Traducción: Antonio Luis Callejón Peláez, 2011 Il Museo Cerralbo ha la particolarità di essere uno dei pochi esempi di palazzo del diciannovesimo secolo a Madrid che preserva la sua decorazione originale. È stata la residenza del XVII marchese di Cerralbo, don Enrique de Aguilera (1845-1922) e della sua famiglia, formata da sua moglie doña Inocencia Serrano e Cerver (1816-1896), vedova di don Antonio del Valle e i due figli che lei apporta al matrimonio, don Antonio del Valle e Serrano (1846-1900), I marchese di VillaHuerta, e doña Amelia (1850-1927), marchesa di Villa-Huerta dalla morte di suo fratello. Questo palazzo-museo é un luogo essenziale per conoscere il modo di vita dell´aristocrazia di Madrid della fine del secolo XIX e inizi del XX. Anche, come museo di un collezionista d´arte, riflette il gusto artístico del momento, ed é stata considerata nella sua epoca una delle collezioni private piú importanti del paese, e senza dubbio, la piú completa. IL MUSEO La costruzione fu eseguita tra il 1883 ed il 1893, e fin dall´inizio fu pensata sia come abitazione che come posto dove esporre in modo armonioso le opere d´arte, gli oggetti d’antiquariato e le curiosità raccolte per il desiderio da collezione dei proprietari. L´antico palazzo, oggi museo, ha quattro piani: seminterrato, piano mezzanino, piano principale e abbaini. Il piano seminterrato e i abbaini, all´epoca erano riservati all´uso del personale domestico di palazzo, come cucine, dispense, rimesse, stanzone, custode d´arnese, caldaie e stanze della servitù. Oggi, queste stanze sono l´aula magna e le zone d´uso interno: uffici, negozi ed un laboratorio di restauro. La visita coinvolge gli altri due piani: il primo piano o mezzanino, destinato alla vita privata dei marchesi, e il secondo piano o piano principale, dove si svolgeva la vita sociale. L´indifferenza dell´edificio allo scorrere del tempo è soltanto apparente poichè, ai normali cambi fatti nelle stanze per le diverse condizioni della famiglia, si aggiungono il terribile evento della guerra civile e le riforme museografiche del secolo XX. A partire del 2002 é stato effettuato un lavoro di completo recupero degli ambienti originali del palazzo. Ció é avvenuto a discapito delle opere d´arte e a favore della lettura globale di ogni sala, adesso considerate esse stesse come opere d´interesse artistico. 5 PIANO MEZZANINO In questo piano si ricevevano le visite di amici e si svolgeva la vita quotidiana della famiglia. L´uso era domestico, benché le vicessitudini storiche e familiari successive causarono modifiche. La prima di queste accadde dopo la morte di don Antonio nel 1900, ed influenza in particolare la parte sinistra dell´edificio. La quasi totalià delle stanze, inizialmente adibite a camere private, furono trasformate in gabinetti e saloni d´estate. Ma l´intervento senza dubbio più radicale fu realizzato negli anni 40 del secolo XX. Tale intervento provocò il sacrificio delle camere da letto e di altre stanze di uso quotidiano. Furono trasformate in gallerie per mostrare le collezioni d´arte in un modo spazioso e a carattere didattico. Per questa ragione, l´approccio espositivo di questo piano è stato fatto attraverso la ricreazione affidabile e non con il recupero integrale degli spazi, così come praticato nel Piano Principale. Questa ricostruzione dell´ambiente é stata fatta, nei limiti del possibile, con le opere che originariamente si incontravano in queste stanze. Tuttavia, per completar gli spazi, sono state aggiunte anche opere della collezione Villa- Huerta, provenienti dal palazzo dei marchesi a Santa Mª de Huerta (Soria) o, in minore quantità, qualche opere acquistate dagli antiquari. 6 1 Sala di ricevimento d´estate e Galleria 2 Giardino 3 Salone Rosso 4 Salone Giallo 5 Salotto Rosa 6 Camera da letto del marchese di Cerralbo 7 Corridoio 8 Gran Portale e Scala d´Onore 9 Sala di riceviento d´inverno e Cappella 10 Salone Fiducia e Camera da letto della marchesa di VillaHuerta 11 Sala da Pranzo e Salone di Musica 7 1 Sala di ricevimento d´estate e Galleria La Sala di ricevimento d´estate era il luogo dove don Antonio del Valle riceveva i suoi ospiti prima di passare alle camere private. Dopo la sua morte nel 1900, questa zona del palazzo veniva utilizzata in primavera ed in estate dal marchese e dalla sua figliastra doña Amelia, per la meravigliosa vista al giardino delle stanze. Approfittavano cosí del soggiorno in queste stanze prima di trasferirsi al palazzo di Santa Mª de Huerta a Soria durante il resto de l´estate. Le stanze presentano un collegamento verso una Galleria con uscita al Giardino, in cui prevalgono quadri di tema religioso. Precedentemente, c´era un lungo corridoio, con una Scala di comunicazione interna con il Piano Principale, che é scomparsa con i lavori degli anni quaranta del secolo XX. Allegoria dell´Eucaristia Sant ‘Agostino e Santa Monica Scuola spagnola Seconda metà del secolo XVII Olio su tela Nº inv. VH 939 Girolamo Muziano 15801590 Olio su tela Nº inv. 4905 Questa tavola é molto simile a quella preservata nella chiesa di Sant Agostino di Perugia, opera dello stesso autore. Muziano ha fatto due versioni di questa composizione per la Basilica di San Pietro a Roma ed altre tre per altre chiese italiane. Nella collezione di pittura del Museo predominano le scuole spagnola ed italiana. Rispetto alle opere spagnole, risalta la pittura religiosa dei secoli XVII e XVIII. Questa pittura rappresenta una visione mistica: l´apoteosi dell´Eucaristia. Il suo stile è simile a quello del pittore di Córdoba Acisclo Antonio Palomino. Orologio San Giuseppe con Gesú bambino J.Wats. London Secolo XVIII Ferro, bronzo Nº inv. 4838 Scuola italiana 1600-1630 Olio su tela Modello inglese d´orologio sveglia per uso domestico, noto come lantern clock, che funziona con pesi. É il piú antico dei settanta orologi del Museo Cerralbo che decorano le stanze e si mantiene in perfetto stato operazione. L´autore anonimo di quest´opera é stato ispirato da una Madonna con Gesú bambino del pittore Guido Reni, maestro della scuola di Bologna , per comporre la figura di Gesú bambino addormentato nel grembo del santo. 9 2 Giardino L´ aspetto attuale del Giardino è una ricostruzione del 1995. Non si conserva quasi documentazione del giardino originale, ad eccezione di uno schizzo fatto dallo stesso marchese di Cerralbo. questo progetto anticipava un asse trasversale che divideva lo spazio in due triangoli e collegava la facciata del palazzo con l´angolo del Belvedere, situato nell´angolo del recinto, mentre al centro c´era un ampio spazio irregolare circondato da sentieri curvi. Negli anni quaranta del secolo scorso, é stato costruito un padiglione nello stesso stile del palazzo per uso interno del Museo. Cosí, l´idea originale del marchese di creare un asse é stata abbandonata ed il giardino ha sofferto uno stravolgimento da cui non si é potuto ancora riprendere. Tuttavia, l´intervento fatto ci permette oggi di godere di uno spazio paesaggistico di stilo classico-romantico, in cui si percepisce l´intenzione originaria del marchese. Lo spazio centrale é stato interpretato come uno stagno in cui, come se fosse uno specchio d´aqua, si riflettono le diverse sculture. Anche i busti degli imperatori romani, attaccati ai muri del recinto e del palazzo, raggiungono un ambiente simile a quello dei giardini italiani ornati da elementi classici. I sentieri curvi e la vegetazione spessa, ci ricordano il malinconico giardino di stile inglese. de Ribera, viceré di Napoli. É una copia del cinghiale romano della Galleria degli Uffizi, che riproduce un´opera ellenistica. Busto di matrona romana Italia, secoli XVIII-XIX Marmo Nº inv. 1026 Nel giardino sono presenti i busti classici che ornavano il giardino del palazzo di Santa María di Huerta (Soria), proprietà della marchesa di Cerralbo e dei suoi figli, dove la famiglia risiedeva durante l´estate. Lí, il marchese studiava i materiali archeologici dei depositi che si scavavano nell´area del fiume Jalón. Capitello romano Arcobriga (Monreal de Ariza, Zaragoza) Fine secolo I d.C. Arenaria tagliata Nº inv. 6143 Capitello corinzio che apparteneva a un pilastro d´angolo nel cortile di una casa romana. Fu trovato nei primi scavi del marchese di Cerralbo nella città celtiberico-romana di Arcobriga tra 1908 e 1911. Cinghiale Firenze, secolo XVI Marmo Nº inv. VH 1023 Quest´opera viene dal palazzo de Medinaceli, demolito a Madrid nel 1890. Apparteneva alla collezione di sculture classiche di Per Afán 10 3 Salone Rosso Questo salone é il primo di una serie di stanze allineate con vista al giardino. Secondo il costume dell’ epoca, il suo nome si deve al colore della tappezzeria e delle pareti. Il forte colore del salone é decorto con una bordatura di carta dipinta. Ció rappresentava un´alternativa allo zoccolo dei muri che era di moda a fine secolo XIX. IL salone é stato utilizzato come ufficio, dove il marchese incontrava i suoi amministratori e fornitori senza che loro dovessero attraversare le stanze private. La localizzazione di queste stanze d´ufficio, situate nel piano mezzanino, dove il proprietario lavorava nell´amministrazione delle sue aziende agricole o controllava il suo reddito ed affari, é stata una pratica comune nei palazzi urbani della nobilità e dell´alta borghesia.. Fernando de Aguilera e Contreras, XV marchese di Cerralbo Telefono Ericsson 1890-1900 Legno, bachelite, metallo, seta Nº inv. 7262 Valentín Carderera 1833 Olio su tela Nº inv. VH 496 Ritratto del grande zio di don Enriche de Aguilera, fondatore del Museo. Fu dipinto lo stesso anno della sua promozione come Capo Maggiore della Scuderia, all’ inizio del regno di Isabel II. Sulla spalla porta una frusta e sul tavolo c´e la chiave della Camera Reale e di Palazzo, concessagli insieme al posto. Citofono privato modello BC 1300 (405) che sicuramente comunicherebbe con un telefono simile situato nel Torrione, dove si trovava l´Archivio negli abbaini verso il 1900. Questo modello appare nel catalogo Ericsson del 1897. Don Jaime in uniforme a cavallo Angeli cantanti Ludovico Carracci 1600-1610 Olio su tela Nº inv. VH 490 A Maeer (uffizio) Austria, verso 1893 Gelatina/ Colodión ED Nº inv. 6177 Attribuito allo scorso periodo del pittore di Bologna, é probabilmente un frammento di un altra tavola. Rappresenta grandi visi d´un coro d´angeli in una composizione screziata ma chiaramente definita dal marcato disegno e il forte chiaroscuro. Fotografia del figlio ed erede di don Carlos de Borbón, come ritratto ufficiale con scenografía regia. Il giovane porta l’ uniforme e monta maestoso sul cavallo fermo. Tale fotografia é stata affettuosamente dedicata alla marchesa di Cerralbo. 