ASSEMBLEA
GENERALE ORDINARIA
ASSOCALZATURIFICI 2014
6 Giugno 2014
Palazzo Parigi – Milano
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Sommario
I PARTE– Parte pubblica
Intervento di Cristina Tajani
Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca, Moda e
Design del Comune di Milano
Intervento di Mario Boselli
Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana
Intervento di Cleto Sagripanti
Presidente Assocalzaturifici
Tavola rotonda moderata da Ilaria D’Amico
Dario Di Vico, Corriere della Sera
Marco Fortis, Economista, Vice Presidente Fondazione Edison
Luca Paolazzi, Direttore Centro Studi Confindustria
Renato Mannheimer, Presidente ISPO Ricerche
Conclusioni di Cleto Sagripanti
Presidente Assocalzaturifici
II PARTE – Parte Privata
Attività dei Laboratori di Assocalzaturifici
Relazione di CHARLOTTA BACHINI
Delegata dal Presidente per il Laboratorio MODA
Relazione di SIRO BADON e CRISTIANO FERRACUTI
Vice Presidente, coordinatore e vice coordinatore Laboratorio SCUOLA e FORMAZIONE
Relazione di GILBERTO BALLIN
Presidente GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI
Relazione di RONNY BIGIONI, ALESSIA FABI e MONICA VIRGILI
Coordinatore, vice coordinatrice Laboratorio RUSSIA e responsabile PAESI C.S.I.
Relazione di ENRICO FRANZINI
Consigliere delegato per il MERCATO ITALIA
Relazione di MASSIMO MARTINOLI
Consigliere delegato per il CIMAC e la NORMATIVA
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Relazione di DIEGO ROSSETTI e CHARLOTTA BACHINI
Vice Presidente, coordinatore e vice coordinatore Laboratorio USA
Relazione di ADRIANO SARTOR
Consigliere delegato dal Presidente per le RELAZIONI SINDACALI
Relazione di LUCA SILVESTRI e GIUSEPPE PIAZZOLLA
Coordinatore e vice coordinatore Laboratorio CALZATURE DI SICUREZZA,
INNOVAZIONE e TECNOLOGIA
Relazione di GIOVANNI TACCETTI e SARA GALLI
Vice Presidente, coordinatrice e vice coordinatrice Laboratorio EUROPA
Relazione di ANDREA VALLASCIANI e GILBERTO GIUNCHI
Coordinatore e vice coordinatore Laboratorio BAMBINO
Relazione di ARTURO VENANZI, ALESSIA FABI e MARINO FABIANI
Vice presidente, coordinatore e vice coordinatrice Laboratorio ASIA e responsabile
PAESI EMERGENTI
Relazione di VITTORIO VIRGILI
Consigliere delegato per la LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE e il MADE IN ITALY
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I
PARTE
PARTE PUBBLICA
INTERVENTI
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Intervento di Ilaria D’Amico
Conduttrice e moderatrice
Proiezione del
Assocalzaturifici.
video
promozionale
Ilaria D’Amico: “Buongiorno a tutti e
ben trovati calzaturieri di tutta Italia!
E’ un piacere essere qui, soprattutto
dopo questo video che ci racconta, con
orgoglio, che cosa significa fare il
vostro mestiere e farlo così bene da
raggiungere un livello e uno stile
importante e unico.
E’ un dato in controtendenza perché
oramai siamo, dal 2008, in una crisi di
sistema, così viene definita. Ma voi
continuate ad abbattere, ogni volta, dei
piccoli e grandi ostacoli per raggiungere
gli obbiettivi. Dimostrate in questo
momento di avere grinta e grande
capacità. Parleremo di voi e del
momento economico.
Chiamo ora sul palco l’assessore alle
Politiche
per il
lavoro,
Sviluppo
economico, Università e Ricerca, Moda
e Design del Comune di Milano, Cristina
Tajani.
Benvenuta!”
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Intervento di Cristina Tajani
Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca, Moda e
Design Comune di Milano
affrontare, compatti, i mercati mondiali,
che vedono i prodotti del sistema
moda. E’ il fenomeno della creatività
italiana. Creatività che è frutto della
capacità di coniugare gli aspetti ideativi
con il sapere fare manifatturiero, sia
industriale che artigianale, come si
vedeva dal video, che è veramente
l’elemento in più che noi abbiamo. Cioè
un’intera filiera in un unico sistema
Paese. ”
Ilaria D’Amico: “Assessore lei ci sta
illustrando come Milano stia cercando di
armonizzare le filiere dei settori della
moda e del design, ovvero le nostre
eccellenze nella produzione per il modo
di essere, fare stile in Italia e nel
mondo. Voglio ricordare theMICAM, la
vostra fiera che porta ogni sei mesi,
quindi in un anno 80 mila buyer
internazionali a Milano. Come Possiamo
sfruttare al meglio questa occasione per
la città e per il settore?
Cristina Tajani:” Buongiorno e ben
trovati. Sono molto lieta e ringrazio il
Presidente Sagripanti dell’invito. Oggi
non è la prima volta che ci troviamo
insieme a condividere degli obiettivi
comuni. L’ha dott.ssa D’Amico ha
ricordato poco fa il momento difficile
che stiamo vivendo, e nonostante tutto,
la capacità del sistema del made in
Italy di affrontare la crisi, anche
facendo delle innovazioni di sistema.
Quello che noi stiamo cercando di fare
a Milano, che è la vetrina del made in
Italy, è di costruire quante più sinergie
possibili tra tutti i segmenti che
costituiscono
i
nostri
comparti
produttivi più innovativi e competitivi.
Penso, in particolare, al sistema della
moda e del design, di cui mi occupo
direttamente. Il nostro obiettivo è,
appunto, costruire sinergie anche per
Cristina Tajani:”Ne ho parlato, poco fa,
con il vostro Presidente. Le fiere e gli
appuntamenti
promozionali
che
riguardano il settore calzaturiero sono
momenti
importantissimi
perché
portano tanti buyer, che visitano la
città, portando ricchezza e movimento.
E’ necessario creare un dialogo fra tutti
gli
appuntamenti
fieristici
che
riguardano il settore della moda. Vedo
in platea il Presidente Boselli che
testimonierà, immagino, la stessa
disponibilità e la stessa volontà.
Noi in vista di Expo abbiamo deciso di
costruire un palinsesto integrato di
tutto quello che succede nella città di
Milano, sia eventi di tipo business, sia
eventi di natura diversa, in modo da
proporre
un’offerta
integrata
ai
visitatori proveniente da tutto il mondo.
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Il palinsesto “Expo città”, che stiamo
costruendo per i sei mesi di Expo, si
integrerà anche le fiere, mettendo in
primo piano Milano e le sue attività.”
nostra giornata. In questa assemblea
parleremo molto di come affrontare i
problemi, e di quali capacità verranno
messe in campo per ripartire.
Chiedo ora al Presidente della Camera
nazionale della Moda, Mario Boselli, di
raggiungerci sul palco.”
Ilaria D’Amico: “Assessore grazie per il
vostro lavoro e per avere aperto la
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Intervento di Mario Boselli
Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana
della fiera a inizio settembre, io ho
un’esperienza splendida di fiere fatte in
questo periodo, quando i clienti sono
carichi e lavorano con entusiasmo.”
Ilaria D’Amico: “Presidente, secondo
lei, che cosa si può fare ancora perché
la settimana della moda e il settore in
generale lavori ancora più compatto?”
Mario Boselli: “Sicuramente come
abbiamo già detto e fatto, lavorare
sulle date del calendario fieristico e poi
presentarsi sui mercati internazionali
uniti con strategie studiate.
Concludo con un argomento che mi sta
a cuore, ovvero quello della situazione
dei
cambi
monetari
a
livello
internazionale. Vi ricordo che quando
siamo entrati nell’euro il cambio era a
1,1 e, nel tempo, siamo cresciuti fino al
3,83.
Stamattina eravamo a 1,36: una cosa
folle. Il cambio dovrebbe essere uno a
uno. Ogni volta che il sistema
imprenditoriale si incontra, secondo
me, ha il dovere morale di ricordare
questa situazione iniqua e fare qualcosa
perché cambi. La Banca Centrale
Europea si sta muovendo su questo
fronte, ma è ancora poco.”
Mario Boselli: “Buongiorno Assessore,
buongiorno Presidente e buongiorno a
voi
tutti.
Ringrazio,
innanzitutto,
l’Assessore Tajani per l’impegno che
dedica alle filiera del nostro sistema e,
ovviamente, alla città di Milano.
Mi felicito per le scelte che la vostra
Associazione ha fatto sul calendario
fieristico. Le date scelte per la vostra
fiera, ovvero i primi di settembre e la
metà si febbraio, sono molto buone,
perché coerenti con le vendite e con il
calendario fieristico internazionale. Con
sincerità vi dico di non avere paura
Ilaria D’Amico: “Grazie Presidente e
buon lavoro.
A questo punto signore e signori
l’industria calzaturiera italiana!”
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Cleto Sagripanti
Presidente Assocalzaturifici
Cleto Sagripanti:
LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO
“L’importante è che il più grande torneo
di tennis si svolga in Inghilterra, non
che in finale ci siano giocatori inglesi”.
Tony Blair, ex-Primo Ministro della Gran
Bretagna.
Negli anni 2000, quando pronunciò
questa frase, Tony Blair era Primo
Ministro Inglese e forse il capo di Stato
più influente in Europa. Erano 64 anni
che
nessun
inglese
vinceva
a
Wimbledon, il torneo più antico e
prestigioso del Grande Slam.
L’idea di Blair si fonda sulla convinzione
che un Paese non si debba preoccupare
della nazionalità dei giocatori in campo.
Tradotto in ambito economico: non
conta da dove arrivino le imprese,
quale sia la loro proprietà e dove esse
producano.
Ciò che conta è che sia inglese il torneo
che tutti ambiscono a vincere, ovvero
che siano inglesi l’infrastruttura che
permette a tutti di mettersi in
competizione
e
il
mercato
di
riferimento.
Noi non siamo mai stati d’accordo con
questa visione dell’economia. Perché c’è
una profonda differenza tra un torneo
di tennis e un settore economico, a
maggior ragione manifatturiero: le
imprese che operano all’interno di un
territorio
o
di
un
distretto
si
condizionano a vicenda, nel bene e nel
male. Non basta giocare la partita del
mercato internazionale o assemblare
componenti di prodotti, come avviene
in altri Stati Europei del Nord.
Il significato di un prodotto, soprattutto
oggi, conta nella misura in cui sa
esprimere i valori propri di chi l’ha
costruito e sa comunicarli all’esterno.
La forza della nostra industria non sta
Proiezione del video di Assocalzaturifici
“Calzare valore”
Ilaria D’Amico: “Presidente, in questo
video ci sono molti giovani, un senso di
famiglia e mi sembra di cogliere un
ricambio di generazione”.
Cleto Sagripanti: “Ci sono molti giovani
imprenditori nel nostro settore, ma
anche giovani dipendenti professionisti
del mestiere, cresciute anche nelle
scuole che l’Associazione ha creato nei
territori, come in Veneto e nelle
Marche. Scuole che ogni anno formano
giovani che lavorano nell’industria
calzaturiera”
Ilaria D’Amico: “Scuole di formazione,
specializzazioni, re-shoring. Parleremo
di tutto questo anche dopo durante la
tavola rotonda .Ti lascio il timone, ci
vediamo dopo.”
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nell’avere lo stile più elegante del
mondo, la produzione di qualità
massima, i migliori professionisti, la
tecnologia meccanica che ha insegnato
a tutto il mondo a fare le scarpe. La
nostra forza sta nell’avere tutto questo
insieme.
E ciò è possibile perché la nostra
industria si fonda sui distretti, su quel
complesso
sistema
di
relazioni
economiche, sociali e culturali da cui si
genera un tessuto di conoscenze
uniche.
Questo
è il
valore dell’industria
calzaturiera che la globalizzazione non
ha ridimensionato ma, anzi, ha
paradossalmente rafforzato.
Prima di vendere “bellezza” bisogna
aver la cultura della “bellezza” ed
essere capaci di trasformare un’idea in
un prodotto concreto che sappia far
sognare le persone. E questo il mercato
globale ha imparato a riconoscerlo.
Posso fare un esempio molto concreto
sul modello Wimbledon: la nostra fiera.
È indubbio che theMICAM abbia vinto la
battaglia fieristica continentale. Le altre
manifestazioni fieristiche europee si
sono dovute posizionare su fasce di
mercato diverse oppure rappresentano
eventi importanti ma per un mercato
più regionale.
Se guardiamo a quanti espositori
italiani ed internazionali sono presenti a
theMICAM dal 2000 ad oggi vediamo
che la compagine italiana si aggira sul
60% su un totale che è cresciuto
esponenzialmente
negli
anni.
Ciò
dimostra da un lato che la nostra
manifestazione ha saputo trasformarsi
nel “torneo a cui tutti partecipano” e
che tutti vogliono vincere, dall’altro che
la nostra squadra italiana ha vinto con
la partecipazione più numerosa.
E c’è un particolare che Tony Blair e
molta della tecno-burocrazia europea
sottovalutano: siamo diventati un
“torneo importante”, se non il più
importante
nel
nostro
segmento,
perché non abbiamo perso il contatto
con l’industria, con il
manifatturiero italiano.
saper
fare
LA MANIFATTURA EUROPEA:
RITORNO ALL’ANTICO O PRESA DI
COSCIENZA COLLETTIVA?
Ho richiamato il modello Wimbledon
perché quello della “terziarizzazione”
dell’economia è stato il paradigma
seguito dal Regno Unito ma anche
l’impostazione della politica economica
dell’Unione Europea degli anni 2000.
L’Unione è stata pensata soprattutto
come un grande mercato per far
circolare le merci, ma solo negli ultimi
anni si è cominciato a pensare che
l’essere un grande mercato non basta.
Un grande e unico mercato ha senso se
rinforza anche e soprattutto la propria
industria.
Il nostro Paese ha scoperto ancora una
volta di essere uno dei più europeisti
d’Europa. Ciò ci consegna l’importante
responsabilità
di
tutelare
l’asset
fondamentale attorno al quale si muove
lo sviluppo vero, equilibrato e duraturo
del nostro continente: la manifattura.
“Penso che la Gran Bretagna possa
essere
meta
di
ri-localizzazione
industriale. In anni recenti tutti
abbiamo assistito alla pratica di
delocalizzare in Paesi a basso costo di
manodopera. Dobbiamo riconoscerlo. E
tutto ciò continuerà. Tuttavia, esiste
l’occasione per invertire la rotta: c’è ora
la concreta possibilità
che si creino posti di lavoro”.
David Cameron, Primo Ministro della
Gran Bretagna.
È significativo che a 15 anni di distanza
sia ancora un Primo Ministro inglese a
marcare una svolta. Ma ci permettiamo
di osservare che una parte dell’Europa
era già convinta della necessità di non
deindustrializzare, come invece si è
cercato di fare nell’ultimo ventennio con
risultati che stanno sotto gli occhi di
tutti: rispetto al 2008, la produzione
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manifatturiera europea ha perso il
12,4%.
Il piano di riportare questa percentuale
al 20% del PIL entro il 2020, in soli
sette
anni,
richiede
uno
sforzo
importante e un impegno reale da parte
dell’Europa.
Porre la manifattura al centro significa
non solo mettere in discussione il
modello della terziarizzazione assoluta
dell’economia,
ma
riequilibrare
il
rapporto tra finanza ed economia reale.
Non è un auspicio, sia ben chiaro, ma
un’assoluta necessità.
Come è passata l’ubriacatura del
“puntare tutto sui servizi”, siamo sicuri
che finirà definitivamente anche l’idea
di una finanza che governa e determina
l’economia mondiale. Esempi in tal
senso sono ormai diversi: penso
all’accordo recentemente sottoscritto
dalla
Svizzera
sulla
trasparenza
bancaria. Il motivo è semplice: un
potere
eccessivo
della
finanza
sull’economia finisce per mettere a
repentaglio l’economia stessa.
La finanza arricchisce … ma solo un
nucleo ristretto di persone.
Eppure assistiamo al paradosso che, in
un momento di strumenti finanziari
sofisticatissimi,
l’industria
italiana
soffre di una restrizione all’accesso al
credito che forse non ha precedenti
storici.
costo di un sistema che assorbe risorse
finanziarie al sistema privato per
dirigerle verso il sistema pubblico dei
titoli di Stato.
La finanza deve invece tornare ad
essere al servizio dell’economia reale,
della manifattura di qualità su cui si
fonda il fattore competitivo del nostro
Paese.
La battaglia per il made in
Abbiamo di fatto da poco ottenuto un
importantissimo riconoscimento politico
in Europa che ci dimostra quanto sia
fondamentale esporre in modo chiaro e
coerente le proprie posizioni e fare
sistema
insieme
alle
altre
organizzazioni industriali italiane ed
europee.
Da tanti anni Assocalzaturifici, insieme
a Confindustria, cerca di spiegare alle
istituzioni di Bruxelles che tutelare la
manifattura significa prima di tutto
approvare una norma che metta in
grado i consumatori di sapere dove
vengono prodotte le merci vendute sul
mercato comunitario.
Abbiamo sentito in questi mesi che
precedevano il voto dell’assemblea
parlamentare le argomentazioni più
astruse da parte degli oppositori alla
legge: costi aggiuntivi, inutilità per la
sicurezza del consumatore, tra le più
utilizzate.
Il premio alla nostra tenacia e coerenza
è stato il voto ancora una volta
largamente
maggioritario
del
Parlamento Europeo in favore dell’art. 7
che introduce il made in obbligatorio
nel pacchetto legislativo sulla sicurezza
dei prodotti destinati al consumo.
Un voto che ha dimostrato in modo
palese che poche persone, pochi
Governi
del Centro e del Nord Europa tengono
in scacco la gran parte dei cittadini e
delle imprese.
Questo
riconoscimento
–
seppur
parziale, poiché deve ancora esprimersi
il Consiglio dei Ministri Europeo – deve
riempire il nostro settore di orgoglio. La
La finanza al servizio dell’economia
La finanza è centrale nello sviluppo
economico di un Paese o di un
continente. Sappiamo come possa
aiutare o distorcere i rapporti di forza
tra sistemi produttivi e tra imprese
diversi. Lo abbiamo imparato sulle
nostre spalle cosa significa non avere
un servizio finanziario dedicato alle
imprese.
Paghiamo
ogni
giorno
un
costo
altissimo per un debito contratto dai
nostri
governanti
del
passato:
paghiamo le tasse che servono a
ripagare gli interessi e paghiamo il
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nostra associazione, quando vuole e
quando si muove con una prospettiva
strategica,
viene
ascoltata
dalle
istituzioni.
industriali e una possibile caduta degli
investimenti in alcuni settori ad alto
impiego
di
manodopera,
stanno
determinando una rapida erosione del
ruolo del Paese quale sede produttiva
ideale delle filiere globali.
