Una didattica di qualità per una costruzione multimediale del sapere Piano di progettazione in rete per la formazione docente il filo di Arianna Pianella, 29 marzo 2012 Insegnare i media, insegnare con i media o insegnare dentro i media? (R. Maragliano, 1997) La complessità della società moderna è determinata soprattutto dalla rapidità delle trasformazioni che impone la necessità di un aggiornamento continuo di saperi che in un tempo brevissimo diventano obsoleti dinanzi alle richieste diversificate e molteplici del nuovo mondo si stabilisce pertanto un nuovo rapporto tra studenti docenti scuola contesto socioculturale i giovani nei giovani oggi il contesto di riferimento non presenta più gli stessi parametri, gli stessi valori e le stesse basi su cui la scuola ha tradizionalmente fondato il proprio intervento. i “media” alla base dei processi di comunicazione e di informazione fondamentali per l’interazione con la realtà, sono patrimonio più delle giovani generazioni che degli adulti sono i cosiddetti “nativi digitali”: non sono stati spettatori più o meno consapevoli di epocali trasformazioni della realtà, essi sono nati all’interno di questa realtà già in fase di repentino e irrefrenabile cambiamento; non hanno i termini di confronto che tanto condizionano gli adulti e la scuola stessa sono totalmente immersi nella nuova dimensione tecnologica, ne intuiscono funzioni e interconnessioni, sempre più ne appaiono dipendenti i docenti spesso sono chiamati a trasmettere una conoscenza classica sempre più distante dai linguaggi e dagli strumenti cognitivi dei loro diretti destinatari tanti considerano i sistemi tecnologici per la comunicazione e l’informazione solo degli strumenti da inserire nella prassi didattica per adeguarla ai tempi, giustapponendoli a metodologie impostate su un modello tradizionale la scuola PRIMA: le conoscenze poste al centro dei percorsi di insegnamento erano stabili, realmente spendibili per tutto l’arco della vita lavorativa e sociale di ciascun individuo, e donavano la solida certezza di poter governare le diverse situazioni emergenti nella realtà senza difficoltà né ansia OGGI: le conoscenze e le competenze trasmesse dalla scuola non sono più al passo con l’evoluzione continua della società in cui la scuola stessa dovrebbe favorire l’ingresso ai propri studenti spesso fornisce interventi didattici legati ad un modello trasmissivo, lineare, tradizionale, ben distanti dai processi cognitivi che i ragazzi mettono in atto quando si rapportano con la realtà È evidente la necessità di un cambio di prospettiva… ma qual è stato il percorso che ci ha portati fin qui? Il primo programma di sviluppo per le tecnologie didattiche fu definito dalla C.M. 282 del 97 nel piano si prevede l’utilizzo della multimedialità nell’insegnamento delle varie discipline attraverso la creazione di postazioni multimediali e la formazione dei docenti lo scopo rispondere alle esigenze di un mondo in rapida trasformazione elevando la qualità dei processi formativi attraverso il ricorso alle nuove tecnologie rinnovare la didattica sulla scorta delle teorie dello sviluppo cognitivo che hanno dimostrato quanto un apprendimento trasmissivo, lineare, sia lontano dai processi che l’individuo mette in atto per conoscere la realtà il dibattito pedagogico Cognitivismo: l’acquisizione della conoscenza ha un carattere dinamico e procede attraverso l’uso, l’unificazione, la riorganizzazione di strutture che elaborano l’esperienza e ne sono a loro volta influenzate Bruner: attività cognitiva come elaborazione di informazioni, basata sull’uso di strategie, sulla verifica di ipotesi e sulla tendenza a superare i limiti cognitivi attraverso attività di problem solving; importanza dei procedimenti per scoperta: Non basta fermarsi all’acquisizione delle conoscenze o allo sviluppo di specifiche abilità, ma occorre divenire consapevoli dei processi che vengono messi in atto dinanzi alle nuove scoperte all’interno di contesti sempre più differenziati. Fin dalla scuola dell’infanzia il bambino esplora la realtà attraverso attività ludiformi appositamente programmate dall’insegnante per favorire percorsi di conoscenza dinanzi ai fenomeni del mondo che lo circonda. Ha avvio così la graduale acquisizione di consapevolezza che porta il bambino a ricostruire gli itinerari seguiti attraverso la narrazione delle proprie esperienze E’ questa la prima tappa all’interno di quel processo che l’alunno realizza nella scuola per la costruzione di nuovi significati e, parallelamente, la comprensione dei meccanismi da lui stesso messi in atto per apprendere Lo stesso Bruner ribadisce l’importanza della metacognizione: imparare a imparare riportata nella Raccomandazione del Parlamento Europeo del 2006 tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente indicata nel D.M. 139/2007 tra le competenze chiave di