11 4 Salone Giallo Questa stanza fungeva da sala da pranzo e anche da gabinetto di fiducia. Abbiamo ricavato quest´informazione osservando il proprio arredamento, composto da un tavolo fatto in legno di palma di mogano solido circondato da sei sedie di stile inglese, con il caratteristico schienale in bozza ed altre sedie dette da gabinetto. Questa serie ha vari sedili, seggioloni e divani situati in circolo per conversare, riempiti da molle basse ed avvolgenti, ed imbottiti in damasco di seta gialla, nello stesso tono che le sipari dei balconi. La decorazione della parete ha la carta dipinta originale dell´epoca, l´unica conservata in tutto il palazzo. Questa carta era stampata con procedura meccanica ed era un buon esempio dell´applicazione di procedure industriali alle arti decorative. É stata di moda nella metà del secolo XIX, ed era una soluzione pratica in comparazione agli antichi e piú costosi tessuti incollati alla parete. José de Aguilera e Contreras, XVI marchese di Cerralbo Agustín de Aguilera e Gamboa in uniforme Vicente López o Bernardo López Verso 1840 Olio su tela Nº inv. VH 502 Otero e Colominas (studio) La Habana, 1888-1989 Albumina Nº inv. VH 982 Il nonno di don Enriche de Aguilera fu ritratatto da Vicente López o da suo figlio Bernardo, continuatore dello stile del padre. Tutti e due furono pittori di Camara dalla regina Isabel II e ritrattista a Madrid con gran popolarità tra l´alta borghesia e l´aristocrazia. Ritratto fotografico di uno dei fratelli del marchese di Cerralbo, Agustín de Aguilera e Gamboa, conte di Alba de Eeltes, fatto in un famoso studio cubano. Porta uniforme e adotta la tipica posa del ritratto militare. Inocencia Serrano e Cerver vestita da “Charra”” Lampada Bohemia o Francia, seconda metà del secolo XIX Vetro, bronzo dorato Nº inv. VH 1006 Poujade e moglie (studio) Salamanca, 1878-1896 Gelatina/Colodión ED illuminata Nº inv. VH 984 Fotografia illuminata che rappresenta la marchesa di Cerralbo con il tipico abbigliamento dalla città di Salamanca. Questa fotografia è stata fatta da un fotografo francese che ha lavorato in varie città spagnole insieme a sua moglie. L’accurata illuminazione é segnata per “Ch. de Bar.” e probabilmente fatta a Parigi. Essempio dell´evoluzione diciannovesima d´una delle creazioni suntuarie dei vetrai di Bohemia. É stata fatta con vetro all’interno e con una cappa di cristallo di rocca roseo d´oro, inciso e tagliato. Questa tipologia é stata sostituita a partir del 1830 dal cristallo di rocca roseo di rame, per diminuire il prezzo della produzione. 12 5 Salotto Rosa In contrapposizione con le due stanze precedenti, in cui la decorazione originale é stata recuperata, questa stanza é stata ricreata come gabinetto della marchesa di Villa-Huerta con parte dell’ arredamento a lei caro per fare parte del Museo. La ricreazione é stata fatta al modo dei salotti d´azienda, al gusto delle donne del secolo XIX. In queste stanze era essenziale un seggiolame comodo dove la proprietaria si sedeva in modo rilassato e senza dover seguire il protocollo. È facile immaginare qui, la signorina Amelia acompagnata da qualche amica, chiacchierando mentre guardavano i fiori in primavera attraverso il balcone aperto che dava al giardino o ricamando mentre recitavano una lettura a voce alta. O anche da sola, seduta di fronte alla scrivania femminile segnata con la sua iniziale A, scrivendo lettere, inviti o note di gratitudine. Portagioielli Inocencia Serrano e Cerver con sua figlia Amelia Verso 1880 Vetro, metallolo dorato Nº inv. 26975 Scuola spagnola Verso 1855 Acquarello su cartone Nº inv. 505 Questo modello di portagioielli in forma di libro s´ispira alle scatole fatte con piastre di cristallo di rocca del Rinascimento. Allo stesso modo, di stilo rinascimentale sono anche i disegni d´arabeschi tagliati sulle maniglie. Contiene diverse decorazioni, in particolare una femminile dell´Ordine di Isabel la Católica. Antonio María del Valle con suo figlio Antonio Scuela spagnola Verso 1855 Acquarello su cartone Nº inv. 506 Antonio María del Valle y Angelín J. Heigel 1830 Acquarello su cartone Nº inv. VH 504 Questi due ritratti dipinti con la tecnica della miniatura, mostrano in coppie i membri della famiglia Valle Serrano: Inocencia (1816- 1896) e sua figlia Amelia (1853-1927), e Antonio del Valle (morto nel 1863) con suo figlio Antonio (1846-1900). Ritratto-miniatura del primo marito di Inocencia Serrano e Cerver, marchesa di Cerralbo. Segnata da Joseph Heigel, miniaturista tedesco stabilito a Parigi tra 1817 e 1837. 13 6 Camera da letto del marchese di Cerralbo In una società in cui si dá molta importanza alle apparenze, le stanze intime si concepivano con grande austerità in confronto all´opulenza e alla vistosità dei saloni da ricevimento. Ció si puó notare nella Camera da letto, ricreata dall’ inventario della casa che ha parte dell’ arredamento originale, e anche con qualche oggetti acquistati dagli antiquarii attuali. Com´era d’abitudine, c`era un letto con un materasso ripieno di borra di pelo o lana, un tavolino di nozze per tenere l´orinale, un guardaroba ed un cassettone con cassetti dove si tenevano i colli delle camicie, la biancheria intima, i gilè o i guanti, o come in questo caso con la doppia funzione anche di scrivania. C`é anche uno specchio la cui inclinazione si poteva regolare per farsi la barba e ritoccarsi i baffi – ed un lavamano di vasellame stampato composto da brocca e bacino. Nella sedia di stilo isabelino accanto ai piedi del letto, il Marchese é morto il 27 agosto del 1922. Letto Orologio sveglia con luce Maiorca o Catalugna Secolo XIX Legno d´ebano Nº inv. 28016 Francia? Seconda metà del secolo XIX Legno, metallolo Nº inv. VH 1122 Questo letto fu acquistato recentemente nel mercato d´arte per completare l´arredamento della camera da letto del marchese. Lo stile é di tradizione barocca; la testata e il piede hanno una struttura con sbarre e sormontate da pinnacoli. Orologio portatile da tavola che funzionava con sei delle prime pile francesi. È provvisto di una sveglia con interruttore di accensione, di una lampadina incandescente per vedere l´ora e di un accendino a benzina con interruttore elettrico e commutabile. Cassettone-scrivania Il marchese di Cerralbo con uniforme di gala Spagna, probabilmente Madrid, verso 1815 Legno di pino e noce, ottone dorato INº inv. 5144 Manuel Compañe Madrid, 1885-1909 Gelatina/Colodión ED Nº inv. 6181 Mobile composto da quattro cassetti con doppia funzione: il più alto funge da scrivania ed gli altri tre da guardaroba. La parte frontale del primo cassetto si puó aprire e utilizzare come apoggio per scrivere in piedi. La parte in fondo presenta piccoli cassetti per conservare la tinta, la carta, le penne, la ceralacca ed il sigillo. Ritratto fotografico del marchese di Cerralbo con abito di gala che mostra il cappello con piume e lo spratto di Corte. Manuel Compañe fu uno dei fotografi più famosi nel Madrid de finali del secolo XIX, con tre studi in attivo contemporaneamente. 14 7 Corridoio Attraverso questo corridoio, rilasciato con la antica scaletta di servizio, circolava la servitú che veniva dalle cucine del piano seminterrato per servire la sala da pranzo. Recentemente sono stati raggruppati qui gli oggetti di memoria carlista preservati nella casa in relazione con l´ affiliato politico del marchese di Cerralbo. Don Carlos de Borbón e doña Berta con abito tradizionale La Junta de Distrito de Igualada (organizzazione tradizionale carlista) G. Contarini Venezia 1896 Albumina Nº inv. 6173 J. J. Sagristá Igualada (Barcelona) Verso 1892 Albumina Nº inv. FF 2673 Fotografia dedicata a Carlos de Borbón, richiedente-aspirante al trono di Spagna. Lui appare con uniforme tradizionale (carlista) e con la sua seconda moglie Berta de Rohán, con mantiglia spagnola. Contarini aveva il suo studio a Venezia, dove la coppia resideva ufficialmente. Fotografia dedicata ai membri di una junta, organizazzione territoriale di base del carlismo. Come rappresentante politico di don Carlos, il Marchese viaggiò molto spesso in Spagna, incoraggiò ai suoi sostenitori e riuscí a fondare un partito moderno. Gruppo nei giardini di Santa María de Huerta Don Carlos de Borbón e Austria-Este, duca di Madrid Santiago Oñate Calataeud (Zaragoza) 1870-1900 Albumina Nº inv. 6176 G. Atam Venezia, verso 1890 Carboncino Nº inv. 5379 Nell´immagine possiamo idenfiticare i membri della famiglia: Enriche, Inocencia, Antonio e Amelia, nei giardini del palazzo-residenza d´estate di Santa María de Huerta (Soria). Santiago Oñate, fotografo aragonese, fu collaboratore abituale del marchese. Ritratto inviato al marchese di Cerralbo da Venezia da don Carlos de Borbón nel 1893, per ringraziarle della cortesia ricevuta. Il duca porta l’ uniforme da Capitano Generale con chapela (cappello tradizionale) e la sua figura é disegnata con una tecnica di chiaroscuro cosí precisa che sembra una fotografia. 15 8 Gran Por tale e Scala d´Onore L´ingresso, come tanti altri portali di Madrid, ha due enormi porte gemelle. La sua funzione, al giorno d`oggi abbandonata), era quella di permettere l´accesso delle carrozze degli invitati e fornitori da un lato e permetterne l´uscita dall`altro. In questo modo, si facilitavano le complicate manovre dei cavalli. Invece, le carrozze di proprietá della casa, potevano parcheggiarsi giusto l´inizio della scala e lì, i signori potevano scendere con comoditá, mentre il cocchiere accedeva al cortile interno dove c´erano le stanzone e il custode d´arnese. La Scala d´Onore era uno degli spazi più scenografici dei palazzi diciannovesimi, dov´era importante esaltare il prestigio sociale dei proprietari della casa. In questa parte del palazzo Cerralbo si distingue la ringhiera di ferro battuto che fu proprietà dell’ antico Monastero de las Salesas Reales della regina Bárbara di Braganza. Il grande scudo con l´araldica del matrimonio Cerralbo si trova tra due arazzi del secolo XVII: uno di Bruxelles con lo scudo della famiglia Carvajal, Padilla, Acuña e Enríchez, e l´altro di Pastrana, con l´araldica della famiglia Silva, Mendoza e de la Cerda. Matrona romana Santo Domingo in Soriano Seconda metà del secolo II d.C. Marmo Nº inv. 44 Antonio de Pereda Verso 1655 Olio su tela Nº inv. 56 Giovane matrona con la testa scoperta per risaltare il riconoscimento e la libertà che la donna romana acquistò con il trascorso del tempo. Presenta diversi restauri, come marca di grappa d´epoca antica ed altri parte aggiunte nel secolo XIX. Questa tavola apparteneva alla pala d’altare della cappella del marchese di La Lapilla, distrutta nell`incendio che devastò la Scuola di Atocha nel 1872. Don Enriche de Aguilera, patrono della cappella, recuperò quest´opera che rappresenta il miracolo successo/avvenuto nel 1530 nel convento dominico di Soriano (Italia). Arazzo dei III Duca di Pastrana Scudo Verso 1893 Intonaco rivestito Produzione di Pastrana Verso 1625 Lana e seta Nº inv. 55 Magnifico esempio della scarsa produzione conservata degli arazzi di Pastrana (Guadalajara) opera di Francisco Tons, capo degli arazzi d´ Anversa. Quest’ opera è attribuita da lui per similitudine con altri due arazzi che mostrano la sua signature. A destra si trova l´araldica del marchese di Cerralbo, Grande di Spagna, che teneva anche i titoli di marchese del Sacro Impero Romano, di Almarza e di Campo Fuerte, conte di Alcudia, di Villalobos e di Foncalada. A sinistra, l´araldica degli antenati de sua moglie: Serrano, Soler e Cerver. 16 9 Sala di ricevimento Quest´area di ricevimento apparteneva alla parte della casa dei marchesi di Cerralbo e di sua figlia doña Amelia che fu trasformata in un secondo momento in ala d´inverno. É stato decorato sobriamente, nello stesso stile del resto del piano, con l´arredamento caratteristico delle sale di ricevimento del diciannovesimo secolo tavolo “de arrimo” (si avvicina al muro) o consolle con due sedie e specchio a figura intera sopra un plinto decorativo, con scaffale per piante d´interno. Questi grandi specchi noti con il termino francese tremó, permettevano sia alle visite di guardarsi allo specchio e controllarsi gli ultimi dettagli prima di essere ricevuti, sia ai proprietari di fare lo stesso prima d´uscire di casa. In comunicazione diretta con questa stanza ci sono la Capella, il Salone Fiducia e all`epoca, il corridoio che accedeva alle camere d´uso privato. Felipe III Orologio da muro Scuola spagnola 1600-1630 Olio su tela Nº inv.VH 434 Germania, 1870-1900 Legno, alabastro, metallolo, porcellana Nº inv. VH 270 Quest´opera ripete il modello di ritratto cortigiano dipinto dagli allievi di Pantoja de la Cruz, come Bartolomé González, Rodrigo de Villandrandro e Andrés López Polanco. L´orologio a cucù fatto dagli orologiai della Foresta Nera è stato molto popolare nella seonda metà del secolo XIX. Ancor oggi, esce dall’ orologio un uccellino di cuculo che fischia le ore e dopo si raccoglie dentro la finestrina. Margarita de Austria Portabastone Scuola spagnola 1600-1630 Olio su tela Nº inv.VH 433 Daniel Zuloaga 1888 Vasellame smaltato Nº inv. 27068 Tal opera è copia della precedente. Ripete un modello di ritratto lungamente codificato che sopravvive nel secolo XVII per tutte le copie che i nobili spagnoli ordinavano per poter esporre nelle loro gallerie di ritratti, per esempio come quelle dei re nel palazzo del Pardo o nel Alcázar reale. Decorato da Daniel Zuloaga nella Fabbrica di La Moncloa con motivo di candelieri di stilo neorinascimentale. Zuloaga fu un grande ceramista addestrato à Sèvres ed è anche l´autore della decorazione ceramica di altre costruzioni di fine del secolo XIX a Madrid, come il Palazzo di Velázquez nel Retiro ed il Ministero delle Politiche Agricole. 