3.0
Il Sistema Trasfusionale Toscano: gli attori
3.1 La rete del Sistema Trasfusionale
centrale si trovano gli attori che la normativa individua come
costituenti il Sistema Trasfusionale o che ne fanno parte in
ragione di aspetti funzionali o tecnici. Questi attori appartengono
sia al Settore Pubblico che Privato che, infine, alla Società Civile.
Intorno a questo nucleo centrale si trovano numerosi altri attori,
alcuni dei quali più evidenti o coinvolti nei processi e nei luoghi
propri del sistema sanitario e trasfusionale mentre altri lo sono
meno: tutti però sono accomunati dal fatto di avere comunque un
ruolo nella capacità del sistema di raggiungere l’autosufficienza.
Intorno agli attori del Sistema Trasfusionale gravitano numerosi
altri soggetti, appartenenti o meno al Sistema Sangue, comunque
coinvolti nel raggiungimento dell’autosufficienza.
Tutti gli attori sono di fatto stakeholder del sistema. Con il
termine stakeholder si intendono tutti i soggetti che possono
influenzare oppure che possono essere influenzati dalle attività
di un’organizzazione o di un ente. Il rapporto tra lo stakeholder
e l’organizzazione/ente non deve necessariamente essere diretto:
in molti casi sono considerati stakeholder anche le generazioni
future o l’ambiente.
Il bilancio sociale evidenzia questi aspetti: l’esistenza di
legami, il diverso coinvolgimento, la partecipazione (più o
meno immediata) agli esiti dell’azione dei soggetti della rete.
Chiaramente, quanto definito rappresenta, pur nella sua
importanza, una proposta di riflessione e, per certi aspetti, una
sorta di “chiamata”: l’autosufficienza si raggiunge se tutti gli
attori sono consapevoli del loro ruolo e si attivano per agirlo in
modo pieno e consapevole.
È importante considerare il concetto di stakeholder in quanto
favorisce una lettura complessa dell’agire di un’organizzazione/
ente e degli effetti di cui tener conto: gli aspetti economici sono
infatti una delle dimensioni rilevanti al pari però – come nel
caso del Sistema Trasfusionale – della salute della persona, della
dignità dell’individuo e delle conseguenze sociali.
Il sistema di relazioni cui fanno parte gli stakeholder
rappresenta quindi una rete. L’immagine della rete è importante
perché sottolinea l’esistenza di legami e la possibilità che il
comportamento di un attore possa influenzare quello degli altri
attori, anche non direttamente in suo contatto. Elencare gli
attori del network favorisce la conoscenza della rete
In questo paragrafo la rete descritta cerca di tenere conto sia
della “centralità” degli attori rispetto al Sistema Trasfusionale sia
del settore di appartenenza. La centralità, raffigurabile attraverso
cerchi concentrici, indica il coinvolgimento “specializzato” e
riconosciuto del singolo attore: a titolo di esempio nel cerchio
-49-
Attori del Settore Pubblico
- Rappresentanti politici dei vari livelli (nazionale, regionale,
locale)
- Enti Locali
- Società della Salute
- Forze dell’Ordine
-Scuola
-Università
- Media (pubblici)
Attori del Sistema Trasfusionale (ST)
- Assessore regionale al Diritto alla Salute e Direzione
Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale.
- Centro Regionale Sangue
- Strutture trasfusionali (Servizi di Immunoematologia e
Medicina Trasfusionale e Sezioni Trasfusionali; Centri di
Qualificazione Biologica)
- Le associazioni di volontariato della donazione del sangue e
delle cellule staminali emopoietiche:
- ANPAS
- AVIS
- FRATRES
- ADISCO
- ADMO
- La Croce Rossa Italiana
- Gruppi autonomi di donatori di sangue convenzionati
- Comitati Buon Uso del Sangue
- Comitati di Coordinamento
- Rete nazionale banche per la conservazione del sangue da
cordone ombelicale
- Sanità militare
- Centro Nazionale Sangue
- Industria convenzionata
- Impresa aggiudicataria trasporti organi, tessuti,
emocomponenti e campioni
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Attori della Società Civile
-Volontariato
-CESVOT
- Associazioni sportive
- Altre organizzazione del Terzo settore
- Chiesa e parrocchie
- Ordini religiosi
- Associazioni di Categoria
-Sindacati
Attori del Settore Privato
-Imprese
- Media locali e nazionali
-Autoscuole
-Cittadini
Attori del Sistema Sanitario pubblico e
privato
Azienda USL (AUSL)
Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU)
UUOO Farmaceutica Ospedaliera
Consiglio Sanitario Regionale
Comitato Etico Locale
Commissione Etica Regionale
Ordini medici, infermieri, farmacisti
Rete Banche del Latte Donato Umano
Istituto Toscano Tumori (ITT)
Organizzazione Toscana Trapianti (OTT)
Istituto Superiore della Sanità
Ministero della Salute
-50-
una rappresentazione della rete del sisteMa trasFusionale
sanità pubblica e privata
sistema trasfusionale toscano
settore privato
settore pubblico
società civile
-51-
3.2 Gli attori del STT
Fanno parte del Sistema anche la sanità militare, le società
scientifiche, l’industria farmaceutica che si occupa della
produzione di emoderivati, l’ impresa aggiudicataria dei trasporti
di organi,tessuti, emocomponenti e campioni a fini diagnostici.
Come descritto nel paragrafo precedente, il Sistema Trasfusionale
Toscano è un sistema complesso costituito da componenti
pubblici, privati e del privato sociale.
Sono parte integrante del Sistema l’Assessorato regionale al
Diritto alla Salute, la Direzione generale Diritti di cittadinanza
e coesione sociale,
Gli attori principali sono sicuramente gli oltre 160.000 donatori
donatori che hanno effettuato 245.525 donazioni nel 2011
I nodi principali sono costituiti dalle Strutture Trasfusionali,
Associazioni di Volontariato e Aziende Sanitarie; il Centro
Regionale Sangue costituisce il fulcro della rete e ne rappresenta
lo strumento di governance.
3.2.1 Sangue e plasma: chi fa cosa
Componenti Donazione MONITORAGSELEZIONE LAVORAZIO- VALIDAZIOGIO COORDI- PROMOZIOATTIVITÀ
NE
RACCOLTA
NE
NE
NAMENTO
Donatori
CRS
UTILIZZO
PROD.
PLASMADE- Trasporto formazione
RIVATI
•
•
•
•
SIMT e ST
•
•
UDR
•
•
SANITÀ
MILITARE
•
•
•
•
ADV e CRI
COBUS
•
COM COORD
•
•
•
•
•
•
•
•
Società
scientifiche
•
INDUSTRIA
•
Trasporto
•
-52-
il sisteMa trasFusionale della toscana: gli attori puBBlici
aSSESSorE
DirEttorE GEnEraLE
arEa CoorDinaMEnto SanitÀ
SEttorE aSSiStEnZa Sanitaria
itt
ott
CSr
CrrC
GrUppo
tECniCo
Di LaVoro
DirEttorE:
Simona Carli
aMMiniStratiVi:
Barbara Ermini
Michela Sodde
UffiCio
DirEZionE
AReA VAStA noRD oVeSt
AReA VAStA CentRo
AReA VAStA SUD eSt
ASL1
ASL 3
mASSA
faUSto
pECori
Carrara
aDriana
toGnaCCini
pontrEMoLi
ASL 4
fiViZZano
antonio
CroCCo *
ASL 2
roSaria
Bonini*
LUCCA
CaStELnUoVo G.na
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GiUSEppE
Di piEtro
pioMBino
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ASL 5
paoLo
pEtrUCCiani
nUoVo
S. GioVAnni Di
Dio
ASL 7
poGGiBonSi
MontEpULCiano
ASL 9
GRoSSeto
GiULiana
BarGaGLi
fUCECChio
AoU SeneSe
CaStELfiorEntino
Vittorio
foSSoMBroni
AoU CAReGGi
GaBriELE
GraZiani
VoLtErra
AoU meYeR
CiSAneLLo
franCo
BaMBi *
S. Chiara
(aggiornato Maggio 2011)
CAReGGi
MaSSa MarittiMa
orBEtELLo
CaStEL DEL piano
empoLi
ponteDeRA
AoU piSAnA
faBriZio
SCatEna
VaLDarno
ASL 11
iSio
MaSini
Cortona
SanSEpoLCro
pRAto
fiGLinE
CECina
BiBBiEna
piErLUiGi
LiUMBrUno
oSMa
ViAReGGio
LiVoRno
ARezzo
pESCia
BorGo S. LorEnZo
ASL 6
piEro
paLLa
piStoiA
ASL 10
ASL 12
EUro
porta
ASL 8
SienA
Legenda:
SiMt
MEYEr
St
aZiEnDa Sanitaria
* facente funzioni
Assessorato regionale al Diritto alla Salute che ha competenza
riguardo a:
- politiche per la promozione della salute, la prevenzione, la cura
e la riabilitazione;
- organizzazione e programmazione del Sistema Sanitario
Regionale;
- società della salute;
- Integrazione socio-sanitaria.
L’Assessore si avvale per la realizzazione delle attività della Direzione
generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Attualmente
sono Assessore al Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia e
Direttore Generale Edoardo Michele Majno.
L’Accordo Stato Regioni del 13/10/2011 ha definito le funzioni
e gli ambiti di attività delle strutture regionali di coordinamento.
Il CRS viene individuata come struttura tecnico organizzativa
della Regione/Provincia Autonoma che garantisce lo svolgimento
delle attività di supporto alla programmazione regionale in
materia di attività trasfusionale e di coordinamento e controllo
tecnico-scientifico della rete trasfusionale, in seinergia con il CNS.
Il CRS svolge attività di coordinamento del sistema sangue in
tutti gli ambiti definiti dalla normativa vigente in materia di
attività trasfusionali, al fine di garantire il costante perseguimento
degli obiettivi del sistema, rendere omogenei i livelli di qualità,
sicurezza, standardizzazione e contribuire al perseguimento
dell’appropriatezza in medicina trasfusionale su tutto il territorio
regionale.
Il Centro Regionale Sangue
Il CRS è stato istituito con delibera n. 658 del 04/08/08, “Sistema
Trasfusionale toscano: determinazione”, che ha superato il
vecchio modello basato sul Centro Regionale di Coordinamento
e Compensazione per l’attività trasfusionale (CRCC)
adeguando così l’organizzazione regionale allo
schema nazionale.
Attualmente direttore del CRS è Simona Carli.
La regia del Sistema Trasfusionale spetta alla
Direzione del Sistema Trasfusionale Toscano
composta da:
- Direttore Centro Regionale Sangue;
- 6 esperti di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale in
misura di due rappresentanti per ognuna delle Aree Vaste,
tali da rappresentare sia le Aziende USL che le Aziende
Ospedaliero Universitarie;
- Direttori Sanitari, su proposta dei Comitati di Area Vasta,
tali da rappresentare sia le Aziende USL che le Aziende
Ospedaliero Universitarie;
- i Presidenti delle Associazioni del Volontariato della
donazione del sangue.
Le riunioni dell’ufficio di Direzione sono calendarizzate il
secondo giovedi di ogni mese.
Il CRS assicura in particolare le seguenti funzioni.
-
Supporto alla programmazione regionale.
Ogni anno, con modalità e tempi da condividere
con il CNS, il CRS definisce il programma per
l’autosufficienza a livello della regione con i
rappresentanti delle Associazioni dei donatori e con
i rappresentanti dei professionisti e delle direzioni
delle aziende/enti presso cui operano i ST
- Il programma regionale per l’autosufficienza è formulato
secondo il principio di non frazionabilità dell’autosufficienza
rispetto al livello nazionale e della conseguente valenza
sovra-aziendale e sovra-regionale.
Coordinamento della rete trasfusionale regionale per quanto
concerne:
- raccolta sangue ed emocomponenti
- attività di compensazione intra e extra regionale
- attività relativa ai rapporti convenzionali con le Associazioni
e Federazioni dei Donatori.
- Promozione della donazione volontaria, anonima, non
remunerata e consapevole del sangue, degli emocomponenti
e delle cellule staminali emopoietiche, inclusa la donazione
del sangue da cordone ombelicale.
-54-
- Attività di monitoraggio degli obiettivi definiti nel
programma regionale in merito ai consumi, produzione,
gestione per la qualità, attività dei comitati per il buon uso
del sangue e delle cellule staminali.
- Attività di reclutamento donatori di cellule staminali, attività
delle banche di sangue da cordone ombelicale.
- Sistema informativo regionale delle attività regionali
- Attività di emovigilanza
- Gestione per la qualità
- Attività di monitoraggio e verifica dell’utilizzo appropriato
degli emocomponenti e dei farmaci plasma derivati
- Attività di gestione del plasma da avviare alla lavorazione
industriale per la produzione di plasma derivati.
- Gestione del sistema informativo regionale delle attività
trasfusionali e dei flussi intraregionali e da/verso il CNS, in
raccordo con il sistema informativo nazionale (SISTRA).
- Gestione del sistema regionale di emovigilanza
- Adeguamento dei sistemi di gestione per la qualità presso i
ST e le UdR a gestione associativa conformemente ai requisiti
normativi vigenti
-
La
promozione
dell’utilizzo
appropriato
degli
emocomponenti e dei farmaci plasmaderivati
- La promozione dello sviluppo della medicina trasfusionale
sul territorio regionale.
- L’attività delle banche di sangue di cordone ombelicale
- L’attività di selezione e prelievo di cellule staminali
emopoietiche da sangue periferico.
-56-
Le Strutture Trasfusionali
Il modello toscano prevede ben 40 servizi trasfusionali pubblici
dislocati sul territorio con una discreta accessibilità garantita per
qualunque zona è 62 unità di raccolta gestite dalle Associazioni
di volontariato
La capillarità e la numerosità delle strutture pubbliche ha
limitato l’esigenza di unità di raccolta associative, e per questo
tipo di organizzazione la Toscana rappresenta una particolarità
nel panorama nazionale infatti, a differenza di molte regioni,
oltre il 90% delle donazioni di sangue e plasma avvengono in
strutture ospedaliere mentre solo il 10% è effettuata in Unità di
Raccolta associative.
regione toscana - incidenza percentuale
raccolta dirette e indiretta anno 2011
9,46%
90,54%


Raccolta diretta
Raccolta indiretta
IL SISTEMA TRASFUSIONALE TOSCANO: L’ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE
-57-
I processi fondamentali di un Simt
Le attività di tipo produttivo: comprendono le attività di
separazione del sangue intero in emocomponenti e la validazione
fisica e biologica delle unità trasfusionali e l’ invio alle industrie
di produzione di plasma derivati.
Le attività cliniche specifiche dei Centri Trasfusionali sono: La
selezione dei donatori e la gestione dei donatori non idonei che
abbiano donato nel servizio trasfusionale e/o nelle UdR ad esso
collegate.
La terapia trasfusionale: il ST è deputato all’assegnazione degli
emocomponenti al paziente; è garante dell’appropriatezza della
richiesta di sangue ed emocomponenti; è responsabile della
tracciabilità dell’emocomponente dal donatore al ricevente,
della sorveglianza della trasfusione e degli effetti che questa può
provocare a breve o a lungo termine.
Le indagini immunoematologiche sui pazienti finalizzate alla
trasfusione e le indagini prenatali finalizzate alla prevenzione
di problemi immunoematologici e prevenzione della malattia
emolitica del neonato
Nel ST si svolgono attività di medicina trasfusionale e di
emaferesi terapeutica e di assistenza ai pazienti, sia in costanza
di ricovero sia in regime ambulatoriale;
Per l’attività ambulatoriale tutti i Servizi trasfusionali gestiscono
completamente il predeposito (valutazione dell’idoneità,
effettuazione dei prelievi di sangue autologo, gestione delle
unità), ed assicurano il coordinamento e l’organizzazione delle
altre eventuali attività autotrasfusionali (recupero intra e postoperatorio, emodiluizione).
Con la progressiva tendenza a ridurre le giornate di degenza e i
ricoveri impropri, quasi tutti i trasfusionali hanno visto crescere
in modo esponenziale molte attività cliniche che possono essere
gestite ambulatoriamente:
- trasfusione di emocomponenti (in genere emazie e piastrine),
infusione di plasmaderivati (in particolare Ig vena, in minor
I Servizi Trasfusionali (ST) sono delle strutture pubbliche
deputate alla raccolta del sangue umano e dei suoi componenti,
alla lavorazione, conservazione, distribuzione e assegnazione a
scopo trasfusionale.*
La concezione italiana di “servizio trasfusionale” è quella –
unanimemente condivisa e prevista dalle norme vigenti – di
“servizio specialistico ospedaliero”, unico gestore e garante della
unitarietà del processo trasfusionale, del rispetto degli standard
di qualità e sicurezza e delle attività diagnostiche e cliniche
proprie della medicina trasfusionale.
L’attività più nota dei Servizi Trasfusionali è sicuramente
la raccolta, ma questa costituisce solo una parte, seppur
fondamentale delle attività. L’Accordo Stato Regioni del
13/10/2011 ha definito le funzioni e gli ambiti di attività delle
strutture regionali di coordinamento.
I ST sono il ponte nel percorso del sangue dalla vena del
donatore alla vena del ricevente e sono l’unico attore che
proteggendo l’anonimato del donatore e del ricevente,conosce
l’intero percorso ed è responsabile della tracciabilità dell’intero
processo.
Secondo la Legge n. 219 /2005 che è la legge quadro, le attività
trasfusionali, comprendono oltre alle attività di produzione
anche attività di tipo assistenziale e di promozione alla donazione
Quindi in un Servizio Trasfusionale si svolgono attività cliniche
(rivolte sia ai donatori che ai pazienti), attività di laboratorio
e attività produttive vere e proprie; si aggiungono, in alcune
strutture, attività ad elevata specializzazione quali raccolta e
congelamento di cellule staminali e da cordone, manipolazione
cellulare e banca dei tessuti.
Tutte le attività proprie di un Servizio Trasfusionale sono ritenute
dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
*(Decreto Legislativo 20 dicembre 2007, n. 261, articolo 2, comma 1, lettera e) «servizio trasfusionale»: le strutture e le relative articolazioni organizzative, comprese
quelle per le attività di raccolta, previste dalla normativa vigente secondo i modelli organizzativi regionali, che sono responsabili sotto qualsiasi aspetto della raccolta
e del controllo del sangue umano e dei suoi componenti, quale ne sia la destinazione, nonché della lavorazione, conservazione, distribuzione e assegnazione quando
gli stessi sono destinati alla trasfusione).
-58-
misura concentrati dei fattori della coagulazione), salassoterapia,
infusioni di Ferro e.v.
- visite specialistiche: in particolare legate ai percorsi
anemia, diagnostica delle coagulopatie congentite e acquisite,
monitoraggio pazienti in TAO, prevenzione della trombosi ecc...
(rivolte sia a pazienti esterni che ricoverati).
Il Servizio Trasfusionale è responsabile della promozione, della
donazione del sangue e del buon uso del sangue ed ha la funzione
di osservatorio epidemiologico per il territorio di competenza, ai
fini dell’emovigilanza.
-59-
Legge 219/2005
Art. 5.
(Livelli essenziali di assistenza
sanitaria in materia di attività
trasfusionale)
1. Fermo restando quanto previsto dal punto 6.4 dell’Accordo
tra Governo, regioni e province autonome di Trento e di
Bolzano, sancito il 22 novembre 2001 dalla Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano, in sede di adeguamento e
manutenzione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria di
cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del
29 novembre 2001, pubblicato nel supplemento ordinario
della Gazzetta Ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2002, i servizi
e le prestazioni erogati dalle strutture del Servizio sanitario
nazionale in rapporto alle specifiche competenze disciplinari,
con esenzione dalla partecipazione alla spesa, in materia di
attività trasfusionali comprendono:
a) attività di produzione, volte a garantire la costante disponibilità del
sangue e dei suoi prodotti, nonché il raggiungimento dell’obiettivo
di autosufficienza regionale e nazionale, consistenti in:
1)esecuzione delle procedure relative all’accertamento
dell’idoneità alla donazione;
2) raccolta del sangue intero e di emocomponenti;
3) lavorazione del sangue e degli emocomponenti, compreso
il plasma per le finalità relative alla produzione di farmaci
emoderivati e invio del plasma stesso ai centri e alle
aziende produttori di emoderivati, convenzionati secondo
le modalità di cui all’articolo 15;
4) esecuzione delle indagini di laboratorio e delle procedure
di inattivazione dei patogeni finalizzate alla certificazione
dei requisiti di qualità e sicurezza previsti dalla legislazione
vigente per le unità di sangue e gli emocomponenti, con
particolare riferimento alla prevenzione delle malattie
trasmissibili con la trasfusione;
5) conservazione e trasporto del sangue e degli
emocomponenti;
6) cessione del sangue a strutture trasfusionali di altre
aziende o di altre regioni;
7) collaborazione con le strutture trasfusionali militari per
le scorte del sangue e dei suoi prodotti, per le urgenze
sanitarie nonché per gli interventi in caso di calamità;
8) trasmissione al centro regionale di coordinamento e
compensazione dei dati relativi alle prestazioni effettuate,
come previsto dai flussi informativi di cui all’articolo 18;
9) indagini prenatali finalizzate alla prevenzione di problemi
immunoematologici e prevenzione della malattia emolitica
del neonato e tenuta di un registro dei soggetti da
sottoporre alla profilassi;
10)attività immunoematologiche di riferimento per problemi
trasfusionali clinici e sierologici;
11)
gestione di una banca di sangue congelato per le
emergenze;
12)gestione di una banca di cellule staminali congelate,
ottenute da sangue periferico, midollare o cordonale;
13) servizio di tipizzazione tissutale;
14) tenuta di un registro di donatori di midollo e di donatori
tipizzati per il sistema di istocompatibilità HLA, in
attuazione degli articoli 2 e 4 della legge 6 marzo 2001,
n. 52;
b) prestazioni di diagnosi e cura in medicina trasfusionale,
organizzate in relazione alla complessità della rete ospedaliera
pubblica e privata dell’ambito territoriale di competenza e
comprendenti:
1) esecuzione da parte dei servizi trasfusionali delle
indagini immunoematologiche sui pazienti finalizzate alla
trasfusione;
2) verifica dell’appropriatezza della richiesta di sangue ed
emocomponenti;
3)assegnazione e distribuzione del sangue e degli
emocomponenti;
-60-
4) supporto trasfusionale nell’ambito del sistema dei servizi
di urgenza e di emergenza;
5) pratica del predeposito a scopo autotrasfusionale;
6) coordinamento ed organizzazione delle attività di recupero
perioperatorio e della emodiluizione;
7)svolgimento di attività di medicina trasfusionale e di
emaferesi terapeutica e di assistenza ai pazienti, sia in
costanza di ricovero sia in regime ambulatoriale;
8) raccolta, anche in relazione ai centri regionali già esistenti,
di cellule staminali emopoietiche mediante aferesi e loro
conservazione;
9) promozione del buon uso del sangue;
10)funzione di osservatorio epidemiologico per il territorio di
competenza, ai fini dell’emovigilanza;
11)ulteriori attività di diagnosi e di cura, finalizzate alla
trasfusione, individuate dalla programmazione regionale
e aziendale;
c) promozione della donazione del sangue.
