en an a li vo rn 8 1 6 sl au 7 g ro s au sl au sl au sl 1 au 9 sl 1 sl au au sl au e Fi re nz to sc 10 128,00 125,00 130,00 125,00 123,00 128,00 112,00 117,00 122,00 126,00 124,00 118,00 107,00 108,00 114,00 104,00 106,00 111,00 109,00 110,00 106,00 101,00 99,00 105,00 101,00 102,00 104,00 102,00 103,00 104,00 92,00 91,00 91,00 77,00 83,00 89,00 71,00 73,00 72,00 100 sl at o st oi a Pi Pr 150 au sl 3 au sl 4 au tasso per 1.000 tasso di donazione di sangue, Plasma e Piastrine Per mille residenti (triennio) 200 2009 2010 2011 50 0 -109sl au u gi 0,53 0,76 0,47 0,58 0,27 0,36 0,29 0,55 0,39 0,53 0,68 0,59 0,51 0,50 0,71 0,33 0,24 0,60 0,25 0,54 1,03 1,24 1,60 2,81 2,66 2011 ar eg c ze re n Fi a cc lu na o 0,55 0,07 0,00 0,00 0,08 0,94 0,81 0,12 0,31 0,43 0,13 0,31 0,10 0,22 0,21 0,00 0,27 0,00 1,5 ao 0 sl 1 sl 2 au to sc a et ro ss o rn vo li po o at Pr sa Pi em li g 6 11 sl 9 au au sl sl 4 5 zo ar ez a oi st Pi na o gi sa Pi sl au au au 3 sl 8 au sl au u ao ar eg Vi sa as 1,0 2 m 1,86 1,96 3,0 sl 1 a en si er tasso per 1.000 3,5 au sl 1 sl 7 ay m 2,0 au au 0,00 0,00 0,00 0,33 0,00 0,00 0 u se ne se 0,5 ao u ao indice di non conFormitÀ del Plasma (triennio) 4,0 2009 2,5 4.1.2 I numeri del Sistema Sangue I dati a livello nazionali riguardanti il monitoraggio per l’anno 2011 della produzione e consumo di emazie per la Regione Toscana sono ricavati dal SISTRA sistema informativo nazionale attivato dal CNS. -110- Sistema Informativo dei Servizi Trasfusionali - SISTRA SISTRA è il nuovo Sistema Informativo dei Servizi Trasfusionali, istituito con Decreto del Ministero della Salute del 21/12/2007, e sviluppato come supporto strategico per il conseguimento degli obiettivi stabiliti dalla legge 219/2005: “autosufficienza di sangue e derivati, sicurezza trasfusionale, livelli essenziali di assistenza uniformi e sviluppo della medicina trasfusionale”. Il SISTRA permette lo scambio dei flussi di informazione tra il Ministero della Salute, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ed il CNS, favorendo l’interazione tra il livello regionale e nazionale e la registrazione e analisi puntuale dei dati di consumo e produzione di sangue e plasma. I dati, che in tempo reale vengono raccolti e diffusi mediante il SISTRA, contribuiscono alla realizzazione del Programma annuale di Autosufficienza Nazionale. All’interno del SISTRA esiste una anagrafica delle strutture trasfusionali (centri regionali sangue, servizi trasfusionali e unità di raccolta) e tre principali categorie di informazioni: - dati sulle attività delle singole regioni; - dati sulla compensazione di emocomponenti e plasmaderivati; - dati sull’emoviglanza. Il Centro Nazionale Sangue provvede al coordinamento dei flussi informativi dei servizi trasfusionali e si avvale per la sua collaborazione di un gruppo di lavoro per lo sviluppo di SISTRA definito dalla consulta tecnica permanente per il servizio trasfusionale. Il flusso informativo di dati è organizzato secondo livelli di competenza: Il referente dell’emovigilanza per la Struttura Trasfusionale ha il compito di raccogliere le segnalazioni sia interne che provenienti dalle unità di raccolta e di notificarle alla struttura regionale di coordinamento tramite il sistema informativo regionale se raccordato con il sistema nazionale (SISTRA) o, dove non presente, tramite il sistema nazionale (SISTRA). Il referente regionale della struttura di coordinamento ha il compito di verificare e validare la qualità delle informazioni trasmesse dalle strutture trasfusionali e provvedere all’inoltro al Centro Nazionale Sangue delle segnalzioni estratte dal sistema informativo regionale. Il referente nazionale del CNS ha il compito di monitoraggio continuo del sistema nazionale di emovigilanza attraverso la consultazione delle singole schede di notifica e attraverso l’elaborazione di dati aggregati a livello nazionale, a partire dalle notifiche validate dalle strutture regionali di coordinamento. Tutte le strutture trasfusionali presenti sul territorio nazionale e registrate al sistema possono accedere. -111- Anche nel 2011 si è mantenuta costante la tendenza all’aumento delle donazioni totali, con un aumento del 2%. L’aumento si è verificato sia per le donazioni di sangue intero che di plasma e, seppur in minor misura, anche di multicomponent andamento donazioni totali 250000 201.769 200000 208.353 213.755 217.946 225.318 241.244 245.525 2010 2011 235.803 192.584 188.158 numero donatori 175.727 150000 100000 50000 0 2001 2002 2003 2004 2005 -112- 2006 2007 2008 2009 andamento donazioni sangue intero 180.000 160.000 140.000 175.696 177.724 172.727 numero donatori 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0 2009 2010 -113- 2011 andamento donazioni Plasma 60.000 50.844 52.833 55.055 50.000 numero donatori 40.000 30.000 20.000 10.000 0 2009 2010 2011 andamento donazioni multicomPonent 14.000 12.000 12.232 12.715 12.718 10.000 numero donatori 8.000 6.000 4.000 2.000 0 2009 2010 2011 L’andamento negli anni si mantiene sufficientemente stabile nel corso dei mesi, con la consueta flessione estiva e picco negli ultimi mesi dell’anno, resta ancora come obiettivo di tutto il sistema cercare di assicurare un apporto più costante durante l’anno sia dal punto di vista numerico delle donazioni, che della rappresentatività dei gruppi sanguigni. Anche nel 2011 si è mantenuta l’impostazione del sistema trasfusionale di sistema a netta prevalenza della raccolta diretta effettuata dalle strutture trasfusionali rispetto alla raccolta effettuata dalle Associazioni di Volontariato. ANDAMENTO MENSILE DONAZIONI SANGUE INTERO ANNO 2009 - 2010 25.000 numero donazioni 20.000 15.000 10.000 donazioni 2009 donazioni 2010 5.000 donazioni 2011 0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno -115- luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Risulta interessante il confronto dell’andamento nei mesi dell’anno rispettivamente per quanto riguarda la raccolta diretta e indiretta, la raccolta eseguita presso i Centri Trasfusionali mantiene un andamento costante durante tutto l’anno, mentre la raccolta gestita dalle associazioni di Volontariato mostra un marcato calo durante i mesi estivi. andamento raccolta diretta anno 2011 Tot. raccolta diretta gennaio dicembre 20000 19428 18000 febbraio 15713 16000 16387 14000 novembre 12000 marzo 10000 17594 18558 8000 6000 4000 2000 ottobre 0 1777 19115 settembre 18029 18516 16047 agosto 16316 luglio -116- 17292 giugno maggio aprile andamento raccolta INdiretta anno 2011 Tot. raccolta indiretta gennaio 3000 febbraio dicembre 2500 2224 2000 1683 1742 novembre 1500 2349 marzo 1864 1000 500 ottobre 1640 0 1957 aprile 1631 756 settembre 2019 maggio 1476 2177 giugno agosto luglio -117- La numerosità sul territorio di strutture trasfusionali favorisce l’accesso dei donatori, ma ha come conseguenza una eccessiva dispersione di funzioni a valle della donazione legata al numero delle donazioni raccolte