Traducción: Antonio Luis Callejón Peláez, 2011
Il Museo Cerralbo ha la particolarità di essere uno dei
pochi esempi di palazzo del diciannovesimo secolo a
Madrid che preserva la sua decorazione originale.
È stata la residenza del XVII marchese di Cerralbo, don
Enrique de Aguilera (1845-1922) e della sua famiglia,
formata da sua moglie doña Inocencia Serrano e
Cerver (1816-1896), vedova di don Antonio del Valle
e i due figli che lei apporta al matrimonio, don Antonio
del Valle e Serrano (1846-1900), I marchese di VillaHuerta, e doña Amelia (1850-1927), marchesa di
Villa-Huerta dalla morte di suo fratello.
Questo palazzo-museo é un luogo essenziale per
conoscere il modo di vita dell´aristocrazia di Madrid
della fine del secolo XIX e inizi del XX. Anche, come
museo di un collezionista d´arte, riflette il gusto
artístico del momento, ed é stata considerata nella sua
epoca una delle collezioni private piú importanti del
paese, e senza dubbio, la piú completa.
IL MUSEO
La costruzione fu eseguita tra il 1883 ed il 1893, e fin dall´inizio fu
pensata sia come abitazione che come posto dove esporre in modo
armonioso le opere d´arte, gli oggetti d’antiquariato e le curiosità
raccolte per il desiderio da collezione dei proprietari.
L´antico palazzo, oggi museo, ha quattro piani: seminterrato, piano
mezzanino, piano principale e abbaini.
Il piano seminterrato e i abbaini, all´epoca erano riservati all´uso
del personale domestico di palazzo, come cucine, dispense, rimesse,
stanzone, custode d´arnese, caldaie e stanze della servitù. Oggi, queste
stanze sono l´aula magna e le zone d´uso interno: uffici, negozi ed un
laboratorio di restauro.
La visita coinvolge gli altri due piani: il primo piano o mezzanino,
destinato alla vita privata dei marchesi, e il secondo piano o piano
principale, dove si svolgeva la vita sociale. L´indifferenza dell´edificio
allo scorrere del tempo è soltanto apparente poichè, ai normali cambi
fatti nelle stanze per le diverse condizioni della famiglia, si aggiungono
il terribile evento della guerra civile e le riforme museografiche del
secolo XX.
A partire del 2002 é stato effettuato un lavoro di completo recupero degli
ambienti originali del palazzo. Ció é avvenuto a discapito delle opere
d´arte e a favore della lettura globale di ogni sala, adesso considerate
esse stesse come opere d´interesse artistico.
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PIANO MEZZANINO
In questo piano si ricevevano le visite di amici e si
svolgeva la vita quotidiana della famiglia. L´uso era
domestico, benché le vicessitudini storiche e familiari
successive causarono modifiche.
La prima di queste accadde dopo la morte di don
Antonio nel 1900, ed influenza in particolare la parte
sinistra dell´edificio. La quasi totalià delle stanze, inizialmente adibite a camere private, furono trasformate
in gabinetti e saloni d´estate. Ma l´intervento senza
dubbio più radicale fu realizzato negli anni 40 del secolo
XX. Tale intervento provocò il sacrificio delle camere
da letto e di altre stanze di uso quotidiano. Furono trasformate in gallerie per mostrare le collezioni d´arte in
un modo spazioso e a carattere didattico.
Per questa ragione, l´approccio espositivo di questo
piano è stato fatto attraverso la ricreazione affidabile
e non con il recupero integrale degli spazi, così come
praticato nel Piano Principale. Questa ricostruzione
dell´ambiente é stata fatta, nei limiti del possibile, con
le opere che originariamente si incontravano in queste
stanze. Tuttavia, per completar gli spazi, sono state
aggiunte anche opere della collezione Villa- Huerta,
provenienti dal palazzo dei marchesi a Santa Mª de
Huerta (Soria) o, in minore quantità, qualche opere
acquistate dagli antiquari.
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1 Sala di ricevimento d´estate e Galleria
2 Giardino
3 Salone Rosso
4 Salone Giallo
5 Salotto Rosa
6 Camera da letto del marchese di Cerralbo
7 Corridoio
8 Gran Portale e Scala d´Onore
9 Sala di riceviento d´inverno e Cappella
10 Salone Fiducia e Camera da letto della marchesa di VillaHuerta
11 Sala da Pranzo e Salone di Musica
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1
Sala di ricevimento d´estate e Galleria
La Sala di ricevimento d´estate era il luogo dove don Antonio del Valle riceveva i suoi
ospiti prima di passare alle camere private. Dopo la sua morte nel 1900, questa zona
del palazzo veniva utilizzata in primavera ed in estate dal marchese e dalla sua figliastra
doña Amelia, per la meravigliosa vista al giardino delle stanze. Approfittavano cosí del
soggiorno in queste stanze prima di trasferirsi al palazzo di Santa Mª de Huerta a Soria
durante il resto de l´estate. Le stanze presentano un collegamento verso una Galleria con
uscita al Giardino, in cui prevalgono quadri di tema religioso. Precedentemente, c´era un
lungo corridoio, con una Scala di comunicazione interna con il Piano Principale, che é
scomparsa con i lavori degli anni quaranta del secolo XX.
Allegoria dell´Eucaristia
Sant ‘Agostino e Santa
Monica
Scuola spagnola
Seconda metà del secolo
XVII
Olio su tela
Nº inv. VH 939
Girolamo Muziano 15801590
Olio su tela
Nº inv. 4905
Questa tavola é molto simile a quella preservata nella chiesa di Sant Agostino di Perugia,
opera dello stesso autore. Muziano ha fatto
due versioni di questa composizione per la
Basilica di San Pietro a Roma ed altre tre per
altre chiese italiane.
Nella collezione di pittura del Museo predominano le scuole spagnola ed italiana. Rispetto
alle opere spagnole, risalta la pittura religiosa dei secoli XVII e XVIII. Questa pittura
rappresenta una visione mistica: l´apoteosi
dell´Eucaristia. Il suo stile è simile a quello del
pittore di Córdoba Acisclo Antonio Palomino.
Orologio
San Giuseppe con Gesú
bambino
J.Wats. London
Secolo XVIII
Ferro, bronzo
Nº inv. 4838
Scuola italiana
1600-1630
Olio su tela
Modello inglese d´orologio sveglia per uso
domestico, noto come lantern clock, che funziona con pesi. É il piú antico dei settanta orologi
del Museo Cerralbo che decorano le stanze e
si mantiene in perfetto stato operazione.
L´autore anonimo di quest´opera é stato ispirato da una Madonna con Gesú bambino del
pittore Guido Reni, maestro della scuola di
Bologna , per comporre la figura di Gesú bambino addormentato nel grembo del santo.
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2
Giardino
L´ aspetto attuale del Giardino è una ricostruzione del 1995. Non si conserva quasi
documentazione del giardino originale, ad eccezione di uno schizzo fatto dallo stesso
marchese di Cerralbo. questo progetto anticipava un asse trasversale che divideva lo
spazio in due triangoli e collegava la facciata del palazzo con l´angolo del Belvedere, situato
nell´angolo del recinto, mentre al centro c´era un ampio spazio irregolare circondato da
sentieri curvi. Negli anni quaranta del secolo scorso, é stato costruito un padiglione nello
stesso stile del palazzo per uso interno del Museo. Cosí, l´idea originale del marchese di
creare un asse é stata abbandonata ed il giardino ha sofferto uno stravolgimento da cui non
si é potuto ancora riprendere. Tuttavia, l´intervento fatto ci permette oggi di godere di uno
spazio paesaggistico di stilo classico-romantico, in cui si percepisce l´intenzione originaria
del marchese. Lo spazio centrale é stato interpretato come uno stagno in cui, come se
fosse uno specchio d´aqua, si riflettono le diverse sculture. Anche i busti degli imperatori
romani, attaccati ai muri del recinto e del palazzo, raggiungono un ambiente simile a
quello dei giardini italiani ornati da elementi classici. I sentieri curvi e la vegetazione
spessa, ci ricordano il malinconico giardino di stile inglese.
de Ribera, viceré di Napoli. É una copia del
cinghiale romano della Galleria degli Uffizi,
che riproduce un´opera ellenistica.
Busto di matrona romana
Italia, secoli XVIII-XIX
Marmo
Nº inv. 1026
Nel giardino sono presenti i busti classici che
ornavano il giardino del palazzo di Santa María
di Huerta (Soria), proprietà della marchesa di
Cerralbo e dei suoi figli, dove la famiglia risiedeva durante l´estate. Lí, il marchese studiava i
materiali archeologici dei depositi che si scavavano nell´area del fiume Jalón.
Capitello romano
Arcobriga (Monreal de Ariza,
Zaragoza)
Fine secolo I d.C.
Arenaria tagliata
Nº inv. 6143
Capitello corinzio che apparteneva a un pilastro d´angolo nel cortile di una casa romana.
Fu trovato nei primi scavi del marchese di
Cerralbo nella città celtiberico-romana di
Arcobriga tra 1908 e 1911.
Cinghiale
Firenze, secolo XVI
Marmo
Nº inv. VH 1023
Quest´opera viene dal palazzo de Medinaceli,
demolito a Madrid nel 1890. Apparteneva alla
collezione di sculture classiche di Per Afán
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Salone Rosso
Questo salone é il primo di una serie di stanze allineate con vista al giardino. Secondo
il costume dell’ epoca, il suo nome si deve al colore della tappezzeria e delle pareti. Il
forte colore del salone é decorto con una bordatura di carta dipinta. Ció rappresentava
un´alternativa allo zoccolo dei muri che era di moda a fine secolo XIX.
IL salone é stato utilizzato come ufficio, dove il marchese incontrava i suoi amministratori
e fornitori senza che loro dovessero attraversare le stanze private. La localizzazione
di queste stanze d´ufficio, situate nel piano mezzanino, dove il proprietario lavorava
nell´amministrazione delle sue aziende agricole o controllava il suo reddito ed affari, é
stata una pratica comune nei palazzi urbani della nobilità e dell´alta borghesia..
Fernando de Aguilera e
Contreras, XV marchese
di Cerralbo
Telefono Ericsson
1890-1900
Legno, bachelite, metallo,
seta
Nº inv. 7262
Valentín Carderera
1833
Olio su tela
Nº inv. VH 496
Ritratto del grande zio di don Enriche de
Aguilera, fondatore del Museo. Fu dipinto lo
stesso anno della sua promozione come Capo
Maggiore della Scuderia, all’ inizio del regno
di Isabel II. Sulla spalla porta una frusta e sul
tavolo c´e la chiave della Camera Reale e di
Palazzo, concessagli insieme al posto.
Citofono privato modello BC 1300 (405) che
sicuramente comunicherebbe con un telefono
simile situato nel Torrione, dove si trovava
l´Archivio negli abbaini verso il 1900. Questo modello appare nel catalogo Ericsson del
1897.
Don Jaime in uniforme a
cavallo
Angeli cantanti
Ludovico Carracci
1600-1610
Olio su tela
Nº inv. VH 490
A Maeer (uffizio)
Austria, verso 1893
Gelatina/ Colodión ED
Nº inv. 6177
Attribuito allo scorso periodo del pittore di
Bologna, é probabilmente un frammento di
un altra tavola. Rappresenta grandi visi d´un
coro d´angeli in una composizione screziata
ma chiaramente definita dal marcato disegno
e il forte chiaroscuro.
Fotografia del figlio ed erede di don Carlos de
Borbón, come ritratto ufficiale con scenografía regia. Il giovane porta l’ uniforme e monta
maestoso sul cavallo fermo. Tale fotografia é
stata affettuosamente dedicata alla marchesa
di Cerralbo.
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Salone Giallo
Questa stanza fungeva da sala da pranzo e anche da gabinetto di fiducia. Abbiamo ricavato
quest´informazione osservando il proprio arredamento, composto da un tavolo fatto in
legno di palma di mogano solido circondato da sei sedie di stile inglese, con il caratteristico
schienale in bozza ed altre sedie dette da gabinetto. Questa serie ha vari sedili, seggioloni e
divani situati in circolo per conversare, riempiti da molle basse ed avvolgenti, ed imbottiti
in damasco di seta gialla, nello stesso tono che le sipari dei balconi.
La decorazione della parete ha la carta dipinta originale dell´epoca, l´unica conservata
in tutto il palazzo. Questa carta era stampata con procedura meccanica ed era un buon
esempio dell´applicazione di procedure industriali alle arti decorative. É stata di moda
nella metà del secolo XIX, ed era una soluzione pratica in comparazione agli antichi e piú
costosi tessuti incollati alla parete.
José de Aguilera e Contreras,
XVI marchese di Cerralbo
Agustín de Aguilera e
Gamboa in uniforme
Vicente López o Bernardo López
Verso 1840
Olio su tela
Nº inv. VH 502
Otero e Colominas (studio)
La Habana, 1888-1989
Albumina
Nº inv. VH 982
Il nonno di don Enriche de Aguilera fu ritratatto
da Vicente López o da suo figlio Bernardo,
continuatore dello stile del padre. Tutti e due
furono pittori di Camara dalla regina Isabel II
e ritrattista a Madrid con gran popolarità tra
l´alta borghesia e l´aristocrazia.
Ritratto fotografico di uno dei fratelli del
marchese di Cerralbo, Agustín de Aguilera e
Gamboa, conte di Alba de Eeltes, fatto in un
famoso studio cubano. Porta uniforme e adotta
la tipica posa del ritratto militare.