-61-
riSchio trASfuSionAle oGGi
La medicina è una scienza empirica e per sua natura inesatta,
quindi nella trasfusione di sangue come in ogni altra pratica
medica, il perseguimento della sicurezza rappresenta il
tentativo di avvicinarsi il più possibile all’ “assoluto” (100%
di sicurezza, 0% di rischio), con la consapevolezza che un tale
obiettivo non potrà essere mai raggiunto.
La rapida evoluzione della medicina rende disponibili
nuove informazioni e nuove tecnologie che ci permettono
di accrescere le nostre conoscenze sul rischio ed è quindi
corretto mantenere alta la sorveglianza per la sua prevenzione.
La sicurezza del sangue, nel comune sentire è percepita quasi
esclusivamente come rischio infettivologico, ed attualmente
la sicurezza per questo tipo di rischio è pervenuta a livelli
pressoché vicini al 100%. Questo risultato è reso possibile per
l’ impegno costante del sistema e si fonda su tre punti cardine
costantemente oggetto di revisione e controllo da parte del
sistema di emovigilanza:
- l’indagine anamnestica del donatore sempre più puntuale
- l’esecuzione dei test di screening con metodiche sempre
più sensibili e specifiche la gestione sempre più accurata del
processo di raccolta e produzione degli emocomponenti
e il trattamento inattivante di questi ultimi là dove
tecnicamente possibile.
- Dai dati della SIMTI il rischio residuo di trasmissione
delle principali malattie virali (epatite B, epatite C e AIDS)
è estremamente basso.
- Residual risk (n/106+/-95%C.I.) for HCV, HIV and HBV
in Italy calculated per year until 2009
SIMTI – Gruppo Italiano per lo studio di malattie
trasmissibili con la trasfusione
2004
2005
2006
2007
2008
2009
hCV
0,3
0,2
0,2
0,2
0,1
0,1
hiV
1,9
1,8
1,4
1,3
0,8
0,7
1,6
1,9
1,6
1,6
hBV
Tuttavia tutti i metodi per il rilevamento del rischio infettivo
residuo contengono degli errori sistematici che possono
risultare in una sottostima di esso.
Il rischio di trasmissione di malattie infettive in ambito
trasfusionale non è statico: emergono continuamente nuove
infezioni e quelle già conosciute possono modificare le loro
caratteristiche e il loro quadro epidemiologico.
La costante sorveglianza e prevenzione delle patologie
infettive trasmissibili, introducendo sempre nuovi fattori di
sicurezza capaci di ridurre la percentuale di rischio residuo,
ha aumentato modo anche la percentuale di sicurezza e per le
patologie infettive emergenti.
Permangono i rischi di tipo immunologico anche se con le
metodiche sempre più accurate di compatibilizzazione e di
prevenzione si sono estremamente ridotte.
Il rischio più importante è l’errata somministrazione di
emocomponenti: l’emocomponente al paziente sbagliato,
emocomponente con caratteristiche non idonee a quello
specifico paziente, eccesso di somministrazione di
emocomponente (TACO – Sovraccarico cardiocircolatorio
associato alla trasfusione) e l’errore di identificazione del
paziente.
Il rischio trasfusionale di errata identificazione del paziente
è una tipologia di incidente, quasi esclusivamente dovuto a
errore umano, può determinare l’insorgenza del danno più
grave legato alla trasfusione: la reazione emolitica acuta da
incompatibilità ABO, potenzialmente fatale (10% di decessi).
Il riscontro degli incidenti che determinano danno clinico al
paziente è solo la punta dell’iceberg; oltre a questi, infatti,
occorre considerare gli incidenti trasfusionali in cui sono state
-62-
trasfuse unità ABO-compatibili a pazienti sbagliati e tutti
quelli che avrebbero potuto causare un danno ma che sono
stati intercettati prima dell’accadere dell’evento (near miss).
(Raccomandazione n. 5 del marzo 2008 per la prevenzione
della reazione trasfusionale da incompatibilità ab0).
Dall’analisi della letteratura risulta che la maggior parte degli
errori e degli eventi avversi (dal 55 al 75%), avviene nel
reparto richiedente il supporto trasfusionale: in particolare, le
fasi del processo che rappresentano il punto critico sono:
- identificazione del paziente al momento dell’effettuazione
del prelievo ematico per le prove di compatibilità
pretrasfusionale e per la determinazione del gruppo
sanguigno;
- identificazione del paziente e dell’unità da trasfondere al
momento della trasfusione.
-63-
La Regione Toscana si contraddistingue nel panorama
nazionale per l’attenzione che riserva alla donazione di latte
umano, in Toscana è attiva la Rete regionale delle banche
del Latte Umano Donato (Re.BLUD) costituita dalla Banca
capofila istituita all’AOU Meyer nel 1971, dalle Banche
presso l’Ospedale San Donato di Arezzo, l’Ospedale della
Misericordia di Grosseto, l’Ospedale Generale Provinciale
Campo di Marte di Lucca, il Policlinico Le Scotte di Siena e
l’Ospedale Versilia di Viareggio.
Obiettivo del sistema è uniformare le procedure delle banche,
rendere la loro attività più efficiente, ottimizzare l’uso clinico
del latte umano donato (destinato essenzialmente a pazienti
critici ricoverati in ospedale) e garantire su tutto il territorio la
distribuzione di un prodotto standardizzato con elevati livelli
di sicurezza e qualità.
Le indispensabili garanzie di sicurezza e di conseguenza qualità
possono venir garantite solo dall’accurata applicazione delle
procedure di screening delle donatrici, modalità adeguate
di raccolta e conservazione del latte, controlli organolettici,
fisici e batteriologici, pastorizzazione, tracciabilità di tutte
le informazioni. Tale percorso è molto simile al percorso
che seguono le donazioni di sangue e plasma, per questo il
percorso si è sviluppato in stretta sintonia tra la rete del latte
e la rete trasfusionale.
Molti infatti sono gli aspetti di raccordo con il Sistema
trasfusionale per le attività condivise di selezione delle
potenziali donatrici, nonché per la gestione degli esami di
screening delle malattie infettive trasmissibili.
Il Centro Regionale Sangue assicura le figure professionali
operanti presso le Strutture Trasfusionali, che in considerazione
dell’attività svolta quotidianamente e delle competenze
acquisite in materia di selezione e sicurezza biologica delle
donazioni, potranno essere coinvolte direttamente nella
selezione delle madri potenziali donatrici, provvedendo
direttamente alla selezione ed al prelievo di campioni di sangue
su cui eseguire gli esami NAT, laddove non sia presente una
delle BLUD.
In particolare, si è evidenziata una stretta e fattiva
collaborazione con il CRS in quanto gestore di un sistema
regionale attualmente già funzionante in rete e concernente
l’attività di donazione, che presenta elevate
analogie con la Re.BLUD. Le due reti condividono anche un
sistema informativo evoluto e affidabile ed interfacciato, con
possibilità anche in questo caso di prenotazione.
-64-
I CQB vengono così ad assumere il ruolo di Osservatorio
epidemiologico, relativamente alla diffusione delle infezioni
virali esaminate nella popolazione dei donatori in stretto
rapporto con il Sistema regionale di Emovigilanza.
Inoltre la delibera della Giunta Regionale n° 160/2004 individua
nei CQB i Laboratori dove eseguire i test di biologia molecolare
nel percorso della qualificazione biologica delle donazioni di
organi e tessuti.
I 3 CQB utilizzano la stessa tipologia di strumenti analitici le
stesse metodologie e gli stessi protocolli operativi in modo da
garantire sempre, tramite un processo di back-up in caso di
criticità su uno dei tre centri, la validazione degli emocomponenti
e donazioni di organi e tessuti in tutta la regione.
I Centri di Qualificazione Biologica (CQB), nell’ambito del
Sistema Trasfusionale Toscano, sono Centri Diagnostici dove
vengono eseguiti i test di screening e di approfondimento utili
alla validazione biologica degli emocomponenti.
Da un punto di vista diagnostico si eseguono in ottemperanza alla
normativa vigente su ogni donazione test di biologia molecolare
(NAT:Nucleic Acid Amplification Testing) per quanto riguarda
i tre virus maggiori (HIV, HCV; HBV) e test sierologici che
prevedono la ricerca dell’HBsAg, dell’anticorpo anti HCV, il test
combo (antigene-anticorpo) per l’HIV e la ricerca di anticorpi
verso l’agente patogeno della sifilide.
Questi test possono essere svolti, quando sono inerenti al
processo trasfusionale, solo da parte di personale dedicato della
medicina trasfusionale, ovvero non possono essere svolti, per es
nei laboratori per esami chimico-cliniche.
diagraMMa dei processi
e
prelievo
di sangue intero
preparazione
emocomponenti
per Separazione
Selezione
DonAtoRe
e
Qualificazione Biologica
&
Validazione
ev
e
Aferesi
produttiva
ev
ev
Consegna
pAziente
ed
Assegnazione
ev
produzione industriale emoderivati
ev
ev
Consegna
Distribuzione
Consegna
e
emocomponenti
ev
emocomponenti Validati
ed
emoderivati
i proCESSi fonDaMEntaLi Di Un SiMt, tratto Da: “raCCoLta, proDUZionE, VaLiDaZionE, aSSEGnaZionE E ConSErVaZionE DEGLi EMoCoMponEnti:
anaLiSi DEi MaCro-proCESSi nEi SErViZi Di MEDiCina traSfUSionaLE”, EDiZioni SiMti, 2004
-65-
In molti Centri Trasfusionali toscani i medici trasfusionisti
effettuano la selezione della mamma/coppia per la donazione
delle cellule staminali da cordone ombelicale.
In alcuni Centri si svolgono attività di elevata specializzazione
quali la raccolta delle cellule staminali da periferico e la loro
conservazione e distribuzione.
Nel SIMT di Pisa è presente una banca di tessuti e la banca di
cellule staminali da cordone ombelicale.
Aferesi terapeutica: la maggior parte dei Servizi Trasfusionali
effettua prestazioni di aferesi terapeutica (ossia volta a risolvere
una patologia), anche se con volumi e tipologie di aferesi
molto variabili da struttura a struttura: in alcuni centri oltre al
plasmaexchange, si eseguono prestazioni aferetiche terapeutiche
quali la plasmafiltrazione, la fotoaferesi, la LDL aferesi, le
piastrinoaferesi, linfocitoaferesi, eritroaferesi, eritroexchange.
Nella Regione Toscana solo in alcuni Servizi Trasfusionali,è
presente un Laboratorio di Immunogenetica che esegue indagini
sierologiche e in biologia molecolare a bassa ed alta risoluzione
legate alla tipizzazione HLA dei donatori di Midollo Osseo e alla
compatibilità tessutale nei trapianti nonché la tipizzazione HLA
utile per la diagnosi di alcune malattie.
-66-
-68-
La Trasfusione.
Il processo trasfusionale inizia con la valutazione delle
condizioni cliniche del paziente e conseguente decisione
clinica sulla opportunità o meno di eseguire una trasfusione.
Una volta ritenuta opportuna altro punto del processo è
la informazione al paziente sulle indicazioni che ci fanno
considerare necessaria la trasfusione il paziente dovrà dare
il suo consenso. Il consenso deve essere informato, ovvero
al paziente deve essere compiutamente spiegato perché
vorremmo effettuare una trasfusione, quali sono i benefici che
ci attendiamo, quali sono i problemi che potrebbero insorgere
a causa della trasfusione, ma anche i rischi causati dal non
effettuarla. Il consenso alla trasfusione non è un consenso
generico e il consenso (o il dissenso) deve essere scritto e
firmato. La richiesta compilata e firmata dal medico, deve
riportare la corretta identificazione del paziente, la situazione
clinica per la quale si richiede l’emocomponente ed i parametri
che si intendono correggere, il tipo di emocomponente e la
quantità.
La richiesta deve essere accompagnata da un campione di
sangue del paziente, la provetta deve riportare oltre ai dati
identificativi del paziente, la data del prelievo e la firma
dell’operatore che ha eseguito il prelievo stesso.
Una volta che la richiesta ed il campione arrivano al
trasfusionale il personale sanitario del Centro Trasfusionale
deve verificare la congruità dei dati riportati sulla richiesta
e sul campione. Il medico trasfusionista deve valutare
l’appropriatezza della richiesta. Nel Centro Trasfusionale
vengono svolte tutte le procedure pre trasfusionali e viene
assegnato l’emocomponente compatibile con il paziente.
L’emocomponente una volta arrivato nel reparto di degenza o
nell’ambulatorio deve essere subito trasfuso.
L’unità deve essere ispezionata prima della trasfusione al fine
di assicurarsi che non sia scaduta, non presenti alterazioni di
aspetto e colore.
L’identificazione al letto del paziente e la corrispondenza tra
emocomponente ed i dati del paziente deve essere svolta da
due operatori: medico ed infermiere. Se il paziente è cosciente
deve essere effettuata l’identificazione positiva, ovvero deve
essere richiesto al paziente di dire il suo nome, cognome e
data di nascita.
La trasfusione deve essere eseguita sotto la responsabilità del
medico.
I segni vitali del paziente (frequenza cardiaca, pressione
arteriosa, temperatura corporea) devono essere rilevati prima
e dopo la trasfusione e registrati in cartella.
Il processo trasfusionale non si conclude con la fine della
trasfusione: gli effetti della trasfusione a breve ed a lungo
termine sono i risultati dell’intero processo.
degli istituti e delle cliniche universitarie, degli istituti ed enti
ecclesiastici che esercitano l’assistenza ospedaliera, dell’ospedale
Galliera di Genova, degli ospedali dell’Ordine Mauriziano di
Torino, degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico
e al Servizio Trasfusionale Militare”. L’Ufficio di Direzione e
Coordinamento del Servizio Trasfusionale Militare, costituito
presso la ex Direzione Generale della Sanità Militare, svolge
funzioni di direzione e coordinamento di “tipo dirigenziale”,
nei confronti dei Centri Trasfusionali Militari periferici,
espressamente previsti dal D.M. 15/07/2009 art. 3 comma 2.
Per tali motivi è di fatto equiparabile ai Centri Regionali di
coordinamento e compensazione civili e al Centro Nazionale
Sangue del Ministero della Salute. Infatti, esso coopera con
le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, del Ministero
dell’Interno e del Dipartimento della Protezione Civile, al
fine di assicurare le necessità trasfusionali per le situazioni di
emergenza e il mantenimento di adeguate scorte di prodotti
del sangue. Il Ministero della Difesa, dunque, è l’autorità
responsabile, relativamente al servizio trasfusionale di cui al
presente articolo, del rispetto dei requisiti previsti dal decreto
legislativo 20 dicembre 2007, n. 261, in materia di raccolta e
controllo del sangue umano e dei suoi componenti. L’ultimo
rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato fotografa
l’attività, in termini di produzione di unità di globuli rossi, dei
Centri Trasfusionali delle diverse Regioni italiane e del Servizio
Trasfusionale Militare. Il decreto del Ministro della Difesa 18
giugno 1992 nr. 499, recante “Norme per il Servizio Trasfusionale
Militare”, così come integrato/modificato dal decreto 15 luglio
2009, disciplina i compiti e le attività delle FF.AA. in campo
trasfusionale. Compito del Servizio Trasfusionale Militare
(S.T.M.), infatti, è il “conseguimento di una completa autonomia
delle Forze armate in campo trasfusionale mediante un’attività
di programmazione, coordinamento ed indirizzo del sistema
sangue onde garantire i livelli di autosufficienza di sangue, di
emocomponenti disponibili e di emoderivati per le strutture
sanitarie militari, nonchè assicurare la disponibilità necessaria di
sangue raro, cellule staminali emopoietiche in modo da essere in
grado di svolgere tutte le competenze previste dalla normativa
vigente e, soddisfatte tali esigenze prioritarie, di apportare un
Le Unità di Raccolta secondo il Decreto Legislativo 20 dicembre
2007, n. 261, articolo 2, comma 1, lettera f sono strutture non
pubbliche, gestite dalle associazioni dei donatori volontari
di sangue convenzionate e costituite ai sensi della normativa
vigente; le unità di raccolta, gestite singolarmente o in forma
aggregata dalle predette associazioni incaricate della raccolta,
previa autorizzazione delle regioni o province autonome
competenti, operano sotto la responsabilità tecnica del servizio
trasfusionale di riferimento e svolgono le attività di raccolta con
la selezione del donatore ed il processo donazionale.
www.regione.toscana.it/donareilsangue
Il Servizio Trasfusionale Militare
Il Servizio Trasfusionale civile e militare è una componente
sanitaria particolare, in quanto si occupa di donazione del
sangue, organi, tessuti e cellule ed è rigidamente regolato da Leggi
Nazionali ed Europee per essere uniformato continuamente ai
progressi scientifici e tecnologici. Il Servizio Trasfusionale Militare
si caratterizza per il supporto in emocomponenti alle attività
medico-chirurgiche degli Ospedali Militari e dei Complessi
Sanitari Campali nelle operazioni fuori area, a garanzia della vita
dei nostri militari impegnati in attività di servizio sia in Patria
che all’Estero. L’art. 205 del Codice dell’ordinamento militare
prevede che le Forze Armate organizzino autonomamente il
servizio trasfusionale in modo da essere in grado di svolgere
tutte le competenze previste dalla legge 21 ottobre 2005, n. 219.
L’attività del Servizio Trasfusionale Militare è regolamentata
non solo dalla legge n° 219 del 21/10/2005 “Nuova disciplina
delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli
emoderivati” ma anche dal Decreto Ministeriale del 15/07/2009
che aggiorna le norme sul Servizio Trasfusionale Militare
contenute nel Decreto Ministeriale n. 499 del 18 giugno 1992
in linea con le intervenute disposizioni Comunitarie e Nazionali
in materia di servizi trasfusionali. Della predetta legge si
richiama l’attenzione sull’art. 24 comma 1 “Le Forze armate
organizzano autonomamente il servizio trasfusionale in modo
da essere in grado di svolgere tutte le competenze previste dalla
presente legge” e sull’ art. 23 comma 1 “Le disposizioni della
presente legge si applicano anche alle strutture trasfusionali
-70-
della Difesa, Direzione Generale della Sanità militare
per l’attuazione di una convenzione di collaborazione ed
interscambio tra strutture trasfusionali militari e civili. Ma sono
già allo studio nuove convenzioni tra il Ministero della Difesa,
Centro Nazionale Sangue e le Regioni in accordo con quanto
previsto dalla Legge n. 219 del 2005.
Compito del Servizio Trasfusionale militare è, infatti, il
conseguimento di una completa autonomia delle Forze Armate
in campo trasfusionale e, soddisfatta tale esigenza prioritaria,
di apportare un significativo contributo anche nel settore
trasfusionale civile.
Obiettivo comune anche alle Forze Armate è la promozione della
donazione volontaria, periodica, anonima e non remunerata e
valorizzare in tal modo la figura del donatore volontario della
Difesa.
Su queste basi comune esiste una proficua collaborazione
tra servizi trasfusionali civili e militari sia per le attività di
promozione, comunicazione che per le attività di raccolta e
compensazione delle unità di sangue.
significativo contributo anche nel settore trasfusionale civile”
(art. 2 comma 1).
Attualmente i compiti derivanti dall’attuazione del decreto
sono disimpegnati da 1 Dipartimento di Immunoematologia e
Medicina Trasfusionale e da 3 Sezioni Trasfusionali (= Centri
Raccolta), così dispiegati sul territorio nazionale:
- Dipartimento di Immunoematologia e Medicina
Trasfusionale presso il Policlinico Militare “Celio” (Roma)
- ST Firenze, presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico
Militare
- ST La Spezia, presso la Direzione di Sanità della Marina
Militare
- ST Taranto, presso il Centro Ospedaliero della Marina Militare.
L’attività tecnica-operativa è coordinata dall’ Ufficio Generale
della Sanità Militare di Roma mediante l’Ufficio di Direzione
e Coordinamento del Servizio Trasfusionale Militare mentre il
supporto logistico-amministrativo è assicurato dagli Enti militari
all’interno dei quali operano le strutture trasfusionali stesse.
La regione Toscana ha un protocollo di intesa con il Ministero
-71-
Le associazioni della donazione: la
donazione associata
La normativa riconosce, favorisce e disciplina il ruolo
dell’associazionismo all’interno del sistema della donazione del
sangue e dei tessuti (legge 219/2005).
La presenza del volontariato organizzato permette di agire
con maggiore efficacia per la soddisfazione del fabbisogno di
sangue e tessuti, anche attraverso una corretta informazione
e programmazione della raccolta; ha un ruolo attivo
nell’educazione alla salute e al senso della consapevolezza
sanitaria; educa alla solidarietà sociale e al civismo oltre che alla
democrazia partecipativa.
Il ruolo dell’associazionismo nel sistema ha un valore fondamentale
nel “ridisegnare” una teoria del dono contemporaneo. Se da
un lato l’istituzionalizzazione del sistema che porta il sangue o
il tessuto in modo anonimo dal donatore a chi ne ha bisogno
contribuisce a impedire la creazione del legame alla base del
dono, dall’altro acquista rilevanza la socialità dei donatori
favorita dalle associazioni in cui sono organizzati. Non potendo
conoscere i riceventi, lo “spirito della cosa donata” descritto da
Mauss, si trasmette agli altri donatori, e stringe legami, fiducia,
condivisione di valori nell’ambito della società civile e nella
partecipazione associativa. Le Associazioni del Dono sono
presenti capillarmente sul territorio e caratterizzate da spirito
di coesione, da un ricco tessuto di gratificazioni simboliche e di
reciproco rafforzamento dei valori di riferimento.
Secondo la normativa, le Associazioni di Volontariato concorrono
ai fini istituzionali del Sistema Trasfusionale regionale attraverso:
- la donazione volontaria e gratuita del sangue e dei suoi
componenti;
- la tutela dei propri donatori;
- l’attuazione di attività di propaganda, promozione
e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui valori
solidaristici che si esprimono nella donazione volontaria,
periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue e dei
suoi componenti;
- l’invio mediante chiamata dei donatori iscritti in conformità
ai programmi definiti dal Comitato di Coordinamento […],
sulla base delle indicazioni relative alla programmazione
delle attività trasfusionali predisposta a cura del Centro
Regionale Sangue (CRS);
- l’attività di raccolta.
