SENTOSCRIVO Società Cooperativa esattamente al foglio 34 della cartella clinica di Casalpusterlengo, l’ultima cronologicamente della cinque depositate che dava un’indicazione a VATS con talcaggio. La vostra posizione su questo. C.T. DIF. MARTELLI – Dunque, durante i versamenti pleurici, soprattutto quando neoplastica – abbiamo tumori una della patologia mammella o pregressa altro - l’indicazione laddove il paziente... noi partiamo sempre, Giudice, dal fatto che il l’intervento, perché io parlo paziente solo... possa tollerare quindi io parlo tecnicamente. Laddove ci sia un versamento come questo qui, voi vedete la differenzia che tra il cavo pleurico destro e quello sinistro, c’è un versamento che definirei massivo per cui va svuotato e va fatto il talcaggio, anche perché noi sappiamo essere sicuramente neoplastico o verosimilmente neoplastico. Qual è il vantaggio del talcaggio? Il talcaggio che è un intervento che si fa a minima con un’introduzione di un (inc.) nel cavo pleurico, nel torace di 10 millimetri e un secondo da 5 millimetri, veramente è un intervento molto molto veloce, non comporta niente di drammatico. Abitualmente con un versamento pleurico non abbiamo problemi, perché il polmone è collassato, è compresso dal versamento quindi con la toracoscopia riusciamo a fare il talcaggio, a fare dei prelievi e quindi avere una diagnosi poi di certezza. Ma soprattutto abbiamo la possibilità di far sì che la N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 92 SENTOSCRIVO Società Cooperativa pleura che riveste il polmone, la viscerale, si appiccichi chimicamente alla pleura parietale e quindi a non avere più il versamento e quindi la sintomatologia dispnoica. Lo ripeto ancora, comporta una guarigione? Assolutamente, comporta esclusivamente una qualità della vita. Se brevissima, la Corte pochi mi giorni consente fa, soltanto questo è una di cosa pochissimi giorni fa, questo signore che vi faccio vedere, ve lo devo mostrare, aveva... PRESIDENTE – Chiedo scusa professore, è un suo caso? C.T. DIF. MARTELLI – Sì. PRESIDENTE – Grazie. C.T. DIF. MARTELLI – No, volevo soltanto Giudice... PRESIDENTE – Se è identico al nostro... C.T. DIF. MARTELLI – No, per un motivo solo, per far capire che se il talcaggio viene fatto tardi il versamento, la fibrina che c’è dentro il versamento pleurico si dispone attorno al polmone e dà un trapped lung, da un polmone incarcerato per cui il talcaggio successivamente non è possibile farlo, perché il talcaggio si può fare soltanto all’inizio quando il polmone, tolto il versamento, ritorna e si riespande completamente, non so se mi sono spiegato, ritorna completamente a parete. Questo era un esempio soltanto... PRESIDENTE – È sufficiente. AVV. BELLANI – Professor Martelli, potrebbe mettere la TAC N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 93 SENTOSCRIVO Società Cooperativa per inserire il tubo di drenaggio lei fa lo stesso tipo di lesione che fa persona inserire uno dei tubi della videotoracoscopia? Non ho capito. C.T. DIF. MARTELLI - Credo di essere stato chiaro. Il drenaggio comporta un accesso di un centimetro, di 10 millimetri, drenaggio che metto è quello l’ottica. dove invece E secondo un di mettere accesso di il 5 millimetri, perché un solo accesso si può fare ma non è corretto, anche perché non verrebbe bene il talcaggio, si fa un secondo accesso di 5 millimetri per poter mettere un catetere e fare l’aspersione del talco, la nebulizzazione del talco in modo tale che si diffonda uniformemente nel cavo pleurico e permetta di far sì che ci sia una reazione chimica e possano formarsi le aderenza, quindi elidere il cavo pleurico. AVV. BELLANI - intalcamento Rispetto alle volevo possibilità domandare se ci di fare sono un delle alternative alla metodica VATS e se queste in termini di efficacia di risultato per l’intalcamento come siano definibili? C.T. DIF. MARTELLI – Certo che ci sono metodiche diverse, però... allora, ripeto ancora, con: le toracoscopia io vedo direttamente e aspiro tutto il liquido. Se lei vuole farlo, può fare un talc slurry, che è mettere a caso, senza sotto visione, spruzza a caso il talco o un altro... una volta si faceva con la tetraciclina o con N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 95 SENTOSCRIVO Società Cooperativa farmaci per i tumori, qualunque farmaco che desse reazione alla pleura. Però non è mai una cosa fatta bene, perché lei non vede, lo fa al buio. Quindi tutto si può fare. Allora, quando si metteva il liquido dentro per... diciamo la tetraciclina noi cosa facevamo al tempi in cui non c’era la toracoscopia? Mettevamo, con una toracentesi mandavano dentro il liquido e poi facevamo basculare il paziente sul letto in modo tale che