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Il sistema produttivo della provincia di Treviso nel nuovo contesto europeo
Stefano Solari
Il rapporto europeo sulla coesione sociale ed economica (Commissione Europea, 2002a)
illustra come nel 2000 le regioni del Nord-Italia appartenessero ad una ristretta cerchia
di aree con reddito pro-capite (a parità di potere d'acquisto PPS1) superiore del 25% alla
media europea. Appartenevano a questo gruppo le regioni situate sull'asse che collega la
Baviera all'Olanda, l'Irlanda meridionale e la Danimarca, oltre alle aree metropolitane
maggiori (Parigi, Londra). Questo risultato del Veneto, e della provincia di Treviso in
particolare, è il frutto di trent'anni di crescita a ritmi non molto elevati ma regolari.
Infatti, al contrario di molte altre regioni europee, si è verificata (fig.1) una crescita
continua e senza periodi di stagnazione. Tuttavia, lo stesso rapporto europeo (2002a)
mette in evidenza come nel periodo 1995-2000 il Veneto - ed il Nord-est nel complesso
- abbia perso la sua posizione di reddito pro-capite relativamente alla media europea di
una quota compresa tra il -7,0% e il -3,5%. In questo periodo sono state le regioni più
periferiche (con l'Inghilterra, l'Irlanda, la Baviera ed alcune regioni olandesi) a registrare
i maggiori incrementi di reddito pro-capite.
Il problema che ci proponiamo di discutere in questa parte introduttiva della ricerca è se
l'economia del Nord-est ed in particolare la provincia di Treviso siano arrivati ad un
punto di svolta del loro processo di sviluppo. In secondo luogo cercheremo di
individuare le caratteristiche strutturali dell'economia provinciale cercando di capire se
alcune delle sue caratteristiche possano rappresentare un freno per nuove fasi di
crescita. Dopo aver brevemente illustrato i fatti salienti dello sviluppo dagli anni '70 alla
metà degli anni '90, analizzeremo i dati più recenti in termini macroeconomici ed
industriali. Quindi ci avvarremo di una metodologia comparativa basata sullo studio
delle specializzazioni produttive ed esportative per indagare l'esistenza di caratteristiche
del modello trevigiano-veneto che possano frenare il suo ulteriore sviluppo. Non
essendo sempre disponibili i dati sulla provincia di Treviso, utilizzeremo in alcuni casi i
dati veneti che fungono da accettabile approssimazione per numerosi confronti.
Tutti i dati utilizzati nei confronti europei sono espressi negli standard a parità di potere di acquisto
(PPS) che rispetto ai dati nominali tengono conto delle variazioni del livello dei prezzi e di quello dei
cambi relativi.
1
2
1. Dalla crescita degli anni '70-'90 al rallentamento della seconda metà degli anni
'90
Il Veneto e la provincia di Treviso sono stati negli anni '70-'90 tra le regioni europee che
hanno registrato i migliori risultati in termini di crescita economica. Guardando alle
regioni che nel 1977 erano caratterizzate da un simile reddito pro-capite (+/-5% rispetto
a quello veneto), si nota (fig.1) che solo la Baviera e le altre regioni del Nord-est hanno
goduto di una crescita così intensa. Questo processo ha portato nel 1996 il Nord-est ai
livelli di reddito del Baden-Würtenberg e della Baviera, al di sopra del livello di reddito
pro-capite danese e belga. Se evidenziamo quali regioni hanno sperimentato simili tassi
di crescita, notiamo che, oltre alle regioni citate, troviamo solo regioni a basso livello di
reddito caratterizzate da processi di catching-up. Tale crescita si è tradotta in un elevato
incremento dell'occupazione in termini assoluti e del tasso d'occupazione. Quest'ultimo
non ha subito incrementi molto elevati ma è comunque cresciuto in modo molto
regolare e con un'intensità doppia rispetto alla media europea.2
Va detto che se, da un lato, la situazione trevigiana è prossima alla piena occupazione, dall'altro è
possibile migliorare ulteriormente il livello di occupazione, soprattutto femminile.
2
3
Al contrario della maggior parte delle regioni europee, questa crescita è stata ottenuta
grazie ad un elevato tasso di attività nell'industria e ad una quota di occupazione nei
servizi relativamente contenuta. Nel 2001 (EU, 2002a) si registrano i tassi di
disoccupazione, inclusi quelli giovanili e femminili, più bassi d'Europa. Tali risultati si
sono ottenuti attraverso una specializzazione industriale in settori caratterizzati da
tecnologie giudicate non molto sofisticate.3
Nella seconda metà degli anni '90 l'economia del Nord-est ha rallentato notevolmente la
sua crescita. Ha tuttavia mantenuto le sue caratteristiche di sviluppo estensivo basato
sull'industria continuando ad aumentare l'occupazione. L'economia trevigiana in questa
situazione si è trovata ad affrontare un vincolo di disponibilità di forza lavoro che è
stato superato grazie all'immigrazione di extra-comunitari e con la delocalizzazione di
alcune fasi della produzione. Tuttavia, nonostante il raggiungimento della piena
occupazione, il reddito pro-capite non è aumentato in modo rilevante.
Nel periodo 1995-2000 la provincia di Treviso ha visto la sua popolazione aumentare in
complesso del 4,3%. E' stata la provincia veneta con l'aumento maggiore, seguita da
Vicenza con il 3,8% e da Verona con il 3,2%. Padova ha registrato un incremento del
2,2%, pari a quello medio veneto, mentre a Venezia, Belluno e Rovigo vi sono stati dei
leggerissimi decrementi. La componente più importante di tale aumento è
l'immigrazione di stranieri attratti dalla domanda di lavoro locale. L'aumento di
popolazione è sempre un segnale positivo della salute dell'economia, tuttavia è
importante verificare quanto questa crescita del numero di lavoratori si traduca in un
aumento di reddito. Infatti, il reddito locale non cresce molto più della media nazionale.
Molti economisti sostengono che la specializzazione dell'economia in settori
relativamente maturi impedisce lo sviluppo industriale in settori a maggiore valore
aggiunto caratterizzati da tecnologie più sofisticate. Vi possono tuttavia essere
molteplici ragioni che spiegano il rallentato sviluppo trevigiano, fattori di natura
macroeconomica e, soprattutto, problemi strutturali da verificare più in dettaglio.
Il reddito pro-capite italiano, attestato su livelli poco superiori alla media europea, nel
corso degli anni '90 ha perso leggermente quota rispetto agli altri paesi. A partire
dall'inizio degli anni '90 - in coincidenza col trattato di Maastricht - Germania, Francia e
Italia si sono indebolite subendo una flessione del livello relativo del reddito pro-capite
verso la media europea, mentre Danimarca, Paesi Bassi e in particolar modo l'Irlanda
sono riusciti ad ottenere notevoli progressi (fig.A14).
Da un punto di vista macroeconomico, gli anni '90 sono stati caratterizzati da dei
profondi mutamenti nei rapporti tra le principali componenti del reddito nazionale. La
componente del reddtio da lavoro dipendente è diminuita in modo consistente
Gli indici relativi ai brevetti ed in particolare quelli in tecnologie più elevate sono relativamente deboli
(EU, 2002a).
4
Le figure e le tablelle contraddistinte con la lettera "A" si trovano negli allegati.
3
4
scendendo da livelli prossimi al 54% del valore aggiunto netto a circa il 47% (fig.A2).
Ancor di più è diminuita la quota dei redditi da capitale, diminuzione dovuta al calo dei
tassi d'interesse e non compensata dal pur notevole incremento degli utili da
partecipazione in società. E' anche aumentata la parte di redditi da partecipazione
azionaria mentre rimangono stabili i redditi da impresa. In questo periodo, cresce in
modo molto consistente la quota del reddito dovuta a esportazioni e importazioni. Il
risultato generale è un'economia più aperta e connessa alla domanda internazionale e
meno dipendente dai consumi interni. Questo aspetto è molto importante per la
comprensione della situazione in quanto evidenzia la maggiore dipendenza dello
sviluppo delle imprese dalla penetrazione nei mercati esteri e la minore possibilità di
stimolare l'economia aumentando i consumi interni.
Nello stesso periodo, le politiche fiscali del governo sono state fortemente restrittive al
fine di ottenere un riequilibrio dei conti pubblici. Anche questo fattore, assieme alla
forte svalutazione della lira dal 1992 al 1995, ha limitato lo sviluppo della domanda
interna ed ha spinto le imprese a rivolgersi ai mercati esteri. Di conseguenza, data la
particolare struttura produttiva, le opzioni strategiche per lo sviluppo delle imprese si
sono ridotte concentrandosi in modo crescente sulle esportazioni e ciò non ha
sicuramente avuto un effetto positivo sull'espansione del reddito.
Infine, la svalutazione della lira incominciata nel 1992 ha contribuito ad approfondire la
specializzazione industriale nei settori che più potevano beneficiare da una valuta
debole (Marcato, 1999; 2002). Infatti, per quanto riguarda i termini degli scambi
commerciali, dopo l'apprezzamento della lira negli anni '80, a partire dal 1992 si è
assistito ad un suo leggero deprezzamento che proponiamo misurato dall'indicatore
delle "ragioni di scambio" (fig.A3). Questo deprezzamento è stato inferiore a quello
nominale in quanto l'inflazione è rimasta relativamente elevata e anche perché il dollaro
ha continuato ad oscillare rispetto alle valute europee. In questo contesto, il costo reale
del lavoro italiano ha continuato a diminuire costantemente durante tutti gli anni '90
rispetto agli altri paesi europei (fig.A4). Tuttavia si può notare che anche in due dei
paesi che hanno goduto di migliori performance di crescita nella seconda metà degli
anni '90 - Irlanda e Finlandia - e che sono spesso considerati come simbolo della svolta
verso la new economy, il costo del lavoro reale è sceso in modo netto e comunque
superiore all'Italia.
In conclusione, il quadro macroeconomico italiano degli anni '90 ha penalizzato una
crescita basata sullo sviluppo dei consumi interni – pubblici e privati – ed ha favorito
l'apertura delle imprese all'ambiente internazionale. In questo contesto, le imprese
italiane hanno goduto di vantaggi legati sia al tasso di cambio, che al costo del lavoro.
Tuttavia, il risultato è stato una crescita rallentata. Molti economisti hanno avanzato
l'ipotesi che la composizione strutturale del sistema produttivo sia stata orientata da
fattori macroeconomici verso specializzazioni più tradizionali.
5
Fig.2
Variazione degli investimenti in Capitale Fisso
1,35
Veneto - Costruzioni
1,30
1,20
Veneto - Macchine,
attrezz. e mezzi di
trasporto
Veneto - Totale
1,15
IT Costruzioni
1,10
IT Macchine, attrezz. e
mezzi di trasporto
1,05
IT Totale
1,25
1,00
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Ciò ha determinato una difficoltà ad operare una ristrutturazione verso produzioni a
maggiore valore aggiunto. Di conseguenza, è opportuno studiare innanzitutto
l'evoluzione del valore aggiunto, quindi determinare se effettivamente l'evoluzione delle
specializzazioni produttive stia rappresentando un problema relativamente ai risultati
delle altre regioni europee.
2. La provincia di Treviso nella seconda metà degli anni '90
Analizziamo innanzitutto l'andamento delle principali variabili macroeconomiche. In
seguito precisiamo l'analisi delle variazioni di valore aggiunto (VA) e del valore
aggiunto per addetto (VA/L) a livello settoriale.
Nella seconda metà degli anni '90 non si registrano segnali di calo degli investimenti.
Tra gli anni 1995 e 2000 aumentano di circa il 20%, in linea con la tendenza nazionale
(fig.2). Gli impieghi bancari aumentano in misura maggiore che nel resto del Veneto e
del totale nazionale (fig.3). Va tuttavia notato che il notevole incremento registrato a
Treviso tra il 2000 ed il 2001 è dovuto a crediti di firma concessi ad imprese finanziarie
ed assicurative e che quindi non è un impiego bancario orientato alla produzione
industriale. Il trend rimane tuttavia più elevato di quello veneto. Questi investimenti
hanno supportato una crescita dell'occupazione notevolmente superiore a quella sia
nazionale che del Nord-est (fig.4). Dalla figura 4 si nota come la crescita
dell'occupazione nell'industria sia la componente che differenzia maggiormente Treviso
dal Veneto e dagli altri aggregati territoriali.
6
1,7
Fig.3 Impieghi bancari
1,6
1,5
TOTALE
NAZIONALE
1,4
1,3
TREVISO
1,2
VENETO
1,1
1,0
Tuttavia è l'occupazione nelle attività di intermediazione monetaria e finanziaria che si
sviluppa più rapidamente facendo segnare un incremento del 30% dal 1995 al 2000.
Guardando agli incrementi occupazionali più in dettaglio, partendo dai dati veneti che
offrono una maggiore disaggregazione5 (tab.1), si nota che l'occupazione nell'industria
manifatturiera aumenta in modo notevole. In questo settore perdono occupazione solo i
settori tessile, conciario e la produzione di energia. Un lieve calo si registra anche nella
pubblica amministrazione. Nell'industria gli incrementi sono quasi sempre maggiori o
eguali a quelli italiani, ma anche nei servizi si registrano aumenti considerevoli:
trasporti, intermediazione finanziaria e attività immobiliari. Tuttavia, quando guardiamo
il reddito per lavoratore occupato, notiamo che esso aumenta più della media italiana
solo nelle industrie in cui diminuisce l'occupazione (ed in quella alimentare).
Per il resto dell'industria manifatturiera il reddito per occupato aumenta in modo non
molto elevato e comunque inferiore alla media nazionale. Nei servizi, invece, l'aumento
è superiore a quello italiano ed in particolare nel commercio e nelle attività immobiliari.
Al contrario, l'intermediazione finanziaria dimostra un aumento di reddito debole se
paragonato all'aumento di occupazione.
Questi dati sono disponibili per aggregazioni più semplificate anche a livello
provinciale. Nella tab.3 abbiamo scomposto l'incremento di valore aggiunto per addetto
(VA/L, spesso impropriamente chiamato "produttività") nella componente lavoro (tra
cui quello dipendente) ed in quella valore aggiunto.
5
Purtroppo tale scomposizione dettagliata non è disponibile per la provincia di Treviso.
7
1,090
Occupazione totale
Fig.4
TREVISO
TREVISO
1,080
occupati industria in senso stretto
1,100
1,080
VENETO
VENETO
1,070
1,060
NORDEST
1,060
ITALIA
1,040
1,050
NORDEST
ITALIA
1,020
1,040
1,000
1,030
0,980
1,020
0,960
1,010
1,000
0,940
1995
1996
1997
1998
1999
2000
1995
1996
occupazione interm. finanziaria
1,350
1997
1998
1999
2000
Occupazione nei servizi
1,120
TREVISO
TREVISO
1,300
1,100
VENETO
1,250
1,080
ITALIA
1,200
VENETO
NORDEST
NORDEST
ITALIA
1,060
1,150
1,040
1,100
1,020
1,050
1,000
1,000
1995
1,35
1,30
1,25
1996
Agricoltura,
1997
1998
1999
2000
silvicoltura e pesca
1995
1996
1997
1998
1999
2000
crescita occupazione TREVISO
Industria
Costruzioni
1,20
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti,
trasporti e comunicazioni
1,15
Intermediazione monetaria e finanziaria;
attività immobiliari e imprenditoriali
1,10
Altre attività di servizi
1,05
1,00
0,95
1995
1996
1997
1998
1999
2000
La scomposizione dei valori totali (ultimo riquadro in basso a destra) indica che
l'aumento del VA/L (valore aggiunto per addetto) trevigiano in Veneto è secondo solo a
Belluno, dove tuttavia si registra un calo di occupazione. L'aumento di occupazione
trevigiana è anche di tipo dipendente e quindi più solido di quello delle altre provincie e
regioni. L'aumento del VA/L è anche maggiore di quello emiliano, friulano e
piemontese e di poco inferiore a quello lombardo e trentino.
