11 Settembre 2001 New York 11 Marzo 2004 Madrid 7 Luglio 2005 Londra Sono sopravvissuto! Essere coinvolti in attacchi terroristici significa trovarsi all’improvviso in una condizione di grave rischio per la sopravvivenza, il più delle volte senza la capacità di affrontare il pericolo, con conseguenze traumatiche sia a livello cognitivo che emotivo. Caratteristiche per generare uno shock emotivo ed essere definito trauma secondo il DSM-IV (Diagnostic and statistical Manual of Mental Disorders) criteri fondamentali: SITUAZIONE Deve implicare una esperienza diretta come l’assistere a una minaccia di morte o danni a integrità fisica propria o di elementi della famiglia (combattimenti, prigionieri di guerra, ostaggi, tortura, scippo,violenza sessuale) REAZIONE risposta della persona all’evento • Intensi sentimenti di paura • Orrore • Senso di impotenza nel fronteggiare la situazione (elemento chiave del trauma) L’attacco terroristico colpisce all’improvviso • Coinvolge persone intente a normali attività quotidiane, impreparate a gestire una condizione altamente drammatica per la sopravvivenza. • Situazioni di grave pericolo molte persone cadono in stato confusionale paralizzante (freezing) che impedisce di pensare a modalità di fuga, molte di queste hanno perso la vita senza provare a salvarsi Effetti traumatici a breve e a lungo termine Nelle ore successive l’evento emergono sintomi come stato mentale confusionale, ansia, irritabilità fino a episodi dissociativi A livello cognitivo • Condizione di distacco dal proprio corpo • Riduzione consapevolezza di ciò che accade all’esterno (stato crepuscolare). Mondo irreale • Difficoltà di concentrazione e ricordo di eventi legati al trauma A livello emotivo Due diverse modalità di reazione: • Ridotta capacità di sperimentare emozioni Distacco affettivo (poche emozioni) Anestesia emozionale • Eccessivo stato di eccitabilità (con ansia e paura) Mostrano eccessivo stato di allarme, ipervigilanza, difficoltà di sonno, costante stato di emergenza, sensi di colpa per non essere intervenuti a salvare o soccorrere altri o essere sopravvissuti Processo post traumatico • Intrusione: irruzione di pensieri, immagini sentimenti relativi a effetto traumatico (stati dissociativi in cui si sembra rivivere gli episodi trauma) • Evitamento: impedire che i ricordi e i pensieri riaffiorino alla mente, stare lontani da luoghi o persone che rammentino il trauma, difficoltà a ricordare evento, disinteresse verso attività e relazioni pre trauma (sintomi dissociativi) A livello cognitivo Distacco affettivo o assenza reattività emozionale verso mondo esterno Perdità di contatto con realtà: • Derealizzazione (quello che accade non è vero) • Depersonalizzazione (vedere il proprio corpo dall’esterno che compie azioni al di fuori del proprio controllo) Scomparsa dei sintomi • Nei giorni seguenti l’evento i sintomi tendono a diminuirsi, la mente riprende il normale funzionamento, si attenuano emozioni di spavento e paura. • In alcuni soggetti i sintomi tendono a persistere a lungo termine (disturbo post-traumatico da stress) • Le differenze dipendono da fattori come la gravità dell’evento, il contesto socioculturale, l’età, personalità ed esperienze infantili Superamento dell’evento traumatico e stili di attaccamento La percezione della minaccia a seguito di attacchi spinge le persone a modificare i propri comportamenti, incentivando una maggiore ricerca di contatto relazionale con membri della propria famiglia o amici. In una ricerca a distanza di due settimane dalla fine degli attacchi missilistici iracheni su Israele durante la guerra del golfo condotta su studenti vicini a zone belliche (reazioni di civili in situazioni di guerra in relazione a stili di attaccamento) è emerso che: • Vi è uno stile di attaccamento sicuro (derivante da costanti esperienze di supporto e protezione) • Uno stile insicuro (evitante e ambivalente) dovuto a figura allevante assente in cure o sostegno affettivo. Risultati • Dopo l’attacco notevoli differenze in funzione stile di attaccamento, gli evitanti mostravano maggior ostilità nei confronti di minaccia e tendenza a somatizzazione, gli ambivalenti mostravano livelli di ostilità e somatizzazione più simili ai sicuri, con maggiori sintomi di ansia e depressione. Gestione stress • Persone sicure: ricorrono più frequentemente a ricerca di supporto e vicinanza di cari • Ambivalenti: ricorrono a strategie (mirate a espressione di esperienze negative) per manifestare il disagio • Evitanti:ricorrono al distanziamento affettivo o tolgono la attenzione da ciò che provoca stress, enfatizzando senso di efficacia autopersonale Si può risalire alle differenze in termini di schemi operativi interni, ovvero alle rappresentazioni mentali di se stessi e degli altri • Sicuri: rappresentazione mentale di se come capaci di superare eventi critici (minori ansie e migliori strategie), fiducia negli altri e disponibilità nel dare aiuto in momenti di bisogno. • Ambivalenti: sviluppo di ipervigilanza associata ad elevati livelli di stress post-trauma • Evitanti: rimuovono emozioni negative, specie ansia e sviluppano sintomi fisici a seguito di trauma Terrore della morte e stili di attaccamento • Lifton 1979 “immortalità simbolica” (interpretazione psicologica di confronto con terrore della morte), diversità: • Sicuri (attitudini positive per se e altri): confronto con morte attraverso attività che aumentano il senso di immortalità simbolica e riducono terrore • Insicuri: (atteggiamento negativo), paura di morire, senso di fallimento personale • Evitanti: bassi livelli di immortalità simbolica, attivazione meccanismi di soppressione e negazione della morte, distacco da esperienze che generano paura e minaccia • Ambivalenti: intreccio fra paura del destino e senso di immortalità simbolica (senso di immortalità simbolica simile a sicuri, ma paura relativa alla propria fine). Non riescono a distanziarsi da eventi minacciosi e non in grado di reprimere pensieri o emozioni negative. Sistema cognitivo sopraffatto da preoccupazioni, con fallimenti nel fronteggiare la morte. Meccanismo di protezione inefficace per liberare da ansie e angosce, il pensiero è che non vi sia traccia del loro passaggio dopo la morte. Accessibilità ai ricordi del trauma • Sicuri: ricordano l’evento trauma con livelli moderati di emozioni negative • Ambivalenti : ricordano l’evento con forte angoscia, accompagnato da stress • Evitanti: soppressione totale dei ricordi della morte Tratto da psicologia contemporanea Scritto da Lorenza di Pentima docente di psicologia sociale Università La Sapienza, Roma Disponibile in internet: www.ducaserale.altervista.org RELAZIONE DI MARIO BULIGHIN 4 ASX 2008/2009