andasse su e giù, però insomma... ecco... non è correttissimo ecco, oggi non lo farei. Una volta lo facevo perché non c’erano altre metodiche, anche una volta non c’era la TAC e facevo senza TAC, però oggi no. AVV. BELLANI – Certo, Professor Avato. C.T. DIF. AVATO – Sì, se posso aggiungere qualcosa a questo proposito. L’indicazione all’intervento in videoassistita di minima è proprio nel fatto che in questa signora noi avevamo una serie piuttosto importante, con una frequenza estremamente ravvicinata pleurico erano che già di episodi stati sottoposti di versamento a toracentesi ripetuta, a drenaggio ma senza soddisfazione. Nel senso che risulterebbe che addirittura nell’arco di una ventina di giorni sottoposta significa la a signora circa una... a cinque come Casalpusterlengo - dire, sei un era toracentesi, rischio stata che infettivo piuttosto importante, così come ha ricordato il Professor Martelli. D’altra parte il Professor Martelli prima, a N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 96 SENTOSCRIVO Società Cooperativa proposito di un altro caso ha ricordato che la pleura è una membrana che produce liquido e quindi bisogna cercare di trovare un sistema che consenta il riadeguamento dell’espansione polmonare con un impedimento tendenziale della pleura di produrre liquido e questo avviene attraverso il meccanismo collabimento dei due foglietti pleurici, quello parietale e quello viscerale. Quindi credo che l’intervento fosse ampiamente indicato proprio in funzione della fenomenologia, della sintomatologia che signora aveva, che era tale da comportare progressivamente una difficoltà respiratoria importante. Tanto per fare un esempio, l’intervento di talcaggio è l’intervento che si fa per esempio nei casi di mesotelioma pleurico, nei casi di fibrosi polmonare da amianto proprio collabimento produzione l’espansione perché delle con membrane paraneoplastica per quanto è il talcaggio, pleuriche da si evita versamento possibile con del e la il a quindi polmone. In questo senso l’obiettivo che ci si propone e il risultato che si ottiene è la facilitazione del respiro, per quanto povero avrebbe comunque è lasciato migliore a se di quello stesso. In che il paziente questo senso l’intervento di palliazione. Se vogliamo essere precisi non parlerei nemmeno di qualità della vita, perché le scale, tutte quelle che sono proposte, il Presidente ha ragione, lasciano il tempo che trovano perché dipendono N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 97 SENTOSCRIVO Società Cooperativa da una soggettività sia di chi le propone, si di chi a queste scale dell’intervento risponde. Però palliativo è il il dato obiettivo miglioramento della fenomenologia non soltanto soggettiva ma anche obiettiva, perché il respiro Quindi in questo migliora, caso il la respirazione risultato che migliora. si cerca di ottenere attraverso la riespansione polmonare, attraverso la riespansione polmonare, attraverso la minore produzione di liquido all’interno della cavità pleurica è proprio come dire una facilitazione del respiro. In questo senso l’intervento di palliazione. Gli interventi palliativi sono interventi intervengono sul sintomo, non intervengono sulla patogenesi o sull’eziologia. Però da un altro punto di vista è un intervento che se non è di necessità è di elezione, perché è un intervento palliativo se volete di elezione. Ovviamente la vita di questa signora non era immediatamente a rischio, però, come dire, la facilitazione che comunque un intervento di questo tipo avrebbe determinato era sicuramente positiva rispetto all’aggravio di sovraccarico funzionale e di rischio sistemico, di infezione sistemica legata ad altro tipo d’intervento, ad altro tipo di modalità d’approccio. Ecco in questo senso l’indicazione è l’utilità. C.T. DIF. ORSETTI – Io vorrei aggiungere una cosa per quanto riguarda la palliazione. È vero che la palliazione agisce sul sintomo, è vero che migliora la qualità della vita, N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 98 SENTOSCRIVO Società Cooperativa ma in casi come questi in cui la morte può essere causata dall’insufficienza respiratoria la palliazione allunga anche la vita. Cioè non è vero che non ha nessun effetto; non ha effetto sulla neoplasia, ma su tutte quelle che sono le conseguenze della neoplasia, e sono conseguenze anche severe in questi casi, può avere un effetto perché è in grado di allungare la vita. Questo è il primo aspetto. Il secondo aspetto. Vedo questa TAC, ne ha fatte già quattro di toracentesi, non si possono più fare, non si devono fare. Quella TAC fa vedere un polmone che è un pugno, io ci posso mettere tutti i drenaggi che mi pare, quel polmone non si riespande. Ho un altro