IL NOSTRO MONDO LE DINAMICHE DI RECLUTAMENTO E DI CARRIERA DEI FISICI NEL SISTEMA UNIVERSITARIO ITALIANO PAOLO ROSSI Dipartimento di Fisica «E. Fermi», UniversitaÁ di Pisa 1. ± Oggetto e motivazioni dell'analisi La ricerca in Fisica in Italia si svolge prevalentemente in ambito universitario. I centri di ricerca privati sono pochi e fortemente finalizzati alle applicazioni industriali, mentre la pur importante attivitaÁ degli Enti Pubblici di Ricerca avviene molto spesso in combinazione sinergica con la componente universitaria, come nel caso dell'INFN, e come eÁ stato nel caso dell'INFM. E non v'eÁ alcun dubbio sul fatto che, oltre al fabbisogno di apparati e di strumentazione, condizione essenziale per lo svolgimento della ricerca stessa sia la disponibilitaÁ di un sufficiente «capitale umano», nella forma di personale di ricerca che, come anche gli studi internazionali piuÁ recenti dimostrano, esprime il meglio delle proprie capacitaÁ e potenzialitaÁ in condizioni di lavoro stabile e strutturato. Chi voglia contribuire a definire politiche adeguate alla creazione e mantenimento di tale capitale umano deve necessariamente volgere lo sguardo al passato, recente e meno recente, per comprendere le dinamiche che hanno governato e governano i processi di reclutamento e di carriera all'interno della comunitaÁ dei ricercatori: si tratta infatti di un sistema intrinsecamente poco flessibile, nel quale gli interventi normativi, legislativi e finanziari (sia tempestivi che intempestivi) possono produrre effetti destinati a influenzare l'intero sistema su archi di tempo molto lunghi, la cui scala eÁ definita dalla durata media della vita lavorativa (30±40 anni). In questa prospettiva abbiamo studiato le carriere accademiche dei fisici transitati con posizioni di ruolo all'interno del sistema universitario italiano, estendendo l'analisi al piuÁ ampio periodo di tempo per il quale risultasse in qualche modo accessibile una quantitaÁ statisticamente adeguata di dati. Tale analisi non ha potuto comunque estendersi a date antecedenti il 1980, anno per molti aspetti epocale per il sistema universitario, e nel quale eÁ stato definito l'assetto istituzionale della docenza universitaria, mentre i successivi interventi legislativi, inclusa l'autonomia statutaria (legge 168 del 1989), la riforma dei concorsi (legge 210 del 1998) e quella degli ordinamenti didattici (D.M. 509 del 1999) non hanno avuto alcun effetto significativo, almeno sul piano quantitativo e nel lungo periodo, sulle dinamiche complessive del sistema, che sembrano obbedire a leggi assai piuÁ stabili e profonde di quelle prodotte da Parlamenti e Governi. Un venticinquennio eÁ un arco di tempo abbastanza esteso al fine di individuare dinamiche anche di lungo periodo, e infatti l'indagine ci ha permesso di evidenziare con assoluta chiarezza alcuni fenomeni salienti che qui vogliamo brevemente riassumere: ± mentre il numero totale dei fisici eÁ seppur lentamente cresciuto, il peso specifico della fisica nel sistema universitario eÁ significativamente diminuito, a fronte di una crescita che in molti altri settori eÁ stata decisamente piuÁ marcata; ± dopo un periodo di assestamento volto a smaltire gli effetti dell'ope legis del 1980, il rapporto percentuale tra le fasce docenti si eÁ definitivamente assestato su valori non «pro- 3 IL NUOVO SAGGIATORE 4 grammati» ma ormai stabili, mentre i rapporti numerici tra i s.s.d. cambiano lentamente ma significativamente; ± il reclutamento di ricercatori, quando non alterato da improvvidi interventi legislativi, si mantiene anch'esso stabile, ma purtroppo su valori che sono solo una frazione pressoche costante del numero totale di giovani atti alla ricerca individuati in ciascuna classe d'etaÁ anagrafica: questo scarto produce automaticamente una deriva lineare nell'etaÁ media di reclutamento, che si eÁ innalzata costantemente, a un ritmo di quasi quattro mesi all'anno, per tutto il venticinquennio; ± tale fenomeno si ripercuote in modo quasi meccanico sul passaggio alla fascia degli associati, per cui l'etaÁ media di ingresso in questa fascia eÁ cresciuta linearmente e costantemente per tutto il periodo esaminato, e lo stesso eÁ accaduto per l'etaÁ media d'ingresso alla fascia degli ordinari, sempre al ritmo di crescita di circa quattro mesi all'anno; ± un'ulteriore conseguenza di questi andamenti si ha sulla permanenza media nella fascia dei ricercatori e in quella degli associati, che per effetto della deriva summenzionata risultano significativamente piuÁ lunghe della differenza tra le etaÁ medie d'ingresso stimate a data fissa; ± l'etaÁ media di ciascuna fascia e dell'intera comunitaÁ eÁ cresciuta al ritmo di sei mesi all'anno Per analizzare le dinamiche di reclutamento e carriera in sistemi come quello universitario italiano si era giaÁ introdotto in passato un modello teorico flessibile, che abbiamo adattato al caso in cui vi sia una deriva (lineare) di tale etaÁ media, traendone le conseguenze a livello predittivo. Abbiamo potuto inoltre individuare, sulla base dei dati sperimentali, un appropriato modello analitico della distribuzione in etaÁ al reclutamento, che sembra seguire con grande precisione la curva di Gompertz (proposta nel 1825 per la descrizione della probabilitaÁ di morte in funzione dell'etaÁ). La curva dipende da due soli parametri, associabili alla media e alla varianza della distribuzione, ed eÁ descritta dall'equazione p t C exp [C(t* t) exp C(t* t)], dove t* eÁ il valore piuÁ probabile, la media vale t* g=C (g eÁ la costantepdi Eulero 0,577...) e la semilarghezza vale p= 6C. Questo risultato sembra poter offrire interessanti spunti teorici e produrre importanti predizioni fenomenologiche. 2. ± La base di dati: estensione e attendibilitaÁ L'operazione di raccolta dei dati non eÁ stata semplice, in quanto le fonti istituzionali forniscono soltanto dati aggregati e spesso incompleti per quanto riguarda parametri significativi come l'anno di nascita o la carriera antecedente la posizione attuale. Abbiamo quindi fatto ricorso all'ampia messe di materiale disponibile in rete (soprattutto curricula individuali e verbali di valutazioni comparative), incrociando i dati cosõÁ raccolti con quelli istituzionali per verificarne la mutua coerenza, e completando la base di dati con il ricorso sistematico a interviste individuali, anche grazie alla straordinaria e ammirevole disponibilitaÁ da parte di tutti i soggetti intervistati. La base di dati contiene le schede relative a 1529 ricercatori, 1713 associati e 1140 ordinari, per ognuno dei quali sono di regola specificati gli anni di nascita, di reclutamento e di eventuale promozione (o pensionamento). Non si tratta ovviamente di altrettanti individui distinti, perche lo stesso soggetto puoÁ figurare, in tempi diversi, anche in tutti i gruppi, o piuÁ spesso in almeno due di essi. In effetti 671 ricercatori figurano anche tra gli associati, e 429 associati (di cui 151 ex-ricercatori) figurano anche tra gli ordinari. La base di dati include quindi 3282 individui distinti. Le principali incompletezze della base di dati sono dovute ai seguenti problemi: 1) la totale mancanza di informazioni sugli ordinari e gli associati pensionati prima del 1991 (stimati in meno di un centinaio per ciascuna fascia) e sui ricercatori pensionati prima del 1995 (non piuÁ di qualche decina); 2) la mancanza di informazioni sulla carriera degli ordinari pensionati tra il 1991 e il 1998; 3) la mancanza di informazioni sul pensionamento degli associati cessati prima del 1998; 4) la mancanza di informazioni sulla carriera pregressa degli ordinari reclutati prima del 1991 Queste informazioni mancanti sono tuttavia sostanzialmente ininfluenti ai fini della valutazione degli indicatori piuÁ interessanti, che sono quelli relativi al numero dei reclutati e all'etaÁ media di reclutamento nell'intervallo di tempo in esame, in quanto eÁ legittimo supporre che la stragrande maggioranza degli ordinari pensionati prima del 1998 siano stati assunti prima del 1980, e che gli associati e ricercatori pensionati prima del 1998 siano stati assunti con l'ope legis del 1980, e quindi le relative informazioni siano IL NOSTRO MONDO pertinenti soltanto alla stima dei parametri di quel reclutamento iniziale. Per quanto riguarda gli ordinari reclutati prima del 1991, possiamo presumere che nella quasi totalitaÁ dei casi si trattasse di associati in ruolo dal 1980 a seguito del DPR 382 o di soggetti esterni al sistema universitario; il numero dei casi di ricercatori promossi ad associato nel 1987-88 e poi a ordinario nel 1990 eÁ sicuramente limitatissimo. Alla luce di queste considerazioni, e tenendo conto anche dei possibili errori materiali, valutiamo che l'errore sistematico sui nostri risultati, ove non diversamente ed espressamente indicato, sia sempre significativamente inferiore all'1%. 