Piano Regolatore per l’Illuminazione Comunale
Comune di Agnadello (CR)
(P.R.I.C.)
PIANO REGOLATORE DELLA ILLUMINAZIONE COMUNALE
COMUNE DI:
AGNADELLO (prov. Cremona)
PROGETTO
Indice
1) Scopo.
2) Ambito del progetto
3) Criteri progettuali
4) Caratteristiche tecniche degli apparecchi d’illuminazione.
5) Caratteristiche tecniche dell’impianto di alimentazione.
6) Impianti d’illuminazione in aree private.
7) Doveri del Comune.
8) Obblighi del Committente e dell’Impresa Installatrice.
9) Allegati.
- Tavola generale di progetto della nuova qualità dell’illuminazione.
- Tabella delle priorità d’intervento.
- Proposta indicativa dei nuovi centri luminosi.
- Simulazione di verifica illuminotecnica.
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Comune di Agnadello (CR)
1. SCOPO
Lo scopo del Piano Regolatore dell' Illuminazione Comunale (P.R.I.C.), è quello di
coordinare gli interventi relativi allo sviluppo degli impianti d’illuminazione sia pubblica che
privata sull’intero territorio comunale, evitando interventi a spot, poco significativi.
All’interno del comune di Agnadello, come si rileva dall’analisi preliminare, si evince
una situazione esistente caratterizzata da interventi progressivi, risultato di realizzazioni isolate
succedutesi nel tempo, dovute alle esigenze del momento e/o richieste dei cittadini residenti, e
sicuramente dettate dal contenimento della spesa pubblica.
Uno dei doveri dell’Amministrazione Comunale è di realizzare l’illuminazione delle aree
pubbliche del proprio territorio, applicando criteri tecnico-economici, considerando il
miglioramento delle condizioni di sicurezza, da qui si evince che il P.R.I.C. diviene uno
strumento necessario all’Amministrazione per predisporre gli interventi sui nuovi impianti ed il
rifacimento e/o l’adeguamento di quelli esistenti, secondo criteri di economicità, in
considerazione della riduzione dell’impatto dovuto alla presenza dei centri luminosi e soprattutto
della qualità e della quantità della luce distribuita, é quindi importante applicare la logica del:
“Impianto più vantaggiosamente economico”.
Il P.R.I.C., ha lo scopo di indicare le metodologie illuminotecniche dettate da leggi e
normative in materia di lotta all’inquinamento luminoso e risparmio energetico, collegate agli
interventi urbanistici, realizzati dai privati nella valorizzazione delle proprie attività sul territorio
( principalmente si fa riferimento ad interventi di tipo commerciale, artigianale, sportivo ecc.),
che possano modificare le condizioni dell’illuminazione in prossimità delle aree pubbliche di
accesso.
Il P.R.I.C. deve interfacciarsi con gli altri strumenti urbanistici, quali il Piano Urbano del
Traffico (P.U.T.) ed il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.), di cui diviene parte integrante;
infatti, contiene linee guida volte a fornire la soluzione migliore per ogni ambiente, mettendo in
risalto i principali particolari dei luoghi (aree sportive, centri di aggregazione, luoghi di culto,
edifici a valenza architettonica e storica, aree commerciali, ecc.), creando ambienti gradevoli,
che favoriscano la sicurezza dei cittadini, che siano privi di elementi di disturbo dovuto ad
abbagliamento e quindi il cittadino possa vivere gli spazi pubblici godendo anche gli elementi di
arredo presenti.
Quanto sopra indicato, è realizzabile mediante l’analisi del territorio, nella verifica
storico-urbanistica, l’analisi di situazioni particolari dovute a criticità ed all’analisi di condizioni
di pericolosità (verifica della quantità e gravità degli incidenti stradali), verifica della posizione
in cui sono ubicati gli attraversamenti pedonali in relazione alla protezione dei pedoni ( presenza
o meno di impianti semaforici ), degli incroci principali, degli ingressi delle aree scolastiche,
delle fermate dei mezzi pubblici, delle vie con presenza di attività commerciali, ecc., non ultima
l’analisi delle esigenze funzionali in relazione alle soluzioni ambientali, alla luce della
predisposizione del Piano Urbano del Traffico con conseguente classificazione delle strade
principali, secondarie e di quartiere, come previsto dal Nuovo Codice della Strada edizione 1992
agli artt. 13 e 36 e successive modificazioni.
Le indicazioni, oggetto di particolare valutazione, elencate nel presente documento,
servono a fornire ampie indicazioni, per la stesura dei progetti preliminari, definitivi ed esecutivi,
consentendo innumerevoli scelte da parte dei progettisti dei nuovi impianti che di volta in volta
l’Amministrazione Comunale andrà ad ordinare ed approvare in relazione alle disponibilità di
bilancio.
Le indicazioni di cui sopra sono valutate in relazione a: attuale sistema viario, tipologie
delle edificazioni poste su fronte strada, caratteristiche funzionali delle varie zone del Comune,
oltre alle condizioni tecniche dei vari elementi dell’impianto ed alle loro caratteristiche tecnicoeconomiche.
Si ritiene a questo punto che il P.R.I.C. tenga in considerazione le varianti urbanistiche e
viabilistiche che potranno verificarsi, e quindi modificare le condizioni attuali, pertanto é
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opportuno che lo stesso venga sottoposto periodicamente, o quanto meno in occasione di
integrazioni significative, quali (realizzazione di nuove lottizzazioni e/o piani di recupero di
notevoli dimensioni, sia di tipo residenziale che commerciale, ecc.) ad opportuno aggiornamento,
risulta quindi evidente che il Piano non deve rappresentare la rigorosa applicazione delle Norme
Tecniche, ma dovrà essere considerato parte integrante degli strumenti urbanistici, come già
indicato.
Le aree in cui è accentuato l’incontro tra i cittadini, e quindi si cerca di favorire
l’aggregazione e la socializzazione, rivestono sotto l’aspetto dell’illuminazione una particolare
considerazione, pertanto la riqualificazione dell’arredo urbano, la corretta e costante
manutenzione delle aree verdi, la realizzazione di nuovi parchi e giardini, devono vedere lo
studio dell’illuminazione quale parte integrante del progetto complessivo al fine di realizzare un
ambiente in cui il cittadino possa trovarsi a proprio agio, e non sia frastornato da condizioni
particolari dovute ad abbagliamento, tonalità di luce sgradevole soprattutto a causa di un non
corretto colore della luce, che tenda a modificare i colori sia della pelle che degli abiti indossati.
