PLATELIA™ H. PYLORI IgG 72778 96 TEST RIVELAZIONE DEGLI ANTICORPI IgG ANTIHELICOBACTER PYLORI NEL SIERO UMANO MEDIANTE TECNICA IMMUNOENZIMATICA 1- INTERESSE CLINICO Identificato nel 1983 da Warren et Marshall, l'Helicobacter pylori è un batterio spiraliforme Gram negativo il cui ruolo nell'eziologia di determinate patologie infiammatorie gastro-duodenali è oggi ben definito (1). La prevalenza delle infezioni da H. pylori risulta particolarmente alta. Il 50% della popolazione al di sopra dei 50 anni nei paesi industrializzati ne sarebbe infettata. Tale tasso di infezione può addirittura raggiungere il 90% della popolazione nei paesi in via di sviluppo (2). La colonizzazione della mucosa gastrica da parte di questo batterio può rimanere del tutto asintomatica o, al contrario, dare luogo a manifestazioni cliniche gravi come la gastrite cronica, l'ulcera duodenale o gastrica, il linfoma gastrico o il tumore gastrico (3). La ricerca di Helicobacter pylori rappresenta un elemento di diagnosi importante in tutti quei soggetti che presentano sintomi di infiammazione gastro-duodenale. È stata chiaramente dimostrata (4) la necessità di eradicare questo batterio al fine di garantire una cicatrizzazione efficace e duratura delle ulcere duodenali. La ricerca del batterio può essere effettuata: • direttamente a partire dalle biopsie (istologia, coltura batterica); dette tecniche risultano invasive, sgradevoli e traumatizzanti per il paziente; non sono esenti da rischi e possono altresì produrre risultati falsi negativi dovuti alle variabili legate al prelievo del campione. • indirettamente, mediante studi sierologici. Questa tecnica non invasiva presenta la sensibilità di un metodo globale, con le caratteristiche di facilità di esecuzione e di minor costo. 2- PRINCIPIO Platelia™ H. pylori è un test immunoenzimatico che permette la rivelazione di anticorpi specifici anti H. pylori nel siero umano. Le micropiastre sono sensibilizzate con un estratto antigenico semi-purificato privo di proteine flagellari, possibile causa di reazioni crociate (6). Il siero da esaminare così come i controlli sono diluiti e distribuiti nei pozzetti della micropiastra sensibilizzata con l'antigene H. pylori. Nel corso della prima incubazione, gli anticorpi anti H. pylori presenti nei campioni si legano all'antigene. Gli anticorpi non specifici e le altre proteine seriche sono eliminate dai lavaggi eseguiti alla fine dell'incubazione. Viene quindi aggiunto in tutti i pozzetti della micropiastra il coniugato, anticorpo monoclonale specifico per le catene gamma umane, marcato con perossidasi. Nel corso della seconda incubazione, l'anticorpo marcato va a legarsi alle IgG seriche che hanno reagito con l'antigene H. pylori. Il coniugato non legato viene eliminato mediante i lavaggi praticati alla fine dell'incubazione. 58 La presenza del complesso immune viene rivelato mediante aggiunta di una soluzione di rivelazione enzimatica in ciascun pozzetto. La reazione enzimatica viene arrestata mediante aggiunta di una soluzione acida. La densità ottica, misurata con spettrofotometro a 450/620 nm, è proporzionale alla quantità di IgG anti H. pylori presente nel campione testato. 