EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE Spettro elettromagnetico Radiazioni termiche: microonde infrarossi Radiazioni ionizzanti: ultravioletti raggi X raggi gamma RADIAZIONI IONIZZANTI Ionizzare un atomo = togliergli uno o più elettroni rendendolo ione. Si distrugge così la struttura chimica del materiale. Per togliere (=allontanare) elettroni bisogna compiere un lavoro, cioè fornire energia. Energia minima di ionizzazione: E = 13.6 eV (potenziale di ionizzazione dell’atomo idrogeno) . All’aumentare dell’energia, gli elettroni estratti ricevono energia cinetica e possono ionizzare “a catena” altri atomi. Sono radiazioni ionizzanti: ultravioletti, raggi X, raggi gamma (solo UVC) GLI ULTRAVIOLETTI Produzione naturale: Sole Produzione artificiale: lampade UV Assorbimento UV in alta atmosfera: Si distinguono in: UVA: λ = 400-315 nm UVB: λ = 315-280 nm UVC: λ = 280-100 nm (ionizzanti) Effetti chimico-biologici: ozono (O3) – inclinazione raggi nubi - inquinamento eccitazione atomi e molecole dissociazione legame C-C (4 eV) materiali: vetro opaco acqua trasparente benefici... (penetrazione alcuni cm) abbronzatura - sintesi vitamina D azione battericida ... o malefici eritemi - lesioni oculari tumori alla pelle RADIAZIONI AD ALTA ENERGIA raggi X produzione artificiale tubo a raggi X raggi γ produzione naturale emissione γ da decadimento nuclei instabili (radionuclidi) produzione artificiale acceleratori di particelle Introduzione (1) • Un mezzo biologicamente significativo esposto in un campo di radiazioni ionizzanti diviene sede di una serie di processi, originati dal trasferimento di energia dalle radiazioni al mezzo, che si manifestano con vari effetti. • E’ necessario mettere in relazione gli effetti prodotti con le caratteristiche fisiche del campo di radiazione e del mezzo irraggiato. Introduzione (2) • Conoscenza delle caratteristiche dei vari tipi di particelle e radiazioni. • Conoscenza delle loro interazioni con la materia attraversata. • Conoscenza delle grandezze fisiche e delle unità di misura che servono per descrivere le caratteristiche dei campi di radiazione e le caratteristiche dei mezzi materiali relativamente alle interazioni con le radiazioni ionizzanti. Introduzione (3) • La cessione di energia da parte della radiazione agli atomi del mezzo attraversato ne provoca l’eccitazione o la ionizzazione. • Nell’eccitazione l’energia ceduta e’ sufficiente soltanto per far passare l’atomo dallo stato fondamentale a un livello energetico eccitato. • La radiazione ionizzante e’ in grado di produrre la ionizzazione (espulsione di un elettrone) degli atomi del mezzo attraversato. Introduzione (4) • Radiazioni direttamente ionizzanti : particelle cariche (elettroni, protoni, particelle α, ioni) la cui eneria cinetica e’ sufficiente per produrre ionizzazione per collisione. • Radiazioni indirettamente ionizzanti : particelle prive di carica elettrica (neutroni, fotoni) che, interagendo con la materia, possono mettere in moto particelle direttamente ionizzanti o dar luogo a reazioni nucleari. Sorgenti radioattive Poiché i decadimenti radioattivi possono essere molto complessi, si preferisce specificare l'intensità delle sorgenti radioattive mediante il numero di disintegrazioni per unita’ di tempo invece che mediante il numero di particelle o di fotoni emessi. Attività di una sorgente dN A= dt 1 Bq (Becquerel) = 1 s-1 1 Ci (Curie) = 3.7x1010 Bq dN = numero delle trasformazioni nucleari spontanee che avvengono nella quantità di radionuclide considerata nell’intervallo di tempo dt. Sorgenti radioattive L'attività non fornisce informazioni sulla quantità di materia radioattiva presente. Si definisce allora l'attività specifica As, che si misura in Bqxgr-1, che rappresenta il numero di disintegrazioni per unità di tempo che avviene nell’unità di massa. Attività specifica As = λN0 MA λ = costante di decadimento N0 = numero di Avogadro MA = peso atomico Macchine radiogene Nel caso degli acceleratori di particelle i parametri che interessano più direttamente la radioprotezione sono l’energia delle particelle accelerate e la potenza media del fascio (che è il prodotto dell’energia per la corrente media). Nel caso dei tubi a raggi X sono grandezze caratterizzanti la differenza di potenziale applicata al tubo, la filtrazione (sia quella propria del tubo che quella aggiunta), la corrente, il primo strato emivalente e la potenza. Tubi a raggi X La differenza di potenziale (che si misura in kV) applicata al tubo determina l’energia massima dei raggi X prodotti. La filtrazione modifica la distribuzione spettrale del fascio (indurimento, righe caratteristiche). La corrente anodica (che si misura in mA) determina, col tempo (s), l’esposizione (che si misura in mAs, cioè mAxs), legata al numero di fotoni emessi. Particelle direttamente ionizzanti Trasferimento lineare di energia LET dE L∆ = dl ∆ (Jxm-1) (keVxµm-1) dE = energia dissipata dalla particella carica iniziale nel tratto dl in collisioni che comportano trasferimenti di energia inferiori ad un prefissato ∆ (eV). Grandezze relative al deposito di energia Dose assorbita D d<E> D= dm (Gy=Gray) (1Gy = 1Jxkg-1) (1Gy=100rad) d<E>= energia ceduta media in un elemento di volume di massa dm Grandezze relative al deposito di energia Intensita’ o rateo di dose assorbita D’ dD D'= dt (Gyxs-1) dD= energia ceduta media in un elemento di volume di massa dm in un intervallo di tempo dt Grandezze dosimetriche • Nessuna delle grandezze finora introdotte e’ idonea da sola a descrivere gli effetti della cessione di energia dalla radiazione alla materia vivente. • La dose assorbita non tiene conto della diversita’ degli effetti indotti a seconda della qualita’ delle radiazioni incidenti, a parita’ di dose assorbita. • In radioprotezione tale ruolo non puo’ essere svolto dalle grandezze microdosimetrche utilizzate in radiobiologia (difficolta’ di misura e approssimazioni). Grandezze dosimetriche Equivalente di dose Dose equivalente H = DQN (S=Sievert) (1S = 1Jxkg-1) (1S=100rem) • D = dose assorbita • Q = fattore di qualita’ della radiazione • N = prodotto degli eventuali altri fattori correttivi; e’ = 1 nel caso delle irradiazioni esterne Grandezze dosimetriche Fattore di qualita’ • Il fattore di qualita’ serve a tener conto della distribuzione dell’energia assorbita a livello microscopico. E’ definito in funzione del LET in acqua nel punto considerato. • I valori di Q e <Q> sono stati proposti per essere usati esclusivamente nel campo della radioprotezione e sono stati desunti estrapolando i risultati di osservazioni fatte con elevate dosi assorbite per le quali gli effetti dannosi sull’uomo sono valutabili. FATTORI DI QUALITA’ Per elettroni, raggi X e raggi γ Q = 1 Per neutroni e protoni Q da 5 a 20 Per le particelle alfa Q = 20 RADIAZIONI IONIZZANTI Il passaggio delle radiazioni ionizzanti attraverso la materia vivente provoca sempre danni, per cui il loro impiego è giustificato, se i vantaggi sono superiori ai danni. RADIAZIONI IONIZZANTI L’entità del danno prodotto dipende da tipo di radiazione e dalla dose assorbita. Gli effetti biologici delle radiazioni possono essere distinti in effetti somatici (che coinvolgono gli individui irradiati) ed effetti genetici (che coinvolgono la loro discendenza). È bene prendere tutte le possibili precauzioni per evitare di essere irraggiati da radiazioni ionizzanti (ad esempio, usare schermi di piombo) RADIAZIONI IONIZZANTI Il passaggio delle radiazioni ionizzanti attraverso la materia vivente provoca sempre un danno Non sempre un danno diventa un effetto biologico cioè una variazione morfologica e/o funzionale. Non sempre un effetto biologico diventa un danno alla salute per farlo deve rendere inefficienti i meccanismi di riparazione. I LIMITI (1) Per la popolazione in generale, la legge stabilisce che la dose assorbita non superi la quantità di 1 mSv/anno (100 mrem/anno). In casi particolari di superamento può essere consentito un valore annuo più elevato a patto che la dose media su 5 anni non superi 1 mSv/anno. I LIMITI (2) Per le persone professionalmente esposte, la legge stabilisce che la dose assorbita non superi la quantità di 20 mSv/anno (2000 mrem/anno), come media su periodi definiti di 5 anni, con un limite massimo annuale di 50 mSv. I LIMITI (3) Casi particolari Massima dose consentita per addetto di impianti nucleari in condizioni di emergenza Massima dose consentita per addetti di impianti nucleari, di pronto intervento e vigili del fuoco in condizioni di mitigazione di incidente nucleare Tipica dose nell’area di rispetto degli impianti nucleari Dose 250 mSv/anno 50 mSv/anno 0.05 mSv/anno IL FONDO NATURALE (1) Sorgente Tipo di esposizione Radionuclidi inalati (principalmente 222Rn e figli) INTERNA: epitelio polmonare Radionuclidi ingeriti (principalmente 40K) INTERNA: corpo totale Radionuclidi terrestri ESTERNA: corpo totale Raggi cosmici e radionuclidi prodotti ESTERNA/INTERNA : corpo totale Dose equivalente media annuale (mSv) % 2.3 65 0.7 19 0.2 5 0.4 11 Media annuale 3.6 mSv IL FONDO NATURALE (2) Casi particolari Fondo naturale sulla spiaggia Guarapari, Brasile Dose media per gli equipaggi di aerei di linea Dose media per un volo intercontinentale Dose 10 mSv/anno 7 mSv/anno 0.04 mSv/volo IL RADON (1) IL RADON (2) Sulla base di modelli correnti di esposizione si applica un coefficiente di conversione pari a circa 20 Bq/m3 per mSv/anno fra la media oraria di attività di concentrazione di gas radon e la dose annua effettiva equivalente per l'esposizione di persone in ambienti chiusi. Recenti controlli effettuati negli Stati membri EU hanno dimostrato concentrazioni medie all'interno delle abitazioni oscillanti tra 20÷50 Bq/m3, mentre i valori esterni erano nettamente inferiori. LE BOMBE & CHERNOBYL GLI ESAMI MEDICI ESAME Dose (mSv) Torace 0.1 Mammografia 1.5 (*) Panoramica dentale 2.3 Addome 3.2 Spina lombo sacrale 3.9 CT cranio 10.0 (*) Su 1 milione di donne asintomatiche, ci sono, naturalmente, 800 cancri occulti (0.08%) e ci aspettiamo un incremento da 1 a 3 neoplasie (0.0003%) ASSORBIMENTO DEI RAGGI X I raggi X sono radiazioni molto penetranti che attraversano con piccola attenuazione i tessuti molli, ma sono riflessi da corpi solidi (ossa, mezzi di contrasto, etc.). I = I oe − µd µ: coeff. di assorbimento d: spessore del materiale Si definisce lo spessore di dimezzamento (HVT = half value thickness), cioè lo spessore per cui l’intensità incidente è dimezzata. Meccanismi di produzione del danno (1) Le radiazioni ionizzanti possono danneggiare direttamente il bersaglio molecolare, oppure ionizzare l’acqua e quindi produrre radicali liberi che aggrediscono a loro volta le molecole. MECCANISMI DI PRODUZIONE DEL DANNO (2) Le radiazioni ionizzanti possono danneggiare direttamente il bersaglio molecolare, oppure ionizzare l’acqua e quindi produrre radicali liberi che aggrediscono a loro volta le molecole. Radiation biology: in vitro studies (1) The radiation damage is connected to the phases in the life of the cell: M – cell division. This stage includes both division of the nucleus (mitosis) and of the cytoplasm (cytokinesis). This phase may last one or two hours. G1 – The first “gap” phase. The cell is synthesizing many proteins. The duration of G1 determines how frequently the cells divide. It varies from a few hours to 100 days or more. S – Synthesis. A new copy of all the DNA is being made.This lasts about 8 hours. G2 – The second “gap” phase, lasting about 4 hours Radiation biology: in vitro studies (2) Cellular DNA is organized into chromosomes. DNA is packed to give a chromosome and the schematic diagram shows, at different magnifications, a strand of DNA, various intermediate structures, and a chromosome as seen during M phase (the metaphase precisely) of the cell cycle. The size goes from 2 nm for the DNA double helix to 1400 nm for the chromosome. In vitro surviving studies There is a strong evidence that the ionizing radiation, directly or indirectly, breaks a DNA strand. The cell survival experiments can directly measure chromosome damage. These are representations of typical experimental data. Modelling Cell Survival Curves (1) If only one DNA strand is broken, there are efficient mechanisms that repair it over the course of a few hours using the other strand as a template. If both strands are broken, permanent damage results, and the next cell division procedures an abnormal chromosome. Several forms of abonormal chromosomes are known, depending on where along the strand the damage occurred and how the damaged pieces connected or failed to connect to other chromosome fragments. Many of these chromosomal abnormalities are lethal: the cell either fails to complete mitosis the next time it tries to divide, or it fails within the next few divisions. Other abnormalities allow the cell to continue to divide, but they may contribute to the multistep process that, sometimes, leads to cancer many cell generations later. Modelling Cell Survival Curves (2) A simplified model for DNA damage from ionizing radiation recognizes two types of damage. In type-A damage a single ionizing particle breaks both strands of the DNA, and the chromosome is broken into fragments. In type-B damage a single particle breaks only one straND. If another particle breaks the other strand close enough to the first break, before repair has taken place, then the chromosome suffers a complete break. Modelling Cell Survival Curves (3) The probability of type-A damage is proportional to the dose. The average number of cells m with type-A damage after a dose D is m = αD The probability P of number of damage will be a Poisson distribution P (0; m) = e −m =e For radiations with higher LET α will be greater −α D Modelling Cell Survival Curves (4) In the type-B damage one strand is damaged by one ionizing particle and the other by another ionizing particle. The probability P of fragmenting the DNA molecule is therefore proportional to the square of the dose. The average number of cells k with type-B damage after a dose D will be k = βD 2 The probability P, always Poisson distributed, is P (0; k ) = e −k =e − βD 2 Modelling Cell Survival Curves (5) A plot of surviving fraction vs dose, showing the type-A damage curve (dashed line) and the type-B damage curve (entire line). The dose, at which mortality from each mechanism (linear and quadratic) is the same, is α/β. Psurivival = e −α D − β D 2 Modelling Cell Survival Curves (6) Surviving fraction is the ratio of colonies produced to cells plated, with a correction necessary for plating efficiency, i.e. for the fact that not all cells plated grow into coloniews, even in the absence of radiation. Fractionation Effect Dose-response curves for Chinese hamster cells (CHLF-line) grown in vitro and exposed to Co60 γ-rays at various dose rates. Radiation Response vs Cell Type Survival curves for assays of human cells show a wide range in initial sensitivity, but not too much difference in final slope. The shaded area labeled “human A-T cells” is for cells where repair mechanism are lacking. Radiation Response vs Cell Cycle Phase Cell survival curves for Chinese hamster cells at various stages of the cell cycle. The survival curve for cells in mitosis is steep and has no shoulder. The curve for cells late in S phase is shallower and has a large initial shoulder. G, and early S phases are intermediate in sensitivity. The broken line is a calculated curve expected to apply to mitotic cells under hypoxia. Oxygen Effect Cell survival curves showing the effect of oxygen for low- and high-LET radiations. Oxygen Enhancement Ratio (OER) Model La risposta delle cellule dipende… 1.dalla dose 2.dal rate di dose 3.dal tipo di radiazione 4.dal tipo di cellula 5.dalla fase del ciclo cellulare 6.dalla presenza dell’ossigeno Come se non bastasse…….la Dosimetria Gli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti dipendono, come abbiamo visto, da molteplici fattori fisici e biologici e riguardo a quest’ultimi possiamo individuare tre bersagli interessanti: la cellula l’organo l’organismo Non è immediata la generalizzazione dei risultati ottenuti su di un bersaglio rispetto agli altri. Il problema delle basse dosi Dosi non letali dal cGy al Gy in funzione del bersaglio Lo studio degli effetti biologici indotti a seguito di esposizione a basse dosi di radiazioni ionizzanti, mostra l’esistenza di effetti “nonlineari” • Ipersensibilità & Radioresistenza indotta • Effetti di bystander • Risposta adattativa Esposizione a basse dosi di radiazioni ionizzanti Principali sorgenti naturali “Terrestri” e loro vite medie Contributo delle varie sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti alla dose annuale media all’uomo negli U.S.A. Potassio-40 40K 1.3x109a Rudio-87 87Rb 5x1010a Torio-232 232Th 1.4x1010a Uranio-238 238U 4.5x1010a Contributo alla dose media annuale delle principali sorgenti di irraggiamento interno Contributo relativo delle varie sorgenti di radiazioni ionizzanti alla dose annuale media all’uomo nel mondo. 56 F.A. Mettler et al, 1995 Potassio-40 40K 17 mrem/a Carbonio-14 14C 10mrem/a Polonio-210 sino a Piombo210 210Po Totale 210Pb 12 mrem/a 39mrem/a S.C. Bushong, 1998 Valutazione di rischio alle basse dosi • Studi a dosi medio-alte: - studi in vitro: irraggiamenti a “fascio largo” - studi epidemiologici: sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, minatori di uranio, Chernobyl, popolazione medicalmente esposta ? + Estrapolazione alle basse dosi assunzione cautelativa in radioprotezione: andamento lineare alle basse dosi (E.J. Hall, Int. J. Radiation Oncology Biol. Phys., Vol. 65, No. 1, pp. 1–7, 2006) • Studi epidemiologici diretti a basse dosi - misura dell’esposizione indoor di radon e correlazione con l’incidenza di cancro ai polmoni problemi metodologici nella determinazione dell’esposizione dell’individuo Effetti delle basse dosi: Ipersensibilità (HRS) e Radioresistenza indotta (IRR) Irraggiamenti cellulari con RX: • Cellule normali e tumorali di ≠ radiosensibilità • Iper-sensibilità alle basse dosi • Radioresistenza indotta Meccanismo protettivo indotto da basse dosi di radiazioni Con neutroni e pioni di alto LET: Andamento lineare (no HRS/IRR) … Effetti delle basse dosi: Ipersensibilità e Radioresistenza indotta at LNL: broad ion beam cell irradiations: • 60Co γ−rays and 4He2+ ions of different energies (59, 79 and 102 keV/µm LET) • Chinese hamster V79 cells • • Iper-sensibilità alle basse dosi (HRS) Radioresistenza indotta (IRR) Effetto “Lazzaro” …Effetti delle basse dosi (studi in vitro) GSI SIS facilty scanned pencil beam and LNL broad ion beam cell irradiations: • 6MV photons and 12C6+ ions of 92.5 MeV/amu on target (27.5 keV/µm LET) • 60Co γ−rays and 4He2+ ions of different energies (59, 79 and 102 keV/µm LET) • Chinese hamster V79 cells • • Low dose hyper-radiosensitivity Induced radioresistance Effetti delle basse dosi: Bystander effect By soluble molecules? By gap-junction? • 1 cellula colpita all’interno di una popolazione • Danno (morte cellulare, apoptosi, induzione di micronuclei, trasformazioni oncogeniche) espresso in più di 1 cellula (..evidenze sperimentali..) • Quali meccanismi di induzione e trasmissione del danno?... secrezione di fattori citotossici nel mezzo di coltura da parte delle cellule irraggiate comunicazione diretta tra cellule attraverso “gap-junction” …. ROS/RNS (NO); …. Effetti delle basse dosi: Risposta adattativa 1) Priming dose: 5-40 cGy RX qualche h prima dell’irraggiamento 2) Irraggiamento (Challenging dose) Osservato: in vivo e in vitro (protozoi, alghe, cell vegetali e di mammifero) per diverse linee cellulari per diversi end-point biologici (mutazioni, trasformazioni oncog., micronuclei, danno cromosomico e sopravvivenza cellulare) Effetti delle basse dosi (1) Numerosi dati sperimentali sembrerebbero indicare che ROS (Reactive Oxygen Species) e RNS (Reactive Nitrogen Species), in particolare l’ossido nitrico NO, siano tra le molecole chiave coinvolte nell’induzione e trasmissione del danno indotto a basse dosi di radiazioni ionizzanti e quindi tra i principali mediatori dell’effetto bystander. Effetti delle basse dosi (2) Utilizzando degli “scavenger” di tali molecole si è osservata una riduzione del livello di bystander, ipotizzando che questa possa essere dovuto alla soppressione rispettivamente di radicali che agiscono sul DNA. Una delle più importanti sorgenti di ROS nelle cellule di mammifero è costituita dai mitocondri, suggerendo che uno dei bersagli cellulari delle radiazioni ionizzanti a basse dosi sia rappresentato dal DNA mitocondriale (mtDNA) e che i mitocondri siano coinvolti nella trasmissione di segnale dopo l’irraggiamento, attraverso la produzione di radicali liberi reattivi. Effetti delle basse dosi (3) ROS/RNS sembrerebbero anche implicati nell’espressione della risposta adattativa, sia inducendo direttamente il danno al DNA che attiva poi la risposta adattativa, sia producendo la trascrizione/regolazione di geni e proteine che conferiscono radioresistenza alla cellula Effetti della radiazione di fondo su Sistemi Crio-conservati (1) Il metodo di conservazione per lunghi periodi di tempo di sistemi biologici è la cosiddetta “crio-conservazione”, ovvero il loro mantenimento, con opportuni trattamenti preparatori, mediante congelamento, vitrificazione o ibernazione in opportune installazioni di laboratorio (dewar per azoto liquido, -196°C, 77 K). Alle temperature criogeniche i processi biochimici cellulari sono inibiti e quindi si impedisce la senescenza cellulare e la degradazione del materiale biologico. La tecnica è ben conosciuta e praticata (30÷40 anni) ed è ben misurato il danno prodotto nelle cellule da la procedura congelamento-scongelamento. Effetti della radiazione di fondo su Sistemi Crio-conservati (2) Dipendendo dall’ambiente in cui i sistemi biologici crio-conservati vengono depositati, essi subiranno un irraggiamento protratto (per anni e spesso per decine di anni, come nel caso delle “banche” di colture cellulari o delle “banche” di cellule staminali e/o germinali) a causa del fondo naturale di radiazioni. Effetti della radiazione di fondo su Sistemi Crio-conservati (3) Dipendendo dal tempo di conservazione e mancando l’azione antagonista continua dei meccanismi di riparazione, i “danni” prodotti dall’esposizione delle cellule crio-conservate al fondo gamma, in principio, andranno accumulandosi, trasformando l’esposizione a “dose protratta” (bassissimo rateo di dose del fondo ambientale) in esposizione a “dose acuta”, al momento dello scongelamento e rivitalizzazione delle cellule. Effetti della radiazione di fondo su Sistemi Crio-conservati (4) Recenti risultati sperimentali ottenuti confrontando la risposta a raggi-γ di diversi sistemi biologici in condizioni criogeniche e a temperature ambiente, in termini di vari end-point biologici, hanno mostrato un “effetto protettivo” della crio-conservazione rispetto all’azione delle R.I (raggi-γ) EFFETTI BIOLOGICI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI NON IONIZZANTI NIR (1) Radiofrequenze (RF), microonde (MO), laser ed ultravioletti (UV) fanno parte delle radiazioni non ionizzanti (NIR), appartengono alla famiglia delle onde elettromagnetiche (e.m.) e trasportano energia sotto forma di campo elettromagnetico; l'energia viene in parte assorbita e in parte riflessa dagli oggetti che l'onda incontra sul suo percorso. L'assorbimento avviene con modalità ed in misura diversa a seconda dell'oggetto. L'energia o radiofrequenza assorbita dai tessuti biologici può produrre diversi effetti: il meccanismo di interazione più semplice da interpretare è a livelli sufficientemente elevati di potenza - il riscaldamento, cioè l'innalzamento di temperatura dei tessuti causato dalla rapida agitazione molecolare. Tale riscaldamento, se intenso e prolungato, può generare danni ai tessuti e alle funzioni fisiologiche. NIR (2) Non sono noti altri effetti, i cosiddetti effetti non termici, che possono insorgere per esposizioni a livelli di campo elettromagnetico più bassi e non in grado di produrre innalzamento di temperatura. L’onere della prova (1) Spesso si chiede allo scienziato di dimostrare che: •i cellulari, gli elettrodotti ed i vaccini non sono pericolosi; •il mostro di Loch Ness ed i marziani con dodici mani non esistono; e quando la scienza rifiuta, correttamente, di rispondere in termini così assoluti, si obietta che l’approccio scientifico è debole e quindi quello alternativo merita almeno la stessa dignità. L’onere della prova (2) In realtà si stanno chiedendo dichiarazioni scientifiche di non esistenza. Al contrario l’onere della prova dovrebbe spettare a chi afferma che un certo fenomeno si verifica ed è culturalmente disonesto chiedere a chi è scettico in proposito di dimostrare che il fenomeno non c’è. L’onere della prova (3) Consideriamo una “bufala” classica: si può dimostrare scientificamente che lo yeti non esiste? No, si possono fornire argomentazioni che rendano molto improbabile la sua esistenza. Si può induttivamente(*) argomentare che essendo stato cercato in lungo ed in largo e non essendo stato trovato, probabilmente non esiste, ma questo ragionamento non esclude che in qualche caverna himalayana inesplorata non ci sia uno yeti particolarmente timido. (*) INDUZIONE: un ragionamento che, partendo da dati particolari presenti nel problema, giunge a conclusioni generali L’onere della prova (4) Per dimostrare in assoluto che lo yeti non esiste bisognerebbe esplorare ogni anfratto dell’intero pianeta: una impresa impossibile e peraltro forse inutile, perché lo yeti potrebbe giocare a rimpiattino cambiando nascondiglio. L’onere della prova (5) Attenzione alle generalizzazioni: il ragionamento induttivo, come tutte le attività scientifiche, richiede il ”cervello acceso” Nella scienza niente è automatico. L’onere della prova (6) C’è un esempio storico. Per circa 1500 anni, da quando Giovenale parlò del cigno nero come la proverbiale rara avis, in Europa questo uccello divenne la metafora di tutto ciò che non poteva esistere. Tutti i cigni osservati erano bianchi e quindi tutti i cigni sono bianchi. Nel XVIII secolo gli esploratori europei scoprirono in Australia dei cigni neri. INTRODUZIONE EFFETTI BIOLOGICI DELLE NIR (1) Quando un organismo interagisce con un campo elettromagnetico, il suo equilibrio elettrico viene sicuramente perturbato, senza che ciò si traduca automaticamente in un effetto biologico apprezzabile e tanto meno in un danno. Per poter parlare di effetto biologico ci devono essere variazioni morfologiche e/o funzionali a carico di strutture a livello superiore, dal punto di vista organizzativo, a quello funzionale. Il verificarsi di un effetto biologico non significa necessariamente la produzione di un danno alla salute, poiché per poter parlare di danno occorre che l'effetto biologico superi i limiti di efficacia dei meccanismi di adattamento dell'organismo, che variano con l'età, lo stato di salute, ecc. INTRODUZIONE EFFETTI BIOLOGICI DELLE NIR (2) La maggior parte degli studi condotti riguardano gli effetti termici, ossia quelli connessi con l'innalzamento della temperatura di un tessuto. Non esistono tuttavia dati di soglia sugli effetti nocivi per l'uomo nell'intero intervallo di frequenza: la maggior parte dei dati biologici attuali proviene dall'intervallo di frequenze comprese fra 900 MHz e 10 GHz. INTRODUZIONE EFFETTI BIOLOGICI DELLE NIR (3) Gli effetti termici sono effetti acuti, non stocastici per i quali l'aumento dell'intensità dell'effetto è proporzionale all'azione. L'occhio e le gonadi sono gli organi più sensibili all'esposizione alle RF ed alle MO. Il cristallino è la parte dell'occhio che risente maggiormente dell'irraggiamento con radioonde; questo organo non è vascolarizzato e quindi, potendo dissipare calore solo per scambio termico con l'umor acqueo ed il corpo vitreo, va facilmente incontro al surriscaldamento. Altri possibili effetti sull'occhio sono la cataratta, l'opacizzazione della cornea, la congiuntivite, l'infiammazione dell'iride, la comparsa di lesioni INTRODUZIONE EFFETTI BIOLOGICI DELLE NIR (4) Sono stati inoltre segnalati possibili effetti sul sistema cardiocircolatorio come le aritmie ipo-ipercinetiche, stati di ipo-ipertensione, mentre i possibili effetti sul sistema neuroendocrino riguardano le alterazioni EEC, una diminuita risposta alla fotostimolazione, l'innalzamento della soglia uditiva-visiva e l'iperattività tiroidea. RADIAZIONI TERMICHE IRRAGGIAMENTO TERMICO Q intensità I = ∆t ∆S I(λ) visibile 4000°K cal/(s•m2) oppure W/m2 3000°K LEGGI DELL'EMISSIONE TERMICA legge di Stefan legge di Wien I = σ T4 2000°K (W/m2) λmax = 0.2897/T (cm) 0 Sono radiazioni termiche: microonde, infrarossi 1 2 3 µm λ LE MICROONDE 300 MHz < ν < 300 GHz 10–6 eV < E = hν < 10–3 eV non ionizzanti effetti : calore (diatermia) Riscaldamento di regioni limitate e profonde in corpi ricchi di acqua. Uso in terapia: artriti, borsiti, strappi muscolari. Esposizione limite per l’uomo: I = 10 mW/cm2 (1/10 della massima potenza radiante solare assorbita) GLI INFRAROSSI 0.7 µm < λ < 20 µm intensità relativa vicino IR MEDICINA visibile vicino I.R. 10 emissione termica (Sole) 3000°K 1200°K Sole 5 0 lontano IR 0.5 1.0 1.5 2.0 λ (µm) penetrazione ∆x ≈ 10 cm ∆x < 1 mm effetto termico λ ≈ 0.7 µm λ > 1.4 µm fotografia I.R. immagine termica (termografia) GLI ULTRAVIOLETTI Produzione naturale: Sole Produzione artificiale: lampade UV Assorbimento UV in alta atmosfera: Si distinguono in: UVA: λ = 400-315 nm UVB: λ = 315-280 nm UVC: λ = 280-100 nm (ionizzanti) Effetti chimico-biologici: ozono (O3) – inclinazione raggi nubi - inquinamento eccitazione atomi e molecole dissociazione legame C-C (4 eV) materiali: vetro opaco acqua trasparente benefici... (penetrazione alcuni cm) abbronzatura - sintesi vitamina D azione battericida ... o malefici eritemi - lesioni oculari tumori alla pelle INTRODUZIONE Nel campo della protezione dai campi e.m. non ionizzanti si riscontra, talvolta, un uso improprio dei termini interazione, effetto biologico e danno, che sembra riflettere un certo livello di confusione culturale L’induzione di un effetto biologico, d’altra parte, non comporta necessariamente un danno alla salute EFFETTI BIOLOGI DEL CAMPO MAGNETICO STATICO Gli effetti di un campo magnetico statico sono stati studiati molto più di quanto non sia stato fatto per il campo elettrico in particolare dopo l’uso, medicina, della NMR Sulla base di questi studi si può escludere l’esistenza di effetti diretti acuti legati ad esposizioni di breve durata a campi di induzione magnetica inferiori a 2T (anche 3T). Nemmeno l’esposizione cronica di animali da laboratorio mostra effetti diretti su peso corporeo, formula ematica o sulle risposte immunologiche. Da studiare meglio ancora: •Risposta a 5÷8 T •Effetti in vitro •Prolungati effetti a bassa intensità EFFETTI BIOLOGI E SANITARI DEL CAMPO a 50 Hz Gli individui possono percepire gli effetti della carica superficiale oscillante indotta sui loro corpi da un campo elettrico a 50 Hz e ciò può dar luogo a sensazioni di fastidio. In termini di densistà di corrente la soglia per questi effetti è dell’ordine dei 100 mA/m2 Delicate funzioni del sistema nervoso centrale (memoria e ragionamento) possono essere disturbate da densità dell’ordine dei 10 mA/m2 Tra 10 mA/m2 e 1000 mA/m2 si trovano alcuni effetti su colture cellulari in vitro Se ne può dedurre che valori di densità inferiori a 10 mA/m2 per frequenze fino a 1kHz non possono influenzare negativamente nervi, muscoli e tessuti. EFFETTI A LUNGO TERMINE DEL CAMPO a 50 Hz Il problema del rischio cancerogeno associato all’esposizione ai campi magnetici ed elettrici generati da linee di trasmissione ed altre installazioni elettriche è stato oggetto di studi epidemiologici a partire dalla fine degli anni settanta Alcuni studi trovano un aumento dei fattori di rischio per la leucemia infantile per valori di 0.2 µT ma non si ha una statistica che supporti questi dati In conclusione il rischio dovuto alle linee ad alta tensione in Italia, se esiste, ammonta a meno di 3 casi l’anno in più di leucemia infantile, uno dei quali risulterà mortale. RADIOFREQUENZA E MICROONDE Per l’assorbimento di energia a radiofrequenza (RF) e microonde (MO) il meccanismo di gran lunga più importante è quello della conversione in calore dell’ energia trasferita dal campo elettromagnetico. Il rilascio di energia all’interno del corpo è descritto in termini di SAR (tasso di assorbimento specifico) che è il rapporto tra la potenza assorbita e la massa del tessuto irradiato [W/Kg]. Può essere riferito all’intero corpo o organo (SAR medio) o ad una regione specifica all’interno del corpo (SAR localizzato). Il SAR dipende dalla frequenza del campo e.m. incidente, dalle caratteristiche dielettriche, dalla dimensione del corpo irradiato e dall’orientamento di questo rispetto al campo elettrico, al campo magnetico ed alla direzione di propagazione. RADIOFREQUENZA E MICROONDE Si dimostra esiste un particolare intervallo di frequenza in cui l’assorbimento è maggiore (frequenza di risonanza). Diminuendo le dimensioni dell’oggetto irradiato aumenta la frequenza di risonanza e, a parità di densità di potenza incidente, aumenta il valore del picco di assorbimento. Per questo motivo , oltre al valore medio del SAR per tutto il corpo, occorre prestare attenzione alle frequenze di risonanza dei vari organi, i quali possono presentare un valore di SAR specifico, per particolari frequenze, diverso da quello medio. Il SAR dipende dalla frequenza del campo e.m. incidente, dalle caratteristiche dielettriche, dalla dimensione del corpo irradiato e dall’orientamento di questo rispetto al campo elettrico, al campo magnetico ed alla direzione di propagazione. RADIOFREQUENZA E MICROONDE Diminuendo le dimensioni dell’oggetto irradiato aumenta la frequenza di risonanza e, a parità di densità di potenza incidente, aumenta il valore del picco di assorbimento. EFFETI RF E MO A LUNGO TERMINE Un ampio studio su operatori radar, comprendente oltre 40000 persone esposte per 2 anni e seguite nel corso di 20 anni, non ha individuato aumenti nell’incidenza di patologie o mortalità associati all’esposizione Vi sono difficoltà di progettazione , di esecuzione e reperimento dati statisticamente significativi per valutare gli effetti a lungo termine di esposizioni a RF e MO TELEFONIA CELLULARE Un’ antenna di una stazione radio base per telefonini trasmette potenze dell’ordine delle decine di Watt I telefoni cellulari irradiano potenze medie decisamente più basse comprese tra i 125 