Convivere con il diabete Alti e bassi della glicemia Controllarsi meglio per mantenere l’equilibrio Con la consulenza scientifica di Roberto Manunta Dirigente Medico 1° livello AULSS 18 Rovigo Progettazione, cura editoriale e impaginazione: In Pagina - Milano Stampa: Arti Grafiche Bazzi - Milano Finito di stampare: gennaio 2013 Alti e bassi della glicemia Il giusto equilibrio La gestione attiva e responsabile della terapia aiuta le persone con diabete a condurre una vita più simile a chi non ha il diabete. Roche Accu-Chek oltre a offrire prodotti di qualità, quali glucometri, microinfusori per insulina e sistemi per la gestione dei dati, è impegnata anche nel diffondere informazioni per educare le persone con diabete all’autogestione della malattia. A causa del diabete, il livello di glicemia nel sangue potrebbe essere troppo elevato (iperglicemia) o troppo basso (ipoglicemia). Misurare la glicemia fa parte integrante di quell’insieme di azioni che permettono di controllare l’equilibrio metabolico. Nonostante ciò, esistono situazioni in cui si possono verificare iperglicemie o ipoglicemie. Questo opuscolo vuole aiutare a riconoscere le situazioni critiche e fornire suggerimenti per ridurre il rischio di sviluppare iperglicemie o ipoglicemie. Roche Diabetes Care 1 Alti e bassi della glicemia Indice dei contenuti L’informazione: la chiave della prevenzione 04 Quando controllare la glicemia 06 Persone con diabete non trattate con insulina 09 Persone con diabete trattate con ipoglicemizzanti orali 11 Persone con diabete trattate con insulina 12 L’iperglicemia13 Iperglicemie ‘acute’: la chetoacidosi 15 Cosa si può fare per prevenire l’iperglicemia 17 L’ipoglicemia 19 Cosa fare in caso di ipoglicemia 22 Le possibili cause di ipoglicemia 24 Come prevenire le ipoglicemie 25 3 4 Alti e bassi della glicemia L’informazione: la chiave della prevenzione Il primo obiettivo, ovviamente, è prevenire iperglicemie o ipoglicemie. Per questo motivo è necessario parlare con il proprio medico, per definire il modo migliore di gestire il proprio diabete. Questa è la misura preventiva più efficace che si possa attuare. L’autocontrollo regolare della glicemia aiuterà a comprendere il proprio metabolismo, dando la possibilità di riconoscere tempestivamente eventuali segni di squilibrio metabolico e attuare appropriate misure preventive. Parlarne con franchezza Parlare con franchezza aiuta le persone a comprendere e ad aiutarsi reciprocamente, non solo in caso di diabete. È importante mostrare alle persone che potrebbero essere d’aiuto in situazioni critiche il funzionamento del proprio strumento per la misurazione della glicemia, come si effettua l’iniezione di insulina o di glucagone e indicare dove viene conservato il kit di emergenza. Non bisogna avere paura di dire loro che un’ipoglicemia potrebbe rendere irritabile e aggressiva la persona. Infine, ma non meno importante, potrebbe essere utile che chi ci sta vicino sappia quale medico contattare in caso di bisogno. Alti e bassi della glicemia Avere sempre con sé un cartellino che informi gli eventuali soccorritori della propria condizione è utile sia in caso di emergenza sia per accessi al Pronto Soccorso per problemi non legati al diabete. Questione di ormoni Le persone che non hanno il diabete presentano oscillazioni della glicemia molto limitate. L’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, assicura che il glucosio presente nel sangue sia assorbito dalle cellule, impedendo così che raggiunga livelli troppo elevati. Se la glicemia si abbassa eccessivamente, viene inibito il rilascio di insulina nel sangue e il glucagone (un altro ormone di regolazione prodotto dalle cellule alfa del pancreas) fa in modo che la concentrazione di glucosio nel sangue salga di nuovo. Il glucagone attiva le riserve di glucosio nel fegato