3- COMPOSIZIONE DEL KIT Per le condizioni di conservazione e la data di scadenza del kit fare riferimento alle indicazioni riportate sulla confezione. Etichettatura R1 R2 Microplate Natura dei reagenti Presentazione Micropiastra : 12 strip da 8 pozzetti sensibilizzati con l'antigene H. Pylori, in bustina chiusa 1 Concentrated Soluzione di lavaggio concentrata (10 x) : Tampone TRIS-NaCI, (pH 7,4), 1 % di Tween® 20. Washing Conservante: 0,01% Thimerosal. Solution 1 x 100 ml R3 Negative Control Siero di controllo negativo (umano) : Conservante: < 0,1 % di azoturo di sodio 1 x 1 ml R4 Cut-off Control Siero di controllo valore soglia (umano) : Conservante: < 0,1 % di azoturo di sodio 1 x 1 ml R5 Positive Control Siero di controllo positivo (umano) : Conservante: < 0,1 % di azoturo di sodio 1 x 1 ml R6 Sample Diluent Diluente per campioni : Conservante: 0,01% Thimerosal 1 x 110 ml 1 x 0,45 ml R7a Conjugate (40x) Coniugato concentrato (40 x) : Anticorpo monoclonale di origine murina anti catene gamma umane legato alla perossidasi Conservante: 0,01% Thimerosal R7b Conjugate Diluent Diluente del coniugato : Conservante: 0,01% Thimerosal 1 x 12 ml R8 TMB Substrate Buffer Tampone Substrato TMB (pronto per l'uso) : Soluzione di acido citrico e acetato di sodio pH 5,2 contenente lo 0,009% di H2O2 e il 4% di DMSO. 1 x 60 ml R9 R10 Chromogen: Cromogeno: Soluzione di TMB/DMSO 90 % TMB contenente lo 0,6% di tetrametilbenzidina (TMB) Solution Stopping Solution Soluzione di arresto (pronta per l'uso) : Soluzione di acido solforico 1,5 N Pellicole adesive 1 x 1 ml 1 x 12 ml 4 59 4- PRECAUZIONI PER L’USO La qualità dei risultati dipende dal rispetto delle buone pratiche di laboratorio di seguito riportate: • Non utilizzare i reagenti dopo la data di scadenza. • Non mescolare, né utilizzare, durante uno stesso test, i reagenti prelevati da kit con numeri di lotti diversi. • È possibile utilizzare lotti di soluzione di lavaggio (R2) diversi da quelli forniti nel kit, purchè venga utilizzato un unico lotto nel corso della stessa serie analitica. • Ricostituire o diluire con cura i reagenti evitando qualunque contaminazione. • Non eseguire il test in presenza di vapori reattivi (acidi, alcalini, aldeidi) o di polveri che potrebbero alterare l'attività enzimatica del coniugato. • La reazione enzimatica è molto sensibile agli ioni metallici. Di conseguenza, nessun elemento metallico deve venire a contatto con le diverse soluzioni contenenti il coniugato o la soluzione substrato. • La soluzione di rivelazione (tampone substrato + cromogeno) deve essere incolore. La presenza di una colorazione blu nei minuti successivi alla ricostituzione indica che il reagente è inutilizzabile e deve essere sostituito. Per questa preparazione utilizzare preferibilmente recipienti e materiale di distribuzione in plastica mono-uso o recipienti in vetro precedentemente lavati con acido cloridrico 1N, risciacquati con acqua distillata e asciugati. Conservare la soluzione al riparo dalla luce. • Utilizzare un puntale nuovo per ciascun siero. • Il lavaggio dei pozzetti costituisce una fase critica della procedura. Rispettare il numero di cicli di lavaggio prescritti e assicurarsi che tutti i pozzetti siano completamente riempiti e poi completamente svuotati. Un lavaggio eseguito in modo non corretto può produrre risultati errati. • Non lasciare che la micropiastra si asciughi tra la fine del lavaggio e la distribuzione dei reagenti. • Non utilizzare mai lo stesso recipiente per distribuire il coniugato e la soluzione di rivelazione. • Verificare la precisione delle pipette e il buon funzionamento degli strumenti utilizzati. ISTRUZIONI PER L'IGIENE E LA SICUREZZA • Durante la manipolazione dei reagenti indossare guanti monouso. • Non pipettare con la bocca. • Il materiale di origine umana utilizzato nella preparazione dei reagenti è stato sottoposto a test ed è risultato non reattivo all'antigene di superficie del virus dell'epatite B (Ag HBs), agli anticorpi diretti contro il virus dell'epatite C (anti-HCV) e agli anticorpi diretti contro il virus 60 • • • • • • dell'immunodeficienza umana (anti-HIV1 e anti-HIV2). Poiché nessun metodo può garantire in maniera assoluta l’assenza di agenti infettivi, considerare sia i reagenti di origine umana, sia tutti i campioni dei pazienti come potenzialmente infettivi e maneggiarli con le precauzioni d'uso. Tutto il materiale, compresa la soluzione di lavaggio, a diretto contatto con i campioni e i reagenti contenenti materiali di origine umana, deve essere considerato come potenzialmente infettivo. Evitare schizzi di campioni o di soluzioni che li contengono. Le superfici sporche devono essere pulite con candeggina diluita al 10%. Se il liquido contaminante è un acido, le superfici sporche devono essere neutralizzate preventivamente con bicarbonato di sodio, poi lavate con candeggina e asciugate con carta assorbente. Il materiale utilizzato per pulire dovrà essere gettato in un contenitore speciale per residui contaminanti. I campioni, i reagenti di origine umana come pure il materiale e i prodotti contaminati devono essere eliminati dopo essere stati decontaminati Non introdurre nell'autoclave soluzioni contenenti ipoclorito di sodio. Evitare qualunque contatto del tampone substrato, del cromogeno e della soluzione bloccante con la pelle e le mucose (rischi di tossicità, irritazioni e bruciature). ATTENZIONE : Acido solforico (H2SO4) 1,5N e DMSO (dimethylsulfoxyde) 90 % R36/38 : Irritante per gli occhi e la pelle. S: 26-30 : In caso di contatto con gli occhi, lavare immediaXi - Irritante tamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico. Non versare acqua sul prodotto. La scheda con i dati relativi alla sicurezza è disponibile su richiesta. 5- CAMPIONI 1. I test devono essere effettuati su campioni di siero raccolto in provette senza anticoagulanti. 2. Rispettare le istruzioni seguenti per il prelievo, il trattamento e la conservazione dei suddetti campioni di siero: - Prelevare un campione di siero usando le precauzioni necessarie. - Per i sieri, prima della centrifugazione, attendere che il coagulo si sia formato completamente . - Conservare le provette chiuse 61 - Dopo la centrifugazione, separare il siero e conservarlo in provette chiuse. - I campioni devono essere conservati a +2-8°C se il test viene eseguito entro 24 ore. - Se il test non è completato entro le 24 ore, o per i campioni da spedire, congelare a -20°C o a temperature inferiori . - Si raccomanda di congelare / scongelare i campioni una sola volta. Dopo scongelamento, i campioni dovranno essere omogeneizzati con cura (vortex) prima del test. 3. La presenza nei campioni di albumina fino a 90 g/l , di bilirubina fino a 100 mg/l , un contenuto lipemico equivalente a 30 g/l di trioleina (trigliceridi) o la presenza di emolisi (10 g/l di emoglobina), non influenzano i risultati. 4. Non riscaldare i campioni. 