Le Associazioni di Volontariato presenti nel Sistema Trasfusionale
Toscano sono Adisco – Associazioni Donatrici Italiane Sangue
Cordone Ombelicale, Admo – Associazione Donatori Midollo
Osseo, Anpas – Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze,
Avis – Associazioni Volontari Italiani Sangue e Fratres Consociazione Nazionale dei Gruppi Donatori di Sangue. Tra
gli enti con rappresentanza regionale è presente anche la CRI
–Croce Rossa Italiana. Sono presenti inoltre 13 gruppi locali di
donatori di sangue che operano in convenzione con il Sistema
Sanitario regionale.
Alcuni dati complessivi
Donatori (attivi)*
129.529 pari al 5,5 %
della popolazione di età 18 - 65
residente in Toscana al 31/12/2010
(2.352.084 ab.)
Nuovi donatori nel 2011*
11.967
Gruppi/associazioni locali
521
Volontari con ruoli dirigenziali
e responsabilità
4.447
Nuove sedi locali degli ultimi 3 anni
27
(*) – Dati delle sole associazioni della donazione del sangue
-72-
il tavolo delle Associazioni della donazione presso il
*
Presso il Cesvot è stato istituito un tavolo di lavoro dove
siedono i rappresentanti delle associazioni toscane impegnate
nell’ambito della donazione del sangue, degli organi e dei
tessuti: Avis Toscana, Anpas Comitato Regionale Toscano,
Consociazione Nazionale Donatori di Sangue Fratres,
Admo Toscana, Adisco Toscana e Aido Toscana. Il tavolo,
coordinato dal Cesvot, vede la partecipazione attiva e costante
del Centro Regionale Sangue della Regione Toscana. Il Cesvot
e l’Assessorato Diritto ala Salute della Regione Toscana hanno
sottoscritto un Protocollo d’Intesa proprio per “progettare
ed attuare iniziative integrate per la crescita del volontariato
toscano impegnato nell’ambito della donazione del sangue,
organi e tessuti”.
Il tavolo è luogo di progettazione per iniziative comuni
di formazione. La modalità di lavoro è la seguente: le
associazioni di concerto con il CRS individuano tematiche di
interesse comune e con il supporto del Cesvot costruiscono
percorsi formativi con le seguenti caratteristiche: trasversalità,
alta formazione e rivolti a quadri e dirigenti. La formazione
è caratterizzata da metodologie interattive dove viene
privilegiato il lavoro in gruppi favorendo lo scambio tra
volontari di associazioni diverse. Tutte le attività formative
individuate sono complementari ai percorsi formativi che le
singole associazioni continuano a programmare e realizzare in
autonomia per le proprie reti ed organizzazioni. L’attività di
individuazione dei partecipanti e di selezione, se necessaria,
viene affidata direttamente alle associazioni partecipanti al
tavolo che stabiliscono di comune accordo anche le quote
numeriche di partecipanti per ogni organizzazione.
Sono state individuate le seguenti tematiche da approfondire:
Gli aspetti culturali e religiosi della Donazione; Le nuove
tecnologie e il volontariato; Giovani e Volontariato; Il
people raising; L’accreditamento del sistema trasfusionale;
Certificazione di qualità e volontariato; Sicurezza e salute sui
luoghi di lavoro.
Il clima che si è creato all’interno del tavolo è fortemente
collaborativo e tutte le associazioni partecipanti, pur nella
propria autonomia, hanno trovato in questa opportunità
di scambio, confronto e progettazione condivisa, una leva
di sviluppo e di crescita. Le diversità sono state l’occasione
per uno scambio proficuo dove ogni realtà, condividendo i
propri punti forza ma anche le criticità, ha avuto la possibilità
di arricchirsi incentivando l’incontro tra i volontari sul piano
della formazione comune.
Nel 2011 il tavolo si è riunito 7 volte e ha programmato e
realizzato le seguenti iniziative:
- Seminario regionale: La Donazione: aspetti culturali e
religiosi - Sabato 30 aprile 2011 a Fiesole
- Seminario regionale: La normativa europea, nazionale e
regionale per l’accreditamento del sistema trasfusionale Sabato 12 marzo 2011 a Fiesole
- Lo stesso seminario del 12 marzo 2011 è stato poi
ripetuto sui territori (due moduli formativi per ogni area
individuata):
- Venerdì 16 dicembre 2011 e Venerdì 27 gennaio 2012 a
Firenze
- Mercoledì 14 dicembre 2011 e mercoledì 25 gennaio 2012
a Siena
- Giovedì 15 dicembre 2011 e giovedì 26 gennaio 2012 a
Prato
Tutti gli incontri svolti, sia quelli a livello regionale che quelli
decentrati sui territori, hanno visto la partecipazione di
numerosi volontari incontrando il gradimento dei partecipanti
e delle associazioni di provenienza.
A cura di Riccardo Andreini responsabile Settore Formazione e Progettazione
del CESVOT
-73-
Il Volontariato nel Sistema
Trasfusionale Toscano
Parallelamente al percorso sviluppato a livello di Area Vasta e
che ha coinvolto circa 40 persone, è stato realizzato anche un
percorso di coinvolgimento delle sole associazioni di volontariato
della donazione appartenenti al Sistema Trasfusionale. I dirigenti
delle associazioni sono stati coinvolti sia attraverso incontri
sia con la somministrazione di brevi questionari: entrambe le
modalità proponevano una riflessione sul significato di sistema,
sul ruolo del volontariato nel Sistema Trasfusionale e sull’utilità
per le singole associazioni di farne parte.
riconducibile al fatto che il sistema crea e diffonde informazione
molto più rapidamente, in modo più competente ed economico
rispetto a situazioni dove prevale la frammentazione. Il fatto di
essere uniti e coinvolgere varie tipologie di attori permette inoltre
di poter agire con maggiore forza nelle relazioni con soggetti
– anche istituzionali – esterni al sistema stesso raggiungendo
risultati che da soli sarebbe molto difficile, se non impossibile,
raggiungere. La comune appartenenza ad un sistema condiviso
favorisce anche il superamento della contrapposizione potendo
perfino offrire occasioni di collaborazione su tematiche comuni.
In questo gioca un ruolo fondamentale la presenza di una regia
centrale istituzionale che agisce in supporto alle associazioni e
garantisce maggiore equità.
Percorso volontariato
Data
Luogo e partecipanti
Numero
partecipanti
18/2/2012
Intervento al Consiglio Regionale di Avis
Toscana
27
3/3/2012
Incontro con dirigenti regionali e locali c/o
Fratres
7
12/3/2012
Incontro con rappresentanti gruppo regionale
donazione c/o Anpas Toscana
5
15/3/2012
Intervento all’Assemblea di Adisco Toscana
12
Totale partecipanti
51
Il volontariato nel Sistema
Trasfusionale: un attore fondamentale.
Sembrano esserci alcuni aspetti che, più di altri, distinguono il
contributo del Volontariato nel Sistema Trasfusionale. La presenza di
volontari favorisce la relazione con il donatore rendendo l’atto della
donazione un fatto non solo sanitario e burocratico. Questa presenza –
supportata dall’organizzazione associativa – permette anche si seguire
con maggiore cura e continuità il donatore diventando una potenziale
e potente condizione per favorire la programmazione della raccolta.
Il volontariato favorisce anche la circolazione dell’informazione
soprattutto laddove funziona bene il canale di comunicazione tra i
livelli regionali, intermedi (provinciali/zonali) e locali. L’articolazione
dei sistemi associativi, anche se complessa, rappresenta un ulteriore
contributo positivo dal momento che favorisce una presenza capillare
in tutto il territorio toscano, anche nei luoghi dove il sistema sanitario
regionale non arriva con propri presidi. Il radicamento territoriale
e la capacità di essere interlocutore anche dei soggetti istituzionali
permette al Volontariato di coinvolgere in modo stabile, attraverso
convenzioni, numerosi altri soggetti rappresentanti di ampi sistemi
sociali ed economici.
Benché fortemente inserito in un sistema “istituzionalizzato”,
il Volontariato deve rimanere un “partner vigile” ovvero, per
produrre veramente un valore aggiunto, agire con attenzione
il proprio ruolo di “Advocacy” in termini di tutela dei diritti dei
donatori e dei potenziali riceventi.
Cosa vuol dire far parte di un sistema? Il punto di vista delle
associazioni di volontariato1
A detta dei dirigenti coinvolti, ci sono alcuni aspetti che possono
contraddistinguere un sistema e il farne parte. Innanzitutto, far
parte di un sistema vuol dire condividerne gli aspetti di fondo e
partecipare alla loro definizione: obiettivi, interventi, strumenti,
risorse. Il sistema, se da un lato “impone” scelte e azioni per
poter continuare a farne parte, dall’altro contribuisce ad evitare
le inefficienze e accompagna – con un’adeguata regia – verso il
miglioramento. Il sistema deve promuovere tutti gli organismi
che ne fanno parte favorendone l’interazione reciproca e la
possibilità di affrontare insieme i problemi.
Possono essere anche altri i vantaggi di cui godrebbe il
Volontariato nel farne parte. Un primo aspetto positivo è
Quanto riportato è il frutto degl’incontri con dirigenti Fratres e con dirigenti
Anpas oltre alla restituzione di 7 questionari.
1
-74-
-75-
Le Associazioni di volontariato del
sangue
Le Associazioni della donazione del sangue con rappresentatività
regionale presenti in Toscana sono Avis, Fratres e Anpas. Presenti su
tutto il territorio regionale rappresentano circa 130.000 soci donatori
attivi. Sono presenti su tutto il territorio regionale con 528 sedi.
Un ultimo aspetto, sentito come rilevante da parte dei dirigenti
coinvolti, è il potenziale risparmio di risorse che la presenza
del Volontariato porta al sistema pubblico: questo aspetto è
da approfondire e dovrebbe essere letto più che in termini di
un “risparmio assoluto” come la capacità di realizzare azioni,
iniziative e progetti aggiuntivi rispetto alle risorse pubbliche
grazie alle capacità di found raising e alla presenza di numerosi
volontari messe in campo della numerose associazioni.
regione toscana - incidenza percentuale
raccolta dirette e indiretta anno 2011
9,46%
RAPPRESENTATIVITÀ % ANNO 2011
ALTRE ASS. DI VOLONTARI
E NON ASSOCIATI 13,24% ANPAS 3,94%
90,54%
AVIS
49,44%
FRATRES
31,60%


CRI
1,77%
Raccolta diretta
Raccolta indiretta
tot raccolta ind
Regione Toscana -­Andamento raccolta direTTa e indireTTa -­anno 2011
tot raccolta dir
25000
numero donazioni
20000
18558
15713
17294
16387
15000
16316
17772
18020
1640
1631
2177
1476
aprile
maggio
giugno
luglio
16047
19428
18516
19115
2519
1957
1864
2224
settembre
ottobre
novembre
dicembre
17594
10000
5000
1683
1742
gennaio
febbraio
2349
756
0
marzo
-76-
agosto
campo della donazione. Le prime Pubbliche Assistenze sono nate
a partire dal 1860 e nel 1903 e stata costituita l’Unione Regionale
della Toscana. Sara dopo altri 70 anni, nel 1976, che avviene a
livello toscano la prima Assemblea Regionale del Volontariato
che traccia le caratteristiche di grande organizzazione
solidaristica, impegnata sia nell’erogazione di servizi che di
promozione dei diritti civili e Democratici. Il 1999 e l’anno di
costituzione del Comitato Regionale Anpas della Toscana. Sotto
l’insegna di Anpas operano realtà dai nomi assai noti, come
Fratellanza Popolare, Fratellanza Militare, Humanitas, Croce
Azzurra, Croce d’Oro, Croce Bianca, Società di Salvamento ecc.
che testimoniano l’origine ideale e la realtà territoriale a cui e
legata la nascita di ciascuna di loro. I soci totali nelle associazioni
Anpas toscane sono oltre 380.000, 20.000 i volontari e 9.400 i
donatori di sangue attivi.
Gli scopi di Anpas sono di sviluppare e favorire la diffusione
della cultura del volontariato e della solidarietà, anche nella
dimensione dell’autogestione attraverso forme di mutualità; di
rappresentare e coordinare le proprie associate, tutelandone gli
interessi morali e materiali, per la promozione di un volontariato
organizzato; di promuovere la nascita e la diffusione sul territorio
delle Pubbliche Assistenze. Anpas ritiene fondamentale puntare
sulla cultura della donazione, valorizzando e incentivando
l’impegno in prima persona dei singoli volontari e donatori,
creando un meccanismo virtuoso di emulazione – superando
eventuali contrapposizioni – fra le varie associazioni e i singoli
enti coinvolti.
Gli organi di governo in Toscana sono: l’Assemblea Regionale;
il Consiglio Regionale, composto da 25 membri; il Presidente
Regionale; la Direzione Regionale; il Collegio Regionale dei
Revisori dei Conti; il Collegio Regionale dei Probiviri; le Zone.
Il presidente in carica è Attilio Farnesi. All’interno del Consiglio
Regionale e costituita una specifica commissione (gruppo di
lavoro) per la donazione del sangue composta da circa 16/20
membri alla quale partecipano 2 consiglieri e presieduto da
Nilo Carpita. L’assetto operativo conta 9 dipendenti, di cui uno
impegnato in modo specifico nell’attività della donazione del
sangue. 6 sono le unità di raccolta fisse e 1 mobile gestite a livello
territoriale.
Dati a livello territoriale
2
1
0
0
18
1
0
2
18
1
Dati a livello regionale
Numero soci: 380.000 del Comitato Regionale Toscano
Numero donatori attivi: 9.400
Numero nuovi donatori 2011: 60
Numero gruppi locali: 43
Numero nuovi gruppi nati negli ultimi 3 anni: 3 nel 2011 / 1 nel 2010
Numero volontari e dirigenti attivi nei gruppi locali: 215
Anpas Toscana e l’organismo che raccoglie le 156 Pubbliche
Assistenze della Toscana e – tra queste – le 43 associazioni locali
che hanno al loro interno gruppi che si occupano di promozione
e donazione del sangue. Delle restanti 113 sono 33 quelle che
collaborano con Avis mentre le restanti 80 non sono attive nel
-77-
78.000 e poco più di 63.000 sono donatori attivi. Gli scopi
statutari dell’associazione sono: sostenere i bisogni di salute
dei cittadini favorendo il raggiungimento dell’autosufficienza
di sangue e dei suoi derivati e dei massimi livelli di sicurezza
trasfusionale possibili e la promozione per il buon utilizzo del
sangue; tutelare il diritto alla salute dei donatori e di coloro
che hanno necessita di essere sottoposti a terapia trasfusionale;
promuovere l’informazione e l’educazione sanitaria dei cittadini;
promuovere un’adeguata diffusione delle proprie associate su
tutto il territorio regionale, con particolare riferimento alle aree
carenti e delle attività associative e sanitarie ad esse riconosciute,
come la raccolta del sangue e degli emocomponenti; favorire
lo sviluppo della donazione volontaria, periodica, associata,
non remunerata, anonima e consapevole a livello regionale;
promuovere lo sviluppo del volontariato e dell’associazionismo.
Gli organi di governo di Avis Toscana sono: l’Assemblea Regionale
degli Associati, il Consiglio Direttivo Regionale (composto da 39
membri), il Comitato Esecutivo, il Presidente e il Vicepresidente
Vicario. L’organo di controllo e rappresentato dal Collegio dei
Revisori dei Conti, mentre l’organo di giurisdizione interna
e il Collegio Regionale dei Probiviri. Il presidente in carica e
Luciano Franchi.
L’assetto operativo e composto da 10 figure remunerate, tra
dipendenti e collaboratori, a cui da ottobre 2011 si sono
affiancati 4 giovani in servizio civile. 23 sono le unita di raccolta
fisse gestite.
Dati a livello territoriale
12
11
6
16
28
17
17
11
16
27
Numero soci: 78.114
Numero donatori attivi: 63.159
Numero nuovi donatori 2011: 7.787
Numero dirigenti: 2.049
Numero associazioni di base: 161
Numero nuove associazioni nate negli ultimi 3 anni: 3 nel 2011
– 4 nel 2010 – 2 nel 2009
Numero dirigenti: 2.049
Avis Regionale Toscana e l’associazione regionale che raccoglie
183 sedi associative territoriali. Avis Toscana nasce nel
1972 a Siena dopo che nel 1970 era stato emanato un nuovo
Statuto associativo che prevedeva la possibilità di costituire
sedi regionali con il compito di coordinare le realtà locali e
raccordarsi con l’associazione nazionale. I soci totali sono oltre
-78-
Conferenza Episcopale Italiana. In Toscana i gruppi Fratres
affiliati sono oltre 300 con 56.970 donatori attivi associati.
Gli scopi istituzionali sono la diffusione della cultura della
donazione del sangue e dei suoi componenti nonché del sangue
midollare e degli organi, promuovendo la figura del “donatore
totale”. Fratres e impegnata nella promozione di iniziative
funzionali a propagandare l’alto valore sociale della donazione,
della solidarietà e delle fraternita, elementi da noi considerati
prezioso fondamento di vita. La sua azione si sviluppa a tutti i
livelli della vita sociale per diffondere la coscienza della cultura
del dono riferita all’ispirazione del Vangelo. Il sangue donato
per la salute dei bisognosi richiama l’avvertimento di Cristo: chi
tiene tutta per se la propria vita, la perde; chi la offre in dono,
la moltiplica per se e per gli altri. Fratres e impegnata anche in
una continua formazione e perfezionamento dei propri donatori
affinché la loro donazione oltre ad essere periodica, gratuita,
anonima e responsabile sia anche acquisizione ed espressione di
uno stile di vita portatore di salute e di carità.
Gli organi di governo in Toscana sono rappresentanti dal
Consiglio Regionale Fratres, composto da 7 consiglieri, e dal
Collegio Regionale dei Revisori dei Conti Fratres. Il presidente
in carica è Angelo Serafini. L’assetto operativo e composto da 1
collaboratore con incarico professionale e da 2 volontari attivi. Le
unità di raccolta mobili gestite sono 3 mentre quelle fisse sono 29.
Dati a livello territoriale
113
8
7
10
47
44
24
12
29
7
Numero soci: 63.000
Numero donatori attivi: 56.970
Numero nuovi donatori 2011: 4.120
Numero gruppi locali: 302
Numero nuovi gruppi nati negli ultimi 3 anni: 5 nel 2011 – 5 nel
2010 – 3 2009
Numero dirigenti: 2.100
La Consociazione nazionale dei Gruppi di Donatori di Sangue
Fratres si costituisce nel 1971. I primi gruppi donatori di
sangue Fratres sono nati negli anni ‘50 in Toscana, e si sono
successivamente espansi anche nelle altre regioni, in particolare
nel Centro, Sud ed isole. Nel 1994 la Consociazione ha ottenuto
il riconoscimento giuridico con decreto del Ministro della Sanita.
Nel 2006 lo Statuto nazionale Fratres e stato riconosciuto dalla
-79-
Gruppi locali convenzionati di donatori di sangue
Sono associazioni che non hanno i requisiti della rappresentatività
regionale, ma che fanno parte del sistema trasfusionale ed
operano in regime di convenzione con il sistema sanitario
toscano per l’invio di donatori presso i Centri trasfusionali.
GIDS Gruppo Interaziendale Donatori di Sangue (FI) che
raccoglie 21 gruppi aziendali
DONATORI SANGUE delle CONTRADE Siena
Donatori Autonomi S. Leonardo in Treponzio Donatori Autonomi Colle di Compito (LU) Donatori Autonomi Montuolo (LU) Donatori Autonomi Tempagnano (LU) G.D.S. Gugliemo Pollastrini - Fagnano Gruppo Autonomo Donatori Sangue Rosignano (LI) Gruppo Autonomo Forcoli (PI) Gruppo Donatori Quercegrossa (SI) Gruppo Donatori Uopini (SI) Misericordia Firenze Unione S.M.S. San Polo in Chianti indirizzo e coordinamento dell’attività della Croce Rossa nel
territorio della regione, oltre che di controllo sull’attività dei
rispettivi Comitati Provinciali e, tramite questi, sull’attività dei
Comitati Locali.
La Croce Rossa Italiana ha iniziato ad occuparsi della donazione
del sangue nell’immediato dopoguerra per dare il proprio
contributo alla soluzione del grave problema della carenza di
sangue nel nostro paese, mediante la creazione di gruppi donatori
organizzati. La Componente è nata nel 1997 e, da allora, i soci
attivi con la loro azione in tutti i luoghi di aggregazione e con
interventi rivolti ai singoli cittadini contribuiscono all’evoluzione
del sistema trasfusionale italiano, in stretto contatto con le
Istituzioni.
Dati a livello territoriale
2
1
5
I Donatori di Sangue della Croce Rossa Italiana:
- promuovono la cultura della donazione del sangue e dei suoi
derivati all’interno dell’Associazione e fra la popolazione
(posti di lavoro, scuole, ecc.);
- contribuiscono alla diffusione della coscienza trasfusionale
per mezzo di personale qualificato e appositamente formato
(Volontari dell'Associazione);
- concorrono al raggiungimento dell'autosufficienza mediante
donazioni volontarie, periodiche e gratuite;
- contribuiscono alla raccolta anche mediante propri centri
fissi e mobili;
- operano per la tutela della salute dei donatori e dei riceventi;
- collaborano, nell'ambito della materia trasfusionale, con le
Istituzioni ai vari livelli territoriali;
9
3
2
4
La CRI è oggi un Ente di diritto pubblico con prerogative di
carattere internazionale, con lo scopo di assistenza sanitaria
e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. È
posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica,
sottoposta alla vigilanza dello Stato e sotto il controllo del
Ministero della Sanità e del Ministero della Difesa per quanto
di competenza. È costituita come Comitato Regionale nel 1997,
a seguito dell’applicazione dello Statuto della Croce Rossa
Italiana entrato in vigore con D.P.R. 110/97. Con Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 97 del 6 maggio 2005
è stato approvato il nuovo Statuto dell’Associazione, che alla
Sezione III articolo 27 specifica i compiti istituzionali attribuiti
al Comitato Regionale. Questi sono essenzialmente compiti di
Sono organi del Comitato Regionale:
- l’Assemblea regionale
- il Consiglio direttivo regionale
- il Presidente regionale
All’interno della struttura regionale troviamo i vertici delle
Componenti volontaristiche, le quali sono rappresentate nel
Consiglio direttivo regionale. La componente donatori di sangue
è una delle 6 componenti presenti nel Comitato. In Toscana
sono attivi 26 gruppi territoriali.
