CASO CLINICO Il ritorno venoso polmonare anomalo parziale: diagnosi precoce e complicanze postchirurgiche per una patologia rara e di difficile individuazione Massimo Ruscazio1, Pier Paolo Bassareo2, Simone Martis2, Andrea Raffaele Marras2, Luigi Meloni1 1Cattedra e Divisione di Cardiologia, 2Centro per lo Studio delle Patologie Cardiovascolari nell’Età Evolutiva, Istituto di Puericultura, Università degli Studi, ASL 8, Cagliari Key words: Atrial septal defect; Partial anomalous pulmonary venous connection; Superior vena cava syndrome. Partial anomalous pulmonary venous connection is a rare congenital heart defect and it is usually difficult to identify by transthoracic echocardiography alone. Here we report a case in a newborn, identified by echocardiographic imaging techniques with subcostal views, to detect the anomalous venous return. Our case is an uncommon one, as regards both its anatomy and early diagnosis. Surgical repair can be safely managed by means of multiple techniques with low morbidity. This correction may be associated with complications such as superior vena cava occlusion and sinus node dysfunction. (G Ital Cardiol 2008; 9 (7): 513-517) © 2008 AIM Publishing Srl Introduzione Ricevuto il 26 giugno 2007; nuova stesura il 2 ottobre 2007; accettato il 10 dicembre 2007. Il ritorno venoso polmonare anomalo parziale (RVPAP) consiste nell’abnorme drenaggio di una o più vene polmonari nell’atrio destro oppure in una vena sistemica – quale la vena cava superiore (VCS) o la vena cava inferiore – mentre le restanti vene polmonari drenano regolarmente nell’atrio sinistro1. Il RVPAP rappresenta un difetto cardiaco congenito tra i meno frequenti, sicché i dati epidemiologici che lo riguardano sono scarsi: secondo Healey2 e Hughes e Rumore3, l’incidenza di questa malformazione, valutata al tavolo autoptico, risultava pari allo 0.6-0.7% di tutte le cardiopatie congenite. Tale dato percentuale è stato più recentemente ribadito anche da Hoffman et al.4, i quali hanno condotto una metanalisi su tutti gli studi pubblicati dal 1940, allo scopo di verificare la reale incidenza di tutte le cardiopatie congenite. Essi hanno confermato che la maggior parte dei RVPAP sono caratterizzati da piccoli shunt di lieve entità clinica, che decorrono per lo più misconosciuti. Non sembra esistere una prevalenza statisticamente significativa di un sesso rispetto all’altro, mentre in alcune casistiche vi è una preponderanza di quello maschile5. La connessione anomala può interessare le ve- Per la corrispondenza: Dr. Pier Paolo Bassareo Via Nizza, 6 09129 Cagliari E-mail: [email protected] 513 ne polmonari provenienti da uno o più lobi di un solo polmone oppure di entrambi6. Il RVPAP molto raramente si osserva nella forma isolata. Risale infatti ad oltre 100 anni fa la constatazione che nella maggior parte dei casi esso è associato ad un difetto interatriale (DIA) di tipo seno venoso7,8. Talvolta il DIA può essere invece di tipo ostium secundum o, ancor più raramente, di altro tipo. Spesso si associa anche ad altre anomalie cardiache9 (20% dei casi, nella nostra statistica; soprattutto difetto interventricolare, tetralogia di Fallot, cardiopatie complesse). Caso clinico Esaminiamo un particolare caso clinico di RVPAP, fra quelli che abbiamo avuto modo di diagnosticare negli ultimi anni. Il piccolo paziente giunse alla nostra osservazione al settimo giorno di vita, per il riscontro di un soffio sistolico eiettivo 2/6, meglio udibile sull’emitorace destro. Esclusa l’obiettività cardiovascolare, all’esame clinico non apparivano altre alterazioni patologiche. Diagnosi e decorso preoperatorio L’ECG mostrava una destrocardia (Figura 1), confermata dalla radiografia del torace (Figura 2). Una prima indagine ecocardio- G Ital Cardiol Vol 9 Luglio 2008 Figura 1. L’ECG mostra un’estrema deviazione destra dell’asse elettrico cardiaco. cardiaco. Tale indagine, perfezionando la diagnosi, evidenziò destrocardia con isomerismo sinistro, RVPAP delle vene polmonari sinistre (provenienti dal polmone controlaterale) in VCS, ampio DIA di tipo ostium secundum, stenosi valvolare polmonare, doppia VCS. Intervento chirurgico Il successivo intervento chirurgico confermò una moderata dilatazione