TUTTO COMINCIA DALLA FAMIGLIA Molti genitori fanno importanti scoperte durante l’anno di catechismo: si fanno carico del loro compito di genitori-educatori, vedono con occhi nuovi la comunità parrocchiale, diventano collaboratori del catechista. Spesso iniziano nuove relazioni nel quartiere e nuove amicizie. Il coinvolgimento dei genitori ■ Grazie al catechismo del loro figlio, i genitori ritrovano spesso una Chiesa ben diversa da quella che avevano conosciuto. Alcuni riscoprono la preghiera durante una celebrazione con i figli e altri si aprono a domande sulla fede che non si ponevano più da molto tempo. ■ La catechesi d’altra parte non sarebbe efficace se si rivolgesse solo ai ragazzi. Né la vivranno al di fuori del perimetro parrocchiale, se tutto si esaurisce all’interno del gruppo catechistico. ■ Ma ci sono catechisti che trovano difficoltà a rapportarsi con i genitori. Qualcuno dice: «Non mi sento preparato...»; oppure: «I genitori non ascoltano uomini e donne come noi, ascoltano solo il prete...». Altri ancora si lamentano: «Su cento genitori, rispondono al massimo una decina». Il tema del mese UMBERTO DE VANNA Genitori & catechesi La famiglia nel cammino della iniziazione cristiana Genitori & catechesi UMBERTO DE VANNA Un dialogo da costruire La disponibilità del parroco e dei catechisti nei confronti dei genitori si manifesta nel tempo dedicato ad ascoltarli (più che a farsi ascoltare), nell’intessere con loro rapporti di accoglienza e di complicità. Una normalità sempre più difficile Cercasi famiglia stabile e normale, dove i ragazzi possano crescere nel modo giusto; una casa in cui l’affetto e l’accoglienza reciproca ci siano davvero. ■ I nostri ragazzi vivono oggi una normalità difficile, con papà e mamma presi dal lavoro e dalle cose da fare. Una famiglia disorientata dai cambiamenti sociali, stressata dai problemi economici e dalla difficoltà di garantire a sé e ai propri figli un futuro sicuro. Genitori sempre in bilico tra i valori tradizionali e le suggestioni di una nuova sensibilità culturale, che investe tutto, compreso il loro rapporto di coppia. ■ Genitori che rispondono a queste difficoltà senza trovare punti di riferimento, mettendosi però in corsa, partecipando a tutto, cercando di dare ai figli tutto ciò che possono per farli sentire sicuri e garantiti. E quasi sempre con un atteggiamento di difesa nei confronti di una società ostile da cui ci si deve difendere. ■ Esperienze famigliari di taglio profondamente diverso. Mamma e papà che hanno idee educative divergenti e un diverso livello di fede. Ragazzi coinvolti dalla separazione dei genitori, altri che di fronte alle liti famigliari sono presi dal senso d’insicurezza: «Divorzieranno anche loro?». ■ Costruire rapporti di amicizia Tra la parrocchia (parroco e catechisti) e i genitori dei ragazzi a catechismo si verificano sovente delle tensioni, causate per lo più dal fatto ■ Dossier Catechista Occorre spendere molto tempo nei rapporti personali, a tu per tu con le mamme e con i papà. che i genitori fanno richiesta dei sacramenti per il figlio, ma non vogliono effettivamente essere coinvolti. In queste occasioni essi pensano che quanto viene loro chiesto è sempre qualcosa di arbitrario da parte della Chiesa, considerata intollerante e troppo esigente, mentre essi chiedono soltanto che ai figli vengano amministrate la prima Comunione o la Cresima. ■ Non si può quindi pretendere che i genitori accettino subito con entusiasmo le varie proposte di un maggior coinvolgimento. ■ Cominciamo, per esempio, a evitare i litigi sul vestito, sulla festa e sui regali. Evitiamo di colpevolizzarli o di cadere nella tentazione di sottili ricatti: «Senza la vostra partecipazione non daremo a vostro figlio la prima Comunione...». ■ Dobbiamo metterci al servizio dei genitori perché svolgano il loro ruolo primario di educatori nella fede dei figli, in modo da ripristinare la trasmissione della fede nella famiglia, aiutarli a riaccendere la vita cristiana nella loro casa. ■ Chiedendo il Battesimo per il loro figlio, i genitori si sono impegnati a educarlo cristianamente. A suo tempo lo iscrivono al catechismo e collaborano con il suo catechista, che non deve sostituirsi a loro. Questa è la norma. In