CNV
COMUNICAZIONE NON VERBALE
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
• Ruolo centrale nel comportamento sociale
dell’uomo: eventi esterni, passato, futuro
• Uso corretto CNV = capacita’ e competenze
sociali
• Intimamente legata al linguaggio, lo
sostengono, feedback, sincronizzazione
• Alcune cose si esprimono adeguatamente
solo con la CNV e non con le parole
• Negli animali riguarda stati interiori e
intenzioni
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
• CNV complessa: Arte, Musica, Riti in
generale, Riti Religiosi.
FUNZIONI (CNV)
•
ESPRIMERE EMOZIONI: Attraverso il corpo, la voce e
le espressioni facciali
•
COMUNICARE ATTEGGIAMENTI PERSONALI:
Stabilire e mantenere relazioni interpersonali (amicizie)
attraverso tono di voce, espressioni facciali, vicinanza
fisica, contatto fisico, sguardo
•
ACCOMPAGNARE IL DISCORSO: Interlocutori si
scambiano cenni del capo, sguardi e suoni non verbali
sincronizzati con il discorso
•
LA PRESENTAZIONE DI SE’: Soprattutto attraverso
l’aspetto esteriore, in misura minore la voce
•
RITUALI: Saluti, e altri riti in generale
APPLICAZIONE PRATICA (CNV)
• Recupero abilita’ sociali pazienti: Depressi,
adolescenti borderline, ecc…
• Addestramento abilita’ sociali in ambito
professionale: Medici, Assistenti di Volo,
Candidati Politici
• Addestramento contatti interculturali:
Personale che lavora all’estero o in
organizzazioni internazionali (Parlamento
Europeo, ONU)
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
• Ha luogo ogni volta che una persona
(emittente) influenza il comportamento di
un’altra (ricevente) attraverso uno dei
seguenti “canali”:
1 espressione facciale
2 sguardo
3 gesti e altri movimenti del corpo
4 postura
5 contatto fisico
6 comportamento spaziale
7 abbigliamento; aspetto esteriore (pettinatura)
8 vocalizzazioni non verbali
9 odore
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
Emittente
Ricevente
Stato di A
Segnale NV
codifica
Stato di B
decodifica
1) A in codifica e B in decodifica attribuiscono lo stesso significato al
segnale
2) B decodifica in modo sbagliato perche’ A non e’ un buon emittente o B
non e’ un buon ricevente o entrambi
3) A invia un messaggio ingannevole che B non riesce a decodificare
4) A non intende comunicare ma il suo comportamento puo’ essere
decodificato da B corretamente
5) A non intende comunicare e B decodifica in modo scorretto
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
Consapevole (intenzionalita’ di comunicare)= Segnali
diretti ad un fine
Es. Offerta ad un’asta
Incosapevole (nessuna intenzionalita’) = Segni fisiologici
involontari
Es. Tremore, sudore in un contesto emotivo
Frequentemente osserviamo una “miscela” dei due tipi
di CNV. Es. Espressioni facciali di un’emozione
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
Segnali discreti invariabili come le parole gesti simbolici
come: autostop, ok
Segnali variabili e probabilistici, lungo un continuum
(vicinanza, volume della voce)
Segnali “iconici” che richiamano nella loro forma il
significato
Il linguaggio dei segni non e’ CNV
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
Emittente
Ricevente
consapevole
consapevole
prevalentemente
inconsapevole
prevalentemente
consapevole
inconsapevole
consapevole
inconsapevole
comunicazione
verbale
CNV
inconsapevole
Cambiamenti di
sguardo e altri
piccoli segnali
inconsapevole
Emittente
addestrato all’uso
della CNV
consapevole
Ricevente
addestrato
all’interpretazione
della CNV
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
SIGNIFICATO
Emittente nel suo stato emotivo o altro, o nel messaggio
Ricevente nell’interpretazione del segnale
Il significato del segnale CNV varia dal contesto.
Es. CONTATTO FISICO: il/la proprio marito/moglie, il/la
marito/moglie di un’altra/o, uno sconosciuto, un
paziente, una persona in un ascensore affollato, un
partecipante ad un gruppo di incontro
Dipende anche dalla posizione spazio-temporale, quindi
dipende da cio’ che ha preceduto, nell’interazione, il
segnale che stiamo inviando.
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
VARIAZIONI CULTURALI
ESPRESSIONI FACCIALI: fondamentalmente universali e
transculturali. Alcune variazioni. Veicolo per
l’espressione delle EMOZIONI
EMOZIONI
• EMOZIONI ADATTATIVE: Affetti positivi e negativi
preparano e guidano comportamenti motivati che
promuovono la sopravvivenza e la riproduzione
(Darwin) Agiti o interpretati (espressioni facciali)
Comunicazione non Verbale: I neonati comunicano gli
stati emotivi attraverso le espressioni facciali (entro i
sei mesi tutte le emozioni fondamentali vengono
espresse)
EMOZIONI
EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI
• Le emozioni hanno un valore adattativo anche nelle
relazioni interpersonali
• Soggetti che si uniformano alle regole non vengono
allontanati da un gruppo sociale
• Soggetti inseriti socialmente hanno piu’ probabilita’ di
riprodursi
EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI
• SENSO DI COLPA: Il senso di colpa ha un valore
adattivo nelle relazioni interpersonali perche’ la
percezione di una nostra responsabilita’ sullo stato di
salute altrui ci porta ad evitare comportamenti
potenzialmente pericolosi per gli altri e a favorire
comportamenti che rafforzano le relazioni interpersonali
• Mostrare il proprio senso di colpa, dimostra che vi e’
un interessamento sulle condizioni altrui
• Indurre il senso di colpa influenza il comportamento
altrui!!!!!!!!
EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI
• IMBARAZZO: L’imbarazzo (arrossire) dimostra un
senso di colpa per una trasgressione di una norma
sociale
• Chi dimostra imbarazzo viene percepito come
sottomesso e suscita da parte del gruppo sociale piu’
simpatia e disponibilita’ al perdono.
• Quindi, anche l’imbarazzo consolida le relazioni
interpersonali e l’integrazione sociale
• Scuse non-verbali
• Arrossire per l’imbarazzo e’ un reazione tipicamente
umana
ESPRESSIONI FACCIALI
• L’emisfero DESTRO e’ cruciale per il riconoscimento
delle espressioni facciali e del riconoscimento delle
situazioni emozionali
• Lesioni dell’emisfero destro producono gravi deficit di
riconoscimento delle espressioni emotive facciali
• L’emisfero sinistro probabilmente assegna delle
descrizioni verbali alle espressioni facciali che possono
agevolarne il riconoscimento. E’ comunque coinvolto
nel riconoscimento delle situazioni emozionali
COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)
VARIAZIONI CULTURALI
ESPRESSIONI FACCIALI: fondamentalmente universali e
transculturali. Alcune variazioni. Veicolo sociale per
l’espressione e la segnalazione delle EMOZIONI
Molto importanti sono le “norme di comportamento”
all’interno di diverse culture che regolano
l’ostentazione di ogni espressione emotiva.
Difficolta’ particolare nel riconoscimento di emozioni nelle
espressioni facciali diGiapponesi. “Lasciare trasparire sul
volto le proprie emozioni era considerato indegno di un
samurai” (Nitobe, 1969)
Ambiti sociali all’interno di culture: Esercito, Politica, ecc…
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): Oltre alle
emozioni fondamentali inviamo segnali su stati piu’
sfumati o “umori”: Es. Piacere, dispiacere, soddisfazione
della fame o del sesso, sonnolenza eccitazione.
“lettura a voce alta” dello stato interno a beneficio di terzi
Vengono inviati segnali nonostante il controllo del
comportamento espressivo:
-
Alcuni sono reazioni psicologiche dirette senza intenzione
di comunicare: nausea, sonnolenza, eccitazione
-
Alcuni si sono evoluti come segnali sociali con valore
adattativo
-
Alcuni sono segnali sociali inviati intenzionalmente per
accompagnare o sostenere il discorso
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
Oltre alle emozioni fondamentali vi sono altre emozioni che
non vengono altrettanto studiate ma che sono importanti
nella CNV:
-
Divertimento
-
Noia
-
Impazienza
-
Stanchezza fisica
-
Dolore
-
Eccitazione sessuale
-
Sentimento religioso
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
Le aree corporee che trasmettono emozioni:
- Volto: bocca, sopracciglia, pelle, movimento facciale
-
Occhi: apertura oculare, dilatazione pupille, durata
sguardo
-
Gesto: forma e movimenti della mano, mano al volto, mani
unite
-
Postura: tesa o rilassata, erezione della postura, stile dei
movimenti del corpo
-
Tono di voce: tonalita’, velocita’, volume, ritmo, difficolta’
nel discorso
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
Espressione di emozioni evocate naturalmente un po’ diversa
da quelle evocate artificialmente (attori)
Mentre il volto sembra esprimere la qualita’ dell’emozione, i
gesti la postura ed i movimenti del corpo sembrano fornire
l’intensita’ dell’emozione
Il tono della voce (prosodico) indica lo stato emozionale. I
depressi e altri pazienti neurologici si esprimono in un
monotono senza prosodia emozionale
Molti dei segnali di CNV che veicolano lo stato emozionale
sono emessi con maggior frequenza in presenza di altri
anche inconsapevolmente. Ma si riscontrano anche in
soggetti isolati e con buona correlazione con il loro stato
emotivo.
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
Regole sociali di ostentazione possono ostacolare
l’espressione emozionale.