-81-
Comitati Buon Uso del Sangue
Strumento importante di monitoraggio e programmazione
nel settore trasfusionale è il Comitato Buon Uso del Sangue,
costituito sulla base del DM 1/9/1995 per ciascun ospedale
pubblico o per più ospedali appartenenti alla stessa Azienda e
previsto dalla legge 219/2005.
L’importanza del buon uso del sangue nasce dalla convinzione
che questo rappresenta un punto critico per il raggiungimento
dell’autosufficienza. Nell’ambito della valutazione dell’uso
terapeutico del sangue e dei suoi prodotti, c’è, infatti, una
crescente attenzione ad un utilizzo appropriato che da una parte
contribuisce a diminuire i rischi per il paziente e dall’altra a
determinare un uso etico delle risorse.
Il buon uso del sangue riguarda le decisioni cliniche nei
confronti della pratica trasfusionale sottolineando l’importanza
di riservare l’utilizzo della terapia trasfusionale a quelle situazioni
in cui esista documentabile evidenza che la trasfusione offra al
paziente un reale beneficio.
Il concetto di buon uso del sangue negli ultimi anni ha avuto una
evoluzione verso il patient blood management, intendendo con
questo termine i metodi per la fornitura e l’uso appropriato del
sangue e suoi derivati, comprese le strategie per ridurre o evitare
la necessità di una trasfusione.
Il principio guida è che il sangue da donatore debba essere
prescritto esclusivamente quando il clinico sia perfettamente
convinto di offrire al paziente un inconfutabile beneficio e/o che
il rischio di non trasfondere sia chiaramente maggiore rispetto a
quello di trasfondere.
Il comitato per il buon uso del sangue, di norma, è composto:
- dal direttore sanitario che lo presiede;
- dal direttore della struttura trasfusionale;
- da medici appartenenti ai reparti che praticano la trasfusione,
in numero variabile in rapporto alle dimensioni dell’ospedale,
fino ad un massimo di cinque;
- dal direttore della farmacia;
- da un rappresentante degli infermieri;
- da un rappresentante delle associazioni dei donatori;
- da un impiegato amministrativo con funzioni di segretario.
Il comitato per il buon uso del sangue ha il compito di:
a) determinare gli standard e le procedure per l’utilizzazione
del sangue;
b) definire la richiesta massima di sangue per tipo di intervento
(MSBOS);
c) promuovere la pratica della trasfusione di sangue autologo
(autotrasfusione);
d) coinvolgere organizzativamente le unità operative di diagnosi
e cura su programmi di risparmio di sangue, emocomponenti
e plasmaderivati;
e) contribuire al perseguimento dell’autosufficienza di sangue,
emocomponenti e plasmaderivati;
f) definire i controlli di sicurezza e verifica;
g) effettuare la valutazione della pratica trasfusionale nei singoli
reparti (audit-edico);
h)favorire l’informatizzazione del sistema di donazione e
trasfusione ospedaliero;
i) stabilire rapporti di collaborazione con i referenti per le
attività trasfusionali delle case di cura private.
Il comitato si riunisce di regola ogni tre mesi. Di ogni riunione
è redatto il verbale, da conservarsi presso la direzione sanitaria.
Il Comitato del Buon Uso del Sangue rappresenta un luogo di
confronto costruttivo tra medicina trasfusionale e disciplina
medica e chirurgica costituisce il raccordo tra le diverse
professionalità, coinvolgendo i trasfusionisti, i rappresentanti
delle divisioni o servizi che ricorrono alla trasfusione, i donatori,
attraverso i loro rappresentanti, e gli infermieri e per questo
assume grande importanza il compito di determinare standard
e linee guida e di verificare e migliorare la pratica trasfusionale
all’interno delle strutture ospedaliere.
Il Centro Regionale Sangue ha prodotto nel 2007 le
“Raccomandazioni per il corretto utilizzo di emocomponenti
e plasma derivati”, tale documento è alla base del lavoro di
un Gruppo congiunto Centro Regionale Sangue e Consiglio
Sanitario Regionale per la loro revisione, il loro aggiornamento
e soprattutto la loro condivisione tra i professionisti delle varie
-82-
- verificare se la/e Struttura/e Trasfusionale/i aziendali
abbiano disponibilità di
- risorse professionali, organizzative e tecnologiche in numero
proporzionale
- all’attività trasfusionale e proporre agli organi competenti
l’eventuale adeguamento;
- coordinare la propaganda, l’informazione e la raccolta nel
proprio ambito territoriale.
discipline e al loro capillare implementazione a livello territoriale.
L’importanza del COBUS è riconosciuta a livello regionale infatti
la regolare periodicità degli incontri del Comitato del Buon Uso
del sangue e la trasmissione al CRS dei verbali delle riunioni
costituisce un prerequisito per l’accesso, da parte dei servizi
trasfusionali, ai fondi incentivanti del Sistema trasfusionale.
L’importanza del COBUS è stata riconosciuta dalla regione
Toscana che con la DGR 1014/2011 ha inserito le riunioni del
COBUS tra gli eventi accreditabili ECM.
Le funzioni sopra indicate sono svolte in stretta collaborazione
operativa, ai sensi dell’art. 6 della legge 21 ottobre 2005, n. 219,
con il CRS.
Comitati di Coordinamento
Costituiti presso ogni Azienda Sanitaria sulla base della
Legge 219/2005 hanno lo scopo di garantire la partecipazione
delle Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue ed
emocomponenti alla programmazione e sviluppo dell’attività
di raccolta delle Strutture del Sistema Trasfusionale
Toscano e garantire contemporaneamente la presenza delle
componenti istituzionali, tecniche ed associative. Il Comitato di
Coordinamento è composto da:
1)il/i Responsabile/i della/e Struttura/e Trasfusionale/i
aziendali;
2)un Componente designato dal rappresentante legale
dell’Azienda ed afferente alla Direzione Sanitaria;
3) i rappresentanti delle Associazioni e Federazioni dei donatori
di sangue ed emocomponenti convenzionate.
Società Scientifiche
Le Società Scientifiche del settore trasfusionale che raccolgono la
maggior parte dei trasfusionisti toscani ed operano una proficua
opera di aggiornamento e formazione sono SIMTI e SIDEM.
Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia
(SIMTI).
Gli scopi dell’Associazione sono:
-promuovere l’organizzazione di servizi trasfusionali
efficienti e qualificati, al fine di offrire al malato una terapia
trasfusionale adeguata, aggiornata e uniforme per qualità e
metodologia in tutto il territorio nazionale;
- contribuire al progresso scientifico, tecnico, organizzativo,
sociale e morale della immunoematologia e della trasfusione
del sangue;
- rappresentare e tutelare i propri associati, in campo nazionale
e internazionale, sul piano scientifico, professionale,
giuridico e morale;
- offrire agli organi decisionali e consultivi dello Stato e delle
Regioni ed alle istituzioni impegnate in campo trasfusionale
e immunoematologico una qualificata collaborazione per la
Il Comitato deve essere convocato almeno una volta ogni tre mesi
o su richiesta di almeno 2/3 dei componenti ed è presieduto dal
Componente designato dal legale rappresentante dell’Azienda
o dal Responsabile delle Strutture Trasfusionali aziendali, ove
delegato.
Il Comitato di Coordinamento ha i seguenti compiti:
- discutere, proporre e favorire la soluzione dei problemi
relativi all’organizzazione
- del servizio, alle attività promozionali e di propaganda, alla
tutela del donatore;
-83-
regionali o nazionali per l’elaborazione e l’esecuzione di
protocolli operativi unificati;
g)collaborare con le Società Scientifiche nazionali ed
internazionali dei settori aferetico, della manipolazione
cellulare ed autotrasfusionale e discipline affini;
h) collaborare nella programmazione delle attività aferetiche,
della manipolazione cellulare ed autotrasfusionale con le
strutture statali e regionali competenti;
i) provvedere, in collaborazione con le associazioni dei
donatori, alla promozione della donazione in aferesi;
l) tutte le finalità che possono migliorare la sicurezza della
pratica aferetica, della manipolazione cellulare.
Presidente in carica è il Prof. Luca Pierelli e il coordinatore
regionale è il Dr. Renato Vanacore.
programmazione e lo sviluppo del servizio trasfusionale del
Paese;
- promuovere la formazione e l’addestramento in medicina
trasfusionale anche attraverso iniziative di Educazione
Continua in Medicina (ECM).
Presidente in carica è il Dr. Claudio Velati
Delegato regionale Dr.Giuseppe Curciarello
Società italiana di emaferesi e manipolazione cellulare (SIdEM)
La Società, che non ha fini di lucro, ha i seguenti scopi:
a) funzionare quale associazione scientifica interdisciplinare a
disposizione di ogni figura professionale od ente operante
nel settore dell’Emaferesi, della manipolazione cellulare,
dell’autotrasfusione o di altre discipline affini che rientrino
nei campi di interesse scientifico della Società stessa;
b) fornire a donatori e pazienti, tramite le Strutture Trasfusionali
od altre istituzioni, tecniche aferetiche e di manipolazione
cellulare sicure ed adeguate sia per la raccolta di plasma o di
cellule a scopo trasfusionale, trapiantologico e rigenerativo
che per la rimozione terapeutica di componenti ematiche;
c) fornire ai pazienti tecniche autotrasfusionali orientate al
massimo risparmio dell’uso del sangue;
d)incoraggiare, favorire e certificare requisiti minimi di
procedure organizzative e tecniche nel campo dell’aferesi,
della manipolazione cellulare e dell’autotrasfusione alle unità
operanti nelle Strutture Trasfusionali od altre istituzioni;
e)stimolare e favorire la ricerca scientifica, l’applicazione
clinica, l’aggiornamento e gli scambi di informazioni inerenti
l’aferesi, la manipolazione cellulare e l’autotrasfusione
ed i settori di ricerca correlati, nella medicina clinica e di
laboratorio, anche mediante la gestione di un registro
centralizzato dei dati;
f) promuovere la costituzione e sostenere organizzativamente
Progetti collaborativi e Gruppi di studi interdisciplinari
-84-
-85-
Kedrion è un’azienda biofarmaceutica
specializzata nello sviluppo, produzione e distribuzione di
farmaci plasmaderivati utilizzati per la cura di pazienti affetti
da emofilia, immunodeficienze, malattie infettive e altre forme
di patologie gravi. L’azienda ha un patrimonio di competenze
che le garantiscono un ruolo di rilievo in Italia, in Europa e nel
mondo.
La qualità dei prodotti, il continuo impegno nella ricerca e
nello sviluppo, la consistente capacità industriale, il modello
di business integrato verticalmente e la presenza consolidata
sul mercato nazionale ed internazionale sono i suoi principali
fattori di competitività.
In Italia, Kedrion collabora con il Servizio Sanitario Nazionale
per il raggiungimento dell’obiettivo dell’autosufficienza di
farmaci plasmaderivati. Inoltre, le sue competenze sono messe
al servizio di partnership strategiche con le realtà sanitarie di
altri Paesi.
Con società operative in Ungheria, Austria, Svizzera,
Portogallo, Messico, Stati Uniti e centri di raccolta plasma di
proprietà negli Stati Uniti, in Germania e in Ungheria, Kedrion
è presente in più di 60 Paesi nel mondo ed è a capo di un
Gruppo di oltre 1300 dipendenti, di cui il 46% sono donne e
l’età media è 38 anni.
Con sede principale a Castelvecchio Pascoli, in provincia di
Lucca, l’azienda opera attraverso due stabilimenti produttivi
situati in Italia, a Bolognana (Lucca) e a Sant’Antimo (Napoli),
e uno in Ungheria, a Gödöll� (Budapest). Nel 2011, Kedrion ha
anche acquisito la disponibilità di un impianto di frazionamento
negli Stati Uniti (a Melville, Stato di New York).
Il Gruppo è inoltre attivo nella commercializzazione di prodotti
farmaceutici di sintesi e di vaccini antinfluenzali e opera anche
nella raccolta e nella commercializzazione di plasma nei
mercati esteri e in altre attività, tra le quali il trasferimento di
tecnologia per la produzione di plasmaderivati.
Il Gruppo ha un posizionamento distintivo nel settore, grazie
all’ampia gamma di prodotti, agli stabilimenti all’avanguardia
certificati a livello internazionale secondo le GMPs (Good
Manufacturing Practices), al costante impegno nella qualità e
nell’innovazione.
www.kedrion.com
La collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale
Attraverso le sue società controllate e le loro specifiche
competenze, Kedrion offre ad aziende partner e istituzioni
sanitarie un approccio completo e integrato nell’ambito dei
plasmaderivati, garantendo la gestione dell’intero ciclo di
trasformazione del plasma, dall’approvvigionamento alla
distribuzione dei plasmaderivati, compresi i servizi logistici di
supporto.
Nel nostro Paese, la collaborazione con il Servizio Sanitario
Nazionale mira al raggiungimento dell’autosufficienza di
farmaci plasmaderivati prodotti con plasma proveniente da
donatori italiani. A tal fine, Kedrion riceve il plasma, che
rimane di proprietà pubblica, lo trasforma in prodotti finiti e lo
distribuisce sul territorio italiano per rispondere alle necessità
terapeutiche della popolazione.
Oggi è possibile affermare che il servizio di trasformazione
del plasma italiano in farmaci plasmaderivati ha raggiunto un
livello di eccellenza tale da posizionarsi ai primissimi posti tra i
Sistemi di autosufficienza nel mondo.
In partnership con il CRS della Toscana
Kedrion vuole supportare il CRS toscana nel continuo sforzo
tecnico e manageriale per la valorizzazione del dono.
In particolare oggi Kedrion è al fianco di CRS Toscana anche
nel processo di riorganizzazione ed accreditamento dei centri
trasfusionali e di raccolta, continuando a garantire al tempo
stesso il massimo impegno nella gestione efficace ed efficiente
dei prodotti realizzati in Conto Lavorazione.
-86-
-87-
trasporti
L’ATI Croce Italia Marche-SVS Gestione Servizi è l’impresa
aggiudicataria del trasporto terrestre organi, tessuti,
emocomponenti/campioni a fini clinico-diagnostici per le
Aziende sanitarie/ospedaliere del Servizio Sanitario della
Regione Toscana.
La Regione Toscana ha realizzato, tramite ESTAV Sud-Est,
una gara per l’affidamento triennale del servizio di trasporto
terrestre organi, tessuti, emocomponenti/campioni a fini clinicodiagnostici per le Aziende sanitarie/ospedaliere del Servizio
Sanitario della Regione Toscana.
Da parte delle Aziende sanitarie era prevista l’adesione
obbligatoria per trasporto di organi e provette destinate alla
qualificazione biologica finalizzata ai percorsi di donazione-
trapiantoe adesione facoltativa (salvo autogestione) per il
trasporto di emocomponenti e per il trasporto di campioni a fini
clinico-diagnostici.
È risultata aggiudicataria la ATI Croce Italia Marche -SVS
Gestione Servizi che ha avviato il servizio il 1 ottobre 2011.
Il servizio è assicurato con 55 automezzi dislocati su tutto il
territorio regionale e attrezzati con sistema di conservazione
campioni, radiolocalizzazione e gestione informatica per la
tracciabilità.
Il servizio assicura giornalmente anche la validazione del
percorso donazione da tutti i presidi trasfusionali della regione
per i centri NAT di Firenze, Pisa, Siena
È l’unico servizio organizzato con questa modalità in Italia ed
altre esperienze minori si trovano in altri paesi europei.
-88-
-89-
3.2.2 Cellule staminali
emopoietiche: chi-fa-cosa
ATTORI
ATTIVITÀ
MONITORAGGIO COORDINAMENTO
REPARTI
OSTETRICIA
CRS
PROMOZIONE
SELEZIONE
RACCOLTA
VALIDAZIONE
BANCAGGIO
UTILIZZO
AUTORIZZAZIONE ESPORTAZIONE BANCHE
PRIV
formazione
•
•
•
ADV
•
•
•
SIMT
•
PUNTI NASCITA
•
•
CQB
•
BANCA
REGIONALE
•
DIREZIONI SAN.
AZ
RR
•
•
•
Registro Italiano Donatori Midollo
Osseo
L’IBMDR riconosciuto con legge n.52 del 6 marzo 2001
come Registro Italiano Donatori Midollo Osseo e parte del
BMDWW Bone Marrow Donor WorldWide, si avvale a livello
regionale per il conseguimento dei propri fini istituzionali di
una rete di strutture deputate alla donazione di cellule staminali
emopoietiche da donatore adulto. Le diverse funzioni di queste
strutture sono definite dagli Standard di Funzionamento
IBMDR, aggiornati annualmente dalla Consulta Nazionale dei
Registri Regionali (ultima edizione: versione XV del 16 Gennaio
2012). Tali strutture si articolano in: Registro regionale (RR),
Centri Donatori (CD), Poli di Reclutamento (PR) e Centri
Prelievo (CP). Come previsto dalla Legge n.219 dell’ Aprile
2005, queste strutture hanno sede presso i Servizi e Sezioni
Trasfusionali o presso i Laboratori di Immunogenetica.
Centro regionale sangue
La Legge 219/2005 art2. Definisce gli ambiti di competenza del
sistema trasfusionale “La presente legge disciplina le attività
trasfusionaliovvero le attività riguardanti la promozione del
dono, la raccolta del sangue intero, degli emocomponenti e delle
cellule staminali emopoietiche autologhe, omologhe e cordonali;
il frazionamento con mezzi fisici semplici; la validazione, la
conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi
componenti, nonché le attività di medicina trasfusionale e la
produzione di farmaci emoderivati.....”
Il sistema trasfusionale, quindi, assicura per le aree di competenza
le proprie funzioni, formazione, monitoraggio, e coordinamento,
e selezione in questo ultimo anno si è molto rafforzata la sinergia
tra sistema trasfusionale e la rete donazioni di cellule staminali
per gli ambiti di competenza.
Ovviamente la rete di donazione delle cellule staminali afferisce
al Sistema trapianti e quindi nell'organizzazione della Regione
Toscana all'Organizzzaione Toscana Trapianti (OTT) per tutte
le aree di specifica competenza.
Registro Regionale (RR)
È la struttura di riferimento dell’IBMDR a livello regionale con
compiti organizzativi e di supporto di tutta la rete donazione
CSE. Partecipa alla annuale Consulta Nazionale dei RR in
-90-
certificati EFI: SI01 (AOU Siena), FI03 (SIMT, AS Firenze) e
GR01 (SIMT Ospedale Grosseto), che fanno riferimento a FI01
per la tipizzazione HLA.
cui si definiscono requisiti e obiettivi dell’IBMDR. Come
parte integrante dell’IBMDR, deve essere certificato WMDA
(World Marrow Donor Association) e di norma EFI (European
Federation for Immunogenetics), requisito necessario per la
tipizzazione HLA dei donatori. Il RR Toscano ha sede presso
il Laboratorio Immunogenetica e Biologia dei Trapianti della
AOU Careggi di Firenze. Collabora con il CSE come organo
tecnico nel governo della rete donazione CRS e con ADMO
Toscana. Organizza semestralmente la consulta regionale con
compiti consultivi cui partecipano i CD e ADMO.
Centri Donatori
Sono le unità funzionali in cui si articola IBMDR. Hanno
normalmente sede presso i Srvizi Trasfusionali o i Laboratori di
Immunogenetica e sono responsabili dei dati anagrafici, clinici
(consenso informato e idoneità) e di laboratorio (tipizzazione
HLA e test virologici) dei donatori. Se certificati EFI, effettuano
tipizzazione HLA dei donatori. In Toscana sono presenti 4 CD
certificati EFI: FI01 (Immunogenetica, AOU Careggi Firenze),
PI01 (SIMT, AOU Pisa), LI01 (SIMT, Ospedale Livorno) e
LU01 (SIMT, Ospedale Lucca). Sono presenti inoltre 3 CD non
reclutamento
Consenso
informato
Valutazione
idoneità
Prelievo
ematico
CD
Servizio
Trasfusionale
referente
RR/
CD
FI01
AOU Careggi
Firenze
Dr. Rombolà 055 7949519 [email protected]
FI03
AS Firenze
Dr.a Bertelli
055 6936316
[email protected]
PI01
AOU Pisa
Dr.a Mariotti
050 995486
[email protected]
LU01
AS Lucca
Dr. Fabbri
0583 449107
[email protected]
LI01
AS Livorno
Dr. Luti
0586 223040
[email protected]
SI01
AOU Siena
GR01
AS Grosseto
Gestione
donatore
Tipizzazione HLA
telefono
mail
Dr.
0577 585070 [email protected]
Fossombroni
Dr.a
Bargagli
Test di
conferma
0564 485083
[email protected]
Work-up Follow-up
donazione donazione
CSE
CSE
Consulta
IBMDR
RR FI01
R
CD PI01
R
CD LI01
R
CD LU01
R
CD SI01
R
CD FI03
R
CD GR01
R
PR
R
-91-
poli di reclutAmento (pr)
Sono stai istituiti con l’accordo Stato Regioni del 29 aprile 2010
e hanno sede presso tutti i Servizi Trasfusionali. Come previsto
anche dalla legge Trasfusionale n. 219/2005, hanno il compito
di promozione e reclutamento donatori CSE tramite consenso
informato e valutazione di idoneità. I PR fanno riferimento ad
un competente CD per la gestione e la eventuale tipizzazione
HLA del donatore. Con il recepimento da parte della Regione
Toscana dell’Accordo Stato Regioni, sono stati istituiti PR in
tutte i Servizi Trasfusionali Toscani. I PR fanno riferimento al
CD presente nella propria Azienda Sanitaria o OspedalieroUniversitaria o, se non presente in provincia, al CD competente
per Area Vasta.
CSE da periferico. In Toscana hanno sede presso il TMO e il
SIMT della AOU Careggi di Firenze, cui si è aggiunto dal 2009
il TMO e il SIMT della AOU Pisa.
mS
pt
po
SanSEpoLCro
MontEVarChi
VoLtErra
poGGiBonSi
AR
Cortona
MontEpULCiano
portoffErraio
SiMt -15
01
S.t. -25
01
01
01
01
01
rr
CD Efi
CD
centri prelievo (cp)
Sono distinti in Centri Prelievo CSE da Sangue Midollare (CPM), collocati presso i Centri Trapianto Midollo Osseo e Centri
Prelievo CSE da Sangue Periferico (CP-P) collocati presso
i Servizi Trasfusionali. Collaborano con il CD alla sessione
informativa finale e alla valutazione del donatore di CSE e sono
responsabili della intera procedura di prelievo di midollo osseo
o di somministrazione del fattore di crescita G-CSF e aferesi
-92-
Lo scopo di Admo è quello di informare sulla possibilità di salvare
la vita ai malati di malattie del sangue, tipicamente la leucemia,
grazie al trapianto di cellule staminali emopoietiche del midollo
osseo. Informazione finalizzata a formare i giovani e indirizzarli
verso l’iscrizione al Registro italiano donatori midollo osseo.
