MISCELLAINEA DI PALEOGRAFIA E DIPLOMATJCÀ
I.
Scrittura a oro noi documenti.
La scrUtura d'uro e d'argenio è propria , corne Ognon sa, dei codici
di lasso, e spccialmentc di qucili destinati al servizin sacro; mentre iieila
diplomatica mediocvalc l'uso dcli' inchiostro d'oro è assai rare, e pub dirsi addirittura eccezionalo. Di alcuni diplomi imperiali scritti a oro fa monzione il Mabillon (De rc cil piom., p. 44), ma più compiutamente trattadi
questa materia il Wat Leu bach (Dos Schriftwesen, 2 cd., p. 213-214):
bensi anche i documcnti incnzionati da quest'ultimo Sono tutti di re cdi
rincipi .ed alcuni poi sono da considerarsi corne copie di calligrafi autcnticate dalla cancelicria regia. In ogni modo, nci citati libri nèaltrove, non
mi è accaduto di trovaro mcnzionati documeuti spettanti al giure privato,
scritti a oro, o con inistura di lettere d'oro; e percib mi par boue di segnalame qui due, .embranacei; une edito e l'altro inedito
II documente edito (Codex diploin. Cavensis, vol. 1V, n.0 688, con lacs.
litogr.) conticne uni donazione che il conte Vcrengnarivs q. Verenyna,-ii
fa n titolo di morgengab a Rodelinda q. comitis Atenolfi sua moglie, iii Salemno, nel giugno 1015. In qucsto documente sono scritti in caratteri d'oro
I nomi propri, I nomi delle case compreso nella quarta uxoria, e altre
formule.
L'altro, inedito, si conserva net R- Àrchivio di Stato di Firenze (Dip]omatico, prov. Co,nuue d'Arezzo), e contiene un alto col quale Teodaldo,
abate del monast€ro benedettino di S. Fiera e Lucilla, nel giugno 1114, yen(le il casiello di Toppole e la villa di Verrazzano, colle loro corti, n 13go del
fa Bigone, per redimere cal pgno a cul erano obbligate per debito verso il
dette Ugo le corti di Galognano e di Montione, il cul libero possedimcnto
importava al dette Monastero assai più delle cose ora alienate. li documento
ê sottoscritto di propria mono dall'abate Tcodaldo, da Ilerardo proposto, cl-a
Uberto camnarlingo e da quattro monaci e se ne roga Sèrvus Dei, « sacri
scririii notarius ». Questa caria, di dimensioni pib grandi clic non sinn& le
cornuui carte notarili (0,42X0,3), e di serittura minuscola rotoncla, lia la
prima linea iN 1151 NOliNE, ANNO) in lettere onciali scritte a Oro e incomnidate di rosso; e n oro e rossa parimente sono sentie alcune iniziali dei
varii periodi ciel teste, montre in alite allo smalto d'oro è sostituito il serapuce colore giallo. Di giailo crosse sono pure le croci dei testimoni: ciel due
Document
IlIIIllIIlIDH IIIIIII
0000005650811
M 15 C E LLANEÀ
segni notarili, quelle in principio del documente lia tracce d'oro, l'aitro
delta sottoscrizione consiste in rua croce rossa dentro in rosone glatie
incorniciato di rosse.
Non pub cadere dubhio sulia sincerità nô suit' originalità di qucsto docurnento, le cul forme diplomatiche sono irreprensibuli. Un altro del 1109,
simileal rostre per il cantonale e per le forme intrinseche, ma rogato da
altro noLaro (che si conserva nelVÀrcliivio Capitolare d'Arezzo (1) ), presenta le sottoscrizioni autografe di Teodaldo abate e di Ilerardo proposto;
j cul catatteri combinano perfettamente con quelli della caria del Hit. Non
sembrandomi Ora clic la sostanza del documente (rira semplice datio in solutuin) sia tale da dare ragione di questo inopportune lusse calligrafico,
-credo clic esse debbasi pintiosto attribuire atln.speciale praica del notaro Scrvus Dai; e altri docurnenti scritti dal medesirno me ne danno prova.
Sono di lui, nel nostro Ârchivio, un'altra diecina e più di carte, spettanti
al monastero di Carnaidoli, e scritte lutte nei primi trent'anni del sec. XII,
î cul caratteri gralici si distinguono dalla pratica comune dei documenti
notai-Ui del tempo. La scrittura infatti n' è ininuscola rotonda, più di calligrafo cite di notaro; la prima linea è sempre in lettere onciali e sono queste lettere pUt specialmente notevoli in un documente, di vendita del febbraio 1123, doveappariscono finamente omnate e fonte a tratti neni, e in
un privilegio di Guide vescovo d'Arezzo del 1116, (love gli ornamentidi
esse presentano un elegante lavoro d'intarsio (se possiamo dir cosi) a colon
rosse nero e natumale.