realtà, molti 24 Febbraio 2011 genitori demandano quasi interamente ai catechisti la responsabilità dell’educazione religiosa dei loro figli. Che cosa fare con e per i genitori Al momento dell’iscrizione, il catechista conosce i genitori. Molti di loro hanno un’idea vaga della Chiesa e non sanno bene a che cosa si impegnano iscrivendo il figlio al catechismo, né quale sia il loro compito. Il primo contatto del catechista con i genitori è importantissimo: permette di conoscere le loro richieste e le loro attese, e ai catechisti di presentare il loro programma e spiegare loro come dovrebbero lasciarsi coinvolgere. ■ Si tenga conto di chi chiede l’iscrizione del ragazzo al catechismo: il padre? la madre? i nonni? Un fratello? il ragazzo stesso? Si conoscerà meglio la situazione familiare di un ragazzo. ■ È anche essenziale conoscere i motivi della richiesta. In genere, mentre la motivazione dei cristiani praticanti tende a essere piuttosto valida, quella dei cristiani occasionali, o che si sentono ai margini della Chiesa, è piuttosto debole e spesso anche ambigua. Una domanda sempre più frequente è: «Noi non siamo sposati in chiesa: nostro figlio può venire a catechismo?». A costoro si risponde che a loro si chiede semplicemente lo stesso impegno degli altri genitori. ■ Alcuni genitori pensano al catechismo come a un tempo di socializzazione per un ragazzo difficile o asociale, un luogo in cui gli si insegnerà a comportarsi bene. ■ Genitori immigrati o di religione non cristiana se vogliono iscrivere i loro figli al catechismo lo fanno per motivi di integrazione, perché pensano che sia il modo di acquisire gli elementi culturali dominanti nella nazione. Allora bisogna far capire che la catechesi non è un corso di socializzazione o di cultura generale, ma è un momento ■ «Insostituibile è la partecipazione attiva dei genitori nella preparazione dei figli ai sacramenti della iniziazione cristiana. In tal modo, non solo i figli vengono adeguatamente introdotti nella vita ecclesiale, ma tutta la famiglia vi partecipa e cresce: i genitori stessi, annunciando ascoltano, insegnando imparano» (Cei, Il rinnovamento della catechesi, n. 152). Dossier Catechista L’autenticità e la sincerità con cui i catechisti avvicinano i genitori personalmente può diventare l’arma vincente della catechesi. in cui si impara a conoscere Gesù Cristo. Senza spegnere il «lumicino», che potrebbe avvicinare anche loro al Vangelo. Più concretamente ■ Il primo contatto con i genitori permette anche di precisare alcune esigenze organizzative. Per esempio, l’importanza della presenza regolare dei ragazzi: la parrocchia è giuridicamente responsabile dei ragazzi che vanno al catechismo: come per la scuola, è necessario avvertire in caso di assenza. ■ Il catechista invita i genitori alla riunione iniziale e può già parlare delle varie riunioni che si terranno per loro nel corso dell’anno. Ascolti con grande attenzione qualunque domanda gli venga fatta. ■ Il catechista può chiedere ai genitori se sono disponibili a dare un aiuto preciso. Per esempio: «Potreste aiutarci a costruire dei pannelli per le celebrazioni o a preparare il presepio a Natale?». «Potreste prendere qualche foto nella riunione d’inizio?». «Qualcuno è in grado di filmare la scenetta che faremo per la giornata missionaria?». ■ Ma che cosa organizzare concretamente per loro quanto alla catechesi? Si proponga ai genitori un impegno che partendo da un minimo di alcuni incontri informali, diventi progressivamente più consistente, fino allo sviluppo di un programma organico di lavoro che viaggi in parallelo con il cammino che fanno i loro figli. A meno che non si adotti il cammino catecumenale, per il quale il coinvolgimento puntuale dei genitori è parallelo al cammino catechistico del figlio. 25 Febbraio 2011 Genitori & catechesi Quale catechesi in famiglia I catechisti aiutano i genitori a essere «generatori di fede per i loro figli». Il Concilio Vaticano II definisce i genitori «i primi maestri della fede» (Lumen gentium, 11). La fede si respira con l’aria di casa I genitori dei ragazzi che chiedono i sacramenti dell’iniziazione cristiana sono coppie giovani e potrebbero diventare disponibili a prendere sul serio l’impegno di accompagnare i figli nella vita cristiana. ■ Per aiutarli a riconquistare il proprio ruolo, bisogna creare le occasioni perché riaprano il discorso sulla fede, per poterla poi raccontare ai figli in famiglia. Bisogna incoraggiarli a dare l’esempio del pregare, a farlo insieme ai loro figli, a riprendere un minimo di partecipazione alla vita cristiana in parrocchia. ■ Dal momento che la catechesi non è soltanto comunicazione di un sapere teorico, ma comunicazione di una vita, nessuno meglio dei genitori può avere accesso alla chiave del cuore dei loro figli, soprattutto quando sono ancora bambini e ragazzi. ■ La fede si respira con l’aria di casa, si mangia con il pane domestico, si impara ad amare nell’affetto dei genitori. Fino a quando l’ambiente di famiglia ■ La fede nasce dall’ascolto di qualcuno che racconta chi è Gesù e che cosa può rappresentare per noi. Dossier Catechista è stato permeato dai valori cristiani, per generazioni e generazioni non c’è stato bisogno di tanta catechesi. Bastavano le brevi domande e risposte del piccolo catechismo. Oggi bisogna ricostruire le radici della fede in famiglia, così come essa offre (quando le offre) radici umane, affettive e sociali. ■ In questo momento storico si sente molto l’esigenza di passare, soprattutto con i più piccoli, da una catechesi gestita da «esperti» a una catechesi sviluppata dalla famiglia stessa. Come coinvolgerli positivamente Premessa a ogni altra iniziativa è la conoscenza delle famiglie. Ciò comporta una grande attenzione e sensibilità all’incontro e al dialogo. Come dicevamo (alle pp. 24-25), momento tradizionale per il primo incontro è il colloquio che precede l’iscrizione al catechismo dei figli. Il primo approccio rischia a volte di diventare agli occhi dei genitori come qualcosa di «burocratico». ■ Si parla tanto di accoglienza, ma spesso questa non è seguita da scelte coerenti. Accogliere significa rispettare ed essere aperti a ogni famiglia, qualunque sia la sua situazione umana e sociale. Accogliere significa: ● essere disponibili all’ascolto attento, partecipe, positivo; ● essere affabili, cordiali, benevolenti; ● venire incontro alle legittime esigenze della famiglia; ● curare sempre il luogo e gli orari degli incontri; ● evitare toni di requisitoria, di ricatto; offrire, non imporre; ● essere attenti alle persone e alle famiglie, concretamente, così come sono; ● prendere in considerazione il diverso vissuto di fede che caratterizza ciascuno, per riconoscere i possibili punti di partenza per un ■ Febbraio 2011 percorso di approfondimento e di ricupero alla fede e alla vita ecclesiale; ● essere persone semplici e vere nel comunicare con loro. Come rapportarsi con i genitori ■ È necessario partire dalla vita delle persone e dai loro ruoli: al centro ci sono mamma e papà con i loro progetti, le loro speranze e paure, il loro ruolo di genitori sperimentato a volte come difficile e faticoso. Partire I genitori sono adulti e come tali devono essere trattati. L’adulto è in grado di dirigersi da solo e vuole farlo. Sono loro i protagonisti dei percorsi che li riguardano, anche nella determinazione delle modalità e dei contenuti del cammino. È necessario che impariamo a «lasciare spazio». Questo non significa che siano loro a decidere autonomamente i contenuti del percorso, ma comporta che il parroco e i catechisti motivino le proposte che fanno, ne spieghino le ragioni, prendano in considerazione le proposte alternative, per giungere a un progetto di formazione che sia condiviso e non percepito come imposto. ■ Catechesi in famiglia. Al di là dei testi e dei sussidi, è il clima vissuto che trasmette i valori e la fede. Ci vuole molta disponibilità, tempo, pazienza. Non basta parlare a tutti in un’assemblea generale o dare avvisi dal pulpito. I genitori non coglierebbero queste parole e questi inviti. dalla situazione e dai problemi educativi della famiglia non è un ripiego. Per fare catechesi è indispensabile calarsi nella situazione personale e sociale di chi incontriamo. ■ La cura delle motivazioni è un criterio di fondamentale importanza. L’adulto ha bisogno di percepire l’utilità di ciò che sta facendo. Se la partecipazione ai percorsi proposti dalle parrocchie ai genitori è contrassegnata da motivazioni