17 10 Salone Fiducia e Camera da letto della marchesa di Villa-Huerta Questa è la sala di ricevimento da giorno in cui si trovano parte degli oggetti più impressionanti della casa. Il termine Fiducia, secondo la mentalità del diciannovesimo secolo, si riferisce ai saloni in cui si ricevevano le visite, intime o di società, i giorni di ricevimento senza il protocollo e l´armamentario dei ricevimento di gala. Questa stanza si trova in comunizacione con quella che fu l´ultima camera da letto della marchesa di Villa-Huerta. Attira l’attenzione la gran lampada di vetro di Murano, acquistata dai marchesi in uno dei loro viaggi in Italia. Sotto la lampada, sul tavolo centrale, si trova un insieme di porcellana di Meissen del secolo XIX, con due barattoli e due vasi decorati coi quattro elementi della Natura: Acqua, Fuoco, Terra e Aria. Matilde de Aguilera e Gamboa, signora di Fontagud Specchi oscillanti o psiqué Fabbrica di Meissen Verso 1885 Porcellana, vetro, legno Nº inv. 533 Federico de Madrazo e Kuntz 1873 Olio su tela Nº inv. 28025 Ritratto della più cara sorella del Marchese, prematuramente defunta, donato al Museo nel 2008. Madrazo, ritrattista di moda in Madrid all`època, ricreò la bellezza della donna in una posa resa speciale per la sua delicatezza. È uno degli oggetti di stile Dresde o Sassonia che decorano questa stanza con le porcellane favorite della società del secolo XIX. Dal 1850, la fabbrica di Meissen ha commercializzato arredamento ed altri oggetti di stile neo-roccocó basati sulle sue esclusive porcellane del sècolo XVIII. Inocencia Serrano e Cerver e Amelia del Valle e Serrano con abito orientale Zarf set Turchia, verso1890 Argento Nº inv. VH 678 a 680 Abdullah Frères (studio) Istambul, 1889 Albumina Nº inv. VH 702 Sostegno a forma di coppa usato nei paesi d´Oriente per sostenere una tazza senza manico per servire il caffé caldo. È probabile che questo zarf set esposto nella vetrina di “Souvenirs” sia stato acquistato in Turchia dai marchesi di Cerralbo ed i suoi figli nel 1889. Questo ritratto fotografico, realizzato durante il viaggio familiare in Turchia, mostra la madre e figlia con il tipico abito turco e posando su un divano. I tre fratelli Armeni noti come Abdullah Fréres sono stati famosi fotografi in Istanbul e Cairo. 18 11 Sala da Pranzo e Salone di Musica Questa stanza era utilizzata come Sala da pranzo e Sala di soggiorno, per trovarsi in una delle parte più calde del palazzo, grazie alla prossimitá delle caldaiae e l´entrata del sole dalle finestre nel tardo pomeriggio. Inoltre, il focolare di ferro favoriva la combustione e riduceva il consumo di combustibile. Il tavolo centrale è circolare, con la possibilità di estenderlo i lati. È stato utilizzato per mangiare, parlare, leggere, cucire o per fare una partita a carte. Vicino al focolare c´e un divano comodo per sedersi e prendersi un caffé dopo pranzo. Davanti uno dei balconi, c´e un tavolo dove si calcolava la contabilitá quotidiana, si faceva una lista con gli ordini per la governante o si scriveva e rispondeva alle lettere, un attivitá prioritaria nella società del diciannovesimo secolo per comunicare. Accanto si trova il Salone di Musica, noto nell’ antico inventario della casa come Stanza Belvedere, per la recinzione di vetro del balcone, dove la marchesa di Villa-Huerta teneva lezioni di piano. Vaso con fiori Natura morta all´aperto con frutta, fiori e verdure- Jan Baptiste Boschaert 1715 Olio su tela Nº inv. VH 469 Giovan Battista Ruoppolo Verso 1680 Olio su tela Nº inv. VH 455 Eccezionale esempio di natura morta di fiori del Museo. Nella ristaurazione é stata scoperta la signature di Boschaert. Lo stile all’italiana delle opere di questo pittore fiammingo si deve all´ammirazione che destavano in Europa le pitture di fiori di Napoli. Il napoletano Ruoppolo, ha diffuso un tipo di natura morta di grande formato con abbondante frutta, verdura e fiori rappresentati all´aperto, nel suo proprio albero, nella sua pianta o ammucchiati per terra. Questo efetto decorativo è stato molto apprezzato in Spagna ed Italia. Piatto con pesche Ramo di fiori con mascherone Juan van der Hamen Hacia 1630 Óleo sobre lienzo Nº inv. VH 133 Gabriel de la Corte Verso 1670-1680 Olio su tela Nº inv. VH 461 Il gruppo di tavoli con un ramo di fiori con un mascherone di bronzo è stato fatto da uno dei migliori pittori di fiori della Corte di Carlos II. La tradizionale ghirlanda d´origine rinascimentale inonda il tavolo in una lussureggiante cascata piena di vitalità e naturalismo. Lo stato di conservazione di questa pittura ha reso difficile l´identificazione del suo autore. Recentemente, è stato attributo a Juan van der Hamen, il grande pittore di natura morta scomparso prematuramente nell´epoca di Filippo III. Il piatto con frutta è stato il tipo di natura morta più dipinto da questo pittore. 19 PIANO PRINCIPALE Il Piano Nobile o Piano Principale è stato destinato alla promozione sociale e decorato in un modo più sontuoso e artistico. È come lo specchio della posizione economica e sociale dei suoi proprietari che, attraverso la distribuzione del piano, emerge la mentalità del dicianovesimo secolo, dove è più importante l`apparenza e per cui si riservano i migliori spazi per le visite degli ospiti. Infatti, questo piano soltanto si apriva per i ricevimenti, le feste e i balli. Ha una distribuzione simile al Piano Mezzanino, con una serie di stanze allineate, una dopo l´altra, più tre ampie gallerie che circondano un cortile interno, di modo che tutte le stanze formano uno spazio comune con multipli accessi, perfetto per ricevere un gran numero d´invitati e distribuire in modo armonico le collezioni d`arte. La sua solida struttura nonostante il trascorso del tempo si deve allo sforzo d´una squadra multidisciplinare di professionisti che ha lavorato accuratamente per recuperare l’ ambiente originale. 20 12 Armeria 13 Sala da Bagno 21 Salone Biliardo 22 Salone Smussatura 14 Sala Araba 15 Salone Stufa (Serra) 23 Ufficio 24 Biblioteca 16 17 18 19 20 25 26 27 28 Corridoio dei Disegni Sala delle Colonnette Salone Guardaroba Salotto Impero Sala da Pranzo di Gala 21 Prima Galleria Seconda Galleria Terza Galleria e Bagnetto Salone di Danza 12 13 Ar meria Sala da Bagno Quest´era una stanza adibita al ricevimento degli ospiti dove avveniva la cerimonia del baciamano. L´ambiente evoca i saloni d´arma medievale e ci trasporta alle nobili gesta degli antenati della famiglia. La decorazione della consolla con specchio e le gallerie sopra la porta sono d´ispirazione gotica, dello stesso stile delle due sedie vicino la porta e la cui aspirazione é emulare il salone del trono di un castello medievale. Armi e armature sono appogiate alle pareti e si sposano armonicamente agli scudi araldici del soffitto, fatti in intonaco dipinto, che insieme con il siniscalco di feltro, rendono l`idea della notorietá ed ascendenza nobile del proprietario della casa. In comunicazione diretta con l´Armeria si trova la Sala da Bagno, stanza che rispecchia piú l´ostentazione che la praticitá. È importante ricordare che, fino all´ultimo terzo del sècolo XIX, non era comune che i bagni fossero pensati come stanze indipendenti. Possedere una stanza esclusiva con bagno di marmo, rubinetti d´aqua calda e fredda e scolo, era una ostentazione di comfort che mostravano i propietari della casa. Armatura Celata Verso 1650 Ferro battuto Nº inv. 100 Germania, secolo XVI Ferro battuto e intagliato Nº inv. 103 Secondo la tradizione, apparteneva a uno degli antenati del marchese di Cerralbo, don Pablo Fernández de Contreras, I conte di Alcudia, Ammiraglio del Mare Oceano, famoso per l´eroica vittoria del suo galeone contro tre nave olandesi nel 1635. Una leggenda attribuisce questa celata a Enmanuel Filiberto, duca di Saboya, vincitore a San Quintín a comando dell’esercito di Filippo II, e noto con il soprannome di “Testa di Ferro”. 22 Gesù condannato a morte Staffa (Abumi) Francisco de Herrera, el Mozo Verso 1670 Olio su tela Nº inv. 295 Giappone, periodo Edo (1614-1868) Ferro, argento, lacca Nº inv. 464-465; 466-467 Formato à Siviglia e Italia, Herrera ha lavorato nella Corte di Madrid come pittore reale. Questo Museo preserva le due tavole sulla Passione di Cristo che ha dipinto per la scuola di Santo Tomasso di Atocha, distrutto nel 1872. Staffa di samurai, segnati nello stelo della fibia dall´autore. La parte esterna è decorata con fiori d´argento; l´interno mostra la placca di legno laccata dove si sostengono i piedi. Sedia di mani Pistola Francia, verso 1750 Pino e quercia, lino, seta Nº inv. 396 Belgio, verso 1820 Legno, ferro Nº inv. 453 La pennellatura, di stile roccocò, è dipinta all´olio con rami di fiori e decorazione che imita il rivestimento tipo “bois unis” o legnos unito, di moda nell’ arredamento francese verso il 1750. Pistola d´uso civile, con chiave di mano di scintilla. Porta una doppia ciotola, duplicata per le canne inferiore, che si confrontano ai “piedi di gatto” girando una leva situata nel lato sinistro dell´arma. Archibugio da caccia Martirio di San Sebastiano Miguel Cegarra 1768-1783 Ferro, oro, legno, avorio Nº inv. 445 José Antolínez 1657 Olio su tela Nº inv. 519 Rappresenta il momento prima del martirio, quando il santo, che appartiene alla guardia pretoriana di Diocleziano, é già nudo e legato all´ albero prima di essere saetatto davanti all’ imperatore romano a cavallo. Ha la sua chiave di mano alla moda di Madrid. Il marchio indica che procede della Reale Galleria di tiro con l’arco e apparteneva, secondo un’ iscrizione di damascene in oro, allo Infante don Gabriel de Borbón. L´armaiolo Cegarra fu archibugiere dal re Carlos III. 23 14 Sala Araba Il nome gabinetto orientale o sala turca, tra altri termini simili, si riferisce allo stesso tipo di stanza, di moda in tutta Europa nel secolo XIX, e associata al consumo di tabacco e, per tanto, d´uso fondamentalmente maschile. Le mura sono coperte con kilim e il suolo e l´arredamento, pieni di tappeti, cercavano d´evocare le jaimas (tenda dei nomadi del deserto). In questo tipo di stanze si trovano oggetti di curiosità e di raccolta, in particolare armi e armature, ma anche strumenti musicali o resti strani come l´appendice di un pesce sega. La decorazione neoaraba delle mura e degli oggetti raccolti in questo gabinetto o “fumoir” procedono de Cina, Giappone, l´Isole Filippine, Marocco o Nuova Zelanda. Sono la conseguenza del gusto per l`aspetto esotico ereditato del Romanticismo. Esotismo e Orientalismo sono due qualità che si collegano nella decorazione di questi saloni che proliferano a Madrid fino all´inizio del secolo XX, a imitazione del Gabinetto Arabo, fatto da Rafael Contreras per il Palazzo Reale di Aranjuez. Set per fumare oppio Bento Cina, dinastia Qing Secolo XIX Vasellame smalto, metallo Nº inv. 554 Giappone, periodo Meiji (1868-1911) Legno laccato Nº inv. 566 È un´altra curiosità tra gli oggetti esposti in questo gabinetto orientale. Ha la stessa funzione della pipa, esotico riferimento all´uso comune dei saloni arabi di moda nei palazzi europei di fine secolo XIX, dove gli uomini si riuniscono per fumare. Set di contenitori usato per conservare e trasportare il cibo pronto per il consumo. L´uso di scatole o contenitore impilabile cominció in Giappone verso il 1610 e si usano tutt`ora. 24 Armatura Pugnale (Kris) Giappone, periodo Edo (1614- 1868) Ferro, rame, lacca, tessile Nº inv. 585 Isole Filippine (Isole Sulu) Secolo