e stimola la produzione di nuovo glucosio. Nelle persone senza diabete il rilascio di insulina e di glucagone viene mantenuto in equilibrio perfetto. In caso di diabete, invece, questo sistema non funziona correttamente perché il pancreas o non è in grado di produrre insulina, o non ne produce a sufficienza o quella prodotta non agisce in modo appropriato. Se si perde l’equilibrio Si può avere un forte innalzamento della glicemia (la cosiddetta iperglicemia) o, per effetto della terapia, una sua caduta (la cosiddetta ipoglicemia). Entrambe queste situazioni possono portare a condizioni potenzialmente pericolose. Nelle pagine seguenti saranno approfonditi questi due tipi di eventi, come ci si deve comportare in situazioni di questo tipo e qual è il modo migliore per prevenirle. Limitare al minimo le oscillazioni glicemiche è importante perché a parità di media dei valori glicemici l’insorgenza delle complicanze è di gran lunga inferiore in chi mantiene la glicemia sempre nello stesso range. 5 6 Alti e bassi della glicemia Quando controllare la glicemia Alti e bassi della glicemia Quanto spesso e in quali momenti della giornata è opportuno misurare la glicemia? Dipende dal tipo di diabete e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. ‘Quando’ vuol dire ‘perché’ Molte persone con diabete si chiedono quante volte al giorno devono controllare la glicemia. Non esiste una risposta standard. In parte dipende dal tipo di diabete e di terapia, in parte dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. Insomma, per rispondere alla domanda ‘Quando?’ bisogna chiedersi ‘perché mi è utile controllare la glicemia?’. Le risposte possibili sono tre: ▪per comprendere meglio gli effetti sulla glicemia di ciò che facciamo e compiere scelte sempre più adeguate e salutari; ▪per prevenire possibili ipoglicemie; ▪per fornire al medico dati per capire l’evoluzione del diabete e l’efficacia della terapia. Ciascuna risposta è giusta ma nessuna da sola è esauriente. Sicuramente il diabetologo ha bisogno di avere delle informazioni sull’andamento della glicemia nella giornata e nell’arco di un periodo. È opportuno quindi misurare la glicemia seguendo le sue indicazioni e riportare i dati in un apposito diario, accompagnati dal giorno e dall’ora della rilevazione e, se è il caso, anche da eventuali commenti. È altrettanto evidente come le persone che assumono insulina, sulfaniluree (glimepiride, glicazide, glibenclamide, glipizide, gliquidone, clorpropamide) o glinidi (per esempio repaglinide) devono poter verificare immediatamente, ovunque si trovino se un certo sintomo, malessere o disagio, è segno di una iniziale ipoglicemia. Misurare la glicemia sempre alla stessa ora vorrebbe dire utilizzare ben poco questo straordinario strumento che è l’autocontrollo della glicemia. 7 8 Alti e bassi della glicemia Misurare per imparare Anche la persona che ha appena iniziato a occuparsi del suo diabete trae vantaggio dall’autocontrollo della glicemia. Sappiamo tutti quali attività possono innalzare la glicemia e quali invece possono abbassarla. Ma di quanto quel piatto, quel dolce, quella domenica passata sul divano a guardare la televisione, ha aumentato la quota di glucosio nel mio sangue? E viceversa, di quanto sono riuscito a migliorare la glicemia facendo poca o molta attività fisica, variando la mia alimentazione o semplicemente aggiungendo una quota maggiore di fibre nel mio pasto? Non esiste una risposta standard perché tutto dipende dalla singola persona. Ciascuno può e deve imparare sempre di più sul proprio diabete se vuole controllarlo. Il primo passo per capire è misurare. Non si può controllare ciò che non si misura. Misurare per vedere come cambia il diabete Ancora, è importante fornire più informazioni possibili sul proprio equilibrio glicemico per discutere insieme