Non
solo.
Il
Fondo
Monetario
Internazionale prevede il declino della
popolazione attiva cinese nel giro di
pochi anni.
Non dimentichiamo poi che la crescita
del
mercato
interno
cinese,
assecondato dalle nuove politiche
economiche della dirigenza del Partito,
rappresenta un’altra buona ragione per
credere che avverrà una forte crescita
dei salari e quindi che la produzione
andrà ad alimentare anche la domanda
interna.
La crescita dell’industria calzaturiera
cinese, infatti, sembra guardare più
verso l’interno che verso il mercato
internazionale: la produzione tra il
2010 e il 2012 è cresciuta del 6%,
equivalente a circa 703 milioni di paia.
Di questa crescita solo il 20% è uscito
dal Paese, mentre il restante 80% è
andato a incrementare la domanda
interna.
Nel 2010 la Cina esportava il 79% della
produzione nazionale; nel 2012 solo 76
scarpe su 100 prodotte sono uscite dai
confini nazionali.
È solo colpa dell’abbassamento della
domanda mondiale? No. Si incomincia a
intravedere un’inversione di tendenza
che sta a testimoniare un primo
cambiamento degli assetti mondiali in
termini di vantaggi competitivi e un reindirizzamento del made in China
dall’Europa ai confini nazionali.
Il gigante asiatico diventa quindi un
mercato
primario
anche
per
le
esportazioni
del
made
in
Italy
calzaturiero.
Questo
trend
è
ampiamente
testimoniato
dai
dati
in
nostro
possesso, laddove l’export di calzature
dall’Italia è cresciuto anche nel 2013
del 26,5% rispetto all’anno scorso: un
La fine di un’era: per una nuova
globalizzazione
In Europa era dato ormai per scontato
che in un mondo globalizzato venissero
premiate solo le grandi imprese, quelle
che
possono puntare su ricerca
tecnologica brevettabile, quelle che si
strutturano con reti di produzione
globali
e che trasformano il proprio business
manifatturiero in un sistema di servizi
prima
e
di
reti
finanziarie
successivamente.
Ma esistono anche nuove idee e nuovi
termini che modificano in modo
sostanziale
il
concetto
di
globalizzazione.
Ci sono inequivocabilmente segnali che
la filiera produttiva mondiale in taluni
casi debba mettere in discussione il
proprio assetto e che i sistemi di
approvvigionamento globale non sono
gli unici strumenti per stare sul mercato
in modo vincente e duraturo.
La manifattura occidentale, insomma,
ha iniziato a innestare la retromarcia
per cercare all’interno dei propri confini
quelle condizioni di competitività che
potrebbero venir meno mantenendo lo
status quo.
DALLA DELOCALIZZAZIONE ALLA
RIALLOCAZIONE
DELLA PRODUZIONE
Cina: parte la domanda interna.
Ci sono innanzitutto una serie di fattori
che
sembrano
preannunciare
il
ridimensionamento della Cina quale
fabbrica del mondo per determinati
settori industriali.
Le forti rivendicazioni sindacali degli
ultimi mesi danno un segnale chiaro dei
mutamenti socio-economici che stanno
attraversando il gigante asiatico.
Un veloce innalzamento dei salari, una
compressione dei profitti delle imprese
4
incremento complessivo di oltre il
400% in valore nell’ultimo quinquennio.
La Cina è ora la dodicesima nazione di
sbocco
in
valore
per
l’industria
calzaturiera italiana; la settima se si
considera l’aggregato Cina + Hong
Kong.
Assocalzaturifici presidia il mercato con
quella che è l’unica manifestazione
internazionale dedicata al comparto
moda calzature, theMICAMshanghai.
Volenti o nolenti questo è il bacino di
consumo del futuro, non solo e non più
la sede dove andare a produrre per
risparmiare sui costi di produzione e
manodopera.
Nuovi vantaggi competitivi mondiali:
una comparazione Cina-USA.
Il differenziale di competitività tra Cina
e resto del mondo occidentale infatti si
sta gradualmente assottigliando.
Secondo
uno
studio
di
Boston
Consulting Group la Cina era del 14%
più competitiva degli Stati Uniti,
mentre ora lo è solo del 4%.
Ciò significa che praticamente, in
termini di vantaggi di costo, ormai i
due Paesi
hanno raggiunto una
sostanziale parità e che delocalizzare in
Cina per le imprese statunitensi non ha
più senso se fatto solo per ridurre i
costi.
Queste
ultime
stanno
seriamente
riconsiderando
la
decisione
di
delocalizzare e vi sono segnali chiari in
questa direzione; che stia avvenendo,
cioè, un re-shoring della manifattura.
I risultati di questo fenomeno, tra
l’altro, vanno a tutto vantaggio della
nostra industria. Il rientro dei livelli
produttivi
conferisce
nuova
linfa
all’economia e i consumi interni
ripartono. Le nostre esportazioni negli
USA puntualmente tornano a crescere.
Nel 2013 l’export italiano di calzature è
cresciuto del 7,4% in valore: si tratta
del quarto rialzo consecutivo, che ha
portato i livelli attuali a un +20%
rispetto al 2008. E i primi due mesi del
2014 stanno confermando questo
importante trend positivo: +18,8% in
valore, +15,9% in volume.
Anche in questo caso è importante
mettere in luce questo semplice fatto:
rientro
dell’industria,
crescita
dei
consumi e maggior benessere per
famiglie e imprese.
Ma
cosa
sta
facendo
l’Europa?
Purtroppo i dati non sono confortanti
dal punto di vista dei vantaggi
competitivi di costo.
Europa: cambiare la politica monetaria.
Prendiamo la Germania, il paese
considerato
più
competitivo
e
soprattutto più abile a sfruttare le
opportunità date dalla delocalizzazione.
Nel
2004
era
del
31%
meno
competitiva rispetto alla Cina, ma nel
2014 il gap si è ridotto di circa 6 punti
percentuali,
pur
rimanendo
un
differenziale di competitività tra i due
paesi pari al 25%.
Se invece prendiamo Francia e Italia i
dati risultano impietosi.
I nostri vantaggi di costo sono
peggiorati rispetto agli Stati Uniti, così
come rispetto alla Cina.
Dieci anni fa, l’Italia era meno
competitiva della Cina del 26%, oggi il
nostro gap di costo è salito al 27%;
siamo peggiorati di 1 punto percentuale
rispetto alla Cina ma addirittura di 11
punti percentuali rispetto agli USA.
L’industria francese è in una posizione
simile
alla
nostra,
ossia
meno
competitiva di quella americana, anche
se nel decennio è peggiorata meno di
noi.
Nel periodo 2008-2014 in entrambi i
casi si assiste ad una svalutazione di
euro e dollaro nei confronti della
moneta cinese e quindi ad un
progressivo guadagno di competitività
rispetto alla “fabbrica asiatica”. Ma nel
periodo 2004-2008, mentre il dollaro si
svaluta, l’euro si rivaluta.
Quindi, mentre l’industria statunitense
recupera competitività anche grazie al
cambio
che
si
svaluta
complessivamente del 24,75%, la
5
manifattura
europea
ha
una
svalutazione di solo il 13,23% ovvero
oltre 11 punti in meno di quella
americana.
Mentre la politica monetaria e di
cambio negli
USA ha sostenuto
l’industria, in Europa ha finito per
favorire gli acquisti dalla Cina.
Potremmo anzi dire che la gran parte
dei vantaggi competitivi acquisiti negli
Stati Uniti sono dovuti proprio alla
politica monetaria.
Impostare una finanza al servizio
dell’economia reale significa anche
stabilire una politica monetaria che sia
in grado di assecondare la rinascita
della manifattura in Europa.
Che Europa vogliamo?
Le recenti elezioni europee ci hanno
presentato un conto salato: la crescita
un po’ ovunque dei movimenti antieuropeisti.
Certo
non
sono
la
maggioranza, ma sono un movimento
che sta sempre di più ponendo una
questione: quale Europa vogliamo?
Noi
vogliamo
una
Europa
che
rappresenti una rottura con il passato e
che finalmente si concentri su crescita e
lavoro, non con parole d’ordine ma con
politiche effettive.
Perché la produzione tornerà in Europa,
e non solo perché è un momento
propizio; tornerà, però, quando il
contesto economico sarà effettivamente
favorevole a questo ritorno.
La politica reale non può però essere
disgiunta dalla politica monetaria.
Siamo così occupati a tenere bassi i
tassi di interesse, a “convincere il
cavallo a bere”, che non ci rendiamo
conto che il cavallo è già quasi morto.
Non siamo contro il rientro del debito,
siamo contro una politica che pensa di
produrre un aggiustamento a spese
della crescita, delle imprese e dei
lavoratori.
Non meno evidente è il fatto che la
politica commerciale condotta fino ad
oggi deve lasciare lo spazio ad una
nuova strategia della reciprocità. Non si
può pensare di classificare alcune
industrie come “terzomondiste” e per
questo destinarle a essere pura merce
di scambio come è stato fatto negli anni
’90. Se quelle industrie ti portano
ricchezza, costituiscono la tua spina
dorsale industriale, esportano lo stile
italiano nel mondo, le devi difendere
chiedendo eque condizioni di scambio.
In questa reciprocità ci deve stare un
cambio di passo: il made in non è un
capriccio di qualche imprenditore ma è
una esigenza. Vogliamo sapere dove
quel prodotto è stato fatto. Oggi ancora
più di ieri e il ritorno della manifattura
in Occidente è solo una motivazione in
più.
La situazione del nostro Paese: ora o
mai più.
Se questo è il quadro generale in cui
oggi ci muoviamo, non bisogna fare
l’errore di pensare che il nostro Paese
sia automaticamente coinvolto da
questo apparente cambio di scenario.
La verità è che ancora il deficit
competitivo che paghiamo in termini di
burocrazia, costi energetici, oneri e
rigidità
del
lavoro,
sistema
di
tassazione
elevatissimo
e
che
disincentiva il lavoro e il lavoro ad alta
professionalità, è ancora troppo alto.
L’Italia assomiglia sempre più ad una
tartaruga.
La corazza: è il suo sistema burocratico
che costituisce una difesa verso il
cambiamento, e autogiustifica lo status
quo. Siamo un Paese nel quale
discutiamo 15 anni di cambiamento,
per 10 anni lo progettiamo, in 5 anni
proviamo a realizzarlo e, quando
cominciamo realmente ad attuarlo,
sono passati 30 anni e allora qualcuno
dice che forse è meglio ripensarci.
Il guscio della tartaruga rappresenta
anche la difesa: il ritirarsi di fronte alla
prima difficoltà. In questi anni abbiamo
visto più volte affrontare i problemi in
questo modo. Alta burocrazia di Stato,
politici, partiti e istituzioni a loro modo
tutti hanno contribuito all’immobilismo
italiano, alla difesa del piccolo cortile
che ciascuno aveva coltivato. La storia
6
italiana degli ultimi 30 anni è una lista
infinita di occasioni mancate o sfruttate
male.
La lentezza: in un contesto che cambia
veloce ci siamo crogiolati nella nostra
lentezza. La nostra lentezza ha fatto più
danni dei nostri errori. Perché persino
l’errore è accettabile, se arriva rapido.
Una condanna sbagliata perché ingiusta
è un danno; ma una condanna ingiusta
e in ritardo è un disastro per un Paese.
Un sistema istituzionale che sbaglia
impedisce al Paese di crescere, ma un
sistema che sbaglia in ritardo, di fatto,
è condannato all’eterno immobilismo.
La lentezza italiana degli ultimi decenni
non è quella di chi va piano per arrivare
sano, quella di chi osserva e capisce il
proprio
contesto
e
quindi
sa
approfittare di ciò che ha imparato. È
invece la lentezza di chi non sa stare al
passo con i cambiamenti e non sa
evolvere. È la lentezza di chi pensa che,
per il solo fatto di avere un patrimonio
culturale e industriale, la ricchezza ci
arriverà sempre in modo naturale.
In questo senso abbiamo apprezzato il
Governo Renzi quando ci sembrava
avesse capito che non abbiamo anni di
fronte a noi ma mesi, che certe
decisioni devono essere prese nel giro
di poche settimane o non verranno
prese mai più.
Nei primi tre mesi del 2014 nel settore
calzaturiero, componentistica inclusa,
abbiamo perso lo stesso numero di
addetti (circa 1.400) che nell’intero
2013.
Hanno chiuso altre 100 imprese.
Questo non è un dato in contraddizione
con quanto si diceva prima sulla
possibilità di rilanciare la manifattura
italiana ma è l’onda lunga di anni nei
quali la nostra industria, come tutta la
moda, era considerata settore da terzo
mondo e abbandonata al proprio
destino.
Il nostro successo, la capacità di salire
su questo treno che ci passa accanto,
non sarà determinato solo dalle
caratteristiche favorevoli della nostra
filiera,
del
nostro
sistema
imprenditoriale, del nostro saper fare
manifatturiero.
Occorre che la politica industriale
italiana, al pari passo con quella
europea, liberi finalmente le imprese
dai mille vincoli in cui sono oggi
imbrigliate.
Il settore calzaturiero oggi
Le nostre imprese, nonostante i tanti
fattori penalizzanti del Sistema Paese –
hanno chiuso il 2103 con una
sostanziale tenuta sui livelli dell’anno
precedente, ma solo grazie – ancora
una volta – alle esportazioni. I consumi
interni hanno registrato una flessione
che, per intensità, non trova riscontri
analoghi nella serie storica dell’ultimo
ventennio: la spesa delle famiglie
continua
a
essere
frenata
dalla
ristrettezza del reddito disponibile e
dall’elevata incertezza sulle prospettive
del mercato del lavoro.
Due dati su tutti: il nostro settore
esporta l’85% della produzione, e nel
2013 l’export è cresciuto del 5,7% in
valore raggiungendo gli 8,1 miliardi di
euro (contro un +2,6% in quantità e
219,8 milioni di paia) e il saldo
commerciale è stato pari a 4,2 miliardi
di euro, un ammontare che vale quanto
l’IMU delle famiglie, un valore quello
del saldo che aumenta a doppia cifra
dal 2010.
Infatti, il lieve incremento delle vendite
in Unione Europea – grazie in
particolare ai buoni risultati conseguiti
in Francia, +10%, che si è confermata
il principale mercato di sbocco – e
soprattutto il trend favorevole fuori dai
confini comunitari (+8,9% in valore)
hanno permesso, per il quarto anno
consecutivo, una crescita del +11,4%
sul 2012, complice anche lo stallo dei
flussi in entrata (altro segno, questo,
della debolezza della domanda interna).
E a proposito di generare valore: il
prezzo medio al paio, attestatosi a
36,73 euro, ha fatto segnare un
aumento del 3%; è il più prezzo alto tra
i Paesi esportatori a livello mondiale e il
7
più alto nelle serie storiche dell’export
italiano.
Incrementi generalizzati delle vendite
in valore hanno caratterizzato tutte le
aree. Se quello registrato nella UE
(+2,9%) – dove sono state vendute 7
scarpe su 10 – non ha permesso di
compensare quanto perso nel 2012,
ben diverso è risultato il trend nei
mercati del Far East, cresciuti nel
complesso del 12,7%: +26,5% la Cina,
+12% Hong Kong e +10% la Corea del
Sud.
Bene il Nord America, dove hanno
trovato conferma i recuperi degli Stati
Uniti
e del Canada (+7,4% e +15,4%
rispettivamente), e segno positivo
anche per i mercati di Est Europa e CSI
(+8,4% nell’insieme). Ma per i tre più
importanti – vale a dire Russia, Ucraina
e Kazakistan (che pure segnano a
consuntivo +8,7%, +6,7% e +7,8%
rispettivamente) – il sentiment degli
operatori è mutato: la svalutazione del
rublo e la stagnazione del PIL in Russia,
nonché le tensioni politiche in Ucraina,
hanno
indotto
un
significativo
rallentamento
nell’ultimo
trimestre
dell’anno, trasformatosi in vistosa
frenata in avvio 2014.
Grazie
al
volano
dell’export
la
produzione nazionale ha raggiungo e
superato la soglia dei duecento milioni
di paia: 202,1 milioni di paia (+1,8%),
per un valore di 7,5 miliardi di euro
(+4,9%).
Il 2014 si è aperto con un’inversione di
rotta rispetto alle dinamiche favorevoli
che avevano caratterizzato produzione
ed esportazioni nel corso del 2013: per
entrambe le variabili si registrano
infatti, nei primi mesi 2014, lievi
flessioni in volume, accompagnate da
limitati aumenti in valore.
Il trend della produzione è tornato di
segno negativo: il campione di associati
indica una riduzione media nel primo
trimestre 2014 del -0,3% in volume
sull’analogo periodo 2013, con un
incremento in valore attorno al +1,5%.
Sul fronte dell’export, i primi due mesi
presentano una crescita moderata in
valore (+3,1%), a fronte però di un
calo del -2,8% in volume.
L’analisi per macro-aree di destinazione
mostra trend ancora negativi nei Paesi
dell’Est Europa e della CSI, con
arretramenti a doppia cifra: -17,4%
complessivo in volume, con Russia 18,3%, Ucraina -7,1% e Kazakistan 4,6%.
Performances altalenanti nella UE28
dove tengono Francia e Germania, i
nostri principali mercati (+0,2% e
+0,7% in volume).
Bene
Medio
Oriente
(+21%
in
quantità), Nord America (+15,6%) e,
pur con tassi decisamente più modesti
rispetto al recente passato, il Far East
(+11,8% in valore, con Cina +7,9%,
Hong Kong +17,8%, Giappone +6,2%).
Il
saldo
commerciale
del
primo
bimestre 2014 è risultato in attivo per
786,3 milioni di euro, con una crescita
del 6% sul corrispondente periodo
2013.
Ulteriore arretramento per i consumi
delle famiglie, dopo il crollo subìto nel
2013: sono scesi del -2,4% in volume e
-3,7% in spesa nei primi 3 mesi.
Si può parlare di ri-localizzazione nelle
calzature?
Si può parlare di riallocazione della
produzione verso l’Europa e in Italia? Ci
sono segnali in questo senso ma vorrei
prima di tutto ricordare cosa vuol dire
la Cina nel nostro settore.
Le importazioni italiane dalla Cina nel
1993 erano pari a circa 24 milioni di
paia, dieci anni più tardi (nel 2003)
sono arrivate a circa 100 milioni di
paia, per toccare il picco dei 214 milioni
di paia nel 2007, mentre oggi si sono
stabilizzate su un livello di circa 122
milioni di paia (2013).
Una
crescita
assolutamente
insostenibile che è stata solo mitigata
dalle sanzioni anti-dumping mosse
dall’Unione Europea nei confronti della
Cina, sotto pressione della nostra
Associazione. Era evidente il tentativo
8
di spiazzare l’industria europea, e in
particolare quella italiana, esportando
calzature sottocosto e distruggendo così
un
competitore
per
il
mercato
internazionale. Non dimentichiamo che
con
dimensioni
infinitamente
più
piccole rispetto alla Cina, il nostro
Paese si colloca al secondo posto degli
esportatori mondiali in termini di valore
e al quarto posto in termini di paia
esportate.