per centro. Tale dispersione ha impatti negativi non solo sulla sostenibilità economica del sistema, ma anche sulla qualità e sulla sicurezza. Il grafico rappresenta l’ampia variabilità numerica delle unità raccolte nelle singole strutture trasfusionali. L’indice di donazione nei residenti della fascia di età 18-65 rappresenta la misura della tendenza a donare di una popolazione, in Regione Toscana nel 2011 è aumentato di un punto rispetto all’anno precedente passando da 103 donazioni/1000 ab.18-65 anni a 104 nel 2011. Regione toscana - donazioni per azienda sanitaria anno 2011 AUSL 1 - ST Carrara AOUM 1 - ST Meyer AUSL 1 - SIMT Massa AOUS - SIMT Careggi 14000 AUSL 1 - ST Fivizzano AUSL 1 - ST Pontremoli AOUS - SIMT Le Scotte AUOP - SIMT Cisanello 12000 12810 AUOP - ST Santa Chiara AUSL 12 - SIMT Viareggio 13719 9777 AUSL 2 - SIMT Lucca AUSL 2 - ST Barga AUSL 2 - ST Castelnuovo Garfagnana 8000 8271 AUSL 11 - ST Fuccecchio 12843 10000 6000 6422 AUSL 3 - SIMT Pistoia 4719 AUSL 11 - ST Castelfiorentino 9708 AUSL 3 - ST Pescia 4000 5558 4513 5987 3851 3843 AUSL 11 - SIMT Empoli AUSL 10 - ST Figline Valdarno 10543 AUSL 10 - ST Borgo San Lorenzo 3089 2853 3685 3479 2000 2154 3002 2412 0 1892 1995 AUSL 4 - Prato 11531 AUSL 5 - SIMT Pontedera 9467 5402 3005 3729 AUSL 5 - ST Volterra 13287 4669 3810 3572 AUSL 10 - ST SS. Maria Annunziata 6714 2459 2666 AUSL 6 - SIMT Livorno 10434 5611 AUSL 10 - SIMT San Giovanni di Dio AUSL 6 - ST Cecina 7813 6912 AUSL 9 - ST Orbetello 7320 AUSL 6 - ST Piombino AUSL 9 - ST Massa Marittima AUSL 6 - ST Portoferrario AUSL 9 - ST Castel del Piano AUSL 7 - ST Montepulciano AUSL 9 - SIMT Grosseto AUSL 8 - ST Sansepolcro AUSL 8 - ST Valdarno AUSL 7 - ST Poggibonsi AUSL 8 - ST Cortona -118- AUSL 8 - SIMT Arezzo AUSL 8 - ST Bibbiena INDICE DI DONAZIONE COMPLESSIVO TOTALE DONAZIONI INDICE DI DONAZIONE MULTICOMPONENT MULTICOMPONENT INDICE DI DONAZIONE PLASMA DA AFERESI “A” scelta di azzerare la produzione di plasma di minore qualità e minore resa in farmaci plasma derivati (plasma C). Nell’anno 2011 la Toscana ha inviato alla lavorazione industriale PLASMA DA AFERESI “A” INDICE DI DONAZIONE EMAZIE EMAZIE POPOLAZIONE 18-65 anni al 31.12.2010 2011 La Toscana anche per l’anno 2011 ha continuato a crescere nei risultati relativi alla raccolta plasma da aferesi (categoria A), di plasma da separazione (categoria B), confermando anche la ASL 1 128.147 11.33 88 4.102 32 173 1 15.608 122 ASL 2 139.841 12.643 90 4.563 33 949 7 18.155 130 ASL 3 185.126 11.211 61 4.867 26 344 2 16.422 89 ASL 4 159.879 9.061 57 2.240 14 230 1 11.531 72 ASL 5 215.388 8.211 80 3.732 27 190 10 12.133 118 ASL 6 221.060 15.713 71 8.506 38 1.031 5 25.250 114 ASL 7 168.685 7.987 90 1.348 9 5 6 9.340 104 ASL 8 221.064 18.293 83 4.604 21 1.722 8 24.619 111 ASL 9 143.057 10.603 74 3.156 22 1.205 8 14.964 105 ASL 10 510.212 23.035 73 5.090 12 546 6 28.671 91 ASL 11 152.187 10.243 67 5.634 37 181 1 16.058 106 ASL 12 107.438 9.029 84 3.882 36 808 8 13.719 128 AOU CAREGGI 10.227 905 1.678 12.810 AOU SIENA 7.196 94 981 8.271 AOU PISANA 9.060 2.169 2.027 13.256 AOU MEYER 3.879 163 677 4.719 INDICE DI DONAZIONE COMPLESSIVO 104 TOTALE DONAZIONI 245.526 INDICE DI DONAZIONE MULTICOMPONENT 5 MULTICOMPONENT 12.747 INDICE DI DONAZIONE PLASMA DA AFERESI “A” 23 PLASMA DA AFERESI “A” 55.055 INDICE DI DONAZIONE EMAZIE 76 EMAZIE 177.724 POPOLAZIONE 18-65 anni al 31.12.2011 2.352.084 2011 TOTALE REGIONE Area Vasta Centro 1.007.404 67.656 67 18.899 19 3.656 4 90.211 90 Area Vasta Nord - Ovest 811.874 65.989 81 26.954 33 5.178 6 98.121 121 Area Vasta Sud - Est 532.806 44.079 83 9.202 17 3.913 7 57.194 107 TOTALE REGIONE 2.352.084 177.724 76 55.055 23 12.747 5 245.526 104 -119- Liguria, Toscana, P.A. Trento, Umbria, Valle d’Aosta) e AIP2 (Lombardia, Piemonte e Sardegna) producono il 76% del plasma italiano inviato al frazionamento industriale, garantendo alle Regioni aderenti la copertura quasi completa della domanda dei medicinali plasmaderivati: Albumina, Immunoglobuline aspecifiche e.v., Fattore VIII, Fattore IX, Antitrombina, Complesso protrombinico. Inoltre, nelle Regioni aderenti, con alcune eccezioni, si registrano livelli di consumi dei plasmaderivati complessivamente più appropriati rispetto alla maggioranza delle Regioni non associate. Resta comunque, rispetto ai consumi medi registrati in altri Paesi europei, un diffuso grado di inappropriatezza nell’utilizzo di alcuni di questi farmaci, quali l’albumina e l’antitrombina. Nel 2011 le Regioni e Province autonome aderenti all’AIP hanno raccolto e avviato alla lavorazione industriale 330.700 Kg. di plasma, pari a circa il 50% del plasma italiano. 27.677 litri di plasma da aferesi e 41.199 litri di plasma da sangue intero, per un totale di 68.876 litri corrispondenti ad un incremento del 2,34 % rispetto all’anno precedente. Il PlaSma e l’aIP Gli Accordi Interregionali per la Plamaderivazione (AIP) hanno rappresentato e rappresentano un fondamentale strumento per promuovere l’autosufficienza regionale e nazionale di medicinali plasmaderivati e rappresentano, altresì, un modello virtuoso di cooperazione fra Regioni finalizzato ad ottenere un’ottimale distribuzione dei prodotti farmaceutici ottenuti dalla lavorazione del plasma nazionale, il miglioramento continuo della qualità e sicurezza della materia prima plasma, nonché un più attento monitoraggio e controllo della domanda di questi farmaci. I due attuali accordi AIP-1 (Veneto, Abruzzo, Basilicata, P.A. Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Pos 22 25 22,5 se 5 3,8 4,6 Ft 6,8 7,1 dra sul 8,7 11,3 11,1 9,4 10 8,8 a 9,4 itt 11,9 16,2 scr 12 13,1 15 13,5 la 14,3 re 16,8 lie 17,8 20 tog 18 le 19,2 siBi lo sFo a Pu gl ia sa rd eg na c al ab ria la c am zio pa ni a Va l iu Fr si ci li V. g . d’ ao st a m ar ch e to em sc ili a a ro na m ag na Ve ne to Pi em on lo te m Pr ba ov rd a. i Bo a lz an o li g to uria t. Pr Pr og ov r. .a .t re nt o ab ru zz o Ba si lic at a u m br ia m ol is e 0 li ndo Fig. 3 quantità di plasma (chilogrammi per mille popolazione residente) inviato all’industria dalle regioni. Anno 2010 (elaborazioni CNS su fonte dati Kedrion). -120- PLASMA AVVIATO AL FRAZIONAMENTO - CONSUNTIVO 2011 (aggiornamento 2 maggio 2012) REGIONI / PP. AA. AIP A B C TOT. REGIONI / PP. AA. Abruzzo 6.294,23 8.896,54 1.649,07 16.839,84 Basilicata 1.875,93 2.869,43 1.779,29 6.524,65 P. A. Bolzano 715,33 5.566,47 1.030,32 7.312,12 Emilia Romagna 22.570,73 39.913,98 18.670,88 81.155,59 Friuli Venezia Giulia 9.434,17 13.848,33 1.943,07 25.225,58 Liguria 4.812,50 13.421,54 3.104,51 21.338,56 Toscana 27.677,00 34.760,36 6.439,44 68.876,79 P. A. Trento 1.585,47 4.425,00 819,04 6.829,50 Umbria 839,20 6.914,95 1.279,92 9.034,06 Valle d’Aosta 952,45 1.563,85 290,01 2.806,31 Veneto 23.713,35 46.674,66 14.369,93 84.757,94 TOTALE AIP 100.470,36 178.855,10 51.375,48 330.700,94 Totale plasma A + B 279.325,46 -121- Attività dei Centri di Qualificazione Biologica