dell’atrio posto a destra – con auricola morfologicamente sinistra – e del ventricolo destro. Il DIA era di tipo ostium secundum, con un diametro di circa 2 cm. Le vene polmonari sinistre erano collegate ad una delle VCS. L’altra VCS sboccava nell’atrio posto a destra, subito inferiormente al DIA. La valvola polmonare era tricuspide, ma con fusione delle commissure, mentre l’anello valvolare era di normale diametro. Il paziente venne sottoposto a valvulotomia polmonare, chiusura del DIA con patch sintetico e tunnellizzazione delle vene polmonari sinistre in atrio sinistro. Figura 2. La radiografia standard del torace evidenzia destro-rotazione del cuore; ingrandimento dell’ombra cardiaca in toto (indice cardiotoracico 0.78); notevole accentuazione del profilo atriale; ingrandimento delle dimensioni dei vasi polmonari, prevalentemente in sede apicale. grafica color Doppler transtoracica evidenziò destrocardia speculare, stenosi lieve-moderata della valvola polmonare, piccoli difetti interventricolari muscolari multipli e la presenza di un DIA ostium secundum. La diagnosi ecocardiografica venne poi perfezionata con il riconoscimento di un RVPAP in VCS (Figura 3). Il follow-up, eseguito nei primi 3 anni, testimoniò il progressivo incremento della stenosi polmonare, la dilatazione delle cavità destre secondaria a sovraccarico di volume10,11, un’insufficienza tricuspidale ingravescente e la regressione dei difetto interventricolare. Tale quadro evolutivo fu determinante per la decisione terapeutica: a 3.5 anni il piccolo venne sottoposto a cateterismo Decorso postoperatorio Dopo 7 mesi dall’intervento, per il sospetto di una sindrome da ostruzione della VCS, indotto dalla comparsa di dispnea e broncospasmo, accompagnati da turgore delle giugulari, edemi palpebrali ed evidente reticolo venoso sul torace, il paziente venne sottoposto a nuova indagine ecocardiografica color Doppler transtoracica. Questa evidenziò una VCS di calibro ridotto, con flusso turbolento ed un gradiente medio di 7-8 mmHg, per stenosi della VCS stessa12,13 (Figura 4). Si decise di intervenire allora con la sola angioplastica vascolare (PTA) della stenosi della VCS, senza impianto di stent, Figura 3. La proiezione sottocostale coronale cranializzata mostra una vena cava superiore tortuosa e dilatata, che drenava abbondantemente sangue in atrio destro, per la presenza del ritorno venoso polmonare anomalo parziale. Il difetto interatriale è di tipo ostium secundum. Nota: per comodità l’immagine è stata registrata invertendo le parti destra e sinistra sullo schermo dell’ecografo. 514 M Ruscazio et al - Anomalie parziali del ritorno venoso Figura 4. La proiezione sottocostale obliqua mostra una vena cava superiore di calibro ridotto, con flusso turbolento all’esame color Doppler transtoracico, per stenosi significativa. Nota: per comodità l’immagine è stata registrata invertendo le parti destra e sinistra sullo schermo dell’ecografo. considerati l’età e il peso del bambino. Pur persistendo un gradiente di 4 mmHg, il flusso in VCS appariva laminare, senza più opacizzazione retrograda dell’emiazigos. A 3 mesi dalla procedura si osservò una ristenosi significativa della VCS reimpiantata (14 mmHg), che consigliò di eseguire, ad 8 mesi dalla prima, una nuova PTA, questa volta seguita da impianto di stent. Il successivo follow-up non ha sinora dimostrato alcuna complicanza di tipo ostruttivo a livello della VCS. In particolare, il flusso è laminare con velocità nei limiti normali (fra 40 e 60 cm/s). Da segnalare tuttavia il riscontro di un ritmo giunzionale intermittente, a circa 22 mesi dalla procedura14 (Figura 5). pende dal numero delle vene polmonari anomale, dalla loro sede di inserzione, dalla presenza e dalle dimensioni del DIA, dallo stato del letto vascolare polmonare15) non ebbe infatti il tempo di provocare un sovraccarico di volume nel ventricolo destro, con conseguente iperafflusso polmonare. Il RVPAP si può presentare con una grande variabilità di quadri anatomo-patologici e funzionali. Nel nostro caso si aveva un RVPAP sinistro, più raro15. La forma destra è infatti quella nettamente più frequente, con percentuali variabili a seconda delle casistiche16-19. Le sedi di sbocco