Mauro Martini Direttore del Servizio di Medicina Legale Azienda USL di Ferrara Clinical Governance Risk Management Responsabilità professionale Clinical Governance Risk Management Responsabilità professionale Comitato Etico Scientifico Risk Management Consulenza per ipotesi di professionale Uffico Gestione Sinistri Governo Clinico Contesto dei mercati di acquisto Contesto politico regionale Contesto politico nazionale Contesto politico locale Direzione ASL Area della Dirigenza decision making Contesto socio – economico locale Bisogno e domanda di salute Condizioni strutturali legate alla sanità Effectiveness e efficacy possono non coincidere Il nesso di causalità tra azione del medico e risultato sul paziente (outcome) non è mai standardizzabile a priori, vista la caratteristica relazionale del servizio erogato Attese Garanzie di qualità a tutela della persona come miglioramento di efficacia, efficienza e customer’s satisfaction Azioni Misurazione dell’efficacia, efficienza, customer’s satisfaction Introduzione di sistemi di benchmark Diffusione di informazioni “reliables” presso gli stakeholders Previsioni della popolazione residente in Italia, per classi di età, dal 2000 al 2025 (ISTAT) 40000000 0 – 14 35000000 15 – 65 66 e oltre 30000000 25000000 20000000 15000000 10000000 5000000 0 2000 2005 2010 2015 2020 2025 Popolazione superiore a 65 anni rispetto alla popolazione tra 15 e 65 anni (O.N.U., 1996: World Population Prospects, 1950-2050) 70 Italia USA Germania Francia Regno Unito 60 percentuale 50 68,8 51,5 46,8 40 39,3 35,2 30 20 10 0 1990 2010 2030 2050 anno Costo medio pro – capite (in sterline), per fasce di età, nel NHS: anni 1996/97 (The Office of Health Economics, 2002) sterline per persona 2500 2000 1500 1000 500 0 neonati fino a 5 da 6 a 15 da 16 a 44 da 45 a 64 da 65 a 74 da 75 a 84 fasce di età oltre 84 0 ITALIA Sardegna Sicilia Calabria Basilicata Puglia Campania Molise Abruzzo Lazio Marche Umbria Toscana Emilia Romagna Liguria Friuli Veneto Prov. Trento Prov. Bolzano Lombardia 6 Valle d'Aosta Piemonte Persone con disabilità 6 anni che vivono in famiglia (ISTAT) 7 tasso standardizzato x 100 persone (anno 2002) 5 4 3 2 1 Iscritti graduatorie provinciali ex l.n. 68/99, anno 2002 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 disabili iscritti ex art.18 totali iscritti Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Il deficit pensionistico in Italia: passato, presente e futuro (EURISPES) 250.000 8 Deficit pensionistico (mld £) 7 Deficit in rapporto al PIL (%) 200.000 6 Mld £ 4 100.000 3 2 50.000 1 0 0 1990 1995 2000 2005 2010 anno 2015 2020 2025 % 5 150.000 L’indice di Robin Hood (Kennedy e Coll.) L’indice rappresenta la povertà della popolazione (p < 0.007) ed ha correlazioni con la mortalità corretta secondo l’età (r = 0.54 e p < 0.05). Esempio (Massachusetts): Decimale 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 % reddito totale 1.08 2.48 4.13 5.74 7.33 8.97 10.83 13.09 16.41 29.93 Decimali > 10 %: dal n. 7 al n. 10 (10.83 + 13.09 + 16.41 + 29.93) (4 x 10) = 70.26 – 40 = 30.26 (Indice di Robin Hood) L’indice di Robin Hood (Kennedy e Coll.) Bruce P Kennedy,a Ichiro Kawachi, Deborah Prothrow-Stith: Income distribution and mortality: cross sectional ecological study of the Robin Hood index in the United States, BMJ 1996;312:1004-1007. L’indice di Robin Hood (Kennedy e Coll.) Max: Louisiana (34.05%) Min: New Hampshire (27.13%) Bruce P Kennedy,a Ichiro Kawachi, Deborah Prothrow-Stith: Income distribution and mortality: cross sectional ecological study of the Robin Hood index in the United States, BMJ 1996;312:1004-1007. L’indice di Robin Hood (Kennedy e Coll.) Bruce P Kennedy,a Ichiro Kawachi, Deborah Prothrow-Stith: Income distribution and mortality: cross