IL NOSTRO MONDO
LE DINAMICHE DI RECLUTAMENTO E DI CARRIERA DEI FISICI
NEL SISTEMA UNIVERSITARIO ITALIANO
PAOLO ROSSI
Dipartimento di Fisica «E. Fermi», UniversitaÁ di Pisa
1. ± Oggetto e motivazioni dell'analisi
La ricerca in Fisica in Italia si svolge prevalentemente in ambito universitario. I centri di
ricerca privati sono pochi e fortemente finalizzati alle applicazioni industriali, mentre la pur
importante attivitaÁ degli Enti Pubblici di Ricerca
avviene molto spesso in combinazione sinergica
con la componente universitaria, come nel caso
dell'INFN, e come eÁ stato nel caso dell'INFM. E
non v'eÁ alcun dubbio sul fatto che, oltre al fabbisogno di apparati e di strumentazione, condizione essenziale per lo svolgimento della ricerca
stessa sia la disponibilitaÁ di un sufficiente «capitale umano», nella forma di personale di ricerca che, come anche gli studi internazionali
piuÁ recenti dimostrano, esprime il meglio delle
proprie capacitaÁ e potenzialitaÁ in condizioni di
lavoro stabile e strutturato.
Chi voglia contribuire a definire politiche
adeguate alla creazione e mantenimento di tale
capitale umano deve necessariamente volgere
lo sguardo al passato, recente e meno recente,
per comprendere le dinamiche che hanno governato e governano i processi di reclutamento
e di carriera all'interno della comunitaÁ dei ricercatori: si tratta infatti di un sistema intrinsecamente poco flessibile, nel quale gli interventi normativi, legislativi e finanziari (sia
tempestivi che intempestivi) possono produrre
effetti destinati a influenzare l'intero sistema su
archi di tempo molto lunghi, la cui scala eÁ definita dalla durata media della vita lavorativa
(30±40 anni).
In questa prospettiva abbiamo studiato le
carriere accademiche dei fisici transitati con
posizioni di ruolo all'interno del sistema universitario italiano, estendendo l'analisi al piuÁ
ampio periodo di tempo per il quale risultasse
in qualche modo accessibile una quantitaÁ statisticamente adeguata di dati. Tale analisi non
ha potuto comunque estendersi a date antecedenti il 1980, anno per molti aspetti epocale
per il sistema universitario, e nel quale eÁ stato
definito l'assetto istituzionale della docenza
universitaria, mentre i successivi interventi
legislativi, inclusa l'autonomia statutaria (legge 168 del 1989), la riforma dei concorsi
(legge 210 del 1998) e quella degli ordinamenti didattici (D.M. 509 del 1999) non hanno
avuto alcun effetto significativo, almeno sul
piano quantitativo e nel lungo periodo, sulle
dinamiche complessive del sistema, che sembrano obbedire a leggi assai piuÁ stabili e
profonde di quelle prodotte da Parlamenti e
Governi.
Un venticinquennio eÁ un arco di tempo abbastanza esteso al fine di individuare dinamiche
anche di lungo periodo, e infatti l'indagine ci ha
permesso di evidenziare con assoluta chiarezza
alcuni fenomeni salienti che qui vogliamo brevemente riassumere:
± mentre il numero totale dei fisici eÁ seppur
lentamente cresciuto, il peso specifico della fisica nel sistema universitario eÁ significativamente diminuito, a fronte di una crescita che in
molti altri settori eÁ stata decisamente piuÁ marcata;
± dopo un periodo di assestamento volto a
smaltire gli effetti dell'ope legis del 1980, il
rapporto percentuale tra le fasce docenti si eÁ
definitivamente assestato su valori non «pro-
3
IL NUOVO SAGGIATORE
4
grammati» ma ormai stabili, mentre i rapporti
numerici tra i s.s.d. cambiano lentamente ma
significativamente;
± il reclutamento di ricercatori, quando non
alterato da improvvidi interventi legislativi, si
mantiene anch'esso stabile, ma purtroppo su
valori che sono solo una frazione pressocheÂ
costante del numero totale di giovani atti alla
ricerca individuati in ciascuna classe d'etaÁ anagrafica: questo scarto produce automaticamente una deriva lineare nell'etaÁ media di reclutamento, che si eÁ innalzata costantemente, a
un ritmo di quasi quattro mesi all'anno, per tutto
il venticinquennio;
± tale fenomeno si ripercuote in modo quasi
meccanico sul passaggio alla fascia degli associati, per cui l'etaÁ media di ingresso in questa
fascia eÁ cresciuta linearmente e costantemente
per tutto il periodo esaminato, e lo stesso eÁ accaduto per l'etaÁ media d'ingresso alla fascia
degli ordinari, sempre al ritmo di crescita di
circa quattro mesi all'anno;
± un'ulteriore conseguenza di questi andamenti si ha sulla permanenza media nella fascia
dei ricercatori e in quella degli associati, che per
effetto della deriva summenzionata risultano
significativamente piuÁ lunghe della differenza
tra le etaÁ medie d'ingresso stimate a data fissa;
± l'etaÁ media di ciascuna fascia e dell'intera
comunitaÁ eÁ cresciuta al ritmo di sei mesi all'anno
Per analizzare le dinamiche di reclutamento e
carriera in sistemi come quello universitario
italiano si era giaÁ introdotto in passato un modello teorico flessibile, che abbiamo adattato al
caso in cui vi sia una deriva (lineare) di tale etaÁ
media, traendone le conseguenze a livello predittivo.
Abbiamo potuto inoltre individuare, sulla base dei dati sperimentali, un appropriato modello
analitico della distribuzione in etaÁ al reclutamento, che sembra seguire con grande precisione la curva di Gompertz (proposta nel 1825
per la descrizione della probabilitaÁ di morte in
funzione dell'etaÁ). La curva dipende da due soli
parametri, associabili alla media e alla varianza
della distribuzione, ed eÁ descritta dall'equazione p…t† ˆ C exp [C(t* t) exp C(t* t)], dove
t* eÁ il valore piuÁ probabile, la media vale
t* ‡ g=C (g eÁ la costantepdi
 Eulero 0,577...) e la
semilarghezza vale p= 6C. Questo risultato
sembra poter offrire interessanti spunti teorici
e produrre importanti predizioni fenomenologiche.
2. ± La base di dati: estensione e attendibilitaÁ
L'operazione di raccolta dei dati non eÁ stata
semplice, in quanto le fonti istituzionali forniscono soltanto dati aggregati e spesso incompleti per quanto riguarda parametri significativi
come l'anno di nascita o la carriera antecedente
la posizione attuale. Abbiamo quindi fatto ricorso all'ampia messe di materiale disponibile
in rete (soprattutto curricula individuali e verbali di valutazioni comparative), incrociando i
dati cosõÁ raccolti con quelli istituzionali per verificarne la mutua coerenza, e completando la
base di dati con il ricorso sistematico a interviste individuali, anche grazie alla straordinaria e
ammirevole disponibilitaÁ da parte di tutti i soggetti intervistati.
La base di dati contiene le schede relative a
1529 ricercatori, 1713 associati e 1140 ordinari,
per ognuno dei quali sono di regola specificati
gli anni di nascita, di reclutamento e di eventuale promozione (o pensionamento). Non si
tratta ovviamente di altrettanti individui distinti,
perche lo stesso soggetto puoÁ figurare, in tempi
diversi, anche in tutti i gruppi, o piuÁ spesso in
almeno due di essi. In effetti 671 ricercatori figurano anche tra gli associati, e 429 associati (di
cui 151 ex-ricercatori) figurano anche tra gli
ordinari. La base di dati include quindi 3282 individui distinti.
Le principali incompletezze della base di dati
sono dovute ai seguenti problemi:
1) la totale mancanza di informazioni sugli
ordinari e gli associati pensionati prima del 1991
(stimati in meno di un centinaio per ciascuna
fascia) e sui ricercatori pensionati prima del
1995 (non piuÁ di qualche decina);
2) la mancanza di informazioni sulla carriera
degli ordinari pensionati tra il 1991 e il 1998;
3) la mancanza di informazioni sul pensionamento degli associati cessati prima del 1998;
4) la mancanza di informazioni sulla carriera
pregressa degli ordinari reclutati prima del 1991
Queste informazioni mancanti sono tuttavia
sostanzialmente ininfluenti ai fini della valutazione degli indicatori piuÁ interessanti, che sono
quelli relativi al numero dei reclutati e all'etaÁ
media di reclutamento nell'intervallo di tempo
in esame, in quanto eÁ legittimo supporre che la
stragrande maggioranza degli ordinari pensionati prima del 1998 siano stati assunti prima del
1980, e che gli associati e ricercatori pensionati
prima del 1998 siano stati assunti con l'ope legis
del 1980, e quindi le relative informazioni siano
IL NOSTRO MONDO
pertinenti soltanto alla stima dei parametri di
quel reclutamento iniziale. Per quanto riguarda
gli ordinari reclutati prima del 1991, possiamo
presumere che nella quasi totalitaÁ dei casi si
trattasse di associati in ruolo dal 1980 a seguito
del DPR 382 o di soggetti esterni al sistema
universitario; il numero dei casi di ricercatori
promossi ad associato nel 1987-88 e poi a ordinario nel 1990 eÁ sicuramente limitatissimo.
Alla luce di queste considerazioni, e tenendo
conto anche dei possibili errori materiali, valutiamo che l'errore sistematico sui nostri risultati,
ove non diversamente ed espressamente indicato, sia sempre significativamente inferiore all'1%.
3. ± La popolazione delle fasce e la sua
evoluzione temporale
vo dell'esiguo numero di posti a concorso e della
limitata quantitaÁ di pensionamenti. Con una
rapidissima transizione, nell'arco di un triennio
il numero degli ordinari sale a oltre 850, per poi
stabilizzarsi intorno a quel valore. Il numero
degli associati, oscillante intorno al migliaio nel
primo decennio, scende bruscamente tra il 1999
e il 2000 per poi stabilizzarsi intorno alle 930
unitaÁ. Il numero dei ricercatori infine, cresciuto
tra il 1990 e il 1997 da circa 500 a oltre 750 unitaÁ,
continua a crescere, ma molto piuÁ lentamente,
nel periodo successivo fino a raggiungere le 800
unitaÁ nel 2006.
In termini di composizione percentuale della
docenza, si vede chiaramente che, dopo un decennio di transizione e di assestamento, si eÁ
raggiunto nell'ultimo quinquennio un assetto
sostanzialmente stabile, che vede un 33% di ordinari, un 36% di associati e un 31% di ricercatori.
3.1. ± L'andamento numerico complessivo
Per le ragioni indicate nella sezione precedente, un'analisi accurata dell'evoluzione temporale della docenza puoÁ essere effettuata soltanto a partire dal 1990. Il numero complessivo
dei fisici in servizio presenti nella base di dati
passa da 2139 nel 1990 a 2605 nel 2006, con un
andamento della crescita approssimativamente
lineare e con una media annua di crescita di
circa 29 unitaÁ (1,36% del valore iniziale). Questo
dato deve essere peroÁ confrontato con l'andamento complessivo del sistema universitario
italiano, che nello stesso periodo vede la docenza passare da circa 43 000 a circa 62 000
unitaÁ, con un incremento medio annuo pari al
2,76% del valore iniziale, un valore all'incirca
doppio del coefficiente di crescita dei fisici.
Come conseguenza il peso specifico dei fisici
nel sistema universitario passa da un approssimativo 5% dei primi anni '90 al 4,2% del 2006,
senza che il fenomeno mostri alcun segno di
rallentamento.
3.2. ± La proporzione tra le fasce
Pur all'interno di un quadro generale di crescita l'andamento temporale della popolazione
delle tre fasce docenti mostra significative differenze, soprattutto nel decennio che va dal
1990 al 2000.
Dal 1990 al 1999 il numero degli ordinari
resta sostanzialmente stabile intorno alle 650
unitaÁ, per l'effetto concomitante e compensati-
5
3.3. ± L'andamento per settori scientifico-disciplinari
Il peso specifico dei settori scientifico-disciplinari si eÁ modificato nel corso del venticinquennio, in una misura che eÁ resa significativa
soprattutto dal fatto che le linee di tendenza
sembrano costanti nel tempo. In nessun caso si
registrano brusche discontinuitaÁ, ma si osservano effetti di lenta deriva la cui scala tipica eÁ
quantificabile in un punto percentuale per decennio. Qualche effetto di minor rilevanza eÁ
dovuto alla ridefinizione dei settori, ma il numero dei soggetti che hanno cambiato settore
rispetto alla scelta che risultava «naturale» al
momento della ridenominazione risulta molto
limitato in tutte le fasce. I settori in crescita
sono FIS/01 (dal 33% al 35% del totale) e so-
IL NUOVO SAGGIATORE
prattutto FIS/03 (dal 12% al 17%), mentre risultano in calo FIS/02, che passa dal 15% al 13%,
FIS/04 (dal 7% al 5%), FIS/05 (dall'8% al 6%), FIS/
07 (dal 21% al 19%) e FIS/08 (dal 4% al 2%).
3.4. ± L'andamento dell'etaÁ media
Durante tutto il periodo in esame l'etaÁ media
del personale docente eÁ andata costantemente
crescendo in tutte le fasce, e di conseguenza
nell'intera comunitaÁ dei fisici. Nel 1980 l'etaÁ
media dei ricercatori era di 31 anni, quella degli
associati era di 40 anni e quella degli ordinari
era di 46 anni. Nel 1990 i valori erano giaÁ saliti
rispettivamente a 38, 48 e 54 anni, con una crescita media di 0,75 anni per anno. L'etaÁ media
nel 2006 era di 44 anni per i ricercatori, 53 anni
per gli associati e 61 anni per gli ordinari, e la
crescita media nel venticinquennio eÁ stata di 0,5
anni per anno.
Si noti che l'etaÁ media dell'intera comunitaÁ
risulta sempre molto prossima all'etaÁ media
degli associati alla stessa data. Il valore dell'etaÁ
media e la distribuzione in etaÁ non sembrano
dipendere sensibilmente dal settore scientificodisciplinare. Tutti i settori, a tutti i tempi, mostrano valori medi e profili d'etaÁ molto prossimi
a quelli complessivi.
6
erratici e non collocabili in un quadro programmatico. CioÁ che un'analisi di lungo periodo
riesce a evidenziare eÁ una significativa tendenza
alla crescita, per cui, dopo l'assorbimento simultaneo di un grande numero di ricercatori
(non meno di 400) a seguito del D.P.R: 382/80 e
un decennio di bassissimo reclutamento (circa
200 concorsi tra il 1981 e il 1990), si passa da una
media annuale poco superiore ai 40 concorsi
negli anni `90 a una media prossima ai 70 concorsi annui nell'ultimo quinquennio.
L'andamento del reclutamento non eÁ stato
uniforme nei differenti s.s.d., per analizzare
questo fenomeno il parametro piuÁ significativo
eÁ la variazione temporale del peso percentuale
di ciascun settore nel complesso dell'area fisica. Alcuni settori mostrano un peso sostanzialmente stazionario nel lungo periodo (eÁ il
caso di FIS/04 e FIS/05, entrambi stabili intorno al 6±7% del totale), ma piuÁ in generale si ha
una fase di transizione, dal 1980 fino ai primi
anni '90, nella quale alcuni settori si riassestano anche a seguito della loro ridefinizione
(mentre FIS/01 sale dal 32% al 39%, FIS/07
scende dal 19% al 15% e FIS/08 dal 5% al 2%), e
un paio di settori mostra significative (e opposte) variazioni (FIS/02 passa dal 17% al 13%
mentre FIS/03 passa dal 15% al 19%). Al termine del periodo di transizione il peso percentuale dei settori si eÁ stabilizzato sui valori
finali sopra indicati, che coincidono quindi con
quelli attuali.
4.2. ± L'etaÁ media al reclutamento e la sua
evoluzione
4. ± Il reclutamento dei ricercatori
4.1. ± L'andamento temporale globale e per
settori
L'andamento annuale del reclutamento di ricercatori eÁ soggetto a continue fluttuazioni
causate da interventi legislativi quasi sempre
Il fenomeno piuÁ caratteristico (e preoccupante) che eÁ possibile evidenziare mediante
l'analisi di lungo periodo eÁ quello della crescita
lineare dell'etaÁ media al reclutamento. Si tratta
di un andamento completamente regolare, non
influenzato dalle fluttuazioni nel volume del
reclutamento stesso, e del tutto uniforme nei
differenti s.s.d., che mostrano a ogni data valori tra loro coerenti per tale parametro. A livello quantitativo si passa dai circa 29 anni di
etaÁ media registrati nel 1983 ai circa 36 anni del
2005±2006, con una crescita annuale dell'etaÁ
media al reclutamento prossima ai 4 mesi per
anno, e senza alcun segnale di rallentamento,
al punto che il coefficiente del temine quadratico in un best fit polinomiale eÁ zero entro
l'errore.
IL NOSTRO MONDO
Si noti che il fenomeno non eÁ in alcun modo
collegabile al reclutamento, tramite concorso
riservato, di un certo numero di tecnici laureati
(la cui etaÁ media eÁ tipicamente piuÁ elevata di
quella dei vincitori dei concorsi liberi). Si tratta
infatti di un numero esiguo di soggetti (in tutto
74), il cui reclutamento per di piuÁ si eÁ concentrato nel 2000±2002, anni nei quali si registra
infatti, oltre il trend generale, una temporanea
fluttuazione verso l'alto dell'etaÁ media dei reclutati.
soggetti reclutati in virtuÁ del DPR 382, in quanto
il meccanismo di reclutamento era in quel caso
del tutto anomalo.
Il numero dei soggetti restanti ha comunque
permesso un'analisi statisticamente accurata,
dalla quale eÁ emerso che la distribuzione in etaÁ
al reclutamento eÁ descritta con grandissima
precisione dalla curva di Gompertz. Dal punto di
vista della dinamica delle popolazioni il risultato
eÁ certamente soddisfacente, anche se non vorremmo qui avventurarci in una sua interpretazione «sociologica». La curva di Gompertz
implica una decrescita esponenziale della probabilitaÁ di reclutamento per i soggetti che abbiano superato l'etaÁ media. Il coefficiente C
della decrescita eÁ direttamente collegato alla
semilarghezza della distribuzione, e la sua conoscenza permette di fissare l'intervallo di etaÁ
entro il quale un candidato «tipico» ha una ragionevole probabilitaÁ di vincere un concorso.
Per il reclutamento dei ricercatori, il best fit
indica per l'etaÁ media di reclutamento al variare
del tempo il valore 28,4 ‡ 0,3*y, dove y eÁ l'anno
di reclutamento (calcolato a partire dal 1980),
mentre il coefficiente di decrescita della distribuzione in etaÁ eÁ C ˆ 0,39.
4.3. ± La distribuzione in etaÁ al reclutamento
Ai fini di una comprensione dettagliata delle
dinamiche che governano il reclutamento eÁ importante conoscere anche la forma della distribuzione in etaÁ anagrafica al momento della
nomina dei soggetti reclutati. Lo studio di questa
distribuzione eÁ stato reso possibile dall'individuazione del fenomeno della deriva dell'etaÁ
media sopra evidenziato, in quanto un'eventuale
universalitaÁ della dipendenza funzionale risulterebbe comunque oscurata nella distribuzione
cumulativa delle etaÁ al reclutamento a causa
della sovrapposizione di distribuzioni annuali la
cui media differisce di anno in anno, mentre
l'analisi delle singole distribuzioni annuali non
arriva a fornire informazioni significative a
causa dell'esiguitaÁ dei numeri in gioco. Abbiamo
quindi provveduto a riportare tutte le distribuzioni annuali a una comune origine sottraendo per ogni anno dal valore dell'etaÁ quello
dell'etaÁ media predetta per quell'anno dall'interpolazione lineare (pesata) delle etaÁ medie.
Abbiamo escluso dalla distribuzione gli ex tecnici laureati (per i motivi sopra spiegati) e i
7
4.4. ± La distribuzione dei reclutati per anno di
nascita
Lo studio della distribuzione dei ricercatori
per anno di nascita ci offre un nuovo importante
elemento di comprensione delle dinamiche del
reclutamento. Notiamo infatti che eÁ possibile
distinguere chiaramente quattro intervalli temporali caratterizzati da andamenti molto diversi.
Poiche l'anno medio di nascita dei primi reclutati nel ruolo era il 1949, il periodo antecedente tale data eÁ caratterizzato da una coda
IL NUOVO SAGGIATORE
esponenzialmente decrescente con l'aumentare
dell'etaÁ, un risultato coerente con l'analisi presentata nella precedente sottosezione. L'intervallo tra il 1949 e il 1959 eÁ caratterizzato da un
plateau in cui i valori oscillano intorno ai 50
reclutati per ogni anno di nascita. Si passa poi,
con una brusca transizione (corrispondente ai
reclutamenti dei primi anni '90), a un secondo
regime di plateau, che si estende dal 1960 al
1967, e nel quale peroÁ i valori oscillano intorno
ai 75 reclutati per anno di nascita. La decrescita
osservata negli anni successivi al 1967 ha anch'essa un andamento esponenziale coerente
con i risultati presentati in precedenza.
Si osservi dunque che, a differenza della distribuzione per anno di reclutamento, quella per
anno di nascita eÁ poco sensibile agli interventi di
tipo normativo, e sembra riflettere soprattutto
logiche che sono interne al mondo della ricerca,
e rispondere a leggi di «domanda» e di «offerta»
di lavoro intellettuale le cui dinamiche evolvono
di solito abbastanza lentamente. La discontinuitaÁ del 1959 segnala soltanto il momento del
raccordo tra due andamenti molto diversi sia
qualitativamente che quantitativamente: quello
governato dalle dinamiche instauratesi nel sistema universitario a partire dagli anni '70 e
quello instauratosi dopo la pausa degli anni '80 e
giunto poi rapidamente a regime.
8
4.5. ± Le ragioni dinamiche dell'innalzamento
dell'etaÁ media
I risultati presentati nella precedente sottosezione ci permettono di formulare una spiegazione causale e dinamica del costante innalzamento dell'etaÁ media al reclutamento. Notiamo
infatti che, se esiste (come eÁ costantemente
esistito per la fisica universitaria nell'ultimo
venticinquennio) uno scarto percentualmente
costante tra il numero dei reclutati per anno di
nascita quello per anno di reclutamento, questo
scarto produce automaticamente una crescita
lineare dell'etaÁ di reclutamento, e il coefficiente
della crescita ha una semplice relazione matematica con la percentuale dello scarto.
In concreto, una crescita come quella osservata, pari a circa 0,3 anni ogni anno, viene
spiegata da una disponibilitaÁ di posti per anno
che sia in media pari al 70% dei reclutati per
anno di nascita, e in effetti questo valore eÁ
consistente con i dati, poiche la media annuale
dei reclutamenti nel periodo di riferimento eÁ
poco sopra i 50, mentre come abbiamo visto il
valore di plateau dei reclutati eÁ di circa 75 per
anno di nascita.
4.6. ± La permanenza media in servizio
Se consideriamo i 671 ricercatori che, nel
corso del periodo esaminato, sono stati promossi ad associato possiamo calcolare la differenza tra la data di reclutamento e quella di
promozione e ottenere la distribuzione della
durata della loro permanenza nel ruolo dei ricercatori. Questa distribuzione mostra qualche
irregolaritaÁ, con un picco principale attorno agli
8 anni e uno secondario attorno ai 12 anni, ma
esaminando la distribuzione cumulativa riconosciamo anche in questo caso un andamento
coerente con le predizioni teoriche che si possono inferire da un modello di reclutamento alla
fascia degli associati simile a quello individuato
per i ricercatori. Notiamo in particolare che il
valor medio della permanenza in ruolo eÁ di circa
11 anni, con una notevole differenza rispetto al
valore al picco principale.
Da questi dati eÁ anche possibile estrapolare la
probabilitaÁ totale che ciascun ricercatore ha di
essere promosso nel corso della propria carriera. L'intervallo nel quale si puoÁ ritenere che si
sia raggiunto il valore asintotico, anche sulla
base dei risultati precedenti, eÁ quello relativo
agli anni di reclutamento dal 1983 al 1995. In
questo intervallo la frazione dei ricercatori reclutati promossa ad associato eÁ pari al 71% e
l'analisi dei dati annuali mostra una sostanziale
stabilitaÁ intorno a tale valore, mentre a partire
dal 1995 la percentuale decresce esponenzialmente, come previsto. Vale infine la pena di
notare che solo il 58% dei ricercatori reclutati
nel 1980 eÁ stato promosso.
IL NOSTRO MONDO
promozione di ricercatori. In realtaÁ, considerando i dati a partire dal 1987 (inizio dei
concorsi liberi per associato) si verifica che
su circa 870 reclutati almeno 170 (20% del
totale) non erano ricercatori. Guardando all'evoluzione temporale del fenomeno, dopo un
calo iniziale (dovuto all'aumento del numero
complessivo dei ricercatori) si notano a partire dal 1998 oscillazioni anche molto ampie
intorno a una media annuale del 14%, ma
nessun segnale di ulteriore decrescita tendenziale della frazione di reclutati esterna al
mondo universitario.
5. ± La carriera: la fascia degli associati
5.1. ± L'andamento temporale globale e per
settori
L'andamento temporale su base annuale del
reclutamento degli associati eÁ piuÁ erratico di
quello dei ricercatori. Fino al 1998 cioÁ dipende dall'irregolaritaÁ con cui venivano banditi i concorsi, mentre dopo quella data si
devono scontare gli effetti dei periodici
blocchi delle assunzioni. Esiste comunque
anche in questo caso una linea di tendenza
verso la crescita del numero medio annuo dei
reclutati, che passa dai circa 40 degli anni `80
ai quasi 70 della fase iniziata nel 1999.
Per i singoli settori scientifico-disciplinari,
le tendenze sono molto simili a quelle registrate nel caso dei ricercatori. Alcuni settori
restano stabili (FIS/02 con l'11%, FIS/04 con il
4% e FIS/05 con il 6%) a partire dal 1985
(quando termina la prima fase di applicazione
del DPR 382). Si registra una modesta crescita (dal 33% al 35%) del settore FIS/01 accompagnata da un piccolo calo (dal 7% al 5%)
di FIS/08. Ma i fenomeni piuÁ rilevanti sono la
crescita di FIS/03 dall'8% al 15% e il calo di
FIS/07 dal 30% al 24%. EÁ interessante notare
che i valori finali in alcuni casi non sono
ancora stabili, e soprattutto non sono allineati
con le percentuali osservate nel caso dei ricercatori.
5.2. ± La provenienza dei reclutati
EÁ interessante notare che, per la fisica
universitaria, il reclutamento degli associati
non si riduce mai a un fenomeno di pura
5.3. ± L'etaÁ media al reclutamento e la sua
evoluzione
Anche nel caso degli associati il dato piuÁ evidente e rilevante eÁ l'inarrestabile tendenza alla
crescita lineare dell'etaÁ media di reclutamento.
Se l'etaÁ media degli associati entrati in servizio
per effetto del DPR 382 eÁ di circa 40 anni (per
effetto del ritardo accumulato a partire dal
1973), nella prima tornata dei concorsi liberi
(1987/88) l'etaÁ media dei vincitori si aggira intorno ai 38 anni, ma cresce poi fino al valore di
44 anni registrato nel biennio 2005/06, con un
incremento di circa 0,3 anni ogni anno, perfettamente coerente con quello dell'etaÁ media al
reclutamento dei ricercatori.