E’ altrettanto necessario, considerare quanto evidenziato sopra, anche all’interno delle
aree edificate, sia residenziali che commerciali, al fine di realizzare una condizione piacevole che
permetta di percepire in modo corretto quanto si ritenga opportuno rendere visibile, permettendo
a chi passeggia nelle ore serali di sentirsi sicuro.
I rilievi effettuati, hanno evidenziato che il territorio è divisibile in aree omogenee in
funzione delle tipologie edificatorie, pertanto sono stati individuati per ciascuna area le principali
caratteristiche degli impianti da realizzare, tenendo in particolare considerazione le zone in cui
sorgono edifici storici o comunque significativi per la comunità.
La classificazione delle strade e delle aree di aggregazione del Comune, porta alla
seguente suddivisione:
1) Strade urbane a prevalente traffico motorizzato, le cui normative di riferimento
prevedono, un valore minimo di luminanza media mantenuta sulla carreggiata
variabile da 1 a 2 cd/mq (candele per metro quadrato), in funzione dell’importanza e
del carico veicolare delle stesse;
2) Strade secondarie (residenziali o di quartiere), come dalla suddivisione evidenziata
nella tabella allegata, in cui il valore minimo previsto non deve essere inferiore a 0,5
cd/mq.
3) Aree verdi e/o di aggregazione, per queste superfici non si considera la luminanza ma
l’illuminamento, che deve garantire una gradevole vivibilità, indicativamente con
valori tra 10 e 40 lux.
Nella stesura del presente piano sono state considerate le Norme tecniche vigenti:
UNI, CEI, D.Lgs.285/92 (nuovo Codice della Strada), linee guida della Regione
Lombardia; sono state considerate le raccomandazioni CIE, le indicazioni delle Guide “AIDI
ed ENEL- FEDERELETTRICA”;
Di seguito si elencano le Leggi e le Normative di riferimento:
LEGGI : D.Lgs.285/92 e successivi modificazioni, DPR 495/92 regolam. di attuaz., D.Lgs.
360/93, Piano Urbano del Traffico (PUT), DPR 103/96 Barriere architettoniche, legge 10 /91
Provved. Risparmio energetico, Legge Regionale Lombardia n° 17/2000 e n° 38/2004 in materia
di lotta all’inquinamento luminoso e risparmio energetico; Delibera Giunta Regionale n° 7/2611
dell’11/12/2000; linee guida del Direttore Generale della Regione Lombardia (applicazione delle
leggi 17/2000 e 38/2004) D.d.g. 3 agosto 2007 – n° 8950, Delibera della Giunta Regionale n°
7/6162 del 20/09/2001.
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NORME: CEI 7/6 (costruzioni in acciaio per impianti elettrici) CEI 34 (apparecchi di
illuminazione.), CEI 64-8 (Imp. Elettrici) (Imp. I11uminazione esterna), UNI 11248
(illuminazione stradale), UNI 10819 (Inquinamento luminoso del cielo), UNI-EN 40 (sostegni
Pubblica Illuminazione).
In funzione della classificazione delle strade, e dai rilievi eseguiti sul territorio, rilevata la
larghezza delle strade, l’ubicazione delle aree verdi ed il colore del manto stradale, la
colorazione degli edifici, si individuano i principali parametri per la stesura dei progetti
esecutivi: interdistanza, altezza e potenza e tipologia dei centri luminosi, in modo da ottenere il
rispetto dei valori illuminotecnici ed ambientali precedentemente considerati.
In considerazione della crescente necessità di miglioramento della sicurezza dei cittadini,
in relazione alla possibile installazione futura di apparati di videosorveglianza, devono essere
considerati anche i valori di illuminamento necessari ad una corretta rilevazione dei dati da parte
degli apparati stessi.
A supporto di quanto sopra indicato, nella fase di progettazione definitiva degli impianti,
è necessario il supporto delle strutture di riferimento dell’intera Amministrazione Comunale, allo
scopo di raggiungere i migliori risultati e quindi esaudire le aspettative dei cittadini.
Le simulazioni effettuate per verificare i rendimenti e quindi la qualità degli apparecchi
proposti, e la correttezza delle interdistanze di posizionamento, sono state eseguite con l’ausilio
di programmi di verifica dei parametri illuminotecnici.
2. AMBITO DEL PROGETTO
1) - Considerazioni sul territorio.
Il comune di Agnadello, comune della provincia di Cremona, con una popolazione di
circa 3.600 abitanti, ha un’estensione territoriale di circa 12,5 Km², è ubicato nella pianura
padana ad un'altitudine di circa 98 m sul livello del mare.
I confini geografici sono: a Nord con il comune di Arzago d'Adda provincia di (BG), a
Sud con Pandino, ad Est con Vailate, Torlino Vimercati e Palazzo Pignano, a Ovest con Rivolta
d'Adda, comuni della provincia di Cremona.
Il centro abitato è circondato da vaste superfici allo stato naturale in cui si svolge attività
agricola, in quanto per la sua posizione geografica è attraversato da numerosi corsi d’acqua tra
cui il fiume Tormo, del cui parco il comune stesso fa parte.
La presenza dei numerosi corsi d’acqua presenti, utilizzati ad uso irrigo, legata alla
posizione geografica che lo vede all’interno della pianura padana, con scarsa presenza di venti
dominanti, determina soprattutto nei periodi autunnali, invernali e primaverili la presenza di
nebbia anche di forte intensità, elemento questo di primaria importanza agli effetti della
sicurezza dei cittadini, pedoni ed automobilisti, nell’analisi e nelle valutazioni da effettuarsi nella
stesura del P.R.I.C.
2) - Considerazioni sulle evidenze impiantistiche.
In considerazione di quanto sopra indicato e dai rilievi effettuati sul territorio, si
propongono all’Amministrazione Comunale di Agnadello, una prima serie di interventi, ritenuti
prioritari, in particolare nelle seguenti vie in cui si riscontra un livello d’illuminamento
insufficiente: Via Padre Marcellino, Via Orefici, Via Roma, Via Dante, Via Treviglio, Via della
Vittoria e Via Garibaldi nel capoluogo; Cascina Paradiso e Cascina S.Antonio per quanto
riguarda il nucleo storico del comune.
Si consiglia, la sostituzione degli apparecchi a sospensione su braccio e/o tesata, sia in
vetro che in alluminio privi della coppa di chiusura (apparecchi con ben oltre 40 anni di
funzionamento), ormai inadeguati alle esigenze ed alle norme tecniche di illuminazione stradale,
ed alle norme di sicurezza.
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La sostituzione degli apparecchi di cui sopra dovrà prevedere l’impiego di corpi
illuminanti ad alto rendimento luminoso, con impiego di lampade a vapori di sodio ad alta
pressione con buona resa luminosa e lunga durata Ra = 25 e Temperatura di colore TC = 2000K,
in alternativa, ove necessario resa cromatica migliorata Ra=65 e Temperatura di colore TC non
inferiore a 2500K in caso di dominanza del colore rosso (con eventuale utilizzo di lampade a
vapori di sodio ad alta pressione e ad alta resa cromatica Ra> 80 e temperatura di colore
Tc=2500÷2800K in aree in cui sia necessario mettere in evidenza elementi di particolare
interesse pubblico.
Si consigliano lampade a vapori di alogenuri con temperatura di colore TC = 3000÷3200
K con indice di resa cromatica Ra = 85 nel caso di presenza prevalente del colore verde.
3. CRITERI PROGETTUALI
Allo scopo di ottenere prestazioni ottimali nei nuovi impianti con costi di esercizio e di
costruzione contenuti, si adottano i seguenti criteri generali di progettazione:
-Elevato standard di qualità della luce
Devono essere impiegate lampade con buona resa cromatica e tonalità di colore idonea
agli ambienti illuminati e si deve controllare l’abbagliamento mediante l’installazione di
apparecchi di potenza contenuta posizionati ad altezza idonea allo scopo di orientare e diffondere
la luce con precisione.
Le lampade previste nel piano, come indicato al capitolo precedente, dovranno essere del
tipo a scarica, aventi lunga durata ed alta efficienza, scelte in funzione delle strade o delle aree da
illuminare, considerando le seguenti indicazioni:
-Aree di particolare interesse
Per l’illuminazione degli edifici di particolare interesse architettonico, si dovranno
impiegare lampade a vapori di sodio ad alta pressione Ra = 65, con temperatura di colore di circa
2500° K nei casi in cui prevalga il colore rosso mattone; per ambiti particolari possono essere
impiegate lampade a vapori di sodio ad alta resa cromatica Ra non inferiore a 80 e Temperatura
di colore compresa tra 2500÷2800 K; tale soluzione può essere impiegata anche per
l’ammodernamento degli impianti esistenti.
L’installazione di questa tipologia di lampada è consigliata per il suo elevato indice di
resa del colore che permette un buon apprezzamento delle caratteristiche dei materiali e dei
colori, mettendo in particolare evidenza le sfumature ed i profili dei monumenti e degli edifici
storici.
Questo tipo di lampada consente anche di rendere confortevole l’ambiente, che è oggetto
di afflusso pedonale, infatti permette di distinguere le caratteristiche somatiche delle persone;
inoltre la buona resa dei colori consente un buon apprezzamento del contesto ambientale (colori
reali, ecc.).
Nel caso vi fosse una predominanza di colori diversi dal rosso, in particolare del verde,
sono indicate le lampade a vapori di alogenuri con Ra=65 e temperatura di colore compresa tra
3000÷3200 K.
Strade a carattere commerciale e/o aree di aggregazione
Per le aree a verde pubblico e le aree centrali con presenza di vetrine, si utilizzeranno
lampade a vapori di alogenuri con temperatura di colore Tc 3000 K ed indice di resa cromatica
Ra = 65, la lampada sopra indicata presenta una tonalità di luce ed una resa cromatica tali da
rendere gradevole il passeggio dei pedoni e confortevole il contesto ambientale in cui si
individuano i punti di possibile aggregazione, individuati prevalentemente nelle aree con
presenza di verde attrezzato. E’ altresì consigliata per l’illuminazione delle zone in cui sono
presenti esercizi commerciali, in quanto non modifica, anzi valorizza i colori dei prodotti esposti.
Aree a traffico misto veicolare e pedonale
Per l’illuminazione delle aree e delle strade in cui si rilevano condizioni di traffico sia
veicolare che pedonale d’importanza non considerevole (mancanza di esercizi commerciali o
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altri elementi di rilievo, comunque con presenza di marciapiedi, strade in lottizzazioni
residenziali a scarsa o media densità abitativa, od in cui non è importante valorizzare il verde,
ecc.) si utilizzeranno lampade a vapori di sodio ad alta pressione con Ra = 25 e temperatura di
colore pari a TC =2000 K.
Aree a traffico veicolare rilevante
Per l’illuminazione delle strade con rilevante traffico veicolare (ad esempio immissione
su Strade Provinciali esternamente al centro abitato) si utilizzeranno lampade a vapori di sodio
ad alta pressione Ra= 25 (Ra = resa cromatica) con temperatura di colore TC =2000K. o
lampade a vapori di sodio a bassa pressione. In questo modo si privilegia l’aspetto “sicurezza
stradale” (maggior visibilità degli ostacoli sulla carreggiata).
Allo scopo di porre in evidenza gli elementi architettonici di modeste dimensioni in
ambiti particolari, è possibile impiegare: lampade allo xeno con potenza contenuta (5÷8,5W)
Tc=2300÷2800K e Ra= 100, lampade ad alogeni, lampade fluorescenti compatte o sorgenti
luminose a LED ad alta intensità.
- Illuminazione dell’ambiente nel suo contesto
Le facciate degli edifici dovranno essere illuminate, in particolar modo quelle di interesse
storico, rendendole maggiormente visibili nel contesto urbano. In genere tutte le aeree del centro
storico dovranno essere illuminate con lampade caratterizzate dalla stessa tonalità di luce, così da
garantire un aspetto naturale a tutto il contesto, si dovranno quindi evitare inutili accentuazioni o
variazioni cromatiche che potrebbero generare risultati poco apprezzati. Si dovrà inoltre porre
particolare attenzione al controllo delle emissioni luminose, evitando inutili invasioni nelle aree
private (in particolare le finestre delle abitazioni), e soprattutto verso l’alto.