sectional ecological study of the Robin Hood index in the United States, BMJ 1996;312:1004-1007. Sono identificabili strette correlazioni tra l’ineguaglianza sociale e alcune tra le più importanti cause di morte. Sono particolarmente significative le correlazioni con la mortalità infantile (p = 0.013), la malattia coronarica (p = 0.004), le neoplasie maligne (p = 0.023) e gli omicidi (p < 0.001). Sono state osservate anche rilevanti associazioni con le cause di morte riconducibili alle cure mediche. Le politiche sociali ed economiche che agiscono sulla ripartizione della ricchezza hanno un forte impatto sulla salute della popolazione. Kawachi e Kennedy Studio sui determinanti socio–economici del benessere psicofisico ricchezza e reddito tendono progressivamente a concentrarsi in un ambito sempre più ristretto la distribuzione del reddito è una chiave determinante della salute della popolazione; in particolare, un ampio “gap” tra ricchi e poveri conduce ad una più elevata mortalità a causa di un < breakdown of social cohesion >. Kennedy BP Lochner K Prothrow-Stith D Social capital, income inequality, and mortality. American Journal of Public Health 1997; 87: 1491-1498. R.D. Putnam Correlazione – già riscontrata da Kawachi e Kennedy – tra presenza di importanti e consolidate forme di associazionismo e riduzione della mortalità. Celebra la tradizione civico – associazionistica italiana (“Making democracy work. Civic traditions in modern Italy”; Princeton University Press, 1993). Il coefficiente “GINI” E’ un numero sempre compreso tra 0 e 1, che misura il grado di disuguaglianza della distribuzione del reddito, nel contesto di una determinata società. Coefficiente “0” = assenza di disuguaglianza (ogni membro della società ha lo stesso reddito degli altri). Coefficiente “1” = massima disuguaglianza (alcuni membri percepiscono il massimo del reddito e altri nulla). paesi Est Europa (Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia) = ~ 0.2 paesi in cui il reddito si concentra in gruppi di èlite (Messico, Guatemala, Honduras e Panama) = ~ 0.6 Il coefficiente “GINI” paesi dell’Est Europa (Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia) = ~ 0.2 paesi in cui il reddito si concentra in gruppi di èlite (Messico, Guatemala, Honduras e Panama) = ~ 0.6 maggior parte dei paesi europei occidentali e Canada = ~ 0.3 Giappone e in alcuni paesi asiatici = 0.35 ÷ 0.40 maggior parte dei paesi dell’Africa e del Sud America = > 0.4 Cuba: dal 1953 al 1986 si è spostato da 0.55 a 0.2 USA: dallo 0.35 degli anni ’70 ha raggiunto lo 0.4 negli anni ’90 ed è in continuo incremento Il coefficiente “GINI” Il coefficiente GINI deriva direttamente dalla curva di Lorenz, che illustra la progressiva quantità del reddito complessivo degli abitanti di una determinata area geografica, classificati in ordine bottom – up. Qualora i redditi siano ugualmente distribuiti, la rappresentazione grafica è lineare ed è ovviamente collocata a 45°; ma quando la disuguaglianza cresce, si determina una curva (di Lorenz) che si allontana dalla linea teorica. Il coefficiente GINI è calcolato come rapporto tra l’area tra la curva di Lorenz e la linea a 45°, e tutta l’area sottesa dalla medesima linea. L’indice di Robin Hood è l’equivalente della massima distanza verticale tra la curca di Lorenz e la linea a 45°. Rapporti tra curva di Lorenz, coefficiente GINI e indice di Robin Hood Incidenza della spesa sanitaria pubblica (%) sul PIL in Italia 10 9,5 9 8,5 8 7,5 7 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 La spesa sanitaria pubblica nel mondo (OECD, 2002) Italia Turchia 260 Polonia 371 Messico 391 Corea 587 Ungheria 602 Repubblica Ceca Spesa sanitaria pro – capite in alcuni tra i principali Stati (da Anderson e