SERVIZIO DI RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE Ospedale Ceccarini Riccione Direttore U.O. Dott. Riccardo Galassi Dott. Gian Andrea Magagni Percorso riabilitativo per pazienti operati di protesi di ginocchio Consigli utili al paziente Esercizi a domicilio Questa guida è stata indicata al paziente: A cura di: Baldacci Gisella - fisioterapista Pari Gabriella - fisioterapista Per informazioni rivolgersi alla segreteria del S.R.R.F. - TEL. 0541- 608834 Le informazioni che riceverete da questo opuscolo saranno utili per conoscere l’anatomia del ginocchio, le patologie ad esso correlate e sapere che cosa comporta un intervento di questo tipo. Vi verranno dati consigli sui movimenti corretti che si potranno eseguire con una protesi, tenendo presente che le indicazioni del medico avranno sempre la precedenza e saranno riferite al vostro caso specifico. 2 CENNI DI ANATOMIA Legamento collaterale L’articolazione del ginocchio è costituita dall’estremità distale del femore, dall’estremità prossimale della tibia e dalla rotula. Tra femore e tibia sono presenti due cuscinetti ammortizzatori: i menischi. Le componenti ossee sono unite tra loro dalla capsula che avvolge l’intera articolazione e dai legamenti: il legamento crociato anteriore, il legamento crociato posteriore e i legamenti collaterali che conferiscono maggiore stabilità al ginocchio. 3 Il ginocchio può essere interessato da diverse patologie che rendono il movimento del femore sulla tibia doloroso e limitato, in particolare quando l’articolazione supporta il peso del corpo. La patologia più comune è l’artrosi del ginocchio o GONARTROSI . La cartilagine non ha possibilità di rigenerarsi , per cui una volta consumata, non ha più la capacità di proteggere l’osso che va così incontro a degenerazione. La cartilagine si usura ed in certi punti scompare, le ossa frizionano direttamente una sull’altra senza essere lubrificate, arrivando ben presto a consumarsi ed a deformarsi. In seguito a ciò compare dolore , gonfiore e limitazione del movimento, costringendo la persona a ridurre le normali attività quotidiane. Spesso il ginocchio si deforma a tal punto da rendere difficoltosa prima ed impossibile poi, la deambulazione. Esistono anche diversi tipi di deformità congenite che possono portare ad un precoce deterioramento delle superfici articolari. Le più comuni sono il ginocchio varo ( gambe a “O”) ed il ginocchio valgo (gambe ad “X”). 4 Quando le eventuali terapie mediche e riabilitative non sono più sufficienti a mantenere una qualità di vita accettabile , si ricorre all’intervento di protesi. 5 COS’E’ UNA PROTESI Una protesi è un dispositivo artificiale che svolge le funzioni di una o più parti anatomiche, permette a pazienti affetti da grave artrosi del ginocchio il recupero di una elevata qualità di vita, con un buon recupero funzionale e la riduzione della sintomatologia dolorosa. La chirurgia protesica del ginocchio si è evoluta notevolmente negli ultimi anni, permettendo una precoce rieducazione ed una minore invasività dell’intervento, in modo da soddisfare le esigenze del paziente. Gli interventi di sostituzione protesica del ginocchio possono essere classificati in tre tipologie: 1- protesi totale: prevede di intervenire su entrambe le componenti articolari, femorale e tibiale ed eventualmente rotulea. 2- Protesi monocompartimentale ( mediale o laterale ) quando l’artrosi interessa solo la parte interna o esterna del ginocchio. 