Rischi fisici nell’ambiente di lavoro:
illuminazione e microclima
Microclima e illuminamento
Disturbi
respiratori
Disagio visivo
Rischio di infortuni
Lesioni da
calore
Discomfort
termico
Neoplasie
Malattia
dell’edificio
malato
Lesioni da
freddo
2
Illuminazione
3
art. 2087 cod. civ.
Obbligo per il datore di lavoro di "adottare le misure che, secondo la
particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare
l'integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori"
DPR 547/55 (prevenzione
infortuni sul lavoro)
Gli ambienti di lavoro devono essere illuminati in modo sufficiente
• in caso di particolari rischi di infortunio deve essere prevista una particolare
illuminazione diretta
• devono essere previsti sistemi di illuminazione sussidiaria di emergenza
art. 9 Legge 864/70
I locali utilizzati dai lavoratori devono essere illuminati in modo sufficiente ed
opportuno; per i locali di lavoro l’illuminazione per quanto è possibile, deve
essere naturale
art. 7.1 lettera a) D.M. 26
agosto 1992
L’illuminazione garantita dai sistemi di sicurezza lungo i percorsi di esodo
d'emergenza deve essere non inferiore a 5 lux
art. 10 DPR 303/56 modificato
dal D.Lgs. 626/94 e dal D.Lgs.
242/96
(in analogia con quanto
previsto dall’All. I par. 8
direttiva CEE 89/654)
I luoghi di lavoro, a meno che non si tratti di locali sotterranei o per particolari
esigenze tecniche, devono disporre di sufficiente luce naturale ed essere dotati
di dispositivi che consentono un’illuminazione artificiale adeguata per
salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori.
• Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono
essere installati in modo che il tipo d’illuminazione previsto non rappresenti un
rischio di infortunio per i lavoratori.
• I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in
caso di guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di
sicurezza di sufficiente intensità.
• Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono
essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.
4
D.lgs 626 / 1994, art. 33, Titolo II, comma 8
I luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale ed
essere dotati di dispositivi che consentano una illuminazione
artificiale per salvaguardare la sicurezza, la salute e il
benessere dei lavoratori
5
Una
illuminazione carente
può essere causa
di infortunio
6
Analisi economiche dimostrano che passando da
un'illuminazione carente ad una confortevole possono realizzarsi
aumenti del rendimento fino al 10% e che è sufficiente un
incremento di appena un 1% del rendimento a compensare un
raddoppio delle spese d'illuminazione.
Un lavoro effettuato con un certo comfort
visuale è eseguito con maggiore velocità e destrezza,
gli errori si riducono e la velocità è migliorata
7
Obbiettivi dell’ergonomia della visione nei posti
di lavoro
realizzare un ambiente luminoso idoneo a soddisfare
le esigenze fisiopsicologiche dell’uomo, assicurando, ove
possibile, il ricorso all’illuminazione naturale
 rendere ottimale la percezione delle informazioni
visive, al fine di assicurare agli operatori le migliori
condizioni di lavoro
8
Parametri che influenzano la
prestazione visiva
“Prestazione visiva” = capacità di rilevazione e attitudine a
reagire manifestate da un individuo quando i dettagli del “compito
visivo” entrano nel “campo visivo”.
Tale attitudine viene definita in termini di velocità, precisione, e
qualità della percezione.
Caratteristiche del
compito visivo
Condizioni
d’illuminazione
Altri fattori
Dimensioni, forma,
posizione, colore,
fattore di riflessione
entità
dell’illuminamento e
delle luminanze,
caratteristiche
spettrali della luce
uniformità
dell’illuminazione,
natura dello sfondo,
abbagliamento,
riflessi
9
Parametri che influenzano la visione
Caratteristiche del
compito visivo
Capacità visive del
soggetto
Caratteristiche dell’ambiente
tempo di esposizione allo
specifico compito visivo
visus
del microclima
(Umidità Rel, velocità dell’aria)
angolo sotteso
motilità oculare
degli inquinanti aerodispersi
(polveri, vapori, gas ecc.)
nitidezza dell’immagine
senso cromatico
della visione a distanza
tempo di persistenza
Funzione retinica
del sistema di illuminazione
(rapporti di luminanza, resa del
contrasto, abbagliamento,
caratteristiche spettrali delle
sorgenti di luce artificiale,
rapporto tra luce naturale e
artificiale, ecc.)
contrasto
cristallino
10
Definizioni di illuminotecnica
Intensità luminosa
quantità di energia luminosa emessa in una determinata direzione
(unità di misura:candela)
Flusso luminoso
quantità di energia luminosa emessa da una sorgente di luce nell’unità di tempo
(unità di misura: lumen)
Illuminamento
E’ la misura del flusso luminoso che investe una superficie. La luce può provenire
dal sole, dalle lampade o da qualsiasi altra sorgente.
(unità di misura: lux; 1 lux= 1lumen/m2)
Luminanza
esprime la luminosità che una superficie produce, sia essa una superficie
luminosa (sorgente primaria es: lampada) o illuminata (sorgente secondaria, es:
piano di una tavolo che riflette la luce). Nel caso di superfici illuminate, la
luminanza è molto influenzata dal fattore di riflessione di queste superfici.