Poullier “Health spending, access, and outcomes: trends in industrialized countries”; Health Affairs, vol. 18, 3, May/June 1999) 904 Grecia 974 Portogallo 1125 Spagna 1168 Irlanda 1324 Regno Unito 1347 Nuova Zelanda 1352 Finlandia 1447 ITALIA 1589 Svezia 1728 Media OECD 1728 Giappone 1741 Belgio 1747 Austria 1793 Australia 1805 Norvegia 1814 Olanda 1838 Danim arca 1848 Islanda 2005 Francia 2051 Canada 2095 Germ ania 2339 Lussem burgo 2340 Svizzera 2547 Stati Uniti 3925 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000 La dinamica della spesa Dati OECD: l'Italia è in controtendenza rispetto agli anni ‘90. A fronte infatti di aumenti quasi generalizzati, il nostro paese registra un drastico contenimento delle risorse destinate alla Sanità Pubblica, solo in parte mitigato dal recupero degli ultimi anni ‘90: dal 6,4% del PIL nel 1990 al 5,9% nel 2000. Ragioneria Generale dello Stato: fra 50 anni la quota di risorse assorbita dal SSN sarà pari a 7,2 punti di PIL, un valore che è rispettivamente inferiore e pari a quelli attuali della Germania e della Francia. La dinamica della spesa Quali allora le ragioni del diffuso allarme per la spesa sanitaria? a) stato della finanza pubblica (che impone un faticoso percorso di risanamento); b) maggiore difficoltà, tecnica e politica, degli altri settori di spesa a spostare il finanziamento dal pubblico al privato. < Il grido di allarme sulla spesa sanitaria risponde quindi a esigenze per lo più estranee alle dinamiche della sanità, funzionali più a favorire un progressivo ridimensionamento dell'intervento pubblico nel settore sanitario che a contenerne i costi e a migliorarne l'efficacia > [ Nerina Dirindin ] Nel complesso scenario della Sanità Pubblica, gli aspetti economici sono fortemente condizionati innanzitutto dal delicato equilibrio tra domanda di salute e offerta di prestazioni. Tuttavia, la domanda può essere anche indotta; ad esempio: a) legge di Roemer: un letto reso disponibile equivale a un letto occupato; ovvero, l’aumento della disponibilità di posti – letto in un ospedale può stimolare un aumento della domanda; b) sindrome di Baumol: è la correlazione tra aumento del reddito pro – capite e spesa sanitaria; ovvero, è il benessere che può indurre la domanda. L’offerta: a) le previsioni sono di regola molto difficili, soprattutto sul lungo periodo, anche per il rapido evolversi delle tecnologie; b) è condizionata dalla competizione tra provider; c) è condizionata dalla economicità delle prestazioni. Cause di distorsione dell’offerta: • elevati costi prodotti da presidi sanitari insediati presso piccole comunità; • diseconomie di scala in ospedali con < 300 – 400 posti letto; • incertezze sui percorsi diagnostici e terapeutici; • manipolazioni del rapporto di agenzia. Rapporto di “agenzia” Possibili distorsioni del rapporto medico / paziente, il cui rapporto di agenzia è uno dei punti fondamentali dell’economia sanitaria. Il paziente affida all’agente (il medico), in suo nome e per suo conto, la richiesta di prestazioni, che non è in grado di scegliere per carenza di informazioni; il medico “agisce”, ovvero effettua le scelte in nome del paziente. L’ignoranza del paziente / consumatore è un notevole ostacolo al funzionamento della concorrenza. L’asimmetria informativa Le informazioni tra chi acquista e chi vende prodotti / servizi sono certamente diverse. Il mercato sanitario è influenzato dal fatto che spesso non esiste un’adeguata informazione e – comunque sia – le informazioni non sono distribuite in modo omogeneo. La asimmetria informativa consta di due aspetti: a) l’informazione nascosta: un contraente detiene informazioni che non sono note all’altro contraente; b) l’azione nascosta: un contraente non è in grado di verificare il