3- Revisione o riprotesizzazione : prevede la sostituzione di un dispositivo precedentemente impiantato. La protesi totale di ginocchio sostituirà i condili femorali ed il piatto tibiale danneggiati dall’artrosi. E’ costituita da due componenti principali: la componente femorale e la componente tibiale. La protesi monocompartimentale sostituisce solo una componente del compartimento femoro-tibiale ed è indicata in pazienti con gonartrosi che interessa o la parte mediale o la parte laterale del ginocchio, o affetti da necrosi isolata di un condilo femorale. Questi elementi artificiali hanno una forma molto simile a quelle delle estremità ossee che andranno a sostituire. Il materiale della protesi dovrà essere molto resistente e capace di sopportare carichi elevati. 6 Oggi sono disponibili due tipi di protesi: quelle che richiedono l’utilizzo di una speciale resina acrilica ( cemento osseo) e quelle che si affidano alla crescita diretta dell’osso sull’impianto protesico ( protesi non cementate ). La corretta valutazione del tipo di fissazione ottimale per il singolo paziente rientra nelle competenze del chirurgo. 7 A sinistra esempio di protesi totale di ginocchio A destra protesi monocompartimentale di ginocchio 8 TRATTAMENTO RIEDUCATIVO DEGENZA POST- OPERATORIA Dopo l’intervento, l’arto andrà mantenuto esteso, evitando rotazioni, per la presenza di drenaggio. Il programma di recupero articolare dovrà essere concordato con il chirurgo ortopedico in base al tipo di protesi impiantata e alla tecnica eseguita. E’ stato dimostrato che la mobilizzazione continua passiva ( C.P.M. ) , iniziata precocemente, sia determinante per prevenire le complicanze , favorire il riassorbimento del versamento periarticolare e recuperare l’articolarità. A tale scopo vengono da tempo utilizzate apparecchiature motorizzate che consentono di programmare sia la velocità che l’arco di movimento dell’articolazione. apparecchio per la mobilizzazione continua passiva ( c.p.m.) 9 Per evitare la comparsa di complicanze trombo-emboliche, parallelamente al trattamento farmacologico prescritto dal medico, si dovranno indossare delle calze elastiche, che andranno indossate anche al rientro al proprio domicilio seguendo le indicazione dell’ortopedico di riferimento. PROGRAMMA TERAPEUTICO Il paziente inizierà il trattamento rieducativo con il fisioterapista tre giorni dopo l’intervento, salvo complicazioni. Durante il periodo di degenza gli obiettivi e le linee guida saranno i seguenti: - minimizzare gli effetti dell’immobilità - non stressare i tessuti che sono in fase di cicatrizzazione - adattare l’intervento riabilitativo alle caratteristiche del paziente La rieducazione sarà molto importante per il recupero dell’ articolarità e della forza muscolare. Per raggiungere questo obiettivo, il paziente dovrà partecipare attivamente ed impegnarsi durante il trattamento. Il fisioterapista, tenendo conto delle condizioni dell’articolazione antecedente all’intervento, cercherà di ottenere una completa estensione del ginocchio ed una flessione di almeno 90° gradi. Il fisioterapista, in questa fase, proporrà al paziente una serie di esercizi ( qui di seguito elencati), consigliando di proseguirli anche al rientro al proprio domicilio. 10 SI RICORDA CHE QUESTI SEMPLICI ESERCIZI SONO FONDAMENTALI PER MANTENERE NEL TEMPO UN’ADEGUATA FORZA MUSCOLARE, UNA BUONA ARTICOLARITA’ DEL GINOCCHIO ED UN BUON TROFISMO DEI MUSCOLI. 11 ESERCIZI CONSIGLIATI Si consiglia di ripetere ogni singolo esercizio, qui di seguito illustrato, per dieci volte . Posizione supina (paziente sdraiato a pancia in alto) . 1) contrarre i muscoli della coscia ( quadricipite) spingendo il ginocchio contro il letto e mantenere la posizione per 5 secondi. Poi rilassarsi per ulteriori 10 secondi. 12 2) Flettere ed estendere alternativamente gli arti inferiori senza staccare il piede dal letto, ma facendo scivolare il tallone. 