Inocencia Serrano e Cerver
vestita da “Charra””
Lampada
Bohemia o Francia, seconda
metà del secolo XIX
Vetro, bronzo dorato
Nº inv. VH 1006
Poujade e moglie (studio)
Salamanca, 1878-1896
Gelatina/Colodión ED illuminata
Nº inv. VH 984
Fotografia illuminata che rappresenta la marchesa di Cerralbo con il tipico abbigliamento dalla città di Salamanca. Questa fotografia
è stata fatta da un fotografo francese che ha
lavorato in varie città spagnole insieme a sua
moglie. L’accurata illuminazione é segnata per
“Ch. de Bar.” e probabilmente fatta a Parigi.
Essempio dell´evoluzione diciannovesima d´una
delle creazioni suntuarie dei vetrai di Bohemia.
É stata fatta con vetro all’interno e con una
cappa di cristallo di rocca roseo d´oro, inciso
e tagliato. Questa tipologia é stata sostituita a
partir del 1830 dal cristallo di rocca roseo di
rame, per diminuire il prezzo della produzione.
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Salotto Rosa
In contrapposizione con le due stanze precedenti, in cui la decorazione originale é stata
recuperata, questa stanza é stata ricreata come gabinetto della marchesa di Villa-Huerta
con parte dell’ arredamento a lei caro per fare parte del Museo. La ricreazione é stata fatta
al modo dei salotti d´azienda, al gusto delle donne del secolo XIX. In queste stanze era
essenziale un seggiolame comodo dove la proprietaria si sedeva in modo rilassato e senza
dover seguire il protocollo. È facile immaginare qui, la signorina Amelia acompagnata da
qualche amica, chiacchierando mentre guardavano i fiori in primavera attraverso il balcone
aperto che dava al giardino o ricamando mentre recitavano una lettura a voce alta. O anche
da sola, seduta di fronte alla scrivania femminile segnata con la sua iniziale A, scrivendo
lettere, inviti o note di gratitudine.
Portagioielli
Inocencia Serrano e
Cerver con sua figlia
Amelia
Verso 1880
Vetro, metallolo dorato
Nº inv. 26975
Scuola spagnola
Verso 1855
Acquarello su cartone
Nº inv. 505
Questo modello di portagioielli in forma di
libro s´ispira alle scatole fatte con piastre di
cristallo di rocca del Rinascimento. Allo stesso
modo, di stilo rinascimentale sono anche i disegni d´arabeschi tagliati sulle maniglie. Contiene diverse decorazioni, in particolare una
femminile dell´Ordine di Isabel la Católica.
Antonio María del Valle
con suo figlio Antonio
Scuela spagnola
Verso 1855
Acquarello su cartone
Nº inv. 506
Antonio María del Valle
y Angelín
J. Heigel
1830
Acquarello su cartone
Nº inv. VH 504
Questi due ritratti dipinti con la tecnica della
miniatura, mostrano in coppie i membri della
famiglia Valle Serrano: Inocencia (1816- 1896)
e sua figlia Amelia (1853-1927), e Antonio del
Valle (morto nel 1863) con suo figlio Antonio
(1846-1900).
Ritratto-miniatura del primo marito di
Inocencia Serrano e Cerver, marchesa
di Cerralbo. Segnata da Joseph Heigel,
miniaturista tedesco stabilito a Parigi tra 1817
e 1837.
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Camera da letto del marchese di Cerralbo
In una società in cui si dá molta importanza alle apparenze, le stanze intime si concepivano
con grande austerità in confronto all´opulenza e alla vistosità dei saloni da ricevimento.
Ció si puó notare nella Camera da letto, ricreata dall’ inventario della casa che ha parte
dell’ arredamento originale, e anche con qualche oggetti acquistati dagli antiquarii attuali.
Com´era d’abitudine, c`era un letto con un materasso ripieno di borra di pelo o lana, un
tavolino di nozze per tenere l´orinale, un guardaroba ed un cassettone con cassetti dove
si tenevano i colli delle camicie, la biancheria intima, i gilè o i guanti, o come in questo
caso con la doppia funzione anche di scrivania. C`é anche uno specchio la cui inclinazione
si poteva regolare per farsi la barba e ritoccarsi i baffi – ed un lavamano di vasellame
stampato composto da brocca e bacino. Nella sedia di stilo isabelino accanto ai piedi del
letto, il Marchese é morto il 27 agosto del 1922.
Letto
Orologio sveglia con luce
Maiorca o Catalugna
Secolo XIX
Legno d´ebano
Nº inv. 28016
Francia?
Seconda metà del secolo XIX
Legno, metallolo
Nº inv. VH 1122
Questo letto fu acquistato recentemente nel
mercato d´arte per completare l´arredamento
della camera da letto del marchese. Lo stile é
di tradizione barocca; la testata e il piede hanno una struttura con sbarre e sormontate da
pinnacoli.
Orologio portatile da tavola che funzionava
con sei delle prime pile francesi. È provvisto di
una sveglia con interruttore di accensione, di
una lampadina incandescente per vedere l´ora
e di un accendino a benzina con interruttore
elettrico e commutabile.
Cassettone-scrivania
Il marchese di Cerralbo con
uniforme di gala
Spagna, probabilmente
Madrid, verso 1815
Legno di pino e noce,
ottone dorato
INº inv. 5144
Manuel Compañe
Madrid, 1885-1909
Gelatina/Colodión ED
Nº inv. 6181
Mobile composto da quattro cassetti con doppia
funzione: il più alto funge da scrivania ed gli
altri tre da guardaroba. La parte frontale del
primo cassetto si puó aprire e utilizzare come
apoggio per scrivere in piedi. La parte in fondo
presenta piccoli cassetti per conservare la tinta,
la carta, le penne, la ceralacca ed il sigillo.
Ritratto fotografico del marchese di Cerralbo
con abito di gala che mostra il cappello con
piume e lo spratto di Corte. Manuel Compañe
fu uno dei fotografi più famosi nel Madrid de
finali del secolo XIX, con tre studi in attivo
contemporaneamente.
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Corridoio
Attraverso questo corridoio, rilasciato con la antica scaletta di servizio, circolava la servitú
che veniva dalle cucine del piano seminterrato per servire la sala da pranzo. Recentemente
sono stati raggruppati qui gli oggetti di memoria carlista preservati nella casa in relazione
con l´ affiliato politico del marchese di Cerralbo.
Don Carlos de Borbón
e doña Berta con abito
tradizionale
La Junta de Distrito de
Igualada (organizzazione
tradizionale carlista)
G. Contarini
Venezia 1896
Albumina
Nº inv. 6173
J. J. Sagristá
Igualada (Barcelona)
Verso 1892
Albumina
Nº inv. FF 2673
Fotografia dedicata a Carlos de Borbón,
richiedente-aspirante al trono di Spagna. Lui
appare con uniforme tradizionale (carlista) e
con la sua seconda moglie Berta de Rohán,
con mantiglia spagnola. Contarini aveva il
suo studio a Venezia, dove la coppia resideva
ufficialmente.
Fotografia dedicata ai membri di una junta, organizazzione territoriale di base del carlismo.
Come rappresentante politico di don Carlos,
il Marchese viaggiò molto spesso in Spagna,
incoraggiò ai suoi sostenitori e riuscí a fondare
un partito moderno.
Gruppo nei giardini di
Santa María de Huerta
Don Carlos de Borbón
e Austria-Este, duca di
Madrid
Santiago Oñate
Calataeud (Zaragoza)
1870-1900
Albumina
Nº inv. 6176
G. Atam
Venezia, verso 1890
Carboncino
Nº inv. 5379
Nell´immagine possiamo idenfiticare i membri della famiglia: Enriche, Inocencia, Antonio
e Amelia, nei giardini del palazzo-residenza d´estate di Santa María de Huerta (Soria).
Santiago Oñate, fotografo aragonese, fu collaboratore abituale del marchese.
Ritratto inviato al marchese di Cerralbo da
Venezia da don Carlos de Borbón nel 1893,
per ringraziarle della cortesia ricevuta. Il duca
porta l’ uniforme da Capitano Generale con
chapela (cappello tradizionale) e la sua figura
é disegnata con una tecnica di chiaroscuro cosí
precisa che sembra una fotografia.
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Gran Por tale e Scala d´Onore
L´ingresso, come tanti altri portali di Madrid, ha due enormi porte gemelle. La sua funzione,
al giorno d`oggi abbandonata), era quella di permettere l´accesso delle carrozze degli invitati e
fornitori da un lato e permetterne l´uscita dall`altro. In questo modo, si facilitavano le complicate
manovre dei cavalli. Invece, le carrozze di proprietá della casa, potevano parcheggiarsi giusto
l´inizio della scala e lì, i signori potevano scendere con comoditá, mentre il cocchiere accedeva
al cortile interno dove c´erano le stanzone e il custode d´arnese.
La Scala d´Onore era uno degli spazi più scenografici dei palazzi diciannovesimi, dov´era
importante esaltare il prestigio sociale dei proprietari della casa. In questa parte del palazzo
Cerralbo si distingue la ringhiera di ferro battuto che fu proprietà dell’ antico Monastero de las
Salesas Reales della regina Bárbara di Braganza. Il grande scudo con l´araldica del matrimonio
Cerralbo si trova tra due arazzi del secolo XVII: uno di Bruxelles con lo scudo della famiglia
Carvajal, Padilla, Acuña e Enríchez, e l´altro di Pastrana, con l´araldica della famiglia Silva,
Mendoza e de la Cerda.
Matrona romana
Santo Domingo in Soriano
Seconda metà del secolo II d.C.
Marmo
Nº inv. 44
Antonio de Pereda
Verso 1655
Olio su tela
Nº inv. 56
Giovane matrona con la testa scoperta per
risaltare il riconoscimento e la libertà che la
donna romana acquistò con il trascorso del
tempo. Presenta diversi restauri, come marca
di grappa d´epoca antica ed altri parte aggiunte nel secolo XIX.
Questa tavola apparteneva alla pala d’altare della
cappella del marchese di La Lapilla, distrutta
nell`incendio che devastò la Scuola di Atocha nel
1872. Don Enriche de Aguilera, patrono della
cappella, recuperò quest´opera che rappresenta
il miracolo successo/avvenuto nel 1530 nel
convento dominico di Soriano (Italia).
Arazzo dei III Duca di
Pastrana
Scudo
Verso 1893
Intonaco rivestito
Produzione di Pastrana
Verso 1625
Lana e seta
Nº inv. 55
Magnifico esempio della scarsa produzione conservata degli arazzi di Pastrana
(Guadalajara) opera di Francisco Tons, capo
degli arazzi d´ Anversa. Quest’ opera è attribuita da lui per similitudine con altri due
arazzi che mostrano la sua signature.
A destra si trova l´araldica del marchese di Cerralbo,
Grande di Spagna, che teneva anche i titoli di
marchese del Sacro Impero Romano, di Almarza e
di Campo Fuerte, conte di Alcudia, di Villalobos e
di Foncalada. A sinistra, l´araldica degli antenati de
sua moglie: Serrano, Soler e Cerver.
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Sala di ricevimento
Quest´area di ricevimento apparteneva alla parte della casa dei marchesi di Cerralbo e di
sua figlia doña Amelia che fu trasformata in un secondo momento in ala d´inverno. É stato
decorato sobriamente, nello stesso stile del resto del piano, con l´arredamento caratteristico
delle sale di ricevimento del diciannovesimo secolo tavolo “de arrimo” (si avvicina al muro) o
consolle con due sedie e specchio a figura intera sopra un plinto decorativo, con scaffale per
piante d´interno. Questi grandi specchi noti con il termino francese tremó, permettevano
sia alle visite di guardarsi allo specchio e controllarsi gli ultimi dettagli prima di essere
ricevuti, sia ai proprietari di fare lo stesso prima d´uscire di casa. In comunicazione diretta
con questa stanza ci sono la Capella, il Salone Fiducia e all`epoca, il corridoio che accedeva
alle camere d´uso privato.
Felipe III
Orologio da muro
Scuola spagnola
1600-1630
Olio su tela
Nº inv.VH 434
Germania, 1870-1900
Legno, alabastro, metallolo,
porcellana
Nº inv. VH 270
Quest´opera ripete il modello di ritratto cortigiano dipinto dagli allievi di Pantoja de la
Cruz, come Bartolomé González, Rodrigo de
Villandrandro e Andrés López Polanco.
L´orologio a cucù fatto dagli orologiai della Foresta Nera è stato molto popolare nella
seonda metà del secolo XIX. Ancor oggi, esce
dall’ orologio un uccellino di cuculo che fischia le ore e dopo si raccoglie dentro la finestrina.
Margarita de Austria
Portabastone
Scuola spagnola
1600-1630
Olio su tela
Nº inv.VH 433
Daniel Zuloaga
1888
Vasellame smaltato
Nº inv. 27068
Tal opera è copia della precedente. Ripete un
modello di ritratto lungamente codificato che
sopravvive nel secolo XVII per tutte le copie
che i nobili spagnoli ordinavano per poter esporre nelle loro gallerie di ritratti, per esempio come quelle dei re nel palazzo del Pardo o
nel Alcázar reale.
Decorato da Daniel Zuloaga nella Fabbrica di La
Moncloa con motivo di candelieri di stilo neorinascimentale. Zuloaga fu un grande ceramista
addestrato à Sèvres ed è anche l´autore della
decorazione ceramica di altre costruzioni di
fine del secolo XIX a Madrid, come il Palazzo
di Velázquez nel Retiro ed il Ministero delle
Politiche Agricole.