3. ± La popolazione delle fasce e la sua evoluzione temporale vo dell'esiguo numero di posti a concorso e della limitata quantitaÁ di pensionamenti. Con una rapidissima transizione, nell'arco di un triennio il numero degli ordinari sale a oltre 850, per poi stabilizzarsi intorno a quel valore. Il numero degli associati, oscillante intorno al migliaio nel primo decennio, scende bruscamente tra il 1999 e il 2000 per poi stabilizzarsi intorno alle 930 unitaÁ. Il numero dei ricercatori infine, cresciuto tra il 1990 e il 1997 da circa 500 a oltre 750 unitaÁ, continua a crescere, ma molto piuÁ lentamente, nel periodo successivo fino a raggiungere le 800 unitaÁ nel 2006. In termini di composizione percentuale della docenza, si vede chiaramente che, dopo un decennio di transizione e di assestamento, si eÁ raggiunto nell'ultimo quinquennio un assetto sostanzialmente stabile, che vede un 33% di ordinari, un 36% di associati e un 31% di ricercatori. 3.1. ± L'andamento numerico complessivo Per le ragioni indicate nella sezione precedente, un'analisi accurata dell'evoluzione temporale della docenza puoÁ essere effettuata soltanto a partire dal 1990. Il numero complessivo dei fisici in servizio presenti nella base di dati passa da 2139 nel 1990 a 2605 nel 2006, con un andamento della crescita approssimativamente lineare e con una media annua di crescita di circa 29 unitaÁ (1,36% del valore iniziale). Questo dato deve essere peroÁ confrontato con l'andamento complessivo del sistema universitario italiano, che nello stesso periodo vede la docenza passare da circa 43 000 a circa 62 000 unitaÁ, con un incremento medio annuo pari al 2,76% del valore iniziale, un valore all'incirca doppio del coefficiente di crescita dei fisici. Come conseguenza il peso specifico dei fisici nel sistema universitario passa da un approssimativo 5% dei primi anni '90 al 4,2% del 2006, senza che il fenomeno mostri alcun segno di rallentamento. 3.2. ± La proporzione tra le fasce Pur all'interno di un quadro generale di crescita l'andamento temporale della popolazione delle tre fasce docenti mostra significative differenze, soprattutto nel decennio che va dal 1990 al 2000. Dal 1990 al 1999 il numero degli ordinari resta sostanzialmente stabile intorno alle 650 unitaÁ, per l'effetto concomitante e compensati- 5 3.3. ± L'andamento per settori scientifico-disciplinari Il peso specifico dei settori scientifico-disciplinari si eÁ modificato nel corso del venticinquennio, in una misura che eÁ resa significativa soprattutto dal fatto che le linee di tendenza sembrano costanti nel tempo. In nessun caso si registrano brusche discontinuitaÁ, ma si osservano effetti di lenta deriva la cui scala tipica eÁ quantificabile in un punto percentuale per decennio. Qualche effetto di minor rilevanza eÁ dovuto alla ridefinizione dei settori, ma il numero dei soggetti che hanno cambiato settore rispetto alla scelta che risultava «naturale» al momento della ridenominazione risulta molto limitato in tutte le fasce. I settori in crescita sono FIS/01 (dal 33% al 35% del totale) e so- IL NUOVO SAGGIATORE prattutto FIS/03 (dal 12% al 17%), mentre risultano in calo FIS/02, che passa dal 15% al 13%, FIS/04 (dal 7% al 5%), FIS/05 (dall'8% al 6%), FIS/ 07 (dal 21% al 19%) e FIS/08 (dal 4% al 2%). 3.4. ± L'andamento dell'etaÁ media Durante tutto il periodo in esame l'etaÁ media del personale docente eÁ andata costantemente crescendo in tutte le fasce, e di conseguenza nell'intera comunitaÁ dei fisici. Nel 1980 l'etaÁ media dei ricercatori era di 31 anni, quella degli associati era di 40 anni e quella degli ordinari era di 46 anni. Nel 1990 i valori erano giaÁ saliti rispettivamente a 38, 48 e 54 anni, con una crescita media di 0,75 anni per anno. L'etaÁ media nel 2006 era di 44 anni per i ricercatori, 53 anni per gli associati e 61 anni per gli ordinari, e la crescita media nel venticinquennio eÁ stata di 0,5 anni per anno. Si noti che l'etaÁ media dell'intera comunitaÁ risulta sempre molto prossima all'etaÁ media degli associati alla stessa data. Il valore dell'etaÁ media e la distribuzione in etaÁ non sembrano dipendere sensibilmente dal settore scientificodisciplinare. Tutti i settori, a tutti i tempi, mostrano valori medi e profili d'etaÁ molto prossimi a quelli complessivi. 6 erratici e non collocabili in un quadro programmatico. CioÁ che un'analisi di lungo periodo riesce a evidenziare eÁ una significativa tendenza alla crescita, per cui, dopo l'assorbimento simultaneo di un grande numero di ricercatori (non meno di 400) a seguito del D.P.R: 382/80 e un decennio di bassissimo reclutamento (circa 200 concorsi tra il 1981 e il 1990), si passa da una media annuale poco superiore ai 40 concorsi negli anni `90 a una media prossima ai 70 concorsi annui nell'ultimo quinquennio. L'andamento del reclutamento non eÁ stato uniforme nei differenti s.s.d., per analizzare questo fenomeno il parametro piuÁ significativo eÁ la variazione temporale del peso percentuale di ciascun settore nel complesso dell'area fisica. Alcuni settori mostrano un peso sostanzialmente stazionario nel lungo periodo (eÁ il caso di FIS/04 e FIS/05, entrambi stabili intorno al 6±7% del totale), ma piuÁ in generale si ha una fase di transizione, dal 1980 fino ai primi anni '90, nella quale alcuni settori si riassestano anche a seguito della loro ridefinizione (mentre FIS/01 sale dal 32% al 39%, FIS/07 scende dal 19% al 15% e FIS/08 dal 5% al 2%), e un paio di settori mostra significative (e opposte) variazioni (FIS/02 passa dal 17% al 13% mentre FIS/03 passa dal 15% al 19%). Al termine del periodo di transizione il peso percentuale dei settori si eÁ stabilizzato sui valori finali sopra indicati, che coincidono quindi con quelli attuali. 4.2. ± L'etaÁ media al reclutamento e la sua evoluzione 4. ± Il reclutamento dei ricercatori 4.1. ± L'andamento temporale globale e per settori L'andamento annuale del reclutamento di ricercatori eÁ soggetto a continue fluttuazioni causate da interventi legislativi quasi sempre Il fenomeno piuÁ caratteristico (e preoccupante) che eÁ possibile evidenziare mediante l'analisi di lungo periodo eÁ quello della crescita lineare dell'etaÁ media al reclutamento. Si tratta di un andamento completamente regolare, non influenzato dalle fluttuazioni nel volume del reclutamento stesso, e del tutto uniforme nei differenti s.s.d., che mostrano a ogni data valori tra loro coerenti per tale parametro. A livello quantitativo si passa dai circa 29 anni di etaÁ media registrati nel 1983 ai circa 36 anni del 2005±2006, con una crescita annuale dell'etaÁ media al reclutamento prossima ai 4 mesi per anno, e senza alcun segnale di rallentamento, al punto che il coefficiente del temine quadratico in un best fit polinomiale eÁ zero entro l'errore. IL NOSTRO MONDO Si noti che il fenomeno non eÁ in alcun modo collegabile al reclutamento, tramite concorso riservato, di un certo numero di tecnici laureati (la cui etaÁ media eÁ tipicamente piuÁ elevata di quella dei vincitori dei concorsi liberi). Si tratta infatti di un numero esiguo di soggetti (in tutto 74), il cui reclutamento per di piuÁ si eÁ concentrato nel 2000±2002, anni nei quali si registra infatti, oltre il trend generale, una temporanea fluttuazione verso l'alto dell'etaÁ media dei reclutati. soggetti reclutati in virtuÁ del DPR 382, in quanto il meccanismo di reclutamento era in quel caso del tutto anomalo. Il numero dei soggetti restanti ha comunque permesso un'analisi statisticamente accurata, dalla quale eÁ emerso che la distribuzione in etaÁ al reclutamento eÁ descritta con grandissima precisione dalla curva di Gompertz. Dal punto di vista della dinamica delle popolazioni il risultato eÁ certamente soddisfacente, anche se non vorremmo qui avventurarci in una sua interpretazione «sociologica». La curva di Gompertz implica una decrescita esponenziale della probabilitaÁ di reclutamento per i soggetti che abbiano superato l'etaÁ media. Il coefficiente C della decrescita eÁ direttamente collegato alla semilarghezza della distribuzione, e la sua conoscenza permette di fissare l'intervallo di etaÁ entro il quale un candidato «tipico» ha una ragionevole probabilitaÁ di vincere un concorso. Per il reclutamento dei ricercatori, il best fit indica per l'etaÁ media di reclutamento al variare del tempo il valore 28,4 0,3*y, dove y eÁ l'anno di reclutamento (calcolato a partire dal 1980), mentre il coefficiente di decrescita della distribuzione in etaÁ eÁ C 0,39. 