Nel 2011 è stata portata a compimento l’organizzazione prevista dalla D.G.R. 483/2008 “Servizio regionale di Qualificazione Biologica finalizzato ai percorsi di donazione:determinazioni” che prevede la concentrazione degli esami di sierologia presso i Centri di Qualificazione Biologica (CQB) di Area Vasta in analogia agli esami NAT. Tale percorso volto a garantire elevati ed uniformi standard qualitativi sia nell’esecuzione dei test che nella gestione delle informazioni correlate, mantenendo un ottimale rapporto costo-benefici nell’ottica di garantire sia i donatori che i riceventi si è concluso con la fine dell’anno 2011 ed è propedeutico al progetto di riorganizzazione delle fasi di validazione e lavorazione per tutta la regione. Nel corso del 2011 è proseguito il percorso di sistematico e periodico confronto tra gli operatori dei 3 CQB, arricchendosi di una serie di incontri con i Responsabli dei servizi per la fondamentale standardizzazione delle procedure, tale percorso importante per l’attività integrata dei CQB sarà basilare per il percorso di riorganizzazione. ESAMI TOTALI NAT SIEROLOGIA CQB Pisa Area Vasta Nord Ovest 153.946 98.512 55.434 CQB Firenze Area Vasta Centro 141.093 90.518 50.575 CQB Siena Area Vasta Sud Est 96.135 58.505 37.630 -122- 4.2 I risultati 2011 del CRS Accreditamento Nel corso del 2011 è proseguito il percorso che dovrà portare tutto il sistema trasfusionale sia nella componente pubblica sia in quella associativa ad essere accreditato entro il 31 dicembre 2014. Nel corso dell’anno, è stato emanato il Decreto Ministeriale 26 maggio 2011 ”Istituzione di un elenco nazionale di valutatori per il sistema trasfusionale per lo svolgimento di visite di verifica presso i servizi trasfusionali e le unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti” finalizzato allo svolgimento dei compiti di previsti dall’art. 5 del Decreto legislativo 20 dicembre 2007, n.261 in conformità alle previsioni dell’allegato B all’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 pubblicato sul Supplemento Ordinario n.124 della G.U. Del 17.05.2011. L’elenco è gestito dal CNS che ha provveduto alla realizzazione del corso di formazione per i soggetti inseriti in tale elenco designati dalle regioni sulla base dei requisiti posseduti. Per la Regione Toscana i valutatori inseriti nell’elenco nazionale sono 7 e vedono la presenza di trasfusionisti ed esperti di qualità: -124- - approfondire le proprie conoscenze ed avviare un percorso di condivisione delle buone prassi e di individuazione di procedure unitarie a livello regionale sia per le strutture pubbliche che per le Unità di Raccolta associative. Utile strumento in questo percorso è anche un video realizzato dal cnS dal titolo “di vena in vena” che illustra il percorso trasfusionale dal donatore al paziente. È stato realizzato per offrire anche a coloro che non appartengono direttamente al settore una rappresentazione del percorso che vede coinvolti tutti gli attori del sistema sangue, con particolare attenzione ai requisiti minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta. Bambi Franco AOU Meyer Bonini Rosaria ASL 2 Lucca Gianassi Stefania AOU Meyer Graziani Gabriele AOU Careggi Malfatti Stefano ASL 6 Livorno Romilio Mauro ASL 4 Prato Vanacore Renato AOU Pisa Il percorso regionale ha visto anche l’avviarsi di un iter normativo per recepire all’interno della legislazione regionale delle specifiche previste dall’accreditamento del sistema trasfusionale negli aspetti che differiscono dall’accreditamento standard delle strutture sanitarie. Le principali differenze che devono trovare un inquadramento specifico riguardano la frequenze delle visite ispettive che per il sistema trasfusionale è biennale, l’esigenza di effettuate le visite su tutte le strutture pubbliche e private e non a campione, infine, ultima differenza è la presenza all’interno della commissione che effettua le visite ispettive di un valutatore inserito nell’elenco nazionale dei valutatori del CNS riportato nel succitato Decreto Ministeriale. Ulteriore passo nel percorso regionale di accreditamento è rappresentato dal Decreto n. 1623/2011 “L.R. 51/09 e Regolamento n. 61/R del 2010: modulistica per l’accreditamento delle strutture sanitarie private e per l’attestazione di esercizio e di accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e istruzioni d’uso - indirizzi per la definizione dei documenti ai fini del processo dei requisiti di esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e liste di autovalutazione” con il quale la Regione Toscana ha recepito le liste di valutazione. Nel corso del 2011 il CRS ha provveduto alla mappatura delle strutture e all’acquisizione dei dati relativi ad ogni struttura pubblica e privata aggiornando sia il sistema informativo regionale “J CRS” che il sistema informativo nazionale SISTRA. Inoltre presso il CRS si sono svolte varie iniziative per coinvolgere tutti i professionisti dei Servizi Trasfusionali e dirigenti associativi in questo percorso, sono stati realizzati vari incontri con l’ottica di mettere a servizio di tutti l’esperienza dei valutatori CNS per permettere a chi non ha partecipato ai corsi per valutatori di Il video è reperibile sul sito www.regione.toscana.it/donareilsangue Il CESVOT ha supportato questo percorso realizzando un corso di formazione per i dirigenti associativi e direttori sanitari delle Unità di Raccolta per ciascuna Area Vasta utilizzando come docenti i valutatori inseriti nell’elenco del Centro Nazionale Sangue. , , , -125- visto l’applicazione del programma alle Unità di Raccolta associative, offrendo la possibilità di prenotare la donazione indifferentemente presso il Centro Trasfusionale o presso l’Unità di Raccolta associativa. Sono state predisposte le agende per rendere possibile la prenotazione preferenziale per le madri donatrici di sangue da cordone ombelicale che devono effettuare la selezione e per i candidati donatori di midollo osseo. È in corso l’implementazione nel circuito della prenotazione informatizzata delle donazioni di sistemi di recall come l’invio automatico di sms e/o e-mail il giorno precedente la donazione. L’utilizzo di questo strumento vede ancora livelli diversi nelle varie realtà, legate a volte a posizioni preconcette, a volte a limitate difficoltà logistiche. Il CRS ha monitorato durante tutto l’anno l’utilizzo di questo strumento e la percentuale delle effettive presentazioni a fronte di una prenotazione. Nel corso del 2012 il panorama degli strumenti a disposizione per procedere sul percorso dell’accreditamento sarà completato con le modifiche normative specifiche per i Servizi Trasfusionali e con la pubblicazione da parte del CNS delle Linee Guida per l’accreditamento dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta del sangue e degli emocomponenti ed il successivo recepimento da parte della Regione Toscana. Sempre nel corso del 2012 la Regione dovrà