comportamento dell’altro. Diretta conseguenza dell’asimmetria informativa sono: • l’azzardo morale (moral hazard) • la selezione avversa (adverse selection) L’azzardo morale si concretizza quando sono impropriamente riversati su terzi dei costi che, in assenza dell’asimmetria informativa, non avrebbero dovuto essere riversati. La selezione avversa si realizza invece quando le informazioni, distorte circa la reale qualità delle prestazioni, possono comportare una allocazione inefficiente delle risorse. La medicina difensivistica Altri fattori di disturbo del rapporto di agenzia medico / paziente, tra i quali la “Medicina difensivistica” comportamento del medico caratterizzato dal timore di essere perseguito dall’Autorità Giudiziaria (… per motivi medico-legali …) prescrizione di accertamenti, anche strumentali, eccedenti rispetto alle reali esigenze cliniche dei casi osservati. Nel mercato sanitario è difficile, se non utopico, raggiungere un ottimo paretiano, poiché si frappongono troppi ostacoli all’equilibrio degli scambi economici. NB: un mercato raggiunge il punto “Pareto – efficiente”, ovvero di concorrenza perfetta, quando l’utilità di un individuo non può essere incrementata, senza contestualmente decrementare la utilità altrui (Amartya Sen). Approccio analitico in Economia Sanitaria L’efficienza economica è intesa come la misura delle modalità di allocazione delle risorse per ottenere i risultati più favorevoli al costo più basso. Il costo di una malattia (o di una cura) è la misura di tutte le risorse consumate. Una malattia non solo assorbe risorse (costi per il personale, farmaci, trattamento alberghiero ecc.), ma può comportare costi indiretti (per la famiglia, per il datore di lavoro e per tutta la collettività). In economia sanitaria i metodi di misurazione sono molteplici. Nel misurare l’efficacia di una cura è importante valutare non solo l’outcome ma anche la qualità della vita. Analisi di minimizzazione dei costi Si basa sul concetto che, a parità di efficacia (o di “outcome”), la scelta debba ricadere sulla cura che comporta il costo più basso. Analisi costo / benefici E’ ormai scarsamente utilizzata in ambito sanitario, poiché si basa su valutazioni troppo soggettive del paziente, oltre che prestarsi a critiche dei difensori del Welfare State, causa le discutibili decodificazioni del valore economico della salute. Ha come indicatore la “incremental analysis” (I.A.), che consente una valutazione comparativa del valore economico addizionale di una cura rispetto ad un’altra. Considerando i farmaci A e B: I.A. = (risparmio A – risparmio B) (costi A – costi B) Analisi costo / efficacia E’ la metodologia preferenziale in Sanità Pubblica. Rispetto all’analisi costo / benefici ha un riscontro più obiettivo (remissione dei sintomi, normalizzazione dei valori laboratoristici, incremento degli anni di vita ecc.). La base teorica è costituita dal minor costo per unità di “outcome”; ciò implica l’esigenza di identificare una unità di misura comune, sulla scorta di dati epidemiologici attendibili. Anch’essa si avvale della “incremental analysis”; segnatamente, considerando Xa e Xb i pazienti liberi da sintomi dopo trattamento, rispettivamente, col farmaco A e col farmaco B: I.A. = (costi A – costi B) % (Xa – Xb) x 100 Analisi costo / utilità E’ la metodologia preferenziale in Sanità Pubblica. Fa riferimento al “QALY” (ovvero il “Quality Adjusted Life Year”, finalizzato a valutare quanto – in termini cronologici – un trattamento terapeutico consente di allungare la vita di un paziente). Con tale metodo la “incremental analysis” (dove A e B sono i due farmaci da confrontare e Qa e Qb le QALY ottenute mediante trattamenti – rispettivamente – col farmaco A e col farmaco B) è: I.A. = (costi