4.3. ± La distribuzione in etaÁ al reclutamento Ai fini di una comprensione dettagliata delle dinamiche che governano il reclutamento eÁ importante conoscere anche la forma della distribuzione in etaÁ anagrafica al momento della nomina dei soggetti reclutati. Lo studio di questa distribuzione eÁ stato reso possibile dall'individuazione del fenomeno della deriva dell'etaÁ media sopra evidenziato, in quanto un'eventuale universalitaÁ della dipendenza funzionale risulterebbe comunque oscurata nella distribuzione cumulativa delle etaÁ al reclutamento a causa della sovrapposizione di distribuzioni annuali la cui media differisce di anno in anno, mentre l'analisi delle singole distribuzioni annuali non arriva a fornire informazioni significative a causa dell'esiguitaÁ dei numeri in gioco. Abbiamo quindi provveduto a riportare tutte le distribuzioni annuali a una comune origine sottraendo per ogni anno dal valore dell'etaÁ quello dell'etaÁ media predetta per quell'anno dall'interpolazione lineare (pesata) delle etaÁ medie. Abbiamo escluso dalla distribuzione gli ex tecnici laureati (per i motivi sopra spiegati) e i 7 4.4. ± La distribuzione dei reclutati per anno di nascita Lo studio della distribuzione dei ricercatori per anno di nascita ci offre un nuovo importante elemento di comprensione delle dinamiche del reclutamento. Notiamo infatti che eÁ possibile distinguere chiaramente quattro intervalli temporali caratterizzati da andamenti molto diversi. Poiche l'anno medio di nascita dei primi reclutati nel ruolo era il 1949, il periodo antecedente tale data eÁ caratterizzato da una coda IL NUOVO SAGGIATORE esponenzialmente decrescente con l'aumentare dell'etaÁ, un risultato coerente con l'analisi presentata nella precedente sottosezione. L'intervallo tra il 1949 e il 1959 eÁ caratterizzato da un plateau in cui i valori oscillano intorno ai 50 reclutati per ogni anno di nascita. Si passa poi, con una brusca transizione (corrispondente ai reclutamenti dei primi anni '90), a un secondo regime di plateau, che si estende dal 1960 al 1967, e nel quale peroÁ i valori oscillano intorno ai 75 reclutati per anno di nascita. La decrescita osservata negli anni successivi al 1967 ha anch'essa un andamento esponenziale coerente con i risultati presentati in precedenza. Si osservi dunque che, a differenza della distribuzione per anno di reclutamento, quella per anno di nascita eÁ poco sensibile agli interventi di tipo normativo, e sembra riflettere soprattutto logiche che sono interne al mondo della ricerca, e rispondere a leggi di «domanda» e di «offerta» di lavoro intellettuale le cui dinamiche evolvono di solito abbastanza lentamente. La discontinuitaÁ del 1959 segnala soltanto il momento del raccordo tra due andamenti molto diversi sia qualitativamente che quantitativamente: quello governato dalle dinamiche instauratesi nel sistema universitario a partire dagli anni '70 e quello instauratosi dopo la pausa degli anni '80 e giunto poi rapidamente a regime. 8 4.5. ± Le ragioni dinamiche dell'innalzamento dell'etaÁ media I risultati presentati nella precedente sottosezione ci permettono di formulare una spiegazione causale e dinamica del costante innalzamento dell'etaÁ media al reclutamento. Notiamo infatti che, se esiste (come eÁ costantemente esistito per la fisica universitaria nell'ultimo venticinquennio) uno scarto percentualmente costante tra il numero dei reclutati per anno di nascita quello per anno di reclutamento, questo scarto produce automaticamente una crescita lineare dell'etaÁ di reclutamento, e il coefficiente della crescita ha una semplice relazione matematica con la percentuale dello scarto. In concreto, una crescita come quella osservata, pari a circa 0,3 anni ogni anno, viene spiegata da una disponibilitaÁ di posti per anno che sia in media pari al 70% dei reclutati per anno di nascita, e in effetti questo valore eÁ consistente con i dati, poiche la media annuale dei reclutamenti nel periodo di riferimento eÁ poco sopra i 50, mentre come abbiamo visto il valore di plateau dei reclutati eÁ di circa 75 per anno di nascita. 4.6. ± La permanenza media in servizio Se consideriamo i 671 ricercatori che, nel corso del periodo esaminato, sono stati promossi ad associato possiamo calcolare la differenza tra la data di reclutamento e quella di promozione e ottenere la distribuzione della durata della loro permanenza nel ruolo dei ricercatori. Questa distribuzione mostra qualche irregolaritaÁ, con un picco principale attorno agli 8 anni e uno secondario attorno ai 12 anni, ma esaminando la distribuzione cumulativa riconosciamo anche in questo caso un andamento coerente con le predizioni teoriche che si possono inferire da un modello di reclutamento alla fascia degli associati simile a quello individuato per i ricercatori. Notiamo in particolare che il valor medio della permanenza in ruolo eÁ di circa 11 anni, con una notevole differenza rispetto al valore al picco principale. Da questi dati eÁ anche possibile estrapolare la probabilitaÁ totale che ciascun ricercatore ha di essere promosso nel corso della propria carriera. L'intervallo nel quale si puoÁ ritenere che si sia raggiunto il valore asintotico, anche sulla base dei risultati precedenti, eÁ quello relativo agli anni di reclutamento dal 1983 al 1995. In questo intervallo la frazione dei ricercatori reclutati promossa ad associato eÁ pari al 71% e l'analisi dei dati annuali mostra una sostanziale stabilitaÁ intorno a tale valore, mentre a partire dal 1995 la percentuale decresce esponenzialmente, come previsto. Vale infine la pena di notare che solo il 58% dei ricercatori reclutati nel 1980 eÁ stato promosso. IL NOSTRO MONDO promozione di ricercatori. In realtaÁ, considerando i dati a partire dal 1987 (inizio dei concorsi liberi per associato) si verifica che su circa 870 reclutati almeno 170 (20% del totale) non erano ricercatori. Guardando all'evoluzione temporale del fenomeno, dopo un calo iniziale (dovuto all'aumento del numero complessivo dei ricercatori) si notano a partire dal 1998 oscillazioni anche molto ampie intorno a una media annuale del 14%, ma nessun segnale di ulteriore decrescita tendenziale della frazione di reclutati esterna al mondo universitario. 5. ± La carriera: la fascia degli associati 5.1. ± L'andamento temporale globale e per settori L'andamento temporale su base annuale del reclutamento degli associati eÁ piuÁ erratico di quello dei ricercatori. Fino al 1998 cioÁ dipende dall'irregolaritaÁ con cui venivano banditi i concorsi, mentre dopo quella data si devono scontare gli effetti dei periodici blocchi delle assunzioni. Esiste comunque anche in questo caso una linea di tendenza verso la crescita del numero medio annuo dei reclutati, che passa dai circa 40 degli anni `80 ai quasi 70 della fase iniziata nel 1999. Per i singoli settori scientifico-disciplinari, le tendenze sono molto simili a quelle registrate nel caso dei ricercatori. Alcuni settori restano stabili (FIS/02 con l'11%, FIS/04 con il 4% e FIS/05 con il 6%) a partire dal 1985 (quando termina la prima fase di applicazione del DPR 382). Si registra una modesta crescita (dal 33% al 35%) del settore FIS/01 accompagnata da un piccolo calo (dal 7% al 5%) di FIS/08. Ma i fenomeni piuÁ rilevanti sono la crescita di FIS/03 dall'8% al 15% e il calo di FIS/07 dal 30% al 24%. EÁ interessante notare che i valori finali in alcuni casi non sono ancora stabili, e soprattutto non sono allineati con le percentuali osservate nel caso dei ricercatori. 