Abbiamo
resistito
di
fronte
ad
un’ondata che avrebbe messo chiunque
in ginocchio e che altre filiere europee
non hanno saputo sopportare.
Non solo i costi stanno alla base del reshoring
Non sono solo i costi ad essere rilevanti
ma esistono diverse ragioni per le quali
le
imprese
possono
decidere
di
riportare la produzione più vicina o
dentro i confini nazionali:









E
sorprendentemente,
nonostante
tutto,
il
nostro
Paese
recupera
posizioni, grazie alle nostre imprese,
alla nostra capacità di fare sistema nei
distretti, al nostro essere oggi più che
mai imprenditori, con il camice bianco
vicino ai nostri dipendenti al mattino e
al pomeriggio in conference call con i
mercati più lontani.
Deve essere proprio la capacità di
applicare appieno i valori del saper fare
italiano se, nonostante il deficit
competitivo che abbiamo, il nostro
Paese risulta al secondo posto per
numero di imprese che hanno deciso di
far rientrare la produzione nel paese di
origine, dietro agli Stati Uniti e davanti
alla Germania.
Deve essere per questa ragione se,
delle
194
riallocazioni
produttive
europee in tutti i settori analizzate nella
ricerca di un consorzio italiano di
università , il 41% è italiano, solo il
20% è tedesco.
Deve essere per questa ragione se tra
tutte le riallocazioni internazionali
considerate a livello mondiale (426)
l’abbigliamento
e
le
calzature
rappresentano il 21% e sono il primo
settore davanti all’elettronica (15%) e
alla meccanica (13%).
Ciò che però risulta chiaro è che non
siamo di fronte soltanto ad uno
spostamento di produzione legato a
vantaggi competitivi di breve periodo;
non sono solo i costi del lavoro e
dell’energia,
le
variazioni
della
produttività e dei tassi di cambio ad
essere rilevanti.
Sta cambiando il modo di pensare la
supply chain.
La fornitura snella (lean production)
con la riduzione sistematica delle scorte
e
del
magazzino
attraverso
il
collegamento
del
momento
della
vendita con quello della produzione e
dell’approvvigionamento, non è più
sufficiente.
Perché imprevedibilità e variabilità del
mercato sono tali che la filiera lunga
finisce per entrare in crisi.
Rigidità nella filiera di fornitura una
volta avviata la macchina produttiva
Costi crescenti legati ai ritardi nelle
consegne
Quantitativi minimi necessari
Alti livelli di stock di magazzino e
costi di immobilizzo capitale
Mancanza di efficacia nel rispondere
alle richieste del mercato
Inefficienze legate alla separazione
tra design e produzione del prodotto
Rischi politici e sociali nel Paese a
basso costo
Rischi di cambio
Mancanza di tecnici preparati e
lavoratori ad elevata competenza
Queste sono tutte buone ragioni che i
manager delle aziende hanno addotto
per sostenere la loro decisione di
riportare la produzione in Occidente.
Un tratto comune che possiamo trovare
in tutte queste motivazioni è che la
delocalizzazione ha costi occulti e futuri
che spesso inizialmente le imprese non
vedono.
Produrre calzature in Italia: si può?
9
Diventa allora di nuovo utile una filiera,
come quella italiana, capace di essere
agile; capace cioè di rendere industriale
un prodotto artigianale, trasformare un
prodotto unico in una serie vendibile a
costi industriali.
Ed è proprio grazie alla sua manifattura
a rete, la manifattura dei distretti, e
alla agilità che ne deriva, che la filiera
italiana torna ad essere ancora più
competitiva.
Ed è proprio un’integrazione più forte di
tutte le componenti della filiera la
premessa per rendere più efficiente
l’industria calzaturiera del Bel Paese.
Sono per questa ragione molto lieto di
affermare
che
Assocalzaturifici
si
rafforzerà
come
player
di
rappresentanza
e
interlocutore
istituzionale grazie all’ingresso del
comparto degli accessori per calzature.
La velocità, la prossimità e i nuovi
modelli di impresa. Inoltre, in Italia
esiste un vantaggio rispetto ad altri
Paesi: il settore calzaturiero vive sul
cambiamento.
Oggi occorrono qualità e capacità di
rispondere rapidamente alle esigenze
del mercato.
Questa nostra agilità è proprio quella
che ci consente di avere una chance
competitiva unica e straordinaria,
quella che ci rende capace di proporre
non solo il lusso ma un lusso
accessibile,
un
prodotto
che
sa
raccontare una storia.
La nuova globalizzazione offre quindi
nuove chance a chi come l’Italia non ha
disinvestito nella manifattura.
Qualità, professionalità, artigianalità
sono importanti ma non sono le uniche
chiavi
per
rilanciare
l’industria
manifatturiera in Italia.
Il nostro Paese può puntare su un
ulteriore fattore critico e distintivo:
l’autenticità.
Si tratta di quel tratto distintivo per cui
la manifattura è un elemento
intrinseco della comunità dei nostri
territori.
È prima di tutto elemento culturale che
permea il tessuto sociale di intere
regioni, ne ha permesso lo sviluppo in
passato e, attraverso processi anche
difficili
di
riorganizzazione
e
ripensamento, continua ad alimentare
l’industria calzaturiera italiana e a
conferire ai suoi prodotti quella
caratteristica di pregio ed eccellenza
riconosciuti in tutto il mondo.
La calzatura made in Italy è tale perché
è un prodotto sociale e non solo
industriale. È la manifestazione di una
coesione comunitaria costruita sui
valori della famiglia, del lavoro e di
relazioni sociali molto forti.
Il nostro vantaggio è dunque quello di
una forte prossimità culturale che si
traduce in molto di più che una
semplice prestazione di mano d’opera.
L’azienda che produce per un grande
marchio è oggi un fornitore di servizio,
fornisce un servizio tecnico/creativo
oltre che un prodotto. Trasforma
un’idea di oggetto in qualcosa di
concreto, realizzabile industrialmente,
con
appeal
artigianale
e
nelle
tempistiche utili al mercato.
La produzione agile che sembra imporsi
sul mercato oggi sembra fatta su
misura per la nostra filiera.
Velocità, agilità, competizione sono
parametri
che
i
nostri
distretti
interpretano e con cui si confrontano
quotidianamente.
La forza naturale del distretto è quella
di una rete di imprese che competono e
collaborano al tempo stesso. Un
meccanismo che non si può riprodurre
artificialmente – in molti ci hanno
provato negli anni ’80 e ’90 – e che
nessuno
può imitare. Questa forza ci rende
pronti a nuove e più impegnative
battaglie.
Ma questa forza va conservata, tutelata
e rafforzata con leggi ad hoc.
È fonte di lavoro per i giovani, è fonte
di rispetto per il territorio, è fonte di
benessere per le nostre comunità, è
fonte di futuro per tutti.
10
Questa è la nostra visione del settore,
questa è la nostra visione dell’Italia.
Rivendichiamo con orgoglio il fatto di
esser stata forse l’unica associazione
industriale ad aver promosso incontri
con i politici non per chiedere aiuti e
sostegno, ma per farci conoscere, cioè
per raccontare il nostro modo di fare
impresa
e
il
nostro
contributo
all’economia del Paese.
Con l’appuntamento annuale dello Shoe
Report abbiamo deciso, prima di
tutto, che era necessario capire. Prima
di chiedere aiuto. Prima di protestare.
Per non agire nella direzione sbagliata.
Ma soprattutto perché riteniamo che in
questa fase noi dobbiamo individuare
politiche per sostenere il cambiamento
ovvero
per
aiutare
il
Paese
a
comprendere
e
affrontare
le
trasformazioni necessarie.
Che Italia vogliamo?
Pur in una Europa in ripensamento, ci
sono ampi spazi di manovra anche per
il nostro Paese e per il nostro Governo
che necessariamente devono porsi un
obiettivo: far ripartire la nostra Italia.
Sappiamo che i prossimi 100 giorni
saranno
vitali
perché,
è
inutile
nasconderlo, dopo le elezioni europee è
cominciata una nuova fase e la si deve
sfruttare appieno.
Oltre a completare le riforme promesse,
abbiamo bisogno di una politica
industriale che non rinneghi le nostre
peculiarità italiane ma anzi le trasformi
in opportunità. Piccola impresa e
distretti, lo si è capito, non
sono da rinnegare, ma anzi sono la
nostra forza.
Una legge ad hoc che aiuti i distretti e
la piccola impresa significa rendere più
solido l’unico baluardo che ha permesso
a moltissimi italiani di non cadere sotto
la soglia di povertà.
Senza la piccola impresa e senza i
nostri territori avremmo visto il disagio
sociale esplodere.
Dobbiamo trovare strumenti efficaci che
rafforzino i nostri territori perché da lì
parte la nostra rinascita: siamo
disponibili a studiare qualcosa insieme,
qualcosa che sia efficace e che non
sprechi risorse perché siamo noi
convinti per primi che non si può più
sprecare un euro. Parliamo, su questo
siamo assolutamente concordi con le
indicazioni del Presidente Squinzi, di
mini-bond per sviluppare le nostre PMI.
Parliamo anche e soprattutto di bond di
distretto per finanziare le reti di filiera
nei territori.
Abbiamo inoltre necessità che si
riconosca la nostra innovazione, che
non è brevettabile ma non per questo è
di secondo livello. Quella innovazione
che almeno quattro volte l’anno
permette di presentare prodotti nuovi al
mercato, porta all’Italia tanta ricchezza
attraverso le esportazioni.
Perché disconoscerla?
Aiutiamo anzi le imprese ad investire in
questa ricerca attraverso campionari
sempre più mirati ma riconosciamo che
questo costo è un investimento e non
una spesa e come tale trattiamolo,
anche
attraverso
incentivi
fiscali
sostenibili.
Una grande industria però non può
rimanere tale senza un mercato
interno: noi siamo abituati a viaggiare
ed esportare ma la situazione dei
consumi interni, in decrescita da anni, è
insostenibile. Abbiamo ormai capito che
senza una riduzione della pressione
fiscale i consumi non ripartiranno e
senza la ripartenza dei consumi non
può ripartire l’economia.
Gli 80 euro non sono molti o pochi,
sono saggi. Ma solo se modificano le
aspettative, ovvero se sono percepiti
come un provvedimento definitivo e
l’inizio di una nuova fase di decrescita
della spesa pubblica e quindi della
tassazione.
Infine, più di tutto, abbiamo bisogno di
velocità e visione: una visione del
mondo più adeguata al nostro Paese e
non influenzata da slogan esterofili che
poco si adattano alla realtà italiana.
Troppo tempo siamo stati fermi; oggi
bisogna fare, bisogna cambiare. Anche
11
sapendo che si può sbagliare, ma
bisogna correre perché il nostro
orizzonte è breve se non brevissimo.
Abbiamo,
del
resto,
una
base
solidissima su cui costruire un altro
periodo di sviluppo per le nostre
aziende, di benessere per i nostri
lavoratori e le nostre famiglie, di
crescita e valorizzazione dei nostri
meravigliosi territori.
Possiamo ancora costruire un solido
futuro per il nostro Paese, ma
dobbiamo lavorare tutti nella stessa
direzione. Insieme.”
12
Tavola rotonda moderata da Ilaria D’Amico
Intervengono Dario Di Vico, giornalista Corriere della Sera, Marco Fortis, economista
e vice-Presidente Fondazione Edison, Luca Paolazzi, direttore Centro Studi
Confindustria, Renato Mannheimer, presidente ISPO Ricerche
massima qualità può vivere nei nuovi
mercati.
Ovviamente è un modo di lavorare e di
intendere la produzione tipico di tutti i
settori del made in Italy.
E’ poi chiaro che una produzione di
qualità
deve
essere
sempre
accompagnata da mirate strategie di
sostegno alle imprese e ai consumi.
Mi riferisco, ad esempio, all’incentivo
del governo Renzi degli 80 euro in più
in busta paga.
Si tratta di incentivi che devono
veramente
essere
immessi
nell’economia reale, differentemente,
potrebbero essere risparmiati e quindi
sottratti ai consumi.
E’ importante che tutte le aziende del
sistema industriale italiano, della moda,
del design, del turismo pensino a
politiche di incentivo e di attrazione,
oltre che ai consumatori stranieri,
anche a quelli nazionali.
La creatività industriale italiana, oltre
che essere una creatività di prodotto,
deve
essere
una
creatività
di
accompagnamento.
E questo mio discorso può essere
benissimo applicato all’economia delle
banche e alla mancanza di credito alle
imprese a cui abbiamo assistito,
nonostante gli sforzi della Banca
Centrale Europea, negli ultimi anni.”
Ilaria D’Amico: “Grazie Presidente.
Ora è il momento di chiamare sul palco
i compagni di viaggio, coloro con i quali
affronteremo, riprendendo i vari spunti,
i tanti temi messi sul piatto dal
Presidente Sagripanti.
Chiamo sul palco Dario Di Vico,
giornalista del Corriere della Sera,
Marco Fortis, economista e Presidente
della Fondazione Edison
e Luca
Paolazzi, Direttore centro studi di
Confindustria.
Dario Di Vico, abbiamo parlato di reshoring, in Europa e in particolare in
Italia, che abbiamo visto essere il
secondo Paese dopo gli Stati Uniti che
rialloca. Sta succedendo davvero e
quali saranno le conseguenze?.
Dario Di Vico: “I numeri di re-shoring,
che francamente non conoscevo, sono
importanti perché sono rappresentativi
dei vantaggi competitivi esistenti nel
produrre in Italia.
Le spiegazioni di natura macroeconomica ve le fornirà il prof. Fortis,
secondo me è un ritorno alla cultura
manifatturiera italiana.
Certamente la crisi ha provocato la
ristrutturazione
delle
aziende,
nell’ottica che solo la produzione di
Ilaria D’Amico: “Ho l’impressione che
altre volte in passato siano stati erogati
degli aiuti che però poi non sono stati
effettivamente
destinati
dai
consumatori a quanto previsto!”
Dario Di Vico: “Certamente. Mi spiego
meglio: una nota banca aveva lanciato
tempo fa un’idea di premialità di rating,
ovvero la banca migliora le condizioni
2
di prestito, se l’azienda lavora in un
determinato modo.
Lo stesso potrebbe essere replicato con
gli imprenditori, ovvero una premialità
che aiuti gli imprenditori a mettere in
atto comportamenti virtuosi per sé e
per il proprio sistema.
Ad esempio una multinazionale italiana
ha fatto un gesto molto importante: si
è presentata presso la sua banca con
tutti i suoi fornitori, lasciando intendere
alla banca che ai suoi fornitori doveva
riservare lo stesso trattamento.”
interna, con una crescita costante
dell’export.
Anche rispetto agli altri settori del
sistema moda il sistema pelle è forse
quello che ha sopportato meglio la crisi
e i dati lo dimostrano. Le nostre quote
di mercato hanno tenuto, soprattutto
per le calzature in pelle, dove si sono
registrati aumenti anche di 3 punti
percentuali.
Per capirci, le calzature in pelle sono 3
miliardi di dollari di esportazioni, la
bilancia dei pagamenti è positiva di 2,8
miliardi di dollari.
Gli altri paesi europei esportatori, presi
insieme, non arrivano nemmeno a un
miliardo di dollari.
La filiera pelle è quella su cui dobbiamo
puntare, perché la più forte anche
grazia all’industria conciaria italiana.
Le due industrie si rafforzano a vicenda
dando risalto alle reciproche e continue
innovazioni di design e di prodotto.
La stessa industria pellettiera italiana,
comprata in pare dai colossi del lusso
francesi, è rimasta in Italia; gli stranieri
non sono disposti a spendere se non
sanno che il marchio, sia esso francese
o inglese, è prodotto in Italia. La forza
della
nostra
manifattura
dipende
proprio da questa alta considerazione
che gli investitori ripongono nel made
in Italy.”
Ilaria D’Amico: “Grazie, tutto chiaro.
Prof. Fortis, parliamo di crisi di sistema
e delle calzature.”
Marco Fortis: “Negli ultimi 2 anni, a
causa politiche di austerità che si sono
rese necessarie per migliorare i conti
pubblici, recuperare i tassi di credito sui
mercati internazionali, i consumi interni
sono crollati in misura enorme. Non
disponiamo ancora dei dati 2013,
tuttavia, basti pensare che dal 2007 al
2012
il
valore
della
produzione
calzaturiera italiana nel suo complesso
è calato di 140 miliardi di euro, a prezzi
correnti. Si tratta del valore della
produzione calzaturiera destinata al
mercato domestico, perché poi le
esportazioni sono aumentate di 25
miliardi. Quindi il grosso problema del
nostro Paese, in presenza della spada di
Damocle rappresentata dal debito
pubblico, è stata la mancanza di
investimenti, da parte dello Stato a
corto di liquidità e da parte delle
imprese private che non ne hanno
avvertito la necessità, perché avevano
capacità produttiva inutilizzata, causata
dalla mancanza di consumi.
Ovviamente anche i consumi di
calzature in Italia sono diminuiti.
Fortunatamente il settore calzaturiero
e, più in generale, tutta la filiera della
pelle in Italia ha una forte propensione
all’esportazione che ha controbilanciato
gli effetti negativi della domanda
Ilaria D’Amico: “Grazie. Dottor Paolazzi,
il Centro Studi di Confindustria, che lei
dirige,
ha
realizzato,
anche
in
collaborazione con Assocalzaturifici, lo
studio “Esportare la dolce vita” che
scatta una fotografia delle dimensioni e
degli andamenti futuri dei mercati
esteri amanti dei prodotti italiani belli e
ben fatti.”
Luca Paolazzi: ”Dal nostro studio
emerge che nei mercati esteri dove
sono diretti moltissimi prodotti belli e
ben fatti italiani, la crescita continua.
Se osserviamo la classifica dei paesi più
promettenti che lo sono già oggi con
quelli che lo saranno in futuro, notiamo
2
che sono quasi gli stessi: la Russia, il
Kazakistan, gli Emirati Arabi.
Ci sono però anche nuovi Paesi che
attualmente
non
prendiamo
in
considerazione, come il Cile e la
Malesia.
Quindi il sistema industriale italiano
dovrà sapere guardare, nei prossimi
anni, verso questi nuovi mercati che
avranno una crescita veloce e intensa.
Anche la Cina, ovviamente sarà un
mercato
molto
importante,
da
presidiare sempre di più, basti pensare
che oggi il rapporto tra le nostre
esportazioni in Russia rispetto a quelle
verso la Cina è di 8 a 2.
Siamo quindi troppo sbilanciati verso
quest’area e ciò comporta ovviamente
un aumento dei rischi.
