Secondo Piaget: 6 – 12 anni: Infanzia Caratteristiche generali: • Grande sviluppo cognitivo • A 6 anni si concentrano su più di una situazione allo stesso tempo, • • • • • questo gli permette di sviluppare relazioni più complesse e una capacità di comprensione più profonda Riflessioni morali più sofisticate, si delinea la capacità di comprendere il mondo dalla prospettiva di un altro Aumenta il tempo che i bambini trascorrono in compagnia dei coetanei. Predominano in questo periodo le amicizie tra bambini dello stesso sesso. Possono diventare membri di microsistemi che comprendono adulti al di fuori della famiglia, per esempio, con le attività extra scolastiche come le squadre di pallavolo, calcio o le lezioni di danza. Lo sviluppo fisico durante questa fase dell’infanzia tende ad essere costante e lineare, si tratta di un periodo di crescita graduale, quantitativa e cumulativa che precede i grandi sviluppi qualitativi dell’adolescenza. Comportamento motorio tra i 6 e i 9 anni: • Notevole vivacità • Disponibilità ad affrontare e a risolvere nuove difficoltà • Impara a dominare i propri impulsi e a concentrare i • propri sforzi in una data attività per ottenere il risultato voluto Aumento della velocità, della resistenza e della capacità di combinazione dei movimenti perdono gli inutili gesti accessori caratteristici del bambino di quattro o cinque anni, risultando più fluidi e rivelando un buon senso del ritmo In questa fase è importante fornire al bambino il maggior numero di stimoli possibili, diversificando il tipo di attività e assecondando sempre il suo incontenibile bisogno di muoversi. Comportamento motorio tra i 10 e i 12 anni: • Miglioramento delle capacità di apprendimento • Attività motoria più controllata, razionale e appropriata • Curiosità e disponibilità ad imparare e a raggiungere nuove prestazioni • Il movimento ha acquisito, ormai, una certa sicurezza, con l’abbandono completo di inutili gesti accessori • Il bambino impara a coordinare sempre più i propri movimenti in relazione a se stesso e al mondo esterno Questa età è sicuramente la più proficua dal punto di vista dell’apprendimento motorio; il bambino, essendo estremamente recettivo, deve essere stimolato il più possibile. 12 anni: • Si colloca nella fase iniziale della pubertà che terminerà intorno ai • • • • • 15 anni Ragazzi soggetti ad una serie di processi di trasformazione morfologica e funzionale, nonché della personalità Nelle femmine la pubertà compare quasi sempre un anno prima che nei maschi. Si possono così descrivere alcune fasi o tappe che, seppur con delle variazioni temporali, segnano il passo della maturazione biologica e psichica. Il processo evolutivo si definisce in termini auxologici come “proceritas secunda” Di norma, nei due semestri che precedono la pubertà, si ha un notevole aumento della statura. Le femmine hanno una spinta di crescita più lenta e graduale rispetto ai maschi, inoltre arrivano alla spinta di accrescimento con l’età scheletrica più avanzata La capacità di movimento è condizionata dalla maturazione biologica, dalle condizioni socioculturali e ambientali Tale periodo andrà sfruttato più ampiamente possibile affinché i ragazzi raggiungano il massimo delle capacità personali nell’apprendimento motorio. I presupposti: • Nella fascia di età presa in considerazione si possiede finalmente una base coordinativa sufficiente per affrontare l’apprendimento delle tecniche elementari di alcuni sport. • Percepisce il feed-back sensoriale, anche se in maniera abbastanza imprecisa, come imprecisa risulta essere anche la rappresentazione del movimento (immagine motoria). • Si consolidano i programmi fondamentali di movimento: gli schemi motori di base Il modello fondamentale di apprendimento è quello per imitazione: indispensabile pertanto una dimostrazione dell’insegnante ripetuta più volte, a cui spesso e volentieri deve accompagnarsi un’azione diretta sul sistema motorio (la guida passiva del movimento) • La capacità di attenzione è molto ridotta e • fortemente condizionata dalla