6- PROCEDURA OPERATIVA 6 .1 - MATERIALE NECESSARIO, MA NON FORNITO • Agitatore tipo vortex. • Lettore di micropiastre (dotato di filtri 450/620 nm). • Bagnomaria o incubatore a secco*, eventualmente dotato di termostato da 37°C ± 1°C. • Lavatore automatico*, semi-automatico* o manuale per micropiastre. • Contenitore per rifiuti contaminati. • Ipoclorito di sodio (candeggina) e bicarbonato di sodio. • Acqua distillata o deionizzata sterile. • Provette graduate da 25, 50, 100 e 1000 ml. • Guanti monouso • Occhiali di protezione • Carta assorbente • Pipette, pipette multiple, automatiche o semi-automatiche, regolabili o fisse, atte a distribuire da 10 a 1000 µl e 1, 2 e 10 ml • Provette monouso (*) Consultateci per informazioni precise riguardo agli apparecchi approvati dai nostri servizi tecnici 6.2 - RICOSTITUZIONE DEI REAGENTI R1 : Tagliare la bustina con le forbici o un taglierino ad una distanza di 0,5 1 cm sotto la ZIP. Riporre immediatamente nella bustina le strip inutilizzate. Controllare la presenza del dispositivo essiccante. Richiudere con cura la bustina e riporla a +2-8°C. 62 R2 : Diluire 1/10 la soluzione in acqua distillata. Per lavaggio manuale, preparare circa 350 ml per piastra da 12 strip. R7 : Preparare estemporaneamente la quantità di coniugato necessaria per la realizzazione di un test diluendo un volume di coniugato concentrato 40 x (R7a, di colore blu) in 40 volumi di diluente per coniugato (R7b, di colore rosso). Il coniugato ottenuto assume un colore viola (contiene mertiolato di sodio allo 0,01% massimo) R9 : Diluire 1/50 la soluzione nel tampone substrato R8 (es.: 200 µl di reagente R9 + 10 ml di reagente R8). Preparare 4 ml di reagente per ogni strip. 6.3 - CONSERVAZIONE DEI REAGENTI APERTI E/O RICOSTITUITI R1 : una volta aperto il sacchetto, le strip conservate nella bustina ben chiusa rimangono stabili per 6 settimane a +2-8°C (verificare la presenza di essiccante). R2 : dopo la diluizione, la soluzione di lavaggio si conserva per 2 settimane a +2-8°C. Una volta aperto, la soluzione di lavaggio concentrata può essere conservata a +2-25°C, in assenza di contaminazioni, fino alla data di scadenza indicata sull'etichetta. R3, R4, R5, R7a e R7b : una volta aperti i sieri di controllo R3, R4, R5, il coniugato R7 e il suo diluente R7b conservati nel loro flacone originario richiuso con cura rimangono stabili per 6 settimane a +2-8°C. R7 : Una volta costituita, la soluzione di lavoro del coniugato si conserva per 2 ore a temperatura ambiente (+18-30°C). R9 : Dopo la diluizione, i reagenti conservati al riparo dalla luce rimangono stabili per 6 ore a temperatura ambiente (+18-30°C). R6, R8, R9 e R10 : una volta aperti, i reagenti rimangono stabili fino alla data di scadenza indicata sull'etichetta se conservati ad una temperatura pari a +2-8°C e in assenza di contaminazioni. 6.4 - PROCEDURA Seguire rigorosamente il protocollo proposto. Ogni volta che si esegue il test utilizzare i sieri di controllo per validare la qualità del test stesso. Prima dell'uso, attendere che tutti i reagenti abbiano raggiunto la temperatura ambiente (+18-30°C). 1) Definire accuratamente il piano di distribuzione dei campioni prevedendo un pozzetto per il siero di controllo negativo (R3), 3 pozzetti per il controllo Cut-Off (R4) e un pozzetto per il controllo positivo (R5). 2) Preparare la soluzione di lavaggio diluita (R2) (cfr. capitolo 6.2). 63 3) Estrarre il telaio supporto e le strip (R1) dall’imballaggio di protezione. 4) Diluire i campioni da testare e gli standard a 1/101 nella soluzione R6 (10 µl di siero + 1 ml di Diluente R7). Per il siero di controllo Cut-Off R4, è necessario eseguire 3 diluizioni 1/101 in 3 diverse provette (10 µl in 1 ml di R6). Ad ogni provetta corrisponde un pozzetto. Vortexare accuratamente. 