11 Settembre 2001
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11
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7 Luglio 2005
Londra
Sono sopravvissuto!
Essere coinvolti in attacchi terroristici
significa trovarsi all’improvviso
in una condizione
di grave rischio per la sopravvivenza,
il più delle volte senza la capacità
di affrontare il pericolo, con conseguenze
traumatiche sia a livello cognitivo che
emotivo.
Caratteristiche per generare uno shock
emotivo ed essere definito trauma secondo
il DSM-IV (Diagnostic and statistical Manual
of Mental Disorders)
criteri
fondamentali:
SITUAZIONE
Deve implicare una
esperienza diretta come
l’assistere a una minaccia
di morte o danni a
integrità fisica propria o
di elementi della famiglia
(combattimenti,
prigionieri di guerra,
ostaggi, tortura,
scippo,violenza sessuale)
REAZIONE risposta della persona all’evento
• Intensi sentimenti di paura
• Orrore
• Senso di impotenza
nel fronteggiare la situazione
(elemento chiave del trauma)
L’attacco terroristico colpisce
all’improvviso
• Coinvolge persone intente a normali attività
quotidiane, impreparate a gestire una
condizione altamente drammatica per la
sopravvivenza.
• Situazioni di grave pericolo molte persone
cadono in stato confusionale paralizzante
(freezing) che impedisce di pensare a modalità
di fuga, molte di queste hanno perso la vita
senza provare a salvarsi
Effetti traumatici a breve e a lungo termine
Nelle ore successive
l’evento emergono
sintomi come stato
mentale confusionale,
ansia, irritabilità fino a
episodi dissociativi
A livello cognitivo
• Condizione di distacco dal
proprio corpo
• Riduzione consapevolezza di ciò
che accade all’esterno (stato
crepuscolare). Mondo irreale
• Difficoltà di concentrazione e
ricordo di eventi legati al trauma
A livello emotivo
Due diverse modalità di reazione:
• Ridotta capacità di sperimentare emozioni
Distacco affettivo (poche emozioni)
Anestesia emozionale
• Eccessivo stato di eccitabilità (con ansia e paura)
Mostrano eccessivo stato di allarme, ipervigilanza,
difficoltà di sonno, costante stato di emergenza,
sensi di colpa per non essere intervenuti a salvare o
soccorrere altri o essere sopravvissuti
Processo post traumatico
• Intrusione: irruzione di pensieri, immagini
sentimenti relativi a effetto traumatico (stati dissociativi
in cui si sembra rivivere gli episodi trauma)
• Evitamento: impedire che i ricordi e i pensieri
riaffiorino alla mente, stare lontani da luoghi o
persone che rammentino il trauma, difficoltà a
ricordare evento, disinteresse verso attività e
relazioni pre trauma (sintomi dissociativi)
A livello cognitivo
Distacco affettivo o assenza
reattività emozionale verso
mondo esterno
Perdità di contatto con realtà:
• Derealizzazione (quello che accade
non è vero)
• Depersonalizzazione (vedere il
proprio corpo dall’esterno che
compie azioni al di fuori del proprio
controllo)
Scomparsa dei sintomi
• Nei giorni seguenti l’evento i sintomi tendono a
diminuirsi, la mente riprende il normale
funzionamento, si attenuano emozioni di spavento e
paura.
• In alcuni soggetti i sintomi tendono a persistere a
lungo termine (disturbo post-traumatico da stress)
• Le differenze dipendono da fattori come la gravità
dell’evento, il contesto socioculturale, l’età,
personalità ed esperienze infantili
Superamento dell’evento traumatico
e stili di attaccamento
La percezione della
minaccia a seguito di
attacchi spinge le
persone a modificare i
propri comportamenti,
incentivando una
maggiore ricerca di
contatto relazionale con
membri della propria
famiglia o amici.
In una ricerca a distanza di due settimane
dalla fine degli attacchi missilistici
iracheni su Israele durante la guerra del
golfo condotta su studenti vicini a zone
belliche (reazioni di civili in situazioni di
guerra in relazione a stili di
attaccamento) è emerso che:
• Vi è uno stile di attaccamento
sicuro (derivante da costanti
esperienze di supporto e
protezione)
• Uno stile insicuro (evitante e
ambivalente) dovuto a figura
allevante assente in cure o
sostegno affettivo.
Risultati
• Dopo l’attacco notevoli differenze in
funzione stile di attaccamento, gli
evitanti mostravano maggior ostilità nei
confronti di minaccia e tendenza a
somatizzazione, gli ambivalenti
mostravano livelli di ostilità e
somatizzazione più simili ai sicuri, con
maggiori sintomi di ansia e depressione.
Gestione stress
• Persone sicure: ricorrono più frequentemente
a ricerca di supporto e vicinanza di cari
• Ambivalenti: ricorrono a strategie (mirate a
espressione di esperienze negative) per
manifestare il disagio
• Evitanti:ricorrono al distanziamento affettivo o
tolgono la attenzione da ciò che provoca
stress, enfatizzando senso di efficacia
autopersonale
Si può risalire alle differenze in termini di schemi
operativi interni, ovvero alle rappresentazioni
mentali di se stessi e degli altri
• Sicuri: rappresentazione mentale di se come capaci
di superare eventi critici (minori ansie e migliori
strategie), fiducia negli altri e disponibilità nel dare
aiuto in momenti di bisogno.
• Ambivalenti: sviluppo di ipervigilanza associata ad
elevati livelli di stress post-trauma
• Evitanti: rimuovono emozioni negative, specie ansia
e sviluppano sintomi fisici a seguito di trauma
Terrore della morte e stili di attaccamento
• Lifton 1979 “immortalità simbolica”
(interpretazione psicologica di confronto con
terrore della morte), diversità:
• Sicuri (attitudini positive per se e altri):
confronto con morte attraverso attività che
aumentano il senso di immortalità simbolica e
riducono terrore
• Insicuri: (atteggiamento negativo), paura di
morire, senso di fallimento personale
• Evitanti: bassi livelli di immortalità simbolica,
attivazione meccanismi di soppressione e negazione
della morte, distacco da esperienze che generano
paura e minaccia
• Ambivalenti: intreccio fra paura del destino e senso
di immortalità simbolica (senso di immortalità
simbolica simile a sicuri, ma paura relativa alla
propria fine). Non riescono a distanziarsi da eventi
minacciosi e non in grado di reprimere pensieri o
emozioni negative. Sistema cognitivo sopraffatto da
preoccupazioni, con fallimenti nel fronteggiare la
morte. Meccanismo di protezione inefficace per
liberare da ansie e angosce, il pensiero è che non vi
sia traccia del loro passaggio dopo la morte.
Accessibilità ai ricordi del trauma
• Sicuri: ricordano l’evento trauma con livelli
moderati di emozioni negative
• Ambivalenti : ricordano l’evento con forte
angoscia, accompagnato da stress
• Evitanti: soppressione totale dei ricordi della
morte
Tratto da psicologia contemporanea
Scritto da
Lorenza di Pentima docente di psicologia sociale Università La Sapienza,
Roma
Disponibile in internet:
www.ducaserale.altervista.org
RELAZIONE DI
MARIO BULIGHIN
4 ASX 2008/2009
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Mario_Bulighin_effetti del terrorismo