XIX Acciaio, legno Nº inv. 642 Composto da kabuto (casco), ho-ate (maschera), nodu-wa (gorgiera), do (corazza), sode, ko-te (bracciali) e sune-ate (gambale). Alla fine del periodo Edo in Giappone si facevano armature di samurai basate sui modelli antichi, come oggetti artistici e memoriali. Il kris dei musulmani delle Isole Filippine, arma millenaria del sud d´Asia, si considerava anche come un oggetto che portava fortuna. La lama, generalmente di forma fiammeggiante e ondulata, era forgiata da artigiani specializzati che facevano rituali mistici per conferire poteri spirituali. Spingarda (fucile da caccia) Violino bicorde (Erh-hu) Marocco Secolo XIX Legno, metallo Nº inv. 588 Shanghai (Cina) Secolo XIX Canna, pelle di serpente Nº inv. 652 Utilizzata nella guerra di Melilla e presa nel zoco (mercato arabo) El Jemis de Beni-Bu Ifrur il 30 settembre dell’ 1909. Era l´arma preferita dai marocchini del Rif grazie alla facile manipolazione ed anche perché quando le munizioni finivano, poteva caricarsi con sassi. Parte degli oggetti esposti in questa sala furono acquisiti dal marchese di Cerralbo nel Hôtel Drouot de Parigi. dove fu venduta all’asta la collezione di strumenti musicali di Adolphe Sax, inventore del sassofono, a cui appartenne questo violino fino all’anno1877. Ligua Zibellino (Wakizashi) Isole Filippine Secolo XIX Ferro, legno Nº inv. 609 Giappone, periodo Edo (16141868) Acciaio, rame, legno, pelle di zappa, lacca e tessile Nº inv. 731 Questo tipo di spada samurai si utilizzava nei duelli e combattimenti corpo a corpo e nel suicidio rituale noto come hara-kiri o seppuku. La dimensione è la più grande che puó avere uno wakizashi. Ascia da combattimento, regalo del sindaco generale dell´Azienda delle Isole Filippine a don Enrique de Aguilera, insieme ad altre armi dei musulmani de Mindanao e dei igorrotes (popolo de l´isola di Luzón). 25 15 Salone Stufa (Serra) Inizialmente, questa stanza è stata progettata come una serra, dove si proteggevano dall’ aperto le piante esotiche o le piante da interno. È uno spazio del gusto della seconda metà del secolo XIX adattato allo stile dei palazzi urbani, del modello di padiglione o stufa fredda, frequente nei parchi e giardini dopo la presentazione del padiglione di ferro e vetro fatto da Paxton nell´Esposizione Universale dell’ 1851 a Londra. Il Marchese non ha visto nessun vantaggio nell`uso del vetro, progettato dagli architetti di palazzo, poco pratico per un clima come a Madrid, con una grande escursione termica, e condannò cosí le finestre coprendole d`arazzi a mó di sipari. Il salone si converte in un gabinetto di collezione dove si mescolano materiali, stili ed èpoche con oggetti archeologici, tra cui evidenziamo per esempio gli assi e i tessuti del Neolitico dalle culture di palafitta dei grandi laghi di Svizzera, il vaso campaniforme di Malpartida di Plasencia (Cáceres), i vasi greci antichi e italici e le arme iberiche. La maggior parte fu acquistata dal marchese di Cerralbo nel commercio d´oggetti d’antiquariato, e non furono trovati nei suoi scavi archeologici e paleontologici che il Marchese lasciò al Museo Archeologico Nazionale e al Museo Nazionale di Scienze Naturali. Busto e mani d´un apostolo Ampolla di pellegrino Egitto, secoli VI-VII A stampo Nº inv. 848 Scuola castigliana Verso 1700 Legno policromo Nº inv. 799 Barattolo in ceramica utilizzato, in origine, per contenere l´olio con cui si accendevano le lampade che proteggevano la tomba di San Menas in Abu Mena (Alessandria, Egitto) e, posteriormente, offerto ai pellegrini come souvenir del viaggio. L´immagine di abbigliamento è stato un tipo di scultura processionale molto abbondante in Spagna durante il Barocco. In questo esempio, il busto e le mani si articolavano con una struttura che rimaneva nascosta sotto la tunica che vestiva la figura per il culto o la processione. 26 Tondo con l´Adorazione della Vergine Giardinaggio Giappone, periodo Meiji (1868-1912) Porcellana Nº inv. 947 Firenze Primo terzo del secolo XVI Vasellame smalto Nº inv. 811 Notabile esempio del tipo di scultura religiosa creato nel Rinascimento da Lucca della Robbia, modellato in argilla e smaltato, con figure in bianco e ghirlande policrome. Si attribuisce a un allievo di Andrea della Robbia o all’ ufficio dei Buglioni. La sua funzione concorda con il disegno di questa sala come serra o giardino d´inverno. È stata fatta dopo l´Esposizione Universale di Parigi nell’1878, dove le porcellane giapponesi decorate in azzurro e bianco con fiori e uccelli hanno avuto un grande successo. Escifo greco Falcata iberica (spada) Puglia (Italia) Metà del secolo IV A.C. Tecnica di figure rosse Nº inv. 902 Necropoli di Las Angosturas Illora (Granada) ,secoli IV-III A.C. Ferro battuto, decorazione di damascene Nº inv. 1306 Spada caratteristica del guerriero iberico, con manico a forma di testa di cavallo. Mostra una decorazione di filo d´argento con motivi vegetali nel manico, e un animale fantastico (dragone?) nella lama. Contenitore per bere vino, che mostra un giovane morto rappresentato come Dioniso, una Niké che lui offre le nastri funerari e una Menade che acompagna ballando una danza bacchica. Il rhyton o corna contiene il vino sacro della celebrazione. Natura morta di frutta e utensile di cucina Semi-pedalis de la Legio VII Gemina Luis Meléndez Verso 1760-1765 Olio su tela Nº inv. 905 León, 238-244 d.C. A stampo, marca stampata Nº inv. 1400 Mattone di “medio piede romano” di lunghezza, fatto dalla legione romana stabilita nella attuale città di León. I legionari non solo garantivano la pace e raccoglievano le tasse, ma partecipavano anche nella romanizzazione dei territori conquistati grazie alle sue produzioni industriale. Opera del più famoso pittore spagnolo di natura morta del secolo XVIII, caratterizzato dall´eccezionale tessitura degli oggetti e per la sua rappresentazione dal basso, come se il pittore avesse lavorato da seduto molto vicino agli oggetti. 27 16 Corridoio dei Disegni Questo corridoio era un’ area di servizio, dove aspettavano i servitori in attesa della chiamata dei signori della Sala da Pranzo di Gala. È stato decorato dal Marchese con parte della sua collezione di disegni, 80 dei 558. La sua collocazione, in un luogo senza luce naturale diretta non è fortuito; senza dubbio don Enrique conosceva i pericoli del foto-deterioramento delle opere su carta. Le opere che si mostrano adesso sono la riproduzione facsimile degli originali, e conservano le antiche attribuzioni. Hanno le modanature originali restaurate, mentre gli autentici originali si trovano perfettamente conservati nei negozi. Tra tutti i disegni risalta “Vettura coperta e barata” di Goya, fatto tra 1824 e 1828 durante il suo esilio in Francia. Oltre a questo importante disegno si conservano anche notevoli opere di Francisco Bayeu, José del Castillo, Salvador Maella o Manuel Salvador Carmona, o figure d´altre scuole europee. Della scuola italiana ci sono opere di Confortini, Pietro da Cortona, Palma “il Giovane” o della famiglia Tiepolo. Della scuola francese sono importanti gli studi di Charles Mellin, Nicolas de Platmontaigne o Antoine Ranc, mentre che dei paesi nordici risaltano le composizione di Willem van Nieuwlandt, Adriaen van Ostade o Jan Ekens. “Vettura coperta e barata” Signora seduta davanti un tavolo Francisco de Goya 1824-1828 Matita litografica Nº inv. 4711 Jacobo Confortini 1634-1666 Matita nera e sanguigna Nº inv. 4713 Studio per una delle figure dell´opera “Le nozze di Caná” che questo pittore fiorentino della prima fase del Barocco ha fatto nel refettorio del convento di Santa Trinitá de Firenze nel 1631. Per la libertà della traccia e la posa del ritratto, sembra uno studio del naturale. Questo disegno faceva parte dell’ album che Goya disegnò a Bordeaux e che rappresentava diversi mezzi di trasporto o locomozione usati dai poveri e mendicanti. Questo disegno, nº 25 del Album G, rappresenta uno storpio trascinando una carriola davanti la derisione nascosta di tre donne. 28 Ritratto di bambino Monarca ricevendo un emissario Manuel Salvador Carmona Verso 1790 Matita nera e sanguigna Nº inv. 4698 Federico Zuccaro 1542-1609 Penna, tinta marrone con tocchi di gessetto da disegno, sanguigna e matita nera Nº inv. 4705 Opera del gran pittore manierista che lavoró per i principali patroni del secolo XVI in Italia, Inghilterra, Olanda e Spagna. Tra 1586 e 1588 partecipò nella decorazione del Real Monasterio de El Escorial con la protezione di Filippo II. Disegno dell’ incisore di Camara del re Carlos III, che puó rappresentare uno dei suoi figli, Juan Antonio, nato dal secondo matrimonio con Ana María Mengs, la figlia maggiore del pittore Antonio Rafael Mengs. Progetto per la decorazione d´una chiesa Arrivo da Federico V a Bohemia Francisco Rizi de Guevara, 1614-1685 Matita nera, tinta marrone e acquarello Nº inv. 4763 Schizzo per la decorazione murale d´un settore della proiezione d´una cappelletta. Francisco Rizi imparò dagli italiani Agostino Mitelli e Angelo Michele Colonna la tecnica della quadratura con architettura finta che utilizzò nella decorazione di diverse cappellette di conventi a Madrid. Adrien Pieters Van de Venne 1613-1618 Penna, tinta marrone e matita nera Nº inv. 4744 Disegno preparatorio per la stampa incisa de Van de Venne, pubblicata da suo fratello Jan en Middlenburgh nel 1618. Rappresenta l´arrivo a Vlissingen nel 1613 della flotta inglese che portò l`elettore Palatino del Reno, Federico V, e sua moglie Isabel, principessa d´Inghilterra, al suo nuovo regno in Boemia. Santa (¿Martina?) portata al martirio Giugurta annodato e consegnato a Sila, chi lo porta davanti a Mario Pietro da Cortona Verso 1634 Matita nera, penna e tinta marrone Nº inv. 4766 Mariano Salvador Maella Verso 1772 Penna, tinta marrone e guazzo grigio Nº inv. 4746 Disegno preparatorio per la lamina XXX, incisa da Manuel Salvador Carmona, del libro “La congiura di Catilina e la Guerra di Iugurta”, opera di Cayo Salustio Crispo, pubblicato da Joaquín Ibarra nel 1772, una delle piè belle edizioni spagnole del secolo XVIII. Disegno preparatorio per un´opera progettata probabilmente per la chiesa dei Santi Luca e Martina, nel Foro Romano, che apparteneva a l´Accademia di San Luca, diritta per Cortona nel 1634; anno in cui si iniziarono i lavori di rinnovo della cripta e si trovarono le reliquie della santa. 29 17 Sala delle Colonnette Questo salone, testimone del gusto collezionista del marchese di Cerralbo, ha avuto la funzione di fumoir, luogo dove gli uomini si riunivano per parlare d´affari o per commentare gli eventi della convulsa politica del diciannovesimo secolo mentre fumavano. Il nome Sala delle Colonnette si deve al congiunto disposto sul tavolo centrale. Una gran varietà di figurine, dalla cultura egiziana, greca, etrusca e romana insieme ad altre dell´Età Moderna, fatte in terracotta, marmo e bronzo, s´eriggono su colonnette d´agata, alabastro, marmo di colori e legno dorato, come se fossero piccoli monumenti. L´opulenza e l´accumulazione d´oggetti, insieme ai tavoli che coprono la totalità delle mura – ieri su carta d´imitazione di guadamecí (cuoio dorato o argentato) – ci porta alle stanze del secolo XVII. Le pitture appartengono fondamentalmente alla scuola barocca di Madrid. Anche barocco è lo stile dell`arredamento, le scrivanie napoletane con applicazioni d´ebano e conchiglie –disposte in coppie secondo la tradizione di collocare questi arredamenti in gruppi di due–, la scrivania di tipo salmantino (di Salamanca) e lo specchio veneziano con applicazioni di perla sul focolare. Busto Coperchio di vaso canopo Produzione di Sèvres Verso 1770 Gara porcellana (biscuit) Nº inv. 4656 Egitto Primo millennio a.C. Marmo Nº inv. 4646 Probabilmente è un ritratto del Delfino di Francia, fatto durante l´epoca in cui la bottega di scultura della reale produzione francese di porcellana è stata diritta dal pittore JeanJacches Bachelier. Testa umana del dio Amset, uno dei quattro figli d´Horus che, rappresentati nei quattro vasi canopi, portavano le viscere dei morti mummificati nell’ antico Egitto; in questo caso il fegato. 