problema, che ho il versamento anche dall’altra parte. Io rischio di mettere due drenaggi e di non ottenere nulla. Quale è il senso di quello che sto facendo? Ha senso se la paziente non è in grado di sopportare l’intervento chirurgico. Cioè l’indicazione che c’è nei confronti di quella TAC e in rapporto al raccordo anamnestico che è stato effettuato dai sanitari è un’indicazione chirurgica. Se poi non posso fare l’intervento chirurgico non è un problema mio, io Brega Massone, chirurgo, dico: io questo lo devo operare, parliamo con l’anestesista e vediamo se possibile che io possa fare questo approccio chirurgico, e poi discuteremo di questo aspetto. C.T. DIF. MARTELLI – Volevo aggiungere una cosa se posso, perché non ho risposto completamente alla domanda. Mi N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 99 SENTOSCRIVO Società Cooperativa sembra che l'Avvocato mi abbia chiesto la bilateralità. Allora, il problema è uno solo: se uno è veloce, se fa bene le cose le può fare benissimo con grande vantaggio per due soggetti. Uno, per la paziente che fa una sola anestesia, perché ovviamente se lo faccio prima a destra o prima a dall’altra sinistra parte e deve dopo fare una due settimana anestesie. lo faccio Scusate, il paziente è già intubato, non serve altro che finita la prima parte ruotare il paziente sull’altro e fare l’intervento. La seconda cosa, che è una cosa che ci interessa di meno, ma che alcuni lo fanno questo ve lo dico, lo so perfettamente, a Roma c’è un problema adesso grosso con l’Ospedale Israelitico come sapete, è che se io lo faccio in due tornate prendo due DRG, nessuno se l’è mai posto questo problema? Facendolo in un’unica volta sviluppo un DRG 75 che è l’intervento maggiore di Chirurgia Toracica e basta, ma questo è una cosa che non ci riguarda, però è bene dirlo. Allora ritengo che laddove, e siamo sempre al solito, la paziente potesse sopportare un’intubazione un’anestesia, ma non orotracheale sono io e che lo quindi fare decido, è l’anestesista, io credo che data la velocità, data la semplicità, perché parliamo anche di qualcosa di semplice... perché nessuno qui ha detto che questo è un intervento banale, ma credetemi la letteratura è piena di interventi contemporanei, lo sa bene tutta la Chirurgia N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 100 SENTOSCRIVO Società Cooperativa Toracica italiana, di sternotomie mediane per togliere metastasi bilaterali in unica botta; di fare due toracotomie sequenziali si fanno, non è una cosa che non si fa. Parliamo di toracotomie, non di videotoracoscopia, che, voglio dire, l’accesso è meno traumatizzante e traumatico. Io onestamente se fosse stata mia sorella io l’avrei fatto, questo controindicazione. controindicazione A non sicuro. meno venga Non che, per vedo la ripeto, un fatto la funzionale respiratorio, cardiologico o altro. Ma lì noi non altro che migliorare il quadro, perché ricordate quell’immagine, il cavo pleurico di destra è pressoché completamente l’unica invaso maniera rispondere per anche, da un versamento dare... perché per lui il ha pleurico mesotelioma fatto ed è volevo l’esempio del mesotelioma. È un tumore altamente maligno, però quando volete io vi posso dimostrare il talcaggio fatto dodici anni fa permette alla paziente... non è guarita perché c’è ancora il mesotelioma, ma di campare bene. Quindi ha una sua (inc.) valenza diciamo il talcaggio, questo “sì, perché ha se ragione no è finita Orsetti, quando dice: no, ti prolunga pure la vita”. Però io dicevo la VATS con accanto invece della VATS due drenaggi, quindi il versamento drenaggio, sostanze, lo viene sempre fuori. dicevo prima Giudice, proteine, perché la Poi mettendo che pleura è si un il perdono organo N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 101 SENTOSCRIVO Società Cooperativa ampia di parenchima polmonare, cioè se io levo mezzo polmone o un polmone è chiaro che respiro con tre quarti di polmone o con un solo polmone e quindi la condizione mi peggiora. In questo caso non c’è stato, questa ha levato un pezzo di polmone che è un ventesimo di quello che sono i polmoni normali, quindi dal punto di vista funzionale non ho pagato nulla, anzi ho guadagnato perché quel polmone non funzionava al 100%, quello di destra, adesso mi funziona al 100%, quindi ho guadagnato dal punto di vista funzionale in maniera notevole, in maniera enorme. Qual è l’altro aspetto? Che ho letto da qualche parte che è un intervento doloroso e che nel postoperatorio ci sono problemi. Su questo, intanto ho letto la terapia postoperatoria di vantaggio che hanno praticato nei confronti di diversi pazienti e tutti quanti sono stati classificati nella classe 1A una classe a bassa intensità