al proprio medico quale terapia adottare, per valutarne gli effetti ed eventualmente adattarla e renderla più efficace. Più informazioni si forniscono, più precisa sarà la diagnosi (in fondo ognuno ha il ‘suo’ diabete, diverso da quello degli altri) e più efficace sarà la terapia. Alti e bassi della glicemia Persone con diabete non trattate con insulina Automonitoraggio intensivo a 7 punti L I controlli della glicemia non vanno fatti a caso e nemmeno sempre e solo alla stessa ora. La glicemia varia molto nell’arco della giornata. Nelle persone che non usano insulina né sulfaniluree, i valori glicemici sono influenzati principalmente dall’alimentazione e dallo stile di vita. Nei giorni feriali, per esempio, la glicemia potrebbe essere differente da quella rilevata alla stessa ora di un sabato o di una domenica. Schema ‘personalizzato’ Relativamente allo schema consigliato di automonitoraggio glicemico si lascia alla discrezione del medico la scelta dello schema ritenuto più adeguato per i propri pazienti. Questo risponde al principio della personalizzazione del trattamento, sulla base delle caratteristiche individuali. L’utilizzo degli schemi proposti è da intendersi per periodi limitati (per es. la settimana a ridosso 9 M M G V S D Al risveglio 2h dopo colazione Prima di pranzo 2h dopo pranzo Prima di cena 2h dopo cena Prima di coricarsi della visita di controllo), al fine di inquadrare correttamente e in modo standardizzato il paziente. In breve, si possono consigliare tre possibili schemi: 1. A utomonitoraggio intensivo, a 7 punti (controllo della glicemia prima e 2 ore dopo i tre pasti principali e al momento di coricarsi, per tre giorni consecutivi). 2. Automonitoraggio a schema sfalsato (controllo della glicemia prima e 2 ore dopo la colazione il I, IV e VII giorno di una settimana; prima e 2 ore dopo il pranzo il II e il V giorno di quella stessa settimana; prima e 2 ore dopo la cena del III e del VI giorno). 10 Alti e bassi della glicemia 3. A utomonitoraggio a 5 punti (controllo della glicemia prima della colazione e della cena, e 2 ore dopo i tre pasti principali, per tre giorni consecutivi). Se il sabato e la domenica si fa una vita diversa dai giorni feriali, occorre misurare la glicemia almeno dopo pranzo e dopo cena in uno dei due giorni del fine settimana. Questo schema non deve essere ripetuto necessariamente ogni settimana, può bastare per esempio ogni due settimane. AUTOCONTROLLO STRUTTURATO Quando possibile la persona con Automonitoraggio a schema sfalsato L M M diabete dovrebbe essere addestrata ed educata ad effettuare modifiche estemporanee della terapia, da discutere poi con il proprio diabetologo. È buona norma abituarsi a compilare sempre e con cura il diario glicemico e recarsi alle visite anche con il glucometro per poterne scaricare i dati memorizzati sul PC; in questo modo si rende possibile la visualizzazione grafica e una lettura più veloce dello stato metabolico. Tali atteggiamenti che arricchiscono le informazioni a disposizione del team diabetologico rappresentano un valore aggiunto alla pratica dell’automonitoraggio domiciliare. Automonitoraggio 5 punti G V S L D Al risveglio Al risveglio 2h dopo colazione 2h dopo colazione Prima di pranzo Prima di pranzo 2h dopo pranzo 2h dopo pranzo Prima di cena Prima di cena 2h dopo cena 2h dopo cena M M G V S D Alti e bassi della glicemia Persone con diabete trattate con ipoglicemizzanti orali La frequenza dei controlli varia anche a seconda della terapia. Negli ultimi anni sono state sviluppate nuove classi di farmaci ipoglicemizzanti orali. Anche se l’ipoglicemia è tradizionalmente associata all’uso di insulina esistono alcuni farmaci orali, vale a dire di pillole, che possono dare lo stesso effetto. Si tratta di farmaci secretagoghi (che aumentano la produzione di insulina) ed in