13 3) Ginocchia flesse appoggiate sopra ad un cuscino: staccare il tallone dal letto, lasciando il ginocchio appoggiato al cuscino, mantenere la posizione per 5 secondi, poi rilassarsi. Compiere l’esercizio anche con l’altro arto. 14 4) Arti inferiori estesi: flettere ed estendere le caviglie. 15 5) Posizione seduta con le gambe fuori dal letto, busto eretto, mani all’altezza delle cosce. Estendere una gamba, mantenere la posizione per 5 secondi, poi rilassarsi ed eseguire il movimento con l’altra gamba. 16 6) POSIZIONE IN PIEDI Mani appoggiate ad un supporto fisso ( sedia, tavolo ecc.) : portare l’ arto operato in avanti flettendo anca e ginocchio, poi portarlo indietro estendendolo. 17 7) Posizione precedente: portare l’ arto operato in fuori abducendo l’anca, poi tornare alla posizione di partenza. Eseguire anche con l’altro arto. 18 8) Posizione precedente portare il peso del corpo sulle punte dei piedi, sollevando i talloni, contare fino a 5 e poi tornare alla posizione di partenza. 19 SEQUENZA CONSIGLIATA PER UNA CORRETTA DEAMBULAZIONE Alzarsi dalla sedia La sedia dovrà avere preferibilmente dei braccioli. La maniera consigliata e’ quella di far scivolare le natiche fino al bordo della sedia e poi sollevarsi con l’aiuto delle braccia. 20 LA DEAMBULAZIONE La deambulazione avviene con l’utilizzo di due antibrachiali ( stampelle). Si consiglia di utilizzarle fino al controllo ortopedico. Successivamente si utilizzerà un solo bastone da portare dal lato opposto a quello operato. Al paziente verrà proposto il cammino in tre tempi che prevede di : 1- portare avanti le stampelle. 21 2- portare avanti l’arto operato 22 3- portare avanti l’arto sano 23 In alternativa è possibile effettuare il cammino in quattro tempi: 1- portare avanti la stampella controlaterale all’arto operato 24 2- portare avanti l’arto operato 25 3- portare avanti l’altra stampella 26 4- portare avanti l’arto sano 27 SEDERSI SULLA SEDIA Camminare fino alla sedia e girarsi lentamente, quando la parte posteriore della gamba tocca la sedia , appoggiare le mani sui braccioli, portare la gamba operata in avanti e lentamente accomodarsi sulla sedia ( sorreggendo il peso del corpo con le braccia e la gamba non operata ). 28 29 SALIRE E SCENDERE LE SCALE PER SALIRE PORTARE AVANTI L’ARTO NON OPERATO 30 PER SCENDERE PORTARE AVANTI 31 L’ARTO OPERATO REGOLE FONDAMENTALI 1) Utilizzare sempre le stampelle anche in casa 2) Alzarsi e sedersi dal letto, sedia o poltrona senza fretta, attendere qualche secondo, se non compaiono vertigini si potra’ iniziare il cammino 3) Non avendo ancora un equilibrio ottimale sedersi non appena si e’ stanchi 4) Calzare scarpe con tacco basso e suola antiscivolo, non indossare ciabatte o pantofole aperte 5) Eliminare tutto cio’ che puo’ intralciare o rendere insicuro il cammino: tappeti, cera per pavimenti, ecc. 6) Preferite la doccia al bagno: minor possibilita’ di scivolare o cadere 7) Usare tappetini antisdrucciolo in bagno e possibilmente maniglie di appoggio 8) Non aumentare di peso 9) Evitare di sollevare carichi eccessivi 10) Dedicare almeno trenta minuti al giorno agli esercizi proposti in questo opuscolo 11) La cyclette puo’ essere utilizzata in aggiunta ma non in sostituzione agli esercizi consigliati 32 E’ IMPORTANTE RICORDARE CHE LA NUOVA ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO SARA’ RELATIVAMENTE NON PROTETTA FINO A QUANDO LA MUSCOLATURA DELL’ARTO INFERIORE AVRA’ RIACQUISTATO UN ADEGUATO TONO-TROFISMO MUSCOLARE. SI RICORDA INOLTRE CHE NON ATTENENDOSI AI CONSIGLI DATI, SI POTRA’ INCORRERE IN FENOMENI PRECOCI DI USURA DELLE COMPONENTI PROTESICHE , ESPONENDOSI AL RISCHIO DI UN NUOVO INTERVENTO PER LA SOSTITUZIONE DELLA PROTESI. PUO’ ALTRESI’ SUCCEDERE CHE A DISTANZA DI ANNI DALL’INTERVENTO, LA PROTESI POSSA ANDARE INCONTRO A FENOMENI DI “ USURA” E SE NECESSARIO DOVRA’ ESSERE SOSTITUITA. 33 Note: Note: Note: