[ MANDORLO ] MANDORLO Verso un allargamento della disponibilità di cultivar n di Francesco Sottile1, Oreste Insero2, Marino Palasciano3, Angelo Godini3 L a mandorlicoltura italiana vive una fase di particolare deli catezza; non è ancora chiaro infatti se il settore sia in rilan cio o se i segnali di ripresa registrati negli ultimi anni siano da attribuire ad esclusivi giochi di mercato e di gestione delle scorte di prodotto oppure a temporanei sussidi comunitari per nuovi impianti. È certo che il settore della frutta secca, e quello del mandorlo in particolare, ormai da diversi anni non evidenzia alcuna crisi di mercato mostrando invece una vivacità interessante per gli ope ratori del settore. Il risveglio del comparto in Italia e la sensibile ripresa del settore vivaistico, e di conseguenza dei nuovi impian ti, è stato accompagnato per alcuni anni da un’ottima risposta dei mercati alle produzioni dell’Italia meridionale; sono invece pro prio di questi mesi i primi segnali preoccupanti che derivano da un forte calo delle quotazioni delle mandorle italiane con una decisa ripresa della concorrenza californiana. La realtà è certamente differenziata: i dati agronomici conferma no, se ce ne fosse la necessità, che la mandorlicoltura italiana può essere competitiva solo se affidata ad una gestione colturale tecnicamente aggiornata che preveda terreni fertili, irrigazione e meccanizzazione della raccolta. Del resto alcuni importanti ed ormai consolidati modelli colturali innovativi realizzati sia in Sicilia che in Puglia hanno dato giuste risposte mettendo in luce l’importanza di questa specie in un comparto frutticolo general mente molto travagliato. Tuttavia, la gran parte della mandor licoltura italiana rimane ancora obsoleta e contribuisce certa mente a rendere difficile la valutazione oggettiva di questo setto re produttivo e delle reali potenzialità di penetrazione in un mercato internazionale sempre più complesso. Il Progetto Liste di orientamento varietale ha contribuito in tutti questi anni a mantenere aggiornato il mondo tecnico in merito alla scelta varietale. Non v’è dubbio che a livello nazionale la cultivar pugliese Tuono ha ormai raggiunto traguardi di elevato interesse in quanto rappresenta la scelta operata almeno nel 50 % dei nuovi impianti. Ciò dipende anche e soprattutto dalle indica zioni fornite dal progetto che, nel corso degli ultimi 10 anni, ha sempre indicato questa cultivar tra le migliori soprattutto per la sua autofertilità e per la ottima produttività associata ad una resa sempre prossima al 40 % pur non nascondendone alcuni difetti soprattutto in termini di semi doppi. Così come già ampiamente descritto (Godini e Palasciano, 2006), l’attività delle 7 unità operative del progetto è proseguita anche nel corso dell’ultimo anno rendendo disponibili le informazioni descritte nella tabella riepilogativa che definisce le principali 1) Dipartimento Colture Arboree, Università di Palermo 2) Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Sezione di Caserta - Cra 3) Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, Università di Bari 30 SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 5 1 - Genco. caratteristiche qualitative considerate per le cultivar sottoposte a valutazione. Anche nel corso del 2007, le osservazioni condotte dalle diverse unità operative hanno permesso di stilare i giudizi che, sia pure brevemente, riportano i punti forti e quelli deboli di ciascuna cultivar osservata. Evidentemente, non c’era da atten dersi alcun grande scostamento nei giudizi dell’anno in corso rispetto a quello degli anni precedenti soprattutto per quelle cultivar che sono in osservazione da un elevato numero di anni. Il rinnovato rilancio dell’attività di progetto fa, inoltre, ben spe rare in un allargamento delle cultivar in prova attraverso la distribuzione nel corso dei prossimi anni di alcune cultivar che sono frutto di recenti ottenimenti da parte di programmi di miglioramento genetico internazionale, soprattutto spagnolo. Ciò dovrebbe consentire un ulteriore miglioramento nelle indi cazioni che il progetto potrà fornire soprattutto per una specie intorno alla quale c’è una grande attenzione e per la quale l’atti 4 TAB. 1 Gruppo di lavoro sul mandorlo (coordinatore: A. Godini) Sigle Unità operativa Responsabili Collaboratori DCA PA Dipartimento Colture Arboree, Università di Palermo F. Sottile M. Monte Arssa CZ Agenzia regionale per i servizi e lo sviluppo in agricoltura Regione Calabria F. Zicca A. Scaglione CRAIsf CE Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura Istituto sperimentale per la frutticoltura, Sezione di Caserta O. Insero P. Rega Alsia Reg. Basilicata Agenzia lucana per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura Azienda Pantanello Regione Basilicata C. Mennone B. Mattatelli, A. Silletti, M. Troiano Cras CA Centro regionale agrario sperimentale, Cagliari G. Lovicu M. Farci Dspv BA Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, Università di Bari A. Godini M. Palasciano Ivtpa MI Istituto valorizzazione tecnologica prodotti agricoli Milano E. Senesi A. Rizzolo [ MANDORLO ] vità di ricerca con finanziamento