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Salone Fiducia e Camera da letto della
marchesa di Villa-Huerta
Questa è la sala di ricevimento da giorno in cui si trovano parte degli oggetti più impressionanti
della casa. Il termine Fiducia, secondo la mentalità del diciannovesimo secolo, si riferisce
ai saloni in cui si ricevevano le visite, intime o di società, i giorni di ricevimento senza il
protocollo e l´armamentario dei ricevimento di gala. Questa stanza si trova in comunizacione
con quella che fu l´ultima camera da letto della marchesa di Villa-Huerta.
Attira l’attenzione la gran lampada di vetro di Murano, acquistata dai marchesi in uno dei
loro viaggi in Italia. Sotto la lampada, sul tavolo centrale, si trova un insieme di porcellana
di Meissen del secolo XIX, con due barattoli e due vasi decorati coi quattro elementi della
Natura: Acqua, Fuoco, Terra e Aria.
Matilde de Aguilera
e Gamboa, signora di
Fontagud
Specchi oscillanti o psiqué
Fabbrica di Meissen
Verso 1885
Porcellana, vetro, legno
Nº inv. 533
Federico de Madrazo e Kuntz
1873
Olio su tela
Nº inv. 28025
Ritratto della più cara sorella del Marchese,
prematuramente defunta, donato al Museo nel
2008. Madrazo, ritrattista di moda in Madrid
all`època, ricreò la bellezza della donna in una
posa resa speciale per la sua delicatezza.
È uno degli oggetti di stile Dresde o Sassonia che
decorano questa stanza con le porcellane favorite
della società del secolo XIX. Dal 1850, la fabbrica di Meissen ha commercializzato arredamento
ed altri oggetti di stile neo-roccocó basati sulle
sue esclusive porcellane del sècolo XVIII.
Inocencia Serrano e Cerver
e Amelia del Valle e Serrano
con abito orientale
Zarf set
Turchia, verso1890
Argento
Nº inv. VH 678 a 680
Abdullah Frères (studio)
Istambul, 1889
Albumina
Nº inv. VH 702
Sostegno a forma di coppa usato nei paesi
d´Oriente per sostenere una tazza senza manico per servire il caffé caldo. È probabile che
questo zarf set esposto nella vetrina di “Souvenirs” sia stato acquistato in Turchia dai marchesi di Cerralbo ed i suoi figli nel 1889.
Questo ritratto fotografico, realizzato durante
il viaggio familiare in Turchia, mostra la madre e figlia con il tipico abito turco e posando
su un divano. I tre fratelli Armeni noti come
Abdullah Fréres sono stati famosi fotografi in
Istanbul e Cairo.
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Sala da Pranzo e Salone di Musica
Questa stanza era utilizzata come Sala da pranzo e Sala di soggiorno, per trovarsi in una delle
parte più calde del palazzo, grazie alla prossimitá delle caldaiae e l´entrata del sole dalle
finestre nel tardo pomeriggio. Inoltre, il focolare di ferro favoriva la combustione e riduceva
il consumo di combustibile. Il tavolo centrale è circolare, con la possibilità di estenderlo i
lati. È stato utilizzato per mangiare, parlare, leggere, cucire o per fare una partita a carte.
Vicino al focolare c´e un divano comodo per sedersi e prendersi un caffé dopo pranzo.
Davanti uno dei balconi, c´e un tavolo dove si calcolava la contabilitá quotidiana, si faceva
una lista con gli ordini per la governante o si scriveva e rispondeva alle lettere, un attivitá
prioritaria nella società del diciannovesimo secolo per comunicare.
Accanto si trova il Salone di Musica, noto nell’ antico inventario della casa come Stanza
Belvedere, per la recinzione di vetro del balcone, dove la marchesa di Villa-Huerta teneva
lezioni di piano.
Vaso con fiori
Natura morta all´aperto
con frutta, fiori e verdure-
Jan Baptiste Boschaert
1715
Olio su tela
Nº inv. VH 469
Giovan Battista Ruoppolo
Verso 1680
Olio su tela
Nº inv. VH 455
Eccezionale esempio di natura morta di fiori
del Museo. Nella ristaurazione é stata scoperta
la signature di Boschaert. Lo stile all’italiana
delle opere di questo pittore fiammingo si
deve all´ammirazione che destavano in Europa
le pitture di fiori di Napoli.
Il napoletano Ruoppolo, ha diffuso un tipo
di natura morta di grande formato con
abbondante frutta, verdura e fiori rappresentati
all´aperto, nel suo proprio albero, nella sua
pianta o ammucchiati per terra. Questo efetto
decorativo è stato molto apprezzato in Spagna
ed Italia.
Piatto con pesche
Ramo di fiori con mascherone
Juan van der Hamen
Hacia 1630
Óleo sobre lienzo
Nº inv. VH 133
Gabriel de la Corte
Verso 1670-1680
Olio su tela
Nº inv. VH 461
Il gruppo di tavoli con un ramo di fiori
con un mascherone di bronzo è stato fatto
da uno dei migliori pittori di fiori della
Corte di Carlos II. La tradizionale ghirlanda
d´origine rinascimentale inonda il tavolo in
una lussureggiante cascata piena di vitalità e
naturalismo.
Lo stato di conservazione di questa pittura ha
reso difficile l´identificazione del suo autore.
Recentemente, è stato attributo a Juan van der
Hamen, il grande pittore di natura morta scomparso prematuramente nell´epoca di Filippo III.
Il piatto con frutta è stato il tipo di natura morta più dipinto da questo pittore.
19
PIANO PRINCIPALE
Il Piano Nobile o Piano Principale è stato destinato
alla promozione sociale e decorato in un modo più
sontuoso e artistico. È come lo specchio della posizione
economica e sociale dei suoi proprietari che, attraverso
la distribuzione del piano, emerge la mentalità
del dicianovesimo secolo, dove è più importante
l`apparenza e per cui si riservano i migliori spazi per
le visite degli ospiti. Infatti, questo piano soltanto si
apriva per i ricevimenti, le feste e i balli.
Ha una distribuzione simile al Piano Mezzanino, con
una serie di stanze allineate, una dopo l´altra, più tre
ampie gallerie che circondano un cortile interno, di
modo che tutte le stanze formano uno spazio comune
con multipli accessi, perfetto per ricevere un gran
numero d´invitati e distribuire in modo armonico le
collezioni d`arte.
La sua solida struttura nonostante il trascorso del tempo
si deve allo sforzo d´una squadra multidisciplinare
di professionisti che ha lavorato accuratamente per
recuperare l’ ambiente originale.
20
12 Armeria
13 Sala da Bagno
21 Salone Biliardo
22 Salone Smussatura
14 Sala Araba
15 Salone Stufa (Serra)
23 Ufficio
24 Biblioteca
16
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19
20
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Corridoio dei Disegni
Sala delle Colonnette
Salone Guardaroba
Salotto Impero
Sala da Pranzo di Gala
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Prima Galleria
Seconda Galleria
Terza Galleria e Bagnetto
Salone di Danza
12
13
Ar meria
Sala da Bagno
Quest´era una stanza adibita al ricevimento degli ospiti dove avveniva la cerimonia del
baciamano. L´ambiente evoca i saloni d´arma medievale e ci trasporta alle nobili gesta degli
antenati della famiglia. La decorazione della consolla con specchio e le gallerie sopra la porta
sono d´ispirazione gotica, dello stesso stile delle due sedie vicino la porta e la cui aspirazione
é emulare il salone del trono di un castello medievale. Armi e armature sono appogiate alle
pareti e si sposano armonicamente agli scudi araldici del soffitto, fatti in intonaco dipinto,
che insieme con il siniscalco di feltro, rendono l`idea della notorietá ed ascendenza nobile
del proprietario della casa.
In comunicazione diretta con l´Armeria si trova la Sala da Bagno, stanza che rispecchia piú
l´ostentazione che la praticitá. È importante ricordare che, fino all´ultimo terzo del sècolo
XIX, non era comune che i bagni fossero pensati come stanze indipendenti. Possedere
una stanza esclusiva con bagno di marmo, rubinetti d´aqua calda e fredda e scolo, era una
ostentazione di comfort che mostravano i propietari della casa.
Armatura
Celata
Verso 1650
Ferro battuto
Nº inv. 100
Germania, secolo XVI
Ferro battuto e intagliato
Nº inv. 103
Secondo la tradizione, apparteneva a uno degli
antenati del marchese di Cerralbo, don Pablo
Fernández de Contreras, I conte di Alcudia,
Ammiraglio del Mare Oceano, famoso per
l´eroica vittoria del suo galeone contro tre
nave olandesi nel 1635.
Una leggenda attribuisce questa celata a
Enmanuel Filiberto, duca di Saboya, vincitore a San Quintín a comando dell’esercito di
Filippo II, e noto con il soprannome di “Testa
di Ferro”.
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Gesù condannato a morte
Staffa (Abumi)
Francisco de Herrera, el Mozo
Verso 1670
Olio su tela
Nº inv. 295
Giappone, periodo Edo
(1614-1868)
Ferro, argento, lacca
Nº inv. 464-465; 466-467
Formato à Siviglia e Italia, Herrera ha lavorato
nella Corte di Madrid come pittore reale.
Questo Museo preserva le due tavole sulla
Passione di Cristo che ha dipinto per la scuola di
Santo Tomasso di Atocha, distrutto nel 1872.
Staffa di samurai, segnati nello stelo della fibia
dall´autore. La parte esterna è decorata con
fiori d´argento; l´interno mostra la placca di
legno laccata dove si sostengono i piedi.
Sedia di mani
Pistola
Francia, verso 1750
Pino e quercia, lino, seta
Nº inv. 396
Belgio, verso 1820
Legno, ferro
Nº inv. 453
La pennellatura, di stile roccocò, è dipinta
all´olio con rami di fiori e decorazione che
imita il rivestimento tipo “bois unis” o legnos
unito, di moda nell’ arredamento francese
verso il 1750.
Pistola d´uso civile, con chiave di mano di scintilla. Porta una doppia ciotola, duplicata per le
canne inferiore, che si confrontano ai “piedi di
gatto” girando una leva situata nel lato sinistro
dell´arma.
Archibugio da caccia
Martirio di San Sebastiano
Miguel Cegarra
1768-1783
Ferro, oro, legno, avorio
Nº inv. 445
José Antolínez
1657
Olio su tela
Nº inv. 519
Rappresenta il momento prima del martirio,
quando il santo, che appartiene alla guardia
pretoriana di Diocleziano, é già nudo e legato
all´ albero prima di essere saetatto davanti all’
imperatore romano a cavallo.
Ha la sua chiave di mano alla moda di Madrid. Il
marchio indica che procede della Reale Galleria
di tiro con l’arco e apparteneva, secondo un’
iscrizione di damascene in oro, allo Infante
don Gabriel de Borbón. L´armaiolo Cegarra fu
archibugiere dal re Carlos III.
23
14
Sala Araba
Il nome gabinetto orientale o sala turca, tra altri termini simili, si riferisce allo stesso tipo
di stanza, di moda in tutta Europa nel secolo XIX, e associata al consumo di tabacco e,
per tanto, d´uso fondamentalmente maschile. Le mura sono coperte con kilim e il suolo
e l´arredamento, pieni di tappeti, cercavano d´evocare le jaimas (tenda dei nomadi del
deserto). In questo tipo di stanze si trovano oggetti di curiosità e di raccolta, in particolare
armi e armature, ma anche strumenti musicali o resti strani come l´appendice di un pesce
sega. La decorazione neoaraba delle mura e degli oggetti raccolti in questo gabinetto o
“fumoir” procedono de Cina, Giappone, l´Isole Filippine, Marocco o Nuova Zelanda. Sono
la conseguenza del gusto per l`aspetto esotico ereditato del Romanticismo. Esotismo e
Orientalismo sono due qualità che si collegano nella decorazione di questi saloni che
proliferano a Madrid fino all´inizio del secolo XX, a imitazione del Gabinetto Arabo, fatto
da Rafael Contreras per il Palazzo Reale di Aranjuez.
Set per fumare oppio
Bento
Cina, dinastia Qing
Secolo XIX
Vasellame smalto, metallo
Nº inv. 554
Giappone, periodo Meiji
(1868-1911)
Legno laccato
Nº inv. 566
È un´altra curiosità tra gli oggetti esposti
in questo gabinetto orientale. Ha la stessa
funzione della pipa, esotico riferimento all´uso
comune dei saloni arabi di moda nei palazzi
europei di fine secolo XIX, dove gli uomini si
riuniscono per fumare.
Set di contenitori usato per conservare e trasportare il cibo pronto per il consumo. L´uso
di scatole o contenitore impilabile cominció in Giappone verso il 1610 e si usano
tutt`ora.
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Armatura
Pugnale (Kris)
Giappone, periodo Edo
(1614- 1868)
Ferro, rame, lacca, tessile
Nº inv. 585
Isole Filippine (Isole Sulu)
Secolo XIX
Acciaio, legno
Nº inv. 642
Composto da kabuto (casco), ho-ate
(maschera), nodu-wa (gorgiera), do (corazza),
sode, ko-te (bracciali) e sune-ate (gambale).
Alla fine del periodo Edo in Giappone si
facevano armature di samurai basate sui
modelli antichi, come oggetti artistici e
memoriali.
Il kris dei musulmani delle Isole Filippine,
arma millenaria del sud d´Asia, si considerava
anche come un oggetto che portava fortuna. La
lama, generalmente di forma fiammeggiante e
ondulata, era forgiata da artigiani specializzati
che facevano rituali mistici per conferire poteri spirituali.