8
Tab.1
Variaz. dell'occupazione e del reddito per occupato
Settore
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Agricoltura, caccia e silvicoltura
Pesca, piscicoltura e servizi connessi
Industria
Industria in senso stretto
Estrazione di minerali
Industria manifatturiera
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
Industrie tessili e dell'abbigliamento
Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari
Fabbricazione della pasta-carta, dei prodotti di carta; stampa ed editoria
Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo
Fabbricazione di apparecchi meccanici, eletttrici, ottici; mezzi di trasporto
- Industria del legno, della gomma, della plastica e altre manifatturiere
Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua
Costruzioni
Servizi
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e di altri beni
Alberghi e ristoranti
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
Intermediazione monetaria e finanziaria
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività
Altre attività di servizi
Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
Istruzione
Sanità e altri servizi sociali
Altri servizi pubblici, sociali e personali
Servizi domestici presso famiglie e convivenze
Totale
Reddito
VENETO
4,40%
-1,94%
-1,11%
17,76%
19,40%
15,92%
14,71%
15,87%
12,60%
19,23%
2,52%
13,77%
3,42%
16,90%
12,11%
17,89%
3,60%
10,74%
19,29%
20,16%
22,41%
14,71%
8,47%
6,67%
6,54%
21,60%
24,07%
13,15%
20,55%
31,97%
15,37%
15,22%
19,27%
Occupazione
ITALIA
10,30%
8,03%
-5,22%
16,50%
18,25%
14,78%
16,08%
14,35%
11,43%
17,03%
8,42%
16,32%
10,90%
18,38%
14,58%
20,66%
5,37%
11,09%
18,24%
19,73%
22,41%
13,94%
7,40%
8,18%
8,37%
16,80%
21,32%
15,34%
19,99%
26,01%
14,06%
13,01%
18,43%
1995-2000
VENETO
-14,67%
-11,97%
0,00%
4,53%
2,87%
16,67%
4,53%
8,33%
-10,81%
-5,23%
13,27%
7,11%
11,99%
10,00%
13,18%
3,84%
-13,01%
13,18%
12,36%
11,17%
6,10%
12,26%
11,27%
35,56%
-0,21%
41,13%
4,66%
-4,33%
0,91%
5,69%
15,06%
5,95%
7,87%
ITALIA
-14,30%
-16,06%
-2,32%
1,46%
-0,25%
-3,60%
0,36%
-1,81%
-8,20%
-8,25%
3,62%
4,83%
11,53%
2,92%
3,33%
-0,94%
-10,66%
7,74%
11,57%
9,80%
5,74%
15,32%
8,94%
32,51%
2,29%
36,97%
5,20%
-3,16%
-0,08%
5,70%
13,55%
9,44%
6,88%
Padova registra un maggiore aumento di reddito, ma anche una maggiore occupazione
che ne riduce il quoziente in questione. Guardando ai singoli macrosettori, si nota come
l'agricoltura non registra aumenti di reddito entusiasmanti, ma riesce a contenere la
diminuzione di occupazione. Nell'industria, nonostante un incremento di VA elevato –
anche se secondo a Padova e Belluno – il deciso aumento occupazionale a livello
dipendente modera l'aumento di VA/L. I servizi ottengono un notevole aumento di
VA/L, grazie all'elevato aumento di VA e ad un aumento contenuto di lavoro, che
tuttavia è in larga parte dipendente e quindi relativamente di buona qualità. Nel settore
specifico dell'intermediazione finanziaria, la provincia di Treviso si colloca in posizione
intermedia con un aumento di VA/L non molto elevato ed un incremento occupazionale
elevato in termini assoluti ma non in termini relativi alle altre aree. Il settore dove il
VA/L sembra aumentare in modo deciso è quello del commercio che registra un
aumento di VA secondo solo a Venezia e un aumento molto contenuto di occupazione.
In generale si può affermare che la provincia subisca un effetto di vincolo sulla risorsa
lavoro e che questo vincolo stia contribuendo a far evolvere il modello produttivo in
alcune direzioni obbligate. Un primo effetto che si nota è l'aumento più che
proporzionale della quota lavoratori dipendenti, dovuta probabilmente all'eccesso di
domanda di lavoro. In particolare, l'eccesso di domanda di lavoro nella maggior parte
dei settori industriali fa crescere i redditi da lavoro dipendente in modo più rapido
9
rispetto alla media italiana. Questo è un effetto positivo, soprattutto se consideriamo che
il livello del costo del lavoro relativo all'Europa declina.
Tab.2 Variazione del reddito da lavoro dipendente 1995-2000
Veneto
Agricoltura, silvicoltura e pesca
-10,92%
Agricoltura, caccia e silvicoltura
-13,68%
Pesca, piscicoltura e servizi connessi
-1,11%
Industria
23,10%
Industria in senso stretto
22,82%
Estrazione di minerali
35,24%
Industria manifatturiera
19,91%
- Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
25,53%
- Industrie tessili e dell'abbigliamento
0,43%
- Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari
12,99%
- Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria
16,12%
- Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche
21,85%
- Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
15,82%
- Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo
28,59%
- Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, eletttrici ed ottici; mezzi di trasporto
26,89%
- Industria del legno, della gomma, della plastica e altre manifatturiere
22,41%
Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua
-9,88%
Costruzioni
25,33%
Servizi
34,04%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
33,58%
Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa
29,88%
Alberghi e ristoranti
28,78%
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
20,70%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
44,61%
Intermediazione monetaria e finanziaria
6,32%
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali
71,62%
Altre attività di servizi
29,85%
Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
8,24%
Istruzione
21,65%
Sanità e altri servizi sociali
39,48%
Altri servizi pubblici, sociali e personali
32,74%
Servizi domestici presso famiglie e convivenze
22,07%
Totale
28,66%
Italia
-5,47%
-9,32%
-7,41%
18,20%
17,96%
10,64%
16,50%
12,28%
2,29%
7,37%
12,34%
21,94%
23,68%
21,83%
18,39%
19,52%
-5,87%
19,69%
31,91%
31,47%
29,44%
31,40%
17,01%
43,36%
10,86%
59,99%
27,62%
11,70%
19,90%
33,20%
29,52%
23,68%
26,57%
Nell'intermediazione finanziaria, invece, è l'eccesso di offerta di lavoro che mantiene il
reddito da lavoro dipendente a livelli di crescita inferiori alla media. Un secondo effetto
è che i settori in cui il vincolo è più stringente delocalizzano le produzioni facendo
registrare i maggiori incrementi di VA/L (calzature e tessile) in quanto rimangono in
loco le attività a maggiore VA. Infine, permane il carattere estensivo del modello di
sviluppo che si rivolge a lavoratori stranieri per coprire il mis-match tra domanda e
offerta di lavoro locale. Rimane il problema che spostandosi l'offerta di lavoro verso
professioni più qualificate quali l'intermediazione finanziaria e immobiliare, il rischio è
che in questi settori non aumenti molto il VA/L come potrebbe, senza peraltro
contribuire ad aumentare l'efficienza del mercato dei capitali. Va poi sottolineato che
non essendosi sviluppati mercati di capitali locali alternativi a quello bancario, un
aumento dell'occupazione in questo settore non ha l'effetto di migliorare l'efficienza del
servizio o quella dell'allocazione dei capitali.
10
Tab. 3
Variazione del valore aggiunto per settore 1995-2000
Agricoltura, silvicoltura
e pesca
va/L
PIEMONTE
LOMBARDIA
TRENTINO-A AD.
VERONA
VICENZA
BELLUNO
TREVISO
VENEZIA
PADOVA
ROVIGO
VENETO
FRIULI-VEN. GIU.
EMILIA-ROMAGNA
17,6%
31,4%
19,5%
15,2%
32,9%
41,6%
23,8%
57,6%
28,7%
29,5%
27,3%
22,8%
40,7%
Intermediazione
monetaria e finanziaria;
attività immobiliari e
imprenditoriali
va/L
PIEMONTE
LOMBARDIA
TRENTINO-A AD.
VERONA
VICENZA
BELLUNO
TREVISO
VENEZIA
PADOVA
ROVIGO
VENETO
FRIULI-VEN. GIU.
EMILIA-ROMAGNA
10,1%
18,0%
10,1%
11,4%
13,7%
16,1%
10,3%
7,6%
4,8%
4,3%
9,2%
14,5%
12,7%
Commercio,
riparazioni, alberghi e
ristoranti, trasporti e
comunicazioni
va/L
PIEMONTE
10,8%
LOMBARDIA
10,0%
TRENTINO-A AD. 13,8%
VERONA
12,0%
VICENZA
13,1%
BELLUNO
19,3%
TREVISO
17,8%
VENEZIA
10,6%
PADOVA
12,0%
ROVIGO
12,3%
VENETO
12,9%
FRIULI-VEN. GIU. 14,3%
EMILIA-ROMAGNA 11,3%
Elaborazioni su dati ISTAT
va
-5,3%
13,5%
8,1%
-4,1%
22,3%
22,0%
11,8%
21,2%
19,1%
4,8%
9,3%
-2,2%
14,9%
va
37,6%
48,9%
43,8%
37,6%
41,3%
33,8%
39,5%
36,9%
46,1%
35,8%
39,9%
39,0%
42,8%
va
18,2%
16,8%
22,5%
19,6%
19,6%
22,6%
23,8%
24,9%
21,3%
17,4%
21,8%
20,2%
16,9%
L
-19,5%
-13,6%
-9,6%
-16,8%
-8,0%
-13,8%
-9,7%
-23,1%
-7,4%
-19,0%
-14,1%
-20,3%
-18,3%
L
24,9%
26,2%
30,6%
23,5%
24,3%
15,3%
26,5%
27,3%
39,5%
30,2%
28,2%
21,5%
26,8%
L
6,7%
6,2%
7,6%
6,8%
5,8%
2,8%
5,1%
12,9%
8,3%
4,6%
7,8%
5,1%
5,0%
di cui
dip
1,2%
17,0%
5,0%
-13,4%
-2,7%
0,0%
-11,5%
-42,9%
-6,7%
-27,3%
-17,1%
-17,9%
-12,3%
di cui
dip
Industria in senso
stretto
PIEMONTE
LOMBARDIA
TRENTINO-A AD.
VERONA
VICENZA
BELLUNO
TREVISO
VENEZIA
PADOVA
ROVIGO
VENETO
FRIULI-VEN. GIU.
EMILIA-ROMAGNA
Totale servizi
23,8%
19,9%
23,9%
24,0%
28,5%
3,2%
29,6%
11,8%
40,8%
24,2%
26,2%
17,0%
22,4%
PIEMONTE
LOMBARDIA
TRENTINO-A AD.
VERONA
VICENZA
BELLUNO
TREVISO
VENEZIA
PADOVA
ROVIGO
VENETO
FRIULI-VEN. GIU.
EMILIA-ROMAGNA
di cui
dip
Valore aggiunto ai
prezzi base
(al
lordo SIFIM)
14,8%
10,2%
8,4%
15,7%
20,8%
6,3%
20,7%
11,2%
11,1%
9,2%
14,2%
8,8%
11,2%
PIEMONTE
LOMBARDIA
TRENTINO-A AD.
VERONA
VICENZA
BELLUNO
TREVISO
VENEZIA
PADOVA
ROVIGO
VENETO
FRIULI-VEN. GIU.
EMILIA-ROMAGNA
va/L
va
L
15,3%
17,0%
11,1%
14,1%
12,0%
22,8%
14,1%
3,5%
19,0%
12,8%
13,3%
10,5%
13,9%
15,1%
12,8%
16,5%
15,6%
16,2%
23,9%
21,4%
2,8%
28,0%
13,7%
17,5%
9,5%
17,7%
-0,1%
-3,6%
4,8%
1,2%
3,7%
0,9%
6,4%
-0,6%
7,5%
0,8%
3,7%
-0,9%
3,4%
va/L
va
L
18,1%
20,7%
18,8%
17,9%
21,2%
27,9%
22,2%
17,1%
18,4%
20,7%
19,6%
17,6%
17,4%
28,5%
32,3%
31,4%
29,2%
31,3%
28,3%
32,9%
29,5%
32,5%
25,8%
30,6%
26,7%
27,2%
va/L
va
L
17,5%
19,7%
19,5%
17,4%
17,1%
25,2%
19,0%
14,7%
19,0%
19,4%
17,9%
15,2%
18,9%
23,5%
24,6%
28,9%
24,0%
23,6%
25,8%
26,8%
23,2%
30,1%
22,1%
25,4%
20,2%
24,8%
4,3%
4,2%
7,3%
5,2%
5,6%
-0,2%
6,3%
6,8%
9,0%
1,6%
6,0%
3,8%
4,5%
8,8%
9,7%
10,6%
9,6%
8,3%
0,3%
8,7%
10,7%
11,9%
4,2%
9,2%
7,7%
8,3%
di cui
dip
0,9%
-2,4%
6,5%
0,5%
4,0%
4,2%
6,8%
-6,8%
6,0%
-2,4%
2,9%
0,0%
6,0%
di cui
dip
10,7%
9,1%
10,0%
13,8%
14,0%
-0,3%
14,3%
5,2%
11,4%
2,7%
10,1%
7,2%
9,4%
di cui
dip
6,4%
4,2%
8,3%
8,3%
7,8%
1,0%
9,7%
1,2%
8,6%
-0,2%
6,4%
4,0%
6,9%
Una questione interessante relativa al VA/L riguarda quanto esso sia dovuto agli
investimenti. Da quanto emerge da Caprio et al. (2002), l'Italia è il paese il cui sistema
11
economico manifesta la maggiore intensità di capitale per addetto tra quelli da loro
considerati in Europa (tab.4). La produttività del lavoro nel nostro paese è quindi molto
legata all'investimento in capitale. Tale fenomeno non si attenua negli ultimi anni.
Guardando ai dati dell'incremento degli investimenti lordi in Veneto rispetto alle altre
regioni europee ad alta concentrazione industriale, si nota come non vi siano
rallentamenti nelle immobilizzazioni. Si registra un buon incremento (tab.5) secondo
solo a Irlanda e Finlandia che tuttavia sono due paesi in piena espansione economica.
Gli investimenti nell'industria non sono molto più elevati di quelli che si verificano nelle
altre regioni, mentre sono più consistenti quelli delle pubbliche amministrazioni. Il
problema fondamentale è che a differenza delle altre regioni, questi investimenti non
riescono a tradursi in un consistente aumento di reddito.
Tab.4 Intensità di capitale del sistema economico
Italia
Germania
Francia
Spagna
Val ass
indice
Val ass
indice
Val ass
indice
Val ass
indice
1972
68,2
100
60,2
100
70,7
100
31,0
100
1980
94,2
138,0
93,7
155,6
89, 6
126,7
54,5
176,0
1990
123,9
181,7
125,1
207,7
117,7
166,6
75,7
244,4
1992
130,8
191,8
141,9
235,7
122,4
173,2
86,2
278,5
1994
139,9
205,1
112,9
187,5
132,4
187,4
98,4
317,7
1996
154,4
226,3
120,9
200,8
141,4
200,1
102,9
332,2
1998
162,5
238,2
127,2
211,2
145,4
205,7
103,5
334,2
Immobilizzazioni nette rivalutate relativamente al numero di addetti (Caprio et al.2002 p.17)
Stati Uniti
Val ass
indice
58,6
100
64,4
110,0
73,1
124,8
74,5
127,2
77,3
132,0
77,4
132,1
79,5
135,6
Industria
Ind. Manif.
Finanza e
immobiliare
Amministraz.
pubblica
Crescita del
reddito
Livello del
reddito
Germania
Baden Würtenberg
Baviera
Hessen
Irlanda
Veneto
Emilia Romagna
Paesi Bassi
Oost-Nederland
West-Nederland
Finlandia
Totale
Tab. 5 Incremento del capitale fisso lordo
-2,5%
0,7%
0,1%
-1,7%
55,9%
24,7%
23,9%
13,8%
13,2%
14,6%
34,1%
-4,0%
9,7%
10,1%
-8,5%
55,6%
20,0%
4,9%
21,6%
4,8%
46,3%
13,4%
4,2%
13,7%
19,7%
-4,2%
46,7%
19,5%
-0,9%
19,9%
18,5%
75,9%
15,2%
-0,4%
-4,3%
-8,0%
0,0%
62,4%
18,0%
15,2%
19,7%
22,9%
18,7%
63,0%
-8,0%
0,3%
8,3%
-8,0%
71,1%
70,9%
52,6%
4,1%
0,6%
7,9%
33,2%
12,1%
14,1%
13,3%
12,7%
33,0%
11,7%
11,8%
18,6%
17,3%
20,0%
20,0%
110,2
123,2
124,4
133,8
93,3
122,1
132,8
109,4
94,3
119,8
97,1
La conclusione più semplice che possiamo trarre è che il Veneto rimane competitivo in
settori produttivi "tradizionali" proprio perché investe molto e produce con un'alta
intensità di capitale. Anche questo dato può indurre a pensare che il problema consista
nell'esaurimento del modello di sviluppo. E' tuttavia difficile avere una risposta sicura a
questo dubbio prima di aver verificato altri dati più precisi.
12
L'analisi del VA regionale dell'ISTAT
Le tabelle A1-5 forniscono ulteriori elementi per valutare la situazione. Il VA/L nelle
PMI mostra un'espansione regolare e superiore a quelle della maggior parte delle altre
regioni italiane, anche se rimane leggermente inferiore a quello lombardo e trentino.
Cala invece in modo notevole il VA/L nei servizi alle imprese, anche se il livello
assoluto rimane elevato relativamente alle altre regioni. Questo andamento è
probabilmente imputabile alla maggiore offerta di questi servizi ed al conseguente calo
dei prezzi. Registra un moderato aumento il VA/L nel commercio e nell'industria, ma
mentre nel primo è elevato rispetto alle altre regioni, nel secondo è notevolmente
inferiore alle regioni di simile livello industriale. Questo fenomeno non sembra dovuto
ai risultati delle imprese artigiane che invece si distinguono per valori sia relativi che
assoluti elevati, seconde solo a Trentino e Emilia Romagna (fig.10). Infine, i dati sugli
investimenti diretti netti all'estero indicano che il Veneto sino al 1998 non stava
investendo molto come invece facevano le regioni del Nord-ovest. Tuttavia, la qualità
del dato è dubbia e, comunque, poco significativa in quanto la delocalizzazione
trevigiana avviene spesso attraverso investimenti in capitale molto limitati e con
finanziamenti delle consociate estere tramite crediti commerciali (che non sono visibili
in queste statistiche).