Come giaÁ empiricamente notato, la combinazione di questi due andamenti produce un allungamento della permanenza media in servizio
nella fascia dei ricercatori, che risulta significativamente maggiore della differenza tra le
etaÁ di reclutamento valutate a data fissa. EÁ facile
9
IL NUOVO SAGGIATORE
calcolare che, con un incremento medio di 0,3
anni all'anno nell'etaÁ di reclutamento in entrambe le fasce, se la differenza tra le due etaÁ a
data fissa eÁ di 8 anni la durata media della permanenza nel ruolo dei ricercatori sale a circa 11
anni.
5.4. ± La distribuzione in etaÁ al reclutamento
Applicando il metodo di analisi descritto nel
caso dei ricercatori, e non considerando gli
associati reclutati dal 1980 al 1985 per effetto
del DPR 382, si trova che anche in questo
caso la distribuzione eÁ descritta con grande
accuratezza dalla curva di Gompertz. Dal best
fit si ricava la dipendenza dal tempo dell'etaÁ
media al reclutamento, espressa dalla relazione 35,9 ‡ 0,3* y, dove al solito l'anno y eÁ
calcolato a aprtire dal 1980. Il coefficiente
della decrescita esponenziale della distribuzione vale C ˆ 0,27. Il valore di C eÁ naturalmente minore rispetto al caso dei ricercatori, essendo la probabilitaÁ di reclutamento
ad associato in larga misura il risultato della
convoluzione tra la probabilitaÁ di reclutamento a ricercatore e la probabilitaÁ di promozione.
10
clutati per anno di nascita, seguita da una
fase (nati tra il 1952 e il 1959) in cui il valore
medio crolla a poco piuÁ di 40 reclutati per
anno. A partire dal 1960 inizia un andamento
piuÁ regolare. Estrapolando l'asintoto da questa porzione della distribuzione si trova un
valore medio di reclutati per anno di nascita
«a regime» che tende a superare le 70 unitaÁ, il
che spiega perche l'etaÁ media al reclutamento
abbia continuato a crescere e possa eventualmente stabilizzarsi solo fra qualche tempo
se si manterraÁ la tendenza, propria degli ultimi anni, a reclutare circa 70 nuovi associati
ogni anno.
5.6. ± La permanenza media in servizio
5.5. ± La distribuzione dei reclutati per anno di
nascita
Anche nel caso degli associati si riconoscono regimi differenti, la cui analisi eÁ simile
a quella presentata per i ricercatori. EÁ presente la coda esponenziale dei nati prima del
1940 (anno medio di nascita dei reclutati nel
1980); si ha poi una fase (nati tra il 1940 e il
1950) con valori oscillanti intorno ai 60 re-
Analizzando le carriere dei 429 associati che
nel corso del periodo esaminato sono stati promossi a ordinario possiamo ottenere la distribuzione della durata della loro permanenza
nel ruolo degli associati. Questa distribuzione
mostra grosse irregolaritaÁ, con due picchi di
altezza circa uguale, rispettivamente intorno ai
14 e ai 20 anni e un valor medio di 13,5 anni.
Tuttavia possiamo riconoscere nel secondo
picco un effetto risultante dalla combinazione
dell'immissione in ruolo simultanea di oltre 800
associati nel 1980 e dell'improvvisa e massiccia
ripresa dei concorsi nel 2000. Abbiamo percioÁ
esaminato la distribuzione cumulativa fino al
diciannovesimo anno, riconoscendo anche in
questo caso l'andamento teorico predetto, e in
particolare trovando che il valor medio della
permanenza in ruolo per questo gruppo ristretto
eÁ di circa 11 anni.
Per quanto riguarda la probabilitaÁ totale che un
associato ha di essere promosso ordinario nel
corso della propria carriera, notiamo che l'in-
IL NOSTRO MONDO
tervallo nel quale si puoÁ ritenere che si sia raggiunto il valore asintotico, eÁ solo quello relativo
agli anni di reclutamento dal 1987 al 1990, e in
questo intervallo la frazione degli associati reclutati promossa a ordinario eÁ pari al 59%, mentre
come previsto a partire dal 1998 la percentuale
decresce esponenzialmente. Notando poi che 206
degli 845 associati reclutati tra il 1980 e il 1985
(primo e secondo giudizio d'idoneitaÁ) sono stati
promossi a ordinario a partire dal 1991, e assumendo che la stragrande maggioranza dei circa
240 reclutati nella fascia degli ordinari tra il 1987 e
il 1991 sulla cui carriera pregressa non abbiamo
informazioni provenisse dalla fascia degli associati, possiamo inferirne che circa il 40% del totale
degli associati reclutati nel 1980±85 sia stato in
seguito promosso a ordinario.
5.7. ± L'andamento del pensionamento
Nella fascia degli associati il pensionamento
resta ancora molto contenuto, per effetto della
giaÁ osservata decrescita esponenziale dei reclutati con anno di nascita anteriore al 1940. Si
manifesta comunque una lenta tendenza alla
crescita, dai circa 20 pensionamenti annui dei
primi anni '90 ai circa 30 pensionamenti degli
anni piuÁ recenti. Sulla base della distribuzione in
etaÁ si puoÁ stimare che questo valore si manterraÁ
abbastanza stabile ancora per molti anni.
6. ± La carriera: la fascia degli ordinari
6.1. ± L'andamento temporale globale e per
settori
Il reclutamento degli ordinari fino al 1999 eÁ
stato cadenzato, nei ritmi e nei numeri, dalle
scadenze dei grandi concorsi nazionali (oltre 80
reclutati nel 1976±77, circa 100 nel 1980, circa
170 nel 1987, oltre 80 nel 1990±91, circa 70 nel
1994), ha avuto una lunghissima battuta d'arresto fino al 2000 per poi riprendere con ben 290
reclutati nel triennio 2000±02. Volendo individuare un trend conviene prendere in esame
l'andamento della media annuale effettuata dividendo il totale dei reclutati dal 1980 a una data
fissata per il totale degli anni trascorsi dal 1980 a
quella data. In questo modo si evidenzia che fino
al 2001 tale media oscilla tra 20 e 25 reclutati per
anno, mentre a partire dal 2002 si stabilizza sui
27±28 reclutati per anno.
L'andamento per settori eÁ significativamente
diverso da quello dei ricercatori e degli associati. Nessun settore ha una percentuale realmente stabile, e il trend eÁ verso la crescita caratterizza i settori FIS/01 /dal 34% al 36%), FIS/03
(dal 14% al 17%) e FIS/07 (dal 10% al 14%),
mentre sono in calo i settori FIS/02 (dal 18% al
15%), FIS/04 (dal 10% al 7%), FIS/05 (dall'11% al
7%) e FIS/08 (dal 3% al 2%)
6.2. ± La provenienza dei reclutati
Diversamente dal caso precedente il reclutamento degli ordinari, dopo il 1980, avviene
quasi esclusivamente a partire dalla fascia degli
associati. La piuÁ significativa eccezione a questa
regola eÁ data dalle chiamate dall'estero «per
chiara fama», che sono comunque un numero
molto esiguo (non piuÁ di una dozzina negli ultimi
venti anni).
6.3. ± L'etaÁ media al reclutamento e la sua
evoluzione
Anche nel caso degli ordinari la deriva verso
l'alto dell'etaÁ media al reclutamento si manifesta
in modo netto. Se l'etaÁ media dei reclutati nel
1980 era di 42 anni, e quella dei reclutati nel 1987
era di 46 anni, giaÁ nel 2000 l'etaÁ media era di 51
anni e, dopo una battuta d'arresto, nell'ultimo
triennio la tendenza alla crescita eÁ ripresa
giungendo nel 2006 ai 52,4 anni. Il valor medio
della crescita calcolato nel lungo periodo eÁ di
circa 4 mesi di aumento annuale, un risultato
coerente con i valori giaÁ registrati nel caso dei
ricercatori e degli associati.
11
IL NUOVO SAGGIATORE
Un'ovvia conseguenza della deriva verso l'alto
dell'etaÁ media al reclutamento degli ordinari eÁ la
minor permanenza media nel ruolo, con significative conseguenze sulla retribuzione, legate anche alla limitata possibilitaÁ di ricostruzione di carriera. Un ingresso a piuÁ di 52
anni implica che il periodo dalla fine dello
straordinariato all'etaÁ massima di pensionamento (72 anni) risulta inferiore ai 17 anni. CioÁ
significa meno di 25 anni di carriera «ricostruita», e l'impossibilitaÁ di raggiungere le massime classi stipendiali.
spiega come semplice depauperamento per
pensionamneto delle classi d'etaÁ piuÁ elevata, ed
eÁ chiaramente legato a una dinamica di rapida
crescita degli organici nel corso degli anni '60 e
soprattutto '70. D'altro canto, senza che si possa
identificare una regione intermedia di stabilitaÁ,
la curva di reclutamento per i nati a partire dal
1950, peraltro molto irregolare, sembra indicare
un asintoto compreso tra i 40 e i 45 reclutati per
anno di nascita, che spiega l'innalzamento dell'etaÁ media al reclutamento.
6.6. ± L'andamento del pensionamento
6.4. ± La distribuzione in etaÁ al reclutamento
Applicando il metodo di analisi giaÁ descritto,
si trova che ancora una volta la distribuzione dei
reclutati (a partire dal 1987) puoÁ essere descritta con discreta accuratezza dalla curva di
Gompertz, anche se in questo caso la grande
distanza tra le tornate concorsuali tende a introdurre una forte distorsione nella distribuzione, soprattutto per etaÁ di reclutamento inferiori alla media. L'etaÁ media di reclutamento puoÁ
essere descritta nell'intervallo indicato dalla
relazione 43,7 ‡ 0,35* y, mentre il coefficiente
della decrescita esponenziale vale in questo caso C ˆ 0,23.