particolar modo delle sulfaniluree, specie quelle a lunga durata di azione come Glinide, Glimepiride e Glibenclamide. Chi è in cura con questi farmaci deve misurare la glicemia quando avverte i sintomi dell’ipoglicemia. Anche in mancanza di sintomi vale la pena farsi spiegare dal medico in quali momenti della giornata è più opportuno controllare di routine la glicemia per verificare eventuali ipoglicemie leggere o comunque asintomatiche. Capire i sintomi nella persona anziana È importante controllare la glicemia alle persone anziane, poiché i sintomi sia di un’iperglicemia sia di un’ipoglicemia, assumono infatti forme diverse, facili da confondere con i segni tipici dell’età. L’assopirsi facilmente o la spossatezza potrebbero essere causate da un’iperglicemia e non dalla noia o dalla stanchezza fisica. Un certo nervosismo o qualche difficoltà di memoria potrebbero derivare da un’ipoglicemia e non dall’età. Misurare la glicemia è il modo migliore e più rapido per togliersi il dubbio. 11 12 Alti e bassi della glicemia Persone con diabete trattate con insulina Le persone trattate con insulina devono controllare spesso la glicemia. Un’iperglicemia rilevata la mattina a digiuno può indicare un’insufficiente dose di insulina lenta oppure una cena troppo ricca di carboidrati e/o accompagnata da una insufficiente dose di insulina rapida. Una o due ore dopo il pasto si deve controllare l’effetto dei carboidrati assunti. Chi ‘copre’ i pasti con iniezioni di insulina effettuate prima di mangiare, dovrà controllare la glicemia prima del pasto, per decidere la dose di insulina necessaria. Situazioni specifiche Ai controlli di routine vanno aggiunte delle letture della glicemia: ▪ quando si avvertono sintomi che potrebbero far pensare a un’ipoglicemia; ▪ 1 5 e 60 minuti dopo l’efficace correzione di un’ipoglicemia ▪q uando si avvertono sintomi che possono far pensare a un’iperglicemia; ▪p rima e dopo un esercizio fisico (o durante se supera i 45 minuti); ▪ s e si sospetta un’ipoglicemia notturna (sensazione di stanchezza, ossa rotte o annebbiamento la mattina, sudore, incubi notturni). Situazioni speciali La glicemia va controllata molte volte al giorno (anche 8 volte) nelle situazioni in cui un serio scompenso metabolico può crearsi in poco tempo, per esempio: ▪d urante una malattia anche banale; ▪n ei periodi di forte stress psicologico; ▪ s e si assumono farmaci con effetti iperglicemizzanti (per esempio cortisone). Alti e bassi della glicemia L’iperglicemia 13 14 Alti e bassi della glicemia Il termine ‘iperglicemia’ indica l’elevata concentrazione di glucosio nel sangue che, protratta nel tempo, causa complicanze vascolari. Un problema ‘cronico’ Il diabete si manifesta attraverso l’iperglicemia. La difficoltà di mantenere entro un livello adeguato la quota di zuccheri nel sangue è insieme il fattore comune fra le varie forme di diabete e la ragione per cui il diabete deve essere trattato. L’iperglicemia tende infatti a danneggiare l’organismo provocando delle conseguenze negative a lungo termine. Gestire il diabete significa mantenere il più possibile la glicemia entro i valori adeguati. Ma quali sono? Non esiste una risposta valida per tutti. La prima cosa è concordare con il proprio medico un ‘target’, ovvero un obiettivo entro il quale la glicemia dovrebbe stare sia a digiuno, sia dopo i pasti. Questi valori possono cambiare da persona a persona e a seconda del tipo di terapia o dei momenti della vita (gravidanza, I sintomi dell’iperglicemia ▪secchezza delle fauci ▪sete ▪bisogno frequente di fare pipì ▪visione offuscata ▪dimagrimento ▪sensazione di malessere ▪mancanza di appetito ▪alti valori di chetoni nelle urine stress da lavoro in momenti difficili) o dell’età. Nella persona con diabete la glicemia varia molto da un momento all’altro della giornata. Le