trasmettere al CNS ed al Ministero il programma delle visite ispettive nei Servizi Trasfusionali ed Unità di Raccolta. aGendona L’AgenDona è il sistema informatico di prenotazione della donazione via web, permette ai donatori, per il tramite delle Associazioni di Volontariato, di avere certezza di orario e di tempi di prestazione, di evitare inutili tempi di attesa; permette inoltre di razionalizzare le procedure calibrando le donazioni effettuabili in una Struttura Trasfusionale sulla base della disponibilità di personale e/o dotazioni tecnologiche, e di utilizzare appieno le potenzialità delle macchine per l’aferesi grazie alla collaborazione di centri trasfusionali e Associazioni. L’uso dell’AgenDona è assolutamente discrezionale da parte delle Associazioni di Volontariato. L’AgenDona permette la condivisione da parte delle Associazioni di Volontariato e delle Strutture Trasfusionali di un unico strumento condiviso, è utilizzabile con apposita password sia dagli operatori sanitari che da quelli associativi, che congiuntamente, ognuno dalla propria postazione, potranno aggiornare e consultare in tempo reale il calendario delle donazioni. Durante il 2011 si è assistito all’incremento dell’utilizzo di questo strumento non solo dal punto di vista quantitativo come numero di donazioni prenotate, ma anche come strumento di flessibilità e programmazione delle donazioni, infatti in momenti di esubero di sangue di determinati gruppi sanguigni alcune Aziende, la ASL 6 di Livorno in particolare, hanno usato l’AgenDona per spostare queste donazioni sulla plasmaferesi aumentando la disponibilità di posti prenotabili. Terminata la fase di implementazione l’evoluzione ha -126- Regione Toscana C RS - Centro Regionale Sangue RIEPILOGO UTILIZZATORI AGENDA DONAZIONI Periodo dal 01/01/2011 al 31/12/2011 TOTALE REGIONALE Agenda Cand. Don. Sangue Multicomponent Plasmaferesi Sangue Intero Prenotati TOTALE TOTALI Affidabilità Confermati 1.431 752 52,00% 5.753 4.851 84,00% 44.252 33.497 75,00% 42.718 31.174 72,00% 94.154 70.274 74,00% Associazioni e UdR Prenotati Confermati Agenda Cand. Don. Sangue Multicomponent Plasmaferesi Sangue Intero Posti % 919 468 60,00% 1.615 1.304 85,00% 19.092 13.768 25.182 17.476 46.808 33.016 Prenotati 372 Trasfusionali Confermati % Prenotati 140 Altro Confermati 60 % 224 50,00% 4.137 3.546 80,00% 1 1 100,00% 42,00% 78,00% 24.925 19.522 72,00% 235 207 88,00% 77,00% 16.557 12.852 69,00% 979 846 86,00% 78,00% 45.991 36.144 70,00% 1.355 1.114 82,00% Sistema informativo Negli anni il CRS si è avvalso dell’ing. Daniele Lelli, professionista della ASL 9 Grosseto, come referente informatico per tutte le problematiche. Con l’ing. Lelli il sistema informativo del CRS è nato e si è evoluto fino allo stadio attuale, dal 2011 l’ingegnere è stato chiamato a più importante incarico all’ESTAV Sud-Est e pertanto ha dovuto rinunciare all’incarico presso il CRS. Il CRS ringrazia l’ing. Lelli per il fondamentale lavoro svolto e per la sua disponibilità. Quindi, dal 2011, il CRS ha stipulato un rapporto di consulenza con ESTAV Centro che ci ha messo a disposizione un team di professionisti che già da subito hanno dimostrato la loro capacità e la loro disponibilità entrando con estrema competenza e velocità in argomento. Il nuovo team è composto da: - D.ssa Carla Bonamici - Ing. Marius Spinu - Ing. Simone Morini - Ing. Lorenzo Bartoli Nel corso del 2011 per rispondere alla normativa della privacy sono state assegnate a tutti gli utenti le password personalizzate in sostituzione di quelle generiche di struttura o di associazione. Formazione Il supporto del CESVOT è stato fondamentale per il percorso che si è esplicitato nel “Tavolo della donazione” (vedi cap. 3) e nell’attività di formazione per le Associazioni sui temi condivisi all’interno del tavolo della donazione stesso. Le principali necessità formative evidenziate dalle Associazioni, legate in modo diretto all’attività del CRS, sono state quelle legate all’accreditamento e all’utilizzo dell’Agenda delle prenotazioni AgenDona. Non meno importante per tutto il sistema della donazione è stato il percorso avviato sui nuovi strumenti di comunicazione e sul people raising, aspetto critico nel mondo dell’associazionismo. Per quanto riguarda strettamente le attività formative del CRS sono stati organizzati alcuni interessanti momenti formativi, -128- operatori del rischio clinico ha permesso di realizzare un quadro dell’applicazione nelle varie Aziende di procedure e strumenti per la sicurezza del paziente. Da questo incontro è scaturito un percorso condiviso che integra le competenze e le informazioni del GRC nel delicato settore dell’emovigilanza. Altro momento interessante di questo rapporto è il lavoro congiunto nel gruppo delle buone pratiche relativo alla “Corretta Identificazione del paziente”. Pratiche di corretta identificazione del paziente, come l’adozione del braccialetto identificativo, possono sicuramente essere di grande aiuto per evitare errori di identificazione del paziente anche nel sistema trasfusionale. anche se questa è un’attività che necessita di essere incrementata sfruttando le notevoli potenzialità presenti all’interno del sistema trasfusionale toscano. Particolarmente interessante è stato l’incontro che si è svolto sui “Primi risultati di uno studio del rischio infettivilogico per HBV nei campioni risultati inizialmente reattivi (IR) ai test NAT in occasione di donazioni di sangue nell’Area Vasta sud est e Centro della Regione Toscana”. Altro aspetto significativo è la collaborazione con il Centro Regionale Gestione Rischio Clinico (GRC) che ha visto la realizzazione di un primo incontro congiunto. L’incontro costituisce il momento iniziale di un percorso che avrà risvolti organizzativi e scientifici sicuramente interessanti. La prima riunione congiunta tra operatori trasfusionali e -129- Partecipazione a Gruppi di lavoro ed Organismi istituzionali: Il CRS nel 2011 ha partecipato ai lavori di alcuni Gruppi di lavoro nazionali e organismi istituzionali che hanno completato la propria mission quali : - Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sui requisiti minimi di Accreditamento dei Servizi trasfusionali e Unità di raccolta; - Gruppo di lavoro nominato dal CNS per la definizione delle funzioni e della strutturazione dei Centri regionali sangue; - Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sui requisiti minimi di Accreditamento dei Centri e Servizi per la diagnosi e cura delle malattie Emorragiche congenite; Ha invece proseguito in altri Gruppi quali: - Consulta nazionale del CNS; - Accordo Interregionale Plasma; - Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sulle Biobanche; - Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sul Sangue A questi si è aggiunto : Gruppo nazionale per la plasmaderivazione. -130- Trasporti Nel corso del 2011 è profondamente cambiato il sistema dei trasporti relativi al sistema sangue e al