Spingarda (fucile da caccia)
Violino bicorde (Erh-hu)
Marocco
Secolo XIX
Legno, metallo
Nº inv. 588
Shanghai (Cina)
Secolo XIX
Canna, pelle di serpente
Nº inv. 652
Utilizzata nella guerra di Melilla e presa nel
zoco (mercato arabo) El Jemis de Beni-Bu
Ifrur il 30 settembre dell’ 1909. Era l´arma
preferita dai marocchini del Rif grazie alla facile manipolazione ed anche perché quando
le munizioni finivano, poteva caricarsi con
sassi.
Parte degli oggetti esposti in questa sala furono acquisiti dal marchese di Cerralbo nel Hôtel
Drouot de Parigi. dove fu venduta all’asta la
collezione di strumenti musicali di Adolphe
Sax, inventore del sassofono, a cui appartenne
questo violino fino all’anno1877.
Ligua
Zibellino (Wakizashi)
Isole Filippine
Secolo XIX
Ferro, legno
Nº inv. 609
Giappone, periodo Edo (16141868)
Acciaio, rame, legno, pelle di zappa, lacca e tessile
Nº inv. 731
Questo tipo di spada samurai si utilizzava nei
duelli e combattimenti corpo a corpo e nel
suicidio rituale noto come hara-kiri o seppuku.
La dimensione è la più grande che puó avere
uno wakizashi.
Ascia da combattimento, regalo del sindaco
generale dell´Azienda delle Isole Filippine a
don Enrique de Aguilera, insieme ad altre armi
dei musulmani de Mindanao e dei igorrotes
(popolo de l´isola di Luzón).
25
15
Salone Stufa (Serra)
Inizialmente, questa stanza è stata progettata come una serra, dove si proteggevano dall’
aperto le piante esotiche o le piante da interno. È uno spazio del gusto della seconda metà
del secolo XIX adattato allo stile dei palazzi urbani, del modello di padiglione o stufa
fredda, frequente nei parchi e giardini dopo la presentazione del padiglione di ferro e vetro
fatto da Paxton nell´Esposizione Universale dell’ 1851 a Londra. Il Marchese non ha visto
nessun vantaggio nell`uso del vetro, progettato dagli architetti di palazzo, poco pratico per
un clima come a Madrid, con una grande escursione termica, e condannò cosí le finestre
coprendole d`arazzi a mó di sipari. Il salone si converte in un gabinetto di collezione dove
si mescolano materiali, stili ed èpoche con oggetti archeologici, tra cui evidenziamo per
esempio gli assi e i tessuti del Neolitico dalle culture di palafitta dei grandi laghi di Svizzera,
il vaso campaniforme di Malpartida di Plasencia (Cáceres), i vasi greci antichi e italici e le
arme iberiche. La maggior parte fu acquistata dal marchese di Cerralbo nel commercio
d´oggetti d’antiquariato, e non furono trovati nei suoi scavi archeologici e paleontologici
che il Marchese lasciò al Museo Archeologico Nazionale e al Museo Nazionale di Scienze
Naturali.
Busto e mani d´un
apostolo
Ampolla di pellegrino
Egitto, secoli VI-VII
A stampo
Nº inv. 848
Scuola castigliana
Verso 1700
Legno policromo
Nº inv. 799
Barattolo in ceramica utilizzato, in origine,
per contenere l´olio con cui si accendevano
le lampade che proteggevano la tomba di San
Menas in Abu Mena (Alessandria, Egitto) e,
posteriormente, offerto ai pellegrini come
souvenir del viaggio.
L´immagine di abbigliamento è stato un tipo
di scultura processionale molto abbondante in
Spagna durante il Barocco. In questo esempio,
il busto e le mani si articolavano con una struttura che rimaneva nascosta sotto la tunica che
vestiva la figura per il culto o la processione.
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Tondo con l´Adorazione
della Vergine
Giardinaggio
Giappone, periodo Meiji
(1868-1912)
Porcellana
Nº inv. 947
Firenze
Primo terzo del secolo XVI
Vasellame smalto
Nº inv. 811
Notabile esempio del tipo di scultura religiosa creato nel Rinascimento da Lucca della
Robbia, modellato in argilla e smaltato, con
figure in bianco e ghirlande policrome. Si attribuisce a un allievo di Andrea della Robbia o
all’ ufficio dei Buglioni.
La sua funzione concorda con il disegno di
questa sala come serra o giardino d´inverno.
È stata fatta dopo l´Esposizione Universale di
Parigi nell’1878, dove le porcellane giapponesi
decorate in azzurro e bianco con fiori e uccelli
hanno avuto un grande successo.
Escifo greco
Falcata iberica (spada)
Puglia (Italia)
Metà del secolo IV A.C.
Tecnica di figure rosse
Nº inv. 902
Necropoli di Las Angosturas
Illora (Granada) ,secoli IV-III A.C.
Ferro battuto, decorazione di
damascene
Nº inv. 1306
Spada caratteristica del guerriero iberico, con
manico a forma di testa di cavallo. Mostra una
decorazione di filo d´argento con motivi vegetali nel manico, e un animale fantastico
(dragone?) nella lama.
Contenitore per bere vino, che mostra un
giovane morto rappresentato come Dioniso,
una Niké che lui offre le nastri funerari e una
Menade che acompagna ballando una danza
bacchica. Il rhyton o corna contiene il vino sacro della celebrazione.
Natura morta di frutta e
utensile di cucina
Semi-pedalis de la Legio
VII Gemina
Luis Meléndez
Verso 1760-1765
Olio su tela
Nº inv. 905
León, 238-244 d.C.
A stampo, marca stampata
Nº inv. 1400
Mattone di “medio piede romano” di
lunghezza, fatto dalla legione romana stabilita
nella attuale città di León. I legionari non solo
garantivano la pace e raccoglievano le tasse,
ma partecipavano anche nella romanizzazione
dei territori conquistati grazie alle sue
produzioni industriale.
Opera del più famoso pittore spagnolo di
natura morta del secolo XVIII, caratterizzato
dall´eccezionale tessitura degli oggetti e per
la sua rappresentazione dal basso, come se il
pittore avesse lavorato da seduto molto vicino
agli oggetti.
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16
Corridoio dei Disegni
Questo corridoio era un’ area di servizio, dove aspettavano i servitori in attesa della chiamata
dei signori della Sala da Pranzo di Gala. È stato decorato dal Marchese con parte della sua
collezione di disegni, 80 dei 558. La sua collocazione, in un luogo senza luce naturale diretta
non è fortuito; senza dubbio don Enrique conosceva i pericoli del foto-deterioramento delle
opere su carta.
Le opere che si mostrano adesso sono la riproduzione facsimile degli originali, e conservano
le antiche attribuzioni. Hanno le modanature originali restaurate, mentre gli autentici
originali si trovano perfettamente conservati nei negozi.
Tra tutti i disegni risalta “Vettura coperta e barata” di Goya, fatto tra 1824 e 1828 durante il
suo esilio in Francia. Oltre a questo importante disegno si conservano anche notevoli opere
di Francisco Bayeu, José del Castillo, Salvador Maella o Manuel Salvador Carmona, o figure
d´altre scuole europee. Della scuola italiana ci sono opere di Confortini, Pietro da Cortona,
Palma “il Giovane” o della famiglia Tiepolo. Della scuola francese sono importanti gli studi
di Charles Mellin, Nicolas de Platmontaigne o Antoine Ranc, mentre che dei paesi nordici
risaltano le composizione di Willem van Nieuwlandt, Adriaen van Ostade o Jan Ekens.
“Vettura coperta e barata”
Signora seduta davanti un
tavolo
Francisco de Goya
1824-1828
Matita litografica
Nº inv. 4711
Jacobo Confortini
1634-1666
Matita nera e sanguigna
Nº inv. 4713
Studio per una delle figure dell´opera “Le
nozze di Caná” che questo pittore fiorentino
della prima fase del Barocco ha fatto nel
refettorio del convento di Santa Trinitá de
Firenze nel 1631. Per la libertà della traccia
e la posa del ritratto, sembra uno studio del
naturale.
Questo disegno faceva parte dell’ album che
Goya disegnò a Bordeaux e che rappresentava diversi mezzi di trasporto o locomozione
usati dai poveri e mendicanti. Questo disegno, nº 25 del Album G, rappresenta uno
storpio trascinando una carriola davanti la
derisione nascosta di tre donne.
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Ritratto di bambino
Monarca ricevendo un emissario
Manuel Salvador Carmona
Verso 1790
Matita nera e sanguigna
Nº inv. 4698
Federico Zuccaro
1542-1609
Penna, tinta marrone con tocchi
di gessetto da disegno, sanguigna e
matita nera
Nº inv. 4705
Opera del gran pittore manierista che lavoró
per i principali patroni del secolo XVI in
Italia, Inghilterra, Olanda e Spagna. Tra 1586
e 1588 partecipò nella decorazione del Real
Monasterio de El Escorial con la protezione
di Filippo II.
Disegno dell’ incisore di Camara del re Carlos
III, che puó rappresentare uno dei suoi figli,
Juan Antonio, nato dal secondo matrimonio
con Ana María Mengs, la figlia maggiore del
pittore Antonio Rafael Mengs.
Progetto per la decorazione
d´una chiesa
Arrivo da Federico V a
Bohemia
Francisco Rizi de Guevara,
1614-1685
Matita nera, tinta marrone e
acquarello
Nº inv. 4763
Schizzo per la decorazione murale d´un
settore della proiezione d´una cappelletta.
Francisco Rizi imparò dagli italiani Agostino
Mitelli e Angelo Michele Colonna la tecnica
della quadratura con architettura finta che
utilizzò nella decorazione di diverse cappellette di conventi a Madrid.
Adrien Pieters Van de Venne
1613-1618
Penna, tinta marrone e
matita nera
Nº inv. 4744
Disegno preparatorio per la stampa incisa
de Van de Venne, pubblicata da suo fratello
Jan en Middlenburgh nel 1618. Rappresenta
l´arrivo a Vlissingen nel 1613 della flotta inglese che portò l`elettore Palatino del Reno,
Federico V, e sua moglie Isabel, principessa
d´Inghilterra, al suo nuovo regno in Boemia.
Santa (¿Martina?) portata al
martirio
Giugurta annodato e consegnato a Sila, chi lo porta
davanti a Mario
Pietro da Cortona
Verso 1634
Matita nera, penna e tinta marrone
Nº inv. 4766
Mariano Salvador Maella
Verso 1772
Penna, tinta marrone e guazzo
grigio
Nº inv. 4746
Disegno preparatorio per la lamina XXX,
incisa da Manuel Salvador Carmona, del
libro “La congiura di Catilina e la Guerra
di Iugurta”, opera di Cayo Salustio Crispo,
pubblicato da Joaquín Ibarra nel 1772, una
delle piè belle edizioni spagnole del secolo
XVIII.
Disegno preparatorio per un´opera progettata probabilmente per la chiesa dei Santi
Luca e Martina, nel Foro Romano, che apparteneva a l´Accademia di San Luca, diritta per
Cortona nel 1634; anno in cui si iniziarono i
lavori di rinnovo della cripta e si trovarono le
reliquie della santa.
29
17
Sala delle Colonnette
Questo salone, testimone del gusto collezionista del marchese di Cerralbo, ha avuto la
funzione di fumoir, luogo dove gli uomini si riunivano per parlare d´affari o per commentare
gli eventi della convulsa politica del diciannovesimo secolo mentre fumavano. Il nome Sala
delle Colonnette si deve al congiunto disposto sul tavolo centrale. Una gran varietà di figurine,
dalla cultura egiziana, greca, etrusca e romana insieme ad altre dell´Età Moderna, fatte in
terracotta, marmo e bronzo, s´eriggono su colonnette d´agata, alabastro, marmo di colori e
legno dorato, come se fossero piccoli monumenti. L´opulenza e l´accumulazione d´oggetti,
insieme ai tavoli che coprono la totalità delle mura – ieri su carta d´imitazione di guadamecí
(cuoio dorato o argentato) – ci porta alle stanze del secolo XVII. Le pitture appartengono
fondamentalmente alla scuola barocca di Madrid. Anche barocco è lo stile dell`arredamento,
le scrivanie napoletane con applicazioni d´ebano e conchiglie –disposte in coppie secondo la
tradizione di collocare questi arredamenti in gruppi di due–, la scrivania di tipo salmantino
(di Salamanca) e lo specchio veneziano con applicazioni di perla sul focolare.
Busto
Coperchio di vaso canopo
Produzione di Sèvres
Verso 1770
Gara porcellana (biscuit)
Nº inv. 4656
Egitto
Primo millennio a.C.
Marmo
Nº inv. 4646
Probabilmente è un ritratto del Delfino di
Francia, fatto durante l´epoca in cui la bottega
di scultura della reale produzione francese
di porcellana è stata diritta dal pittore JeanJacches Bachelier.
Testa umana del dio Amset, uno dei quattro figli d´Horus che, rappresentati nei quattro vasi
canopi, portavano le viscere dei morti mummificati nell’ antico Egitto; in questo caso il
fegato.
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Vergine degli Angeli
Giovani con cestino nella
testa
Bartolomé González
Verso 1613
Olio su tela
Nº inv. 4593
Sebastiano Ricci
Verso 1722
Olio su tela
Nº inv. 4605
A fine secolo XIX il marchese di Cerrralbo
acquistò, probabilmente in Italia, quest´opera
che è un frammento della “Cena di Emmaus”,
tavola dipinta da Ricci per la chiesa del Corpus
Domini de Venezia.
