Titolo: Bella Nazione: Messico, USA 2006 Regia: Alejandro Gomez Monteverde Sceneggiatura: Alejandro Gomez Monteverde, Patrick Million Attori: Eduardo Verástegui, Tammy Blanchard, Manny Perez, Ali Landry, Angelica Aragon, Ramon Rodriguez, Jaime Tirelli Durata: 93' Produzione: Metanoia Films, Bella Production, Burnside Entertainment, Mpower Pictures, One Media, The Genere: Drammatico, Romantico Trama: Josè è capo chef nel ristorante del fratello a New York. Nina, una ragazza piena di sogni, è cameriera nello stesso ristorante ma viene licenziata. E' sola ed è incinta. Lui vuole aiutarla, per ridare un senso alla propria vita e affrontare i fantasmi del passato che lo avevano costretto a rinunciare alla carriera da calciatore. La determinazione del protagonista farà sì che le loro esistenze si intreccino per sempre... da zenit.org Bella, un film d’amore che converte senza prediche ROMA, mercoledì, 18 novembre 2009 (ZENIT.org) - Tre anni fa, il mondo del cinema venne scosso da “Bella,” la storia romantica diretta dal regista messicano Alejandro Monteverde, che inaspettatamente vinse il primo premio del prestigioso “People’s Choice Award” del Toronto Film Festival. Da quel momento in poi, Bella ha vinto altri premi a livello internazionale, come il premio “Smithsonian Latino Center”. Nominato come prima preferenza fra gli utenti di Yahoo, è stato anche premiato dalla Casa Bianca per il suo contributo alle Arti. Il film è girato nella città di New York e racconta la storia di José, un promettente giocatore di calcio messicano, che per circostanze tragiche smette di giocare a calcio e si ritira a fare il cuoco nel ristorante del suo fratello adottivo. Nello stesso ristorante viene licenziata una giovane ragazza, Nina, che non andava al lavoro perché era incinta. Nina intende mettere fine alla gravidanza, perché è sola, senza lavoro, senza il sostegno neanche di sua madre che non si è mai ripresa dopo la morte del marito. José non condivide la scelta della giovane collega ma tenta di aiutarla facendole sentire tutto il caloroso sostegno umano. In questo modo, le due vite s’intrecciano e, con una serie di stupendi flashback e intensi dialoghi, lo spettatore viene spontaneamente ed emotivamente coinvolto nel loro passato. Nel film le parole aborto, Dio, solidarietà, umanità, difesa della vita e della famiglia non vengono mai pronunciate, ma le immagini, i silenzi, le varie vicende, i diversi personaggi concorrono insieme a comporre una commovente poesia d’amore. Si tratta di un film “potente e toccante… un’autentica ispirazione”, ha detto Ana Maria Montero nel suo servizio per la CNN. Secondo Maria Salas, di NBC-Miami, “Bella è un dramma romantico pieno di cuore, anima e messaggi positivi… un gioiello cinematografico”. Dopo aver visto il film, alcune giovani donne hanno deciso di far nascere i bambini e le bambine che avevano concepito. L’efficacia del film si deve in parte anche allo straordinario cast: Tammy Blanchard, vincitrice dell’Emmy Award, e la stella messicana Eduardo Verástegui, chiamato il “Brad Pitt dell’America Latina”. “Dopo 10 anni di carriera – ha confessato Verástegui – mi sono reso conto che mi mancava qualcosa, ma non sapevo cosa fosse. Mi sentivo in un labirinto senza uscita; volevo usare l'uscita di sicurezza ma non sapevo dove si trovasse, mi sentivo vuoto”. Il giovane Eduardo, nato a Xicotencatl, Tamaulipas, un piccolo paese al nord del Messico, ha avuto una brillante carriera internazionale come cantante pop del gruppo latino Kairo e come attore di “telenovela”, dopodiché si è stabilito negli Stati Uniti in cerca d’una felicità sempre sfuggente. Dopo aver girato un popolare video musicale con Jennifer Lopez, Eduardo ricevette numerose offerte promettenti da registi di Hollywood, ma le rifiutò, perché si trattava di proposte con un basso livello morale. “Ho promesso a Dio che non avrei mai più lavorato a un progetto che offendesse la mia fede, la mia famiglia o la mia comunità latina”, ha confessato. Con gli amici Leo Severino e Alejandro Monteverde, Eduardo ha fondato la Metanoia Films per “produrre pellicole che abbiano il potenziale non solo di intrattenere il pubblico, ma anche di fare la differenza nella nostra società – ha spiegato Verástegui –, pellicole che tocchino il cuore del pubblico ed elevino l'intelletto verso ciò che è buono, bello e vero, verso l'eccellenza”. La parola metanoia (in greco, “conversione”) è stata scelta Eduardo stesso e riflette il suo percorso spirituale personale. Il film “Bella” verrà proiettato venerdì 20 novembre, alle 18.00, presso l’Università Europea di Roma (via degli Aldobrandeschi, 190). Dopo la proiezione del film Eduardo Verástegui darà la sua testimonianza sul suo cambiamento di vita e sul suo lavoro