- Elementi a valenza storica ed artistica
Si potranno valorizzare gli elementi storici ed artistici di maggior rilievo, impiegando
sorgenti luminose disposte in modo da evidenziare in modo tridimensionale le forme principali
delle strutture, creando eventuali giochi di luci ed ombre, che permettano di porre in opportuno
risalto i particolari di maggior pregio. Si dovrà evitare l’illuminazione frontale delle facciate al
fine di evitare l’appiattimento delle sagome e vanificare quindi quegli elementi di accento inseriti
da progettisti e decoratori durante l’edificazione.
E’ un dato di fatto quanto sia importante indirizzare in modo corretto la luce sulle
facciate, utilizzando opportuni sistemi di simulazione ed in casi particolari facendo prove reali,
così da porre in risalto il maggior numero di particolari possibili dell’edificio.
Assume la massima importanza la scelta della lampada, in relazione sia alla potenza che
deve esaltare il pregio architettonico senza eccedere, sia alla resa cromatica della luce onde
ottenere una giusta visualizzazione dei colori dei materiali utilizzati per la costruzione e dei
profili di finitura.
- Aree verdi attrezzate: giardini e parchi pubblici
Per l’illuminazione di giardini e parchi, in assenza di norme specifiche, si utilizzano le
raccomandazioni dell’AIDI e dove necessario i consigli dei botanici, si fanno particolari
considerazioni sul colore della luce, tenendo conto anche dell’influenza delle sorgenti luminose
circostanti, quali illuminazione stradale o privata, da qui prende corpo il concetto per cui
all’interno di un giardino o di un parco sia illuminato anche il verde e non solamente i viottoli o
le aree di sosta.
La scelta della sorgente luminosa dovrà essere fatta in relazione alla sua caratteristica
cromatica: si consiglia pertanto l’impiego di lampade fluorescenti o ad alogenuri metallici con
temperatura di colore TC = 3000 K per meglio valorizzare i colori nel contesto delle aiuole
fiorite, mentre si consiglia l’impiego di lampade ad alogenuri metallici con temperatura di colore
pari a 4000 K in grado di esaltare oltre al verde delle aiole e/o dei prati, anche il colore dei
tronchi, degli arbusti, delle siepi e del fogliame durante tutto il ciclo annuale.
E’ possibile impiegare lampade a scarica ai vapori di sodio, solo se si vogliono esaltare i
particolari colori del fogliame in autunno, soprattutto in presenza di essenze dalle colorazioni
piacevoli.
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L’illuminamento all’interno delle aree verdi che presentano diverse tonalità e
concentrazioni di colore del fogliame, può variare in un campo di valori compreso tra 10 e 40
lux, in funzione del grado di sicurezza che si ritiene opportuno raggiungere, al fine di evitare
vandalismi o peggio possibili aggressioni ai fruitori dell’area, questi valori possono essere
aumentati nel caso di presenza di sistemi di video sorveglianza.
Per l’illuminazione dei viottoli e dei vialetti pedonali, si prevede la realizzazione di
impianti in cui la diffusione della luce provenga dall’alto così da garantire un buon livello di
illuminamento verticale, necessario a mettere in evidenza i lineamenti del viso.
Nella realizzazione degli impianti per queste aree, è necessario porre particolare
attenzione all’altezza dei centri luminosi, affinché sia inferiore a quella delle fronde,
posizionando le sorgenti luminose ad altezze inferiori a 6 mt, così anche la potenza delle
lampade potrà essere contenuta (35 ÷ 70 W), é inoltre possibile (anche se sconsigliato agli effetti
della sicurezza) creare effetti scenografici, impiegando sostegni “bassi” allungando
l’interdistanza tra gli stessi, in modo da realizzare una voluta disuniformità nell’illuminazione
allo scopo di mettere in evidenza i particolari di maggior interesse.
In funzione delle possibili tipologie di pavimentazione (asfalto, cemento, pietrisco,
mattoncini colorati, ecc.), indicativamente si considerano ottimali valori di illuminamento
decrescenti da circa 30 lux, per pavimentazioni scure, fino a circa 10 lux per le pavimentazioni
chiare, interpolando i valori in funzione della gradazione dei colori.
Aree pubbliche e/o private adibite ad usi ricreativi
Nelle aree attrezzate in cui è possibile lo svolgimento di manifestazioni, con notevole
affluenza di pubblico, (feste paesane, ecc) dovranno essere realizzati idonei impianti, così da
raggiungere valori di illuminamento, in grado di annullare le ombre dovute al pubblico, sulla
pavimentazione, quindi ridurre i pericoli causati dal possibile sfollamento d’urgenza, a questo
scopo si dovranno considerare valori di illuminamento, compresi tra gli 80 ed i 120 lux.
L’utilizzo di questi impianti dovrà essere autorizzato con ordinanza Sindacale in deroga e
comunque lo spegnimento degli impianti dovrà avvenire nel rispetto degli orari fissati dalla
legislazione vigente.
- Considerazioni sull’impatto ambientale, sia diurno che notturno
All’interno dei centri storici si consiglia di adottare il criterio della “mimetizzazione”
prevedendo l’impiego di apparecchi di dimensioni ridotte e dalle linee geometriche semplici,
installati in posizione nascosta o irrilevante alla vista, questo per ridurre al minimo l’impatto
ambientale, al fine rispettare e possibilmente valorizzare l’architettura delle aree storiche,
evitando l’inserimento di elementi, moderni o falsi d’epoca, generalmente poco idonei
all’inserimento nell’impianto urbanistico.
Quando possibile, si ritiene opportuno impiegare dei proiettori installati direttamente a
muro, possibilmente sotto gronda, in modo da non creare e dove possibile eliminare la fastidiosa
intrusività costituita da mensole, sbracci e sostegni.
Gli apparecchi in stile eventualmente presenti, se in buono stato e rispondenti alle attuali
normative illuminotecniche e di sicurezza, si possono ritenere assimilabili alla storia dei siti,
quindi si prevede, se necessaria, la loro eventuale manutenzione (adeguamento alla classe II di
isolamento elettrico, eventuale verniciatura, eliminazione di schermi prismatizzati), con impiego
di lampade di tipo compatibile che non generino abbagliamento (vapori di sodio o alogenuri
metallici da 35 ÷ 100W). I livelli di illuminamento delle strade con presenza di tali apparecchi
dovranno risultare adeguati a quelli riportati nelle tabelle di classificazione delle stesse, a tal
proposito potrebbe risultare necessario inserire proiettori con la stessa tipologia di lampada,
possibilmente nascosti, ubicati in posizione alta, allo scopo di ridurre sensibilmente la
disuniformità riscontrata sul piano viabile.