30 Vergine degli Angeli Giovani con cestino nella testa Bartolomé González Verso 1613 Olio su tela Nº inv. 4593 Sebastiano Ricci Verso 1722 Olio su tela Nº inv. 4605 A fine secolo XIX il marchese di Cerrralbo acquistò, probabilmente in Italia, quest´opera che è un frammento della “Cena di Emmaus”, tavola dipinta da Ricci per la chiesa del Corpus Domini de Venezia. Anche titulato “Concerto celestiale”, è una réplica della pala dell’ altare maggiore della chiesa del convento dei Cappuccini de El Pardo (Madrid), ordinato a Bartolomé González per Filippo III, per cui lavorava come pittore di camara e ritrattista. L´Asuncion della Vergine Scrivania Eugenio Caxés Verso 1615-1620 Olio su tela Nº inv. 4601 Spagna o Napoli Verso 1660 Legno tinto di nero, conchiglia, bronzo Nº inv. 4529 Opera firmata dal migliore pittore del re nella corte di Madrid dopo la morte di suo padre, l´italiano Patricio Caxés, fino all´arrivo di Velázquez. Il suo stile si collega nella tradizione del tardomanierismo italiano. Arredamento di qualità d´un modello standarizato nella seconda metà del secolo XVII, d´origine napoletano, anche fabbricato in Spagna. Il tipo è “de papelera” (documenti), perche non ha la coperta frontale, che serviva per preservare documenti e piccoli oggetti. Concerto d´uccelli Armadio cartella Attribuito a Juan de Arellano Verso 1650-1670 Olio su tela Nº inv. 4604 Spagna, secolo XIX Legno, metallo, velluto di seta Nº inv. 4547 Arredamento originale d´uso negli ufizzi del secolo XIX. In questa sala serviva per preservare una selezione di disegni e stampe, che probabilmente il Marchese mostrava ai suoi invitati, insieme ad altre opere simile esposte nel corridoio adiacente. In un giardino di ricche e diversificati fiori, uccelli di diverse specie cantano a coro, dirigite dal gufo. L´argumento, d´origene fiammingo, non è esente d´ironia, perché sembra che s´impone la voce del pavone, cosí bello come inutile per il canto. 31 18 Salone Guardaroba Questa camera trasmette lo stesso senso di ostentazione delle altre stanze del Palazzo. È stata progettata come abbigliatoio del marchese di Cerralbo, e per questo è una stanza riservata agli uomini in contrasto con quella della Marchesa con cui comunica direttamente. L´abbigliatoio significa la sopravvivenza a livello meramente simbolico, della tradizione di vestirsi o accommodarsi davanti al sèguito di servi in questo tipo di stanze che servivano anche da sala di ricevimento, a imitazione dell’ ambiente cortigiano dei re. A quest´idea contribuisce l´armadio guardaroba di legno di quercia, coronato d´alte creste guarnite da intagli dorati del secolo XVIII francese e la collezione di spadini di corte e sciàbola dei secoli XVIII e XIX ostentatamente situati sul tavolo centrale. Sul lavandino, riutilizzato come tavolo d´abbigliatoio, ci sono oggetti e souvenirs di micromosaico e cristallo procedenti da Venezia che si distribuiscono sul marmo. Lo scaffale nasconde il deposito di riempimento d´aqua quando s´utilizzava come lavandino. Due poltrone, ricamate in velluto e seta Cina, caratteristiche del secolo XIX, favorivano la conversazione vicino al calore del focolare. Orologio da focolare accompagnato da due lampadari Seggiolone Francia o Spagna Verso 1890 Legno, seta Nº inv. 4175 Marquís à Parigi II Impero (1852-1870) Bronzo dorato Nº inv. 4219 a 4221 È del tipo di sedile chiamato “di comodità”, completamente tappezzatto con materiali riempiti e sòffici, di moda nella seconda metà del secolo XIX nei saloni dove si aspettava la visita della famiglia o amici più intimi, nell’ abbigliatoio, guardaroba o bagno. La cassetta di quest´orologio ed i lampadari furono scelti in bronzo dorato all´oro macinato da Marquís, uno dei numerosi funditori d´ornamenti di bronzo per orologi a Parigi. Ha “Movimento Parigi” a pendolo e campanello d´ore e mezze ore. 32 Puf- legnaia Spadino d´onore Spagna, secolo XIX Legno, seta Nº inv. 4229 Tomás de Ayala Verso 1800 Ferro Nº inv. 4332 Il sedile sòffice di questo sgabello si apre come il coperchio d´una scatola, dove si tenevano i legni per il fuoco del focolare. L´uso è stato comune nei palazzi borghesi e aristocratici nella seconda metà del secolo XIX. La lama è firmata da uno dei rappresentanti d´una famosa dinastía di spadaii di Toledo, ma l´impugnatura consiste in stringhe di conti d´acciaio sfaccettato, con l´aspetto di brillanti, tecnica creata nel uffizzio di Matthew Boulton (Birmingham, Inghilterra). Piantatore Specchio Cina, dinastia Qing, verso 1750-1825 Rame, argento, bronzo, smalti, giada, vetro Nº inv. 4211 Venezia, verso 1890 Vetro Nº inv. 4251 Oggetto cinese classificato come “curiosità”: è un giardiniere con una scena grottesca con figure e oggetti in miniatura: due scimmie che tengono un supporto formato da petali di fiori di loto e un ave fénix posata alloggiata tra un magnolio e un ciruelo con fiore. Il set di diversi specchi e due gioielli sul lavandino, con mosaico fatto con minuscoli tessere di cristallo, sono souvenirs della città di Venezia, visitata spesso dal marchese di Cerralbo per riunirsi con don Carlos di Borbón. La conversione di San Pablo Zibellino di presentazione Juan Antonio de Frías y Escalante Verso 1660-1670 Olio su tela Nº inv. 4271 Spagna Verso 1810 Ferro dorato Nº inv. 4195 Opera pienamente barocca, copia della stampa incisa da Bolswert “La Conversione di San Pablo” di Rubens. L´utilizzazione come modelli d´incisioni che diffondevano l´opere d´altri artisti è stata una prattica comune tra i pittori spagnoli del secolo XVII. Sciabola d´un ufficiale spagnolo con guarnizione in forma di staffa. La lama è parzialmente incisa con lo scudo di Spagna e trofei militari in dorato, su fondo azzurro. 33 19 Salotto Impero Questa sala, in origine abbigliatoio della Marchesa, è stata ridecorata verso il 1900 come un gabinetto di specchi che ha avuto il nome di Salotto Impero. La sua situazione, tra il Salone Guardaroba e la Sala da Pranzo di Gala ci fa supponere che è stato un punto di pasaggio dove le signore si fermavano per componersi l´acconciatura o restare fugacemente nei comodi divani. È uno spazio gioviale e brillante, dipinto in bianco e rosa, lontano dall´ampollosa solennità delle altre stanze, che evoca la magnificenza delle palazzine francesi del secolo XVIII e inizio del secolo XIX. Nella decorazione dell’ arredamento, si ricrea un concetto di lusso molto femminile, grazie agli stile rococò o Luigi XV, neoclassico o Luigi XVI e, in misura minore lo stile impero: un eclettismo caratteristico degli ultimi decenni del secolo XIX. Boiseries con greche neoclassiche configurano un ambiente alla francese, dove abbondano gli specchi con intagli dorati o cristallo veneziano, appente dei mura o di false smussature. Le console e il velador (set di tavolino rotondo e lampada) hanno un ampio repertorio d´oggetti ornamentali: orologi, vasi, giardinere e lampadari di bronzo, cristallo e porcellana. Il disegno florale predomina sulle tende, festoni e tappezzería. All`interno delle porte s´inquadrano le tele che José Soriano Fort e Máximo Juderías Caballero, artisti protetti dal Marchese che collaborarono nella decorazione del palazzo del suo padrone. I fiori e le allegorie delle quattro stagioni rafforzano con la sua bellezza la singolarità di questo salotto concepito in tributo alla marchesa di Cerralbo. Velador (set di tavolino rotondo e lampada) Vaso Paul Millet & Fils, Sèvres Verso 1890 Porcellana, bronzo Nº inv. 4102 Rusia, verso 1850 Malachite, bronzo Nº inv. 4167 L´azienda privata “Millet, Céramiche d´Art” lavoró a Sèvres tra 1866 e 1945, vicino alla prestigiosa produzione statale francese, da cui ha imitato questo tipo di vaso con fondo flamée o fiammato, vanguardia del´estetica modernista di moda verso 1900. Il tavolino rotondo e la lampada sono formati da mosaici di placca di malachite, materiale che non consentiva l´intaglio in un blocco monolítico. La tecnica è stata perfezionata dagli artisti russi che intagliavano opere per arredamento e altri oggetti di lusso in marmo e pietre dure degli Monti Urali. 34 Vaso con “Sacrificio a Cupido” Due vasi di stile Impero Francia Verso 1810 Porcellana Nº inv. 4088-4089 Fabbrica d´Etruria Verso 1785-1790 Jaspe de Wedgwood Nº inv. 4123 La scena del primo vaso evoca l´incontro del´imperatore austriaco Francisco I con Napoleone due giorni dopo la battaglia d´Austerlitz in 1805. Nell’ altro si rappresentano tipi popolari dei principati tedeschi independenti d´Austria nel Trattato di Presburgo, firmato dai due imperatori. Questo vaso bicolore con rilievo di stile neoclasico rappresenta una tendenza europea nella decorazione d´interno progettata per Josiah Wedgwood nella sua fabbrica di Staffordshire, creatore d´una ceramica che lui ha chiamato diaspro per la sua durezza, con aspetto simile a quello della porcellana opaca (bizcocho). Vaso Garofani e rose Secolo XIX Vetro smaltato Nº inv. 4119 José Soriano Fort Verso 1895 Olio su tela Nº inv. 4071 All`interno di questo vaso s´incastra un cilindro di vetro incolore, staccabile, che probabilemente si utilizzava come luminaria. La luce irradiava graduata la superficie opaca dell’ esterno, brunita alla sabbia, evidenziando l´eftetto cromatico della ghirlanda dei fiori. Formato nell´Accademia di Belle Arti di Valencia, Soriano Fort ha lavorato in questo palazzo dipingendo diverse pitture murali e qualche tavole, come questo congiunto di gioviale tela di fiori rappresentati su un arbusto nel giardino, con uno stile decorativo e delicato. Allegoría d’ Inverno Orologio-miniatura da focolare Máximo Juderías Caballero Verso 1895 Olio su tela Nº inv. 4075 Francia Prima metà del secolo XIX Bronzo dorato, acciaio Nº inv. 4085 Gli orologi francesi dei secoli XVIII e XIX, in contrapposizione agli inglesi, hanno un tipo di macchinaria diversa e caselle con sculture fondute in bronzo dorato. Quest´orologio é unico per le sue dimensioni e per il Cupido sul carrello che forma la casella, tema scarsamente rappresentato. I pannelli della porta che communica con il guardaroba inquadrano quattro figure femminili che rappresentano le Stagioni: l´Inverno, la Primavera e l´autunno, opera di Máximo Juderías Caballero, pittore aragonese che ha fatto parte della decorazione murale e scultorica dei saloni del Piano Principale di questa casa-museo. 35 20 Sala da Pranzo di Gala Qui si sono celebrate le cene di gala, con meravigliosi buffet nelle sere di festa e ballo. L´idea d´un gran tavolo di sala da pranzo, originata in Inghilterra nell’ultimo quarto del secolo XVIII, ha tardato a diffondersi in Spagna. I primi esempi li troviamo cominciato il secolo XIX nei palazzi aristocratici che avevano questi grandi tavoli correlati col rituale delle cene di gala, in stanze speciale. I commensali dovevano combinare la participazione nella conversazione generale, guidata dagli anfitrioni, con attenzione verso i suoi vicini seduti accanto. La scelta del protocollo alla francese colloca i posti di presidenza del tavolo nel centro dei lati maggiori, circondati da due specchi, uno sopra il focolare e l´altro tra i balconi. Per servire il tavolo in questa casa, s´eseguiva anche il protocollo alla francese, come ci informano i menu delle diverse celebrazioni conservati negli archivi. Ogni commensale poteva scegliere tra una varietà di piatti collocati allo stesso tempo sul tavolo. Questo modo è stato utilizzato in Spagna verso la fine del secolo XIX, anche se, poco a poco é stato introdotto il servizio alla russa, usato in Europa dal inizio del sècolo. Consisteva in un menu di diversi piatti, gli stessi per tutti i commensali, che i camerieri servivano sempre a sinistra, e ritiravano a destra, utilizzando i tavoli ausiliari come supporto del servizio. Nelle vetrine si mostrano le stoviglie in metallo argentato, tra cui risaltano i samovari (teiera) e i curiosi piatti da portare con coperchio e i fornelli ad alcol per mantenere caldo il cibo. L´illuminazione originale combinava le prime ampolle di luce elettrica con le candele, e la luce si moltiplicava grazie alla studiata disposizione degli specchi. I balconi rimanevano quasi sempre chusi, all’epoca coperti da panneggi fatti con arazzi di scudi araldici che, per desiderio del Marchese furono trasladati alla cappella funeraria dei Cerralbo a Ciudad Rodrigo (Salamanca). Piatto Raffredattore bottiglie Talavera de la Reina Verso 1743-1750 Terracotta smaltata Nº inv. 3978 Verso 1900 Vetro otttico e metallo argentato Nº inv. 3927 Pezzo progettato da GiselaVon Falke, studente negli Uffizzi Viennesi della Secessione e allieva dei fondatori Koloman Moser e Josef Hoffmann. Prodotto per venderlo nei grandi negozi, il vetro presenta il disegno “Meteor” dello stesso Moser. La sua mersavigliosa decorazione di stile Bérain in chiaroscuro azurro rivela la mano d´un pittore formato nella fabbrica di Alcora (Castellón de la Plana), possibilmente José Causada, che si è transferito temporalmente a Talavera (Toledo) introducendo nella sua bottega di vasaio gli stili decorativi della terracotta di Alcora. 