Il.
Unit carta opistografa del secolo VIII.
Il Brune Ili, Cod. dipi. tosc., t. I, pag. 570, pubblica un instruniento
di compra e vendita fallu in Soana net 760, pergamena originale proveniente dal monastero di S. Salvadore del Montarniata, allora nell'Archivio
Diplomatico di Firenze, ora net R. Archivio di Stato in Siena. il docurnento, corne Io pubblica il Erunetti, è di 36 litice, mn non è intero, perchè vi
mancano le sottoscrizioni dei testimoni e del notaro; e leditore annota:
« La soprascritta caria è mutilata in fine».
Orbene, mutilata non è; e se il Erunetti si fosse presa la pena di dure
un'occhiata al tergo della pengamena, si sarebbe accorte che quivi sono
scrute le restantf linee del protocollo finale, le quali per mancanza di spazio
non potettero esser comprese uelt'intemno dcliii menibrana. Abbinmo durtque la buona fortuna di poter complctare un documente creduto inutile,
(I) Carte di Santa Flora e Lucilla, ii.0 4 60 bis. Il facsimile delle sottoscrizioni mi è stato comunicato dalla cortesia, altre volte spenimentata, del
canonico Luigi Paci, archivista dl quel Capitolo.
Dl I'ÂLEOGRAFIÀ E DIPLOMATICA
e iiisicme di porre in vista ai paleografi un esempio diearta opistografa, clic sarà forso non senza intercsse; giacchè le. cartedesignate Il ai
diplomatisti con tale nome (quelle, cioè, clic seritte quasi totalmente nella
faccia interna della membrana, hanno per difetto di spazio le sottoscrizioni
nel dorso) sono assai « rare »(1); e le notizie e le citazioni clic se ne Iravano nei trattati di paleografia e diplornatica sono Latte in modo vago e
generico.
Ecce ora la trascrizione delle linee, scritte nel tergo della pergamena,clic mancano all'edizionc del Brunetti.
31. sign. + ni. audipert filins dus (2) consentientes.
38. sign. + m. aufridi ni de fauclanu rogatus test.
9. sigti. + m. dendoni mi. de atriana-rogatus test. 40. sigu. + m. heiprando qui supernom. helpo uocor rogatiis test. - H. ego qs. gauspert
42. not. scribtor bains uinditionis canule
&3. pu post omnium test. roborata
"4:. et tradita compleuit et di
CE5ARE
tI) FunAoaal, fustit. diptam. I, 47.
flou.
(2) Cloè ligliuolo di Audoald venditore. Vedi le linec 3-36 delI'edliionc
Brunetti.
1
-19
MISCELLANEA DI PALEOGRAFIA E DIPLOMATICA
VI:
Di tint ltten della. Signoria di Firenze con bolla di Piombo;
Il num. 130 delle Pergamene Torrigiani, dol R. Archivio di Stato in
Firenze, (1), contiene ta scguentc tetteraoriginale doua Signoria florentine,
dei 31 ottobre 1521, colla quaic viene accrcditato Galcotto.de' Medicicome oratore residènte preNo papa Leone X. San etissime oc B&Uissime Pater etc. )Ilitti,nns w] Sanctitateni Vestram Oratorern nostrum Noitissiinurn et Cita rissimum nobis Civem nosImm Galeottu,n Laureniii de 4fedicis; mandaviinusque illi quac nostro
nomine ad Rempublicam nostrara pertinentia coram copiosins exponat:
in quibus precamur j'idcm liii certissimam nec aliter guam nobis habereJicatitudinem Vestram, cui et nos et Itano Rempublicarn htmillime acmmendamus. Et foelicissime valent Sanetitas Vestra. Ex palatio nostw,
die uttima octobris M. D oexi.
E. S.'" Vestre.
Filioli Priores Lihertatis et )
populi ftorentznt.
Vexztlzfer Iustttw.j
Ftiori) .Sanctissimo oc Beatissimo Patri et Domino Domino Leoni Decimo
Pontifiai MSimo.
Questa lettera credeaziale è munita di una boita di plombe, dol dia-metro di 38 millimetri, clic ha impressa- da tua faccia la .figura di S. Giovanni Ilattista, con in giro 1' inscrizione:
'F
SENATYS PORVÎTS. Q . FLORENTIN.
dall'altra faccia ha nel campo la scritta:
LEON1S. X.