Lo studio “Esportare la Dolce Vita”
realizzato anche in collaborazione con
Assocalzaturifici ha proprio l’obiettivo di
indicare alle aziende nuove strade e
progetti per il futuro.
Un altro dato che emerge è la crescita
di circa il 51% che ci sarà in questi
mercati nei prossimi cinque anni per le
calzature di fascia medio-alta.
Per le aziende italiane, considerando la
composizione dei mercati, che appunto
abbiamo detto essere meno varia e più
rischiosa degli altri, la crescita attesa è
leggermente più bassa, intorno al 45%.
Possiamo e dobbiamo fare di più per
difendere e promuovere i prodotti
italiani”.
Dario Di Vico: “Innanzitutto dobbiamo
approfittare di questo momento di
stabilità politica interna.
In secondo luogo la nostra attenzione
va ovviamente rivolta a ciò che avviene
a livello europeo. Dobbiamo sostituire
l’ottimo commissario uscente Antonio
Tajani e condividere con l’Europa un
programma dei lavori.
Tornando al nostro governo la prima
misura urgente e indispensabile è la
riduzione del cuneo fiscale, penso, ad
esempio, all’IRAP, ovvero una tassa che
va contro l’occupazione.
Quindi ci vuole una politica economica
di maggior respiro. Molto dipenderà
ovviamente dagli esiti di questa
discussione europea, oggi francamente
indecifrabile.
Chiudo
con
una
riflessione
sull’importanza della trasmissione dei
valori fra le generazioni che si sostanzia
nell’insegnare ai giovani un mestiere,
importante per loro e per il futuro del
nostro Paese.”
Ilaria D’Amico: ”Grazie Dario Di Vico.
Dott. Paolazzi, ritorniamo sul made in
Italy. Come si evolverà in futuro la
domanda di prodotto made in Italy?”
Luca Paolazzi: “Innanzitutto, come
diceva prima Marco Fortis, la forza di
un settore nasce dalla forza della sua
filiera. Quando si parla di made in Italy
l’eccellenza dei prodotti nasce poi
anche dall’unione di capacità artigianali
con tecniche di produzione industriali,
ovvero la raffinatezza del dettaglio
unita alla tecnica. Da questo punto di
vista noi siamo unici al mondo perché
siamo riusciti a mantenere queste
capacità che altri paesi importanti, pure
nella moda, come la Francia, hanno
abbandonato.
Vorrei ora sottolineare un paio di
aspetti.
Dato il nostro elevatissimo debito
pubblico, i nostri ritmi di produzione e
consumo non possono aumentare più di
cosi perché produrre e consumare più
Ilaria d’Amico: “Grazie. Torniamo a
volgere lo sguardo sul mercato interno.
Il mercato italiano è difficile, così come
lo sarà in futuro anche quello europeo.
A livello di azioni intraprese dal nostro
governo abbiamo parlato degli 80 euro
in busta paga, ma parliamo anche di
riduzione del cuneo fiscale e di ciò che
potrebbe comportare la
riduzione
dell’IRPEF.
Quali sono gli aiuti che potrebbero
arrivare alle imprese dalla politica in
questo momento?”
3
di così significa dare lavoro ad altre
popolazioni,
ad
altri
paesi.
Noi
dobbiamo ridurre i costi del sistema
Paese, ovvero diminuire il cuneo fiscale
e rilanciare gli investimenti privati e
pubblici.
In secondo luogo dobbiamo, come
sistema,
accompagnare
il
cambiamento,
come
fanno
le
associazioni di Confindustria. Le nostre
associazioni sono un Giano bifronte: da
un lato guardano al sistema politico per
cercare di ottenere le misure di cui le
nostre imprese necessitano. Dall’altro
ascoltano le esigenze degli imprenditori
e, al contempo, cercano di spiegare
come va il mondo e quali sono le
strategie vincenti. Questo è quello che
Confindustria,
nelle
sue
varie
Associazioni territoriali e settoriali, fa
ogni giorno.”
esattamente nella direzione opposta
perché è il rigore assoluto dei conti
pubblici, che ci porta verso una
deflazione, e l’enviroment compact che
l’Europa cerca da anni con un certo
idealismo. L’Europa è l’unica zona al
mondo che si è data dei limiti
ambientali così rigorosi, che frenano
drammaticamente gli investimenti delle
società.
In questo momento quello che manca
all’Unione Europea è una spinta
propulsiva
che,
con
politiche
economiche, rilanci la domanda interna.
Fino al 2008 la domanda interna dei
paesi avanzati è stata gonfiata anche
dalla bolla del mondo immobiliare
finanziario,
una
bolla
creata
artificiosamente per far consumare e
investire di più, ma che ci ha portato al
disastro finanziario che paghiamo
tutt’ora.
Per risollevarci da quelle bolle dovranno
trascorrere almeno venti anni, solo gli
Stati Uniti si sono già ripresi.
Ma a che prezzo? Hanno sostituito il
debito privato con il debito pubblico,
tanto è vero che oggi gli Stati Uniti
hanno un rapporto debito-PIL che è più
alto di quello che l’Italia di Prodi ci ha
lasciato nel 2006-2007. Pensate, allora
l’Italia era considerato un Paese super
indebitato, gli Stati Uniti, oggi, hanno
un debito pubblico più alto dell’Italia
del 2007 e sono considerati un Paese
da ammirare perché il PIL cresce.
Cresce perché hanno fatto crescere il
PIL con iniezioni di debito pubblico,
salvataggi di banche e quant’altro,
hanno rimesso in sesto l’economia, in
maniera non sana.
Allora l’industrial compact europeo, da
una parte è necessario, con obiettivi più
realistici e si deve trovare un equilibrio
con i fiscal e gli environment in maniera
tale che non si cannibalizzino l’uno con
l’altro per tornare a far crescere la
domanda interna.
Sono d’accordo con quanto diceva Luca
Paolazzi, l’Italia prima consumava
troppo e ha creato un enorme deficit,
Ilaria D’Amico: ”Grazie davvero, Dott.
Paolazzi“,
Luca Paolazzi: “Chiedo scusa, ma vi
devo salutare perché presenzierò a
breve all’Assemblea di Assogomma”.
Ilaria D’Amico: “Grazie a Luca Paolazzi
e buon lavoro.
Chiamo alla tavola il professor Renato
Mannheimer. Chiudo con il prof. Fortis:
cosa significa per questo settore
l’obiettivo che l’Europa si è data ovvero
che 20% del PIL deve essere dato dal
settore manifatturiero?”.
Marco Fortis: ”L’obiettivo dell’Unione
Europea
è
molto
ambizioso.
Attualmente l’industria pesa per il 14%
del PIL europeo, riportare il peso
dell’industria al 20% è uno sforzo
immane. Sarà difficile per una serie di
ragioni:
esistono
programmi
di
investimento e rilancio dell’UE ma le
risorse messe a disposizione sono
limitate.
Industrial compact, così lo chiamano,
potrebbe essere soffocato da altri due
compact: il fiscal compact, che va
4
ora però un minimo di ripresa della
domanda interna deve esserci.
Oggi tutta l’Europa ha i consumi fermi e
giustamente un programma di rilancio
degli investimenti, tecnologia, ricerca e
sviluppo può essere l’unica soluzione
percorribile per dare anima all’industrial
compact, perché se non c’è la
domanda, l’industria non può produrre.
O meglio, non si può produrre solo per
esportare.
E’ sbagliato, e qui concludo, anche il
modello che tutti stiamo idealizzando
che
bisogna
esportare
come
la
Germania. La Germania esporta molto
perché ha l’Europa in cui esporta. Non è
vero che i due terzi del surplus tedesco
è realizzato con i paesi extra UE, per la
maggior parte è fatto con l’Europa. Ma
se l’Europa non comprasse più ai ritmi
oggi, la Germania non starebbe
letteralmente in piedi.
Allora non solo la Germania deve
esportare, tutti devono creare domanda
interna affinché tutti i paesi possano
tornare a crescita.”
personale e della vita economica del
Paese.
Differentemente rispetto al passato
oggi assistiamo a un clima di fiducia
leggermente positivo verso il sistema
Paese
e
a
un
sentimento
di
preoccupazione rispetto alla propria
situazione personale.
Se indaghiamo la fiducia dei cittadini
verso il nostro attuale governo vediamo
che è in leggera salita, frutto anche dei
continui cambi di bandiera di una
popolazione molto incerta sui partiti e i
ruoli dei loro leader.
Infime abbiamo chiesto ai cittadini
europei: il peggio della crisi è passato?
Il 73% dei danesi pensa che il peggio
della crisi sia passato, lo pensa il 49%
degli inglesi e il 48% dei belgi.
In Italia lo pensa solo il 40%.
Infine: cosa pensiamo degli 80 euro in
più in busta paga? Il 35% degli italiani
dice che è un’operazione di facciata e il
39% che è un piccolo aiuto per le
persone in difficoltà. Non sembra avere
entusiasmato, ma comunque convinto
una buona parte delle famiglie.
I risultati delle recenti elezioni europee
sono in parte sorprendenti, mostrano
come gli europei abbiano voglia di
stabilità e una speranza nel futuro.”
Ilaria D’Amico: ”Grazie a Marco Fortis.
Prof. Mannheimer quali le scelte e la
fiducia che i consumatori faranno e
avranno in futuro?”
Renato Mannhemier: “E’ vero che la
fiducia è in crescita in particolare sulla
situazione economica a livello macro.
L’eurobarometro mostra il livello di
fiducia nel quadro economico generale
dei diversi Paesi dell’UE.
Noi, insieme a Grecia, Portogallo e
Bulgaria abbiamo una percezione più
bassa
rispetto
agli
altri
stati
dell’Unione.
In Italia, come vedete, comunque il
clima di fiducia è cresciuto, già dal
2013, ovvero da quando si insediò
Letta, è migliorato.
Se noi distinguiamo, come fa Istat, il
clima economico e il clima personale
possiamo individuare due diverse linee,
indicatrici dell’andamento della vita
Ilaria
D’Amico:
“Grazie
Prof.
Mannheimer! In questo clima di
speranza e di fiducia si vede che
comunque noi siamo ancora con il freno
a mano tiratissimo rispetto ai nostri
concittadini europei”.
Renato Mannhemier: “Le risorse per
consumare ci sono, ma una parte
rilevante degli italiani ha deciso di
rinviare gli acquisti per il terrore della
situazione. Quindi una spinta spot
psicologica, come quello che sta
cercando di dare Renzi, è sicuramente
positiva”.
Ilaria D’Amico: ”E’ chiaro. Lo fece già
Berlusconi.
Grazie
del
vostro
contributo.
5
Chiamo il Presidente per concludere la
parte pubblica insieme per dare poi
inizio alla parte privata.
Ripartirei da quanto ci ha raccontato il
prof. Mannheimer per fotografare noi
italiani, rispetto alle nostre prospettive
economiche e di vita personale.
Quale situazione invece ci portiamo a
casa dopo questo incontro in merito
all’Associazione e alla nostra vita
personale?”.
6
Cleto Sagripanti
Presidente Assocalzaturifici
Cleto
Sagripanti:
“Porto
a
sicuramente due soddisfazioni.
casa
La
prima:
la
gioia
di
avere
un’Associazione, come la nostra vivace
e costruttiva, fatta da imprenditori che
partecipano alla vita associativa e che
mi fa piacere vedere tutti qui oggi.
Da sempre lavoriamo con coscienza e
buon senso, trovando soluzioni ai
problemi.
In secondo luogo la nostra industria
contribuisce al benessere e alla tenuta
sociale nei nostri piccoli Paesi.”
Ilaria D’Amico: “Presidente, adesso un
viaggio con il premier Renzi in Cina, poi
theMICAMshanghai, il dossier Made In.
Insomma un’agenda fitta di impegni.
Vi lascio e vi ringrazio per avermi
voluto qui con voi in questa giornata.
In bocca al lupo davvero”.
Cleto Sagripanti: “Tutti i colleghi che
devono
partecipare
all’assemblea
privata attendano in sala. Grazie.”
7
II PARTE
PARTE PRIVATA
RELAZIONI SULLE ATTIVITA’
DEI LABORATORI
ASSOCALZATURIFICI
2
Relazione del Consigliere CHARLOTTA BACHINI
Delegata dal Presidente per il Laboratorio MODA
moda, il consumatore si è trasformato
in protagonista attivo delle nuove
tendenze estetiche e culturali.
Negli ultimi due anni abbiamo parlato
di “trend” o “tendenze” come di metodi
per anticipare la moda ed i nostri trend
forecasters ci aiutavano a leggere i
segnali della moda, ma l’evoluzione dei
consumi e la globalizzazione dei
mercati ha reso tutto più veloce,
caratterizzando
con
differenti
sfaccettature le aziende stesse.
Nel settore calzaturiero, dunque, si
sono integrati competenze e prodotti
legati alla tradizione con nuovi mestieri
e prodotti che si sono avvalsi in
maniera
preponderante
di
nuove
tecnologie.
C’è stata, insomma, una sorta di
dialogo tra ciò che si indossa e la
tecnologia che viene usata.
Questo aspetto ha avuto riflessi anche
su la “Shopping Experience” in quanto
l’idea di andare in negozio a provare e
comprare un paio di scarpe si sta
trasformando con il mondo digitale e
virtuale.
Tutti questi nuovi modi di operare e di
leggere il mercato, uniti all’evoluzione
organizzativa aziendale, ha fatto sì che
Assocalzaturifici stipulasse un accordo,
nel mese di gennaio 2014, con WGSN
per offrire alle aziende un nuovo
strumento di informazione moda, retail,
visual merchandising, mercati, etc.,
nell’ottica di intraprendere un percorso
di
monitoraggio
delle
dinamiche
imprenditoriali.
WGSN
si
avvale
di
oltre
250
professionisti
tra
cui
designer,
ricercatori, giornalisti, esperti della
moda e del mercato globale.
In virtù dell’accordo stipulato, vengono
realizzati seminari tematici che, in
questo ultimo semestre, hanno toccato
le tendenze moda P./E. 2015 e il nuovo
racconto del retail, nel senso dell’analisi
Caro Collega,
è questa un’area strategica che in
Assocalzaturifici ha avuto frequenti
modifiche organizzative nel corso degli
anni, adattandosi e, ove necessario,
prevenendo
necessità
e
richieste
aziendali sul fronte moda.
Trent’anni fa svolgevano un ruolo
predominante ed indispensabile nel
panorama moda, i fashion-setting,
ossia le organizzazioni specializzate nel
lancio delle mode.
La moda, quindi, aveva un carattere
impositivo sia per l’azienda, specie se
piccola e priva di un proprio ufficio stile,
sia per il consumatore che mostrava
sudditanza nei confronti del creativo.
Oggi
il
consumatore
ha
una
consapevolezza
ed
autonomia
di
giudizio, costruisce un proprio stile,
esprime una sua personalità e di
conseguenza è il “vero” creativo. Da
soggetto passivo nei confronti della
3
del
comportamento
e
della
comunicazione del consumatore che
consente al retail di migliorare il
percorso d’acquisto e di consolidare la
relazione con il consumatore finale.
Le aziende calzaturiere, attraverso
l’accordo, hanno anche la possibilità di
attivare una password gratuita di
accesso a WGSN.com e di poter
usufruire di ulteriori password a prezzi
agevolati.
L’area Moda del sito di Assocalzaturifici
ha mantenuto il dialogo digitale con le
aziende e con gli operatori e media
interessati
al
settore,
attraverso
l’aggiornamento mensile di alcune
sezioni (reloaded, next designers,
report dal mondo, etc.).
Grazie per l’attenzione.
2
Relazione di SIRO BADON e CRISTIANO FERRACUTI
Vice-Presidente Assocalzaturifici, coordinatore e vice-coordinatore Laboratorio
SCUOLA E FORMAZIONE
garantiscano
il
turnover
della
manodopera sia di nuove figure
professionali e di management.
E’ ovvio che non si possono risolvere
tutte le criticità formative, ma di certo è
necessario porre in essere soluzioni alle
esigenze dell’oggi e porre le condizioni
per essere pronti a risolvere le richieste
del domani.
Per
consentire
tale
obiettivo,
Assocalzaturifici ha posto la sua azione
su diversi livelli.
Innanzitutto attrarre l’attenzione degli
studenti, fin dalle scuole primarie,
verso il settore calzaturiero con azioni
di orientamento, prevedendo, dunque,
il proseguimento e potenziamento delle
azioni concorsuali con MIUR e con Enti
interessati.
A
questo
proposito,
quest’anno
abbiamo
avuto
una
massiccia
partecipazione
al
15°
concorso
“Famiglia, lavoro e tempo liberto
attraverso la calzatura”, che vede
impegnate 115 scuole di ogni ordine e
grado.
Abbiamo proseguito le collaborazioni
con la rivista Rolling Stone Magazine,
attraverso il concorso “Foot Rocker”,
con A.C.Ri.B. Servizi per il concorso
“Scarpetta d’Oro” e con Confartigianato
Alto Milanese per il concorso “Scarpa
mia bella scarpa”.
Abbiamo voluto, altresì, valorizzare le
eccellenze
formative
del
settore,
prevedendo un contributo economico su
azioni di formazione del Politecnico,
degli ITS e di agenzie formative
interpellate da alcune aree.
Il contributo verrà erogato solo a fronte
di rendicontazione concernente le
spese, la formazione ed occupazione
delle risorse interessate dall’attività
formativa.
E’ proseguita anche l’organizzazione del
corso di laurea magistrale della LIUC
Caro Collega,
la qualità e le competenze delle risorse
umane costituiscono da sempre un
reale vantaggio competitivo per il
settore calzaturiero.
Negli
ultimi
anni,
i
profondi
cambiamenti tecnici e tecnologici nel
prodotto e nei processi produttivi hanno
apportato, conseguentemente, anche
dei forti mutamenti nelle professioni.
Questo ha fatto sì che le risorse umane
con
competenze,
conoscenze
tecnologiche
e
qualificazione
costituissero un vero e proprio capitale
per le aziende che, pertanto, attuano
una vera e propria rincorsa per
accaparrarsi e trattenere le persone con
maggior talento.
In definitiva, perché le aziende possano
mantenersi
competitive
a
livello
internazionale, è necessario che si
assicuri ad esse un bacino in continua
evoluzione
sia
di
tecnici
che
2
“Made in Italy: Management and
Entrepreneurship”, il cui primo corso ha
avuto 20 iscrizioni.
Prosegue,
altresì,
l’attività
in
collegamento
con
i
fondi
interprofessionali con il termine del
progetto “Protodesign” ed il recente
avvio del progetto formativo “SIC –
Sistema Italia Calzatura”.
Ho accennato fin qui alle maggiori
iniziative ma molte altre ne sono state
realizzate,
come
potete
rilevare
consultando il booklet sull’attività
annuale di Assocalzaturifici distribuito
in cartella.