36 Fàvola del serpente e i porcospini Natura morta da cucina Cristoforo Munari Verso 1710 Olio su tela Nº inv. 3876 Frans Snyders 1625-1650 Olio su tela Nº inv. 3900 Il genere di pittura che rappresenta animali vivi è stato una specialità della pittura fiamminga del secolo XVII, genere dominato dal pittore Sneyders. Le sue opere furono molto apprezzate da Filippo IV e dal marchese di Leganés, a cui apparteneva in origine questa tavola. Quest´opera è un esempio della migliore pittura di Munari, simile ai sei natura morta che hanno decorato “La Ferdinanda”, casa di campo dei Medici, i suoi padroni a Firenze. È caratterizzato dalla rappresentazione d´oggetti rustici, la forte modellazione tridimensionale delle forme e il saggio dominio del colore. Grappolo d’uva Natura morta con cocòmeri, zucche e fiori Juan Fernández “El Labrador” Verso 1630 Olio su tela Nº inv. 3898 Giuseppe Recco Verso 1675 Olio su tela Nº inv. 3868 Opera d´uno dei piú famosi pittori di natura morta a Napoli nel secolo XVII. Mostra un forte contrasto tra la luce di fondo e gli oggetti, e la combinazione di velature o pennellate transparenti e pennellate opache con abbondanza d´olio, in connessione con con la composizione naturale d´ogni frutta. La sala da Pranzo di Gala ha ventiquattro natura morta come sono state ordinate dal marchese di Cerralbo. Questi grappoli d’uva sono stati molti apprezzati nel secolo XVII per il suo naturalismo. Il soprannome che aveva l´autore si deve all´ipotetico lavoro come agricoltore intorno a Madrid. Natura morta con uva e dolci Orologio da muro Le Faucher/ Paris e Amant à Paris Secolo XVIII Legno, bronzo dorato, caree, porcellana Nº inv. 3884 Juan de Espinosa Verso 1630-1640 Olio su tela Nº inv. 3866 Opera d´uno dei grandi pittori spagnoli di natura morta del secolo XVII, in attivo à Madrid tra 1628 e 1659. È stato contemperáneo di El Labrador, da cui imita la ricreazione naturalista dell’ uva, anche se rappresenta dolci e ceramica rossa eseguendo la tradizione della natura morta di Juan van der Hamen. Tipo d´orologio da muro che in origine si metteva sopra una mènsola. La casella è fatta in intarsio Boulle, con ottone e caree; i bronzi rappresentano il trascorso del Tempo. La sfera e la macchinaria, di Movimento Parigi cuadrato, sono segnate per orologiai dal´epoca di Luigi XV. 37 21 Salone Billiardo Questo salone è stato utilizato come luogho di supporto al servizio della sala da pranzo. Cosí lo testimonia la presenza d´una puleggia che comunicava con la grande cucina del seminterrato e che ancora oggi si conserva dietro una stretta porta situata tra i divani, e la presenza del filtro d´aqua coronato per una coppa d´alabastro tagliato. Tuttavia, più importante che la funzione utilitaria è quella della ricreazione, centrata nel gioco del biliardo, esercizio favorito dei cavalieri del secolo XIX. Nel centro della la sala c´è uno spettacolare tavolo di caràmbola. Il resto dell’ arredamento si distribuisce secondo il gioco, con sedili alti o canapè di biliardo con poggiapiedi, grazie a cui le signore potevano seguire con comodità il ritmo della partita. La luce, da una lampada orizzontale, illumina tutto il tavolo allo stesso modo e concentra, grazie ai paralumi, l´attenzione sul tappetino, lasciando nella penombra il resto della stanza. Ritratti di signore e cavallieri di vari epoche e scuole d´ineguali maestria decorano i muri. Tavolo di billiardo Ritratto di bambino Francia, Verso 1855 Legno duro, bronzo, stoffa Nº inv. 3825 Scuola italiana 1600-1630 Olio su tela Nº inv. 3771 In origine era un tavolo per giocare a billard à blouses o biliardo inglese, più tardi adattato al gioco francese di caràmbola. Verso 1900 nelle croniche che descrivevano i saloni del marchese di Cerralbo, si raccontava che era il tavolo in cui si avevano preparato le caràmbola faccile al re Fernando VII. Il naturalismo della rappresentazione, la vicinanza quotidiana del personaggio e l´effetto tenebrista del chiaroscuro, sono aspetti che permettevano registrarte questo magnifico ritratto come opera del inizio del secolo XVII. 38 Ritratto d´una dama con costume di caccia Giulio Cesare Procaccini Verso 1624 Olio su tavola Nº inv. 3731 Scuola spagnola Secolo XVII Olio su tela Nº inv. 3808 Opera anonima attribuito alla scuola di Velázquez da José de Madrazo, pittore e direttore del Museo del Prado, colezzionista d´una prestigiosa galleria di pittura da cui procedono numerose opere di questo Museo. Autoritratto dipinto da Procaccini vicino alla data della sua morte. Enfatizza la sua condizione di pittore il richiamo d`attenzione sul pennello e la paletta, invece della medaglia d´oro che pende dal petto, regalo del gran duca Cosimo di Medici. Ritratto di Luigi XIV con corazza François-Joachim, duca di Gèvres Bottega di Heacinthe Rigaud 1701- 1715 Olio su tela Nº inv. 3729 Scuola francesa 1725-1750 Olio su tela Nº inv. 3755 Deriva dai due ritratti di figura intera che Rigaud ha dipinto al Re Sole in 1701 all´età di sessanta due anni (Museo del Louvre e Museo del Prado), anche per il suo formato si collega alla scuola d´opere di bottega, di grande qualità, che hanno diffusso l´imagine reale in ritratti di busto di minori formato. Ritratto cortigiano di stile simile all`opera di Jean Marc Nattier (1685-1766). Il personaggio si circonda di tutti gli oggetti che rappresentano la sua alta classe sociale e militare. Ritratto d´un cavaliere Luigi I, Principe d´Asturias Tintoretto Verso1555 Olio su tela Nº inv. 3740 Miguel Jacinto Meléndez 1712 Olio su tela Nº inv. 3814 Ritratto del primo figlio di Filippo V e Maria Luisa Gabriela di Saboya, all´età di cinque anni, che porta lo scettro e tocca la collana de l´Ordine del Toson d´Oro, situata sul tavolo vicino ala corona. È stato re di Spagna durante otto mesi nel 1724. Opera del gran pittore veneziano, che probabilmente rappresenta Agustino Doria, membro d´una importante famiglia genovese. La personalità si riflette nel viso e nel gesto retorico della mano. 39 22 Salone Smussatura Dopo il Salone Biliardo c´è un´altra stanza per la ricreazione che deve il suo nome al profilo che si genera nella facciata dell´edificio per la confluenza delle strade calles di Ferráz e di Ventura Rodríguez. È una stanza concepita per riunirsi con la gente, conversare e riposare tra un ballo e l’altro. La decorazione plastica è stata fatta da Máximo Juderías (1867-1951), autore delle sculture e della maggior parte delle scenes pittoriche, quelle del sofitto, alludendo alla Musica e alla Pittura, e quelle dei muri, che rappresentano il riposo del mezzogiorno nella falciatura, l´alba nella riva del fiume Jalón e il giargino del palazzo di Santa Mª de Huerta à Soria, destinazione estiva della famiglia Cerralbo. Il ballo popolare nella Huerta di Valencia é opera di José Soriano (1873-1937). La selleria, di stile Regency, favorisce la conversazione. Il pavimento di piastrelle idrauliche, innovazione tecnica che irrompe negli interni borghesi del dicianovesimo secolo, è coperto da un tappeto della fabbrica francesa di Aubusson del secolo XIX, da dove procedono anche i festoni dei balconi. FALTA UNA FRASE Catino Orologio Cantone (Cina), dinastia Qing, Secolo XIX Porcellana Nº inv. nº 3616 Seconda metà del secolo XIX Porcellana Nº inv. 3620 Modellato a tornio nella bottega di vasaio di Jingdezhen e decorato a Cantone con uno stile destinato alle porcellane cinesi d´esportazione, caratterizzato dalla variegata composizione dei motivi buddista e taoistas e della dominanza d’uno smalto di colore rosa forte (pòrpora di Cassius), d´origine europeo. La casella di quest´orologio è di porcellana di Sassonia o Dresda, come si chiamava nel sècolo XIX alle porcellana della fabbrica di Meissen o alle imitazioni francesi, inglesi e tedesche, ampiamente accettate nel mercato degli oggetti di lusso. 40 Allegoria del´Estate e l´Autunno Vassoio Giappone, era Meiji (18681911) Legno laccato Nº inv. 3646 Sècolo XIX Porcellana Nº inv. 3623-3625 Ceres porta un fascio di spighe e Baco una bottiglia che rappresentano il pane e il vino e l´Estate e l´Autunno. Il modello è stato creato nel Buen Retiro verso 1785, ma in questo caso è una falsificazione d´eccellente qualità, collocata su un piedistallo della fabbrica di Madrid. Laccato in nero (roiro) con decorazione in rilievo (takamakie) e piana (hiramakie) in dorato, argentato e parte di lacca rossa, che rappresenta un susino in fiore con uccelli fénix (ho-oo). Si regge su un cavalletto di legno dorato che imita la canna di bambú, di stile occidentale. Vaso Campana Giappone, periodo Edo o Meiji, verso 1870 Porcellana laccata Nº inv. 3614 Cina, dinastía Qing Verso 1800 Bronzo con smalto cloissoné Nº inv. 3649 Mostra una tecnica singolare tra le porcellane giapponesi d´esperto. Il materiale ceramico rimane nascosto da una cappa di lacca nera decorata con motivi dorati, stilizzati come la forma del vaso, d´apparente leggerezza per la forma sinuosa della zucca doppia. È un oggeto ornamentale destinato all`esportazione. Tramezzini di metallo compongono il disegno e separano i diversi smalti di colori, rappresentando rami di susino, paionia e crisantemo (inverno, primavera e autunno) sebbene mancano i fiori di loto che simboleggiano l´estate. Busto femminile Inocencia Serrano e Cerver, marchesa di Cerralbo Arístide Petrilli Verso 1890 Marmo Nº inv. 3641 Ultimo quarto del secolo XIX Albumina illuminata Nº inv. 3651 Segnato dal professore Petrilli à Firenze, s`ispira ai busti fiorentini del Rinascimento, anche se si corrisponde con l´estetica modernista nella stilizzazione della modella e nella leggera torsione del collo. Lo scultore ha perfezionato la tecnica dell’ incisione per disegnare motivi ornamentali sul marmo. Ritratto fotografico di studio fatto con la tecnica della albumina, posteriormente illuminato con colori trasparenti che risaltano i cappelli biondi rame e gli occhi azzurri della ritrattata, che porta un abito da sera con coda e orecchini di perle. 