5.2. ± La provenienza dei reclutati EÁ interessante notare che, per la fisica universitaria, il reclutamento degli associati non si riduce mai a un fenomeno di pura 5.3. ± L'etaÁ media al reclutamento e la sua evoluzione Anche nel caso degli associati il dato piuÁ evidente e rilevante eÁ l'inarrestabile tendenza alla crescita lineare dell'etaÁ media di reclutamento. Se l'etaÁ media degli associati entrati in servizio per effetto del DPR 382 eÁ di circa 40 anni (per effetto del ritardo accumulato a partire dal 1973), nella prima tornata dei concorsi liberi (1987/88) l'etaÁ media dei vincitori si aggira intorno ai 38 anni, ma cresce poi fino al valore di 44 anni registrato nel biennio 2005/06, con un incremento di circa 0,3 anni ogni anno, perfettamente coerente con quello dell'etaÁ media al reclutamento dei ricercatori. Come giaÁ empiricamente notato, la combinazione di questi due andamenti produce un allungamento della permanenza media in servizio nella fascia dei ricercatori, che risulta significativamente maggiore della differenza tra le etaÁ di reclutamento valutate a data fissa. EÁ facile 9 IL NUOVO SAGGIATORE calcolare che, con un incremento medio di 0,3 anni all'anno nell'etaÁ di reclutamento in entrambe le fasce, se la differenza tra le due etaÁ a data fissa eÁ di 8 anni la durata media della permanenza nel ruolo dei ricercatori sale a circa 11 anni. 5.4. ± La distribuzione in etaÁ al reclutamento Applicando il metodo di analisi descritto nel caso dei ricercatori, e non considerando gli associati reclutati dal 1980 al 1985 per effetto del DPR 382, si trova che anche in questo caso la distribuzione eÁ descritta con grande accuratezza dalla curva di Gompertz. Dal best fit si ricava la dipendenza dal tempo dell'etaÁ media al reclutamento, espressa dalla relazione 35,9 0,3* y, dove al solito l'anno y eÁ calcolato a aprtire dal 1980. Il coefficiente della decrescita esponenziale della distribuzione vale C 0,27. Il valore di C eÁ naturalmente minore rispetto al caso dei ricercatori, essendo la probabilitaÁ di reclutamento ad associato in larga misura il risultato della convoluzione tra la probabilitaÁ di reclutamento a ricercatore e la probabilitaÁ di promozione. 10 clutati per anno di nascita, seguita da una fase (nati tra il 1952 e il 1959) in cui il valore medio crolla a poco piuÁ di 40 reclutati per anno. A partire dal 1960 inizia un andamento piuÁ regolare. Estrapolando l'asintoto da questa porzione della distribuzione si trova un valore medio di reclutati per anno di nascita «a regime» che tende a superare le 70 unitaÁ, il che spiega perche l'etaÁ media al reclutamento abbia continuato a crescere e possa eventualmente stabilizzarsi solo fra qualche tempo se si manterraÁ la tendenza, propria degli ultimi anni, a reclutare circa 70 nuovi associati ogni anno. 5.6. ± La permanenza media in servizio 5.5. ± La distribuzione dei reclutati per anno di nascita Anche nel caso degli associati si riconoscono regimi differenti, la cui analisi eÁ simile a quella presentata per i ricercatori. EÁ presente la coda esponenziale dei nati prima del 1940 (anno medio di nascita dei reclutati nel 1980); si ha poi una fase (nati tra il 1940 e il 1950) con valori oscillanti intorno ai 60 re- Analizzando le carriere dei 429 associati che nel corso del periodo esaminato sono stati promossi a ordinario possiamo ottenere la distribuzione della durata della loro permanenza nel ruolo degli associati. Questa distribuzione mostra grosse irregolaritaÁ, con due picchi di altezza circa uguale, rispettivamente intorno ai 14 e ai 20 anni e un valor medio di 13,5 anni. Tuttavia possiamo riconoscere nel secondo picco un effetto risultante dalla combinazione dell'immissione in ruolo simultanea di oltre 800 associati nel 1980 e dell'improvvisa e massiccia ripresa dei concorsi nel 2000. Abbiamo percioÁ esaminato la distribuzione cumulativa fino al diciannovesimo anno, riconoscendo anche in questo caso l'andamento teorico predetto, e in particolare trovando che il valor medio della permanenza in ruolo per questo gruppo ristretto eÁ di circa 11 anni. Per quanto riguarda la probabilitaÁ totale che un associato ha di essere promosso ordinario nel corso della propria carriera, notiamo che l'in- IL NOSTRO MONDO tervallo nel quale si puoÁ ritenere che si sia raggiunto il valore asintotico, eÁ solo quello relativo agli anni di reclutamento dal 1987 al 1990, e in questo intervallo la frazione degli associati reclutati promossa a ordinario eÁ pari al 59%, mentre come previsto a partire dal 1998 la percentuale decresce esponenzialmente. Notando poi che 206 degli 845 associati reclutati tra il 1980 e il 1985 (primo e secondo giudizio d'idoneitaÁ) sono stati promossi a ordinario a partire dal 1991, e assumendo che la stragrande maggioranza dei circa 240 reclutati nella fascia degli ordinari tra il 1987 e il 1991 sulla cui carriera pregressa non abbiamo informazioni provenisse dalla fascia degli associati, possiamo inferirne che circa il 40% del totale degli associati reclutati nel 1980±85 sia stato in seguito promosso a ordinario. 5.7. ± L'andamento del pensionamento Nella fascia degli associati il pensionamento resta ancora molto contenuto, per effetto della giaÁ osservata decrescita esponenziale dei reclutati con anno di nascita anteriore al 1940. Si manifesta comunque una lenta tendenza alla crescita, dai circa 20 pensionamenti annui dei primi anni '90 ai circa 30 pensionamenti degli anni piuÁ recenti. Sulla base della distribuzione in etaÁ si puoÁ stimare che questo valore si manterraÁ abbastanza stabile ancora per molti anni. 6. ± La carriera: la fascia degli ordinari 6.1. ± L'andamento temporale globale e per settori Il reclutamento degli ordinari fino al 1999 eÁ stato cadenzato, nei ritmi e nei numeri, dalle scadenze dei grandi concorsi nazionali (oltre 80 reclutati nel 1976±77, circa 100 nel 1980, circa 170 nel 1987, oltre 80 nel 1990±91, circa 70 nel 1994), ha avuto una lunghissima battuta d'arresto fino al 2000 per poi riprendere con ben 290 reclutati nel triennio 2000±02. Volendo individuare un trend conviene prendere in esame l'andamento della media annuale effettuata dividendo il totale dei reclutati dal 1980 a una data fissata per il totale degli anni trascorsi dal 1980 a quella data. In questo modo si evidenzia che fino al 2001 tale media oscilla tra 20 e 25 reclutati per anno, mentre a partire dal 2002 si stabilizza sui 27±28 reclutati per anno. L'andamento per settori eÁ significativamente diverso da quello dei ricercatori e degli associati. Nessun settore ha una percentuale realmente stabile, e il trend eÁ verso la crescita caratterizza i settori FIS/01 /dal 34% al 36%), FIS/03 (dal 14% al 17%) e FIS/07 (dal 10% al 14%), mentre sono in calo i settori FIS/02 (dal 18% al 15%), FIS/04 (dal 10% al 7%), FIS/05 (dall'11% al 7%) e FIS/08 (dal 3% al 2%) 6.2. ± La provenienza dei reclutati Diversamente dal caso precedente il reclutamento degli ordinari, dopo il 1980, avviene quasi esclusivamente a partire dalla fascia degli associati. La piuÁ significativa eccezione a questa regola eÁ data dalle chiamate dall'estero «per chiara fama», che sono comunque un numero molto esiguo (non piuÁ di una dozzina negli ultimi venti anni). 6.3. ± L'etaÁ media al reclutamento e la sua evoluzione Anche nel caso degli ordinari la deriva verso l'alto dell'etaÁ media al reclutamento si manifesta in modo netto. Se l'etaÁ media dei reclutati nel 1980 era di 42 anni, e quella dei reclutati nel 1987 era di 46 anni, giaÁ nel 2000 l'etaÁ media era di 51 anni e, dopo una battuta d'arresto, nell'ultimo triennio la tendenza alla crescita eÁ ripresa giungendo nel 2006 ai 52,4 anni. Il valor medio della crescita calcolato nel lungo periodo eÁ di circa 4 mesi di aumento annuale, un risultato coerente con i valori giaÁ registrati nel caso dei ricercatori e degli associati. 11 IL NUOVO SAGGIATORE Un'ovvia conseguenza della deriva verso l'alto dell'etaÁ media al reclutamento degli ordinari eÁ la minor permanenza media nel ruolo, con significative conseguenze sulla retribuzione, legate anche alla limitata possibilitaÁ di ricostruzione di carriera. Un ingresso a piuÁ di 52 anni implica che il periodo dalla fine dello straordinariato all'etaÁ massima di pensionamento (72 anni) risulta inferiore ai 17 anni. CioÁ significa meno di 25 anni di carriera «ricostruita», e l'impossibilitaÁ di raggiungere le massime classi stipendiali. spiega come semplice depauperamento per pensionamneto delle classi d'etaÁ piuÁ elevata, ed eÁ chiaramente legato a una dinamica di rapida crescita degli organici nel corso degli anni '60 e soprattutto '70. D'altro canto, senza che si possa identificare una regione intermedia di stabilitaÁ, la curva di reclutamento per i nati a partire dal 1950, peraltro molto irregolare, sembra indicare un asintoto compreso tra i 40 e i 45 reclutati per anno di nascita, che spiega l'innalzamento dell'etaÁ media al reclutamento. 