Le persone possono anche esibire espressioni di emozioni che
non provano
E’ comunque difficile controllare volontariamente l’espressione
spontanea di emozioni: Possiamo controllare piu’ il volto,
meno il tono della voce, la dilatazione delle pupille e la
traspirazione, ed il corpo al di sotto del collo (aree “Spia”)
Macchina della verita’
Regole sociali che modulano l’espressione emotiva:
matrimoni, funerali e professioni: medici, assistenti di volo
Contesti che favoriscono la decodifica delle emozioni:
funerale, festa di laurea
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
INGANNO: “Se le sue labbra tacciono, parla con le punte delle
dita; il tradimento trapela da ogni poro” Freud (1905)
Indizi non verbali che rivelano la menzogna:
- dilatazione pupille
- tono di voce piu’ alto
- incertezze e lentezza nell’eloquio
- espressioni verbali brevi
- minori fissazioni reciproche con lo sguardo
- pause vuote
- sorriso ridotto
- maggiori cambiamenti di posizione
- ridotti movimenti della testa
- maggior uso di frasi negative
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
INGANNO: Gli indizi che si usano per scoprire l’inganno non
sono correlati con gli indizi che lo accompagnano
USATI CORRETTAMENTE: Lentezza nell’eloquio, tono di
voce piu’ alto, esitazione nell’eloquio
USATI NON CORRETTAMENTE: reciprocita’ dello sguardo
ridotta, diminuzione del sorriso, errori nell’eloquio
Espressioni facciali brevissime (1/4 s) possono tradire
l’inganno e si possono riconoscere con l’addestramento
Espressioni facciali che tentano di “soffocare” la menzogna
come il sorriso. Ma i sorrisi falsi sono diversi da quelli
autentici: terminano bruscamente e non influenzano la
parte superiore del volto.
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
Movimenti delle mani che lasciano trasparire l’emozione
(inganno). Gesti emblematici incompleti.
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
QUALE CANALE PER LA DECODIFICA DELLE EMOZIONI?
Il volto in generale veicola il maggior numero di informazioni
sulle emozioni. Seguito dal corpo e dal tono delle voce.
Dipende anche dal tipo di emozione e di controllo volontario:
Espressivo
Controllo
Volontario
Riceventi
Decodifica
VOLTO
+
+
Femmine
CORPO
VOCE
-
-
Maschi
Emozione
Segnale
CNV
Felicita’
Collera
Tristezza
Paura
ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV):
QUALE CANALE PER LA DECODIFICA DELLE EMOZIONI?
I segnali NON verbali hanno un impatto molto maggiore nella
decodifica delle emozioni.
Si attribuisce piu’ importanza ai segnali negativi che veicolano
emozioni negative. In caso di segnali contrastanti (tentativo
di celare l’emozione) vengono considerati solo i segnali
negativi perche’ considerati piu’ autentici.
Quando segnali verbale e segnali NV sono discordanti si
presta piu’ attenzione a quelli NV
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
Essere felici e’ un’emozione (felicita’) ma provare simpatia
verso una persona e’ un atteggiamento interpersonale.
Emozioni e AI usano le stesse espressioni facciali come
CNV
L’espressione degli AI puo’ essere spontanea o
volontariamente regolata in base alle regole sociali. Es:
L’attrazione sessuale segue il principio edonistico del
piacere ma e’ regolata dal principio di realta’.
Ci sono diversi gradi di controllo degli AI e dipendono dal
contesto:
-
stabilire una relazione
-
mantenere o modificare una relazione esistente
Motivazione di Affiliazione, Dominanza o Sessuale
MOTIVAZIONI
• Bisogni: Stati di carenza come conseguenza della
percezione della mancanza di qualcosa di essenziale
e importante (cibo, amore, conoscenza). Energia
interna che richiede il ripristino di uno stato di
equilibrio (omeostasi).
• Motivi: Sinonimi di bisogni. Anticipano il
soddisfacimento dei bisogni. Sovrintendono alle
azioni volte al soddisfacimento di un bisogno
attribuendogli priorita’. Protratti nel tempo e
conducono a stili di vita volti al raggiungimento di
mete con alta priorita’ con costi in termini di sacrificio
e dilazione di altre mete (piu’ importanti per altri)
MOTIVAZIONI
• Incentivi: Oggetti o condizioni associate con la
sensazione, da parte del soggetto, di
soddisfacimento di bisogni. Sinonimo di scopo o che
ne promuove il conseguimento. Primari:
Indipendenti dall’apprendimento (modulazione).
Soddisfano alla prima presentazione (gusto dolce,
sensazione sessuale). Secondari: Associati ai
primari grazie all’apprendimento (denaro, alta
votazione ad un esame)
• Scopi: La meta ultima del comportamento
“motivato” (promozione, laurea)
MOTIVAZIONI
• Teoria Psicodinamica: Bisogni Biologici o
Viscerogeni (fame, sete…), Bisogni Psicogeni
(affiliazione, dominio, autonomia, successo…)
• Need: Bisogni che premono per essere soddisfatti
• Press: Fattori ambientali che ne condizionano
l’appagamento
• Bisogni Manifesti (immediati)
• Bisogni Latenti (rimossi)
• Test di Appercezione Tematica (TAT) Test proiettivo
Rivelazione dei bisogni rimossi attraverso la
proiezione su oggetti presenti (figure) dei contenuti
immaginativi del soggetto.
• Importanza della biografia individuale
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Ragioni dell’Agire: Le persone normalmente
forniscono delle ragioni del proprio agire. Le ragioni
fornite dal soggetto sono fondamentali per intuirne le
motivazioni che orientano il suo agire
• Ricostruzione del Passato e Proiezione nel Futuro
• Ragionamento del Soggetto: Assegnazione di
priorita’ ai bisogni, Predizione sul percorso intrapreso,
Organizzazione dei mezzi per realizzarla
• Proposito: Decisione che porta ad attribuire priorita’
all’agire
• Volonta’: Modulazione dell’azione conforme ai propositi
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Ricerca Spontanea: Spontaneamente si cerca di dare
un senso a cio’ che si pensa o che si e’ inclini a fare
• “Raccontarsi”: Difficilmente le persone non sanno
dare una spiegazione dei loro intendimenti o delle loro
mete. La psicologia delle motivazioni non puo’
prescindere dal “racconto” del soggetto. Riflettere su se
stessi, imparare dall’esperienza, interagire con gli altri,
progettare il futuro
• Dare un Senso alla Vita: Vitale quanto quello di nutrirsi
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• MOTIVI: Successo, Affiliazione, Potere
SUCCESSO
AFFILIAZIONE
POTERE
DESIDERIO DI
ECCELLENZA
DESIDERIO DI
PROTEZIONE
DESIDERIO DI
DOMINIO
PAURA DI FALLIRE
PAURA DEL
RIFIUTO
PAURA DI
DIPENDENZA
• Fusione dei vari motivi e loro soddisfazione
• Dominanza di un motivo sugli altri che regola l’agire
• Questionari, Resoconti Verbali, TAT: Motivi reali
dell’agire, svelati dalla produzione spontanea di
proiezione
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Motivazione alla Riuscita o al Successo:
Raggiungimento dell’eccellenza, Ottimizzazione delle
prestazioni
• Bisogno: Riuscire nello Studio
• Scopo: Raggiungere prestazioni eccellenti
• Motivo: Decisione di cimentarsi in alcune attivita’. Avvio
dell’azione per garantire lo scopo che si intende
raggiungere e garanzia del massimo impegno
• Fase di Decisione: Riconoscimento di un bisogno,
stime e anticipazioni; Formazione dell’intenzione ad agire
• Fase di Realizzazione: Passaggio all’azione ed
estinzione del bisogno (raggiungimento dello scopo)
Stime e anticipazioni. Verifica online dei risultati
intermedi ottenuti e valutazione dell’azione
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Motivazione alla Riuscita o al Successo: Le persone
sono piu’ motivate ad impegnarsi quando percepiscono
che possono riuscire traendone il massimo vantaggio
• Persone Motivate: Tendono a cimentarsi in compiti
moderatamente difficili ed evitano quelli troppo facili e
troppo difficili
• Persone Meno Motivate: Tendono a cimentarsi in
compiti o estremamente facili o estremamente difficili
evitando quelli moderatamente difficili
• Cimentarsi in una prova e ancora di piu’ in una
sfida: Desiderio di riuscire ma anche desiderio di non
fallire
• Chi e’ portato a riuscire (Motivato) non esita di fronte
ai rischi moderati, non e’ attratto da compiti facili e
manifestatamente disinteressato ai compiti difficili
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Chi ha paura di fallire (Non Motivato) Sceglie compiti
facili in cui non si puo’ fallire o, paradossalmente, compiti
molto difficili in cui non c’e’ timore di fallire dato che tutti
falliscono
• Motivazione al Successo: Interazione della Tendenza
alla Riuscita e della Tendenza ad Evitare il Fallimento
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Stime e Aspettative dipendono dalla percezione del
soggetto delle cause che determinano il successo o il
fallimento e dalle convinzioni di poter dominare le
circostanze
• Caso, Fortuna o Impegno e Capacita’ Personali?
• Ritenere che il successo dipenda dal proprio impegno e
dalle proprie abilita’ e’ determinante nella formazione dei
propositi e nell’erogazione degli sforzi
• Attribuzione di Causalita’: Fondamentale nella
formazione delle intenzioni, nell’impegno profuso, nel
valore attribuito a successi e fallimenti, nello stato
d’animo (affetti)
• Questo vale per le azioni che si intraprendono, ma
anche per le responsabilita’ che si vuole assumere,
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• lezioni che si traggono dall’esperienza, influenze
protratte nel tempo su decisioni future.
• Se il raggiungimento di una meta e’ attribuito a fattori
esterni quali: fortuna o aiuto degli altri, ci si affida alla
sorte e alla benevolenza altrui
• Al contrario, se il raggiungimento di una meta e’
attribuito a tenacia e capacita’ individuali, ci si affida alla
prima per migliorare le seconde
• Atteggiamenti di sorpresa o rassegnazione per successi
o fallimenti, rispettivamente, sono le emozioni che si
osservano quando il raggiungimento o no di una meta’ e’
attribuito a fattori esterni
• Atteggiamenti di orgoglio o di colpa si accompagnano,
invece, a successi e fallimenti quando questi ultimi
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• sono attribuiti a fattori interni
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Volizione: Sostentamento dell’impegno, Direzione
dell’azione, Controllo sulle interferenze, fra una
DECISIONE e una REALIZZAZIONE (non tutte le
decisioni-desideri si realizzano)
• Orientamento all’Azione: Perseguire efficacemente la
realizzazione dei propri propositi: Controllo
dell’attenzione della concentrazione, della persistenza
dell’energia, impegno focalizzato delle energie
• Orientamento allo Stato: Pressione di stati interni di
urgenza, eccitazione, incertezza che fanno dubitare della
scelta intrapresa, distraggono l’attenzione, impacciano
l’azione, minacciano la determinazione. Continue
esitazioni, dubbi, incertezze, che sprecano risorse utili.
