39-40-41 Addante_3-7 TossicomaniaFFF.qxd 27/10/11 20.47 Pagina 1 Sanità Privata Monitoraggio della qualità dell’assistenza e misure di outcome clinico-assistenziali in RSA: Il progetto del Consorzio San Raffaele in Puglia Luigi Mario Addante, Alberto Bertolini, Maria Chirico (Consorzio San Raffaele Puglia) I fattori che influenzano la qualità dell’assistenza in RSA sono molto diversi da quelli che contano nei setting per acuti, e questo dipende sia dalla organizzazione delle strutture ospitanti che dalle caratteristiche dei loro Ospiti, per alcuni dei quali il ricovero in RSA può rappresentare una soluzione di vita definitiva. In questi ultimi anni, però, si è assistito in Italia ad un progressivo innalzamento dei livelli di complessità sanitaria e assistenziale delle strutture residenziali, con inevitabili ripercussioni sulla qualità delle prestazioni offerte. L’avvento dei DRG ospedalieri, con la conseguente necessità di dimettere i malati “quicker and sicker”, ha trascinato con sé un aumento delle domande di ammissione ai servizi residenziali per problemi sanitari subacuti ed acuti, modificando profondamente il profilo dell’Ospite “tipico” delle RSA, che oramai è ben lontano dal modello della “cronicità stabilizzata”. In Puglia, poi, la carenza di reparti per lungodegenza e hospice ha contribuito ulteriormente ad incrementare il numero dei pazienti “dirottati” verso le RSA in condizioni di instabilità clinica, con elevata prevalenza di outcome clinici avversi: decessi, frequenti ospedalizzazioni, scarso recupero funzionale. Il Consorzio San Raffaele gestisce, per conto della Regione Puglia, undici strutture sanitarie destinate a RSA distribuite sull’intero territorio (Sannicandro Garganico, Troia, Andria, Modugno, Alberobello, Locorotondo, Ostuni, Torricella, Crispiano, Campi Salentina, Alessano) per un totale di 622 6 posti letto, di cui 210 dedicati ai Nuclei Alzheimer. Da una indagine ad hoc condotta nel settembre 2009 9 in tutte le RSA pugliesi, è emersa la presenza di un’alta percentuale di Ospiti affetti da disabilità fisica e mentale di grado severo o molto severo, nonché di un numero significativamente elevato di pazienti allettati, comi vegetativi, stati di minima coscienza, portatori di tracheostomia, PEG, SNG e malati terminali. Nonostante il vigente quadro normativo regionale di riferimento non preveda, a tutt’oggi, la creazione in Puglia di “Unità di Cure Residenziali Intensive” ovvero dei cosiddetti “moduli R1” codificati dal Ministero della Salute nel “Mattone 12” (Prestazioni Residenziali e Semiresidenziali), sostanzialmente nelle nostre RSA si continua a registrare la presenza di un numero troppo alto di pazienti ad “elevato grado di intensità assistenziale”. Ne consegue pertanto la richiesta di prestazioni ad un livello di complessità sanitaria globalmente più elevato rispetto agli standard organizzativi regionali. Tutto ciò ha richiesto nel tempo una profonda revisione dei piani di attività e delle strategie di intervento ed una ridistribuzione dei carichi di lavoro all’interno delle équipe multidisciplinari. Sono stati progressivamente integrati percorsi assistenziali “specifici” per le demenze (con la attivazione in tutte le RSA del Consorzio dei Nuclei Alzheimer e di alcuni Centri Diurni Alzheimer), per il trattamento della polipatologia e per la gestione dei comi (con particolare riguardo agli Stati Vegetativi e gli Stati di Minima Coscienza). Si sono sviluppati veri e propri ambulatori di neuropsicologia e psicogeriatria (grazie anche alla presenza in tutte le RSA della figura dello psicologo e del geriatra) con l’implementazione di uno “Sportello Alzheimer” per il counseling familiare (soprattutto per i caregivers dei malati di Alzheimer). In questo clima di “rimodellamento” della residenzialità si è fatta strada nel Consorzio San Raffaele anche la necessità di misurare l’efficienza dei servizi e l’efficacia delle prestazioni erogate con l’obiettivo di verificare la qualità dell’assistenza offerta e di fornire una convalida scientifica che integrasse e superasse la semplice constatazione del “miglioramento” degli Ospiti basata sull’esperienza clinica (fig. 1). Gli interventi effettuati in campo sanitario sono spesso