Grazie per l’attenzione.
2
Relazione di GILBERTO BALLIN
Presidente GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI
maggiore sinergia fra noi giovani, fra i
gruppi delle Confindustrie territoriali
affinché si possa facilitare lo sviluppo di
reti d’impresa, di start up e di nuovi
modelli di leadership e management.
Noi siamo orgogliosi del passato, delle
nostre imprese e dei nostri genitori ma
siamo ambiziosi e vogliamo rifiutare un
cliché che ci è stato attribuito. Non è
una
questione
di
conflitto
generazionale, voglio chiarirlo subito,
perché fare impresa significa mixare
vecchio
e
nuovo,
ma
vogliamo
concretizzare i nostri sogni, metterci in
gioco e costruire il futuro.
Sulla base di questo mio modo di
pensare, che ho riscontrato anche nei
miei colleghi, abbiamo messo a punto
un programma di iniziative 2014 che ci
vede coesi nel voler contribuire al
miglioramento del settore attraverso
una maggiore conoscenza di noi stessi
nel
ruolo
che
rivestiamo
e
nell’organizzazione
dell’impresa
vincente.
Quest’anno,
pertanto,
i
seminari
saranno tematici, al fine di coinvolgere
sempre più giovani e far emergere in
ciascuno di noi le nostre attitudini.
Aggregazione e coesione, dunque, sono
le parole d’ordine del mio mandato per
superare gli individualismi personali e
territoriali.
Mi piace ricordare che il viaggio studio
a Londra, organizzato dal collega
Paniccià con la collaborazione di SDA
Bocconi, è stato occasione di un
momento di approfondimento dei nuovi
canali virtuali di comunicazione e
vendita con il Professor Marco Camisani
Calzolari dal quale è emersa l’assoluta
necessità di cambiare modo di fare
impresa e di comunicare attraverso il
mondo
digitale:
il
non
farlo
equivarrebbe all’oblio.
Caro Collega,
questo mio primo anno di presidenza
del Gruppo Giovani mi ha fatto
conoscere più da vicino le dinamiche
associative nazionali e soprattutto il
tessuto imprenditoriale giovanile del
nostro settore.
Ho consapevolezza del ruolo di noi
giovani imprenditori nel futuro anche
perché noi siamo, come ci dicono
sempre in tutti i convegni, la leva
fondamentale su cui costruire il futuro.
Ritengo,
però,
come
avevo
preannunciato in occasione della mia
elezione, che il gruppo debba costituire
il
momento
e
il
luogo
di
approfondimento della conoscenza e
dell’amicizia, affinché possa crescere il
sentimento della coesione e della
collaborazione fra noi imprenditori
calzaturieri.
La diffusione della cultura di impresa e
la valorizzazione delle eccellenze, a mio
avviso,
passano
attraverso
una
2
Il primo seminario del 2014 ha
riguardato un tema importante per
valorizzare
la
nuova
leadership
femminile in azienda, mentre il secondo
seminario, svoltosi ad aprile, ha avviato
un processo di conoscenza interiore per
ciascuno di noi ed una modalità nuova
di approccio con l’esterno intesa con
l’ambiente in genere.
In sostanza, la mia ambizione è quella
di essere pioniere di un cambiamento
nell’atteggiamento per migliorare il
presente e costruire un futuro più forte
per le nostre imprese e le nostre
famiglie.
Il prossimo appuntamento è il 20
giugno presso il Politecnico Calzaturiero
per
approfondire
l’impatto
sul
consumatore da parte della terza
rivoluzione industriale della stampa a
tre dimensioni. Preso atto che noi
dovremo conoscere questo tema sia
come fruitori, ossia consumatori, sia
come imprenditori che propongono dei
prodotti d’avanguardia.
L’assemblea del Gruppo Giovani, tutta
giocata sul tema della comunicazione e
dell’azione, si realizzerà il 18 luglio a
Calvagese della Riviera, sul Lago di
Garda, in un ambiente che ci
permetterà di condividere le nostre
riflessioni e quelle dei senior perché mi
farebbe molto piacere poter contare
sulla partecipazione dei nostri genitori,
realizzando quelle che è l’obiettivo
dell’anno europeo, ossia la conciliazione
tra vita professionale e vita privata.
A novembre noi giovani saremo con i
senior in Messico nel viaggio studio
organizzato in concomitanza con il
World Footwear Congress.
Grazie per l’attenzione.
2
Relazione di RONNY BIGIONI, ALESSIA FABI e MONICA VIRGILI
Coordinatore, vice coordinatrice Laboratorio RUSSIA e responsabile PAESI C.S.I.
Le fiere
Consumexpo, 20-23 gennaio 2014,
Mosca
Il padiglione italiano alla mostra
Consumexpo,
curato
da
Assocalzaturifici in collaborazione con
Bologna
Fiere,
ha
visto
la
partecipazione di 39 aziende su ca. 800
metri
quadrati
espositivi
complessivamente.
Con questi numeri l’iniziativa si è svolta
con una leggera perdita economica per
ANCI Servizi, computata a valere sul
budget Russia dell’associazione, non
essendo stata raggiunta la soglia di
break-even pari a ca. 1.000 metri
quadrati.
Pertanto, in virtù della proposta del
Laboratorio Russia di Assocalzaturifici,
già approvata dall’organo direttivo,
l’iniziativa non dovrebbe più essere
inclusa
nel
programma
fiere
dell’associazione a partire dal 2015.
I risultati in termini di affluenza, del
resto, hanno confermato il ruolo ormai
marginale della mostra nel panorama
degli appuntamenti in Russia dedicati al
comparto moda calzature.
Potrebbero, del resto, emergere ragioni
di natura politica – come la richiesta di
Expocentr di non abbandonare l’evento
– che spingano Assocalzaturifici a
supportare
l’organizzazione
di
un
padiglione
italiano
anche
l’anno
prossimo.
In tal caso, qualora non si raggiungesse
il
numero
minimo
di
aziende
partecipanti,
l’iniziativa
verrebbe
cancellata prima di qualsiasi impegno
finanziario nei confronti del quartiere
fieristico.
Caro Collega,
in questo ultimo anno il lavoro del
Laboratorio Russia e Paesi della C.S.I.
si è concentrato soprattutto sul
consolidamento delle iniziative più
importanti rivolte al trade.
Assocalzaturifici ha un programma
fieristico estremamente articolato che
offre una piattaforma di promozione
importante per le imprese associate.
In un momento in cui anche i mercati
dell’area euroasiatica (Russia, Ucraina e
Asia Centrale) soffrono un calo della
domanda e vivono un periodo di
trasformazione
particolare,
il
Laboratorio ha ritenuto prioritario
investire
le
proprie
risorse
per
rafforzare gli eventi più importanti a
Mosca e nei mercati più promettenti
dell’area: Kazakistan e Azerbaigian.
3
Obuv Mir Koži, 15-18 ottobre 2013,
Expocentr, Mosca
Obuv’ Mir Koži, 18-21 marzo 2014,
Expocentr, Mosca
Obuv’ si conferma la più importante
rassegna in Russia dedicata alle
calzature italiane di fascia alta.
Le due edizioni della mostra svoltesi nel
corso dell’ultimo anno hanno registrato
nuovamente il sold out a livello di
spazio espositivo.
Una media di 230 espositori su un’area
di 5.600 metri quadrati netti espositivi
hanno occupato le sale del Padiglione 7
di Expocentr nella loro totalità, sia al
piano superiore che al piano inferiore.
Nonostante la manifestazione continui a
registrare il tutto esaurito e goda di un
fortissimo interesse da parte delle
imprese italiane (e straniere, a cui al
momento non viene sostanzialmente
consentito di esporre), le due ultime
edizioni (in modo più marcato l’ultima
di
marzo)
hanno
rispecchiato il
momento di particolare incertezza che
sta vivendo il mercato russo: affluenza
in calo, ridimensionamento di ordini e,
soprattutto, poca convinzione in fase
d’acquisto da parte degli operatori.
Diversi sono i fattori che determinano
questa situazione.
Alla transizione che sta fisiologicamente
vivendo la rete distributiva russa verso
un consolidamento dei player più
importanti e strutturati a danno delle
attività commerciali indipendenti, si
sono sommati la svalutazione del rublo
(che ha perso oltre il 20% del proprio
valore rispetto all’euro, salvo risalire
leggermente
ultimamente)
e,
soprattutto, la grave crisi politica con
l’Ucraina e l’Unione Europea. Tutto
questo ha determinato in diversi casi
un rinvio delle conferme d’ordine e
molta prudenza negli anticipi, mentre
molti buyer hanno preferito non
presentarsi in fiera. La stagione, del
resto, era iniziata già a theMICAM di
Milano con un forte calo di presenze
russe ed ucraine.
Nonostante la difficile congiuntura e il
rallentamento che il mercato sta
vivendo nelle ultime due stagioni,
l’associazione ha in programma un
potenziamento
delle
attività
promozionali a sostegno della mostra in
collaborazione con ITA. Ciò in ragione
del fatto che il bacino russofono rimane
e rimarrà un’area di sbocco strategica
per le esportazioni di tante piccole e
medie imprese calzaturiere.
Come di consueto, sono state realizzate
alcune importanti azioni promozionali a
sostegno della mostra:
- Il ristorante italiano in fiera, in
collaborazione con ICE-Agenzia ufficio
di Mosca
- La Campagna promozionale “Il Made
in Italy che conquista il mondo” (solo
per l’edizione di ottobre 2013) con spot
video sui canali satellitari Fashion TV e
World Fashion TV in lingua russa,
durata 15 gg. con 2 uscite al giorno. Lo
spot
è
visionabile
sul
sito
di
Assocalzaturifici.
La prossima edizione di Obuv Mir Koži,
con la presentazione delle collezioni
primavera/estate
2015,
è
in
programma dal 30 settembre al 3
ottobre 2014.
Assocalzaturifici e Bologna Fiere, dopo
insistite richieste ai vertici di Expocentr
nel corso di incontri avvenuti durante le
ultime edizioni della mostra, sono
infatti riusciti ad ottenere un anticipo
delle date di almeno due settimane, in
modo tale mantenere un calendario
fieristico coerente con le nuove date di
theMICAM a Milano.
Non è stato possibile, invece, ottenere
l’utilizzo del pad. 2 perché l’impegno
finanziario minimo di termini di
noleggio di area espositiva avrebbe
comportato troppi rischi e, in ogni caso,
nei periodi strategici al settore la
struttura è occupata nella sua totalità
(circa 14.000 metri quadrati) da eventi
molto più grandi di Obuv’.
2
Workshop della Calzatura Italiana a
Baku, Azerbaigian, 3-4 ottobre
2013
L'iniziativa, organizzata da ICE in
collaborazione con Assocalzaturifici, ha
visto la partecipazione di 15 aziende
associate e ha fornito interessanti
elementi di valutazione del mercato,
che è in fase di significativa espansione
e
presenta
certamente
delle
potenzialità, limitatamente alle sue
dimensioni.
Il workshop si è articolato in due
giornate: una dedicata all’esposizione e
la seconda alla visita ai principali centri
commerciali e vie dello shopping della
città.
Il workshop è stato inserito nel
programma promozionale con ICE per il
2014.
La seconda edizione si svolgerà nei gg.
18 e 19 ottobre 2014.
il cui management, purtroppo, non
dava garanzie circa la possibilità di
ospitare la mostra nuovamente.
L’affluenza alla fiera si conferma buona
e in via di consolidamento con la
presenza di 300 clienti in visita nel
corso dei 3 giorni di svolgimento.
La prossima edizione è in programma
dal 22 al 24 ottobre 2014.
Shoes from Italy, Kiev, Ucraina, 3-4
novembre 2013
Shoes from Italy, Kiev, Ucraina, 7-8
aprile 2014 (cancellata)
30 aziende hanno partecipato alla
edizione di novembre 2013, gestita
finanziariamente e operativamente da
ITA, con il supporto di Assocalzaturifici.
È stata scelta, quale nuova sede della
mostra,
una
hall
dell’Olimpiyskiy
Stadium di Kiev. Anche in questo caso
la ragione è stata quella di garantire
l'assegnazione a tutte le aziende
all'interno di una stessa sala.
Nonostante la complessa situazione in
cui già versava l’economia del Paese,
l’andamento della mostra è stato
positivo: un’affluenza maggiore rispetto
alle edizioni precedenti ha portato 130
buyer dalle principali città ucraine.
La
nuova
location,
rispetto
alla
precedente, si è rivelata più funzionale
ed ha incontrato l’apprezzamento delle
aziende.
Oltre alla mostra si è tenuto un evento
serale con i clienti che ha rappresentato
un utile momento di networking.
La successiva edizione di aprile è stata
cancellata per le note ragioni di
instabilità politica nel Paese.
Per
dare
continuità
all’azione
promozionale di sistema nell’area, nella
speranza
che
possa
trattarsi
di
un’iniziativa
episodica
e
che
si
ristabiliscano
presto
le
condizioni
minime per svolgere la mostra,
Assocalzaturifici
con
il
supporto
operativo di ITA Kiev ha finanziato
l’organizzazione di una delegazione di
18 buyer ucraini alla Shoes from Italy
di Almaty.
Shoes
from
Italy,
Almaty,
Kazakistan, 29-31 ottobre 2013
Shoes
from
Italy,
Almaty,
Kazakistan, 2-4 aprile 2014
59 aziende del settore calzature e 10
del settore moda pelletteria (oltre a 20
dell'abbigliamento) hanno partecipato
all’edizione di ottobre 2013 la quale
aveva inaugurato una nuova location,
la Grand Ball Room dell’hotel Royal
Tulip di Almaty, per poter ospitare più
imprese espositrici in un ambiente
monoplanare.
La scelta era stata apprezzata dalle
aziende e dai buyer per il livello degli
ambienti e la loro fruibilità. Ottima è
stata anche l’affluenza alla mostra: 300
clienti in visita nei 3 giorni di lavoro. Il
buon risultato è stato raggiunto anche
grazie al potenziamento del programma
di incoming operatori provenienti dalle
Repubbliche limitrofe e da altre città
kazake.
56 aziende del solo comparto calzature
e pelletteria hanno partecipato alla
edizione di aprile 2014 che è tornata
alla location tradizionale, Dom Priemov,
più centrale e piccola rispetto alla prima
3
Shoes from Italy Kiev è in ogni caso
inserita nel programma promozionale di
settore con ITA del II semestre ed è
prevista nei giorni 27 e 28 ottobre
2014.
hanno indossato le calzature in uso
presso
la
Press
Room
di
Assocalzaturifici a Mosca.
Oltre
ad
essere
una
vetrina
interessante per il prodotto calzaturiero
italiano nei confronti della stampa,
l’iniziativa ha avuto ovviamente un
valore istituzionale e politico per la
nostra associazione.
Iniziative di comunicazione
Evento
in
collaborazione
con
ANICA, 31 ottobre 2013, Mosca
L’Associazione
nazionale
industrie
cinematografiche
audiovisive
e
multimediali (ANICA), membro di
Confindustria,
ha
contattato
Assocalzaturifici per la realizzazione di
un evento promozionale in Russia, con
il contributo di fondi ministeriali, in
collaborazione con Federlegno-Arredo,
Altagamma e il supporto operativo di
ICE Mosca.
L’evento, tenutosi lo scorso 31 ottobre
a Mosca, è un stato un momento di
promozione del sistema Italia ad una
platea di 150 ospiti: giornalisti,
produttori
cinematografici,
opinion
leader e top buyer di vari settori
industriali, tra cui ovviamente la moda.
Il contributo di Assocalzaturifici è stato
un set cinematografico, a cura di
Greenwill, con attori e modelle che
Attività stampa e P.R. in Russia
L’iniziativa, in vigore dal 2008 in
collaborazione con l’agenzia di stampa
russa Greenwill AG, è terminata nello
scorso mese di maggio.
Su indicazione del Consiglio Direttivo il
contratto con Greenwill non è stato
rinnovato e l’attività è quindi cessata
definitivamente.
Le aziende associate che hanno
utilizzato il servizio di Press Room a
Mosca e a San Pietroburgo nel corso
dell’ultimo anno sono state 19.
Presso Assocalzaturifici è ovviamente
possibile consultare cifre e valori della
copertura media generata dalla Press
Room per i marchi partecipanti e
l’Associazione nel corso di questi sei
anni di lavoro.
Grazie per l’attenzione.
4
Relazione di ENRICO FRANZINI
Consigliere delegato per il MERCATO ITALIA
Mercato Italia ha lavorato in questo
primo anno di attività e su cui continua
a lavorare tuttora:
-
L’accordo
quadro
tra
UNICREDIT e ANCI Servizi sul
finanziamento
di
imprese
italiane per la partecipazione a
manifestazioni
fieristiche
organizzate e/o promosse da
Assocalzaturifici
-
La
convenzione
tra
Assocalzaturifici e RCS Report
Consulting
Services
per
la
creazione della prima Centrale
dei Pagamenti del comparto
calzaturiero.
Il
primo
progetto prevede tassi
agevolati tra il 2.4% e un massimo del
5% (qualsiasi sia il rating creditizio che
l’Istituto affida all’impresa associata)
per
l’attivazione
di
un
plafond
rotativo di breve termine per il
finanziamento
a
imprese
che
partecipano a theMICAM (e ad altre
manifestazioni all’estero organizzate da
ANCI Servizi) e del ciclo produttivo
da queste generato.
Cari Colleghi,
ringrazio la Presidenza e tutto il suo
team per l’opportunità che mi è stata
data di occuparmi a livello associativo
di un tema che ritengo – e credo di
interpretare a tal proposito il pensiero
di
molte imprese calzaturiere –
fondamentale per il futuro del nostro
settore: il mercato italiano.
Inutile soffermarsi sulle gravi difficoltà
in cui versa tutta la rete distributiva e
retail nel nostro Paese.
È invece utile e doveroso che
un’associazione
importante
come
Assocalzaturifici si attivi con misure
concrete per cercare di trovare qualche
soluzione, per quanto parziale possa
essere, alla drammatica situazione in
cui versa il nostro mercato nazionale,
soprattutto sul versante del credito.
Sono due i progetti su cui l’Area
Il secondo progetto è un servizio di
informazione commerciale proposto a
tutte le aziende associate a condizioni
economiche agevolate rispetto al listino
ufficiale, con cui andare a costituire la
prima
Centrale
dei
pagamenti
condivisa dalle imprese del settore
calzaturiero in Italia.
La Centrale dei pagamenti si articola in
due servizi principali: monitoraggio
clienti e check-in clienti.
Il monitoraggio consente all’impresa di
controllare la situazione pagamenti del
cliente già in archivio, il quale viene
aggiornato sulla base delle segnalazioni
2
che gli aderenti via via inviano al
sistema per il recupero del credito.
Il
check-in
è
la
richiesta
di
un’informativa più approfondita: la
scheda viene anche in questo caso
integrata con tutte le informazioni che
su un dato cliente il sistema ha
acquisito nel tempo da parte delle
imprese fornitrici.