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• I due orientamenti possono coesistere nella stessa
persona a seconda del contesto delle risorse disponibili e
della presenza o meno di ostacoli (intervento sulle
condizioni stressanti che ostacolano il raggiungimento
della meta)
• Possono anche, singolarmente, divenire veri e propri
tratti di presonalita’: Orientamento all’Azione = Energia e
Coscienziosita’; Orientamento allo Stato = Impulsivita’ e
Vulnerabilita’
• Per armonizzare l’equilibrio fra Desiderio e
Realizzazione e’ necessario individuare le azioni che
favoriscono o ostacolano il raggiungimento delle mete. In
alcuni casi si tratta di intraprendere un’azione corretta, in
altri e’ necessario sospendere un’azione dannosa.
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Sistema del Se’: Grado di convinzione sulla possibilita’
di dominare l’ambito in cui si svolge l’azione.
Determinazione delle aspettative individuali. Selezione
delle mete e innesco dell’azione
• Convinzioni di Autoefficacia: Convinzioni sulle
capacita’ di essere all’altezza della situazione:
formazione e realizzazione dei propositi, Lezioni tratte
dall’Esperienza: Massimo vantaggio dalle proprie
potenzialita’ e dalle risorse ambientali disponibili
• Test dell’Autoefficacia: Non c’e’ motivo di cimentarsi
con compiti al di fuori della propria portata. La
convinzione di efficacia si accompagna alla percezione e
consapevolezza delle proprie capacita’.
• Convinzioni di “Essere in grado di”: La prova dei fatti
porta ad abbandonare le convinzioni illusorie
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Convinzioni di “Non essere in grado di”: Possono
essere piu’ resistenti nel tempo, in quanto tendono a non
essere mai messe alla prova dei fatti. Soggetti che
possiedono le capacita’ per svolgere un compito non si
cimentano mai con esso e mantengono la loro
convinzione di NON autoefficacia.
• Le convinzioni di autoefficacia possono operare in
maniera indipendente nei vari ambiti: Lavoro, Scuola,
Sport, Affettivita’
• Autoefficacia diversa da Autostima (generale sul se’) e
Autocompetenza (generale sull’ambito es. Sportivo)
• La “convinzione di essere all’altezza” e’ piu’ forte nel
dirigere l’azione della motivazione al successo come
evitamento del fallimento o delle attribuzioni del
successo o dell’insuccesso a fattori interni o esterni
_
+
convinzione di
efficacia
azione
successo
convinzione di
efficacia
azione
fallimento
può resistere a lungo se si evita la prova
convinzione di non
efficacia
azione
successo
+
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Persone con un basso senso di autoefficacia:
Sottostimano le potenzialita’ (personali) e le opportunita’
(ambientali) e tendono ad esagerare le difficolta’ ed
esasperano le avversita’: Si preparano al fallimento
• Persone con un alto senso di autoefficacia:
Percepiscono le potenzialita’ e le opportunita’.
Considerano le difficolta’ come sfide e non hanno
ripensamenti: Anticipano il successo
• Conclusioni: Il raggiungimento di una meta necessita
di un’armonia funzionale per mantenere impegno e
interesse, di utilizzare al meglio le risorse, di mutare
velocemente la direzione della condotta se il contesto
cambia e di difendere il proposito da interferenze
cognitive e affettive. In questo le convinzioni di
autoefficacia sono determinanti.
PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI
• Tanto piu’ esse riflettono le effettive capacita’ del
soggetto e tanto piu’ si osservano risolutezza e creativita’
nell’agire. L’azione risultera’ piu’ rapida e plastica
(modificabile in base alle mutevoli condizioni ambientali)
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
Per essere efficace la CNV volontaria deve comprendere sia
l’invio di segnali che il monitoraggio dell’effetto di questi sui
riceventi. Mantenimento di un rapporto.
Analisi Fattoriale AI
Combinazioni di dimensioni: amichevole-dominante
dominante
ostile
amichevole
sottomesso
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
Espressione AI soggetta a regole sociali a seconda di
situazioni e rapporti
AFFILIAZIONE GRADIMENTO (amichevole)
Gli atteggiamenti verso gli altri sono regolati dal grado di
simpatia-antipatia e dal livello di intimita’ che si desidera
ottenere.
CODIFICAZIONE: I principali segnali di gradimento sono:
-
vicinanza: piu’ stretta con inclinazioni verso l’altro
orientazione: piu’ diretta, in certe situazioni fianco a fianco
sguardo: piu’ sguardo e piu’ sguardo reciproco
espressione facciale: piu’ sorridente
gesti: cenni del capo, movimenti vivaci
postura: aperta, con le braccia allungate verso l’interlocutore
contatto fisico: maggior contatto
tono della voce: timbro piu’ alto, maggiore sonorita’
contenuto verbale: maggiore confidenza reciproca
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
AFFILIAZIONE GRADIMENTO (amichevole)
Questi segnali di AI sono usati insieme per esprimere
AMICIZIA
Sul posto di lavoro si scelgono le persone con cui pranzare o
andare alla pausa caffe’. Ma le attivita’ lavorative
impediscono che gli AI siano continui.
Anche nell’interazione fra partners non c’e’ uno scambio
continuo di segnali di affetto.
Come per le emozioni esistono delle regole sociali per
l’espressione degli AI. In particolare per gli AI negativi che
spesso si tenta di celare.
Le persone sole o i pazienti sprovvisti di abilita’ sociali hanno
difficolta’ ad inviare i segnali positivi degli AI e quindi a
rendersi simpatici
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
AFFILIAZIONE GRADIMENTO (amichevole)
DECODIFICAZIONE: Gli AI vengono percepiti molto meglio
attraverso segnali NV. Tuttavia in presenza di segnali
contraddittori (Es. Messaggio verbale negativo fornito da
una donna sorridente) i bambini tendono a valutare il
messaggio piu’ negativamente degli adulti. Le donne
sorridono di piu’ degli uomini quando forniscono un
messaggio verbale negativo.
Vengono percepiti piu’ correttamente le accettazioni
(amichevole) rispetto ai rifiuti (ostile). Il rifiuto e’ spesso
celato e quindi non viene percepito correttamente.
“Ingraziarsi qualcuno”: atteggiamento adulatorio, conciliante,
sorriso, gratificazioni interpersonali verbali e NV in modo
fuorviante per indurre il ricevente a concedere dei favori.
Anche gli adulti non amano le combinazioni V-NV
contraddittorie perche’ tendono a combinarle assieme.
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
AFFILIAZIONE GRADIMENTO (amichevole)
Un AI di affiliazione (amichevole) tende ad instaurare una
relazione “intima” con una persona. L’invio di segnali NV
non deve tuttavia superare un livello di “normalita’ e
accettabilita’”
REAZIONI AI SEGNALI DI INTIMITA’:
Il livello di intimita’ e’ dato dalla vicinanza spaziale, dal grado di
confidenza e dallo sguardo. C’e’ costantemente un conflitto
fra forze di Avvicinamento (rinforzato da gratificazioni) e di
Allontanamento (punito da segnali negativi). Le persone
sono attratte ma anche respinte dagli altri. Le forze
ovviamente diminuiscono con la distanza fisica. Piu’
velocemente quelle di allontanamento.
Se una persona e’ attratta da un’altra saranno piu’ efficaci le
forze di Avvicinamento e piu’ deboli quelle di
Allontanamento con il risultato finale di una vicinanza.
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
AFFILIAZIONE GRADIMENTO (amichevole)
REAZIONI AI SEGNALI DI INTIMITA’:
Allontanamento
Forza della
Motivazione
Avvicinamento
Posizione di
EQUILIBRIO
Distanza fisica
dalla persona
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
AFFILIAZIONE GRADIMENTO (amichevole)
REAZIONI AI SEGNALI DI INTIMITA’:
Se una persona si avvicina troppo saranno piu’ forti le forze ad
allontanarsi rispetto a quelle di avvicinarsi con il risultato
che la persona, infastidita si allontanera’.
Es. Se un adulto si avvicina ad un bimbo a 30cm, il bimbo si
allontana, se l’adulto di allontana a 90cm il bimbo si
avvicina. Avvicinamenti e allontanamenti sono in
proporzione quindi la Posizione di Equilibrio e’ fra questi
due estremi.
La ricerca di maggiore intimita’ verso una persona genera in
essa maggiore attivazione che puo’ essere piacevole se
l’avvicinamento e’ considerato amichevole e quindi
aumenta la reciprocita’ o imbarazzante se l’avvicinamento
e’ considerato sgradevole e quindi provoca
l’allontanamento. Si ripristina in ogni caso un equilibrio.
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
AFFILIAZIONE GRADIMENTO (amichevole)
REAZIONI AI SEGNALI DI INTIMITA’: Un allontanamento
fisico puo’ essere compensato con un maggior uso dello
sguardo.
Solitamente viene scelta una variabile dell’intimita’ per la
compensazione: allontanarsi, guardare meno, ecc….
Vengono cambiati per primi gli aspetti “dinamici” quali lo
sguardo, l’espressione del volto, e l’argomento della
conversazione, successivamente il comportamento
spaziale e la postura. Es: persone che interagiscono
sedute o in piedi (piu’ libere di cambiare orientamento o di
allontanarsi).