12
6.5. ± La distribuzione dei reclutati per anno di
nascita
Nel caso degli ordinari questa distribuzione
mostra due peculiaritaÁ di non facile interpretazione. Da un lato si nota un andamento di
tipo esponenziale del numero degli ordinari (in
servizio nel 1991) per gli anni di nascita compresi tra il 1916 e il 1938. Il fenomeno non si
Anche in questo caso si manifesta una lenta
tendenza alla crescita, dai circa 20 pensionamenti annui dei primi anni `90 ai circa 25 degli
anni piuÁ recenti. Sulla base della distribuzione
per anno di nascita ci si potraÁ aspettare un significativo aumento rispetto a questi valori
soltanto a partire dal 2010, con un picco prossimo ai 65 pensionamenti annui negli anni
2012±2015.
7. ± Confronto con il modello teorico
7.1. ± Il modello stazionario e la sua estensione
Un modello generale per la descrizione delle
dinamiche del reclutamento universitario eÁ stato proposto nel 1994 nell'articolo «Programmazione degli accessi nella ricerca pubblica» pubblicato in Il Nuovo Saggiatore Vol. 10, no. 2,
p. 33. Nell'applicazione del modello ci si limitava tuttavia al solo caso in cui le etaÁ medie di
reclutamento nelle singole fasce restavano costanti nel tempo. Non eÁ difficile estendere i risultati del 1994 a ricomprendere il caso in cui la
distribuzione in etaÁ anagrafica dei reclutati, pur
restando invariata in forma, risulti soggetta a
una traslazione temporale consistente con il
fenomeno della crescita lineare dell'etaÁ media di
reclutamento. Le equazioni che governano la
dinamica risultano ancora integrabili, anche se
qualche cautela nell'interpretazione dei risultati
si impone per l'ovvia considerazione che il regime di validitaÁ delle previsioni non puoÁ estendersi prima di un «anno zero» in cui si instaura il
regime e fuori da un arco di tempo oltre il quale
la deriva lineare dell'etaÁ di reclutamento diventa
necessariamente non realistica per banali motivi anagrafici.
IL NOSTRO MONDO
7.2. ± Implicazioni del modello
Dal modello modificato eÁ possibile trarre alcune precise predizioni quantitative. In particolare si dimostra che, posto m il coefficiente di
crescita annuale dell'etaÁ di reclutamento, il
rapporto tra il numero medio annuo di reclutati
e il numero medio di reclutati per anno di nascita vale esattamente 1 m, e anche il rapporto
tra la differenza nelle etaÁ di reclutamento a fasce adiacenti valutata a data fissa e la permanenza media effettiva in ruolo nella fascia inferiore vale 1-m. L'intera distribuzione dei reclutati
in servizio in funzione dell'etaÁ anagrafica risulta
traslata e riscalata del fattore 1/1 m rispetto
alla corrispondente distribuzione calcolata a
m ˆ 0. Tutti questi risultati, come abbiamo visto,
sono in buona corrispondenza con i dati empirici quando si ponga m ˆ 0,3. Una trattazione
matematica completa del modello saraÁ comunque presentata in altra sede.
8. ± Conclusioni
Le principali considerazioni che si possono
fare alla luce dei risultati qui esposti riguardano
la sostanziale stabilitaÁ dinamica dei processi di
reclutamento quando li si consideri nel complesso del sistema e su un arco di tempo sufficientemente lungo. La stabilitaÁ dinamica non
comporta tuttavia invarianza nel tempo e stabilitaÁ «sociologica». Come abbiamo infatti visto (e
ci sembra il risultato piuÁ significativo di questa
ricerca), in presenza di un permanente e considerevole squilibrio tra l'»offerta» e la «domanda» di docenza universitaria si produce una
crescita costante dell'etaÁ media di reclutamento, che eÁ la soluzione «matematica» di
un problema di flusso, ma non puoÁ certo essere
assunta, ne da un punto di vista fisico ne da un
punto di vista sociale, come una caratteristica
permanente del sistema universitario.
I risultati presenti riguardano la comunitaÁ dei
fisici, ma possono essere utilmente confrontati
con risultati relativi ad altre aree scientifiche e
culturali. In particolare un'indagine simile estesa al corpo docente di tutte le FacoltaÁ dell'UniversitaÁ di Pisa ha mostrato che i trend qui
evidenziati sono presenti, con un perfetto accordo qualitativo e un buon accordo quantitativo, anche nell'insieme dei docenti di un intero
Ateneo. Sarebbe estremamente interessante
poter estendere l'analisi a tutto il sistema universitario italiano, a partire da dati «ufficiali» e
completi, e verificare quali sono le tendenze
comuni e quali le principali differenze tra le
varie aree geografiche e culturali.
Per esigenze di spazio e di compattezza della
presentazione abbiamo rinunciato a presentare
le tabelle numeriche dettagliate sulla base delle
quali sono stati costruiti i grafici ed effettuate
le analisi. Tutto il materiale rilevante (con l'esclusione dei dati personali riconoscibili) eÁ
comunque accessibile in rete, all'indirizzo
http://www.df.unipi.it/~rossi
13
IL NUOVO SAGGIATORE
RICORDO DI PIERRE-GILLES
DE
GENNES
Il 18 Maggio, ci ha lasciato Pierre-Gilles de
Gennes, premio Nobel per la Fisica nel 1991,
grande amico e collaboratore della SIF. Molte
volte lo abbiamo avuto come Relatore o Docente
in vari Congressi SIF, Scuole di Varenna, di Erice
e Seminari presso varie UniversitaÁ italiane.
16
Amava molto l'Italia dove aveva tanti amici ed
appena gli era possibile veniva a comunicarci i
risultati delle sue ricerche insieme al suo dinamismo e amore per la vita.
Era nato nel 1932 da padre, famoso clinico
parigino, di nobile famiglia (era conte) e da
madre crocerossina con cui vive un'infanzia
strana e molto vivace, anche se perde il padre a
soli nove anni. Ha un carattere aperto, una gran
curiositaÁ per tutto e per tutti. Ama dipingere e
disegnare, la buona musica, lo sport, la buona
tavola e tutte le raffinatezze della vita anche se
dotato di gran semplicitaÁ.
La notizia della sua morte, avvenuta ad Orsay
il 18 Maggio, giuntaci con un semplice necrologio su Le Monde di MartedõÁ 20 Maggio, ha colto
tutti di sorpresa.
De Gennes si laurea molto giovane alla scuola
di Fridel, ma considereraÁ sempre solo Abragam
suo Maestro.
Inizia la sua attivitaÁ come fisico teorico occupandosi di superconduttivitaÁ di cui diviene
ben presto un esperto internazionale. Il suo testo, scritto ancor giovanissimo, sulla superconduttivitaÁ eÁ presente in ogni biblioteca.
Alla fine degli anni sessanta eÁ pioniere nello
studio di cristalli liquidi. Riesce a riunire ad
Orsay, nello stesso gruppo, sperimentali e teo-
rici di varie discipline, i cui lavori, con multiple
applicazioni, portano alla nascita dei cristalli
liquidi. Definendo le leggi fondamentali di questi
materiali, in pochi anni il gruppo acquista risonanza mondiale.
Lo studio dei cristalli liquidi porta de Gennes
ad occuparsi dei fenomeni critici che gli permettono di evidenziare come le fluttuazioni critiche non siano piuÁ, in certe condizioni, dannose.
Osserva che in un fluido in equilibrio le transizioni di fase, vicino al punto critico, presentano delle fluttuazioni anormali di densitaÁ.
CioÁ gli fa ipotizzare che sistemi fisici multipli
siano la sede d'anomalie equivalenti ad una
transizione di fase: in magneti, elio fluido
quando diviene superfluido, leghe metalliche,
cristalli liquidi... Ipotizza anche che fenomeni
analoghi possano essere intervenuti al momento
della formazione delle galassie.
Nel 1971 viene chiamato al ColleÁge de France,
a Parigi sulla cattedra di Fisica della Materia
Condensata e durante la lezione inaugurale (tenuta il 10 Novembre 1971) afferma ``Si certains
mysteÁres de la matieÁre condenseÂe se sont effaceÂs, d'autres reÂsistent opiniaÃtrement aÁ nos efforts'' e conclude ``Nous devons ... faire naõÃtre
des probleÁmes autant que reÂsoudre des probleÁmes. Bref, montrer par des exemples constants que le monde est plus vaste que nos systeÁmes''.
Dai problemi delle transizioni di fase passa a
domini apparentemente molto diversi, come la
teoria dei campi e la statistica dei polimeri. Si
sta occupando di questi problemi quando nel
1976 gli eÁ affidata, con la richiesta di farla «risorgere», cosa che fece egregiamente, la direzione de l'Ecole de Physique et Chimie de Paris
(la vecchia storica scuola ove lavorarono i Curie), che terraÁ fino all'anno 2002 divenendone
poi direttore onorario.