Anche titulato “Concerto celestiale”, è una
réplica della pala dell’ altare maggiore della
chiesa del convento dei Cappuccini de El Pardo
(Madrid), ordinato a Bartolomé González per
Filippo III, per cui lavorava come pittore di camara e ritrattista.
L´Asuncion della Vergine
Scrivania
Eugenio Caxés
Verso 1615-1620
Olio su tela
Nº inv. 4601
Spagna o Napoli
Verso 1660
Legno tinto di nero, conchiglia, bronzo
Nº inv. 4529
Opera firmata dal migliore pittore del re
nella corte di Madrid dopo la morte di suo padre, l´italiano Patricio Caxés, fino all´arrivo
di Velázquez. Il suo stile si collega nella tradizione del tardomanierismo italiano.
Arredamento di qualità d´un modello standarizato nella seconda metà del secolo XVII,
d´origine napoletano, anche fabbricato in
Spagna. Il tipo è “de papelera” (documenti),
perche non ha la coperta frontale, che serviva
per preservare documenti e piccoli oggetti.
Concerto d´uccelli
Armadio cartella
Attribuito a Juan de
Arellano
Verso 1650-1670
Olio su tela
Nº inv. 4604
Spagna, secolo XIX
Legno, metallo, velluto di
seta
Nº inv. 4547
Arredamento originale d´uso negli ufizzi
del secolo XIX. In questa sala serviva per
preservare una selezione di disegni e stampe,
che probabilmente il Marchese mostrava ai
suoi invitati, insieme ad altre opere simile
esposte nel corridoio adiacente.
In un giardino di ricche e diversificati fiori,
uccelli di diverse specie cantano a coro,
dirigite dal gufo. L´argumento, d´origene
fiammingo, non è esente d´ironia, perché
sembra che s´impone la voce del pavone, cosí
bello come inutile per il canto.
31
18
Salone Guardaroba
Questa camera trasmette lo stesso senso di ostentazione delle altre stanze del Palazzo. È
stata progettata come abbigliatoio del marchese di Cerralbo, e per questo è una stanza
riservata agli uomini in contrasto con quella della Marchesa con cui comunica direttamente.
L´abbigliatoio significa la sopravvivenza a livello meramente simbolico, della tradizione di
vestirsi o accommodarsi davanti al sèguito di servi in questo tipo di stanze che servivano
anche da sala di ricevimento, a imitazione dell’ ambiente cortigiano dei re. A quest´idea
contribuisce l´armadio guardaroba di legno di quercia, coronato d´alte creste guarnite da
intagli dorati del secolo XVIII francese e la collezione di spadini di corte e sciàbola dei secoli
XVIII e XIX ostentatamente situati sul tavolo centrale. Sul lavandino, riutilizzato come
tavolo d´abbigliatoio, ci sono oggetti e souvenirs di micromosaico e cristallo procedenti da
Venezia che si distribuiscono sul marmo. Lo scaffale nasconde il deposito di riempimento
d´aqua quando s´utilizzava come lavandino. Due poltrone, ricamate in velluto e seta Cina,
caratteristiche del secolo XIX, favorivano la conversazione vicino al calore del focolare.
Orologio da focolare
accompagnato da due
lampadari
Seggiolone
Francia o Spagna
Verso 1890
Legno, seta
Nº inv. 4175
Marquís à Parigi
II Impero (1852-1870)
Bronzo dorato
Nº inv. 4219 a 4221
È del tipo di sedile chiamato “di comodità”,
completamente tappezzatto con materiali
riempiti e sòffici, di moda nella seconda metà
del secolo XIX nei saloni dove si aspettava la
visita della famiglia o amici più intimi, nell’
abbigliatoio, guardaroba o bagno.
La cassetta di quest´orologio ed i lampadari
furono scelti in bronzo dorato all´oro macinato
da Marquís, uno dei numerosi funditori
d´ornamenti di bronzo per orologi a Parigi. Ha
“Movimento Parigi” a pendolo e campanello
d´ore e mezze ore.
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Puf- legnaia
Spadino d´onore
Spagna, secolo XIX
Legno, seta
Nº inv. 4229
Tomás de Ayala
Verso 1800
Ferro
Nº inv. 4332
Il sedile sòffice di questo sgabello si apre come
il coperchio d´una scatola, dove si tenevano i
legni per il fuoco del focolare. L´uso è stato
comune nei palazzi borghesi e aristocratici
nella seconda metà del secolo XIX.
La lama è firmata da uno dei rappresentanti
d´una famosa dinastía di spadaii di Toledo, ma
l´impugnatura consiste in stringhe di conti
d´acciaio sfaccettato, con l´aspetto di brillanti,
tecnica creata nel uffizzio di Matthew Boulton
(Birmingham, Inghilterra).
Piantatore
Specchio
Cina, dinastia Qing,
verso 1750-1825
Rame, argento, bronzo,
smalti, giada, vetro
Nº inv. 4211
Venezia, verso 1890
Vetro
Nº inv. 4251
Oggetto cinese classificato come “curiosità”:
è un giardiniere con una scena grottesca con
figure e oggetti in miniatura: due scimmie
che tengono un supporto formato da petali
di fiori di loto e un ave fénix posata alloggiata
tra un magnolio e un ciruelo con fiore.
Il set di diversi specchi e due gioielli sul
lavandino, con mosaico fatto con minuscoli
tessere di cristallo, sono souvenirs della
città di Venezia, visitata spesso dal marchese
di Cerralbo per riunirsi con don Carlos di
Borbón.
La conversione di San
Pablo
Zibellino di presentazione
Juan Antonio de Frías
y Escalante
Verso 1660-1670
Olio su tela
Nº inv. 4271
Spagna
Verso 1810
Ferro dorato
Nº inv. 4195
Opera pienamente barocca, copia della
stampa incisa da Bolswert “La Conversione di
San Pablo” di Rubens. L´utilizzazione come
modelli d´incisioni che diffondevano l´opere
d´altri artisti è stata una prattica comune tra
i pittori spagnoli del secolo XVII.
Sciabola d´un ufficiale spagnolo con guarnizione in forma di staffa. La lama è parzialmente
incisa con lo scudo di Spagna e trofei militari
in dorato, su fondo azzurro.
33
19
Salotto Impero
Questa sala, in origine abbigliatoio della Marchesa, è stata ridecorata verso il 1900 come un
gabinetto di specchi che ha avuto il nome di Salotto Impero. La sua situazione, tra il Salone
Guardaroba e la Sala da Pranzo di Gala ci fa supponere che è stato un punto di pasaggio dove
le signore si fermavano per componersi l´acconciatura o restare fugacemente nei comodi
divani. È uno spazio gioviale e brillante, dipinto in bianco e rosa, lontano dall´ampollosa
solennità delle altre stanze, che evoca la magnificenza delle palazzine francesi del secolo
XVIII e inizio del secolo XIX. Nella decorazione dell’ arredamento, si ricrea un concetto
di lusso molto femminile, grazie agli stile rococò o Luigi XV, neoclassico o Luigi XVI e,
in misura minore lo stile impero: un eclettismo caratteristico degli ultimi decenni del
secolo XIX. Boiseries con greche neoclassiche configurano un ambiente alla francese, dove
abbondano gli specchi con intagli dorati o cristallo veneziano, appente dei mura o di false
smussature. Le console e il velador (set di tavolino rotondo e lampada) hanno un ampio
repertorio d´oggetti ornamentali: orologi, vasi, giardinere e lampadari di bronzo, cristallo
e porcellana. Il disegno florale predomina sulle tende, festoni e tappezzería. All`interno
delle porte s´inquadrano le tele che José Soriano Fort e Máximo Juderías Caballero, artisti
protetti dal Marchese che collaborarono nella decorazione del palazzo del suo padrone.
I fiori e le allegorie delle quattro stagioni rafforzano con la sua bellezza la singolarità di
questo salotto concepito in tributo alla marchesa di Cerralbo.
Velador (set di tavolino
rotondo e lampada)
Vaso
Paul Millet & Fils, Sèvres
Verso 1890
Porcellana, bronzo
Nº inv. 4102
Rusia, verso 1850
Malachite, bronzo
Nº inv. 4167
L´azienda privata “Millet, Céramiche d´Art”
lavoró a Sèvres tra 1866 e 1945, vicino alla
prestigiosa produzione statale francese, da
cui ha imitato questo tipo di vaso con fondo
flamée o fiammato, vanguardia del´estetica
modernista di moda verso 1900.
Il tavolino rotondo e la lampada sono formati
da mosaici di placca di malachite, materiale
che non consentiva l´intaglio in un blocco monolítico. La tecnica è stata perfezionata dagli
artisti russi che intagliavano opere per arredamento e altri oggetti di lusso in marmo e
pietre dure degli Monti Urali.
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Vaso con “Sacrificio a
Cupido”
Due vasi di stile Impero
Francia
Verso 1810
Porcellana
Nº inv. 4088-4089
Fabbrica d´Etruria
Verso 1785-1790
Jaspe de Wedgwood
Nº inv. 4123
La scena del primo vaso evoca l´incontro
del´imperatore austriaco Francisco I con
Napoleone due giorni dopo la battaglia d´Austerlitz in 1805. Nell’ altro si
rappresentano tipi popolari dei principati tedeschi independenti d´Austria nel Trattato di
Presburgo, firmato dai due imperatori.
Questo vaso bicolore con rilievo di stile
neoclasico rappresenta una tendenza europea
nella decorazione d´interno progettata
per Josiah Wedgwood nella sua fabbrica di
Staffordshire, creatore d´una ceramica che
lui ha chiamato diaspro per la sua durezza,
con aspetto simile a quello della porcellana
opaca (bizcocho).
Vaso
Garofani e rose
Secolo XIX
Vetro smaltato
Nº inv. 4119
José Soriano Fort
Verso 1895
Olio su tela
Nº inv. 4071
All`interno di questo vaso s´incastra un
cilindro di vetro incolore, staccabile, che
probabilemente si utilizzava come luminaria.
La luce irradiava graduata la superficie opaca
dell’ esterno, brunita alla sabbia, evidenziando
l´eftetto cromatico della ghirlanda dei fiori.
Formato nell´Accademia di Belle Arti di
Valencia, Soriano Fort ha lavorato in questo
palazzo dipingendo diverse pitture murali
e qualche tavole, come questo congiunto
di gioviale tela di fiori rappresentati su un
arbusto nel giardino, con uno stile decorativo
e delicato.
Allegoría d’ Inverno
Orologio-miniatura da
focolare
Máximo Juderías Caballero
Verso 1895
Olio su tela
Nº inv. 4075
Francia
Prima metà del secolo XIX
Bronzo dorato, acciaio
Nº inv. 4085
Gli orologi francesi dei secoli XVIII e XIX, in
contrapposizione agli inglesi, hanno un tipo
di macchinaria diversa e caselle con sculture
fondute in bronzo dorato. Quest´orologio é
unico per le sue dimensioni e per il Cupido
sul carrello che forma la casella, tema
scarsamente rappresentato.
I pannelli della porta che communica con
il guardaroba inquadrano quattro figure
femminili che rappresentano le Stagioni:
l´Inverno, la Primavera e l´autunno, opera di
Máximo Juderías Caballero, pittore aragonese
che ha fatto parte della decorazione murale e
scultorica dei saloni del Piano Principale di
questa casa-museo.
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20
Sala da Pranzo di Gala
Qui si sono celebrate le cene di gala, con meravigliosi buffet nelle sere di festa e ballo.
L´idea d´un gran tavolo di sala da pranzo, originata in Inghilterra nell’ultimo quarto del
secolo XVIII, ha tardato a diffondersi in Spagna. I primi esempi li troviamo cominciato il
secolo XIX nei palazzi aristocratici che avevano questi grandi tavoli correlati col rituale delle
cene di gala, in stanze speciale. I commensali dovevano combinare la participazione nella
conversazione generale, guidata dagli anfitrioni, con attenzione verso i suoi vicini seduti
accanto. La scelta del protocollo alla francese colloca i posti di presidenza del tavolo nel
centro dei lati maggiori, circondati da due specchi, uno sopra il focolare e l´altro tra i
balconi.
Per servire il tavolo in questa casa, s´eseguiva anche il protocollo alla francese, come ci
informano i menu delle diverse celebrazioni conservati negli archivi. Ogni commensale
poteva scegliere tra una varietà di piatti collocati allo stesso tempo sul tavolo. Questo modo
è stato utilizzato in Spagna verso la fine del secolo XIX, anche se, poco a poco é stato
introdotto il servizio alla russa, usato in Europa dal inizio del sècolo. Consisteva in un menu
di diversi piatti, gli stessi per tutti i commensali, che i camerieri servivano sempre a sinistra,
e ritiravano a destra, utilizzando i tavoli ausiliari come supporto del servizio. Nelle vetrine
si mostrano le stoviglie in metallo argentato, tra cui risaltano i samovari (teiera) e i curiosi
piatti da portare con coperchio e i fornelli ad alcol per mantenere caldo il cibo.
L´illuminazione originale combinava le prime ampolle di luce elettrica con le candele, e
la luce si moltiplicava grazie alla studiata disposizione degli specchi. I balconi rimanevano
quasi sempre chusi, all’epoca coperti da panneggi fatti con arazzi di scudi araldici che,
per desiderio del Marchese furono trasladati alla cappella funeraria dei Cerralbo a Ciudad
Rodrigo (Salamanca).