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
DOMINANZA
-
Stabilire una posizione di dominanza all’interno di un
gruppo inizialmente uguale
-
Confermare e mantenere una dominanza nell’ambito di una
gerarchia
Principali segnali che esperimono DOMINANZA:
-
posizione spaziale: altezza (tribuna, podio), stare in piedi,
occupare piu’ spazio, stare di fronte
-
sguardo: meno sguardi diretti (mantenere una dominanza),
piu’ sguardi diretti “squadrare” (stabilire una dominanza)
-
volto: assenza di sorriso, sopracciglia agrottate
-
contatto fisico: contatto asimmetrico con interlocutore
-
voce: sonora, grave, ampia varieta’ di toni, lenta, brevi
pause, maggior conversazione, maggiori interruzioni
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
DOMINANZA
Principali segnali che esperimono DOMINANZA:
-
gestualita’: indicare l’interlocutore
-
postura: ostentazione della propria altezza, mani sui
fianchi, petto in fuori; rilassatezza, stare seduti (gerarchia
stabilita)
La maggior parte di questi segnali vengono decodificati
correttamente. Alcune regole sociali frenano gli
atteggiamenti assertivi (dominanti) per favorire l’informalita’
e l’uguaglianza (cena del reparto, cena del corso).
Donne ritenute con potere inferiore. Infatti emettono meno
segnali dominanti: occupano meno spazio, ridono di piu’,
guardano di piu’, interrompono meno, voci meno sonore.
Donne in posizioni dominanti emettono segnali di
dominanza.
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
DOMINANZA
Per diventare un leader si devono usare in maniera
“appropriata” i segnali di dominanza. Ma questo NON E’
sufficiente: le persone sottoposte devono anche essere
gratificate. Corretto bilancio fra dominanza e cordialita’. Il
volto non puo’ comunicare dominanza e
contemporaneamente cordialita’. La voce si e anche il
contatto fisico.
L’origine di questi segnali e’ probabilmente da ricercare nel
rapporto genitori-figli che inizia con una superiorita’ anche
fisica di altezza.
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
ATTEGGIAMENTI SESSUALI
Due persone attratte sessualmente, in maniera reciproca,
inviano una serie di segnali NV:
-
posizione piu’ ravvicinata e contatto fisico (nei modi e
luoghi appropriati): abbraccio, bacio, mano nella mano
-
alta frequenza di sguardi reciproci e sorrisi
-
tono di voce amichevole
-
postura di “disponibilita’ al corteggiamento”, braccia aperte
verso il partner, tono muscolare piu’ elevato
-
sistemazione dei capelli e dei vestiti
-
rossore e sudorazione (segni di eccitazione)
-
miglioramento dell’aspetto esteriore: acconciature, vestiti,
cura della pelle
Alcuni sono reazioni fisiologiche e sfuggono al controllo altri
sono piu’ controllabili e quindi consci.
ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV):
ATTEGGIAMENTI SESSUALI
Fra i giovani impegnati nel corteggiamento vi e’ un crescendo
di intimita’.
Gli atteggiamenti sessuali permettono di distinguere le coppie
felici da quelle che non lo sono.
Gli atteggiamenti sessuali probabilmente derivano dalle cure
parentali: baciare, succhiare le dita, eloquio infantile.
Desiderio di contatto fisico: Esperimento luce-buio.
ESPRESSIONI del VOLTO CNV
Il canale piu’ rilevante per la CNV e per l’interazione sociale.
Non trasmette solo emozioni ma anche espressioni legate
al discorso. Cambiano velocemente.
Innumerevoli espressioni facciali ma nella decodifica si
raggruppano in ampie aree
Tre diverse aree e relative posizioni indipendenti:
-
8 per sopracciglia e fronte
-
17 per palpebre e occhi
-
45 per la parte inferiore del volto
Il sorriso e’ il principale segnale di rinforzo (per parlare o
parlare di un determinato argomento). Aggrottare le
sopracciglia ha la funzione opposta.
Foto sorridenti di delinquenti portano ad un giudizio piu’
benevolo nei loro confronti
Il volto esprime la personalita’. Alcuni aspetti si possono
modificare (trucco, occhiali) altri no.
ESPRESSIONI del VOLTO CNV
La presenza di occhiali sul volto porta ad un giudizio di
intelligenza per puo’ svanire dopo l’osservazione
dell’individuo.
La pelle nera in un soggetto adulto viene interpretata come
una potenziale minaccia sia da donne che uomini bianchi.
Fronti alte = intelligenza superiore
Labbra spesse = attitudine a baciare
Pelle ruvida e capelli crespi = persone rozze
Le inferenze che si fanno nell’osservazione di un volto
derivano molto probabilmente da stereotipi etnici e sociali
CNV e LINGUAGGIO
Le persone che parlano inviano una serie di segnali NV
connessi a quanto stanno dicendo influenzandolo e
sincronizzandolo
ORIGINI EVOLUTIVE: I bimbi interagiscono con adulti prima di
iniziare a parlare ed inizia un uso di segnali NV e di
sincronizzazione con il messaggio verbale. I neonati sono
in grado di inviare segnali sociali (sguardo, sorrisi, pianto,
vocalizzazioni). Coordinazione madre-bambino. Sincronia e
ritmi (“cucu’” “dare, prendere”) fra gesti e parole. Variazioni
culturali.
Una persona che parla emette vocalizzazioni non verbali,
gesticola, assume espressioni facciali ed esegue sguardi
che sono intimamente legati e integrati con le sue parole e
le amplificano e le rendono meno ambigue.
CNV e LINGUAGGIO
PAUSE e STRUTTURA TEMPORALE: Un’espressione verbale
contiene delle pause che occupano il 30-40% del tempo.
Pause “piene” con vocalizzazioni “uhm” “eh”; pause “vuote”
silenziose.
Le Pause Silenziose costituiscono delle “riflessioni” per
pensare, quindi aumentano quando il discorso e’
particolarmente difficile. Presenti anche nel discorso
normale dove le frasi scorrevoli sono probabilmente
elaborate durante le pause vuote
Annoiati e ansiosi usano di piu’ pause “piene”
Arrabbiati e sprezzanti usano di piu’ pause “vuote”
I diversi timbri di voce regolano l’enfasi del discorso per evitare
ambiguita’. Possono indicare una domanda o stimolare una
risposta da parte di chi ascolta (abbassamento timbro di
voce)
CNV e LINGUAGGIO
GESTUALITA’: Specialmente con le mani. Movimenti di enfasi
“bacchette del direttore d’orchestra”. Molto piu’ frequenti nei
punti di enfasi vocale.
Gesti “illustratori” “iconici” mimano forme, movimenti, oggetti o
metafore.
I gesti precedono le parole di circa 800ms perche’ c’e’ una
scelta limitata rispetto al numero di parole.
La sincronia gesti-parole e’ elevata anche se non perfetta.
Tuttavia il confronto conversazioni-telefoniche e faccia-a-faccia
non evidenzia differenze di rilievo. Quindi e’ possibile
comunicare la maggior parte delle informazioni anche
senza i gesti.
SGUARDO: chi parla osserva gli ascoltatori in modo
intermittente. Aumenta con l’aumentare della distanza e
della gradevolezza delle persone.
Il parlante usa degli sguardi intermittenti di circa 3s. Guarda di
meno all’inizio del discorso e di piu’ alla fine.
CNV e LINGUAGGIO
SGUARDO: Il parlante desidera ricevere conferma che gli altri
lo stanno ascoltando e lo fa attraverso gli sguardi che
richiedono anche una conferma. Lo sguardo invia
informazioni. La direzione dello sguardo attira l’attenzione
visiva e si usa per indicare.
La ragione principale per cui si usa lo sguardo riguarda la
verfica di approvazione, di interesse, di ascolto e di
sorpresa in chi sta ascoltando. Infatti in particolare alla fine
di una frase si osservano gli ascoltatori, mentre all’inizio
non e’ necessario.
Il parlante non guarda continuamente per evitare un
sovraccarico cognitivo.
Lo sguardo diminuisce quando i temi sono difficili.
I segnali NV possono modificare il significato di parole:
aggiungendo l’espressione emotiva pronunciando le parole
piu’ importanti alla fine della frase.
CNV e LINGUAGGIO
Frasi ambigue possono essere decodificate in modo diverso a
seconda dello stato emotivo (matrimonio: in matrimoni infelici,
mariti medriocri decodificatori)
Attraverso i segnali NV si puo’ comunicare se quanto e’ stato detto
e’ da considerarsi uno scherzo oppure deve essere preso
seriamente, se ci si aspetta una risposta oppure no.
Segnali di Feedback: Esercitano una grande influenza su chi parla
rinforzandolo o punendolo:
-
Cenni del capo (di solito affermativi)
-
Postura rilassata (accordo) braccia conserte (disaccordo)
-
Brevi vocalizzazioni (“uhm” ascolto; “bene” approvazione)
-
Espressioni del volto (sorriso, sopracciglia) e occhiate (chi
ascolta guarda per il 70-75% del tempo con occhiate lunghe per
carpire i segnali NV di chi parla
Questi segnali possono produrre:
Ascolto, approvazione, imitazione. La mancanza di questi e’
considerata una reazione negativa che fa aumentare il tono della
voce o induce il parlante a tacere.
CNV e LINGUAGGIO
SINCRONISMO: Due o piu’ persone che parlano, si alternano
a turno in modo sincrono e armonioso. Le pause di
passaggio fra parlanti sono di circa mezzo secondo.
Segnali NV:
-
chi parla finisce e vuole cedere la parola
-
chi parla vuole tenere la parola e segnala che mantiene il
turno
-
chi ascolta vuole prendere la parola
-
chi ascolta vuole rifiutarsi di prendere la parola
CNV e LINGUAGGIO
SINCRONISMO: Per evitare fastidiose sovrapposizioni e’
importante capire quando chi parla vuole cedere la parola
osservando particolari segnali NV “danza gestuale”
Sguardo Finale: Se prolungato e rivolto ad un interlocutore
(specifico) solitamente segnala la conclusione di
un’espressione e quindi la disponibilita’ a cedere la parola.
Tono di Voce Discendente: Segnala il punto fermo di
conclusione di una frase. Si puo’ usare anche
sapientemente per lanciare messaggi ambigui e dimostrare
che si e’ interrotti (esposizione della tesi)
Gestualita’: Al termine del discorso chi parla riporta le mani in
posizione di riposo. Tenere la mano a mezzaria indica che
l’oratore deve finire “un segnale che reprime l’interruzione”
Per richiedere la parola si alza una mano, si solleva un
piede e si solleva il capo in direzione dell’interlocutore
Strutture Grammaticali: Possono indicare la conclusione di un
discorso in vari modi
CNV e LINGUAGGIO
Combinazione di vari segnali: Caduta del tono di voce,
rallentamento conclusivo, terminazione dei movimenti delle
mani.