sistema trapianti. La Regione Toscana ha espletato, tramite ESTAV sud-est una gara aggiudicata alla ATI Croce Italia Marche - SVS Gestione Servizi. Oggetto di gara l’affidamento triennale del servizio di trasporto terrestre organi, tessuti, emocomponenti/campioni a fini clinicodiagnostici per le Aziende sanitarie/ospedaliere del Servizio Sanitario della Regione Toscana. La nuova organizzazione prevede l’adesione obbligatoria da parte delle Aziende sanitarie per il trasporto di organi e provette destinate alla qualificazione biologica finalizzata ai percorsi di donazione-trapianto e l’adesione facoltativa (salvo autogestione) per il trasporto di emocomponenti e per il trasporto di campioni a fini clinico-diagnostici. Il servizio è iniziato il 1 ottobre 2011. Molte Aziende hanno aderito fin da subito anche ai trasporti facoltativi, altre lo hanno fatto nel corso dell’anno. Servizi Tempo in ore Km AZIENDA USL 1 MASSA E CARRARA 618 2307,6 49869 AZIENDA USL 2 LUCCA 336 8327,3 24981 AZIENDA USL 3 PISTOIA 180 327,0 11358 AZIENDA USL 4 PRATO - - - AZIENDA USL 5 PISA 498 2304,9 65271 AZIENDA USL 6 LIVORNO 291 1236,0 61167 AZIENDA USL 7 SIENA 459 2019,2 55677 AZIENDA USL 8 AREZZO 435 2568 75711 AZIENDA USL 9 GROSSETO - - - AZIENDA ASL 10 FIRENZE - - - AZIENDA USL 11 EMPOLI - - - AZIENDA USL 12 DI VIAREGGIO - - - AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA CAREGGI 294 519 1407 AZIENDA OSPEDALIERA MEYER - - - AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA PISANA 276 654,9 24909 AZIENDA OSPEDALIERA SENESE 276 759 35949 TOTALE 4° TRIMESTRE 2011 3663 21022,9 406299 -131- tutti gli attori del “sistema sangue” sull’importanza, per l’efficacia e incisività dei messaggi, di adottare strategie di comunicazione integrate e concertate. Vale la pena sottolineare quest’ultimo punto come un’azione di valore che è stata intrapresa dalla regione insieme alle associazioni per riproporre e promuovere nei propri contesti associativi e nelle iniziative promozionali lo stesso messaggio e la stessa immagine per potenziarne l’effetto complessivo sulla popolazione target. Il target primario è individuato nei potenziali nuovi donatori: tra i 18 e i 65 anni, con un focus sui giovani compresi tra 18 e 25 anni e migranti che rappresentano oltre il 9% della popolazione toscana. Sono inoltre destinatari e partner della comunicazione i donatori volontari ed un’azione specifica nei confronti degli universitari si terrà nella fase di consolidamento della campagna insieme alla collaborazione di soggetti e istituzioni locali e sanitarie in veste di influenzatori e facilitatori. Alla fase di lancio è seguita una fase di consolidamento, una ripresa specifica sulle Università toscane con la consegna di totem e materiale informativo presso le mense universitarie e le segreterie. Un rilancio della campagna è previsto nel periodo estivo. I mezzi utilizzati nella fase di avvio sono molteplici e accompagnati da azioni di marketing territoriale con il coinvolgimento di network giovanili:annunci stampa sui quotidiani (free e pay press) spot radiofonici, dinamica bus, a cui si aggiungono brochure informative multilingua, totem espositivi, magliette e adesivi. A completare l’offerta comunicativa, costante nel tempo, il numero verde regionale 800 556060 e le pagine web dedicate 4.2.1 La comunicazione Campagna regionale di comunicazione sulla donazione Un segno veramente importante di attenzione e di riconoscimento Un segno veramente importante di attenzione e di riconoscimento della valenza strategica di questo sistema è stata la decisione di portare avanti la campagna di comunicazione sulla donazione del sangue con un investimento importante in un periodo difficile economicamente. Realizzata dal servizio sanitario della Regione Toscana di concerto con le Associazioni di Volontariato Avis, Fratres, Anpas, Croce Rossa, Adisco e ADMO, la campagna è stata presentata ufficialmente in occasione della rassegna Dire e fare a Lucca, il 17 novembre 2011. L’head line della campagna Chi dona sangue ha cuore, esprime, in maniera semplice e diretta che chi fa questa scelta non è un eroe, ma una persona di cuore certamente sì. Rafforza tale concetto il segno grafico della goccia di sangue che, sommata ad un’altra goccia, dà come risultato il cuore che insieme, alla scelta dei colori accesi, ne sottolinea la piacevolezza. La declinazione multisoggetto, con i volti di un ragazzo di colore,di una ragazza, e di due adulti, un uomo e una donna, prova a trasformare un sentire emotivo in una scelta consapevole che può diventare una sana abitudine per chi la compie e un gran bel dono per colui che riceve i frutti di quella scelta. La declinazione della campagna ha l’obiettivo di trasmettere i valori della donazione in modo da garantire il necessario ricambio generazionale tra i donatori e avvicinare i giovani e i migranti a questa pratica. L’obiettivo fondamentale dell’attività comunicativa è aumentare il numero dei donatori e fidelizzare gli attuali donatori volontari periodici, ma a questi se ne aggiungono altri quali: - esplicitare i vantaggi per il donatore - chi può - chi non può - come e dove donarlo; - rafforzare il consenso sociale intorno al “sistema sangue” (istituzioni, volontariato, donatori); - sensibilizzare le associazioni di volontariato e, in generale, www.regione.toscana.it/donareilsangue. Il notevole gradimento che ha avuto questa campagna è testimoniato anche dalla larga ripresa che ne hanno fatto Associazioni, Aziende, Comuni sui loro siti e alle loro manifestazioni. -132- In Toscana migliaia di persone vivono grazie alla donazione di sangue, plasma e piastrine. In Toscana migliaia di persone vivono grazie alla donazione di sangue, plasma e piastrine. In Toscana migliaia di persone vivono grazie alla donazione di sangue, plasma e piastrine. www.regione.toscana.it/donareilsangue www.regione.toscana.it/donareilsangue blucomunicazione.com In Toscana migliaia di persone vivono grazie alla donazione di sangue, plasma e piastrine. www.regione.toscana.it/donareilsangue www.regione.toscana.it/donareilsangue Ascolta lo spot della campagna blucomunicazione.com blucomunicazione.com CHI DONA SANGUE HA CUORE. blucomunicazione.com CHI DONA SANGUE HA CUORE. CHI DONA SANGUE HA CUORE. CHI DONA SANGUE HA CUORE. neWSletter Anche nel 2011 è proseguita la realizzazione della newsletter del CRS diventando sempre più uno strumento di lavoro, di comunicazione e aggiornamento -134- Giornata della donazione La Giornata regionale della donazione nel 2011 proseguendo sulla linea degli anni precedenti ha affrontato un tema importante come quello dell’uso e buon uso del sangue. Come sempre è stato scelto un luogo ed una provincia diversa in modo da interessare tutte le aeree della Toscana e quest’anno la scelta è caduta su Pontedera e sul Museo Piaggio, luogo sicuramente particolare carico di storia e di significati. L’edizione del 2011 ha visto la partecipazione di molti