del RVPAP sinistro sono, in ordine di frequenza, la vena anonima sinistra attraverso un vaso verticale anomalo e il seno coronarico attraverso la VCS sinistra persistente. Raramente, lo sbocco anomalo delle vene polmonari di sinistra si verifica a livello della vena cava inferiore, della VCS destra (come nel nostro caso), dell’atrio destro e della vena succlavia sinistra1. La diagnosi è stata posta avvalendosi essenzialmente dell’ecocardiografia color Doppler transtoracica. Con questa metodica non è semplice diagnosticare un RVPAP, per i problemi tecnici nell’identificazione dello sbocco di tutte le quattro vene polmonari nell’atrio sinistro20. Di notevole aiuto, in tal senso, risultano la codifica di colore e il Doppler20,21. L’età precoce in cui è stata fatta la diagnosi ha costituito da una parte un ulteriore ostacolo al riconoscimento della patologia – per la scarsa collaborazione offerta dal piccolo paziente – mentre dall’altra ha consentito un ampio utilizzo della proiezione sottocostale, attraverso la quale meglio si visualizzano i ritorni venosi polmonari e sistemici. Nell’adulto, per le minori possibilità diagnostiche dell’ecocardiografia color Doppler transtoracica, si preferisce invece servirsi dell’ecocardiografia transesofagea22,23. Considerando i rischi insiti nell’uso delle radiazioni ionizzanti, specie in età pediatrica, in caso di sospetto RVPAP è ormai possibile avvalersi anche della risonanza magnetica per confermare la diagnosi24. L’approccio terapeutico del RVPAP è essenzialmente chirurgico, volto alla sua correzione, con tecni- Figura 5. Riscontro di ritmo giunzionale all’ECG effettuato durante una visita cardiologica nell’ambito del follow-up postoperatorio. Discussione La diagnosi del RVPAP può risultare non agevole, specie nelle forme meno importanti e non complicate dalla concomitante presenza di altre cardiopatie, in quanto il suo decorso è prevalentemente asintomatico o paucisintomatico. Il quadro clinico può mimare infatti la sintomatologia dei DIA, cui di frequente è associato. Nel caso da noi proposto, la precocità della diagnosi migliorò notevolmente la prognosi. Lo shunt sinistrodestro che abitualmente si determina (la cui entità di515 G Ital Cardiol Vol 9 Luglio 2008 che diverse a seconda del tipo di connessione anomala. L’intervento consiste di solito nel riconnettere le vene polmonari con l’atrio sinistro, mediante la costruzione di un tunnel che può essere formato da materiali diversi: pericardio autologo, tessuto atriale, materiale sintetico, porzioni di VCS25-27. Se il DIA è piccolo, esso deve essere ampliato con un’incisione sul margine inferiore, mentre se il setto è integro, occorre creare una comunicazione tra i due atri28. Il tunnel deve essere sufficientemente ampio da non ostruire le vene polmonari. L’ecocardiografia color Doppler transtoracica è di fondamentale importanza anche nel follow-up postoperatorio, per escludere complicanze ostruttive a carico della VCS reimpiantata in atrio destro (sindrome della VCS)29. Nel nostro paziente, proprio per l’insorgenza di una sindrome della VCS, la chirurgia è stata perfezionata con una tecnica mini-invasiva come la PTA, seguita poi anche dal posizionamento di stent per la comparsa di recidiva. Tale procedura, sicura tranne rarissime eccezioni30, ha evitato un reintervento con procedure chirurgiche vascolari – spesso ricche di complicanze – dimostrandosi efficace sino al momento attuale e confermando i risultati della letteratura13,31. In generale, in tutti i pazienti con DIA si dovrebbe ricercare l’eventuale presenza di un’anomalia dei ritorni venosi polmonari, utilizzando tutte le possibili proiezioni (soprasternale, apicale, sottocostale). Pur essendo talora molto difficile documentare tutte le quattro vene polmonari, anche se normalmente connesse, un attento esame ecocardiografico color Doppler transtoracico dovrebbe consentire almeno di porre il sospetto di RVPAP così come, nel successivo follow-up postchirurgico, di escludere anche le complicanze più comuni. 3. Hughes CW, Rumore PC. Anomalous pulmonary veins. Arch Pathol 1944; 37: 364-6. 4. Hoffman JI, Kaplan S, Liberthson RR. Prevalence of congenital heart disease. Am Heart J 2004; 147: 425-39. 