non quantificati o non quantificabili e l’unico elemento di cui si dispone è la “soddisfazione” del paziente o della famiglia, che, pur essendo un dato importante, non ci dice molto su quanto il nostro intervento abbia potuto modificare il quadro di partenza. Individuare e calcolare gli indicatori di outcome in RSA, per verificare i risultati ottenuti, rappresenta quindi un momento fondamentale ed imprescindibile per promuovere il miglioramento della qualità dell’assistenza, garantendo un controllo sul processo e sui risultati attesi. Si deve cioè verificare se, e in che misura, gli interventi e le prestazioni svolte hanno permesso di raggiungere gli obiettivi che li avevano ispirati. In altre parole, l’equipe multidisciplinare definisce, sulla base della valutazione multidimensionale (VMD), il Piano di Assistenza Individualizzato (PAI) ed il timing delle verifiche periodiche, il cui andamento rappresenta indirettamente un indice di efficienza dei servizi e di efficacia degli interventi. Notiziario novembre 2011 39 39-40-41 Addante_3-7 TossicomaniaFFF.qxd 27/10/11 20.47 Pagina 2 Sanità Privata dai tests Fisher’s LSD, Newman-Keuls e Scheffè per le comparazioni multiple. Figura 1: Monitoraggio della qualità dell’assistenza in RSA. Nel corso del 2009 9 è stato disegnato ed avviato un progetto per la definizione di un protocollo standardizzato di rilevazione periodica e di confronto di indicatori di esito riproducibili, affidabili e validi per censire la qualità dell’assistenza offerta in ogni singola RSA pugliese. Sul piano metodologico è stata condotto uno studio di tipo osservazionale prospettico. Tutti gli Ospiti residenti nelle 11 RSA (412 4 nei Nuclei Ordinari-NO e 210 nei Nuclei Alzheimer-NA) sono stati sottoposti a VMD geriatrica che comprendeva, oltre all’esame obiettivo ed alla raccolta dei dati socio-demografici (età, sesso, provenienza), la somministrazione di una batteria di test e scale di valutazione validate dalla letteratura internazionale come misure efficaci di outcome e suddivisi in 5 macroaree di intervento (tab. 1). Tutti i pazienti sono stati valutati al baseline (T0=settembre 2009), 9 dopo 3 mesi (T1=dicembre 2009), 9 dopo 6 mesi (T2=marzo 2010) e dopo 1 anno 40 Notiziario novembre 2011 (T3=settembre 2010). L’attribuzione dei punteggi ai singoli test e scale di valutazione è stata eseguita da operatori già precedentemente formati sulle procedure di somministrazione e di raccolta dati, ricercando la massima omogeneità applicativa possibile e limitando il fattore soggettivo. Le differenze rilevate per ciascun indicatore specifico e nell’ambito delle 5 aree sono così divenute misure di outcome multidimensionale. Per ogni RSA è stato identificato un “monitor” (in genere il Coordinatore Infermieristico) che si è fatto carico di raccogliere tutti i risultati in una tabella excel e di inviarli per i confronti e le opportune verifiche di completezza e coerenza ai due monitor coordinatori dello studio a livello centrale. Per l’analisi statistica è stato utilizzato il software NCSS 2001 (Kaysville, Utah, USA). I risultati sono stati espressi come medie ± errori standard (SEM). Le differenze tra i 4 gruppi (T0, T1, T2 e T3) sono state valutate con one-way ANOVA (analisi della varianza) seguita La popolazione esaminata presentava le seguenti caratteristiche: età media 79.9 9 9 anni (range: 26-102, 6 mediana: 82, moda: 86) 6 con prevalenza del sesso femminile (63.4%) 6 4% (fig. 2). La VMD effettuata al T0 ha prodotto i seguenti risultati (tab. 2): Le variabili misurate nei NO e nei NA per ciascuno dei 5 domini di valutazione geriatrica si distribuivano prevalentemente nei range di maggiore compromissione, a sostegno della già evidenziata elevata complessità clinico-assistenziale dei nostri Ospiti. L’80 % dei pazienti presentava un deterioramento cognitivo di grado moderato-severo, spesso associato a disturbi del comportamento (fig. 3). I 2/3 presentava inoltre depressione del tono dell’umore. L’80 % dei pazienti è risultato affetto da disabilità funzionale di grado severo e la metà di questi presentava una dipendenza fisica “totale”, con un numero significativo di allettati (fig. 4). 