Evidentemente l’obbiettivo è quello di
avere il più alto numero di adesioni in
modo tale da costituire un database
completo
e
sempre
aggiornato
dall’operatività delle singole aziende le
quali segnalano di volta in volta i casi
di insoluto.
Il costo minimo di ingresso è 1.800
euro per un numero illimitato di clienti.
Il vantaggio è duplice: quello di creare
un monitoraggio di sistema della
clientela retail ad uso esclusivamente
imprenditoriale (escludendo i gruppi
bancari che possiedono gran parte delle
società di informazioni commerciali) e
quello di ridurre drasticamente i costi di
gestione
e
recupero
del
credito
limitando al massimo i rischi di
insoluto.
La privacy è garantita dall’anonimato di
chi consulta e utilizza il software
dedicato.
C’è un terzo progetto che è ancora in
fase di avvio, ma che mi auguro possa
svilupparsi presto in qualcosa di
importante e di utile per le nostre
imprese.
Si tratta della prima mappatura dei
punti vendita retail in Italia con uno
screening sull’offerta in termini di fasce
di prezzo, tipologia di prodotto e altri
parametri che Assocalzaturifici sta
conducendo in collaborazione con la
testata Ars Arpel.
L’obbiettivo ambizioso sarebbe quello di
creare un database aggiornabile e
consultabile da tante imprese associate
perché queste ultime possano avere un
quadro d'insieme, ma al contempo
sufficientemente dettagliato, della rete
commerciale
nelle
principali
città
italiane.
Grazie per l’attenzione.
2
Relazione di MASSIMO MARTINOLI
Consigliere delegato per il CIMAC e la NORMATIVA
Il Centro, da parte sua, si è trovato
sommerso da un extra lavoro che,
impegnando tutto il personale su la
erogazione di questa utenza, ha distolto
l’attenzione da altre tematiche senza
escludere, gioco forza, la promozione
verso nuovi clienti.
Da quanto sopra ne consegue che,
ovviamente, nei primi quattro mesi del
2014 si riscontri una flessione del
fatturato rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente sia per la caduta
di domanda da parte dell’utenza di
sicurezza che aveva esautorato tutta la
sua attività di ricertificazione nel 2013,
sia per effetto delle ripercussioni
dell’onda lunga della crisi manifestatasi
con
la
fuoriuscita
di
aziende
calzaturiere clienti dal settore.
Sappiamo benissimo che il CIMAC è
l’indicatore sia dell’andamento del
settore a consuntivo che previsionale
dello stesso perché capta la crisi e i
momenti di difficoltà ma anche il
dinamismo creativo tecnologico e non
attraverso i comportamenti del mercato
e dei suoi clienti.
Questo gli permette, pertanto, di
anticipare i desiderata dell’utenza
settoriale e della filiera.
Non ci deve stupire questa asserzione
perché il CIMAC è nato proprio per
sostenere la produzione del settore e
offrire quelle attività che rendono più
qualificato il prodotto come si richiede
ad un made in Italy.
La momentanea e prevista flessione dei
primi mesi 2014, dunque, non ci
preoccupa perché legata proprio a
fattori contingenti ed anche perché in
raffronto con gli anni precedenti al
2013 l’andamento è in linea e sono già
giunti rumors di una ripresa dell’attività
di ricerca nell’ambito della messa a
punto delle collezioni e dei materiali
Cari Colleghi,
il CIMAC nel 2013 ha chiuso l’attività in
forte attivo per un massiccio ricorso alle
certificazioni da parte delle aziende
produttrici di DPI, per effetto della
introduzione di nuove direttive su la
ricertificazione.
Questa normativa, sebbene abbia
comportato un forte incremento di
fatturato al CIMAC, nota quindi positiva
per il nostro bilancio, ha però dato
luogo a situazioni controverse e in
parte critiche.
Le aziende produttrici di DPI infatti, si
sono trovate, in un anno già di per sé
difficile, ad affrontare notevoli spese ed
incombenze burocratiche e questa mole
di ricertificazioni ha appesantito sia la
loro attività organizzativo-gestionale
che le loro “casse”, nonostante il CIMAC
sia andato incontro alle loro esigenze
anche con tariffe molto vantaggiose.
2
tecnici che rendono all’avanguardia i
DPI.
L’ andamento dinamico si è già
manifestato nel mese di maggio e negli
ordini del mese di giugno.
Nei laboratori ferve un’intensa attività
per la messa a punto di metodi di prova
che saranno oggetto di consultazione e
collaborazione con gli Enti normativi
nazionali, europei ed internazionali.
Ci piace ricordare che l’intervento del
nostro Centro è stato fondamentale
anche nella messa a punto del REACH e
nel riconoscimento del Cromo VI fra le
sostanze
nocive
che
ha
trovato
riscontro in tutte le analisi che il CIMAC
effettua nel monitorare i prodotti della
concorrenza asiatica.
Una forte collaborazione in questo
senso viene realizzata costantemente
con l’Osservatorio Nazionale Tessile
Abbigliamento Pelle e Calzature.
Grazie per l’attenzione.
2
Relazione di DIEGO ROSSETTI e CHARLOTTA BACHINI
Vice-Presidente, coordinatore e vice-coordinatore Laboratorio USA
Collettiva di aziende italiane a FN
Platform Las Vegas, 19-21 agosto
2013 e 18-20 febbraio 2014,
LasVegas Convention Center
Fn Platform è la sezione di calzature
all’interno del Magic Market Week ,
realizzata
in
collaborazione
con
Footwear News. Fn Platform presenta
un ampio ventaglio di calzature (uomo,
donna, ragazzi e bambino) di diverse
categorie e fasce di prezzo. Sono
presenti 1.600 marchi e viene visitata
da 8.000 operatori del settore fra cui
Bloomingdales; Dillards ; El Palacio De
Hierro; Galeries Lafayette Beijing;
Hudson Bay Company; La Maison
Simons Inc; Lord & Taylor; Macys Inc;
Nordstrom.
Nelle stesse giornate si sono svolte a
Las
Vegas
diverse
manifestazioni
organizzate da Avanstar in varie
location per il comparto uomo e donna,
abbigliamento e accessori.
La seconda partecipazione alla fiera FN
Platform da parte della collettiva
italiana organizzata da Assocalzaturifici
si è conclusa positivamente.
Alla collettiva hanno partecipato 22
aziende italiane con stand di ca. 9 mq
preallestito e personalizzato.
Il posizionamento dell’area italiana, è
decisamente
migliorato
dall’ultima
edizione (area Cosmo). Lo spazio della
collettiva era nell’ambito del “Black
Diamond” sezione che raccoglie le
aziende di medio-alto livello e che inizia
all’entrata del padiglione fieristico.
Secondo alcuni espositori, bisogna però
dare una maggiore visibilità alla
collettiva, magari con della segnaletica
sospesa dal soffitto.
L’area italiana era decorata con la
nuova
campagna
pubblicitaria
Assocalzaturifici e ogni azienda aveva
un pannello esterno con il nome
dell’azienda ed il proprio logo. Su uno
Cari Colleghi,
Assocalzaturifici ha intrapreso diverse
iniziative a supporto di questo difficile
ma importante mercato: gli Stati Uniti.
Il Paese pare infatti vivere un momento
di rinascita, in cui le preferenze di
buyer
e
consumatori
sembrano
spostarsi dai grandi brand del lusso a
prodotti di fascia subito inferiore,
pienamente
corrispondente
alla
tipologia di prodotto Made in Italy.
Il laboratorio USA ha proposto di
accantonare
per
ora
New
York
concentrando gli sforzi su Las Vegas,
anche alla luce del fallimento della
mostra
WSA
di
Las
Vegas,
partecipando al FN Platform, Rassegna
Internazionale dedicata alle calzature
che si tiene a Las Vegas due volte
l’anno nelle edizioni di febbraio e di
agosto.
2
dei pannelli esterni erano riportati tutti
i nomi degli espositori. In altre zone del
padiglione hanno esposto altre aziende
italiane che in questa edizione hanno
preferito rimanere nelle loro solite
posizioni più centrali o conosciute dai
propri clienti. Le aziende potrebbero
essere convogliate nell’area italiana per
la prossima edizione a patto che la
posizione e il design dell’area siano
ottimali e che ricevano comunicazione
tempestiva dell’iniziativa.
L’afflusso dei visitatori è stato discreto
nei primi due giorni, in particolare
dall’ora di apertura fino a mezzogiorno
e nel tardi pomeriggio fino a chiusura.
L’ultimo giorno ci sono stati meno
visitatori.
Anche la partecipazione all’edizione di
febbraio della mostra, realizzata in
collaborazione con ICE-Agenzia, ha
dato buoni risultati.
Infatti la fiera con 850 espositori è
diventata in poche edizioni una fiera
‘must’, un appuntamento da non
perdere anche perché unico del suo
genere nella parte Ovest del paese.
La maggior parte delle aziende presenti
nella nostra collettiva conferma FN
Platform
come
fiera
visitata
specialmente da buyer provenienti dal
centro e ovest degli Stati Uniti. Insieme
a
Magic
Modern
Assembly,
e
Mandalabay è un appuntamento moda
inevitabile. La mostra concorrente di
Modern Assembly presso il Sands Expo
e Venetian/Palazzo, è composta da
diverse manifestazioni : Stitch, Liberty,
Agenda,
Capsule
e
Market.
Quest’ultima ha visto la presenza di
una collettiva organizzata da ITA con
circa 20 aziende di abbigliamento di
buon livello.
Alla collettiva italiana di febbraio 2014
hanno
partecipato
20
aziende
calzaturiere. Per la prossima edizione
sono state discusse una serie di azioni
per personalizzare e valorizzare l’area
italiana.
Grazie per l’attenzione.
2
Relazione di ADRIANO SARTOR
Delegato dal Presidente per le RELAZIONI SINDACALI
Rinnovo CCNL
Il 31 marzo 2013 è scaduto
il
Contratto Collettivo Nazionale di lavoro
per i lavoratori addetti all’industria delle
calzature del 14 giugno 2010.
Sono quindi iniziati gli incontri tra la
commissione
datoriale,
guidata
dall’incaricato dr. Mario Levrini, e le
O.O.S.S.
La
linea
politica
condotta
da
Assocalzaturifici, nel pieno rispetto del
suo ruolo di rappresentanza unitaria
nazionale dei vari distretti del comparto
calzature, ha previsto per tutta la
durata
della
negoziazione
il
coinvolgimento completo e costante dei
territori.
La
commissione,
composta
dai
rappresentanti della Riviera del Brenta,
dell’area
trevigiana,
dei
distretti
fermano e maceratese, di quelli
lombardi,
toscani
e
dell’Italia
meridionale, ha svolto un lavoro
intenso in questo ultimo anno.
Fin dal primo incontro Assocalzaturifici
aveva esposto ai presenti il quadro del
settore, con i dati elaborati dall’ufficio
statistiche, per indicare i motivi per cui
non
sarebbe
stato
possibile
assecondare le numerose richieste di
revisione del CCNL avanzate dai
sindacati nella piattaforma. Si è
convenuto di seguire in successione i
vari temi proposti nel documento.
Dopo una prima fase in cui sono stati
raggiunti accordi sulla gran parte dei
temi
normativi
(apprendistato
e
percentuali di stabilizzazione, contratti
di somministrazione etc. …) alla luce
della novità introdotte dalla legge
Fornero, si è passati alle negoziazioni
sui punti maggiormente critici della
trattativa: ferie, elemento di garanzia
retributiva in assenza di contrattazione
di II livello e parte economica.
Cari Colleghi,
da un paio d’anni l’Area Economica e
Servizi alle Imprese della nostra
associazione lavora come segreteria
dell’incaricato
dr.
Mario
Levrini,
direttore di Confindustria Pisa ed
esperto di relazioni industriali, sul
delicato tema dei rapporti con le parti
sociali, in modo particolare con i
sindacati nazionali di categoria.
Oggetto della densa attività di tutto
quest’anno è stata la negoziazione per
il rinnovo del Contratto Collettivo
Nazionale del Lavoro per i Lavoratori
addetti all’Industria delle Calzature che
ha interessato Assocalzaturifici e i
rappresentanti
delle
Associazioni
Territoriali
nell’ambito
della
commissione datoriale guidata dal dr.
Mario Levrini.
3
Il 29 novembre p.v., per la prima volta
dopo tantissimi anni, Assocalzaturifici
ha quindi raggiunto un accordo con le
parti sindacali in linea autonoma
rispetto al tessile-abbigliamento.
Il testo è attualmente all’esame
congiunto delle OO.SS.LL. perché possa
essere stampato e distribuito alle
imprese associate e alle associazioni
territoriali a partire dal prossimo
settembre.
Grazie per l’attenzione.
Questi
alcuni
dei
punti
salienti
dell’accordo:
- aumento di 112 euro (III livello) in
rate spalmate sui tre anni di vigenza
del nuovo CCNL
possibilità
di
sospensione,
cancellazione o riduzione dell’elemento
di garanzia contributiva (E.G.R.) in casi
di crisi aziendali e di utilizzo dei sistemi
di integrazione salariale previsti dalla
normativa di legge
-modifica della norma del CCNL in tema
di ferie consecutive, per cui sarà ora
possibile contrattualmente avere solo
due settimane di ferie consecutive e
concordare aziendalmente la terza e la
quarta.
È un risultato straordinario duplice,
nella misura in cui Assocalzaturifici
torna a porsi quale interlocutore diretto
nelle relazioni industriali per far valere
le proprie specificità ed è stato
raggiunto un accordo estremamente
innovativo in tema di flessibilità e di
mantenimento
degli
standard
di
competitività
in
un
periodo
estremamente difficile per i livelli
produttivi e di profondi cambiamenti
dei mercati.
Nei primi mesi del 2014 è stata
ultimata
la
riscrittura
del
testo
contrattuale
ad
opera
della
commissione
datoriale
di
Assocalzaturifici (in cui operano tutte le
associazioni territoriali di Confindustria
coinvolte
fin
dall’inizio
nella
negoziazione per il rinnovo del CCNL),
anche e soprattutto alla luce di diversi
interventi legislativi nel frattempo
approvati dal Governo in tema di
contratti di lavoro a tempo determinato
e apprendistato.
2
Relazione di LUCA SILVESTRI e GIUSEPPE PIAZZOLLA
Coordinatore e vice-coordinatore Laboratorio CALZATURE DI SICUREZZA,
INNOVAZIONE e TECNOLOGIA
sulla base dei bandi della Commissione
Europea relativamente a Horizon 2020.
Per questo motivo tra luglio e dicembre
abbiamo
diffuso
un
opuscolo
denominato Footwear 2020 da cui si
rilevavano le priorità di ricerca delle
aziende calzaturiere e le finalità ed i
finanziamenti
dell’Unione
Europea
collegati ad Horizon 2020.
Abbiamo inoltre attivato nella home
page del sito di Assocalzaturifici un box
informativo su Horizon 2020 ed il
collegamento con la Confederazione
Europea
della
Calzatura-CEC
per
facilitare
le
collaborazioni
transnazionali.
Sul fronte della calzatura di sicurezza
Made in Italy e dell’anticontraffazione
abbiamo ripreso il nostro progetto di
valorizzazione del Made in Italy e del
ciclo di vita della calzatura di sicurezza.
Tratteremo questo argomento con il
Nucleo Speciale Tutela dei Mercati della
Guardia di Finanza.
Grazie per l’attenzione.
Cari Colleghi,
come ho già avuto modo di condividere
con il Presidente, il Laboratorio di Idee
che mi è stato affidato, ossia quello
della
Calzatura
di
Sicurezza
e
dell’Innovazione tecnologica, ha avuto
difficoltà ad incontrarsi, nonostante il
tema sia di fondamentale importanza
per il settore.
L’amico Piazzolla ed io, però, ci siamo
spesso confrontati per attivare un
supporto alle aziende che desiderano
approcciarsi a questa tematica.
A nostro avviso, infatti, stante la
diversità produttiva ed organizzativa
delle nostre aziende, reputiamo sia
importante canalizzare informazioni su
progettualità e start up tecnologiche,
creando un circolo virtuoso di idee e
progetti che possono essere attivati
3
Relazione di GIOVANNI TACCETTI e SARA GALLI
Vice-Presidente, coordinatrice e vice coordinatore Laboratorio EUROPA
servizi dedicati a espositori e visitatori
nel vasto panorama tedesco costellato
da molti gruppi di acquisto locali
(ANWR, G&B, Lipsia, etc) e una fiera di
riferimento
GDS
a
livello
nazionale/internazionale.
Sono
state
programmate
diverse
iniziative per cercare di sostenere e
risollevare
una
mostra
in
forte
difficoltà, approfittando del ventesimo
compleanno,
un
compleanno
importante per MOC, che in occasione
dell’apertura della manifestazione ha
festeggiato 20 anni con il famoso chef
Ernst
Knam,
dalla
trasmissione
televisiva “Il Re del Cioccolato”. Sono
state organizzate iniziative che vanno a
sommarsi ai consueti servizi offerti
dalla manifestazione.
E’ stato programmato con successo un
momento dedicato alle nuove tendenze
moda curato dal trend forecaster Aldo
Premoli.
Alla luce della mostra concorrente
Essence,
è
stata
concessa
un’agevolazione del 15% per ciascuna
delle due edizioni di Moda made in Italy
del 2013.
E’ stato offerto una catering rafforzato e
gratuito per tutti gli espositori, allestito
presso uno showroom al piano terra,
Servizio
navetta
gratuito
per
il
collegamento tra l’aeroporto e il MOC
ed il centro città a disposizione di tutti i
visitatori nei 3 giorni di manifestazione.
I mezzi di trasporto sono stati
personalizzati per promuovere la fiera.
Sono stati offerti 30 pernottamenti
gratuiti per i visitatori provenienti da
fuori Monaco individuati dall’elenco
visitatori
presenti
all’edizione
precedente
e
da
segnalazioni
pervenute.
E’ stato pubblicato il nuovo sito web
Moda Made in Italy in tedesco e in
Cari Colleghi,
nel corso degli ultimi 12 mesi il
Laboratorio ha lavorato con grande
intensità sui temi di cui ha la
competenza.
Riunitosi con frequenza – 4 volte dal
giugno 2012 al giugno 2013 – ha
discusso e deliberato diverse iniziative:
dal rinnovo di appuntamenti tradizionali
con l’adozione di alcune migliorie, al
varo di progetti nuovi per arricchire
l’attività promozionale in Europa.
Gli eventi e le fiere nell’area Europa
Moda Made in Italy, MOC
La manifestazione costituisce ancora,
seppure sempre più sofferente, un
punto di riferimento per gli operatori
del settore e rappresenta l’occasione
ideale per concludere gli ordini alla fine
della stagione di vendita, offrendo
2
inglese
che
verrà
ulteriormente
ampliato.