- Corretto uso dell’energia elettrica
Essendo scopo primario di tutte le Amministrazioni Pubbliche, quindi anche per quella di
Agnadello, contenere la spesa, si rende necessario razionalizzare il consumo dell’energia
elettrica impiegata per l’illuminazione pubblica, pertanto in considerazione dello sviluppo
tecnologico in campo illuminotecnico, si rende necessario adottare i seguenti accorgimenti:
impiegare lampade a scarica a lunga durata ed alta efficienza, compatibilmente con l’esigenza
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primaria di garantire un corretto livello visivo; installare apparecchi ad alto rendimento ed
elevato grado di protezione IP, (questi due accorgimenti consentono di allungare anche i tempi
di manutenzione, riducendone quindi i costi di intervento, in taluni casi fino a circa il 40%).
In molte zone del territorio comunale, stante il declassamento, di fatto, delle strade
interessate ( zone 30 Km/h, in conseguenza dei minori valori di luminanza ed illuminamento
necessari) si potrà valutare l’impiego di corpi illuminanti dotati di apparecchiature elettriche in
grado di consentire anche la riduzione del flusso luminoso delle lampade a partire da un certo
orario (solitamente dopo la mezzanotte), con conseguente risparmio nei consumi; è inoltre
consigliabile, nei circuiti con presenza di lampade ad ioduri metallici, l’inserimento degli
stabilizzatori di tensione, che permettono l’eliminazione degli assorbimenti superflui, dovuti
all’innalzamento della tensione della rete di distribuzione, nelle ore notturne ed allo stesso tempo
salvaguardano il degrado della lampada consentendone una maggior durata.
Per gli impianti di recente realizzazione, (già rispondenti ai requisiti richiesti dalle
normative oggi vigenti, comunque soggetti ad adeguamento) è possibile inserire opportuni
riduttori di flusso centralizzati in abbinamento al quadro di alimentazione esistente.
Allo scopo di realizzare correttamente i nuovi impianti, si consiglia di adottare il metodo
dell’illuminazione dall’alto, così da poter indirizzare il flusso luminoso sulle superfici
interessate, senza disperdere la luce in altre direzioni, quindi non provocare: spreco di energia
elettrica, abbagliamento molesto ed inquinamento luminoso; questo nel rispetto delle
prescrizioni: delle Leggi Regione Lombardia n° 17/2000 e 38/2004, oltre alle linee guida del
Direttore Generale R.L. del 3 agosto 2007 n° 8950, delle norme UNI 10819 del marzo 1999 e
11248 dell’ottobre 2007, in fase di progettazione dei singoli impianti si dovrà tener conto del
parametro Rn% inferiore a 10 (Rn% = rapporto tra la sommatoria dei flussi luminosi emessi
nell’emisfero superiore dagli “n” apparecchi installati e la sommatoria dei flussi luminosi totali
emessi dagli stessi apparecchi, espresso in “percentuale”).
L’illuminamento medio orizzontale, sulle strade ad alta intensità di traffico (strade
principali) non dovrà scendere al di sotto di 15 lux pari a 1 cd/mq con impianto in condizioni di
minima prestazione (appena prima del ricambio delle lampade).
L’uniformità media non dovrà essere inferiore a 0,4.
4. CARATTERISTICHE TECNICHE DEI COMPONENTI PER D’ILLUMINAZIONE
Fattori di primaria importanza nella progettazione e realizzazione impiantistica sono: la
scelta dei materiali, le considerazioni sugli aspetti della sicurezza e la riduzione della necessità di
manutenzione periodica; a seguito di quanto sopra si consiglia:
• impiego di apparecchi realizzati in pressofusione di alluminio o comunque in
materiale metallico, in quanto più resistenti ed indeformabili dalle azioni degli agenti
atmosferici ( ad esempio notevoli variazioni di temperatura ed eventuali azioni di
possibili grandinate),
• aumentare il livello di sicurezza tramite la scelta di componenti rispondenti ai
requisiti richiesti dalle normative, aumentando tali requisiti, con l’impiego sulla
totalità degli apparecchi, della tipologia costruttiva in classe II di isolamento (doppia
protezione contro i contatti elettrici accidentali),
La sicurezza dei cittadini deve essere garantita per l’intera vita dell’impianto e, fin dove
possibile, anche in presenza di danneggiamenti solitamente dovuti ad incedente stradale, per
quanto ipotizzabili nel contesto urbano.
- Realizzazione di impianti con posa di sostegni
Si consiglia l’impiego di sostegni di forma circolare di tipo cilindrico rastremato o tronco
conico, in acciaio, con spessore minimo di 3 mm – preferibilmente 4 mm, soprattutto per
sostegni oltre i 6 mt di altezza fuori terra, con zincatura a caldo per immersione secondo norma
UNI EN 40, eventualmente finiti con vernici epossidiche del tipo a polvere, applicate a forno,
nelle colorazioni preferite dall’amministrazione comunale.
In relazione alla riduzione dell’impatto ambientale, si consiglia l’utilizzo dei sostegni di
cui sopra, verniciati in colore grigio scuro ferro-micaceo opaco.
Gli apparecchi d’illuminazione saranno posizionati a testa palo, evitando pertanto l’uso di
bracci curvi o mensole, ammessi in presenza di viali alberati allo scopo di portare i corpi
illuminanti fuori dalle fronde, per far sì che durante il giorno possano integrarsi maggiormente
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nell’ambiente circostante, gli involucri degli apparecchi stessi potranno essere verniciati,
secondo la volontà dell’amministrazione comunale, con lo stesso colore dei sostegni o con altro
colore allo scopo di creare un motivato contrasto.
E’ ipotizzabile, sui vialetti delle aree verdi attrezzate, in prossimità delle alberature
l’impiego di sostegni cilindrici in acciaio zincato, privi di braccio, di dimensione contenuta, con
finitura simile alla corteccia degli alberi, così da ridurre l’impatto ambientale.
Lo standard dei sostegni da impiegare dovrà, rispettare le caratteristiche qualitative
costruttive relative alle disposizioni del D.M. 16/01/1996 LL.PP., normalmente utilizzato dagli
installatori.
5. CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’IMPIANTO DI ALIMENTAZIONE
- Impianti con apparecchi fissati su sostegno
Nella realizzazione degli impianti con impiego di sostegni è consigliabile che le linee
elettriche di alimentazione siano interrate, allo scopo di migliorare la sicurezza dell’impianto e
ridurre l’impatto visivo ambientale, in conseguenza di tale soluzione impiantistica, le giunzioni,
parte estremamente delicata dell’impianto, dovranno essere realizzate all’interno di idonei
pozzetti ispezionabili, completi di chiusino in ghisa sferoidale se posti su sede carrabile, o in
cemento se posti su sede pedonale.
- Impianti con apparecchi fissati a parete
Per gli impianti in cui si prevede l’installazione dei centri luminosi a parete, se la posa
delle condutture elettriche non è stata realizzata nel contesto di riqualificazioni stradali, o non è
previsto alcun intervento relativo alla posa di cavidotti tecnologici, al fine di contenere i costi
per le opere elettriche, specie in presenza di pavimentazioni di particolare valore o di recente
realizzazione, si consiglia di adottare il metodo delle linee posate direttamente sulle murature,
possibilmente sotto gronda, proteggendo i cavi elettrici con tubi in PVC e realizzando le
giunzioni all’interno di apposite cassette dello stesso materiale.
E’ necessario, con questa tipologia impiantistica, porre in atto tutti quegli accorgimenti
utili a limitare l’impatto visivo sulle strutture private, ricorrendo quando necessario alla
realizzazione di brevi tratti interrati completati con risalite a muro in posizione nascosta, (ad
esempio in corrispondenza di ingressi carrai, o in brevi attraversamenti stradali), o alla posa di
tubazioni incassate a muro in caso di rifacimenti di facciate o altri interventi edili.
Relativamente al tracciato dei cavi ed alla posa delle cassette di derivazione in cui
realizzare le connessioni (punto debole del sistema elettrico), si dovrà scegliere il metodo di posa
più adeguato ad evitare che le tubazioni possano diventare il punto di appoggio per i volatili al
fine di evitare problemi di sporcizia alle strutture sottostanti ed ai pedoni.
La costruzione di impianti d’illuminazione del tipo sopra indicato, comporta sicuramente
l’insorgere di problematiche nell’azione di recepimento delle autorizzazioni per l’utilizzo di
strutture private, si rende quindi necessario adottare all’interno degli strumenti urbanistici una
clausola che consenta all’Amministrazione di poter utilizzare le facciate di strutture private
prospicienti le strade o le aree pubbliche, regolamentando queste situazioni attraverso apposite
convenzioni (Testo Unico in materia di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica, Codice
Civile).
Linee elettriche caratteristiche principali
Realizzare gli impianti di alimentazione con sistema trifase e neutro, cosi da distribuire il
carico in modo uniforme sulle tre fasi, alternando il collegamento dei singoli centri luminosi su
ciascuna di esse, al fine di permettere un illuminamento minimo anche in caso di guasto su una
singola fase.
1) realizzazione delle linee elettriche di alimentazione interrate con impiego di cavi di
tipo FG7 o superiore, con sezione minima non inferiore a 6 mm2, inseriti in cavidotti
in materiale plastico posati sotto la pavimentazione stradale ad una profondità almeno
di 60 cm all’estradosso del cavidotto, realizzazione delle giunzioni all’interno di
idonei pozzetti, evitando la posa di morsettiere all’interno di sostegni;
2) realizzazione delle linee elettriche di alimentazione aeree con impiego di cavi di tipo
FG7 o superiore, con sezione minima non inferiore a 6 mm2, inseriti in cavidotti in
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materiale plastico posati a vista ad altezza superiore a mt 2,50, realizzazione delle
giunzioni all’interno di idonee cassette di derivazione;
3) realizzazione delle connessioni tra linea dorsale e centro luminoso con impiego di
cavi di tipo FG7 o superiore, con sezione minima non inferiore a 2.5 mm2, allo scopo
di garantire la tenuta al corto-circuito.
Quadri ed organi di comando e protezione
4) posa di quadri comando dotati di interruttori magneto-termici differenziali a bassa
sensibilità dotati di sistema di riarmo automatico, fino a 3 (tre) cicli di richiusura, allo
scopo di non lasciare un intero comparto al buio in caso di guasto su un singolo
apparecchio,
5) dotare l’interruttore del gruppo di misura di sistema di riarmo automatico fino a 3
(tre) cicli di richiusura, per sopperire a scatti intempestivi dell’interruttore stesso.
Relativamente al tracciato dei cavi ed alla posa delle cassette di derivazione in cui
realizzare le connessioni (punto debole del sistema elettrico), si dovrà scegliere il metodo di posa
più adeguato per evitare che le tubazioni possano diventare il punto di appoggio per i volatili al
fine di evitare problemi di sporcizia alle strutture sottostanti ed ai pedoni.
La costruzione di impianti d’illuminazione del tipo sopra indicato, comporta sicuramente
l’insorgere di problematiche nell’azione di recepimento delle autorizzazioni per l’utilizzo di
strutture private, si rende quindi necessario adottare all’interno degli strumenti urbanistici una
clausola che consenta all’Amministrazione di poter utilizzare le facciate di strutture private
prospicienti le strade o le aree pubbliche, regolamentando queste situazioni attraverso apposite
convenzioni (Testo Unico in materia di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica, Codice
Civile).
- Criteri di manutenzione
Gli interventi di manutenzione sugli impianti d’illuminazione pubblica si possono
dividere, come per tutti gli impianti tecnologici, in ordinari e straordinari.
La manutenzione ordinaria si divide in interventi di tipo:
1) occasionale, relativa al ripristino della funzionalità di un apparecchio a seguito del
malfunzionamento di un componente o alla premorienza di una lampada;
2) programmata, inerente la sostituzione totale, a fine vita utile, del parco lampade e la
conseguente pulizia degli apparecchi, di un determinato circuito o di tutti i circuiti del
comune.
La manutenzione straordinaria si divide in interventi di tipo:
3) funzionale, relativi al ripristino della funzionalità di più apparecchi a seguito del
malfunzionamento di più componenti o alla premorienza di diverse lampada,
solitamente a fronte di guasti sulla rete elettrica, o a causa di costruzione difettosa di
una partita di lampade;
4) accidentale, relativi al ripristino della funzionalità di uno o più centri luminosi a
seguito di incidente stradale, o di uno o più circuiti sul territorio comunale a seguito
di eventi eccezionali, solitamente identificati come “calamità naturale”.