di dolore. La videochirurgia non è un intervento ad dell’anestesista, far sì che il alta intensità compito paziente di dolore. dell’anestesista nel è postoperatorio Compito quello non di abbia dolore. È chiaro che è difficile ottenere un risultato di questo tipo, perché se consideriamo il dolore da 1 a 10, ottenere tutti i pazienti che abbiano un dolore 1, e fino a 3 il dolore non va trattato, è un po’ difficile. Però esistono delle metodiche che possono essere utilizzate che comunque ci permettono di tenere un paziente con un N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 103 SENTOSCRIVO Società Cooperativa valore numerico riferisco alla di dolore che è somministrazione inferiore a endovenosa 3 di e mi farmaci analgesici, mi riferisco a procedure di tipo cruento come il posizionamento peridurale, e un catetere un’anestesia dell’intervento prima di componente un l’intervento dolore che uno subaracnoidea chirurgico, durante in è blocco spazio prima paravertebrale chirurgico. Quindi appannaggio la esclusivo dell’anestesista non deve assolutamente entrare in gioco nel dire: tu hai dolore, non ti opero nel postoperatorio, perché dire una cosa del genere vuol dire abolire ormai tutta quanta al chirurgia. Non può essere il dolore che m’impedisce di operare. Quando nel postoperatorio c’è il dolore il torace non funziona, ma chi l’ha detto? Nel postoperatorio il dolore viene trattato dal punto di vista farmacologico o con metodiche cruente mini invasive per cui il paziente nel postoperatorio deve avere un dolore, e questo è scritto in tutte le linee guide delle società italiane, europee ed internazionali di Anestesia ed Analgesia, deve avere un dolore con un Vas, o con un Rs che è inferiore a 4. AVV. BELLANI – Per parlare sintomatologia dolorosa postoperatoria, volevo chiedere se quando si manifesta ha un picco e un andamento rispetto naturalmente all’intervento chirurgico quindi, cioè una sintomatologia dolorosa postoperatoria legata all’intervento che possa N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 104 SENTOSCRIVO Società Cooperativa quindi modificare o inibire la respirazione se ha un andamento nel tempo che varia. C.T. DIF. ORSETTI - Permesso che se parliamo di dolore, il dolore correlato alla toracotomia è nettamente superiore a quello correlato alla videochirurgia, quindi non sono paragonabili perché se io in toracotomia ho un dolore, ho un Vas che 7 o 8 nella fase postoperatoria immediata, nella toracoscopia posso avere addirittura un dolore 3 o 4 è c’è chi non ha dolore. Poi c’è chi ha dolore di più, perché il dolore comunque è un sintomo soggettivo. Ma l’acme del dolore si ha nelle prime 24 ore, poi c’è una curva discendente ventunesima progressiva giornata, ma parlo nei di giorni fino toracotomia, in alla cui alla ventunesima giornata il dolore è 0 o 1, in settima o ottava giornata il dolore è al disotto del Vas che va trattato. AVV. BELLANI – Questa è una domanda che faccio a tutti ma... avete giù in parte risposto, però il Professor Sartori rispetto alla bilateralità ha affermato che la bilateralità simultanea in questo caso è un indice di aggressività senza limiti e che soprattutto lui dice “se fosse stata la VATS solo da una parte probabilmente la paziente non sarebbe morta”. C.T. DIF. ORSETTI – Allora, rispondo in maniera abbastanza semplicistica. Qui abbiamo fatto due videotoracoscopie, ad una abbiamo messo soltanto un drenaggio, ad una N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 105 SENTOSCRIVO Società Cooperativa abbiamo fatto una resezione minima, okay? Se questo è un intervento prevede aggressivo, la un intervento pneumotomia, cioè toracotomico l’asportazione di che un polmone, non può essere nella maniera più assoluta fatta neanche a quello che ha vent’anni. Cioè non è possibile affermare che un’aggressione resezione un più di intervento grave parenchima di bilaterale qualsiasi superiore a comporta toracotomia un lobo, con nella maniera più assoluta. La bilateralità dell’aggressione è ormai entrata nella routine delle nostre sale operatorie e la facciamo quando è necessario sempre assolutamente. Perché se così non fosse qualcuna delle società scientifiche di riferimento avrebbe scritto nelle linee guida, che pur non rappresentano dei protocolli ma dei consigli, che non deve essere fatta una VATS o una toracotomia bilaterale. Nessuno l’ha mai scritto. È tutto legato alle condizioni cliniche del paziente. Certo se ho un soggetto che è un ASA 5, non ha versamento, non lo miglioro e gli vado a fare una toracotomia bilaterale lo so benissimo che quello non sopporta l’intervento. Cioè siamo fuori da qualsiasi linea guida nazionale e internazionale. C.T. DIF. MARTELLI – Volevo soltanto