4 Alta è risultata in particolare la prevalenza degli ospiti deambulanti ad elevatissimo rischio di caduta (circa il 50 %). % Abbiamo rilevato, infine, un alto indice di comorbilità e solo il 17 % del campione presentava un adeguato livello di nutrizione all’ingresso, mentre ben il 38 % risultava malnutrito. Di qui anche l’elevato rischio di sviluppare lesioni da decubito nei 3/4 4 della popolazione In accordo con i dati della letteratura, nei dodici mesi di osservazione, non abbiamo rilevato un miglioramento statisticamente significativo della cognitività (misurata con MMSE e SPMSQ) nei pazienti affetti da demenza di grado moderato-severo, seppure apprezzabile risulti la presenza di una stabilità nel tempo dei punteggi ottenuti ai test specifici nei NA. Al contrario, i pazienti dementi ospiti dei NO, soprattutto quando affetti da declino severo, mostravano nel tempo un peggioramento delle abilità cognitive (p<0.03) e ciò a riprova della utilità degli interventi non farmacologici “specifici” dei NA (terapia occupazionale, stimolazione cognitiva, riabilitazione emotivo-comportamentale, etc.), nonché della importanza della protesizzazione degli ambienti. 39-40-41 Addante_3-7 TossicomaniaFFF.qxd 27/10/11 20.47 Pagina 3 Sanità Privata prossimi anni dimensionare sul piano legislativo l’assetto tradizionale alla nuova realtà residenziale. Per la creazione di una efficace ed efficiente rete dei servizi integrata ospedale-territorio decisiva sarà, quindi, la organizzazione di “Unità di Cure Intensive Residenziali” per rispondere alla necessità di cure intermedie ad elevato grado di complessità sanitaria ed assistenziale. “È effetto manifesto di questo approccio multidisciplinare che il processo di riabilitazione sia superiore alla somma delle sue parti, dato che l’interazione dei membri moltiplica l’efficacia dell’operato di ciascuno”. (Boccardi M., 2007) I disturbi del comportamento misurati con l’NPI risultavano sensibilmente ridotti nel tempo (p<0.0001) in entrambi i setting assistenziali (fig. 5, 6) 6 e statisticamente significativo si è rivelato il miglioramento del tono dell’umore misurato con la GDS nei pazienti con MMSE superiore a 10 (p<0.009) 9 (fig. 7). dente nelle undici RSA del Consorzio San Raffaele, anche struttura per struttura, e ciò ha permesso di effettuare una rilevazione puntuale delle aree di forza e delle aree critiche di ciascuna RSA. La verifica comparativa dei risultati ottenuti in ciascuna struttura e l’osservazione di possibili differenze, infat- Dal punto di vista della disautonomia si è osservato un miglioramento delle abilità motorio-funzionali negli Ospiti residenti nei NO; sostanzialmente conservate risultavano invece le ADL nei NA. L’analisi della varianza ha infine messo in evidenza una riduzione statisticamente significativa (p<0.0001) della Comorbidità misurata con l’Indice di Severità (CIRS-IS), mentre dopo un anno di osservazione il numero dei farmaci assunti nelle 24 4 ore risultava sensibilmente incrementato (p<0.002). Le condizioni nutrizionali degli Ospiti malnutriti al baseline mostravano un sensibile miglioramento dopo dodici mesi (p<0.01), soprattutto nei NA, con concomitante riduzione del rischio di sviluppare lesioni da pressione. Il presente modello di verifica degli outcome e l’analisi statistica degli indicatori di esito è stata condotta, oltre che sulla intera popolazione resi- ti, oltre a suggerire studi mirati di approfondimento su indicatori specifici di rischio, ha consentito ai gestori l’implementazione di strategie organizzative di miglioramento dei servizi offerti da ciascuna RSA, oltre a stimolare la competizione tra le residenze. Dal gennaio 2011 la raccolta periodica di informazioni e le relative metodologie di analisi dei dati affluenti da tutte le RSA pugliesi sono state inserite in un processo, continuo e sistematico, di analisi dei risultati (outcome research). Per migliorare la qualità dell’assistenza e la qualità di vita dei nostri Ospiti, nonostante la malattia e la disabilità, non si può prescindere, infatti, dalla necessità di misurare e confrontare. Nel clima di riorganizzazione dei servizi assistenziali che sta interessando la Sanità pugliese, però, le politiche di programmazione sanitaria dovranno nei Notiziario novembre 2011 41