Piatto
Raffredattore
bottiglie
Talavera de la Reina
Verso 1743-1750
Terracotta smaltata
Nº inv. 3978
Verso 1900
Vetro otttico e metallo
argentato
Nº inv. 3927
Pezzo progettato da GiselaVon Falke, studente
negli Uffizzi Viennesi della Secessione e
allieva dei fondatori Koloman Moser e Josef
Hoffmann. Prodotto per venderlo nei grandi
negozi, il vetro presenta il disegno “Meteor”
dello stesso Moser.
La sua mersavigliosa decorazione di stile
Bérain in chiaroscuro azurro rivela la mano
d´un pittore formato nella fabbrica di Alcora
(Castellón de la Plana), possibilmente José
Causada, che si è transferito temporalmente
a Talavera (Toledo) introducendo nella sua
bottega di vasaio gli stili decorativi della
terracotta di Alcora.
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Fàvola del serpente e i
porcospini
Natura morta da cucina
Cristoforo Munari
Verso 1710
Olio su tela
Nº inv. 3876
Frans Snyders
1625-1650
Olio su tela
Nº inv. 3900
Il genere di pittura che rappresenta animali vivi
è stato una specialità della pittura fiamminga
del secolo XVII, genere dominato dal pittore
Sneyders. Le sue opere furono molto apprezzate da Filippo IV e dal marchese di Leganés, a
cui apparteneva in origine questa tavola.
Quest´opera è un esempio della migliore
pittura di Munari, simile ai sei natura morta
che hanno decorato “La Ferdinanda”, casa di
campo dei Medici, i suoi padroni a Firenze.
È caratterizzato dalla rappresentazione
d´oggetti rustici, la forte modellazione tridimensionale delle forme e il saggio dominio
del colore.
Grappolo d’uva
Natura morta con cocòmeri, zucche e fiori
Juan Fernández “El Labrador”
Verso 1630
Olio su tela
Nº inv. 3898
Giuseppe Recco
Verso 1675
Olio su tela
Nº inv. 3868
Opera d´uno dei piú famosi pittori di natura morta a Napoli nel secolo XVII. Mostra
un forte contrasto tra la luce di fondo e gli
oggetti, e la combinazione di velature o pennellate transparenti e pennellate opache con
abbondanza d´olio, in connessione con con la
composizione naturale d´ogni frutta.
La sala da Pranzo di Gala ha ventiquattro natura morta come sono state ordinate
dal marchese di Cerralbo. Questi grappoli
d’uva sono stati molti apprezzati nel secolo
XVII per il suo naturalismo. Il soprannome
che aveva l´autore si deve all´ipotetico lavoro
come agricoltore intorno a Madrid.
Natura morta con uva e
dolci
Orologio da muro
Le Faucher/ Paris e Amant à Paris
Secolo XVIII
Legno, bronzo dorato, caree,
porcellana
Nº inv. 3884
Juan de Espinosa
Verso 1630-1640
Olio su tela
Nº inv. 3866
Opera d´uno dei grandi pittori spagnoli di natura morta del secolo XVII, in attivo à Madrid
tra 1628 e 1659. È stato contemperáneo di
El Labrador, da cui imita la ricreazione naturalista dell’ uva, anche se rappresenta dolci e
ceramica rossa eseguendo la tradizione della
natura morta di Juan van der Hamen.
Tipo d´orologio da muro che in origine si
metteva sopra una mènsola. La casella è fatta
in intarsio Boulle, con ottone e caree; i bronzi
rappresentano il trascorso del Tempo. La sfera
e la macchinaria, di Movimento Parigi cuadrato, sono segnate per orologiai dal´epoca
di Luigi XV.
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Salone Billiardo
Questo salone è stato utilizato come luogho di supporto al servizio della sala da pranzo.
Cosí lo testimonia la presenza d´una puleggia che comunicava con la grande cucina del
seminterrato e che ancora oggi si conserva dietro una stretta porta situata tra i divani, e la
presenza del filtro d´aqua coronato per una coppa d´alabastro tagliato.
Tuttavia, più importante che la funzione utilitaria è quella della ricreazione, centrata nel
gioco del biliardo, esercizio favorito dei cavalieri del secolo XIX. Nel centro della la sala
c´è uno spettacolare tavolo di caràmbola. Il resto dell’ arredamento si distribuisce secondo
il gioco, con sedili alti o canapè di biliardo con poggiapiedi, grazie a cui le signore potevano
seguire con comodità il ritmo della partita. La luce, da una lampada orizzontale, illumina
tutto il tavolo allo stesso modo e concentra, grazie ai paralumi, l´attenzione sul tappetino,
lasciando nella penombra il resto della stanza.
Ritratti di signore e cavallieri di vari epoche e scuole d´ineguali maestria decorano i muri.
Tavolo di billiardo
Ritratto di bambino
Francia,
Verso 1855
Legno duro, bronzo, stoffa
Nº inv. 3825
Scuola italiana
1600-1630
Olio su tela
Nº inv. 3771
In origine era un tavolo per giocare a billard
à blouses o biliardo inglese, più tardi adattato
al gioco francese di caràmbola. Verso 1900
nelle croniche che descrivevano i saloni del
marchese di Cerralbo, si raccontava che era
il tavolo in cui si avevano preparato le caràmbola faccile al re Fernando VII.
Il naturalismo della rappresentazione, la vicinanza quotidiana del personaggio e l´effetto
tenebrista del chiaroscuro, sono aspetti che
permettevano registrarte questo magnifico ritratto come opera del inizio del secolo
XVII.
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Ritratto d´una dama con
costume di caccia
Giulio Cesare Procaccini
Verso 1624
Olio su tavola
Nº inv. 3731
Scuola spagnola
Secolo XVII
Olio su tela
Nº inv. 3808
Opera anonima attribuito alla scuola di
Velázquez da José de Madrazo, pittore e direttore del Museo del Prado, colezzionista
d´una prestigiosa galleria di pittura da cui procedono numerose opere di questo Museo.
Autoritratto dipinto da Procaccini vicino alla
data della sua morte. Enfatizza la sua condizione di pittore il richiamo d`attenzione sul
pennello e la paletta, invece della medaglia
d´oro che pende dal petto, regalo del gran
duca Cosimo di Medici.
Ritratto di Luigi XIV con
corazza
François-Joachim, duca di
Gèvres
Bottega di Heacinthe Rigaud
1701- 1715
Olio su tela
Nº inv. 3729
Scuola francesa
1725-1750
Olio su tela
Nº inv. 3755
Deriva dai due ritratti di figura intera che
Rigaud ha dipinto al Re Sole in 1701 all´età
di sessanta due anni (Museo del Louvre e
Museo del Prado), anche per il suo formato
si collega alla scuola d´opere di bottega, di
grande qualità, che hanno diffusso l´imagine
reale in ritratti di busto di minori formato.
Ritratto cortigiano di stile simile all`opera
di Jean Marc Nattier (1685-1766). Il personaggio si circonda di tutti gli oggetti che
rappresentano la sua alta classe sociale e
militare.
Ritratto d´un cavaliere
Luigi I, Principe d´Asturias
Tintoretto
Verso1555
Olio su tela
Nº inv. 3740
Miguel Jacinto Meléndez
1712
Olio su tela
Nº inv. 3814
Ritratto del primo figlio di Filippo V e Maria
Luisa Gabriela di Saboya, all´età di cinque
anni, che porta lo scettro e tocca la collana
de l´Ordine del Toson d´Oro, situata sul
tavolo vicino ala corona. È stato re di Spagna
durante otto mesi nel 1724.
Opera del gran pittore veneziano, che probabilmente rappresenta Agustino Doria,
membro d´una importante famiglia genovese. La personalità si riflette nel viso e nel
gesto retorico della mano.
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Salone Smussatura
Dopo il Salone Biliardo c´è un´altra stanza per la ricreazione che deve il suo nome al profilo
che si genera nella facciata dell´edificio per la confluenza delle strade calles di Ferráz e di
Ventura Rodríguez.
È una stanza concepita per riunirsi con la gente, conversare e riposare tra un ballo e
l’altro.
La decorazione plastica è stata fatta da Máximo Juderías (1867-1951), autore delle sculture
e della maggior parte delle scenes pittoriche, quelle del sofitto, alludendo alla Musica e alla
Pittura, e quelle dei muri, che rappresentano il riposo del mezzogiorno nella falciatura,
l´alba nella riva del fiume Jalón e il giargino del palazzo di Santa Mª de Huerta à Soria,
destinazione estiva della famiglia Cerralbo. Il ballo popolare nella Huerta di Valencia é opera
di José Soriano (1873-1937).
La selleria, di stile Regency, favorisce la conversazione. Il pavimento di piastrelle idrauliche,
innovazione tecnica che irrompe negli interni borghesi del dicianovesimo secolo, è coperto
da un tappeto della fabbrica francesa di Aubusson del secolo XIX, da dove procedono anche
i festoni dei balconi.
FALTA UNA FRASE
Catino
Orologio
Cantone (Cina), dinastia Qing,
Secolo XIX
Porcellana
Nº inv. nº 3616
Seconda metà del secolo
XIX
Porcellana
Nº inv. 3620
Modellato a tornio nella bottega di vasaio di
Jingdezhen e decorato a Cantone con uno stile
destinato alle porcellane cinesi d´esportazione,
caratterizzato dalla variegata composizione dei
motivi buddista e taoistas e della dominanza
d’uno smalto di colore rosa forte (pòrpora di
Cassius), d´origine europeo.
La casella di quest´orologio è di porcellana
di Sassonia o Dresda, come si chiamava nel
sècolo XIX alle porcellana della fabbrica di
Meissen o alle imitazioni francesi, inglesi e
tedesche, ampiamente accettate nel mercato
degli oggetti di lusso.
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Allegoria del´Estate e
l´Autunno
Vassoio
Giappone, era Meiji (18681911)
Legno laccato
Nº inv. 3646
Sècolo XIX
Porcellana
Nº inv. 3623-3625
Ceres porta un fascio di spighe e Baco una
bottiglia che rappresentano il pane e il vino
e l´Estate e l´Autunno. Il modello è stato
creato nel Buen Retiro verso 1785, ma in
questo caso è una falsificazione d´eccellente
qualità, collocata su un piedistallo della fabbrica di Madrid.
Laccato in nero (roiro) con decorazione in
rilievo (takamakie) e piana (hiramakie) in dorato, argentato e parte di lacca rossa, che
rappresenta un susino in fiore con uccelli fénix (ho-oo). Si regge su un cavalletto di legno
dorato che imita la canna di bambú, di stile
occidentale.
Vaso
Campana
Giappone, periodo Edo o
Meiji, verso 1870
Porcellana laccata
Nº inv. 3614
Cina, dinastía Qing
Verso 1800
Bronzo con smalto cloissoné
Nº inv. 3649
Mostra una tecnica singolare tra le porcellane
giapponesi d´esperto. Il materiale ceramico
rimane nascosto da una cappa di lacca nera
decorata con motivi dorati, stilizzati come la
forma del vaso, d´apparente leggerezza per la
forma sinuosa della zucca doppia.
È un oggeto ornamentale destinato
all`esportazione. Tramezzini di metallo
compongono il disegno e separano i diversi
smalti di colori, rappresentando rami di
susino, paionia e crisantemo (inverno,
primavera e autunno) sebbene mancano i
fiori di loto che simboleggiano l´estate.
Busto femminile
Inocencia Serrano e Cerver,
marchesa di Cerralbo
Arístide Petrilli
Verso 1890
Marmo
Nº inv. 3641
Ultimo quarto del secolo
XIX
Albumina illuminata
Nº inv. 3651
Segnato dal professore Petrilli à Firenze, s`ispira
ai busti fiorentini del Rinascimento, anche se
si corrisponde con l´estetica modernista nella
stilizzazione della modella e nella leggera
torsione del collo. Lo scultore ha perfezionato
la tecnica dell’ incisione per disegnare motivi
ornamentali sul marmo.
Ritratto fotografico di studio fatto con la tecnica della albumina, posteriormente illuminato
con colori trasparenti che risaltano i cappelli
biondi rame e gli occhi azzurri della ritrattata,
che porta un abito da sera con coda e orecchini
di perle.
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23
Ufficio
Questa è la stanza che piú riflette la personalità del marchese di Cerralbo, concepita come
una sala di ricevimento d´illustri visitatori, senza alcun senso d´utilità. La scrivanía de
cilindro fernandino è piena d´una varietà d´oggetti di lusso con un valore più aneddotico
che pratico. L’idea è rinforzata dall`enorme quantità d´opere sul tavolo centrale, pieno
di souvenirs carlisti (tradizionalisti), e pistole dove si legge l’emblema Dio, patria e Re. Il
resto della decorazione della camera ci dá l´idea delle diverse preoccupazioni di Cerralbo:
l´archeologia, l´antiquariato e il collezionismo, con speciale attenzione alla pittura. Proprio
in questa stanza ci sono alcune delle opere che considerava più importanti tra tutta la sua
collezione pittorica, come il ritratto d´Alessandro di Medici della bottega del Bronzino –
attribuito dal Marchese a Andrea del Sarto-, accanto al campanello del focolare, o il ritratto
di Maria di Medici della bottega di Van Dyck, sullo stipetto artistico. Gli scudi in pietra e
l´armatura del secondo marchese di Cerralbo ci informano del vario e nobile discendenza
del proprietario. Nel vuoto di comunicazione con la biblioteca ci sorprende un orologio
con sfera di cristallo noto come orologio misterioso, perche il macchinario è nascosto
dentro i suoi aghi.