aggiungere che mi sembra molto strano tutto questo, perché è esperienza di chi fa queste cose, non di chi le racconta... purtroppo la Medicina si divide in due grandi tronconi: chi la fa e N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 106 SENTOSCRIVO Società Cooperativa chi la racconta, questo è importante. Vedete, nella mia esperienza ho operato gente che aveva già fatto l’intervento di pneumonectomia, che ha tolto un polmone e che è rimasto pleurico, con torniamo un unico sui polmone versamenti e nel pleurici, versamento siccome è fatto un versamento pleurico nell’unico polmone sano ho avuto la possibilità di avere l’anestesista che mi ha detto “vuoi fare un talcaggio? Lo fai veloce? Lo facciamo, non c’è nessun problema”. È stato fatto con un polmone unico. Quindi l’aggressività, questo è soltanto per fare capire come videotoracoscopia videotoracoscopia meglio tutti una via sta... non è si tutto d’accesso chirurghi abbiamo l’aggressività può tranne dire, che aggressivo. fatto delle un Lo cose con la perché la intervento, ricordo, che o noi dovremmo farci un attimo una domanda, quando noi abbiamo un tumore che infiltra la parete toracica e portiamo via quattro costole e gli facciamo... o meglio, per quelli che sono più anziani, i vecchi, non ci sono chirurghi vecchi qua purtroppo, ma quando c’è stata la tubercolosi tutti quanti sapete quello che si faceva: le toracoplastiche. Erano interventi che nemmeno ad Auschwitz si facevano, era una cosa demolitiva pazzesca. Allora, scusatemi, io voglio ribadire questo concetto, voglio spezzare una lancia a favore di questa metodica che non è altro che favore del paziente, che è una metodica molto semplice, N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 107 SENTOSCRIVO Società Cooperativa che è una metodica che in mano a chi la fa e la abitualmente, per un talcaggio non ci vogliono più di pochi minuti, pochi minuti, io dico pochi minuti intendo 10 minuti non di più, beh a fronte di questo do un vantaggio enorme al paziente e siccome io credo che noi dobbiamo fare sole questo, questo è il nostro compito, di mettere nelle migliori condizioni il paziente. Poi il risultati non lo riusciamo a garantire, ma questa è cosa diversa. Noi parliamo delle indicazioni scusate, allora nelle indicazioni io credo che sia giusto fare una cosa del genere perché realmente non è una cosa altamente invasiva. Non so se ho detto... PRESIDENTE - È stato chiarissimo, andiamo pure avanti. AVV. BELLANI – Professor Orsetti, scusi nello specifico, se possiamo tornare alle condizioni della paziente preoperatorie rispetto alla bilateralità che era prevista come eventualità anche nel consenso informato che è stato firmato. C.T. DIF. ORSETTI – L’ho già detto, sono delle condizioni preoperatorie che ha valutato l’anestesista quantificando il rischio in assolutamente una classe permittenti intermedia ASA all’intervento 3, ed chirurgico. era In questo caso escono fuori dei problemi diversi che sono legati alla possibilità che la paziente abbia metastasi in altre sedi del corpo. Intanto si tratta metastasi ininfluenti dal punto di vista dei parametri vitali e poi N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 108 SENTOSCRIVO Società Cooperativa non sono documentate, perché l’unica certezza è che abbia metastasi pleuriche. Perché se noi andiamo a vedere, a livello epatico la TAC ci fa vedere una nodulazione a livello del sesto eccetto una forse, attraverso segmento, che non potrebbe angiografia. A sembrano poi livello metastasi essere trattata cerebrale c’è una lesione di dubbia interpretazione; a livello osseo non c’è niente. Quindi non ha una patologia tale da dire: qui ci troviamo di fronte ad una paziente che presenta delle patologie correlate di tipo metastatico che possono indurci a pensarci un attimino. Questa di documentato non ha nulla in permittenti. siccome effetti Ma questa e le comunque ha a condizioni cliniche prescindere un’unica da possibilità ogni di sono cosa, morire: l’insufficienza respiratoria, va trattata l’insufficienza respiratoria e va trattata con la metodica migliore, con quella che gli permette di risolvere il problema. AVV. BELLANI - Sul postoperatorio. Intanto sull’esecuzione dell’intervento vi sono obiezioni dalla descrizione, vi sembra regolare? C.T. DIF. MARTELLI dell’esecuzione qui bisogna – No, io dell’intervento, entrare all’intervento. ma La prima cosa non entro l’intervento Avvocato, importante nel merito è così... nell’indicazione è l’indicazione all’intervento. L’indicazione all’intervento io lo scrivo e lo sottoscrivo c’è tutta, tutta, tutta tutta, tutta per N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 109 SENTOSCRIVO Società Cooperativa la