5. Pellegrini A, Meriggi A, Respighi E, Nerli FP, Santoli C. Surgery of pulmonary vessel malformations. Torace 1973; 16: 174-229. 6. Anderson RH, Baker EJ, McCartney FJ, Rigby ML, Shinebourne EA, Tynan M. Paediatric cardiology. London: Elsevier, 2002: 33. 7. Wagstaffe WW. Two cases of free communication between the auricles, by deficiency of the upper part of the septum auricularum. Trans Pathol Soc Lond 1868; 19: 96-8. 8. Van Praagh S, Carrera ME, Sanders SP, Mayer JE, Van Praagh R. Sinus venosus defects: unroofing of the right pulmonary veins - anatomic and echocardiographic findings and surgical treatment. Am Heart J 1994; 128: 365-79. 9. Fyler DC. Nadas’ pediatric cardiology. Philadelphia, PA: Hanley & Belfus, 1992: 521-2. 10. Mascarenhas E, Javier RP, Samet P. Partial anomalous pulmonary venous connection and drainage. Am J Cardiol 1973; 31: 512-8. 11. Stewart JR, Schaff HV, Fortuin NJ, Brawley RK. Partial anomalous pulmonary venous return with intact atrial septum. Thorax 1983; 38: 859-62. 12. Gustafson RA, Warden HE, Murray GF, Hill RC, Rozar GE. Partial anomalous pulmonary venous connection to the right side of the heart. J Thorac Cardiovasc Surg 1989; 98 (5 Pt 2): 861-8. 13. Tzifa A, Marshall AC, McElhinney DB, Lock JE, Geggel RL. Endovascular treatment for superior vena cava occlusion or obstruction in a pediatric and young adult population: a 22year experience. J Am Coll Cardiol 2007; 49: 1003-9. 14. Gustafson RA, Warden HE, Murray GF. Partial anomalous pulmonary venous connection to the superior vena cava. Ann Thorac Surg 1995; 60 (6 Suppl): S614-S617. 15. Van Meter C Jr, LeBlanc JG, Culpepper WS 3rd, Ochsner JL. Partial anomalous pulmonary venous return. Circulation 1990; 82 (5 Suppl): IV195-IV198. 16. Brody H. Drainage of the pulmonary veins into the right side of the heart. Arch Pathol 1942; 33: 221-40. 17. McCormack RJ, Marquis RM, Julian DG, Griffiths HW. Partial anomalous pulmonary venous drainage and its surgical correction. Scott Med J 1960; 5: 367-81. 18. Pellegrini A, Meriggi A, Respighi E, Pieri-Nerli F, Santoli C. Ritorno venoso polmonare anomalo parziale. In: Atti della Tavola Rotonda sulle Malformazioni Vascolari Polmonari. 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Magnetic resonance imaging is the diagnostic tool of choice in the preoperative evaluation of patients with partial anom- Riassunto Il ritorno venoso polmonare anomalo parziale è un difetto cardiaco congenito raro ed è generalmente difficile identificarlo con la sola ecocardiografia transtoracica. Segnaliamo un caso scoperto su un neonato, identificato mediante l’uso di proiezioni ecocardiografiche sottocostali per evidenziare l’anomalia del ritorno venoso. Il caso da noi riportato non è comune, sia per la presentazione anatomica che per la diagnosi precoce. La sua riparazione chirurgica può essere condotta con sicurezza utilizzando più di una tecnica, con una bassa morbilità. Tale chirurgia può essere associata a complicanze come l’ostruzione della vena cava superiore e la disfunzione del nodo del seno. Parole chiave: Difetto del setto interatriale; Ostruzione della vena cava superiore; Ritorno venoso polmonare anomalo parziale. Bibliografia 1. Respighi E, Pieri-Nerli F, Malara D. Ritorno venoso anomalo polmonare parziale. In: Morino F, Rovelli F, eds. Diagnostica e terapia cardiochirurgica. Torino: Edizioni Minerva Medica, 1974: 911-27. 2. Healey JE Jr. An anatomic survey of anomalous pulmonary veins: their clinical significance. J Thorac Surg 1952; 23: 433-44. 516 M Ruscazio et al - Anomalie parziali del ritorno venoso 28. Warden HE, Gustafson RA, Tarnay TJ, Neal WA. An alternative method for repair of partial anomalous pulmonary venous connection to the superior vena cava. Ann Thorac Surg 1984; 38: 601-5. 29. Nakahira A, Yagihara T Kagisaki K, et al. Partial anomalous pulmonary venous connection to the superior vena cava. Ann Thorac Surg 2006; 82: 978-82. 30. Samuels LE, Nyzio JB, Entwistle JW. Superior vena cava rupture during balloon angioplasty and stent placement to relieve superior vena cava syndrome: a case report. Heart Surg Forum 2007; 10: E78-E80. 31. Alcibar J, Onate A, Cabrera A, et al. 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