Spada di lama pistilliforme
(pistillo)
Coppia di vasi
Parigi, verso 1845
Porcellana
Nº inv. 3251-3252
Alhama de Aragón
(Zaragoza),1150-1050 A.C.
Calco in bronzo di stampo
Nº inv. 3562
Caratteristica dell’ attività metallúrgica del
periodo noto come Bronzo Finale Atlantico,
é originaria della Bretagna francesa; utilizzata
come simbolo di potere e scambio tra l´elite che
controllavano il commercio di materie prime in
Europa occidentale.
I vasi sotto forma d´anfora servono nel
secolo XIX per la decorazione delle zone di
ricevimento delle grande case. Di stile Luigi
XVI, la decorazione fiorale corrisponde al
gusto del´epoca in cui regnò in Francia LuigiFilippo d´Orleans (1830-1848).
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María Luisa di Aguilera
e Gamboa, contessa di
Torrepalma
Juan Vázchez de Mella,
dedicata a Cerralbo
Kaulak
Madrid, verso 1915
Gelatina di rivelata chimica
Nº inv. 3439
Verso 1863-1868
Terracotta
Nº inv. 3523
Ritratto d´una delle sorelle del marchese di
Cerralbo, fatto colla tecnica della fotoscultura, sistema brevettato per François Willéme
nel 1860. Il busto era modellato con l´aiuto
d´un pantógrafo grazie a 24 zincotipie effetuate simultaneamente in un diemetro de
dieci metri.
Fotografia fatta dal famoso Antonio Cánovas
del Castillo, meglio conosciuto come “Kaulak”.
Il rittratato, il politico tradizionalista Juan
Vázquez de Mella, con la sua amichevole
dedizione, si rifere alla actività archeologica
sviluppata per il Marchese.
Scritorio di tamburo
Alessandro di Medici
Francia, 1775-1800
Quercia e mògano
Nº inv. 3553
Bronzino e bottega
Firenze, verso 1540-1553
Olio su tavola
Nº inv. 3180
Con chiusura in forma di quarto di cilindro, il
tavolo per scrivere, foderato con marocchino
verde, si puo estrarre avanti. Lo scritorio era
una tipologia d´uso esclusivamente maschile e
corresponde allo stile neoclassico francese.
È una delle migliori versioni del ritratto del
primo Duca di Firenze dipinto da Pontormo
nel 1534, la maggior parte effettuate per
Bronzino, che in questo tavolo cuadro ha
dipinto il viso del rittratato. Alessandro è stato
figlio di Giulio di Medici (posteriormente
Papa Clemente VII) e una schiava nera.
Ritratto di Tenente
colonnello
Targa conmemorativa
Masriera Hermanos-Barcelona
Verso 1890
Argento e altri metalli smaltati,
bazzana e legno di noce
Nº inv. 3178
Scuola spagnola
Verso 1800
Olio su tela
Nº inv. 3416
Quest´opera non è di Goya, sebbene lo
indica il suo cartiglio, con l’etichetta in
nero su legno dorata. I cartigli simile con il
nome del pittore riflettono per la maggior
parte attribuzioni oggi obsolete, ma si hanno
se han rispettato come elementi decorativi
del´ambiente originale del Museo.
Nell´inscrizione, circondata da una corona di
foglie d´alloro e quercia si legge che “questa
targa é stata pagata dalla comunità cattolica
e monarquica in omaggio al marchese di
Cerralbo per gli eventi del 10 d´aprile di
1890, data in cui si incontrava à Valencia in
viaggio di propaganda carlista (tradizionalista)
e fu attaccato a sassate dai repubblicani.
43
24
Biblioteca
La biblioteca, al contrario della magnificenza dell’ufficio, è un luogo di studio e di
concentrazione intellettuale, cosa che si vede nel tipo d´oggetti che si dispiegano sul tavolo,
pochi e di carattere utilitaristico, e nella sobrietà generale che avvolge la stanza piena di
libri. Circa 7.000 volumi dagli incunaboli alle edizioni dell´1922, tra l´altro manoscritti di
grande valore artistico, letterario e scientifico costituiscono questa biblioteca considerata nel
suo tempo una delle più complete del paese nel campo della Numismatica e l´Archeología.
Contiene anche altri materiali testimonianza delle preoccupazioni intellettuali di don
Enrique, libri di viaggi, storia, geografia, letteratura, religione, diritto e politica, classificati
secondo la sua volontá. Le vetrine esibiscono una breve mostra della vasta collezione di
francobolli, monete e medaglie che hanno riunito Cerralbo e il suo figliastro, il marchese di
Villa Huerta, formata da più di 24.000 articoli.
I sigilli sono rappresentati da matrici e impronte papali e reali. L´insieme delle monete
appartiene soprattutto alla serie ispanica; evidenziando le monete di necessità che
appartenevano a Prosper Mailliet, acquistate da Cerralbo in un’asta a Parigi nel 1886.
Le medaglie e le riproduzioni commemorative, papali e di proclamazione, appartengono
ai sècoli XVI a XX. Tra queste risaltano quelle del Rinascimento fatte da Jacopo Trezzo e
Pompeo e Leone Leoni.
Orologio
Orologio da tavolo
Augte. Meeer à Parigi
1800-1850
Bronzo dorato
Nº inv. 2546 a 2548
Henri Robert / Parigi /
Horloge mesterieuse
Verso 1878
Vetro, metallo
Nº inv. 3155
La figura di quest´orologio di stile Carlo X
rappresenta Apollo, incoronato con alloro,
suonando la lira, strumento che lo rappresenta
come il dio mitologico della musica. Il macchinario ha un movimento chiamato Parigi
(rotondo e a pendolo) con il battere delle ore e
mezz’ore sul timbro.
Dalla biblioteca si osserva la parte posteriore dell’orologio “misterioso”, perché il
suo funzionamiento non si comprende a vista
d´occhio. Si tratta di un´innovazione tecnica nel´oroloeria dell´epoca; il prototipo di
questo modello è stato presentato da Henri
Robert nell´Esposizione di prodotti francesi
celebrata a Parigi nell’ 1878.
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Sigillo reale di Alfonso X el
Sabio
Lettera
1912
Carta, tinta
Nº inv. 6135
Corona di Castiglia, 1252-1284
Piombo e seta
Nº inv. 2834
Il 16 maggio 1912 Marcelino Menéndez Pelayo
si congratulò con il marchese di Cerralbo per
aver ottenuto il premio Martorell grazie al lavoro “Pagine della Storia Patria “ compendio dei
suoi primi scavi archeologici.
La collezione di sigilli reali e bolle papali comprende il periodo dal sècolo XIII al
XVIII. Utilizzati principalmente per convalidare i documenti, sono stati utilizzati anche
per chiudere le lettere, sigillare le reliquie,
accreditare messaggeri o marcare pane azzimo nella Pasqua ebraica.
Esecuzione di Maria
Antonietta
Metà de Ekualakos
Ca. 180 - 146 a.C.
Bronzo
Nº inv. 2726
Galvano di rame
Nº inv. 3059
Moneta ispanica di Ekualakos, città probabilmente situata tra l’Alto Douro e il bacino del
fiume Jalón. Essa risponde a una coniazione utilizzata per soddisfare bisogni quotidiani e salari;
mentre le monete d’argento erano destinate al
pagamento delle tasse a Roma.
Riproduzione della parte posteriore della
medaglia progettata nel 1794 da C. H.
Küchler per l´impresario M. Boulton. La
medaglia originale risponde alla richiesta
britannica d´oggetti e souvenirs associati
con la Rivoluzione Francese in corso in quel
periodo.
Supremazia della dottrina
cattolica
Trentadue stuivers
Federico Pithan
Juliers, Germania
Argento
Nº inv. 2641
Giovanni M. Hamerani
Roma, 1673
Rame inciso
Nº inv. 3004
Coniato per la città di Juliers in assenza di
moneta durante i sei mesi d´assedio dalle
truppe del generale spagnolo Ambrogio di
Spinola, sotto il comando di Enrique Bergh.
La sua conquista sarà la prima grande vittoria
militare di Filippo IV, dopo la tregua dei
Dodici Anni.
Medaglia del Papa Clemente X fatta da G.
Hamerani (1649-1705), membro d´una
delle più prominenti famiglie di medaglisti
che hanno lavorato nella zecca papale à
Roma. Apparteneva all´antica collezione
di Tomás Fr. Prieto (1716-1782) che Carlo
III ha acquistato per la casa della moneta a
Madrid.
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Prima Galleria
Le tre gallerie che si distribuiscono intorno a un cortile interno, completano lo spazio
costituito dalle precedenti camere disposte in fila, con balcone che dá alle strade di Ventura
Rodríguez e Ferraz. Circondano il Salone di Danza costituendo uno spazio comune per
le grandi celebrazioni. Queste gallerie sono state progettate dal proprio marchese di
Cerralbo imitando i palazzi italiani per facilitare la circolazione dei suoi invitati, mentre
contemplavano l´opere più importanti della sua pinacoteca, situate anche sul tetto, come
i tessuti del secolo XVII di Francesco Ruschi e Francesco Maffei.
Nella prima galleria, i tavoli degli antenati e i signori della casa sono mescolati con i vasi
in porcellana, orologi, divani, console e con gioielli e curiosità della vetrina centrale.
Preconizzazione d´un
cardinale
Don Manuel Isidoro Aguilera e
Galarza, Marchese di Cerralbo
e Almarza
Jacopo Negretti, Palma il
Giovane
Verso 1590
Olio su tela
Nº inv. 1769
Scuola spagnola
Verso 1800
Olio su tela
Nº inv. 1795
Rappresenta il bisnonno di don Enrique di
Aguilera, e conte di Fuenrubia, con impolverata parrucca, casacca blu e croce dell’Ordine
di Calatrava. Fa coppia con l´altro ritratto ovale
che rappresenta sua moglie, doña María Ruiz
di Contreras Vargas Machuca.
Rappresenta l’investitura d´un cardinale tradizionalmente identificato come Francisco
Pacheco e Toledo, antenato del marchese di
Cerralbo, che è stato preconizzato da Pio IV
nel 1561. Tuttavia la tella fu dipinta da Palma
alla fine del sècolo XVI.
Doña Luisa de Gamboa e López
de León, contessa di Villalobos
Doña Inocencia Serrano e
Cerver, marchesa di Cerralbo
Antonio Mª Esquivel (?)
Verso 1835
Olio su tela
Nº inv. 1750
Ricardo Balaca
1859
Olio su tela
Nº inv. 1814
Ritratto di grande valore sentimentale per il
Marchese che rappresenta sua madre, allora giovane signora, vestita e pettinata alla moda elisabettiana. Sposatasi nel 1842 con don Francisco
Aguilera e Becerril, conte di Villalobos, era madre di tredici figli, di cui Enrique era il primogenito.
Il ritratto rappresenta la Marchesa vestita
alla moda elisabettiana, coperta con lo
scialle e il Messale in una mano, prima o
dopo aver assistito ad una ceremonia in
chiesa. Nel polso destro si vede il ritratto
in miniatura d´un cavaliere; nel 1859 sposò
don Antonio María del Valle Angelín.
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Orologio da tavolo
Vello d’oro
Produzione Brocot
Parigis, seconda metà del
sècolo XIX
Marmo, alabastro, bronzo
dorato
Nº inv. 1779
Sècolo XIX
Oro smaltato
Nº inv. 2187
La base di questo magnifico orologio è sede
d´una casella di musica attualmente inoperante, costituita da un congiunto di tubi o
di un organo di flauta. Il suo meccanismo è
visto e si trova nella stessa sfera. Il vaso che lo
corona è un’aggiunta all’orologio originale.
La dignità di Cavaliere dell’ordine del Vello
d’oro è stata concessa al marchese di Cerralbo
nel 1895 da Carlo di Borbón, duca di Madrid,
che ha agito come Gran Maestro dell’ordine,
considerando che legittimamente aveva
questo diritto, attribuito tradizionalmente al
re di Spagna.
Vaso con “Fiori di maggio”
Croce
Fabbrica di Meissen
Verso 1890
Porcellana
Nº inv. 1742
Spagna, 1610-1620
Oro smaltato, vetro verde
Nº inv. 2419
Una delle opere più antiche della collezione
di gioielli di questo museo, data dell´epoca
del decadimento delle grande croce pettorali,
di moda nel sècolo XVI. Il vetro imita gli
smeraldi delle croci più ricche di Colombia.
Le due coppie di vasi di Meissen di questa
galleria mostrano una delle specialità più
apprezzate della fabbrica sassone che, dal
secolo XVIII senza interruzione, ha fatto
vasi ornamentali con decorazione pittorica
combinati con decorazione scolpita di figure
e fiori.
Bottoni da polsino
Don Enrique de Aguilera e
Gamboa, XVII marchese di
Cerralbo
Sècolo XIX
Oro e metallo dorato
Nº inv. 2194
José Soriano Fort
Verso 1900
Olio su tela
Nº inv. 1807
Due Estateri d´Alessandro III il grande (336323 A.C.) sono stati montati su lamine
decorate con filigrana per comporre questo
gioiello, dono del monarca Giorgio di Grecia
(1863-1913) a don Carlo di Borbón, duca di
Madrid e di questo a Cerralbo.
Ritratto ufficiale del fondatore del Museo,
vestito come un senatore del Regno, con le
decorazioni premiate da Carlo di Borbon.