6.6. ± L'andamento del pensionamento 6.4. ± La distribuzione in etaÁ al reclutamento Applicando il metodo di analisi giaÁ descritto, si trova che ancora una volta la distribuzione dei reclutati (a partire dal 1987) puoÁ essere descritta con discreta accuratezza dalla curva di Gompertz, anche se in questo caso la grande distanza tra le tornate concorsuali tende a introdurre una forte distorsione nella distribuzione, soprattutto per etaÁ di reclutamento inferiori alla media. L'etaÁ media di reclutamento puoÁ essere descritta nell'intervallo indicato dalla relazione 43,7 0,35* y, mentre il coefficiente della decrescita esponenziale vale in questo caso C 0,23. 12 6.5. ± La distribuzione dei reclutati per anno di nascita Nel caso degli ordinari questa distribuzione mostra due peculiaritaÁ di non facile interpretazione. Da un lato si nota un andamento di tipo esponenziale del numero degli ordinari (in servizio nel 1991) per gli anni di nascita compresi tra il 1916 e il 1938. Il fenomeno non si Anche in questo caso si manifesta una lenta tendenza alla crescita, dai circa 20 pensionamenti annui dei primi anni `90 ai circa 25 degli anni piuÁ recenti. Sulla base della distribuzione per anno di nascita ci si potraÁ aspettare un significativo aumento rispetto a questi valori soltanto a partire dal 2010, con un picco prossimo ai 65 pensionamenti annui negli anni 2012±2015. 7. ± Confronto con il modello teorico 7.1. ± Il modello stazionario e la sua estensione Un modello generale per la descrizione delle dinamiche del reclutamento universitario eÁ stato proposto nel 1994 nell'articolo «Programmazione degli accessi nella ricerca pubblica» pubblicato in Il Nuovo Saggiatore Vol. 10, no. 2, p. 33. Nell'applicazione del modello ci si limitava tuttavia al solo caso in cui le etaÁ medie di reclutamento nelle singole fasce restavano costanti nel tempo. Non eÁ difficile estendere i risultati del 1994 a ricomprendere il caso in cui la distribuzione in etaÁ anagrafica dei reclutati, pur restando invariata in forma, risulti soggetta a una traslazione temporale consistente con il fenomeno della crescita lineare dell'etaÁ media di reclutamento. Le equazioni che governano la dinamica risultano ancora integrabili, anche se qualche cautela nell'interpretazione dei risultati si impone per l'ovvia considerazione che il regime di validitaÁ delle previsioni non puoÁ estendersi prima di un «anno zero» in cui si instaura il regime e fuori da un arco di tempo oltre il quale la deriva lineare dell'etaÁ di reclutamento diventa necessariamente non realistica per banali motivi anagrafici. IL NOSTRO MONDO 7.2. ± Implicazioni del modello Dal modello modificato eÁ possibile trarre alcune precise predizioni quantitative. In particolare si dimostra che, posto m il coefficiente di crescita annuale dell'etaÁ di reclutamento, il rapporto tra il numero medio annuo di reclutati e il numero medio di reclutati per anno di nascita vale esattamente 1 m, e anche il rapporto tra la differenza nelle etaÁ di reclutamento a fasce adiacenti valutata a data fissa e la permanenza media effettiva in ruolo nella fascia inferiore vale 1-m. L'intera distribuzione dei reclutati in servizio in funzione dell'etaÁ anagrafica risulta traslata e riscalata del fattore 1/1 m rispetto alla corrispondente distribuzione calcolata a m 0. Tutti questi risultati, come abbiamo visto, sono in buona corrispondenza con i dati empirici quando si ponga m 0,3. Una trattazione matematica completa del modello saraÁ comunque presentata in altra sede. 8. ± Conclusioni Le principali considerazioni che si possono fare alla luce dei risultati qui esposti riguardano la sostanziale stabilitaÁ dinamica dei processi di reclutamento quando li si consideri nel complesso del sistema e su un arco di tempo sufficientemente lungo. La stabilitaÁ dinamica non comporta tuttavia invarianza nel tempo e stabilitaÁ «sociologica». Come abbiamo infatti visto (e ci sembra il risultato piuÁ significativo di questa ricerca), in presenza di un permanente e considerevole squilibrio tra l'»offerta» e la «domanda» di docenza universitaria si produce una crescita costante dell'etaÁ media di reclutamento, che eÁ la soluzione «matematica» di un problema di flusso, ma non puoÁ certo essere assunta, ne da un punto di vista fisico ne da un punto di vista sociale, come una caratteristica permanente del sistema universitario. I risultati presenti riguardano la comunitaÁ dei fisici, ma possono essere utilmente confrontati con risultati relativi ad altre aree scientifiche e culturali. In particolare un'indagine simile estesa al corpo docente di tutte le FacoltaÁ dell'UniversitaÁ di Pisa ha mostrato che i trend qui evidenziati sono presenti, con un perfetto accordo qualitativo e un buon accordo quantitativo, anche nell'insieme dei docenti di un intero Ateneo. Sarebbe estremamente interessante poter estendere l'analisi a tutto il sistema universitario italiano, a partire da dati «ufficiali» e completi, e verificare quali sono le tendenze comuni e quali le principali differenze tra le varie aree geografiche e culturali. Per esigenze di spazio e di compattezza della presentazione abbiamo rinunciato a presentare le tabelle numeriche dettagliate sulla base delle quali sono stati costruiti i grafici ed effettuate le analisi. Tutto il materiale rilevante (con l'esclusione dei dati personali riconoscibili) eÁ comunque accessibile in rete, all'indirizzo http://www.df.unipi.it/~rossi 13 IL NUOVO SAGGIATORE RICORDO DI PIERRE-GILLES DE GENNES Il 18 Maggio, ci ha lasciato Pierre-Gilles de Gennes, premio Nobel per la Fisica nel 1991, grande amico e collaboratore della SIF. Molte volte lo abbiamo avuto come Relatore o Docente in vari Congressi SIF, Scuole di Varenna, di Erice e Seminari presso varie UniversitaÁ italiane. 16 Amava molto l'Italia dove aveva tanti amici ed appena gli era possibile veniva a comunicarci i risultati delle sue ricerche insieme al suo dinamismo e amore per la vita. Era nato nel 1932 da padre, famoso clinico parigino, di nobile famiglia (era conte) e da madre crocerossina con cui vive un'infanzia strana e molto vivace, anche se perde il padre a soli nove anni. Ha un carattere aperto, una gran curiositaÁ per tutto e per tutti. Ama dipingere e disegnare, la buona musica, lo sport, la buona tavola e tutte le raffinatezze della vita anche se dotato di gran semplicitaÁ. La notizia della sua morte, avvenuta ad Orsay il 18 Maggio, giuntaci con un semplice necrologio su Le Monde di MartedõÁ 20 Maggio, ha colto tutti di sorpresa. De Gennes si laurea molto giovane alla scuola di Fridel, ma considereraÁ sempre solo Abragam suo Maestro. Inizia la sua attivitaÁ come fisico teorico occupandosi di superconduttivitaÁ di cui diviene ben presto un esperto internazionale. Il suo testo, scritto ancor giovanissimo, sulla superconduttivitaÁ eÁ presente in ogni biblioteca. Alla fine degli anni sessanta eÁ pioniere nello studio di cristalli liquidi. Riesce a riunire ad Orsay, nello stesso gruppo, sperimentali e teo- rici di varie discipline, i cui lavori, con multiple applicazioni, portano alla nascita dei cristalli liquidi. Definendo le leggi fondamentali di questi materiali, in pochi anni il gruppo acquista risonanza mondiale. Lo studio dei cristalli liquidi porta de Gennes ad occuparsi dei fenomeni critici che gli permettono di evidenziare come le fluttuazioni critiche non siano piuÁ, in certe condizioni, dannose. Osserva che in un fluido in equilibrio le transizioni di fase, vicino al punto critico, presentano delle fluttuazioni anormali di densitaÁ. CioÁ gli fa ipotizzare che sistemi fisici multipli siano la sede d'anomalie equivalenti ad una transizione di fase: in magneti, elio fluido quando diviene superfluido, leghe metalliche, cristalli liquidi... Ipotizza anche che fenomeni analoghi possano essere intervenuti al momento della formazione delle galassie. Nel 1971 viene chiamato al ColleÁge de France, a Parigi sulla cattedra di Fisica della Materia Condensata e durante la lezione inaugurale (tenuta il 10 Novembre 1971) afferma ``Si certains mysteÁres de la matieÁre condenseÂe se sont effaceÂs, d'autres reÂsistent opiniaÃtrement aÁ nos efforts'' e conclude ``Nous devons ... faire naõÃtre des probleÁmes autant que reÂsoudre des probleÁmes. Bref, montrer par des exemples constants que le monde est plus vaste que nos systeÁmes''. Dai problemi delle transizioni di fase passa a domini apparentemente molto diversi, come la teoria dei campi e la statistica dei polimeri. Si sta occupando di questi problemi quando nel 1976 gli eÁ affidata, con la richiesta di farla «risorgere», cosa che fece egregiamente, la direzione de l'Ecole de Physique et Chimie de Paris (la vecchia storica scuola ove lavorarono i Curie), che terraÁ fino all'anno 2002 