iperglicemie si riscontrano tipicamente la mattina appena svegli e una o due ore dopo i pasti, oppure nelle giornate e nelle fasi in cui si è più sedentari. Alti e bassi della glicemia Iperglicemie ‘acute’: la chetoacidosi Accade assai di rado ma è importante ricordare che l’iperglicemia può avere anche delle conseguenze acute. Sia le persone con diabete di tipo 2, sia quelle con diabete di tipo 1 rischiano – in certe situazioni – l’iperosmolarità. Le persone insulinodipendenti invece, qualora vadano in deficit di insulina rispetto al loro bisogno, sviluppano una chetoacidosi: mancando l’insulina, l’organismo non può utilizzare il glucosio e ricorre alle riserve di grasso per produrre l’energia necessaria; nel corso di questo processo vengono prodotti i cosiddetti chetoni o ‘corpi chetonici’ che rendono il sangue acido (acidosi) ed è per questo che si parla di ‘chetoacidosi’. Il valore del pH del sangue diminuisce e la nausea e il mal di stomaco che ne conseguono possono causare vomito. Le persone che si trovano in questa situazione, non sentendo lo stimolo Sete e diabete L’iperosmolarità è una condizione che colpisce soprattutto le persone anziane, che vivono sole, in particolare nelle stagioni calde. Una ‘normale’ iperglicemia porta l’anziano a perdere liquidi, non sentendo lo stimolo della sete, la disidratazione prosegue di pari passo con l’iperglicemia. L’anziano può entrare in uno stato di sopore che gli impedisce di intervenire e che – in mancanza di interventi – può portare al coma. In presenza di sopore, forte debolezza o altri sintomi, è necessario l’immediato trasporto in un Pronto Soccorso. 15 16 Alti e bassi della glicemia Esistono diversi schemi terapeutici che indicano la quantità di insulina che dovrebbe essere iniettata e gli intervalli di tempo fra le varie somministrazioni per trattare la chetoacidosi. È pertanto importante discutere con il proprio Team diabetologico quale sia lo schema più appropriato. Un errore comune della fame, spesso riducono la dose di insulina, peggiorando la già critica situazione metabolica. Quando si rischia la chetoacidosi La chetaocidosi si instaura più frequentemente a seguito di un errore nell’assunzione di insulina. Ecco alcune situazioni che possono determinarla: ▪ si dimentica, si salta o si sospende la somministrazione di insulina ▪ stato di infezione, sepsi ▪ si inietta una dose di insulina nettamente inferiore al dovuto ▪ la penna per insulina o il microinfusore o il set di infusione non funzionano correttamente. Spesso si crede che le persone con diabete possano ridurre gli elevati livelli di glicemia praticando attività fisica. Tuttavia, affinché le cellule dell’organismo possano assorbire lo zucchero, è necessaria la presenza di insulina, che in questa situazione viene invece a scarseggiare. L’attività fisica durante una chetoacidosi o una netta iperglicemia è quindi la cosa più sbagliata che si possa fare. Alti e bassi della glicemia Cosa si può fare per prevenire l’iperglicemia ▪M isurare la glicemia regolarmente, soprattutto se si hanno dei dubbi sulla propria situazione metabolica. ▪ In caso di malattia di qualsiasi genere (con o senza febbre) la glicemia tende a salire, è quindi necessario ricordare che pur avendo mangiato di meno si potrebbe comunque aver bisogno di insulina, anche in quantità superiori al solito. ▪A ssicurarsi che la penna per insulina funzioni correttamente. Si potrebbe manifestare uno stato di sonnolenza o addirittura la perdita di coscienza e la conseguente incapacità di somministrarsi una dose di insulina. È fondamentale assicurarsi che i propri familiari, gli amici e i colleghi sappiano cosa fare in caso di bisogno; solo così si può essere certi di ricevere l’aiuto necessario. È necessario pertanto, conservare le strisce reattive per la misurazione della glicemia e la penna dell’insulina in un luogo facilmente raggiungibile in qualsiasi momento. 