Negli anni settanta eÁ particolarmente affascinato dal concetto di ``percolation'' come
concetto unificatore, che permette una descrizione statistica dei sistemi costituiti da un gran
numero d'oggetti che possono essere collegati
tra loro. In un sistema di questo tipo scopre che
la comunicazione a grande distanza eÁ sia possibile sia impossibile, a seconda del numero di
oggetti e dei legami: esiste una soglia di transizione precisa fra queste due regioni. Descrive in
termini identici la conduzione in certi tipi di leghe, la viscositaÁ dei materiali polimerizzati, il
mantenimento di una rete telefonica o la for-
IL NOSTRO MONDO
mazione di un continente per elevazione di un
arcipelago.
``C'est l'inconnu qui m'attire. Quand je vois
un eÂcheveau bien encheveÃtreÂ, je me dis qu'il
serait bien de trouver un fil conducteur.'' (Le
Monde del 23 Ottobre 1991)
Diviene famoso il suo esempio della lunga
chioma che il vento arruffa in modo cosõÁ terribile da non riuscire piuÁ a districarla perche ogni
capello risulta legato a tutti gli altri. Se tocchiamo un capello, mettiamo in gioco tutta la
chioma. Problema analogo si manifesta nella
fisica dei polimeri, in cui le catene polimeriche
sono tutte legate alla stessa superficie come i
capelli alla testa. L'intreccio tra i capelli della
stessa chioma corrisponde a quello che si chiama processo unidirezionale. Altri esempi portati
dallo stesso de Gennes sono quelli della propagazione delle epidemie e delle idee, della propagazione degli incendi nelle foreste e i problemi di contaminazione in una assemblea di
persone sedentarie.
Dall'osservazione che una gran parte dei materiali che usiamo tutti i giorni sono ``lunghe
flessibili catene'', applica lo studio dei metodi
teorici della statistica ai polimeri: tipico esempio potrebbe essere il polistirene. Questi studi
sono riportati nel libro: ``Scaling concepts in
polymer physics''.
Si eÁ anche occupato della materia granulare,
insieme di particelle solide, di discrete dimensioni sufficienti a non renderle soggette a
fluttuazioni o moti termici. Il limite inferiore di
dimensioni di queste particelle eÁ di circa 1 mm, al
di sotto del quale le particelle avrebbero caratteristiche colloidali.
Il passo agli studi dei super-collanti, speciali
adesivi polimerici d'importanza primaria per le
industrie, eÁ breve e i risultati sono presentati al
Congresso EPS-7 nel 1987 in cui grande eco
ebbe la conclusione che un esempio dell'uso di
questi materiali avrebbe potuto essere la costruzione di aerei incollati.
Nel 1991 gli viene assegnato il Premio Nobel
per la Fisica con la motivazione ufficiale:
``...ha scoperto che metodi elaborati per descrivere l'ordine nei sistemi semplici possono
essere generalizzati e applicati alle forme piuÁ
complicate della materia, ed in particolare ai
cristalli liquidi ed ai polimeri, dimostrando che
anche sistemi fisici disordinati possono essere
descritti con successo in termini generali...''
Questo riconoscimento ha molto aiutato la
ricerca scientifica applicata.
Dopo aver ricevuto il Premio Nobel ha intrapreso, per alcuni anni, una serie di conferenze nei
collegi o nei licei, visitandone circa 200 fra il 1992
e 1994, con l'dea di dedicarsi ai ``ragazzini svegli'':
``Ce que j'ai voulu faire sentir aux gamins, c'est
que le chercheur n'est pas un propheÁte ni un savant cosinus, mais plutoÃt un explorateur, souvent heÂsitant et fatigueÂ...''. Questa avventura eÁ
raccontata nel libro: ``Les objets fragiles''.
De Gennes fu anche il fondatore, insieme al
collega Jean Matricon, della ``gastronomia
molecolare''. Al secondo incontro internazionale di fisica-chimica della cucina (Aprile
1995, Erice) de Gennes aveva dato una visione d'insieme parlando delle ``ReÂflexions d'un
scientifique amoureux de la cuisine'' e lo
chef Raymond Blanc aveva continuato con le
sue ``ReÂflexions d'un chef amoureux de la
science''. Poi i grandi maõÃtres che avevano
esposto le loro esperienze culinarie si sono
confrontati con gli osservatori scientifici.
A settant'anni inizioÁ una nuova avventura interessandosi all'odorato e alla natura della memoria nel cervello.
Pierre-Gilles de Gennes eÁ stato uno degli
scienziati piuÁ popolari e influenti di Francia,
vero ``maõÃtre-aÁ-penser ''. Negli ultimi anni la sua
popolaritaÁ era cresciuta anche per le sue teorie
alla base degli orologi digitali e degli schermi dei
computer portatili.
Con de Gennes scompare uno scienziato geniale ``touche-aÁ-tout''. SaraÁ difficile dimenticare
la passione con cui affrontava tutti i problemi, il
17
IL NUOVO SAGGIATORE
suo sorriso e la capacitaÁ di rendere semplici
anche i concetti piuÁ difficili.
IDA ORTALLI - UniversitaÁ di Parma
PRINCIPALI PUBBLICAZIONI
Superconductivity of metals and alloys, Benjamin (1966), versione
russa (ed. Mir 1968), giapponese (1975).
The physics of liquid crystals, Oxford University Press (1974), 2nd
edition (1993), versione russa (1976), cinese (1991).
Scaling concepts in polymer physics, Cornell University Press
(1979), 2nd edition (1985), versione russa (1983), cinese (1989).
Introduction to polymer dynamics, Cambridge University Press
(1990).
Simple views on condensed matter, World Scientific Publishing Co
(1992), versione aggiornata (1998).
Les objets fragiles, con J. Badoz, Plon, Paris (1994), versione inglese
(1996), brasiliana (1998), giaponese (1998), cinese (1999), turca
(1999), russa (2000).
Soft Interfaces, The 1994 Dirac Memorial Lecture, Cambridge University Press (1997).
La matieÁre molle, con M. Veyssie, Physique des objets de tous les
jours, CD ROM Arte eÂditions (1998).
Gouttes, bulles, perles et ondes, con F. Brochard-Wyart e D. QueÂreÂ,
Belin, Paris, Collection Echelles (2002).
Petit Point, Le Pommier, Paris (2002).
Capillarity and wetting phenomena: drops, bubbles, pearls, waves,
con F. Brochard-Wyart e D. QueÂreÂ, trad. A. Reisinger di Gouttes,
bulles, perles et ondes, Springer New-York (2004).
18
RICORDO DI LORENZO NARDUCCI,
FISICO ITALIANO ``EMIGRATO''
ALL'ESTERO
Il nostro amico, collaboratore e collega Lorenzo Narducci eÁ spirato il 21 luglio 2006.
Lorenzo si laureoÁ in fisica all'UniversitaÁ di Milano nel 1964, sotto la guida di Piero Caldirola,
con una tesi intitolata ``Teoria della coerenza
della Luce nell'Elettrodinamica Quantistica''. A
quel tempo, lo studio della coerenza ottica era un
punto focale: la teoria allora formulata da Roy
Glauber pose le basi dell'ottica quantistica ed ha
ottenuto il riconoscimento del Premio Nobel nel
2005. Nel 1965, per consiglio di Glauber stesso,
Narducci fece domanda per una posizione di assistant professor al Polytechnic Institute di
Worcester, l'ottenne e si trasferõÁ negli Stati Uniti
con la moglie ed il figlioletto appena nato. Nel '76
si spostoÁ con la famiglia (moglie e tre figli) a Filadelfia per ricoprire una cattedra di full professor alla Drexel University, dove eÁ rimasto fino
alla sua scomparsa.
Lorenzo Narducci eÁ stato una figura di primo
piano, a livello internazionale, nei campi del-
l'ottica non-lineare e dell'ottica quantistica teoriche. Tutti e tre i firmatari di questo ricordo hanno
avuto il privilegio ed il piacere di collaborare con
lui per molti anni, spesso tutti e tre insieme. Lorenzo era animato da un entusiasmo trascinante
nelle sue ricerche e lavorare con lui eÁ stata per
noi una esperienza davvero esaltante. Tra gli argomenti su cui abbiamo collaborato con lui, desideriamo ricordare la bistabilitaÁ ottica, le instabilitaÁ temporali e spaziali nei sistemi ottici
nonlineari, con l'insorgere di oscillazioni spontanee regolari o caotiche o con la formazione
spontanea di strutture spaziali nella sezione del
fascio, le proprietaÁ speciali della fluorescenza di
risonanza in atomi a tre livelli, con l'apparizione
di una larghezza di riga inferiore a quella naturale.
Il lavoro di Narducci ha ispirato molti esperimenti importanti e per i suoi risultati eÁ stato
insignito da numerosi e prestigiosi riconoscimenti come l'Einstein Prize for Laser Science
e la Lamb Medal for Laser Science and Quantum
Optics. Un Italiano che ha fatto davvero onore al
suo Paese!
EÁ stato un lecturer molto brillante, capace di
affascinare il suo uditorio, ed un docente molto
amato dai suoi studenti. EÁ stato molto attivo
anche nel processo editoriale, come Editor di
``Optics Communications'' dal 1987 ed Associate
Editor di ``Physical Review A'' dal 1990.
Lorenzo saraÁ ricordato dalla sua famiglia,
dagli studenti, dai suoi amici e colleghi come un
ricercatore ed un docente appassionato e dedito
al progresso della fisica. EÁ davvero molto compianto da tutti.
