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Bosch torna a casa
noscritto Notizia d’opere di disegno di Marcantonio Michiel,
anch’egli amante dell’arte dedicatosi alla catalogazione di
opere presenti nelle collezioni più notevoli della sua epoca in diverse città del nord d’Italia, da Milano a Venezia. Lui stesso le ammirò nel palazzo dove oggi sono di
nuovo esposte. Alla morte del Cardinale, grazie al suo
lascito testamentario, le tre opere approdarono a Palazzo Ducale. Il Trittico di Santa Liberata e il Trittico degli Eredi Eva Rico
miti furono trasferiti a Vienna nell’Ottocento, come parte delle collezioni imperiali, e poi sostaroanti fattori di interesse fanno
no in diversi musei sino a fare infine ritordella mostra «Bosch a Palazzo Grino a Palazzo Ducale, dove furono collocamani» un appuntamento imperdite in diverse stanze – come raccontano Bobile: con la splendida architettura del PaVenezia – Palazzo Grimani
schini, Zanetti, e altri – e attualmente forlazzo; con la stessa famiglia Grimani e il
Bosch a Palazzo Grimani
una mostra promossa
mano parte dell’esposizione permanente. E
collezionismo d’arte; con uno dei pittodalla Soprintendenza Speciale
ora, fino al 20 marzo, eccole di nuovo espori più originali e intriganti di tutti i temper i Musei e le Gallerie Statali
ste nelle preziose sale di Palazzo Grimani e
pi. Una cornice unica per un pittore unidi Venezia
valorizzate da un’indovinata illuminazione,
co. Una famiglia e un artista con un antie organizzata e prodotta
suggerita dalla grande esperienza di Gianco legame, spezzato nel tempo, e riuniti di
da Arthemisia Group
ni De Luigi.
nuovo oggi dopo tante traversie.
fino al 20 marzo 2011
Dopo il successo della
Palazzo Grimani in
mostra precedente dediRuga Giuffa è una raricata al Giorgione, adestà a Venezia, per la sua
so è la volta di uno dei
architettura, e in partipittori fiamminghi più
colare per il suo originaconosciuti, e senza dublissimo cortile, la magnibio il più fantasioso.
fica scala ovale a chiocHieronymus Bosch – il
ciola – una delle poche
cui vero nome era Jeroin città – e per la sua noen Anthoniszoonn van
tevole decorazione pitAken – nasce in una fatorica. Questa originalimiglia di pittori a ‘s-Hertà si deve in parte ai fretogenbosch, una cittadiquenti soggiorni del vena nota all’epoca come
scovo Giovanni Grimaluogo di cultura umani a Roma e alla sua prenistica. Infatti i suoi diferenza per artisti provepinti non fanno soltannienti dal centro Italia. Il
to riferimento alle fongusto per l’arte continuò
ti «classiche» dell’agioin famiglia con il cardigrafia, come la Legenda
nale Domenico (figlio
Aurea di Jacopo da Vaprimogenito di Antoragine o le Vitae Patrum
nio, il doge più vecchio
di San Girolamo, ma andella storia di Venezia,
che alle più moderne dieletto già ottantaseienspute religiose della sua
ne), uomo di vasta culepoca, la mistica bratura, eminente teologo e
bantina o il movimenamante delle arti. Noto,
to della Devotio Moderna.
insieme al nipote GioNelle sue opere illustra
vanni, per essere stato
la condanna all’inferno
il creatore della raccolta
a causa del peccato e la
di sculture antiche che
salvezza nella fede di cui
oggi si ammirano nello
martiri ed eremiti sono
Statuario della Biblioteun esempio da seguire. I
ca Nazionale Marciana.
condannati sono martoriati da demoni terrificanti, anneLeggendaria anche la sua, di biblioteca, formata in pargano in lagune di acque nere, mentre i santi sono tentati
te dai volumi comprati agli eredi di Pico della Mirandoda bizzarre creature tratte da bestiari medievali o da testi
la, e il cui gioiello è il famoso Breviario Grimani, con 832
cabalistici e mescolati dalla fantasia di Bosch, che crea un
fogli miniati da artisti fiamminghi. Assolutamente strauniverso personale di esseri da incubo. Per capire un po’
ordinaria la sua raccolta pittorica, che vantava opere di
meglio questo enigmatico pittore, sono di grande aiuto in
Giorgione, Tiziano, Memling, Dürer, disegni di Leonarquesta mostra i dettagliatissimi testi del catalogo che ildo, Raffaello e Michelangelo e le tre opere di Bosch espolustrano i dipinti, opera di Caterina Limentani Virdis. ◼
ste in questi giorni.
Queste ultime sono le Visioni dell’Aldilà, il Trittico di Santa Liberata e il Trittico degli Eremiti, già menzionate nel maParticolare da Visione dell’Aldilà di Hieronymus Bosch.
A Palazzo Grimani
tre capolavori
del maestro fiammingo
T
dintorni – arte
arte
arte
dintorni — 85
Alla Salute
la nuova mostra di Pinault
U
na mostr a ogni
due anni a Pun-
di Manuela Pivato
Venezia
Punta della Dogana
dal 10 aprile
al 31 dicembre 2012
Elogio del dubbio
ta della Dogana e
rassegne più brevi e veloci
a Palazzo Grassi. È il nuovo ritmo che Francois Pinault ha deciso di dare alVenezia
le sue sedi espositive, conPalazzo Grassi
ferendo agli immensi spazi
dal 2 giugno
della Salute un ruolo lento
Il mondo vi appartiene
e maestoso, consono (anche) al luogo, mentre dall’altra parte del Canal Grande,
a San Samuele, le mostre si susseguiranno ogni otto-dieci mesi.