povere, bisogna rendere più evidente il valore di ogni incontro e iniziativa. Sinteticamente, possiamo parlare di: Catechesi con la famiglia: quella che viene rivolta anche ai genitori in occasione dei sacramenti dei figli. Catechesi nella famiglia: quella che avviene nell’ambiente domestico, «luogo favorevole» per il germogliare e il crescere della fede. Catechesi della famiglia: è l’assunzione in proprio della responsabilità di esercitare il magistero della Parola e della vita da parte dei genitori nei confronti dei figli. Dossier Catechista Come farsi conoscere Nella riunione di apertura dell’anno catechistico i genitori siano informati sul modo in cui si svolgerà la catechesi. L’animatore (sacerdote o catechista) presenterà i mezzi utilizzati, gli itinerari, i libri, il proprio metodo, ecc. Indicherà il ruolo che i genitori possono svolgere nella formazione cristiana dei figli. Soprattutto, risponderà alle domande pratiche che faranno. E darà il calendario delle celebrazioni, delle grandi feste e delle riunioni che si terranno durante l’anno. ■ Se i gruppi di catechismo sono già stati costituiti, ogni catechista comunica ai genitori dei ragazzi del suo gruppo i propri dati personali (nome, indirizzo, telefono), così i genitori potranno raggiungerla/o direttamente per avvertirla/o in caso di assenza da parte del figlio (anziché lasciare un messaggio in parrocchia). Prenderà inoltre i dati personali dei ragazzi del suo gruppo. ■ 27 Febbraio 2011 Genitori & catechesi Le riunioni dei genitori I catechisti incontrano i genitori per far capire l’importanza del catechismo. In genere i genitori e i catechisti sono felici di incontrarsi. L’importante è superare l’imbarazzo reciproco dei primi incontri. Le riunioni durante l’anno ■ L’ideale sarebbe che i genitori collaborassero ampiamente con il catechista, ma questo è difficile, soprattutto quando i genitori lavorano. Uno degli scogli più frequenti che si incontrano è proprio quello dell’orario di lavoro. Soprattutto quando riguarda entrambi. Per questo occorre da parte della parrocchia una grande elasticità negli orari, per renderli possibili. ■ Certo, alcuni genitori non si fanno vedere nemmeno al momento dell’iscrizione: mandano il nonno o un figlio più grande. È importante però almeno garantire alcuni momenti di incontro, per dare informazioni sul cammino dei ragazzi, sulle loro attività, sulle tappe successive. ■ Gli incontri con i genitori dovrebbero fare in modo che adulti e ragazzi percorrano insieme, ciascuno nel modo che gli è proprio, un cammino di fede, attraverso una vera esperienza personale. Devono partecipare a incontri che siano interessanti, coinvolgenti, piacevoli, stimolanti. ■ Per farli veramente partecipare è necessario che i catechisti facciano un passo indietro a favore dei genitori ed essi siano coinvolti nelle decisioni. È così che si promuovono le persone e le situazioni. Significa fare insieme cose che siano significative per tutti. ■ Non ci si dovrebbe accontentare di incontri sporadici e occasionali, ma sarebbe meglio offrire un progetto, serio e chiaro, senza rinunciare per principio alla possibilità di un percorso sistematico. È chiaro che si dovrà tenere conto della situazione di partenza, che potrà richiedere un tempo iniziale dedicato, per esempio, alla purificazione delle motivazioni, o al superamento di una fede puramente devozionale e immatura. ■ Gli itinerari per i genitori potranno opportunamente integrarsi con quelli per i figli. È sempre positivo realizzare momenti nei quali i genitori assumono su di sé la responsabilità di educatori Dossier Catechista nella fede dei figli e – non di rado – i figli stessi diventano «maestri» nella fede dei loro genitori. ■ L’attenzione alla famiglia dovrebbe puntare anche sulla valorizzazione delle cose belle e positive che già vivono. ■ Per quanto è possibile sarebbe bene che questo cammino incominciasse sin dal battesimo dei figli, per accompagnarli poi nella loro crescita sia con momenti straordinari che con percorsi ordinari e strutturati (cf la catechesi dei bambini da 3 a 6 anni). ■ I catechisti incoraggino i genitori a celebrare con i figli la Messa festiva il più sovente possibile. Li esortino a utilizzare i sussidi catechistici, a