e 600 mW ma sono a diretto contatto con la testa dell’utilizzatore Anche in questo caso si considerano gli effetti termici della RF nella frequenza di 900 e 1800 MHz e si fa riferimento al SAR Il valore di 4 W/Kg è universalmente accettato come soglia per l’induzione di effetti biologici di tipo termico potenzialmente nocivi TELEFONIA CELLULARE In realtà a causa della diversa frequenza di risonanza degli organi alla radiazione e.m. occorre fare riferimento ad un valore di SAR mediato su tutto il corpo pari a 1.6 W/Kg (rispetto ad un grammo di tessuto). In pratica i limiti sono scelti aumentando il limite di base del SAR mediato su tutto il corpo di un fattore 25 TELEFONIA CELLULARE Dai risultati sperimentali disponibili in letteratura appare che l’incremento di temperatura necessario per indurre danni sia : •alle cellule circa 4÷5 °C (per più di 30 minuti) •al cristallino circa 3÷5 °C per indurre cataratta •danni termici alla pelle circa 10°C Per vari tipi di telefono a 900 MHz con potenza media pari a 250 mW si ottiene un riscaldamento di 0.2 °C nell’orecchio esterno e 0.1 °C nella parte periferica del cervello. Questi valori vengono raggiunti dopo circa 15 minuti di esposizione mentre per esposizioni più brevi gli incrementi di temperatura sono inferiori. LA LEGISLAZIONE (1) Nella legislazione italiana si fa riferimento alle linee guida elaborate dal Comitato Internazionale per le Radiazioni Non Ionizzanti dell'Associazione Internazionale per le Protezioni Radiologiche (IRPA/INIRC) relative ai limiti di esposizione a campi elettromagnetici nell'intervallo di frequenze da 100 KHz o 300 GHz. Le norme di esposizione fissano criteri per un'esposizione ritenuta sicura tenendo conto di due fattori: l'intensità dei campi ed il tempo di esposizione agli stessi. Vengono individuate due categorie di individui esposti: •professionalmente esposti •popolazione in generale. LA LEGISLAZIONE (2) Si fa riferimento ai limiti di esposizione che sono espressi in termini di densità di potenza per frequenze superiori a 10 MHz. L'unità di misura della densità di potenza nel Sistema Internazionale è il W/m2. Per frequenze inferiori a 10 MHz, il concetto di SAR acquista un significato limitato poiché gli effetti biologici risultanti dall'esposizione dell'uomo sono, in linea di principio, meglio correlati con la densità di corrente indotta nel corpo. Per frequenze inferiori a 10 MHz, si fa riferimento ai valori efficaci di campo elettrico, Eeff ed ai valori efficaci di campo magnetico, Heff incidenti. Le unità di misura nel Sistema Internazionale di Eeff e Heff sono rispettivamente V/m2 e A/m. Per frequenze maggiori di 10 MHz ,l'esposizione dei lavoratori deve esser tale da non superare un SAR di 0,4 W/kg mediato su un qualsiasi intervallo di 6 minuti e sull'intero corpo, a condizione che non sia superato il valore di 2 W per 0.1kg nelle estremità (mani, polsi, piedi e caviglie) e quello di 1 W per 0.1 kg in organi in qualsiasi altra parte del corpo. LA LEGISLAZIONE (3) Nella tabella seguente, sono riportati i limiti di esposizione per i lavoratori che, per frequenze non superiori a 10 MHz, si riferiscono ad una media su qualsiasi intervallo di 6 minuti durante la giornata lavorativa. INTERVALLO DI FREQUENZA F (MHz) 10-1 ÷ 1 1 ÷ 10 10 ÷ 4 102 4 102 ÷ 2 103 2 103 ÷ 3 105 INTENSITA' DI CAMPO ELETTRICO IMPERTURBATO (valore efficace) E (V/m) INTENSITA' DI CAMPO MAGNETICO IMPERTURBATO (valore efficace) H (A/m) 614 614/f 61 1.6/f 1.6/f 0.16 3 f 137 0.008 f 0.36 DENSITA' DI POTENZA DELL'ONDA PIANA EQUIVALENTE Peq (W/m2) - 10 f/40 50 LA LEGISLAZIONE (4) Per la popolazione e per frequenze <10MHz, i valori medi su qualsiasi intervallo di 6 minuti, durante l'intera giornata, non devono superare i valori riportati in tabella. L'esposizione della popolazione a frequenze >10MHz non deve superare un SAR di 0,08 W/kg mediato sul corpo intero e su qualsiasi intervallo di 6 minuti. INTERVALLO DI FREQUENZA F (MHz) INTENSITA' DI CAMPO ELETTRICO IMPERTURBATO (valore efficace) E (V/m) INTENSITA' DI CAMPO MAGNETICO IMPERTURBATO (valore efficace) H (A/m) DENSITA' DI POTENZA DELL'ONDA PIANA EQUIVALENTE Peq (W/m2) 10-1 ÷ 3 60 0.2 - 3 ÷ 3 103 20 0.05 1 3 103 ÷ 3 105 40 0.1 4 CONCLUSIONI Tutte le normative dello stato italiano considerano il cosiddetto principio di precauzione e sono fatte tenendo presenti le soglie riportate precedentemente. La normativa italiana risulta la più severa in Europa E’ interessante fare un confronto dei dati riportati in queste slides con l’incidenza dei tumori rispetto ad altre cause in Italia come ad esempio il fumo e l’inquinamento urbano prodotto dai gas di scarico. CONCLUSIONI Accorciamento medio dell’aspettativa di vita in funzione di comportamenti a rischio (USA 2011) Comportamento Incidenti in auto Incidenti domestici AIDS Jogging per 30 anni Fondo naturale IR Raggi X esami medici NIR Allarme incendio a casa Cinture di sicurezza Giorni 290 74 55 50 38 9 0.00002 -9 -69