A – costi B) (Qa – Qb) x 100 < Sottoporre a giudizio critico i risultati di un’analisi economica è l’arduo compito che deve affrontare il lettore o l’utilizzatore dello studio > (Drummond e Coll.) Le valutazioni economiche sono utilizzate molto più frequentemente come stime “prospettiche” delle politiche sanitarie, piuttosto che nel contesto di interventi organizzativi (Øvretveit); restano ancora – comunque – materia per “addetti ai lavori”. Lo scenario della Sanità può essere osservato e analizzato da postazioni diverse – più o meno privilegiate – e con interessi a volte anche decisamente contrapposti. La valutazione secondo una logica di costi è diversa dalla valutazione degli outcome; ma è diversa anche una valutazione rivolta a un contesto organizzativo, piuttosto che una valutazione finalizzata a definire l’impatto economico sulla collettività. A priori, scegliere il metodo di valutazione tra quelli disponibili (costo / benefici, costo / efficacia, costo / utilità) non è sempre facile neppure per chi ha un minimo di familiarità con la materia; parimenti, la verifica della validità dei risultati spesso richiede di ripercorrere tutta la procedura, dalla raccolta dei dati, fino alla metodologia analitica utilizzata, prima di pervenire a una interpretazione critica. Razionalizzazione e razionamento Il Governo della Sanità ha richiesto strategie finalizzate a esercitare un più rigoroso controllo della spesa sanitaria, quali l’erogazione dei “livelli essenziali di assistenza” e l’applicazione di quote di partecipazione alla spesa. Esiste anche la teorica possibilità di ricorrere ai “quasi – mercati”, ovvero condizioni concorrenziali in cui sono separate le funzioni di finanziamento da quelle di produzione. Tale logica non pare al momento attuabile, a causa del potere monopsonico del Servizio Sanitario Nazionale. Diversamente, un’altra ipotesi è l’introduzione di un mercato libero, privatizzato, in cui il rischio economico della malattia viene trasferito alle Compagnie di Assicurazioni, con tutti i limiti che ne derivano, anche ipotizzando un intervento dello Stato limitato a poveri, disabili e anziani, sulla falsariga del sistema sanitario americano (“Medicare”, “Medicaid”), oppure l’introduzione di programmi integrativi, in ogni caso non senza ricadute di carattere sociale, circa l’equità dell’assistenza. Il crescente distacco tra etica ed economia comporta il depauperamento della “economia del benessere” (Amartya Sen) L’approccio più semplice per risolvere i disavanzi di gestione è quello di “tagliare” i budget di spesa, anche se in questo modo non si governano le conseguenza dei tagli, che generalmente risultano non solo effimeri, ma anche dannosi, mentre la riduzione dei costi dovrebbe invece essere legata ad altri due obiettivi specifici, che sono la semplificazione dei processi di impresa e la focalizzazione delle attività a “non valore aggiunto” (Zanenga). Esiste di fatto una presenza pervasiva e ubiquitaria di un razionamento implicito dell’assistenza sanitaria, attraverso la selezione delle prestazioni garantite e/o della popolazione ammessa all’assistenza, che si presenta in una varietà di forme all’interno del sistema sanitario (Taroni). I Livelli Essenziali di Assistenza: l’evoluzione storica del concetto di “essenziale” nell’’800: inizio ‘900: anni ‘80: anni ’90: anni recenti: ciò che evita la diffusione delle malattie ciò che preserva la forza lavoro ciò che può offrire la medicina ufficiale ciò che è economicamente conveniente ciò che è efficace Principali sistemi di razionamento 1. Metodi economici a) spesa a totale carico del paziente; b) spesa parzialmente a carico del paziente; c) riduzione dei tempi di ricovero (DRG !). 