PONT. MAX.
JIENEPI
010.
La houa è appesa alla caria mediante una cordicella di canapa a duoecapi, traversante per due ton, in prossimità dell' angolo destro del margi(t) Yod] Arch. Stor. 1M!., Terza Sono, tome XXVI, pag. 407.
À
- - l.
flb
MISCELLANEA
•e
ne superiore; e i (lue niargini superiore e inferiore doua carra sono irisecati in forma di linguette; le quali particolarità di attaccatura del sigillo
-e di taglio dei margini, olfre 1' indirizzo scritto al di faon, e' iridicano Che
la lettera tu spedita ehiusa (1).
Se si conoscano altri esemplari di questo specialissimo sigillo adope-.
rata dalla Si noria fiorentina ai tempi di Leone X; o se si ahbia notizia per ultra via della concessione fatta da esse Papa alla Repubblica, di
chiudere e sigillaire le proprio lettere con balla plumbea a modo delta
-cancelleria pontificia, non saprei dire: ma, avendo di eiô faite alcune
ricerche roi hie grail di Leone , foi cronisti fiorentini contemporanei, e in
.libri di varia erudizione, senipre con risultato negativo, mi db a credere
Che la cosa sia pochissimo o punto conosciuta ; e mi par bene di puliblicarne l'autentico documenlo. Leone X côncesse talc privilegio alla Signoria
di Firenze, insieme con altri onori, nel giorno di Natale del 1515, dopa clic
chUe celebrato la messa pontificia in Santa Maria dol Fiore, in benemercnza
delle bote accoglienze e delle costose teste Éailegli dalla sua città nativa
•nell'andata e nel Morne dal convegno di flologna. La relativa bolladi concessione si conserva ne] R. Ârchivio di Stato di Firenze (Diplomatico
prov. Biformagioni,, Auj pubbUci), e n'è copia sincrona o di poco postedore nel volume XVI dei Capitoli, a c. 76-77. Ne pubhlico qui quel tante
clic lia relazione col sigillo di piombo, ch'è oggetto della presente notizia.
Dq;tum quoique censentes pro huinsmodi mentis aliquid in vos con[erre quod cidem populo /lorentino decori et dignitati perpetuo existat,
prout client per alios romanos Pontifices predecessores nostros &iis concessant [visse cornperimus; motu proprio, non ad vestrum seu ciuslem populi eut alicuius pro co nobis super hoc oblate petitionis instantiam, sed
de nostra mera dchberatione et ex cerf e nostra scien fia, vobis- /ilii, Vexillifer Justifie et Priores Libertatis dicti populi, quod de cetero perpetuis
futurs temporibvs, pro quorumnis literanum publicarum, etiam- ad quos•cumque reges et principes, etiam Imperaforem oc nos et pro (cm pore cxi-.
stentens Romarnctn Pontificem mittendarura, clausura et sigillo bulla
plumbea cordulis canopis ce chant sericeis in gratis et pnivilegiis per vos
concedendis appensa sets infixa, solitisque vel cUis que vobis placuerint
signis lilteris et caractenibus sculpta, uti licite et libere possitis, auetoritate apostotica tenore presentiurn l-ieenliam et /aeultatem coneed-imus
panier et elarjjimur.
Mi resta da rare un' osservazioiI. sulla data dl qucsto privilegio.
Neil' ulI-ima hnea di esse si leggc: Dot. Ftorentie , Anno incarnationis
(I) \'edi DELISLE, Mémoire. sur les actes d'!n'ioc. fil, in Bibi, de tEe, des
-Chartes IX, 20. - Faosimili di Icitere chiuse sono in SICKEL, Mou. graph. m,
ceci, IX, 4 (lettera di pp. Alessaudro III, 1177); e VII, 13, iCi (lettere di
due dogi veneti, 1378 e I&O6.
