Il fattore “D”.
Perchè il lavoro delle donne farà crescere l’Italia
Prof. Maurizio Ferrera
Università degli Studi di Milano
Presentazione tratta dal volume “Il fattore D. Perché il
lavoro delle donne farà crescere l’Italia”, Milano,
Mondadori, 2008
“Un futuro di donne?”
L’argomento in breve

Da anni l’Italia cresce poco o nulla.
Cresce poco dal punto di vista economico e cresce ancora meno dal
punto di vista demografico
Tre grandi problemi:
1.
Troppe donne a casa
2.
Troppe culle vuote
3.
Troppi bambini poveri
2
“Troppe donne a casa”

in Italia solo il 46.9% delle donne fra i 15 e i 64 anni è
occupata: uno dei valori più bassi d’Europa (58.8% nell’Ue27).
Nelle regioni del Sud valore scende al 31%.

ma più del 40% delle donne inattive dichiara che “vorrebbe
lavorare”
3
“Troppe culle vuote”

Nel 1965 il numero medio dei figli per donna era pari a 2,66:
abbondantemente al di sopra di quel 2,1 necessario per
mantenere costante la popolazione.

Nel corso degli ultimi cinque decenni il valore è sceso a 1,3
(nell’Ue15 è 1,52).

Nel 2020 saremo, insieme alla Germania, il Paese europeo
con meno giovani: solo 18 giovani ogni cento italiani, di contro
a 30 anziani.
4
“Troppi bambini poveri ”

il 25% dei minori (0-16 anni) vive in povertà (19% per l’Ue15)
(dati Eurostat)

l'incidenza della povertà fra i minori è ormai più alta di quella
fra gli anziani (16,5%) e la forbice continua ad allargarsi

In Italia il rischio di povertà è fortemente correlato all'ampiezza
della famiglia e all’area di residenza
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L’agenda delle riforme in 10 proposte

Rendere più “conveniente” il lavoro delle donne

Facilitare la conciliazione tra “vita” e “lavoro”

Pari opportunità, ma anche promozione della leadership
femminile
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Rendere più “conveniente” il lavoro delle donne
1.
meno tasse sugli stipendi delle donne (riduzione delle aliquote
IRPEF oppure (meglio) aumento dei crediti di imposta per le
donne che lavorano)
2.
meno oneri sociali per le imprese che assumono donne
3.
crediti agevolati alle donne che vogliono creare nuove
imprese (anche piccole).
7
Facilitare la conciliazione tra “vita” e “lavoro”
4.
5.
6.
7.
orari e organizzazione del lavoro più flessibili, soprattutto per
madri e padri (es. diritto a passare al lavoro part-time per
dodici mesi dopo la nascita di un figlio, come in Olanda e nei
paesi nordici; creare “banche del tempo”; etc.)
introdurre il congedo di paternità retribuito (come i “daddy
days” in Svezia o in Spagna)
aumentare gli importi dei congedi parentali
investire negli asili nido. Aumentare i posti, ma anche
abbassare le rette (altrimenti se ne va gran parte dello
stipendio delle madri) ed estendere orari di apertura, anche
d’estate.
8
Pari opportunità, ma anche promozione della
leadership femminile
8.
9.
10.
varare una “Legge sull’eguaglianza di genere” che renda più
stringenti i divieti di discriminazione contro le donne nel
mondo del lavoro e incentivi le amministrazioni pubbliche e le
imprese private ad accrescere la quota di personale
femminile, soprattutto nelle posizioni dirigenziali
creare una Accademia Nazionale per i Talenti Femminili
(premi, borse di studio, corsi di formazione per le studentesse
più brave delle scuole secondarie e delle università)
quote rosa nelle liste elettorali dei partiti. Senza un numero
consistente di donne in Parlamento è difficile fare progressi.
La massa critica è intorno al 30% (i paesi nordici sono già al
50%), noi siamo fermi al 17% (Camera) e al 12% (Senato).
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sintesi del volume “Il fattore “D”