Per coordinare gli interventi di manutenzione degli impianti, e quindi realizzare il
ricambio lampade a programma, è necessario conoscere per quante ore/anno le lampade siano
accese, dall’esame dei dati storici, rileviamo che gli impianti controllati da interruttori
crepuscolari, la cui taratura, consente l’accensione delle lampade quando l’illuminamento
naturale scende da 12 ÷ 10 lux, il funzionamento annuo è di circa 4.000 ore.
La manutenzione ordinaria a programma delle lampade a scarica non viene effettuata
quando le lampade sono completamente spente, bensì quando hanno raggiunto il numero di ore
di funzionamento per cui è calcolato il decadimento massimo ammissibile del flusso luminoso
emesso, pertanto l’adozione di tale concetto permette di sfruttare le lampade nel periodo della
loro vita in cui presentano la massima efficienza, quindi si mantiene la qualità del servizio reso al
cittadino, sempre ad un livello superiore rispetto a quello minimo di progetto, inoltre non si
eccede nel consumo di energia elettrica.
In funzione della tipologia di lampada adottata nella realizzazione dei nuovi impianti e
nella manutenzione di quelli esistenti, la tecnologia attuale offre lampade che a parità di potenza
assorbita presentano una vita utile da 12.000 ÷ 16.000 ore(tre o quattro anni, contro quelle di
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tecnologia meno recente, che presentano una vita utile di 8.000 ore(due anni), in funzione di
questi parametri si evince quale sia il risparmio nei costi di manutenzione e di esercizio degli
impianti di illuminazione, in considerazione che i costi a nuovo delle varie tipologie di lampada
si discostano di poco una dall’altra la vita a programma; vengono cioè sostituite tutte le lampade
di un intero lotto dopo circa 8.000 ore di funzionamento(circa due anni), abbinando a tale
intervento l’operazione di pulizia degli apparecchi illuminanti ed il controllo dell’impianto.
Le linee elettriche da cui si derivano apparecchi d’illuminazione dotati di lampade a
vapori di alogenuri con bulbo ceramico, non dovranno essere alimentate da apparecchiature per
la regolazione del flusso luminoso, allo scopo di non diminuirne la vita utile, è consigliabile
l’installazione di regolatori di tensione-stabilizzatori, al fine di evitare i picchi di tensione o
valori di tensione elevati in particolar modo durante le ore notturne, questo per salvaguardare le
lampade e quindi raggiungere una durata simile a quelle a vapori di sodio, quindi attuare il
ricambio a programma con i medesimi tempi, incidendo notevolmente sui costi manutenzione.
6. IMPIANTI D’ILLUMINAZIONE IN AREE PRIVATE
Aree residenziali
Per l’illuminazione in aree private, ad esempio i giardini ed i parchi di: ville, aree
residenziali private e condomini; si ritiene di fissare un valore di illuminamento raccomandato
non superiore a 20 lux e di adottare apparecchi che non disperdano la luce verso l’alto,
impiegando le lampade ad alta efficienza e basso consumo.
Particolare attenzione, nell’illuminazione di questa tipologia di aree, deve essere posta
alle condizioni dell’abbagliamento proiettato sulle aree pubbliche, in particolare sulle strade,
pertanto diventa indispensabile l’utilizzo di apparecchi schermati o comunque con flusso emesso
mirato all’oggetto o all’area da evidenziare, oltre all’identificazione del corretto posizionamento
degli apparecchi stessi, che dovranno emettere il flusso luminoso dall’alto verso il basso,
evitando l’abbagliamento.
E’ possibile evidenziare e/o valorizzare le superfici erbose, oggetto di particolare cura,
realizzando un impianto d’illuminazione radente, posizionando proiettori a quote inferiori al
metro, che impiegano lampade a scarica nei gas, con temperatura di colore non superiori a 4000
K e con elevati contenuti spettrali nel campo del verde.
E possibile l’illuminazione di alberi ad alto fusto di particolare pregio, ponendo
attenzione a non creare inquinamento luminoso, apparecchi dotati di lampade a bassa potenza
incassati nel terreno, aventi un grado di protezione IP 57 (minimo) e direttamente puntati
sull’albero, controllando che le temperature emesse non vadano a modificare i cicli di sviluppo
dell’albero stesso.
Aree non residenziali
Nelle aree private ad uso commerciale, artigianale, sportivo, ecc. in particolar modo in
quelle di grandi dimensioni devono essere rispettate le normative imposte alle aree pubbliche.
L’illuminazione di parcheggi, piazzali, ed altre superfici similari deve essere garantita
con l’impiego, preferibilmente, di lampade al sodio ad alta o bassa pressione.
Dovrà essere previsto l’impiego di dispositivi in grado di ridurre, entro le ore 24.00,
l’emissione di luce in misura non inferiore al 30% rispetto alla situazione di regime, a condizione
di non compromettere la sicurezza.
Insegne pubblicitarie
L’illuminazione delle insegne pubblicitarie poste all’esterno dei fabbricati, non dotate di
illuminazione interna, deve essere realizzata dall’alto verso il basso, mantenendo, su tutte le
superfici illuminate, fatte salve diverse disposizioni connesse alla sicurezza, valori di luminanza
omogenei, non superiori ad 1 cd/m2.
Le insegne luminose di qualsiasi tipo, di non specifico ed indispensabile uso notturno,
devono essere spente entro le ore 23,00 nel periodo di ora legale ed entro le ore 22,00 nel
periodo di ora solare; le altre entro il relativo orario di chiusura.
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7. DOVERI DEL COMUNE (art 4 L.R. 17/2000 e s.m.i.)
Tutti i nuovi impianti di illuminazione pubblica e privata di rilevante entità, comprese le
insegne luminose di lunghezza superiore a 6,00 mt lineari , dovranno essere sottoposti al regime
dell’autorizzazione da parte del Sindaco, realizzati previo predisposizione di idoneo progetto,
approvato dall’Amministrazione Comunale, a tal fine il progetto deve essere redatto da una delle
figure professionali previste per tale settore impiantistico; dal progetto deve risultare la
rispondenza dell’impianto ai requisiti delle Leggi Regionali 17/2000 e 38/2004 ed, al termine dei
lavori, il comune dovrà ricevere e verificare la corrispondenza delle “Dichiarazioni di
conformità” al fine di regolarizzare e chiudere la pratica autorizzativa.