motivazione Il pensiero è di tipo globale: difficilmente un bambino riesce a scomporre il gesto in sequenze parziali ed a ricollegarle nel movimento intero. E’ opportuno pertanto presentare sempre azioni motorie globali guidate da uno scopo concreto (non movimenti singoli o parti di essi). L’attività in palestra risulta fondamentale poiché, mantenendo la caratterizzazione giocosa, presenta un incremento del carico motorio, sia coordinativo che condizionale. Schema corporeo: In generale a 6 anni i bambini sono nella terza ed ultima tappa della sua evoluzione cioè la tappa del “corpo rappresentato” che corrisponde sul piano intellettivo allo stadio delle “ operazioni concrete” di Piaget, durante il quale il bambino può prendere le distanze in rapporto all’impegno immediato dell’azione. Egli, partendo dallo “schema d’azione” si assume, coscientemente, in carico la propria motricità e affinché questa attitudine si manifesti sono richieste un certo numero di condizioni, sviluppate nell’arco delle prime due tappe dell’evoluzione dello schema corporeo: • Una esperienza sufficientemente varia del “corpo • • • vissuto” (1° tappa) in un buon ambito affettivo; Possibilità di interiorizzare e padronanza delle reazioni emozionali primitive; Un buono “schema d’atteggiamento” che corrisponde allo stadio della “immagine del corpo”(2° tappa) a carattere statistico; Infine la possibilità di integrare l’insieme delle informazioni propriocettive ed esterocettive, secondo una successione temporale interiorizzata e diventata cosciente. • Il bambino deve essere considerato come una • UNITA’ L’educazione motoria deve agire specificatamente nell’area MOTORIA, e trasversalmente anche nell’ area AFFETTIVA e COGNITIVA Per cui dobbiamo passare dal termine “educazione motoria” alla denominazione di EDUCAZIONE PSICOMOTORIA Lo sviluppo psico-motorio del bambino è: • Un processo lento e complesso che coinvolge globalmente ogni sfera della personalità. • Le capacità motorie sono collegate a quelle cognitive, è proprio attraverso queste che si favorisce lo sviluppo del sistema nervoso centrale Importante è fornire gli stimoli necessari per poter acquisire buone capacità motorie di base. Possiamo distinguere due tipi di capacità quelle psicomotorie e quelle fisiche. Caratteristiche psico-fisiche del bambino: Il primo periodo scolare coincide a livello fisico con un primo ed evidente cambiamento della figura caratterizzato da: – Aumento della crescita in lunghezza – Disarmonia tra tronco ed arti (accrescimento prevalentemente a carico degli arti) • In sintesi rapida crescita scheletrica con conseguente instabilità scheletrico-muscolare (Fase di “Proceritas”). Da un punto di vista psicologico avvengono cambiamenti cognitivi: • • • • • • • Affinamento capacità logiche Operazioni concrete Ricerca Padroneggiamento Auto-sviluppo Intelligenza senso-motoria Fase egocentrica: alta percentuale di scelte egoistiche dettate da impulso di fruizione e di possesso; assenza di scelte equilibrate (per questo si introdurrà un lieve lavoro di socializzazione tra coetanei per predisporre una successiva fase sociocentrica, caratteristica dei 7-12 anni). Le attività: • Stimoli e spazi per gioco inventivo • Sviluppo psicomotorio polivalente con percorsi ad ostacoli • Giochi con o senza palla • Addestramento ritmo attraverso combinazione salti-lanci • Addestramento motorio specifico con esercizi multilaterali Capacità da attivare secondo le fasi sensibili: Capacità di orientamento nello spazio Capacità coordinative speciali • • • • • • • • • • • • • • • • • • Ritmo Resistenza Voglia di apprendere Particolarità Nello specifico: Ritmo movimenti Accoppiamento movimenti Fluidità nei movimenti Precisione Costanza Ampiezza Tempo Forza Destrezza fine Equilibrio Elasticità movimento Combinazione motoria Fantasia motoria Rapidità Le lezioni pratiche: • E’ opportuno che questa attività sia differenziata per età • Organizzata in forma ludica: – – – – – – – – Giochi Giochi Giochi Giochi Giochi Giochi Giochi Giochi liberi simbolici con materiali di