Se un ascoltatore vuole prendere la parola cosa puo’ fare?
-
distogliere lo sguardo da chi parla
-
iniziare a gesticolare
-
parlare a voce alta
-
inspirare con forza
Normalmente chi vuole intervenire in un discorso attende una
pausa di fine frase.
Conversazioni telefoniche: Numero minore di interruzioni.
Frasi piu’ lunghe e complete. Efficaci come le
conversazioni faccia a faccia per risolvere problemi.
Piacciono di piu’ le persone con le quali si e’ conversato
faccia a faccia. Nessun problema per ciechi ben inseriti.
Emozioni
VOCALIZZAZIONI non VERBALI CNV
Sequenze di suoni di diversa frequenza e intensita’
Codificate e decodificate come aventi un significato verbale,
altre con contenuto emozionale
Vocalizzazioni a carattere emozionale: Gemiti, lamenti, grida,
pianto, riso, oh, ah, borbottii e mugolii. Sono i piu’
elementari, primitivi e comuni a quelli emessi dagli animali.
Il linguaggio e’ successivo a queste vocalizzazioni e si
sovrappone ad esse.
Vocalizzazioni legate al discorso
Segnali prosodici: tono ascendente per fare una domanda,
rilievo della sintassi, fornire enfasi
Segnali di sincronizzazione: tono discendente al termine di
una frase favorisce la sincronia
Pause riempite: “ehm” “ah” rappresentano mancanza di
scorrevolezza
Gli aspetti paralinguistici comunicano emozioni (+prosodici)
VOCALIZZAZIONI non VERBALI CNV
Forniscono informazioni su chi parla per il modo di parlare che
trasmette anche: personalita’, sesso, eta, classe sociale,
regione di provenienza.
I suoni emessi dipendono dallo stato muscolare dell’emittente:
compressione del naso e della bocca (disgusto) generano un
suono piu’ nasale
viso sorridente e gola rilassata generano suoni diversi
maggior attivazione (ansia eccitazione) maggior tensione
laringe e faringe
Le vocalizzazioni originano dalla respirazione in preparazione
ad uno sforzo o per reazione a odori disgustosi per
proteggere la gola. Successivamente sono stati ritualizzati.
I neonati le utilizzano per comunicare.
Non sono usate solamente per la comunicazione di emozioni
ma diventano “emblemi sociali”. Alcune vengono confuse a
causa delle proprieta’ acustiche simili.
VOCALIZZAZIONI non VERBALI CNV
Gioia: aumento e variabilita’ di tono, intensita’, quantita’ del
discorso
Depressione: abbassamento del tono, meno energia nei toni
alti
Ansia: aumento di tono, maggiore velocita’ e maggior numero
di incertezze, pause vuote,
Paura: aumento di tono, molta energia nei toni alti, qualita’
della voce tipica (come nel pianto)
Rabbia: aumento di tono nel furore, qualita’ di voce aspra,
rtimo del discorso piu’ sostenuto, improvvisi aumenti di tono
Per l’emittente ed il ricevente la dimensione piu’ importante e’
costituita dall’attivazione trasmessa con la sonorita’, il tono,
ed il ritmo.
Messaggi nelle stazioni.
VOCALIZZAZIONI non VERBALI CNV
Gli AI vengono derivati anche dal tono. La voce risulta piu’
veritiera rispetto alle espressioni del volto.
Lo stile vocale favorisce la persuasione. Persone che parlano
piu’ in fretta e con voce piu’ alta risultano piu’ persuasive
La credibilita’ di una persona invece aumenta se la voce risulta
seria con tono e volume bassi e modeste variazioni di
entrambi.
L’influenza sociale o dominanza necessita di una miscela di
autorevolezza e gratificazione e questa si puo’ ottenere
solo con la voce e non con il volto.
L’accento influisce sulla persuasione e la credibilita’
La voce trasmette anche informazioni sulla personalita’:
estroversione e competenza
VOCALIZZAZIONI non VERBALI CNV
Diverse tipologie di voce vengono associate a stereotipi:
Aspirata: piu’ giovane e piu’ artistico
Piatta: piu’ maschile, freddo, pigro, introverso
Nasale: socialmente indesiderabile
Tesa: piu’ vecchio, rigido, litigioso
Gutturale: piu’ vecchio, maturo, ben adattato
Altisonante: energico, sano, orgoglioso, interessante,
entusiasta
Veloce: animato, estroverso
Variata nel tono: dinamico, piu’ femminile
Il tono della voce, in alcune culture, identifica anche la classe
sociale (Inghilterra). I tentativi di modificare il proprio tono
di voce non funzionano mai totalmente.
VOCALIZZAZIONI non VERBALI CNV
La classificazione in base alla classe sociale e’ seguita
dall’attivazione di tutte le credenze stereotipate su quella
classe.
Identica cosa accade negli accenti regionali (giornalisti del
telegiornale devono eliminare il proprio accento regionale
per risultare neutri - Bolzano)
Il sesso puo’ essere riconosciuto quasi sempre dalla voce
(adolescenti). La principale differenza fra maschi e
femmine e’ il tono piu’ alto nelle femmine. Maschi usano
profili di voce discendenti, femmine usano profili di voce
ascendenti. Le femmine non usano comunque molto
questo canale nella decodifica. Lo usano molto di piu’ i
maschi.
I segnali prosodici posono modificare il significato del
messaggio. La stessa parola o comando cambia di
significato a seconda dell’intonazione o prosodia.
VOCALIZZAZIONI non VERBALI CNV
L’intonazione puo’ anche negare quello che dicono le parole: si
puo’ dire un “SI” con una tale riluttanza che in realta’
significa “NO”
Grazie all’intonazione si puo’ dare diversa enfasi ad una frase
e di conseguenza modificarne il significato.
Pause: le pause costituiscono circa meta’ del discorso. Pause
di 200ms sono usate per dare enfasi. Pause piu’ lunghe
sono usate per segnalare la fine di una frase. Pause
ancora piu’ lunghe vengono usate per riflettere, in
particolare in discorsi difficili.
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
VOCALIZZAZIONI: Voce profonda piu’ virile. Parlare a voce
alta solitamente significa sicurezza di se’ ma anche il
contrario. Per gli arabi, parlare a voce alta, significa
“sincerita’”. I giapponesi sono molto controllati anche nel
tono della voce a seconda del sesso e dello status sociale
dell’interlocutore.
L’accento e’ un indicatore di appartenenza ad una classe
sociale. Classi sociali piu’ basse ricorrono piu’ spesso alla
CNV e usano un codice piu’ scorrevole. Anche i bambini di
operai mostrano una maggiore sensibilita’ al tono di voce e
ai segnali della CNV in generale.
SGUARDO CNV
Fondamentale per i rapporti sociali: stabilisce quanto sia l’interesse nei
confronti di una persona. RICERCA DI INFORMAZIONI
Quantita’ di sguardo: Misurata in percentuale di tempo dedicata a guardare
in direzione del volto di un’altra persona
Sguardo Reciproco: La percentuale di tempo che due persone utilizzano per
guardarsi in direzione del volto con occhiate di circa 1/3s dirette
particolarmente agli occhi e alla bocca.
Guardare mentre si Parla e mentre si Ascolta; Dilatazione della Pupilla;
Numero di battiti delle palpebre: varia a seconda di ansia e
concentrazione
SGUARDO CNV
Espressione degli Occhi: Il grado di apertura e la quantita’ di
sclera visibile “sguardo intenso” “guardare in cagnesco”
“guardare attraverso- fissare oltre il bersaglio”
Direzione della deviazione dello sguardo: I depressi se non
guardano una persona tendono a guardare verso il basso;
pazienti neurologici negligenti hanno una deviazione dello
sguardo verso il lato dove prestano attenzione, chi
interagisce puo’ interrompere la reciprocita’ spostando lo
sguardo a sinistra o a destra
Origini evoluzionistiche e culturali dell’uso dello sguardo
Largamente usato dagli animali per trasmettere minaccia o per
acquisire informazioni sugli stati degli altri. Alcuni animali
presentano macchie a forma di occhio per scacciare i
predatori. Nei primati e’ usato anche per l’affiliazione.
Gli occhi della madre attirano l’attenzione di neonati, in
particolare durante l’allattamento.
SGUARDO CNV
Gli sguardi reciproci provocano eccitazione fisica nel neonato.
Si stabiliscono rapporti e legami con adulti anche attraverso
giochi come il cucu’. In particolare con le madri. Le femmine
osservano di piu’ il volto rispetto ai maschi.
La frequenza degli sguardi aumenta a partire dai 4-5 anni,
diminuisce nell’adolescenza, e aumenta di nuovo nell’eta’
adulta.
Regole sociali vengono impartite ai bambini per “limitare” il
comportamento visivo: non fissare gli sconosciuti, non
guardare certe parti del corpo o le persone con difetti fisici.
Le persone, quindi, devono guardare per essere cortesi ma
guardare nei modi e nei luoghi indicati da regole sociali.
SGUARDO CNV
Sguardo e Discorso: In una conversazione i due interlocutori
si guardano molte volte:
Es. Argomento emozionalmente neutro, distanza 180cm
-
sguardo individuale
60%
-
mentre si ascolta
75%
-
mentre si parla
40%
-
durata dello sguardo
3s
-
sguardo reciproco
30%
-
durata occhiata
1.5s
Valori medi con grande variabilita’ che dipende dal numero di
interlocutori, dalla loro personalita’, dai loro atteggiamenti
reciproci e dall’argomento della conversazione.
SGUARDO CNV
Sguardo e Discorso: Aumenta la durata dello sguardo quando
aumenta la distanza fisica fra gli interlocutori (equilibrio
affiliativo).
Essendo un segnale di intimita’ diminuisce in presenza di altri:
come la distanza ravvicinata e gli argomenti intimi della
conversazione.