2. Metodi dissuasivi a) non erogazione delle prestazioni (deviazione ad altra struttura sanitaria); b) aumento dei tempi di attesa per ottenere le prestazioni; c) aumento dei tempi di risposta degli accertamenti bio-umorali e strumentali; d) riduzione delle sedi di erogazione; e) scarsa disponibilità degli orari di accesso; f) riduzione dei comfort; g) scarsa disponibilità del personale. Alternative al razionamento a) aumento del finanziamento (agisce ovviamente sulla spesa pubblica e implica – pertanto – la sottrazione di risorse finanziarie da altre voci del bilancio dello Stato); b) aumento delle imposte (agisce direttamente sulla popolazione mediante un’azione di fiscalizzazione degli oneri sociali, con alcuni evidenti problemi che ne possono derivare); c) mantenimento dei livelli assistenziali, con riduzione della qualità; d) razionalizzazione (miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e dell’economicità), il che implica conseguenze sull’equilibrio tra i livelli di assistenza. Ricerca di un “trade – off”, un punto di equilibrio, fra efficienza ed equità, mediante il quale assicurare le prestazioni necessarie a tutta la popolazione, integrando contestualmente l’equilibrio di bilancio delle Aziende Sanitarie. Equità 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Efficienza Il QALY (Quality Adjusted Life Year) E’ finalizzato a valutare quanto un trattamento terapeutico consente di allungare la vita di un paziente, in funzione della qualità della vita. 1 QALY = un anno in buona salute 0.3 QALY = 1 anno di allettamento In realtà, molte terapie non migliorano l’aspettativa di vita, bensì si limitano a migliorare i sintomi, ovvero la qualità della vita. Il QALY – in ogni caso, qualora vi sia una correlazione – consente di convertire la qualità aggiunta, quantitativamente, in anni di vita equivalenti. Il QALY sembra essere il metodo migliore, attualmente disponibile, per oggettivare il beneficio della terapia medica e per un’equa razionalizzazione delle risorse, ma ha anche alcuni limiti, inerenti sia il procedimento logico – matematico, sia le implicazioni etiche riguardo tali calcoli. Parametri di valutazione del QALY Motricità 1. nessun problema deambulatorio 2. qualche problema deambulatorio 3. paziente allettato Dolore 1. no 2. moderato 3. intenso Autosufficienza 1. nessun problema 2. qualche problema a lavarsi e vestirsi 3. incapacità a lavarsi o vestirsi Ansia / depressione 1. no 2. moderata 3. intensa Attività abituali (lavoro, studio, casa, tempo libero) 1. nessun problema 2. qualche problema ad espletare le abituali attività 3. incapacità ad espletare le abituali attività [ Fonte: C. Phillips (Università del Galles – Swansea): What is a QALY ? ] Il DALY (Disability Adjusted Life Year) Esprime gli anni di vita persi (aspettativa di vita) e gli anni di vita vissuti con una disabilità di determinata gravità e durata. E’ utilizzato per misurare il “peso” di una malattia (DALY persi) o l’efficacia delle cure (QALY salvati), sul presupposto che tutti dovrebbero vivere fino a 80 anni (standard del DALY). Esempi: 1 anno di vita perso in buone condizioni di salute = 1 DALY ictus che causa uno stato invalidante per 1 anno = 1 DALY morte all’età di 30 anni = 40 DALY circa morte all'età di 60 anni = 18 DALY circa NB: bambini < 15 anni = circa 50 % di tutti i DALY persi Differenze tra DALY e principali cause di morte (Murray e Lopez, 1996) N° Le 10 cause più frequenti di DALY Le 10 cause più frequenti di morte (1990) 1. Infezioni basse vie respiratorie 2. Malattie intestinali 3. Patologie perinatali 4. Depressione maggiore 5. Cardiopatia ischemica 6. Malattia vascolare cerebrale 7. Tubercolosi 8. Malattie infettive 9. Incidenti stradali 10. Infermità congenite 1. Cardiopatia ischemica 2. Malattia vascolare cerebrale 