3. L'evoluzione della Marca rispetto alle altre regioni europee
Il tentativo di comprendere la rallentata crescita del Veneto e di Treviso può beneficiare
di una comparazione con le altre regioni europee che condividevano nel periodo della
sua crescita alcune caratteristiche: (a) maggiore tasso di crescita del reddito, (b)
maggiore incremento dell'occupazione e (c) maggiore occupazione nell'industria. La
tab.6 considera la prima serie di regioni e mette in evidenza come il Veneto ed in genere
le regioni italiane mostrino il maggiore rallentamento della crescita del reddito, in una
misura paragonabile a quella delle regioni tedesche. Nel periodo 1995-98, il totale del
monte salari aumenta in misura consistente, ed aumenta anche in modo notevole
l'occupazione. Questo risultato simile alle regioni tedesche tuttavia viene ottenuto con
un discreto aumento degli investimenti, mentre in Germania questi rallentano –
soprattutto a causa di quelli pubblici – o si bloccano. La Baviera continua ad investire
soprattutto nell'industria, ma con una crescita degli investimenti fissi lordi che è la metà
di quella veneta.
13
Tab.6 Regioni ad elevata crescita del reddito PPS
sulla base del periodo 1977-1996 (prime due colonne)
Regione
Bayern (D)
Baden-Würtenberg (D)
Hessen (D)
Anatoliki Makedonia, Thraki (GR)
Kentriki Makedonia (GR)
Thessalia (GR)
Ionia Nisia (GR)
Notio Aigaio (GR)
Kriti (GR)
Baleares (ES)
Canarias (ES)
Ireland
Trentino-Alto Adige
Veneto
Emilia Romagna
Lazio
Abruzzo
Molise
Niederosterreich (A)
Kärnten (A)
Norte (P)
Centro (P)
Algarve (P)
South East (GB)
Unione Europea
Crescita
PIL PPS
39,2%
26,1%
40,7%
50,4%
41,7%
43,2%
54,3%
90,1%
83,8%
45,0%
83,4%
103,8%
42,7%
37,7%
21,7%
38,8%
37,1%
39,0%
53,0%
50,0%
64,5%
43,7%
21,5%
PIL proc
PPS
25,4%
11,5%
29,7%
47,6%
20,9%
28,7%
37,8%
57,0%
57,0%
22,2%
59,2%
83,8%
35,2%
32,9%
22,1%
30,7%
29,4%
36,7%
45,3%
47,0%
51,0%
28,9%
13,3%
Crescita monte
salari
industria
2,6%
1,9%
0,6%
17,9%
23,3%
49,8%
29,5%
28,7%
28,5%
23,1%
26,9%
28,2%
4,8%
-1,2%
-
-4,5%
-2,0%
-10,1%
16,8%
26,5%
25,2%
0,9%
4,7%
3,1%
-3,6%
3,1%
3,8%
-
Crescita occupazione*
servizi
totale
7,1%
6,6%
7,7%
2,2%
2,7%
1,7%
9,7%
14,8%
26,1%
6,4%
4,7%
7,1%
5,2%
2,2%
4,9%
-
11,5%
17,5%
21,9%
4,2%
3,9%
2,9%
3,0%
1,1%
1,2%
-
Crescita investimenti fissi lordi
industria
servizi
totale
10,1%
9,7%
-8,5%
16,7%
20,0%
4,9%
17,6%
52,7%
48,9%
-
-1,9%
-2,1%
-0,1%
28,9%
26,8%
33,6%
25,8%
26,5%
15,6%
-
0,1%
0,7%
-1,7%
27,3%
24,7%
23,9%
23,7%
34,1%
21,8%
-
Occupazione
Crescita occupazione
Spesa R&D suCrescita
GDP
PIL
Reddito procap.
in Hi Tech.(°)in Hi Tech.(°)
PPS
PPS procapitesu media EU
16,6
21,1
16,7
1,2
3,2
2,2
1,8
1,8
1,8
3,6
1,9
11,3
5,8
11,8
12,2
9,8
7,8
9,1
9,1
9,9
4,1
4,9
2,1
14,9
11,1
3,5%
7,0%
9,2%
-11,6%
24,0%
16,7%
15,8%
28,9%
28,9%
93,8%
-2,5%
47,0%
16,8%
7,2%
6,4%
10,2%
-8,4%
9,2%
12,8%
36,5%
-17,7%
13,3%
6,3%
19,0%
5,7%
2,8
3,6
2,1
0,0
1,0
0,0
0,0
0,0
1,0
0,0
0,0
1,3
0,0
1,0
1,0
1,9
1,0
0,0
0,0
0,0
0,0
1,0
0,0
-
14,4%
15,3%
13,4%
14,1%
22,0%
15,2%
16,3%
21,4%
18,8%
23,2%
24,8%
36,8%
15,5%
13,0%
12,7%
11,9%
9,0%
15,4%
23,7%
17,2%
22,2%
22,6%
24,7%
32,4%
15,6%
1977-96
1977-96
1995-99
1995-99
1995-99
1995-99
1995-98
1995-98
1995-98
1999 1996-99
1995 1995-98
(*) per le regioni spagnole si sono presi i dati del lavoro dipendente in quanto i totali (fortemente negativi) nel 1998 manifestano incoerenze nel calcolo delle serie
(°) Total high technology: NACE Rev.1 24,29 to 35,64,72 and 73
13,3%
14,1%
12,7%
14,1%
20,1%
15,2%
13,6%
19,0%
17,3%
21,3%
21,6%
33,0%
13,5%
11,7%
11,8%
10,8%
8,3%
16,2%
22,4%
16,5%
20,6%
22,7%
23,6%
29,5%
14,7%
1995-98
122,9
122,5
131,5
55,4
67,6
57,4
55,7
76,9
66,8
99,5
77,1
108,1
136,1
118,9
129,5
113,3
83,5
78,6
91,4
91,6
66,0
65,0
76,1
112,7
100
1998
Tab. 7 Regioni ad elevata occupazione nell'industria
Regione
Dato originale Crescita monte
Crescita occupazione*Crescita investimenti fissi lordiOccupazione
Crescita occupazione
Spesa R&D
Crescita PIL
Reddito procap.
1993
salari
industria servizi
totale
industria servizi
totale
in Hi Tech.(°) in Hi Tech.(°) su GDP
PPS
PPS procapite su media EU
BELGIQUE-BELGIE
42,2%
5,4%
10,4
1,8%
1,6
14,3%
13,5%
111,3
VLAAMS GEWEST (B)
39,3%
6,1%
11,5
-2,0%
1,6
14,6%
13,8%
115,1
DEUTSCHLAND
36,1%
0,9%
-7,0%
6,5%
1,5%
-4,0%
-2,1%
-2,5%
13,7
0,6%
2,3
12,6%
12,1%
107,7
NORDRHEIN-WESTFALEN (D)
36,9%
1,0%
-7,1%
9,9%
3,9%
-0,7%
6,3%
4,7%
12,6
0,9%
1,7
11,3%
10,6%
118,3
RHEINLAND-PFALZ (D)
35,9%
1,3%
-3,4%
6,6%
2,6%
-1,6%
-3,9%
-3,3%
15,0
5,7%
1,9
11,8%
10,3%
97,5
SAARLAND (D)
38,4%
1,9%
-1,9%
5,8%
3,1%
60,4%
2,5%
14,8%
11,4
3,4%
1,0
8,8%
9,5%
99,4
DYTIKI MAKEDONIA (GR)
33,8%
1,8
5,1%
0,0
15,4%
15,0%
59,9
PAIS VASCO (E)
31,5%
22,6% 11,5%
9,0%
10,0%
11,7
18,7%
1,2
20,6%
21,9%
99,1
NAVARRA (E)
42,4%
21,9% 15,0%
8,0%
11,0%
14,2
22,9%
1,0
19,7%
18,9%
106,2
RIOJA (E)
39,4%
18,3%
4,0%
4,4%
4,7%
5,5
-4,4%
0,0
21,9%
22,6%
93,2
CATALUNA (E)
38,0%
23,2% 20,7%
8,1%
12,9%
11,5
25,0%
1,0
19,2%
19,4%
100,4
COMUNIDAD VALENCIANA (E)
33,7%
22,9% 16,5%
13,6%
14,7%
5,8
16,8%
1,0
19,4%
18,5%
77,2
ALSACE (F)
35,2%
7,7%
15,4
3,6%
1,1
11,1%
8,6%
103,5
FRANCHE-COMTE (F)
38,1%
4,9%
17,6
-5,2%
2,0
10,0%
9,3%
87,3
LOMBARDIA
39,1%
25,9%
-1,2%
7,3%
3,7%
14,8%
39,6%
29,1%
14,7
9,5%
1,2
13,2%
12,1%
134,7
VENETO
36,9%
28,7%
4,7%
4,7%
3,9%
20,0%
26,8%
24,7%
11,8
7,2%
1,0
13,0%
11,7%
118,9
NORTE (P)
43,0%
4,1
-17,7%
0,0
22,2%
20,6%
66,0
EAST MIDLANDS (GB)
34,5%
12,5
11,7%
1,8
25,5%
24,0%
95,3
WEST MIDLANDS (GB)
35,1%
15,4
10,4%
1,7
20,0%
19,5%
93,0
EU 15
(2001)
28,5%
11,1
5,7%
15,6%
14,7%
100
1995-99
1995-99 1995-99 1995-99 1995-98 1995-98 1995-98
1999
1996-99
1995
1995-98
1998
1998
(*) per le regioni spagnole si sono presi i dati del lavoro dipendente in quanto i totali (fortemente negativi) nel 1998 manifestano incoerenze nel calcolo delle serie
(°) Total high technology: NACE Rev.1 24,29 to 35,64,72 and 73
Tab.8 Regioni con tasso di crescita dell'occupazione maggiore o eguale al Veneto
in base al periodo 1977-1996 (prima colonna)
Regione
Dato originale Crescita monte
Crescita occupazione*
Crescita investimenti fissi lordi
Occupazione in
Crescita occupazione
Spesa R&D su GDP
Crescita PIL
Reddito procap.
1977-96
salari industria servizi
totale
industria servizi
totale
Hi Tech.(°)/tot in Hi Tech.(°)
PPS
PPS procap. su media EU
Berlin (D)
82,9%
-3,7%
-18,8%
-0,9%
-5,1%
-20,4%
6,1%
1,8%
10,8
-3,8%
3,4
3,0%
4,7%
102,2
Schleswig-Holstein (D)
18,0%
-0,2%
-9,0%
4,7%
0,7%
-8,7%
3,6%
1,7%
9,8
-19,9%
1,1
12,2%
10,4%
101,8
Kentriki Makedonia (GR)
18,7%
3,2
24,0%
1,0
22,0%
20,1%
67,6
Attiki (GR)
27,9%
6,4
12,5%
1,0
11,0%
11,6%
73,8
Notio Aigaio (GR)
37,3%
1,8
15,8%
1,0
21,4%
19,0%
76,9
Kriti (GR)
25,1%
1,8
28,9%
1,0
18,8%
17,3%
66,8
Comunidad de Madrid (E) 27,7%
20,0%
5,9%
12,5%
10,9%
11,8
21,4%
1,8
22,8%
22,3%
110,2
Baleares (E)
25,6%
17,9%
16,8%
9,7%
11,5%
3,6
93,8%
0,0
23,2%
21,3%
99,5
Canarias (E)
24,2%
23,3%
26,5%
14,8%
17,5%
1,9
-2,5%
0,0
24,8%
21,6%
77,1
Rhône-Alpes (F)
20,6%
6,5%
13,0
9,2%
2,2
12,5%
10,4%
100,8
Languedoc-Roussillon (F) 29,3%
11,3%
5,5
-11,6%
1,5
11,8%
8,3%
75,7
Ireland
22,7%
49,8%
25,2%
26,1%
21,9%
55,6%
62,8%
55,9%
11,3
47,0%
1,3
36,8%
33,0%
108,1
Trentino-Alto Adige
21,5%
29,5%
0,9%
6,4%
4,2%
16,7%
28,9%
27,3%
5,8
16,8%
0,0
15,5%
13,5%
136,1
Veneto
19,8%
28,7%
4,7%
4,7%
3,9%
20,0%
26,8%
24,7%
11,8
7,2%
1,0
13,0%
11,7%
118,9
Luxembourg
33,2%
22,8%
5,2%
18,1%
13,2%
5,4
43,7%
21,4%
16,7%
175,8
Noord-Nederland minus GRONINGEN
63,4%
8,3%
50,0%
18,6%
6,7
12,0%
2,1
16,3%
15,0%
104,9
Oost-Nederland (NL)
60,1%
10,4%
4,8%
13,2%
7,8
4,4%
2,1
20,1%
17,3%
96,4
West-Nederland (NL)
44,9%
12,0%
46,3%
14,6%
7,7
24,4%
2,1
21,6%
20,0%
125,3
Zuid-Nederland (NL)
58,4%
11,0%
-19,6%
7,4%
10,5
11,5%
2,1
20,0%
18,3%
107,1
Centro (P)
35,3%
4,9
13,3%
1,0
22,6%
22,7%
65,0
Lisboa e Vale do Tejo (P) 47,8%
6,8
-10,0%
1,0
22,2%
21,7%
94,9
Algarve (P)
33,9%
2,1
6,3%
0,0
24,7%
23,6%
76,1
South West (GB)
23,1%
12,4
27,1%
2,0
22,5%
20,5%
93,9
EU
8,1%
11,1
5,7%
15,6%
14,7%
100
1995-99 1995-99 1995-99 1995-99 1995-98 1995-98 1995-98
1999
1996-99
1995
1995-98
1998
1998
(*) per le regioni spagnole si sono presi i dati del lavoro dipendente in quanto i totali (fortemente negativi) nel 1998 manifestano incoerenze nel calcolo delle serie
(°) Total high technology: NACE Rev.1 24,29 to 35,64,72 and 73
14
Come già accennato, spesso si attribuisce alla specializzazione settoriale dell'economia
la responsabilità di frenare lo sviluppo. Tuttavia, nella tab.6 notiamo che i settori a più
elevata tecnologia6 crescono più velocemente nelle regioni meno ricche ed in cui questi
settori sono meno sviluppati (con l'eccezione del Sud-est inglese). Di conseguenza, non
si verifica uno sviluppo delle regioni che hanno una specializzazione più sofisticata dal
punto di vista tecnologico, ma al contrario, un fenomeno di crescita tecnologica nelle
composizioni settoriali delle economie regionali meno sviluppate. La spesa in ricerca e
sviluppo non sembra spiegare i differenti tassi di crescita. La comparazione tuttavia
risulta poco significativa proprio per il fatto che sono le regioni più povere a registrare i
migliori tassi di crescita per l'effetto di catching-up rispetto alle regioni centrali.
Guardando alle regioni con maggiore occupazione nell'industria (tab.7), si nota che le
cose cambiano. Queste regioni ad alta vocazione industriale sono spesso delle regioni
con livello di reddito pro-capite prossimo alla media europea. Tra queste, solo il Veneto
e le regioni spagnole aumentano l'occupazione, segno di una vitalità dell'industria. In
questo caso la crescita dell'occupazione nei settori a più elevata tecnologia avviene
anche in presenza di maggiore specializzazione in tali settori. Tale crescita è spesso
seguita dall'aumento di reddito. Si tratta quindi di regioni industriali in ristrutturazione
che in alcuni casi manifestano segni di vitalità, in altri di stagnazione (regioni tedesche e
francesi).
Se, infine, osserviamo cosa succede nelle regioni che nel periodo 1977-96 avevano,
come il Veneto, registrato notevoli incrementi occupazionali (tab.8), notiamo che queste
regioni continuano a registrare tassi di crescita elevati. Con l'eccezione delle regioni
francesi e tedesche, la crescita è spesso superiore al 20% nel periodo 1995-98. In questo
caso non esiste una relazione tra specializzazione in settori a tecnologie avanzate e
crescita. La ragione della crescita appare quindi dovuta ad altri fattori.
In generale, l'elemento nazionale sembra fondamentale per determinare il rallentamento
della crescita ma non il successo delle regioni. Infatti, le regioni a crescita lenta,
appartenenti a Francia, Germania e Italia, mostrano tassi simili, mentre le regioni a
crescita forte non sempre sono seguite dalle altre regioni del medesimo paese.
Per specificare meglio alcune tendenze, possiamo guardare le fig.A5-11. Abbiamo
cercato di verificare le tendenze generali delle regioni europee nel periodo 1995-1998.
In primo luogo abbiamo verificato se vi fosse una relazione tra livello di reddito e
crescita del reddito, cioè se le disparità aumentano o diminuiscono. Il risultato è che in
questo periodo si verifica una tendenza netta alla riduzione del gap tra regioni ricche e
regioni meno ricche. Si può notare come i paesi con livello di reddito inferiore alla
media europea registrino tutti dei tassi di crescita superiori alla media, mentre la
maggior parte dei paesi più ricchi mette in evidenza una crescita inferiore alla media. La
6
Abbiamo considerato i NACE Rev.1: 24, 29-35, 64, 72 e 73.
15
stessa tendenza si verifica per le regioni, con l'eccezione di aree virtuose come alcune
aree inglesi, olandesi, l'Irlanda e il Lussemburgo. Lo stesso fenomeno, con entità meno
marcate, si verifica in Italia dove sono la Basilicata, la Sardegna ed il Molise a
raggiungere i migliori incrementi di reddito pro-capite. Fa eccezione l'Abruzzo che non
riesce a seguire il risultato del Molise.