Le persone che guardano molto sono considerate attente chi
guarda poco e’ considerato disattento e passivo. Oggetti o
eventi salienti possono distogliere (attirare) lo sguardo. Gli
sguardi fra partners variano dal 76% quando non c’e’ niente
altro da guardare a 6% se stanno progettando una vacanza
e osservano una mappa.
Soggetti interagenti vogliono vedere lo sguardo dell’altro, in
particolare quando devono intervistarlo e diventano inquieti
se non possono avere uno sguardo reciproco: occhiali da
sole. Se devono essere intervistati sono piu’ contenti di non
essere visti (confessioni)
SGUARDO CNV
Sguardo e Discorso: Le occhiate durante un discorso servono
per raccogliere informazioni. Non possono essere troppo
frequenti altrimenti aumentano il carico cognitivo e creano
disagio. Interlocutori impegnati in un discorso su argomenti
difficili si guardano meno.
La raccolta di informazioni spiega perche’ si guardano persone
con difetti fisici o donne incinte o persone che non ci
guardano e delle quali non possiamo osservare il volto.
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
SGUARDO: Varia in modo considerevole attraverso le culture.
Differenze maggiori fra culture con Frequente Contatto
Fisico e culture Prive di Contatto Fisico
Frequente Contatto Fisico: Arabi, Latino-Americani, Europei
del Sud, e molte culture Africane
Prive di Contatto Fisico: Asiatici, Indiani-Pakistani, Europei
Settentrionali, Nord-Americani
Lo sguardo nelle culture con frequente contatto fisico e’
reciproco e diretto.
I neri americani guardano meno dei bianchi (schiavitu’).
Nella cultura italiana, dall’epoca romana, esiste il “malocchio”
attribuito ad anziane con occhi strabici o particolarmente
incavati
SGUARDO CNV
Effetti dello Sguardo sugli altri: Normalmente le persone
notano gli sguardi degli altri. L’impressione che se ne deriva
e’ che l’osservatore e’ interessato a noi e vuole iniziare
un’interazione. Questo pero’ puo’ causare imbarazzo o
disagio (sensazione di essere un oggetto per qualcuno).
Evitare lo sguardo reciproco con sconosciuti e potenziali
aggressori.
Livelli di eccitazione piu’ alta durante lo sguardo reciproco
(intimita’).
Lo sguardo fornisce feedback ed e’ quindi un potente rinforzo
capace di accentuare ogni influenza sociale. In colloqui di
lavoro, chi guarda di piu’, a parita’ di requisiti e di cv, ha piu’
probabilita’ di essere assunto.
Gli insegnanti ottengono maggior apprendimento e piu’
impegno se guardano gli studenti.
Chi guarda di piu’ e’ considerato piu’ credibile e fidato.
SGUARDO CNV
Sguardo e AI: Promuove l’interazione purche’ ci sia una
concordanza fra emittente e ricevente. E’ piu’ probabile che
due sconosciuti interagiscono dopo un’occhiata reciproca. I
saluti e gli addii sono formati da una complessa sequenza
di sguardi.
Si guardano di piu’ le persone che risultano piu’ simpatiche e dalle
quali ci aspettiamo reazioni positive “condividere il
coinvolgimento affettivo”.
Si distoglie lo sguardo, invece, per evitare segnali negativi (critiche,
fallimenti, senso di colpa).
I coniugi che non vanno d’accordo si guardano meno. Le coppie
giovani innamorate si guardano di piu’.
Le donne si truccano gli occhi per mettere in risalto questo aspetto
(che e’ quello che loro prediligono nell’interpretazione delle
emozioni) e preferiscono essere guardate molto.
Le persone si guardano di piu’ se cooperano rispetto a quando sono
in competizione (avversari sportivi)
SGUARDO CNV
Sguardo e AI: Dilatazione delle pupille segnale di interesse
sessuale. Uomini e donne eterosessuali mostrano
dilatazione delle pupille durante la visione di materiale
visivo a carattere sessuale. Questo segnale funziona anche
nell’interazione sociale ma con molta variabilita’ dovuta
anche alle condizioni fisiche (luce-buio).
Dominanza e status: Il soggetto dominante costringe il
sottomesso a distogliere lo sguardo per primo durante la
reciprocita’. Un leader viene osservato di piu’ dai subalterni.
Le persone guardano di piu’ quando ascoltano. Le persone
di status superiore o piu’ esperte nell’argomento di
conversazione guardano meno quando ascoltano e
guardano di piu’ quando parlano. Una persona con molto
potere vuole assicurarsi che gli altri lo stiano ascoltando e
quindi guarda di piu’. La maggior quantita’ di sguardi viene
anche percepita in termini di potere e dominanza.
SGUARDO CNV
Sguardo nei luoghi pubblici: Alcune persone fissano gli
sconosciuti in modo ostile e minaccioso “sguardo carico
d’odio”. Fissare uno sconosciuto in un luogo pubblico viene
percepito come minaccioso.
Fissare un automobilista fermo al semaforo rosso lo induce a
partire piu’ velocemente (uguale con i pedoni). Persone che
venivano fissate in biblioteca provavano disagio.
Spiegazioni: 1) lo sguardo fisso puo’ essere un segnale di
minaccia; 2) l’azione di fissare da parte di uno sconosciuto
in un luogo pubblico e’ una devianza dalle norme e quindi
crea disagio. Puo’ innescare anche reazioni violente: tifosi.
Risulta utile per difendere il territorio come confermare il
proprio posto in biblioteca o in ascensore.
A seconda del contesto lo sguardo fisso prolungato puo’ anche
evocare risposte positive: richiesta di aiuto, autostop.
SGUARDO CNV
Sguardo ed Emozioni: Sembra comunicare piu’ l’intensita’ che
la qualita’ dell’emozione. In generale le emozioni positive si
accompagnano ad un maggior numero di sguardi rispetto
alle emozioni negative. Si guarda di piu’ durante uno stato
d’animo positivo. In generale si guarda di piu’ quando
l’oggetto dell’emozione e’ al di fuori del se’ mentre si guarda
di meno quando l’oggetto e’ il se’. Quindi quando si e’ tristi
si guarda meno e verso il basso.
Le pupille si dilatano con stati di eccitazione emotiva elevati
(sesso, arte)
Il battito delle palpebre varia con l’eccitazione: aumenta in stati
d’ansia e tensione; diminuisce durante concentrazione e
attenzione.
Sguardo e Personalita’: maschi, bambini autistici, e la
maggior parte dei pazienti psichiatrici, guardano meno. Le
persone estroverse, socialmente dominanti guardano di piu’
SGUARDO CNV
Sguardo e Personalita’: In un film girato per un esperimento
un gruppo di soggetti guardava il 15% mentre un secondo
gruppo guardava l’80% Questi ultimi vennero giudicati
come: amichevoli, sicuri di se’, naturali e sinceri. Quelli che
guardavano il 15% vennero giudicati: freddi, pessimisti,
immaturi, evasivi, sottomessi, indifferenti.
Le persone che guardano di piu’, a parita’ di altri aspetti,
vengono percepite in modo piu’ favorevole.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Comprende i seguenti elementi: Vicinanza, Orientamento, il
Comportamento Territoriale, il Movimento nell’Ambiente
Fisico.
Dovuto alle caratteristiche dei nostri organi deputati a inviare e
ricevere segnali. Esprime anche certe proprieta’ della
personalita’ ed e’ usato come segnale di interazione, per
iniziare e concludere degli incontri.
E’ il segnale NV piu’ diretto. La preferenza/affiliazione e’
codificata in termini di maggior vicinanza.
Vicinanza: E’ la distanza fra due persone. Puo’ essere
utilizzata da una delle due persone come CNV oppure puo’
essere un comportamento congiunto dei due interlocutori.
E’ una variabile fisica ma assume delle qualita’ diverse a
distanze differenti:
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Intima: da 0 a 45cm per relazioni intime, si puo’ toccare ed
essere toccati, sentire l’odore, e l’intensita’ delle emozioni
dell’altro, si puo’ parlare sottovoce, non si vede bene
Personale: da 45 a 120cm corrisponde allo “spazio personale”
una vicinanza maggiore provoca disagio, e’ possibile
toccare l’altra persona, non si puo’ sentire l’odore, si puo’
vedere meglio
Sociale: da 120cm a 365cm per relazioni piu’ impersonali (da
una capo all’altro di una scrivania) Chi interagisce si
guarda di piu’ e si deve parlare a voce piu’ alta
Pubblica: da 365cm e oltre e’ la distanza tenuta da
personaggi pubblici importanti. E’ piu’ difficile vedere le
espressioni del volto, I movimenti del corpo devono essere
enfatizzati, si deve parlare a voce ancora piu’ alta.
Le persone in piedi stanno piu’ vicine (personale) di quelle
sedute (sociale).
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Orientazione: E’ l’angolazione secondo cui gli interlocutori si
dispongono nello spazio l’uno rispetto all’altro (due persone
di fronte sono a 0 gradi). Vi e’ una relazione inversa fra
Vicinanza e Orientazione: orientazione frontale comporta
maggior distanza.
Movimenti o posizioni nell’ambiente fisico: dipende
dall’ambiente fisico
1) Alcune aree acquistano un significato di “territorio”: dietro il
banco di vendita, dietro la scrivania personale
2) Alcune aree sono in rapporto con lo status sociale: palco,
posto d’onore
3) Alcune aree e posti a sedere sono associati a specifici ruoli
sociali: posti nei tribunali
4) Le parti di una casa hanno un significato simbolico preciso
e norme di accesso: il soggiorno rispetto al bagno
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
5) La forma e la dimensione di una stanza e la disposizione
dei mobili posso fungere da ostacoli
6) Le barriere fisiche possono indurre le persone ad adottare
comportamenti spaziali che non vorrebbero
Il comportamento spaziale e’ osservabile negli animali (uccelli
che stanno su un filo elettrico ad una distanza costante fra
loro)
I neonati stanno vicinissimi alla madre e piangono per
richiedere la vicinanza. Successivamente (1-2 anni)
desiderano la madre sufficientemente vicina per poterla
sentire e vedere. Se percepiscono un pericolo ritornano
molto vicini alla madre.