5) In caso di utilizzo manuale del test, distribuire 100 µl dei controlli diluiti 1/101 (R3, R4, R5) e dei campioni diluiti 1/101 (S1, S2, ecc.) nei pozzetti secondo lo schema suggerito di seguito: 1 2 A R3 S4 B R4 S5 C R4 S6 D R4 S7 E R5 S8 F S1 S9 G S2 S10 H S3 S11 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 6) Ricoprire la micropiastra con un film autoadesivo esercitando una pressione omogenea su tutta la superficie per assicurare una buona copertura. Successivamente, incubare la micropiastra in bagnomaria regolato con termostato o in un incubatore a secco per micropiastre per 30 minuti a 37° C. 7) Prima della fine della prima incubazione, preparare la soluzione di coniugato (R7) da diluire a 1/40: diluire 25 µl di R7a (di colore blu) in 1 ml di R7b (di colore rosso) (volume per una strip) (cfr. al capitolo 6.2). Mescolare. 8) Al termine della prima incubazione, staccare la pellicola adesiva, aspirare il contenuto di tutti i pozzetti in un contenitore per rifiuti contaminati (contenente ipoclorito di sodio) ed eseguire 3 lavaggi. Asciugare la piastra capovolgendola su un foglio di carta assorbente. 9) Distribuire 100 µl della soluzione di coniugato (R7) in tutti i pozzetti. Agitare questa soluzione prima dell'uso. 10) Ricoprire la micropiastra con un film autoadesivo nuovo esercitando una pressione omogenea su tutta la superficie per assicurare una buona copertura. Successivamente, incubare la micropiastra in bagnomaria regolato con termostato o in un incubatore a secco per micropiastre per 30 minuti a 37° C. 64 11) Al termine della seconda incubazione, staccare la pellicola adesiva, aspirare il contenuto di tutti i pozzetti in un contenitore per rifiuti contaminati ed eseguire 4 lavaggi. Asciugare la piastra capovolgendola su un foglio di carta assorbente. 12) Preparare la soluzione di rivelazione enzimatica (R9 diluita 1/50 in R8) (cfr. capitolo 6.2). Distribuirne rapidamente 200 µl in tutti i pozzetti. Lasciare che la reazione si sviluppi al buio per 30 ± 5 minuti a temperatura ambiente (+18-30°C). Durante questa incubazione, non utilizzare alcun film autoadesivo. 13) Aggiungere 100 µl di soluzione bloccante (R10) in ciascun pozzetto. Adottare la stessa sequenza e lo stesso ritmo di distribuzione utilizzati per la soluzione di rivelazione. 14) Asciugare accuratamente la parte inferiore delle piastre. Leggere su di un lettore di micropiastre la densità ottica a 450/620 nm entro i 30 minuti successivi all’arresto della reazione (le strip devono essere sempre conservate al riparo dalla luce prima della lettura). 15) Verificare, prima della trascrizione dei risultati, la concordanza tra la lettura spettrofotometrica e quella visiva rispetto al piano di distribuzione dei campioni e al piano di identificazione. 7- CALCOLO ED INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI 7.1 – CONTROLLO DI QUALITÀ Per ogni serie analitica utilizzare tutti i controlli. Per validare il test, è necessario che le seguenti specifiche siano rispettate: • Valore delle densità ottiche: - OD R4 ≥ 0,500 - OD R4 ≤ 1,100 • Rapporti : - OD R3 / media delle OD R4 ≤ 0,250 - OD R5 / media delle OD R4 ≥ 1,500 Qualora tali specifiche non siano rispettate, ripetere il test. 7.2 – CALCOLO DEL VALORE-CUT-OFF (COV) COV= media delle OD R4 Il valore Cutt-Off è uguale alla media delle assorbenze (OD) dei pozzetti contenenti il controllo Cutt-Off R4. Un eventuale valore aberrante, ad esempio: OD R4 ≤ 0,500 o OD R4 ≥ 1,100, non dovrà essere utilizzato. 