(unità di misura: candela/m2)
11
Valori minimi di illuminamento riportati nel
codice del lavoro
Locali destinati al lavoro e
loro e loro dipendenze
Valori minimi di illuminazione
Vie di circolazione interna
60 lux
Scale e depositi
40 lux
Ambienti di lavoro,
spogliatoi, sanitari
120 lux
Locali ciechi destinati ad un
lavoro permanente
200 lux
12
Confronto con i nuovi standard europei
(valori espressi in lux)
Locali o tipo di lavoro
Vecchie disposizioni del
DPR 303/56
Standards
europei
Deposito
10
100 - 200
Aree di passaggio
20
100 - 200
Lavori grossolani
40
200 - 400
Lavori di media finezza
(illuminazione generale)
20
200 - 400
Lavori di media finezza
(illuminazione localizzata)
100
1000 - 2000
Lavori fini (illuminazione generale)
40
400 - 800
Lavori fini (illuminazione
localizzata)
200
2000 - 4000
Lavori finissimi (illuminazione
generale)
60
800 - 1200
Lavori finissimi (illuminazione
localizzata)
300
4000 - 6000
13
Rapporti di luminanza nel campo visivo
X: ambienti nei quali è possibile controllare le riflessioni
Y: ambienti nei quali è possibile controllare le riflessioni solo nelle zone vicine alle
aree di lavoro, ma non nelle superfici più lontane
Z: ambienti nei quali il controllo delle riflessioni è impraticabile
Rapporti limite
X
Y
Z
Tra il compito visivo e le superfici più scure ad esso adiacenti
(max)
3/1
3/1
5/1
Tra il compito visivo e le superfici più chiare ad esso adiacenti
(min)
1/3
1/3
1/5
Tra il compito visivo e le superfici lontane più scure (max)
10/1
20/1
Tra il compito visivo e le superfici lontane più chiare (min)
1/10
1/20
Tra gli apparecchi di illuminazione e le superfici ad esse adiacenti
(finestre, lucernari, ecc.) (max)
20/1
Ovunque entro il campo visivo (max)
40/1
14
Tipi di lampade
Lampade ad incandescenza:
-
temperatura di colore "calda" (2500-3500 K)
-
resa dei colori eccellente
Lampade alogene (incandescenza):
- idem c.s.
vantaggi
-
efficienza luminosa più elevata
-
maggiore durata (2000 ore)
-
stabilità di emissione
svantaggi
-
costo più elevato
-
forte brillanza
-
delicatezza d'impiego
Lampade fluorescenti:
-
risparmio di potenza (25% in meno)
-
maggiore durata (ameno 4 volte)
-
maggiore sicurezza (temp. minima)
-
irraggiamento calorico trascurabile
15
Lampade: caratteristiche
Tonalità di luce
-
luce diurna: 5.000 K
-
luce bianchissima: 3.300-5.000 K
-
luce calda: <3.300 K
Gradi di resa dei colori
-
grado 1 (ottima, Ra = 80-100)
-
grado 2 (buona, Ra = 70-84)
-
grado 3 (sufficiente, Ra = 40-69)
16
Tabella – suddivisione delle lampade in base
all’aspetto cromatico
Gruppo
Aspetto cromatico
Temperatura di colore
1
caldo
<3300
2
intermedio
3300-5300
3
freddo
>5300
TABELLA – Gruppo di resa di colore (Ra’) e corrispondente
indice di resa cromatica (Ra)
Ra’
Ra
1A
>90
1B
80-90
2
60-80
3
40-60
4
20-40
17
Tabella – illuminamento di esercizio, tonalità di
colore e gruppo di resa del colore (uni 10380)
Tonalità di colore: W=luce bianco-calda (<3.300°K); I=luce
bianco-neutra (3.300-5.300°K); C=luce bianco-fredda
(>5.300°K)
ACCIAIERIE E SIMILI
Impianti di produzione senza intervento manuale
50-100-150
W, I
3
Impianti di produzione con intervento manuale
100-150-200
W, I
3
Postazioni di lavoro fisse in impianti di produzione
200-300-500
W, I
3
Controllo piattaforme di ispezione
300-500-750
W, I
3
Macchinario pesante
200-300-500
W, I
3
Motori e telaio veicoli
300-500-750
I, C
3
Macchinario elettronico e per ufficio
500-750-1000
I, C
2
1000-1500-2000
C
2
ASSEMBLAGGIO
Strumenti ed oggetti di piccole dimensioni
18
CARTIERE
Produzione carta e cartone
200-300-500
W, I
3
Processi automatici
150-200-300
W, I
3
Ispezione, classificazione
300-500-750
W, I, C
2
100-150-200
W, I
3
Locale caldaia
50-100-150
W, I
3
Locale alternatore
150-200-300
W, I
3
Ausiliari, pompe, serbatoi, compressori, ecc.
50-100-150
W, I
3
Sala comunicazione e telefonia
150-200-300
W, C
2
Sala controllo (tavoli, quadri verticali, ecc.)
200-300-500
W, I
2
Verniciatura grossolana
200-300-500
W, I
1B
Verniciatura ordinaria
300-500-750
W, I
1B
Verniciatura fine
500-750-1000
W, I
1B
CEMENTIFICI
Frantumazione e cottura
CENTRALI ELETTRICHE
COLORIFICI
19
segue COLORIFICI
Ritocchi e controllo colore
750-1000-1500
I, C
1A
Vasche di fusione
100-200-300
W, I
3
Preparazione stampi e stampaggio per lavorazioni pesanti
200-300-500
W, I
3
Preparazione stampi e stampaggio per lavorazioni fini ed ispezioni
300-500-750
W, I, C
3
FONDERIE
INDUSTRIA AERONAUTICA
Ispezione e riparazione
300-500-750
W, I
3
Prova motori
500-750-1000
I, C
3
Aree di lavoro in genere
200-300-500
W, I
2
Processi automatici
150-200-300
W, I
2
Controllo, decorazione manuale
300-500-750
W, I, C
1B
INDUSTRIA ALIMENTARE
20
INDUSTRIA CHIMICA
Processi automatici
50-100-150
W, I
3
Impianti di produzione con interventi occasionali
100-150-200
W, I
3
Aree interne destinate alla pianificazione
200-300-500
W, I
3
Sale controllo, laboratori
300-500-750
W, I
3
Produzione farmaceutica
300-500-750
W, I, C
2
Ispezione
500-750-1000
I, C
2
Controllo colore
750-1000-1500
C
1
A
300-500-750
W, I, C
3
200-300-500
I, C
3
300-500
I, C
3
Assemblaggio radio-video
750-1000-1500
W, I
2
Assemblaggio di precisione, componenti elettronici
1000-1500-2000
C
2
Produzione pneumatici
INDUSTRIE ELETTROTECNICHE ED ELETTRONICHE
Produzione cavi
Assemblaggio macchine per uffici, telefoni, ecc.