Per quanto riguarda la relazione tra crescita del reddito e specializzazione in settori a più
elevata tecnologia, la fig.A8 mette in evidenza come esista una debole relazione
positiva. C'è invece una netta relazione negativa tra livello e aumento di
specializzazione in questi settori (fig.A9). Questo significa che in Europa si è verificato
un processo di omogeneizzazione del reddito in cui i paesi che hanno sperimentato
questo effetto "raggiungimento" hanno aumentato le loro produzioni in settori con
tecnologie più avanzate. Ovviamente, con notevoli eccezioni rappresentate sia da
regioni che crescono senza aumentare il loro livello hi-tech sia da regioni già sviluppate
che aumentano la loro specializzazione in tali settori. La stessa tendenza si verifica in
Italia, con caratteristiche ancor più marcate rispetto alla dimensione europea. Il Veneto
mantiene posizioni prossime alle medie, ma si noti comunque che la crescita di questi
settori è maggiore in Italia rispetto all'UE. Di conseguenza, in genere si verifica che è il
processo di crescita a trascinare un primo sviluppo di settori hi-tech sino ad un livello
fisiologico compreso tra l' 8% e il 10% dell'occupazione. Ulteriori investimenti in questi
settori dipendono dalle specializzazioni produttive più specifiche. In questo senso il
Veneto effettivamente non evolve in modo netto in tale direzione per quanto riguarda i
prodotti finali.
4. La specializzazione di Treviso e del Veneto in Europa
Per approfondire l'ipotesi del freno strutturale sulle opportunità di sviluppo della
provincia di Treviso è necessario analizzare l'evoluzione della specializzazione
produttiva trevigiana. Non disponendo di dati direttamente confrontabili tra Treviso e le
altre regioni europee, svolgeremo queste analisi attraverso un molteplice confronto tra
dati europei e veneti e tra questi ultimi e quelli della Marca che saranno anche letti
relativamente alla struttura economica italiana.
Abbiamo selezionato alcune delle regioni europee tra quelle che nel precedente
paragrafo erano state individuate in base a qualche loro similarità con il Veneto nel
periodo 1977-1996. Abbiamo quindi calcolato gli indici di specializzazione produttiva
di queste aree. In primo luogo, abbiamo calcolato gli indici di localizzazione relativi alle
nazioni di appartenenza della regione scelta. Questo per individuare similitudini e
diversità nei differenti ruoli che le regioni hanno nel loro contesto nazionale. In secondo
luogo, abbiamo calcolato gli indici rispetto ad un aggregato europeo ottenuto
16
sommando i dati dei singoli paesi dell'Unione Europea. In questo caso abbiamo
mantenuto anche i quozienti dei paesi di appartenenza delle regioni considerate. In
entrambi i casi i quozienti sono quelli basati sul numero di lavoratori per settore. Questi
indici vanno considerati con cautela a causa dei differenziali di produttività esistenti tra
regioni e paesi diversi.7 Tuttavia, in un secondo momento verificheremo il livello di
VA/L in PPS.
Gli indici utilizzati
Il quoziente di localizzazione si ottiene dal rapporto tra la quota di addetti relativa ad
un dato settore calcolata a livello della singola partizione territoriale e la medesima
quota riferita all’intero territorio preso in considerazione. Il valore 1 rappresenta il
riferimento di equivalenza strutturale. L'abbiamo utilizzato anche per le esportazioni, ne
qual caso si definisce come indice di Balassa.
Qps =
Xps / Xp
X.s / X...
Il coefficiente di specializzazione sintetizza le informazioni ricavate dai quozienti di
localizzazione. Varia tra 0 ed 1.
Cp =
Xps X.s
1
!
"
2 s Xp X...
Indice di entropia. Per una generica partizione p e per s settori di attività si ha :
m
[
E1 = !1/ m" (Yps / Ys ) * ln(Yps /Ys )
s =1
]
Quando il valore è 1, si ha una equidistribuzione fra gli s settori di attività, mentre il
valore minimo (0) corrisponde ad una massima specializzazione.
In genere il valore dei quozienti di localizzazione si indebolisce con la dimensione relativa delle aree
confrontate.
7
17
4.1. L'Economia veneta in europa
Nella tab.9 abbiamo evidenziato in grigio tutti i dati che superano del 10% il quoziente
1 indicante una equidistribuzione regione-paese dei lavoratori del settore. Notiamo che i
settori del tessile e dell'abbigliamento non sono una prerogativa veneta. Anche le
regioni più ricche e tecnologicamente avanzate come la Baviera, il Baden-Würtenberg e
l'Alsazia indicano una specializzazione relativa in questi settori rispetto ai paesi di
appartenenza. Tuttavia è vero che queste regioni mostrano una perdita di
specializzazione in questi settori, mentre le regioni greche e portoghesi rimangono
stabilmente attive in questo campo. La regione delle East Midlands inglese rimane
fondamentalmente specializzata in questo settore e, come abbimo notato in precedenza,
essa ha sperimentato tassi di crescita notevoli negli ultimi anni (doppi rispetto al
Veneto). Così come Treviso, anche le regioni della Franche-Comté e la Carinzia
registrano una certa specializzazione nella lavorazione del legno anche se in tali casi la
prossimità alle fonti di questa risorsa è il fattore di vantaggio principale. In generale, si
nota una specializzazione debole del Veneto nei settori legati a tecnologie più avanzate
al contrario della maggior parte delle altre regioni che sono nettamente specializzate in
alcuni settori: macchinari nel Baden-Würtenberg, macchinari elettronici in Baviera,
chimica in Hessen, industria pesante nei Paesi Baschi, chimica nel South-east inglese e
la metallurgia e meccanica nelle West-Midlands. Uno dei fattori che spiegano tale
diversificazione è la minore dimensione delle imprese Venete e la loro tendenza al
clustering in piccoli sistemi locali. La scomposizione dei processi produttivi in una
pluralità di imprese risulta anche, dal punto di vista delle rilevazioni statistiche, in una
diversificazione produttiva in più settori (complementari alla produzione finale).
Rimane tuttavia il fatto che esiste una certa similarità del Veneto con regioni come il
Norte portoghese e le East Midlands che tuttavia manifestano tassi di crescita del
reddito più elevati.
Nella tab.10 sono evidenziate le specializzazioni relativamente all'Unione Europea e si
nota come questo cambio di base di riferimento faccia risaltare le specializzazioni
regionali prima smorzate dalla presenza del fattore della specializzazione nazionale. Per
quanto riguarda il settore tessile abbigliamento, legno e mobile, notiamo come vi sia
una similarità di specializzazione con gli altri paesi mediterranei e con le Midlands
dell'est. Per il legno esiste una simile specializzazione in Austria e nei paesi nordici. Va
notato che l'Irlanda, la regione europea che ha registrato il più intenso sviluppo negli
ultimi 15 anni, ha perso la specializzazione in questi settori. Risulta invece meno intensa
ma in tendenziale rafforzamento la specializzazione veneta nei settori della meccanica,
dei macchinari e nei macchinari elettronici ed ottici.
18
Tab.9 (orizzontale) qui
19
Belgio
Danimarca
Germania
Baden-Württemberg
Bayern
Hessen
Grecia
Kentriki Makedonia
Spagna
Pais Vasco
Francia
Alsace
Franche-Comté
Irlanda
Italia
Veneto
Emilia-Romagna
Paesi Bassi
Austria
Niederösterreich
Kärnten
Portogallo
Norte
Finlandia
Svezia
Gran Bretagna
East Midlands
South East
West Midlands
1995
0,95
0,74
1,09
1,27
1,48
1,09
0,56
0,13
0,50
0,48
1,21
1,07
1,42
1,97
1,52
0,80
0,81
0,92
0,96
0,69
1,12
0,51
0,31
0,99
0,98
1,01
0,58
1,49
0,80
0,64
0,67
0,00
1,30
1,60
2,85
0,94
0,79
0,84
1,15
1,19
0,91
1,63
0,51
0,33
1,34
1,34
1,28
0,81
1,77
1,03
1995
0,29
0,43
0,75
0,92
1,51
0,34
0,00
0,00
0,47
0,00
1,33
0,89
0,57
8,03
2,53
0,24
0,25
0,89
0,00
0,00
0,06
0,05
0,03
0,89
0,63
1,59
0,48
2,70
1,05
1997
0,23
0,63
1,10
1,43
1,83
0,49
0,53
0,00
0,00
1,27
0,74
11,41
0,60
0,20
0,14
1,27
0,12
0,03
0,08
0,02
0,01
0,91
0,79
2,22
0,69
3,70
1,58
1995
0,96
0,62
1,34
1,31
1,86
0,96
0,58
0,12
0,64
0,75
1,05
1,19
1,31
1,24
0,83
1,22
1,29
0,46
0,91
1,09
0,56
0,55
0,30
0,75
0,58
0,85
0,70
1,00
0,99
1997
0,86
0,73
1,42
1,37
1,99
1,05
0,72
0,89
1,12
1,16
1,18
1,36
0,85
0,74
0,82
0,52
0,93
0,00
0,55
0,66
0,40
0,80
0,67
0,92
0,85
1,04
1,05
1995
1,14
0,74
0,74
0,97
1,20
0,64
0,51
0,00
0,43
0,23
1,32
1,11
0,63
1,25
3,55
0,75
1,11
1,77
1,57
0,00
2,91
0,57
0,37
1,76
1,63
1,12
0,47
1,46
0,51
0,89
1,46
1,39
1,02
1,07
0,98
0,80
0,70
0,72
0,77
0,82
1,77
0,79
0,44
0,38
0,73
0,64
1,22
1,28
0,99
1,55
1995
1,20
0,93
0,92
0,50
1,33
0,59
2,07
1,05
1,61
0,81
1,01
0,72
0,38
1,13
1,36
0,96
2,45
0,85
1,27
1,63
2,46
1,41
0,00
0,70
0,55
0,84
0,92
0,43
1,88
1997
1,10
0,91
0,78
1,00
1,19
0,66
0,45
0,27
1,47
1,13
0,44
2,25
0,73
0,33
0,41
1,69
1,57
0,00
3,62
0,62
0,38
2,17
2,01
1,12
0,55
1,35
0,51
1995
0,33
1,05
1,14
1,65
1,10
2,07
0,22
0,00
0,35
0,00
1,36
0,89
2,73
2,11
0,89
1,70
1,36
0,90
0,00
0,00
0,64
0,21
0,16
0,66
1,16
1,02
0,52
2,02
0,67
1,53
0,73
1,03
0,71
0,41
1,07
1,07
1,14
1,95
0,83
1,24
1,60
2,43
1,59
0,00
0,69
0,53
0,77
0,84
0,43
1,60
1995
1,13
0,88
0,99
0,77
0,57
0,80
0,92
0,57
1,08
2,63
1,17
0,71
1,12
0,53
1,32
0,89
0,75
1,04
1,17
1,42
0,86
0,66
0,52
0,79
1,05
0,84
0,71
0,50
1,74
1997
0,34
1,10
1,16
1,65
1,14
2,11
0,36
0,00
1,61
0,95
2,71
2,39
0,82
0,99
0,97
0,96
0,80
0,79
0,85
0,24
0,23
0,74
1,13
1,10
0,57
1,96
0,81
1995
1,24
0,43
1,18
1,33
1,26
1,26
2,24
0,32
0,81
0,71
1,24
1,42
2,71
0,48
0,27
0,25
1,13
0,55
0,43
0,28
0,05
0,46
0,21
0,53
1,12
0,97
0,81
0,98
1,70
1997
1,13
0,86
0,92
0,73
0,54
0,75
1,02
2,37
1,29
0,74
1,22
0,49
1,09
1,07
1,12
1,03
1,07
1,37
0,91
0,70
0,53
0,85
1,18
0,87
0,75
0,60
1,70
1995
2,43
0,39
1,08
0,44
0,50
0,66
1,67
0,89
0,84
2,92
1,18
0,55
0,73
0,30
1,45
0,77
0,37
0,76
1,24
1,51
0,52
0,41
0,30
1,01
1,18
0,87
0,68
0,30
1,84
1997
1,11
0,48
1,41
1,65
1,54
1,53
0,94
0,90
1,27
1,40
2,65
0,49
0,63
0,08
0,39
0,61
0,51
0,00
0,10
0,36
0,18
0,56
1,24
1,01
0,84
0,82
1,76
1995
1,47
0,21
1,31
1,80
1,43
1,50
0,00
0,00
0,83
0,48
1,23
1,67
3,48
0,32
2,12
0,26
1,03
0,36
0,49
0,20
0,00
0,37
0,24
0,21
1,22
0,81
0,49
0,88
2,06
1997
1,99
0,49
1,19
0,50
0,56
0,72
0,84
2,88
1,18
0,53
0,70
0,31
0,81
0,60
0,35
0,87
1,39
1,88
0,00
0,36
0,29
1,12
1,22
0,90
0,83
0,34
1,70
1995
0,73
1,10
0,95
0,91
0,59
0,87
0,60
0,42
1,18
2,50
1,17
0,78
1,29
0,63
0,98
0,74
0,73
1,16
1,14
1,38
1,01
0,77
0,61
0,70
1,00
0,84
0,73
0,58
1,16
1997
1,27
0,25
1,62
2,23
1,80
1,82
0,97
0,67
1,22
1,68
3,38
0,31
0,56
0,11
0,39
0,46
0,60
0,19
0,15
0,29
0,19
0,25
1,32
0,85
0,51
0,73
2,20
1995
0,51
0,94
0,83
0,19
0,81
0,63
3,09
0,00
0,74
1,25
1,24
0,77
0,81
0,86
0,86
0,63
0,37
1,01
0,27
0,47
0,00
0,60
0,11
1,29
0,86
1,34
1,57
1,21
0,78
Produzione di carta
Carta ed editoria
1997
0,53
1,20
0,61
0,58
0,63
0,46
1,35
0,70
0,99
0,66
1,19
0,84
1,15
1,26
0,95
0,75
2,12
2,79
4,13
1,90
1,71
2,17
1,70
0,70
0,65
0,55
0,56
1995
0,85
1,49
0,73
0,71
0,73
0,72
1,30
0,34
0,89
0,63
0,99
0,89
0,00
1,28
0,91
0,53
0,52
1,60
0,83
0,95
0,74
0,64
0,37
2,06
1,63
1,13
0,74
1,98
0,54
1997
0,87
1,66
0,78
0,73
0,77
0,76
0,95
0,68
1,22
0,90
0,00
1,35
0,63
0,50
0,50
1,69
0,86
0,99
0,93
0,70
0,39
2,00
1,61
1,31
0,92
2,30
0,64
1997
0,82
0,98
0,83
0,81
0,54
0,76
1,08
2,20
1,33
0,81
1,40
0,55
1,18
1,23
1,38
1,08
0,97
1,19
0,00
0,82
0,61
0,76
1,17
0,87
0,72
0,68
1,10
1995
0,61
1,49
1,49
2,00
1,49
1,26
0,58
0,32
0,65
1,32
0,00
1,13
0,55
0,75
1,35
1,07
1,81
0,98
1,13
1,44
1,70
0,40
0,30
1,28
1,29
0,93
0,86
0,90
0,56
1997
0,57
1,05
0,89
0,20
0,89
0,82
0,88
1,48
1,42
0,69
0,82
0,93
0,81
0,64
0,40
0,99
0,29
0,00
0,00
0,57
0,13
1,33
1,03
1,39
1,69
1,06
0,65
1995
0,75
1,61
0,87
0,91
1,00
0,65
0,71
0,61
1,46
1,02
0,89
0,78
1,32
1,24
1,23
4,19
1,35
1,00
1,92
0,00
2,41
1,27
1,35
0,83
0,73
0,88
0,87
0,94
0,93
1995
1,06
0,71
0,77
0,83
0,67
0,60
1,73
0,55
0,74
0,82
1,11
1,39
0,25
0,80
1,01
0,75
0,55
0,91
0,96
1,11
0,73
0,60
0,42
3,32
2,11
1,07
0,80
1,09
0,54
1997
0,99
0,86
0,91
0,96
0,73
0,72
0,88
0,97
1,20
1,39
0,34
0,90
0,66
0,61
0,45
1,06
1,10
1,38
0,96
0,57
0,38
3,60
2,27
1,06
0,83
1,09
0,47
Altri
macchinari
1,35
0,70
0,99
0,66
1,19
0,84
1,15
1,26
0,95
0,75
2,12
2,79
4,13
1,90
1,71
2,17
1,70
0,70
0,65
0,55
0,56
1995
0,51
1,52
0,86
0,86
0,94
0,70
1,17
1,18
1,94
1,01
0,00
0,80
0,93
1,13
1,21
1,29
0,65
1,00
2,87
3,85
5,01
1,99
1,87
3,08
2,25
0,60
0,56
0,47
0,42
Macchinari e
attrezzature
1997
0,53
1,20
0,61
0,58
0,63
0,46
Prodotti in
metallo
Metalli e
prodotti in
metallo
1997
1,22
0,96
0,88
0,45
1,20
0,56
Prodotti in legno
Lavorazione del legno
e prodotti in legno
1,57
0,10
0,86
0,00
0,00
0,28
2,29
3,41
1,16
0,19
0,59
0,00
0,00
5,12
8,55
0,36
0,11
0,42
1,36
0,22
0,20
1995
0,51
1,52
0,86
0,86
0,94
0,70
1,17
1,18
1,94
1,01
0,00
0,80
0,93
1,13
1,21
1,29
0,65
1,00
2,87
3,85
5,01
1,99
1,87
3,08
2,25
0,60
0,56
0,47
0,42
1997
0,64
1,41
1,37
1,83
1,40
1,17
0,60
1,26
0,90
1,00
0,51
0,65
1,03
1,10
1,84
0,91
1,05
1,35
1,66
0,41
0,33
1,20
1,16
0,83
0,83
0,78
0,57
1995
0,61
1,49
1,49
2,00
1,49
1,26
0,58
0,32
0,65
1,32
0,00
1,13
0,55
0,75
1,35
1,07
1,81
0,98
1,13
1,44
1,70
0,40
0,30
1,28
1,29
0,93
0,86
0,90
1,16
1997
0,64
1,41
1,37
1,83
1,40
1,17
0,60
1,26
0,90
1,00
0,51
0,65
1,03
1,10
1,84
0,91
1,05
1,35
1,66
0,41
0,33
1,20
1,16
0,83
0,83
0,78
1,08
Mobili
1997
0,96
0,96
1,08
0,93
1,09
1,46
1997
0,27
0,19
0,23
0,00
0,28
0,36
Metallurgia
1,57
0,10
0,86
0,39
0,30
0,28
2,29
3,41
1,16
0,19
0,59
0,00
0,00
5,12
8,55
0,36
0,11
0,42
1,36
0,22
0,29
1995
0,25
0,36
0,45
0,00
0,52
0,70
2,48
0,00
2,53
0,16
1,48
0,00
0,00
0,62
3,18
3,97
1,41
0,36
1,06
0,41
7,73
3,82
6,31
0,75
0,19
1,13
3,45
0,33
0,35
Altre prod.