Una volta inseriti nel database possono essere richiamati per
accertamenti sanitari di compatibilità con un malato in attesa e
procedere poi con la donazione effettiva che oggi principalmente
è una procedura estremamente simile alla donazione di plasma
del sangue, pur restando aperta la possibilità di donare con la
tecnica tradizionale del prelievo dalle creste iliache del bacino.
Admo investe quindi la maggior parte delle sue risorse umane
ed economiche in promozione di iniziative che possano dare
visibilità alle nostre tematiche.
Admo Regione Toscana opera prevalentemente nel settore
sanitario ed ha il compito di tenere i contatti e collaborare
con i Centri di prelievo e di tipizzazione tissutale della propria
regione, di avere rapporti con le Istituzioni e gli Enti della
Regione Toscana, di essere di supporto e informazione alle
Admo Provinciali della Toscana nello svolgimento della loro
attività.
Admo Regione Toscana è composta dal Consiglio direttivo di 20
membri, dal Collegio dei Sindaci Revisori e dalla Commissione
medica. Admo Regione Toscana realizza le proprie attività solo
con l’apporto di lavoro volontario. Presidente dell’associazione
è Sergio Giuntini.
Admo in Toscana è organizzata su 10 sezioni provinciali, una
sede regionale a Pistoia ed è in fase di organizzazione di una sede
legale a Firenze. Molte delle sezioni mantengono strettissimi
rapporti con le altre associazioni del dono, soprattutto con Avis,
con cui dividono alcune delle sedi locali.
Dati a livello regionale
Numero soci: 15.000
Numero donatori iscritti Registro in Toscana: 21.500
Numero dirigenti: 25
Numero volontari attivi: 25
Numero Adb/gruppi: 10
Numero donazioni effettive (storico): 100
Numero nuove Adb/gruppi nati nel 2011: 0
castelnuovo garfagnana
carrara
viareggio
pescia
cecina
montepulciano
Admo (associazione donatori midollo osseo) della Toscana è
stata fondata il 14 novembre 1991, solo un anno dopo che Admo
Federazione nacque per impulso di Mario Bella e di Renato
Picardi. Lo scopo fu ben descritto dallo stesso Picardi: “non
cerchiamo iscritti all’associazione, ma persone che vogliano fare
parte del Registro italiano donatori midollo osseo”.
Nel 1991 erano solo 12 mila i potenziali donatori nel Registro
Nazionale, oggi hanno superato le 400 mila unità, mentre il
Registro Toscano conta su 21.500 donatori attivi con quasi 100
donazioni effettive finalizzate al trapianto.
-93-
La banca regionale del Sangue da cordone ombelicale
coordina attraverso i suoi bracci operativi (banca sangue
cordonale di Pisa e banca sangue cordonale di Firenze) tutte le
attività inerenti la donazione volontaria, la raccolta del sangue al
momento del parto, la conservazione delle unità e il loro rilascio
per trapianto.
vigenti. Le unità verranno bancate solo in base a una negatività
per gli esami virologici ed infettivologici stabiliti dalla normativa
vigente, e se al loro interno è contenuto un numero minimo di
cellule staminali tale da rendere utilizzabile il campione a scopo
trapiantologico.
In caso di richiesta da parte di un centro trapianto, su
segnalazione di IBMDR, la banca procede a ulteriori controlli di
qualità prima del rilascio dell’unità.
Banca regionale
sangue
da cordone
oMBelicale
Banca sangue
cordonale pisa
validazione, criopreservazione,
distriBuzione
centri
trasFusionali
colloQuio
punti nascita
stetricia
raccolta
Per la donazione autologa non è necessario effettuare una
selezione della madre/coppia e la richiesta per l’esportazione
viene rilascciata dalle Direzioni Sanitarie.
Banca sangue
cordonale
Firenze
validazione,
criopreservazione,
distriBuzione
centri
trasFusionali
colloQuio
Il 29 aprile 2010 è stato approvato dalla Conferenza
Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le
Provincie Autonome di Trento e Bolzano l’Accordo n. 62,
operativo dal 1 luglio 2010, inerente le nuove disposizioni
per l’esportazione del sangue cordonale ad uso autologo.
La principale novità introdotte dall’Accordo del 29 aprile
2010, rispetto all’Ordinanza Ministeriale del 26 febbraio 2009,
prorogata in data 1 marzo 2010 fino al 31 dicembre 2010, è che
l’autorizzazione all’esportazione del sangue cordonale è rilasciata
non più dal Ministero della Salute ma dalla Regione o Provincia
Autonoma che, secondo le proprie esigenze organizzative e
operative, individuerà la struttura deputata al rilascio della
stessa autorizzazione. Quindi i futuri genitori che desiderano
conservare ad uso autologo il sangue del cordone ombelicale del
nascituro devono recarsi presso la Direzione Sanitaria della sede
del parto.
punti nascita
ostetricia
raccolta
Presso molti centri trasfusionali viene eseguito il colloquio
per stabilire l’idoneità delle madri donatrici attraverso un
questionario anamnestico che raccoglie la storia clinica della
mamma, quella del suo partner e la storia familiare. Dovrà
anche essere sottoscritto da parte della madre e del partner (ove
possibile) un consenso informato.
Presso i punti nascita autorizzati viene effettuata la raccolta del
sangue cordonale, che può essere effettuata nei parti spontanei
a termine con tempo di gestazione di almeno 37 settimane, e
nei parti cesarei. La procedura di raccolta non comporta alcun
rischio né per la madre né per il neonato e prevede il recupero
del sangue rimasto nel funicolo (già separato dal neonato).
in caso di donazione solidaristica Il Centro Trasfusionale è la
struttura sanitaria pubblica che effettua la selezione se è presente
un punto nascita accreditato tra le strutture di ostetricia che gli
afferiscono.
Come per la donazione di sangue, esistono condizioni cliniche
e comportamenti a rischio che precludono la donazione del
sangue placentare. La madre che aderisce al programma accetta
di eseguire i test per l’idoneità trasfusionale del cordone al
La banca stabilisce l’idoneità alla conservazione e all’uso
terapeutico delle unità di sangue cordonale: queste infatti devono
rispondere agli standard di qualità e sicurezza stabiliti dalle leggi
-95-
donatrice sono stabiliti dalla banca, in conformità alle normative
vigenti, e condivisi con tutti i punti nascita ad essa afferenti.
Per lo svolgimento di questa specifica attività il punto nascita
si avvale delle strutture trasfusionali di riferimento ove
presenti. Tale attività è svolta sotto la responsabilità tecnica del
responsabile medico della Banca di riferimento.
Secondo la Legge il Responsabile della Banca del cordone è il
responsabile ultimo della donazione e può avvalersi dei centri
trasfusionali per la valutazione di idoneità della mamma/coppia.
I requisiti di selezione sono i requisiti che si utilizzano per il
donatore di sangue, tuttavia è presente una più puntuale ricerca
di possibili patologie di tipo genetico, alcune delle quali non
prese in considerazione nella selezione del donatore di sangue
(La consanguineità dei genitori; la presenza di forme tumorali di
uno stesso tipo che si ripresentano nella famiglia: per es: 3 casi
di uno stesso tipo di tumore nella famiglia materna o paterna o 2
casi in una famiglia e 2 nell’altra.)
momento del parto e sei mesi dopo. In caso contrario il sangue
cordonale non potrà essere utilizzato a scopo trapianto.
In ogni caso, tutte le informazioni sono garantite da assoluti
criteri di riservatezza.
Le funzioni del Servizio trasfusionale possono essere
schematizzate:
1)Preparazione e distribuzione del materiale informativo,
informazione e consulenza a tutte le persone interessate.
2) Contatto, informazione ed assistenza ai medici, e personale
dei reparti di maternità.
3)Procedure di accreditamento in collaborazione con i
ginecologi ed reparti clinici interessati(attività della banca)
4) Formazione del personale delle sale parto. (attività della
banca)
5) Applicazione dei criteri di selezione e di idoneità delle
partorienti interessate.
6) Indagini pre-donazione sui genitori interessati.
7) Presa in consegna, al momento del parto, del sangue del
cordone, preparazione e spedizione.
8) controlli della madre a distanza dalla donazione.
Secondo l’ Accordo Stato-Regioni del 20 Aprile 2011 - “Linee guida
per l’accreditamento delle banche di sangue da cordone ombelicale”
all’articolo 3.2. “Selezione, valutazione e approvvigionamento” il
comma 3.2.1.” La valutazione della donatrice deve essere effettuata
applicando le disposizioni normative vigenti (Decreto 3 marzo 2005
- Protocolli per l’accertamento dell’idoneità del donatore di sangue
ed emocomponenti - e successive modificazioni e integrazioni,
Decreto legislativo 16/2010, allegato I) e deve prevedere la raccolta
dell’ anamnesi fisiologica, patologica remota e prossima ed ostetrica
della madre e l’anamnesi patologica della famiglia materna. La
raccolta di informazioni sullo stato di salute del padre e della
famiglia paterna, deve, ove possibile, essere eseguita direttamente
attraverso un colloquio riservato con lo stesso padre. In qualunque
caso non è possibile procedere alla raccolta dell’unità cordonale
in assenza di informazioni relative ad entrambi i genitori e alle
rispettive famiglie.
Al punto 3.2.2. protocolli e le procedure per la selezione della
-96-
In particolare Adisco intende divulgare la donazione del sangue
del cordone ombelicale in Toscana, in stretta collaborazione
con il Centro Regionale Sangue, le associazioni del dono
(Avis, Admo, Fratres, Anpas, Aido), l’Organizzazione Toscana
Trapianti e il CESVOT attraverso – tra le altre attività – i
progetti che riguardano l’informazione nelle scuole del territorio
toscano. Le azioni di sensibilizzazione e informazione sono
finalizzate a rendere possibile la donazione. Adisco si occupa
anche di potenziare la ricerca scientifica al fine di sviluppare
completamente le enormi potenzialità dell’impiego di sangue
del cordone ombelicale nei trapianti. Collabora con le istituzioni
ospedaliere per la nascita e lo sviluppo dei centri di raccolta.
L’obiettivo di Adisco con le istituzioni è quello di aumentare le
donazioni, attualmente a quota 20.000, per poterle triplicare nei
prossimi anni poiché tale numero, circa 75.000,viene ritenuta
l’autosufficienza sul territorio nazionale.
Numero soci: 314 (in Toscana)
Numero donatrici: dato non disponibile
Numero dirigenti: 18
Numero volontari attivi: 15
Numero singole sezioni: 6
Numero Adb/gruppi: 5
Numero donazioni (storico fino 2011): 18189 (Unità bancate: 1768)
Numero donazioni 2011: 1.400
Numero nuove Adb/gruppi nati nel 2011: 1
APUANE
viareggio
VERSILIA
La sezione toscana di ADISCO si è costituita nel febbraio del
1997 e negli anni successivi sono nate altre 5 sezioni territoriali:
Versilia, Apuania, Grosseto, Livorno e – nel 2011 – Pisa. Lo
scopo di Adisco è sensibilizzare le donne a donare dopo il
parto il sangue del cordone ombelicale che altrimenti verrebbe
eliminato disperdendo una potenziale fonte di cellule staminali.
Il Consiglio dell’associazione è composto da 6 consiglieri e 1
tesoriere. La presidente in carica è Valeria Marchesini Bono.
-97-
Caratteristiche della Banca Pubblica e della Banca Privata
Banca pubblica
Banca privata
Donazione
Il Sangue del Cordone Ombelicale (SCO) è donato per essere messo a disposizione della
collettività.
La donazione pubblica entra in un network internazionale e conferisce al donatore una
cittadinanza a pieno titolo nel mondo delle cellule staminali.
Il progressivo incremento della donazione costituisce garanzia per la stessa donatrice di
poter reperire in caso di necessità una fonte sicura di cellule staminali.
La donazione pubblica promuove una cultura dell’impegno e della solidarietà.
Conservazione autologa
Il Sangue del Cordone ombelicale (SCO) è riservato per uso autologo (del neonato a cui
appartiene) o intrafamiliare.
La conservazione autologa non tiene conto di criteri quantitativi in termini di volume di
sangue ombelicale raccolto che può rivelarsi insufficiente ai fini del suo impiego clinico.
La conservazione autologa è vissuta come un’ assicurazione sulla vita, ma che rischia di
rimanere inutilizzata nella maggioranza assoluta dei casi.
Può essere oggetto di speculazione sul piano economico.
Banche pubbliche
Sono del servizio sanitario nazionale. La conservazione non comporta alcun onere per la
donatrice e la famiglia. La donazione è libera e volontaria. In Italia la legge trasfusionale
regola la donazione, raccolta, conservazione e rilascio per trapianto delle unità donate
(legge 219/2005). Le banche devono rispondere a requisiti di qualità molto rigorosi,
ed internazionalmente definiti, per garantirne l’impiego delle cellule per terapia (FACT,
JACIE).
Banche private
Le società che operano in questo settore chiedono un contributo per la raccolta che in
genere è intorno a 1000–2000 euro e un costo annuo per la conservazione, di circa 100
Euro. Alcune società offrono incentivi finanziari al personale sanitario capace di reclutare
clienti e un bonus basato sul numero di unità raccolte. Le società si rivolgono alle donne in
gravidanza per promuovere i loro servizi. Per vendere i servizi offerti alcune società usano
approcci pubblicitari eticamente non corretti, che tendono ad insinuare il dubbio di non
essere buoni genitori se non si mette da parte il cordone del proprio figlio.
La Raccolta per donazione
Avviene da parte di personale formato e addestrato presso le Banche di sangue del
cordone ombelicale accreditate nella rete delle Banche nazionali. Le procedure di
raccolta sono certificate e soggette a verifica ispettiva per garantire la qualità dell’unità
raccolta.
La Raccolta per conservazione autologa
Viene effettuato da personale non specificamente addestrato presente al momento del
parto. Le istruzioni per la raccolta sono indicate dalla banca privata mediante un foglio
informativo contenuto nel kit di prelievo. La banca privata non effettua il controllo all’atto
della donazione, né la verifica ispettiva.
Volumi della raccolta e conta delle cellule
Il volume della raccolta e la conta cellulare devono essere rispettivamente superiori a
80 ml e 1 miliardo di cellule. Il numero delle cellule è requisito indispensabile ai fini di un
impiego utile per trapianto. Le unità non idonee al trapianto (per scarso numero di cellule
o altre cause) possono essere dedicate a scopi di ricerca, previo consenso informato
della mamma prima della donazione.
Volumi della raccolta e conta delle cellule
Il volume di raccolta è variabile come pure la conta cellulare. Un numero di cellule ridotto
pur consentendo la conservazione, potrebbe rivelarsi non sufficiente ai fini dell’impiego per
trapianto. Sulle unità autologhe non è previsto l’impiego a fini di ricerca, poiché le cellule
sono conservate solo per il soggetto a cui sono destinate.
Controlli sul sangue donato
Sul sangue donato sono obbligatori tutti gli esami previsti dalla legge per la donazione di
organi e tessuti, per garantire la sicurezza e la qualità del prodotto a chi dovrà riceverlo.
I controlli vengono effettuati al momento del parto e sulla donatrice dopo sei mesi dal
parto. I costi sono a carico del sistema sanitario nazionale.
Controlli sul sangue autologo
Nella banca privata il pannello di test eseguiti è variabile. In alcune banche private
vengono eseguiti test completi, in altre solo quelli indispensabili per la conservazione.
I controlli vengono effettuati al momento della conservazione in banca. Dal numero e
qualità dei controlli dipende la variabilità nei costi richiesti dalla banca per la conservazione
autologa.
Rilascio delle unità per trapianto
Le banche pubbliche in Italia rilasciano unità di cordone ombelicale in tutto il mondo
secondo la normativa e gli standard di accreditamento internazionali JACIE (Joint
Accreditation Committee ISCT- EBMT). I centri trapianto selezionano di preferenza le
unità compatibili per trapianto provenienti da banche che offrono elevati standard di
certificazione e accreditamento (FACT).
Rilascio delle cellule per uso clinico
Le banche private scelgono il sistema di accreditamento sulla base di criteri aziendali
e l’adesione agli standard JACIE è una scelta non obbligatoria. Le unità rilasciate dalla
banca privata necessitano di requisiti di qualità conformi alla norma per potere essere
impiegate a fini di trapianto. Il livello di certificazione della banca dipende dalla politica della
singola banca.
Il trapianto allogenico
Il trapianto allogenico (da donatore) di cellule staminali del SCO ha un ruolo importante
nella cura di gravi malattie del sangue, in particolare per leucemie e linfomi, malattie
congenite e malattie metaboliche. Il trapianto allogenico (da donatore) di cellule
staminali emopoietiche nelle malattie ematologiche non è una terapia che sostituisce
semplicemente il midollo osseo malato con uno di un donatore sano. E’ anche una
forma di immunoterapia in cui il sistema immunitario del donatore agisce contro le cellule
maligne residue del paziente: è l’effetto graft-versus leucemia. Questo tipo di reazione,
molto utile per eradicare la malattia, non avviene nel trapianto autologo.
Il trapianto autologo o intrafamiliare
Vi è un generale accordo che la probabilità di usare SCO autologo (per lo stesso
donatore) sia estremamente bassa. Allo stesso modo, è remota la possibilità che un altro
membro della famiglia dovrà far ricorso all’unità di SCO conservata per un trapianto di
cellule staminali durante una malattia che gli potrebbe capitare nel futuro.
Numerosi studi hanno mostrato che le cellule preleucemiche e leucemiche possono
essere presenti già nel sangue cordonale di bambini che più tardi svilupperanno una
leucemia durante l’infanzia. Di conseguenza, il trapianto di sangue cordonale autologo
nelle leucemie del bambino è controindicato, proprio perché le cellule preleucemiche già
presenti nel SCO potrebbero causare una nuova manifestazione della malattia che viene
trattata.
Terapie innovative nel trapianto
Terapie in fase di applicazione clinica
- Impiego di più unità cordonali per uno stesso paziente in modo da aumentare il
contenuto di cellule staminali trapiantate ed estendere le possibilità terapeutiche del
trapianto anche a pazienti adulti.
- Impianto diretto delle cellule staminali cordonali nel midollo osseo del paziente per
favorire il loro attecchimento.
Indicazione delle cellule staminali autologhe adulte nella terapia rigenerativa:
Probabile: in ortopedia, in cardiologia (con cellule prelevate dal midollo osseo dello
stesso paziente in età adulta)
In fase di sperimentazione: Diabete, M. di Alzheimer, Parkinson, Traumi del midollo
spinale
Terapie in fase di sperimentazione
- Espansione delle cellule staminali cordonali in vivo.
Fonte Adisco sito
-98-
4.0
I risultati 2011 del Sistema Trasfusionale Toscano
4.1 Sangue e Plasma
1. Piano di produzione emocomponenti
Il raggiungimento e mantenimento dell’autosufficienza vede
impegnate le Aziende sanitarie, le Strutture Trasfusionali, le
Associazioni di Volontariato e costituisce per esse un momento
di valutazione specifico in considerazione dell’esigenza di
garantire il livello complessivo di produzione regionale al fine di:
- soddisfare il fabbisogno clinico stimato per tutti gli
emocomponenti;
- garantire che la raccolta di emocomponenti non subisca
eccessive variabilità infraannuali;
- assicurare un margine sicuro e costante di disponibilità di
emocomponenti labili per uso clinico;
- incrementare la produzione di plasma da avviare
alla trasformazione industriale al fine di conseguire
l’autosufficienza regionale anche per i farmaci plasma
derivati;
- contribuire all’autosufficienza nazionale.
4.1.1 Gli obiettivi della
programmazione 2011
Anche nel 2011, in continuità con gli anni precedenti, la
programmazione del Sistema Trasfusionale si è mossa su obiettivi
concordati con Aziende sanitarie, profesisonisti della Medicina
Trasfusionale, Centro Regionale Sangue (CRS), Direzione
Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione sociale ed Associazioni
di Volontariato, modificando ed aggiornando obiettivi ed
indicatori. Vengono confermati gli obiettivi del sistema sangue
inteso come rete di servizi:
- autosufficienza regionale e contributo all'autosufficienza
nazionale;
- qualità e sicurezza della risorsa sangue;
- omogeneità dei livelli di assistenza;
- sviluppo di settori innovativi;
- adozione di sistemi di qualità applicati e verificabili;
- definizione standard di prodotto e di servizio su scala
regionale;
-appropriatezza;
-emovigilanza;
2. Governo Clinico
L’autosufficienza in sangue e plasma deve essere conseguita,
oltre che attraverso gli sforzi che si stanno compiendo sul
fronte dell’adeguamento della produzione, anche con il governo
sistematico dei consumi. Si ritiene pertanto fondamentale
perseguire le finalità ed i contenuti delle Linee Guida regionali
per l’utilizzo appropriato degli emocomponenti e dei farmaci
plasma derivati e la loro implementazione a livello territoriale.
Al fine di rafforzare il grado di sicurezza delle attività
trasfusionali, sempre nell’ambito delle iniziative di Governo
Clinico, è fondamentale l’attività di emovigilanza svolta in modo
I macroobiettivi per le Strutture Trasfusionali e le Associazioni
di Volontariato ad esse afferenti, per l’anno 2011, sono articolati
come di seguito descritto:
1. Piano di produzione emocomponenti;
2. Governo clinico;
3. Sistema Informativo;
-103-
Ripartizione piano di produzione
emocomponenti
Il piano di produzione di emocomponenti è stato definito
correlando i volumi di produzione al fabbisogno clinico e
ripartendolo tra le Aziende Sanitarie.
coerente alla normativa comunitaria e nazionale in materia.
Parimenti devono essere implementati sistemi di qualità specifici
del settore trasfusionale in integrazione con il Centro Regionale
Gestione Rischio Clinico (CRGRC).
Si evidenzia la necessità di dare completa attuazione al
percorso disegnato dalla D.G.R. n.483/2008 riguardante
l’implementazione del Servizio Regionale di Qualificazione
Biologica finalizzato ai percorsi di donazione al fine di consentire
l’esecuzione dei test di biologia molecolare e sierologici
presso Centri di Qualificazione Biologica. Tale percorso è
volto a garantire elevati ed uniformi standard qualitativi sia
nell’esecuzione dei test che nella gestione delle informazioni
correlate, mantenendo un ottimale rapporto costo-benefici
nell’ottica di garantire sia i donatori che i riceventi.