21
INDUSTRIA LAVORAZIONE DELLE PELLI
Aree generiche di lavoro
200-300-500
W, I
3
Pressatura, taglio, cucitura produzione di calzature
500-750-1000
W, I, C
2
Classificazione, controllo qualità e colore
500-750-1000
W, I, C
1A
Sballaggio, cardatura, stenditura
200-300-500
W, I
2
Filatura, bobinatura, tintura
300-500-750
W, I
2
Tessitura, cucitura, stampaggio tessuti
500-750-1000
W, I, C
1B
INDUSTRIA TESSILE
OFFICINE MECCANICHE E DI MONTAGGIO
Lavori occasionali
150-200-300
W, I
3
Banchi per lavorazioni grosse, saldatura
200-300-500
W, I
3
Banchi per lavorazioni medie
300-500-750
W, I
3
Banchi per lavorazioni fini
500-750-1000
W, I, C
3
Macchine automatiche
300-500-750
W, I
3
Macchine automatiche sofisticate
500-750-1000
W, I, C
3
22
PRODUZIONE ABBIGLIAMENTO
Taglio e cucitura
500-750-1000
I, C
2
Controllo e ispezione
750-1000-1500
I, C
2
300-500-750
W, I, C
2
Stiratura
PRODUZIONE VETRO E CERAMICA
Fornaci
100-150-200
W, I
3
Miscelazione, stampaggio, forni
200-300-500
W, I
3
Finitura, vetrificazione, smaltatura
300-500-750
W, I
3
Verniciatura, decorazioni
500-750-1000
W, I, C
2
Molatura vetri e cristalli
750-1000-1500
W, I, C
2
TIPOGRAFIE E LEGATORIE
Locali attrezzati per le macchine da stampa
300-500-750
W, I
2
composizione
500-750-1000
W, I, C
1B
Ritocchi, incisioni
750-1000-1500
I, C
1A
Stampa e riproduzione del colore
1000-1500-2000
C
1B
23
segue TIPOGRAFIE E LEGATORIE
Incisione su acciaio e rame
1500-20003000
C
1B
Legatura
300-500-750
W, I
2
Lavorazioni ornamentali
500-750-1000
I, C
1B
TRATTAMENTO E LAVORAZIONE DEL LEGNO
Segatrice
150-200-300
W, I
2
Banchi di lavorazione, assemblaggio
200-300-500
W, I
2
Lavorazioni fine
300-500-750
W, I, C
2
Finiture e controllo
500-750-1000
I, C
1B
Uff. generici, dattilografia, sale computer
300-500-750
W, I
1B
Uff. per disegnatori e per progettazione
500-750-1000
W, I
1B
Sale per riunioni
300-500-750
I, C
1A
UFFICI
24
Valori di riferimento
Valori di
illuminamento
Norme UNI IES britannica IES americana
Per uffici generici 500 lux
500 lux
200-500 lux
Per uffici tecnici e 750 lux
tavoli da disegno
750 lux
500-1.000 lux
Sale di riunione
(sui tavoli)
500 lux
750 lux
500 lux
Uffici di
dattilografia e
contabilità
500 lux
750 lux
200-500 lux
25
Illuminamento
Valori di riferimento :
• UNI 10380 per uffici generici, dattilografia, sale computer:
valori compresi tra 300 e 750 lux
• Norma DIN 5035 per ambienti di lavoro con VDT (per limitare
l’abbagliamento diretto): valori compresi tra 200 e 500 lux e
max 200 cd/m2
26
Illuminazione
• Valori e condizioni ottimali:
– fra i 200 e i 400 lux
– pareti, pavimenti, soffitti, porte, piani di
lavoro devono essere di colore chiaro e
opaco
– le tende devono consentire la
regolazione della luce naturale (es.
veneziane)
– plafoniere anti-abbagliamento
27
Illuminazione del locale
 illuminazione generale sufficiente ma contenuta
 finestre schermate con “veneziane”
 tende adeguate (di tessuto spesso, chiare e a tinta unica)
 davanti e dietro lo schermo non devono esserci finestre
 le postazioni VDT distano almeno 1m dalle finestre
 schermi posti a 90°
rispetto alle finestre
TENDE
 la direzione principale
VENEZIANE
dello sguardo deve
trovarsi parallela al
fronte delle finestre
 illuminazione in forma
POSTI DI LAVORO AI VDT
a strisce e disposta
STRISCIA DI LUCE ARTIFICIALE
parallela rispetto al
fronte delle finestre
 pareti tinteggiate in colore chiaro non bianco e non riflettente
28
Illuminazione artificiale
IDONEITA’ DI DIVERSI TIPI DI LAMPADE
LAMPADA A
IRRAGGIAMENTO
LIBERO
LAMPADA CON
SCHERMO A
VETRO OPACO
LAMPADA CON
GRIGLIA
45°
INADEGUATA
ADEGUATA IN DETERMINATE
CIRCOSTANZE
29
BUONA
Sorgenti artificiali
Utilizzo di lampade fluorescenti "bianche a
tonalità calda" che emanano una luce tendente
al giallo e resa dei colori ottima.
Per minimizzare i riflessi devono essere montate
a soffitto, con paraluce a lamelle antiabbagliamento, in file parallele alla direzione
dello sguardo dell’operatore, ma non sopra la
testa dello stesso.
30
Le lampade devono essere poste in modo che
siano al di fuori del campo visivo degli operatori
> 60°
In caso di lampade a soffitto
non schermate, la linea tra
l’occhio e la lampada deve
formare con l’orizzonte un
angolo non inferiore a 60°
31
Varianti di illuminazione
DIRETTA
SCHERMO VIDEO
FOGLIO
TASTIERA
COMBINAZIONE
DIRETTA RIDOTTA E
INDIRETTA
32
Posizione dello schermo in presenza di finestre
poco o male schermate
SBAGLIATO: finestra nel campo visivo,
elevate differenze di intensità luminosa
GIUSTO: differenza equilibrata
dell’intensità luminosa, nella
zona
di
riflessione
dello
schermo video non esistono
superfici luminose
SBAGLIATO: le finestre si
riflettono sullo schermo video
33
Modalità per la determinazione dell’illuminamento medio
degli ambienti di lavoro e dell’uniformità
dell’illuminamento
•Stabilizzazione delle lampade durata minima di funzionamento:
- 1 ora per lampade fluorescenti o lampade a scarica ad alta
intensità (vapori di mercurio, sodio alta e bassa frequenza,ad
alogenuri);
- nessun periodo di stabilizzazione per lampade ad
incandescenza o alogene.
•Schermatura della luce naturale
Le misurazione di illuminamento devono essere effettuate senza
alcun contributo dovuto alla luce naturale; pertanto da eseguire
nelle ore notturne o in quelle diurne dopo aver schermato finestre
e lucernai con coperture aventi fattori di riflessione del 10% circa.