17 18 Alti e bassi della glicemia Cosa influisce sulla glicemia Quasi tutto ciò che avviene nell’organismo potrebbe influire sull’equilibrio glicemico. Ecco gli eventi che hanno maggior impatto. Aumentano la glicemia ▪ I carboidrati (o zuccheri) assunti in un pasto o fuori pasto. Possono essere ‘semplici’ (come lo zucchero che si adopera in cucina) o ‘complessi’ (come quelli contenuti nella pasta, nel riso, nel pane e nei prodotti a base di farina, nelle patate e in alcuni legumi). I carboidrati ‘semplici’ aumentano rapidamente la glicemia mentre quelli ‘complessi’ provocano un innalzamento della glicemia più lento. ▪ La sedentarietà. Se l’esercizio fisico si riduce, come avviene per esempio d’inverno o durante i giorni festivi, la glicemia si alza. ▪ Gli ormoni dello stress. L’organismo risponde a ogni tipo di stimolo esterno in una maniera standard che prevede fra le altre cose il rilascio di ormoni che riducono la sensibilità all’insulina e quindi aumentano la glicemia. Questi ormoni sono prodotti soprattutto nelle prime ore del mattino, in tutte le fasi di stress fisico (dolore, malattia) e psicologico. Alti e bassi della glicemia L’ipoglicemia 19 20 Alti e bassi della glicemia ‘Ipoglicemia’ indica una bassa concentrazione di glucosio nel sangue e si verifica quando la glicemia scende al di sotto di 70 mg/dl. Se la glicemia scende al di sotto di 70 mg/dl, le cellule del corpo vengono private del loro carburante più importante: il glucosio. Questa condizione è conosciuta con il termine di ‘ipoglicemia’. PRIMI SEGNI DI UN’IPOGLICEMIA I sintomi precoci di un’ipoglicemia sono sudorazione, tremori, battito cardiaco accelerato, aumento della pressione arteriosa, pallore e debolezza. Questi sintomi adrenergici (sintomi da stress) vengono scatenati da un’aumentata secrezione di ormoni dello stress (per es. adrenalina). In condizioni normali gli ormoni dello stress fanno aumentare la glicemia, dato che sono antagonisti dell’insulina. Tuttavia nelle persone con diabete questa regolazione da parte degli ormoni dello stress non funziona in modo corretto. IPOGLICEMIA GRAVE: UN’EMERGENZA Se il livello di glucosio nel sangue continua a scendere, si potrebbero manifestare sintomi cerebrali. La mancanza di glucosio nel cervello produce fame smisurata, disturbi visivi, ridotta capacità di ragionamento e disturbi del linguaggio, sensazione di intorpidimento delle labbra e della lingua, difficoltà di concentrazione, convulsioni, difficoltà di memoria e confusione mentale. Le persone con ipoglicemia grave possono manifestare anche disturbi motori o perdita di coscienza. Spesso presentano anche variazioni dell’umore o dello stato emotivo che possono sfociare in aggressività, ansia o depressione. Se compaiono sintomi di ipoglicemia grave è necessario recarsi immediatamente al Pronto Soccorso. Alti e bassi della glicemia A CIASCUNO IL SUO SINTOMO Le persone con diabete devono imparare a riconoscere i segnali premonitori di un’ipoglicemia. Tuttavia, è importante sapere che non tutti i sintomi si presentano ogni volta, che ogni persona può avere sintomi differenti e che i segnali I sintomi dell’ipoglicemia ipoglicemia ‘leggera’ ▪fame improvvisa ▪stanchezza ▪dolori addominali ▪difficoltà a concentrarsi ▪difficoltà a esprimersi ▪pallore ▪sudorazione ▪tremori ▪irritabilità ▪sonnolenza ipoglicemia seria ▪forti tremori ▪stato catatonico ▪movimenti convulsi premonitori non rimangono sempre gli stessi per tutta la vita. Se il segno inconfondibile di un’ipoglicemia incombente è sempre stato un intorpidimento della lingua, esso potrebbe improvvisamente diventare, per esempio, la difficoltà di concentrazione. 