Manifatturiere
0,90
0,52
1,30
1,02
0,38
1,61
0,65
0,39
0,48
1,29
0,64
0,79
0,58
0,37
0,19
0,68
0,80
0,97
0,77
1,14
0,45
1995
0,92
0,81
1,01
0,94
0,98
1,31
1,02
0,79
0,84
1,34
1,28
1,04
0,90
0,98
0,64
0,39
0,38
0,75
0,77
1,84
0,60
0,38
0,32
0,63
0,61
1,10
1,04
0,95
1,45
1997
0,27
0,19
0,23
0,00
0,28
0,36
Altri prodotti
non metalliferi
Gomma e
plastica
1997
1,79
0,94
1,24
0,73
0,80
2,25
Lavorazione della pelle
Pelle e prodotti di
pelle
Vestiario
1,38
0,13
0,95
0,34
0,26
1,12
1,67
2,53
1,63
0,39
0,55
0,56
0,25
4,60
6,48
0,46
0,21
0,94
1,68
0,69
0,66
1995
0,25
0,36
0,45
0,00
0,52
0,70
2,48
0,00
2,53
0,16
1,48
0,78
0,49
0,62
3,18
3,97
1,41
0,36
1,06
0,41
7,73
3,82
6,31
0,75
0,19
1,13
3,45
0,33
0,54
Altri mezzi di
trasporto
0,90
0,52
1,30
1,02
0,38
1,61
0,65
0,39
0,48
1,29
0,64
0,79
0,58
0,37
0,19
0,68
0,80
0,97
0,77
1,14
0,45
1995
1,80
0,75
1,05
0,60
0,67
2,03
1,59
0,53
0,81
0,47
1,26
0,85
0,37
1,31
0,67
0,47
0,59
1,20
0,56
0,69
0,47
0,40
0,19
0,62
0,63
0,95
0,75
1,22
0,36
1997
0,60
0,33
0,32
0,39
0,53
0,19
Veicoli a motore
e rimorchi
1997
1,79
0,94
1,24
0,73
0,80
2,25
Macchine per
ufficio
1997
0,76
1,02
1,38
1,59
1,83
1,40
1,03
0,15
1,01
1,27
0,16
0,98
1,52
1,35
0,91
0,54
0,83
1,09
0,34
3,23
4,81
0,39
0,31
1,04
2,58
0,30
0,46
1995
0,51
0,58
0,52
0,63
0,85
0,32
5,63
8,08
1,85
0,31
1,23
0,58
0,41
2,04
1,72
3,54
1,89
0,51
0,88
0,99
0,42
3,59
5,03
0,72
0,13
1,38
2,56
0,63
0,93
Mezzi di
trasporto
0,98
0,55
1,23
0,68
0,35
1,55
0,61
0,46
0,53
1,97
0,75
0,81
0,92
0,77
0,40
1,27
1,31
1,43
0,96
2,86
0,71
1995
1,80
0,75
1,05
0,60
0,67
2,03
1,59
0,53
0,81
0,47
1,26
0,85
0,37
1,31
0,67
0,47
0,59
1,20
0,56
0,69
0,47
0,40
0,19
0,62
0,63
0,95
0,75
1,22
0,36
1997
2,11
0,52
0,48
0,50
0,50
0,30
Strumenti di
precisione
1,20
0,14
0,98
0,82
0,21
1,05
1,60
1,93
1,27
0,46
0,70
0,83
0,30
3,89
5,61
0,42
0,26
0,99
2,14
0,49
0,56
1995
1,55
0,71
0,66
0,67
0,74
0,41
0,00
5,58
1,34
0,19
1,32
2,02
0,23
1,56
1,52
1,83
0,75
0,78
1,15
1,51
0,39
2,61
3,82
0,51
0,42
1,43
3,87
0,20
0,54
Radio, televisioni
e strumenti di
comunicazione
1997
0,81
2,02
0,72
0,63
0,78
0,78
Apparecchiature
elettriche e
ottiche
1995
Belgio
0,81
Danimarca
1,91
Germania (incl ex-GDR dal 1991)
0,71
Baden-Württemberg
0,65
Bayern
0,77
Hessen
0,78
Grecia
1,08
Kentriki Makedonia
0,22
Spagna
0,97
Pais Vasco
0,53
Francia
0,93
Alsace
0,62
Franche-Comté
0,26
Irlanda
1,54
Italia
0,60
Veneto
0,28
Emilia-Romagna
0,35
Paesi Bassi
1,97
Austria
0,76
Niederösterreich
0,87
Kärnten
0,75
Portogallo
0,70
Norte
0,38
Finlandia
1,39
Svezia
1,38
Gran Bretagna
1,16
East Midlands
0,71
South East
2,46
West Midlands
0,54
1997
1,38
0,43
0,40
0,44
0,52
0,25
Produzioni
chimiche
1,74
0,67
0,00
1,64
0,88
0,00
0,93
0,66
1,30
1,86
1,35
0,00
0,00
0,93
0,54
1,09
0,95
1,21
1,30
0,81
0,72
1995
1,04
0,66
0,61
0,67
0,81
0,38
3,43
6,91
1,62
0,25
1,30
1,37
0,32
1,83
1,88
1,83
0,87
0,67
1,04
1,29
0,41
3,09
4,41
0,62
0,29
1,44
3,32
0,42
0,74
Tessuti
Tessile e prodotti
tessili
1997
1,07
2,01
0,86
0,49
0,80
0,69
Costruzione di
macchinari
elettrici e ottci
1995
1,31
1,57
0,67
0,38
0,62
0,53
2,72
2,48
1,46
0,62
1,05
0,92
0,44
0,00
1,10
0,60
1,34
1,46
1,10
0,00
0,00
1,23
0,73
0,93
0,74
1,15
1,19
0,82
0,74
Editoria
Belgio
Danimarca
Germania (incl ex-GDR)
Baden-Württemberg
Bayern
Hessen
Grecia
Kentriki Makedonia
Spagna
Pais Vasco
Francia
Alsace
Franche-Comté
Irlanda
Italia
Veneto
Emilia-Romagna
Paesi Bassi
Austria
Niederösterreich
Kärnten
Portogallo
Norte
Finlandia
Svezia
Gran Bretagna
East Midlands
South East
West Midlands
Chimica e
prodotti
chimici
Corsivo:
Belgio e
Portogallo 1996-98;
Italia 1994-97
Alimentari e tabacco
Tab.10 Indici di specializzazione delle principali aree europee rispetto al totale EU
1997
0,79
0,00
0,86
0,89
0,99
0,63
1,53
1,04
0,00
1,18
1,57
1,30
1,40
2,32
0,87
1,10
1,95
2,37
2,72
1,48
1,71
0,86
0,00
1,19
1,28
1,29
1,14
1995
0,70
1,66
0,88
0,93
1,03
0,66
0,00
0,64
1,50
1,02
0,93
0,81
1,37
0,00
1,02
1,39
0,44
1,02
1,96
2,43
0,00
1,27
1,37
0,84
0,74
0,89
0,88
0,96
0,94
1997
0,74
1,55
0,74
0,77
0,86
0,54
1,33
0,88
1,09
0,92
1,31
0,00
1,19
2,02
0,74
0,92
1,69
2,03
2,39
1,56
1,82
0,74
0,00
1,00
1,10
1,10
0,95
20
E' interessante comparare specializzazioni produttive e produttività del lavoro (VA/L in
PPP pro-capite, tab.11), anche se in questo caso disponiamo solo dei dati nazionali.
Abbiamo riportato i dati assoluti del valore aggiunto per lavoratore, in termini di
standard internazionali (PPP) che li rendono confrontabili, ed i dati dell'incremento di
questo valore nel periodo (riportato sull'intestazione della colonna, in genere 1990-98).
Abbiamo inserito anche i dati degli Stati Uniti che, pur mortificando quelli europei,
fungono da utile base di comparazione.
La prima cosa che emerge da questi dati è che in Italia, al contrario di altri paesi ed in
particolare quelli anglosassoni, esista una certa uniformità nel dato della produttività.
Essa non raggiunge mai valori molto elevati, probabilmente a causa della limitata
dimensione media delle imprese. Si può tuttavia notare come i valori dell'Italia siano
nettamente superiori a quelli degli altri paesi nei settori in cui esiste una
specializzazione produttiva di Treviso, ed anche in molti altri. In particolare i valori
sono sempre maggiori di quelli dei paesi con simile specializzazione. Nel settore della
maglieria registriamo - uno dei pochi casi - dei valori superiori a quelli degli Stati Uniti.
Solo la produzione di calzature sembra registrare valori infeiori a quelli di altri paesi.
Nel settore del mobile il prodotto per addetto è molto basso, ma superiore a quella degli
altri paesi. Il problema fondamentale è che l'incremento di produttività registrato nella
maggior parte di questi settori è molto limitato e in genere inferiore a quello degli altri
paesi qui considerati. Un altro dato preoccupante è che vi sono dei cali di produttività
nei settori riguardanti la costruzione di macchinari, l'elettronica e le tecnologie più
sofisticate. Vi sono invece incrementi consistenti nei settori che implicano le
lavorazioni meccaniche.
I quozienti di localizzazione calcolati sui dati annuali del valore aggiunto settoriale del
Veneto tra il 1995 ed il 2000 (tab.12) – relativamente all'Italia – indicano chiaramente
alcuni settori in aumento di importanza: pesca e servizi connessi; industria conciaria e
della lavorazione del cuoio; fabbricazione di prodotti di metallo. Perdono importanza
relativa pur mantenendo la specializzazione regionale i seguenti settori: tessile ed
abbigliamento; fabbricazione di carta e prodotti in carta; lavorazione di minerali non
metalliferi; alberghi e ristoranti. In generale, il Veneto si distingue per una maggiore
quota relativa di valore aggiunto in quasi tutte le industrie manifatturiere. Di
conseguenza, rispetto ai dati della tab.11, il Veneto gode di ulteriori vantaggi in termini
di Valore aggiunto rispetto al dato italiano. Quindi non sembra sussistere un problema
di specializzazione in settori a basso valore aggiunto.
21
Tab.11/a orizzontale qui
22
Tab.11/b orizzontale qui
23
Tab.12
VENETO, V.A. settoriale - Quozienti di localizzazione
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Agricoltura, caccia e silvicoltura
Pesca, piscicoltura e servizi connessi
Industria
Industria in senso stretto
Estrazione di minerali
Industria manifatturiera
- Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
- Industrie tessili e dell'abbigliamento
- Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari
- Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria
- Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche
- Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
- Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo
- Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, eletttrici ed ottici; mezzi di trasporto
- Industria del legno, della gomma, della plastica e altre manifatturiere
Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua
Costruzioni
Servizi
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
Commercio; riparaz. di autoveicoli, motocicli e beni personali e per la casa
Alberghi e ristoranti
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
Intermediazione monetaria e finanziaria
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali
Altre attività di servizi
Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
Istruzione
Sanità e altri servizi sociali
Altri servizi pubblici, sociali e personali
Servizi domestici presso famiglie e convivenze
Valore aggiunto ai prezzi base (al lordo SIFIM)
Servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (-)
Valore aggiunto a prezzi base (al netto SIFIM)
IVA, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato
1995
1996
1997
1998
1999
1,02
1,02
1,14
1,24
1,27
0,26
1,33
1,02
1,68
2,57
1,09
0,84
1,50
1,26
1,24
1,68
0,87
1,12
0,89
1,03
1,05
1,24
0,90
0,87
0,85
0,88
0,73
0,63
0,74
0,82
0,79
0,69
1,00
0,94
1,00
0,97
1,00
1,09
1,09
1,05
1,25
1,26
0,26
1,34
1,05
1,69
2,51
1,06
0,72
1,60
1,28
1,27
1,73
0,81
1,18
0,89
1,02
1,05
1,19
0,89
0,88
0,87
0,88
0,74
0,63
0,74
0,85
0,81
0,70
1,00
0,95
1,01
0,94
1,00
1,08
1,07
1,34
1,26
1,28
0,32
1,35
1,06
1,76
2,63
1,07
0,83
1,54
1,30
1,23
1,73
0,81
1,16
0,88
1,00
1,03
1,13
0,89
0,87
0,84
0,88
0,73
0,61
0,73
0,83
0,82
0,67
1,00
0,93
1,00
1,00
1,00
1,08
1,06
1,67
1,24
1,26
0,32
1,32
0,99
1,68
2,57
1,06
0,87
1,51
1,30
1,22
1,70
0,79
1,14
0,89
1,01
1,05
1,12
0,89
0,87
0,84
0,88
0,74
0,61
0,73
0,80
0,85
0,70
1,00
0,92
1,00
1,00
1,00
1,08
1,06
1,71
1,24
1,28
0,37
1,35
1,00
1,69
2,63
1,09
0,88
1,48
1,32
1,27
1,72
0,78
1,07
0,89
1,01
1,03
1,18
0,89
0,88
0,84
0,89
0,74
0,61
0,74
0,80
0,87
0,69
1,00
0,95
1,00
1,01
1,00
2000 2001
1,08
1,06
1,57
1,24
1,27
0,41
1,34
1,02
1,63
2,65
1,05
0,87
1,43
1,34
1,26
1,72
0,77
1,09
0,89
1,01
1,04
1,15
0,89
0,88
0,85
0,89
0,75
0,61
0,73
0,83
0,91
0,68
1,00
1,02
1,00
1,00
1,00
1,10
1,23
1,26
1,13
0,89
1,02
0,87
0,74
1,00
0,97
1,00
1,00
1,00
In conclusione, non pare esservi un problema di specializzazione dell'economia, ma un
problema di difficoltà di crescita del prodotto per lavoratore. E' difficile stimare se si
verifichino dei limiti all'aumento di produttività del lavoro oppure se vi sia un problema
legato ai prezzi di vendita. L'elevata intensità di capitale sottolineata in precedenza, in
buona parte orientata alla flessiblità delle tecnologie produttive, può essere in parte
responsabile del primo fenomeno. Tuttavia, riteniamo molto probabile che il secondo
fattore sia più importante e che i problemi macroeconomici siano responsabili di questo
risultato.
24
4.2. La specializzazione produttiva Trevigiana
Per cogliere più in dettaglio le particolarità della specializzazione produttiva della
Marca trevigiana in Europa, rispetto al Veneto, e per scendere maggiormente in
dettaglio, abbiamo analizzato i dati dei censimenti del 1991 e del 1996. Siamo quindi in
grado di analizzare le specificità di Treviso rispetto al Veneto e rispetto all'Italia.
Abbiamo anche scomposto la provincia nei suoi sistemi locali del lavoro, cioè nelle
aggregazioni territoriali ottenute dall'ISTAT (1997) calcolando un indice di
autocontenimento delle relazioni di pendolarismo.
Abbiamo riportato parallelamente i dati della specializzazione relativa al Veneto ed
all'Italia e le variazioni intercorse in entrambi i casi dal 1991 al 1996 (tab.13). Le
specializzazioni venete vengono confermate anche per Treviso. In particolare si può
notare un'ulteriore specializzazione della marca negli stessi settori in cui vale la
specializzazione veneta in europa, che significa che Treviso ha un ruolo portante
nell'economia della sua regione. Tuttavia, si può anche notare che in queste tavole più
dettagliate emergono numerose specializzazioni aggiuntive in settori diversi da quelli
che emergevano per il veneto. Si tratta di una pluralità di specializzazioni specifiche
interne a settori anche caratterizzati da tecnologie più avanzate.
Si può notare che le aree di specializzazione produttiva (calcolato sugli addetti, indice
>1), aumentano leggermente tra il 1991 ed il 1996 e si verificano anche delle microvariazioni all'interno dei settori. Abbiamo evidenziato sia l'aumento di specializzazione
nei settori in cui esiste una maggiore concentrazione relativa di addetti – caselle grige –
sia l'aumento di concentrazione pur in assenza di specializzazione – cifre in neretto nella
colonna delle variazioni.8 Aumenta leggermente la specializzazione nella produzione di
bevande mentre si perde quella di grassi vegetali. Cresce d'importanza il settore tessile
ma cala quello del confezionamento e si ristruttura al suo interno la produzione di
maglieria. S'incrementa la concentrazione relativa nel settore delle calzature, del legno –
con ristrutturazioni interne – di materie plastiche, di materiali in minerali non metalliferi
e ceramica. Aumenta la specializzazione nella produzione di macchinari speciali con
diverse destinazioni e di lampadari. Emerge una specializzazione nel settore degli
impianti per la ricezione e trasmissione di segnali radio-televisivi e si mantiene quella
nel settore ottico (solo rispetto all'Italia). Aumenta la specializzazione nel settore del
mobile e degli articoli sportivi. Si notano anche alcuni irrobustimenti del settore
chimico rispetto al Veneto.