Interviste con tre riviste: Shuhkurier,
Shoez e Shoemarkt per comunicare,
oltre che durante la presentazione del
primo giorno, anche le iniziative e
l’impegno di Assocalzaturifici.
Onde accogliere le richieste del mercato
abbiamo comunicato con forte anticipo
anche le date per il 2014, date che
sono state decise da un sondaggio di
maggioranza presso gli espositori
storici della manifestazione: dal 23 al
25 marzo 2014 e poi dal 10 al 12
ottobre 2014.
E’ stata inoltre effettuata da parte
dell’agenzia di PR di Assocalzaturifici,
durante la manifestazione, una visita
alle redazioni con sede a Monaco e sono
state fatte pressioni sui capi redazione
e direttori per riqualificare l’immagine
della calzatura italiana ed avere così un
effetto a cascata su tutto il settore
calzaturiero Made in Italy, cercando,
nel corso di Moda Made in Italy, di
comunicare al meglio alla stampa le
ragioni
delle
decisioni
di
Assocalzaturifici e di gestire al meglio le
criticità.
Abbiamo cercato di comunicare al
mercato tedesco che Assocalzaturifici è
una associazione di imprese produttrici
che organizza la seconda fiera di
successo del settore in Germania, ma le
cui strategie vengono dettate dagli
imprenditori.
A)
Investimento
in
materiale
promozionale, messaggi di base: moda,
creatività, alta qualità
B) Intensificazione dei contatti con i
media e blogger. I media sono stati
selezionati più severamente ed il
contatto con i media principali è stato
intensificato.
C) Evoluzione del
lookbook. Un
lookbook in stile rivista per trasmettere
il messaggio di moda, creatività e alta
qualità
D) Sviluppo dello showroom. Più trend
e più atmosfera. Presentazione di alta
qualità in sintonia con le tendenze della
moda, presentazione dell’image tramite
schermo piatto e iPad, musica da
lounge.
E) Relazione con i media: Più moda e
più lifestyle. “Modelli di calzatura da
image”, scelti a scopi promozionali più
vicini alle tendenze
F)
Stampa
Consumer:
Riposizionamento di Assocalzaturifici,
con il risultato ottenuto di citazioni da
neutre
a
positive
nella
stampa
commerciale.
La MPR ha generato per le 19 aziende
aderenti al progetto un valore totale di
€327.000 in articoli su riviste come Joy,
Inshoes, Brigitte, Burda, Petra, Men’s
Health, Elle, Vogue, GQ, Glamour,
Freundin, etc e una circulation totale di
27 milioni di lettori.
Il costo di adesione all’iniziativa,
finanziata
da
Assocalzaturifici,
è
rimasto invariato nel tempo ed è pari a
500 €/anno.
Ricordiamo che il servizio consiste
nell’offrire un ufficio stampa a servizio
delle imprese associate, il quale
affianca le attività di promozione
istituzionale a quelle di copertura media
per le collezioni delle imprese aderenti
al progetto.
Press Room in Germania
Prosegue il lavoro della nuova squadra
della società MPR Dr. Muth per la Press
Room
di
Amburgo.
Il
nuovo
management e un account rinnovato
stanno portando nuove idee e nuovi
stimoli. La sig.ra Annemarei Blanck nuova responsabile dell’agenzia tedesca
MPR Dr. Muth- ha portato al laboratorio
nuove idee per rilanciare l’attività della
press
room
Assocalzaturifici
di
Amburgo, ed in particolare:
Press Room in Francia
Prosegue
positivamente
la
collaborazione con la nuova agenzia PR
di Assocalzaturifici in Francia, Press
Concept, agenzia di PR on e offline,
2
specializzata in moda e lingerie donne,
bambini e accessori. PressConcept offre
ai brand la possibilità di aumentare la
propria visibilità sulla stampa per dare
impulso alla loro immagine. Reattività,
creatività e ritmo sono i motti
dell'agenzia.
A seguire le attività svolte e i risultati
ottenuti:
A)Newsletter autunno/inverno 2012201 inviate con le collezioni di tutte le
marche inviate a oltre 1.200 giornalisti
per la stagione autunno/inverno 20122013.
B)Newsletter
multi-client
allineate
perfettamente
alle
tendenze
dei
giornalisti.
C)Sito web www.pressconcept.com :
uno strumento al centro della strategia
di pubbliche relazioni con oltre 1.200
foto di ottima qualità e newsletter
disponibili
per i
giornalisti. Uno
showroom virtuale disponibile 24 ore al
giorno 7 giorni su 7.
C) Clipping autunno/inverno 20122013.
Panoramica dei clipping durante la
stagione autunno/inverno 2012-2013.
Circa 130 clipping previsti per la
stagione primavera/estate 2013.
D)Giornate per la stampa: 27 e 28
novembre 2012
Più di 115 testate rappresentate: web
magazine e blog in combinazione,
testate femminili: Elle, Femina, Marie
Claire, Prima, Biba, Cosmopolitan,
Grazia,
Closer,
Voici,Avantages,
Modes&Travaux, Gala, Max, L’Express,
Air France Magazine, TGV Magazine,
Canal+, France Télévision.
E )Lookbook primavera/estate 2013 :
creazioni di 500 lookbook che mettono
in evidenza le collezioni delle diverse
marche attraverso le foto.
Grazie per l’attenzione.
3
Relazione del Consigliere ANDREA VALLASCIANI
Coordinatore Laboratorio BAMBINO
quali
concrete
opportunità
siano
disponibili per la vendita di scarpe da
bambino per le imprese del laboratorio,
elaborare una strategia di ingresso sul
mercato ed acquisire contatti utili per
una futura attività in loco.
Il programma si è articolato in una
serie di incontri e di osservazione attiva
di negozi di calzature ed abbigliamento
bambino presenti in Polonia. I primi tre
giorni di attività si sono svolti a
Varsavia mentre nel pomeriggio del
terzo giorno è avvenuto il trasferimento
a Cracovia dove si è concluso lo study
tour. Il programma degli incontri e il
percorso di osservazione attiva era
stato progettato in collaborazione con
SDA Bocconi nei mesi precedenti allo
study tour.
Di seguito si riporta in forma sintetica
l’elenco delle attività svolte.
2 dicembre: visita di Plac Trzech Krzyży
(luxury kidswear & fashion square),
Mokotowska (luxury footwear& fashion
street), Vitkac (luxury department
store), Likus Concept Store (concept
store) - Incontro con Lidia Przybylska
(Editor in Chief Moda w Polsce),
Jaroslaw Kalisz (Direttore Marketing
Moda w Polsce) e Konrad Jakubowski
(Key Account Manager LJ Media) –
Incontro con Stefano Pedroni (CFO
Germany and Poland Prelios Immobilien
Management).
Caro Collega,
il Laboratorio Bambino è stato creato
nell’ottobre del 2011 per promuovere il
settore delle calzature da bambino,
particolarmente colpito dall’odierna crisi
economica.
Study tour in Polonia, 2-5 dicembre
2013 - Varsavia e Cracovia
Da uno studio del mercato delle
calzature per bambino realizzato da
SDA Bocconi, la Polonia è risultata uno
dei mercati più interessanti per
l’esportazione delle calzature italiane:
per tale motivo, Andrea Vallasciani coordinatore del Laboratorio Bambino e Paolo Borghini – Responsabile
Organizzativo di theMICAM - hanno
partecipato allo Study Tour in Polonia,
organizzato
SDA
Bocconi,
per
completare l’analisi esplorativa sul
mercato polacco e per comprendere
3 dicembre: visita ad Arkadia (Luxury
department
stores)
Incontro
istituzionale ICE (Giuseppe FedericoDirettore ICE Varsavia) - Galeria
Mokotów - Natalia Sobecka (Leasing
Manager
unibail-rodamco
Unibail Rodamco Polska sp. z o.o.) - Visita a
4
Zlote Tarasy e a Klif (department stores
hogh end e luxury).
4 Dicembre: Incontro con Piotr Kubis
(Mr) Senior Leasing Manager, Leasing
Department ECE Projektmanagement
Polska Sp. z o.o. Visita Moliera 2, e
Nowy Swiat per osservazione retail
attiva
5 dicembre: Visita Main Square e
osservazione negozi con osservazione
attiva, Rynek Główny (“Main Square”),
Pasaż 13 (luxury department store),
Dolci Monelli (kidswear and shoes:
Monnalisa,
Miss
Grant,
NY&Non)Incontro
con
Ryszard
Wysokinski
(Director Galeria Krakowska (luxury
department store) - Visita a Bonarka
City
Center
(premium-luxury
department store)
Conclusioni preliminari dello studio: Il
mercato polacco ha superato il periodo
di crisi economica che ha coinvolto i
paesi europei in questi anni. I consumi
sono in crescita e i consumatori stanno
diventando sempre più sofisticati ed
esigenti, soprattutto con riguardo al
consumo di articoli legati al mondo
della moda. L’interesse dei consumatori
per le calzature, anche bambino, è
molto sostenuto e anche la propensione
alla spesa. Il sistema distributivo si è
sviluppato molto negli ultimi anni
soprattutto intorno agli shopping center
mentre è più recente lo sviluppo di
location distributive nei centri cittadini.
L’osservazione attiva di negozi e
prodotti
calzaturieri
distribuiti
in
Polonia ha permesso di comprendere
che esiste uno spazio di sviluppo del
mercato della calzatura bambino di
fascia media-mediofine ma che va
gestita valutando accuratamente il
posizionamento di prezzo sul mercato
dove la propensione alla spesa è ancora
inferiore rispetto al posizionamento
delle calzature da bambino made in
Italy.
Grazie per l’attenzione.
2
Relazione di ARTURO VENANZI, ALESSIA FABI e MARINO FABIANI
Vice-Presidente, coordinatore e vice coordinatrice Laboratorio ASIA e responsabile
PAESI EMERGENTI
una
conferenza
stampa
di
presentazione
dell’iniziativa,
delle
attività Assocalzaturifici nell’area e
delle tendenze moda della stagione,
perfezionata
con
l’esposizione
di
calzature
prese
dalle
aziende
partecipanti, limitativamente a Seoul e
Tokyo.
Per le fiere di Aymod, Shanghai, Seoul
e Tokyo ANCI è intervenuta abbattendo
il costo di partecipazione per le aziende
associate.
Shoes From Italy Seoul, Corea
27-28 giugno 2013
La
seconda
edizione
della
manifestazione si è tenuta presso la
sala Sapphire dell’hotel Lotte ed ha
visto la partecipazione di 29 aziende,
che hanno esposto in stand da 12 mq al
prezzo di € 3.000 (€ 1.500 per
associati).
L’iniziativa è stata organizzata in
collaborazione con l’ufficio ICE di Seoul
che si è occupato dell’invito ai clienti e
alla stampa. L’iniziativa è stata
decisamente
positiva
rispetto
all’edizione precedente, non soltanto
grazie ad un immagine migliorata degli
spazi espositivi, ma soprattutto in
quanto hanno presenziato tutti gli
operatori di riferimento del settore che
sono stati invitati (93 aziende per un
totale di 228 persone).
Parallelamente presso l’hotel Imperial
Palace si è svolto il workshop di EMI
con 11 aziende partecipanti e che sono
interessati ad esporre insieme a noi per
la prossima edizione.
A corollario degli SFI di Tokyo e Seoul
abbiamo organizzato all'apertura degli
eventi stessi una presentazione sul
Cari Colleghi,
abbiamo continuato negli ultimi 12
mesi la nostra azione promozionale in
Asia, organizzando con successo mostre
autonome
e collettive semestrali,
realizzate nelle città di Shanghai,
Seoul, e Tokyo nonché due edizioni
della
manifestazione
theMICAMshanghai,
una
missione
esplorativa a Singapore e Giacarta, una
missione a Blueprint a Singapore e una
collettiva alla fiera Aymod in Turchia.
Le iniziative di Tokyo e Seoul si sono
svolte, come di consueto, in anticipo
rispetto a theMICAM come da strategia
individuata
dal
Laboratorio
Asia,
riscontrando un aumento delle aziende
partecipanti.
Ancora una volta l’edizione è stata
arricchita dalla presenza italiana con
3
made in Italy e le tendenza Moda da
parte di Aldo Premoli.
Ad
oggi
non
esistono
in
Cina
manifestazioni
equiparabili
a
theMICAMshanghai.
Una
manifestazione con una completa
presenza di imprese internazionali a
partire dalla fascia media, alta, fine e
lusso.
In linea con la scorsa edizione il
numero dei visitatori è stato sempre più
qualificato e focalizzato sul business.
Tra i principali buyer presenti in fiera
sono da segnalare retailers, distributori,
department stores e centri commerciali
provenienti da tutta la Cina, dalla
regione di Hong Kong e dalla Corea del
Sud.
Soddisfatti gli espositori di questa
seconda edizione di theMICAMshanghai
per qualità dei buyers selezionati,
l’internazionalità degli espositori e il
livello degli allestimenti.
La Cina è un mercato sul quale puntare
per crescere: una sfida che richiede
grande
pazienza
e
dinamismo
imprenditoriale.
theMICAMshanghai
nasce per agevolare le imprese che
difficilmente potrebbero avventurarsi da
sole in un mercato così grande e
diverso e continuerà a farlo nel futuro.
Questa edizione conferma che la
manifestazione si sta affermando come
la manifestazione B2B di riferimento
della calzatura internazionale in questo
Paese.
Questo importante risultato è frutto di
un’intensa attività promozionale e di
partnership d’eccezione. Durante i mesi
estivi sono stati organizzati un’estesa
campagna mediatica e un roadshow che
ha toccato le principali città cinesi,
quali Pechino, Shanghai, Chengdu e
Hong Kong, reso possibile grazie al
supporto di ICE, l’Agenzia per la
promozione
all’estero
e
internazionalizzazione che, attraverso il
proprio network di uffici in Cina, ha
selezionato ed invitato oltre 50 buyers
ed ha organizzato una serata di
promozione "Experiencing Excellence”
alla presenza di media, fashionistas e
trend setters, con il proposito di
Shoes From Italy Tokyo, Giappone
1-3 luglio 2013
La 53ma edizione di Shoes from Italy si
è svolta come ormai consuetudine in
parallelo alla manifestazione Moda
Italia presso l’hotel Westin.
Disposte su 6 piani espositivi, hanno
partecipato in totale 80 aziende alle
due manifestazioni, suddivise in: 75 di
abbigliamento, 39 di pelletteria e 66 di
calzature.
Il costo di una stanza espositiva
arredata per tutte le aziende è stato di
€ 2.800.
Lo svolgimento della manifestazione di
lunedì ha penalizzato l’afflusso di
visitatori nel primo giorno di fiera, ma
si ricorda che questa data era stata
scelta per consentire sia agli espositori
che ai buyer di recarsi a Parigi per la
settimana della moda. Purtroppo alcuni
buyer erano già a Parigi durante le
giornate
di
svolgimento
della
manifestazione.
Al
termine
della
manifestazione si sono comunque
registrati risultati soddisfacenti con
1478 visitatori da 950 ditte.
ICE ha organizzato l’incoming di 34
buyer provenienti da altri Paesi asiatici
e del Pacifico accompagnati dai trade
analyst degli uffici ICE locali (Australia,
Singapore, Taiwan, Vietnam, Malesia,
Corea)
theMICAMshanghai, Cina
11-13 Ottobre 2013
24 – 26 marzo 2014
Si sono tenute la seconda e la terza
edizione di theMICAMshanghai pressi i
padiglioni dello Shanghai Exhibition
Centre. 5.000 metri quadri di spazi
espositivi e allestimenti di qualità
hanno dato il benvenuto a 260
espositori provenienti da tutto il
mondo. Nel contesto internazionale la
Cina offre un mercato dalle enormi
potenzialità commerciali per le imprese
internazionali del comparto.
2
affermare ulteriormente l'esclusività del
prodotto italiano.
A Shanghai non sono mancati diversi
“seminari” che hanno coinvolto molti
visitatori, buyers e giornalisti. Tra i
protagonisti: Orietta Pelizzari e Aldo
Premoli,
che
hanno
affrontato
soprattutto il tema del fashion legato al
made in Italy.
Nonostante l’approvazione unanime del
CD a co-finanziare con ICE il Workshop
in Sud Africa non è stato raggiunto il
numero minimo di 15 adesioni per
poter procedere con l’organizzazione
dell’Evento.
ICE ha proseguito indipendentemente
nell’organizzazione dell’iniziativa con 5
aziende partecipanti.
Per la terza edizione si è dichiarato
soddisfatto
anche
l’amministratore
delegato di Fiera Milano Enrico Pazzali:
“L’edizione
di
theMICAMshanghai
tenutasi dal 24 al 26 marzo scorso ha
chiuso i battenti con 5000 presenze di
buyer registrati.
Gli espositori che hanno esposto alla
terza edizione di Shanghai sono stati
154 con una leggera maggioranza di
espositori stranieri (84 stranieri rispetto
alle 70 aziende italiane). Si conferma
l’esito positivo a livello di presenze
anche grazie al potenziamento della
comunicazione
e
programmi
di
marketing da parte di HMFS e
theBlenders che hanno implementato la
presenza di buyer anche con il
contributo
di
ITA.
I
costi
di
partecipazione per la terza edizione non
hanno subito alcun aumento e sono
stati riproposti al costo di euro 310,00
euro al mq per lo stand preallestito ed
euro 280,00 al mq per l’area nuda. La
tassa di registrazione è anch’essa di
euro 250,00 e la tassa cinese del 6%
da calcolarsi sul totale dei mq e la tassa
di registrazione. Per gli espositori che
hanno esposto per la seconda volta è
stato riconosciuto uno sconto del 5% da
scontarsi sul costo del mq mentre per
gli espositori che hanno esposto per la
terza volta lo sconto è stato del 10%.
Per tutte le aziende associate è stato
previsto
uno
sconto
del
10%
indipendentemente che fossero alla 1^,
2^, 3^ o 4^ edizione.
Missione
Esplorativa
Singapore,
Giacarta, Kuala Lumpur
Nel mese di dicembre si è svolta una
missione esplorativa a Singapore,
Indonesia e Malasia al fine di
individuare delle location per un
eventuale workshop.
E’
stata
ritenuta
valida
e
potenzialmente interessante Singapore
ed è prevista l’organizzazione di un
Workshop da organizzarsi nel mese di
ottobre 2014 presso la ballroom di un
prestigioso hotel per circa 15 aziende e
a seguire nel maggio 2015 la presenza
di una collettiva di aziende alla Fiera
Blueprint evento più importante della
zona con oltre 150 espositori del
settore pelle e accessori moda.
Shoes From Italy Tokyo, Giappone
5-7 febbraio 2014
Si è conclusa positivamente la 54ma
Shoes from Italy che si è volta come
ormai di consueto in parallelo con la
fiera Moda Italia su 7 piani espositivi
dell’hotel
Westin.