•Posizione dei punti di misurazione
Quelle orizzontali vanno eseguite all’altezza di 0,85 m dal
pavimento o a 0,2 m dal pavimento per le vie di passaggio.
34
Numero minimo dei punti di
misura in ambienti vuoti
K= =
a ax xbb/ / hh xx (a+b)
(a + b)
Posto K
K
Numero
<1
4
Da 1 a 2
9
Da 2 a 3
16
>3
25
A, b e h = dimensioni ambiente
35
36
37
38
39
Microclima
40
Microclima
D. Lgs. 626, art. 33, Titolo II (ex art. 9 DPR 19/3/56, n. 303)
• La temperatura nei locali di lavoro deve
essere adeguata all' organismo umano
durante il tempo di lavoro, tenuto conto
dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici
imposti ai lavoratori
• Nel giudizio sulla temperatura adeguata
per i lavoratori si deve tener conto della
influenza che possono esercitare sopra
di esso il grado di umidità ed il
movimento
dell'aria concomitanti
41
art. 2087 cod. civ.
Obbligo per il datore di lavoro di "adottare le misure che, secondo la particolarità del
lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la
personalità morale dei lavoratori"
art.10 Legge 864/70
Nei locali utilizzati dai lavoratori deve essere mantenuta la temperatura più confortevole e
più stabile possibile in relazione alle circostanze
Allegato I, punto 7.1
direttiva CEE 89/654
La temperatura dei locali di lavoro dev’essere adeguata all'organismo umano durante il
tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai
lavoratori
Allegato, punto 16.6.1
direttiva CEE 92/104
Nei luoghi di lavoro chiusi occorre provvedere affinché, in relazione ai metodi di lavoro in
uso ed all'entità delle sollecitazioni fisiche a carico dei lavoratori, questi ultimi dispongano
di sufficiente aria fresca
art. 7 comma 1 DPR
303/56 modificato dal
D.Lgs. 626/94
A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità della lavorazione, è vietato
adibire a lavori continuativi i locali chiusi che non abbiano le seguenti caratteristiche:
•buona difesa contro gli agenti atmosferici
•isolamento termico sufficiente (tenuto anche conto del tipo di impresa)
•aperture sufficienti per un rapido ricambio d'aria
•ben asciutti e ben difesi contro l'umidità
art. 9 DPR 303/56
modificato dal D.Lgs.
626/94
Nei luoghi di lavoro chiusi i lavoratori devono disporre di aria salubre in quantità sufficiente
e l’eventuale impianto di aerazione deve essere sempre mantenuto efficiente e si devono
evitare correnti d'aria fastidiose (in analogia con quanto previsto dall’art. 6 direttiva
89/654/CEE)
art.11 DPR 303/56
modificato dal D.Lgs.
626/94
Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve
provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse
mediante misure tecniche localizzate o mezzi di protezione individuali
42
Microclima
• preferibile impianto di climatizzazione
• nella stagione calda la temperatura non
dovrebbe essere inferiore di oltre 7°C da
quella esterna
• nelle altre stagioni tra i 18 e i 20°C
• umidità fra il 40 e il 60%
• ricambio 32 mc per persona all’ora in
assenza di fumatori
43
Benessere termico
• Il comfort climatico è definibile come
uno stato mentale che esprime
soddisfazione per l'ambiente
• Il benessere termico, dunque, esprime
una condizione di neutralità, con
dispersione integrale del calore prodotto
senza aumento della temperatura
corporea e senza evidente intervento del
sistema termoregolatore
44
Il soddisfacimento del bilancio termico,
attraverso l'evidente intervento del sistema
termoregolatore per evitare l'innalzamento
della temperatura corporea, esprime
invece una condizione di equilibrio
Infine, laddove il meccanismo di
regolazione non è sufficiente alla
dissipazione del calore prodotto, si ha una
condizione di squilibrio termico che
rappresenta un reale rischio da stress
calorico
45
Bilancio termico
La temperatura interna del corpo umano (37°C)
può essere mantenuta costante solo se il
bilancio tra il calore prodotto dai processi
metabolici e quello disperso nell'ambiente
risulta in pareggio
S = M + W ±R ± C ± K - E - RES
dove:
S
=
bilancio termico
M
=
metabolismo
W
=
lavoro muscolare esterno
R
=
scambi calorici per radiazione
C
=
scambi calorici per convezione
K
=
scambi calorici per conduzione
E
=
perdita di calore per
evaporazione
RES =
perdita di calore per respirazione
46
M - metabolismo
È quantità di energia chimica che, all’interno del corpo umano, si trasforma in
energia termica.
Si misura in met: 1 met = 58,2 W/m2 = 50,0 kcal/hm2
Nel metabolismo energetico si possono distinguere tre livelli:
• metabolismo basale legato esclusivamente al mantenimento dell’attività
cellulare e al funzionamento degli organi principali (cuore, cervello ecc.)
• metabolismo di riposo, valutato in assenza di lavoro muscolare
• metabolismo di lavoro legato all’attività muscolare
L’energia metabolica può essere convertita in lavoro meccanico esterno,
ma è principalmente sviluppata come calore interno del corpo:
rendimento meccanico < 20%
Esempi di valori del metabolismo:
• a riposo  45 W/m2 (circa 40 kcal/h m2 )
• in movimento= max 500 W/m2 (circa 430 kcal/h m2 )
47
W - lavoro muscolare esterno
Rappresenta l’energia che nell’unità di tempo l’uomo scambia
con l’ambiente esterno sotto forma di lavoro
R – Scambi calorici per radiazione
Sono una funzione di:
• area effettiva sviluppata da un corpo vestito
• temperatura superficiale del vestiario
• temperatura radiante media
C – Scambi calorici per convezione
È una funzione di:
•
•
•
•
temperatura dell’ambiente
fattore “area del vestiario”
temperatura del vestiario
ventilazione (solo in caso di ventilazione elevata)
48
K – scambi calorici per conduzione
Scambio di calore con gli oggetti che vengono a contatto con il corpo.
Esempio: col pavimento attraverso la pianta dei piedi, con sedie
o con tavoli, con oggetti tenuti in mano.