cittadinanza Costruttivismo: apprendere non significa immagazzinare l’informazione, ma connetterla all’informazione già presente nella memoria: la conoscenza viene costruita piuttosto che registrata. Ausubel - psicologia dell’apprendimento significativo: un contenuto cognitivo è potenzialmente significativo se può essere riferito a una struttura di conoscenza già esistente nell’individuo; pertanto l’apprendimento è significativo se i nuovi contenuti si integrano nella struttura di conscenza dell’allievo stabilendo una rete di relazioni tra le conoscenze idea di un apprendimento non lineare ma reticolare, che comporta un ripensamento dell’azione didattica: da un insegnamento trasmissivo, sequenziale, alla costruzione condivisa delle nuove conoscenze Bateson: la mente dell’individuo si sviluppa in base al contesto in cui si relaziona: mondo e pensiero si ibridano, sono l’uno nell’altro, per questo i contesti sono fondamentali per la strutturazione del pensiero Si profila la differenza tra gli effetti di una lezione frontale e di una lezione in laboratorio… Bateson propone l’idea di una mente sistemica, una rete di sistemi in cui tutti gli elementi sono interrelati tra di loro, pertanto l’apprendimento si ha quando riusciamo a mettere in relazione, a compiere connessioni, tra gli elementi che compongono il sistema: intelligenza connettiva Dunque la prima forma di apprendimento è legata ai contenuti, e permette di fronteggiare solo il contesto che riflette quella conoscenza; la seconda forma di apprendimento implica le strategie trasversali, quell’imparare a imparare che permette di fronteggiare le diverse situazioni, i diversi contesti; la terza e più elevata forma di apprendimento è l’intelligenza flessibile capace di affrontare qualsiasi contesto, quell’intelligenza che permette di disimparare una strategia mentale per costruirne immediatamente un’altra più utile al nuovo contesto di riferimento la scuola non può trasmettere linearmente dei contenuti, ma operare per fornire gli strumenti cognitivi atti a sviluppare quelle strategie che consentano ai giovani di gestire la flessibilità del mondo che lo circonda e padroneggiare autonomamente contenuti in continua trasformazione Vygotskij: lo studente riesce a svolgere con il sostegno di un adulto o di un pari più capace (scaffolding) compiti che non sarebbe ancora in grado di svolgere da solo: l’azione didattica va a stimolare la zona di sviluppo prossimale di ciascun alunno nell’ambito di un apprendimento contestualizzato, situato, e fodato su base dialogica: dimensione sociale dell’apprendimento Fondamentale sostenere l’importanza della pratica laboratoriale in una scuola che, attraverso l’attivismo e l’operatività, porti gli studenti a fare esperienze sul campo, a lavorare insieme per la realizzazione di un progetto reale comune, mettendo in gioco con creatività e originalità le conoscenze e le abilità acquisite per scoprire nuovi orizzonti del sapere … è evidente la necessità di un cambio di prospettiva… … la scuola ha bisogno di compiere un salto di qualità per rimediare allo “scollamento” con i bisogni formativi e gli stili di apprendimento dei suoi utenti con la società moderna e tecnologica in che modo? offrendo agli studenti la possibilità di lavorare all’interno di un nuovo ambiente di apprendimento molto più vicino al loro modo di pensare e di elaborare le conoscenze in cui le tecnologie dell’informazione si pongano esse stesse non come mezzi ma come vero e proprio ambiente di apprendimento Insegnare i media, insegnare con i media o insegnare dentro i media? In questo senso insegnare dentro i media non si pone come una scelta ma come una concreta necessità per un’azione educativa che parli lo stesso linguaggio dei giovani cui è rivolta risponda in maniera adeguata al loro modo di approcciarsi alla realtà e di conoscerla Ma quali opportunità offre la dimensione ipermediale delle tecnologie didattiche? consente la gestione simultanea dell’insieme dei media esattamente come fa l’alunno, che si serve contemporaneamente di tutti i canali percettivi per entrare in relazione con il mondo e costruire nuove conoscenze; offre quella pluralità di sollecitazioni e stimoli cognitivi in grado di sviluppare le diverse forme di intelligenza di cui l’individuo è dotato, secondo la teoria di Howard Gardner, rispettando la forma del pensiero di ciascun alunno; realizzando quella trasversalità tra gli ambiti disciplinari in grado di portarlo a costruire significativi campi di conoscenza e gestire i nuovi saperi Non a caso tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate nella Raccomandazione del Parlamento Europeo 2006 figura la competenza digitale fondamentale per conoscere e padroneggiare la complessità del mondo, in una visione non più sequenziale ma sistemica dell’apprendimento E allora cosa vuol dire multimedialità a scuola? non