qualità della vita, punto. Chiunque lo vede un cavo pleurico di quel genere... quello tira il fiato coi denti, è così, non è che... è una cosa obiettiva, non è una cosa soggettiva. Poi il soggettivo può essere farla bilateralmente. Io ho la mia clinica e quindi lo faccio in due volte, così piglio due DRG e così via, ma non è questo. Qui c’è da dire: c’è un’indicazione? Sissignore c’è un’indicazione. Sei capace di farla? Sì. Sei veloce a farla? Sì. E allora basta, fine. AVV. BELLANI – Professor Orsetti scusi, ritornando ai valori, quindi a quelle valutazioni che concernono le condizioni della paziente, anche a pagina 17 del suo appunto sono riportati, proprio all’arrivo in pronto soccorso, la saturazione è 88% quando arriva in pronto soccorso... C.T. DIF. ORSETTI – Sì, la paziente quando arriva in pronto soccorso non è che sta proprio benissimo, ma questo è legato al praticamente versamento un pleurico polmone dalla che gli ha ventilazione. escluso Se noi consideriamo che in linea generale in un soggetto normale ed in maniera standard il polmone destro vale 52 e il polmone sinistro vale 48, questa sta con la funzione respiratoria che è ridotto del 52%. Troppo sta bene se ha una saturazione che è 88. Io vedo però la saturazione che fatto poi successivamente in pronto soccorso che non 88, perché allega... ha un pH di 7,5 una PCO2 di 39, una saturazione di 92, una PO2 che è 60. Quindi diciamo che N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 110 SENTOSCRIVO Società Cooperativa dubbio, cioè non c’è il polmone di destra, cioè come fa questa a stare bene, poverina? Poi avrà compensato, avrà avuto una dispnea forse al movimento e non a riposo, che è cosa diversa, ma è certo una che si può fare 50 metri non dico di sicuramente, corsa, perché va ma in neanche camminando veloce debito d’ossigeno, perché altrimenti i polmoni non ci servono a niente, cioè voglio dire. C.T. DIF. MARTELLI – Comunque Avvocato l’emogasanalisi di 88 di saturazione, non andiamo a vedere la clinica, allora riprendiamo i numeri, 88 di saturazione non è che poi è un dato brillantissimo, dico bene? Perché se no bisogna fare vedere la curva della dissociazione... 88 è bassino. AVV. BELLANI - Sono state fatte delle biopsie sulla pleura e sul frammento di parenchima polmonare. Professor Orsetti e naturalmente chi ritiene di rispondere, come le valuta? C.T. DIF. ORSETTI – Le valuto bene, nel senso che posso servire a fare la diagnosi. Dal punto di vista funzionali sono assolutamente ininfluenti. Assolutamente ininfluenti dal punto di vista funzionale e su quello che è successo successivamente alla paziente, non sono assolutamente da correlare al successivo decesso, non c’entra niente, è tutta un’altra cosa. Cioè è stata levata... le biopsie pleuriche non danno nessun problema, nel senso che non è N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 112 SENTOSCRIVO Società Cooperativa versamenti pleurici, quelli di NDD, o che quelli che noi sappiamo essere neoplastici è d’obbligo, d’obbligo, non facoltativo, è d’obbligo per il chirurgo fare dei prelievi multipli. Ora mi sembra di aver letto da qualche parte che qualcuno abbia detto che più prelievi si fanno più il DRG aumenta, no, nossignori. Vorrei ricordare esclusivamente che il DRG della Chirurgia Toracica è uno: il DRG 75. Quelle che si dicono le biopsie pleuriche, le biopsie polmonari o quant’altro sono procedure che nel caso specifico non comportano un aumento del DRG, perché il DRG della Chirurgia Toracica, degli interventi maggiori al torace è il 75, 76 e 77, andatelo a vedere perché è questo. Quindi non è che un chirurgo fa più biopsie perché così poi domani al direttore generale ho fatto vedere che ho fatto... no no, assolutamente. Fa più biopsie perché certezza la purtroppo certezza ce non l’ha dopo l’ha mai, l’esame perché la istologico. Spesso e volentieri ci dico “la risposta te la diamo sul definitivo”, qualche volta uno fa lo spiritoso “che vuoi che ti mando il paziente e mi tengo il pezzo?”, perché realmente purtroppo la risposta anche nell’estemporanea non è mai esaustiva. Allora è un atteggiamento che facciamo un po' tutti di fare più biopsie, perché non ne abbiamo la certezza, a meno che uno non abbia un carciofo così e l’ha preso e buonanotte al secchio, ma non lo sappiamo mai. Quindi secondo me è giusto, ma è giusto nei N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 114 SENTOSCRIVO Società Cooperativa confronti del paziente perché poi possa, soprattutto oggi che tutto sta cambiando e rapidamente evolvendo anche nelle chemioterapie, fare una chemioterapia mirata. Difesa Brega Massone – Avvocato Fornari AVV. FORNARI resezioni - Una domanda avrebbe rapidissima, richiesto un queste