Per la presenza del vestiario questo termine è spesso trascurabile.
E – Perdita di calore per evaporazione
È una funzione di:
• temperatura cutanea
• pressione parziale del vapor d’acqua
Le perdite di calore dovute a sudorazione sono invece una funzione del
carico metabolico (M)
RES – Perdita di calore per respirazione
È una funzione del metabolismo (M) e della temperatura ambiente
49
Stress termico
50
Lavoro in ambienti molto freddi
• Per lavoro a t. ≤ -12°C il lavoratore deve essere tenuto a
costante controllo a vista.
• TLV (parziali) per tempi di lavoro (t.lav.)/pause (10 min. in
ambiente caldo) di riscaldamento per un turno di 4 ore. Lavoro
moderato e pesante.
Temp. aria °C
Con vento trascurabile
da
a
t. lav. max (minuti)
n. pause
-26 -28
normale
1
-29
-31
normale
1
-32
-34
75
2
-35
-37
55
3
-38
-39
40
4
-40
-42
30
5
-43
in poi
solo emergenza
-51
Stress e danni da freddo
•
La temperatura corporea (t.c.) non deve scendere
sotto i 36°C. Occorre proteggere le estremità (mani,
piedi e testa).
•
Una t.c. <36°C riduce la vigilanza, la capacità
decisionale e può portare alla perdita di coscienza.
•
Sintomi da freddo: forte tremito, sensazione di
freddo pungente, eccessivo affaticamento,
irritabilità, euforia
• Per t.c. <35°C:
forti brividi=segnale di pericolo = interrompere
l'esposizione
•
Solo danni a mani, piedi e testa possono manifestarsi
senza la comparsa di segni iniziali di ipotermia
•
Eseguire rilevazioni termometriche in posti di lavoro con
temperature ambientali <16°C
•
Proteggere tutto il corpo per temperature ambientali <4°C
52
Protezioni delle mani contro il freddo
•
In lavori a mani nude per più di 10-20 min. con temp.
amb. <16°C mettere a disposizione mezzi per mantenere
calde le mani (termoventilatori, piastre elettriche, ecc.)
•
Uso di guanti per temperatura:
< 16 °C lavoro sedentario
< 4 °C lavoro leggero
< -7 °C lavoro moderato
•
A temp. < -1°C ricoprire con materiale isolante termico le
impugnature metalliche di utensili
•
Informare i lavoratori di non venire a contatto nemmeno
accidentalmente con la pelle nuda con superfici fredde a
t. < -7 °C
53
Fattori che influenzano la sensibilità
della singola persona al calore
a) Individuali
 Peso
 Stato di preparazione fisica
 Grado di acclimatazione
 Metabolismo
 Uso di alcool e di droghe
 Patologie particolari (es.: ipertensione)
 Tipo di vestiario
 Precedenti colpi di calore
b) Ambientali
 Temperatura dell’aria
 Temperatura radiante
 Movimento dell’aria
 Umidità relativa dell’aria
54
Effetti del calore sulla salute
Colpo di calore (è un emergenza medica)
Primi sintomi
• Confuzione
• Comportamento irrazionale
• Perdita di coscienza
• Convulsioni
• Mancanza di sudorazione (non sempre)
• Pelle calda e secca
• Temperatura del corpo abnorme
Trattamenti da praticare:
• Porre il soggetto in zona ombreggiata e rimuovere i
vestiti esterni
• Inumidire la pelle
• Incrementare la ventilazione intorno al soggetto
• Reintegrare i liquidi dispersi il prima possibile
• Abbassare la temperatura corporea con metodi
professionali
55
Effetti del calore sulla salute
Esaurimento di calore (è un emergenza medica)
Primi sintomi (condizioni che rispondono rapidamente ad un
tempestivo trattamento)
• Mal di testa
• Nausea
• Vertigini
• Debolezza
• Sete
• Capogiri
Interventi sul soggetto
• Rimuoverlo dall’ambiente caldo
• Dissetarlo
56
Effetti del calore sulla salute
Blocchi di calore
• Causati da lavoro fisico molto intenso in ambiente caldo
• Sono dovuti allo sbilanciamento della concentraione dei Sali minerali causato dalla
sudorazione
• Sono causati dalla mancanza di rifornimento di acqua
• Non fare affidamento alla sete come guida per la necessità di acqua
• In ambienti caldi l’acqua andrebbe bevuta ogni 15-20 minuti
• L’utilizzo di bevande con alti contenuti di carboidrati e Sali minerali minimizza i disturbi
fisiologici durante il recupero
Collasso da calore (svenimento)
• Il cervello non riceve abbastanza ossigeno poiché il sangue si accumula alle estremità
• Questa reazione è simile a quella dell’esaurimento da calore, ma non ha conseguenze sul
bilancio termico del corpo
• L’inizio del collasso da calore è rapido ed imprevedibile
• Per prevenire il collasso il soggetto dovrebbe essere gradualmente acclimatato all’ambiente
caldo
Esantema da calore
• Si manifesta con papule rosse in aree dove gli indumenti sono stretti
• Con incremento della sudorazione queste papule danno origine a prurito
• Si verificano nella pelle che costantemente umida per sudore non evaporato e possono
diventare infetti se non trattati
• Gli esantemi scompaiono di solito quando un individuo colpito torna in ambiente fresco.
Affaticamento da calore
• Diminuisce la capacità in lavori che richiedono doti sensitivomotorie, mentali o di vigilanza
57
Stress da calore
WBGT = 0,7 twn + 0,3 tg in °C
twn = temperatura del termometro a bulbo umido naturalmente
ventilato
tg = temperatura del globotermometro
TLV-ACGIH in gradi WBGT per esposizione al calore
Valori WBGT infunzione dei ritmi di lavoro
Acclimatato
Non acclimatato
Sforzo
lavorativo
leggero moderato pesante
100% lavoro
29,5
27,5 26,0
27,5 25,0
22,5
30,5
28,5 27,5
29,0 26,5
24,5
31,5
29,5 28,5 27,5 30,0 28,0
26,5
75%
25%
50%
50%
lavoro;
riposo
lavoro;
riposo
58
molto
molto
leggero moderato pesante
pesante
pesante
25,0
Stress da calore
•
L’ACGIH precisa che i TLV suggeriti sono basati sul
presupposto che l’indice WBGT del posto di riposo sia uguale
o molto simile a quello del posto di lavoro.