Entrambe
le
manifestazioni sono organizzata da ITA
(ex ICE) con fondi pubblici. Si è
registrato un record di partecipanti con
207 aziende nel complesso, di cui 69
calzature,
37
pelletteria,
101
abbigliamento. Il costo di una stanza
espositiva singola è stato di € 2.800.
Il primo giorno di fiera si è svolta la
conferenza stampa di apertura alla
presenza dell’ambasciatore Domenico
Giorgi e la presentazione tendenze
moda di Aldo Premoli per il settore
calzature e Ornella Bignami per
l’abbigliamento.
Workshop Johannesburg e Cape
Town, Sud Africa, 5 -8 maggio2014
3
Le azioni promozionali realizzate sono
state:
-invito di delegazioni straniere di buyer
provenienti da Taiwan (11), Australia
(4), Singapore (4), Malaysia (3),
Vietnam (6).
-Mailing a oltre 13.000j operatori e
giornalisti selezionati dalle banche dati
di ICE;
-14 uscite pubblicitarie su quotidiani e
riviste specializzate
-catalogo in lingua giapponese con i
profili delle aziende partecipanti
-comunicato stampa e notizie sulle
Mostre e sulle aziende partecipanti a
200 giornalisti
-inserzione sul sito internet (www.icetokyo.or.jp) che registra oltre 50.000
contatti
all’anno, di
una pagina
dedicata alle Mostre, con specifico link
al sito delle aziende
Durante i tre giorni di esposizione,
2.264 operatori giapponesi del trade, in
rappresentanza di 1.515 aziende,
hanno visitato la mostra “Moda Italia”.
Alla mostra “Shoes From Italy”, svoltasi
sempre nello stesso hotel Westin, sono
stati registrati altri 1.534 visitatori, in
rappresentanza di 1.011 aziende.
Si sono registrate vendite leggermente
in calo a causa del cambio con la
moneta giapponese, della situazione
economica e di una maggiore cautela
legata al prossimo aumento della tassa
al consumo passata dal 5 all’8% dal 1
aprile. Tale tassa passera fra una anno
e mezzo al 10%.
partecipato con una collettiva di 34
aziende dell’abbigliamento all’interno
del progetto.
Si è svolta una conferenza stampa di
apertura
con
presentazione
delle
tendenze moda a cura di Aldo Premoli.
Il primo giorno di fiera si è svolto anche
un
networking
dinner
con
i
rappresentanti della Associazioni di
categoria, vip buyer, stampa locale che
sono stati accompagnati in una visita
privata dell’evento che è rimasto aperto
in via eccezionale fino alle 18.30 .
La presentazione dell’evento è stata
migliorata in termini di allestimenti ed
ha riscontrato un buon successo di
pubblico (circa 350 visitatori, 32
giornalisti, e 30 altri visitatori da
associazioni
e
istituzioni).
Assocalzaturifici
è
intervenuta
aggiungendo
alcune
mensole
all’allestimento standard previsto da
ICE
per
consentire
un’adeguata
superficie espositiva.
Aymod, Istanbul
6-9 novembre 2013
23-26 aprile 2014
Vista l’importanza crescente che questo
mercato può offrire e alla luce del
sempre più sofferente mercato Italiano,
è stata proposta e organizzata una
collettiva in occasione della edizione di
Aymod a Istanbul dal 6-9 novembre
2013.
Aymod è la fiera più grande e
importante nel settore calzaturiero in
Turchia e la terza nel mondo,
comprendente 400 espositori da 20
diversi paesi. Sono stati esposti più di
1000 marchi.
Ogni anno cresce il numero di visitatori,
4.430 operatori stranieri, in totale
47.733
visitatori
professionali.
Il
cinquantesimo anniversario di Aymod,
con un numero di espositori e visitatori
in crescita, ha sottolineato l’importanza
della fiera nel paese e a livello
internazionale.
Hanno partecipato 19 aziende italiane
provenienti dalle seguenti regioni :
Italy with style Seoul, Corea,
10-11 febbraio 2014
La terza edizione della mostra di
calzature
a
Seoul
si
è
svolta
interamente con fondi pubblici rivolti a
tutto il comparto dell’accessorio Made
in
Italy,
che
ha
consentito
la
partecipazione gratuita del settore
accessorio moda/persona: calzature (36
aziende)
pelletteria
(10
aziende)
occhialeria (8 aziende), pellicceria (10
aziende),
oreficeria
(5
aziende),
cosmetica (7 aziende). Anche EMI ha
4
Marche, Lombardia e Veneto che hanno
esposto per quattro giorni la loro
collezioni primavera\estate.
Gli espositori sono stati posizionati nel
nuovo padiglione 2, dedicato all’area
italiana, in stand personalizzati e
allestiti con grafici di Assocalzaturifici.
L’ area occupata era di 240 m2,
composta di 20 stand di 12 m2 cad.
Uno
stand
è
stato
riservato
all’associazione per informazioni e
servizi dedicati agli espositori.
Quasi tutte le aziende presenti nella
collettiva italiana sono rimaste contente
dei risultati ottenuti durante la fiera e
sperano di partecipare anche alla
prossima edizione. Verrà proposta una
posizione più centrale nei migliori
padiglioni (Pad.6) e stand con diverso
allestimento, adeguato ai requisiti dei
nostri prodotti.
tutti i marchi esposti. Uno stand è stato
riservato
all’
associazione
per
informazioni e servizi dedicati agli
espositori.
Servizi proposti per gli espositori:
Informativa sulla fiera Aymod e
mercato turco con statistiche inviate
agli espositori partecipanti alla fiera;
Proposta di viaggio e soggiorno;
Pagina pubblicitaria della collettiva
italiana nel catalogo ufficiale di Aymod;
Pubblicità su pannelli autoportanti della
collettiva italiana con indicazione della
posizione all’ingresso dei padiglioni
principali;
Servizio di divulgazione – mailing e
invito di Assocalzaturifici a più di 1000
operatori provenienti da: Turchia,
Russia,
Ucraina,
Grecia,
Georgia,
Armenia, Azerbaijan, Cipro. Servizio di
divulgazione
con
lettera
di
presentazione
preparata
da
ICE
Istanbul accompagnata dall’invito di
Assocalzaturifici a tutti gli operatori
turchi del settore;
Servizio Interpreti: tre interpreti turcoitaliano
altamente
qualificati
e
consigliati
da
ICE
Istanbul
a
disposizione degli espositori;
Servizio Shuttle: Hotel Gonen – Fiera –
Hotel;
Wi.fi – accesso internet per gli
espositori dell’area italiana;
Cartelloni preparati per gli espositori
con l’informativa della fiera, il mercato
turco e le statistiche del settore nel
paese;
Cataloghi
della
collettiva
italiana
distribuiti nelle aree strategiche.
La
seconda
partecipazione
della
collettiva italiana ad Aymod si è svolta
dal 23 al 26 di aprile 2014.
Ogni anno cresce il numero di
visitatori: 4.430 operatori stranieri, in
totale 50.000 visitatori professionali di
cui la maggior parte dalla Russia,
Romania, Bulgaria, Arabia Saudita,
Paesi
Bassi,
Germania,
Grecia,
Inghilterra, Francia, Italia, Stati Uniti,
Azerbaijan, U.A.E., Iran, Iraq, Spagna,
Israele,
Polonia,
Siria,
Bosnia
Erzegovina, Libano, Pakistan, Cina,
Slovenia, Egitto, India, Kazakhstan,
Ucraina, Algeria, Tunisia.
Hanno partecipato 20 aziende italiane
provenienti dalle seguenti regioni:
Marche, Lombardia e Veneto. Hanno
esposto per quattro giorni le loro
collezioni autunno\inverno 2014\2015.
Gli espositori sono stati posizionati
nella galleria principale in nuovi stand
personalizzati e allestiti con grafici di
Assocalzaturifici.
L’ area occupata era di 352 m2,
composta di 22 stand di 12 m2 cad. ed
il corridoio interno. Il corridoio interno è
stato previsto per concentrare l’area
italiana e rendere più facile visitare
Visiti i positivi risultati ottenuti dalla
partecipazione
alla
manifestazione,
molte aziende hanno già confermato la
partecipazione all’edizione successiva.
Queste le loro aspettative:
•
Mantenere
la
stessa
centralissima posizione per le prossime
edizioni;
•
Allargare il corridoio interno per
il flusso dei visitatori.
5
La
collettiva
verrà
riproposta
nell’edizione che si terrà dal 5 al 8
novembre 2014.
secondo gli schemi abituali e comunque
con il supporto dell’ufficio locale di ITA.
Singapore è un mercato con un prezzo
medio molto alto, circa 96 euro al paio
ma dove ancora non vendiamo molte
calzature. Ma è un mercato con quasi
650.000.000 di persone racchiuso nel
bacino del sud est asiatico.
Una volta valutati i risultati di questo
workshop si potrebbe prendere in
considerazione
di
organizzare
a
Singapore, e possibilmente durante la
fiera Blueprint di Singapore di maggio
2015, un workshop o theMICAM.
Una domanda che è emersa è se il
timing di maggio possa essere utile ai
buyers e agli espositori. La fiera
Blueprint, al di la delle considerazioni
della qualità degli allestimenti e di
dimensione, è una fiera più d’immagine
che commerciale. Questo anche alla
luce del fatto che a Singapore esiste
una sola stagionalità, quella estiva,
dove gli acquisti vengono effettuati a
marzo e ottobre.
Blueprint presenta d’altro canto il
vantaggio di avere, in un mercato con
un numero limitato di clienti, la
possibilità di usufruire del flusso di
visitatori che questa fiera porta,
l’importanza strategica, e i contatti
delle istituzioni legate alla stessa
manifestazione.
Qualora ci fossero poche adesioni
potremmo
cercare
di
proporre
l’iniziativa
anche
al
settore
abbigliamento cosi come fatto per
Corea e come stiamo cercando di fare
per theMICAMshanghai.
E’ da decidere se sia indispensabile la
tappa di Giacarta, alla luce di un
mercato molto ristretto, e se investire i
fondi su una tappa sola per invitare
buyers dall’Indonesia e da paesi
limitrofi come suggerito da ICE.
Qualora si decidesse di fare due tappe il
tutto si potrebbe organizzare in una
settimana, prevedendo 2 giorni a
Singapore e due a Giacarta con un
Missione esplorativa presso la Asian
Fashion Week, Singapore
Lo scorso dicembre durante la missione
esplorativa nel sudest asiatico, è stata
effettuata, insieme a Fiera Milano e al
loro partner locale, una tappa a
Singapore e una a Giacarta.
A seguito della missione abbiamo
proposto al Consiglio Direttivo la visita
all’edizione di Asia Fashion week a
Singapore, 15-18 Maggio 2014 per
Blueprint ed Emporium e una visita
veloce a Giacarta per valutare gli hotel
e incontrare ICE per eventualmente
gettare le basi di una mostra autonoma
di due tappe (Singapore/Giacarta) dal
13-17 ottobre 2014. Questi workshop
sarebbero
utili
a
sviluppare
un
avvicinamento
al
mercato,
che
sappiamo essere staccato da quello
cinese, per poi valutare a maggio 2015
la partecipazione alla fiera Blue Print
come unico momento e per valutare
l’organizzazione
di
una
mostra
theMICAM Singapore.
Le conclusioni potrebbero essere quelle
di organizzare, eventualmente intorno
alla metà di ottobre 2014,
un
workshop nella ballroom di un hotel
prestigioso a Singapore come il Grand
Hyatt o il Sands veicolando con azioni
di incoming i clienti più importanti dai
paesi limitrofi.
La collettiva di ottobre 2014 a
Singapore, utilizzando il format di
Collettiva Autonoma o Shoes From
Italy,
sarebbe
molto
utile
per
pianificare anche le future azioni
nell’area.
Abbiamo
nel
frattempo
inserito questa iniziativa tra le richieste
di fondi aggiuntivi proposti ad ITA,
anche se i tempi di approvazione
potrebbero non arrivare in tempi utili.
Nel qual caso sarebbe opportuno
organizzare l’iniziativa in privatistica
6
giorno per il transfer (ci vuole solo 1
ora e mezza di volo).
I costi di tale evento saranno simili a
quanto speso in Corea, organizzando la
collettiva in una ballroom di un
prestigioso hotel a 5 stelle.
Gli hotel che potrebbero essere validi e
che hanno delle sale tipo ballroom
adatte per questi eventi sono diversi
per Singapore (anche se sono molto
adatti il Grand Hyatt o il Marina Bay
Sands),
mentre
per
Giacarta
sicuramente il Grand Hyatt da quanto
visto, anche se con sala di dimensioni
utili per poche aziende.
Una volta organizzato questo workshop
ad
ottobre
2014
Singapore
e/o
Giacarta, ed in base al risultato, si
potrebbe
poi
prendere
in
considerazione la possibilità,
di
organizzare
l’evento
fieristico
solamente a metà Maggio 2015 in
contemporanea ed in collaborazione
con la fiera Blueprint di Singapore e
prevedendo delle azioni di incoming sul
portafoglio clienti venutosi a creare e
invitando operatori dai paesi limitrofi.
Grazie per l’attenzione.
7
Relazione del Consigliere VITTORIO VIRGILI
delegato per la LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE
La nostra associazione ha già interessato
questi sportelli ad alcuni casi segnalatici
dalle
imprese
associate
di
barriere
protezionistiche all’ingresso.
Studio sulla contraffazione online –
settore calzature e occhialeria
L’iniziativa
Assocalzaturifici
ha
ottenuto
che
la
Direzione Generale per la Lotta alla
Contraffazione del Ministero dello Sviluppo
Economico finanziasse uno studio ad hoc
sulla contraffazione sul web nel settore
calzaturiero.
Questo
studio,
condotto
dall’agenzia
Convey, è iniziato nel febbraio 2013 e si è
concluso a luglio dello stesso anno.
L’analisi è stata condotta partendo da un
campione di
54 marchi calzaturieri,
suddivisi secondo il segmento di prezzo e la
presenza
sui
mercati
nazionali
ed
internazionali, e monitorando la frequenza
con cui tali marchi vengono contraffatti
prima in ambienti web 1.0 e poi all’interno
di sistemi web 2.0, quali social network e
piattaforme B2B.
Assocalzaturifici
ha
poi
direttamente
finanziato un approfondimento dello studio
– costituitosi quindi come prima parte,
modulo marchi, di una ricerca più ampia –
volto a raccogliere informazioni su come la
contraffazione di marchio venga affiancata
dalla falsa indicazione di origine, o falso
made in Italy, e sulle principali modalità
con cui tale fenomeno si manifesta negli
ambienti web 1.0 e 2.0.
Questa seconda indagine, chiamata modulo
made in Italy in continuità con il primo
studio finanziato dal MISE, ha permesso di
mettere in evidenza come la falsa
indicazione di origine sia lo strumento
principale con cui i contraffattori cerchino di
appropriarsi
indebitamente
di
quelle
caratteristiche di pregio riconosciute al
prodotto italiano dai consumatori in tutto il
mondo, soprattutto nei Paesi emergenti
(Cina, in modo particolare). Il danno,
inevitabilmente, riguarda soprattutto le
produzioni di qualità che non sono
accompagnate da brand, ovvero il cuore dei
prodotti delle piccole e medie imprese
calzaturiere italiane.
Caro Collega,
la nostra associazione continua ad essere
un interlocutore importante ai tavoli
istituzionali in Italia ed in Europa sul tema
della lotta alla contraffazione.
Assocalzaturifici
è
componente
del
Comitato Tutela del Made in Italy e
Lotta alla Contraffazione di Confindustria
e
del
rinnovato
Centro
Nazionale
Anticontraffazione presso la Direzione
Generale Lotta alla Contraffazione – Ufficio
Brevetti e Marchi del Ministero dello
Sviluppo Economico.
Riattivazione
dei
desk
anticontraffazione del MISE
Assocalzaturifici ha salutato positivamente
la riattivazione della rete di desk
Anticontraffazione all’estero presso gli
uffici ITA (ex-ICE) di Pechino, Istanbul, New
York e Mosca dopo la chiusura nel 2011.
Estremamente
importante,
inoltre,
è
l’allargamento delle competenze di questi
desk anche al campo degli ostacoli al
commercio, laddove il nostro settore
presenta diversi casi di squilibrio nelle
condizioni competitive in alcune aree
strategiche (Stati Uniti, Cina, Russia
citando solo i Paesi sede dei desk) e vere e
proprie chiusure del mercato (Mercosur in
primis).
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Il 22 gennaio scorso, presso la sede di
Unioncamere
a
Roma,
sono
stati
presentati alla stampa, alle istituzioni e
a tutti gli stakeholder economici del
Paese i risultati dello studio sulla
contraffazione online dei settori calzature e
occhialeria.
Il 14 maggio l’Associazione ha partecipato
al convegno, organizzato da Convey,
“Contraffazione in internet: dallo studio del
fenomeno alla sua repressione”.
Durante l’incontro è stata presentata in
anteprima l'edizione 2014 della Guida
Convey-ItaliaOggi, dedicata al tema della
"lotta alla contraffazione in Internet",
con alcune pagine speciali a cura di
ASSOCALZATURIFICI sul tema del falso nel
comparto moda calzature alla luce dei
risultati dello studio sulla contraffazione
online modulo made in Italy.
Perché
finanziare
uno
studio
sulla
contraffazione online?
Al di là dei risultati interessanti per
imprenditori, rappresentanti delle istituzioni
e autorità di vigilanza a cui ha condotto lo
studio, questo tipo di analisi – mai condotta
né in Italia né in Europa a livello così
approfondito – è un momento importante di
quel percorso di accreditamento della
nostra associazione quale player politico e
istituzionale di primo piano sullo scenario
nazionale.
Le priorità che Assocalzaturifici
all’attenzione dei tavoli istituzionali:
porta
-
tutela del made in Italy e adozione
di una politica di contrasto efficace
contro la falsa indicazione di origine
-
attivazione
di
politiche
di
sensibilizzazione nei confronti del
consumatore e realizzazione di
campagne informative ad hoc
-
lotta al
internet.
falso
sulle
piattaforme
Grazie per l’attenzione.
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COMITATO DI PRESIDENZA
BIENNIO 2013/2015
PRESIDENTE
Cleto Sagripanti
Siro Badon
Giovanni Taccetti
Diego Rossetti
Arturo Venanzi
VICE PRESIDENTI
TESORIERE
Giuseppe Piazzolla
PAST PRESIDENT
Vito Artioli
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PRESIDENTE G.G.I.
Gilberto Ballin
Edito da:
Assocalzaturifici
via Monte Rosa 21, 20149 Milano
Telefono +39 02 43829.1
Fax +39 02 48005833
[email protected]
www.assocalzaturifici.it
Redazione a cura dell’Area
Economica e Servizi alle Imprese
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Atti dell`Assemblea Generale Ordinaria 2014