LUIGI LUGIATO - UniversitaÁ dell'Insubria, Como
GIAN-LUCA OPPO - University of Strathclyde, Glasgow
JORGE TREDICCE - INLN, Nice
IL NOSTRO MONDO
RICORDO DI ENZO MENAPACE (1938 - 2007)
Il 23 giugno scorso, in un incidente stradale, eÁ
mancato Enzo Menapace. Enzo si era laureato
in fisica all'UniversitaÁ di Pavia per proseguire i
suoi studi con una borsa di studio all'Istituto
Superiore di SanitaÁ a Roma, sotto la direzione di
Mario Ageno. Era stato quindi assunto da Ezio
Clementel per l'allora nascente centro di calcolo del CNEN, Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare, a Bologna. Enzo Menapace si
era dedicato con entusiasmo alla fisica nucleare
applicata, in particolare allo studio di sezioni
d'urto neutroniche per i reattori a fissione e per
quelli superveloci, con incursioni nel settore del
calcolo scientifico e degli algoritmi numerici. Si
era occupato dei processi diretti e semidiretti di
diffusione inelastica di neutroni e della valutazione delle relative sezioni d'urto integrali e
differenziali. I suoi interessi l'avevano portato a
sviluppare codici di calcolo per le reazioni nucleari a bassa energia e quindi a contribuire alla
realizzazione a validazione di librerie di dati
nucleari per applicazioni tecnologiche ed
energetiche. In questo ambito, Menapace ha
partecipato ad iniziative internazionali promosse dall'International Atomic Energy
Agency, IAEA, a Vienna e dalla NEA Data Bank
a Parigi, facendo parte di gruppi di lavoro e di
comitati di ricerca. Ha contribuito fattivamente
alla creazione della libreria europea di dati
nucleari, JEF, Joint European Files, the si eÁ
affiancata alle analoghe iniziative statunitensi,
russe e giapponesi. Enzo ha partecipato ai piuÁ
importanti congressi internazionali del settore
con lavori di ricerca e di rassegna sulle piuÁ
aggiornate metodiche per la valutazione di dati
nucleari, recando preziosi contributi allo sviluppo del settore. Presso il CNEN, divenuto
ENEA, eÁ stato responsabile del laboratorio dati
nucleari e successivamente consigliere di direzione della Divisione Fisica dell'Ente, fino
alla pensione due anni fa. PiuÁ di recente era
tornato alla antica passione per la fisica biomedicale e si era occupato delle tecnologie per
la produzione di radioisotopi e del calcolo di
dati nucleari per applicazioni di fisica medica
incluse le tecniche terapeutiche basate sull'uso
di adroni, tenendo anche corsi molto seguiti
per la scuola di specializzazione in fisica sanitaria dell'UniversitaÁ di Bologna. Sempre attento ed interessato alle applicazioni della fisica
nucleare, si era quindi rivolto al settore della
diagnostica non distruttiva per i beni culturali
e, negli ultimi anni, era stato incaricato del
corso di fisica per i beni culturali presso il
corso di laurea in archeologia navale a Trapani,
della FacoltaÁ di Conservazione dei Beni Culturali dell'UniversitaÁ di Bologna. Era socio attivo e militante da molti anni della SocietaÁ
Italiana di Fisica e avrebbe certamente meritato il titolo di benemerito, sia per la sua fattiva
collaborazione alle iniziative della SIF, partecipando attivamente alle discussioni in sede
assembleare, sia per le numerose relazioni su
invito in occasione del Congressi nazionali.
Agli interessi scientifici e societari, Enzo univa
una passione per la montagna e per le escursioni a piedi ed in bicicletta, (l'ultima gli eÁ stata
fatale). Con lui viene a mancare un fisico
scrupoloso e attento, un insegnante appassionato, un amico sincero.
RENATO ANGELO RICCI
Laboratori Nazionali di Legnaro
GIUSEPPE MAINO
ENEA, Bologna
19
RIUNIONE SIF STRAORDINARIA DEL
1 GIUGNO 2007
20
In relazione a una serie di problemi aperti nel
contesto dell'attuale processo di riforma nel
settore universitario e a una serie di punti in
discussione al CUN e alla CRUI, la SocietaÁ Italiana di Fisica (SIF) ha ritenuto doveroso convocare d'urgenza una riunione speciale il 1
Giugno 2007 presso il Dipartimento di Fisica
dell'UniversitaÁ di Bologna. L'ordine del giorno
prevedeva l'esame delle seguenti questioni:
i) accorpamento dei settori scientifico-disciplinari (SSD) e definizione di uno o piuÁ ``macrosettori''; ii) nuove modalitaÁ concorsuali per il
reclutamento universitario; iii) progetto ``lauree
scientifiche'' (LS); iv) riforma universitaria per
lauree magistrali e dottorati di ricerca.
La convocazione eÁ stata inviata dal Presidente, Prof. Giuseppe Franco Bassani, ai Rettori
e Presidi di FacoltaÁ (afferenti a SSD dell'Area
Fisica), ai Direttori dei Dipartimenti di Fisica, ai
Presidenti dei Consigli di Corso di Laurea in
Fisica, al Presidente del Collegio dei Docenti di
Fisica nelle FacoltaÁ di Medicina, al Coordinamento del Settore di Geofisica, al Coordinamento dei Docenti di Fisica nelle FacoltaÁ di Ingegneria, e al Consiglio di Presidenza della SIF.
Malgrado i tempi stretti della convocazione, alla
riunione sono intervenuti circa cinquanta partecipanti che hanno dato vita a un interessante
dibattito.
La discussione sulle nuove modalitaÁ concorsuali per il reclutamento dei ricercatori universitari proposta dal Ministero, e in particolare
il problema della definizione dei ``macrosettori''
nell'ambito dei quali dovrebbero essere sorteggiati alcuni dei valutatori operanti nella prima
fase del nuovo meccanismo concorsuale, eÁ stata
introdotta dal Prof. Paolo Rossi (Direttore del
Dipartimento di Fisica di Pisa, nonche rappresentante degli ordinari di Fisica al CUN).
Rossi ha brevemente descritto il regolamento
ministeriale, riassunto i principali rilievi effettuati dal CUN e inquadrato la questione dei
macrosettori nel contesto complessivo del sistema universitario e in quello specifico della
Fisica. Ha poi presentato la proposta unanime
dei consiglieri CUN dell'Area Fisica, che prevede la creazione di un unico macrosettore per la
Fisica, comprendente tutti gli attuali SSD da
FIS/01 a FIS/08, e l'immediata apertura di un
processo di revisione e riduzione numerica di
tali SSD, con gli obiettivi di giungere a una caratterizzazione basata essenzialmente sulla ricerca (e non piuÁ sulla didattica) e a dimensioni
tali da giustificare in prospettiva un'identificazione tra settori e macrosettori.
Ne eÁ seguito un ampio e costruttivo dibattito,
al quale hanno partecipato quasi tutti i presenti,
e dal quale sono emerse numerose importanti
osservazioni e indicazioni di criticitaÁ. La discussione eÁ stata infine riassunta e conclusa dal
Presidente Bassani, che ha proposto all'assemblea, che le ha approvate all'unanimitaÁ, le seguenti mozioni:
Regolamento concorsuale per posti di ricercatore: l'assemblea condivide le osservazioni
e le preoccupazioni espresse dal CUN e dalla
CRUI e fa propri tutti i rilievi relativi alla bozza
ministeriale del 3 Maggio 2007 avanzati dal CUN
nel proprio parere generale, nelle note all'articolato e nelle considerazioni finali.
Macrosettori per l'Area Fisica: l'assemblea
approva la proposta di creazione di un unico
macrosettore per la Fisica, anche come segnale
della compattezza e dell'omogeneitaÁ culturale
della comunitaÁ dei fisici, ma sottolinea fortemente il carattere temporaneo di tale soluzione
ed esprime viva preoccupazione in relazione al
rischio che tale scelta, se estesa nel tempo e
nell'ambito di pertinenza, possa indurre un'inaccettabile compressione dell'intensitaÁ e della varietaÁ delle attivitaÁ di ricerca dei fisici italiani.
Ridefinizione dei settori scientifico-disciplinari: constatata l'inadeguatezza dell'attuale
assetto, anche alla luce delle problematiche
create dall'introduzione dei macrosettori, l'assemblea auspica l'avvio di un rapido processo di
ridefinizione, razionalizzazione e riduzione numerica degli SSD dell'Area Fisica. A tal fine
propone la costituzione di un gruppo di lavoro di
8-10 persone, che riferisca all'Assemblea dei
Soci della SIF (che si terraÁ a Pisa, nel corso del
Congresso Nazionale della SIF nel prossimo
mese di Settembre 2007). I componenti del
gruppo di lavoro saranno individuati sulla base
di una proposta formulata dal Consiglio di
Presidenza della SIF.
Passando al successivo punto all'ordine del
giorno della riunione straordinaria, il Prof. Vincenzo Grasso e il Dr. Enzo De Sanctis, entrambi
Consiglieri SIF, hanno illustrato esaurientemente all'assemblea il progetto ``lauree scientifiche'' (LS). Si tratta di un progetto recentemente
avviato dal Ministero, insieme con la Conferenza
IL NOSTRO MONDO
dei Presidi delle FacoltaÁ di Scienze MM.FF.NN. e
la Confindustria, e con la cooperazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, per contrastare
il calo delle immatricolazioni alle facoltaÁ scientifiche. Nell'ambito di questo progetto, nell'a.a.