consenso biopsie specifico e da parte del paziente? C.T. DIF. MARTELLI – Ma io credo che quando uno va a fare un intervento, io questo onestamente... forse il professore ce lo può dire, ma quando tu vai a fare un intervento per una toracoscopia, una VATS per un talcaggio, certamente soprattutto nel caso specifico non di un pneumotorace di un ragazzo giovane, ma di una persona che ha un versamento pleurico ed una persona neoplastica, cioè una persona che già è affetta da un tumore, è implicito... vede Avvocato, quando io faccio una lobectomia per un tumore sicuramente dico “devo asportare il tumore, ce l’hai al lobo superiore di sinistra”; non metto mai nel consenso: più linfectomia. La linfectomia è dentro l’intervento di lobectomia e dovrebbe essere strillato, sgridato che invece completamento della toracoscopia per un non lo fa, stadiazione. talcaggio, perché Ora, buttare il quello è un fare una talco così, allora lascia perdere, farglielo fare allo scarparo sotto casa. No, quello è... perché è tutto l’atto, io faccio la N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 115 SENTOSCRIVO Società Cooperativa toracoscopia per un talcaggio, è ovvio che là dentro... un attimo, ho detto non per un pneumotorace banale, ma per un versamento pleurico neoplastico. È ovvio che io devo avere la certezza per te di garantirti di avere un esame istologico che sia un esame istologico serio. Certe volte Avvocato nonostante più prelievi, mi creda, non riusciamo a fare una diagnosi, perché non è sempre così, perché la Medicina non è matematica purtroppo. AVV. FORNARI – Chiarissimo, se può rispondere anche il Professor Avato. C.T. DIF. AVATO – Se posso aggiungere, la questione diciamo della completezza dell’informazione, la completezza dei vincoli dati al tecnico nel momento in cui si propone d’intervenire. Dipende, perché in alcuni casi io non so assolutamente che cosa mi si para davanti; in altri casi, nella maggioranza, avendo un’ipotesi d’intervento lo devo il più possibile non dico completo, ma proporzionato, il che significa che io andrò ad eseguire tutti quegli atti che mi rendono, mi mettono in condizioni di restituire il paziente nella migliore delle condizioni possibili. Allora e dal punto di vista diagnostico e dal punto di vista terapeutico enfisematose io accanto se ho all’area per in esempio cui ho delle bolle aggredito, ho fatto la cruentazione, sono entrato con le mie ottiche, leverò rompono le bolle cosa enfisematose, ottengo? Un perché altrimenti pneumotorace e se si aggravo il N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 116 SENTOSCRIVO Società Cooperativa semolino. esperienza Ora, per quello autoptica che può soprattutto, valere in la parte mia clinica, perché quand’ero a Pavia mi occupavo di intossicazioni acute quindi avevo anche di questi casi da seguire soprattutto in Pediatria, ma autoptica, il primo caso di decesso da bolo alimentare io l’ho visto nel 1972. Ovviamente lì il decesso è stato immediato perché il bolo occludeva completamente la via respiratoria principale, quindi si è trattato di un’asfissia meccanica iperacuta. In altri casi, e faccio riferimento alle cosiddette morti improvvise nel lattante, la casistica è diversa, perché si aveva l’inalazione di latte da parte del lattante e sorprendentemente il decesso, con ricostruzione ex post, avveniva a distanza di 6 – 24 dall’inalazione del latte. Noi si faceva l’autopsia e si vedevano questi polmoni con un’esplosione broncopolmonitica in un arco di tempo oltretutto coerente. Questo era legato al fatto che per un certo periodo di tempo si era ritenuto utile allontanare il bambino dalla mamma, è molto meglio che venga seguito nel nido. Allora lì la discussione: tenerlo a pancia in su, tenerlo a pancia in giù. Il fatto è che il bambino rigurgita... PRESIDENTE – Dottore, io devo intervenire perché queste sono divagazioni, la domanda... C.T. DIF. AVATO – No no non sono divagazioni... PRESIDENTE – La domanda... N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 118 SENTOSCRIVO Società Cooperativa C.T. DIF. AVATO – Attiene al meccanismo... PRESIDENTE – Dottore, dottore, se la Corte non capisce e ritiene che siano divagazioni, la invito per cortesia... C.T. DIF. AVATO – Va bene, però è il meccanismo della lesione e quindi anche il nesso di causa che si ricollega al meccanismo produttivo, al tipo di inalazione e alla tempistica della produzione di certe manifestazioni. Il nesso di causa in questo caso io credo che possa essere affrontato facendosi materiale alimentare episodio flogistico? alcune è Uno, idoneo provocare Assolutamente l’evoluzione clinica semolino ritenersi può mezzo domande. a sì. seguito aggravata? a D’altra questo parte dell’inalazione