Si incomincia il 10 aprile a Punta della Dogana con
Elogio del dubbio, ovvero un percorso alla ricerca di quelle domande che muovono i pensieri e le azioni nel
mondo dell’arte. La mostra, curata da Caroline Bourgeois, offrirà ai visitatori sessanta opere di una ventina
di artisti, tra cui Maurizio Cattelan – che sarà presente
con la testa di cavallo conficcata nel muro già esposta a
Mapping the studio – Jeff Koons, Paul McCarthy, Bruce
Nauman, Sigmar Polke, e ancora Julie Mehretu e Tatiana Trouv‚ che realizzeranno il loro contributo sul posto. Uno spazio particolare sarà dedicato alle donne,
come ha ottenuto la volitiva Caroline. E così sarà fino
al 31 dicembre 2012.
Aperta la Dogana, inizieranno i lavori di allestimento di Palazzo Grassi, dove il 2 giugno, in contemporanea con la Biennale, sarà inaugurata la mostra Il mondo vi appartiene, titolo assai suggestivo per un’esposizione dal contenuto ancora top secret. A tenere insieme i
due spazi, come spiega l’amministratore delegato Martin Bethenod, ci sarà anche una programmazione culturale che sarà spalmata un po’ a San Samuele e un po’
alla Salute, a seconda del tipo di manifestazione.
E Bethenod sgrana anche le cifre: oltre cinquecentomila visitatori in un anno e mezzo nello spazio affacciato su Bacino San Marco, novantaquattro eventi tra
incontri con gli artisti, visite, dibattiti, laboratori didattici, concerti.
Nel nuovo corso ci saranno sempre e quasi esclusivamente opere della collezione Pinault, alcune già viste – il già citato caso di Cattelan – che passeranno da Mapping the studio all’Elogio del dubbio senza scomodarsi troppo, altre mai esposte, e altre ancora saranno realizzate direttamente sul
posto al fine di offrire una mostra il più «viva» possibile. Anche se un po’ dubbiosa. ◼
Subodh Gupta, Et tu, Duchamp, 2009
©Subodh Gupta. Courtesy the artist
and Hauser & Wirth.
(Foto di Mike Bruce).
I segreti di
Kolomon Moore
Otto tavole del misterioso
disegnatore in via Garibaldi
C
di Leonardo Mello
hi è Kolomon Moore?
Sono pochissimi i dati bioVenezia
grafici certi di questo pitto«Bar… collo Modì»
re e disegnatore, che sembra esse«Le burlesque»
di Kolomon Moore re stato figlio di un ebreo triestino, e sul quale elementi reali e legfino all’8 marzo
genda si vanno alternando sin da
quando, all’inizio del secolo xxi, si è cominciato con insistenza a parlare di lui. Una timbratura che ricorda da vicino quello della Guardia Nazionale americana ha fatto pensare al ritrovamento del corpus di
opere presso qualche campo di
concentramento, dove – si suppone – avrebbero potuto essere
state immagazzinate da qualche
gerarca appassionato d’arte. Ma
sono soltanto ipotesi non riscontrabili. Di sicuro si sa che visse a
Parigi nella seconda metà degli
anni trenta, e in precedenza anche a Vienna. La sua arte, che ritrae la vita quotidiana nelle sue
sfaccettature più realistiche, presta particolare attenzione ai soggetti femminili, di cui sottolinea
ed enfatizza gli elementi erotici, fino quasi a sfiorare la pornografia. Il marchio distintivo delle sue opere – ce ne sono tantissime in circolazione, e di molte l’attribuzione è quantomeno
dubbia – è un approccio figurativo che talvolta trascolora nel grottesco, soffermandosi nei
particolari, spesso anatomici, delle modelle, probabilmente ignare e ritratte in ambienti «tipici» come il café chantant e il
teatro. Ma da questi disegni dallo stile inconfondibile – nella maggior parte dei casi utilizza la stessa tecnica, una matita
grassa nera su cartoncino ad alta grammatura, color biscotto – traspare un universo poetico che mescola osceno ed elegiaco, ricordando per affinità tematiche la grande pittura di
Toulouse-Lautrec. Da un certo momento in poi, nel firmare le
tavole, l’artista – forse per connotare in senso bohémien la propria produzione – utilizza una precisa tipologia di bicchiere
e bottiglia disegnati accanto al suo nome.
Chi volesse ammirare qualcuno di questi splendidi ritratti
lo può fare, fino all’8 marzo, presso il «Bar… collo Modì»
di via Garibaldi, piacevole luogo d’incontro veneziano che
spesso organizza mostre e momenti musicali, e che ha
raccolto ed esposto otto pezzi originali provenienti
dalla collezione privata di un antiquario veneto. ◼
Opere di Kolomon Moore
(nelle teche due disegni esposti al «Bar… collo Modì».
dintorni – arte
La Dogana
del dubbio
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