7.3 – CALCOLO DEL RAPPORTO DEI CAMPIONI Rapporto campione = OD del campione / COV (media delle DO R4) 65 7.4 – INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI Adulti Rapporto Bambini Rapporto Risultato > 1,10 ≥ 0,90 Positivo Presenza di anticorpi ad un livello significativo compatibile con un'infezione da H. pylori. Dubbio Livello di anticorpi non significativo. In caso di presunta infezione recente, è preferibile eseguire un 2° prelievo a distanza di 2 o 3 settimane. I 2 sieri dovranno essere testati nel corso di una stessa seduta analitica. Negativo Assenza di argomentazioni immunologiche a favore di un'infezione da H. pylori. In caso di presunzione di infezione recente, è preferibile eseguire un 2° prelievo a distanza di 2 o 3 settimane. I 2 sieri dovranno essere testati nel corso di una stessa seduta analitica. ≤ 1,10 ≥ 0,90 < 0,90 < 0,90 ≥ 0,80 < 0,80 Interpretazione Allo scopo di ottenere le migliori condizioni di sensibilità, si consiglia di adottare nei bambini una soglia di positività inferiore. 7.5 – CAUSE DI ERRORE Test non valicati o non riproducibili sono spesso correlati alle seguenti cause: • Lavaggio insufficiente delle micropiastre • Contaminazione dei campioni negativi da parte di un siero con un titolo elevato di anticorpi. • Contaminazione della soluzione di rivelazione da parte di agenti chimici ossidanti (candeggina, ioni metallici…) • Contaminazione della soluzione di arresto. 8- LIMITI DEL TEST RISULTATO NEGATIVO : indica assenza di infezione; tuttavia nella fase precoce di un'infezione, il titolo di anticorpi può risultare inferiore al valore soglia del test e produrre un risultato negativo. In caso di sospetto di infezione recente, si raccomanda di eseguire un secondo prelievo a distanza di due o tre settimane e di analizzare i due campioni nel corso della stessa seduta analitica. Un aumento del livello delle IgG specifiche può in tal caso essere segno di infezione. Se il test su questi campioni non porta ad alcuna conclusione, prelevare un ulteriore campione e testarlo di nuovo con i campioni precedenti. 66 RISULTATO POSITIVO : questo test non consente di distinguere un'infezione precedente da un'infezione attiva, il risultato va interpretato in funzione del contesto clinico. Qualora un insieme di dati clinici e biologici permettano di diagnosticare un'infezione recente, il risultato di questo test da solo non costituisce una prova sufficiente alla diagnosi di un'infezione recente. Non vi sono correlazioni tra il titolo di anticorpi espresso in percentuale e la gravità delle manifestazioni cliniche. 9- PRESTAZIONI 9.1 – SENSIBILITÀ - SPECIFICITÀ Test clinici, utilizzando il test Platelia ™ H. Pilori, sono stati eseguiti su 2 popolazioni di sieri provenienti da pazienti dispeptici. Per ogni paziente, parallelamente al prelievo ematico, è stata eseguita una biopsia. Sensibilità e specificità del test sono state calcolate prendendo come riferimento il risultato dell'analisi microbiologica e istologica della biopsia: la presenza del microrganismo in coltura e/o in anatomopatologia e/o il test dell'ureasi positivo indicano che il paziente è positivo, qualora dette 3 analisi risultino negative, il paziente è negativo. Risultati