Assolutamente un sì. di A contraris, l’evoluzione clinica se il semolino non fosse stato aggravato probabilità sì, sarebbe stata positiva? Con estrema tenendo conto dell’evoluzione che i parametri respiratori ci hanno dato nell’arco di quelle giornate. AVV. FORNARI – Quindi ipotizza, scusi, che l’ingestione di semolino possa avere avuto un’efficacia interruttiva del decorso causale? Ammesso che... C.T. DIF. AVATO – Per quello che può valere la mia esperienza, sì. C.T. DIF. MARTELLI – Io volevo dire una cosa, se no veramente ci perdiamo. Sì, il semolino può essere pure che l’abbia fatto, abbiamo visto pochi giorni fa il Professor N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 119 SENTOSCRIVO Società Cooperativa Parenzan è morto, lo sapete tutti no?, il cardiochirurgo, è morto inalando uno spicchio di mandarino, non so se l’avete saputo, il Professor Parenzan era un grande cardiochirurgo pediatrico... PRESIDENTE – Sappiamo tutto, l’abbiamo già commentato. Premesso che il mandarino non è il semolino. C.T. DIF. MARTELLI – Infatti ma quello... ecco no, Giudice no, per spiegare, quello è stato acuto perché il mandarino ha ostruito, il semolino è liquido e vattelappesca... voglio dire qui è difficile... PRESIDENTE – Potremmo discutere sulla consistenza del semolino. C.T. DIF. MARTELLI – No. PRESIDENTE – Sì, su quello che viene distribuito nelle cliniche accreditate a Milano possiamo discutere... C.T. DIF. AVATO – Sì, sta di fatto che il semolino... PRESIDENTE – Proprio perché viene dato il semolino, eh perché non è liquido, comunque... C.T. DIF. AVATO – No, ma è tale comunque la consistenza del semolino, che sia più o meno compatto, nel raggiungere i bronchioli Questo è periferici il se fattore non i bronchioli assolutamente terminali. necessario e sufficiente, quindi causa determinante di un meccanismo flogistico produttivo di quello che volgarmente chiamiamo broncopolmonite, questo è un dato di fatto. AVV. FORNARI – Grazie. N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 120 SENTOSCRIVO Società Cooperativa somministrata una quantità di ossigeno che è notevole. Ha un pH acido che rasenta l’incompatibilità con la vita, ha una PCO2 elevata e una saturazione che va scendendo. Le condizioni cliniche peggiorano rapidamente, ma rapidamente e con ogni probabilità, come ho detto non certezze, perché la certezza non si ha se non c’è un esame istologico alveolare di l’inalazione che residui di dimostra la alimentari, alimenti è presenza con ogni stata a livello probabilità responsabile o corresponsabile dell’evento morte. AVV. BELLANI – Professore, se lei fa un passo indietro e va alle note infermieristiche dell’inalazione del del semolino; 17, prima ecco, la quindi paziente certamente non è in buone condizioni, ma il foglio dei parametri vitali, in particolare la saturazione riesce a vederla qui? C.T. DIF. ORSETTI – È il 94% con una frequenza cardiaca di 100. AVV. BELLANI – Io riporto il 96% il 17 dal suo... C.T. DIF. ORSETTI – Alle ore... alle (inc.) è 96 sì. PRESIDENTE – Poi non scende a 92? C.T. DIF. ORSETTI – (inc. fuori microfono). PRESIDENTE – Ah, scende. C.T. DIF. ORSETTI – Sì sì. PRESIDENTE – Ah, okay. C.T. DIF. ORSETTI – 96 e poi 92. N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 122 SENTOSCRIVO Società Cooperativa AVV. BELLANI – Si, poi però risale ancora, se guarda alle 19.00. C.T. DIF. ORSETTI – Poi va a 91, poi 92, va beh insomma c’è una situazione verifichi diciamo l’evento. sicuramente la di Dopo stabilità stabilità che si prima che verifica respiratoria si si l’evento perde e la situazione va sempre a peggiorare. AVV. BELLANI – Abbiamo anche un valore di 94, professore. C.T. DIF. ORSETTI – Sì sì. AVV. BELLANI – Sempre il 17 e poi torniamo a... e arriviamo a 84 il giorno dopo, sì. Una domanda: il talco purificato che s’immette con una VATS è nocivo, è dannoso? Perché è stato detto: il talco non fa bene. C.T. DIF. MARTELLI – No, il talco... se è il borotalco no. Il talco è un purificato, talco è un chirurgico, talco se attenzione asbesto, è ma un talco scherziamo? Scusate, sterile... deve essere sterile non si discute, cioè non ho detto sterile, ma tutto quello che si mette nell’organismo, tranne per osso, deve essere sterile e su questo non... se no cominciamo dalla prima elementare. No, il talco è un talco che è apposta fatto per il talcaggio, che non è lasciato al singolo operatore, dice: va beh adesso compro il Felce Azzurra e ce lo metto, siccome respira male metto il talco mentolato, ma stiamo scherzando? Esiste un talco come esistono le medicine, è un medicinale, vorrei vedere... è un presidio medico N. R.G. C.A. 13/12 - R.G.N.R. 25477/08 - 03/02/2014 c/BREGA MASSONE PIER PAOLO + ALTRI 123