2006-2007 sono state assegnate 120 borse di
studio di merito a studenti che si sono iscritti in
una qualunque universitaÁ italiana al primo anno
dei corsi di laurea in Chimica (40 borse), Fisica
(40 borse) e Matematica (40 borse).
La SIF ha curato con l'UniversitaÁ di Roma Tor
Vergata la pubblicizzazione, l'organizzazione,
l'amministrazione e l'assegnazione di 43 borse di
studio riservate per la classe di Scienze e Tecnologie Fisiche (tre borse di studio aggiuntive
sono state attivate grazie ai contributi provenienti da specifiche sedi universitarie). Le borse, assegnate mediante concorso pubblico, sono
rinnovabili per tutta la durata del corso di laurea, a condizione che tutti gli esami previsti per
l'anno di fruizione della borsa siano stati superati entro il 31 Dicembre, con la media di almeno
27/30 e con nessun voto inferiore a 24/30.
La prova scritta per la selezione dei vincitori,
consistente in un questionario con 35 domande
(20 di Fisica, 10 di Matematica e 5 di cultura
generale) a risposta multipla, eÁ stata effettuata
su base nazionale il 7 Settembre 2006: 498 studenti hanno presentato domanda di partecipazione al concorso, 452 hanno sostenuto la prova
scritta. Una apposita commissione d'esame,
nominata dalla SIF, ha quindi stabilito una graduatoria con 43 vincitori e 179 idonei.
In seguito la SIF, in collaborazione con il Ministero, l'Istituto Nazionale di Alta Matematica e
la SocietaÁ Chimica Italiana, e con il supporto
dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, ha deciso
di intervenire ulteriormente nel progetto LS organizzando ogni anno una scuola estiva di informazione e orientamento per i borsisti del
progetto stesso. L'intento eÁ di promuovere tra i
borsisti una visione integrata della cultura
scientifica; stimolare e consolidare il loro interesse per la scienza; orientarli nella scelta del
settore di ricerca o di lavoro piuÁ consoni ai loro
interessi e alle loro attitudini.
La scuola estiva, di sei giorni di durata, si articola in conferenze e seminari, tenuti da docenti universitari, ricercatori di enti di ricerca
ed esperti con particolari competenze; in testimonianze di rappresentanti del mondo del
lavoro; in visite a laboratori e strutture di ricerca; in proiezioni di film scientifici. Inoltre il
carattere di campus dell'iniziativa renderaÁ pos-
sibili colloqui informali tra studenti e docenti e
contatti tra studenti delle tre discipline e di
universitaÁ diverse. Nei tre anni di durata del
corso di laurea i borsisti avranno la possibilitaÁ di
frequentare tre scuole estive e di ricevere informazioni su tutti i piuÁ importanti temi di ricerca e i principali sbocchi occupazionali.
Quest'anno la scuola estiva si svolgeraÁ a Perugia dal 27 Agosto al 1 Settembre 2007. I borsisti saranno alloggiati nella Casa dello Studente
e i corsi saranno tenuti nelle aule dei Dipartimenti di Chimica, Fisica e Matematica dell'UniversitaÁ. Il programma prevede conferenze
di interesse generale per gli studenti dei tre
corsi di laurea e conferenze di interesse specifico per chimici, fisici e matematici. Le spese di
vitto e alloggio per gli studenti saranno a carico
dell'organizzazione. Saranno altresõÁ rimborsate
le spese di viaggio in treno a tutti gli studenti e di
treno e/o aereo agli studenti provenienti da Sicilia e Sardegna.
Infine il Prof. Maurizio Morando, Presidente
del Consiglio di Corso di Laurea (CdL) in Fisica
dell'UniversitaÁ di Padova, nonche Presidente
della Conferenza Permanente dei Presidenti di
CdL in Fisica, ha brevemente illustrato il quadro
della riforma universitaria in atto, per quanto
riguarda l'istituzione della laurea magistrale,
dopo la triennale, e la nuova possibile organizzazione del dottorato di ricerca.
Il breve tempo passato dall'attuazione della riforma stabilita dal decreto DM509 ha comunque
permesso di metterne in luce alcuni punti deboli
che dovrebbero essere modificati dal nuovo decreto DM270. Purtroppo i decreti attuativi non
sono stati ancora pubblicati, sono apparse piuÁ
versioni ufficiose che differivano anche sostanzialmente fra di loro, per cui risulta attualmente molto difficile preparare i nuovi ordinamenti didattici. SaraÁ quindi ancora piuÁ opportuno
un coordinamento a livello nazionale, affinche le
significative differenze esistenti fra gli ordinamenti del Corso di Fisica per diversi atenei possano ridursi per raggiungere l'obiettivo di una
laurea reciprocamente riconosciuta fra atenei,
non solo da un punto di vista formale, ma anche
come conoscenze e competenze dei laureati.
Un altro punto debole nella realizzazione degli ordinamenti eÁ il rapporto fra universitaÁ e
aziende. Esso non dipende tanto dai decreti
ministeriali quanto dall'atteggiamento dei colleghi e saranno necessari ulteriori passi significativi, sia tramite i Comitati di Consulenza
delle Parti Sociali, sia tramite una migliore col-
21
IL NUOVO SAGGIATORE
22
laborazione con le aziende. EÁ difficile avviare
queste ultime attivitaÁ prima di conoscere la
versione definitiva di decreti e linee guida.
L'auspicio eÁ che essi appaiano il piuÁ presto
possibile per garantire un tempo sufficiente affinche l'adeguamento degli ordinamenti sia meditato e non si riduca a minimi ritocchi.
Ulteriori informazioni e messe a punto sull'evoluzione dello stato della riforma e sulle sue
modalitaÁ applicative saranno illustrate in occasione dell'annuale appuntamento dei Presidenti
dei CdL al Congresso SIF di Pisa.
``JOURNEE DE REFLEXION'' DELL'EPS
A PISA
successivamente presso il Polo Fibonacci dell'UniveristaÁ di Pisa dove hanno sede la Sezione
INFN e il Dipartimento di Fisica ``Enrico Fermi''.
Sono intervenuti Rino Castaldi (Direttore della
Sezione INFN), Paolo Rossi (Direttore del Dipartimento), Luisa Cifarelli (Vice Presidente
SIF), Caterina Biscari (Chair del Gruppo Acceleratori dell'EPS) e Marcello Giorgi (Delegato
INFN al Council dell'EPS). Luisa Cifarelli ha illustrato le attivitaÁ editoriali e societarie della
SIF, sottolineando l'importanza degli scambi
SIF-EPS a vari livelli, in particolare per quanto
riguarda attualmente il Gruppo di Lavoro sull'Energia, coordinato su scala europea dalla
Divisione Tecnologia dell'EPS.
Nel 2008 l'EPS festeggeraÁ i suoi 40 anni. Sono
previste diverse celebrazioni: in occasione dell'annuale riunione del Council EPS, a Mulhouse,
e della Conferenza EPS-14 della Divisione della
Materia Condensata, a Roma. La SIF saraÁ presente in entrambe le occasioni.
Le due intense giornate del Comitato Esecutivo si sono infine concluse con una visita alle
camere pulite del Laboratorio di Alte Tecnologie
dell'INFN, dove sono stati in gran parte realizzati i rivelatori al silicio per l'esperimento
CMS al CERN-LHC, e al sito dell'antenna gravitazionale VIRGO, a Cascina. Infine, cena sul
mare a Marina di Pisa e passeggiata sui Lungarni, pieni di gente e illuminati dalle candele,
come vuole la tradizione, di San Ranieri.
Il Comitato Esecutivo della SocietaÁ Europea
di Fisica (EPS) si eÁ riunito a Pisa i giorni 15 e 16
Giugno 2007, per l'annuale ``JourneÂe de ReÂflexion''.
La Scuola Normale Superiore ha dato il benvenuto ai membri del Comitato con una cerimonia alla quale hanno partecipato molti studenti e professori. Luigi Radicati di Brozolo ha
ricordato la figura di Gilberto Bernardini che 39
anni fa eÁ stato uno dei fondatori dell'EPS e il suo
primo Presidente. Radicati ha ricordato, in particolare, come Bernardini abbia lavorato e
stretto amicizia con i piuÁ eminenti fisici del suo
tempo, in Europa e in America, e come sia stato
il primo a far venire a Pisa, e in Italia, fisici del
calibro di Richard Feynman. Le molteplici attivitaÁ di ricerca dei fisici pisani sono poi state
efficacemente illustrate da Lorenzo FoaÁ . Friedrich Wagner, attuale Presidente dell'EPS, ha
ringraziato per la cerimonia di benvenuto e ha
brevemente descritto il ruolo e gli scopi dell'EPS, organizzazione che raccoglie tutte le societaÁ di fisica europee e si propone di promuovere l'operato dei fisici a livello europeo. L'incontro in Normale eÁ stato completato con un
brindisi nella Sala del Priore e con una passeggiata tra le belle sale del Palazzo della Gherardesca.
I lavori del Comitato Esecutivo si sono svolti
LUISA CIFARELLI
ANGELA DI VIRGILIO - Membro del Comitato
Esecutivo dell'EPS
Scarica

44 anni - Società Italiana di Fisica