21 22 Alti e bassi della glicemia Cosa fare in caso di ipoglicemia RISCHI PER LA SALUTE Il mancato riconoscimento e trattamento tempestivo di un’ipoglicemia grave può portare a convulsioni e perdita di coscienza. Le persone colpite da un episodio di ipoglicemia hanno inoltre un rischio più elevato di subire incidenti, diventando pericolosi per sé stessi e per gli altri. Anche una minima riduzione della glicemia, pur non pericolosa per l’organismo, può alterare i sensi di una persona e le sue capacità di controllo. Ipoglicemie ‘leggere’ Se l’ipoglicemia è leggera la persona con diabete può correggerla da sola senza bisogno di aiuti esterni. Purché agisca velocemente. Ai primi segni di ipoglicemia è quindi necessario seguire la ‘regola del 15’, che permette di gestire la maggior parte delle ipoglicemie. Ai primi segni di ipoglicemia: 1. A ssumere 15 g di carboidrati (1 bustina di zucchero sciolto in acqua o 125 ml di una bibita zuccherata o succo di frutta o un cucchiaio da tavola di miele) 2. M isurare la glicemia dopo 15 minuti e ripetere il punto 1 finchè la glicemia non superi 100 mg/dL 3. L ’effetto del trattamento può essere solo temporaneo, quindi è importante continuare a misurare la glicemia ogni 15 minuti, fino al riscontro di almeno due valori normali in assenza di ulteriore assunzione di zucchero tra le due misurazioni. Tra le alternative è consigliabile il Alti e bassi della glicemia miele, mentre le caramelle vanno scelte con attenzione non tutte influenzano la glicemia con la velocità necessaria. Se i sintomi sono importanti e possono interferire con una veloce e corretta misurazione della glicemia (tremito alle mani, ansia, difficoltà nella visione) è meglio prima intervenire e poi eventualmente misurare la glicemia. Se la glicemia resta molto bassa (sotto i 60-70 mg/dl) si può ripetere l’assunzione di zuccheri semplici e il controllo deve essere ripetuto finché non si rileva un valore glicemico vicino al valore ideale. Se è sotto il valore ideale ma non così bassa si possono assumere carboidrati complessi (per esempio del pane). Correggere un’ipoglicemia non grave è semplice. Ma spesso la conseguenza è una glicemia altalenante durante tutta la giornata. È quindi necessario ripetere spesso le misurazioni della glicemia. IPOGLICEMIE SEVERE Se non si interviene per tempo, può succedere che la reazione del cervello all’ipoglicemia renda impossibile alla persona con diabete agire in modo da correggerla. Nel caso più grave la persona può non essere più capace di deglutire lo zucchero o la bevanda dolce. In questi casi è necessario ricorrere al glucagone. Una persona con frequenti ipoglicemie o che ha perso la capacità di avvertire i sintomi premonitori, dovrebbe avere sempre con sé una siringa di glucagone. Queste siringhe sono già pronte all’uso e sono comunque disponibili in molte farmacie. L’iniezione dovrebbe avvenire sottocute nell’addome (come avviene con l’insulina) ma può essere anche intramuscolare o endovenosa. Il glucagone provoca, nel giro di pochi minuti, un aumento di 30-40 mg/dl della glicemia. Al termine di una crisi ipoglicemica seria, è necessario farsi portare presso un Pronto Soccorso e poi contattare il proprio Team diabetologico. È importante segnare sul proprio diario le possibili cause e la dinamica della crisi ipoglicemica. 23 24 Alti e bassi della glicemia Le possibili cause di ipoglicemia 1. Terapia ▪ Prematura correzione postprandiale di una glicemia elevata. ▪ Eccessiva correzione di una iperglicemia (dose di insulina eccessiva rispetto ai carboidrati assunti). ▪ Errore nella posologia del farmaco orale. 2. Alimentazione ▪ Ritardare troppo un pasto. ▪ Assunzione di un’insufficiente quantità di carboidrati per un bolo di insulina preiniettato. ▪ Eccessivo ritardo nell’assunzione dell’alimento dopo l’iniezione di insulina. ▪ Disturbi alimentari. ▪ Digestione rallentata. ▪ Vomito o nausea. 