professionisti, associazioni e donatori. Sono state presenti oltre duecento persone. -135- -136- rePort In occasione della Giornata regionale della donazione è stata realizzata la nuova edizione del Report ricca di approfondimenti e contenuti scientifici. Del documento ne sono state stampate mille copie. BIlancIo SocIale anno 2010 Dopo un lungo percorso di redazione il 13 maggio 2011 presso l’Aula Magna del Nuovo Ingresso Careggi è stata presentata la prima edizione del Bilancio Sociale del Sistema Trasfusionale. -137- Calendario CRS In occasione delle festività natalizie è stato realizzato un calendario che ripercorre le principali tappe della donazione corredato di foto scattate nei servizi trasfusionali della Toscana. Il calendario, realizzato in 5000 copie, è stato distribuito ai Centri Trasfusionali e alle Associazioni di Volontariato. -138- -139- 4.3 Il contributo delle strutture territoriali Negli anni l’indice di donazione è andato progressivamente aumentando attestandosi per l’anno 2011 a 104 donazioni x 1000 ab. nella fascia di età 18-65, cioè nella popolazione che può donare. 2009 Si riporta l’andamento delle donazioni per Azienda Sanitaria, e per Area Vasta, il dettaglio dell’andamento delle donazioni e le statistiche complete sono consultabili sul sito www.regione.toscana.it/donareilsangue ASL 1 140 indice donazione emazie indice donazione plasma indice donazione complessivo ASL 12 120 ASL 2 100 80 ASL 11 ASL 3 60 40 20 0 ASL 10 ASL 4 ASL 9 ASL 5 ASL 8 ASL 6 ASL 7 2010 indice donazione emazie indice donazione plasma indice donazione complessivo ASL 1 140 ASL 12 120 ASL 2 100 80 ASL 11 ASL 3 60 40 20 0 ASL 10 ASL 4 ASL 9 ASL 5 ASL 8 ASL 6 ASL 7 -141- 2011 indice donazione emazie indice donazione plasma indice donazione complessivo indice donazione multicomponent ASL 1 140 ASL 12 120 ASL 2 100 80 ASL 11 ASL 3 60 40 20 0 ASL 10 ASL 4 ASL 9 ASL 5 ASL 8 ASL 6 ASL 7 -142- AREA VASTA NORD OVEST - DONAZIONI 2009 - 2010 - 2011 10000 9000 8000 7000 numero donazioni 6000 5000 4000 3000 2000 donazioni 2009 1000 donazioni 2010 donazioni 2011 0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno -143- luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre AREA VASTA CENTRO - DONAZIONI 2009 - 2010 - 2011 9000 8544 8000 7000 8483 8401 8303 8346 8074 7230 7074 6981 7327 7277 7276 7208 6992 7710 7598 7377 7692 7477 7387 6998 8187 8072 7955 7685 7570 7344 7252 7115 7155 6988 6871 6000 numero donazioni 8548 6067 6012 5938 5000 4000 3000 2000 donazioni 2009 1000 donazioni 2010 donazioni 2011 0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno -144- luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre AREA VASTA SUD EST - DONAZIONI 2009 - 2010 - 2011 6000 5348 5000 4567 4446 4000 4178 4174 4004 4979 4804 4073 5041 4866 4546 4516 4906 4768 4366 4259 4184 4602 4501 4522 4512 4455 5106 4972 4924 4227 4227 5096 4941 4868 4899 4486 4300 4266 numero donazioni 3855 3000 2000 1000 donazioni 2009 donazioni 2010 donazioni 2011 0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno -145- luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre 4.4 Il contributo delle Associazioni di Volontariato Le attività delle associazioni della donazione del sangue Le Associazioni di volontariato che si occupano di donazione del sangue, inserite nel Sistema Trasfusionale Toscano e descritte nel capitolo precedente, sono dei sistemi associativi ampi e complessi ciascuno dei quali organizzato in vari livelli: regionale, provinciale/zonale, locale. Ciascun livello promuove attività che lo caratterizzano in base al ruolo, agli strumenti a disposizione e alle modalità di relazione con i destinatari delle attività. Ciascun livello associativo è necessario per contribuire al raggiungimento dell’autosufficienza. Le associazioni di carattere regionale svolgono prevalentemente attività di interlocuzione con gli attori istituzionali regionali, di supporto e coordinamento delle associate, di promozione e comunicazione. Scendendo verso il territorio, le associazioni si occupano di informazione e sensibilizzazione, del rapporto con il donatore e – laddove vengono gestite unità di raccolta – in modo diretto della donazione. In prospettiva, per poter raccontare adeguatamente il contributo dato dal Volontariato al Sistema Trasfusionale, sarà necessario avere la capacità di rappresentare in sintesi le risorse coinvolte, le attività realizzate e i risultati raggiunti dai diversi sistemi associativi nel loro complesso e – aggregando – dal più ampio sistema interassociativo. In questa edizione, verranno presentate alcune delle principali attività svolte dall’associazionismo, lasciando ai prossimi documenti “l’onere” di riuscire a raccontare in modo ancora più compiuto quanto effettivamente realizzato. rivolti ai propri dirigenti e volontari locali con lo scopo di farne crescere le conoscenze e le competenze non solo legate alla donazione ma anche alla gestione associativa. Fratres organizza incontri trimestrali con la Consulta Giovani per valutare o condividere progetti e idee; incontri periodici e sistematici con i Provinciali, per metterli al corrente delle novità che riguardano le nuove disposizioni di legge, e con i gruppi che ne fanno richiesta; annualmente istituisce in ogni Area Vasta un corso di formazione di 12 incontri rivolto ai Provinciali, ai Giovani, ai Formatori coinvolgendo complessivamente circa 50 persone. Il Comitato Regionale Toscano ANPAS ha promosso momenti di approfondimento dedicati alla donazione all’interno di eventi regionali riuscendo a coinvolgere numerosi volontari. Ne sono esempio il convegno Sviluppo donazioni, buon uso e sicurezza inserito nella manifestazione Dai sangue Day e il seminario sulla donazione del sangue seminario organizzato dentro la tre giorni My Days che ogni anno riunisce oltre 1.000 volontari e dirigenti provenienti da tutte le Pubbliche Assistenze toscane. Avis Toscana dedica momenti formativi ad hoc sia con l’appuntamento annuale della Scuola di Formazione sia con corsi su temi e argomenti specifici. Nel 2011 sono stati realizzati il corso di formazione Volontariato del sangue: istruzioni per l’uso rivolto a oltre 50 neo-dirigenti per dare un orientamento del sistema trasfusionale e per comprendere e applicare le regole della vita democratica associativa; un incontro rivolto agli amministratori delle sedi Avis sugli schemi di bilancio consuntivo e preventivo; un incontro di una giornata, dal titolo Ma tu come parli di Avis per dare indicazioni pratiche per la corretta e omogenea comunicazione con i media sul territorio. Le attività di supporto e di formazione Le associazioni regionali organizzano e promuovono nel corso dell’anno momenti di incontro, seminari e corsi di formazione -146- l’attIvItà dI raccolta Sul terrItorIo: alcunI numerI NUMERO DONAZIONI 2011: 9.892 - 8.116 donazioni di sangue intero, 1.480 donazioni di plasma e 296 donazioni multicomponent. - 6.762 donazioni - pari al 32% della