Centro comunale di raccolta, la nota del PD
Scritto da Angelo Romita
Giovedì 19 Gennaio 2012 09:59
A seguito dell’articolo del 15 gennaio apparso su Bari Sud Ovest.it dal titolo “Dibattito infuocato
sul Centro Comunale di Raccolta”
riceviamo e pubblichiamo a completezza del succitato articolo, la nota che la segreteria del
Partito Democratico ha protocollato in data 11 gennaio e che è stata esposta in aula dal
capogruppo del partito durante il consiglio comunale del 13 gennaio. Di seguito riportiamo
integralmente la nota indirizzata al sindaco, all’assessore all’ambiente e al dirigente del settore
ambiente.
Oggetto: Osservazioni al Progetto di Centro Comunale di Raccolta redatto ai sensi del
decreto legislativo n. 152/2006.
PREMESSA
Riteniamo utile la funzione di un CCR che può e deve integrarsi con il sistema di raccolta
differenziata porta a porta, che si dovrà avviare con la prossima gestione integrata dei rifiuti e al
quale non c’è alternativa alcuna. Il CCR potrà consentire all’utenza il conferimento dei rifiuti che
per la loro natura, pericolosità o dimensioni, non saranno compatibili con le raccolte domiciliari,
e i rifiuti per i quali sarà stabilito uno specifico divieto di conferimento all’interno del normale
circuito di raccolta del rifiuto indifferenziato. Il CCR assumerebbe un ruolo strategico per il
perseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata, che dovranno raggiungere nel tempo più
rapido possibile le percentuali previste dalla legge.
A tal fine si ritiene inderogabile promuovere una politica complessiva di gestione dei rifiuti
secondo le seguenti linee guida:
1. intraprendere il percorso verso il traguardo dei “Rifiuti Zero”, attraverso una raccolta
differenziata tipo “porta a porta”, raggiungendo gli obiettivi di % di RD previsti dalla normativa
regionale vigente, nel tempo più rapido possibile;
2. contribuire a rendere operativo un piano provinciale per la riduzione dei rifiuti, sulla base
delle esperienze virtuose di altre realtà italiane ed europee (vedi allegato A);
3. introdurre un sistema tariffario basato sulla effettiva quantità di rifiuti prodotti dalle utenze
domestiche e non domestiche;
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4. applicare, anche con appositi corsi di formazione-informazione rivolti al personale
dell’ente ed anche ai dipendenti dell’azienda di gestione del servizio raccolta e smaltimento dei
rifiuti, gli adempimenti previsti dal DM 08/05/2003 al fine di ridurre gli sprechi e di favorire lo
sviluppo di un mercato per il ricorso a beni e servizi basati su materiali riciclati;
5. intraprendere tutti gli sforzi per minimizzare i flussi di rifiuti favorendo l'identificazione o
realizzazione di impianti per il compostaggio e la realizzazione di impianti “a freddo” in grado di
recuperare ulteriormente materiali contenuti nei residui;
6. adoperarsi nei confronti degli Enti Competenti affinché i rifiuti-residui prodotti sul territorio
comunale non vengano avviati ad incenerimento o a produzione di CDR e/o avviati “tal quali” a
discarica;
OSSERVAZIONI
Per le caratteristiche di sostenibilità ambientale descritte in premessa, riteniamo incongrua la
politica di gestione dei rifiuti che sottende la relazione tecnica che accompagna il progetto
esecutivo del Centro Comunale di Raccolta. Essa è incentrata sulla
possibilità di ottimizzare la gestione provvisoria della frazione secca stabilizzata (FSC) e sua
trasformazione in CDR ovvero suo diretto recupero termico
, e su ipotesi di gestione della frazione organica basata su digestione anaerobica con recupero
di energia.
Riteniamo invece che la nostra Città debba intraprendere tutti gli sforzi per minimizzare i
flussi di rifiuti favorendo l'identificazione o realizzazione di impianti per il compostaggio
della frazione organica e per la realizzazione di impianti in grado di recuperare
ulteriormente materiali contenuti nei residui, rinunciando definitivamente
all’incenerimento
.
Alle pagine 4,5 e 6 così recita la relazione tecnica e descrittiva del CCR:
(…) L’attuale situazione impiantistica, ovviamente, risulta non adeguata al modello di gestione
previsto a causa dell’assenza immediata di disponibilità dell’impianto di compostaggio.(...) In tal
modo, all’aumentare delle percentuali di raccolta differenziata, si può ovviare alla realizzazione
di un impianto di compostaggio, mentre risulta necessaria ed inderogabile la definizione delle
opere per la messa in funzione dell’impianto di valorizzazione delle frazioni secche da RD
(impianto pubblico del Consorzio ASI di Bari zona ASI Bari – Modugno) e la
individuazione/realizzazione di impianti in grado di assorbire la eventuale produzione di CDR o
di soluzioni alternative alla produzione dello stesso CDR.