pubblico in Italia è quasi esclu sivamente limitata a questo progetto del Mipaaf. Vale la pena sottolineare che tutte le nuove cultivar autofertili spagnole deri vano da programmi di miglioramento genetico nei quali il geni tore autofertile (Genco e/o Tuono) appartiene al germoplasma autoctono pugliese, con molti suoi pregi e difetti. Punti forti e punti deboli Falsa Barese Punti forti: la fioritura tardiva, l’autofertilità, la produzione ele vata e costante, la bassa percentuale di semi doppi (04%). Punti deboli: le non eccellenti caratteristiche estetiche dei semi, per colore scuro e ruvidezza dei tegumenti. Fascionello Punti forti: le caratteristiche estetiche del seme. Punti deboli: la fioritura troppo precoce, l’autosterilità e la tenden za a produrre semi doppi (510%). Fellamasa Punti forti: l’autofertilità ed il sapore dei semi. Punti deboli: la produttività incostante in più ambienti di prova e la tendenza a produrre semi doppi (1015%). Ferragnés Punti forti: la fioritura tardiva, la tendenza a non produrre semi doppi, la dimensione e la forma del seme. Punti deboli: l’autosterilità. 5 2 - Supernova. Fragiulio Grande Punti forti: le caratteristiche estetiche del seme, la fioritura più tardiva rispetto alle siciliane Fascionello e Pizzuta d’Avola. Punti deboli: l’autosterilità, la produttività incostante, la produ zione di semi doppi dal 5 al 10%. SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 31 [ MANDORLO ] 5 3 - Tuono. 5 4 - Francolì. Francolì Masbovera Punti forti: l’autofertilità, la messa a frutto precoce e la produttivi tà elevata e costante. Punti deboli: le caratteristiche estetiche dei semi. Punti forti: la fioritura tardiva, le caratteristiche estetiche dei semi, la bassa incidenza di semi doppi. Punti deboli: l’autosterilità. Genco Moncayo Punti forti: la fioritura tardiva, l’autofertilità, la produzione eleva ta e costante e l’assenza di semi doppi. Punti deboli: le caratteristiche estetiche del seme. Glorieta Punti forti: la buona produttività. Punti deboli: l’autosterilità e la tendenza a produrre, in alcuni ambienti di prova, semi doppi dal 4 all’8%. Lauranne® Avijor Punti forti: la fioritura tardiva, l’autofertilità e le caratteristiche estetiche del seme. Puntideboli:latendenzaaprodurrepercentualidisemidoppidal3al10%. Punti forti: la fioritura tardiva e l’autofertilità. Punti deboli: la produttività non soddisfacente in nessuno degli ambienti di prova (tranne che in Sicilia) e la tendenza a produrre percentuali di semi doppi dal 5 al 10%. Pepparudda Punti forti: l’autofertilità e la produttività elevata e costante. Punti deboli: la forma del seme non gradita in alcuni ambienti di prova, la fioritura relativamente precoce. Pizzuta d’Avola Punti forti: la forma ed il sapore del seme. 4 TAB. 2 Caratteristiche fenologiche, biologiche, produttive e carpologiche delle varietà in Lista Anni di produzione (n) Epoca di fioritura (1) Falsa Barese 613 5 si Fascionello 613 2 no Fellamasa 610 3 si Ferragnes 613 4 Fragiulio Grande 613 Francolì Genco Varietà Autofertilità (si/no) Impollinatori delle autosterili Epoca di raccolta Produzione (2) Resa in sgusciato (%) Semi doppi(%) 2030 Sett. 4 3339 04 Ne Plus Ultra, Pizzuta d’Avola 110 Sett. 3 2025 510 110 Sett. 2 3540 1015 no Falsa Barese, Genco, Tuono 1020 Sett. 4 3540 02 3 no Ferrante 110 Sett. 3 2830 510 610 4 si 110 Sett. 4 3035 410 613 5 si 2030 Sett. 4 3037 04 Glorieta 610 5 no Ferragnès, Francolì, Glorieta 1020 Sett. 3 2932 410 Lauranne® Avijor 610 5 si 110 Sett. 3 3540 310 Masbovera 610 4 no Ferragnès, Francolì,Glorieta 1020 Sett. 4 3035 02 Moncayo 610 5 si 1530 Sett. 2 2633 510 Pepparudda 613 3 si 1020 Sett. 4 2530 35 Pizzuta d’Avola 613 1 no 110 Sett. 2 2025 510 Sannicandro 613 2 si 1020 Sett. 4 2024 04 Supernova 610 4 si 110 Sett. 4 3540 510 Trianella 613 4 no 2030 Sett. 3 2834 1015 Tuono 613 4 si 2030 Agos. 4 3540 1020 Fascionello Cristomorto, Mission (1) Fioritura (epoca): 1= precoce; 2= medioprecoce; 3= intermedia; 4= mediotardiva; 5= tardiva. (2) Produzione: 1= scarsa; 2= medioscarsa; 3= media; 4= elevata; 5= molto elevata. 32 SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 [ MANDORLO ] Punti deboli: la fioritura troppo precoce nell’Italia continentale, l’autosterilità e la tendenza a produrre semi doppi dal 5 al 10%. Sannicandro Punti forti: l’autofertilità, la produttività (sebbene a fioritura precoce), il sapore dei semi e l’assenza di semi doppi. Punti deboli: la precocità di fioritura e la forma “tondina” del seme che non ha finora trovato unanime apprezzamento da parte di tutte le Unità Operative. Supernova Punti forti: la fioritura tardiva, l’autofertilità e la produzione 5 6 - Falsa Barese. elevata e costante. Punti deboli: la tendenza a produrre semi doppi dal 5 al 10%. Trianella Punti forti: la forma del seme, la fioritura tardiva. Punti deboli: l’autosterilità, la tendenza a produrre “doppi” dal 5 al 10%. Tuono 5 5 - Ferragnes. Punti forti: l’autofertilità, la fioritura tardiva ed il sapore del seme. Punti deboli: la produzione incostante, la tendenza a produrre elevate percentuali di semi doppi (1020%). n SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 33