3. Infezioni basse vie respiratorie 4. Malattie intestinali 5. Patologie perinatali 6. BPCO 7. Tubercolosi 8. Malattie infettive 9. Incidenti stradali 10. Neoplasie polmonari [ Fonte: Murray C.J.L. e Lopez A.D.: The Global Burden of Disease: vol.1; OMS, Harvard School of Public Health e World Bank; Ginevra, 1996) ] Calcolo del DALY: DALY = (D) (C χ e -β) (e –r [χ -a]) dove D = coefficiente che varia da 0 (stato di salute) a 1 (morte) C χ e-β = funzione che pondera l’età C = costante pari a 0.16243 χ = età e = costante pari a 2,71 β = costante pari a 0.04 e -r(χ -a) = funzione di riduzione e = costante pari a 2,71 r = tasso di riduzione pari a 0.03 χ = età a = anno di inizio Allocare le risorse ? Razionare Scegliere le priorità E’ necessario ricordare che aumentare le risorse non serve a evitare le scelte, poiché cambia solo il tetto massimo di spesa consentito. Allocare le risorse Scegliere le priorità Razionare non “se” ma “come” farlo [ da Conti, modificato ] L’organizzazione Ideologia Vertice strategico Tecnostruttura Gruppo dirigente intermedio Nucleo operativo di base Personale di sostegno L’organizzazione Ideologia ottimizzazione dei processi Tecnostruttura cultura - valori Vertice strategico Gruppo dirigente intermedio decision making Personale di sostegno staff Nucleo operativo di base produzione L’organizzazione Ideologia Nucleo Valutaz. Contr. Gestione Ufficio Qualità Vertice strategico Tecnostruttura Resp. Strutt. Complessa Gruppo dirigente intermedio Nucleo operativo di base Dir. Generale Dir. Sanitario Dir. Ammin.vo Dir. Distretto Personale di sostegno Uff. tecnici e ammin.vi Balanced Scorecard un modello di supporto alle decisioni R. Kaplan e E. Norton, 1992 Il BSC è un modello di supporto al “decision making”. Il BSC, utilizzando in modo bilanciato un set di indicatori, è una chiave di lettura multi-dimensionale delle performance aziendali. Il BSC articola obiettivi e relative misure intorno a 4 prospettive, tra loro correlate: 1. una prospettiva economico-finanziaria (capacità dell’azienda di perseguire i propri obiettivi in condizioni di economicità); 2. una prospettiva clienti (capacità di offrire proposte valide ai clienti attuali e potenziali); 3. una prospettiva processi interni, evocativa della capacità di eccellere nello svolgimento dei processi interni aziendali che riguardano l’intera catena del valore; 4. una prospettiva apprendimento e crescita, evocativa della capacità di creare le condizioni per eccellere nelle prime tre prospettive, mettendo a punto infrastrutture adeguate agli obiettivi e mobilitando le capacità e le competenze delle persone che operano nell’organizzazione. Il BSC è dunque uno strumento di supporto alle decisioni per l’individuazione di obiettivi e per l’allocazione delle risorse, ma è anche uno strumento per la formulazione e la comunicazione delle strategie e la loro traduzione in attività operative. Balanced Scorecard (scheda di valutazione bilanciata) [ Fonte: Kaplan R.S. Norton D.P. Using the Balanced Scorecard as a strategic Management System. Harvard Business Review; Jan / Feb, 1996 ] Implementazione di un sistema di BSC Visione e prospettive strategiche Obiettivi / aspettative Mettere a disposizione le competenze necessarie per assicurare le cure dovute ai pazienti Cure di alta qualità a prezzi ragionevoli Promuovere lo sviluppo di nuove tecniche di cura Facilitare le sinergie con le altre istituzioni che si occupano di salute Indicatori Percentuale di progetti realizzati su gli obiettivi fissati Media di tutti gli altri indicatori del sistema Periodicità Annua Prospettive finanziarie Obiettivi / aspettative Essere capace di misurare e controllare i costi e gli investimenti per ciascun dipartimento, i bisogni finanziari, i livelli di