•
Quando il WBGT del posto di lavoro è diverso da quello del
posto di riposo, si dovrà usare un valore medio ponderato nel
tempo sia per il WBGT sia per il calore metabolico (carico di
lavoro).
•
Per esposizioni continuative nell’arco della giornata lavorativa
a condizioni ambientali calde, le medie ponderate rispetto al
tempo si calcolano come media ponderata in un’ora, se
invece le esposizioni sono intermittenti la media ponderata si
esegue su 2 ore.
59
Possibilità di calcolo del tempo di permanenza
continuativa massimo
Quando l’indice WBGT calcolato nell’ora di massima esposizione
supera il corrispondente valore del TLV si può calcolare il tempo
massimo che l’operatore non deve superare nella postazione
calda.
L’elaborazione analitica consiste nell’eguagliare la media
ponderata dei valori WBGT misurati nelle diverse postazioni
frequentate con la media ponderata dei relativi TLV.
60
Valutazione delle condizioni microclimatiche
• Confronto con i valori limite dello stress termico (da freddo o da
caldo). Il superamento di questi valori può determinare un concreto
danno alla salute
• Confronto con indici del "benessere termico". Permette di valutare
l'esistenza o meno di condizioni microclimatiche confortevoli
61
Fattori fisici dell'aria
• temperatura (°C)
• umidità relativa (%)
• ventilazione (m/s)
si misurano con più termometri e con un anemometro
(in totale 5 misure)
62
Centralina della LSI con cinque sensori (da
sinistra):
•
•
•
•
63
velocità dell’aria
umidità relativa
temperatura
temperatura radiante
Centralina della innova con cinque sensori
(da sinistra):
• velocità dell’aria
• temperatura asimmetrica radiante
• “dry heat loss” e temperatura
operativa
• temperatura dell’aria
• umidità dell’aria
64
Anemometro a filo caldo con acquisitore
della LSI BABUC M
65
Fattori fisici: registrazione sulle 24 ore
66
Fattori individuali
• Dispendio energetico (W/m2) si stima con l’aiuto di valori
tabellati
• Resistenza termica del vestiario (m2C/W) si calcola sommando
valori tabellati per singoli indumenti
67
Dispendio energetico
Fattori Individuali
68
Vestiario Fattori Individuali
69
Dispendio energetico e resistenza termica
del vestiario
0,5 clo
1,2 met
0,8 clo
2,2 met
1,7 clo
2,5 met
70
ECT: equivalent chill temperature (temperatura
equivalente di sensazione di freddo)
A basse temperature la velocità del vento determina una
sensazione di freddo pari a quella che si avrebbe ad una
temperatura inferiore a quella misurata con il termometro
Ad esempio
Velocità vento
m/s
-1 °C
-7 °C
Minima
-1 ETC
-7 ETC
2,2
-3 ETC
-9 ETC
4,4
-9 ETC
-16 ETC
71
Sup.
M A N SIO N E
m
Ingrassino
Rif .
Postazione
Tab. 4a
--
Ingrassaggio basi forni
Rif.
5
6
7
8
9
10
11
1,13
°WBGTW/m2
ESTERNO, valore medio
Manutentore meccanico
Rif .
Postazione
Tab. 4a
1,13
°WBGT
Mis.
1,8
28,3
TLV Tempo
29,1
110
28,0
54
21,5
75
31,3
6
28,3
106
TL V
28,3
Postaz ione
°WBGT
FORNO 1, 1ª bas e
23,5
FORNO 1, 2ª bas e
27,9
FORNO 1, 3ª bas e
28,9
FORNO 1, 4ª bas e (comando)
30,1
FORNO 1, 5ª bas e
28,4
FORNO 1, 6ª bas e
31,1
FORNO 1, 7ª bas e, pres so bruciatore
33,9
Media
29,1
Valori ponderati
3
2
°WBGTW/m2
FORNI, tes tate filtri a granuli, GFS, presso s portelli
36,0
ESTERNO, valore medio
Valori ponderati
28,3
60
1,8
TLV Tempo
140
26,0
30
21,5
75
31,3
30
28,7
107
72
28,7
60
--
--
28,7
28,7
Benessere termico
Diagramma
ASHRAE:
campi di condizioni
termicamente accettabili
per persone con
abbigliamento tipico
invernale o estivo, per
attività sedentaria o
leggera e per velocità
dell’aria < 0,15 m/s
Temperatura di rugiada: temperatura alla
quale l’aria diventa satura
La temperatura efficace tiene conto della umidità della cute
come fattore favorente gli scambi di calore con l’ambiente
73
Benessere termico temperatura operativa
La temperatura operativa tiene conto anche del
contributo dell’energia radiante radiante (a basse
velocità di aria)
74
Benessere termico equazione di fanger
PMV=[0,303exp(–0,036M/Ab)+
0,028]·{M/Ab(1-h)- 3,05·10–3
[5733–6,99(M/Ab)(1–h)–jpa]–0,42
[(M/Ab)(1–h)–58,15]–1,7·10–5
(M/Ab)(5867–jpa)–0,0014(M/Ab)
(34–ta)–fclhc(t*cl–ta)–3,96·10–8fcl[(t*cl+273)4–(tr+273)4]}
75
PMV (predicted mean vote): esprime un voto medio previsto per la
sensazione di benessere termico
PPD (predicted percentage of disatisfied): è la percentuale prevista
delle persone insoddisfatte
PPD
PMV
sensazione di
freddo
sensazione di caldo
totale insoddisfatti
-2,0
76,4 %
--
76,4 %
-1,0
26,8 %
--
26,8 %
-0,5
9,9 %
0,4 %
10,3 %
-0,1
3,4 %
1,8 %
5,2 %
0
2,5 %
2,5 %
5,0 %
0,1
1,8 %
3,4 %
5,2 %
0,5
0,4 %
9,8 %
10,2 %
1,0
--
26,4 %
26,4 %
2,0
--
75,7 %
76
LIMITI
(ISO DIS 7730)
- 0.5 < PMV < +0.5
+3
molto caldo
+2
caldo
+1
leggermente caldo
0
PPD < 10%
neutralità termica o benessere
-1
leggermente freddo
-2
freddo
-3
molto freddo
77
Correnti d’aria: indici di disturbo
• E' da tener presente che la velocità dell'aria non può esser variata
a piacimento in quanto, per velocità troppo basse, minori di 0,05
m/s l'aria diventa stagnante e non c'è nell'ambiente una
sufficiente diluizione degli inquinanti aerodispersi.