(…)In tale scenario è indispensabile verificare inoltre la possibilità di ottimizzare la gestione
provvisoria della frazione secca stabilizzata (FSC) che anziché essere smaltita in discarica (…)
potrebbe essere stoccata in attesa della realizzazione degli impianti di regime per la sua
trasformazione in CDR ovvero il suo diretto recupero. Tale scenario prevede la realizzazione
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degli impianti mancanti e nello specifico:
il raddoppio della linea di produzione e lavorazione dell’impianto di valorizzazione delle frazioni
secche da RD (impianto Consorzio ASI di Bari zona ASI Bari - Modugno);
la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica con recupero energetico di parte della
frazione organica da raccolta differenziata (collocazione in zona ASI Bari – Modugno nelle
immediate vicinanze dell’impianto AMIU, via De Blasi);
la realizzazione dell’impianto di CDR (Bari c/o sede AMIU via De Blasi - Bari) ed, in alternativa,
considerato in tale ipotesi le difficoltà di ottenere certezze sulla recuperabilità e/o corretta
collocazione del CDR a costi certi e stabili nel tempo, la realizzazione di un impianto in grado di
by passare la produzione di CDR che garantisca il trattamento/smaltimento della frazione secca
stabilizzata (FSC) mediante sistemi a recupero energetico (come previsto con la Delibera GR n.
2197 del 18.11.2008).
Conseguentemente il presente documento in linea con il Piano d’Ambito, non può che
prevedere le seguenti configurazioni impiantistiche costituite da:
1. Ipotesi CDR) realizzazione impianto di produzione CDR che necessita però di definire
contestualmente alla sua realizzazione, modalità, termini e certezze sull’avvio a recupero dello
stesso mediante convenzione presso impianti di terzi autorizzati a tal fine o presso impianti di
titolarità del medesimo Consorzio;
2. Ipotesi GAS) realizzazione impianto di gassificazione della frazione secca (FSC) con
recupero energetico e, quindi, in grado di evitare la realizzazione dell’impianto per la produzione
di CDR, ed un’ultima configurazione impiantistica costituita da
3. Ipotesi LEF) realizzazione impianto di combustione a letto fluido del CDR con recupero
energetico
.
E’ opportuno ricordare alcuni passaggi della Direttiva Comunitaria sui rifiuti 98/2008 a cui il
futuro sistema di gestione rifiuti della nostra Città dovrebbe ispirarsi:
Articolo 4: Gerarchia dei rifiuti
L’ ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti
è il seguente:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
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e) smaltimento.
Nell’applicare la gerarchia dei rifiuti, gli Stati membri adottano misure volte a incoraggiare le
opzioni che danno il miglior risultato ambientale complessivo. A tal fine può essere necessario
che flussi di rifiuti specifici si discostino dalla gerarchia laddove ciò sia giustificato
dall’impostazione in termini di ciclo di vita in relazione agli impatti complessivi della produzione
e della gestione di tali rifiuti
.
E’ palese che nei Piani di Gestione dei Rifiuti il recupero di energia e lo smaltimento dovrebbero
essere pratiche marginali di gestione
.
Articolo 22: Rifiuti organici
Gli Stati membri adottano, se del caso e a norma degli articoli 4 e 13, misure volte a
incoraggiare:
a) la raccolta separata dei rifiuti organici ai fini del compostaggio e dello smaltimento dei rifiuti
organici;
b) il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello elevato di protezione
ambientale;
c) l’utilizzo di materiali sicuri per l’ambiente ottenuti dai rifiuti organici.
Un buon Piano di Gestione dei Rifiuti non può prescindere dalla realizzazione prioritaria di
impianti per il trattamento della frazione umida opportunamente separata, in fase di raccolta,
dalla frazione secca.
La gerarchia della direttiva comunitaria sui rifiuti 98/2008, prevede due scenari in successione:
1. Riciclo, Trattamento Meccanico Biologico, Termovalorizzazione e conferimento in
discarica;
2. Riciclo, Termovalorizzazione e conferimento in discarica.
La Relazione tecnica descrittiva sembra essere stata redatta prevedendo essenzialmente lo
scenario b) Riciclo, Termovalorizzaizone e conferimento in discarica, piuttosto che quello a)
Riciclo, Trattamento Meccanico Biologico, Termovalorizzaizone e conferimento in discarica, con
conseguente infrazione della Direttiva Comunitaria sui rifiuti 98/2008.