Nella definizione del piano di produzione sono stati presi in
esame in via prioritaria i seguenti parametri:
- dati relativi alla raccolta ed al consumo riferiti all’anno
2010;
- dati relativi al numero di donazioni x 1.000 abitanti per
Azienda Sanitaria calcolati nella fascia di età 18 – 65 anni
(popolazione regionale, anno 2009);
- dati relativi alle risorse umane e tecnologiche
Nel corso dell’anno 2011 il CRS provvederà a definire le modalità
con le quali il Sistema Trasfusionale Toscano opererà a supporto
di altre reti regionali di donazione.
3. Sistema Informativo
In considerazione dell’attività svolta nello specifico settore
nonché:
- delle disposizioni normative comunitarie e nazionali in tema
di tracciabilità e rintracciabilità delle informazioni;
- degli interventi di manutenzione evolutiva degli applicativi
software in uso presso le Strutture Trasfusionali toscane ed il
CRS;
- dell’attivazione del Sistema Informativo Trasfusionale
Nazionale (SISTRA);
-della realizzazione della Agenda informatizzata di
prenotazione delle donazioni (AgenDona).
L’obiettivo è da ritenersi strategico in quanto una efficace ed
efficiente gestione globale del Sistema Trasfusionale regionale
non può prescindere dal miglioramento continuo nello sviluppo
ed effettivo utilizzo delle funzionalità messe a disposizione.
-104-
Piano di produzione emocomponenti anno 2011
AZIENDA SANITARIA
RISULTATI EMAZIE 2010
(unità)
OBIETTIVO EMAZIE 2011
(unità)
RISULTATI
PLASMA DA AFERESI
2010 (unità)
OBIETTIVO PLASMA DA
AFERESI 2011
(unità)
Azienda USL 1 – Massa Carrara
11.148
11.482
3.918
4.035
Azienda USL 2 - Lucca
12.082
12.444
5.353
5.513
Azienda USL 3 - Pistoia
10.953
11.391
4.477
4.656
Azienda USL 4 - Prato
8.903
9.259
2.672
2.778
Azienda USL 5 - Pisa
8.026
8.266
3.898
4.014
Azienda USL 6 - Livorno
15.480
16.099
8.360
8.610
Azienda USL 7 - Siena
8.152
8.396
1.166
1.212
Azienda USL 8 - Arezzo
17.114
17.627
6.177
6.424
Azienda USL 9 - Grosseto
10.130
10.484
4.024
4.144
Azienda USL 10 - Firenze
23.123
24.047
5.695
5.865
Azienda USL 11 - Empoli
10.576
10.893
5.987
6.166
Azienda USL 12 - Viareggio
8.710
8.971
4.515
4.650
Azienda Osp.- Univ. Careggi
10.733
11.054
2.416
2.488
Azienda Osp.- Univ.Senese
6.841
7.080
1.028
1.058
Azienda Osp.- Univ. Pisana
10.044
10.345
4.669
4.809
Azienda Osp.- Univ. Meyer
3.681
3.809
681
701
TOTALE REGIONE TOSCANA
175.696
181.647
65.036
+ 3,38%
-105-
67.123
+ 3,20%
Il sistema di valutazione dei risultati
A partire dal 2009 due indicatori relativi alle donazioni di sangue – l’“Indice di non conformità del plasma conferito all’industria”
e il “Tasso di donazione di sangue, plasma e piastrine” - sono stati inseriti nel Sistema di valutazione delle performance della
sanità toscana. Il sistema di valutazione fornisce un quadro di sintesi dell’andamento della gestione delle Aziende Sanitarie,
utile non solo alla valutazione della performance conseguita, ma anche per la valorizzazione delle best practices delle Aziende
Sanitarie. Il sistema rappresenta uno strumento fondamentale per supportare la funzione di governo soprattutto a livello
regionale. La presentazione in benchmarking dei dati tra le realtà aziendali della Toscana facilita, infatti, il superamento
dell’autoreferenzialità a favore del confronto, inteso come strumento fondamentale per verificare i risultati conseguiti e gli
eventuali spazi di miglioramento.
Il “Tasso di donazione di sangue, plasma e piastrine”, a partire dal 2010, è un indicatore su cui le Aziende sanitarie vengono
valutate e in tal modo legate al sistema di incentivazione. Lo strumento della valutazione è oggi utilizzato, infatti, per supportare i
processi di pianificazione e programmazione a livello aziendale e regionale, ed è collegato al sistema incentivante per la direzione
aziendale. Le Aziende del sistema a loro volta hanno collegato lo strumento al loro sistema di budget interno. In quasi tutte le
Aziende, infatti, è stato completato il processo di integrazione del Sistema di Valutazione con il meccanismo di budget, in modo
da permettere una partecipazione al processo di miglioramento dei servizi erogati più esteso possibile tra tutti gli operatori.
Il grafico che segue mostra i dati per l’anno 2011 del tasso di donazione per Asl ogni 1.000 residenti di età compresa fra i 18 e i
65 anni. Si evidenzia ancora una notevole variazione fra le aziende, con valori minimi per l’Asl 4 di Prato (72 donazioni per 1.000
residenti) e valori massimi a Lucca (130 donazioni per 1.000 residenti). Ben sei Aziende sono in fascia buona e ottima, solo due
hanno una performance scarsa.
Si conferma la tendenza degli ultimi anni di un costante, se pur lieve, aumento delle donazioni a livello regionale, si passa infatti
da 102 del 2009, a 103 nel 2010, fino a 104 donazioni ogni 1.000 residenti del anno 2011. Tuttavia ci sono aziende che nel corso
degli ultimi tre anni presentano un costante calo nelle donazioni, come nel caso dell’Asl 5 di Pisa, o una situazione piuttosto
stabile (Firenze, Prato), ma allo stesso tempo alcune aziende mostrano un netto trend in crescita come nel caso di Pistoia e
Massa-Carrara, anche l’Asl 2 di Lucca, che ha la migliore performance a livello regionale presenta un buon miglioramento fra
2010 e 2011 passando da 125 a 130 donazioni ogni 1.000 residenti.
Per quanto riguarda l’indicatore “Indice di non conformità del plasma” il valore medio regionale aumenta, se pur di poco,
rispetto allo scorso anno, mantenendosi tuttavia ampiamente al di sotto dello standard regionale dell’1,41‰. Le aziende toscane
presentano valori omogenei, fatta eccezione per la Asl 10 di Firenze e l’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Careggi che
presentano indici elevati (2,66 e 2,81‰.) che superano il valore standard fissato.
I dati del Sistema di Valutazione sono consultabili on-line, tramite registrazione, al seguente link: http://performance.sssup.it
A cura di Barbara Lupi Laboratorio Management e Sanità Scuola Superiore Sant’Anna
-106-
tasso di donazione di sangue, plasma e piastrine per mille residenti (anno 2011)
-107-
-108au
as
sa
m
sa
Pi
2
a
cc
lu
Vi
er
eg
gi
o
sl
2
1
sl
5
o
o
ar
ez
z
po
li
em
se
to
a
si
en
an
a
li
vo
rn
8
1
6
sl
au
7
g
ro
s
au
sl
au
sl
au
sl
1
au
9
sl
1
sl
au
au
sl
au
e
Fi
re
nz
to
sc
10
128,00
125,00
130,00
125,00
123,00
128,00
112,00
117,00
122,00
126,00
124,00
118,00
107,00
108,00
114,00
104,00
106,00
111,00
109,00
110,00
106,00
101,00
99,00
105,00
101,00
102,00
104,00
102,00
103,00
104,00
92,00
91,00
91,00
77,00
83,00
89,00
71,00
73,00
72,00
100
sl
at
o
st
oi
a
Pi
Pr
150
au
sl
3
au
sl
4
au
tasso per 1.000
tasso di donazione di sangue, Plasma e Piastrine Per mille residenti (triennio)
200
2009
2010
2011
50
0
-109sl
au
u
gi
0,53
0,76
0,47
0,58
0,27
0,36
0,29
0,55
0,39
0,53
0,68
0,59
0,51
0,50
0,71
0,33
0,24
0,60
0,25
0,54
1,03
1,24
1,60
2,81
2,66
2011
ar
eg
c
ze
re
n
Fi
a
cc
lu
na
o
0,55
0,07
0,00
0,00
0,08
0,94
0,81
0,12
0,31
0,43
0,13
0,31
0,10
0,22
0,21
0,00
0,27
0,00
1,5
ao
0
sl
1
sl
2
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a
et
ro
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po
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Pr
sa
Pi
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g
6
11
sl
9
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sl
sl
4
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oi
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Pi
na
o
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sa
Pi
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3
sl
8
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sl
au
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eg
Vi
sa
as
1,0
2
m
1,86
1,96
3,0
sl
1
a
en
si
er
tasso per 1.000
3,5
au
sl
1
sl
7
ay
m
2,0
au
au
0,00
0,00
0,00
0,33
0,00
0,00
0
u
se
ne
se
0,5
ao
u
ao
indice di non conFormitÀ del Plasma (triennio)
4,0
2009
2,5
4.1.2 I numeri del
Sistema Sangue
I dati a livello nazionali riguardanti il monitoraggio per l’anno
2011 della produzione e consumo di emazie per la Regione
Toscana sono ricavati dal SISTRA sistema informativo nazionale
attivato dal CNS.
-110-
Sistema Informativo dei Servizi Trasfusionali - SISTRA
SISTRA è il nuovo Sistema Informativo dei Servizi Trasfusionali, istituito con Decreto del Ministero
della Salute del 21/12/2007, e sviluppato come supporto strategico per il conseguimento degli obiettivi
stabiliti dalla legge 219/2005: “autosufficienza di sangue e derivati, sicurezza trasfusionale, livelli
essenziali di assistenza uniformi e sviluppo della medicina trasfusionale”.
Il SISTRA permette lo scambio dei flussi di informazione tra il Ministero della Salute, le Regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano ed il CNS, favorendo l’interazione tra il livello regionale e
nazionale e la registrazione e analisi puntuale dei dati di consumo e produzione di sangue e plasma.
I dati, che in tempo reale vengono raccolti e diffusi mediante il SISTRA, contribuiscono alla realizzazione
del Programma annuale di Autosufficienza Nazionale.
All’interno del SISTRA esiste una anagrafica delle strutture trasfusionali (centri regionali sangue, servizi
trasfusionali e unità di raccolta) e tre principali categorie di informazioni:
- dati sulle attività delle singole regioni;
- dati sulla compensazione di emocomponenti e plasmaderivati;
- dati sull’emoviglanza.
Il Centro Nazionale Sangue provvede al coordinamento dei flussi informativi dei servizi trasfusionali
e si avvale per la sua collaborazione di un gruppo di lavoro per lo sviluppo di SISTRA definito dalla
consulta tecnica permanente per il servizio trasfusionale.
Il flusso informativo di dati è organizzato secondo livelli di competenza:
Il referente dell’emovigilanza per la Struttura Trasfusionale ha il compito di raccogliere le segnalazioni sia
interne che provenienti dalle unità di raccolta e di notificarle alla struttura regionale di coordinamento
tramite il sistema informativo regionale se raccordato con il sistema nazionale (SISTRA) o, dove non
presente, tramite il sistema nazionale (SISTRA).
Il referente regionale della struttura di coordinamento ha il compito di verificare e validare la qualità
delle informazioni trasmesse dalle strutture trasfusionali e provvedere all’inoltro al Centro Nazionale
Sangue delle segnalzioni estratte dal sistema informativo regionale.
Il referente nazionale del CNS ha il compito di monitoraggio continuo del sistema nazionale di
emovigilanza attraverso la consultazione delle singole schede di notifica e attraverso l’elaborazione di dati
aggregati a livello nazionale, a partire dalle notifiche validate dalle strutture regionali di coordinamento.
Tutte le strutture trasfusionali presenti sul territorio nazionale e registrate al sistema possono accedere.
-111-
Anche nel 2011 si è mantenuta costante la tendenza all’aumento
delle donazioni totali, con un aumento del 2%. L’aumento si è
verificato sia per le donazioni di sangue intero che di plasma e,
seppur in minor misura, anche di multicomponent
andamento donazioni totali
250000
201.769
200000
208.353
213.755
217.946
225.318
241.244
245.525
2010
2011
235.803
192.584
188.158
numero donatori
175.727
150000
100000
50000
0
2001
2002
2003
2004
2005
-112-
2006
2007
2008
2009
andamento donazioni sangue intero
180.000
160.000
140.000
175.696
177.724
172.727
numero donatori
120.000
100.000
80.000
60.000
40.000
20.000
0
2009
2010
-113-
2011
andamento donazioni Plasma
60.000
50.844
52.833
55.055
50.000
numero donatori
40.000
30.000
20.000
10.000
0
2009
2010
2011
andamento donazioni multicomPonent
14.000
12.000
12.232
12.715
12.718
10.000
numero donatori
8.000
6.000
4.000
2.000
0
2009
2010
2011
L’andamento negli anni si mantiene sufficientemente stabile
nel corso dei mesi, con la consueta flessione estiva e picco negli
ultimi mesi dell’anno, resta ancora come obiettivo di tutto il
sistema cercare di assicurare un apporto più costante durante
l’anno sia dal punto di vista numerico delle donazioni, che della
rappresentatività dei gruppi sanguigni.
Anche nel 2011 si è mantenuta l’impostazione del sistema
trasfusionale di sistema a netta prevalenza della raccolta diretta
effettuata dalle strutture trasfusionali rispetto alla raccolta
effettuata dalle Associazioni di Volontariato.
ANDAMENTO MENSILE DONAZIONI SANGUE INTERO
ANNO 2009 - 2010
25.000
numero donazioni
20.000
15.000
10.000
donazioni 2009
donazioni 2010
5.000
donazioni 2011
0
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
-115-
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
Risulta interessante il confronto dell’andamento nei mesi
dell’anno rispettivamente per quanto riguarda la raccolta diretta
e indiretta, la raccolta eseguita presso i Centri Trasfusionali
mantiene un andamento costante durante tutto l’anno, mentre
la raccolta gestita dalle associazioni di Volontariato mostra un
marcato calo durante i mesi estivi.
andamento raccolta diretta anno 2011
Tot. raccolta diretta
gennaio
dicembre
20000
19428
18000
febbraio
15713
16000
16387
14000
novembre
12000
marzo
10000
17594
18558
8000
6000
4000
2000
ottobre
0
1777
19115
settembre
18029
18516
16047
agosto
16316
luglio
-116-
17292
giugno
maggio
aprile
andamento raccolta INdiretta anno 2011
Tot. raccolta indiretta
gennaio
3000
febbraio
dicembre
2500
2224
2000 1683
1742
novembre
1500
2349
marzo
1864
1000
500
ottobre
1640
0
1957
aprile
1631
756
settembre
2019
maggio
1476
2177
giugno
agosto
luglio
-117-
La numerosità sul territorio di strutture trasfusionali favorisce
l’accesso dei donatori, ma ha come conseguenza una eccessiva
dispersione di funzioni a valle della donazione legata al numero
delle donazioni raccolte per centro.
Tale dispersione ha impatti negativi non solo sulla sostenibilità
economica del sistema, ma anche sulla qualità e sulla sicurezza.
Il grafico rappresenta l’ampia variabilità numerica delle unità
raccolte nelle singole strutture trasfusionali.
L’indice di donazione nei residenti della fascia di età 18-65
rappresenta la misura della tendenza a donare di una popolazione,
in Regione Toscana nel 2011 è aumentato di un punto rispetto
all’anno precedente passando da 103 donazioni/1000 ab.18-65
anni a 104 nel 2011.
Regione toscana - donazioni per azienda sanitaria
anno 2011
AUSL 1 - ST Carrara
AOUM 1 - ST Meyer
AUSL 1 - SIMT Massa
AOUS - SIMT Careggi
14000
AUSL 1 - ST Fivizzano
AUSL 1 - ST Pontremoli
AOUS - SIMT Le Scotte
AUOP - SIMT Cisanello
12000
12810
AUOP - ST Santa Chiara
AUSL 12 - SIMT Viareggio
13719
9777
AUSL 2 - SIMT Lucca
AUSL 2 - ST Barga
AUSL 2 - ST Castelnuovo Garfagnana
8000
8271
AUSL 11 - ST Fuccecchio
12843
10000
6000
6422
AUSL 3 - SIMT Pistoia
4719
AUSL 11 - ST Castelfiorentino
9708
AUSL 3 - ST Pescia
4000
5558
4513
5987
3851
3843
AUSL 11 - SIMT Empoli
AUSL 10 - ST Figline Valdarno
10543
AUSL 10 - ST Borgo San Lorenzo
3089
2853
3685
3479
2000
2154
3002
2412
0
1892
1995
AUSL 4 - Prato
11531
AUSL 5 - SIMT Pontedera
9467
5402
3005 3729
AUSL 5 - ST Volterra
13287
4669
3810 3572
AUSL 10 - ST SS. Maria Annunziata
6714
2459
2666
AUSL 6 - SIMT Livorno
10434
5611
AUSL 10 - SIMT San Giovanni di Dio
AUSL 6 - ST Cecina
7813
6912
AUSL 9 - ST Orbetello
7320
AUSL 6 - ST Piombino
AUSL 9 - ST Massa Marittima
AUSL 6 - ST Portoferrario
AUSL 9 - ST Castel del Piano
AUSL 7 - ST Montepulciano
AUSL 9 - SIMT Grosseto
AUSL 8 - ST Sansepolcro
AUSL 8 - ST Valdarno
AUSL 7 - ST Poggibonsi
AUSL 8 - ST Cortona
-118-
AUSL 8 - SIMT Arezzo
AUSL 8 - ST Bibbiena
INDICE DI
DONAZIONE
COMPLESSIVO
TOTALE
DONAZIONI
INDICE DI
DONAZIONE
MULTICOMPONENT
MULTICOMPONENT
INDICE DI
DONAZIONE
PLASMA DA
AFERESI “A”
scelta di azzerare la produzione di plasma di minore qualità e
minore resa in farmaci plasma derivati (plasma C).
Nell’anno 2011 la Toscana ha inviato alla lavorazione industriale
PLASMA DA
AFERESI “A”
INDICE DI
DONAZIONE
EMAZIE
EMAZIE
POPOLAZIONE
18-65 anni
al 31.12.2010
2011
La Toscana anche per l’anno 2011 ha continuato a crescere nei
risultati relativi alla raccolta plasma da aferesi (categoria A),
di plasma da separazione (categoria B), confermando anche la
ASL 1
128.147
11.33
88
4.102
32
173
1
15.608
122
ASL 2
139.841
12.643
90
4.563
33
949
7
18.155
130
ASL 3
185.126
11.211
61
4.867
26
344
2
16.422
89
ASL 4
159.879
9.061
57
2.240
14
230
1
11.531
72
ASL 5
215.388
8.211
80
3.732
27
190
10
12.133
118
ASL 6
221.060
15.713
71
8.506
38
1.031
5
25.250
114
ASL 7
168.685
7.987
90
1.348
9
5
6
9.340
104
ASL 8
221.064
18.293
83
4.604
21
1.722
8
24.619
111
ASL 9
143.057
10.603
74
3.156
22
1.205
8
14.964
105
ASL 10
510.212
23.035
73
5.090
12
546
6
28.671
91
ASL 11
152.187
10.243
67
5.634
37
181
1
16.058
106
ASL 12
107.438
9.029
84
3.882
36
808
8
13.719
128
AOU CAREGGI
10.227
905
1.678
12.810
AOU SIENA
7.196
94
981
8.271
AOU PISANA
9.060
2.169
2.027
13.256
AOU MEYER
3.879
163
677
4.719
INDICE DI
DONAZIONE
COMPLESSIVO
104
TOTALE
DONAZIONI
245.526
INDICE DI
DONAZIONE
MULTICOMPONENT
5
MULTICOMPONENT
12.747
INDICE DI
DONAZIONE
PLASMA DA
AFERESI “A”
23
PLASMA DA
AFERESI “A”
55.055
INDICE DI
DONAZIONE
EMAZIE
76
EMAZIE
177.724
POPOLAZIONE
18-65 anni
al 31.12.2011
2.352.084
2011
TOTALE REGIONE
Area Vasta Centro
1.007.404
67.656
67
18.899
19
3.656
4
90.211
90
Area Vasta
Nord - Ovest
811.874
65.989
81
26.954
33
5.178
6
98.121
121
Area Vasta Sud - Est
532.806
44.079
83
9.202
17
3.913
7
57.194
107
TOTALE REGIONE
2.352.084
177.724
76
55.055
23
12.747
5
245.526
104
-119-
Liguria, Toscana, P.A. Trento, Umbria, Valle d’Aosta) e AIP2 (Lombardia, Piemonte e Sardegna) producono il 76% del
plasma italiano inviato al frazionamento industriale, garantendo
alle Regioni aderenti la copertura quasi completa della domanda
dei medicinali plasmaderivati: Albumina, Immunoglobuline
aspecifiche e.v., Fattore VIII, Fattore IX, Antitrombina,
Complesso protrombinico.
Inoltre, nelle Regioni aderenti, con alcune eccezioni, si registrano
livelli di consumi dei plasmaderivati complessivamente più
appropriati rispetto alla maggioranza delle Regioni non associate.
Resta comunque, rispetto ai consumi medi registrati in altri
Paesi europei, un diffuso grado di inappropriatezza nell’utilizzo
di alcuni di questi farmaci, quali l’albumina e l’antitrombina.
Nel 2011 le Regioni e Province autonome aderenti all’AIP
hanno raccolto e avviato alla lavorazione industriale 330.700 Kg.
di plasma, pari a circa il 50% del plasma italiano.
27.677 litri di plasma da aferesi e 41.199 litri di plasma da
sangue intero, per un totale di 68.876 litri corrispondenti ad un
incremento del 2,34 % rispetto all’anno precedente.
Il PlaSma e l’aIP
Gli Accordi Interregionali per la Plamaderivazione (AIP) hanno
rappresentato e rappresentano un fondamentale strumento
per promuovere l’autosufficienza regionale e nazionale di
medicinali plasmaderivati e rappresentano, altresì, un modello
virtuoso di cooperazione fra Regioni finalizzato ad ottenere
un’ottimale distribuzione dei prodotti farmaceutici ottenuti
dalla lavorazione del plasma nazionale, il miglioramento
continuo della qualità e sicurezza della materia prima plasma,
nonché un più attento monitoraggio e controllo della domanda
di questi farmaci. I due attuali accordi AIP-1 (Veneto, Abruzzo,
Basilicata, P.A. Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia,
Pos
22
25
22,5
se
5
3,8
4,6
Ft
6,8
7,1
dra
sul
8,7
11,3
11,1
9,4
10
8,8
a
9,4
itt
11,9
16,2
scr
12
13,1
15
13,5
la
14,3
re
16,8
lie
17,8
20
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18
le
19,2
siBi
lo
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m
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m
ol
is
e
0
li
ndo
Fig. 3 quantità di plasma (chilogrammi per mille popolazione residente) inviato all’industria dalle regioni. Anno 2010 (elaborazioni CNS su fonte dati Kedrion).
-120-
PLASMA AVVIATO AL FRAZIONAMENTO - CONSUNTIVO 2011
(aggiornamento 2 maggio 2012)
REGIONI / PP. AA. AIP
A
B
C
TOT. REGIONI / PP. AA.
Abruzzo
6.294,23
8.896,54
1.649,07
16.839,84
Basilicata
1.875,93
2.869,43
1.779,29
6.524,65
P. A. Bolzano
715,33
5.566,47
1.030,32
7.312,12
Emilia Romagna
22.570,73
39.913,98
18.670,88
81.155,59
Friuli Venezia Giulia
9.434,17
13.848,33
1.943,07
25.225,58
Liguria
4.812,50
13.421,54
3.104,51
21.338,56
Toscana
27.677,00
34.760,36
6.439,44
68.876,79
P. A. Trento
1.585,47
4.425,00
819,04
6.829,50
Umbria
839,20
6.914,95
1.279,92
9.034,06
Valle d’Aosta
952,45
1.563,85
290,01
2.806,31
Veneto
23.713,35
46.674,66
14.369,93
84.757,94
TOTALE AIP
100.470,36
178.855,10
51.375,48
330.700,94
Totale plasma A + B
279.325,46
-121-
Attività dei Centri di Qualificazione
Biologica
Nel 2011 è stata portata a compimento l’organizzazione prevista
dalla D.G.R. 483/2008 “Servizio regionale di Qualificazione
Biologica finalizzato ai percorsi di donazione:determinazioni”
che prevede la concentrazione degli esami di sierologia presso
i Centri di Qualificazione Biologica (CQB) di Area Vasta in
analogia agli esami NAT.
Tale percorso volto a garantire elevati ed uniformi standard
qualitativi sia nell’esecuzione dei test che nella gestione delle
informazioni correlate, mantenendo un ottimale rapporto
costo-benefici nell’ottica di garantire sia i donatori che i riceventi
si è concluso con la fine dell’anno 2011 ed è propedeutico
al progetto di riorganizzazione delle fasi di validazione e
lavorazione per tutta la regione.
Nel corso del 2011 è proseguito il percorso di sistematico e
periodico confronto tra gli operatori dei 3 CQB, arricchendosi
di una serie di incontri con i Responsabli dei servizi per la
fondamentale standardizzazione delle procedure, tale percorso
importante per l’attività integrata dei CQB sarà basilare per il
percorso di riorganizzazione.
ESAMI TOTALI
NAT
SIEROLOGIA
CQB Pisa
Area Vasta Nord Ovest
153.946
98.512
55.434
CQB Firenze
Area Vasta Centro
141.093
90.518
50.575
CQB Siena
Area Vasta Sud Est
96.135
58.505
37.630
-122-
4.2 I risultati 2011 del CRS
Accreditamento
Nel corso del 2011 è proseguito il percorso che dovrà portare
tutto il sistema trasfusionale sia nella componente pubblica sia
in quella associativa ad essere accreditato entro il 31 dicembre
2014.
Nel corso dell’anno, è stato emanato il Decreto Ministeriale 26
maggio 2011 ”Istituzione di un elenco nazionale di valutatori
per il sistema trasfusionale per lo svolgimento di visite di verifica
presso i servizi trasfusionali e le unità di raccolta del sangue e
degli emocomponenti” finalizzato allo svolgimento dei compiti
di previsti dall’art. 5 del Decreto legislativo 20 dicembre 2007,
n.261 in conformità alle previsioni dell’allegato B all’Accordo
Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 pubblicato sul Supplemento
Ordinario n.124 della G.U. Del 17.05.2011.
L’elenco è gestito dal CNS che ha provveduto alla realizzazione
del corso di formazione per i soggetti inseriti in tale elenco
designati dalle regioni sulla base dei requisiti posseduti.
Per la Regione Toscana i valutatori inseriti nell’elenco nazionale
sono 7 e vedono la presenza di trasfusionisti ed esperti di qualità:
-124-
-
approfondire le proprie conoscenze ed avviare un percorso di
condivisione delle buone prassi e di individuazione di procedure
unitarie a livello regionale sia per le strutture pubbliche che per
le Unità di Raccolta associative.
Utile strumento in questo percorso è anche un video realizzato
dal cnS dal titolo “di vena in vena” che illustra il percorso
trasfusionale dal donatore al paziente. È stato realizzato per
offrire anche a coloro che non appartengono direttamente al
settore una rappresentazione del percorso che vede coinvolti
tutti gli attori del sistema sangue, con particolare attenzione
ai requisiti minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi dei
Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta.
Bambi Franco AOU Meyer
Bonini Rosaria ASL 2 Lucca
Gianassi Stefania AOU Meyer
Graziani Gabriele AOU Careggi
Malfatti Stefano ASL 6 Livorno
Romilio Mauro ASL 4 Prato
Vanacore Renato AOU Pisa
Il percorso regionale ha visto anche l’avviarsi di un iter normativo
per recepire all’interno della legislazione regionale delle
specifiche previste dall’accreditamento del sistema trasfusionale
negli aspetti che differiscono dall’accreditamento standard delle
strutture sanitarie.
Le principali differenze che devono trovare un inquadramento
specifico riguardano la frequenze delle visite ispettive che per il
sistema trasfusionale è biennale, l’esigenza di effettuate le visite
su tutte le strutture pubbliche e private e non a campione, infine,
ultima differenza è la presenza all’interno della commissione che
effettua le visite ispettive di un valutatore inserito nell’elenco
nazionale dei valutatori del CNS riportato nel succitato Decreto
Ministeriale.
Ulteriore passo nel percorso regionale di accreditamento
è rappresentato dal Decreto n. 1623/2011 “L.R. 51/09 e
Regolamento n. 61/R del 2010: modulistica per l’accreditamento
delle strutture sanitarie private e per l’attestazione di esercizio
e di accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e
istruzioni d’uso - indirizzi per la definizione dei documenti ai
fini del processo dei requisiti di esercizio delle strutture sanitarie
pubbliche e liste di autovalutazione” con il quale la Regione
Toscana ha recepito le liste di valutazione.
Nel corso del 2011 il CRS ha provveduto alla mappatura delle
strutture e all’acquisizione dei dati relativi ad ogni struttura
pubblica e privata aggiornando sia il sistema informativo
regionale “J CRS” che il sistema informativo nazionale SISTRA.
Inoltre presso il CRS si sono svolte varie iniziative per coinvolgere
tutti i professionisti dei Servizi Trasfusionali e dirigenti associativi
in questo percorso, sono stati realizzati vari incontri con l’ottica
di mettere a servizio di tutti l’esperienza dei valutatori CNS
per permettere a chi non ha partecipato ai corsi per valutatori di
Il video è reperibile sul sito
www.regione.toscana.it/donareilsangue
Il CESVOT ha supportato questo percorso realizzando un corso
di formazione per i dirigenti associativi e direttori sanitari delle
Unità di Raccolta per ciascuna Area Vasta utilizzando come
docenti i valutatori inseriti nell’elenco del Centro Nazionale
Sangue.
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-125-
visto l’applicazione del programma alle Unità di Raccolta
associative, offrendo la possibilità di prenotare la donazione
indifferentemente presso il Centro Trasfusionale o presso l’Unità
di Raccolta associativa.
Sono state predisposte le agende per rendere possibile la
prenotazione preferenziale per le madri donatrici di sangue da
cordone ombelicale che devono effettuare la selezione e per i
candidati donatori di midollo osseo.
È in corso l’implementazione nel circuito della prenotazione
informatizzata delle donazioni di sistemi di recall come l’invio
automatico di sms e/o e-mail il giorno precedente la donazione.
L’utilizzo di questo strumento vede ancora livelli diversi nelle
varie realtà, legate a volte a posizioni preconcette, a volte a
limitate difficoltà logistiche. Il CRS ha monitorato durante
tutto l’anno l’utilizzo di questo strumento e la percentuale delle
effettive presentazioni a fronte di una prenotazione.
Nel corso del 2012 il panorama degli strumenti a disposizione
per procedere sul percorso dell’accreditamento sarà completato
con le modifiche normative specifiche per i Servizi Trasfusionali
e con la pubblicazione da parte del CNS delle Linee Guida
per l’accreditamento dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di
Raccolta del sangue e degli emocomponenti ed il successivo
recepimento da parte della Regione Toscana.
Sempre nel corso del 2012 la Regione dovrà trasmettere al CNS
ed al Ministero il programma delle visite ispettive nei Servizi
Trasfusionali ed Unità di Raccolta.
aGendona
L’AgenDona è il sistema informatico di prenotazione della
donazione via web, permette ai donatori, per il tramite delle
Associazioni di Volontariato, di avere certezza di orario e di
tempi di prestazione, di evitare inutili tempi di attesa; permette
inoltre di razionalizzare le procedure calibrando le donazioni
effettuabili in una Struttura Trasfusionale sulla base della
disponibilità di personale e/o dotazioni tecnologiche, e di
utilizzare appieno le potenzialità delle macchine per l’aferesi
grazie alla collaborazione di centri trasfusionali e Associazioni.
L’uso dell’AgenDona è assolutamente discrezionale da parte
delle Associazioni di Volontariato.
L’AgenDona permette la condivisione da parte delle
Associazioni di Volontariato e delle Strutture Trasfusionali
di un unico strumento condiviso, è utilizzabile con apposita
password sia dagli operatori sanitari che da quelli associativi,
che congiuntamente, ognuno dalla propria postazione, potranno
aggiornare e consultare in tempo reale il calendario delle
donazioni.
Durante il 2011 si è assistito all’incremento dell’utilizzo di questo
strumento non solo dal punto di vista quantitativo come numero
di donazioni prenotate, ma anche come strumento di flessibilità e
programmazione delle donazioni, infatti in momenti di esubero
di sangue di determinati gruppi sanguigni alcune Aziende, la
ASL 6 di Livorno in particolare, hanno usato l’AgenDona per
spostare queste donazioni sulla plasmaferesi aumentando la
disponibilità di posti prenotabili.
Terminata la fase di implementazione l’evoluzione ha
-126-
Regione Toscana
C RS - Centro Regionale Sangue
RIEPILOGO UTILIZZATORI AGENDA DONAZIONI
Periodo dal 01/01/2011 al 31/12/2011
TOTALE REGIONALE
Agenda
Cand. Don. Sangue
Multicomponent
Plasmaferesi
Sangue Intero
Prenotati
TOTALE
TOTALI
Affidabilità
Confermati
1.431
752
52,00%
5.753
4.851
84,00%
44.252
33.497
75,00%
42.718
31.174
72,00%
94.154
70.274
74,00%
Associazioni e UdR
Prenotati Confermati
Agenda
Cand. Don. Sangue
Multicomponent
Plasmaferesi
Sangue Intero
Posti
%
919
468
60,00%
1.615
1.304
85,00%
19.092
13.768
25.182
17.476
46.808
33.016
Prenotati
372
Trasfusionali
Confermati
%
Prenotati
140
Altro
Confermati
60
%
224
50,00%
4.137
3.546
80,00%
1
1
100,00%
42,00%
78,00%
24.925
19.522
72,00%
235
207
88,00%
77,00%
16.557
12.852
69,00%
979
846
86,00%
78,00%
45.991
36.144
70,00%
1.355
1.114
82,00%
Sistema informativo
Negli anni il CRS si è avvalso dell’ing. Daniele Lelli, professionista
della ASL 9 Grosseto, come referente informatico per tutte le
problematiche. Con l’ing. Lelli il sistema informativo del CRS è
nato e si è evoluto fino allo stadio attuale, dal 2011 l’ingegnere
è stato chiamato a più importante incarico all’ESTAV Sud-Est e
pertanto ha dovuto rinunciare all’incarico presso il CRS.
Il CRS ringrazia l’ing. Lelli per il fondamentale lavoro svolto e
per la sua disponibilità. Quindi, dal 2011, il CRS ha stipulato
un rapporto di consulenza con ESTAV Centro che ci ha messo
a disposizione un team di professionisti che già da subito hanno
dimostrato la loro capacità e la loro disponibilità entrando con
estrema competenza e velocità in argomento.
Il nuovo team è composto da:
- D.ssa Carla Bonamici
- Ing. Marius Spinu
- Ing. Simone Morini
- Ing. Lorenzo Bartoli
Nel corso del 2011 per rispondere alla normativa della privacy
sono state assegnate a tutti gli utenti le password personalizzate
in sostituzione di quelle generiche di struttura o di associazione.
Formazione
Il supporto del CESVOT è stato fondamentale per il percorso
che si è esplicitato nel “Tavolo della donazione” (vedi cap. 3) e
nell’attività di formazione per le Associazioni sui temi condivisi
all’interno del tavolo della donazione stesso.
Le principali necessità formative evidenziate dalle Associazioni,
legate in modo diretto all’attività del CRS, sono state quelle legate
all’accreditamento e all’utilizzo dell’Agenda delle prenotazioni
AgenDona.
Non meno importante per tutto il sistema della donazione è stato
il percorso avviato sui nuovi strumenti di comunicazione e sul
people raising, aspetto critico nel mondo dell’associazionismo.
Per quanto riguarda strettamente le attività formative del CRS
sono stati organizzati alcuni interessanti momenti formativi,
-128-
operatori del rischio clinico ha permesso di realizzare un quadro
dell’applicazione nelle varie Aziende di procedure e strumenti per
la sicurezza del paziente.
Da questo incontro è scaturito un percorso condiviso che integra
le competenze e le informazioni del GRC nel delicato settore
dell’emovigilanza.
Altro momento interessante di questo rapporto è il lavoro
congiunto nel gruppo delle buone pratiche relativo alla “Corretta
Identificazione del paziente”.
Pratiche di corretta identificazione del paziente, come l’adozione
del braccialetto identificativo, possono sicuramente essere di
grande aiuto per evitare errori di identificazione del paziente anche
nel sistema trasfusionale.
anche se questa è un’attività che necessita di essere incrementata
sfruttando le notevoli potenzialità presenti all’interno del sistema
trasfusionale toscano.
Particolarmente interessante è stato l’incontro che si è svolto
sui “Primi risultati di uno studio del rischio infettivilogico per
HBV nei campioni risultati inizialmente reattivi (IR) ai test NAT
in occasione di donazioni di sangue nell’Area Vasta sud est e
Centro della Regione Toscana”.
Altro aspetto significativo è la collaborazione con il Centro
Regionale Gestione Rischio Clinico (GRC) che ha visto la
realizzazione di un primo incontro congiunto. L’incontro
costituisce il momento iniziale di un percorso che avrà risvolti
organizzativi e scientifici sicuramente interessanti.
La prima riunione congiunta tra operatori trasfusionali e
-129-
Partecipazione a Gruppi di lavoro ed
Organismi istituzionali:
Il CRS nel 2011 ha partecipato ai lavori di alcuni Gruppi di
lavoro nazionali e organismi istituzionali che hanno completato
la propria mission quali :
- Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sui
requisiti minimi di Accreditamento dei Servizi trasfusionali e
Unità di raccolta;
- Gruppo di lavoro nominato dal CNS per la definizione delle
funzioni e della strutturazione dei Centri regionali sangue;
- Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sui
requisiti minimi di Accreditamento dei Centri e Servizi per
la diagnosi e cura delle malattie Emorragiche congenite;
Ha invece proseguito in altri Gruppi quali:
- Consulta nazionale del CNS;
- Accordo Interregionale Plasma;
- Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sulle
Biobanche;
- Gruppo di lavoro nominato dalla Commissione Sanità sul
Sangue
A questi si è aggiunto :
Gruppo nazionale per la plasmaderivazione.
-130-
Trasporti
Nel corso del 2011 è profondamente cambiato il sistema dei
trasporti relativi al sistema sangue e al sistema trapianti. La
Regione Toscana ha espletato, tramite ESTAV sud-est una gara
aggiudicata alla ATI Croce Italia Marche - SVS Gestione Servizi.
Oggetto di gara l’affidamento triennale del servizio di trasporto
terrestre organi, tessuti, emocomponenti/campioni a fini clinicodiagnostici per le Aziende sanitarie/ospedaliere del Servizio
Sanitario della Regione Toscana.
La nuova organizzazione prevede l’adesione obbligatoria da
parte delle Aziende sanitarie per il trasporto di organi e provette
destinate alla qualificazione biologica finalizzata ai percorsi di
donazione-trapianto e l’adesione facoltativa (salvo autogestione)
per il trasporto di emocomponenti e per il trasporto di campioni
a fini clinico-diagnostici.
Il servizio è iniziato il 1 ottobre 2011.
Molte Aziende hanno aderito fin da subito anche ai trasporti
facoltativi, altre lo hanno fatto nel corso dell’anno.
Servizi
Tempo in ore
Km
AZIENDA USL 1 MASSA E CARRARA
618
2307,6
49869
AZIENDA USL 2 LUCCA
336
8327,3
24981
AZIENDA USL 3 PISTOIA
180
327,0
11358
AZIENDA USL 4 PRATO
-
-
-
AZIENDA USL 5 PISA
498
2304,9
65271
AZIENDA USL 6 LIVORNO
291
1236,0
61167
AZIENDA USL 7 SIENA
459
2019,2
55677
AZIENDA USL 8 AREZZO
435
2568
75711
AZIENDA USL 9 GROSSETO
-
-
-
AZIENDA ASL 10 FIRENZE
-
-
-
AZIENDA USL 11 EMPOLI
-
-
-
AZIENDA USL 12 DI VIAREGGIO
-
-
-
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA CAREGGI
294
519
1407
AZIENDA OSPEDALIERA MEYER
-
-
-
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA PISANA
276
654,9
24909
AZIENDA OSPEDALIERA SENESE
276
759
35949
TOTALE 4° TRIMESTRE 2011
3663
21022,9
406299
-131-
tutti gli attori del “sistema sangue” sull’importanza, per
l’efficacia e incisività dei messaggi, di adottare strategie di
comunicazione integrate e concertate.
Vale la pena sottolineare quest’ultimo punto come un’azione
di valore che è stata intrapresa dalla regione insieme alle
associazioni per riproporre e promuovere nei propri contesti
associativi e nelle iniziative promozionali lo stesso messaggio e
la stessa immagine per potenziarne l’effetto complessivo sulla
popolazione target.
Il target primario è individuato nei potenziali nuovi donatori: tra
i 18 e i 65 anni, con un focus sui giovani compresi tra 18 e 25 anni e
migranti che rappresentano oltre il 9% della popolazione toscana.
Sono inoltre destinatari e partner della comunicazione i donatori
volontari ed un’azione specifica nei confronti degli universitari
si terrà nella fase di consolidamento della campagna insieme alla
collaborazione di soggetti e istituzioni locali e sanitarie in veste
di influenzatori e facilitatori.
Alla fase di lancio è seguita una fase di consolidamento, una
ripresa specifica sulle Università toscane con la consegna di
totem e materiale informativo presso le mense universitarie e
le segreterie. Un rilancio della campagna è previsto nel periodo
estivo.
I mezzi utilizzati nella fase di avvio sono molteplici e accompagnati
da azioni di marketing territoriale con il coinvolgimento di
network giovanili:annunci stampa sui quotidiani (free e pay
press) spot radiofonici, dinamica bus, a cui si aggiungono
brochure informative multilingua, totem espositivi, magliette e
adesivi.
A completare l’offerta comunicativa, costante nel tempo, il
numero verde regionale 800 556060 e le pagine web dedicate
4.2.1 La comunicazione
Campagna regionale di comunicazione
sulla donazione
Un segno veramente importante di attenzione e di
riconoscimento Un segno veramente importante di attenzione
e di riconoscimento della valenza strategica di questo sistema è
stata la decisione di portare avanti la campagna di comunicazione
sulla donazione del sangue con un investimento importante in
un periodo difficile economicamente.
Realizzata dal servizio sanitario della Regione Toscana di
concerto con le Associazioni di Volontariato Avis, Fratres,
Anpas, Croce Rossa, Adisco e ADMO, la campagna è stata
presentata ufficialmente in occasione della rassegna Dire e fare a
Lucca, il 17 novembre 2011.
L’head line della campagna Chi dona sangue ha cuore, esprime,
in maniera semplice e diretta che chi fa questa scelta non è
un eroe, ma una persona di cuore certamente sì. Rafforza tale
concetto il segno grafico della goccia di sangue che, sommata ad
un’altra goccia, dà come risultato il cuore che insieme, alla scelta
dei colori accesi, ne sottolinea la piacevolezza.
La declinazione multisoggetto, con i volti di un ragazzo di
colore,di una ragazza, e di due adulti, un uomo e una donna,
prova a trasformare un sentire emotivo in una scelta consapevole
che può diventare una sana abitudine per chi la compie e un
gran bel dono per colui che riceve i frutti di quella scelta.
La declinazione della campagna ha l’obiettivo di trasmettere
i valori della donazione in modo da garantire il necessario
ricambio generazionale tra i donatori e avvicinare i giovani e i
migranti a questa pratica. L’obiettivo fondamentale dell’attività
comunicativa è aumentare il numero dei donatori e fidelizzare
gli attuali donatori volontari periodici, ma a questi se ne
aggiungono altri quali:
- esplicitare i vantaggi per il donatore - chi può - chi non può
- come e dove donarlo;
- rafforzare il consenso sociale intorno al “sistema sangue”
(istituzioni, volontariato, donatori);
- sensibilizzare le associazioni di volontariato e, in generale,
www.regione.toscana.it/donareilsangue.
Il notevole gradimento che ha avuto questa campagna è
testimoniato anche dalla larga ripresa che ne hanno fatto
Associazioni, Aziende, Comuni sui loro siti e alle loro
manifestazioni.
-132-
In Toscana migliaia di
persone vivono grazie
alla donazione di sangue,
plasma e piastrine.
In Toscana migliaia di
persone vivono grazie
alla donazione di sangue,
plasma e piastrine.
In Toscana migliaia
di persone vivono grazie
alla donazione di sangue,
plasma e piastrine.
www.regione.toscana.it/donareilsangue
www.regione.toscana.it/donareilsangue
blucomunicazione.com
In Toscana migliaia di
persone vivono grazie
alla donazione di sangue,
plasma e piastrine.
www.regione.toscana.it/donareilsangue
www.regione.toscana.it/donareilsangue
Ascolta lo spot della campagna
blucomunicazione.com
blucomunicazione.com
CHI DONA
SANGUE
HA CUORE.
blucomunicazione.com
CHI DONA
SANGUE
HA CUORE.