divenendone poi direttore onorario. Negli anni settanta eÁ particolarmente affascinato dal concetto di ``percolation'' come concetto unificatore, che permette una descrizione statistica dei sistemi costituiti da un gran numero d'oggetti che possono essere collegati tra loro. In un sistema di questo tipo scopre che la comunicazione a grande distanza eÁ sia possibile sia impossibile, a seconda del numero di oggetti e dei legami: esiste una soglia di transizione precisa fra queste due regioni. Descrive in termini identici la conduzione in certi tipi di leghe, la viscositaÁ dei materiali polimerizzati, il mantenimento di una rete telefonica o la for- IL NOSTRO MONDO mazione di un continente per elevazione di un arcipelago. ``C'est l'inconnu qui m'attire. Quand je vois un eÂcheveau bien encheveÃtreÂ, je me dis qu'il serait bien de trouver un fil conducteur.'' (Le Monde del 23 Ottobre 1991) Diviene famoso il suo esempio della lunga chioma che il vento arruffa in modo cosõÁ terribile da non riuscire piuÁ a districarla perche ogni capello risulta legato a tutti gli altri. Se tocchiamo un capello, mettiamo in gioco tutta la chioma. Problema analogo si manifesta nella fisica dei polimeri, in cui le catene polimeriche sono tutte legate alla stessa superficie come i capelli alla testa. L'intreccio tra i capelli della stessa chioma corrisponde a quello che si chiama processo unidirezionale. Altri esempi portati dallo stesso de Gennes sono quelli della propagazione delle epidemie e delle idee, della propagazione degli incendi nelle foreste e i problemi di contaminazione in una assemblea di persone sedentarie. Dall'osservazione che una gran parte dei materiali che usiamo tutti i giorni sono ``lunghe flessibili catene'', applica lo studio dei metodi teorici della statistica ai polimeri: tipico esempio potrebbe essere il polistirene. Questi studi sono riportati nel libro: ``Scaling concepts in polymer physics''. Si eÁ anche occupato della materia granulare, insieme di particelle solide, di discrete dimensioni sufficienti a non renderle soggette a fluttuazioni o moti termici. Il limite inferiore di dimensioni di queste particelle eÁ di circa 1 mm, al di sotto del quale le particelle avrebbero caratteristiche colloidali. Il passo agli studi dei super-collanti, speciali adesivi polimerici d'importanza primaria per le industrie, eÁ breve e i risultati sono presentati al Congresso EPS-7 nel 1987 in cui grande eco ebbe la conclusione che un esempio dell'uso di questi materiali avrebbe potuto essere la costruzione di aerei incollati. Nel 1991 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Fisica con la motivazione ufficiale: ``...ha scoperto che metodi elaborati per descrivere l'ordine nei sistemi semplici possono essere generalizzati e applicati alle forme piuÁ complicate della materia, ed in particolare ai cristalli liquidi ed ai polimeri, dimostrando che anche sistemi fisici disordinati possono essere descritti con successo in termini generali...'' Questo riconoscimento ha molto aiutato la ricerca scientifica applicata. Dopo aver ricevuto il Premio Nobel ha intrapreso, per alcuni anni, una serie di conferenze nei collegi o nei licei, visitandone circa 200 fra il 1992 e 1994, con l'dea di dedicarsi ai ``ragazzini svegli'': ``Ce que j'ai voulu faire sentir aux gamins, c'est que le chercheur n'est pas un propheÁte ni un savant cosinus, mais plutoÃt un explorateur, souvent heÂsitant et fatigueÂ...''. Questa avventura eÁ raccontata nel libro: ``Les objets fragiles''. De Gennes fu anche il fondatore, insieme al collega Jean Matricon, della ``gastronomia molecolare''. Al secondo incontro internazionale di fisica-chimica della cucina (Aprile 1995, Erice) de Gennes aveva dato una visione d'insieme parlando delle ``ReÂflexions d'un scientifique amoureux de la cuisine'' e lo chef Raymond Blanc aveva continuato con le sue ``ReÂflexions d'un chef amoureux de la science''. Poi i grandi maõÃtres che avevano esposto le loro esperienze culinarie si sono confrontati con gli osservatori scientifici. A settant'anni inizioÁ una nuova avventura interessandosi all'odorato e alla natura della memoria nel cervello. Pierre-Gilles de Gennes eÁ stato uno degli scienziati piuÁ popolari e influenti di Francia, vero ``maõÃtre-aÁ-penser ''. Negli ultimi anni la sua popolaritaÁ era cresciuta anche per le sue teorie alla base degli orologi digitali e degli schermi dei computer portatili. Con de Gennes scompare uno scienziato geniale ``touche-aÁ-tout''. SaraÁ difficile dimenticare la passione con cui affrontava tutti i problemi, il 17 IL NUOVO SAGGIATORE suo sorriso e la capacitaÁ di rendere semplici anche i concetti piuÁ difficili. IDA ORTALLI - UniversitaÁ di Parma PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Superconductivity of metals and alloys, Benjamin (1966), versione russa (ed. Mir 1968), giapponese (1975). The physics of liquid crystals, Oxford University Press (1974), 2nd edition (1993), versione russa (1976), cinese (1991). Scaling concepts in polymer physics, Cornell University Press (1979), 2nd edition (1985), versione russa (1983), cinese (1989). Introduction to polymer dynamics, Cambridge University Press (1990). Simple views on condensed matter, World Scientific Publishing Co (1992), versione aggiornata (1998). Les objets fragiles, con J. Badoz, Plon, Paris (1994), versione inglese (1996), brasiliana (1998), giaponese (1998), cinese (1999), turca (1999), russa (2000). Soft Interfaces, The 1994 Dirac Memorial Lecture, Cambridge University Press (1997). La matieÁre molle, con M. Veyssie, Physique des objets de tous les jours, CD ROM Arte eÂditions (1998). Gouttes, bulles, perles et ondes, con F. Brochard-Wyart e D. QueÂreÂ, Belin, Paris, Collection Echelles (2002). Petit Point, Le Pommier, Paris (2002). Capillarity and wetting phenomena: drops, bubbles, pearls, waves, con F. Brochard-Wyart e D. QueÂreÂ, trad. A. Reisinger di Gouttes, bulles, perles et ondes, Springer New-York (2004). 18 RICORDO DI LORENZO NARDUCCI, FISICO ITALIANO ``EMIGRATO'' ALL'ESTERO Il nostro amico, collaboratore e collega Lorenzo Narducci eÁ spirato il 21 luglio 2006. Lorenzo si laureoÁ in fisica all'UniversitaÁ di Milano nel 1964, sotto la guida di Piero Caldirola, con una tesi intitolata ``Teoria della coerenza della Luce nell'Elettrodinamica Quantistica''. A quel tempo, lo studio della coerenza ottica era un punto focale: la teoria allora formulata da Roy Glauber pose le basi dell'ottica quantistica ed ha ottenuto il riconoscimento del Premio Nobel nel 2005. Nel 1965, per consiglio di Glauber stesso, Narducci fece domanda per una posizione di assistant professor al Polytechnic Institute di Worcester, l'ottenne e si trasferõÁ negli Stati Uniti con la moglie ed il figlioletto appena nato. Nel '76 si spostoÁ con la famiglia (moglie e tre figli) a Filadelfia per ricoprire una cattedra di full professor alla Drexel University, dove eÁ rimasto fino alla sua scomparsa. Lorenzo Narducci eÁ stato una figura di primo piano, a livello internazionale, nei campi del- l'ottica non-lineare e dell'ottica quantistica teoriche. Tutti e tre i firmatari di questo ricordo hanno avuto il privilegio ed il piacere di collaborare con lui per molti anni, spesso tutti e tre insieme. Lorenzo era animato da un entusiasmo trascinante nelle sue ricerche e lavorare con lui eÁ stata per noi una esperienza davvero esaltante. Tra gli argomenti su cui abbiamo collaborato con lui, desideriamo ricordare la bistabilitaÁ ottica, le instabilitaÁ temporali e spaziali nei sistemi ottici nonlineari, con l'insorgere di oscillazioni spontanee regolari o caotiche o con la formazione spontanea di strutture spaziali nella sezione del fascio, le proprietaÁ speciali della fluorescenza di risonanza in atomi a tre livelli, con l'apparizione di una larghezza di riga inferiore a quella naturale. Il lavoro di Narducci ha ispirato molti esperimenti importanti e per i suoi risultati eÁ stato insignito da numerosi e prestigiosi riconoscimenti come l'Einstein Prize for Laser Science e la Lamb Medal for Laser Science and Quantum Optics. Un Italiano che ha fatto davvero onore al suo Paese! EÁ stato un lecturer molto brillante, capace di affascinare il suo uditorio, ed un docente molto amato dai suoi studenti. EÁ stato molto attivo anche nel processo editoriale, come Editor di ``Optics Communications'' dal 1987 ed Associate Editor di ``Physical Review A'' dal 1990. Lorenzo saraÁ ricordato dalla sua famiglia, dagli studenti, dai suoi amici e colleghi come un