DI I'ALEOGRAFIÀ E DIPLOMATICA
.4
doniinice Millesimoquingentesimojleeimo, O t t a o liai, fa n u o r ii,
Ponti/icatus nostri Anno Tertio; cioè il U di dicembre, giorno doua
Natività montre ne] corpo dol (locumento si paria di questa festa ai
tempo passato: in die IYdtit'itatis do,nini nostri lent Christi proxirne pre-
tenta, cum in dicta ecctesia Cat/zcdrali missam nostrarn pontificaleni celebravisse,nus. C'è dunque qualehe cosa di contradittorio in questa dupiice
indicazione d'un giorno, eh' è dato corne p as sa t o fol teste del docu-
mente e corne p tes ente noua datazione finale e ufliciale. Di queste
contradizioni e anomalie canceilereschc, j] prof. J. F j c e r ha addotto
mo]tepliei esempi, e discussi e spiegati, nei Beitrage sur Unicundenlebre
(innshruck, 1877-78), rinnovando quasi dalle fondamental i principi della
crilica diplomatica e storica rispetto aile date dol documenti. Né 10 Ifltornto qui di segnalare un caso nuovo o strano, ma soltanto d'aggiungere
un esempio di pU' ai molli recati rat Ficker (che sono quasi tutti di
diplomi imperiah e Mi), e di richiamare occasionalmente l'attenzione
degli studiosi itailani suil' opera insigne dcli'egregio professore d' lorisbrick, die ha ottenuto una caMa e generale adesione in Germania,
montre in Italia purtroppo è presse clic ignota.
Conforme aile dottrine del Ficker, ahbiamo qui un nuovo esempio
di quanto sia fallace l'antico preconcetto che tutti i dati di un documente
debbano di necessità convenire in un unico e indivisibile momento storico abhiamo qui distinti I (lue mornenti dell' a z i o n e e della doc uni enta z ione, e abbiamo inline una data clic appareritcnientc sta in
contradizione col documdnLo, ma in realtà ski d'accordo col fatto da cul
il documente lia avuto origine. Infatti, se nel Leste del privii_egio si occenna alla lesta della Nati y ità come n proxirne preterita, è chiaro ehe
il privilegio tu scritto dopo e conseguenternenLe la data finale di esse
clic cOinci(le coi giorno sopra espresso, non pub riterirsi al inornento doua
docurnentnzione, ma hensi n quelle della concessione oraie latta anteriormente (lai Pontefice in forma solenne in Santa Maria ciel Flore. Ora
siceome da questa appunto derivava il diritto del priviiegiati, montre il
diploma non era ehe-una testimonianza scritta della concessione già fatia,
iinporiava di determinare la data di questa e non di quello e cosi si è
ratte. L notevole bensi elle 10 scrittore del privilegio oeil' ultima linea
aveva lasciato in bianco la data dol giorno, forse per mettervi quelle
doua spcdizione: e die l'octavo Icalendas Januarii, y ' è stato aggiunto
dope, corne apparisce in modo evidcnte dai tono divcrso deii'iuchiostro.
VII.
Un documenta notarilo dol secolo XIII,
scritto in ouoio.
Il M ah i 11 o n (De ro dipl., p. 3'2), pariando del curie corne materia scrittoria , clicc rispetto ail' uso del niodesimo pci rlocuinenti mcdio-
Fr
r
II
dlSCELLÀNEX ECC.
.evali: « At rarus, si tamen ulïus,corii usus est iii
(tiplornatis » donde si desurne cli'egli non avesse mai veduto documenti scritti su tale materia. Nè il W a t t e n ha e h (Dos Schrift-
wesen, pag. 91-93) ne cita alcalin, ouïe ni soliti notissirni' rotoli hiblici
delle Sinagoglie ebraiche.
Ma l'Archivio di Stato di Firenze (fliplornaflôo, proY. flfaccioni)
possiede appunto uno di tali docurnenti rarissirni e lu già segnatato da
F. B r une t t I (Cod. dipi. loso. 1, 70). lI dette documente (Che coutieno
la vem]ita dell'ottava parte del castello e delta coi-te (lei SaT] Cerno, fattEt
dat nohule 11go del lu Ugotino da Caldaia a Giiii)(a abntb diI Monastero
di S. Pietro a Moseheto nel 1t Iuglio 1248, rog. Guida Rellotti) è scrit—
to sopra un grande pezzo di cuoio di taglio irregolare, largo 0, 95,
lange, circa m. 1, 16. 1l cuoio è assai scarnito e levigato; ma sempre
grosso, pochissirno malleahule e con inacehie sdurissirne; verarncnte « rudis et indigesta nioles », corne dice l'A lia c ri (T) parlando dei rotoli
ebraici. Perattro mentre quesli aflèrmava, clic il cuoio riccveva la scrittura
nella parte estcriore ( puis tantum (Ietractis, ca parte qua pitos exciis-
sU »), il documenta clic qui rnenzioniamo è scnï?atcun duhhio scritto
nella parte interna della mernhrana, corne le pergamene coffluni.
(I) Animadversiones in Atuiq. eftvscar. fragmenta Parigi, 160), LIItI,
pag. 1H.
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