CHI DONA
SANGUE
HA CUORE. CHI DONA
SANGUE
HA CUORE.
neWSletter
Anche nel 2011 è proseguita la realizzazione della newsletter
del CRS diventando sempre più uno strumento di lavoro, di
comunicazione e aggiornamento
-134-
Giornata della donazione
La Giornata regionale della donazione nel 2011 proseguendo
sulla linea degli anni precedenti ha affrontato un tema importante
come quello dell’uso e buon uso del sangue.
Come sempre è stato scelto un luogo ed una provincia diversa
in modo da interessare tutte le aeree della Toscana e quest’anno
la scelta è caduta su Pontedera e sul Museo Piaggio, luogo
sicuramente particolare carico di storia e di significati. L’edizione
del 2011 ha visto la partecipazione di molti professionisti,
associazioni e donatori.
Sono state presenti oltre duecento persone.
-135-
-136-
rePort
In occasione della Giornata regionale della donazione è stata
realizzata la nuova edizione del Report ricca di approfondimenti
e contenuti scientifici. Del documento ne sono state stampate
mille copie.
BIlancIo SocIale anno 2010
Dopo un lungo percorso di redazione il 13 maggio 2011 presso
l’Aula Magna del Nuovo Ingresso Careggi è stata presentata la
prima edizione del Bilancio Sociale del Sistema Trasfusionale.
-137-
Calendario CRS
In occasione delle festività natalizie è stato realizzato un
calendario che ripercorre le principali tappe della donazione
corredato di foto scattate nei servizi trasfusionali della Toscana.
Il calendario, realizzato in 5000 copie, è stato distribuito ai
Centri Trasfusionali e alle Associazioni di Volontariato.
-138-
-139-
4.3 Il contributo delle strutture territoriali
Negli anni l’indice di donazione è andato progressivamente
aumentando attestandosi per l’anno 2011 a 104 donazioni x
1000 ab. nella fascia di età 18-65, cioè nella popolazione che
può donare.
2009
Si riporta l’andamento delle donazioni per Azienda Sanitaria, e
per Area Vasta, il dettaglio dell’andamento delle donazioni e le
statistiche complete sono consultabili sul sito
www.regione.toscana.it/donareilsangue
ASL 1
140
indice donazione emazie
indice donazione plasma
indice donazione complessivo
ASL 12
120
ASL 2
100
80
ASL 11
ASL 3
60
40
20
0
ASL 10
ASL 4
ASL 9
ASL 5
ASL 8
ASL 6
ASL 7
2010
indice donazione emazie
indice donazione plasma
indice donazione complessivo
ASL 1
140
ASL 12
120
ASL 2
100
80
ASL 11
ASL 3
60
40
20
0
ASL 10
ASL 4
ASL 9
ASL 5
ASL 8
ASL 6
ASL 7
-141-
2011
indice donazione emazie
indice donazione plasma
indice donazione complessivo
indice donazione multicomponent
ASL 1
140
ASL 12
120
ASL 2
100
80
ASL 11
ASL 3
60
40
20
0
ASL 10
ASL 4
ASL 9
ASL 5
ASL 8
ASL 6
ASL 7
-142-
AREA VASTA NORD OVEST - DONAZIONI 2009 - 2010 - 2011
10000
9000
8000
7000
numero donazioni
6000
5000
4000
3000
2000
donazioni 2009
1000
donazioni 2010
donazioni 2011
0
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
-143-
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
AREA VASTA CENTRO - DONAZIONI 2009 - 2010 - 2011
9000
8544
8000
7000
8483
8401
8303
8346
8074
7230
7074
6981
7327
7277
7276
7208
6992
7710
7598
7377
7692
7477
7387
6998
8187
8072
7955
7685
7570
7344
7252
7115
7155
6988
6871
6000
numero donazioni
8548
6067
6012
5938
5000
4000
3000
2000
donazioni 2009
1000
donazioni 2010
donazioni 2011
0
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
-144-
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
AREA VASTA SUD EST - DONAZIONI 2009 - 2010 - 2011
6000
5348
5000
4567
4446
4000
4178
4174
4004
4979
4804
4073
5041
4866
4546
4516
4906
4768
4366
4259
4184
4602
4501
4522
4512
4455
5106
4972
4924
4227
4227
5096
4941
4868
4899
4486
4300
4266
numero donazioni
3855
3000
2000
1000
donazioni 2009
donazioni 2010
donazioni 2011
0
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
-145-
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
4.4 Il contributo delle Associazioni di Volontariato
Le attività delle associazioni della
donazione del sangue
Le Associazioni di volontariato che si occupano di donazione
del sangue, inserite nel Sistema Trasfusionale Toscano e descritte
nel capitolo precedente, sono dei sistemi associativi ampi e
complessi ciascuno dei quali organizzato in vari livelli: regionale,
provinciale/zonale, locale. Ciascun livello promuove attività che
lo caratterizzano in base al ruolo, agli strumenti a disposizione e
alle modalità di relazione con i destinatari delle attività. Ciascun
livello associativo è necessario per contribuire al raggiungimento
dell’autosufficienza. Le associazioni di carattere regionale
svolgono prevalentemente attività di interlocuzione con gli attori
istituzionali regionali, di supporto e coordinamento delle associate,
di promozione e comunicazione. Scendendo verso il territorio,
le associazioni si occupano di informazione e sensibilizzazione,
del rapporto con il donatore e – laddove vengono gestite unità
di raccolta – in modo diretto della donazione. In prospettiva,
per poter raccontare adeguatamente il contributo dato dal
Volontariato al Sistema Trasfusionale, sarà necessario avere la
capacità di rappresentare in sintesi le risorse coinvolte, le attività
realizzate e i risultati raggiunti dai diversi sistemi associativi nel
loro complesso e – aggregando – dal più ampio sistema interassociativo. In questa edizione, verranno presentate alcune delle
principali attività svolte dall’associazionismo, lasciando ai prossimi
documenti “l’onere” di riuscire a raccontare in modo ancora più
compiuto quanto effettivamente realizzato.
rivolti ai propri dirigenti e volontari locali con lo scopo di farne
crescere le conoscenze e le competenze non solo legate alla
donazione ma anche alla gestione associativa. Fratres organizza
incontri trimestrali con la Consulta Giovani per valutare o
condividere progetti e idee; incontri periodici e sistematici
con i Provinciali, per metterli al corrente delle novità che
riguardano le nuove disposizioni di legge, e con i gruppi che
ne fanno richiesta; annualmente istituisce in ogni Area Vasta
un corso di formazione di 12 incontri rivolto ai Provinciali, ai
Giovani, ai Formatori coinvolgendo complessivamente circa 50
persone. Il Comitato Regionale Toscano ANPAS ha promosso
momenti di approfondimento dedicati alla donazione all’interno
di eventi regionali riuscendo a coinvolgere numerosi volontari.
Ne sono esempio il convegno Sviluppo donazioni, buon uso
e sicurezza inserito nella manifestazione Dai sangue Day e il
seminario sulla donazione del sangue seminario organizzato
dentro la tre giorni My Days che ogni anno riunisce oltre 1.000
volontari e dirigenti provenienti da tutte le Pubbliche Assistenze
toscane. Avis Toscana dedica momenti formativi ad hoc sia con
l’appuntamento annuale della Scuola di Formazione sia con
corsi su temi e argomenti specifici. Nel 2011 sono stati realizzati
il corso di formazione Volontariato del sangue: istruzioni per
l’uso rivolto a oltre 50 neo-dirigenti per dare un orientamento
del sistema trasfusionale e per comprendere e applicare le
regole della vita democratica associativa; un incontro rivolto
agli amministratori delle sedi Avis sugli schemi di bilancio
consuntivo e preventivo; un incontro di una giornata, dal titolo
Ma tu come parli di Avis per dare indicazioni pratiche per la
corretta e omogenea comunicazione con i media sul territorio.
Le attività di supporto e di formazione
Le associazioni regionali organizzano e promuovono nel corso
dell’anno momenti di incontro, seminari e corsi di formazione
-146-
l’attIvItà dI raccolta Sul terrItorIo: alcunI numerI
NUMERO DONAZIONI 2011: 9.892
- 8.116 donazioni di sangue intero, 1.480 donazioni di plasma e 296 donazioni multicomponent.
- 6.762 donazioni - pari al 32% della raccolta totale – sono state effettuate presso Servizi Trasfusionali,
mentre 3.126 donazioni pari al 32% della raccolta totale, sono quelle eseguite presso Unità di Raccolta
associative.
Indice di donazione (donazioni/donatori attivi): 1,05
Numero gruppi che usano Agendona (% sul totale): 28% nel 2010 - 35% nel 2011
Totale prenotazioni 2011: 430
Unità di raccolta mobili: 1
Unità di raccolta fisse: 6
Numero donazioni 2011: 119.548
- (82.586 donazioni di sangue intero, 31.178 donazioni di plasma e 5.784 donazioni multicomponent).
- 112.350 donazioni - pari al 94% della raccolta totale – sono state effettuate presso Servizi Trasfusionali, mentre 7.198 donazioni
pari al 6% della raccolta totale, sono quelle eseguite presso Unità di Raccolta associative.
Indice di donazione (donazioni/donatori attivi): 1,89
Numero associazioni che usano Agendona (% sul totale): 41% nel 2010 - 53% nel 2011
Totale prenotazioni 2011: 36.736
Unità di raccolta mobili: 0
Unità di raccolta fisse: 23
Numero donazioni 2011: 76.429
- 64.037 donazioni di sangue intero, 10787 donazioni di plasma e 1605 donazioni multicomponent.
- L’88% delle donazioni sono state effettuate presso Servizi Trasfusionali, mentre circa il 12% delle donazioni
sono quelle eseguite presso Unità di Raccolta associative.
Indice di donazione (Donazioni/donatori attivi): 1,34
Numero Gruppi che usano Agendona: 21% nel 2011
Totale prenotazioni 2011: 8.834
Unità di raccolta mobili: 3
Unità di raccolta fisse: 29
-147-
Gli eventi più importanti del 2011
Ciak, si dona – ANPAS Comitato Regionale Toscano
15 Gennaio 2011 a Campi Bisenzio presso Villa Montalvo. Proiezione del video Ciak si dona finalizzato
a supportare le Pubbliche Assistenze toscane nell’azione promozionale svolta nel corso di incontri e
manifestazioni. Nel corso della giornata è stato proiettato il cortometraggio Persone di Roberto Merlino
che affronta il tema della donazione e si inserisce in una campagna più ampia di sensibilizzazione
rivolta ai giovani. Ulteriore momento di confronto e dibattito sul tema della comunicazione è stata la
tavola rotonda La comunicazione per la promozione al dono del sangue.
Forum Donne di Avis Toscana
Il 5 marzo, al Teatro delle Sfide di Bientina, si è svolto il Forum Donne di Avis Toscana dal titolo Cerca
D, trovi Donna – Viaggio al femminile dalla Grande Enciclopedia della Donna dal 1964 ad oggi. Il
tradizionale appuntamento ha visto la messa in scena della commedia teatrale di Andrea Kammerle
Spaccami il cuore, a suon di carezze almeno uno spettacolo ispirato all’Enciclopedia della Donna dei
Fratelli Fabbri che ha percorso un viaggio ironico sulla trasformazione del ruolo femminile negli ultimi
40 anni. L’evento è stata l’occasione per stimolare il confronto sulle politiche di genere nei contesti
lavorativi, del volontariato e della politica.
“Il dono ben fatto – Book delle buone prassi in Avis”
Presentato in aprile in occasione dell’Assemblea Regionale di Avis Toscana, il documento riassume il
percorso e i risultati del progetto Futuro in Avis: buone prassi e valutazione fra pari. Il progetto è stato
realizzato con lo scopo di stimolare all’interno del sistema associativo Avis la cultura della valutazione
e della qualità, grazie alle quali i dirigenti associativi possono promuovere e sostenere la donazione
consapevole.
-148-
Nuova partnership UISP - Avis Toscana
Una nuova iniziativa di Avis e Uisp che parte dalla provincia di Pistoia per sensibilizzare l’opinione
pubblica sull’importanza della donazione del sangue: a partire da domenica 3 aprile, per la maratona
del Ghibellino a Vangile, in tutte le manifestazioni podistiche e di atletica, i giudici di gara hanno
indossato magliette, felpe, tute e altri accessori con i loghi delle due associazioni per rafforzare un
messaggio di altruismo e solidarietà.
My days – ANPAS Comitato Regionale Toscano
Anpas Toscana ha organizza per il 6/7/8 maggio una iniziativa, dal titolo “May Days” a San Miniato
(PI). Si è trattato di un impegnativo momento di incontro per il Movimento che ha coinvolto circa
1.000 volontari con lo scopo di offrire una panoramica di quelle che sono le principali attività che
il volontariato attua in Toscana, dalla donazione del sangue, al sanitario, alla protezione civile, alle
attività nel sociale ed al servizio civile. All’interno di questa iniziativa la donazione del sangue ha avuto
un proprio spazio nel quale il Gruppo di Lavoro Donazione Sangue ha organizzato un seminario per
dirigenti e volontari attivi, responsabili di Associazioni di Volontariato e una mostra sull’immagine
della donazione del sangue.
Goccia su Goccia con il SISM – Avis Toscana
“Goccia su Goccia” è una iniziativa del SISM Segretariato Italiano Studenti in Medicina nata nel 2003
con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sulla donazione di sangue. Si tiene in due edizioni annuali,
in autunno (ottobre o novembre) e in primavera (maggio). Per l’edizione primaverile 2011 nel mese di
maggio è stato allestito un punto informativo nello spazio antistante il Plesso Scientifico e Tecnologico
di Viale Morgagni dove hanno sede le facoltà scientifiche dell’Ateneo Fiorentino. Con il sostegno di
Avis Toscana.
Meeting dei Gruppi Fratres a Prato
Venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 luglio si è svolto a Prato il Meeting dei Gruppi Fratres e delle
Misericordie. Per la Fratres si tratta della quarta edizione che sottolinea l’impegno importante di tutta
l’associazione. Il Meeting coinvolge tutte le Misericordie toscane ed è l’occasione per dibattiti sul tema
dell’autosufficienza e sul ruolo della Fratres nell’ambito della Protezione Civile. All’interno dell’evento
sono stati organizzati incontri tra i Giovani Fratres e i Giovani delle Misericordie per lanciare proposte
e progetti comuni.
-149-
“Dai sangue Day” – ANPAS Comitato Regionale Toscano
Dai Sangue Day è la giornata regionale dei donatori di sangue ANPAS, organizzata nel 2011 a Limite
sull’Arno. All’interno della due giorni di manifestazioni e approfondimenti sul tema della donazione
di sangue sono stati realizzati interessanti appuntamenti. Il concorso Uno Slogan per la promozione
del dono del sangue ha coinvolto le scuole locali e tutte le associazioni di Limite e Capraia con opere
e/o iniziative consone alla loro attività e scopo sociale. Il convegno Sviluppo donazioni, buon uso e
sicurezza al quale sono state invitate le 43 associazioni che svolgono attività nella promozione del dono
aderenti ad Anpas Regionale e tutti gli attori che operano nel sistema sangue regionali e territoriali.
L’adesione è stata elevata facendo registrare la presenza di più di 200 persone fra volontari delle
Pubbliche Assistenze e personaggi istituzionali.
Forum Giovani di Avis Toscana
L’uso e il buon uso delle tecnologie è stato il tema principe del Forum che si è svolto a Piombino nei
giorni 8 e 9 ottobre 2011 e che ha visto la partecipazione di oltre 40 giovani dirigenti provenienti da
tutta la regione.
Il Forum intitolato On line, Volontariato, social media e nuove tecnologie di comunicazione ha voluto
aiutare i partecipanti a orientarsi nella rete a beneficio dello sviluppo del volontariato.
-150-
Le attività di promozione e
comunicazione
Nel corso del 2011 sono state numerose le iniziative e le attività
finalizzate a promuovere la donazione attraverso specifiche
campagne di comunicazione. Le associazioni regionali inoltre
supportano le associate locali e i gruppi di base nella loro azione
di informazione e propaganda – spesso realizzata anche con
proprie iniziative di comunicazione – distribuendo materiali
promozionali quali manifesti, locandine, gadget e depliant.
Campagna Moto Donatorio Avis Toscana: Spot radiofonici per un totale di circa 5.000 passaggi su 8 emittenti toscane a cui si sono aggiunte oltre 40 radio che hanno
trasmesso lo spot gratuitamente.
Ascolta lo spot della campagna
-152-
Campagna Fratres “C’è bisogno di te”. Diffusa su treni regionali nel periodo febbraio
maggio 2011.
Trasferimenti vitali ANPAS Comitato Regionale Toscano: Realizzato dal
primo classificato nel concorso “Uno slogan per la promozione del dono del
sangue” nell’ambito dell’iniziativa “Dai sangue Day”.
-153-
L’attenzione del sistema ai nuovi
cittadini
Tutto il sistema sangue, ma soprattutto le Associazioni
di Volontariato dedicano da tempo molta attenzione alla
sensibilizzazione dei cittadini provenienti da altri Paesi che
abbiano un progetto di vita stabile nel nostro Paese.
Sia la campagna regionale di comunicazione sulla donazione che
l’attività di sensibilizzazione delle Associazioni ha come target
i cittadini di altra etnia, anche perchè larga parte di loro è in
età giovanile e nei loro paesi di origine molto spesso erano già
donatori.
Il Sistema Trasfusionale nel prossimo anno intraprenderà
un percorso di formazione e di analisi delle problematiche
specifiche nell’approccio con questi donatori e dei problemi
relativi alla terapia trasfusionale in queste popolazioni.
-154-
4.5 La dimensione economica
CONVENZIONI CON
ASSOCIAZIONI
DI VOLONTARIATO
5.250.000 €
FONDI MINISTERIALI
280.000 €
(Legge 219, Decreti 207-208)
PROGRAMMA AUTOSUFFICIENZA
ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
150.000 €
FONDO SANITARIO FINALIZZATO
AL SISTEMA TRASFUSIONALE
PROGRAMMA AUTOSUFFICIENZA
SISTEMA TRASFUSIONALE
600.000 €
COMPENSAZIONI ATTIVE
195.000 €
SISTEMA
TRASFUSIONALE
TOSCANO
COMPENSAZIONI
PASSIVE
406.000 €
VALORIZZAZIONE
FARMACI PLASMADERIVATI
DA CONTO LAVORAZIONE
17 MILIONI €
COSTI CONTO
LAVORAZIONE PLASMA
10 MILIONI €
PROGETTI FINALIZZATI
PSN BIOBANCHE
600.000 €
SPESE GENERALI, PERSONALE,
AMMORTAMENTI SISTEMA
TRASFUSIONALE E CRS
In questo paragrafo sono riportate le principali macrovoci sia in
entrata che in uscita ricercando la completezza di elencazione
consapevoli di non disporre per alcune voci, anche significative,
della esatta quantificazione.
Il settore trasfusionale si conferma anche sotto questo aspetto un
settore complesso che necessita di strumenti di rendicontazione
e contabili specifici che possono essere messi a punto con la
collaborazione delle Aziende Sanitarie e di altri settori regionale.
-156-
Il valore economico della donazione1
Fra i motivi che ricorrono in letteratura a favore di un sistema del sangue fondato sull’offerta gratuita almeno due hanno evidenti
implicazioni di natura economica: primo, la donazione gratuita e sinonimo di maggiore sicurezza; secondo, essa favorisce la
possibilità di programmare i flussi. Riguardo alla sicurezza, è corretto premettere che non esistono elementi fisici o razionali
che, a priori, caratterizzino il sangue “ceduto” come più rischioso di quello donato. Di fatto, però, gli esperti concordano nel
ritenere la donazione, nella pratica, un metodo più sicuro per due ragioni che concorrono in una stessa conseguenza. I donatori
agiscono spontaneamente, in libertà: la loro azione non è condizionata dall’urgenza, come molto spesso avviene per i datori che
vendono il sangue spinti dal bisogno economico o dalla paura di perdere una persona cara. Questo fa si che essi siano quasi
sempre bene informati e molto attenti nel considerare le cause che invitato all’auto-esclusione, temporanea o permanente, dalla
donazione. Inoltre, i donatori più responsabili donano periodicamente con il risultato che le informazioni sul loro stato di salute
sono più regolari e accurate di quelle disponibili su datori o donatori occasionali. Il secondo motivo di valore economico è legato
alla programmazione. La maggior parte dei donatori sono periodici. La regolarità delle donazioni consente la programmazione
dell’autosufficienza nazionale, delle compensazioni interregionali, degli interventi e delle liste di attesa. Una programmazione
ben impostata è la miglior politica di contrasto agli sprechi delle eccedenze. Al contrario, una programmazione inefficiente può
avere ripercussioni gravi sull’equità distributiva del sistema.
Proseguendo nell’indagine sul valore economico della donazione del sangue, tema su cui la letteratura sembra essersi applicata
con molto meno slancio che sui due aspetti precedenti, Casati2 sostiene l’opportunità, dal punto di vista economico, di aumentare
sul nostro mercato la produzione e la lavorazione del plasma da aferesi, cioè dal plasma ottenuto mediante donazioni, che
ad oggi, è insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di farmaci plasmaderivati. La soluzione, pure con tutti i distinguo
del caso, suggerirebbe la superiorità economica in termini di spesa sanitaria di un programma di produzione aggiuntiva di
plasma da donazione, complessivamente riscontrabile sia nell’ipotesi di raccolta presso strutture trasfusionali che da parte delle
associazioni. In parte inattesa è la scoperta che la convenienza del mercato del dono sembrerebbe dipendere non tanto dai
costi di raccolta del plasma quanto, piuttosto, dal delicato equilibrio tra costi di lavorazione richiesti dall’azienda partner che
trasforma il plasma e controvalore recuperato dalle regioni in prodotti plasmaderivati.
A completamento della rassegna, si possono computare nel valore economico di un mercato delle donazioni anche altre due
attività realizzate dalle associazioni di volontariato: il lavoro di informazione ed educazione alla salute, realizzato nel mentre
esse promuovono la donazione, e le risorse umane e materiali investite in attività di ricerca e divulgazione dei risultati raggiunti.
Estratto dall’articolo a cura di Gaia Peruzzi, Mercato del dono e servizi alla persona su base volontaria. Le politiche sanitarie del sangue. Economia dei
Servizi 1/2010. Disponibile sul sito
1
www.regione.toscana.it/donareilsangue
Casati G. (2009), Rapporto conclusivo sulla valutazione economica relativa ad ipotesi di produzione aggiuntiva di plasma a sostegno dell’autosufficienza
regionale di plasmaderivati, Regione Toscana, Montecatini (PT), 20 giugno.
2
-157-
Scarica

Bilancio 2a parte