partecipare alle riunioni o ai ritiri dei 28 La donna, mamma o catechista, è determinante per accompagnare i ragazzi nella loro crescita. Febbraio 2011 ragazzi, durante i quali possono dare una mano nel trasporto, nella preparazione e organizzazione del pranzo, nell’animazione di un piccolo gruppo, nella preparazione materiale o artistica. LABORATORIO PER IL GRUPPO DEI CATECHISTI 1. Proviamo a progettare una serie di incontri con i genitori da tenere nel corso dell’anno, su temi precisi, con una metodologia di partecipazione, con aggancio al cammino dei ragazzi. Mettiamo giù il programma nei minimi dettagli... ✔ Come mobilitarsi per coinvolgerli? ✔ Ci sono delle attese nei genitori a cui dobbiamo rispondere? Quali? ✔ Ci sono attese dei catechisti e della parrocchia a cui dobbiamo rispondere? Quali? 2. Su quali famiglie potremmo contare per iniziare nuove esperienze di collaborazione tra il gruppo dei catechisti e i genitori? ✔ Come possiamo unire il nostro cammino e lavorare insieme? ✔ Quale sarà il nostro contributo? ✔ E quello delle famiglie nella catechesi, nella liturgia, nella carità? Utilità di questi incontri Le riunioni permettono ai genitori dei ragazzi: di conoscersi, di interessarsi degli altri ragazzi e dei loro genitori: per esempio incaricandosi a turno di accompagnare i ragazzi al catechismo o informando i vicini su una riunione a cui non hanno potuto partecipare; ● di sostenersi reciprocamente nel compito di educatori alla fede dei figli; di parlare anche di sé, della loro fede, delle difficoltà e gioia del credere; ● di prendere decisioni sul calendario degli incontri di catechesi, delle celebrazioni e delle gite comunitarie; ● Una riunione comune genitori-ragazzi-catechisti può servire ai ragazzi per presentare ai genitori quello che hanno fatto e li intervistano con domande preparate in precedenza; ● I genitori possono riflettere su un tema affrontato dai ragazzi per poterne poi riparlare in famiglia con i figli; ● Ci si riunisce per preparare un sacramento: si concorda su come seguire il testo del catechismo e gli altri sussidi; sulla data della celebrazione e sulla partecipazione dei genitori; si considera quale seguito dare all’amministrazione del sacramento (prima Comunione, Cresima). ■ ● Come invitare i genitori Le modalità di invito possono variare, ma saranno sempre calorose e precise. ● Per telefono: spesso più efficace e meno caro delle lettere spedite per posta, mette in rapporto diretto con i genitori. ● Gli incontri personali per strada, nei negozi, visita a casa, gite scolastiche...: sono i modi migliori per invitare i genitori; ma non escludono la convocazione scritta. ● Con una circolare: è recapitata per posta, o attraverso i vicini, i catechisti o i ragazzi Ma attenzione agli inviti non recapitati e ai genitori distratti che non amano leggere. ● Sul quaderno dei ragazzi, con una e-mail (per chi ne fa un uso regolare e sicuro), sul bollettino parrocchiale, ecc. ■ Dossier Catechista E con i genitori che non partecipano? ■ L’assenza dei genitori è un’esperienza scoraggiante per i catechisti, che desiderano una loro partecipazione più attiva. ■ Occorre capire quali sono i motivi: famiglie che faticano a far fronte a tutto, coppie disunite o non sposate, che si sentono in situazione «irregolare» di fronte alla Chiesa; stranieri di abitudini diverse; persone che non si sentono abbastanza «istruite» per parlare di fede; quelli che per la loro storia personale si sono allontanati dalla Chiesa... ■ Escogitare altri modi per incontrarli: telefonata o visita a domicilio per entrare in rapporto con quelli che non possono o non vogliono andare a una riunione in parrocchia; incontro a casa del catechista, intorno a un caffè, perché possano parlare anche quelli che non lo farebbero in un gruppo numeroso; pic-nic senza un tema di lavoro preciso, per incontrare quelli che non si sentono pronti a parlare di questioni di fede... ■ Se alcuni genitori hanno espresso il desiderio di una ricerca più approfondita nell’ambito della fede, vedere ciò che esiste già in parrocchia o in zona per la formazione degli adulti (gruppi biblici, gruppi di riflessione su temi teologici...), rispondendo con una proposta alla loro richiesta. 29 Febbraio 2011