POPOLAZIONE ADULTA (età 44 ± 15 ans) POLAZIONE INFANTILE (età 9 ± 4,7ans) Numero di sieri 92 (31Hp-; 61 Hp+) 160 (106 Hp-; 54 Hp+) Sensibilità 100,0 % (61/61) 98,1 % (51/52) Specificità 90,0 % (27/30) 89,3 % (92/103) VPP 95,3 % (61/64) 82,2 % (51/62) VPN 100,0 % (27/27) 98,9 % (92/93) Risultati intermedi 1,1 % (1/92) 3,1 % (5/160) 9.2 - PRECISIONE Studio di ripetibilità (intra-dosaggio) Sono stati testati 8 sieri in 10 replicati : 4 sieri positivi (P1, P2, P3 e il siero di controllo positivo del kit -R5) e 4 sieri negativi (N1, N2, N3 e il siero di controllo negativo del kit -R3). 67 SIERI MEDIA DEI RAPPORTI CV P1 P2 P3 R5 1,42 2,47 1,91 2,03 4,0 % 4,4 % 5,2 % 3,9 % N1 N2 N3 R3 0,43 0,15 0,21 0,08 3,3 % 3,8 % 3,7 % 9,7 % Studio di riproducibilità (inter-dosaggio) Sono stati testati in 5 serie distinte eseguite in giorni diversi 4 sieri positivi (P1, P2, P3 e il siero di controllo positivo del kit- R5) e 8 sieri negativi (N1, N2, N3, N4, N5, N6, N7 e il siero di controllo negativo del kit -R3). SIERI MEDIA DEI RAPPORTI DS CV P1 P2 P3 R5 2,64 2,00 2,38 2,16 0,161 0,067 0,074 0,097 6,1 % 3,4 % 3,1 % 4,5 % N1 N2 N3 N4 N5 N6 N7 R3 0,10 0,21 0,39 0,10 0,05 0,13 0,12 0,08 0,004 0,004 0,012 0,005 0,004 0,008 0,004 0,004 3,6 % 1,8 % 3,1 % 5,2 % 7,6 % 6,3 % 3,6 % 5,2 % 9.3 – REATTIVITÀ CROCIATA L'antigene impiegato nel kit proviene da un ceppo privo di struttura flagellare (5) al fine di evitare le possibili reazioni crociate con altri microrganismi flagellati (ad esempio il Campylobacter jejuni). 68 10- CONTROLLO DI QUALITA DEL PRODUTTORE Tutti i prodotti fabbricati e commercializzati dalla società Bio-Rad sono sottoposti ad un sistema di assicurazione di qualità dal ricevimento delle materie prime fino alla commercializzazione dei prodotti finiti. Ciascun lotto di prodotto finito è soggetto a un controllo di qualità e viene messo in commercio soltanto se risulta conforme ai criteri di approvazione. La documentazione relativa alla produzione e al controllo di ciascun lotto è conservata presso il produttore. 11- BIBLIOGRAFIA 1. Blaser M.J., 1992. Hypothesis on the pathogenesis and natural history of Helicobacter pylori-induced inflammation. Gastroenterology, 102 : 720-727. 2. Vincent P., 1993. Epidémiologie de l’infection à Helicobacter pylori. La Lettre de l’infectiologue : VIII, 184-189. 3. De Korwin JD. Les pathologies associées à l'infection par Helicobacter pylori. Ann. Inst. Pasteur/actualités, 1995, 2 : 192-198 4. Patchett S., Beattle S., Leen C., Keane C., O’Morain C. , 1992. Helicobacter and duodenal ulcer recurrence. Am. J. Gastr., 87 :1-7. 5. Widmer M., de Korwin JD, Aucher P., Thiberge J.M., Labigne A., Fauchère JL, 1996. Performances of native and recombinant antigens for Helicobacter pylori serology. Gut, suppl.2, 39, A117. 6. Lee A., Logan S.M., Trust T.J., 1987. Demonstration of flagellar antigen shared by a diverse group of spiral shaped Bacteria that colonize intestinal mucus. Inf. Immun. 55 : 828-831. 7. Newell D.G., 1987. Identification of the outer membrane proteins of C. pyloridis and antigenic cross-reactivity between C. pyloridis and C. jejuni. J. Gen. Microbiol., 133 : 163-170. 8. Warren JR & Marshall BJ ,1983. Unidentified curved Bacilli on gastric epithelium in active gastritis. Lancet, i : 1273-1275 69 70 71 Bio-Rad 3, boulevard Raymond Poincaré 92430 Marnes-la-Coquette France Tel. : +33 (0) 1 47 95 60 00 Fax.: +33 (0) 1 47 41 91 33 04/2009 code: 881049