raccolta totale – sono state effettuate presso Servizi Trasfusionali, mentre 3.126 donazioni pari al 32% della raccolta totale, sono quelle eseguite presso Unità di Raccolta associative. Indice di donazione (donazioni/donatori attivi): 1,05 Numero gruppi che usano Agendona (% sul totale): 28% nel 2010 - 35% nel 2011 Totale prenotazioni 2011: 430 Unità di raccolta mobili: 1 Unità di raccolta fisse: 6 Numero donazioni 2011: 119.548 - (82.586 donazioni di sangue intero, 31.178 donazioni di plasma e 5.784 donazioni multicomponent). - 112.350 donazioni - pari al 94% della raccolta totale – sono state effettuate presso Servizi Trasfusionali, mentre 7.198 donazioni pari al 6% della raccolta totale, sono quelle eseguite presso Unità di Raccolta associative. Indice di donazione (donazioni/donatori attivi): 1,89 Numero associazioni che usano Agendona (% sul totale): 41% nel 2010 - 53% nel 2011 Totale prenotazioni 2011: 36.736 Unità di raccolta mobili: 0 Unità di raccolta fisse: 23 Numero donazioni 2011: 76.429 - 64.037 donazioni di sangue intero, 10787 donazioni di plasma e 1605 donazioni multicomponent. - L’88% delle donazioni sono state effettuate presso Servizi Trasfusionali, mentre circa il 12% delle donazioni sono quelle eseguite presso Unità di Raccolta associative. Indice di donazione (Donazioni/donatori attivi): 1,34 Numero Gruppi che usano Agendona: 21% nel 2011 Totale prenotazioni 2011: 8.834 Unità di raccolta mobili: 3 Unità di raccolta fisse: 29 -147- Gli eventi più importanti del 2011 Ciak, si dona – ANPAS Comitato Regionale Toscano 15 Gennaio 2011 a Campi Bisenzio presso Villa Montalvo. Proiezione del video Ciak si dona finalizzato a supportare le Pubbliche Assistenze toscane nell’azione promozionale svolta nel corso di incontri e manifestazioni. Nel corso della giornata è stato proiettato il cortometraggio Persone di Roberto Merlino che affronta il tema della donazione e si inserisce in una campagna più ampia di sensibilizzazione rivolta ai giovani. Ulteriore momento di confronto e dibattito sul tema della comunicazione è stata la tavola rotonda La comunicazione per la promozione al dono del sangue. Forum Donne di Avis Toscana Il 5 marzo, al Teatro delle Sfide di Bientina, si è svolto il Forum Donne di Avis Toscana dal titolo Cerca D, trovi Donna – Viaggio al femminile dalla Grande Enciclopedia della Donna dal 1964 ad oggi. Il tradizionale appuntamento ha visto la messa in scena della commedia teatrale di Andrea Kammerle Spaccami il cuore, a suon di carezze almeno uno spettacolo ispirato all’Enciclopedia della Donna dei Fratelli Fabbri che ha percorso un viaggio ironico sulla trasformazione del ruolo femminile negli ultimi 40 anni. L’evento è stata l’occasione per stimolare il confronto sulle politiche di genere nei contesti lavorativi, del volontariato e della politica. “Il dono ben fatto – Book delle buone prassi in Avis” Presentato in aprile in occasione dell’Assemblea Regionale di Avis Toscana, il documento riassume il percorso e i risultati del progetto Futuro in Avis: buone prassi e valutazione fra pari. Il progetto è stato realizzato con lo scopo di stimolare all’interno del sistema associativo Avis la cultura della valutazione e della qualità, grazie alle quali i dirigenti associativi possono promuovere e sostenere la donazione consapevole. -148- Nuova partnership UISP - Avis Toscana Una nuova iniziativa di Avis e Uisp che parte dalla provincia di Pistoia per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della donazione del sangue: a partire da domenica 3 aprile, per la maratona del Ghibellino a Vangile, in tutte le manifestazioni podistiche e di atletica, i giudici di gara hanno indossato magliette, felpe, tute e altri accessori con i loghi delle due associazioni per rafforzare un messaggio di altruismo e solidarietà. My days – ANPAS Comitato Regionale Toscano Anpas Toscana ha organizza per il 6/7/8 maggio una iniziativa, dal titolo “May Days” a San Miniato (PI). Si è trattato di un impegnativo momento di incontro per il Movimento che ha coinvolto circa 1.000 volontari con lo scopo di offrire una panoramica di quelle che sono le principali attività che il volontariato attua in Toscana, dalla donazione del sangue, al sanitario, alla protezione civile, alle attività nel sociale ed al servizio civile. All’interno di questa iniziativa la donazione del sangue ha avuto un proprio spazio nel quale il Gruppo di Lavoro Donazione Sangue ha organizzato un seminario per dirigenti e volontari attivi, responsabili di Associazioni di Volontariato e una mostra sull’immagine della donazione del sangue. Goccia su Goccia con il SISM – Avis Toscana “Goccia su Goccia” è una iniziativa del SISM Segretariato Italiano Studenti in Medicina nata nel 2003 con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sulla donazione di sangue. Si tiene in due edizioni annuali, in autunno (ottobre o novembre) e in primavera (maggio). Per l’edizione primaverile 2011 nel mese di maggio è stato allestito un punto informativo nello spazio antistante il Plesso Scientifico e Tecnologico di Viale Morgagni dove hanno sede le facoltà scientifiche dell’Ateneo Fiorentino. Con il sostegno di Avis Toscana. Meeting dei Gruppi Fratres a Prato Venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 luglio si è svolto a Prato il Meeting dei Gruppi Fratres e delle Misericordie. Per la Fratres si tratta della quarta edizione che sottolinea l’impegno importante di tutta l’associazione. Il Meeting coinvolge tutte le Misericordie toscane ed è l’occasione per dibattiti sul tema dell’autosufficienza e sul ruolo della Fratres nell’ambito della Protezione Civile. All’interno dell’evento sono stati organizzati incontri tra i Giovani Fratres e i Giovani delle Misericordie per lanciare proposte e progetti comuni. -149- “Dai sangue Day” – ANPAS Comitato Regionale Toscano Dai Sangue Day è la giornata regionale dei donatori di sangue ANPAS, organizzata nel 2011 a Limite sull’Arno. All’interno della due giorni di manifestazioni e approfondimenti sul tema della donazione di sangue sono stati realizzati interessanti appuntamenti. Il concorso Uno Slogan per la promozione del dono del sangue ha coinvolto le scuole locali e tutte le associazioni di Limite e Capraia con opere e/o iniziative consone alla loro attività e scopo sociale. Il convegno Sviluppo donazioni, buon uso e sicurezza al quale sono state invitate le 43 associazioni che svolgono attività nella promozione del dono aderenti ad Anpas Regionale e tutti gli attori che operano nel sistema sangue regionali e territoriali. L’adesione è stata elevata facendo registrare la presenza di più di 200 persone fra volontari delle Pubbliche Assistenze e personaggi istituzionali. Forum Giovani di Avis Toscana L’uso e il buon uso delle tecnologie è stato il tema principe del Forum che si è svolto a Piombino nei giorni 8 e 9 ottobre 2011 e che ha visto la partecipazione di oltre 40 giovani dirigenti provenienti