Guardando alle colonne delle variazioni è interessare notare come aumenti dei vantaggi in Veneto
corrispondono anche in genere ad eguali rafforzamenti rispetto all'Italia. Dove avviene un rafforzamento
rispetto al Veneto ma non all'Italia significa che vi è una tendenza specifica trevigiana, dove prevale il
contrario, esiste una specializzazione secondaria rispetto ad altre aree venete.
8
25
Tab. 13
Variazione degli indici localizzazione su Veneto
PROVINCIA
di
TREVISO
In base agli Addetti
1991/Veneto 1996/Veneto
15.1 Produzione, lavoraz. e conserv. carne e prodotti a base di carne
15.2 Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce
15.3 Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi
15.4 Fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali
15.5 Industria lattiero-casearia
15.6 Lavorazione delle granaglie e di prodotti amidacei
15.7 Fabbricazione di prodotti per l'alimentazione degli animali
15.8 Fabbricazione di altri prodotti alimentari
15.9 Industria delle bevande
16.0 Industria del tabacco
17.1 Preparazione e filatura di fibre tessili
17.2 Tessitura di materie tessili
17.3 Finissaggio dei tessili
17.4 Confezionamento di articoli in tessuto, esclusi gli articoli di vestiario
17.5 Altre industrie tessili
17.6 Fabbricazione di maglierie
17.7 Fabbricazione di articoli in maglieria
18.1 Confezione di vestiario in pelle
18.2 Confezione di altri articoli di vestiario ed accessori
18.3 Preparazione e tintura di pellicce; confezione di articoli in pelliccia
19.1 Preparazione e concia del cuoio
19.2 Fabbricazione di articoli da viaggio, da correggiaio, borse e selleria
19.3 Fabbricazione di calzature
20.1 Taglio, piallatura e trattamento del legno
20.2 Fabbricazione di fogli da impiallacciatura, compensato e pannelli vari
20.3 Fabbric. di elementi di carpenteria in legno e falegnameria per l'edilizia
20.4 Fabbricazione di imballaggi in legno
20.5 Fabbric. altri prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio
21.1 Fabbricazione della pasta-carta, della carta e del cartone
21.2 Fabbricazione di articoli di carta e di cartone
22.1 Editoria
22.2 Stampa e attivita' dei servizi connessi alla stampa
22.3 Riproduzione di supporti registratati
23.1 Fabbricazione di prodotti di cokeria
23.2 Fabbricazione di prodotti petroliferi raffinati
23.3 Trattamento dei combustibili nucleari
24.1 Fabbricazione di prodotti chimici di base
24.2 Fabbricazione di pesticidi e di altri prodotti chimici per l'agricoltura
24.3 Fabbricazione di pitture, vernici, inchiostri da stampa e mastici
24.4 Fabbric. prodotti farmaceutici, chimici e botanici per usi medicinali
24.5 Fabbric. di saponi e detergenti, di prod. per la pulizia, profumi e toletta
24.6 Fabbricazione di altri prodotti chimici
24.7 Fabbricazione di fibre sintetiche e artificiali
25.1 Fabbricazione di articoli in gomma
25.2 Fabbricazione di articoli in materie plastiche
26.1 Fabbricazione di vetro e di prodotti in vetro
26.2 Fabbricazione di prodotti ceramici
26.3 Fabbric. di piastrelle e lastre in ceramica per pavimenti e rivestimenti
26.4 Fabbricazione di mattoni tegole ed altri prod. per l'edil. in terracotta
26.5 Produzione di cemento, calce, gesso
26.6 Fabbricazione di prodotti in calcestruzzo, cemento o gesso
26.7 Taglio, modellatura e finitura della pietra
26.8 Fabbricazione di altri prodotti in minerali non metalliferi
27.1 Produzione di ferro, di acciaio e di ferroleghe (CECA)
27.2 Fabbricazione di tubi
27.3 Altre attiv. di prima trasf. di ferro e acciaio; prod. ferroleghe non CECA
27.4 Produzione di metalli di base preziosi e non ferrosi
27.5 Fusione di metalli
28.1 Fabbricazione di elementi da costruzione in metallo
28.2 Fabbric. cisterne e contenitori in metallo; radiatori e caldaie centraliz.
28.3 Fabbric. generatori di vapore, escluse le caldaie per riscald. centrale
28.4 Fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura metalli; metall. polveri
28.5 Tratt. e rivestimento metalli, lavoraz. meccanica generale per c/t
28.6 Fabbric. di articoli di coltelleria, utensili e oggetti diversi in metallo
28.7 Fabbricazione di altri prodotti metallici
29.1 Fabbric. macchine e appar. per energia meccan., escluso motori per veicoli
29.2 Fabbricazione di altre macchine di impiego generale
29.3 Fabbricazione di macchine per l'agricoltura e la silvicoltura
29.4 Fabbricaz. macchine utensili e parti; installaz., manut. e riparazione
29.5 Fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali
29.6 Fabbricazione di armi, sistemi d'arma e munizioni
29.7 Fabbricazione di apparecchi per uso domestico n.c.a.
30.0 Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici
31.1 Fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici
31.2 Fabbricazione apparecchiature per distribuz. e controllo dell'elettricita'
31.3 Fabbricazione di fili e cavi isolati
31.4 Fabbricazione di accumulatori, pile e batterie di pile
31.5 Fabbricazione di apparecchi di illuminazione e di lampade elettriche
31.6 Fabbricazione di altri apparecchi elettrici n.c.a.
32.1 Fabbric. di tubi e valvole elettronici e di altri componenti elettronici
32.2 Fabbric. apparecchi trasmittenti per radiodiffus., televisione e telefonia
32.3 Fabbric. apparec. riceventi per radiodiff., televisione e prod. connessi
33.1 Fabbricazione di apparecchi medicali, chirurgici e ortopedici
33.2 Fabbric. di strumenti e apparec. di misurazione, controllo, prova e simili
33.3 Fabbricaz. di apparecchiature per il controllo dei processi industriali
33.4 Fabbricazione di strumenti ottici e di attrezzature fotografiche
33.5 Fabbricazione di orologi
34.1 Fabbricazione di autoveicoli
34.2 Fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli; fabbricazione di rimorchi
34.3 Fabbricazione di parti ed accessori per autoveicoli e per loro motori
35.1 Industria cantieristica: costruz. navali e riparaz. di navi e imbarcazioni
35.2 Costruzione di locomotive e di materiale rotabile ferro-tranviario
35.3 Costruzione di aeromobili e di veicoli spaziali
35.4 Fabbricazione di motocicli e biciclette
35.5 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto n.c.a.
36.1 Fabbricazione di mobili
36.2 Gioielleria e oreficeria
36.3 Fabbricazione di strumenti musicali
36.4 Fabbricazione di articoli sportivi
36.5 Fabbricazione di giochi e giocattoli
36.6 Altre industrie manifatturiere n.c.a.
37.1 Recupero e preparaz. per riciclaggio di cascami e rottami metallici
37.2 Recupero e preparaz. per riciclaggio di cascami e rottami non metallici
TOTALE
0,48
0,03
0,65
3,46
1,62
0,72
0,21
0,94
1,07
1,19
0,61
1,19
1,05
0,87
1,17
1,78
0,44
0,87
0,23
0,03
0,22
1,33
2,18
2,73
1,25
1,55
2,36
1,10
1,05
0,21
0,77
1,19
0,09
0,53
0,06
1,35
0,73
0,77
1,00
1,27
1,00
0,76
2,97
1,90
0,92
1,29
0,29
1,00
0,03
2,63
1,44
0,07
0,61
0,99
0,87
0,44
0,85
0,79
1,43
1,07
0,46
0,55
1,14
0,45
0,90
4,77
2,59
0,13
0,65
0,50
0,08
1,04
1,29
0,87
1,06
0,51
0,61
0,64
0,87
0,57
1,68
1,18
0,30
0,19
0,85
0,57
1,64
0,21
0,25
1,93
0,63
1,21
1,32
1,02
1,00
0,38
0,01
0,41
2,92
1,28
0,62
0,80
0,90
1,25
1,33
0,77
1,12
0,92
0,63
1,40
1,42
0,31
0,95
0,16
0,02
0,15
1,50
1,84
2,98
1,27
1,60
2,28
0,35
1,05
0,27
0,78
1,83
0,10
0,59
0,12
1,12
0,01
0,93
1,01
0,90
0,28
1,30
0,98
0,76
2,86
1,66
1,74
1,35
0,25
1,50
0,02
2,15
0,67
0,14
0,53
0,95
0,93
0,17
1,10
0,78
1,47
1,02
0,27
0,73
0,85
0,80
0,83
4,57
2,84
0,86
0,53
0,46
0,12
0,02
1,39
0,77
0,92
0,68
2,17
0,72
0,35
0,48
0,42
0,08
1,23
1,16
0,14
0,73
1,76
0,22
0,29
2,94
0,91
1,14
0,88
0,61
1,00
! VE
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
0,10
0,01
0,24
0,54
0,34
0,10
0,59
0,05
0,18
0,15
0,16
0,07
0,13
0,24
0,23
0,36
0,13
0,09
0,07
0,01
0,07
0,18
0,34
0,25
0,02
0,05
0,08
0,75
0,00
0,06
0,00
0,64
0,01
0,06
0,05
0,23
0,01
0,21
0,24
0,90
0,72
0,04
0,02
0,00
0,11
0,24
0,81
0,06
0,04
0,49
0,01
0,48
0,76
0,07
0,08
0,04
0,07
0,26
0,25
0,01
0,05
0,05
0,19
0,18
0,29
0,35
0,07
0,20
0,25
0,72
0,12
0,04
0,03
0,02
0,35
0,52
0,05
0,37
1,67
0,11
0,29
0,39
0,15
0,08
0,46
0,02
0,16
0,19
0,12
0,57
0,12
0,01
0,04
1,01
0,28
0,07
0,44
0,41
-
1991/Italia
1996/Italia
0,55
0,02
0,32
1,71
0,83
0,55
0,27
0,73
1,16
0,77
0,79
0,90
0,82
0,92
1,42
3,15
0,67
1,42
0,37
0,08
0,18
2,22
3,05
3,21
1,36
1,77
2,82
0,92
0,92
0,07
0,63
0,34
0,01
0,24
0,03
0,96
0,21
0,59
0,30
1,30
1,39
1,35
0,31
1,78
0,35
1,16
0,38
0,74
0,01
0,68
0,95
0,05
0,65
1,15
1,85
0,40
0,72
0,78
1,21
1,06
0,28
0,67
1,28
0,52
0,93
1,33
2,69
0,02
0,78
0,19
0,05
1,48
0,95
0,43
0,33
0,06
0,48
0,34
0,27
2,64
2,02
0,36
0,08
0,03
1,54
0,30
2,89
0,49
0,08
2,65
0,81
1,20
0,60
0,91
1,00
0,36
0,01
0,16
0,85
0,63
0,46
0,65
0,68
1,30
0,97
0,91
0,75
0,81
0,59
1,50
1,90
0,50
1,45
0,23
0,06
0,12
2,23
2,52
3,85
1,35
1,81
2,59
0,30
0,98
0,07
0,62
0,35
0,01
0,31
0,05
0,76
0,00
0,24
0,45
0,02
0,10
1,37
1,44
1,23
0,29
1,23
0,69
1,30
0,36
1,45
0,01
0,78
0,52
0,04
0,59
0,97
2,32
0,08
0,72
0,77
1,16
1,12
0,18
0,83
1,01
1,03
0,86
4,38
4,04
0,23
0,75
0,22
0,07
0,06
2,11
0,54
0,48
0,27
1,37
0,50
0,16
0,30
2,07
0,09
1,11
0,30
0,05
1,19
3,10
0,48
0,11
4,00
0,95
1,04
0,34
0,67
1,00
!IT
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
0,18
0,00
0,16
0,86
0,20
0,09
0,39
0,05
0,14
0,20
0,12
0,16
0,01
0,33
0,08
1,25
0,17
0,03
0,14
0,01
0,07
0,01
0,52
0,65
0,01
0,04
0,22
0,62
0,06
0,00
0,02
0,02
0,00
0,07
0,02
0,20
0,00
0,03
0,13
0,02
0,21
0,07
0,05
0,11
0,02
0,55
0,34
0,14
0,02
0,71
0,00
0,10
0,43
0,01
0,06
0,19
0,47
0,31
0,00
0,01
0,05
0,07
0,11
0,17
0,27
0,51
0,07
3,05
1,35
0,21
0,03
0,02
0,02
0,06
0,64
0,41
0,05
0,06
1,31
0,02
0,19
0,03
0,57
0,09
0,91
0,06
0,02
0,03
0,35
0,30
0,22
0,01
0,03
1,35
0,14
0,16
0,26
0,24
-
26
Tab.14 Indici di localizzazione, PROVINCIA di TREVISO
1991
1996
Divisione
15 INDUSTRIE ALIMENTARI E DELLE BEVANDE
16 INDUSTRIA DEL TABACCO
17 INDUSTRIE TESSILI
18 CONFEZIONE; PREPARAZIONE E TINTURA DI PELLICCE
19 PREP. E CONCIA CUOIO; ART. DA VIAGGIO, BORSE, CALZATURE
20 LEGNO E PRODOTTI IN LEGNO, SUGHERO, PAGLIA, ESCL. MOBILI
21 PASTA-CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA
22 EDITORIA, STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI
23 COKE, RAFF. PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI
24 PRODOTTI CHIMICI E FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI
25 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE
26 PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI
27 PRODUZIONE DI METALLI E LORO LEGHE
28 DEI PRODOTTI IN METALLO, ESCLUSE MACCHINE E IMPIANTI
29 MACCHINE ED APP. MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE
30 MACCHINE PER UFFICIO, ELABORATORI E SISTEMI INFORMATICI
31 FABBRICAZIONE DI MACCHINE ED APPARECCHI ELETTRICI N.C.A.
32 APPARECCHI RADIOTELEVISIVI E PER LE COMUNICAZIONI
33 APP. MEDICALI, PRECISIONE, STR. OTTICI E OROLOGI
34 AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI
35 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO
36 MOBILI; ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE
37 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO
TOTALE
Elaborazioni su dati ISTAT
0,72
1,22
1,08
1,21
1,05
1,07
0,61
0,18
0,70
1,13
0,76
0,68
1,05
1,04
0,18
1,16
0,62
0,79
1,18
1,05
1,23
0,81
1,00
0,76
1,17
1,01
1,08
1,20
1,00
0,60
0,16
0,80
1,18
0,81
0,69
1,05
1,01
0,16
1,13
0,61
0,80
1,47
1,04
1,29
0,72
1,00
0,75
1,58
1,46
1,68
2,59
0,91
0,43
0,01
0,22
0,99
0,97
0,35
1,02
0,91
0,02
0,66
0,31
0,84
0,25
0,27
2,68
0,82
1,00
0,75
1,51
1,36
1,56
1,97
0,92
0,46
0,01
0,25
1,02
0,95
0,37
1,03
0,93
0,02
0,72
0,34
0,82
0,27
0,30
2,29
0,77
1,00
0,71
1,03
1,05
1,17
1,13
1,11
0,62
0,30
0,65
1,23
0,74
0,65
1,05
1,10
0,91
1,08
0,57
0,88
1,10
0,74
1,41
0,55
1,00
0,76
0,99
1,06
1,06
1,22
1,13
0,64
0,21
0,65
1,18
0,76
0,56
1,05
1,07
0,81
1,09
0,56
0,88
1,18
0,72
1,40
0,60
1,00
0,63
1,16
1,47
1,66
2,50
0,79
0,42
0,01
0,22
1,04
0,98
0,33
0,98
1,11
0,21
0,55
0,41
0,74
0,19
0,25
2,81
0,48
1,00
0,65
1,14
1,40
1,57
1,95
0,83
0,46
0,01
0,25
1,06
0,96
0,35
0,98
1,12
0,23
0,60
0,43
0,75
0,21
0,28
2,43
0,50
1,00
In generale si può affermare che la provincia di Treviso diversifica le aree di
specializzazione ed all'interno dei settori tradizionalmente di sua competenza vi è una
maturazione delle produzioni verso settori più sofisticati.
Riguardo alla specializzazione italiana di Treviso, la tab.14 riporta i quozienti di
localizzazione per imprese, lavoratori indipendenti, dipendenti e totali su settori più
aggregati. Normalmente questi indici si utilizzano con il numero di lavoratori, ma il
confronto con gli altri indicatori può essere utile per cogliere la dimensione delle
imprese che garantiscono la specializzazione produttiva. Da questi dati si evince che
Treviso ha perso in modo sensibile la sua specializzazione nelle industrie tessili (da1,51
a 1,14), che tuttavia rimane ancora superiore alla dotazione relativa nazionale. Mantiene
la posizione nelle industrie della confezione, delle calzature, del legno e della
fabbricazione di mobili. Gode di un lieve vantaggio anche nella fabbricazione di
prodotti in plastica e nella lavorazione di prodotti in metallo. Dal 1991 al 1996 aumenta
la specializzazione nella produzione di macchinari. Vi sono anche alcuni settori come la
fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici e la fabbricazione di veicoli, rimorchi
etc. che mostra un vantaggio localizzativo di imprese e lavoratori indipendenti ma non
di unità di lavoro. Questo significa che esiste una miriade di piccole imprese in questi
settori, ma non una vera e propria specializzazione. Tuttavia, nel caso dei macchinari
27
tale situazione è stato il preludio per uno sviluppo maggiore nel periodo successivo.