per la vita e per i più bisognosi. Pochi mesi fa, l’attore si è recato a Darfur per fare delle missioni umanitarie e di evangelizzazione. La proiezione è stata organizzata dal Centro Pascal, un circolo culturale promosso da giovani universitari. La proiezione del film è aperta a tutti e l'ingresso è libero. [Per maggiori informazioni: [email protected]; www.bellathemovie.com; www.eduardoverastegui.com.ar; www.unier.it; www.upra.org] © Innovative Media, Inc. Il film "Bella" finalmente trasmesso dalla RAI Il più bel film sul valore della vita questa sera su Rai Premium di Luisa Cotta Ramosino ROMA, martedì, 7 agosto 2012 (ZENIT.org) - Andrà in onda questa sera Martedì, 7 agosto alle ore 21:10 su Rai Premium il film “Bella”. La trama racconta di José, un promettente giocatore di calcio messicano; davanti a lui si apriva una carriera ricca di successi e soddisfazioni, ma la distrazione di un attimo cambia tutto. Dopo aver investito una bimba José abbandona lo sport e diventa cuoco nel ristorante del fratellastro. La sua vita è chiusa nel dolore di quel giorno fatale, fino a quando la possibilità di aiutare Nina, cameriera nello stesso ristorante che è rimasta incinta e non vuole tenere il suo bambino, gli offre una nuova possibilità. Forse salvando quella piccola vita non ancora nata avrà la possibilità di ricominciare. Il film vuole convincere una volta di più che se non sempre una donna può essere capace di trovare in sè il coraggio di accettare la responsabilità di un figlio, la salvaguardia di quella vita così fragile e preziosa, resta tuttavia un compito essenziale che ognuno è chiamato a condividere. Evento speciale alla Prima edizione del Fiuggi Family Festival e vincitore del premio del pubblico al Festival di Toronto, Bella è un film pieno di poesia che riesce a toccare i cuori degli spettatori Presentato come evento speciale alla Prima edizione del Fiuggi Family Festival da Matilde Bernabei e vincitore del premio del pubblico al Festival di Toronto, "Bella" è un film pieno di poesia che affronta il tema dell’aborto (ma forse sarebbe più corretto dire, al contrario, quello della salvaguardia della vita nascente) in modo suggestivo.Con pochissime parole e puntando tutto sul legame che si stabilisce tra una giovane donna spaventata di fronte a una gravidanza non voluta e un uomo alla disperata ricerca di perdono, il regista Alejandro Gomez Monteverde commuove lo spettatore grazie alla descrizione di intensi legami familiari. Che sono proprio ciò che ha consentito allo sfortunato José di sopravvivere al dramma che lo ha visto protagonista (da promessa del calcio a responsabile, pur involontario, della morte di una bambina di pochi anni). Piegato, ma non sconfitto, José trova nell’incontro con Nina, una giovane donna troppo sola e troppo spaventata per valutare pienamente la sua situazione, proprio ciò che attendeva, una seconda occasione. Spendersi per una vita per tentare di riparare al male fatto per leggerezza e fatalità. Per vincere questa sfida fondamentale José non ricorre a ragionamenti e teorie che Nina forse non sarebbe in grado di ascoltare, ma all’evidenza dell’esperienza che lo ha aiutato a reagire quando si è trovato nel momento peggiore della sua vita.La vita come valore assoluto, tanto più evidente quando viene tragicamente spezzata, emerge nella forza della famiglia di José, che ha già conosciuto il gesto generoso dell’adozione e ora si apre ad accogliere una nuova vita. Il fascino di una New York che può essere al tempo stesso luogo di smarrimento, ma anche punto di partenza per una nuova vita, la musica che introduce lo spettatore all’universo caloroso della famiglia di José (in cui i conflitti non sono aboliti, ma l’amore è capace di sanare ogni ferita). Quella tra Josè e Nina è qualcosa di diverso e forse anche di più grande di una storia d’amore; o forse semplicemente si tratta della storia in cui l’amore è rivolto verso chi ne ha più bisogno: il bambino non ancora nato di Nina. La pellicola non pretende di approfondire il disagio di Nina (suggerendo implicitamente che qualunque esso sia non sarebbe una giustificazione all’eliminazione di un figlio), né chiarisce il suo percorso dopo l’incontro con Josè, lasciando solo alla scena finale il suggerimento di una speranza: quella di una crescita umana capace di riabbracciare pienamente le proprie responsabilità.Questi gli elementi che consentono a questo piccolo film indipendente di toccare i cuori degli spettatori, convincendolo una volta di più che se non sempre una donna può essere capace di trovare in sè il coraggio di accettare la responsabilità di un figlio, la salvaguardia di quella vita così fragile e preziosa, resta tuttavia un compito essenziale che ognuno è chiamato a condividere. *