ricercatore ed un docente appassionato e dedito al progresso della fisica. EÁ davvero molto compianto da tutti. LUIGI LUGIATO - UniversitaÁ dell'Insubria, Como GIAN-LUCA OPPO - University of Strathclyde, Glasgow JORGE TREDICCE - INLN, Nice IL NOSTRO MONDO RICORDO DI ENZO MENAPACE (1938 - 2007) Il 23 giugno scorso, in un incidente stradale, eÁ mancato Enzo Menapace. Enzo si era laureato in fisica all'UniversitaÁ di Pavia per proseguire i suoi studi con una borsa di studio all'Istituto Superiore di SanitaÁ a Roma, sotto la direzione di Mario Ageno. Era stato quindi assunto da Ezio Clementel per l'allora nascente centro di calcolo del CNEN, Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare, a Bologna. Enzo Menapace si era dedicato con entusiasmo alla fisica nucleare applicata, in particolare allo studio di sezioni d'urto neutroniche per i reattori a fissione e per quelli superveloci, con incursioni nel settore del calcolo scientifico e degli algoritmi numerici. Si era occupato dei processi diretti e semidiretti di diffusione inelastica di neutroni e della valutazione delle relative sezioni d'urto integrali e differenziali. I suoi interessi l'avevano portato a sviluppare codici di calcolo per le reazioni nucleari a bassa energia e quindi a contribuire alla realizzazione a validazione di librerie di dati nucleari per applicazioni tecnologiche ed energetiche. In questo ambito, Menapace ha partecipato ad iniziative internazionali promosse dall'International Atomic Energy Agency, IAEA, a Vienna e dalla NEA Data Bank a Parigi, facendo parte di gruppi di lavoro e di comitati di ricerca. Ha contribuito fattivamente alla creazione della libreria europea di dati nucleari, JEF, Joint European Files, the si eÁ affiancata alle analoghe iniziative statunitensi, russe e giapponesi. Enzo ha partecipato ai piuÁ importanti congressi internazionali del settore con lavori di ricerca e di rassegna sulle piuÁ aggiornate metodiche per la valutazione di dati nucleari, recando preziosi contributi allo sviluppo del settore. Presso il CNEN, divenuto ENEA, eÁ stato responsabile del laboratorio dati nucleari e successivamente consigliere di direzione della Divisione Fisica dell'Ente, fino alla pensione due anni fa. PiuÁ di recente era tornato alla antica passione per la fisica biomedicale e si era occupato delle tecnologie per la produzione di radioisotopi e del calcolo di dati nucleari per applicazioni di fisica medica incluse le tecniche terapeutiche basate sull'uso di adroni, tenendo anche corsi molto seguiti per la scuola di specializzazione in fisica sanitaria dell'UniversitaÁ di Bologna. Sempre attento ed interessato alle applicazioni della fisica nucleare, si era quindi rivolto al settore della diagnostica non distruttiva per i beni culturali e, negli ultimi anni, era stato incaricato del corso di fisica per i beni culturali presso il corso di laurea in archeologia navale a Trapani, della FacoltaÁ di Conservazione dei Beni Culturali dell'UniversitaÁ di Bologna. Era socio attivo e militante da molti anni della SocietaÁ Italiana di Fisica e avrebbe certamente meritato il titolo di benemerito, sia per la sua fattiva collaborazione alle iniziative della SIF, partecipando attivamente alle discussioni in sede assembleare, sia per le numerose relazioni su invito in occasione del Congressi nazionali. Agli interessi scientifici e societari, Enzo univa una passione per la montagna e per le escursioni a piedi ed in bicicletta, (l'ultima gli eÁ stata fatale). Con lui viene a mancare un fisico scrupoloso e attento, un insegnante appassionato, un amico sincero. RENATO ANGELO RICCI Laboratori Nazionali di Legnaro GIUSEPPE MAINO ENEA, Bologna 19 RIUNIONE SIF STRAORDINARIA DEL 1 GIUGNO 2007 20 In relazione a una serie di problemi aperti nel contesto dell'attuale processo di riforma nel settore universitario e a una serie di punti in discussione al CUN e alla CRUI, la SocietaÁ Italiana di Fisica (SIF) ha ritenuto doveroso convocare d'urgenza una riunione speciale il 1 Giugno 2007 presso il Dipartimento di Fisica dell'UniversitaÁ di Bologna. L'ordine del giorno prevedeva l'esame delle seguenti questioni: i) accorpamento dei settori scientifico-disciplinari (SSD) e definizione di uno o piuÁ ``macrosettori''; ii) nuove modalitaÁ concorsuali per il reclutamento universitario; iii) progetto ``lauree scientifiche'' (LS); iv) riforma universitaria per lauree magistrali e dottorati di ricerca. La convocazione eÁ stata inviata dal Presidente, Prof. Giuseppe Franco Bassani, ai Rettori e Presidi di FacoltaÁ (afferenti a SSD dell'Area Fisica), ai Direttori dei Dipartimenti di Fisica, ai Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea in Fisica, al Presidente del Collegio dei Docenti di Fisica nelle FacoltaÁ di Medicina, al Coordinamento del Settore di Geofisica, al Coordinamento dei Docenti di Fisica nelle FacoltaÁ di Ingegneria, e al Consiglio di Presidenza della SIF. Malgrado i tempi stretti della convocazione, alla riunione sono intervenuti circa cinquanta partecipanti che hanno dato vita a un interessante dibattito. La discussione sulle nuove modalitaÁ concorsuali per il reclutamento dei ricercatori universitari proposta dal Ministero, e in particolare il problema della definizione dei ``macrosettori'' nell'ambito dei quali dovrebbero essere sorteggiati alcuni dei valutatori operanti nella prima fase del nuovo meccanismo concorsuale, eÁ stata introdotta dal Prof. Paolo Rossi (Direttore del Dipartimento di Fisica di Pisa, nonche rappresentante degli ordinari di Fisica al CUN). Rossi ha brevemente descritto il regolamento ministeriale, riassunto i principali rilievi effettuati dal CUN e inquadrato la questione dei macrosettori nel contesto complessivo del sistema universitario e in quello specifico della Fisica. Ha poi presentato la proposta unanime dei consiglieri CUN dell'Area Fisica, che prevede la creazione di un unico macrosettore per la Fisica, comprendente tutti gli attuali SSD da FIS/01 a FIS/08, e l'immediata apertura di un processo di revisione e riduzione numerica di tali SSD, con gli obiettivi di giungere a una caratterizzazione basata essenzialmente sulla ricerca (e non piuÁ sulla didattica) e a dimensioni tali da giustificare in prospettiva un'identificazione tra settori e macrosettori. Ne eÁ seguito un ampio e costruttivo dibattito, al quale hanno partecipato quasi tutti i presenti, e dal quale sono emerse numerose importanti osservazioni e indicazioni di criticitaÁ. La discussione eÁ stata infine riassunta e conclusa dal Presidente Bassani, che ha proposto all'assemblea, che le ha approvate all'unanimitaÁ, le seguenti mozioni: Regolamento concorsuale per posti di ricercatore: l'assemblea condivide le osservazioni e le preoccupazioni espresse dal CUN e dalla CRUI e fa propri tutti i rilievi relativi alla bozza ministeriale del 3 Maggio 2007 avanzati dal CUN nel proprio parere generale, nelle note all'articolato e nelle considerazioni finali. Macrosettori per l'Area Fisica: l'assemblea approva la proposta di creazione di un unico macrosettore per la Fisica, anche come segnale della compattezza e dell'omogeneitaÁ culturale della comunitaÁ dei fisici, ma sottolinea fortemente il carattere temporaneo di tale soluzione ed esprime viva preoccupazione in relazione al rischio che tale scelta, se estesa nel tempo e nell'ambito di pertinenza, possa indurre un'inaccettabile compressione dell'intensitaÁ e della varietaÁ delle attivitaÁ di ricerca dei fisici italiani. Ridefinizione dei settori scientifico-disciplinari: constatata l'inadeguatezza dell'attuale assetto, anche alla luce delle problematiche create dall'introduzione dei macrosettori, l'assemblea auspica l'avvio di un rapido processo di ridefinizione, razionalizzazione e riduzione numerica degli SSD dell'Area Fisica. A tal fine propone la costituzione di un gruppo di lavoro di 8-10 persone, che riferisca all'Assemblea dei Soci della SIF (che si terraÁ a Pisa, nel corso del Congresso Nazionale della SIF nel prossimo mese di Settembre 2007). I componenti del gruppo di lavoro saranno individuati sulla base di una proposta formulata dal Consiglio di Presidenza della SIF. Passando al successivo punto all'ordine del giorno della riunione straordinaria, il Prof. Vincenzo Grasso e il Dr. Enzo De Sanctis, entrambi Consiglieri SIF, hanno illustrato esaurientemente all'assemblea il progetto ``lauree scientifiche'' (LS). Si tratta di un progetto recentemente avviato dal Ministero, insieme con la Conferenza IL NOSTRO MONDO dei Presidi