3. Attività fisica ▪ L’attività fisica riduce il bisogno di insulina da parte dell’organismo. La dose di insulina deve essere pertanto adeguata secondo consiglio del medico. 4. Consumo di alcol ▪ Un’ipoglicemia grave può essere causata da un consumo di alcol eccessivo. L’alcol impedisce al fegato di compensare una glicemia bassa e di formare nuove riserve di glucosio. L’ipoglicemia può manifestarsi anche 30 ore dopo il consumo di alcol. 5. Disturbi della funzionalità renale ▪ Un danno renale può ridurre l’eliminazione di farmaci ipoglicemizzanti e prolungarne la durata d’azione. Alti e bassi della glicemia Come prevenire le ipoglicemie L’intervallo di tempo compreso fra la comparsa dei primi sintomi di ipoglicemia e la perdita di conoscenza può essere molto breve. È perciò importante osservare le seguenti raccomandazioni. ▪ R ispettare il programma dei pasti (in particolare le quantità di carboidrati) che è stato concordato con il proprio medico. ▪ A ssicurarsi che l’intervallo fra l’iniezione e il pasto sia corretto ▪ S e si ha intenzione di praticare attività fisica, ridurre per tempo il dosaggio di insulina e tenere a portata di mano una riserva di carboidrati durante e dopo tale attività. ▪ S e si ha il dubbio che potrebbe verificarsi un’ipoglicemia (per esempio è stato omesso un pasto), è necessario misurare più spesso il proprio livello di glucosio. ▪ S e il livello di glucosio nel sangue è generalmente basso, è consigliabile consultare il proprio medico riguardo alla terapia insulinica. ▪ Portare sempre con sé uno spuntino per le emergenze, per esempio tavolette/caramelle di zucchero o una bevanda zuccherata. ▪ Portare sempre con sé la tessera che attesta di essere diabetici. ▪ Se si manifestano spesso episodi di ipoglicemia gravi, è necessario tenere sempre a portata di mano il kit di emergenza con glucagone e spiegare ai propri parenti e amici come iniettarlo in caso di emergenza. È importante ricordare che un’ipoglicemia è frequentemente la conseguenza di un errore. Se le cause di questo errore vengono identificate, l’esperienza spiacevole dell’ipoglicemia diviene un passo nel percorso di una gestione sempre migliore del diabete; se invece non si risale alle cause si rischia di trovarsi in una situazione analoga nel futuro. 25 26 Alti e bassi della glicemia Quando è difficile intervenire prima Ogni persona ha i ‘suoi’ sintomi di ipoglicemia. Questi possono però variare nel corso del tempo. Varia anche il livello a partire dal quale l’organismo inizia ad avvertire i segnali. Se le ipoglicemie sono frequenti, il cervello ‘si abitua’ al calo di zucchero nel sangue e non fa scattare quella serie di reazioni che si avvertono sotto forma di fame, nervosismo, sudore tremito o quant’altro. Questo non significa che il cervello sia diventato immune alle ipoglicemie. Tutt’altro. Perdendo la capacità di avvertire in anticipo la situazione, la persona con diabete si accorge della crisi ipoglicemica quando questa è già seria e inizia ad avere difficoltà nel formulare pensieri chiari e agire di conseguenza. Chi si trova in questa situazione definita ridotta sensibilità all’ipoglicemia deve quindi: ▪ avere sempre con sé dello zucchero ▪ aumentare i controlli della glicemia ▪ avere sempre a portata di mano una fiala di glucagone. Frequenti ipoglicemie rendono necessario rivedere lo schema insulinico: la ridotta sensibilità all’ipoglicemia è una delle indicazioni per il passaggio al microinfusore. Se si riesce a passare qualche settimana senza crisi ipoglicemiche la sensibilità ai sintomi premonitori della glicemia aumenta nuovamente. Alti e bassi della glicemia Note 27 28 Alti e bassi della glicemia Note 00056980984 Experience what’s possible. Impegnata per un ambiente migliore, Roche utilizza carta riciclata. www.accu-chek.it Roche Diagnostics S.p.A. 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