vuol dire quindi solo utilizzare computer e software didattici, ma modificare l’approccio stesso alle discipline, valorizzando le attività didattiche volte a organizzare le conoscenze secondo quella dimensione reticolare rispondente a un’intelligenza connettiva proporre percorsi didattici che mirino a superare la frammentarietà cogliendo gli oggetti nei loro contesti, nei loro insiemi, in una dimensione interdisciplinare: realizzare quella “conoscenza pertinente” che E. Morin indica tra i sette saperi necessari all’educazione del futuro In questo senso il computer diventa l’ambiente di lavoro per gestire e connettere più linguaggi, dal verbale all’iconico, dall’audio all’animazione, in una dimensione sempre più interattiva grazie anche all’introduzione delle LIM, lavagne interattive multimediali che si pone come nuovo spazio di apprendimento collaborativo e interattivo Cosa comporta l’utilizzo della Lim nella pratica quotidiana? La Lim porta alunni e studenti a lavorare in una dimensione più ampia Il percorso di costruzione della conoscenza viene più facilmente condiviso nell’ambito della classe scoprendo nuove opportunità per intervenire in modo personale e originale nel proprio percorso di apprendimento la classe diventa vera e propria comunità di apprendimento in cui si impara attraverso l’interazione con i pari, e il docente assume il nuovo ruolo di promotore e coordinatore del percorso formativo Il percorso di costruzione della conoscenza viene condiviso in un contesto che spazia sempre più oltre i confini della classe adeguando anche l’esperienza scolastica al nuovo concetto di limite spazio-tempo che la rete web va imponendo e in cui i giovani si muovono già in maniera del tutto disinvolta (internet) “ non cambia il concetto di spazio e di tempo, ma modifica lo spazio e il tempo” - Pierre Levy … e i rischi? Fornire ai ragazzi strumenti nuovi per padroneggiare la complessità del mondo significa anche far sì che non si lascino sopraffare dall’infinita molteplicità di stimoli Spetta alla scuola il compito di portarli ad acquisire la capacità di selezionare, di verificare le informazioni che li bombardano, operare scelte costruttive: in una parola sviluppare un pensiero critico che li renda soggetti attivi nell’interazione comunicativa, e non fruitori passivi e dipendenti in che modo la scuola può supportare i ragazzi facendo della complessità una risorsa? Internet offre la possibilità di accedere a un numero pressoché infinito di informazioni, consultando in pochi secondi banche dati localizzate in qualunque parte del mondo: basta un clic, una “toccata e fuga” per sentirsi informati bisogna portare gli studenti a superare la superficialità con cui spesso ci si accosta a nuove informazioni: non accontentarsi delle “ricerche facili” ma integrare mezzi, conoscenze e risorse c’è una diffusione sempre più ampia della conoscenza, ma scarsamente controllata e poco organizzata occorre portare i ragazzi a verificare i dati e le fonti, ad esercitare quel pensiero critico che li renda sempre fruitori consapevoli nella gestione autonoma di questa preziosa opportunità (non solo digitali) l’ambito esperienziale degli studenti è sempre più in un contesto al di fuori del sistema di istruzione e formazione, di fatto è lo studente che porta l’innovazione all’interno della scuola, non viceversa la scuola deve riappropriarsi dell’ambito formativo ed esperienziale prioritario, deve apprendere essa stessa il lessico dei giovani e rendersi mediatrice tra gli stimoli esterni e il sapere formalizzato pertanto la multimedialità deve porsi come nuovo ambiente di apprendimento perché la scuola possa rispondere ai bisogni formativi di giovani la scuola deve necessariamente acquisire gli strumenti e i linguaggi dei giovani, se vuole sostenere in modo adeguato i loro processi di apprendimento ma come? affiancare al libro cartaceo l’e-book utilizzare abitualmente motori di ricerca per le attività legate ai vari ambiti disciplinari o trasversali utilizzare in maniera attiva e flessibile la LIM per le attività quotidiane realizzare attività di ricerca guidata nel web (webquest) utilizzare le risorse del web 2.0 … Come cambia l’uso della Lim nel rapporto con web 1.0 e web 2.0? ? Web 1.0: il docente prepara il materiale disciplinare inserendo link per la rete, risorse esterne, immagini... da vedere sulla Lim: la Lavagna interattiva è solo un videoproiettore, di fatto solo una lavagna elettronica, anche la didattica è essenzialmente trasmissiva, ma con il supporto di strumenti multilediali Web 2.0: la Lim diventa piattaforma di collaborazione, permette di ricercare e scambiare materiali tra studenti, anche tra scuole diverse, metterli in rete, condividerli, integrare i contenuti e rinnovarli, andando così a ristrutturare il modello trasmissivo della didattica sia in senso dialogico che collaborativo