Libri e oggetti accatastati sul tavolo alludono
alle sue collezioni e alle sue ricerche come
storico e archeologo.
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Seconda Galleria
La Seconda Galleria é decorata con un insieme di mobili d’arredamento italiano, inspirato
dalle produzioni del barocco fiorentino - tavolo, sedie e vetrina-, realizzato alla fine del
sècolo XIX in legno d´èbano con motivi decorativi in avorio. Nel centro, si trova il tavolo
de “La Pietà”, dipinto intorno al 1660 da Alonso Cano e, accanto, una “Allegoria sulla
morte che a tutti ci raggiunge” di Pietro Paolini (1603-1682), considerata al tempo del
marchese come opera di Caravaggio, come si vede nella sua tabella originale.
Martirio di San Sebastiano
Immacolata Concezione
Juan de Peralta
Verso 1430
Olio su legno
Nº inv. 1827
Francisco de Zurbarán
Verso 1655
Olio su tela
Nº inv. 1649
Secondo l´antico inventario del Museo, questa pittura gotica apparteneva all’eremo di San
Sebastián del Montuenga (Soria). L’iscrizione
ci mostra che i donatori, inginocchiati davanti il martirio del santo, erano i figli di Luis de
la Cerda, III conte di Medinaceli.
Opera tardia del pittore di Fuente de Cantos
(Badajoz), di cui si conoscono numerose
versioni d´un tema che ha cominciato a dipingere nel 1613, quando la società sivigliana
si manifestava in blocco a favore della credenza nella concezione della Vergine senza
peccato originale.
Resurrezione di Cristo
La Piedad
Corrado Giaquinto
1755-1762
Olio su rame
Nº inv. 1630
Alonso Cano
verso 1660
Olio su tela
Nº inv. 1648
Opera singolare nella produzione di Corrado
Giaquinto. È stata atribuita a questo pittore
per le somiglianze con i tele sulla Passione di
Cristo che ha dipinto durante il suo soggiorno
in Spagna al servizio di Carlo III e che hanno decorato l´Oratorio Reale nel Palazzo del
Buen Retiro à Madrid.
La scena rappresenta il dolore della Vergine e
San Giovanni davanti il corpo di Cristo, staccato
dalla Croce, e sdraiato con la testa nel grembo
di sua madre.Tema molto caro durante il sècolo
XVII; la sua composizione barocca è basata sulla Pietà dipinta da Van Dyck verso 1636.
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Tavolo
Vasi del Regente
Milano, verso 1860-1870
Pino, ebano, avorio
Nº inv. 1623
Sècoli XVIII-XIX
Porcellana
Nº inv. 1624-1625-1637-1638
Questo tipo di tavolo di stile eclettico ha ricevuto molti premi in esposizioni universali
del sècolo XIX. Une lo stile francese nella
forma e lo stile italiano nella decorazione,
basata su arredamenti napoletani della fine
del Rinascimento.
Il gruppo di vasi di stile cinese Imari
apparteneva a Antonio d’Orléans, duca di
Montpensier. Mostra lo scudo della sua
stirpe; lo stesso esempio di vasi sono stati ordinati per la prima volta in Cina da Filippo II
d’Orléans, reggente di Francia, all’inizio del
sècolo XVIII.
Sedia
Vista di Portugalete
Italia, verso 1860-1870
Noce, palissandro, osso,
madreperla, metalli
Nº inv. 1833
Luis Paret, verso 1785
Olio su tela
Nº inv. 1934
Storicistica in natura, la sua forma ricorda le
antiche sedie con supporto a forbice, chiamate “dantesche” nel sècolo XIX. L´intarsio
si basa sull’arredamento del Rinascimento e
il barocco italiano.
Appartiene alla serie dei Porti di Mare
Oceano o vedute dei porti del Cantábrico,
commissionati a Paret nel 1786 da Carlo
III. Rappresenta un posto nelle vicinanze
dell’antica spiaggia di Portugalete che è
stata identificata finalmente con Peñota; la
popolazione rappresentata sul fondo sarebbe
Santurce.
Allegoria della Morte
Diana cacciatrice
Pietro Paolini
1640-1680
Olio su tela
Nº inv. 1918
Clunia (Peñalba de Castro,
Burgos), secolo II
Marmo, metallo
Nº inv. 1937
Opera del pittore di Luca (Italia), allievo
di Caravaggio nella tecnica del chiaroscuro
tenebrista e il naturalismo. Rappresenta
uomini e donne di diversa età e status sociale,
riuniti intorno un teschio che detiene il più
vecchio anziano, che sembra meditare sul
significato della morte.
Montaggio del secolo XIX effettuato a partire da un busto romano. In origine, era una
copia del modello creato dallo scultore greco
Leocare (s. IV a.C.) che mostrava la dea fornita d´arco e faretra con frecce sul retro.
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Terza Galleria
Nella terza Galleria troviamo la toilette per gli ospiti, con un curioso copri pitale in legno
e un lavandino di marmo. In quest’ultima galleria si distribuiscono scrivania del tipo
di Salamanca, cassapanche di stile neorinascimentale e scrigni di diverse provenienze,
busti di marmo e grandi specchi con cornici d´intaglo dorato. I balconi aprono alle scale,
invitando gli invitati più puntuali a guardare fuori per vedere l`arrivo graduale del resto
degli invitati, allo stesso tempo che lasciavano sfuggire le note dell´orchestra, collocata
nella galleria dei musicisti del vicino Salone di Danza.
Vaso
Scrigno della Bolla Pia Sentenza
Giappone, periodo Edo o era
Meiji, verso 1870
Bronzo
Nº inv. 1527
Policromia attribuita alla bottega
di Antonio de Pereda
Verso 1661
Olio su legno, metallo
Nº inv. 1533
Fuso a stampo con rilievi inspirati nei bronzi
cinesi arcaici. Probabilmente acquistato nell’
‘Hôtel Drouot a Parigi nel 1877, rappresenta
la stima che in quell´epoca in Europa avevano
raggiunto le arti decorative giapponesi come
oggetti da collezione.
Secondo la tradizione e le iscrizioni di questo
scrigno, è stato portato al re Filippo IV con la
Bolla concessa nel 1661 dal Papa Alessandro
VII, che ha permesso il culto dell’Immacolata
Vergine grazie alla mediazione di Luis Crespi
Borgia, vescovo di Orihuela, raffigurato sulla
copertina.
Apparizione di Gesù bambino
a Sant’Antonio da Padova
Coppia di capitelli corinzii
Sècolo XIX
Porcellana
Nº inv. 1950 y 2003
Mariano Salvador Maella
Verso 1787
Olio su tela
Nº inv. 2014
Il Museo conserva due degli schizzi dei tre
tavoli che Maella ha dipinto per la parrocchia
di Casa de Campo, preservati presso il Museo
di Storia di Madrid. Il tempio fu ricostruito
durante il Regno di Carlo III, che professava
grande devozione a San Antonio.
D´eccezionali dimensioni e qualità tecnica,
essi combinano diverse tessiture nella finitura della porcellana, di vetro e senza smalto.
Sono stati attribuiti alla fabbrica di Sèvres o
alla fabbrica del Buen Retiro (Madrid).
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Diana e Calixto
Martirio di San Mena
Attribuito a Federico
Cervelli (?)
1665-1670
Olio su tela
Nº inv. 1969
Scuola spagnola
1600-1630
Olio su tela
Nº inv. 1566
Pittura mitologica che si inspira a Diana
e Callisto di Liberi preservata nel Museo
dell’Ermitage, sebbene fatta da un allievo del
pittore padovano, forse il milanese Cervelli,
pittore della scuola veneziana.
Questo tela è stata attribuita a Bartolomeo o
Vicente Carducho e apparteneva alla Chiesa
di San Ginés. Copia l’opera di Paolo Veronese
(Museo del Prado) erroneamente interpretata nel 1657 come il martirio di Saint Ginés
di Arles, mentre il Santo, secondo l’iscrizione
del dipinto originale, è l´egiziano San Mena.
Pietà
San Francisco in estasi
Sebastiano Ricci
1691-1706
Olio su tela
Nº inv. 1574
El Greco e bottega
Verso 1600
Olio su tela
Nº inv. 1982
Questa tela è un lavoro terminato, non uno
schizzo, anche se lo sembra a causa del suo
piccolo formato. La prospettiva diagonale,
il gesto dei personaggi e il forte chiaroscuro
sono le risorse usate da Ricci, celebre pittore
della scuola veneziana, per enfatizzare il dramma del soggetto.
Firmato “Doménikos Theotokópulos epoiei”,
è una delle versioni dipinte dal grande pittore
cretese sul miracolo delle stimmate o ferite di
Cristo, che San Francesco d´Asissi ha ricevuto
nel suo ritiro in Monte Vernia, in presenza del
frate Leone.
Jacob con i greggi di
Labán
Orologio
John Taylor, London
Sècolo XVIII
Legno di caoba, metalli
Nº inv. 2008
Bottega di José de
Ribera, verso 1638
Olio su tela
Nº inv. 1576
Grazie a questa copia è nota la composizione
completa d´una tela dipinta da Ribera nella
sua bottega napoletana, di cui solo é stato
preservato un frammento, conservato nella
Gallere Nazionale di Londra. Rappresenta
Jacob (Israele) con i greggi di pecore macchiate con cui lui ha potuto formare la sua
propria tribù.
Il meccanismo con pendolo a forma di pera e
fuga con movimento di pallet è caratteristico
degli orologi inglesi di tipo “bracket”. È
firmato nella sfera da John Taylor, famoso
orologiaio di Londra. I suoi bracket erano
importati soprattutto verso la Spagna.
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Salone di Danza
Decorato con pannelli d´Agata di Granada, marmo dei Pirenei e grandi specchi veneziani
che moltiplicano luci e riflessi verso l´infinito, il Salone di Danza costituisce il fiorire finale
del nostro viaggio.
Le pitture del soffitto, fatte ad olio da Juderías Caballero tra il 1891 e il 1892, sono una
delle poche concessioni all´arte contemperaneo che si trovano nel Palazzo. Tuttavia, come
possiamo vedere, questo contributo è parte di uno stile profondamente accademico molto
lontano dal´avanguardia pittorica del momento, ma si adatta perfettamente con l´ambiente
storico del palazzo e contribuisce a creare un’atmosfera unica di splendore e brillantezza
in un luogo pensato per il divertimento, in cui tutto è stato progettato intorno alla danza.
La scena centrale rappresenta la danza degli dèi ed intorno ad essi le interpretazioni della
danza nel corso della storia. Quest´idea di “Tempio della danza” viene sottolineata con
l´incorporazione di busti di stile romano distribuiti tra i sedili: divani e sedie coperte
con sete di Leon. In questa sala si sono svolti, inoltre, mostre importanti d´Archeologia e
Numismatica e serate letterarie.
Orologio con scultura
neoclassica
Divano
Verso 1885
Legno dorato, seta
Nº inv. 2512
Barbedienne; Cíe Des Marbres
Onyx d´Algerie, París
Verso1870
Bronzo argentato, marmo
Nº inv. 2495
La struttura di questo divano consiste in una
composizione eclettica d´elementi diversi, probabilmente progettata dal marchese
di Cerralbo, che ha lavorato personalmente
nei dettagli della decorazione delle sale del
Piano Nobile del Museo.
Orologio “misterioso” con pendolo conico
ideato da Farcot, che fa girare la sfera celeste
dopo essere trascinato da un bullone montato
sul piedistallo che nasconde la macchinaria.
La scultura è stata eseguita nella famosa fonderia di Ferdinand Barbedienne.
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Figura-candelabro
Allegoría della Danza
Francia, 1850-1900
Bronzo e zinco con patina
nera e dorata.
Nº inv. 1799
Máximo Juderías Caballero
1891-1892
Olio su tela aderito al muro
Allegoria del mondo terrestre; il bambino
porta un caso di entomologo nella borsa a
tracolla, da cui escono fuori gli insetti che
corrono attraverso il suo corpo. Il suo stile
ricorda la scultura barocca, una delle fonti di
ispirazione per gli scultori francesi de bronzi
decorativi per lampade o orologi.
Nella volta, lo stile accademico di Juderías
Caballero si traduce in una romantica evocazione della storia della danza, con alcune
sequenze d´un erotismo velato, che ruotano
intorno la danza degli dèi nell’Olimpo celestiale.
Sedia
1875-1900
Legno dorato, seta
Nº inv. 3606
Lo stesso marchese di Cerralbo è ritrattato
in uno degli angoli, vestito con levita rossa,
ricoprendo il ruolo dell’´anfitrione perfetto.
Gli invitati al ballo, in quel mondo ideale,
sono la replica dei personaggi dell’alta società che ballavano il galop in questa sala, una
danza molto popolare in cui si spostavano in
cerchio e saltavano imitando i cavalli al galoppo.
Chaise volante o facile da portare per il suo peso
leggero, caratteristica delle sale di danza, in cui
il proprio invitato poteva muovere a suo piacere
per la pista per riposare o unirsi discretamente
ai diversi gruppi di conversazione.
Busto
Sècolo XVIII
Marmo
Nº inv. 2501
L’iconografia del personaggio interpretato,
possibilmente un filosofo greco, attribuisce
quest’opera alla tradizione di un tipo di
ritratti creato nella Grecia classica durante
il secolo IV a.C., recuperato nell´epoca
romano Alto Imperiale e rinnovato durante il
neoclassicismo, alla fine del secolo XVIII.
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Traducción: Antonio Luis Callejón Peláez, 2011