• Per contro, anche con velocità dell'aria troppo elevate, un
soggetto, anche se in condizioni termiche neutrali, può aver
problemi di discomfort. Le raccomandazioni ISO 7730 e ASHRAE
55-81, facendo riferimento alla velocità media dell'aria, indicano
per le attività sedentarie i seguenti valori:
• V ≤ 0,15 m/s durante il periodo invernale con temperature tra i 20
e i 24 °C;
• V ≤ 0,25 m/s durante il periodo estivo, con temperature tra i 23 e
26 °C.
78
Correnti d’aria: indici di disturbo
•
Gli impianti di immissione d’aria, soprattutto se condizionata, possono creare
disuniformità di temperatura e di velocità dell’aria sia nelle varie zone dello stesso
ambiente sia sulla verticale della stessa zona.
• Per tali situazioni è stato messo a punto un particolare indice q (Effective Draft
Temperature) che tiene conto, nella valutazione del benessere microclimatico, soltanto
della temperatura e della velocità dell’aria, ed è quindi indipendente dall’umidità relativa
dell’aria.
L’equazione che permette di calcolare tale indice è (ASHRAE, 1985):
q = (tx – tc) – a(vx – b)
dove:
tx = temperatura locale, °C
tc = temperatura media del locale, °C
vx = velocità locale dell’aria, m/s
a=8
b = 0,15
Un’elevata percentuale di persone in occupazioni sedentarie (uffici) considera ancora
accettabile una situazione in cui q è compresa tra -1,7 e +1,1 °C e la velocità media dell’aria
non supera 0,25 m/s.
79
Correnti d’aria: indici di disturbo
Altro indice di disturbo è quello proposto da Fanger ed altri nel 1989. Tale
indice tiene conto delle fluttuazioni della velocità dell’aria nell’ambiente:
PD = (34 - ta) (va- 0,05)0,62 (0,37 va Tu + 3,14)
dove:
PD =percentuale degli insoddisfatti, %
ta = temperatura dell’aria, °C
va = velocità media dell’aria, m/s
Tu = intensità di turbolenza, % [= deviazione standard delle misure
di velocità dell’aria diviso il valore medio della velocità dell’aria: SDv/va]
L’ indice vale per attività leggera sedentaria, per le parti del corpo scoperte
(mani, collo, testa) e per ta compresa tra 20 e 26 °C. Per va<0,05 porre
va=0,05, per PD>100 porre PD=100.
80
Differenze soggettive
Le equazioni del comfort non soddisfano mai la totalità delle
persone, ma forniscono combinazioni di variabili in grado di
dare il comfort alla maggioranza delle persone.
Per ogni persona esistono intervalli di temperature ambientali
all’interno dei quali si sente in condizioni di comfort. Tuttavia non
esistono degli intervalli comuni per gruppi numerosi di persone, in
grado di soddisfare tutti. Ci sarà una temperatura ambientale in
grado di lasciare insoddisfatto il 5% delle persone.
81
Esempio di presentazione dati
tg
°C
PARAMETRI MISURATI
twn
ta
tw
Va
°C
°C
°C
m/s
RH
%
VALORI STIMATI
M
Icl
W/m2
m2 °C/W
INDICI CALCOLATI
°C WBGT
PMV
PPD
TLV
mis
%
33,3
26,2
30,6
25,3
0,55
65,4
104
0,07
26,7
28,3
2,5
93,4
33,3
26,2
30,6
25,3
0,55
65,4
104
0,046
26,7
28,3
2,5
93,2
33,1
24,8
30,4
23,9
0,27
58,4
93
0,046
26,7
27,2
2,3
89,1
33,1
24,8
30,4
23,9
0,27
58,4
120
0,046
25,0
27,2
2,6
94,9
35,7
26,3
32,7
25,5
0,65
56,6
110
0,046
25,0
29,1
3,0
100,0
35,7
26,3
32,4
25,4
0,57
57,7
110
0,046
25,0
29,1
3,0
100,0
36,8
26,5
31,9
25,4
0,59
59,9
93
0,046
26,7
29,6
3,0
100,0
39,3
27,1
32,9
25,7
0,43
56,5
93
0,046
26,7
30,7
3,0
100,0
31,7
23,3
28,6
22,3
0,49
58,1
93
0,07
26,7
25,8
1,8
69,5
32,3
23,7
29,8
22,6
0,23
54,2
93
0,07
26,7
26,3
2,1
82,2
32,6
23,3
29,7
22,1
0,20
51,9
93
0,07
26,7
26,1
2,2
83,5
30,8
22,6
28,5
21,4
0,15
54,0
85
0,093
30,0
25,1
1,8
67,7
82
VALUTAZIONE
D EL M ICROCLIMA
D ITTA XXXX
Palazzo xxxx
XXXX
STANZA
B
C ORPO
CARATTERISTICHE
Data: .........
DEL LOCALE
Destinaz. Uso: Ufficio ...
CARATTERISTICHE
ARIA PRIMARIA
2
73,1 m
Superficie:
202,5 m3
Cubatura:
Persone: 10 ÷ 16 max
-Fumatori:
Tipologia: 1 Ufficio
RISULTATI
Terra
P IANO
DELLE RILEVAZIONI STRUMENTALI
376
Portata Tot. (m3/h) :
l/s · persona: 10,4÷6,5
1,4
l/s · mq:
1,9
Ricambi/ora:
Condizioni
delle misure
Persone presenti: 10
Microclima
OraInizio OraFine
TG
TUM (n)
TSECCA
TUM
Um.