8. OBBLIGHI DEL COMMITTENTE E DELL’IMPRESA INSTALLATRICE
Il committente ha l’obbligo di affidare la progettazione degli impianti di illuminazione a figure
professionali previste per tale settore impiantistico e la realizzazione degli impianti ad imprese
qualificate.
L’impresa installatrice dovrà rispettare nell’esecuzione degli impianti le indicazioni progettuali e
rilasciare, accertandosi del ricevimento da parte del comune, le “Dichiarazioni di conformità”
sia dell’impianto elettrico che illuminotecnico, utilizzando gli appositi moduli previsti, dal
Decreto n° 37 del 22/1//2008 (ex legge 46/90) per quanto riguarda la parte elettrica, e dal
Decreto Direttore Generale R.L. n° 8950 del 3 agosto 2007 allegando inoltre gli attestati di
conformità degli apparecchi installati.
Per gli impianti di modesta entità, come riportato al capitolo 9 paragrafi a) – b) – c) – d) – e) del
Decreto della Giunta Regionale n° 7/6162 del 20/09/2001, non sono previsti il progetto
illuminotecnico e l’autorizzazione Sindacale dell’impianto,
Al termine dei lavori, l’impresa installatrice dovrà rilasciare al comune le “Dichiarazioni di
conformità” dell’impianto illuminotecnico, utilizzando gli appositi moduli previsti, dal Decreto
Direttore Generale R.L. n° 8950 del 3 agosto 2007 indicando i riferimenti alla specifica deroga
al progetto illuminotecnico, allegando inoltre la documentazione che attestati la rispondenza
degli apparecchi installati e dell’impianto alla relativa deroga.
9. ELENCO ALLEGATI
Allegato A) - Carta regionale dell’influenza degli impianti del comune di Agnadello rispetto agli
osservatori Lombardi.
Allegato B) - Elenco degli osservatori lombardi con indicazione della categoria di riferimento
Allegato 1) – Modello “Dichiarazione di conformità” per impianti elettrici
Decreto n° 37 del 22/01/2008
Allegato 2) - Modello “Dichiarazione di conformità” per progetto illuminotecnico
Decreto D.G.R.L. n° 8950 del 03/08/2007
Allegato 3) - Modello “Dichiarazione di conformità” per installazione impianti illuminazione
Decreto D.G.R.L. n° 8950 del 03/08/2007
Allegato 4) - Modello “Dichiarazione di conformità” dei prodotti (apparecchi illuminazione)
Decreto n° 37 del 22/01/2008
Allegato 5) - Tabella Prestazioni Illuminotecniche richieste per strade ed altre aree (estratto
Norma UNI 11248)
Allegato 6) - Planimetria della qualità della luce in progetto
Allegato 7) - Elenco interventi prioritari proposti
Allegato 8) - Tipologie apparecchi illuminanti e sostegni
Allegato 9) - Fac- simile calcolo di verifica illuminotecnica
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Allegato A
Quadro d’insieme degli osservatori astronomici nel territorio Lombardo estratto da:
Legge Regione Lombardia del 27/03/2000 n° 17 – Delibera Regione Lombardia del 20/12/2000
n° 7/2611 – Legge regione Lombardia del 24/12/2004 n° 38 – Decreto Direttore Generale R.L.
del 03/08/2007 n° 8950.
Planimetria con individuazione delle aree di rispetto dagli osservatori astronomici
pubblici e privati rispetto al territorio del Comune di Agnadello.
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Allegato B
Elenco degli osservatori astronomici – astrofisici nel territorio della Regione Lombardia con
indicate le fasce di rispetto per singolo osservatorio.
Categoria 1
Osservatori astronomici, astrofisici professionali: Raggio 25 km
1 Osservatorio Astronomico Brera di Merate (LC)
Categoria 2
Osservatori astronomici non professionali di grande rilevanza culturale,
scientifica e popolare di interesse regionale: Raggio 15 Km
2. Osservatorio Astronomico di Cima Rest di Magasa (BS)
3. Osservatorio Astronomico Serafino Zani di Lumezzane (BS)
4. Osservatorio Astronomico di Sormano (CO)
5. Osservatorio Astronomico G.V. Schiapparelli Campo dei Fiori di Varese (VA)
Categoria 3
Osservatori astronomici astrofisici non professionali di rilevanza
provinciale che svolgono attività scientifica e/o di divulgazione: Raggio 10
Km
6. Osservatorio Astronomico delle Prealpi Orobiche di Aviatico (BG)
7. Osservatorio Astronomico "Presolana" di Castione della Presolana (BG)
8. Osservatorio Astronomico Sharru di Covo (BG)
9. Osservatorio Astronomico Civica Specola Cidnea di Brescia (BS)
10. Osservatorio Privato di Bassano Bresciano (BS)
11. New Millennium Observatory di Mozzate (CO)
12. Osservatorio Sociale del Gruppo Astrofili Cremonesi di Cremona (CR)
13. Osservatorio Pubblico di Soresina (CR)
14. Osservatorio Provinciale del Lodigiano Mairago (LO)
15. Osservatorio Astronomico Pubblico di Gorgo San Benedetto Po (MN)
16. Osservatorio Città di Legnano (MI)
17. Osservatorio Sociale "A. Grosso" di Brugherio (MI)
18. Osservatorio Pubblico Giuseppe Piazzi di Ponte in Valtellina (SO);
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Allegato 1
4)
5)
6)
Secondo il Decreto Ministeriale 5 novembre 2001 n° 6792 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Decreto Ministeriale 30 novembre 2001 n° 557 del Ministero dei Lavori Pubblici
Secondo l’art. 3.5 del Decreto Ministeriale 5 novembre 2001 n° 6792 del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti
Estratto dalla Norma UNI 11248 -2007
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Allegato 2
Fax simile
Allegato 1 di cui all’art. 7 Decreto 22/01/2008 n° 37 (ex legge 46/90)
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Allegato 3
Fax simile
Decreto D.G. Regione Lombardia n° 8950 del 03/08/2008
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Allegato 4
Fax simile
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Allegato 5
Fax simile
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