liquidità, i cash flow, etc. Aumentare le responsabilità del management in base alle performance dei propri dipartimenti Indicatori Costi per malattie, volume di cure, costo per paziente Attrezzature mediche per pazienti Variazioni dal budget Periodicità Trimestrale Prospettiva dei clienti Obiettivi / aspettative Misure di soddisfazione dei pazienti (in termini di fiducia, assistenza complementare come ad es. supporto psicologico, servizi di sistemazione e mensa, attività sociali) direttamente correlate con: la reputazione dell’istituzione (tasso di ritorno del paziente) l’efficienza dell’assistenza e dei processi curativi Indicatori Qualità percepita, comportamento dei dipendenti, sistemazione, etc. Periodicità Ogni 2 anni Prospettive di apprendimento e crescita Obiettivi / aspettative garantire agli impiegati un giusto bilanciamento tra esperienza pratica e formazione (evoluzione in termini di tecnologia e trattamenti medici) Indicatori Costo formazione per impiegato per ogni funzione a ruolo Tempo impiegato per la formazione per impiegato e per funzione Tempo impiegato nel fornire formazione agli impiegati Periodicità Ogni 2 anni Punti di forza del BSC • • • • • Flessibilità e adattabilità a diversi tipi di organizzazione Capacità di tradurre una visione aziendale in obiettivi tangibili e misure Trattamento di un numero anche elevato di indicatori Lettura delle aree aziendali in un’ottica sistemica (elementi interdipendenti) Focus sul Cliente e sul Mercato Punti di debolezza del BSC • • • • E’ un modello concettuale e non di misura Le interazioni tra i criteri non sono valutate Vi sono difficoltà a sintetizzare i numerosi indicatori su cui si articola Spesso le variabili di interesse non sono direttamente misurabili Translate the Strategy to Operational Terms The Strategy Financial Perspective "If we succeed, how will we look to our shareholders?” Measurement is the language that gives clarity to vague concepts. Measurement is used to communicate, not to control. Strategy can be described as a series of cause and effect relationships. Customer Perspective "To achieve my vision, how must I look to my customers?” Internal Perspective "To satisfy my customer, at which processes must I excel?” Organization Learning "To achieve my vision, how must my organization learn and improve?” Il Governo Clinico Il Governo Clinico (Clinical Governance) è un metodo di gestione mediante il quale le strutture del Servizio Sanitario Nazionale assicurano il miglioramento continuo della qualità delle prestazioni erogate, mantenendo alti standard nei trattamenti medico-chirurgici e riabilitativi e inducendo le condizioni affinché l’attività clinica sia caratterizzata dall’eccellenza. Il Governo Clinico è pertanto finalizzato ad assicurare: a) che siano utilizzati appropriati sistemi di monitoraggio della qualità delle cure; b) che la pratica clinica sia sottoposta a verifiche e migliorata; c) che i professionisti conoscano gli standard di qualità dell’assistenza. Il Governo Clinico deve garantire efficaci sistemi di controllo della gestione della qualità delle cure, finalizzati a ottenere l’eccellenza, e richiede un cambiamento radicale nella cultura dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale. Gli strumenti di attuazione del Governo Clinico sono: la verifica delle attività cliniche e degli outcome; la gestione del rischio (Risk Management); la pratica clinica basata sulle evidenze (EBM); lo sviluppo di linee guida e protocolli; l’aggiornamento permanente e lo sviluppo professionale continuo; l'accreditamento degli ospedali e di tutte le strutture sanitarie; il feedback del cliente (check list e gestione dei reclami); lo sviluppo delle capacità di realizzare una leadership clinica. [ Forrest Gump ]