41 23 Ufficio Questa è la stanza che piú riflette la personalità del marchese di Cerralbo, concepita come una sala di ricevimento d´illustri visitatori, senza alcun senso d´utilità. La scrivanía de cilindro fernandino è piena d´una varietà d´oggetti di lusso con un valore più aneddotico che pratico. L’idea è rinforzata dall`enorme quantità d´opere sul tavolo centrale, pieno di souvenirs carlisti (tradizionalisti), e pistole dove si legge l’emblema Dio, patria e Re. Il resto della decorazione della camera ci dá l´idea delle diverse preoccupazioni di Cerralbo: l´archeologia, l´antiquariato e il collezionismo, con speciale attenzione alla pittura. Proprio in questa stanza ci sono alcune delle opere che considerava più importanti tra tutta la sua collezione pittorica, come il ritratto d´Alessandro di Medici della bottega del Bronzino – attribuito dal Marchese a Andrea del Sarto-, accanto al campanello del focolare, o il ritratto di Maria di Medici della bottega di Van Dyck, sullo stipetto artistico. Gli scudi in pietra e l´armatura del secondo marchese di Cerralbo ci informano del vario e nobile discendenza del proprietario. Nel vuoto di comunicazione con la biblioteca ci sorprende un orologio con sfera di cristallo noto come orologio misterioso, perche il macchinario è nascosto dentro i suoi aghi. Spada di lama pistilliforme (pistillo) Coppia di vasi Parigi, verso 1845 Porcellana Nº inv. 3251-3252 Alhama de Aragón (Zaragoza),1150-1050 A.C. Calco in bronzo di stampo Nº inv. 3562 Caratteristica dell’ attività metallúrgica del periodo noto come Bronzo Finale Atlantico, é originaria della Bretagna francesa; utilizzata come simbolo di potere e scambio tra l´elite che controllavano il commercio di materie prime in Europa occidentale. I vasi sotto forma d´anfora servono nel secolo XIX per la decorazione delle zone di ricevimento delle grande case. Di stile Luigi XVI, la decorazione fiorale corrisponde al gusto del´epoca in cui regnò in Francia LuigiFilippo d´Orleans (1830-1848). 42 María Luisa di Aguilera e Gamboa, contessa di Torrepalma Juan Vázchez de Mella, dedicata a Cerralbo Kaulak Madrid, verso 1915 Gelatina di rivelata chimica Nº inv. 3439 Verso 1863-1868 Terracotta Nº inv. 3523 Ritratto d´una delle sorelle del marchese di Cerralbo, fatto colla tecnica della fotoscultura, sistema brevettato per François Willéme nel 1860. Il busto era modellato con l´aiuto d´un pantógrafo grazie a 24 zincotipie effetuate simultaneamente in un diemetro de dieci metri. Fotografia fatta dal famoso Antonio Cánovas del Castillo, meglio conosciuto come “Kaulak”. Il rittratato, il politico tradizionalista Juan Vázquez de Mella, con la sua amichevole dedizione, si rifere alla actività archeologica sviluppata per il Marchese. Scritorio di tamburo Alessandro di Medici Francia, 1775-1800 Quercia e mògano Nº inv. 3553 Bronzino e bottega Firenze, verso 1540-1553 Olio su tavola Nº inv. 3180 Con chiusura in forma di quarto di cilindro, il tavolo per scrivere, foderato con marocchino verde, si puo estrarre avanti. Lo scritorio era una tipologia d´uso esclusivamente maschile e corresponde allo stile neoclassico francese. È una delle migliori versioni del ritratto del primo Duca di Firenze dipinto da Pontormo nel 1534, la maggior parte effettuate per Bronzino, che in questo tavolo cuadro ha dipinto il viso del rittratato. Alessandro è stato figlio di Giulio di Medici (posteriormente Papa Clemente VII) e una schiava nera. Ritratto di Tenente colonnello Targa conmemorativa Masriera Hermanos-Barcelona Verso 1890 Argento e altri metalli smaltati, bazzana e legno di noce Nº inv. 3178 Scuola spagnola Verso 1800 Olio su tela Nº inv. 3416 Quest´opera non è di Goya, sebbene lo indica il suo cartiglio, con l’etichetta in nero su legno dorata. I cartigli simile con il nome del pittore riflettono per la maggior parte attribuzioni oggi obsolete, ma si hanno se han rispettato come elementi decorativi del´ambiente originale del Museo. Nell´inscrizione, circondata da una corona di foglie d´alloro e quercia si legge che “questa targa é stata pagata dalla comunità cattolica e monarquica in omaggio al marchese di Cerralbo per gli eventi del 10 d´aprile di 1890, data in cui si incontrava à Valencia in viaggio di propaganda carlista (tradizionalista) e fu attaccato a sassate dai repubblicani. 43 24 Biblioteca La biblioteca, al contrario della magnificenza dell’ufficio, è un luogo di studio e di concentrazione intellettuale, cosa che si vede nel tipo d´oggetti che si dispiegano sul tavolo, pochi e di carattere utilitaristico, e nella sobrietà generale che avvolge la stanza piena di libri. Circa 7.000 volumi dagli incunaboli alle edizioni dell´1922, tra l´altro manoscritti di grande valore artistico, letterario e scientifico costituiscono questa biblioteca considerata nel suo tempo una delle più complete del paese nel campo della Numismatica e l´Archeología. Contiene anche altri materiali testimonianza delle preoccupazioni intellettuali di don Enrique, libri di viaggi, storia, geografia, letteratura, religione, diritto e politica, classificati secondo la sua volontá. Le vetrine esibiscono una breve mostra della vasta collezione di francobolli, monete e medaglie che hanno riunito Cerralbo e il suo figliastro, il marchese di Villa Huerta, formata da più di 24.000 articoli. I sigilli sono rappresentati da matrici e impronte papali e reali. L´insieme delle monete appartiene soprattutto alla serie ispanica; evidenziando le monete di necessità che appartenevano a Prosper Mailliet, acquistate da Cerralbo in un’asta a Parigi nel 1886. Le medaglie e le riproduzioni commemorative, papali e di proclamazione, appartengono ai sècoli XVI a XX. Tra queste risaltano quelle del Rinascimento fatte da Jacopo Trezzo e Pompeo e Leone Leoni. Orologio Orologio da tavolo Augte. Meeer à Parigi 1800-1850 Bronzo dorato Nº inv. 2546 a 2548 Henri Robert / Parigi / Horloge mesterieuse Verso 1878 Vetro, metallo Nº inv. 3155 La figura di quest´orologio di stile Carlo X rappresenta Apollo, incoronato con alloro, suonando la lira, strumento che lo rappresenta come il dio mitologico della musica. Il macchinario ha un movimento chiamato Parigi (rotondo e a pendolo) con il battere delle ore e mezz’ore sul timbro. Dalla biblioteca si osserva la parte posteriore dell’orologio “misterioso”, perché il suo funzionamiento non si comprende a vista d´occhio. Si tratta di un´innovazione tecnica nel´oroloeria dell´epoca; il prototipo di questo modello è stato presentato da Henri Robert nell´Esposizione di prodotti francesi celebrata a Parigi nell’ 1878. 44 Sigillo reale di Alfonso X el Sabio Lettera 1912 Carta, tinta Nº inv. 6135 Corona di Castiglia, 1252-1284 Piombo e seta Nº inv. 2834 Il 16 maggio 1912 Marcelino Menéndez Pelayo si congratulò con il marchese di Cerralbo per aver ottenuto il premio Martorell grazie al lavoro “Pagine della Storia Patria “ compendio dei suoi primi scavi archeologici. La collezione di sigilli reali e bolle papali comprende il periodo dal sècolo XIII al XVIII. Utilizzati principalmente per convalidare i documenti, sono stati utilizzati anche per chiudere le lettere, sigillare le reliquie, accreditare messaggeri o marcare pane azzimo nella Pasqua ebraica. Esecuzione di Maria Antonietta Metà de Ekualakos Ca. 180 - 146 a.C. Bronzo Nº inv. 2726 Galvano di rame Nº inv. 3059 Moneta ispanica di Ekualakos, città probabilmente situata tra l’Alto Douro e il bacino del fiume Jalón. Essa risponde a una coniazione utilizzata per soddisfare bisogni quotidiani e salari; mentre le monete d’argento erano destinate al pagamento delle tasse a Roma. Riproduzione della parte posteriore della medaglia progettata nel 1794 da C. H. Küchler per l´impresario M. Boulton. La medaglia originale risponde alla richiesta britannica d´oggetti e souvenirs associati con la Rivoluzione Francese in corso in quel periodo. Supremazia della dottrina cattolica Trentadue stuivers Federico Pithan Juliers, Germania Argento Nº inv. 2641 Giovanni M. Hamerani Roma, 1673 Rame inciso Nº inv. 3004 Coniato per la città di Juliers in assenza di moneta durante i sei mesi d´assedio dalle truppe del generale spagnolo Ambrogio di Spinola, sotto il comando di Enrique Bergh. La sua conquista sarà la prima grande vittoria militare di Filippo IV, dopo la tregua dei Dodici Anni. Medaglia del Papa Clemente X fatta da G. Hamerani (1649-1705), membro d´una delle più prominenti famiglie di medaglisti che hanno lavorato nella zecca papale à Roma. Apparteneva all´antica collezione di Tomás Fr. Prieto (1716-1782) che Carlo III ha acquistato per la casa della moneta a Madrid. 45 25 Prima Galleria Le tre gallerie che si distribuiscono intorno a un cortile interno, completano lo spazio costituito dalle precedenti camere disposte in fila, con balcone che dá alle strade di Ventura Rodríguez e Ferraz. Circondano il Salone di Danza costituendo uno spazio comune per le grandi celebrazioni. Queste gallerie sono state progettate dal proprio marchese di Cerralbo imitando i palazzi italiani per facilitare la circolazione dei suoi invitati, mentre contemplavano l´opere più importanti della sua pinacoteca, situate anche sul tetto, come i tessuti del secolo XVII di Francesco Ruschi e Francesco Maffei. Nella prima galleria, i tavoli degli antenati e i signori della casa sono mescolati con i vasi in porcellana, orologi, divani, console e con gioielli e curiosità della vetrina centrale. Preconizzazione d´un cardinale Don Manuel Isidoro Aguilera e Galarza, Marchese di Cerralbo e Almarza Jacopo Negretti, Palma il Giovane Verso 1590 Olio su tela Nº inv. 1769 Scuola spagnola Verso 1800 Olio su tela Nº inv. 1795 Rappresenta il bisnonno di don Enrique di Aguilera, e conte di Fuenrubia, con impolverata parrucca, casacca blu e croce dell’Ordine di Calatrava. Fa coppia con l´altro ritratto ovale che rappresenta sua moglie, doña María Ruiz di Contreras Vargas Machuca. Rappresenta l’investitura d´un cardinale tradizionalmente identificato come Francisco Pacheco e Toledo, antenato del marchese di Cerralbo, che è stato preconizzato da Pio IV nel 1561. Tuttavia la tella fu dipinta da Palma alla fine del sècolo XVI. Doña Luisa de Gamboa e López de León, contessa di Villalobos Doña Inocencia Serrano e Cerver, marchesa di Cerralbo Antonio Mª Esquivel (?) Verso 1835 Olio su tela Nº inv. 1750 Ricardo Balaca 1859 Olio su tela Nº inv. 1814 Ritratto di grande valore sentimentale per il Marchese che rappresenta sua madre, allora giovane signora, vestita e pettinata alla moda elisabettiana. Sposatasi nel 1842 con don Francisco Aguilera e Becerril, conte di Villalobos, era madre di tredici figli, di cui Enrique era il primogenito. Il ritratto rappresenta la Marchesa vestita alla moda elisabettiana, coperta con lo scialle e il Messale in una mano, prima o dopo aver assistito ad una ceremonia in chiesa. Nel polso destro si vede il ritratto in miniatura d´un cavaliere; nel 1859 sposò don Antonio María del Valle Angelín. 46 Orologio da tavolo Vello d’oro Produzione Brocot Parigis, seconda metà del sècolo XIX Marmo, alabastro, bronzo dorato Nº inv. 1779 Sècolo XIX Oro smaltato Nº inv. 2187 La base di questo magnifico orologio è sede d´una casella di musica attualmente inoperante, costituita da un congiunto di tubi o di un organo di flauta. Il suo meccanismo è visto e si trova nella stessa sfera. Il vaso che lo corona è un’aggiunta all’orologio originale. La dignità di Cavaliere dell’ordine del Vello d’oro è stata concessa al marchese di Cerralbo nel 1895 da Carlo di Borbón, duca di Madrid, che ha agito come Gran Maestro dell’ordine, considerando che legittimamente aveva questo diritto, attribuito tradizionalmente al re di Spagna. Vaso con “Fiori di maggio” Croce Fabbrica di Meissen Verso 1890 Porcellana Nº inv. 1742 Spagna, 1610-1620 Oro smaltato, vetro verde Nº inv. 2419 Una delle opere più antiche della collezione di gioielli di questo museo, data dell´epoca del decadimento delle grande croce pettorali, di moda nel sècolo XVI. Il vetro imita gli smeraldi delle croci più ricche di Colombia. Le due coppie di vasi di Meissen di questa galleria mostrano una delle specialità più apprezzate della fabbrica sassone che, dal secolo XVIII senza interruzione, ha fatto vasi ornamentali con decorazione pittorica combinati con decorazione scolpita di figure e fiori. Bottoni da polsino Don Enrique de Aguilera e Gamboa, XVII marchese di Cerralbo Sècolo XIX Oro e metallo dorato Nº inv. 2194 José Soriano Fort Verso 1900 Olio su tela Nº inv. 1807 Due Estateri d´Alessandro III il grande (336323 A.C.) sono stati montati su lamine decorate con filigrana per comporre questo gioiello, dono del monarca Giorgio di Grecia (1863-1913) a don Carlo di Borbón, duca di Madrid e di questo a Cerralbo. Ritratto ufficiale del fondatore del Museo, vestito come un senatore del Regno, con le decorazioni premiate da Carlo di Borbon. Libri e oggetti accatastati sul tavolo alludono alle sue collezioni e alle sue ricerche come storico e archeologo. 