L'impressione è che comunque vi sia stata una maturazione delle imprese che
producevano prodotti in metallo che sono poi divenute produttrici di macchinari. Infatti
i due indici si sono invertiti.
Le specializzazioni dei sistemi locali
Le tab.15 e 16 riportano gli indici di specializzazione e di entropia applicati alle
produzioni dei singoli sistemi locali e per l'intera provincia. Come si può notare, la
provincia nel suo complesso aumenta l'indice di specializzazione e cioè la produzione
nel 1996 è più concentrata in alcuni settori specifici (indice di specializzazione
crescente e di entropia calante). Per quanto riguarda i singoli sistemi locali, Treviso e
Montebelluna si diversificano, Castelfranco e Vittorio Veneto manifestano segni
contrastanti mentre gli altri aumentano la loro specializzazione.
Tab.15 Indici di specializzazione
Sistemi locali del lavoro
Conegliano
Vittorio Veneto
Pieve di Soligo
Oderzo
Montebelluna
Castelfranco Veneto
Treviso
Totale provincia
Elaborazioni su dati ISTAT
1991
0,428
0,406
0,518
0,547
0,480
0,376
0,338
0,605
1996
0,445
0,407
0,539
0,563
0,474
0,380
0,335
0,610
var. spec.
+
(+)
+
+
(+)
(-)
+
1991
0,0342
0,0319
0,0290
0,0294
0,0273
0,0326
0,0352
0,0356
1996
0,0315
0,0336
0,0276
0,0280
0,0275
0,0337
0,0348
0,0352
var. spec.
+
+
+
(-)
(-)
+
Tab.16 Indici di entropia
Sistemi locali del lavoro
Conegliano
Vittorio Veneto
Pieve di Soligo
Oderzo
Montebelluna
Castelfranco Veneto
Treviso
Totale provincia
Elaborazioni su dati ISTAT
Le tab.A7-A13 propongono nel dettaglio i quozienti di localizzazione per i sistemi
locali del lavoro in cui può essere suddivisa la Marca.
28
Tra i sistemi locali del lavoro, Castelfranco fa emergere un indebolimento del
finissaggio di tessili e dei prodotti in maglieria, ma aumenta la produzione di maglieria.
Emerge una nuova specilizzazione nel settore di prodotti chimici di base ed aumenta
quella di vernici ed altri prodotti chimici. Si perde la specializzazione nel calcestruzzo,
ma aumenta quella nei prodotti non metalliferi. Aumenta la concentrazione di lavoratori
nel settore della fusione di metalli, si perde quella della fucinatura imbutitura e
stampaggio di metalli. Aumenta considerevolmente la specializzazione nelle macchine
utensili ed in particolare si registra un indice elevatissimo nel settore armamenti. Anche
il settore dei lampadari indica una forte concentrazione di addetti. Emerge in questo
periodo la specializzazione nel settore della produzione di impianti di ricezione per
apparecchiature radiotelevisive. Infine si conferma molto specializzata nella produzione
di mobili e si rafforza quella di motocicli e biciclette.
Conegliano perde qualche area di specializzazione. Si nota che, oltre alla consistente ma non intensissima - specializzazione nell'inox, si manifesta anche una decisa
estensione del distretto del mobile e di quello degli articoli sportivi.
A Montebelluna, oltre alle calzature e, soprattutto, agli articoli sportivi sono molto
consistenti le attività di produzione di occhiali. Inoltre, come in ogni sistema, c'è una
rilevante presenza del tessile e della maglieria. Vi sono poi anche altre specializzazioni
comuni ad altri sistemi come quella nei latterizi, cemento, prodotti in metallo, legno,
lampadari e utensileria.
Il sistema di Oderzo è sostanzialmente specializzato sul mobile e su tutti i i settori ad
esso è collegati (plastica, metallo, chimica). In più, esiste qualche produzione
elettronica, di macchine per ufficio e di bevande.
Pieve di Soligo si rivela un sistema molto diffrenziato essendoci una consistente
presenza di produttori di vino, olii e grassi, prodotti metallici, ma soprattutto è forte
l'industria del mobile, degli occhiali. Cresce molto la produzione di lampadari. Si
indebolisce invece molto la maglieria e la fabbricazione di cisterne.
A Vittorio Veneto sembra scomparire la fabbricazione di carrozzerie che rappresentava
una forte specializzazione nel 1991. Si indebolisce quella di bicilclette, ed il riciclaggio
di cascami, si riduce l'industria delle confezioni ma si rafforza il tessile. Si rinforza
anche la costruzione di macchinari, le costruzioni in metallo, i materiali per l'edilizia e
la lavorazione del legno.
Infine, nel sistema di Treviso si indebolisce la produzione di olii, la maglieria ed il
vestiario, la fabbricazione di prodotti chimici, i materiali per l'edilizia. Mantengono una
debole specializzazione il legno ed il cartone, la ceramica, i prodotti in metallo, le
macchine per l'agricoltura e gli elettrodomestici. Aumentano invece le produzioni di
lampadari e di giocattoli.
29
In generale, si può notare che quando abbandoniamo la visione settoriale aggregata per
scomposizioni più fini, emerge una grande varietà di specializzazioni. Come abbiamo
già detto, questo fenomeno è dovuto all'estrema frammentazione dei processi produttivi.
In ogni caso ciò indica che, al di là delle produzioni finali dei distretti, concentrate su
prodotti maturi di fascia alta, le specializzazioni più specifiche di imprese che operano
su fasi intermedie conferiscono alla provincia un assetto molto diversificato e presente
anche in settori tecnologicamente più sofisticati. Esistono poi molte imprese non
inserite in alcun cluster che godono di significative posizioni anche in settori che
richiedono tecnologie più avanzate.
Ad ogni modo, le specializzazioni distrettuali perdono le loro connotazioni locali
diffondendosi un po' dovunque, e questo avviene soprattutto nel caso del mobile, del
tessile e maglieria, dei materiali per l'edilizia, della lavorazione dei metalli, dei
lampadari e degli articoli sporitivi.
In conclusione, si può sostenere che il sistema economico di Treviso non sia solo
specializzato in qualche macro-settoe "maturo" ma risulti anche competitivo grazie ad
una pluralità di produzioni più specifiche e tecnologicamente più sofisticate. Questo
rende il territorio provinciale relativamente diversificato nella sua struttura produttiva
complessiva e fortemente policentrico al suo interno. Le altre regioni europee tendono a
caratterizzarsi per specializzazioni molto più particolari.
Nel complesso tuttavia non è possibile trovare una relazione tra specializzazione e
risultati economici, né tra sviluppo e variazione delle specializzazioni verso settori più
avanzati tecnologicamente. Fa eccezione l'Irlanda che grazie agli investimenti esteri ha
sviluppato molto il settore delle macchine per ufficio rimpiazzando settori più
tradizionali. Tuttavia, bisogna notare che se il reddito pro-capite irlandese è ormai
superiore a quello veneto, il reddito medio di un lavoratore è molto più basso ed il tasso
di disoccupazione è ancora elevato e disomogeneo all'interno del paese.
5. La dinamica e la specializzazione delle esportazioni
Per approfondire ulteriormente sia la questione della specializzazione produttiva in
tempi più recenti, sia l'aspetto dell'apertura del sistema rispetto all'Europa ed al resto del
mondo, analizziamo i dati del commercio con l'estero. Guardiamo prima di tutto alla
distribuzione spaziale delle importazioni ed esportazioni, all'evoluzione delle direzioni
degli scambi e all'entropia della distribuzione settoriale delle esportazioni e delle
importazioni. Poi elaboriamo gli "indici di Balassa" per la provincia di Treviso
relativamente all'Italia per quanto riguarda le importazioni e le esportazioni verso
l'Europa, poi verso i paesi extra-europei. Infine, analizziamo i dati sugli incrementi
settoriali delle esportazioni suddivisi per periodi e per intensità.
30
Tab.17
Provincia di Treviso
paese
Germania
Francia
Gran Bretagna
Spagna
Austria
Paesi bassi
Svizzera
Romania
Ungheria
Russia
Slovenija
Croazia
Resto d'Europa
Europa
importazioni
2 0 0 0 Principali
%
partners
esportazioni
1.069.193
609.691
163.137
250.467
497.713
213.278
78.338
660.982
289.256
35.237
89.259
285.518
948.286
5.190.355
15,2%
8,7%
2,3%
3,6%
7,1%
3,0%
1,1%
9,4%
4,1%
0,5%
1,3%
4,1%
13,5%
74,0%
2.802.688
1.555.099
1.033.432
777.792
491.810
417.846
406.413
633.502
355.147
295.887
172.161
336.806
2.433.336
11.711.919
Paesi del Mediterraneo
Africa
231.422
317.247
3,3%
4,5%
273.850
364.471
Stati Uniti
Canada
Resto d'America
America
304.664
60.359
74.351
439.374
4,3%
0,9%
1,1%
6,3%
1.209.795
146.798
339.746
1.696.339
466.354
87.790
23.643
481.618
1.059.405
6,6%
1,3%
0,3%
6,9%
15,1%
167.167
383.124
244.226
697.310
1.491.827
8.215
0,1%
7.014.596
100%
Cina
Giappone
Hong Kong
Resto dell'Asia
Asia
Oceania
Totale
commerciali
%
18,2%
10,1%
6,7%
5,1%
3,2% 2,7%
2,6%
4,1% 2,3%
1,9%
1,1%
2,2%
15,8%
76,2%
saldo comm.
saldo%
1.733.495
945.408
870.295
527.325
5.903
204.568
328.075
27.480
65.891
260.650
82.902
51.288
1.485.050
6.521.564
20,7%
11,3%
10,4%
6,3%
-0,1%
2,4%
3,9%
-0,3%
0,8%
3,1%
1,0%
0,6%
17,8%
78,0%
1,8%
2,4%
42.428
47.224
0,5%
0,6%
7,9%
1,0%
2,2%
11,0%
905.131
86.439
265.395
1.256.965
10,8%
1,0%
3,2%
15,0%
1,1% 2,5%
1,6%
4,5%
9,7%
299.187
295.334
220.583
215.692
432.422
-3,6%
3,5%
2,6%
2,6%
5,2%
114.212
0,7%
105.997
1,3%
15.378.768
100%
8.364.172
100%
La tab.17 riporta i dati delle quote di ogni paese sul totale delle importazioni ed
esportazioni della provincia di Treviso. Come si può notare, la Germania assorbiva nel
2000 il 18,2% delle esportazioni e il 20,7% del saldo commerciale trevigiano. L'Europa
nel suo complesso garantisce tre quarti degli scambi commerciali e quasi quattro quinti
del saldo attivo della bilancia commerciale. Nel 2000 gli Stati Uniti garantivano il 7,9%
delle esportazioni ed il 10,8% del saldo commerciale. Queste cifre si sono
sostanzialmente ridotte nel 2002 a causa della crisi internazionale e non è ancora
possibile stimare le linee di tendenza. All'interno di questi scambi commerciali va
considerato che esistono transazioni di diversa natura. Treviso (in particolare
Castelfranco) è strettamente ancorata al sistema produttivo tedesco per quanto riguarda
la meccanica in quanto svolge lavorazioni in conto terzi – traffico di perfezionamento
passivo – o comunque lavora su commesse per le imprese bavaresi e del Baden-
31
Tab.18
CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI PER SETTORE
RIGA
AA-AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA
BB-PRODOTTI DELLA PESCA E PISCICOLTURA
CA-MINERALI ENERGETICI
CB-MINERALI NON ENERGETICI
DA-ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO
DB-TESSILE E ABBIGLIAMENTO
DC-CUOIO, PELLE E SIMILARI
DD-LEGNO E PRODOTTI IN LEGNO
DE-PASTA DA CARTA, CARTA; EDITORIA E STAMPA
DF-COKE, PROD. PETROLIFERI RAFFINATI
DG-CHIMICA E FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI
DH-ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE
DI-LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI
DJ-METALLI E PRODOTTI IN METALLO
DK-MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI
DL-MACCHINE ELETTRICHE, OTTICHE E DI PREC.
DM-MEZZI DI TRASPORTO
DN-ALTRI PRODOTTI DELLE IND. MANIFATTURIERE
KK-ATTIVITA' INFORMATICHE, PROFESSIONALI
OO-ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI
Totale
1993-2001
EUROPA
EXTRA EUR
GERMANIA
P. correnti P. costanti P. correnti P. costanti P. correnti P. costanti
53,5%
16,0%
256,3%
169,1%
-14,7%
-35,5%
-38,3%
-53,4%
-46,6%
-59,6%
-50,5%
-62,6%
-84,9%
-88,6%
-89,3%
-91,9%
173,3%
106,4%
135,4%
77,8%
355,5%
244,0%
187,7%
117,3%
130,3%
73,9%
246,4%
161,6%
68,5%
27,3%
198,9%
125,8%
-13,7%
-34,8%
117,0%
63,9%
112,7%
60,6%
17,7%
-11,1%
96,6%
48,5%
355,9%
244,4%
36,9%
3,4%
177,9%
109,9%
349,2%
239,2%
65,8%
25,2%
111,4%
59,7%
-22,6%
-41,5%
171,2%
104,8%
144,7%
84,9%
207,0%
131,9%
-13,7%
-34,9%
251,9%
165,8%
349,9%
239,8%
202,1%
128,1%
147,4%
86,9%
188,2%
117,7%
65,5%
25,0%
93,8%
46,4%
204,1%
129,7%
-18,6%
-38,5%
116,1%
63,2%
170,4%
104,2%
50,8%
13,9%
91,4%
44,6%
455,1%
319,2%
40,1%
5,8%
65,2%
24,7%
50,0%
13,3%
71,6%
29,6%
141,2%
82,2%
203,4%
129,1%
77,5%
34,0%
180,5%
111,9% 1645,9% 1218,7%
77,1%
33,8%
221,8%
143,0%
209,6%
133,8%
-64,4%
-73,1%
108,0%
57,1%
183,9%
114,4%
39,6%
5,5%
Deflattore export 1993-2001 = 32,4%
Würtenberg. Allo stesso tempo, vi sono intense e crescenti relazioni legate al
perfezionamento passivo o alla subfornitura con i paesi dell'Europa orientale (Banca
d'Italia, 2002 p.24).
Nella tab.18 abbiamo inserito i dati relativi agli incrementi delle esportazioni dal 1993
al 2001 per destinazione in valore assoluto ed in termini reali (calcolandoli in base al
deflatore dell'export per l'Italia fornito da Eurostat). La prima cosa che si nota in questi
dati, è che, in generale, i settori che aumentano maggiormente le loro esportazioni non
sono quelli in cui il trevigiano è maggiormente specializzato. In secondo luogo, il nostro
primo partner commerciale, la Germania, non aumenta le importazioni dei nostri
prodotti in misura consistente. Essa aumenta soprattutto gli acquisti da settori diversi da
quelli già citati: minerali non energetici, alimentari, combustibili e articoli in materie
plastiche. Ciò indica che è stato raggiunto un certo livello di saturazione di questo
mercato nei prodotti tessili, abbigliamento, calzature, mobile, ecc., e che sono altri i
settori che iniziano a scambiare più intensamente con la Germania producendo una
maggiore integrazione commerciale.
V'è ancora spazio di penetrazione nel resto d'Europa ed in particolare nelle regioni
periferiche e nell'Europa orientale, ma anche in questo caso sono maggiori gli
incrementi dei settori diversi da quelli in cui Treviso è specializzata. Si registra invece
32
0,0320
Fig.5 Treviso: indici di entropia delle importazioni ed esportazioni
0,0310
entropia-import EU
0,0300
entropia-export EU
entropia-import extra EU
entropia-export extra EU
0,0290
0,0280
0,0270
0,0260
0,0250
1993
1994
1995 1996
1997
1998
1999 2000
2001
2002
un forte aumento nei mercati extra europei che coinvolge in misura consistente i settori
a maggiore specializzazione locale. Tuttavia, le esportazioni verso la Germania, così
come verso gli altri paesi si concentrano ancora molto nei settori dell'abbigliamento e
della meccanica (fig.A12 e seguenti). Si nota tuttavia il calo di esportazione del tessile e
abbigliamento verso la Germania, mentre aumentano le vendite di prodotti a più elevata
tecnologia come i macchinari e le apparecchiature elettriche ed ottiche (che includono
gli occhiali)(fig.A16-A17).
Traccia di questo fenomeno si trova anche nella figura che riporta l'andamento
dell'entropia della distribuzione settoriale delle esportazioni e delle importazioni (fig.5).
Si nota infatti che diminuisce l'entropia delle importazioni sia dall'Europa sia,
soprattutto, dal resto del mondo. Ciò significa che l'aumento delle importazioni è stato
più concentrato in qualche settore. Al tempo stesso, aumenta l'entropia dell'export extraeuropeo, cioè diminuisce la concentrazione settoriale delle esportazioni, che si porta a
livello di quella europea. In Europa si è invece raggiunto un livello stazionario. Si può
interpretare questi dati come indicatori di due fenomeni: una progressiva integrazione
economica ed una partecipazione intensa alla divisione del lavoro intra-Europa.