regole funzionali programmati imitativi popolari e tradizionali. • All’interno delle attività motorie saranno inseriti anche: – Giochi a stazioni, in forma di percorso e di circuito – Giochi individuali e collettivi – Giochi di espressione corporea – Giochi nei quali si sfida l’equilibrio (statico e dinamico) e la gravità – Giochi all’aperto e con la musica. Ogni lezione pratica è strutturata in unità didattiche, la cui durata varia da 40 a 50 minuti ed ogni singola lezione è così ripartita: • 5-10 minuti per la fase iniziale ( o • • • • di avvio) della lezione 25-30 minuti per la fase formativa 5-10 minuti da dedicare ad una fase libera o di ripristino. Saranno proposte 2 lezioni a settimana per favorire acquisizione ed interesse da parte degli allievi Dividere i bambini in gruppi con massimo 8 bambini L’obiettivo è: • configurare correttamente la • lezione collocare razionalmente le varie esercitazioni • Prima fase: esercizi dinamici centrati sullo sviluppo degli schemi motori di base – Evitare di tenere fermi troppo a lungo i bambini per le spiegazioni, giochi ed esercizi dovrebbero essere già conosciuti. Essa infatti deve attivare il sistema neuromuscolare per la fase successiva. • Seconda fase: attività centrata sull’acquisizione di determinate abilità e sullo sviluppo delle capacità (coordinative e condizionali). • Terza fase: gioco libero, o gli esercizi di recupero, concludono la lezione. I percorsi: • Esercitazioni preferite dai bambini, specialmente dopo i 5 anni. • Idonei per lo sviluppo e l’affinamento degli schemi motori di base • Stimolano la rapidità, la forza rapida e la coordinazione in quasi tutte le sue forme • Rendono più vivace la lezione • Consentono di mantenere elevato l’interesse e di offrire stimoli motivazionali Attraverso particolari percorsi l’insegnante può valutare globalmente i progressi realizzati nel campo della coordinazione generale, dell’equilibrio e delle capacità oculo-manuali. Sotto l’aspetto psico-motorio si dovranno perseguire i seguenti obiettivi: 1. Obiettivi educativi • Acquisire conoscenze, competenze nell’ambito della strutturazione del proprio schema motorio • Sollecitare stati emotivi che promuovono l’atto volitivo • Far sperimentare al fanciullo la propria autonomia libera e • responsabile, secondo alcune qualità: 1. Fiducia di se 2. Padronanza 3. Coraggio 4. Autocontrollo 5. Portare a termine un compito 6. Accettazione serena della sconfitta 7. Voglia di misurarsi 8. Rispetto delle regole 9. Passaggio da morale eterogenea a morale autogena. 2. Obiettivi didattici • 1.Comprensione del compito motorio • 2. Rappresentazione mentale del gesto tecnico • 3. Coordinazione grezza • 4. Coordinazione fine • 5. Stabilizzazione, coordinazione fine e sviluppo disponibilità variabile Lezioni tipo: 1) 6-8 Anni 3) Raggiungere obiettivi prefissati con l’aiuto di unità didattiche 2) Obiettivo della coordinazione oculomanuale 4) Lezione sulla percezione e la conoscenza del corpo nella strutturazione della dimensione spaziotemporale per bambini tra i 10 e i 12 anni Bibliografia 1. Martin D. - TEORIA SPORTIVA E TEORIA DELL’ALLENAMENTO – S.D.S. Dicembre ‘89 2. Coni – ACQUA, MOVIMENTO, SVILUPPO – Manuale per le attività motorie nell’infanzia 3. G. Cilia, L. Cabibbo - “Educazione fisica, sport e salute”, Ed. Hermes Scuola. 4. Loris Coppa - “Il ritmo e la grande vita”, Società Stampa Sportiva, Roma. 5. Rosanna Rossena - A scuola di mimo”, Ed. Ottaviano. 6. C. De Santis, F. Proietti, M. Soraci, S. Trandafilo - “L’educazione Fisica di base tra i sei e i dodici anni”, Società Stampa Sportiva, Roma 1991. 5. N.A. Bernstein, “Fisiologia del movimento”, Società Stampa Sportiva, Roma 1989. 6. M. Marella, I. Nicoletti, A. Salvini, A. Dal Monte, M. Faina, R. Manno, C. Morino, Merni, G. Carbonaro - “Nuovi orientamenti per l’avviamento dei giovani allo sport”, Società Stampa Sportiva, Roma 1984. 7. Erwin Hahn - “l’allenamento infantile”, Società Stampa Sportiva, Roma 1986. 8. F. Mariotto - “Auxologia e attività motorie giovanili”, Società Stampa Sportiva, Roma 1986.