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CONCLUSIONI
Il nostro parere sul progetto di CCR è positivo, perché risulterebbe essere strumento
utile all’applicazione della Direttiva Comunitaria sui rifiuti 98/2008. Il suo uso deve
risultare tuttavia inserito in un sistema integrato di gestione dei rifiuti che abbia le
caratteristiche di sostenibilità ambientale descritte in premessa. Obiettivo dell’istituzione
di un CCR è anche quello di promuovere la cultura del riuso, orientando la raccolta verso
la riparazione e il riciclo, per cui beni durevoli e imballaggi possano essere reimmessi nei
cicli di utilizzo.
Pertanto:
1. Dissentiamo inequivocabilmente dalla possibilità di “ovviare alla realizzazione di un
impianto di compostaggio” e dal definire "necessarie e inderogabili" le opere per la messa in
funzione di impianti di valorizzazione delle frazioni secche da RD e/o di altre pratiche di
combustione dei rifiuti. Sono ormai note e testate scientificamente le conseguenze sanitarie e
ambientali di qualunque pratica di incenerimento, che si chiami termovalorizzazione,
combusione di biomasse e/o di biogas.
2. Ribadiamo la necessità di intraprendere tutti gli sforzi per minimizzare i flussi di rifiuti
favorendo la messa in opera di tutte le strategie possibili alla riduzione della produzione di rifiuti
ed alla riduzione del residuo post-raccolta, l'identificazione o realizzazione di impianti per il
compostaggio e non per la digestione anaerobica con recupero energetico della frazione
organica; riteniamo al contrario gli impianti “a freddo” in grado di recuperare ulteriormente
materiali contenuti nei residui, del tutto preferibili alla produzione di CDR ed alla sua
combustione in inceneritori, cementerie o centrali termoelettriche.
3. E’ fondamentale che la Città di Modugno si adoperi nei confronti degli Enti Competenti
affinché i rifiuti-residui prodotti sul territorio comunale non vengano avviati ad incenerimento o
avviati “tal quali” a discarica, anche eventualmente adottando soluzioni sovracomunali.
ALLEGATO A
Piano per la riduzione di rifiuti
• incentivare l’uso di compost nell’agricoltura regionale, così da creare un mercato delle materia
organica recuperata;
• prevedere una strategia tematica sul riciclaggio dei rifiuti, che comprenda le seguenti
subazioni:
– individuare politiche e strumenti tesi a favorire la creazione di un mercato provinciale per i
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beni prodotti da materiali riciclati e/o a basso impatto ambientale (istituire la borsa dei prodotti
ecologici, incentivare l’artigianato del recupero e della riparazione);
– incrementare la campagna di comunicazione, sensibilizzazione e di educazione ambientale
rivolta ai cittadini sui temi della riduzione dei rifiuti, della raccolta differenziata e dell’acquisto di
prodotti ambientalmente favorevoli (Ecolabel, dichiarazione ambientale di prodotto);
A questo riguardo un piano Provinciale rifiuti dovrebbe prevedere inoltre delle linee guida per
una politica diretta alla prevenzione della produzione di rifiuti e che abbia i suoi punti di forza
nella:
• disincentivazione dell’uso di imballaggi e di contenitori se non si prevede l’obbligo del ritiro dal
consumatore/utilizzatore;
• disincentivazione dell’uso di imballaggi e contenitori fatti da materiali di diversa natura
difficilmente separabili per tipologia fisico-chimica;
• incentivazione (in termini di aiuti o benefici economici, o soluzioni infrastrutturali e/o
immateriale che agevolino la commercializzazione o il recupero degli imballaggi) all' utilizzo di
materiali riutilizzabili come il vetro o materiali facilmente recuperabili come la carta, il legno, i
metalli non legati, taluni tipi di plastica (non il PVC e altri materiali considerati pericolosi per via
delle sostanze emesse in fase di smaltimento);
• incentivazione del recupero della frazione organica sotto forma di ammendante (compost) da
destinare alla fertilizzazione dei terreni agricoli, giardini e fioriere
• incentivazione delle pubbliche amministrazioni che utilizzano materiale riciclato e
condizionano i loro acquisti all’utilizzo di tali materiali;
• sostenere azioni di comunicazione per far comprendere ai cittadini l’assoluta necessità di
utilizzare, recuperare e riutilizzare prodotti durevoli e riciclati;
• disincentivazione a tutti i livelli dell’utilizzo dei prodotti “usa e getta”;
• disincentivazione delle imprese della distribuzione al ricorso a modelli di vendita di prodotti a
basso utilizzo di imballaggi (esistono ormai in moltissimi ipermercati di altre regioni distributori di
prodotti sfusi come detersivi, vino, acqua, ecc., che consentono di acquistare la sola merce
desiderata, riducendo l’immissione in circolazione di contenitori ed imballaggi superflui).
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