delle FacoltaÁ di Scienze MM.FF.NN. e la Confindustria, e con la cooperazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, per contrastare il calo delle immatricolazioni alle facoltaÁ scientifiche. Nell'ambito di questo progetto, nell'a.a. 2006-2007 sono state assegnate 120 borse di studio di merito a studenti che si sono iscritti in una qualunque universitaÁ italiana al primo anno dei corsi di laurea in Chimica (40 borse), Fisica (40 borse) e Matematica (40 borse). La SIF ha curato con l'UniversitaÁ di Roma Tor Vergata la pubblicizzazione, l'organizzazione, l'amministrazione e l'assegnazione di 43 borse di studio riservate per la classe di Scienze e Tecnologie Fisiche (tre borse di studio aggiuntive sono state attivate grazie ai contributi provenienti da specifiche sedi universitarie). Le borse, assegnate mediante concorso pubblico, sono rinnovabili per tutta la durata del corso di laurea, a condizione che tutti gli esami previsti per l'anno di fruizione della borsa siano stati superati entro il 31 Dicembre, con la media di almeno 27/30 e con nessun voto inferiore a 24/30. La prova scritta per la selezione dei vincitori, consistente in un questionario con 35 domande (20 di Fisica, 10 di Matematica e 5 di cultura generale) a risposta multipla, eÁ stata effettuata su base nazionale il 7 Settembre 2006: 498 studenti hanno presentato domanda di partecipazione al concorso, 452 hanno sostenuto la prova scritta. Una apposita commissione d'esame, nominata dalla SIF, ha quindi stabilito una graduatoria con 43 vincitori e 179 idonei. In seguito la SIF, in collaborazione con il Ministero, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica e la SocietaÁ Chimica Italiana, e con il supporto dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, ha deciso di intervenire ulteriormente nel progetto LS organizzando ogni anno una scuola estiva di informazione e orientamento per i borsisti del progetto stesso. L'intento eÁ di promuovere tra i borsisti una visione integrata della cultura scientifica; stimolare e consolidare il loro interesse per la scienza; orientarli nella scelta del settore di ricerca o di lavoro piuÁ consoni ai loro interessi e alle loro attitudini. La scuola estiva, di sei giorni di durata, si articola in conferenze e seminari, tenuti da docenti universitari, ricercatori di enti di ricerca ed esperti con particolari competenze; in testimonianze di rappresentanti del mondo del lavoro; in visite a laboratori e strutture di ricerca; in proiezioni di film scientifici. Inoltre il carattere di campus dell'iniziativa renderaÁ pos- sibili colloqui informali tra studenti e docenti e contatti tra studenti delle tre discipline e di universitaÁ diverse. Nei tre anni di durata del corso di laurea i borsisti avranno la possibilitaÁ di frequentare tre scuole estive e di ricevere informazioni su tutti i piuÁ importanti temi di ricerca e i principali sbocchi occupazionali. Quest'anno la scuola estiva si svolgeraÁ a Perugia dal 27 Agosto al 1 Settembre 2007. I borsisti saranno alloggiati nella Casa dello Studente e i corsi saranno tenuti nelle aule dei Dipartimenti di Chimica, Fisica e Matematica dell'UniversitaÁ. Il programma prevede conferenze di interesse generale per gli studenti dei tre corsi di laurea e conferenze di interesse specifico per chimici, fisici e matematici. Le spese di vitto e alloggio per gli studenti saranno a carico dell'organizzazione. Saranno altresõÁ rimborsate le spese di viaggio in treno a tutti gli studenti e di treno e/o aereo agli studenti provenienti da Sicilia e Sardegna. Infine il Prof. Maurizio Morando, Presidente del Consiglio di Corso di Laurea (CdL) in Fisica dell'UniversitaÁ di Padova, nonche Presidente della Conferenza Permanente dei Presidenti di CdL in Fisica, ha brevemente illustrato il quadro della riforma universitaria in atto, per quanto riguarda l'istituzione della laurea magistrale, dopo la triennale, e la nuova possibile organizzazione del dottorato di ricerca. Il breve tempo passato dall'attuazione della riforma stabilita dal decreto DM509 ha comunque permesso di metterne in luce alcuni punti deboli che dovrebbero essere modificati dal nuovo decreto DM270. Purtroppo i decreti attuativi non sono stati ancora pubblicati, sono apparse piuÁ versioni ufficiose che differivano anche sostanzialmente fra di loro, per cui risulta attualmente molto difficile preparare i nuovi ordinamenti didattici. SaraÁ quindi ancora piuÁ opportuno un coordinamento a livello nazionale, affinche le significative differenze esistenti fra gli ordinamenti del Corso di Fisica per diversi atenei possano ridursi per raggiungere l'obiettivo di una laurea reciprocamente riconosciuta fra atenei, non solo da un punto di vista formale, ma anche come conoscenze e competenze dei laureati. Un altro punto debole nella realizzazione degli ordinamenti eÁ il rapporto fra universitaÁ e aziende. Esso non dipende tanto dai decreti ministeriali quanto dall'atteggiamento dei colleghi e saranno necessari ulteriori passi significativi, sia tramite i Comitati di Consulenza delle Parti Sociali, sia tramite una migliore col- 21 IL NUOVO SAGGIATORE 22 laborazione con le aziende. EÁ difficile avviare queste ultime attivitaÁ prima di conoscere la versione definitiva di decreti e linee guida. L'auspicio eÁ che essi appaiano il piuÁ presto possibile per garantire un tempo sufficiente affinche l'adeguamento degli ordinamenti sia meditato e non si riduca a minimi ritocchi. Ulteriori informazioni e messe a punto sull'evoluzione dello stato della riforma e sulle sue modalitaÁ applicative saranno illustrate in occasione dell'annuale appuntamento dei Presidenti dei CdL al Congresso SIF di Pisa. ``JOURNEE DE REFLEXION'' DELL'EPS A PISA successivamente presso il Polo Fibonacci dell'UniveristaÁ di Pisa dove hanno sede la Sezione INFN e il Dipartimento di Fisica ``Enrico Fermi''. Sono intervenuti Rino Castaldi (Direttore della Sezione INFN), Paolo Rossi (Direttore del Dipartimento), Luisa Cifarelli (Vice Presidente SIF), Caterina Biscari (Chair del Gruppo Acceleratori dell'EPS) e Marcello Giorgi (Delegato INFN al Council dell'EPS). Luisa Cifarelli ha illustrato le attivitaÁ editoriali e societarie della SIF, sottolineando l'importanza degli scambi SIF-EPS a vari livelli, in particolare per quanto riguarda attualmente il Gruppo di Lavoro sull'Energia, coordinato su scala europea dalla Divisione Tecnologia dell'EPS. Nel 2008 l'EPS festeggeraÁ i suoi 40 anni. Sono previste diverse celebrazioni: in occasione dell'annuale riunione del Council EPS, a Mulhouse, e della Conferenza EPS-14 della Divisione della Materia Condensata, a Roma. La SIF saraÁ presente in entrambe le occasioni. Le due intense giornate del Comitato Esecutivo si sono infine concluse con una visita alle camere pulite del Laboratorio di Alte Tecnologie dell'INFN, dove sono stati in gran parte realizzati i rivelatori al silicio per l'esperimento CMS al CERN-LHC, e al sito dell'antenna gravitazionale VIRGO, a Cascina. Infine, cena sul mare a Marina di Pisa e passeggiata sui Lungarni, pieni di gente e illuminati dalle candele, come vuole la tradizione, di San Ranieri. Il Comitato Esecutivo della SocietaÁ Europea di Fisica (EPS) si eÁ riunito a Pisa i giorni 15 e 16 Giugno 2007, per l'annuale ``JourneÂe de ReÂflexion''. La Scuola Normale Superiore ha dato il benvenuto ai membri del Comitato con una cerimonia alla quale hanno partecipato molti studenti e professori. Luigi Radicati di Brozolo ha ricordato la figura di Gilberto Bernardini che 39 anni fa eÁ stato uno dei fondatori dell'EPS e il suo primo Presidente. Radicati ha ricordato, in particolare, come Bernardini abbia lavorato e stretto amicizia con i piuÁ eminenti fisici del suo tempo, in Europa e in America, e come sia stato il primo a far venire a Pisa, e in Italia, fisici del calibro di Richard Feynman. Le molteplici attivitaÁ di ricerca dei fisici pisani sono poi state efficacemente illustrate da Lorenzo FoaÁ . Friedrich Wagner, attuale Presidente dell'EPS, ha ringraziato per la cerimonia di benvenuto e ha brevemente descritto il ruolo e gli scopi dell'EPS, organizzazione che raccoglie tutte le societaÁ di fisica europee e si propone di promuovere l'operato dei fisici a livello europeo. L'incontro in Normale eÁ stato completato con un brindisi nella Sala del Priore e con una passeggiata tra le belle sale del Palazzo della Gherardesca. I lavori del Comitato Esecutivo si sono svolti LUISA CIFARELLI ANGELA DI VIRGILIO - Membro del Comitato Esecutivo dell'EPS