47 26 Seconda Galleria La Seconda Galleria é decorata con un insieme di mobili d’arredamento italiano, inspirato dalle produzioni del barocco fiorentino - tavolo, sedie e vetrina-, realizzato alla fine del sècolo XIX in legno d´èbano con motivi decorativi in avorio. Nel centro, si trova il tavolo de “La Pietà”, dipinto intorno al 1660 da Alonso Cano e, accanto, una “Allegoria sulla morte che a tutti ci raggiunge” di Pietro Paolini (1603-1682), considerata al tempo del marchese come opera di Caravaggio, come si vede nella sua tabella originale. Martirio di San Sebastiano Immacolata Concezione Juan de Peralta Verso 1430 Olio su legno Nº inv. 1827 Francisco de Zurbarán Verso 1655 Olio su tela Nº inv. 1649 Secondo l´antico inventario del Museo, questa pittura gotica apparteneva all’eremo di San Sebastián del Montuenga (Soria). L’iscrizione ci mostra che i donatori, inginocchiati davanti il martirio del santo, erano i figli di Luis de la Cerda, III conte di Medinaceli. Opera tardia del pittore di Fuente de Cantos (Badajoz), di cui si conoscono numerose versioni d´un tema che ha cominciato a dipingere nel 1613, quando la società sivigliana si manifestava in blocco a favore della credenza nella concezione della Vergine senza peccato originale. Resurrezione di Cristo La Piedad Corrado Giaquinto 1755-1762 Olio su rame Nº inv. 1630 Alonso Cano verso 1660 Olio su tela Nº inv. 1648 Opera singolare nella produzione di Corrado Giaquinto. È stata atribuita a questo pittore per le somiglianze con i tele sulla Passione di Cristo che ha dipinto durante il suo soggiorno in Spagna al servizio di Carlo III e che hanno decorato l´Oratorio Reale nel Palazzo del Buen Retiro à Madrid. La scena rappresenta il dolore della Vergine e San Giovanni davanti il corpo di Cristo, staccato dalla Croce, e sdraiato con la testa nel grembo di sua madre.Tema molto caro durante il sècolo XVII; la sua composizione barocca è basata sulla Pietà dipinta da Van Dyck verso 1636. 48 Tavolo Vasi del Regente Milano, verso 1860-1870 Pino, ebano, avorio Nº inv. 1623 Sècoli XVIII-XIX Porcellana Nº inv. 1624-1625-1637-1638 Questo tipo di tavolo di stile eclettico ha ricevuto molti premi in esposizioni universali del sècolo XIX. Une lo stile francese nella forma e lo stile italiano nella decorazione, basata su arredamenti napoletani della fine del Rinascimento. Il gruppo di vasi di stile cinese Imari apparteneva a Antonio d’Orléans, duca di Montpensier. Mostra lo scudo della sua stirpe; lo stesso esempio di vasi sono stati ordinati per la prima volta in Cina da Filippo II d’Orléans, reggente di Francia, all’inizio del sècolo XVIII. Sedia Vista di Portugalete Italia, verso 1860-1870 Noce, palissandro, osso, madreperla, metalli Nº inv. 1833 Luis Paret, verso 1785 Olio su tela Nº inv. 1934 Storicistica in natura, la sua forma ricorda le antiche sedie con supporto a forbice, chiamate “dantesche” nel sècolo XIX. L´intarsio si basa sull’arredamento del Rinascimento e il barocco italiano. Appartiene alla serie dei Porti di Mare Oceano o vedute dei porti del Cantábrico, commissionati a Paret nel 1786 da Carlo III. Rappresenta un posto nelle vicinanze dell’antica spiaggia di Portugalete che è stata identificata finalmente con Peñota; la popolazione rappresentata sul fondo sarebbe Santurce. Allegoria della Morte Diana cacciatrice Pietro Paolini 1640-1680 Olio su tela Nº inv. 1918 Clunia (Peñalba de Castro, Burgos), secolo II Marmo, metallo Nº inv. 1937 Opera del pittore di Luca (Italia), allievo di Caravaggio nella tecnica del chiaroscuro tenebrista e il naturalismo. Rappresenta uomini e donne di diversa età e status sociale, riuniti intorno un teschio che detiene il più vecchio anziano, che sembra meditare sul significato della morte. Montaggio del secolo XIX effettuato a partire da un busto romano. In origine, era una copia del modello creato dallo scultore greco Leocare (s. IV a.C.) che mostrava la dea fornita d´arco e faretra con frecce sul retro. 49 27 Terza Galleria Nella terza Galleria troviamo la toilette per gli ospiti, con un curioso copri pitale in legno e un lavandino di marmo. In quest’ultima galleria si distribuiscono scrivania del tipo di Salamanca, cassapanche di stile neorinascimentale e scrigni di diverse provenienze, busti di marmo e grandi specchi con cornici d´intaglo dorato. I balconi aprono alle scale, invitando gli invitati più puntuali a guardare fuori per vedere l`arrivo graduale del resto degli invitati, allo stesso tempo che lasciavano sfuggire le note dell´orchestra, collocata nella galleria dei musicisti del vicino Salone di Danza. Vaso Scrigno della Bolla Pia Sentenza Giappone, periodo Edo o era Meiji, verso 1870 Bronzo Nº inv. 1527 Policromia attribuita alla bottega di Antonio de Pereda Verso 1661 Olio su legno, metallo Nº inv. 1533 Fuso a stampo con rilievi inspirati nei bronzi cinesi arcaici. Probabilmente acquistato nell’ ‘Hôtel Drouot a Parigi nel 1877, rappresenta la stima che in quell´epoca in Europa avevano raggiunto le arti decorative giapponesi come oggetti da collezione. Secondo la tradizione e le iscrizioni di questo scrigno, è stato portato al re Filippo IV con la Bolla concessa nel 1661 dal Papa Alessandro VII, che ha permesso il culto dell’Immacolata Vergine grazie alla mediazione di Luis Crespi Borgia, vescovo di Orihuela, raffigurato sulla copertina. Apparizione di Gesù bambino a Sant’Antonio da Padova Coppia di capitelli corinzii Sècolo XIX Porcellana Nº inv. 1950 y 2003 Mariano Salvador Maella Verso 1787 Olio su tela Nº inv. 2014 Il Museo conserva due degli schizzi dei tre tavoli che Maella ha dipinto per la parrocchia di Casa de Campo, preservati presso il Museo di Storia di Madrid. Il tempio fu ricostruito durante il Regno di Carlo III, che professava grande devozione a San Antonio. D´eccezionali dimensioni e qualità tecnica, essi combinano diverse tessiture nella finitura della porcellana, di vetro e senza smalto. Sono stati attribuiti alla fabbrica di Sèvres o alla fabbrica del Buen Retiro (Madrid). 50 Diana e Calixto Martirio di San Mena Attribuito a Federico Cervelli (?) 1665-1670 Olio su tela Nº inv. 1969 Scuola spagnola 1600-1630 Olio su tela Nº inv. 1566 Pittura mitologica che si inspira a Diana e Callisto di Liberi preservata nel Museo dell’Ermitage, sebbene fatta da un allievo del pittore padovano, forse il milanese Cervelli, pittore della scuola veneziana. Questo tela è stata attribuita a Bartolomeo o Vicente Carducho e apparteneva alla Chiesa di San Ginés. Copia l’opera di Paolo Veronese (Museo del Prado) erroneamente interpretata nel 1657 come il martirio di Saint Ginés di Arles, mentre il Santo, secondo l’iscrizione del dipinto originale, è l´egiziano San Mena. Pietà San Francisco in estasi Sebastiano Ricci 1691-1706 Olio su tela Nº inv. 1574 El Greco e bottega Verso 1600 Olio su tela Nº inv. 1982 Questa tela è un lavoro terminato, non uno schizzo, anche se lo sembra a causa del suo piccolo formato. La prospettiva diagonale, il gesto dei personaggi e il forte chiaroscuro sono le risorse usate da Ricci, celebre pittore della scuola veneziana, per enfatizzare il dramma del soggetto. Firmato “Doménikos Theotokópulos epoiei”, è una delle versioni dipinte dal grande pittore cretese sul miracolo delle stimmate o ferite di Cristo, che San Francesco d´Asissi ha ricevuto nel suo ritiro in Monte Vernia, in presenza del frate Leone. Jacob con i greggi di Labán Orologio John Taylor, London Sècolo XVIII Legno di caoba, metalli Nº inv. 2008 Bottega di José de Ribera, verso 1638 Olio su tela Nº inv. 1576 Grazie a questa copia è nota la composizione completa d´una tela dipinta da Ribera nella sua bottega napoletana, di cui solo é stato preservato un frammento, conservato nella Gallere Nazionale di Londra. Rappresenta Jacob (Israele) con i greggi di pecore macchiate con cui lui ha potuto formare la sua propria tribù. Il meccanismo con pendolo a forma di pera e fuga con movimento di pallet è caratteristico degli orologi inglesi di tipo “bracket”. È firmato nella sfera da John Taylor, famoso orologiaio di Londra. I suoi bracket erano importati soprattutto verso la Spagna. 51 28 Salone di Danza Decorato con pannelli d´Agata di Granada, marmo dei Pirenei e grandi specchi veneziani che moltiplicano luci e riflessi verso l´infinito, il Salone di Danza costituisce il fiorire finale del nostro viaggio. Le pitture del soffitto, fatte ad olio da Juderías Caballero tra il 1891 e il 1892, sono una delle poche concessioni all´arte contemperaneo che si trovano nel Palazzo. Tuttavia, come possiamo vedere, questo contributo è parte di uno stile profondamente accademico molto lontano dal´avanguardia pittorica del momento, ma si adatta perfettamente con l´ambiente storico del palazzo e contribuisce a creare un’atmosfera unica di splendore e brillantezza in un luogo pensato per il divertimento, in cui tutto è stato progettato intorno alla danza. La scena centrale rappresenta la danza degli dèi ed intorno ad essi le interpretazioni della danza nel corso della storia. Quest´idea di “Tempio della danza” viene sottolineata con l´incorporazione di busti di stile romano distribuiti tra i sedili: divani e sedie coperte con sete di Leon. In questa sala si sono svolti, inoltre, mostre importanti d´Archeologia e Numismatica e serate letterarie. Orologio con scultura neoclassica Divano Verso 1885 Legno dorato, seta Nº inv. 2512 Barbedienne; Cíe Des Marbres Onyx d´Algerie, París Verso1870 Bronzo argentato, marmo Nº inv. 2495 La struttura di questo divano consiste in una composizione eclettica d´elementi diversi, probabilmente progettata dal marchese di Cerralbo, che ha lavorato personalmente nei dettagli della decorazione delle sale del Piano Nobile del Museo. Orologio “misterioso” con pendolo conico ideato da Farcot, che fa girare la sfera celeste dopo essere trascinato da un bullone montato sul piedistallo che nasconde la macchinaria. La scultura è stata eseguita nella famosa fonderia di Ferdinand Barbedienne. 52 Figura-candelabro Allegoría della Danza Francia, 1850-1900 Bronzo e zinco con patina nera e dorata. Nº inv. 1799 Máximo Juderías Caballero 1891-1892 Olio su tela aderito al muro Allegoria del mondo terrestre; il bambino porta un caso di entomologo nella borsa a tracolla, da cui escono fuori gli insetti che corrono attraverso il suo corpo. Il suo stile ricorda la scultura barocca, una delle fonti di ispirazione per gli scultori francesi de bronzi decorativi per lampade o orologi. Nella volta, lo stile accademico di Juderías Caballero si traduce in una romantica evocazione della storia della danza, con alcune sequenze d´un erotismo velato, che ruotano intorno la danza degli dèi nell’Olimpo celestiale. Sedia 1875-1900 Legno dorato, seta Nº inv. 3606 Lo stesso marchese di Cerralbo è ritrattato in uno degli angoli, vestito con levita rossa, ricoprendo il ruolo dell’´anfitrione perfetto. Gli invitati al ballo, in quel mondo ideale, sono la replica dei personaggi dell’alta società che ballavano il galop in questa sala, una danza molto popolare in cui si spostavano in cerchio e saltavano imitando i cavalli al galoppo. Chaise volante o facile da portare per il suo peso leggero, caratteristica delle sale di danza, in cui il proprio invitato poteva muovere a suo piacere per la pista per riposare o unirsi discretamente ai diversi gruppi di conversazione. Busto Sècolo XVIII Marmo Nº inv. 2501 L’iconografia del personaggio interpretato, possibilmente un filosofo greco, attribuisce quest’opera alla tradizione di un tipo di ritratti creato nella Grecia classica durante il secolo IV a.C., recuperato nell´epoca romano Alto Imperiale e rinnovato durante il neoclassicismo, alla fine del secolo XVIII. 53