La tab.A14 indica le specializzazioni esportative dei principali paesi, rispetto al totale
europeo, su una classificazione piuttosto aggregata. Si nota che l'Italia risulta esportare
in settori in concorrenza non solo con la Spagna ma anche con la Germania e manifesta
un elevato indice di specializzazione proprio nel settore dei macchinari ed attrezzature.
33
Le tab.A15 e seguenti riportano gli indici di specializzazione della provincia di Treviso
delle importazioni e delle esportazioni rispetto al totale nazionale. Si nota che in
entrambi i casi sembra aumentare il numero di settori in cui si concentrano gli scambi
del trevigiano. Il fenomeno è più intenso negli scambi con l'Europa, e evidenzia una
crescita esportativa dei settori in cui non v'è specializzazione produttiva dal punto di
vista occupazionale. In somma, sembra che la provincia stia integrandosi in Europa
aumentando gli scambi in tutti i settori ed in particolare anche in molti di quelli
caratterizzati da tecnologie più sofisticate. Per quanto riguarda le importazioni ed
esportazioni extra-europee, si nota una lieve riduzione dei settori con specializzazione
importativa. In genere si tratta di materie prime legate ai settori di maggiore
specializzazione e di macchinari. Per quanto riguarda l'export extra-europeo, anche in
questo caso aumenta il numero, anche se in modo meno evidente, di settori che rivelano
una specializzazione esportativa ed anche in questo caso si tratta di produzioni non
sempre legate ai distretti o a specializzazioni produttive.
Infine, la tab.19 illustra i settori in cui gli incrementi dell'export sono stati maggiori.
Abbiamo evidenziato i settori che hanno registrato un incremento delle esportazioni
maggiore alla media o superiore a due volte il valore medio. Abbiamo poi scomposto
questo indice nei sub-periodi 1993-97 e 1997-2001, che coincidono il primo con la
svalutazione della lira ed il secondo con l'entrata nell'area dell'euro. Questo permette di
valutare il cambiamento di performance esportativa conseguente alle diverse politiche
macroeconomiche ed ai differenti prezzi delle merci.
Si nota innanzi tutto che l'aumento delle esportazioni più consistente, in termini di
settori che incrementano le vendite sopra la media, si ottiene in Europa, ma con risultati
non molto diversi da quelli del resto del mondo: 65 settori rispetto a 61 nel secondo. La
differenza aumenta leggermente se consideriamo i settori che hanno raggiunto un
aumento più che doppio rispetto alla media: 37 contro 31. In generale, gli incrementi
più elevati riguardano un po' tutto lo spettro delle produzioni e non solo i prodotti
"tradizionali". Il fenomeno più interessante è che molti settori che non aumentano le
vendite in misura consistente in Europa, lo fanno nel resto del mondo, per es. i prodotti
chimici e farmaceutici (DG244) e gli apparecchi medicali e chirurgici (DL331).
La svalutazione della lira seguente al 1992 sembra aver agevolato soprattutto le
esportazioni extra-europee (76 settori contro 64 in Europa). Il numero di settori che
espande le esportazioni in modo consistente (sempre 200% rispetto alla media) dopo il
1997 continua ad essere superiore al di fuori dell'Europa ma in misura inferiore al
periodo 1993-96 (59 contro 57). E' di particolare interesse notare le differenze nella
composizione settoriale tra i periodi 1993-97 e 1997-2001 (compito che lasciamo al
lettore). Si tratta dell'effetto congiunto dell'euro - parità dei cambi in Europa - e
dell'apprezzamento del dollaro, ma non dobbiamo escludere anche effetti d'altro tipo,
Europa
Tab.19
Intensità variazioni dell'export
!93-2001
> media
!93-2001 !93-1996 !97-2001 !97-2001 !93-2001
>2*media
>media
>media > 2 * m e d i a
> media
34
Extra-Europa
!93-2001
>2*media
AA011-Prodotti dell'agricoltura, dell'orticoltura e della floricoltura
0
0
0
0
0
1
AA012-Animali vivi e prodotti di origine animale
1
1
1
0
0
1
AA020-Prodotti della silvicoltura
0
0
0
1
1
1
BB050-Pesci ed altri prodotti della pesca
0
0
0
0
0
0
CA101-Antracite
0
0
0
0
0
0
CA102-Lignite
0
0
0
0
0
0
CA103-Torba
0
0
0
0
0
0
CA111-Petrolio greggio e gas naturale
0
0
0
0
0
0
CA120-Minerali di uranio e di torio
0
0
0
0
0
0
CB131-Minerali di ferro
0
0
0
0
0
0
CB132-Minerali di metalli non ferrosi, esclusi i minerali di uranio
0
0
0
0
0
0
CB141-Pietre
1
1
0
1
1
1
CB142-Ghiaia,sabbia e argilla
1
1
0
1
1
1
CB143-Minerali per l'industria chimica e concimi minerali
0
0
0
0
0
0
CB144-Sale
0
0
0
0
0
0
CB145-Altri prodotti delle miniere e delle cave n.c.a.
0
0
0
0
0
0
DA151-Carni e prodotti a base di carne
1
0
1
0
0
1
DA152-Pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce
0
0
0
0
0
0
DA153-Preparati e conserve di frutta e di ortaggi
1
1
1
0
0
0
DA154-Oli e grassi vegetali e animali
0
0
0
0
0
1
DA155-Prodotti lattiero-caseari e gelati
1
0
0
1
1
0
DA156-Prodotti della macinazione, amidi e fecole
1
0
1
0
0
0
DA157-Alimenti per animali
1
1
1
1
1
1
DA158-Altri prodotti alimentari
1
0
0
1
0
0
DA159-Bevande
1
1
1
1
0
1
DA160-Tabacco e prodotti a base di tabacco
1
1
0
1
1
1
DB171-Filati di fibre tessili
0
0
0
0
0
1
DB172-Tessuti
1
1
1
1
1
1
DB174-Manufatti tessili confezionati, esclusi gli articoli di vestiario
1
0
1
1
0
1
DB175-Altri prodotti tessili
1
1
1
1
1
1
DB176-Stoffe a maglia
1
0
1
0
0
1
DB177-Articoli a maglia
0
0
0
1
0
0
DB181-Indumenti in pelle
1
1
1
1
1
1
DB182-Articoli di abbigliamento e accessori (esclusi quelli in pelle e pellicce)
0
0
0
0
0
0
DB183-Pellicce, articoli in pelliccia
0
0
1
0
0
0
DC191-Cuoio (esclusi indumenti)
1
1
1
1
1
1
DC192-Articoli da viaggio, borse e simili; articoli da correggiaio e selleria
1
0
0
1
1
1
DC193-Calzature
0
0
1
0
0
0
DD201-Legno tagliato, piallato e/o impregnato
0
0
0
1
0
1
DD202-Fogli da impiallacciatura; compensato, pannelli stratificati (ad anima listellata),
1 pannelli di fibre
0 e di particelle
1
ed altri pannelli
0
0
1
DD203-Prodotti di carpenteria in legno e di falegnameria per l'edilizia
0
0
0
0
0
1
DD204-Imballaggi in legno
1
1
1
1
1
1
DD205-Altri prodotti in legno; articoli in sughero, paglia e materiali da intreccio
0
0
1
0
0
1
DE211-Pasta da carta, carta e cartone
1
1
1
1
1
1
DE212-Articoli di carta e di cartone
1
0
1
1
1
1
DE221-Libri, giornali ed altri stampati; supporti sonori registrati
0
0
0
0
0
0
DE222-Altri articoli di stampa
1
0
1
0
0
1
DF231-Prodotti di cokeria
DF232-Prodotti petroliferi raffinati
1
0
0
1
1
0
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1
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1
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1
1
1
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1
1
1
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i motori per
1 aeromobili, 1veicoli e motocicli
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1
e la0 riproduzione 0del suono o dell'immagine
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e1 prodotti connessi
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0
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e simili (escluse
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di controllo
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dei processi
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industriali)
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76
35
legati agli effetti di saturazione dei mercati continentali e, soprattutto, d'emergenza di
nuove imprese e di nuove attività industriali nella Marca.9
Nel complesso, si può ritenere che la svalutazione abbia momentaneamente cambiato in
modo significativo le composizioni settoriali, ma non abbia compromesso i processi di
ristrutturazione economica. Allo stesso modo, le politiche restrittive e la rivalutazione
della lira non hanno provocato dei fenomeni di riqualificazione delle specilizzazioni
produttive. Si può infatti notare come vi sia una differenza abbastanza notevole tra i
settori evidenziati nei vari periodi e nelle diverse intensità, ma la loro direzione non è
univocamente determinata.10
7. Evoluzione del modello di sviluppo estensivo trevigiano
Possiamo definire in sintesi alcuni aspetti che caratterizzano il modello di sviluppo della
Provincia di Treviso:
1. Crescita estensiva del numero delle imprese e frammentazione della divisione del
lavoro.
2. Uno stretto legame tra crescita del reddito e dell'occupazione (prevalenza di
settori con deboli economie di scala in cui la produttività è strettamente dipendente
dall'innovazione ma non dal volume prodotto).
3. Conseguente crescita del numero di addetti nell'industria ma debole crescita del
valore aggiunto per addetto.
Questo modello ha dimostrato di possedere numerosi aspetti positivi ma attualmente sta
incontrando alcune difficoltà:
a. Un profondo mis-match tra domanda e offerta di lavoro (domanda di tecnici
qualificati e di manodopera rispetto all'offerta di lavoro impiegatizio non tecnico).
b. Una difficoltà ad incanalare il risparmio locale verso la domanda di capitali per
investimento produttivo, difficoltà che cresce con l'aumento della ricchezza
(problema non analizzato qui ma che si intreccia con gli altri esposti, si vedano le
ricerche del prof.Bresolin).
c. Difficile ricambio generazionale dell'imprenditoria a causa della prevalenza di
imprese strettamente legate alle persone, dell'intrasmissibilità delle risorse
immateriali accumulate e della difficoltà di finanziamento dei nuovi imprenditori.
Questi risultati sono confermati dallo studio di Bruzzo (2002).
In particolare si noti la differenza esistente - a parità di settori complessivi, 35 contro 36 - tra le
variazioni superiori al doppio della media in Europa e fuori dall'Europa.
9
10
36
La reazione del sistema produttivo della Marca a questi problemi, tenuto anche conto
della situazione macroeconomica internazionale, è stata l'esternalizzazione di fasi
produttive intensive in lavoro verso altri paesi, il consolidamento delle reti commerciali
per stabilizzare la domanda, la ristrutturazione delle relazioni tra imprese e la
ridefinizione della domanda locale di input intermedi della produzione verso un
incremento qualitativo e un più elevato contenuto tecnologico.
Le conseguenze che abbiamo osservato sulla specializzazione produttiva consistono
innanzitutto nel mantenimento delle posizioni acquisite in produzioni finali di settori
relativamente maturi, anche se di alto livello. Queste posizioni sono garantite da un
continuo processo di innovazione, prevalentemente di prodotto nelle imprese finali e di
processo in quelle intermedie rispetto alla filiera produttiva. In secondo luogo, si è
verificato lo sviluppo di produzioni caratterizzate da tecnologie più sofisticate in settori
funzionali ai prodotti finiti maturi. Quindi i fenomeni di clustering di imprese con
tecnologie più avanzate avvengono all'interno di filiere piuttosto che tra imprese di
simile tecnologia. Ciò offre il vantaggio di garantire un forte orientamento alla
produzione riducendo l'incertezza dell'innovazione, allo stesso tempo garantisce una
minore spinta propulsiva delle esternalità immateriali specifiche legate alla ricerca e
sviluppo.
L'economia trevigiana sta nel suo complesso integrandosi in Europa (in senso
geografico) aumentando notevolmente la quota delle esportazioni in tutti i settori. Negli
ultimi anni si è verificato anche un consistente aumento delle esportazioni al di fuori del
nostro continente grazie alla debolezza dell'euro e alla forte domanda di consumi
(basata sul debito) negli Stati Uniti. Negli ultimi due anni questa tendenza si è arrestata
a causa della crisi economica e dell'incertezza politica internazionale. Tale fatto, dopo la
crisi del 1998 conseguente ai problemi finanziari del Sud-est asiatico, conferma come
l'espansione dei mercati necessaria allo sviluppo rende il sistema economico trevigiano
anche molto più dipendente dal ciclo politico-economico internazionale e quindi più
vulnerabile di quanto non lo fosse negli anni '80. Tale situazione è in buona parte
responsabile della debole crescita degli ultimi anni.
Possiamo quindi distinguere due livelli di strutturazione delle relazioni economiche di
Treviso, il primo, relativamente più stabile, definito a livello continentale e l'altro,
caratterizzato da maggiore aleatorietà, proiettato su spazi più ampi. In primo luogo, si
evidenzia una stretta connessione "a valle" di alcuni settori meccanici con la Germania
con la conseguente dipendenza dal ciclo economico tedesco.11 Contemporaneamente si
registra una forte dipendenza dalla ricerca tecnologica di base tedesca che viene
utilizzata nelle innovazioni applicative trevigiane. L'altra importante connessione
continentale europea di Treviso è definibile come "a monte" in quanto riguarda la
Senza sottovalutare i rapporti di concorrenza che molte delle nostre imprese intrattengono con quelle
tedesche.
11
37
produzione di calzature o di alcune loro lavorazioni e di altre produzioni ad alta
intensità di lavoro che vengono svolte nei paesi dell'Est europeo.12 Questo tipo di
connessioni appare nel breve-medio periodo piuttosto stabile.
L'altro livello di strutturazione delle relazioni economiche della Marca riguarda i paesi
extra-europei e si basa su una forte connessione "a valle" col mercato USA (per alcune
aziende rappresenta più del 50% delle esportazioni) e sulle connessioni "a monte" con i
paesi dell'Est-asiatico ed in particolare con la Cina. Entrambe queste connessioni sono e
rimarranno molto aleatorie, a causa di fattori macroeconomci (e politici) la prima, e a
causa di fattori microeconomici e politici la seconda. In quest'ultimo caso si tratta
soprattutto di una scarsa tutela dei diritti di proprietà e di concorrenza sleale in genere.
Al di là di tali forti connessioni, la migliore caratteristica del sistema economico della
Marca è la sua diversificazione in una pluralità di settori e l'esistenza di numerose
aziende con forte individualità anche in assenza di economie esterne generate da
fenomeni di concentrazione geografica. Questi fattori assicurano all'economia un
continuo lento sviluppo ed una notevole stabilità anche in periodi di crisi.
8. Conclusioni: Treviso nel nuovo contesto economico europeo
La situazione della provincia di Treviso è quindi caratterizzata da un modello di
sviluppo estensivo che, al contrario di altre regioni come l'Irlanda, riesce a diffondere il
benessere in modo abbastanza capillare sul territorio e tra la popolazione. Per questa
stessa ragione – la necessità di allargare i propri orizzonti – ha tuttavia trovato difficoltà
a mantenere un elevato tasso di crescita del reddito negli ultimi otto anni. Questo tipo di
modello sembra essere stato frenato dalla situazione macroeconomica e dalle difficoltà
legate alla congiuntura internazionale. Non vanno poi dimenticate delle cause legate alle
carenze infrastrutturali di un territorio che soffre di problemi di congestione. Come
recenti studi hanno dimostrato (Lang, 2003), l'investimento in infrastrutture è quello che
in molte aree europee – lo studio econometrico citato riguarda la Germania – può offrire
in questi ultimi anni il maggiore rendimento in termini di crescita economica.
Appare un po' preoccupante la difficoltà a far lievitare il valore aggiunto per addetto,
rispetto a quanto avviene negli atri paesi europei, senza "esportare fasi della
produzione" come avviene per l'abbigliamento e per le calzature sportive. Il problema,
tuttavia, non sembra risiedere nella struttura delle specializzazioni settoriali della
produzione, come generalmente sostenuto da molti economisti, quanto nella struttura di
mercato ed in fattori macroeconomici che condizionano il livello dei prezzi. Appare
Questo ruolo di tale area rimarrà tale nel medio priodo in quanto, nonostante la rapida crescita, non
potrà divenire un mercati molto florido per lo sbocco dei prodotti trevigiani.
12
38
anche molto importante la dinamica di ristrutturazione interna ai settori consistente nella
riorganizzazione delle imprese. In particolare modo è fondamentale garantire una
crescita del profilo qualitativo dell'occupazione ricollocando geograficamente alcune
fasi di lavorazione e provvedere al rafforzamento della struttura commerciale.
L'evoluzione verso produzioni a tecnologie più sofisticate sembra anch'essa più un
problema interno ai settori produttivi che una questione intersettoriale. La possibilità di
aumentare il valore aggiunto per addetto sembra dipendere più dalla collocazione sul
mercato che dalla possibilità di ridurre i costi e quindi diverrà sempre più importante
rafforzare i canali commerciali. Questo fenomeno sta già avvenendo e vi sono evidenti
segni che si possa innescare un processo di selezione qualitativa delle attività
produttive.
Infine, sia dai dati delle specializzazioni produttive, sia dai dati delle specializzazioni
esportative – e delle loro variazioni – emerge un'immagine del sistema produttivo della
Marca molto meno specializzato in settori "maturi". Vi sono invece molti spazi
d'eccellenza spesso legati a singole imprese o a gruppi di imprese molto specializzate e
cresciute in modo rilevante nel loro settore.
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Il sistema produttivo della provincia di Treviso nel nuovo contesto