VARIA
TPR
ore:min
ore:min
°C
°C
°C
°C
%
m/s
15:19
15:38
26,6
19,5
27,4
18,1
39,2
12,5
0,03 ± 0,05
12:29
13:36
30,0
19,2
38,5
12,7
0,48 ± 0,46
°C
Riferimento Esterno
28,1
18,3
VALUTAZIONE
Condizioni Microclimatiche
I NDICE
R ISULTATI
UOMINI
Seduti
PMV*
PPD%
TOperativa
TE*
*
ICL Uomini = 0,10 m ·°C/W
ICL Donne = 0,07 m2·°C/W
2
RIFERIMENTO
DONNE
In Piedi
Sedute
In Piedi
0,8
1,1
0,6
0,9
± 0,5
18,5
30,5
12,5
22,1
< 10%
26,9
24,5 ± 1,5 °C
26,6
23 ÷ 26 °C
Met. Seduti = 70 W/m
Met. In Piedi = 85 W/m
2
2
83
84
INQU INA NTIDELL
’ARIA
TELECOM ITALIA MO BILE
Edificio S. Barbara - Via VII Strada, 22 (PD)
CARATTERISTICHE
DEL
L OCALE
Destinaz. Uso: Control Room - SI/ES-OP1
Numero A3
Corpo To rre A
CA RATT ERISTICH E
Piano 3°
Tipologia Ufficio
AR IA PR IMAR IA
S uperfice:
242,0
m
Cubatura:
655,0
m3
Pe rsone :10 ÷ 15
max
R ISULTATI
R
DELLE
S
ILEVAZIONI
Data
Polvere
Ora
Inizio Ora
Fine
P M10 P M1
mg/m 3
ore:mi n ore:mi n
CO
CO2
O3
ppm
ppm
ppm
09:27
11:21
0,022 0,018
<1
710
Ri fe ri m en to
e ste rno11:40
11:54
0,111 0,079
<1
411
14 05 02
Formaldeide
Data
14 05 02
Ora
Inizio Ora
Fine Durata Fluss o Volume
ore:mi n
10:49
11:22
mi nuti
cc/m in
33
700
3 39 /16
N. Rapp. Anal i s i :
S ostanz a
Dosaggio
Formalde ide
0,19
Perso ne pres en ti:
Form 5
µg
Con ce ntraz ion e
8,23
µg /m
3
12
Fu matori:
--
ALUTAZIONE
INQ UINANTE
RISUL TATI RIFERIMENTO
3
PM10 (mg/m )
0,022
<0,075
CO (ppm)
<1
<8,6
CO2 (ppm)
710
<1000
<0,02
<0,06
8,23
<100
Ozono (ppm)
Formaldeide (µg/m 3 )
Benzene (µg/m
Ora
Inizio
3
)
Toluene (µg/m 3 )
Xileni (µ g/m 3 )
3
VOC Totali (µg/m )
2,3
<5
5,75
<260
29,88
<4800
837
<300
Ora
Fine
Durata Fluss o Volume
ore:mi n
ore:mi n
mi nuti
09:40
17:31
471
50,1
23,60
Ri fe ri m en to
e ste rno 09:18
17:04
466
50,06
23,33
13 05 02
3 39 /20
S ostanz a
Etile ne
Etano
Propano
Isobutano
1-Buten e
1,3-Bu tadiene
Butano
Isopen tano
Pe ntano
Ciclopentano
2-Metilpen tano
3-Metilpen tano
Esano
Be nze ne
Cicloe sano
Isottano
Eptan o
Toluen e
Etilben ze ne
m-Xilene
o-Xilene
1,3, 5-Trime tilbe nz ene
1,2, 4-Trime tilbe nz ene
VOC Totali:
85
cc/m in
N. Fi a l a:
Con ce ntraz ion e
µg/m
Condizioni delle misure:
V
<0,02
Data
li tri
23,10
N. Fi a l a:
<0,12
Sostanze organiche volatili (VOC)
N. Rapp. Anal i s i :
ore:mi n
>11
TRUM ENTALI
Ozono
Polvere, CO, CO2
RIF ERIM ENTO
Portata Tot.
(m3/h):
1208
l/s · pe rsona:33,6÷22,4
Ricambi/ora:
1,8
Indice aff.:
0,1
2
3
A8 43 71
Rif. esterno
µg/m
3,7
<0,04
3,89
1,94
0,46
<0,04
3,64
21,79
4
5,15
4,32
1,5
79,78
2,3
0,27
11,39
0,83
5,75
2,73
20,02
9,86
2,92
2,88
83 7 µg /m
li tri
3
2,79
0,59
0,38
1,32
0,79
0,15
2,58
6,79
1,81
1,1
1
1
71,24
118,12
0,35
0,95
<0,04
4,23
0,36
1,66
11,37
0,13
0,33
3
33 5 µg /m
3
AGENTIMICROBIOLOGICI
AERODISPERSI
TELECOM ITALIA MO BILE
Edificio S. Barbara - Via VII Strada, 22 (PD)
CARATTERISTICHE
Data:
L OCALE
DEL
Destinaz. Uso: Control Room - SI/ES-OP1
Numero A3
Corpo To rre A
CA RATT ERISTICH E
S uperfice:
242,0
m2
Cubatura:
655,0
m3
Piano 3°
Pe rsone :10 ÷ 15
max
CONDIZIONI
DELLE
M
AR IA PR IMAR IA
RIF ERIM ENTO
Portata Tot.
(m3/h):
1208
l/s · pe rsona:33,6÷22,4
Ricambi/ora:
1,8
Indice aff.: 0,1
Volume d'aria aspirato (litri)
200
Portata (l/s)
1,5
R ISULTATI
DELLE
R
ILEVAZIONI
Conc e ntrazione
Rife rime nto Este rno
(UFC/m 3 )
(UFC/m 3 )
Carica me sofila totale
75
130
Stafilococchi
10
35
Staphylococc us aureus
asse nte
Miceti
170
1
DI
R
Molto basso
1 60 Peni ci llium
3
370
2
2
3 41 Peni ci llium
2 9 A spergillus
Carica micetica 4
UFC/m 3
LIVELLO
< 50
Basso
50 - 100
Medio
100 - 500
Alto
500 - 2000
Molto alto
asse nte
1
IFERIMENTO
Carica batterica
LIVELLO
<0,12
8
AGENTIMICRO BIOLO GICI
V ALORI
>11
ISURE
Persone presenti
3
13 maggio 2002
Buono
Interme dio
Elevato
> 2000
Linee guida per carica batterica totale con campionator e attivo (pr oposta CEE 1993
Report n° 12 EU R 14988 EN)
86
4
Valor i forniti da ACG IH
UFC/m 3
< 100
100 - 1000
> 1000
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presentazione microc..