L’estensione dello spazio personale probabilmente dipende
dalle caratteristiche del corpo e degli organi di senso. Entro
i confini personali si puo’ essere toccati ed essere
minacciati, feriti ma anche esperire gradevoli contatti fisici.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Comportamento Spaziale e AI: Le persone stanno piu’ vicine
a coloro che considerano piu’ simpatici. La distanza varia a
seconda della gradevolezza: persone simpatiche piu’ vicine
persone piu’ sgradevoli piu’ lontane.
Negli ambienti di vita reale le persone stanno a distanze
diverse secondo un ordine di vicinanza:
Genitori
Amici Intimi
Amici
Conoscenti
Estranei
Persone di eta’, status e razza simile stanno piu’ vicini fra loro.
Si tengono a distaza persone portatrici di “stigma”: malattia
mentale, difetti fisici.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Le persone si siedono a fianco di amici intimi e di fronte a
persone che non conoscono. Eccezione costituita dalla
posizione frontale di amici che mangiano.
In una situazione ostile si mantiene una posizione frontale e si
aumenta la frequenza degli sguardi.
Il disagio puo’ derivare da un’eccessiva vicinanza di persone
sgradevoli o da un’eccessiva lontananza di persone
simpatiche.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
La distanza e’ un simbolo naturale di status e dominanza: una
posizione in alto rispetto all’interlocutore, occupare i posti
piu’ importanti (prima fila, capotavola).
La posizione spaziale e’ influenzata dalla situazione e dal
compito. In caso di minaccia la vicinanza fra gli individui
aumenta. In situazioni piacevoli e rilassate (party, feste) la
vicinanza aumenta anche grazie all’uso di alcol che di per
se’ diminuisce la distanza.
La vicinanza e l’orientazione sul lavoro dipendono dal tipo di
lavoro.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Personalita’: Persone con disturbi mentali hanno bisogno di
piu’ spazio intorno a se’:
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Anche carcerati violenti e adolescenti devianti e aggressivi
hanno bisogno di piu’ spazio “zone cuscinetto”
nell’interazione sociale.
Le persone che si avvicinano di piu’ tendono all’approccio
sociale: guardano, parlano e sorridono di piu’. Sono piu’
estroverse. Anche le persone assertive e dominanti si
avvicinano di piu’. Gli ansiosi rimangono distanti.
Il ricevente decodifica la vicinanza in termini di personalita’.
Movimenti nello spazio: Vengono usati come “mosse” verso
l’interazione. Avvengono infatti in particolare all’inizio e alla
fine dell’interazione. Dobbiamo avvicinarci per essere
ascoltati per mostrare il nostro sguardo e toccare
l’interlocutore. Il movimento “verso” un’altra persona per
iniziare un’interazione necessita’ di approvazione da parte
di questa persona: per entrare nell’ufficio o nella stanza di
qualcuno si bussa e si attende l’approvazione.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Appena ci avviciniamo a due persone che stanno parlando,
queste si spostano un po’ per creare spazio.
Anche l’orientazione puo’ iniziare o porre fine ad una
conversazione (ruotare il corpo a tavola per conversare con
le due persone che abbiamo a fianco)
I movimenti sono mezzi potenti per iniziare e terminare una
conversazione ma devono essere accompagnati da altri
segnali NV.
I movimenti danno inizio anche a fasi particolari di un incontro:
una persona si alza per parlare, due sfidanti sportivi
assumo una posizione spaziale per fronteggiarsi.
La sequenza della conversazione e’ influenzata dalla
posizione spaziale. Quando una persona finisce di parlare,
e’ probabile che inizi la persona che gli sta di fronte e non a
fianco.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Spazio Personale: E’ l’area che le persone mantengono
attorno a se’ e se viene invasa puo’ provocare disagio. Gli
spazi personali sono approssimativamente circolari con
uno spazio maggiore frontale rispetto a quello posteriore.
Potrebbe essere correlato con il bisogno di protezione. Lo
spazio personale e’ il prodotto dell’equilibrio affiliativo.
Tuttavia si tollerano avvicinamenti anche con sconosciuti in
autobus affollati perche’ in queste situazioni ci si considera
come oggetti fisici e si riducono i canali verbali di
interazione.
Territorio Personale: E’ un’area piu’ vasta che un individuo
possiede e controlla. Questo spazio procura all’individuo la
sua privacy o intimita’: la sua stanza, la sua casa, il suo
giardino il suo ufficio. Tipicamente in ogni casa i
componenti hanno il “loro posto a tavola o sul divano” la
loro poltrona, la loro stanza.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Territori Domestici: Spazi pubblici utilizzati abitualmente dai
componenti di un gruppo: i bar, le panchine dei giardini, i territori
delle bande.
Anche due persone che conversano in piedi in un luogo, creano un
territorio che una persona puo’ invadere solo se viene accettata
nel gruppo. Non si cammina, infatti, fra due persone che stanno
conversando senza abbassarsi o chiedendo “permesso,
scusate”.
Le “invasioni” del territorio sono vissute con disagio. Le donne
detestano l’invasione laterale perche’ viene vissuta come un
tentativo di affiliazione non richiesta. Gli uomini non sopportano
invece le invasioni frontali. Si puo’ difendere il proprio territorio
lasciando un oggetto che segnali la “proprieta’”: un cappello, un
maglione, uno zaino.
Affollamento Isolamento: La sensazione di “ressa” dipende
dall’invasione dello spazio personale. Il sovraffollamento ha
effetti negativi:
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
riduce i livelli lavorativi e non favorisce le interazioni. Nel
sovraffollamento si riscontrano piu’ malattie e lamentele.
In alcune situazioni, limitate nel tempo, il sovraffollamento
viene tollerato con disagi limitati: feste, situazioni di
cooperazione.
Gli effetti negativi sono dovuti a:
-
incapacita’ di controllare gli eventi
-
interferenza nel perseguimento di un obiettivo
-
eccessiva stimolazione sociale
Da qui anche la legge sulla privacy.
Anche l’isolamento pero’ puo’ creare disagio e provoca
sensazioni di solitudine e angoscia perche’ le persone
hanno bisogno di intimita’ a compagnia.
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Influenza dell’Ambiente Fisico: La disposizione degli spazi dove
avvengono le interazioni sociali influenza molto le interazioni.
Arredamento: Disposizione di scrivanie in uffici, sedie in sale
d’attesa o punti di incontro, banchi di scuola, panchine nei
parchi, sedili in aerei e treni, ecc…. Modificano e limitano la
vicinanza e l’orientamento durante l’interazione. I mobili
possono venire disposti in modo da incoraggiare l’interazione.
In cliniche psichiatriche la disposizione attenta delle sedie,
poltrone e divani puo’ aumentare le interazioni fra pazienti.
Anche la tipologia: tavoli da pranzo nei castelli.
Decorazioni: Le decorazioni degli ambienti identificano l’utilizzo di
una determinata stanza: riunioni, interrogatori, incontri
romantici. Il colore influisce sulle interazioni: i bimbi in stanze
arancioni sono piu’ sorridenti e cordiali rispetto a stanze
bianche, marroni o nere (reparti pedriatrici).
COMPORTAMENTO SPAZIALE (CNV)
Illuminazione e disposizioni architettoniche: Luci piu’ brillanti
provocano eccitazione, luci smorzate sono piu’ intime
(dilatazione delle pupille e quindi attrazione sessuale?).
Illuminazione in mense e ristoranti, luce diretta sul tavolo
piu’ efficace rispetto a luce (neon) diffusa.
La progettazione di luoghi abitativi puo’ promuovere o
ostacolare le interazioni: entrate indipendenti, siepi alte,
balconi alti, finestre alte, luoghi bui in seminterrati o
garages.
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
COMPORTAMENTO SPAZIALE: Spazio e angolazione fra
interlocutori.
Gli arabi mantengono un’angolazione piu’ diretta degli europei.
I sud-americani stanno piu’ vicini dei nord-americani
Negli Stati Uniti gli ispanici stanno piu’ vicini degli angloamericani.
In generale: Persone che provengono da culture dove c’e’ un
Frequente Contatto Fisico, stanno piu’ vicine, di fronte le
une alle altre, si toccano e si guardano di piu’
Caste indiane: distanza Bramino (alta) e Nayadi (bassa) 39 m
Possibili origini: Grado di affollamento e dimensioni delle case
Chi sta troppo lontano e’ considerato piu’ freddo e piu’
distaccato
Chi sta troppo vicino e’ considerato invadente
GESTI (CNV)
GESTI: si indicano solitamente i movimenti volontari delle
mani, della testa o del corpo che hanno il fine di
comunicare.
•
EMBLEMI: solitamente movimenti delle mani con una
chiara e diretta traduzione verbale
•
ILLUSTRATORI: movimenti direttamente collegati al
discorso.
•
AUTOMANIPOLAZIONE: movimenti centrati sul corpo di
chi comunica
I gesti sono usati pochissimo dagli animali. Quindi dipendono
molto dall’uso ed evoluzione delle mani. Le mani sono
rappresentate da un’ampia aria motoria e
somatosensoriale nel cervello. L’abbandono della
quadrupedia ha favorito l’uso delle mani anche per
l’esecuzione di gesti.
I bimbi usano molto i gesti in eta’ pre-verbale e sono molto
precisi nell’imitare o indicare oggetti
GESTI (CNV)
Emblemi: sono usati anche in associazione al discorso. Non
sono innati. Sono derivati da simboli iconici naturali
“fermati” “vieni qui”. Vengono usati perche’ sono piu’ rapidi
delle parole, si eseguono in silenzio e possono essere
ricevuti ad una distanza maggiore delle parole. Molto usati
in alcune professioni: sommozzatori, agenti di borsa,
meccanici di volo, operai in ambienti rumorosi.