da tutta la regione. Il Forum intitolato On line, Volontariato, social media e nuove tecnologie di comunicazione ha voluto aiutare i partecipanti a orientarsi nella rete a beneficio dello sviluppo del volontariato. -150- Le attività di promozione e comunicazione Nel corso del 2011 sono state numerose le iniziative e le attività finalizzate a promuovere la donazione attraverso specifiche campagne di comunicazione. Le associazioni regionali inoltre supportano le associate locali e i gruppi di base nella loro azione di informazione e propaganda – spesso realizzata anche con proprie iniziative di comunicazione – distribuendo materiali promozionali quali manifesti, locandine, gadget e depliant. Campagna Moto Donatorio Avis Toscana: Spot radiofonici per un totale di circa 5.000 passaggi su 8 emittenti toscane a cui si sono aggiunte oltre 40 radio che hanno trasmesso lo spot gratuitamente. Ascolta lo spot della campagna -152- Campagna Fratres “C’è bisogno di te”. Diffusa su treni regionali nel periodo febbraio maggio 2011. Trasferimenti vitali ANPAS Comitato Regionale Toscano: Realizzato dal primo classificato nel concorso “Uno slogan per la promozione del dono del sangue” nell’ambito dell’iniziativa “Dai sangue Day”. -153- L’attenzione del sistema ai nuovi cittadini Tutto il sistema sangue, ma soprattutto le Associazioni di Volontariato dedicano da tempo molta attenzione alla sensibilizzazione dei cittadini provenienti da altri Paesi che abbiano un progetto di vita stabile nel nostro Paese. Sia la campagna regionale di comunicazione sulla donazione che l’attività di sensibilizzazione delle Associazioni ha come target i cittadini di altra etnia, anche perchè larga parte di loro è in età giovanile e nei loro paesi di origine molto spesso erano già donatori. Il Sistema Trasfusionale nel prossimo anno intraprenderà un percorso di formazione e di analisi delle problematiche specifiche nell’approccio con questi donatori e dei problemi relativi alla terapia trasfusionale in queste popolazioni. -154- 4.5 La dimensione economica CONVENZIONI CON ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO 5.250.000 € FONDI MINISTERIALI 280.000 € (Legge 219, Decreti 207-208) PROGRAMMA AUTOSUFFICIENZA ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO 150.000 € FONDO SANITARIO FINALIZZATO AL SISTEMA TRASFUSIONALE PROGRAMMA AUTOSUFFICIENZA SISTEMA TRASFUSIONALE 600.000 € COMPENSAZIONI ATTIVE 195.000 € SISTEMA TRASFUSIONALE TOSCANO COMPENSAZIONI PASSIVE 406.000 € VALORIZZAZIONE FARMACI PLASMADERIVATI DA CONTO LAVORAZIONE 17 MILIONI € COSTI CONTO LAVORAZIONE PLASMA 10 MILIONI € PROGETTI FINALIZZATI PSN BIOBANCHE 600.000 € SPESE GENERALI, PERSONALE, AMMORTAMENTI SISTEMA TRASFUSIONALE E CRS In questo paragrafo sono riportate le principali macrovoci sia in entrata che in uscita ricercando la completezza di elencazione consapevoli di non disporre per alcune voci, anche significative, della esatta quantificazione. Il settore trasfusionale si conferma anche sotto questo aspetto un settore complesso che necessita di strumenti di rendicontazione e contabili specifici che possono essere messi a punto con la collaborazione delle Aziende Sanitarie e di altri settori regionale. -156- Il valore economico della donazione1 Fra i motivi che ricorrono in letteratura a favore di un sistema del sangue fondato sull’offerta gratuita almeno due hanno evidenti implicazioni di natura economica: primo, la donazione gratuita e sinonimo di maggiore sicurezza; secondo, essa favorisce la possibilità di programmare i flussi. Riguardo alla sicurezza, è corretto premettere che non esistono elementi fisici o razionali che, a priori, caratterizzino il sangue “ceduto” come più rischioso di quello donato. Di fatto, però, gli esperti concordano nel ritenere la donazione, nella pratica, un metodo più sicuro per due ragioni che concorrono in una stessa conseguenza. I donatori agiscono spontaneamente, in libertà: la loro azione non è condizionata dall’urgenza, come molto spesso avviene per i datori che vendono il sangue spinti dal bisogno economico o dalla paura di perdere una persona cara. Questo fa si che essi siano quasi sempre bene informati e molto attenti nel considerare le cause che invitato all’auto-esclusione, temporanea o permanente, dalla donazione. Inoltre, i donatori più responsabili donano periodicamente con il risultato che le informazioni sul loro stato di salute sono più regolari e accurate di quelle disponibili su datori o donatori occasionali. Il secondo motivo di valore economico è legato alla programmazione. La maggior parte dei donatori sono periodici. La regolarità delle donazioni consente la programmazione dell’autosufficienza nazionale, delle compensazioni interregionali, degli interventi e delle liste di attesa. Una programmazione ben impostata è la miglior politica di contrasto agli sprechi delle eccedenze. Al contrario, una programmazione inefficiente può avere ripercussioni gravi sull’equità distributiva del sistema. Proseguendo nell’indagine sul valore economico della donazione del sangue, tema su cui la letteratura sembra essersi applicata con molto meno slancio che sui due aspetti precedenti, Casati2 sostiene l’opportunità, dal punto di vista economico, di aumentare sul nostro mercato la produzione e la lavorazione del plasma da aferesi, cioè dal plasma ottenuto mediante donazioni, che ad oggi, è insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di farmaci plasmaderivati. La soluzione, pure con tutti i distinguo del caso, suggerirebbe la superiorità economica in termini di spesa sanitaria di un programma di produzione aggiuntiva di plasma da donazione, complessivamente riscontrabile sia nell’ipotesi di raccolta presso strutture trasfusionali che da parte delle associazioni. In parte inattesa è la scoperta che la convenienza del mercato del dono sembrerebbe dipendere non tanto dai costi di raccolta del plasma quanto, piuttosto, dal delicato equilibrio tra costi di lavorazione richiesti dall’azienda partner che trasforma il plasma e controvalore recuperato dalle regioni in prodotti plasmaderivati. A completamento della rassegna, si possono computare nel valore economico di un mercato delle donazioni anche altre due attività realizzate dalle associazioni di volontariato: il lavoro di informazione ed educazione alla salute, realizzato nel mentre esse promuovono la donazione, e le risorse umane e materiali investite in attività di ricerca e divulgazione dei risultati raggiunti. Estratto dall’articolo a cura di Gaia Peruzzi, Mercato del dono e servizi alla persona su base volontaria. Le politiche sanitarie del sangue. Economia dei Servizi 1/2010. Disponibile sul sito 1 www.regione.toscana.it/donareilsangue Casati G. (2009), Rapporto conclusivo sulla valutazione economica relativa ad ipotesi di produzione aggiuntiva di plasma a sostegno dell’autosufficienza regionale di plasmaderivati, Regione Toscana, Montecatini (PT), 20 giugno. 2 -157-