Illustratori: Movimenti delle mani direttamente collegati al
discorso servono a chiarire, a ripetere o a enfatizzare
quello che si dice:
-
Indicatori: per additare persone o cose
-
Movimenti spaziali e di relazione: sotto, sopra, attorno
-
Pittogrammi: figure, forme, luoghi
-
Ideogrammi: indicano la direzione del pensiero
-
Gesti che mostrano movimenti del corpo
GESTI (CNV)
I gesti vengono molto usati per rappresentare figure. Molto in
Italia o da italiani immigrati in paesi stranieri. Sono piu’ facili
delle parole in particolare quando non si conosce la lingua
(negozi o ristoranti stranieri).
Automanipolazione e Segni Emozionali: In particolare
movimenti delle mani e dei piedi per esprimere: Inibizione,
Depressione, Euforia, Ansia. I gesti di automanipolazione
sono rivolti verso se’ stessi e servono in particolare a
scaricare tensione.
I pazienti si toccano molto piu’ di altri e la frequenza di
automanipolazione correla con lo stato di agitazione
(pazienti psichiatrici).
Muoversi in modo irrequieto correla con la frequenza del
fumare, mangiare e bere.
L’automanipolazione e’ anche una manifestazione di
corteggiamento.
GESTI (CNV)
Coppie giovani che si incontrano in un bar spendono del
tempo a riassettarsi in bagno: le donne impiegano piu’
tempo degli uomini e si impiega molto piu’ tempo se e’ il
primo incontro fra partners rispetto a coppie sposate o
amici intimi. In questo caso non sono i gesti che hanno
valore ma il solo fatto di riassettarsi influisce
nell’interazione “sentirsi in ordine”.
Gesti e Personalita’: Riconosciamo a distanza anche solo
dall’ombra persone che conosciamo. Le persone tendono a
riprodurre gli stessi gesti (postura) in situazioni simili quindi
ripetono delle sequenze adottando uno stile. Estroversione
rispetto a introversione correla con quantita’ di gesti e
movimenti usati.
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
GESTI: Aspetto piu’ mutevole attraverso le culture. Alcuni sono
caratteristici di alcune regioni all’interno di Paesi.
EMBLEMATICI: diretta traduzione verbale da esperienze
naturali: si, no, fermarsi, avvicinarsi, vergogna.
Alcuni gesti sono universali (alcuni sono innati):
• Fare segno di fermarsi
• Stringersi nelle spalle
• Colpetto sulla spalla
• Cenno con la testa
• Pollice verso
• Battere le mani
• Profilo del corpo femminile
• Cenno di richiamo
• Inclinare il capo tenendo il palmo della mano piatto (sonno)
• Salutare con la mano
• Richiamo di soccorso
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
Scuotere il capo per dire “no”. Fra Roma e Napoli diventa un
movimento di testa all’indietro. Antico confine della Magna
Grecia del mondo antico.
Segno di “OK” probabilmente completamento del cerchio, ma
in Francia significa “qualcosa privo di valore” perche’
simboleggia lo “zero”
Il segno di “V” Victory, introdotto da Winston Churchill durante
la seconda guerra mondiale.
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
GESTI COLLEGATI AL DISCORSO: Gli italiani fanno largo
uso di gesti illustratori di tipo descrittivo e riescono a
comunicare meglio le informazoni. I movimenti delle mani
migliorano la comunicazione.
GESTI CHE TRASMETTONO EMOZIONI (universali):
•
Minacciare con il pugno (rabbia)
•
Torcersi le mani (nervosismo)
•
Coprirsi il volto (vergogna)
•
Sbadigliare (noia)
•
Mostrare il palmo della mano e abbassare il capo
(sottomissione, conciliazione)
POSTURA (CNV)
Le principali posture usate dagli esseri umani sono: eretta,
seduta o rannicchiata in ginocchio, o distesa.
Dalla postura possiamo riconoscere le persone (come per il
gesti). Fondamentali per l’interazione: Congruenza e
Specularita’.
Es: Postura rilassata esprime quasi sempre dominanza ma
anche disprezzo e antipatia.
Le posture esprimono le emozioni generali
Le posture sono a meta’ fra I gesti ed il comportamento
spaziale e definiscono un’interazione piu’ lunga di quella di
gesto e piu’ breve di quella di quella di una posizione
spaziale.
I gesti che accompagnano il discorso possono trasformarsi in
variazioni posturali
POSTURA (CNV)
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
POSTURA: Posture umane assunte nell’interazione sociale
sono migliaia.
In Giappone ci sono livelli diversi di deferenza negli inchini
Fattori come dominanza-sottomissione e amichevolezzaostilita’ sembrano essere i piu’ importanti per l’assunzione
di una particolare postura anche nelle Americhe.
MOVIMENTO DEL CORPO: Variano molto nelle diverse
culture. Afro-americani hanno uno stile peculiare ed
esibiscono abilita’ e creativita’ fisica.
Forme di saluto che possiedono caratteri universali:
orientazione diretta, sguardo reciproco, sorriso, contatto
fisico (ad eccezione di India e Giappone), offrire il palmo
della mano per stringere la mano dell’interlocutore
CONTATTO FISICO (CNV)
Forma piu’ antica di comunicazione sociale.
Il sistema somatosensoriale ha un’ampia rappresentazione
cerebrale, simile a quella motoria.
Contatto fisico e AI:
Sesso: Il fine ultimo della motivazione sessuale e’
l’accoppiamento per piacere o procreazione. I contatti fisici
con significato sessuale sono molto eccitanti e gratificanti e
provocano un attaccamento molto forte nel partner con un
chiaro vantaggio per i figli. I contatti fisici correlati al sesso
sono simili in tutte le culture e hanno una base biologica.
In generale gli uomini toccano di piu’, le donne meno. Alle
donne piace di piu’ essere toccate degli uomini. Gli uomini
evitano il contatto con soggetti dello stesso sesso, le donne
evitano di piu’ il contatto con l’altro sesso.
CONTATTO FISICO (CNV)
Contatto fisico e AI:
Affiliazione: Il comportamento affiliativo si distingue da quello
sessuale per livello di intimita’ e per scopo: ragguingere
collaborazione nei gruppi e ridurre l’aggressivita’.
Trae origini dal contatto madre-figlio.
Coloro che toccano sono ritenuti, nei limiti, cordiali sia dagli
osservatori che da coloro che sono toccati. Amici intimi
dello stesso sesso trovano piacevole toccarsi.
Terapia: Puo’ avere conseguenze terapeutiche significative. Le
persone quando sono toccate tendono a parlare di piu’ e a
fare delle confidenze (pazienti psichiatrici). Nei maschi puo’
non funzionare. Nelle femmine funziona di piu’.
Rolfing, massaggi profondi, gruppi di incontro dove viene
incoraggiato il contatto fisico. Set terapeutico.
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
CONTATTO FISICO: Notevoli differenze relativa alla quantita’
e al tipo di contatto fisico
Quante volte si sono toccati due interlocutori in un caffe’:
Portorico 180
Parigi 110
Londra 0
In Giappone contatto fisico quasi assente nei luoghi pubblici.
Tuttavia, si accetta in luoghi affollati: treni, autobus. In
privato c’e’ piu’ contatto fisico (tenersi caldi d’inverno,
dormire e fare il bagno insieme). NON si traduce in
maggior intimita’ e quindi non ha implicazioni sessuali
come altrove
Nelle culture con Frequente Contatto Fisico “Cultura del
Contatto”, tuttavia, e’ molto frequente fra soggetti dello
stesso sesso. Nei paesi arabi, ad esempio, le donne non
vengono mai toccate in pubblico. Il contatto corporeo e’
visto come segno di amicizia e non contiene implicazioni
sessuali. Possibile origine dal frequente contatto madrefiglio
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
ODORE: Molto usato in alcune culture (burro, olii, ecc..
Spalmati sulla pelle).
In generale le culture con Frequente Contatto Fisico utilizzano
anche l’odore come segnale di comunicazione. Le culture
Prive di Contatto Fisico, mantenendo una distanza
maggiore non utilizzano questo segnale di CNV.
AND= androgeno
EST= estrogeno
AIR= aria inerte
ODORI SIMILI A ORMONI SESSUALI
• Nei maschi un ormone estrogeno (femminile) attiva
l’ipotalamo dorsomediale e l’amigdala bilateralmente
• Nei maschi un ormone androgeno (maschile) non
attiva significativamente nessuna area
• Nelle femmine un ormone estrogeno (femminile)
attiva l’insula e le regioni olfattive
• Nelle femmine un ormone androgeno attiva
l’ipotalamo (ventromediale) e l’amigdala destra
ODORI SIMILI A ORMONI SESSUALI
• Femmine e maschi valutavano gli odori AND ed EST
in ugual modo per quanto riguarda la piacevolezza,
familiarita’, intensita’ e irritabilita’
ABITI (CNV)
UNIFORMI: Le divise hanno la funzione di mostrare
l’appartenenza ad un gruppo o ad uno status (medici,
terapisti sanitari, infermieri, pazienti, parenti).
Le divise mostrano professionalita’ (camici) ma anche
distacco.
Alcune persone possono cambiare il loro aspetto per
distanziarsi dai loro diretti subalterni: capo-officina,
caposala.
Altri preferiscono non distinguersi attraverso gli abiti e le divise
rispetto ai loro sottoposti.
Alcuni contesti non permettono una differenziazione: sala
operatoria.
VARIAZIONI CULTURALI (CNV)
ASPETTO ESTERIORE: In tutte le culture il corpo viene
decorato ed esibito.
L’abito e’ il canale privilegiato attraverso cui si comunica lo
status sociale o l’appartenenza ad una particolare
professione (divisa ospedaliera, divisa del poliziotto), o ad
una particolare organizzazione (abbigliamento di club
sportivi, associazioni universitarie, ecc…) o di una certa
eta’ (piu’ in passato).
Alcuni abiti e accessori sono modulati a seconda
dell’informazione che si vuole comunicare: Es. Grado di
ortodossia degli ebrei espresso nei dettagli
dell’abbigliamento o nell’acconciatura dei capelli.
Arabi molto coperti anche se vivono in zone climatiche simili
ad Africani che vivono completamente nudi.
Accessori usati anche in occidente: cosmetici, tatuaggi,
piercing, ecc…
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